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ESSEZETA ADV SRL
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Supplemento al numero di giugno di Bresciaup.
Iscrizione presso il tribunale di brescia
N° 37/2007 dell’8 settembre 2007
DIRETTORE RESPONSABILE
Ciro Corradini
PROGETTO EDITORIALE:
Ciro Corradini
Massimiliano Lanzani
Manuela Prestini
TESTI:
Ciro Corradini
PHOTO
Fotolive
PROGETTO GRAFICO
E IMPAGINAZIONE
Sofia Carnovali
ARCHIVIO DI ESSEZETA ADV SRL
Agenzia Fotolive
Selene Zarcone
MARKETING
Mauro Bonometti by Fly Service,
Manuela Prestini
STAMPA
Pixartprinting
si ringrazia Mille Miglia srl
In memoria di Emanuele Zarcone
* È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, delle immagini e dei contenuti presenti in questo
speciale “Mille Miglia, l’Emozione Della Grande Corsa”, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione,
rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma
tecnologica, supporto o rete telematica (inclusi social networks – es. facebook, twitter, ecc…) senza
un esplicito permesso scritto da parte dell’editore.
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SOM
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VERCAM: 30 ANNI DI PASSIONE
MILLE MIGLIA DI PASSIONE E DI STORIA
CLAUDIO TOZZO: IL SIGNORE DELLE PISTE
MILLE MIGLIA: GARA DI REGOLARITA’
IL PERCORSO
IL PERCORSO DEL 2025: RITORNO ALLE ORIGINI
PARTECIPANTI
CENPI: LA SICUREZZA AL CENTRO DAL 1999
FAR DEL BENE FA BENE
COME NACQUE LA MILLE MIGLIA
In copertina
MODELLA: BENEDETTA VUONG
FOTO: DI RICCARDO BORTOLOTTI - FOTOLIVE
Cover Story
CLAUDIO TOZZO: IL SIGNORE DELLE PISTE
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MILLE MIGLIA: LE EDIZIONI DAL 1927 AL 1940
LA MILLE MIGLIA NEL DOPOGUERRA
1954: IL TRIONFO DI ASCARI
CLEMENTE BIONDETTI IL RE DELLA MILLE MIGLIA
LA MILLE MIGLIA DI EUGENIO CASTELLOTTI
GIANNINO MARZOTTO: IL CONTE IN DOPPIOPETTO
TAZIO NUVOLARI: IL MANTOVANO VOLANTE
ACHILLE VARZI: LA TECNICA ED IL CORAGGIO
1000 MIGLIA 2025: IL CALENDARIO DELLE INIZIATIVE IN PROGRAMMA A
BRESCIA
ALBO D’ORO
PROGRAMMA
RINGRAZIAMENTI
5
VERCAM:
30 ANNI DI PASSIONE
Una grande passione per le auto e la velocità. Del resto
un’auto da corsa, oggi come ieri è un capolavoro e di capolavori,
dal punto di vista lavorativo, Luigi Marini, il
titolare di Vercam Verniciature industriali, se ne intende.
Fu lui a fondare insieme alla compagna di una vita
Nadia Maifredi, l’azienda che oggi ha sede a Pontoglio
in via Palazzolo. Un’azienda divenuta leader per ricerca,
innovazione tecnologica e capacità di soddisfare le
esigenze del cliente, un’azienda che oggi vede tra i protagonisti
assoluti Beatrice e Filippo, i due figli di Luigi
e Nadia
Vercam ha recentemente festeggiato i 30 anni di fondazione
con una serata all’insegna dello spettacolo alla
quale hanno preso parte i dipendenti con le loro famiglie,
gli amici e coloro che in un modo o nell’altro hanno
contribuito alla crescita dell’azienda.
“Per noi poter festeggiare con tutti coloro che hanno
avuto un ruolo nella nostra crescita è la soddisfazione
maggiore. Vercam è una bella realtà, ma è anche e soprattutto
una grande famiglia e ciò ci rende orgogliosi”.
Con la Mille Miglia ormai alle porte Luigi Marini ci
confessa qual è un altro dei “grandi amori” della sua
vita: “Mi piacciono le auto sportive e mi piace la Mille
Miglia - confessa – anche se per un motivo o per l’altro
non sono mai riuscito a prendervi parte. Possiedo 5 vetture
storiche ed una macchina da pista, una Osella Alfa
Romeo campionessa nella categoria Sport Prototipi nel
1991. Partecipare alla Mille Miglia Storica significa, secondo
me, far parte di un evento unico che ti consente
di vedere un’Italia diversa da quella che ci appare quando
viaggiamo in autostrada. La corsa - prosegue Marini -
ti porta nei centri storici di località di una bellezza straordinaria
facendoti riscoprire una parte forse troppo
spesso sottovalutata del nostro Paese. E l’abbinata auto
d’epoca-monumenti storici è a dir poco suggestiva”.
Mille Miglia è una gara anche se in realtà a poter concorrere
per la vittoria finale sono al massimo una decina
di equipaggi: “E’ vero - conferma Marini - ormai ci
sono equipaggi che affrontano la Mille Miglia con una
preparazione meticolosa. Veri e propri specialisti che
in questa particolare disciplina, quella delle corse di
regolarità, si sono ormai imposti raggiungendo livelli
di eccellenza. Vesco e Salvinelli (i vincitori dell’ultima
6
edizione ndr) sono quasi due professionisti di questo
tipo di gare !”. Luigi Marini si appassiona quando parla
di auto, velocità e storia quasi quanto quando parla
della “sua” creatura, quella VERCAM nata quasi per una
scomessa e che oggi è leader nella verniciatura industriale
grazie alla lungimiranza di una famiglia che
guarda al futuro senza mai dimenticare il passato.
Come la Mille Miglia !
7
Di Ciro Corradini
MILLE MIGLIA DI
PASSIONE E DI STORIA
Una lunga storia d’amore che dal 1927 unisce una città e la sua
gente alla storia dell’automobile che si fa leggenda. La Mille
Miglia è parte integrale del DNA bresciano, con le sue gesta
eroiche, con i suoi miti, con i trionfi e con gli eventi drammatici
che ne scandirono la storia.
Ogni volta che la “Freccia Rossa” torna ad essere protagonista
sulle strade d’Italia è come se tornasse un vecchio amico.
Il ruggito della Mille Miglia è il ruggito della Leonessa d’Italia,
è il ruggito che dagli anni pioneristici dell’auto, ci porta dentro
la storia del nostro Paese attraversandone le contraddizioni,
le ansie, lo sviluppo economico ed i cambiamenti epocali che
hanno scosso e mutato la nostra società.
Chissà se Canestrini, Maggi, Mazzotti e Castegneto, i “quattro
moschettieri” che ebbero quell’idea folgorante di una corsa che
attraversasse l’Italia unendo Brescia a Roma e poi ancora Roma
a Brescia, pensavano in quell’ormai lontano 1927 che avrebbero
scritto una pagina indelebile della nostra storia.
La Mille Miglia è oggi una manifestazione famosa in tutto il
mondo, una sorta di cartolina viaggiante che tutto il mondo
conosce.
Un “brand” conosciuto ed apprezzato che porta Brescia in tutto
il Mondo.
Questa pubblicazione vuol essere uno strumento per meglio
apprezzare e conoscere la Mille Miglia. Un doveroso tributo
ad una iniziativa unica nel suo genere, una pubblicazione
all’interno della quale troverete una serie di notizie indispesabili
per diventare anche voi protagonisti della manifestazione.
8
All’interno di questo nostro volume troveree cifre, curiosità,
aneddoti, storie di piloti e di auto, troverete il respiro della Mille
Miglia e dei suoi protagonisti di ieri e di oggi ed immagini uniche
e straordinarie.
Doveroso il ringraziamento a quanti non hanno voluto farci
mancare il proprio sostegno e a quanti hanno lavorato con
passione a tenacia affinchè questo volume potesse accompagnarvi.
Un grazie infine a Voi, all’attenzione con la quale ci seguite.
A tutti, ovviamente, l’augurio di una buona Mille Miglia !
Ciro Corradini
9
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CLAUDIO TOZZO:
IL SIGNORE DELLE
PISTE
E’ il Signore del Divertimento, l’uomo che ha fatto ballare
centinaia di migliaia di persone, colui che da oltre 40 anni sa
cogliere come nessuno i desideri del pubblico e li trasforma
in musica. Claudio Tozzo è da sempre nell’Olimpo del suono.
E’ il Dio pagano del mixer, è nel Valhalla a consigliare Odino
sul come fondere la melodia. E’ una pietra miliare nella storia
delle discoteche lombarde che seppero farsi Regine della
Notte italiana prima che arrivasse Ibiza, prima che nascesse
un turismo che fa viaggiare i giovani di tutto il mondo a caccia
della discoteca più alla moda, del locale più affascinante e
stravagante.
Uomo mite, gentile, addirittura timido, Claudio Tozzo ha iniziato
giovanissimo quella che sarebbe diventata la sua professione
consentendogli di emergere come una balena bianca nel
mare della mediocrità.
Nato a Sirmione il 15 maggio 1963, Claudio è però di fatto lonatese
dall’età di un anno e mezzo, figlio unico di padre comandante
dei vigili urbani e madre casalinga.
“Ho iniziato a Radio Tele Sullivan: il titolare era cieco e ho iniziato
ad accompagnarlo. Con lui ho imparato tutto sul campo,
prima come tecnico, poi ho cominciato a condurre un programma
sui cantautori italiani. Era il 1977”.
Il salto in consolle in discoteca avviene per caso nel 1979: “Mi
trovavo nella discoteca Sullivan di Ponte San Marco, e il dj resident
era in ritardo ed i titolarti mi chiesero di salire in consolle.
Mi venne naturale mixare. Ai tempi ovviamente si faceva
con le mani e bisognava gestire i piatti dei giradischi. Non
c’era modo di calcolare la velocità precisa così come sarebbe
avvenuto negli anni a venire”.
Tozzo sale in cattedra, pardon in consolle, e non scenderà più.
“Sono rimasto resident fino all’83 e quell’anno sono stato chiamato
come guest al Melamare di Castiglione delle Stiviere.
Nel frattempo Radio Tele Sullivan diventava Radio Studio Più,
fondendosi con Radio Studio 93, sì. Nell’83 – ricorda Tozzo -
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ho rilevato le frequenze iniziando il percorso che ha portato
oggi Radio Studio Più è tra le prime 20 radio italiane. Abbiamo
oltre 500mila ascoltatori al giorno. Siamo un network in Fm,
una superstation globale che punta moltissimo sulle piattaforme
digitali e sulla multimedialità”.
Tozzo ha lavorato in alcuni dei più famosi locali del Mondo. E’
spesso di scena ancora oggi ad Ibiza ma non disdegna le zone
che geograficamente gli sono più care, quelle a due passi da
casa, quelle come il Lago di Garda che gli hanno regalato la
notorietà: “Il territorio legato al Lago di Garda è stato terra
di locali che oggi possiamo considerare storici, locali in cui
ho avuto il piacere e l’onore di essere protagonista. Penso al
Sullivan, al Genux, al Florida. A discoteca entrate nell’immaginario
collettivo per ciò che erano in grado di proporre. Oggi
il modo di divertirsi è cambiato. Io preferisco ancora farmi
seguire dalla gente, farla ballare, magari anche portandola
indietro nel tempo e riproponendo un sound che oggi è stato
dimenticato o soppiantato dai generi musicali emergenti.
Ma oggi anche la figura del DJ è radicalmente cambiata. Oggi
per emergere ed essere protagonista devi muoverti in un certo
modo, devi diventare personaggio, creare attorno a te una sorta
di attesa spasmodica all’insegna del chissà che cosa inventerà
stasera, chissà come si muoverà. In questo Ibiza e le sue
maxi discoteche sono ancora un punto di riferimento. Quello
del DJ diventa a tutti gli effetti uno show. Del resto – ricorda –
Ibiza è famosa in tutto il mondo per questo. Pensate che nell’isola
atterra un aereo ogni 4 minuti ! In Italia forse solo Rimini
potrebbe un giorno far concorrenza a Ibiza”
Tozzi è il Re dell’innovazione: “Negli anni ‘80 pensai di fare
un tour con due schermi giganti e proiettori Barco per cominciare
a mixare a tempo anche i video delle canzoni. Uno spettacolo
innovativo che diventò resident alla Bussoladomani di
Viareggio nel 1984. Poi vennero le riprese video ai tour di Edoardo
Bennato e Zucchero, Eros Ramazzotti e Vasco Rossi perchè
volevo consentire al pubblico di vedere meglio i cantanti
grazie agli schermi ai lati del palco. Ho investito quello che
avevo e ha funzionato”.
Ma nella storia di Claudio Tozzo c’è il Genux, la discoteca più
grande del mondo.
Dal 1989 al 1997 è stato resident, performer e dj, con serate da
30mila presenze ! Des Alpes di Madonna di Campiglio, l’Altromondo
di Rimini, l’Energy di Cesenatico il Privilege di Ibiza
dove nel 2019 è diventato resident all’Ushuaia («Mucho») e
all’Hi («Richbitch»).
Ma c’è un segreto nel successo di Caludio Tozzo ? “Semplice:
riuscire a percepire l’umore della pista. Il DJ deve capire come
poter rendere le persone felici, facendole ballare”.
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MILLE MIGLIA:
GARA DI REGOLARITA’
La Mille Miglia è una gara di regolarità. Quindi non è importante la velocità, ma il rispetto del tempo assegnato
per percorrere i diversi tratti della corsa. Il percorso si snoda su cinque tappe: Brescia-PadovaSan Lazzaro di
Savena, San Lazzaro di Savena-Roma, Roma-Cervia Milano Marittima, Cervia-Parma e infine Parma-Brescia.
Il percorso di queste tappe deve essere effettuato mantenendo la media dei 50 km orari. La media tiene conto
anche del fatto che la Mille Miglia attraversa alcuni centri storici.
Ogni tappa ha un tempo imposto. Fondamentali i controlli orari che hanno la funzione di verificare il passaggio
dei concorrenti ed il loro tempo. Se ad esempio un concorrente parte da Roma alle 6 e 30 ed il tempo imposto
per arrivare a Siena è di 5 ore e 49 minuti, egli dovrà arrivare al controllo orario di Siena alle 12 e 19. Se arriverà in
anticipo o in ritardo verrà penalizzato.
Insieme ai controlli orari lungo il tracciato della Mille Miglia vi sono poi i controlli di passaggio. Questi hanno
il solo scopo di verificare e far rispettare il percorso imposto ai concorrenti.
Ad incidere in maniera profonda su quella che sarà la classifica della Mille Miglia saranno poi le “Prove Cronometrate”
che sono state disseminate lungo tutto il percorso della manifestazione. Per effettuare tali tratti i concorrenti
dovranno anche in questo caso rispettare una tabella di marcia. Il rilevamento dei tempi viene fatto al
centesimo di secondo attraverso il passaggio su “pressostati”, ovvero tubi di gomma collegati ad un cronometro
stampante al quale l’impulso viene dato dal passaggio delle ruote anteriori della vettura. Il passaggio anticipato
o ritardato significa penalità certa.
I concorrenti per poter gareggiare al meglio, a bordo hanno orologi e cronometri di precisione. In commercio
esistono poi speciali cronometri in grado di rilevare tempi in sequenza facilitando il compito del concorrente.
Inoltre è indispensabile che il contachilometri della vettura sia il più preciso possibile. Anche in questo caso in
commercio si trovano speciali apparecchi, trip-master, in grado di fornire un fondamentale aiuto tecnologico.
Ogni equipaggio è poi dotato di “road book” che descrive dettagliatamente, attraverso simboli e note, il percorso
da seguire.
Ma al fine di determinare la classifica finale, conta anche la vettura usata. Ad ogni auto infatti viene assegnato
un particolare coefficiente che viene poi utilizzato nella stesura definitiva delle classifiche. A determinare il coefficiente
sono innanzitutto la partecipazione del modello alla Mille Miglia. Quindi l’anno di costruzione della
vettura. Poi la cilindrata dell’auto e la appartenenza di categoria (sport, gran turismo etc). Un ulteriore bonus
viene concesso se l’esemplare ha partecipato o è stato iscritto alla Mille Miglia.
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IL PERCORSO | maps
BRESCIA
PALAZZOLO
SULL'OGLIO
TRAVAGLIATO
PONTOGLIO
SONCINO
GUSSAGO
ADRO
ORZINUOVI
PREVALLE
GAVARDO
VILLANUOVA SUL CLISI
PADENGHE SUL GARDA
SIRMIONE
DESENZANO
DEL GARDA
MANERBA DEL GARDA
MONIGA DEL GARDA
VERONA
BOVOLONE
CREMONA
FERRARA
BUSSETO
PARMA
PASSO
DELLA CISA
SAN LAZZARO
DI SAVENA
(BOLOGNA)
PASSO DELLA
RATICOSA
FORLÌ
CERVIA -
MILANO MARITTIMA
PASSO
DELLA FUTA
GAMBETTOLA
VIAREGGIO
PRATO
EMPOLI
PRATOVECCHIO
STIA
REPUBBLICA
DI SAN MARINO
LIVORNO
ACCADEMIA
MARINA MILITARE
SAN
MINIATO
PONTEDERA
AREZZO
ANGHIARI
SANSEPOLCRO
SIENA
FOIANO
DELLA CHIANA
1 a Tappa / MARTEDÌ 17
Brescia
San Lazzaro di Savena (Bologna)
VAL D'ORCIA
CITTÀ DELLA PIEVE
ORVIETO
2 a Tappa / MERCOLEDÌ 18
Bologna
Roma
CAPODIMONTE
3 a Tappa / GIOVEDÌ 19
Roma
Cervia – Milano Marittima
RONCIGLIONE
4 a Tappa / VENERDÌ 20
Cervia – Milano Marittima
Parma
ROMA
5 a Tappa / SABATO 21
Parma
Brescia
IL PERCORSO DEL 2025:
RITORNO ALLE ORIGINI
La Mille Miglia continua a stupire. Lo scorso anno l’organizzazione
propose un percorso in senso antiorario. Quest’anno
invece si torna in qualche modo all’antico.
Le prime 12 edizioni della Mille Miglia furono caratterizzate
infatti da un percorso a “otto” che puntava da Brescia verso
l’Adriatico e quindi, dopo l’immancabile passaggio da Roma,
tornava di nuovo verso la costa orientale d’Italia.
Così l’edizione 2025 della rievocazione storica della corsa della
Freccia Rossa, dopo la partenza martedì 17 giugno da Viale
Venezia, un tempo viale Rebuffone, punterà come di consueto
verso il Lago di Garda toccando tra l’altro Desenzano e Sirmione
prima di avviarsi verso Verona. Da qui il serpentone di
auto arriverà a Bovolone e quindi attraverserà tutto il centro
storico di Ferrara, città che da sempre garantisce alla Mille
Miglia una accoglienza straordinaria con una vera e propria
marea di folla in attesa della carovana che, dopo aver sfiorato
il Castello degli Estensi, piegherà verso San Lazzaro di Savena,
località alle porte di Bologna dove si chiuderà la prima
frazione. Il giorno successivo, mercoledì 18 giugno, le vecchie
signore dell’automobilismo sportivo dovranno affrontare due
passi mitici per la Mille Miglia come il Passo della Raticosa ed
il Passo della Futa. Quindi le vetture transiteranno da Prato e
da Siena, la città del Palio che ha accolto la corsa della Freccia
Rossa in Piazza del Campo, la Piazza del Palio. Infine da Siena
la bussola della corsa punterà decisamente a sud verso Roma
dove si chiuderà la seconda impegnativa tappa.
La mattina di giovedì 19 giugno da Roma inizierà la risalita
verso nord puntando verso Orvieto, Foiana della Chiana e San
Sepolcro, tutte località affascinanti e ricche di storia. Poi ecco
l’attraversamento della Repubblica di San Marino con la salita
sul Monte Titano prima della discesa verso Cervia-Milano
Marittima che ancora una volta accoglierà la auto della Mille
Miglia. Sull’Adriatico si chiuderà la terza tappa. Venerdì di
buon’ora la auto piegheranno verso Forlì e poi, attraversando
nuovamente gli Appennini scenderanno verso Empoli,Pontedera
e Livorno dove la Mille Miglia renderà omaggio all’Accademia
della Marina Militare prima di risalire il Tirreno, attraversare
Viareggio e attraverso il Passo della Cisa planare verso
Parma dove si chiuderà la quarta tappa. L’ultima frazione sarà
una sorta di passerella verso Brescia toccando molte delle
località della provincia posta ad ovest rispetto al capoluogo
dove, tornando in Viale Venezia, le vetture riabbracceranno la
città della Mille Miglia e dove conosceremo il nome del vincitore
della edizione 2025 della corsa.
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PARTECIPANTI
17 - 21 Giugno 2025
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CENPI: LA SICUREZZA AL CENTRO DAL 1999
Da oltre venti anni, CENPI si distingue come punto
di riferimento nel settore della certificazione di
ispezione e prevenzione degli infortuni. Fondata a
Brescia nel 1999, l’azienda si è affermata come un
ente specializzato nell’erogazione di servizi di verifica
e certificazione di impianti, rivolgendosi a aziende,
pubblica amministrazione e privati, tra cui condomini
e abitazioni private.
Chi siamo
CENPI nasce con l’obiettivo di garantire la sicurezza
degli impianti e degli apparecchi utilizzati sia in ambito
industriale che civile. La nostra missione è quella di
contribuire alla tutela delle persone e delle strutture
attraverso servizi di ispezione accurati, affidabili e
conformi alle normative vigenti. La nostra presenza
capillare e la competenza del nostro team ci rendono
uno dei principali punti di riferimento nel settore a
Brescia e in tutta Italia.
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su diversi tipi di impianti e attrezzature. CENPI offre
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comunitarie, come quella delle Macchine e degli
Ascensori.
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autocarro, gru da cantiere, carroponti, piattaforme
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solidarietà, ogni giorno si impegna con passione
nella lotta contro il tumore al seno, offrendo ricerca,
prevenzione e un sostegno concreto alle donne e alle
loro famiglie.
L’Associazione Ripresa desidera ringraziare di cuore tutti
gli sponsor, i volontari e le persone che parteciperanno,
perché insieme possiamo fare la differenza. La vostra
presenza, il vostro entusiasmo, la vostra solidarietà sono
il motore di questa marcia di speranza.
La loro missione? Non lasciare nessuna donna sola
in un momento così difficile, ma prenderla per mano,
un passo alla volta, verso la rinascita e la forza di
ricominciare.
Siete tutti invitati a partecipare: venite a condividere un
momento di gioia, di solidarietà e di rinascita. Perché,
insieme, possiamo trasformare i sogni in realtà. Vi
aspettiamo!
Per sostenere questa nobile causa, Ripresa organizza
una festa speciale, aperta a tutti, un’occasione unica di
condivisione, divertimento e solidarietà.
Dal 27 al 29 giugno, presso l’Area Feste di Nuvolera,
si svolgerà un evento che farà battere forte il cuore:
tre serate di musica, buon cibo e allegria, pensate per
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si ballerà con l’energia di Omar Codazzi, sabato 28
con Marco e il Clan, e domenica 29 con la dolcezza di
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per gustare piatti deliziosi, e da un’area bimbi con
trucchi e divertimenti, per far felici anche i più piccoli.
Non mancherà una lotteria con premi stupendi, con
l’estrazione finale domenica sera, per regalare sogni e
sorrisi a tutti i partecipanti.
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di svago: è un gesto di solidarietà concreta. I fondi
raccolti saranno destinati all’acquisto di parrucche e
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COME NACQUE LA
MILLE MIGLIA
La Prima Guerra Mondiale è ancora un fresco,
drammatico ricordo e già il mondo è scosso dai
primi fremiti che porteranno al Secondo conflitto
mondiale. In Italia Benito Mussolini è al potere da
cinque anni. L’automobile è sinonimo di avventura, di
velocità, di coraggio. Le manifestazioni motoristiche si
susseguono. Circuiti ma anche e soprattutto le strade,
le prime polverose strade sulle quali si danno battaglia
quelli che vengono ancora considerati dei pazzi che
poco tengono alla vita. L’auto non è ancora diventata
un oggetto di uso comune ma è appannaggio di pochi
eletti. La nobiltà, del resto siamo in pieno Regno d’Italia,
guarda con interesse a questi aggeggi a quattro ruote
che sfrecciano rombando nelle città. Vi guardano con
particolare attenzione i rampolli della nobiltà. Due di
loro, Aymo Maggi e Franco Mazzotti, rispettivamente
23enne e 22enne, raggiungono spesso Milano e qui la
Galleria ed il Biffi, una sorta di punto di ritrovo per gli
appassionati, i piloti ed il giornalisti sportivi dell’epoca.
E’ probabilmente frequentando campioni che al Biffi
erano di casa come Varzi, Nuvolari o Borzacchini,
che i due iniziano a pensare che Brescia meriti una
grande manifestazione sportiva. Nel dicembre del
1926 prendono contatto con un altro bresciano, Renzo
Castagneto, che è il segretario della costituenda
sede bresciana del RACI, il Regio Automobil Club
d’Italia, quello che oggi è l’Aci. Castagneto ha 34 anni
ed è considerato uomo di innate doti organizzative.
Insieme a Castagneto, Mazzotti e Maggi contattano
anche il trentino, milanese di adozione, Giovanni
Canestrini, 32enne redattore della Gazzetta dello Sport
e primo giornalista a specializzarsi in automobilismo.
I quattro cominciano a ragionare sulla possibilità
di organizzare quella che poi sarebbe diventata la
Mille Miglia. Sono anni di grandi imprese, gli anni
della spedizione del dirigibile di Nobile al Polo, gli
anni della trasvolata oceanica di Lindbergh. I quattro
valutano, in un primo momento, la possibilità di far
rivivere alcune corse del passato. Le loro attenzioni si
concentrano sul Circuito Di Brescia, noto come “Fascia
d’Oro”, la corsa creata da Arturo Mercanti che però,
intuendo le potenzialità che avrebbero potuto avere le
corse su pista, aveva appena inaugurato l’Autodromo
di Monza. I quattro moschettieri pensano allora a
qualcosa di unico, qualcosa che possa accendere la
fantasia degli appassionati e dei piloti, qualcosa che
profumi di leggenda ed impresa ancor prima di iniziare.
Brescia però deve avervi un ruolo fondamentale, ma
come escludere Roma visto che a quei tempi tutto
doveva convergere sulla Capitale. Allora ecco l’idea: un
percorso che porti da Brescia a Roma e ritorno. Franco
Mazzotti è reduce da una serie di gare disputate negli
Stati Uniti e si accorge che il percorso misura circa 1600
km, ovvero 1000 Miglia. Nasce così la “Coppa della
Mille Miglia”. Resta da risolvere un problema, o meglio,
da trovare una spiegazione accettabile per il fatto che,
in un periodo di grande autarchia, si usi una unità di
misura straniera come le Miglia. Ma Canestrini trova
subito una risposta più che credibile: l’Impero Romano,
cui il fascismo guarda con attenzione, era misurato in
miglia! Così presero il via i lavori di preparazione della
prima edizione. Ad appoggiare i quattro moschettieri
ci fu fin da subito, la Gazzetta dello Sport e soprattutto
Augusto Turati, un bresciano che rivestiva il ruolo di
segretario del Partito Fascista. Il 26 marzo del 1927 iniziò
così l’epopea della Mille Miglia. Toccò ad una OM
2000 condotta dalla coppia Minoia-Morandi, onore di
tagliare per prima il traguardo alla media di 77 km orari.
Il successo fu fin da subito straordinario e dette lustro
a Brescia e all’Italia. La leggenda della Mille Miglia era
nata.
48
MILLE MIGLIA: LE EDIZIONI
DAL 1927 AL 1940
La Mille Miglia inizia nel 1927. Il primo successo va alla
coppia Minoia-Morandi sulla bresciana OM 200 alla
media di 77km/h. Il successo fu travolgente. La gente
per le strade si entusiasmò e a Roma, a veder passare le
vetture, c’erano Vittorio Emanuele III e il Duce, Benito
Mussolini.
La seconda edizione andò a Giuseppe Campari Lodi,
detto “il negher” per via della carnagione scura e dei
capelli corvini. Campari pesava oltre cento chili e
faceva non poca fatica ad entrare nell’abitacolo della
sua vettura. Secondo le cronache del tempo, “il negher”
era capace di mangiare una dozzina di uova prima di
ogni partenza. Campari seppe ripetersi anche nel 1929.
Nel 1930 il successo andò a Tazio Nuvolari, il
mantovano volante, reduce dalle vittoriose esperienze
sulle due ruote e in alcune gare automobilistiche, in
Italia e in Europa. Epici i suoi duelli con Achille Varzi.
Quell’anno al via anche la principessa Colonna, prima
donna pilota a partecipare. Del 1931 il primo successo
straniero. A conquistarlo il tedesco Caracciola su
Mercedes. Nell’edizione del 1932 il successo andò
a Borzacchini, amicone di Nuvolari, che batté la
Mercedes di Broschek-Sebastian. L’episodio chiave
della gara a Perugia dove Campari era primo, ma fu
costretto al ritiro per una spettacolare uscita di strada.
Secondo il “negher” quell’incidente era avvenuto
per colpa del suo compagno Sozzi in quel momento
al volante. Con la macchina finita contro un muro, i
due piloti uscirono indenni, ma Campari, inferocito,
balzato fuori dall’abitacolo, prese a inseguire Sozzi,
minacciandolo davanti agli sbigottiti spettatori con un
martello.
Nel 1933 è ancora Nuvolari a trionfare, mentre l’anno dopo
Varzi si prese la rivincita anche grazie ad un consiglio di
Enzo Ferrari che gli disse di montare le gomme Pirelli
invece che le Dunlop che aveva montato “Nivola”. Nel
1935 vittoria di Carletto Pintacuda con l’Alfa Romeo
biposto della scuderia Ferrari alla fantastica media di
210 km orari, nuovo record della corsa.
Nel 1936 l’industria italiana dovette lottare contro le
sanzioni economiche inflitte dalla Società delle Nazioni
all’Italia in conseguenza della campagna coloniale
in Etiopia. Le case automobilistiche furono costrette
a gareggiare con vetture alimentate da carburante
autarchico. Addirittura sei macchine in quell’edizione
del ‘36 andavano a carbonella ! Il successo andò a Brivio.
Mentre nel 1937 fu ancora Pintacuda a trionfare. Nel
1938, prima vittoria di Biondetti, la corsa fu funestata dal
tragico incidente di Bologna che mise fine alla MM glia.
Infatti, il giorno successivo un laconico comunicato del
governo fascista annunciava: “II ciclo delle Mille Miglia
sulle strade nazionali é definitivamente chiuso”. Questa
decisione chiuse la serie delle Mille Miglia classiche di
prima della guerra mondiale, e fino al 1940 non si parlò
di riprendere in qualche modo la fantastica corsa che
dodici edizioni eccezionali avevano già reso famosa. Nel
1940 la Mille Miglia tornò a dispetto dei venti di guerra
incombenti, su di un circuito stradale ridotto circoscritto
alle province di Brescia, Cremona e Mantova. Nacque
in tal modo la tredicesima edizione della Mille Miglia
ribattezzata “Primo Gran Premio Città di Brescia”. Vinse
il barone tedesco Von Hanstein che con la sua Bmw fece
registrare una media (fantastica per allora) di 166,723 km
orari. La Guerra però chiuse la prima parte della storia
della Mille Miglia.
51
LA MILLE MIGLIA NEL
DOPOGUERRA
La Mille Miglia rinacque nel 1947, in pieno dopoguerra.
Dopo innumerevoli e comprensibili difficoltà
organizzative, la corsa prese il via alle 20,11 minuti del
21 giugno. Parteciparono oltre centocinquantacinque
macchine. Due le macchine italiane nuove: la Ferrari
e la Cisitalia. Su una delle cinque Cisitalia c’era Tazio
Nuvolari, alla partenza dato per favorito. Sembrava che
il “mantovano volante” potesse coronare con successo
la sua cavalcata, ma nel tratto tra Asti e Torino un
violento nubifragio ostacolò non poco le macchine
scoperte tra cui quella di Nuvolari, che venne superato
da Biondetti con la sua ben più comoda e coperta
Alfa Romeo. Vano fu l’inseguimento di Nuvolari che a
Brescia fu secondo.
Grande protagonista il mantovano l’anno successivo
quando, malato e distrutto per la perdita di due figli,
venne convinto da Enzo Ferrari a prendere il via.
Nuvolari parte in testa con la sua Ferrari ma comincia
a sentirsi male, tormentato da mal di gola e di stomaco,
ed è costretto a sporgersi dal finestrino. A Roma però
è primo. Imboccata la via Aurelia, prese a stare meglio
ma nel contempo era la sua macchina a soffrire qualche
battuta a vuoto. A un controllo sul ponte Milvio ci fu
un inconveniente spiacevole con i meccanici incapaci
di richiudere il cofano dell’auto del mantovano che
allora decise di staccarlo e ripartì così. Sugli Appennini
Nuvolari stava sorpassando un concorrente sulla breve
salita del Romito, quando ci fu un urto violento contro
la parete rocciosa. Nuvolari riuscì a tenere il volante
e malgrado la vettura girasse su sé stessa a impedire
che si ribaltasse, rimettendola in carreggiata. Ma si
era rotto il perno della sospensione posteriore destra
e danneggiata una balestra. Con mezza macchina
scassata, Nuvolari arrivò primo anche a Firenze. La
gente di tutt’Italia seguiva le vicende via radio con
apprensione e sempre più interesse per le sorti di Nivola.
C’erano davanti a lui i passi della Futa e della Raticosa.
Col cuore sospeso l’Italia alla radio non aveva orecchi
che per la Ferrari numero 1049. Superati i due passi,
Nuvolari si lanciò su Bologna, dove transitò ancora in
testa. Tra Modena e Reggio Emilia arrivò la pioggia.
E pochi istanti dopo la notizia che nessuno avrebbe
voluto sentire: ‘Nuvolari si é ritirato a Villa Ospizio, a
un chilometro dalla città”. L’Italia si ammutolì. Mentre
la Ferrari era abbandonata sul ciglio della strada sotto
52
una pioggia battente, il campione venne trasportato
in una vicina canonica e adagiato sul letto del prete.
Al suo capezzale arrivò Enzo Ferrari: “Ti rifarai l’anno
prossimo”. E lui scuotendo la testa: “No, non ci sarò io in
corsa l’anno prossimo”. Vinse ancora Biondetti sempre
su Ferrari, capace poi di ottenere un’altra clamorosa
vittoria l’anno successivo. Nel 1950 nasce la stella del
Conte Marzotto, al via in doppiopetto tra lo scetticismo
generale, ma capace di mettere tutti d’accordo sul
traguardo di Brescia e capace di bissare la vittoria del
1950 nel 1953. Nel mezzo i successi di Villoresi,nel 1951, e
di Bracco nel 1952. Nel 1954 fu la volta del grande Alberto
Ascari di iscrivere il suo nome nell’albo d’oro della
manifestazione. Quella del 1955 viene invece ricordata
per l’unico successo inglese, quello del grande Stirling
Moss che stabilì il record assoluto della corsa a bordo
della sua Mercedes: 157,65 Km/h. Il 1956 fu invece l’anno
del lodigiano Eugenio Castellotti che sul traguardo
di Brescia trovò ad attenderlo Delia Scala. L’edizione
del 1957 coronò la carriera di Piero Taruffi che vinse
e subito dopo annunciò il suo ritiro dalle corse. Ma
quell’edizione fu anche l’ultima a seguito di un grave
incidente che costò la vita al pilota spagnolo De Portago.
A Guidizzolo mentre la sua vettura era lanciata a 290
chilometri all’ora, uscì di strada in seguito allo scoppio
di una gomma. Insieme al pilota morì il suo secondo,
Nelson, ma vennero uccise anche dieci persone travolte
dalla vettura che si schiantò fuori strada. Da qui la
decisione di mettere fine alla Mille Miglia.
53
1954: IL TRIONFO DI ASCARI
Nato a Milano il 13 luglio 1918, Alberto Ascari non ha
nemmeno sette anni quando è spettatore della morte
del papà Antonio (uno dei più forti corridori della sua
epoca), ribaltatosi con la sua Alfa Romeo P2 al Gran
Premio di Francia del 1925, al circuito del Montlehry.
Da quel triste giorno, il giovane Alberto decide di
seguire le orme del genitore in tutti i modi possibili.
Nel 1936 non conclude nemmeno l’ultimo anno di
liceo per dedicarsi al motociclismo, dove è impegnato
fino al 1939, guidando Sertum, Gilera e soprattutto la
Bianchi, con la quale ottiene la vittoria alla mitica,
in quegli anni, “Sei Giorni di Salisburgo”. A questo
punto l’obiettivo del pilota meneghino è passare alle
quattro ruote.
Siamo nel 1940, il secondo conflitto mondiale sta per
arrivare anche in Italia, ma il giovane Ascari fa in
tempo a disputare la Mille Miglia (insieme al cugino
Giovanni Minozzi come meccanico), a bordo di uno
dei due esemplari della Auto Avio 815, la prima vettura
realizzata da Enzo Ferrari.
L’esperienza nella classica Brescia-Roma-Brescia non
è da considerarsi molto positiva: un incidente mette
dopo poco tempo fuori gioco Ascari e la sua auto,
irrimediabilmente danneggiata. Una cosa che il Drake
negli anni a venire sotto sotto non gli ha mai perdonato,
visto che da allora di Auto Avio 815 ne esisterà solo una.
Ascari nel 1952 e nel 1953 si laurea Campione del Mondo
di Formula 1
La Mille Miglia lo vede trionfare nel 1954 quando
partecipa alla corsa a bordo di una Lancia D24 barchetta.
Ascari vince la corsa con oltre 34 minuti di vantaggio sul
secondo arrivato, Vittorio Marzotto. Al terzo posto si
piazza Luigi Musso su Maserati.
Il 26 maggio del 1955 Alberto Ascari è a Monza per assistere
ad una sessione di prove per il GP Supercortemaggiore,
che l’amico Eugenio Castellotti sta effettuando con una
Ferrari Sport. Alberto non resiste alla tentazione della
velocità. E’ un po’ titubante all’inizio, perché non ha
con sè il suo casco azzurro portafortuna. Poi si convince,
e in camicia e pantaloni sale in auto. Farà poco più di
due giri. Durante il terzo, nella curva che porta oggi il
suo nome, va a sbattere violentemente. Sbalzato fuori
dall’abitacolo, Alberto, gravemente ferito, muore dopo
pochi minuti. Nessuno ha visto l’incidente, e non si saprà
mai come è veramente accaduto. Per i suoi funerali che
si svolsero in Piazza Duomo a Milano, venne proclamato
il lutto nazionale.
54
CLEMENTE BIONDETTI
IL RE DELLA MILLE MIGLIA
Quattro successi a suggellare un feeling straordinario
con la corsa piu’ bella del mondo. Clemente Biondetti
è stato uno dei più rappresentativi piloti italiani del
periodo a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, ed
è il primatista in fatto di vittorie, quattro, alla Mille
Miglia.
Biondetti, fiorentino d’adozione, era nato a Buddusò,
in provincia di Sassari il 18 agosto 1898. La velocità
l’aveva nel sangue. La sua carriera, come quella di
molti colleghi a cominciare dal grande Tazio Nuvolari,
iniziò con le corse in motocicletta. Nel 1927 passò alle
quattro ruote. Dopo alcuni successi con la Talbot e con
la Bugatti, Biondetti nel 1931 venne ingaggiato dal team
ufficiale Maserati ed in quello stesso anno ottenne
due significativi terzi posti nei Gran Premi di Roma e
di Francia. La fama di Biondetti crebbe notevolmente
dopo il suo passaggio alla milanese Alfa Romeo. Il 1938
arriva la sua prima vittoria alla Mille Miglia, ottenuta
al volante di una delle nuove Alfa Romeo 8C da 3000cc
a doppio compressore, magnificamente carrozzate da
Touring.
Alla Mille Miglia del ‘38 Biondetti stabilì il nuovo
record assoluto della gara a oltre 135 km/h di media, un
record che doveva restare imbattuto per ben quindici
anni ed ancor oggi strabiliante in rapporto alle strade
del tempo.
Purtroppo Biondetti non poté sfruttare appieno la
notorietà che il successo alla Mille Miglia gli portò,
visto che di lì a poco i venti di guerra che minacciavano
l’Europa divennero una tragica realtà, travolgendo il
mondo.
Con l’ingresso dell’Italia in guerra la corsa venne
sospesa. Nel 1947 la Mille Miglia tornò a ruggire. Gli
organizzatori dovettero superare problemi enormi.
Strade impraticabili, ponti abbattuti, la mancanza di
carburante e pneumatici e la diffidenza della nuova
Repubblica nei confronti di una manifestazione che era
stata spesso sfruttata dalla propaganda nazionalistica
di Mussolini che ne aveva appoggiato la nascita.
Un ruolo determinante nella rinascita della corsa
fu quello dell’allora 29enne vicesindaco di Brescia,
Bruno Boni che sarà poi Sindaco per circa trent’anni,
e passerà alla storia come il “Sindaco della Mille
56
Miglia”. In Piazza Vittoria, poco prima della partenza
dell’edizione del 1947, il pilota bresciano Emilio Romano
ingaggiò come coopilota Clemente Biondetti che si
aggirava sconsolato, privo di un ingaggio, tra le auto. La
mossa si rivelò vincente visto che i due si aggiudicarono
la gara, dopo un interminabile duello con la Ferrari del
grande Tazio Nuvolari, sotto una pioggia battente.
Biondetti seppe ripetersi nel 1948 e nel 1949 cogliendo
così tre successi consecutivi da aggiungere a quello
ottenuto nel 1938. All’apice della fama Biondetti,
dopo una positiva esperienza con la Ferrari, decise
di mettersi in proprio e realizzò un originale “ibrido”
costruito con telaio Ferrari 166S e motore Jaguar Sport
6 cilindri da 3400cc. Con questa apparentemente strana
vettura partecipò all’unico Gran Premio di Formula
1 della sua carriera, a Monza nel 1950. Qualificatosi
venticinquesimo su 27 partenti, dovette ben presto
ritirarsi per il cedimento del propulsore. Dopo questa
parentesi sfortunata, Biondetti tornò alla Ferrari,
classificandosi terzo, in coppia con Stagnoli, al Gran
Premio di Monaco-Montecarlo del 1952, quell’anno
disputatosi eccezionalmente con vetture Sport anziché
di Formula. Nel ‘53 Biondetti corse con la Lancia D20,
classificandosi tra l’altro ottavo alla Mille Miglia che
quell’anno vide la vittoria di Giannino Marzotto su
Ferrari. La stagione successiva - l’ultima della sua
carriera - Biondetti la disputò invece di nuovo con le
vetture di Maranello, ottenendo anche un buon quarto
posto assoluto alla Mille Miglia.
Nella sua lunga carriera, Clemente Biondetti poté
vantare tre partecipazioni alla 24 Ore di Le Mans (nel ‘38,
nel ‘51 e nel ‘53) e ben otto alla Targa Florio, comprese fra
il 1927 e il 1954.
Minato da un male incurabile Clemente Biondetti morì
a Firenze il 24 febbraio del 1955.
57
LA MILLE MIGLIA DI
EUGENIO CASTELLOTTI
Ventinove aprile 1956. E’ in programma la 23esima
edizione della Mille Miglia. Enzo Ferrari punta su un
quartetto di assi per vincere la corsa. Ci sono Collins,
Musso, Fangio e poi c’è lui. Gli chiedono di fare la
volpe, partire scatenato, tirare al massimo per rompere
il fiato, anzi le macchine, agli avversari. Dietro di lui
Collins, Musso e Fangio a far corsa regolare. Lui è
giovane e irruento. Sale al volante della Ferrari 290
MM che sembra fatta apposta per lui, l’unico della
squadra del cavallino rampante ad amarla veramente.
Fangio la riteneva scorbutica: il dodici cilindrici tre litri
e mezzo rendeva soltanto da 5000 a7200 giri, quindi
richiedeva una guida aggressiva, con il piede sempre
schiacciato sull’acceleratore. Eugenio Castellotti ha le
corse nel sangue. Viene da Lodi. Dal padre ha ereditato
una fortuna. La madre faceva la cameriera e lui è nato
da una relazione extraconiugale. Il padre avvocato l’ha
riconosciuto legalmente prima di morire lasciandogli
un patrimonio. Ha iniziato a correre non appena
compiuti i 18 anni comprandosi una Ferrari e non ha
più smesso. Ha tre amori nella sua vita: la madre, le auto
e Delia Scala, soubrette tra le più amate dell’epoca. Da
Brescia parte a razzo. A Vicenza comincia a piovere ma
lui rimane in testa. A Forlì viene superato da Taruffi
che, per lo sforzo richiesto alla propria auto, si ritira
dopo pochi chilometri. Eugenio torna al comando.
A Pesaro il Conte Trips su Mercedes lo supera. Ad
Ancona Eugenio torna primo. Da Pescara a Roma la
corsa si svolge sotto un vero e proprio nubifragio. E
non manca il vento che con le sue raffiche schiaffeggia
le auto in piena velocità. A Viterbo gli comunicano
che è primo con sei minuti e mezzo di vantaggio su
Collins e Musso. Schiaccia più forte sull’acceleratore
e a Siena ha dieci minuti su Collins.Sotto una pioggia
torrenziale, con una vettura scoperta, Eugenio resiste e
insiste. Sulla Futa trova la nebbia.Dopo Bologna rompe
la visiera appena sostituita agli occhiali che indossava
a Brescia. Mancano ancora 300 km al traguardo: si
ferma, fa segno al pilota di una piccola Sport e questi si
accosta al ciglio della strada e gli cede la visiera. Nasce
così una delle tante leggende della Mille Miglia: il
campione che corre a 200 all’ora sotto la pioggia che lo
acceca. Da quel giorno Castellotti correrà sempre con
un paio di occhialini di riserva al collo. Manca ormai
poco al traguardo. Mentre guida sui lunghi rettilinei
della pianura padana, Eugenio Castellotti, racconterà
poi, si mette a recitare l’Ave Maria. Prega perchè non
gli portino via la corsa più bella del mondo, ma non
rallenta. Con una manovra rischiosa e inutile supera
Guido Cabianca sul rettilineo d’arrivo proprio appena
prima del traguardo fra due ali di folla e sotto una
pioggia incessante. Scriveranno i giornali: “Un corridore
travolgente che non sopporta di avere nessuno davanti
a sé”. Eugenio Castellotti vince in 11 ore, 37 minuti e
10 secondi, un record viste le condizioni meteo. Rifila
11 minuti al secondo, Collins, e 34 minuti a Musso che
giunge terzo. Il grande Fangio arriva quarto a 49 minuti
da Eugenio e dice: “Ho sofferto incredibilmente. Questa
è stata la gara più dura di tutta la mia carriera”. Eugenio
si aggiudica anche il Gran Premio Nuvolari assegnato al
pilota che sa essere più veloce nel tratto da Cremona a
Brescia: 169 km orari di media sotto la pioggia. Eugenio
Castellotti entra così nel mito dalla Mille Miglia.
58
GIANNINO MARZOTTO:
IL CONTE IN DOPPIOPETTO
Giannino Marzotto, industriale tessile e pilota, vinse per 2 volte la Mille Miglia. Il suo primo successo arrivò a sorpresa
nel 1950. Nel 1953 il Conte in doppiopetto concesse il bis
Giannino era nato nel 1928 ed inizio a correre nel 1948.
La prima vittoria nella corsa della Freccia Rossa, Marzotto la ottenne nel 1950. Al via di quella edizione c’erano i
migliori piloti del momento, da Serafini a Bracco, da Biondetti e Fagioli, Ascari, Musso, Bonetto, Villoresi, Cortese.
Ma Giannino aveva un talento per le auto e la velocità, e li mise in fila tutti correndo in doppiopetto invece che con
la impersonale tuta d’ordinanza.
Nel 1953 Marzotto, legato a Enzo Ferrari da amicizia profonda, si presenta al via della corsa che ha già vinto su di una
Ferrari da 4100 cmc dotata di 300 cavalli e per questo velocissima sui rettilinei ma difficile da guidare sui tratti in
salita.
Marzotto dà una dimostrazione delle sue straordinarie qualità di guida e stabilisce il primato della corsa alla media
di 142,347 km/h, strappandolo a Biondetti che lo deteneva dal 1938. Al secondo posto si piazza il grande Fangio su Alfa
Romeo, staccato però di circa 12 minuti. Terzo è Bonetto.
60
L’inizio della corsa aveva premiato Sanesi che alla media di oltre 182 km/h era transitato primo al controllo di Verona
dopo 68 km, davanti a Taruffi, Farina, Villoresi, Fangio e Marzotto, staccato di poco meno di un minuto. Ma tra Verona
e Ravenna la Mille Miglia perdeva Taruffi e Villoresi, entrambi alle prese con problemi meccanici ed entrambi
costretti al ritiro.
A Pescara Sanesi, a bordo dell’Alfa Disco Volante, è ancora primo. Marzotto è quinto a oltre dieci minuti dal battistrada.
La corsa entra nel vivo sui saliscendi tra Pescara e Roma. L’Alfa di Sanesi cede di schianto così come Farina e la sua
Ferrari.
Così a Roma transita primo il tedesco Kling davanti all’argentino Fangio. Marzotto è terzo, staccato di poco piu’ di 4
minuti dal leader. A Roma si ritira anche il registra cinematografico Roberto Rosselini.
La corsa si decideva in toscana. Nei pressi di Radicofani il tedesco Kling usciva di strada e Fangio passava al comando
precedendo però di soli 1’45 lo scatenato Marzotto. Il Conte ha ricevuto la sua Ferrari, visto che l’ha acquistata, solo
poche ore prima del via della Mille Miglia e non ha potuto provarla. Tra Firenze e Bologna l’Alfa di Fangio riporta
danni allo sterzo. L’argentino è costretto a rallentare e Marzotto lo scavalca senza troppi problemi. Sul traguardo di
Brescia lo attende la moglie. Mentre si gusta il successo Giannino riceve la notizia che l’auto del fratello Paolo, terzo in
classifica generale a Firenze, ha preso fuoco. Sono momenti di grande apprensione: una telefonata riporta il sereno.
Paolo è incolume e Giannino puo’ godersi il trionfo.
La sua carriera di pilota si chiuderà praticamente in viale Venezia. C’è un impero da guidare, c’è una azienda tessile
da mandare avanti.
Nel giardino di casa sua Gianni Marzotto tiene una Iso Rivolta “Lele” che sembra stritolata dal “ragno” di uno
sfasciacarrozze: “Questo – spiegherà a chi gli chiede conto di quello strano oggetto - è il ‘Monumento al Culo’ e alla
speranza di non averne più bisogno. Mi ci sono schiantato contro un platano andando dal dentista: 17 fratture e 34
giorni d’ospedale. Ho avuto fortuna, ma con il ‘Monumento’ tutti i giorni sotto gli occhi, mi ricordo di non abusare
più così sfacciatamente della buona sorte”.
61
TAZIO NUVOLARI:
IL MANTOVANO VOLANTE
Una leggenda dell’automobilismo, un personaggio
che seppe ieri come oggi, attirare le attenzioni degli
appassionati e che riuscì ad uscire dal proprio ambito
specifico a livello di popolarità.
Tazio Nuvolari è stato uno dei più grandi piloti della
storia dell’automobilismo sportivo.
Nato a Castel d’Ario in provincia di Mantova, il 16
novembre del 1892, Tazio veniva da una famiglia
benestante. La sua passione per i motori e per la
velocità risale ai tempi della fanciullezza. Dopo aver
prestato servizio come Autiere nel corso della Prima
Guerra Mondiale, Nuvolari fugge con la giovane
Carolina Perina e, dopo la fuga, convola a giuste nozze
– riparatrici - con rito civile. Un evento scandaloso per
l’epoca !
Nel 1920 disputa la sua prima gara come motociclista.
La prima vittoria arriva nel 1921 a Verona. I suoi successi
in motocicletta gli valgono il titolo di “campionissimo
delle due ruote”, lo stesso titolo che alcuni anni dopo
venne assegnato al grande ciclista Fausto Coppi.
Il passaggio dalle motociclette alle automobili
avvenne dopo la metà degli anni venti. Tazio diventa
popolarissimo. Il grande poeta Gabriele D’Annunzio
è un suo grande estimatore e nel 1932 lo invita al
Vittoriale di Gardone e gli regala un piccola tartaruga
d’oro con la dedica: “All’uomo più veloce, l’animale
più lento”. Le cronache di allora ci raccontano che
il “Vate” in cambio chiese solo a Nuvolari di vincere
la Targa Florio che sarebbe andata in scena da
lì a poco tempo. Tazio non si scompose e stupito
rispose semplicemente: “Io corro solo per vincere”.
E naturalmente vinse quella Targa Florio. Siamo nel
1932 e Nuvolari è famoso in tutto il mondo. Per tutti
è “Nivola” o “Il mantovano Volante”. Ma quest’uomo
magro e piccolo che pare essere baciato dalla Dea
della velocità, non è affatto fortunato nella vita privata.
Nel giro di pochi anni perde entrambi i figli. Il primo,
Giorgio, a causa di una miocardite e quindi il secondo,
Alberto, deceduto in seguito ad una nefrite. Sono dolori
immensi che Tazio cerca di dimenticare correndo sulle
strade di tutto il mondo. Sembra quasi che cerchi la
morte per ciò che rischia in corsa e per come guida.
Ma il talento è straordinario. Tazio è una leggenda.
Gli aneddoti su di lui riempiono i giornali dell’epoca
62
così come le sue imprese. Nel 1930 è al via della Mille
Miglia. Sarà una gara leggendaria. L’avversario più
temibile è Achille Varzi. Nuvolari ingaggia col rivale
un duello avvincente. E qui la sotria si mischia con la
leggenda. Varzi ha lo svantaggio di esser partito davanti
a Nuvolari che può quindi avere un punto di riferimento
decisivo. Ma c’è orgoglio ed incoscienza nel “mantovano
volante”. Varzi lo precede anche se lui è in testa con
un vantaggio rassicurante. A poche centinaia di km da
Brescia Nuvolari è dietro a Varzi. Questi però non molla.
Non vuole subire l’onta del sorpasso. Per alcuni km i
due viaggiano alla stessa distanza. E qui entra in scena
la leggenda: Nuvolari ad un certo punto avrebbe deciso
di spegnere i fanali della sua Alfa Romeo. Varzi non
vedendolo più negli specchietti retrovisori per evitare
di danneggiare la propria vettura, avrebbe deciso di
rallentare convinto che anche Nuvolari abbia fatto lo
stesso. Dopo pochi minuti però un rombo ed un colpo di
clacson scuotono Varzi: Nuvolari lo sta superando a fari
spenti! Un episodio che secondo molti è solo frutto della
fantasia. “Nivola”, e questo è storia, vincerà quella Mille
Miglia alla fantastica media, per le strade del tempo, di
100,450 km/h.
Nel 1935 Nuvolari fa imbestialire i gerarchi nazisti.
Si corre il Gran Premio del Nurburgring. Tazio è al
volante di un’Alfa Romeo che sulla carta è inferiore
come potenza alle vetture tedesche in gara. Quando
inizia l’ultimo giro Nuvolari è in ritardo. Il pubblico sul
traguardo freme e attende i propri beniamini. Ma la
folla sulle tribune ammutolisce quando vede arrivare
la vettura del campione italiano capace di superare tutti
gli avversari e piombare sul traguardo guastando la festa
ai tedeschi che, si dice, così certi della vittoria dei loro
piloti, non avevano neppure l’inno italiano del tempo,
ovvero la Marcia Reale, da far suonare e lo sostituirono
con..... ‘O Sole mio !
Tra le altre resta memorabile la sua partecipazione
alla Mille Miglia del 1948. Tazio ha ormai 56 anni. Il
suo fisico è malato. La morte dei due figli lo dilania nel
morale. Si è ritirato sul Lago di Garda in un convento
per cercare di guarire dai problemi respiratori che lo
affliggono. Enzo Ferrari, che lo conosce e lo stima fin
da quando corrreva in motocicletta, riesce a scovarlo
e lo va a trovare offrendogli un’auto per correre quella
Mille Miglia. Tazio accetta e la notizia fa subito il giro
del Mondo. Il “Mantovano Volante” si presenta al via,
secondo la leggenda, con una fiaschetta di grappa al
collo come “stimolante”. Fatica a respirare e per farlo
deve addirittura sporgersi dalla vettura. Ma la classe è
quella di sempre. Vola Nuvolari e l’Italia intera trattiene
il fiato e ne segue la cavalcata. Tazio è primo ma sta
malissimo. Al controllo orario di Roma è in testa. L’Italia
impazzisce per lui. La gente si accalca ai bordi delle
strade per salutare il grande campione ferito ma ancora
in grado di essere protagonista. Ad un controllo sul
Ponte Milvio i suoi meccanici non riescono a chiudere il
cofano. Tazio impreca e poi decide di toglierlo del tutto
quel maledetto cofano! Oggi, per la cronaca, esistono
almeno 3 cofani che secondo i rispettivi proprietari,
sarebbero quello tolto da Nuvolari....Sugli Appennini,
nel superare un concorrente, Tazio perde per una
frazione di secondo il controllo della propria vettura
che finisce per sbattere contro una parete rocciosa.
La sua corsa sembra finita, ma Tazio non si arrende.
Risale in auto, dopo aver constatato la rottura del perno
della sospensione destra ed il danneggiamento di una
balestra. A Firenze, nonostante un’auto che ormai pare
più un vecchio catorcio, è ancora primo in classifica.
Dopo Firenze però ci sono da affrontare Futa e Raticosa,
due passi che da sempre mettono in crisi auto e piloti.
Ma Nuvolari non è un pilota, è leggenda. Sbuca sulla
pianura che pare un fantasma. Il più sembra fatto. Tra
Modena e Reggio Emilia inizia a cadere una pioggia
sottile. Brescia è ormai vicinissima. A Villa Ospizio la
vettura di Nuvolari cede di schianto. L’Italia intera, che
lo seguiva per radio col fiato sospeso, riceve la notizia e
tutto sembra farsi silenzio. Mentre la Ferrari se ne sta
63
malinconica sul ciglio della strada sotto una pioggia
battente, il campione venne trasportato in una canonica
e adagiato sul letto del prete. Al suo capezzale arriva
Enzo Ferrari: “Ti rifarai l’anno prossimo” gli sussurra.
Nuvolari però sa che non sarà così: “No, non ci sarò io in
corsa l’anno prossimo” gli risponde…….
Tazio Nuvolari morirà a Mantova l’11 agosto del 1953.
L’anno prima era stato colpito da un ictus. Fu sepolto
con gli abiti che indossava sempre, per scaramanzia,
durante le corse: un maglione giallo, pantaloni blu e
una sciarpa tricolore. Al fianco il suo volante preferito.
Sulla lapide la frase: “Camminerai più veloce nelle vie
del cielo”.
L’Italia intera lo piange. Il corteo funebre che lo
accompagna per l’ultimo viaggio è lungo diversi
chilometri. Si stima che fossero presenti oltre 50mila
persone. La bara di Nuvolari viene adagiata su di un
telaio di macchina, scortata da Alberto Ascari, Luigi
Villoresi e Manuel Fangio.
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ACHILLE VARZI:
LA TECNICA ED IL CORAGGIO
Secondo gli esperti, fu uno dei più gradi piloti
della storia. Achille Varzi era in moto e poi in auto,
composto, perfetto, pulito. Nella sua carriera ebbe
solo due incidenti causati da errori di guida. Achille
nacque a Galliate, in provincia di Novara, nel 1904. La
sua prima passione sono le motociclette alle quali si
avvicina giovanissimo avendo però già come obiettivo
le automobili. Nelle moto arrivano fin da subito i primi
successi ed è proprio nelle due ruote che inizia anche il
suo duello infinito con Tazio Nuvolari che pure iniziò
con le motociclette la sua straordinaria carriera. Varzi e
Nuvolari daranno vita ad epici duelli ma furono anche
amici. Così, dopo l’esperienza motociclistica, quando
Nuvolari fonda una sua scuderia chiama proprio Varzi
ad affiancarlo. Il sodalizio però dura solo pochi mesi. E
Varzi lascia la scuderia “Nivola” per correre in proprio.
Nel 1929 diventa pilota ufficiale della Alfa Romeo e
conclude la terza edizione della Mille Miglia con un più
che onorevole terzo posto. L’anno successivo è il duello
con Nuvolari ad infiammare le folle. Varzi è primo a
Desenzano quando ormai mancano poche decine
di km al traguardo finale. Ma Nuvolari gli è dietro e,
narra la leggenda, lo segue a fari spenti aspettando il
momento opportuno per superarlo. E quando lo fa per
Varzi non c’è più nulla da fare. Il pilota piemontese
però si vendicherà alla Targa Florio andando a battere
il rivale e giungendo sul traguardo con l’auto in fiamme
a causa di una perdita di benzina. I tifosi si dividono,
gli appassionati si schierano e l’Italia sportiva si divide
in due partiti ben distinti: chi sta con il “Mantovano
Volante” e chi sta con Varzi. Nella edizione della Corsa
della Freccia Rossa del 1933 la meglio va a Nuvolari,
mentre l’anno dopo Varzi si prende la rivincita sulla
sua Ferrari. In questa edizione il piemontese trasse
vantaggio dal fatto di partire dietro all’acerrimo rivale
che gli fornì riferimenti importanti. A Bologna Varzi
passò in testa dopo un lungo inseguimento. Vincente
anche la scelta di pneumatici Pirelli ancorizzati, il cui
battistrada era stato intagliato lateralmente per far
defluire l’acqua. Nel 1935 Varzi decide di passare alla
Auto Union e per molti quello viene considerato una
sorta di “tradimento” in una Italia Nazionalista come
quella dell’epoca. Ma a Varzi interessa solo vincere e
l’Auto Union sembra il mezzo ideale per soddisfare
le sue ambizioni. Il motore posteriore della vettura
è una novità che impone un cambio nel suo stile di
guida ma lui si sa adattare in fretta ed i successi non
mancano. Nel 1935, al Gran Premio di Germania vinto
clamorosamente da Nuvolari, Varzi conosce la moglie
di un suo compagno di squadra e i due si innamorano.
Inizia una relazione che porterà il pilota piemontese
ad allontanarsi dalle corse. Ed è probabilmente in
questo periodo che Achille inizia a far uso di morfina.
E’ l’inizio del declino. Al Gran Premio di Tunisi ha il
primo incidente della sua carriera: esce di strada e la
sua auto si ribalta più volte. Achille esce illeso anche
se scosso. Negli anni successivi la spirale della droga lo
assorbe sempre di più e le sue partecipazioni alle corse
si fanno più rare. Il suo carattere degenera. Spesso non
si fa trovare, annuncia la partecipazione a corse alle
quali poi non si fa vedere. La Guerra sembra mettere
fine alla sua epopea. Ma a sorpresa ricompare nel 1946:
si è disintossicato, ha lasciato Ilse e si è sposato con una
amica di vecchia data ed ha ripreso a correre. A 42 anni
debutta per la seconda volta. Torna alla vittoria nel
Circuito di Torino dopo otto anni dall’ultimo successo.
Nel 1948 incontra un giovane che vuole emergere: Manuel
Fangio. Varzi ed il pilota argentino diventano subito
66
amici e Achille lo sprona, lo consiglia, lo introduce nel
difficile mondo delle corse automobilistiche. Il 1 luglio
del 1948 è in programma il Gran Premio di Berna. Prima
delle auto sono di scena le motociclette. Il dramma è
dietro l’angolo. Muore il centauro Omobono Tenni,
una sorta di leggenda vivente delle due ruote. Subito
dopo Achille Varzi prova sotto una leggera pioggia la
sua Alfa 158. Il pilota affronta a moderata velocità una
curva il lieve discesa. L’auto improvvisamente perde
aderenza, Varzi prova a correggere con lo sterzo. L’auto,
quando pare stia per fermarsi, improvvisamente
si ribalta su di un fianco e finisce in un fosso. L’urto
non è particolarmente cruento e sembra che non vi
siano problemi per il pilota. Invece Varzi ha battuto
violentemente la testa ed è morto sul colpo. Con lui se
ne va una delle grandi leggende dell’automobilismo
mondiale.
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1000 MIGLIA 2025: IL CALENDARIO
DELLE INIZIATIVE IN PROGRAMMA A
BRESCIA
Dal 29 Maggio al 30 Giugno, MO.CA: Mostra fotografica “Heart of the race – I meccanici della 1000 Miglia” - di
Elizabeth Kahane.
Sabato 14 Giugno, dalle ore 9:00, Auditorium S.Barnaba: VI edizione della Conferenza sulla Sicurezza
Stradale, organizzata dal Centro Studi Città Amica per la sicurezza nella Mobilità dell’Università degli Studi di
Brescia, in collaborazione con il G.RO.C (Gruppo Rotariano – Sicurezza Stradale per la Vita, Italia) e con il patrocinio
di 1000 Miglia.
Ingresso libero.
Sabato 14 e Domenica 15 Giugno: Bolidi e Dimore. In collaborazione con il Club della Mille Miglia “Franco Mazzotti”,
l’evento prevede l’esposizione di una quarantina di vetture d’epoca nei seguenti palazzi storici di Brescia:
Il Comando Compagnia della Guardia di Finanza, Casa Coppellotti-Colla, Palazzo Bargnani, Palazzo Materossi,
Palazzo Averoldi, Casa Togni e Caserma Goito.
Domenica 15 Giugno, ore 16:30, Piazza Vittoria: inaugurazione Villaggio 1000 Miglia e Premiazione del Concorso
Artistico del Progetto “La 1000 Miglia va a scuola”.
Domenica 15 Giugno, ore 18:30: Trofeo Gaburri.
100 tra le auto iscritte a 1000 Miglia e al Ferrari Tribute prenderanno il via nell’ottava edizione del Trofeo Gaburri,
la gara di regolarità con partenza da Piazza Vittoria che prevedrà 10 Prove Cronometrate fra Corso Zanardelli, via
Brigida Avogadro e via del Castello, per poi raggiungere Piazza Loggia e terminare in Piazza Paolo VI.
Lunedì 16 Giugno, ore 17:00. Ridotto del Teatro Grande: 1000 Miglia Talk.
Presso il Ridotto del Teatro Grande sarà la volta di 1000 Forme - Disegnate per vincere, il Talk 2025 organizzato da
1000 Miglia e moderato da giornalisti di Quattroruote e Ruoteclassiche. L’evento vedrà protagonisti alcuni tra i nomi
più autorevoli del Car Design che, insieme alla preziosa testimonianza di un pilota della storica Freccia Rossa, si
confronteranno sull’evoluzione stilistica delle vetture che hanno fatto la storia della Corsa più bella del mondo.
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.
Lunedì 16 Giugno, ore 21:00. Viridarium del Museo Santa Giulia: proiezione in anteprima di “Ferrari: Fury & The
Monster”.
Il film, dedicato a Enzo Ferrari, Mauro Forghieri e al progetto dell’iconica Ferrari 250 GTO, sarà trasmesso in autunno
nelle sale cinematografiche. Ingresso libero.
Sabato 21 Giugno, dalle ore 12:00, Viale Venezia: Sfilata di arrivo delle vetture con animazione a cura di Festa della
Musica..
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SISTI- BERNINI
Harley Silverstone 1950
2002
CANÈ - GALLIANI
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2008VIARO - VIA-
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Alfa Romeo 6C 1928
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FERRARI - FERRARI
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2010
CANÈ - GALLIANI
BMW 328 MM Coupé
1939
2011
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Aston Martin Le Mans
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2014
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Alfa Romeo 6C 1750 GS
Spider Zagato
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Alfa Romeo 6C 1750 Super
Sport
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A. VESCO / F. SALVINELLI
Alfa Romeo 6C 1750 Super
Sport Zagato
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A. VESCO / F. SALVINELLI
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16:30 - 21:30
18:30 – 19:30
10:00 - 19:00
11:00 - 21:30
18:00
07:30 – 08:30
08:30 - 11:30
Dalle 10:45
12:30
19:00
21:15
06:15
12:15
19:20
05:30
13:15
19:00
20:15
06:00
13:15
21:15
06:45
12:00
Seguito da
18:30
Verifiche sportive e tecniche - Paddock Brixia Forum
Inaugurazione Villaggio 1000 Miglia
8° Trofeo Roberto Gaburri - Partenza dal Villaggio 1000 Miglia - Arrivo in Piazza Paolo VI
Verifiche sportive e tecniche - Paddock Brixia Forum
Punzonatura e presentazione delle vetture - Villaggio 1000 Miglia
Santa Messa con benedizione delle vetture - Duomo Nuovo
Verifiche sportive e tecniche ante gara - Paddock Brixia Forum
Punzonatura e presentazione delle vetture - Villaggio 1000 Miglia
Pranzo di partenza
Inizio 1 a tappa, Brescia-San Lazzaro di Savena (BO): partenza della prima vettura
- Viale Venezia
Sosta delle vetture a Ferrara - Piazza Trento-Trieste
Fine 1 a tappa, San Lazzaro di Savena (BO): arrivo della prima vettura - Via JF Kennedy
Inizio 2 a Tappa, Bologna-Roma: partenza della prima vettura
- Viale Europa c/o Fiera di Bologna
Sosta delle vetture a Siena - Piazza del Campo
Fine 2 a tappa, Roma: arrivo della prima vettura - Villa Borghese
Inizio 3 a tappa, Roma-Cervia: partenza della prima vettura - Sheraton Parco de’ Medici
Sosta delle vetture a Arezzo - Piazza Grande
Sosta delle vetture a Cesena
Fine 3 a tappa, Cervia: arrivo della prima vettura - Piazza Andrea Costa
Inizio 4 a tappa, Cervia-Parma: partenza della prima vettura
- Viale Anello del Pino incrocio con Traversa XV Pineta
Sosta delle Vetture a Pontedera - Piazza Cordificio Billeri
Fine 4 a tappa, Parma: arrivo della prima vettura - Palazzo della Pilotta
Inizio 5 a tappa, Parma-Brescia: partenza della prima vettura - Via Emilia Ovest
Fine 5 a tappa, Brescia: arrivo della prima vettura
Sfilata delle vetture - Viale Venezia, passaggio d’onore in Piazza Vittoria
con esposizione delle 3 auto vincitrici
Cerimonia di premiazione
Programma soggetto a modifiche
Villaggio 1000 Miglia – Piazza della Vittoria
Race Paddock, Brixia Forum – Via Caprera 5, Brescia
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