La Torre di Veglia n3 maggio-giugno 2025
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dei
LA TORRE DI VEGLIA
La
Anno LXIV - n° 3
maggio/giugno 2025
“Poste Italiane spa sped. abb. post. D/L 353/2003
(conv. in L.27/2/2004 n° 46)
art. 1. comma 2, dcb tv”
PERIODICO BIMESTRALE DELLE PARROCCHIE
DI SAN GIACOMO DI VEGLIA
FORMENIGA - COZZUOLO - CARPESICA
Redazionale
arissimi lettrici e carissimi lettori di Torre di Veglia,
Proprio nei giorni in cui stavamo concludendo la raccolta
degli articoli per questo nuovo numero, la Chiesa Universale
ha vissuto un evento inaspettato… la partenza di Papa
Francesco. È per questo che il nostro parroco ha sentito
giusto ed importante scrivere su di lui, per sottolineare la
bellezza e ricchezza che Francesco ha portato alla Chiesa e a
ciascuno di noi nel corso dei 12 anni del suo papato.
Inoltre, le riflessioni sul Giubileo che troverete all’interno,
dei ministri dell’Eucaristia e in particolare l’esperienza dei
ragazzi che hanno partecipato a Roma al Giubileo degli
Adolescenti proprio nel giorno in cui è stato celebrato il
funerale di Papa Francesco, parlano del clima particolare
vissuto in quei giorni.
Vi auguriamo Buona Lettura!
La Redazione
di Cenedese Tiziana
in copertina: PRATO DI MARGHERITE
nel retro: PAPAVERI E MARGHERITE
ANNO LXIV – N. 3
MAGGIO-GIUGNO 2025
Autorizzazione Tribunale TV N. 671 DEL 24/11/1987
“Poste Italiane spa sped. abb. post. D/L 353/2003
(conv. in L.27/2/2004 n° 46) art. 1. comma 2, dcb tv”
PERIODICO BIMESTRALE
DELLA PARROCCHIA
DI SAN GIACOMO DI VEGLIA
Direttore responsabile:
don Gian Pietro Moret
Coordinatore redazione:
Angelo Turbian
Redazione:
don Matteo D'Arsiè
Maria Teresa Cesa,
Stefania Chies,
Bruno Dall’Anese,
Raff aella Marcon,
don Giulio Fabris,
Elisa Frare,
Giancarlo Pitasi,
Angelo Turbian,
Marta Zanette
Impaginazione:
Elisa Frare
Stampa: Tipse Vittorio Veneto
Redazione e Amministrazione:
Piazza Fiume, 58
San Giacomo di Veglia TV
tel. 0438.500295
redazione.torrediveglia@gmail.com
www.sangiacomoapostolo.it
e-mail: sangiacomodiveglia@libero.it
Salmo 122 2
Nicea – il Simbolo 4
Visita ad Anziani e Ammalati 6
La Tredicina di S. Antonio e orari 6
Quaresima 2025 7
Giovani: via Crucis foraniale 8
Una giornata per il GREST 2025 9
Il Giubileo dei nostri Ministri 10
Il Giubileo degli adolescenti 12
A Dio, papa Francesco 13
La porta di casa 17
Dal Messaggero di Sant’Antonio 19
40 anni della scuola di taglio 20
In giardino e in cucina 21
Scuola, due gite 22
L’angolo del benessere 23
Calcio Vittsangiacomo e 16 CAMP 24
Le nostre Anagrafi 26
Le famiglie ricordano 28
Hanno collaborato a questo numero:
sito a cura di: Federica Spinazzè
Per Richiesta Certificati Storici inviare email a:
archivio.sangiacomo@libero.it
Per scaricare il modulo di richiesta
visitare il sito della parrocchia
Finito di redigere
il 5 – 5 – 2025
Don Matteo D’Arsiè
Don Giulio Fabris
Gruppo Giovani di S. Giacomo
e gli Animatori
Staff del GREST 2025
Remigio Maso
Silvia Pagotto
Stefania Chies
Simone Olianti
Le maestre della Scuola S. Giacomo
Annalisa Casagrande
Giulia Maiutto
Elisa Frare
Pietro Ossi
SALMO 122
Per amore
di Gerusalemme
Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore».
2
E ora i nostri piedi si fermano
alle tue porte, Gerusalemme!
3
Gerusalemme è costruita
come città salda e compatta.
4
Là salgono insieme le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge di Israele,
per lodare il nome del Signore.
5
Là sono posti i seggi del giudizio,
i seggi della casa di Davide.
6
Domandate pace per Gerusalemme:
sia pace a coloro che ti amano,
7
sia pace sulle tue mura,
sicurezza nei tuoi baluardi.
8
Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: «Su di te sia pace!».
9
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.
La città della pace
Il salmo 122 dice tutto l’entusiasmo del pellegrino
mentre sta giungendo alla meta. Era partito da molto
lontano, da una condizione di esilio, e ha scorto i monti
che era necessario superare per giungere alla città santa,
luoghi colmi di pericoli, ma si è sentito rincuorare dalla
certezza della protezione del Signore. Ora finalmente
sta varcando le porte della città e si lascia affascinare
dallo splendore di Gerusalemme.
Il salmo si articola in tre strofe. La prima ripercorre nella
memoria il viaggio come un passare dall’esitazione
della partenza alla gioia incontenibile dell’arrivo.
La parte centrale del salmo è costituita dalla visione di
Gerusalemme e dalla contemplazione della sua bellezza,
con la sua cinta di mura e le torri.
La terza strofa è una preghiera per Gerusalemme perché
sia beneficiaria e datrice di pace. Il filo che unifica il salmo
è dato da una serie di ripetizioni: Gerusalemme vi
appare tre volte, come pure il termine “casa del Signore
o di Davide”.
Tutto il salmo è come commento al nome della città
amata: città della pace.
Come per una sposa
Il salmista dichiara il suo entusiasmo provato alla partenza
del viaggio e la gioia esplosiva dell’arrivo.
“Quando mi dissero…”. Una carovana di pellegrini lo
ha invitato ad associarsi a loro e a non camminare in
solitudine. Ha scoperto che vi è ancora qualche amico,
qualche fratello di fede con cui camminare insieme
verso il Signore. È grande conforto il poter condividere
con qualcuno la stessa fede, il medesimo itinerario spirituale.
Si pensi alla consolazione che prova l’apostolo Paolo
quando, giungendo a Roma da prigioniero, si vede
venir incontro alcuni fratelli nella fede. Adesso, anche se
forse non vede Gerusalemme, il pellegrino può però già
immaginarla con grande gioia poiché ormai è vicino. La
fatica, l’arsura, le perdite e i dolori sono ormai dimenticati,
anzi neppure menzionati perché ormai la gioia
invade tutto il suo animo.
Gerusalemme segno e fonte di unità
Il pellegrino, dall’alto dei monti che circondano Gerusalemme,
la contempla nella sua bellezza e nel suo
mistero, per cui la città non è solo il centro politicoistituzionale
di Israele, ma costituisce un punto di unità
e di fraternità, il luogo dove lodare il nome del Signore.
Il primo aspetto della contemplazione della città sembra
essere quello urbanistico: uno spazio accogliente e
ospitale, sicuro e protettivo; per il pellegrino che guarda
e vive lo spazio urbano alla luce di Dio, anche questo
è parte integrante: la città di Dio deve essere la città
adatta all’uomo.
“Gerusalemme è ricostruita come città unita e compatta”.
Si vuol dire che tutto sta bene nell’insieme, si
fonde nell’uno. La percezione del convergere delle parti
in unità fa capire che essa è lo spazio in cui tutti si radunano
in unità, in ritrovata fraternità come canterà
anche il salmo 133.
“Là salgono insieme le tribù di Israele”. È un’impressione
di bellezza ineguagliabile perché Gerusalemme è
davvero la ragazza bella, la fidanzata del popolo e insieme
la signora accogliente. Il luogo di Dio diventa luogo
di incontro tra gruppi differenti; luogo dove la differenza
non è ignorata o ridotta ad uniformità ma è accolta e
valorizzata sul fondamento della fede comune.
Non si deve pensare che la solidarietà e la fraternità si-
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LA TORRE DI VEGLIA
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ano un fatto naturale e facile per il popolo di Israele.
Infatti, notevoli e dolorosi sono stati nella sua storia i
particolarismi e le rivalità tribali, per cui la coscienza
dell’unità nazionale sulla base della fede è un valore che
va continuamente proposto e coltivato.
“Secondo la legge di Israele per lodare il nome del
Signore”. Il pellegrino si sente inserito gioiosamente in
questo flusso di uomini e donne che salgono a Gerusalemme
provenendo dalle più diverse strade.
“Là sono pronti i seggi del giudizio, i seggi della casa
di Davide”. Altro aspetto essenziale della città di Dio
è quello politico-istituzionale. In essa non può mancare
il luogo della giustizia, il tribunale, che certamente è
segno di una convivenza ancora imperfetta e ambigua
lacerata da conflitti e ingiustizie, ma sempre diventa
luogo della coraggiosa, onesta e paziente ricerca della
verità, della difesa del diritto, dell’individuazione della
colpa e determinazione della responsabilità. In tutto
questo vi è un sogno di giustizia che cresce nel cuore
dell’orante. Nella città santa dove ha posto la propria
dimora, Dio suscita un vero giudice che difende il diritto.
Il passato glorioso della città, la sua storia tanto cara
al credente, suscita l’attesa di un mondo dove regni la
giustizia.
“Su di te sia pace”
Dalla contemplazione si passa alla preghiera per Gerusalemme.
L’augurio di pace per Gerusalemme indica
che il pellegrino è ben consapevole che non vi è ancora
pace per essa. La pace non è solo assenza di conflitti, ma
possibilità e capacità di realizzazione di tutte le relazioni
personali e sociali nei loro aspetti positivi; è, in definitiva,
la somma di tutti i beni.
La benedizione di pace si prolunga in una precisa direzione:
su “coloro che ti amano” e sui miei “fratelli e
amici”. Si mette in sintonia con coloro che amano Gerusalemme,
non si accontenta più di aver trovato personalmente
la propria pace, ma la desidera, la invoca
intensamente per la città, per tutti quelli che proprio
come lui, vengono a Sion per ritrovare quell’armonia
e unità interiore che si erano perdute nella vita ordinaria.
Si sente debitore e grato verso i fratelli e amici
incontrati nel viaggio della vita e con loro condivide
una certezza: soltanto la presenza del Signore garantisce
il dono dello shalom (“per la casa del Signore nostro Dio,
cercherò per te il bene”).
Dolore e speranza per Gerusalemme
Leggere cristianamente i salmi è leggerli con Cristo.
Il pensiero va subito alla scena evangelica descritta da
Gesù mentre si sta avvicinando alla sua città: «Quando
fu vicino alla vista della città pianse su di essa dicendo:
“Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della
pace… giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno
di trincee… perché non hai riconosciuto il tempo in
cui sei stata visitata» Lc 19,41-44).
Ascoltare il passo evangelico ci aiuta a ricordare la tragica
possibilità di rifiutare la pace di Colui che ci porta la
“sua” pace e di fare della chiesa una città di divisioni e
discordie in cui non ci si capisce più l’un l’altro. Pregare
questo salmo è lasciar rifiorire il sogno di unità, di fratellanza,
di concordia e credere che il Vangelo può generare
un frutto di pace. Pregare questo salmo diventa
per il cristiano consentire che il dialogo con Dio diventi
anche un luogo e un momento di educazione e formazione
di una coscienza civica e critica. Quindi pregare
questo salmo è insieme una indicazione per una responsabilità
e impegno sui fondamenti della convivenza.
don Giulio
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Om úsios
Quell’
che mio padre
al mercato
comprò
LA TORRE DI VEGLIA
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Dal suo palazzo a Nicomedia l’Imperatore sta
osservando quella che di lì a poco sarebbe
diventata la nuova città imperiale – la Nuova
Roma – sulle rive del Bosforo. Non è però il nuovo
piano di urbanizzazione a turbare il suo animo:
il suo regno è diviso. Ci sono fazioni dove gli
amici sono diventati nemici e i fratelli avversari.
Dopo poco più di una decina d’anni da quando
ha messo definitivamente la parola fine alle ostilità
nei confronti dei cristiani, ora essi stessi sono
in baruffa tra loro, tanto che l’Impero stesso si sta
spaccando. E questo non fa certo bene alla fede né
tantomeno alla politica…
Per di più il tema del contendere riguarda il fulcro
della fede cristiana: chi è veramente Gesù? Egli
è veramente Dio?
Bisogna correre ai ripari.
Costantino, allora, prende l’iniziativa. Convoca
per il 20 maggio del 325 in assemblea tutta la
cristianità, rappresentata dai propri vescovi (circa
milleottocento), perché discuta e decida sul da farsi.
All’appello rispondono, secondo la tradizione,
tra i duecentoventi e trecentodiciotto ecclesiastici
(della maggior parte dei quali abbiamo i nomi),
tra i quali due delegati di papa Silvestro, San Nicolò
e gli eresiarchi Ario e Eusebio di Nicomedia: è
il primo grande Concilio Ecumenico della storia.
Il 19 giugno del 325 – esattamente 1700 anni fa
– a Nicea, sul Mar di Marmara, l’Imperatore Costantino
in persona dà inizio e presiede la grande
assise, che oggi è conosciuta come il Concilio di
Nicea [I], che si concluderà il 25 agosto successivo.
Ma perché questo Concilio è così importante?
Basta solo un dato a sottolinearne la portata:
questo Concilio ha prodotto un pronunciamento,
un simbolo, come si dice in termine tecnico, che
ancor oggi conosciamo tutti a memoria: il Credo
(poi “completato” nel successivo Concilio di Costantinopoli
del 381) che diciamo ogni domenica
alla Messa. Cosa poi non indifferente, anzi di immenso
rilievo, è il fatto che questo Credo sancito
da quel concilio costituisce il dato di fede che
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LA TORRE DI VEGLIA
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accomuna i cristiani di tutte le Chiese: sia le Chiese
storiche – Cattolica, Ortodossa, Luterana, Calvinista,
Anglicana – sia le varie denominazioni che vanno sotto
il nome di Chiese “Evangeliche” e “Pentecostali”.
Forse allora è il caso di approfondire il tema della
controversia e cercare di capire ciò che questo Simbolo
consegna alla nostra fede.
Il vescovo Ario, padre appunto dell’eresia che da lui
prende nome, sosteneva che il Figlio fosse stato creato
dal Padre e non nato/generato, come sostiene la cattolicità.
Se questo fosse vero, implicherebbe diverse
cose: la più eclatante è che, appunto, se il Figlio è
creato dal Padre, non può essere uguale (della stessa
sostanza) al Padre e quindi non sarebbe neanche Dio.
Una seconda implicazione è che – per usare parole testuali
dell’eresiarca – ci fu un tempo in cui il Figlio non
c’era e che quindi avrebbe avuto un inizio nel tempo
e, di conseguenza, non sarebbe coeterno con il Padre.
Tutto riguarda la questione dell’òmooúsios e cioè
se il Figlio sia o meno della stessa (>òmo) sostanza
(>ov'sía) del Padre. In poche parole povere: il Figlio è
Dio, oppure solo un grande uomo, oppure un uomo
talmente grande e santo che – magari – ha avuto il
singolare privilegio di essere quasi come Dio?
Riportano gli storici dell’epoca, che anche a distanza
di anni – l’eresia ariana, nonostante il Credo, è stata
dura da debellare – addirittura le donne che si recavano
al mercato di Costantinopoli ancora discutevano
dell’òmooúsía di Cristo.
Questo fatto può farci sorridere e a noi oggi questi
dati di fede possono sembrare cose scontate o di poco
conto, eppure ne va dello stesso fondamento della
nostra fede.
Eppure la fede di Nicea è ancora di un’attualità
straordinaria. Per certi versi siamo ancora immersi
nell’arianesimo più feroce. Per quante persone Gesù è
solo un semplice uomo vissuto circa duemila anni fa
in uno sperduto angolo del Medioriente, che poco o
nulla ha a che fare con la nostra vita? Se tutto va bene,
alcuni lo considerano un bravo moralista o un grande
maestro o filosofo, che ha portato un modo nuovo di
approcciarsi alla vita e agli altri…
Vana sarebbe la nostra fede, se non considerassimo
che Gesù Cristo è il Figlio di Dio (= Dio), incarnato,
morto e risorto per noi! Dio si fa uomo perché
attraverso la sua umanità possa arrivare a noi la sua
vita divina. Ma questo, forse, sarà argomento di un
prossimo articolo.
Le cronache, tra storia e leggenda, riportano che
l’argomento era di così vitale importanza e che la discussione
si fosse talmente accesa, che San Nicolò si
alzò dal suo scranno esasperato e finì per accapigliarsi
e prendere a sberle lo stesso Ario… Se allora il mite
San Nicola ha avuto l’ardire e l’ardore di difendere
questo caposaldo della fede, forse anche noi dobbiamo
imparare a riappropriarcene e farlo nostro.
Simbolo Niceno
Crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente, artefice
di tutte le cose visibili e invisibili.
E in un solo Signore nostro Gesù Cristo, Figlio di Dio,
generato unigenito dal Padre, cioè dalla sostanza del
Padre, Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero,
generato, non fatto, consostanziale al Padre, per mezzo
del quale tutte le cose furono originate, quelle nel cielo e
quelle nella terra,
egli per noi uomini e per la nostra salvezza discese e si
incarnò, divenne uomo, patì e risuscitò il terzo giorno
[e] salì nei cieli, viene a giudicare vivi e morti, e nello
Spirito Santo.
Coloro che invece dicono: «C’era un tempo in cui non
c’era», e: «Prima di essere generato non c’era» e che fu
originato da ciò che non è o dicono essere il Figlio di Dio
da un’altra ipostasi o sostanza o creato o trasformabile
o mutevole, (costoro li) colpisce di anatema la Chiesa
cattolica.
Per chi volesse approfondire, rimando al bell’articolo
del Card. Raniero Cantalamessa “Nicea un Concilio
di tutti i cristiani” apparso su L’Osservatore Romano
il 4 gennaio 2025:
https://www.osservatoreromano.va/it/news/2025-01/
quo-003/nicea-un-concilio-di-tutti-i-cristiani.html
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LA TORRE DI VEGLIA
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Tredicina di
Sant’Antonio
Visita agli anziani
e ammalati
Anche per questa Pasqua, nonostante le tante difficoltà,
siamo riusciti a recarci dagli anziani e ammalati
per la Confessione e Comunione per la Pasqua.
È stato bello constatare che tutti ci hanno accolto con
gioia perché sanno che insieme alla nostra povera persona
di sacerdote portiamo la “salvezza del mondo”
cioè Cristo crocifisso e risorto. Siamo stati accolti dai
familiari e da chi assiste gli anziani (badanti) con semplicità
e riverenza. Diverse hanno chiesto di poter accostarsi
alla comunione e alla risposta affermativa del
sacerdote abbiamo visto che il loro volto si è illuminato
e il cuore era nella gioia.
Diverse volte, non solo le “badanti” ma anche alcuni
familiari hanno chiesto di poter ricevere l’Eucaristia
e così partecipare intimamente al rito assieme ai loro
cari malati o anziani.
Tutti questi sono gesti che ci dicono che l’Eucaristia
è ancora sentita, amata, anche se con amarezza constatiamo
che la presenza alla S. Messa, soprattutto dopo
il covid, è di molto diminuita.
Gli anziani e ammalati desidererebbero che l’incontro
con il sacerdote si prolungasse nel tempo; c’è in
loro il desiderio di stare insieme e poi di rivederci presto.
C’è poi la richiesta di poter incontrare e conoscere il
nuovo parroco che da diversi mesi risiede nella nostra
parrocchia. Il sottoscritto ha sempre assicurato tutti
che il nuovo parroco non si è dimenticato di loro, ma
i tanti impegni di “quattro parrocchie” sia materiali sia
spirituali lo hanno per il momento impedito.
Assicuro che è suo desiderio, appena possibile, incontrarvi
tutti. Per ora accompagnamolo con la nostra
preghiera perché possa essere sempre tra noi un annunciatore
di speranza.
don Giulio
Anche quest’anno, come ogni anno, faremo insieme
alla comunità la tredicina di preghiere che
ci condurranno alla Festa di Sant’Antonio il 13
giugno.
Non inizieremo la tredicina il 1° giugno perché ricorre
la festa dell’Ascensione; inizieremo il giorno
2 alle ore 18:30 nella chiesetta di Sant’Antonio in
Via Sant’Antonio.
La tredicina vuole essere non solo un onorare la
persona di Antonio, ma conoscere sempre più a
fondo la sua vita, soprattutto i contenuti della sua
predicazione e l’annuncio integrale del Vangelo
assieme alla narrazione di alcuni fatti straordinari
della sua vita.
La tredicina sarà un momento di preghiera breve,
circa 20 minuti e non ci sarà la S. Messa.
Approfittiamo fin d’ora di annunciare l’orario
delle Ss. Messe della festa di Sant’Antonio il
venerdì 13 giugno
alle ore 8:30, 10.30 e 19.00
Naturalmente, ad ogni S. Messa verrà fatta la benedizione
del pane di Sant’Antonio.
La storia ci dice che questa devozione del pane di
Sant’Antonio è nata dalla richiesta di una mamma
disperata per la morte improvvisa del suo figlioletto.
Ella fece questo voto: “se Sant’Antonio mi
ridarà vivo questo mio figlio morto improvvisamente
e tragicamente, io donerò tanto pane per i
poveri quanto pesa il mio bambino”. Perciò anche
noi cerchiamo di mantenere questa preziosa tradizione
per essere sempre vicini ai poveri sia della
nostra comunità, sia anche del mondo intero.
don Giulio
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LA TORRE DI VEGLIA
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QUARESIMA 2025
In questo tempo di quaresima abbiamo
cercato di animare le sante messe
del sabato sera con due iniziative
distinte ma che avevano di fondo
lo stesso scopo: avvicinare
i ragazzi a Gesù e aiutarli a
capire meglio la santa messa.
La prima iniziativa, dedicata
ai più piccoli, ma
non solo, ha preso spunto
da Santa Chiara. Si racconta
che la santa, per ricordarsi
di pregare ogni giorno, usasse
un metodo particolare: raccoglieva
dei sassolini! Li metteva in un
sacchettino e ogni sera, prima di andare a
dormire, ne tirava fuori qualcuno. Per ogni sassolino,
diceva una preghiera. Il giorno delle ceneri, ad inizio
quaresima, abbiamo quindi consegnato ai bambini
un sacchettino e, ad ogni messa di quaresima, una
pietrina, a cui abbiamo abbinato una preghiera in
base al vangelo di quella domenica:
Prima domenica: Padre Nostro - L’importanza di
confidare in Dio, che ci aiuta a resistere alla tentazione
e lottare contro il male;
Seconda domenica: Angelo di Dio - Dio non è lontano,
ma si manifesta e interviene nella nostra vita attraverso
diverse forme, come, ad esempio, attraverso
i suoi messaggeri angelici;
Terza domenica: Ave Maria - Come il vignaiolo intercede
presso il padrone per dare un’altra possibilità
all’albero di fico così anche Maria intercede e per noi e
ci invita ad una conversione sincera;
Quarta domenica: Atto di dolore - Invito a
riconoscere i nostri peccati, a pentirci sinceramente
e a tornare a Dio, fiduciosi nel suo amore
e nel suo perdono;
Quinta domenica: Preghiera personale -
Nella preghiera personale, possiamo sperimentare
l’abbraccio di un Dio che non ci condanna,
ma, come ha fatto con l’adultera, ci offre la
possibilità di un nuovo inizio.
La seconda iniziativa era invece rivolta ai ragazzi
delle medie, che quest’anno stanno riflettendo
in modo particolare proprio
sulla Santa Messa. È stato preparato
un cartellone raffigurante
un bersaglio, con al centro
la figura di Cristo Risorto,
per aiutare i ragazzi a “fare
centro”, ovvero a riconoscere
che solo puntando
a Cristo e alla sua Resurrezione
la nostra vita trova
il senso e la gioia più piena.
Ogni settimana abbiamo aggiunto
una freccia che punta il
bersaglio, accompagnata da una
parola che ha ricordato uno dei momenti
della messa, per cercare farlo vivere
con più consapevolezza.
Prima domenica: Accogliere: ci ricorda l’importanza
e il significato dei riti iniziali.
Seconda domenica: Ascoltare: è un invito a prestare
più attenzione alla Liturgia della Parola, dove si dà
spazio alla Parola di Dio, tramite le Letture dall’Antico
e dal Nuovo Testamento, il salmo, il Vangelo,
l’omelia, il credo e le preghiere dei fedeli.
Terza domenica: Celebrare: siamo invitati a gustare
con maggior consapevolezza la liturgia eucaristica, a
partire dalla preparazione p del banchetto fino al gran-
de amen che anticipa i riti di comunione dopo la dos-
sologia “Per Cristo, con Cristo e in Cristo”.
Quarta domenica: Mangiare: la nostra attenzione
si concentra particolarmente sui riti di comunione,
quando riceviamo il corpo di Cristo, l’A-
gnello di Dio, che si fa pane per noi,
per salvarci.
Quinta
domenica: Vivere: i riti
di conclusione, a partire dal salu-
to, dalla
benedizione del sacerdo-
te e dal
congedo, ci ricordano che
l’assemblea che si è riunita per
l’eucarestia è poi chiamata a vi-
vere l’eucaristia nella quotidianità
delle giornate.
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Maggio• Giugno 2025
VIA CRUCIS FORANIALE
Venerdì 11 aprile si è tenuta la Via Crucis
foraniale dei Giovani: un momento organizzato
unendo le forze dei vari gruppi giovanili
di Vittorio. Quest’anno il tema è stato la
Speranza.
Un’ottantina di ragazzi, accompagnati dai
loro animatori, si sono incontrati davanti al
Victoria, vicino alla pista di atletica, e hanno
camminato insieme fino alla chiesa di Meschio
dove ha avuto luogo l’ultima stazione. Lungo il
percorso, ogni gruppo giovani ha rappresentato
una “parola di speranza” proponendo non solo
una riflessione in merito al vangelo della stazione ma
anche una canzone scelta per raccontare una sfumatura
della speranza.
Oltre alle due portate dai giovani delle nostre parrocchie,
le parole di speranza che hanno guidato il
cammino sono state: Senso/Con-senso, Scoperta,
Abito, Libertà/responsabilità e Promessa. I giovani di
Carpesica hanno parlato
dei
LA TORRE DI VEGLIA
di Coraggio, prendendo esempio da quello di Gesù
nell’orto degli Ulivi e ricollegandolo a una canzone
di Laura Pausini. Noi ragazzi di San Giacomo invece
abbiamo animato la seconda stazione riflettendo sul
Riscatto, considerando le lacrime di Pietro dopo il
canto del gallo come una nuova possibilità di crescita
e di vita, proprio come fa la protagonista di una
delle canzoni di Gloria Gaynor.
Ogni stazione ha risuonato di musica e accompagnato
i giovani nel loro percorso verso la
Croce di Speranza preparando questi
ragazzi ad affrontare la Settimana Santa
nel migliore dei modi e soprattutto, ricordandogli
l’infinità dell’Amore di quell’ultimo
gesto.
Gli animatori di GGio
La
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LA TORRE DI VEGLIA
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UNA GIORNATA SPECIALE IN ORATORIO
Il 25 aprile, noi ragazzi del Gruppo Giovani abbiamo organizzato
una giornata insieme come facciamo ogni anno per
concludere il percorso fatto da settembre/ottobre.
Purtroppo a causa del maltempo persistente, i piani sono
stati rivisti più volte per poter essere adattati agli spazi disponibili,
ma le condizioni meteo non hanno spento il nostro
entusiasmo: tra giochi al coperto, momenti di dialogo e tante
risate, abbiamo riscoperto la bellezza dello stare insieme anche
nelle difficoltà.
La pioggia, alla fine, è diventata un semplice sfondo a una
giornata carica di gratitudine e speranza, dimostrando che
quando c’è unità, anche il maltempo si trasforma in un’occasione
per fortificare i legami.
Ci siamo riscoperti attraverso la musica ed i messaggi che questa trasmette, sfruttato i pochi momenti senza
pioggia per fare due tiri a canestro e passato una bellissima giornata all’insegna della condivisione e della
gioia.
Abbiamo tirato le somme del percorso fatto quest’anno e condiviso insieme i prossimi appuntamenti, perchè
se il Gruppo Giovani si conclude, vuol dire solo che sta iniziando la preparazione per il GREST 2025!
Ringraziamo Don Matteo, per la disponibilità che ci ha sempre dimostrato dal primo giorno e soprattutto
per la fiducia, noi come Gruppo Giovani cerchiamo di dare il meglio per proporre ai ragazzi degli spunti di
riflessioni che possano arricchirci.
Approfittiamo anche per ringraziare tutte le persone che generosamente hanno contribuito alla vendita di
torte svolta prima di Pasqua, i soldi serviranno per coprire le piccole spese che l’oratorio affronta ogni giorno!
Alla prossima!
Gli animatori di GGio
Volevamo fare un piccolo aggiornamento sui vincitori
della Lotteria di Pasqua 2025.
L’estrazione è stata fatta domenica 13 aprile dopo la celebrazione
delle 10:30, in oratorio a San Giacomo.
I numeri estratti sono stati:
1° posto -> n° 86 rosso
2° posto -> n° 5 blu
3° posto -> n° 16 arancione
4° posto -> n° 18 rosa
Ringraziamo di cuore tutte le persone che hanno contribuito
alla nostra lotteria e vi aspettiamo numerosissimi
alle serate di cinema all’aperto.
La prima serata sarà il 17 giugno, ore 21:30 sempre al
“Sangio” (il nostro oratorio)!
10 d
Maggio• gio•Gi
Giugno o2025
LA TOR TORRE RE DI
VEGLIA LIA
dei
La
Noi pellegrini di misericordia
Il 26 27 e 28 aprile 2025 si è svolto il giubileo dei ministri straordinari della comunione della diocesi di Vittorio
Veneto.94 persone guidate da Don Fulvio Silotto e da Don Federico De Bianchi hanno intrapreso il
loro viaggio verso la porta santa di Roma attraversati da un sentimento di tristezza a causa della morte di Papa
Francesco. Ciò nonostante il pellegrinaggio si è svolto all’insegna della fraternità e della misericordia, abbiamo
potuto apprezzare l’ospitalità delle suore della divina provvidenza di Collevalenza per poi raggiungere una
Roma piena di pellegrini lì giunti per dare l’ultimo saluto a Papa Francesco. Troverete alcune riflessioni del
nostro viaggio giubilare che ci ha lasciati sospesi nell’attesa della elezione del nuovo pontefice.
“Fiamma viva della mia speranza, questo canto giunga fino a Te!
Grembo eterno d’infinita vita nel cammino io confido in Te.
Ogni lingua, popolo e nazione trova luce nella tua Parola.
Figli e figlie fragili e dispersi sono accolti nel tuo Figlio amato.
Fiamma viva della mia speranza, questo canto giunga fino a Te!
Grembo eterno d’infinita vita nel cammino io confido in Te.
Dio ci guarda, tenero e paziente: nasce l’alba di un futuro nuovo.
Nuovi Cieli Terra fatta nuova: passa i muri Spirito di vita.
Fiamma viva della mia speranza, questo canto giunga fino a Te!
Grembo eterno d’infinita vita nel cammino io confido in Te.
Alza gli occhi, muoviti col vento, serra il passo: viene Dio, nel tempo.
Guarda il Figlio che s’è fatto Uomo: mille e mille trovano la via.
Fiamma viva della mia speranza, questo canto giunga fino a Te!
Grembo eterno d’infinita vita nel cammino io confido in Te.”
I 94 partecipanti
al pellegrinaggio
giubilare
d
LA TORRE
RE DI VEGLIA
dei
La
11
Maggio• gio
•Gi •Gugn Giugno 2025 L’ingresso attraverso la Porta Santa
di San Giovanni in Laterano
Il gruppo dei Sangiacomesi
Domenica 27.04.2025
Siamo in pellegrinaggio a Roma, la città è
piena di gruppi di giovani per la partecipazione
alla messa in Vaticano per il Giubileo degli
adolescenti. Si percepisce un po’ di tristezza
perché il Papa non ci farà la solita sorpresa
di presentarsi all’improvviso come aveva fatto
negli ultimi giorni. Vedo tanta gente in ricerca
di qualcosa di diverso dalla solita visita ai
monumenti. Spero che molti stiano vivendo il
loro pellegrinaggio come lo stiamo vivendo io e
mia moglie Sonia con momenti di preghiera nel
giusto raccoglimento e nella condivisione con i
vecchi e nuovi amici che ci accompagnano. Questo
pellegrinaggio dei Ministri straordinari della
Comunione con familiari e amici rimarrà piacevolmente
scolpito nei nostri ricordi. Speranza,
pace e bene a tutti!
Remigio Maso
Doveva essere il viaggio giubilare dell’abbraccio
a Papa Francesco, l’occasione per partecipare alla
messa in piazza San Pietro e vederlo affacciare per
l’Angelus. Invece noi tutti sappiamo com’è andata,
abbiamo trovato una piazza San Pietro festosa
e ricca di giovani ma povera della sua parola. I
giovani che lì si trovavano in massa per la canonizzazione,
poi rinviata, di Carlo Acutis non hanno
potuto portare a casa nel loro zaino la tua frase
saggia e ricca di amore e carità che tanto avevano
desiderato. Lo abbiamo poi cercato nella sua nuova
casa, Santa Maria maggiore, ma anche lì l’abbraccio
non è potuto avvenire, troppe le persone
in fila in attesa di entrare a scorgere la sua ultima
dimora terrena. Caro Papa Francesco ci hai donato
la gioia della misericordia e il dono della speranza
nella pace, e sei stato nei nostri cuori in ogni
nostra celebrazione e in ogni nostra riflessione in
questo pellegrinaggio giubilare così strano, dove
mancava qualcosa, mancavi tu. E noi pellegrini
smarriti continueremo a cercarti anche nel tuo
nuovo successore, confidando nello Spirito Santo.
Stefania Chies
12 d
Maggio• gio•Gi
•Giugno o2
2025
LA TOR TORRE ORRE
RE DI
VEGLIA
dei
La
Giubileo degli
adolescenti
U
n piccolo gruppo dei nostri ragazzi, di San Giacomo
e di Carpesica, ha partecipato al Giubileo degli adolescenti,
svoltosi a Roma dal 25 al 27 aprile scorso. Spinti
dal desiderio di accrescere la loro fede e di poterla condividere
con i loro coetanei, provenienti da tutto
il mondo, sono diventati per tre giorni dei veri
“Pellegrini di speranza”.
Sono rimasti particolarmente colpiti dal gran
numero di persone che hanno partecipato all’evento
e dalla vicinanza e l’affetto di tanta gente
proveniente da tutto il mondo nei confronti di
Papa Francesco. Hanno avuto la possibilità di
fargli un ultimo saluto, aspettando il passaggio
del feretro, e questo li ha emozionati in modo
particolare. Papa Francesco è stato e sempre
sarà una figura importante per loro, un uomo che
parlava con grande saggezza ma in modo semplice,
gentile e attento alle persone più umili ed
emarginate, dotato di grande simpatia e che ha
saputo dare tanto anche durante il periodo difficile della sua malattia.
L’esperienza vissuta li ha portati a riflettere e comprendere meglio quanto sia importante la fede per le persone,
di come sia bello poter condividere la propria fede e fare comunità, in particolare con i coetanei, provenienti
da tutto il mondo. Speriamo che questa esperienza abbia piantato un nuovo seme nei loro cuori e che li
spinga a cercare ancora di più Gesù nella vita, incrementando in modo particolare la loro preghiera personale
e la partecipazione alle attività della parrocchia.
Silvia
d
LA TOR
TORRE RE DI VEGLIA
dei
La
13
Maggio• gio
•Gi
•Gugn Giugno 2025
A Dio, papa Francesco!
La mattina del lunedì di Pasqua una notizia è
corsa per il mondo intero con la rapidità e la
sorpresa di come il fulmine tenea dietro il baleno.
E non è stata – o almeno non è stata solo – quella
dell’incontro del Risorto con le donne al sepolcro.
Il Risorto ha voluto incontrare anche papa
Francesco per portarlo con Sé…
Molto si è detto, parlato, sparlato e sproloquiato,
con tanto di interventi su giornali, programmi
televisivi, blog e vlog – e chi più ne ha più
ne metta –, rispetto alla figura e al pontificato di
papa Bergoglio e Torre di Veglia non può esimersi
dall’aggiungersi a questo coro.
Al parroco spetta allora il difficile compito di
redigere queste righe, nella speranza di non aggiungere
altri vaneggiamenti ai tanti già circolanti.
Perché questa premessa? Perché – mi scuso se
mi permetto di essere un pelo polemico – nei
giorni successivi alla morte del pontefice ho letto
e sentito da diverse voci, più o meno famose,
più o meno credenti, tutta una serie di panegirici,
che avrebbero fatto sembrare Isocrate un timido
scolaretto. Tutto questo mi ha fatto a più riprese
esclamare e pensare: “Non lo avete mai ascoltato in
vita, ora lo incensate in morte”.
Per non scadere allora in facili lodi o in una semplice
arida cronaca su un pontefice tanto amato
quanto mal sopportato, accusato dai conservatori
di essere troppo progressista e dai progressisti di
essere troppo conservatore, voglio far mie le pa-
role che il Card. Giovanni Battista
Re ha pronunciato durante
l’omelia nelle esequie il 26 aprile
scorso e ne riporto alcuni
stralci.
“[Papa Francesco] conservò
il suo temperamento e la sua
forma di guida pastorale, e
diede subito l’impronta
della sua forte personalità
nel governo
della Chiesa,
instaurando
un
contatto
diretto
con le singole persone e con le popolazioni, desideroso
di essere vicino a tutti, con spiccata attenzione
alle persone in difficoltà, spendendosi senza misura,
in particolare per gli ultimi della terra, gli emarginati.
È stato un Papa in mezzo alla gente con cuore
aperto verso tutti. Inoltre è stato un Papa attento
al nuovo che emergeva nella società ed a quanto lo
Spirito Santo suscitava nella Chiesa.
Con il vocabolario che gli era caratteristico e col
suo linguaggio ricco di immagini e di metafore, ha
sempre cercato di illuminare con la sapienza del
Vangelo i problemi del nostro tempo, offrendo una
risposta alla luce della fede e incoraggiando a vivere
da cristiani le sfide e le contraddizioni di questi
nostri anni di cambiamenti, che amava qualificare
“cambiamento di epoca”.
d
LA TOR
TORRE RE DI VEGLIA
dei
La
15
Maggio• gio•Gi
Giugno 2025
Aveva grande spontaneità e una maniera informale
di rivolgersi a tutti, anche alle persone lontane
dalla Chiesa.
Ricco di calore umano e profondamente sensibile
ai drammi odierni, Papa Francesco ha realmente
condiviso le ansie, le sofferenze e le speranze del nostro
tempo della globalizzazione, e si è donato nel
confortare e incoraggiare con un messaggio capace
di raggiungere il cuore delle persone in modo diretto
e immediato.
Il suo carisma dell’accoglienza e dell’ascolto, unito
ad un modo di comportarsi proprio della sensibilità
del giorno d’oggi, ha toccato i cuori, cercando di risvegliare
le energie morali e spirituali.
Il primato dell’evangelizzazione è stato la guida
del suo Pontificato, diffondendo, con una chiara
impronta missionaria, la gioia del Vangelo, che è
stata il titolo della sua prima Esortazione Apostolica
Evangelii gaudium. Una gioia che colma di fiducia
e speranza il cuore di tutti coloro che si affidano a
Dio.
Filo conduttore della sua missione è stata anche la
convinzione che la Chiesa è una casa per tutti; una
casa dalle porte sempre aperte. Ha più volte fatto
ricorso all’immagine della Chiesa come “ospedale
da campo” dopo una battaglia in cui vi sono stati
molti feriti; una Chiesa desiderosa di prendersi cura
con determinazione dei problemi delle persone e dei
grandi affanni che lacerano il mondo contemporaneo;
una Chiesa capace di chinarsi su ogni uomo, al
di là di ogni credo o condizione, curandone le ferite.
Innumerevoli sono i suoi gesti e le sue esortazioni
in favore dei rifugiati e dei profughi. Costante è stata
anche l’insistenza nell’operare a favore dei poveri.
Papa Francesco ha sempre messo al centro il Vangelo
della misericordia, sottolineando ripetutamente
che Dio non si stanca di perdonarci: Egli perdona
sempre qualunque sia la situazione di chi chiede
perdono e ritorna sulla retta via.
[…]
Misericordia e gioia del Vangelo sono due parole
chiave di Papa Francesco.
[…]
[…]
In contrasto con quella che ha definito “la cultura
dello scarto”, ha parlato della cultura dell’incontro
e della solidarietà. Il tema della fraternità ha attraversato
tutto il suo Pontificato con toni vibranti.
Nella Lettera Enciclica “Fratelli tutti” ha voluto far
rinascere un’aspirazione mondiale alla fraternità,
perché tutti figli del medesimo Padre che sta nei cieli.
Con forza ha spesso ricordato che apparteniamo
tutti alla medesima famiglia umana.
Rivolgendosi agli uomini e alle donne di tutto il
mondo, con la Lettera Enciclica Laudato si’ ha richiamato
l’attenzione sui doveri e sulla corresponsabilità
nei riguardi della casa comune. “Nessuno si
salva da solo”.
Di fronte all’infuriare delle tante guerre di questi
anni, con orrori disumani e con innumerevoli morti
e distruzioni, Papa Francesco ha incessantemente
elevata la sua voce implorando la pace”.
Ringraziamo il Signore
per averci dato
papa Francesco,
continuiamo
a pregare per lui
–come ci chiedeva sempre–
e invochiamo la sua
paterna intercessione
per la Chiesa
e il mondo intero.
A Dio, papa Francesco!
d
dei
LA TORRE DI VEGLIA
La
Maggio• Giugno 2025
17
La porta di casa
I
l Giubileo ci pensa come pellegrini incamminati verso la Porta Santa. Ogni porta evoca un passaggio, chiama
ad attraversare, entrare; non è un luogo per stare, ma per passare oltre, come suggeriscono le parole che
usiamo per l’ospite: “entra, non restare sulla porta”. La porta è la separazione tra dentro e fuori, tra un prima e
un dopo, tra noi e il resto del mondo. Però la porta è indispensabile. Senza porte una casa è invivibile, in balia
di tutti, senza intimità e sicurezza. Non puoi starci bene. Se invece la guardi cambiando prospettiva, da dentro
verso fuori, se non ci sono porte non puoi uscire e allora quello è un carcere. Quante sono le porte sante?
Innumerevoli.
Quando negli anni della mia infanzia erano tanti i poveri che vagavano di paese in paese, di casa in casa, in
cerca di una fetta di povera polenta! Ho nitido il ricordo di quei poveri che arrivavano con un sacco in tracolla
e chiedevano una stalla per dormire al caldo. Spesso arrivati sulla soglia di casa, si fermavano, si scoprivano il
capo e facevano il segno della croce, come davanti ad un’immagine sacra. Poi si rivolgevano alla padrona di
casa… Allora la mamma mandava me bambino e mio fratello più grande a prendere una misura di farina nella
madia accanto al focolare, una fetta di polenta e un pezzo di formaggio per portarla al povero fermo alla porta
che intanto mormorava preghiere per i vivi e i defunti della casa. Ho ancora nell’orecchio quel mormorio di
orazioni. La porta, il pane, la preghiera e non c’era bisogno di altre parole. C’era tanta sacralità, non solo nelle
orazioni del povero, nel gesto del pane o della polenta o nella persona del povero, la sacralità era quella della
porta di casa. In questo giubileo della speranza, sono molte le porte sparse per diocesi, santuari, cappelle. Ma,
oltre a queste abbiamo tutti nelle nostre case una porta, un cancello, un’apertura che ci può parlare quotidianamente,
che forse possiamo vivere come simbolo e segno religioso.
La porta ha due direzioni, per entrare e per uscire. Per passare dal mondo vasto ed estraneo al tuo mondo
personale, organizzato attorno ai tuoi punti di riferimento. Entrare e uscire è già un passare da dentro a fuori,
dall’esteriore all’interiore, dal sacro al profano, come nei templi.
Presso i latini il dio deputato a proteggere le porte era Giano raffigurato bifronte, mentre guarda al tempo
stesso l’interno e l’esterno. Vegliava sulle porte della città o della casa, proteggeva l’entrare e l’uscire. In latino
porta si dice “janua”; anche il primo mese dell’anno è chiamato “januarius”, il “portiere” che apre e chiude la
porta tra due anni la porta del tempo.
Gesù ha detto di sé: “Io sono la porta, se uno entra è salvo, entrerà, uscirà e troverà pascolo”. Ogni mattino
anch’io, quando esco di casa attraverso la porta, compio un rito simbolico e forse inconsapevole. Pensate che
bello sarebbe se potessimo viverlo come un momento santo, stare per un attimo dentro l’abbraccio di Cristo
– porta che “se tu esci, con te viene, con te rientra ora e sempre”, - dandoti il necessario per affrontare la vita,
per coltivare i passaggi vitali.
Al mattino perciò passa la porta, stai per un attimo dentro quell’abbraccio, alza gli occhi, apri il cuore, accogli
il mondo e il mondo accoglierà te.
Don Giulio
18 d
Maggio• Giugno 2025
dei
LA TORRE DI VEGLIA
La
Nel 2019 ho letto questa scritta su un muro
scalcinato; provai un certo sbigottimento,
un’inquietudine che mi avvolse come una nebbia
fitta. Certo, l’autore voleva provocare una reazione,
e forse senza neanche essere così consapevole della
portata di questa provocazione.
Su di me ebbe un forte impatto e mi suscitò non
pochi interrogativi, eccoli: veniamo al mondo senza
averlo chiesto e senza sapere il perché, vivacchiamo
senza farci troppe domande, moriamo spesso senza
accorgerci di aver vissuto. Ma la vita è tutta qui?
Davvero siamo al mondo solo per produrre, consumare,
crepare?
Credo che ognuno di noi provi un’istintiva avversione
per questo oscuro presagio. La verità è che
non siamo fatti per così poco, per vivere solo di
briciole e di qualche sporadico contentino. Credo
che siamo arrivati a un bivio della storia: da un lato
ci sono coloro che credono che nulla abbia senso,
dall’altro quelli che intravedono un senso in ogni
parola, in ogni gesto, in ogni avvenimento quotidiano.
Al momento i seguaci del nulla sembrano
più numerosi. Questa cultura nichilista
che il poeta Montale riassume in “spesso il
male di vivere ho incontrato” ha tutto l’interesse
che gli uomini non pensino, non
riflettano sulla loro precarietà e mortalità e
passino piuttosto il tempo ad alienarsi nei
grandi centri commerciali.
Perché farsi domande sul senso della
vita? Meglio chiedersi qual è la compagnia
telefonica più conveniente o intontirsi davanti
alle vetrine dei negozi.
Questa situazione antropologica è la più
funzionale al consumo: più sei triste e angosciato,
più compri. La pancia la devi ri-
d
dei
LA TORRE DI VEGLIA
La
Maggio• Giugno 2025
19
empire con qualcosa dal momento che c’è fame…
Noi occidentali passiamo gran parte della vita ad
accumulare beni, conoscenze e, da quando esiste
internet, anche relazioni. Facciamo a gara a chi ha
di più: a chi possiede più soldi, più prestigio, più
potere.
I saggi, i santi dell’Oriente e dell’Occidente hanno
sempre fatto a gara, invece, a chi aveva meno:
volevano “essere”. Solamente “essere” e pienamente
e consapevolmente di essere vivi.
Cercavano la privazione, il distacco per vivere la
libertà interiore che questi atteggiamenti potevano
concedere. Accumulare, volere sempre di più non
è solo quel peccato grave che San Paolo chiama
“pleonexia”, ma anche una patologia, un disturbo
psichico.
Anch’io devo confessare che ho passato
diverso tempo della mia vita ad accumulare,
soprattutto cose che per me hanno
un valore emotivo: libri, oggetti regalati da
persone a cui sono affezionato, vestiti che
ho indossato per anni e che mi ricordano
incontri, esperienze e persone amate.
Eppure, se non si è capaci di potare non
può nascere il nuovo. Tanti anni di vita sacerdotale
mi hanno insegnato che l’attaccamento
genera solo sofferenza e che bisogna
imparare a lasciare andare nella direzione
del “meno”, della leggerezza: meno attaccamenti,
meno bisogno di controllare tutto.
Bisogna svuotarsi per essere riempiti.
Questa povertà di cose, questa semplicità
nell’affrontare la vita ci apre alla novità, all’imprevedibile
che talvolta ci stupisce e ci rinfranca. La
diminuzione dei bisogni, e il rendere essenziale solo
ciò che serve, permette di dare un valore diverso
alle piccole cose quotidiane e ci rende più sensibili
alla gratitudine. A volte mi capita di essere assillato
dalle cose, mi chiedo: che cosa mi manca davvero
qui e adesso? Non mi mancano molte cose in fin
dei conti, eppure siamo portati a guardare ciò che
non c’è o ciò che potremo fare per avere di più. Il
fatto è che il di più non ci basta mai. Non ho trovato
nei manuali di pedagogia quanto sia importante
educare alla semplificazione, cioè togliere pieghe
alla realtà, perciò concludo che davvero è importante
saper potare per far fiorire la vita.
Prendersi cura della nostra formazione spirituale
incrementando qualità come la sobrietà, la vigilanza,
l’altruismo, la compassione. Educare ed educarsi
non alla miseria che umilia e mortifica, ma alla
povertà, alla sobrietà, alla condivisione con chi ha
meno.
La pace comincia da qui. Gandhi ci ricorda che
in questo meraviglioso pianeta ci sono abbastanza
risorse per i bisogni di tutti, non per l’ingordigia di
tutti. Nessun bene materiale, per quanto importante,
potrà mai soddisfare le aspirazioni del cuore. La
semplicità interiore è una delle virtù cardinali nella
pratica spirituale; la povertà di spirito una condizione
essenziale per entrare nel regno dei cieli. In
questi tempi convulsi e frenetici abbiamo smesso
di cantare il Te deum, il canto di gratitudine a chi
ci ha donato la vita. Facciamo nostro allora il motto
di H. D. Thoreau: “semplificare, semplificare,
semplificare”. Perché la felicità non la si incontra
nell’accumulare e nel consumare senza freni, ma
solo nella condivisione e nella gioia del dono.
Tratto da “Il Messaggero di Sant’Antonio”
testo di Simone Olianti
20 d
Maggio• Giugno 2025
dei
LA TORRE DI VEGLIA
La
Quarant’anni di attività
Non tutti possono saperlo, ed è davvero interessante
far conoscere alla nostra comunità che
quest’anno la signora Celestina Casagrande, detta
Tina, raggiunge l’orgoglioso traguardo dei quarant’anni
di attività.
Mi sono incontrata con lei per farmi raccontare un
po’ la sua storia.
Celestina, nativa di Tarzo, si è trasferita a San Giacomo
di Veglia nel 1971 a seguito del matrimonio
con Pietro Marchioni e tuttora vi abita, in Via Cal
de Livera.
Sua suocera, Rita Posocco, insieme a sua sorella,
fu una valente sarta che abitava in Via Caviglia, 1
ed è proprio qui che da molti anni ha sede la scuola
di taglio e confezioni metodo “MONTIROSSO E
SCAPINELLO” diretta da Celestina e contraddistinta
anche dal suo nome.
A questo punto serve che vi racconti che quando i
suoi due bambini avevano iniziato a frequentare l’asilo,
Celestina si era affiancata nel lavoro alla suocera
che nel frattempo aveva perso la sorella.
Ed ecco che ebbe la brillante intuizione di frequentare
un corso di modellista presso la SCUOLA
MONTIROSSO E SCAPINELLO per imparare a
produrre i modelli in base ai quali sua suocera con
maestria realizzava i vestiti. Questa scuola esisteva a
Vittorio Veneto già dal 1986 e i titolari, che volevano
ritirarsi, proposero a Celestina, ormai esperta, di
subentrare alla guida dell’attività. Lei accettò di buon
grado perché questa professione la soddisfaceva molto.
Successivamente alla morte della suocera nel 2007,
spostò la sede della scuola da Vittorio Veneto a San
Giacomo di Veglia, per l’appunto in Via Caviglia.
Così si esprime Celestina:
“È sempre una grande gioia per me realizzare
modelli e trasmettere sia le mie competenze
che la mia passione alle allieve”.
Le allieve sviluppano un modello su carta e
lo riportano su stoffa per poi eseguire il taglio
e la successiva confezione del capo desiderato.
Alla fine del corso sostengono un esame e
viene rilasciato loro un attestato di “Modellista/Specializzazione
donna-uomo”.
Durante tutti gli anni della sua attivi-
tà Celestina si è sempre recata al lavoro
con entusiasmo, felice di aprire le porte
alle sue allieve che le sono riconoscenti
per la competenza e l’allegria con cui
svolge il suo insegnamento.
I quarant’anni di attività di Celestina
sono volati con leggerezza.
Annalisa Casagrande
d
LA TORRE
RE
DI VEGLIA
dei
La
21
Maggio• g •Giugno 2025
In giardino con Elisa
Fiori di Cera
I fiori di cera sono piante perenni e sempreverdi. I
fiori, caratterizzati dal tipico e caratteristico aspetto
ceroso, compaiono in estate, dalla forma stellata ed
emanano un profumo
particolarmente intenso;
le foglie sono per
lo più di colore verde
scuro, carnose, di forma
ovale e più o meno
allungate a seconda
della specie.
Una tecnica comunemente
utilizzata, al fine
di far crescere la pianta
in modo rigoglioso e
appariscente, è quella di fermare gli steli su di un
cerchio di metallo, posizionato a semicerchio nel
vaso.
Ambiente
I fiori di cera sono nativi delle zone orientali del mondo.
La pianta predilige terreni fertili e molto ben drenati
e in caso in cui venga posta in vaso, bisogna
mescolare il terriccio con sabbia e torba.
Temperatura
Le temperature a cui la pianta può sottostare, non
devono superare i 27°C e non devono essere inferiori
ai 10°C. Necessitano di molta luce e particolarmente
intensa al fine di avere una rigogliosa fioritura,
ma non è consigliabile esporla ai raggi diretti
del sole.
Mantenimento
I fiori di cera si annaffiano
abbondantemente
e con regolarità,
durante i mesi
primaverili e quelli
estivi, ma niente ristagni
idrici nel sottovaso.
Durante i mesi eccessivamente
rigidi,
le annaffiature vanno
ridotte: si provvede
ad annaffiare la pianta
solo per evitare che
il terriccio si asciughi
del tutto.
In Cucina con Giulia
Ricette Salutari Facili & Veloci
Pasta con Asparagi e Zucchine
Finalmente è primavera, la stagione degli
asparagi!
Ecco a voi un primo piatto verdissimo, leggero
e molto gustoso. Buon appetito!
INGREDIENTI:
320 gr di Pennoni Rigati;
1 mazzetto di asparagi;
2 zucchine medie;
1 cipolla;
70 gr di pecorino romano grattugiato;
Mezzo bicchiere di latte;
Olio extravergine di oliva;
PROCEDIMENTO:
Puliamo per bene gli asparagi con un pelapatate,
soprattutto la parte del gambo. Tagliamo
le punte e sbollentiamole in acqua per pochi
minuti, dovranno rimanere croccanti.
In una padella facciamo passare in un filo d’olio
un po’ di cipolla tritata, i gambi degli asparagi
tagliati a rondelle fini e le zucchine, sempre
tagliate a rondelle. Aggiungiamo anche un
po’ d’acqua, le verdure dovranno ammorbidirsi,
ma non troppo. Prendiamo due cucchiai e
frulliamoli con mezzo bicchiere di latte. Infine,
scoliamo la pasta al dente, condiamola con
la salsa frullata poi uniamo le altre verdure.
Impiattiamo con una spolverata di pecorino
romano grattugiato.
22 d
Maggio• Giugno 2025
LA TORRE DI VEGLIA
dei
La
Due gite, due esperienze
Noi, ragazzi di classe quinta della scuola N. Sauro,
abbiamo avuto il piacere e la fortuna di fare
due gite: la prima il 3 aprile a Palazzo Sarcinelli a
Conegliano per vedere la mostra sugli Egizi dal tema
“L’immortalità” e l’altra l’11 aprile al Bosco delle Penne
Mozze a Cison.
Per raggiungere la destinazione abbiamo usato rispettivamente
il treno, per molti di noi era la prima
volta, e il pullman.
Le uscite erano organizzate per farci conoscere cose
nuove ma non sono mancati momenti di svago e divertimento.
Alla mostra, a Conegliano, ci attendeva una guida
esperta che ci ha accompagnati attraverso le diverse
sezioni dell’esposizione e ci ha aiutato ad immergerci
nel mondo affascinante dell’antico Egitto: mummie,
sarcofagi colorati e di diverse dimensioni, gioielli,
amuleti, oggetti di uso comune, statue e rappresentazioni
delle divinità principali, come Osiride, Iside
e Anubi.
Questa esperienza ci ha offerto l’opportunità di immergerci
in una delle civiltà più affascinanti e misteriose
della storia umana e, in alcuni di noi, ha lasciato
il desiderio di saperne di più e di continuare a scoprire
i segreti del passato.
Il giorno 11 aprile l’entusiasmo era palpabile già dal
mattino quando ci siamo riuniti, noi di quinta e i
nostri compagni di quarta, davanti alla scuola con gli
zaini e le merende per andare a Cison. Avevamo l’occasione
di visitare un luogo ricco di storia e natura.
La curiosità era evidente e alcune domande giravano
nella nostra testa: “Che cosa vedremo?”,”Ci saranno
animali?”,”Perché si chiama così?”...
Al bosco, ci aspettava un gruppo di alpini. Uno di
loro ha proiettato delle diapositive per spiegare cos’era
il Bosco delle Penne Mozze, poi un altro ci ha guidato
lungo un sentiero, in parte in salita e in parte
in discesa, dove abbiamo visto delle stele dedicate ad
ogni alpino caduto, un Cristo di legno e l’albero dei
ricordi davanti al quale abbiamo cantato l’inno d’Italia
mentre alzavano la bandiera.
Ringraziamo gli alpini perché oltre all’entusiasmo
questa esperienza ci ha sicuramente arricchiti.
La classe quinta
di Giulia Maiutto
COME ORGANIZZARE IL PROPRIO LAVORO:
LO SPAZIO FISICO – LO SPACE CLEARING
Carissimi Amici,
Nell’ultima puntata abbiamo parlato di come organizzare
lo spazio in cui scegliamo di lavorare ed in particolare di
come applicare l’utilissima “regola del bersaglio” per far
diventare la nostra scrivania davvero funzionale.
Usando però quotidianamente il nostro spazio lavorativo,
potrà capitare di iniziare ad accumulare, nei cassetti o nel
nostro archivio, scartoffie o oggetti che non ci servono più:
ecco perché una buona pratica da imparare per liberare i
nostri spazi (non solo quelli di lavoro) da ciò che è superfluo
è lo space clearing.
Ma come si fa? Ci sono alcune regole importanti da seguire:
- Iniziamo sempre da un’area facile e piccola (non da
zone grandi altrimenti rischiamo di scoraggiarci subito);
- Prima di iniziare, pensiamo ad una ricompensa che ci
concederemo una volta terminato il lavoro;
- Diamoci un tempo (magari mettiamo un timer). Lavoriamo
concentrati, togliendo le fonti di distrazioni, ad
esempio il cellulare.
Facciamo insieme un esercizio concreto: lo space clearing
di un cassetto della nostra scrivania, una zona piccola ma
probabilmente da sistemare
Lo strumento per passare al vaglio gli oggetti che sono nel
nostro cassetto è la griglia dei tesori e
delle cianfrusaglie (immagine qui sotto).
In questo sistema di assi, sulle ordinate si trova la FUN-
ZIONE e sulle ascisse l’EMOZIONE. Gli oggetti vanno
inseriti in una delle quattro categorie:
1° quadrante: BASSA EMOZIONE ALTA FUNZIONE
Strumenti: si tratta di cose che sono utili, che hanno uno
scopo ben preciso, ma a cui non
sei particolarmente legato. Nel caso del cassetto potrebbero
essere la cucitrice, le pile, lo
scotch, le biro;
2° quadrante: ALTA FUNZIONE ALTA EMOZIONE
Utile e dilettevole: si tratta di oggetti con alta funzionalità e
che suscitano anche grande
emozione. Nel cassetto per esempio può essere la calcolatrice
che utilizziamo spesso e che ci è
stata regalata da una persona importante, o la penna del
cuore che scrive benissimo;
3° quadrante: BASSA FUNZIONE ALTA EMOZIONE
Tesori: tutti quegli oggetti che non hanno funzione, ma per
noi hanno un valore inestimabile. Per esempio, un disegno
di nostro figlio/nipote che abbiamo ritrovato e che vorremmo
addirittura fare incorniciare;
4° quadrante: BASSA FUNZIONE BASSA EMOZIONE
Cianfrusaglie: tutti quegli oggetti che non servono e che
quindi non rientrano in nessuno dei quadranti precedenti.
Ad esempio, elastici rotti, penne che non scrivono, scontrini
vecchi, matite senza punta…
Ora disegniamo la griglia su un foglio, mettiamo un timer
per 10 minuti e tiriamo fuori le cose dal cassetto disponendole
man mano nei quattro quadranti della griglia.
Abbiamo trovato delle cianfrusaglie? Queste ultime a loro
volta si possono poi dividere in oggetti da buttare, regalare
o riparare. Se c’è da fare una riparazione, diamoci un
tempo per farla in modo che l’oggetto non rimanga lì ad
oltranza diventando di nuovo una cianfrusaglia.
Spesso il disordine si riforma dopo aver fatto pulizia perché
non si sono prese da subito le decisioni su quello che serve
e quello che non serve. Ordinare e organizzare le cose
che non servono diventa una totale perdita di tempo. Ecco
perché bisogna fare una scelta a monte e organizzare solo
quello che ci serve ritrovare.
Alla prossima!
24 d
Maggio• Giugno 2025
LA TORRE DI VEGLIA
dei
La
calcio
VITTSANGIACOMO
Conclusi i campionati:
via ai Tornei e al 16° Camp Estate!
“NON SOLO CALCIO”
RUGBY
16 o CAMP
ESTATE
Con l’arrivo della bella stagione partono i tornei
primaverili e il divertimento per i più piccoli.
Il 14 aprile ha preso il via l’11° torneo Natale
Biason, da questa edizione Trofeo
“BancaPrealpiSanbiagio”
per
esordienti. Vi partecipano dodici
squadre e costituisce un classico
per la categoria. Le finali sabato 17
maggio.
A seguire un nuovo torneo “Torre
di Veglia”, riservato agli under 14
(classe 2011), con società di ran-
go superiore (Treviso, Conegliano,
Pordenone e Vittorio Falmec). Tut-
te le nostre Squadre, dopo la conclusione
dei rispettivi campionati,
partecipano a vari tornei primaverili
di categoria. La squadra Juniores
disputerà sia il Torneo della Marca
che la Coppa Dolomiti. Arriveremo
così al gran finale con il Torneo
“Ciao Scuola!” - 3° Memorial Iva-
no Da Dalt per la categoria Pulcini
sabato 7 giugno.
Finita la stagione ufficiale, in collaborazione
con altre quattro discipline
sportive, prenderà il via il 16°
Camp Estate “non solo calcio”.
Terrà impegnati i bambini/e
e ragazzi/e dai 6 ai 13 anni dal
9 giugno tutte le mattine, per sei
settimane.
d
LA TORRE DI VEGLIA
dei
La
25
Maggio• Giugno 2025
Il bilancio dell’annata, al momento di andare in
stampa, è ancora prematuro: la Prima squadra,
allenata da Marco Canzian, nonostante il quarto
posto in classifica, vede sfumare l’accesso
ai play off. La stessa posizione di classifica anche
per gli Juniores. I Giovanissimi, dopo l’ottima
vittoria del loro girone, sono impegnati ora nelle
fasi provinciali per la conquista di un titolo che
varrebbe il passaggio ai regionali. Nessuna delle
altre squadre nelle diverse categorie ha demeritato
e il Presidente Mauro Poldelmengo ci può
ben dire che c’è stato un grande lavoro da tutti
i punti di vista. Al riguardo si sta già impegnando
con il Direttivo e con Massimo Marcon nel
gettare le basi per la prossima stagione, dando
continuità al Gruppo. L’obiettivo è la crescita dei
nostri ragazzi, assicurare un ambiente sano e
inclusivo, ma nel contempo ricercare ogni utile
contatto che consenta opportunità di crescita
per coloro che si mettono in evidenza.
Si continua intanto a scalare le rate del mutuo
per l’acquisto del campo sportivo (ne mancano
ancora 72 delle 180 iniziali).
Grazie infine anche a quanti ci destinano il 5
per mille in sede di dichiarazione dei redditi: è
sufficiente indicare nell’apposita casella il codice
fiscale del Vittsangiacomo che è 03374390262.
Pietro Ossi
SAN GIACOMO DI VEGLIA
Defunti
Anagrafe
Battesimo
09 MARCHIONI IOLE
ved. Braido
di anni 86 – (il 21.02.2025)
Viale S. Antonio, 72
14 CANDIAGO GIUSEPPE
(Bepi)
di anni 91 – (il 05.03.2025)
Via Menarè, 104
Tonel Tommaso di Paolo e di Veronica Cesca
19 aprile 2025
10 ALPAGO TARCISIO
di anni 91 – (il 22.02.2025)
Via Isonzo, 63/2
15 TONEL REGINA (Gina)
ved. Dall’Anese
di anni 102 – (il 06.03.2025)
Via Venezia, 14/1
Ex parrocchiani defunti:
11 PICCOLI PIERINA
ved. Miotto
di anni 89 – (il 01.03.2025)
Via Del Campardo, 31
16 CAMPO DALL’ORTO
PASQUALE
di anni 84 – (il 09.03.2025)
Via Boite, 13
19 ZANCHETTA FULVIA
ved. Tomasella
di anni 94 – (il 23.03.2025)
Via Del Campardo, 7
GRASSI GIANNA ved. Cesca
di anni 84 – (il 19.02.2025)
Funerale celebrato nella chiesa parrocchiale
dei Santi Pietro e Paolo in
Vittorio Veneto.
Gianna riposa nel cimitero di Ceneda
* * *
12 BRUN PALMNA
ved. Drusian
di anni 79 – (il 03.03.2025)
Via Isarco, 24
17 FABBRO LUIGIA (Luigina)
ved. Gardin
di anni 97 – (il 07.03.2025)
Via S. Fermo, 7
20 CANTON LIVIANO
di anni 77 (il 30-4-2025)
Via Cal de Livera
MEGHINI GIORGINA
di anni 92 – (il 13.04,2025)
13 ROSADOR ELDA
ved. Dal Vecchio
di anni 87 – (il 04.03.2025)
Via Sabotino, 30
18 CENEDESE LINA
ved. Bizzai
di anni 101 – (il 19.03.2025)
Via Cal di Mezzo
21 NADAL ONORINA “Nori”
Ved. POSER
di anni 96 (il 1-5-2025)
Via Menarè 139
Il rito funebre è stato celebrato nella
chiesa parrocchiale dei Santi
Martino e Rosa in Conegliano il 18
aprile, con la Celebrazione della Parola
e Benedizione della Salma.
I famigliari ringraziano quanti hanno
partecipato alla cerimonia.
d
dei
LA TORRE DI VEGLIA
La
Maggio• Giugno 2025
27
CARPESICA
FORMENIGA
ZANETTE ADRIANA ved.
Oliana
di anni 92 – (il 27.02.2025)
Via De Zorzi, 29
DANIOTTI GIOVANNI
di anni 78 – (il 10 marzo 2025)
Stradella
LOT ANNA MARIA ved. Faoro
di anni 94 – (il 21.92.2025)
Via Borgo Antiga, 18
LE VOSTRE OFFERTE
DE MARTIN ROSARIO Barba”
di anni 78 (il 1-5-2025)
dal 9/12/2024 al 31/03/2025
COZZUOLO
N. 21 N.N. - Contrada Via Adige per Dellamaria Giordano
- Comunione anziani e ammalati - Contributo Acat
- Uso sala compleanni - Dai battesimi - Dal Coro Pradevai
- Contributo per catechismo - dall’Apostolato della
Preghiera - GSE – Offerta per Messa giovani - Offerte
Sant’Antonio - Vendita libro – CGIL pensionati.
GALLONET RINALDO
di anni 78 – (l’11 Marzo 2025)
Piazza Cozzuolo, 10
CASAGRANDE FRANCESCO
(Franco)
di anni 86 – (il 01.04.2025)
Piazza Cozzuolo, 9
In memoria di: Marin Benito, Serafin Elda, Maso Luigina,
Rossi Ester, Bortoluzzi Stefano, Fabbro Antonio,
Barel Giuseppe, Dal Bo Alfredo, Maso Giuseppina,
Dal Bo’ Irma, Segat Duilio, Dotta Giovanni, D’Altoè Luigia,
De March Renato, Dellamaria Giordano, Bettarel
Lydia, Marchioni Jole, Alpago Tarcisio, Piccoli Pierina,
Brun Palmina, Candiago Giuseppe, Campodall’Orto
Pasquale, Tonel Regina, Fabbro Luigia, Rasador Elda,
Cenedese Lina, Zanchetta Fulvia, dalle famiglie.
TOTALE €12.775,60
Farmacie di Turno MAGGIO – GIUGNO 2025
02 maggio – PANCOTTO – Via Petrarca, 39 – 0438 53365
09 maggio – COM. 3 – Via De Nadai (Costa) – 0438 55662821
16 maggio – ZAMPERLINI – Via Da Ponte, 26 – 0438 53958
25 maggio – VAL DEI FIORI – Via Bersagliere, 14 – 0438 1892503 / 351 9491278
30 maggio – MARSON – Via Garibaldi, 114 (ai Frati) – 0438 53378
06 giugno – COM. 1 – Via Brandolini, 111 (Centro) – 0438 53378
13 giugno – PALATINI – Via Cavour, 114 – 0438 53274
20 giugno – COM. 2 – P.za Fiume, 29 (S. Giacomo) – 0438 500351
27 giugno – PANCOTTO – Via Petrarca, 39 – 0438 53365
La Guardia Medica risponde al N° 0438 553708
28 d
SAN GIACOMO DI VEGLIA
Maggio• Giugno 2025
dei
LA TORRE DI VEGLIA
La
CASAGRANDE MARIATERESA
n. 11.05.1938 m. 17.05.2024
Dal cielo dove tu sei,
vegliaci e proteggici
MARCHIONI ANTONIO
O
n. 12.12.1912 m. 23.02.1990
POSOCCO MARGHERITA
ved. Marchioni
n. 03.03.1916 m. 25.05.2007
CADALT VINCENZO
n. 09.10.1913 m. 08.05.2007
SALVADOR GIANFRANCO
n. 21.01.1936 m. 31.05.2011
LONGO GINO
n. 06.08.1928 m. 22.04.2020
NARDI AMABILE ved. Longo
n. 27.11.1936. m. 22.05.2024
SANTUZ ANNAMARIA
in Pagotto
n. 22.09.1926 m. 23.12.2011
PAGOTTO SANTE
n. 28.10.1924 m. 28.12.2016
PAGOTTO ELISEO
n. 27.06.1953 m. 10.06.2015
PAPA FRANCESCO 21 aprile 2025
MAGGIO 2025
Agenda Pastorale
Giovedì 1: San Giuseppe, lavoratore
Venerdì 2: Sant’Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa
Sabato 3: Ss. Filippo e Giacomo, apostoli
Domenica 4: III di PASQUA
101° Giornata per l’Università Cattolica; Giornata
di sensibilizzazione per il sostegno economico alla Chiesa Cattolica
Domenica 11: IV di PASQUA
62° Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni
Martedì 13: B.V. Maria di Fatima
Mercoledì 14: San Mattia, apostolo
Domenica 18: V di PASQUA
Martedì 20: San Bernardino da Siena, presbitero
Giovedì 22: Santa Rita da Cascia, religiosa
Domenica 25: VI di PASQUA
Lunedì 26: San Filippo Neri, presbitero
Martedì 27: Sant’Agostino di Canterbury
Giovedì 29: San Paolo VI, papa
Sabato 31: Visitazione della B.V. Maria
GIUGNO 2025
Domenica 1: VII di PASQUA: ASCENSIONE DEL SIGNORE
Lunedì 2: Ss. Marcellino e Pietro, martiri
Martedì 3: Ss. Carlo Lwanga e compagni martiri
Giovedì 5: San Bonifacio, vescovo e martire
Sabato 7: B. Luigi Caburlotto, presbitero e fondatore
Domenica 8: PENTECOSTE
si conclude il tempo di Pasqua
Lunedì 9: B.V. Maria, Madre della Chiesa
Mercoledì 11: San Barnaba, apostolo
Venerdì 13: Sant’Antonio di Padova, presbitero e dottore della Chiesa
Sabato 14: Beato Cosma Spessotto, presbitero e martire
Domenica 15: 11 del T.O.: SANTISSIMA TRINITÀ
Giovedì 19: Solennità e processione del Corpus Domini
Sabato 21: San Luigi Gonzaga
Domenica 22: SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO
Martedì 24: Natività di San Giovanni Battista
Venerdì 27: Sacratissimo Cuore di Gesù
Sabato 28: Cuore immacolato della B.V. Maria
Domenica 29: 13 del T.O.; Ss. PIETRO e PAOLO, apostoli