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La Torre di Veglia n3 maggio-giugno 2025

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dei

LA TORRE DI VEGLIA

La

Anno LXIV - n° 3

maggio/giugno 2025

“Poste Italiane spa sped. abb. post. D/L 353/2003

(conv. in L.27/2/2004 n° 46)

art. 1. comma 2, dcb tv”

PERIODICO BIMESTRALE DELLE PARROCCHIE

DI SAN GIACOMO DI VEGLIA

FORMENIGA - COZZUOLO - CARPESICA


Redazionale

arissimi lettrici e carissimi lettori di Torre di Veglia,

Proprio nei giorni in cui stavamo concludendo la raccolta

degli articoli per questo nuovo numero, la Chiesa Universale

ha vissuto un evento inaspettato… la partenza di Papa

Francesco. È per questo che il nostro parroco ha sentito

giusto ed importante scrivere su di lui, per sottolineare la

bellezza e ricchezza che Francesco ha portato alla Chiesa e a

ciascuno di noi nel corso dei 12 anni del suo papato.

Inoltre, le riflessioni sul Giubileo che troverete all’interno,

dei ministri dell’Eucaristia e in particolare l’esperienza dei

ragazzi che hanno partecipato a Roma al Giubileo degli

Adolescenti proprio nel giorno in cui è stato celebrato il

funerale di Papa Francesco, parlano del clima particolare

vissuto in quei giorni.

Vi auguriamo Buona Lettura!

La Redazione


di Cenedese Tiziana

in copertina: PRATO DI MARGHERITE

nel retro: PAPAVERI E MARGHERITE

ANNO LXIV – N. 3

MAGGIO-GIUGNO 2025

Autorizzazione Tribunale TV N. 671 DEL 24/11/1987

“Poste Italiane spa sped. abb. post. D/L 353/2003

(conv. in L.27/2/2004 n° 46) art. 1. comma 2, dcb tv”

PERIODICO BIMESTRALE

DELLA PARROCCHIA

DI SAN GIACOMO DI VEGLIA

Direttore responsabile:

don Gian Pietro Moret

Coordinatore redazione:

Angelo Turbian

Redazione:

don Matteo D'Arsiè

Maria Teresa Cesa,

Stefania Chies,

Bruno Dall’Anese,

Raff aella Marcon,

don Giulio Fabris,

Elisa Frare,

Giancarlo Pitasi,

Angelo Turbian,

Marta Zanette

Impaginazione:

Elisa Frare

Stampa: Tipse Vittorio Veneto

Redazione e Amministrazione:

Piazza Fiume, 58

San Giacomo di Veglia TV

tel. 0438.500295

redazione.torrediveglia@gmail.com

www.sangiacomoapostolo.it

e-mail: sangiacomodiveglia@libero.it

Salmo 122 2

Nicea – il Simbolo 4

Visita ad Anziani e Ammalati 6

La Tredicina di S. Antonio e orari 6

Quaresima 2025 7

Giovani: via Crucis foraniale 8

Una giornata per il GREST 2025 9

Il Giubileo dei nostri Ministri 10

Il Giubileo degli adolescenti 12

A Dio, papa Francesco 13

La porta di casa 17

Dal Messaggero di Sant’Antonio 19

40 anni della scuola di taglio 20

In giardino e in cucina 21

Scuola, due gite 22

L’angolo del benessere 23

Calcio Vittsangiacomo e 16 CAMP 24

Le nostre Anagrafi 26

Le famiglie ricordano 28

Hanno collaborato a questo numero:

sito a cura di: Federica Spinazzè

Per Richiesta Certificati Storici inviare email a:

archivio.sangiacomo@libero.it

Per scaricare il modulo di richiesta

visitare il sito della parrocchia

Finito di redigere

il 5 – 5 – 2025

Don Matteo D’Arsiè

Don Giulio Fabris

Gruppo Giovani di S. Giacomo

e gli Animatori

Staff del GREST 2025

Remigio Maso

Silvia Pagotto

Stefania Chies

Simone Olianti

Le maestre della Scuola S. Giacomo

Annalisa Casagrande

Giulia Maiutto

Elisa Frare

Pietro Ossi


SALMO 122

Per amore

di Gerusalemme

Quale gioia, quando mi dissero:

«Andremo alla casa del Signore».

2

E ora i nostri piedi si fermano

alle tue porte, Gerusalemme!

3

Gerusalemme è costruita

come città salda e compatta.

4

Là salgono insieme le tribù,

le tribù del Signore,

secondo la legge di Israele,

per lodare il nome del Signore.

5

Là sono posti i seggi del giudizio,

i seggi della casa di Davide.

6

Domandate pace per Gerusalemme:

sia pace a coloro che ti amano,

7

sia pace sulle tue mura,

sicurezza nei tuoi baluardi.

8

Per i miei fratelli e i miei amici

io dirò: «Su di te sia pace!».

9

Per la casa del Signore nostro Dio,

chiederò per te il bene.

La città della pace

Il salmo 122 dice tutto l’entusiasmo del pellegrino

mentre sta giungendo alla meta. Era partito da molto

lontano, da una condizione di esilio, e ha scorto i monti

che era necessario superare per giungere alla città santa,

luoghi colmi di pericoli, ma si è sentito rincuorare dalla

certezza della protezione del Signore. Ora finalmente

sta varcando le porte della città e si lascia affascinare

dallo splendore di Gerusalemme.

Il salmo si articola in tre strofe. La prima ripercorre nella

memoria il viaggio come un passare dall’esitazione

della partenza alla gioia incontenibile dell’arrivo.

La parte centrale del salmo è costituita dalla visione di

Gerusalemme e dalla contemplazione della sua bellezza,

con la sua cinta di mura e le torri.

La terza strofa è una preghiera per Gerusalemme perché

sia beneficiaria e datrice di pace. Il filo che unifica il salmo

è dato da una serie di ripetizioni: Gerusalemme vi

appare tre volte, come pure il termine “casa del Signore

o di Davide”.

Tutto il salmo è come commento al nome della città

amata: città della pace.

Come per una sposa

Il salmista dichiara il suo entusiasmo provato alla partenza

del viaggio e la gioia esplosiva dell’arrivo.

“Quando mi dissero…”. Una carovana di pellegrini lo

ha invitato ad associarsi a loro e a non camminare in

solitudine. Ha scoperto che vi è ancora qualche amico,

qualche fratello di fede con cui camminare insieme

verso il Signore. È grande conforto il poter condividere

con qualcuno la stessa fede, il medesimo itinerario spirituale.

Si pensi alla consolazione che prova l’apostolo Paolo

quando, giungendo a Roma da prigioniero, si vede

venir incontro alcuni fratelli nella fede. Adesso, anche se

forse non vede Gerusalemme, il pellegrino può però già

immaginarla con grande gioia poiché ormai è vicino. La

fatica, l’arsura, le perdite e i dolori sono ormai dimenticati,

anzi neppure menzionati perché ormai la gioia

invade tutto il suo animo.

Gerusalemme segno e fonte di unità

Il pellegrino, dall’alto dei monti che circondano Gerusalemme,

la contempla nella sua bellezza e nel suo

mistero, per cui la città non è solo il centro politicoistituzionale

di Israele, ma costituisce un punto di unità

e di fraternità, il luogo dove lodare il nome del Signore.

Il primo aspetto della contemplazione della città sembra

essere quello urbanistico: uno spazio accogliente e

ospitale, sicuro e protettivo; per il pellegrino che guarda

e vive lo spazio urbano alla luce di Dio, anche questo

è parte integrante: la città di Dio deve essere la città

adatta all’uomo.

“Gerusalemme è ricostruita come città unita e compatta”.

Si vuol dire che tutto sta bene nell’insieme, si

fonde nell’uno. La percezione del convergere delle parti

in unità fa capire che essa è lo spazio in cui tutti si radunano

in unità, in ritrovata fraternità come canterà

anche il salmo 133.

“Là salgono insieme le tribù di Israele”. È un’impressione

di bellezza ineguagliabile perché Gerusalemme è

davvero la ragazza bella, la fidanzata del popolo e insieme

la signora accogliente. Il luogo di Dio diventa luogo

di incontro tra gruppi differenti; luogo dove la differenza

non è ignorata o ridotta ad uniformità ma è accolta e

valorizzata sul fondamento della fede comune.

Non si deve pensare che la solidarietà e la fraternità si-


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LA TORRE DI VEGLIA

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Maggio• Giugno 2025

3

ano un fatto naturale e facile per il popolo di Israele.

Infatti, notevoli e dolorosi sono stati nella sua storia i

particolarismi e le rivalità tribali, per cui la coscienza

dell’unità nazionale sulla base della fede è un valore che

va continuamente proposto e coltivato.

“Secondo la legge di Israele per lodare il nome del

Signore”. Il pellegrino si sente inserito gioiosamente in

questo flusso di uomini e donne che salgono a Gerusalemme

provenendo dalle più diverse strade.

“Là sono pronti i seggi del giudizio, i seggi della casa

di Davide”. Altro aspetto essenziale della città di Dio

è quello politico-istituzionale. In essa non può mancare

il luogo della giustizia, il tribunale, che certamente è

segno di una convivenza ancora imperfetta e ambigua

lacerata da conflitti e ingiustizie, ma sempre diventa

luogo della coraggiosa, onesta e paziente ricerca della

verità, della difesa del diritto, dell’individuazione della

colpa e determinazione della responsabilità. In tutto

questo vi è un sogno di giustizia che cresce nel cuore

dell’orante. Nella città santa dove ha posto la propria

dimora, Dio suscita un vero giudice che difende il diritto.

Il passato glorioso della città, la sua storia tanto cara

al credente, suscita l’attesa di un mondo dove regni la

giustizia.

“Su di te sia pace”

Dalla contemplazione si passa alla preghiera per Gerusalemme.

L’augurio di pace per Gerusalemme indica

che il pellegrino è ben consapevole che non vi è ancora

pace per essa. La pace non è solo assenza di conflitti, ma

possibilità e capacità di realizzazione di tutte le relazioni

personali e sociali nei loro aspetti positivi; è, in definitiva,

la somma di tutti i beni.

La benedizione di pace si prolunga in una precisa direzione:

su “coloro che ti amano” e sui miei “fratelli e

amici”. Si mette in sintonia con coloro che amano Gerusalemme,

non si accontenta più di aver trovato personalmente

la propria pace, ma la desidera, la invoca

intensamente per la città, per tutti quelli che proprio

come lui, vengono a Sion per ritrovare quell’armonia

e unità interiore che si erano perdute nella vita ordinaria.

Si sente debitore e grato verso i fratelli e amici

incontrati nel viaggio della vita e con loro condivide

una certezza: soltanto la presenza del Signore garantisce

il dono dello shalom (“per la casa del Signore nostro Dio,

cercherò per te il bene”).

Dolore e speranza per Gerusalemme

Leggere cristianamente i salmi è leggerli con Cristo.

Il pensiero va subito alla scena evangelica descritta da

Gesù mentre si sta avvicinando alla sua città: «Quando

fu vicino alla vista della città pianse su di essa dicendo:

“Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della

pace… giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno

di trincee… perché non hai riconosciuto il tempo in

cui sei stata visitata» Lc 19,41-44).

Ascoltare il passo evangelico ci aiuta a ricordare la tragica

possibilità di rifiutare la pace di Colui che ci porta la

“sua” pace e di fare della chiesa una città di divisioni e

discordie in cui non ci si capisce più l’un l’altro. Pregare

questo salmo è lasciar rifiorire il sogno di unità, di fratellanza,

di concordia e credere che il Vangelo può generare

un frutto di pace. Pregare questo salmo diventa

per il cristiano consentire che il dialogo con Dio diventi

anche un luogo e un momento di educazione e formazione

di una coscienza civica e critica. Quindi pregare

questo salmo è insieme una indicazione per una responsabilità

e impegno sui fondamenti della convivenza.

don Giulio


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Om úsios

Quell’

che mio padre

al mercato

comprò

LA TORRE DI VEGLIA

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Dal suo palazzo a Nicomedia l’Imperatore sta

osservando quella che di lì a poco sarebbe

diventata la nuova città imperiale – la Nuova

Roma – sulle rive del Bosforo. Non è però il nuovo

piano di urbanizzazione a turbare il suo animo:

il suo regno è diviso. Ci sono fazioni dove gli

amici sono diventati nemici e i fratelli avversari.

Dopo poco più di una decina d’anni da quando

ha messo definitivamente la parola fine alle ostilità

nei confronti dei cristiani, ora essi stessi sono

in baruffa tra loro, tanto che l’Impero stesso si sta

spaccando. E questo non fa certo bene alla fede né

tantomeno alla politica…

Per di più il tema del contendere riguarda il fulcro

della fede cristiana: chi è veramente Gesù? Egli

è veramente Dio?

Bisogna correre ai ripari.

Costantino, allora, prende l’iniziativa. Convoca

per il 20 maggio del 325 in assemblea tutta la

cristianità, rappresentata dai propri vescovi (circa

milleottocento), perché discuta e decida sul da farsi.

All’appello rispondono, secondo la tradizione,

tra i duecentoventi e trecentodiciotto ecclesiastici

(della maggior parte dei quali abbiamo i nomi),

tra i quali due delegati di papa Silvestro, San Nicolò

e gli eresiarchi Ario e Eusebio di Nicomedia: è

il primo grande Concilio Ecumenico della storia.

Il 19 giugno del 325 – esattamente 1700 anni fa

– a Nicea, sul Mar di Marmara, l’Imperatore Costantino

in persona dà inizio e presiede la grande

assise, che oggi è conosciuta come il Concilio di

Nicea [I], che si concluderà il 25 agosto successivo.

Ma perché questo Concilio è così importante?

Basta solo un dato a sottolinearne la portata:

questo Concilio ha prodotto un pronunciamento,

un simbolo, come si dice in termine tecnico, che

ancor oggi conosciamo tutti a memoria: il Credo

(poi “completato” nel successivo Concilio di Costantinopoli

del 381) che diciamo ogni domenica

alla Messa. Cosa poi non indifferente, anzi di immenso

rilievo, è il fatto che questo Credo sancito

da quel concilio costituisce il dato di fede che


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LA TORRE DI VEGLIA

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accomuna i cristiani di tutte le Chiese: sia le Chiese

storiche – Cattolica, Ortodossa, Luterana, Calvinista,

Anglicana – sia le varie denominazioni che vanno sotto

il nome di Chiese “Evangeliche” e “Pentecostali”.

Forse allora è il caso di approfondire il tema della

controversia e cercare di capire ciò che questo Simbolo

consegna alla nostra fede.

Il vescovo Ario, padre appunto dell’eresia che da lui

prende nome, sosteneva che il Figlio fosse stato creato

dal Padre e non nato/generato, come sostiene la cattolicità.

Se questo fosse vero, implicherebbe diverse

cose: la più eclatante è che, appunto, se il Figlio è

creato dal Padre, non può essere uguale (della stessa

sostanza) al Padre e quindi non sarebbe neanche Dio.

Una seconda implicazione è che – per usare parole testuali

dell’eresiarca – ci fu un tempo in cui il Figlio non

c’era e che quindi avrebbe avuto un inizio nel tempo

e, di conseguenza, non sarebbe coeterno con il Padre.

Tutto riguarda la questione dell’òmooúsios e cioè

se il Figlio sia o meno della stessa (>òmo) sostanza

(>ov'sía) del Padre. In poche parole povere: il Figlio è

Dio, oppure solo un grande uomo, oppure un uomo

talmente grande e santo che – magari – ha avuto il

singolare privilegio di essere quasi come Dio?

Riportano gli storici dell’epoca, che anche a distanza

di anni – l’eresia ariana, nonostante il Credo, è stata

dura da debellare – addirittura le donne che si recavano

al mercato di Costantinopoli ancora discutevano

dell’òmooúsía di Cristo.

Questo fatto può farci sorridere e a noi oggi questi

dati di fede possono sembrare cose scontate o di poco

conto, eppure ne va dello stesso fondamento della

nostra fede.

Eppure la fede di Nicea è ancora di un’attualità

straordinaria. Per certi versi siamo ancora immersi

nell’arianesimo più feroce. Per quante persone Gesù è

solo un semplice uomo vissuto circa duemila anni fa

in uno sperduto angolo del Medioriente, che poco o

nulla ha a che fare con la nostra vita? Se tutto va bene,

alcuni lo considerano un bravo moralista o un grande

maestro o filosofo, che ha portato un modo nuovo di

approcciarsi alla vita e agli altri…

Vana sarebbe la nostra fede, se non considerassimo

che Gesù Cristo è il Figlio di Dio (= Dio), incarnato,

morto e risorto per noi! Dio si fa uomo perché

attraverso la sua umanità possa arrivare a noi la sua

vita divina. Ma questo, forse, sarà argomento di un

prossimo articolo.

Le cronache, tra storia e leggenda, riportano che

l’argomento era di così vitale importanza e che la discussione

si fosse talmente accesa, che San Nicolò si

alzò dal suo scranno esasperato e finì per accapigliarsi

e prendere a sberle lo stesso Ario… Se allora il mite

San Nicola ha avuto l’ardire e l’ardore di difendere

questo caposaldo della fede, forse anche noi dobbiamo

imparare a riappropriarcene e farlo nostro.

Simbolo Niceno

Crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente, artefice

di tutte le cose visibili e invisibili.

E in un solo Signore nostro Gesù Cristo, Figlio di Dio,

generato unigenito dal Padre, cioè dalla sostanza del

Padre, Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero,

generato, non fatto, consostanziale al Padre, per mezzo

del quale tutte le cose furono originate, quelle nel cielo e

quelle nella terra,

egli per noi uomini e per la nostra salvezza discese e si

incarnò, divenne uomo, patì e risuscitò il terzo giorno

[e] salì nei cieli, viene a giudicare vivi e morti, e nello

Spirito Santo.

Coloro che invece dicono: «C’era un tempo in cui non

c’era», e: «Prima di essere generato non c’era» e che fu

originato da ciò che non è o dicono essere il Figlio di Dio

da un’altra ipostasi o sostanza o creato o trasformabile

o mutevole, (costoro li) colpisce di anatema la Chiesa

cattolica.

Per chi volesse approfondire, rimando al bell’articolo

del Card. Raniero Cantalamessa “Nicea un Concilio

di tutti i cristiani” apparso su L’Osservatore Romano

il 4 gennaio 2025:

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2025-01/

quo-003/nicea-un-concilio-di-tutti-i-cristiani.html


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LA TORRE DI VEGLIA

La

Tredicina di

Sant’Antonio

Visita agli anziani

e ammalati

Anche per questa Pasqua, nonostante le tante difficoltà,

siamo riusciti a recarci dagli anziani e ammalati

per la Confessione e Comunione per la Pasqua.

È stato bello constatare che tutti ci hanno accolto con

gioia perché sanno che insieme alla nostra povera persona

di sacerdote portiamo la “salvezza del mondo”

cioè Cristo crocifisso e risorto. Siamo stati accolti dai

familiari e da chi assiste gli anziani (badanti) con semplicità

e riverenza. Diverse hanno chiesto di poter accostarsi

alla comunione e alla risposta affermativa del

sacerdote abbiamo visto che il loro volto si è illuminato

e il cuore era nella gioia.

Diverse volte, non solo le “badanti” ma anche alcuni

familiari hanno chiesto di poter ricevere l’Eucaristia

e così partecipare intimamente al rito assieme ai loro

cari malati o anziani.

Tutti questi sono gesti che ci dicono che l’Eucaristia

è ancora sentita, amata, anche se con amarezza constatiamo

che la presenza alla S. Messa, soprattutto dopo

il covid, è di molto diminuita.

Gli anziani e ammalati desidererebbero che l’incontro

con il sacerdote si prolungasse nel tempo; c’è in

loro il desiderio di stare insieme e poi di rivederci presto.

C’è poi la richiesta di poter incontrare e conoscere il

nuovo parroco che da diversi mesi risiede nella nostra

parrocchia. Il sottoscritto ha sempre assicurato tutti

che il nuovo parroco non si è dimenticato di loro, ma

i tanti impegni di “quattro parrocchie” sia materiali sia

spirituali lo hanno per il momento impedito.

Assicuro che è suo desiderio, appena possibile, incontrarvi

tutti. Per ora accompagnamolo con la nostra

preghiera perché possa essere sempre tra noi un annunciatore

di speranza.

don Giulio

Anche quest’anno, come ogni anno, faremo insieme

alla comunità la tredicina di preghiere che

ci condurranno alla Festa di Sant’Antonio il 13

giugno.

Non inizieremo la tredicina il 1° giugno perché ricorre

la festa dell’Ascensione; inizieremo il giorno

2 alle ore 18:30 nella chiesetta di Sant’Antonio in

Via Sant’Antonio.

La tredicina vuole essere non solo un onorare la

persona di Antonio, ma conoscere sempre più a

fondo la sua vita, soprattutto i contenuti della sua

predicazione e l’annuncio integrale del Vangelo

assieme alla narrazione di alcuni fatti straordinari

della sua vita.

La tredicina sarà un momento di preghiera breve,

circa 20 minuti e non ci sarà la S. Messa.

Approfittiamo fin d’ora di annunciare l’orario

delle Ss. Messe della festa di Sant’Antonio il

venerdì 13 giugno

alle ore 8:30, 10.30 e 19.00

Naturalmente, ad ogni S. Messa verrà fatta la benedizione

del pane di Sant’Antonio.

La storia ci dice che questa devozione del pane di

Sant’Antonio è nata dalla richiesta di una mamma

disperata per la morte improvvisa del suo figlioletto.

Ella fece questo voto: “se Sant’Antonio mi

ridarà vivo questo mio figlio morto improvvisamente

e tragicamente, io donerò tanto pane per i

poveri quanto pesa il mio bambino”. Perciò anche

noi cerchiamo di mantenere questa preziosa tradizione

per essere sempre vicini ai poveri sia della

nostra comunità, sia anche del mondo intero.

don Giulio


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LA TORRE DI VEGLIA

La

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QUARESIMA 2025

In questo tempo di quaresima abbiamo

cercato di animare le sante messe

del sabato sera con due iniziative

distinte ma che avevano di fondo

lo stesso scopo: avvicinare

i ragazzi a Gesù e aiutarli a

capire meglio la santa messa.

La prima iniziativa, dedicata

ai più piccoli, ma

non solo, ha preso spunto

da Santa Chiara. Si racconta

che la santa, per ricordarsi

di pregare ogni giorno, usasse

un metodo particolare: raccoglieva

dei sassolini! Li metteva in un

sacchettino e ogni sera, prima di andare a

dormire, ne tirava fuori qualcuno. Per ogni sassolino,

diceva una preghiera. Il giorno delle ceneri, ad inizio

quaresima, abbiamo quindi consegnato ai bambini

un sacchettino e, ad ogni messa di quaresima, una

pietrina, a cui abbiamo abbinato una preghiera in

base al vangelo di quella domenica:

Prima domenica: Padre Nostro - L’importanza di

confidare in Dio, che ci aiuta a resistere alla tentazione

e lottare contro il male;

Seconda domenica: Angelo di Dio - Dio non è lontano,

ma si manifesta e interviene nella nostra vita attraverso

diverse forme, come, ad esempio, attraverso

i suoi messaggeri angelici;

Terza domenica: Ave Maria - Come il vignaiolo intercede

presso il padrone per dare un’altra possibilità

all’albero di fico così anche Maria intercede e per noi e

ci invita ad una conversione sincera;

Quarta domenica: Atto di dolore - Invito a

riconoscere i nostri peccati, a pentirci sinceramente

e a tornare a Dio, fiduciosi nel suo amore

e nel suo perdono;

Quinta domenica: Preghiera personale -

Nella preghiera personale, possiamo sperimentare

l’abbraccio di un Dio che non ci condanna,

ma, come ha fatto con l’adultera, ci offre la

possibilità di un nuovo inizio.

La seconda iniziativa era invece rivolta ai ragazzi

delle medie, che quest’anno stanno riflettendo

in modo particolare proprio

sulla Santa Messa. È stato preparato

un cartellone raffigurante

un bersaglio, con al centro

la figura di Cristo Risorto,

per aiutare i ragazzi a “fare

centro”, ovvero a riconoscere

che solo puntando

a Cristo e alla sua Resurrezione

la nostra vita trova

il senso e la gioia più piena.

Ogni settimana abbiamo aggiunto

una freccia che punta il

bersaglio, accompagnata da una

parola che ha ricordato uno dei momenti

della messa, per cercare farlo vivere

con più consapevolezza.

Prima domenica: Accogliere: ci ricorda l’importanza

e il significato dei riti iniziali.

Seconda domenica: Ascoltare: è un invito a prestare

più attenzione alla Liturgia della Parola, dove si dà

spazio alla Parola di Dio, tramite le Letture dall’Antico

e dal Nuovo Testamento, il salmo, il Vangelo,

l’omelia, il credo e le preghiere dei fedeli.

Terza domenica: Celebrare: siamo invitati a gustare

con maggior consapevolezza la liturgia eucaristica, a

partire dalla preparazione p del banchetto fino al gran-

de amen che anticipa i riti di comunione dopo la dos-

sologia “Per Cristo, con Cristo e in Cristo”.

Quarta domenica: Mangiare: la nostra attenzione

si concentra particolarmente sui riti di comunione,

quando riceviamo il corpo di Cristo, l’A-

gnello di Dio, che si fa pane per noi,

per salvarci.

Quinta

domenica: Vivere: i riti

di conclusione, a partire dal salu-

to, dalla

benedizione del sacerdo-

te e dal

congedo, ci ricordano che

l’assemblea che si è riunita per

l’eucarestia è poi chiamata a vi-

vere l’eucaristia nella quotidianità

delle giornate.


8 d

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VIA CRUCIS FORANIALE

Venerdì 11 aprile si è tenuta la Via Crucis

foraniale dei Giovani: un momento organizzato

unendo le forze dei vari gruppi giovanili

di Vittorio. Quest’anno il tema è stato la

Speranza.

Un’ottantina di ragazzi, accompagnati dai

loro animatori, si sono incontrati davanti al

Victoria, vicino alla pista di atletica, e hanno

camminato insieme fino alla chiesa di Meschio

dove ha avuto luogo l’ultima stazione. Lungo il

percorso, ogni gruppo giovani ha rappresentato

una “parola di speranza” proponendo non solo

una riflessione in merito al vangelo della stazione ma

anche una canzone scelta per raccontare una sfumatura

della speranza.

Oltre alle due portate dai giovani delle nostre parrocchie,

le parole di speranza che hanno guidato il

cammino sono state: Senso/Con-senso, Scoperta,

Abito, Libertà/responsabilità e Promessa. I giovani di

Carpesica hanno parlato

dei

LA TORRE DI VEGLIA

di Coraggio, prendendo esempio da quello di Gesù

nell’orto degli Ulivi e ricollegandolo a una canzone

di Laura Pausini. Noi ragazzi di San Giacomo invece

abbiamo animato la seconda stazione riflettendo sul

Riscatto, considerando le lacrime di Pietro dopo il

canto del gallo come una nuova possibilità di crescita

e di vita, proprio come fa la protagonista di una

delle canzoni di Gloria Gaynor.

Ogni stazione ha risuonato di musica e accompagnato

i giovani nel loro percorso verso la

Croce di Speranza preparando questi

ragazzi ad affrontare la Settimana Santa

nel migliore dei modi e soprattutto, ricordandogli

l’infinità dell’Amore di quell’ultimo

gesto.

Gli animatori di GGio

La


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dei

LA TORRE DI VEGLIA

La

Maggio• Giugno 2025

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UNA GIORNATA SPECIALE IN ORATORIO

Il 25 aprile, noi ragazzi del Gruppo Giovani abbiamo organizzato

una giornata insieme come facciamo ogni anno per

concludere il percorso fatto da settembre/ottobre.

Purtroppo a causa del maltempo persistente, i piani sono

stati rivisti più volte per poter essere adattati agli spazi disponibili,

ma le condizioni meteo non hanno spento il nostro

entusiasmo: tra giochi al coperto, momenti di dialogo e tante

risate, abbiamo riscoperto la bellezza dello stare insieme anche

nelle difficoltà.

La pioggia, alla fine, è diventata un semplice sfondo a una

giornata carica di gratitudine e speranza, dimostrando che

quando c’è unità, anche il maltempo si trasforma in un’occasione

per fortificare i legami.

Ci siamo riscoperti attraverso la musica ed i messaggi che questa trasmette, sfruttato i pochi momenti senza

pioggia per fare due tiri a canestro e passato una bellissima giornata all’insegna della condivisione e della

gioia.

Abbiamo tirato le somme del percorso fatto quest’anno e condiviso insieme i prossimi appuntamenti, perchè

se il Gruppo Giovani si conclude, vuol dire solo che sta iniziando la preparazione per il GREST 2025!

Ringraziamo Don Matteo, per la disponibilità che ci ha sempre dimostrato dal primo giorno e soprattutto

per la fiducia, noi come Gruppo Giovani cerchiamo di dare il meglio per proporre ai ragazzi degli spunti di

riflessioni che possano arricchirci.

Approfittiamo anche per ringraziare tutte le persone che generosamente hanno contribuito alla vendita di

torte svolta prima di Pasqua, i soldi serviranno per coprire le piccole spese che l’oratorio affronta ogni giorno!

Alla prossima!

Gli animatori di GGio

Volevamo fare un piccolo aggiornamento sui vincitori

della Lotteria di Pasqua 2025.

L’estrazione è stata fatta domenica 13 aprile dopo la celebrazione

delle 10:30, in oratorio a San Giacomo.

I numeri estratti sono stati:

1° posto -> n° 86 rosso

2° posto -> n° 5 blu

3° posto -> n° 16 arancione

4° posto -> n° 18 rosa

Ringraziamo di cuore tutte le persone che hanno contribuito

alla nostra lotteria e vi aspettiamo numerosissimi

alle serate di cinema all’aperto.

La prima serata sarà il 17 giugno, ore 21:30 sempre al

“Sangio” (il nostro oratorio)!


10 d

Maggio• gio•Gi

Giugno o2025

LA TOR TORRE RE DI

VEGLIA LIA

dei

La

Noi pellegrini di misericordia

Il 26 27 e 28 aprile 2025 si è svolto il giubileo dei ministri straordinari della comunione della diocesi di Vittorio

Veneto.94 persone guidate da Don Fulvio Silotto e da Don Federico De Bianchi hanno intrapreso il

loro viaggio verso la porta santa di Roma attraversati da un sentimento di tristezza a causa della morte di Papa

Francesco. Ciò nonostante il pellegrinaggio si è svolto all’insegna della fraternità e della misericordia, abbiamo

potuto apprezzare l’ospitalità delle suore della divina provvidenza di Collevalenza per poi raggiungere una

Roma piena di pellegrini lì giunti per dare l’ultimo saluto a Papa Francesco. Troverete alcune riflessioni del

nostro viaggio giubilare che ci ha lasciati sospesi nell’attesa della elezione del nuovo pontefice.

“Fiamma viva della mia speranza, questo canto giunga fino a Te!

Grembo eterno d’infinita vita nel cammino io confido in Te.

Ogni lingua, popolo e nazione trova luce nella tua Parola.

Figli e figlie fragili e dispersi sono accolti nel tuo Figlio amato.

Fiamma viva della mia speranza, questo canto giunga fino a Te!

Grembo eterno d’infinita vita nel cammino io confido in Te.

Dio ci guarda, tenero e paziente: nasce l’alba di un futuro nuovo.

Nuovi Cieli Terra fatta nuova: passa i muri Spirito di vita.

Fiamma viva della mia speranza, questo canto giunga fino a Te!

Grembo eterno d’infinita vita nel cammino io confido in Te.

Alza gli occhi, muoviti col vento, serra il passo: viene Dio, nel tempo.

Guarda il Figlio che s’è fatto Uomo: mille e mille trovano la via.

Fiamma viva della mia speranza, questo canto giunga fino a Te!

Grembo eterno d’infinita vita nel cammino io confido in Te.”

I 94 partecipanti

al pellegrinaggio

giubilare


d

LA TORRE

RE DI VEGLIA

dei

La

11

Maggio• gio

•Gi •Gugn Giugno 2025 L’ingresso attraverso la Porta Santa

di San Giovanni in Laterano

Il gruppo dei Sangiacomesi

Domenica 27.04.2025

Siamo in pellegrinaggio a Roma, la città è

piena di gruppi di giovani per la partecipazione

alla messa in Vaticano per il Giubileo degli

adolescenti. Si percepisce un po’ di tristezza

perché il Papa non ci farà la solita sorpresa

di presentarsi all’improvviso come aveva fatto

negli ultimi giorni. Vedo tanta gente in ricerca

di qualcosa di diverso dalla solita visita ai

monumenti. Spero che molti stiano vivendo il

loro pellegrinaggio come lo stiamo vivendo io e

mia moglie Sonia con momenti di preghiera nel

giusto raccoglimento e nella condivisione con i

vecchi e nuovi amici che ci accompagnano. Questo

pellegrinaggio dei Ministri straordinari della

Comunione con familiari e amici rimarrà piacevolmente

scolpito nei nostri ricordi. Speranza,

pace e bene a tutti!

Remigio Maso

Doveva essere il viaggio giubilare dell’abbraccio

a Papa Francesco, l’occasione per partecipare alla

messa in piazza San Pietro e vederlo affacciare per

l’Angelus. Invece noi tutti sappiamo com’è andata,

abbiamo trovato una piazza San Pietro festosa

e ricca di giovani ma povera della sua parola. I

giovani che lì si trovavano in massa per la canonizzazione,

poi rinviata, di Carlo Acutis non hanno

potuto portare a casa nel loro zaino la tua frase

saggia e ricca di amore e carità che tanto avevano

desiderato. Lo abbiamo poi cercato nella sua nuova

casa, Santa Maria maggiore, ma anche lì l’abbraccio

non è potuto avvenire, troppe le persone

in fila in attesa di entrare a scorgere la sua ultima

dimora terrena. Caro Papa Francesco ci hai donato

la gioia della misericordia e il dono della speranza

nella pace, e sei stato nei nostri cuori in ogni

nostra celebrazione e in ogni nostra riflessione in

questo pellegrinaggio giubilare così strano, dove

mancava qualcosa, mancavi tu. E noi pellegrini

smarriti continueremo a cercarti anche nel tuo

nuovo successore, confidando nello Spirito Santo.

Stefania Chies


12 d

Maggio• gio•Gi

•Giugno o2

2025

LA TOR TORRE ORRE

RE DI

VEGLIA

dei

La

Giubileo degli

adolescenti

U

n piccolo gruppo dei nostri ragazzi, di San Giacomo

e di Carpesica, ha partecipato al Giubileo degli adolescenti,

svoltosi a Roma dal 25 al 27 aprile scorso. Spinti

dal desiderio di accrescere la loro fede e di poterla condividere

con i loro coetanei, provenienti da tutto

il mondo, sono diventati per tre giorni dei veri

“Pellegrini di speranza”.

Sono rimasti particolarmente colpiti dal gran

numero di persone che hanno partecipato all’evento

e dalla vicinanza e l’affetto di tanta gente

proveniente da tutto il mondo nei confronti di

Papa Francesco. Hanno avuto la possibilità di

fargli un ultimo saluto, aspettando il passaggio

del feretro, e questo li ha emozionati in modo

particolare. Papa Francesco è stato e sempre

sarà una figura importante per loro, un uomo che

parlava con grande saggezza ma in modo semplice,

gentile e attento alle persone più umili ed

emarginate, dotato di grande simpatia e che ha

saputo dare tanto anche durante il periodo difficile della sua malattia.

L’esperienza vissuta li ha portati a riflettere e comprendere meglio quanto sia importante la fede per le persone,

di come sia bello poter condividere la propria fede e fare comunità, in particolare con i coetanei, provenienti

da tutto il mondo. Speriamo che questa esperienza abbia piantato un nuovo seme nei loro cuori e che li

spinga a cercare ancora di più Gesù nella vita, incrementando in modo particolare la loro preghiera personale

e la partecipazione alle attività della parrocchia.

Silvia


d

LA TOR

TORRE RE DI VEGLIA

dei

La

13

Maggio• gio

•Gi

•Gugn Giugno 2025

A Dio, papa Francesco!

La mattina del lunedì di Pasqua una notizia è

corsa per il mondo intero con la rapidità e la

sorpresa di come il fulmine tenea dietro il baleno.

E non è stata – o almeno non è stata solo – quella

dell’incontro del Risorto con le donne al sepolcro.

Il Risorto ha voluto incontrare anche papa

Francesco per portarlo con Sé…

Molto si è detto, parlato, sparlato e sproloquiato,

con tanto di interventi su giornali, programmi

televisivi, blog e vlog – e chi più ne ha più

ne metta –, rispetto alla figura e al pontificato di

papa Bergoglio e Torre di Veglia non può esimersi

dall’aggiungersi a questo coro.

Al parroco spetta allora il difficile compito di

redigere queste righe, nella speranza di non aggiungere

altri vaneggiamenti ai tanti già circolanti.

Perché questa premessa? Perché – mi scuso se

mi permetto di essere un pelo polemico – nei

giorni successivi alla morte del pontefice ho letto

e sentito da diverse voci, più o meno famose,

più o meno credenti, tutta una serie di panegirici,

che avrebbero fatto sembrare Isocrate un timido

scolaretto. Tutto questo mi ha fatto a più riprese

esclamare e pensare: “Non lo avete mai ascoltato in

vita, ora lo incensate in morte”.


Per non scadere allora in facili lodi o in una semplice

arida cronaca su un pontefice tanto amato

quanto mal sopportato, accusato dai conservatori

di essere troppo progressista e dai progressisti di

essere troppo conservatore, voglio far mie le pa-

role che il Card. Giovanni Battista

Re ha pronunciato durante

l’omelia nelle esequie il 26 aprile

scorso e ne riporto alcuni

stralci.

“[Papa Francesco] conservò

il suo temperamento e la sua

forma di guida pastorale, e

diede subito l’impronta

della sua forte personalità

nel governo

della Chiesa,

instaurando

un

contatto

diretto

con le singole persone e con le popolazioni, desideroso

di essere vicino a tutti, con spiccata attenzione

alle persone in difficoltà, spendendosi senza misura,

in particolare per gli ultimi della terra, gli emarginati.

È stato un Papa in mezzo alla gente con cuore

aperto verso tutti. Inoltre è stato un Papa attento

al nuovo che emergeva nella società ed a quanto lo

Spirito Santo suscitava nella Chiesa.

Con il vocabolario che gli era caratteristico e col

suo linguaggio ricco di immagini e di metafore, ha

sempre cercato di illuminare con la sapienza del

Vangelo i problemi del nostro tempo, offrendo una

risposta alla luce della fede e incoraggiando a vivere

da cristiani le sfide e le contraddizioni di questi

nostri anni di cambiamenti, che amava qualificare

“cambiamento di epoca”.


d

LA TOR

TORRE RE DI VEGLIA

dei

La

15

Maggio• gio•Gi

Giugno 2025

Aveva grande spontaneità e una maniera informale

di rivolgersi a tutti, anche alle persone lontane

dalla Chiesa.

Ricco di calore umano e profondamente sensibile

ai drammi odierni, Papa Francesco ha realmente

condiviso le ansie, le sofferenze e le speranze del nostro

tempo della globalizzazione, e si è donato nel

confortare e incoraggiare con un messaggio capace

di raggiungere il cuore delle persone in modo diretto

e immediato.

Il suo carisma dell’accoglienza e dell’ascolto, unito

ad un modo di comportarsi proprio della sensibilità

del giorno d’oggi, ha toccato i cuori, cercando di risvegliare

le energie morali e spirituali.

Il primato dell’evangelizzazione è stato la guida

del suo Pontificato, diffondendo, con una chiara

impronta missionaria, la gioia del Vangelo, che è

stata il titolo della sua prima Esortazione Apostolica

Evangelii gaudium. Una gioia che colma di fiducia

e speranza il cuore di tutti coloro che si affidano a

Dio.

Filo conduttore della sua missione è stata anche la

convinzione che la Chiesa è una casa per tutti; una

casa dalle porte sempre aperte. Ha più volte fatto

ricorso all’immagine della Chiesa come “ospedale

da campo” dopo una battaglia in cui vi sono stati

molti feriti; una Chiesa desiderosa di prendersi cura

con determinazione dei problemi delle persone e dei

grandi affanni che lacerano il mondo contemporaneo;

una Chiesa capace di chinarsi su ogni uomo, al

di là di ogni credo o condizione, curandone le ferite.

Innumerevoli sono i suoi gesti e le sue esortazioni

in favore dei rifugiati e dei profughi. Costante è stata

anche l’insistenza nell’operare a favore dei poveri.

Papa Francesco ha sempre messo al centro il Vangelo

della misericordia, sottolineando ripetutamente

che Dio non si stanca di perdonarci: Egli perdona

sempre qualunque sia la situazione di chi chiede

perdono e ritorna sulla retta via.

[…]

Misericordia e gioia del Vangelo sono due parole

chiave di Papa Francesco.

[…]

[…]


In contrasto con quella che ha definito “la cultura

dello scarto”, ha parlato della cultura dell’incontro

e della solidarietà. Il tema della fraternità ha attraversato

tutto il suo Pontificato con toni vibranti.

Nella Lettera Enciclica “Fratelli tutti” ha voluto far

rinascere un’aspirazione mondiale alla fraternità,

perché tutti figli del medesimo Padre che sta nei cieli.

Con forza ha spesso ricordato che apparteniamo

tutti alla medesima famiglia umana.

Rivolgendosi agli uomini e alle donne di tutto il

mondo, con la Lettera Enciclica Laudato si’ ha richiamato

l’attenzione sui doveri e sulla corresponsabilità

nei riguardi della casa comune. “Nessuno si

salva da solo”.

Di fronte all’infuriare delle tante guerre di questi

anni, con orrori disumani e con innumerevoli morti

e distruzioni, Papa Francesco ha incessantemente

elevata la sua voce implorando la pace”.

Ringraziamo il Signore

per averci dato

papa Francesco,

continuiamo

a pregare per lui

–come ci chiedeva sempre–

e invochiamo la sua

paterna intercessione

per la Chiesa

e il mondo intero.

A Dio, papa Francesco!


d

dei

LA TORRE DI VEGLIA

La

Maggio• Giugno 2025

17

La porta di casa

I

l Giubileo ci pensa come pellegrini incamminati verso la Porta Santa. Ogni porta evoca un passaggio, chiama

ad attraversare, entrare; non è un luogo per stare, ma per passare oltre, come suggeriscono le parole che

usiamo per l’ospite: “entra, non restare sulla porta”. La porta è la separazione tra dentro e fuori, tra un prima e

un dopo, tra noi e il resto del mondo. Però la porta è indispensabile. Senza porte una casa è invivibile, in balia

di tutti, senza intimità e sicurezza. Non puoi starci bene. Se invece la guardi cambiando prospettiva, da dentro

verso fuori, se non ci sono porte non puoi uscire e allora quello è un carcere. Quante sono le porte sante?

Innumerevoli.

Quando negli anni della mia infanzia erano tanti i poveri che vagavano di paese in paese, di casa in casa, in

cerca di una fetta di povera polenta! Ho nitido il ricordo di quei poveri che arrivavano con un sacco in tracolla

e chiedevano una stalla per dormire al caldo. Spesso arrivati sulla soglia di casa, si fermavano, si scoprivano il

capo e facevano il segno della croce, come davanti ad un’immagine sacra. Poi si rivolgevano alla padrona di

casa… Allora la mamma mandava me bambino e mio fratello più grande a prendere una misura di farina nella

madia accanto al focolare, una fetta di polenta e un pezzo di formaggio per portarla al povero fermo alla porta

che intanto mormorava preghiere per i vivi e i defunti della casa. Ho ancora nell’orecchio quel mormorio di

orazioni. La porta, il pane, la preghiera e non c’era bisogno di altre parole. C’era tanta sacralità, non solo nelle

orazioni del povero, nel gesto del pane o della polenta o nella persona del povero, la sacralità era quella della

porta di casa. In questo giubileo della speranza, sono molte le porte sparse per diocesi, santuari, cappelle. Ma,

oltre a queste abbiamo tutti nelle nostre case una porta, un cancello, un’apertura che ci può parlare quotidianamente,

che forse possiamo vivere come simbolo e segno religioso.

La porta ha due direzioni, per entrare e per uscire. Per passare dal mondo vasto ed estraneo al tuo mondo

personale, organizzato attorno ai tuoi punti di riferimento. Entrare e uscire è già un passare da dentro a fuori,

dall’esteriore all’interiore, dal sacro al profano, come nei templi.

Presso i latini il dio deputato a proteggere le porte era Giano raffigurato bifronte, mentre guarda al tempo

stesso l’interno e l’esterno. Vegliava sulle porte della città o della casa, proteggeva l’entrare e l’uscire. In latino

porta si dice “janua”; anche il primo mese dell’anno è chiamato “januarius”, il “portiere” che apre e chiude la

porta tra due anni la porta del tempo.

Gesù ha detto di sé: “Io sono la porta, se uno entra è salvo, entrerà, uscirà e troverà pascolo”. Ogni mattino

anch’io, quando esco di casa attraverso la porta, compio un rito simbolico e forse inconsapevole. Pensate che

bello sarebbe se potessimo viverlo come un momento santo, stare per un attimo dentro l’abbraccio di Cristo

– porta che “se tu esci, con te viene, con te rientra ora e sempre”, - dandoti il necessario per affrontare la vita,

per coltivare i passaggi vitali.

Al mattino perciò passa la porta, stai per un attimo dentro quell’abbraccio, alza gli occhi, apri il cuore, accogli

il mondo e il mondo accoglierà te.

Don Giulio


18 d

Maggio• Giugno 2025

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LA TORRE DI VEGLIA

La

Nel 2019 ho letto questa scritta su un muro

scalcinato; provai un certo sbigottimento,

un’inquietudine che mi avvolse come una nebbia

fitta. Certo, l’autore voleva provocare una reazione,

e forse senza neanche essere così consapevole della

portata di questa provocazione.

Su di me ebbe un forte impatto e mi suscitò non

pochi interrogativi, eccoli: veniamo al mondo senza

averlo chiesto e senza sapere il perché, vivacchiamo

senza farci troppe domande, moriamo spesso senza

accorgerci di aver vissuto. Ma la vita è tutta qui?

Davvero siamo al mondo solo per produrre, consumare,

crepare?

Credo che ognuno di noi provi un’istintiva avversione

per questo oscuro presagio. La verità è che

non siamo fatti per così poco, per vivere solo di

briciole e di qualche sporadico contentino. Credo

che siamo arrivati a un bivio della storia: da un lato

ci sono coloro che credono che nulla abbia senso,

dall’altro quelli che intravedono un senso in ogni

parola, in ogni gesto, in ogni avvenimento quotidiano.

Al momento i seguaci del nulla sembrano

più numerosi. Questa cultura nichilista

che il poeta Montale riassume in “spesso il

male di vivere ho incontrato” ha tutto l’interesse

che gli uomini non pensino, non

riflettano sulla loro precarietà e mortalità e

passino piuttosto il tempo ad alienarsi nei

grandi centri commerciali.

Perché farsi domande sul senso della

vita? Meglio chiedersi qual è la compagnia

telefonica più conveniente o intontirsi davanti

alle vetrine dei negozi.

Questa situazione antropologica è la più

funzionale al consumo: più sei triste e angosciato,

più compri. La pancia la devi ri-


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dei

LA TORRE DI VEGLIA

La

Maggio• Giugno 2025

19

empire con qualcosa dal momento che c’è fame…

Noi occidentali passiamo gran parte della vita ad

accumulare beni, conoscenze e, da quando esiste

internet, anche relazioni. Facciamo a gara a chi ha

di più: a chi possiede più soldi, più prestigio, più

potere.

I saggi, i santi dell’Oriente e dell’Occidente hanno

sempre fatto a gara, invece, a chi aveva meno:

volevano “essere”. Solamente “essere” e pienamente

e consapevolmente di essere vivi.

Cercavano la privazione, il distacco per vivere la

libertà interiore che questi atteggiamenti potevano

concedere. Accumulare, volere sempre di più non

è solo quel peccato grave che San Paolo chiama

“pleonexia”, ma anche una patologia, un disturbo

psichico.

Anch’io devo confessare che ho passato

diverso tempo della mia vita ad accumulare,

soprattutto cose che per me hanno

un valore emotivo: libri, oggetti regalati da

persone a cui sono affezionato, vestiti che

ho indossato per anni e che mi ricordano

incontri, esperienze e persone amate.

Eppure, se non si è capaci di potare non

può nascere il nuovo. Tanti anni di vita sacerdotale

mi hanno insegnato che l’attaccamento

genera solo sofferenza e che bisogna

imparare a lasciare andare nella direzione

del “meno”, della leggerezza: meno attaccamenti,

meno bisogno di controllare tutto.

Bisogna svuotarsi per essere riempiti.

Questa povertà di cose, questa semplicità

nell’affrontare la vita ci apre alla novità, all’imprevedibile

che talvolta ci stupisce e ci rinfranca. La

diminuzione dei bisogni, e il rendere essenziale solo

ciò che serve, permette di dare un valore diverso

alle piccole cose quotidiane e ci rende più sensibili

alla gratitudine. A volte mi capita di essere assillato

dalle cose, mi chiedo: che cosa mi manca davvero

qui e adesso? Non mi mancano molte cose in fin

dei conti, eppure siamo portati a guardare ciò che

non c’è o ciò che potremo fare per avere di più. Il

fatto è che il di più non ci basta mai. Non ho trovato

nei manuali di pedagogia quanto sia importante

educare alla semplificazione, cioè togliere pieghe

alla realtà, perciò concludo che davvero è importante

saper potare per far fiorire la vita.

Prendersi cura della nostra formazione spirituale

incrementando qualità come la sobrietà, la vigilanza,

l’altruismo, la compassione. Educare ed educarsi

non alla miseria che umilia e mortifica, ma alla

povertà, alla sobrietà, alla condivisione con chi ha

meno.

La pace comincia da qui. Gandhi ci ricorda che

in questo meraviglioso pianeta ci sono abbastanza

risorse per i bisogni di tutti, non per l’ingordigia di

tutti. Nessun bene materiale, per quanto importante,

potrà mai soddisfare le aspirazioni del cuore. La

semplicità interiore è una delle virtù cardinali nella

pratica spirituale; la povertà di spirito una condizione

essenziale per entrare nel regno dei cieli. In

questi tempi convulsi e frenetici abbiamo smesso

di cantare il Te deum, il canto di gratitudine a chi

ci ha donato la vita. Facciamo nostro allora il motto

di H. D. Thoreau: “semplificare, semplificare,

semplificare”. Perché la felicità non la si incontra

nell’accumulare e nel consumare senza freni, ma

solo nella condivisione e nella gioia del dono.

Tratto da “Il Messaggero di Sant’Antonio”

testo di Simone Olianti


20 d

Maggio• Giugno 2025

dei

LA TORRE DI VEGLIA

La

Quarant’anni di attività

Non tutti possono saperlo, ed è davvero interessante

far conoscere alla nostra comunità che

quest’anno la signora Celestina Casagrande, detta

Tina, raggiunge l’orgoglioso traguardo dei quarant’anni

di attività.

Mi sono incontrata con lei per farmi raccontare un

po’ la sua storia.

Celestina, nativa di Tarzo, si è trasferita a San Giacomo

di Veglia nel 1971 a seguito del matrimonio

con Pietro Marchioni e tuttora vi abita, in Via Cal

de Livera.

Sua suocera, Rita Posocco, insieme a sua sorella,

fu una valente sarta che abitava in Via Caviglia, 1

ed è proprio qui che da molti anni ha sede la scuola

di taglio e confezioni metodo “MONTIROSSO E

SCAPINELLO” diretta da Celestina e contraddistinta

anche dal suo nome.

A questo punto serve che vi racconti che quando i

suoi due bambini avevano iniziato a frequentare l’asilo,

Celestina si era affiancata nel lavoro alla suocera

che nel frattempo aveva perso la sorella.

Ed ecco che ebbe la brillante intuizione di frequentare

un corso di modellista presso la SCUOLA

MONTIROSSO E SCAPINELLO per imparare a

produrre i modelli in base ai quali sua suocera con

maestria realizzava i vestiti. Questa scuola esisteva a

Vittorio Veneto già dal 1986 e i titolari, che volevano

ritirarsi, proposero a Celestina, ormai esperta, di

subentrare alla guida dell’attività. Lei accettò di buon

grado perché questa professione la soddisfaceva molto.

Successivamente alla morte della suocera nel 2007,

spostò la sede della scuola da Vittorio Veneto a San

Giacomo di Veglia, per l’appunto in Via Caviglia.

Così si esprime Celestina:

“È sempre una grande gioia per me realizzare

modelli e trasmettere sia le mie competenze

che la mia passione alle allieve”.

Le allieve sviluppano un modello su carta e

lo riportano su stoffa per poi eseguire il taglio

e la successiva confezione del capo desiderato.

Alla fine del corso sostengono un esame e

viene rilasciato loro un attestato di “Modellista/Specializzazione

donna-uomo”.

Durante tutti gli anni della sua attivi-

tà Celestina si è sempre recata al lavoro

con entusiasmo, felice di aprire le porte

alle sue allieve che le sono riconoscenti

per la competenza e l’allegria con cui

svolge il suo insegnamento.

I quarant’anni di attività di Celestina

sono volati con leggerezza.

Annalisa Casagrande


d

LA TORRE

RE

DI VEGLIA

dei

La

21

Maggio• g •Giugno 2025

In giardino con Elisa

Fiori di Cera

I fiori di cera sono piante perenni e sempreverdi. I

fiori, caratterizzati dal tipico e caratteristico aspetto

ceroso, compaiono in estate, dalla forma stellata ed

emanano un profumo

particolarmente intenso;

le foglie sono per

lo più di colore verde

scuro, carnose, di forma

ovale e più o meno

allungate a seconda

della specie.

Una tecnica comunemente

utilizzata, al fine

di far crescere la pianta

in modo rigoglioso e

appariscente, è quella di fermare gli steli su di un

cerchio di metallo, posizionato a semicerchio nel

vaso.

Ambiente

I fiori di cera sono nativi delle zone orientali del mondo.

La pianta predilige terreni fertili e molto ben drenati

e in caso in cui venga posta in vaso, bisogna

mescolare il terriccio con sabbia e torba.

Temperatura

Le temperature a cui la pianta può sottostare, non

devono superare i 27°C e non devono essere inferiori

ai 10°C. Necessitano di molta luce e particolarmente

intensa al fine di avere una rigogliosa fioritura,

ma non è consigliabile esporla ai raggi diretti

del sole.

Mantenimento

I fiori di cera si annaffiano

abbondantemente

e con regolarità,

durante i mesi

primaverili e quelli

estivi, ma niente ristagni

idrici nel sottovaso.

Durante i mesi eccessivamente

rigidi,

le annaffiature vanno

ridotte: si provvede

ad annaffiare la pianta

solo per evitare che

il terriccio si asciughi

del tutto.

In Cucina con Giulia

Ricette Salutari Facili & Veloci

Pasta con Asparagi e Zucchine

Finalmente è primavera, la stagione degli

asparagi!

Ecco a voi un primo piatto verdissimo, leggero

e molto gustoso. Buon appetito!

INGREDIENTI:

320 gr di Pennoni Rigati;

1 mazzetto di asparagi;

2 zucchine medie;

1 cipolla;

70 gr di pecorino romano grattugiato;

Mezzo bicchiere di latte;

Olio extravergine di oliva;

PROCEDIMENTO:

Puliamo per bene gli asparagi con un pelapatate,

soprattutto la parte del gambo. Tagliamo

le punte e sbollentiamole in acqua per pochi

minuti, dovranno rimanere croccanti.

In una padella facciamo passare in un filo d’olio

un po’ di cipolla tritata, i gambi degli asparagi

tagliati a rondelle fini e le zucchine, sempre

tagliate a rondelle. Aggiungiamo anche un

po’ d’acqua, le verdure dovranno ammorbidirsi,

ma non troppo. Prendiamo due cucchiai e

frulliamoli con mezzo bicchiere di latte. Infine,

scoliamo la pasta al dente, condiamola con

la salsa frullata poi uniamo le altre verdure.

Impiattiamo con una spolverata di pecorino

romano grattugiato.


22 d

Maggio• Giugno 2025

LA TORRE DI VEGLIA

dei

La

Due gite, due esperienze

Noi, ragazzi di classe quinta della scuola N. Sauro,

abbiamo avuto il piacere e la fortuna di fare

due gite: la prima il 3 aprile a Palazzo Sarcinelli a

Conegliano per vedere la mostra sugli Egizi dal tema

“L’immortalità” e l’altra l’11 aprile al Bosco delle Penne

Mozze a Cison.

Per raggiungere la destinazione abbiamo usato rispettivamente

il treno, per molti di noi era la prima

volta, e il pullman.

Le uscite erano organizzate per farci conoscere cose

nuove ma non sono mancati momenti di svago e divertimento.

Alla mostra, a Conegliano, ci attendeva una guida

esperta che ci ha accompagnati attraverso le diverse

sezioni dell’esposizione e ci ha aiutato ad immergerci

nel mondo affascinante dell’antico Egitto: mummie,

sarcofagi colorati e di diverse dimensioni, gioielli,

amuleti, oggetti di uso comune, statue e rappresentazioni

delle divinità principali, come Osiride, Iside

e Anubi.

Questa esperienza ci ha offerto l’opportunità di immergerci

in una delle civiltà più affascinanti e misteriose

della storia umana e, in alcuni di noi, ha lasciato

il desiderio di saperne di più e di continuare a scoprire

i segreti del passato.

Il giorno 11 aprile l’entusiasmo era palpabile già dal

mattino quando ci siamo riuniti, noi di quinta e i

nostri compagni di quarta, davanti alla scuola con gli

zaini e le merende per andare a Cison. Avevamo l’occasione

di visitare un luogo ricco di storia e natura.

La curiosità era evidente e alcune domande giravano

nella nostra testa: “Che cosa vedremo?”,”Ci saranno

animali?”,”Perché si chiama così?”...

Al bosco, ci aspettava un gruppo di alpini. Uno di

loro ha proiettato delle diapositive per spiegare cos’era

il Bosco delle Penne Mozze, poi un altro ci ha guidato

lungo un sentiero, in parte in salita e in parte

in discesa, dove abbiamo visto delle stele dedicate ad

ogni alpino caduto, un Cristo di legno e l’albero dei

ricordi davanti al quale abbiamo cantato l’inno d’Italia

mentre alzavano la bandiera.

Ringraziamo gli alpini perché oltre all’entusiasmo

questa esperienza ci ha sicuramente arricchiti.

La classe quinta


di Giulia Maiutto

COME ORGANIZZARE IL PROPRIO LAVORO:

LO SPAZIO FISICO – LO SPACE CLEARING

Carissimi Amici,

Nell’ultima puntata abbiamo parlato di come organizzare

lo spazio in cui scegliamo di lavorare ed in particolare di

come applicare l’utilissima “regola del bersaglio” per far

diventare la nostra scrivania davvero funzionale.

Usando però quotidianamente il nostro spazio lavorativo,

potrà capitare di iniziare ad accumulare, nei cassetti o nel

nostro archivio, scartoffie o oggetti che non ci servono più:

ecco perché una buona pratica da imparare per liberare i

nostri spazi (non solo quelli di lavoro) da ciò che è superfluo

è lo space clearing.

Ma come si fa? Ci sono alcune regole importanti da seguire:

- Iniziamo sempre da un’area facile e piccola (non da

zone grandi altrimenti rischiamo di scoraggiarci subito);

- Prima di iniziare, pensiamo ad una ricompensa che ci

concederemo una volta terminato il lavoro;

- Diamoci un tempo (magari mettiamo un timer). Lavoriamo

concentrati, togliendo le fonti di distrazioni, ad

esempio il cellulare.

Facciamo insieme un esercizio concreto: lo space clearing

di un cassetto della nostra scrivania, una zona piccola ma

probabilmente da sistemare

Lo strumento per passare al vaglio gli oggetti che sono nel

nostro cassetto è la griglia dei tesori e

delle cianfrusaglie (immagine qui sotto).

In questo sistema di assi, sulle ordinate si trova la FUN-

ZIONE e sulle ascisse l’EMOZIONE. Gli oggetti vanno

inseriti in una delle quattro categorie:

1° quadrante: BASSA EMOZIONE ALTA FUNZIONE

Strumenti: si tratta di cose che sono utili, che hanno uno

scopo ben preciso, ma a cui non

sei particolarmente legato. Nel caso del cassetto potrebbero

essere la cucitrice, le pile, lo

scotch, le biro;

2° quadrante: ALTA FUNZIONE ALTA EMOZIONE

Utile e dilettevole: si tratta di oggetti con alta funzionalità e

che suscitano anche grande

emozione. Nel cassetto per esempio può essere la calcolatrice

che utilizziamo spesso e che ci è

stata regalata da una persona importante, o la penna del

cuore che scrive benissimo;

3° quadrante: BASSA FUNZIONE ALTA EMOZIONE

Tesori: tutti quegli oggetti che non hanno funzione, ma per

noi hanno un valore inestimabile. Per esempio, un disegno

di nostro figlio/nipote che abbiamo ritrovato e che vorremmo

addirittura fare incorniciare;

4° quadrante: BASSA FUNZIONE BASSA EMOZIONE

Cianfrusaglie: tutti quegli oggetti che non servono e che

quindi non rientrano in nessuno dei quadranti precedenti.

Ad esempio, elastici rotti, penne che non scrivono, scontrini

vecchi, matite senza punta…

Ora disegniamo la griglia su un foglio, mettiamo un timer

per 10 minuti e tiriamo fuori le cose dal cassetto disponendole

man mano nei quattro quadranti della griglia.

Abbiamo trovato delle cianfrusaglie? Queste ultime a loro

volta si possono poi dividere in oggetti da buttare, regalare

o riparare. Se c’è da fare una riparazione, diamoci un

tempo per farla in modo che l’oggetto non rimanga lì ad

oltranza diventando di nuovo una cianfrusaglia.

Spesso il disordine si riforma dopo aver fatto pulizia perché

non si sono prese da subito le decisioni su quello che serve

e quello che non serve. Ordinare e organizzare le cose

che non servono diventa una totale perdita di tempo. Ecco

perché bisogna fare una scelta a monte e organizzare solo

quello che ci serve ritrovare.

Alla prossima!


24 d

Maggio• Giugno 2025

LA TORRE DI VEGLIA

dei

La

calcio

VITTSANGIACOMO

Conclusi i campionati:

via ai Tornei e al 16° Camp Estate!

“NON SOLO CALCIO”

RUGBY

16 o CAMP

ESTATE

Con l’arrivo della bella stagione partono i tornei

primaverili e il divertimento per i più piccoli.

Il 14 aprile ha preso il via l’11° torneo Natale

Biason, da questa edizione Trofeo

“BancaPrealpiSanbiagio”

per

esordienti. Vi partecipano dodici

squadre e costituisce un classico

per la categoria. Le finali sabato 17

maggio.

A seguire un nuovo torneo “Torre

di Veglia”, riservato agli under 14

(classe 2011), con società di ran-

go superiore (Treviso, Conegliano,

Pordenone e Vittorio Falmec). Tut-

te le nostre Squadre, dopo la conclusione

dei rispettivi campionati,

partecipano a vari tornei primaverili

di categoria. La squadra Juniores

disputerà sia il Torneo della Marca

che la Coppa Dolomiti. Arriveremo

così al gran finale con il Torneo

“Ciao Scuola!” - 3° Memorial Iva-

no Da Dalt per la categoria Pulcini

sabato 7 giugno.

Finita la stagione ufficiale, in collaborazione

con altre quattro discipline

sportive, prenderà il via il 16°

Camp Estate “non solo calcio”.

Terrà impegnati i bambini/e

e ragazzi/e dai 6 ai 13 anni dal

9 giugno tutte le mattine, per sei

settimane.


d

LA TORRE DI VEGLIA

dei

La

25

Maggio• Giugno 2025

Il bilancio dell’annata, al momento di andare in

stampa, è ancora prematuro: la Prima squadra,

allenata da Marco Canzian, nonostante il quarto

posto in classifica, vede sfumare l’accesso

ai play off. La stessa posizione di classifica anche

per gli Juniores. I Giovanissimi, dopo l’ottima

vittoria del loro girone, sono impegnati ora nelle

fasi provinciali per la conquista di un titolo che

varrebbe il passaggio ai regionali. Nessuna delle

altre squadre nelle diverse categorie ha demeritato

e il Presidente Mauro Poldelmengo ci può

ben dire che c’è stato un grande lavoro da tutti

i punti di vista. Al riguardo si sta già impegnando

con il Direttivo e con Massimo Marcon nel

gettare le basi per la prossima stagione, dando

continuità al Gruppo. L’obiettivo è la crescita dei

nostri ragazzi, assicurare un ambiente sano e

inclusivo, ma nel contempo ricercare ogni utile

contatto che consenta opportunità di crescita

per coloro che si mettono in evidenza.

Si continua intanto a scalare le rate del mutuo

per l’acquisto del campo sportivo (ne mancano

ancora 72 delle 180 iniziali).

Grazie infine anche a quanti ci destinano il 5

per mille in sede di dichiarazione dei redditi: è

sufficiente indicare nell’apposita casella il codice

fiscale del Vittsangiacomo che è 03374390262.

Pietro Ossi


SAN GIACOMO DI VEGLIA

Defunti

Anagrafe

Battesimo

09 MARCHIONI IOLE

ved. Braido

di anni 86 – (il 21.02.2025)

Viale S. Antonio, 72

14 CANDIAGO GIUSEPPE

(Bepi)

di anni 91 – (il 05.03.2025)

Via Menarè, 104

Tonel Tommaso di Paolo e di Veronica Cesca

19 aprile 2025

10 ALPAGO TARCISIO

di anni 91 – (il 22.02.2025)

Via Isonzo, 63/2

15 TONEL REGINA (Gina)

ved. Dall’Anese

di anni 102 – (il 06.03.2025)

Via Venezia, 14/1

Ex parrocchiani defunti:

11 PICCOLI PIERINA

ved. Miotto

di anni 89 – (il 01.03.2025)

Via Del Campardo, 31

16 CAMPO DALL’ORTO

PASQUALE

di anni 84 – (il 09.03.2025)

Via Boite, 13

19 ZANCHETTA FULVIA

ved. Tomasella

di anni 94 – (il 23.03.2025)

Via Del Campardo, 7

GRASSI GIANNA ved. Cesca

di anni 84 – (il 19.02.2025)

Funerale celebrato nella chiesa parrocchiale

dei Santi Pietro e Paolo in

Vittorio Veneto.

Gianna riposa nel cimitero di Ceneda

* * *

12 BRUN PALMNA

ved. Drusian

di anni 79 – (il 03.03.2025)

Via Isarco, 24

17 FABBRO LUIGIA (Luigina)

ved. Gardin

di anni 97 – (il 07.03.2025)

Via S. Fermo, 7

20 CANTON LIVIANO

di anni 77 (il 30-4-2025)

Via Cal de Livera

MEGHINI GIORGINA

di anni 92 – (il 13.04,2025)

13 ROSADOR ELDA

ved. Dal Vecchio

di anni 87 – (il 04.03.2025)

Via Sabotino, 30

18 CENEDESE LINA

ved. Bizzai

di anni 101 – (il 19.03.2025)

Via Cal di Mezzo

21 NADAL ONORINA “Nori”

Ved. POSER

di anni 96 (il 1-5-2025)

Via Menarè 139

Il rito funebre è stato celebrato nella

chiesa parrocchiale dei Santi

Martino e Rosa in Conegliano il 18

aprile, con la Celebrazione della Parola

e Benedizione della Salma.

I famigliari ringraziano quanti hanno

partecipato alla cerimonia.


d

dei

LA TORRE DI VEGLIA

La

Maggio• Giugno 2025

27

CARPESICA

FORMENIGA

ZANETTE ADRIANA ved.

Oliana

di anni 92 – (il 27.02.2025)

Via De Zorzi, 29

DANIOTTI GIOVANNI

di anni 78 – (il 10 marzo 2025)

Stradella

LOT ANNA MARIA ved. Faoro

di anni 94 – (il 21.92.2025)

Via Borgo Antiga, 18

LE VOSTRE OFFERTE

DE MARTIN ROSARIO Barba”

di anni 78 (il 1-5-2025)

dal 9/12/2024 al 31/03/2025

COZZUOLO

N. 21 N.N. - Contrada Via Adige per Dellamaria Giordano

- Comunione anziani e ammalati - Contributo Acat

- Uso sala compleanni - Dai battesimi - Dal Coro Pradevai

- Contributo per catechismo - dall’Apostolato della

Preghiera - GSE – Offerta per Messa giovani - Offerte

Sant’Antonio - Vendita libro – CGIL pensionati.

GALLONET RINALDO

di anni 78 – (l’11 Marzo 2025)

Piazza Cozzuolo, 10

CASAGRANDE FRANCESCO

(Franco)

di anni 86 – (il 01.04.2025)

Piazza Cozzuolo, 9

In memoria di: Marin Benito, Serafin Elda, Maso Luigina,

Rossi Ester, Bortoluzzi Stefano, Fabbro Antonio,

Barel Giuseppe, Dal Bo Alfredo, Maso Giuseppina,

Dal Bo’ Irma, Segat Duilio, Dotta Giovanni, D’Altoè Luigia,

De March Renato, Dellamaria Giordano, Bettarel

Lydia, Marchioni Jole, Alpago Tarcisio, Piccoli Pierina,

Brun Palmina, Candiago Giuseppe, Campodall’Orto

Pasquale, Tonel Regina, Fabbro Luigia, Rasador Elda,

Cenedese Lina, Zanchetta Fulvia, dalle famiglie.

TOTALE €12.775,60

Farmacie di Turno MAGGIO – GIUGNO 2025

02 maggio – PANCOTTO – Via Petrarca, 39 – 0438 53365

09 maggio – COM. 3 – Via De Nadai (Costa) – 0438 55662821

16 maggio – ZAMPERLINI – Via Da Ponte, 26 – 0438 53958

25 maggio – VAL DEI FIORI – Via Bersagliere, 14 – 0438 1892503 / 351 9491278

30 maggio – MARSON – Via Garibaldi, 114 (ai Frati) – 0438 53378

06 giugno – COM. 1 – Via Brandolini, 111 (Centro) – 0438 53378

13 giugno – PALATINI – Via Cavour, 114 – 0438 53274

20 giugno – COM. 2 – P.za Fiume, 29 (S. Giacomo) – 0438 500351

27 giugno – PANCOTTO – Via Petrarca, 39 – 0438 53365

La Guardia Medica risponde al N° 0438 553708


28 d

SAN GIACOMO DI VEGLIA

Maggio• Giugno 2025

dei

LA TORRE DI VEGLIA

La

CASAGRANDE MARIATERESA

n. 11.05.1938 m. 17.05.2024

Dal cielo dove tu sei,

vegliaci e proteggici

MARCHIONI ANTONIO

O

n. 12.12.1912 m. 23.02.1990

POSOCCO MARGHERITA

ved. Marchioni

n. 03.03.1916 m. 25.05.2007

CADALT VINCENZO

n. 09.10.1913 m. 08.05.2007

SALVADOR GIANFRANCO

n. 21.01.1936 m. 31.05.2011

LONGO GINO

n. 06.08.1928 m. 22.04.2020

NARDI AMABILE ved. Longo

n. 27.11.1936. m. 22.05.2024

SANTUZ ANNAMARIA

in Pagotto

n. 22.09.1926 m. 23.12.2011

PAGOTTO SANTE

n. 28.10.1924 m. 28.12.2016

PAGOTTO ELISEO

n. 27.06.1953 m. 10.06.2015

PAPA FRANCESCO 21 aprile 2025


MAGGIO 2025

Agenda Pastorale

Giovedì 1: San Giuseppe, lavoratore

Venerdì 2: Sant’Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa

Sabato 3: Ss. Filippo e Giacomo, apostoli

Domenica 4: III di PASQUA

101° Giornata per l’Università Cattolica; Giornata

di sensibilizzazione per il sostegno economico alla Chiesa Cattolica

Domenica 11: IV di PASQUA

62° Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

Martedì 13: B.V. Maria di Fatima

Mercoledì 14: San Mattia, apostolo

Domenica 18: V di PASQUA

Martedì 20: San Bernardino da Siena, presbitero

Giovedì 22: Santa Rita da Cascia, religiosa

Domenica 25: VI di PASQUA

Lunedì 26: San Filippo Neri, presbitero

Martedì 27: Sant’Agostino di Canterbury

Giovedì 29: San Paolo VI, papa

Sabato 31: Visitazione della B.V. Maria

GIUGNO 2025

Domenica 1: VII di PASQUA: ASCENSIONE DEL SIGNORE

Lunedì 2: Ss. Marcellino e Pietro, martiri

Martedì 3: Ss. Carlo Lwanga e compagni martiri

Giovedì 5: San Bonifacio, vescovo e martire

Sabato 7: B. Luigi Caburlotto, presbitero e fondatore

Domenica 8: PENTECOSTE

si conclude il tempo di Pasqua

Lunedì 9: B.V. Maria, Madre della Chiesa

Mercoledì 11: San Barnaba, apostolo

Venerdì 13: Sant’Antonio di Padova, presbitero e dottore della Chiesa

Sabato 14: Beato Cosma Spessotto, presbitero e martire

Domenica 15: 11 del T.O.: SANTISSIMA TRINITÀ

Giovedì 19: Solennità e processione del Corpus Domini

Sabato 21: San Luigi Gonzaga

Domenica 22: SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

Martedì 24: Natività di San Giovanni Battista

Venerdì 27: Sacratissimo Cuore di Gesù

Sabato 28: Cuore immacolato della B.V. Maria

Domenica 29: 13 del T.O.; Ss. PIETRO e PAOLO, apostoli


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