leStrade n° 1610 agosto settembre 2025
INFRASTRUTTURE BlueSky di Pilosio e il primo ripristino green in Italia MATERIALI Consolidamento del sottofondo della rete ATM
INFRASTRUTTURE
BlueSky di Pilosio e il primo ripristino green in Italia
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N. 1610/8-9 AGOSTO SETTEMBRE 2025
Casa Editrice la fiaccola srl
INFRASTRUTTURE
BlueSky di Pilosio e il primo
ripristino green in Italia
MATERIALI
Consolidamento del
sottofondo della rete ATM
ISSN 0373-2916
7 7 0 3 7 3 2 9 1 6 0 2
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ISSN 0373-2916
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N. 1610 Agosto Settembre 2025 anno CXXVII
ISSN: 0373-2916
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COME ERAVAMO
7 I TEMI DEL NUMERO DI SETTEMBRE DEL 1925
di Fabrizio Parati
L’OPINIONE LEGALE
8 OMISSIONE DEGLI OBBLIGHI DICHIARATIVI
IN SEDE DI GARA
di Claudio Guccione
NOTIZIE DALL’ANAS
12 SICILIA, PONTE AD ARCO SAN GIULIANO
13 SICILIA, SVINCOLO “MANGANARO”
14 ABRUZZO, IL PONTE PALADINI
NEWS
16 ATTUALITÀ
28 CONVEGNI
30 AGENDA: CONVEGNI, CORSI, EVENTI
INFRASTRUTTURE & MOBILITÀ
32 IL TRAFORO STRADALE DEL FREJUS
di Pasquale Cialdini
48 INFRASTRUTTURE ALPINE
di Monica Banti
50 MATERIALE ROTABILE E MANUTENZIONE PREDITTIVA
52 L’EVOLUZIONE DELLA SICUREZZA NEI CANTIERI STRADALI:
TECNOLOGIE, RUOLI E INNOVAZIONE
di Federica Cavagliano
54 AL GRUPPO ASTM NUOVO CONTRATTO A NEW YORK
56 IL PROGETTO DRIVER BEHAVIOUR ANALYSIS
di Edvige Viazzoli
58 GRU GRANDI RIVOLUZIONI URBANE SU BOLOGNA
di Fabrizio Parati
68 PONTI E VIADOTTI PRENDONO VOCE
di Carlo Dossi
70 TRAFFIC CALMING, TRA PAESAGGIO E MOBILITÀ
di Daniela Stasi
76 NUOVA LINEA AV/AC SALERNO REGGIO CALABRIA
di Mauro Armelloni
78 INFRASTRUTTURA STRATEGICA PER ROMA
E PER IL GIUBILEO 2025
MATERIALI E TECNOLOGIE
80 COPREM A MACERATA
84 CONSOLIDAMENTO DEL SOTTOFONDO DELLA RETE
TRAMVIARIA DI MILANO
di Mauro Lagalante
88 PRODOTTI UNICI PER DURARE NEL TEMPO
di Silvio Cocco
92 TUBI PALADEX®
di Mauro Armelloni
94 INTERNATIONAL EXPERT FORUM 2025
96 CAM STRADE: ECOPNEUS CON PUNTO 3
di Carlo Dossi
98 HEIDELBERG MATERIALS ITALIA CALCESTRUZZI
ACQUISISCE IL 100% DI CAVA NORD S.R.L.
MACCHINE & ATTREZZATURE
100 PRIMO RIPRISTINO GREEN IN ITALIA
di Nelly Pellin
108 DYNAPAC SD 25 70W, LA FINITRICE CHE ANTICIPA I
CANTIERI 4.0
di Andrea Ghiaroni
114 IL CANTIERE DEL FUTURO
di Fabrizio Parati
118 VÖGELE SULLA “PIRAMIDE DELLE ALPI”
di Damiano Diotti
120 OFFICINE RIGAMONTI, LA SICUREZZA DEL NUOVO
TRAFORO DEL TENDA
122 WOMBAT E LIZARD, LE CONVINCENTI E NUOVE PROPOSTE
DI CIFA
di Andrea Ghiaroni
124 MACCAFERRI E CPT GROUP
di Gabriele Villa
ASSOCIAZIONI
126 IRF 2025 AWARDS
di Gonzalo Alcaraz
127 RILEVAZIONE ANNUALE OICE/CER
128 LE ULTIME NOVITÀ DELL’ESTATE S.I.I.V
di Stefano Coropulis
Associazione Italiana
per l’Ingegneria Traffico
e dei Trasporti
Associazione Mondiale
della Strada
Associazione Italiana
dei Professionisti
per la Sicurezza Stradale
Associazione Italiana
Segnaletica e Sicurezza
Associazione Laboratori
di Ingegneria e Geotecnica
Associazione
Industrie
Ferroviarie
Associazione Italiana
Segnaletica Stradale
European Union
Road Federation
Formazione Addestramento
Scienza Tecnologia Ingegneria
Gallerie e Infrastrutture
Federazione delle Associazioni
della filiera del cemento,
del calcestruzzo e dei materiali di
base per le costruzioni nonché
delle applicazioni e delle
tecnologie ad esse connesse
Federazione Industrie
Prodotti Impianti Servizi
ed Opere Specialistiche
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Federation
Associazione delle
organizzazioni di ingegneria,
di architettura e di consulenza
tecnico-economica
Società Italiana Geologia
Ambientale
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Numero di iscrizione 14744
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Responsabile Scientifico CERTeT,
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e Turismo dell’Università Bocconi di Milano
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la Navigazione e i Sistemi informativi e statistici
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IN RAPPRESENTANZA DELLE ASSOCIAZIONI
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MARIA PIA CERCIELLO
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Sottocontrollo
Ponteggi EuroEdile S.r.l.
euroedile.it
In copertina Ad Occhiobello, lungo la A13, l’ecosistema
del Po salvo grazie al BlueSky. Messo
a punto da Pilosio, il sistema raccoglie le acque
di lavorazione per non contaminare l’ambiente.
Allo scopo di proteggere il delicato ecosistema
del Po, nel cantiere di ripristino del viadotto che
attraversa il fiume in località Occhiobello (intervento
che rientra in un più ampio progetto di
ammodernamento della rete autostradale di
Aspi), era fondamentale prevenire la dispersione
di acque di lavaggio contaminate. Per scongiurare
questo rischio, Euroedile Ponteggi ha
proposto ad Amplia Infrastructures una soluzione
innovativa, e utilizzata per la prima volta
in Italia: il BlueSky. Il sistema, ideato dal team
Ingegneristico diretto dall’Ing. Alessandro Zanatta
della friulana Pilosio di Tavagnacco, è
stato sviluppato per rispondere in modo concreto
alle sfide consolidate del settore che necessitano
di un sistema efficace per raccogliere
l’acqua e i materiali residui provenienti
da attività come idrodemolizione, idroscabbling
e water-jetting ed impedirne così le perdite
nell’ambiente circostante.
CODEVINTEC ITALIANA Srl
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ECOMONDO 2025
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SAMOTER 2026
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Cifa 122 Halmar International 54 Paladeri 92
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Valli Zabban 22
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Vitali 20
Coprem 80 Itinera 54 Ponteggi EuroEdile 100
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Displaid 68 Liebherr 114 Rete Ferroviaria Italiana 76, 80
In questo numero
4 8-9/2025 leStrade
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25›27 settembre
2025
I temi del numero
di settembre
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cementizio,
ing. Franklin
Colamonico
• Esperienze sulla
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calcestruzzi
all’attrito,
I. Vandone
• Le Vie Consolari
in Roma,
ing. M. Maggiorelli
• Sezione trasversale
di una strada
moderna,
I. Vandone
• Una “Strada
Sperimentale”
in Inghilterra,
I. Vandone
• Ricerche sulla
resistenza delle
pavimentazioni
cementizie,
I. Vandone
• Norme americane
pel calcestruzzo
semplice
ed armato.
CUNEO - TORINO - MILANO - VERONA - IMPERIA - SAVONA - CAGLIARI - TARANTO - FREJUS - ALBY sur CHÉRAN
leStrade 8-9/2025 7
Normativa e infrastrutture
Omissione degli obblighi dichiarativi
in sede di gara
Obbligo di rendere dichiarazioni complete sulle pregresse vicende
professionali riconducibili al grave illecito professionale
Avv. Prof. Claudio Guccione
Il Consiglio di Stato, con la sentenza
n. 5589, pubblicata in data 27 giugno
2025, ha ribadito l’onnicomprensività
dell’obbligo dichiarativo gravante sul
concorrente di una gara pubblica precisando
che tale obbligo si estende a tutte
le pregresse vicende professionali dell’operatore
economico, senza possibilità
L’avvocato Claudio Guccione, fondatore di P&I - Studio Legale Guccione & Associati,
è Professore a contratto di Diritto dei Contratti di Partenariato Pubblico
Privato all’Università degli Studi di Teramo (claudio.guccione@peilex.com).
per quest’ultimo di svolgere in via preventiva
alcuna selezione in merito alla
rilevanza dei fatti da dichiarare.
Inquadramento normativo
L’obbligo dichiarativo in capo all’operatore
economico trova il proprio fondamento
normativo nell’art. 96, comma 14, del
d.lgs. 36/2023, secondo cui “l’operatore
economico ha l’obbligo di comunicare
alla stazione appaltante la sussistenza
dei fatti e dei provvedimenti che possono
costituire causa di esclusione ai sensi
degli articoli 94 e 95, ove non menzionati
nel proprio fascicolo virtuale”.
La norma precisa altresì che “l’omissione
di tale comunicazione o la non veridicità
della medesima, pur non costituendo di
per sé causa di esclusione, può rilevare
ai sensi del comma 5 dell’articolo 98”.
L’art. 98, comma 5, del d.lgs. 36/2023,
stabilisce che “le dichiarazioni omesse o
non veritiere rese nella stessa gara, diverse
da quelle di cui alla lettera b) del
comma 3, possono essere utilizzate a
supporto della valutazione di gravità riferita
agli elementi di cui al comma 3”.
La norma in commento impone una regola
di comportamento riconnessa al
dovere dell’operatore economico di agire
con lealtà e di evitare di porre in essere
azioni ingannevoli o omissioni. Sicché
in base a tale regola incombe sull’operatore
economico l’onere di fornire tutte
le informazioni rilevanti, conosciute o
ragionevolmente conoscibili con la normale
diligenza, anche se tali informazioni
possono risultare ad esso sfavorevoli.
La stessa giurisprudenza del Consiglio
di Stato - formatasi sotto la vigenza del
previgente Codice ma applicabile per eadem
ratio anche nella vigenza del d.lgs.
36/2023 - è pacifica nel ritenere che gli
obblighi dichiarativi posti a carico degli
operatori economici partecipanti a procedure
di affidamento di contratti pubblici
siano funzionali alla valutazione della
loro integrità e affidabilità da parte
della stazione appaltante e, per tale ragione,
investono “ogni dato o informazione
comunque rilevante”, di talché, un
eventuale inadempimento ha “attitudine
a concretare una forma di grave illecito
professionale” (cfr. Consiglio di Stato,
Ad. Plen., 28 agosto 2020, n. 16).
I fatti di causa
La provincia di Foggia ha indetto una
procedura negoziata, ai sensi dell’art.
50, co. 1, lett. c), d.lgs. n. 36/2023, finalizzata
all’affidamento dei lavori di
manutenzione straordinaria e di miglioramento
strutturale di un ponte ubicato
lungo una strada provinciale.
Nel corso di tale procedura di affidamento,
successivamente alla formulazione
della proposta di aggiudicazione in favore
dell’operatore economico primo classificato,
la stazione appaltante ha provveduto
ad accertare l’effettivo possesso
dei requisiti generali e speciali previsti
dalla normativa vigente.
Nel contesto di tali verifiche, mediante
consultazione del casellario informatico
dell’ANAC, è emersa a carico dell’impresa
la presenza di due annotazioni che
non erano state dichiarate in sede di
gara da parte della società: la prima,
riferita alla revoca di una precedente
aggiudicazione disposta nel 2021; la
seconda, relativa a una risoluzione contrattuale
intervenuta nel 2022.
La stazione appaltante, ritenendo le
suddette annotazioni rilevanti ai fini della
valutazione dell’affidabilità dell’operatore
economico, ha disposto l’esclusio-
ne dello stesso dalla procedura di gara:
l’amministrazione, in particolare, ha ritenuto
che tali fatti (taciuti dall’operatore
economico) fossero idonei a compromettere
l’affidabilità e l’integrità
dell’impresa integrando gli estremi del
grave illecito professionale ai sensi degli
articoli 95, comma 1, lett. e) e 98 del
D.lgs. n. 36/2023.
Avverso il provvedimento di esclusione
proponeva ricorso dinanzi al TAR Puglia
l’impresa esclusa eccependo, tra le altre,
la violazione del giusto procedimento
(nella specie del principio del contraddittorio)
non avendo la Stazione appaltante
comunicato l’avvio del procedimento
di revoca dell’aggiudicazione precludendo
così all’impresa stessa la possibilità
di dimostrare in concreto la propria affidabilità
professionale.
Il TAR Puglia (Bari), con sentenza
n. 155/2025, ha rigettato il ricorso, ritenendo
legittimo l’operato della stazione
appaltante e giudicando infondate le
censure sollevate dalla ricorrente. Avverso
tale decisione la società ha proposto
appello reiterando le doglianze
già articolate in primo grado e disattese
dal TAR.
In particolare, l’appellante ha ribadito la
denunciata violazione del principio del
contraddittorio lamentando l’omessa comunicazione
di avvio del procedimento
di esclusione nonché l’illegittimità del
provvedimento medesimo per difetto di
istruttoria e insufficiente motivazione in
ordine alla valutazione dell’affidabilità
professionale dell’operatore economico.
La pronuncia del Consiglio
di Stato
Il Consiglio di Stato, con sentenza
n. 5589, pubblicata in data 27 giugno
2025, ha rigettato l’appello e confermato
integralmente la decisione assunta
dal giudice di primo grado ribadendo,
inter alia, la portata onnicomprensiva
dell’obbligo dichiarativo che grava
sull’operatore economico partecipante
alla gara.
In particolare, i Giudici di Palazzo Spada
hanno ritenuto corretta la ricostruzione
operata dal TAR Puglia secondo cui,
nel caso di specie, l’omessa attivazione
del contraddittorio procedimentale non è
imputabile alla stazione appaltante bensì
al comportamento omissivo dell’operatore
economico.
In proposito, il Collegio rileva come l’esclusione
della ricorrente da parte della
stazione appaltante sia avvenuta a
seguito della valutazione di due vicende
annotate nel casellario ANAC - revoca
e risoluzione - che la Provincia di
Foggia ha qualificato come “gravi illeciti
professionali” in quanto sussumibili
nella fattispecie di cui all’art. 98, comma
3, lett. c), del D.lgs. n. 36/2023 (in
forza del quale “L’illecito professionale
si può desumere al verificarsi di almeno
uno dei seguenti elementi: […] condotta
dell’operatore economico dimo-
L’Opinione legale
8 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025 9
PREFABBRICHIAMO
PER LA TUA
SICUREZZA
strato significative o persistenti carenze
nell’esecuzione di un precedente contratto
di appalto o di concessione che
ne hanno causato la risoluzione per inadempimento
oppure la condanna al risarcimento
del danno o altre sanzioni
comparabili, derivanti da inadempienze
particolarmente gravi o la cui ripetizione
sia indice di una persistente carenza
professionale”) e quindi annoverabili tra
le cause di esclusione non automatica
previste dall’art. 95, comma 1, del medesimo
decreto, con conseguente obbligo
per l’operatore economico di dichiararle
in sede di presentazione dell’offerta
(cfr. art. 96, comma 14, d.lgs. 36/2023).
La violazione di tale obbligo dichiarativo
evidenzia una condotta omissiva e potenzialmente
fuorviante da parte dell’operatore
economico, il quale avrebbe
dovuto dichiarare autonomamente, in
sede di gara, le suddette vicende al fine
di consentire all’amministrazione una
valutazione piena e trasparente della
propria affidabilità professionale.
Come ribadito dal Consiglio di Stato
nella sentenza in commento, dunque, i
concorrenti di una gara pubblica devono
dichiarare ogni episodio della vita professionale
astrattamente rilevante ai fini
dell’esclusione, pena l’impossibilità per
la stazione appaltante di verificare l’effettiva
rilevanza di tali episodi sul piano
della integrità professionale dell’operatore
economico.
Di conseguenza non è configurabile in
capo all’impresa alcun filtro valutativo
o facoltà di scegliere i fatti da dichiarare,
sussistendo l’obbligo della onnicomprensività
della dichiarazione, in modo
da permettere alla stazione appaltante
di espletare, con piena cognizione di
causa, tutte le valutazioni di sua competenza.
Detto altrimenti, non è possibile che il
concorrente di una gara pubblica valuti
a monte la irrilevanza di propri precedenti
comportamenti astrattamente riconducibili
nell’alveo di quelli integranti il
c.d. grave illecito professionale e decida
autonomamente di omettere di segnalarli
alla stazione appaltante (rendendo
così false o incomplete dichiarazioni) e
ciò al fine di evitare possibili esclusioni
dalla gara.
A ciò si aggiunga che, nella vigenza del
codice del 2023, la rilevanza della condotta
omissiva risulta rafforzata alla luce
dei principi della fiducia e della buona
fede di cui agli articoli 2 e 5 d.lgs. n.
36/2023, che rappresentano specifici
obblighi comportamentali tanto per la
stazione appaltante quanto per l’operatore
economico.
Osservatorio normativo
Legge n. 105 del 18 luglio 2025 recante
“Conversione in legge, con modificazioni,
del decreto-legge 21 maggio 2025,
n. 73, recante misure urgenti per garantire
la continuità nella realizzazione di infrastrutture
strategiche e nella gestione
di contratti pubblici, il corretto funzionamento
del sistema di trasporti ferroviari
e su strada, l’ordinata gestione del
demanio portuale e marittimo, nonché’
l’attuazione di indifferibili adempimenti
connessi al Piano nazionale di ripresa e
resilienza e alla partecipazione all’Unione
europea in materia di infrastrutture
e trasporti.” (G.U. 19/07/2025, n. 166).
FAQ ANAC nuovo codice dei Contratti
pubblici (d.lgs. n. 36/2023) aggiornate
al 6 agosto 2025. nn
Crezza S.r.l.
Via Barona, 4 - 23020 Gordona (SO)
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L’Opinione legale
10 8-9/2025 leStrade
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Notizie da Anas
Notizie da Anas
Sicilia, ponte ad arco San Giuliano
Aperto al traffico il ponte ad arco
San Giuliano sulla carreggiata
in direzione Agrigento della nuova
SS 640 “Strada degli Scrittori”
Alla cerimonia di apertura hanno
preso parte tra gli altri: il Vicepresidente
del Consiglio e Ministro
dei Trasporti e delle Infrastrutture,
Matteo Salvini; l’Amministratore
Delegato di Anas, Claudio Andrea
Gemme; il Presidente della
Regione Siciliana, Renato Schifani;
il Sindaco della città di Caltanissetta,
Walter Tesauro.
L’AD di Anas, Claudio Andrea Gemme,
nel corso della cerimonia, ha
dichiarato: «Ringrazio tutti quanti
hanno contribuito alla realizzazione
di questo ponte avveniristico di
altissimo pregio, qualità e affidabilità.
Una nuova opera, possiamo
dire che da oggi si riscrive la storia
della viabilità fra Agrigento-Caltanissetta.
Con 28 chilometri di nuovissimo
tracciato di strada extraurbana
principale e un investimento
complessivo di oltre un miliardo
di euro. Da tanti anni questa infrastruttura
attendeva di essere
messa al servizio della collettività
siciliana. Oggi siamo qui a testimoniare
che, grazie al lavoro e all’impegno
di tutti, abbiamo potuto superare
una situazione di crisi che
fino a qualche anno fa non sembrava
potesse essere sovvertita».
Il ponte
Di particolare valenza tecnica e paesaggistica,
il ponte ha una lunghezza
di 170 metri e darà continuità
alla carreggiata stradale fino
all’imbocco lato A19 della galleria
Caltanissetta, in Sicilia la più lunga
e più dotata di tecnologie, di recente
aperta nella sua configurazione
definitiva.
La sezione stradale del ponte San
Giuliano prevede due corsie da
3,75 metri, due banchine di larghezza
costante 1,75 e 1,25 metri,
oltre a due fasce di larghezza
0,75 metri per l’alloggiamento
delle barriere laterali. L’impalcato è
del tipo misto in acciaio-calcestruzzo
ed è costituito da due travi catena
in acciaio corten. Il peso totale
della carpenteria metallica è pari a
circa 2000 tonnellate.
La sua realizzazione ha comportato
un investimento netto di 12 milioni
di euro.
La SS 640
Con il ponte San Giuliano è stato
aperto al traffico l’ultimo chilometro
della SS 640 che comprende
anche il viadotto Busita 1 sx (224
metri), la Galleria naturale San Filippo
sx (210 metri) e il viadotto
San Filippo Neri sx (176 metri).
Sono ora percorribili, nella configurazione
di progetto a doppia carreggiata
con sezione stradale tipo
B (strada extraurbana principale),
tutti i 28 chilometri del secondo
lotto dei lavori di ammodernamento
della SS 640 “Strada degli
Scrittori”, che completano l’itinerario
Agrigento–Caltanissetta, dal
km 9,800 (alle porte della città di
Agrigento), al km 69 (svincolo di
Caltanissetta con l’autostrada A19
“Palermo-Catania”).
I lavori di realizzazione di questo
lotto hanno consentito l’adeguamento
a quattro corsie del tratto
dal Km 44 all’innesto con l’autostrada
A19 “Palermo–Catania”, con
un investimento complessivo di un
miliardo e venticinque milioni di
euro. Il nuovo tratto comprende:
sei svincoli; quattro gallerie naturali,
delle quali la più lunga misura
circa quattro chilometri; cinque
gallerie artificiali; 13 viadotti.
La nuova SS 640 abbatte i precedenti
tempi di percorrenza fra le
città di Agrigento e Caltanissetta;
ottimizza i collegamenti fra i loro
rispettivi hinterland. Migliora la
connessione fra Agrigento e l’autostrada
A19. Dona all’utenza in
transito un collegamento rapido,
sicuro ed efficiente in un tratto nevralgico
per la Sicilia.
Il Responsabile del Procedimento
dell’intervento è l’Ingegnere Luigi
Mupo, il Coordinatore dell’Alta Sorveglianza
è l’Ingegnere Giuseppe
Salvia, entrambi in forza ad Anas.
Per il superamento di gravi problematiche
che avevano comportato
il blocco totale dei lavori e prefiguravano
la risoluzione del contratto
di appalto, nell’aprile 2021 è stato
nominato un Commissario Straordinario
di Governo, l’Ingegnere di
Anas Raffaele Celia, che ha operato
all’unisono con la stazione appaltante
per il raggiungimento del
risultato odierno.
Sicilia, svincolo “Manganaro”
Un importante tassello per il miglioramento del livello
di servizio dell’itinerario Palermo-Agrigento
Anas ha aperto al traffico lo svincolo
“Manganaro”, realizzato dal
Contraente Generale “Bolognetta
scpa” nell’ambito dei lavori di ammodernamento
del nuovo itinerario
“Palermo Agrigento”, che prevede
la costruzione di un nuovo
asse stradale in sostituzione dei
vecchi tratti stradali del medesimo
itinerario costituito dalle strade
statali SS189 “della Valle del
Platani” e SS 121 “Catanese”.
L’importo complessivo investito
per la costruzione del nuovo svincolo
ammonta a oltre tre milioni
di euro.
L’opera, posta al km 33,645 di
progetto (corrispondente al km
204,600 della SS 121), si inserisce
nel tratto di SS 121 dell’itinerario,
con sezione stradale tipo B
“extraurbana principale”, con caratteristiche
autostradali, a due
carreggiate con doppia corsia per
senso di marcia.
Lo svincolo, a livelli sfalsati, ha
comportato la realizzazione di
due rotatorie di raggio pari a 21
metri, poste in destra e in sinistra
dell’asse principale, che raccordano
le nove rampe di svincolo per
l’accesso alla SS 121 dalle strade
locali che collegano la viabilità statale
con i comuni limitrofi di Roccapalumba,
Alia e Vicari.
Le rampe di svincolo sono costituite
da una carreggiata a corsia unica
da quattro metri e da una banchina
da un metro.
Il cavalcavia che sovrappassa la
nuova arteria e collega le due rotatorie
sopra richiamate, ha una
luce pari a 35 metri e consente
l’attraversamento e l’inversione
di marcia. Esso ha una carreggiata
di sezione di 10,50 metri con
due corsie di marcia da 3,50 metri,
due banchine da un metro e
due cordoli da 0,75 metri.
Il completamento del nuovo svincolo
“Manganaro” ha consentito di
aprire al traffico la nuova tratta di
caratteristiche autostradali, della
lunghezza complessiva di oltre
nove chilometri, che ha richiesto
un investimento complessivo di
oltre 82 milioni di euro, nella sua
configurazione definitiva, ovvero
con le due carreggiate separate
da inizio intervento fino all’innesto
con il restante tratto in ammodernamento,
in prossimità del viadotto
San Leonardo, in fase avanzata
di realizzazione, che prosegue
in direzione Palermo.
All’inaugurazione hanno partecipato
tra gli altri l’Assessore Regionale
alle infrastrutture e alla
mobilità, Alessandro Aricò; il Responsabile
della Struttura Territoriale
di Anas Sicilia, Nicola Montesano;
il Dirigente responsabile
dell’Area Nuove Opere di Anas Sicilia,
Silvio Canalella; il Coordinatore
dell’Ufficio di Alta Sorveglianza
dei lavori di ammodernamento,
Giuseppe Salvia.
L’Ingegnere Nicola Montesano,
Responsabile della Struttura Territoriale
di Anas Sicilia, ha dichiarato:
«Oggi siamo qui per restituire
alla collettività siciliana un’opera
dall’importante valenza strategica.
Questo svincolo consente, infatti,
di mettere un altro importante
tassello al miglioramento del
livello di servizio dell’itinerario Palermo-Agrigento
e di renderlo più
scorrevole e fruibile agli utenti in
transito, eliminando i necessari
disagi connessi ad una circolazione
stradale in modalità ‘cantiere’.
Possiamo infatti affermare che
con l’apertura del nuovo svincolo
le criticità sono finite ed il percorso
è divenuto regolare, secondo
gli standard progettuali previsti».
In collaborazione con
12 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025
13
Notizie da Anas
Abruzzo, il ponte Paladini
Sulla SS 80 “Del Gran Sasso D’Italia” riaperto al traffico il ponte Paladini
Piemonte, SS 231 “di Santa Vittoria”
Completato il ripristino della pavimentazione
Anas ha completato il ripristino
della pavimentazione per un tratto
di circa 2,2 chilometri sulla statale
231 “di Santa Vittoria” tra San
Marzanotto e lo svincolo di corso
Savona (Asti), in entrambe le direzioni.
L’intervento di manutenzione
ha previsto il risanamento
Lo scorso luglio, Anas ha riaperto
al traffico il Ponte Paladini, situato
al km 40,600 della SS 80 “del
Gran Sasso d’Italia”, nel territorio
del Comune di Crognaleto, in
provincia di Teramo. La riapertura
al traffico ha concluso i lavori di
adeguamento strutturale e sismico
eseguiti da Anas nell’ambito del
Programma di Interventi del Piano
di Potenziamento e Valorizzazione
della Rete Stradale Nazionale
(PVG). L’investimento complessivo
per l’intervento ammonta a 1,7 milioni
di euro.
Il Ponte Paladini, che attraversa il
fiume Vomano, è una struttura caratterizzata
da tre arcate in muratura,
con una lunghezza complessiva
di 58 metri e una larghezza di
10,05 metri.
Il progetto di adeguamento ha previsto
un intervento completo sulla
struttura esistente, evitando la
demolizione e ricostruzione, sono
stati inoltre realizzati tre nuovi impalcati
in acciaio e calcestruzzo.
Questo intervento, di elevata
complessità tecnica e ingegneristica,
ha permesso di ridurre al
minimo i tempi di realizzazione rispetto
ai sei/otto mesi che sarebbero
stati necessari per una completa
demolizione e ricostruzione
del ponte.
della pavimentazione anche lungo
le rampe dello svincolo di corso
Savona. Alcune fasi dei lavori
sono state eseguite in notturna
per mitigare il più possibile eventuali
disagi alla circolazione locale.
L’investimento complessivo per
l’esecuzione dei lavori ammonta
a circa 1,7 milioni di euro.
Sotterraneo
Metropolitane, ferrovie, impianti
e sistemi sotterranei rappresentano
alcune delle soluzioni più avanzate per
rispondere alle sfide del presente sia
delle città sia dei territori extra-urbani,
come quelli alpini, dove opera TELT.
In collaborazione con
14 8-9/2025 leStrade
#LyonTurin
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otiziario
L’AD di Anas, Gemme, eletto
Presidente di Piarc Italia
Claudio Andrea Gemme, Amministratore
delegato di Anas
(Società del Gruppo Fs), è stato
eletto Presidente del Comitato
Nazionale Italiano di Piarc
Italia (Associazione mondiale
della strada). Entrano a far
parte della nuova governance
come vice-presidenti due capi
dipartimento del Ministero Infrastrutture
e Trasporti, Enrico
Maria Pujia e Stefano Fabrizio
Riazzola. Domenico Crocco
(Anas) viene confermato primo
delegato di Piarc Italia e Segretario
Generale.
Claudio Andrea Gemme,
Amministratore delegato
di Anas è stato eletto Presidente
del Comitato Nazionale Italiano
di Piarc Italia (Associazione
mondiale della strada).
Sicurezza, digitalizzazione
e sostenibilità
«L’Associazione Mondiale della
Strada Piarc - ha dichiarato il neopresidente
Gemme - rappresenta
un importante strumento sia
per la condivisione del know how
e delle best practice di Anas a livello
internazionale che per l’approfondimento
e il confronto con
gli Associati su tutti i temi relativi
alla strada, al trasporto stradale e
alla sicurezza.
Il mio obiettivo è di porre la massima
attenzione, a livello internazionale,
su alcune tematiche
di grande attualità che saranno
al centro dei lavori del prossimo
quadriennio: il futuro della mobilità
con la priorità della sicurezza
stradale, la digitalizzazione delle
strade sia per il controllo del traffico
che per il monitoraggio dello
stato di salute delle infrastrutture,
le best practices nell’utilizzo dell’energia
anche per centrare, con la
necessaria gradualità, l’obiettivo
della sostenibilità».
Sono tutti obiettivi, ha precisato
Gemme, «che rappresentano priorità
per Anas e per tutti i gestori
di strade e che avremo il privilegio
di affrontare confrontandoci con i
colleghi di tutto il mondo, mettendo
a fattor comune il sapere tecnico,
le sperimentazioni, i risultati,
le esperienze, le migliori pratiche
in un’ottica di condivisione».
L’associazione Piarc
Fondata agli inizi del Novecento,
Piarc è la più antica e qualificata
associazione internazionale del
settore strade, che coinvolge 129
Governi e 142 Stati.
L’associazione mondiale si occupa
di ingegneria, politica e gestione
delle reti stradali e ha lo scopo
di favorire il progresso in campo
stradale in tutti i suoi aspetti, con
l’obiettivo di promuovere lo sviluppo
delle reti stradali, di studiare
i problemi della sicurezza
stradale e rappresentare il punto
focale di interscambio delle tecnologie
stradali nel mondo.
Il Ministero delle Infrastrutture ed
Anas sono soci di diritto di Piarc
Italia, che comprende i massimi
stakeholder di settore in rappresentanza
delle amministrazioni
stradali, dei concessionari autostradali,
del mondo universitario
e delle imprese specializzate.
In collaborazione con gli ordini
professionali tecnici e con l’Associazione
dei Comuni Italiani, Piarc
Italia organizza anche eventi formativi
di alto valore tecnico, con
l’obiettivo di una diffusione capillare
del miglior sapere tecnico internazionale
anche attraverso la
pratica di valorizzazione dei giovani
talenti.
PIARC-ITALIA.IT
FS, LA METROPOLITANA AD
ALTA VELOCITÀ D’EUROPA
«Vogliamo costruire la metropolitana
d’Europa ad alta velocità,
capace di collegare le
principali città del continente e
diventare un’alternativa concreta
all’aereo.
L’obiettivo è arrivare alla creazione
di un consorzio che permetta
agli operatori di coordinare
i loro piani di investimento.
Il nostro sogno è un’alta velocità
con colori europei, e non solo
italiani, costruita con la collaborazione
di diversi operatori». Lo
ha detto l’Amministratore delegato
del Gruppo Ferrovie dello
Stato, Stefano Antonio Donnarumma.
In Francia dal 2021
Donnarumma ha confermato
l’obiettivo di FS di operare
entro il 2029 nel collegamento
Parigi-Londra con un progetto
da circa un miliardo di euro.
Dopo le tratte Parigi-Lione e Parigi-Marsiglia,
l’Ad di FS ha confermato
che Trenitalia guarda
anche a un asse Roma-Berlino
via Monaco, mentre in Spagna,
attraverso la controllata Iryo,
detiene già il 25% del mercato.
In Francia, il Gruppo FS è stato
il primo operatore alternativo
sulla rete ad alta velocità dal
2021 con il Frecciarossa Milano-Parigi.
Obiettivo: incrementare del
40% i passeggeri all’estero
Oggi Ferrovie dello Stato trasporta
già circa 230 milioni di
viaggiatori all’estero ogni anno.
I ricavi internazionali ammontano
a tre miliardi di euro su un
totale di 16,5 miliardi nel 2024,
con l’obiettivo di incrementare
del 40% il numero dei passeggeri
all’estero nei prossimi cinque
anni.
FSITALIANE.IT
Attualità
etsingegneria.it
ASSOCIATO
16 8-9/2025 leStrade
otiziario
Nereo Parisotto, Presidente Pilosio,
con Kelly Winkler, CEO & President
Sky Climber.
sto, come quello attuale, non facile
ma che privilegia la qualità
dei prodotti e la professionalità
italiana».
EP104X126mm_2018.pdf 1 28/09/18 18:30
La partnership segna
una tappa significativa per
entrambe le aziende
Pilosio, con le sue soluzioni all’avanguardia
che privilegiano sicurezza
ed efficienza anche nei
cantieri più complessi, condividerà
il suo know-how con la vasta
rete e l’esperienza di mercato
di Sky Climber, a vantaggio anche
del mercato americano Per Sky
Climber, l’accordo aggiunge una
nuova dimensione al suo portafoglio:
integrando il FlyDeck, prodotto
innovativo di Pilosio, potrà
offrire ai suoi clienti nordamericani
una gamma ancora più ampia
di soluzioni all’avanguardia, rafforzando
ulteriormente la sua posizione
di leader del settore.
Nuova e potente forza
nei settori delle costruzioni
e dell’industria del Nord
America
«Questa sinergia, tra l’eccellenza
tecnologica di Pilosio e la posizione
dominante di Sky Climber,
è destinata a creare una nuova
potente forza nei settori delle costruzioni
e dell’industria del Nord
America - commenta il Presidente
di Pilosio Nereo Parisotto. - Una
collaborazione che riflette un impegno
condiviso per migliorare la
sicurezza e le prestazioni operative
in tutto il settore per soddisfare
la crescente domanda di sistemi
di accesso sospeso ora anche
in Nord America».
PILOSIO.COM
Pilosio sbarca in America
Azienda italiana leader specializzata
in ponteggi e sistemi sospesi
innovativi, Pilosio approda
ora anche in America con la
propria piattaforma sospesa Fly-
Deck. Lo fa attraverso una partnership
strategica siglata con il
colosso americano Sky Climber,
leader globale nelle soluzioni di
accesso. L’ufficializzazione è avvenuta
al SAIA 2025 in Texas, la
fiera annuale più importante d’America
per il settore dei ponteggi
e dell’accesso e conosciuta per
esporre le maggiori innovazioni a
livello mondiale. Se fino ad oggi
l’azienda americana è conosciuta
per la sua vasta esperienza negli
accessi in quota verticali, ora,
con il FlyDeck, il sistema sospeso
brevettato di Pilosio, Sky Climber
orienta la sua rotta verso l’accesso
orizzontale, una soluzione
all’avanguardia che dà priorità
alla sicurezza e all’efficienza anche
nei cantieri più complessi.
Con il FlyDeck, che Sky Climber
distribuirà attraverso le sue dieci
sedi dislocate in tutto il Nord
del continente, l’azienda leader
di settore americana opererà
non solo per le infrastrutture,
ma anche nell’ambito commerciale;
sono sempre di più, infatti,
i data center presenti nel continente
che necessitano di strutture
di accesso sospese come il
FlyDeck di Pilosio per la manutenzione
delle apparecchiature tecnologiche.
La partnership prevede, oltre alla
vendita di attrezzature, anche di
creare un sistema di offerta a 360
gradi per tutti quei professionisti
che lavorano in quota: si tratta
di un servizio che include consulenza
tecnica, noleggio, vendita
e formazione. Tutte attività che
Pilosio finora ha fornito nel continente
europeo e che ora si appresta,
con i colleghi americani, a
portare anche oltre oceano.
La firma della partnership è avvenuta
negli spazi del quartier generale
di Pilosio, a Tavagnacco,
tra il Presidente di Pilosio, Nereo
Parisotto, e Kelly Winkler, CEO
& President Sky Climber, assieme
a George Anasis, Chairman
Sky Climber, e a John Callahan,
BDM Sky Climber. Presenti anche
Alessandro Zanatta e Tommaso
Bordignon, rispettivamente
Direttore Generale e CFO di
Pilosio; assieme a loro, ha partecipato
anche Francesca Fuser,
Business Development Manager
(BDM) di Pilosio UK, che ha
curato i rapporti e ha contribuito
in modo significativo all’accordo.
Inoltre, erano presenti Francesco
De Martino, CEO di Pilosio
Building Materials LLC negli Emirati
Arabi, e Alice Liao, CCO Pilosio
Japan e Taiwan, i quali hanno
supportato il team italiano nella
finalizzazione dell’accordo internazionale.
Una full immersion di tre giorni
durante i quali il gruppo di Sky
Climber ha avuto modo di visionare
e testare il FlyDeck in cantieri
d’eccellenza come quello sotto
il ponte sul Po dell’A13, dove la
struttura sospesa è stata allestita
assieme ad un particolare sistema
per la salvaguardia dell’ambiente
dagli scarti di lavorazione:
il BlueSky.
Un passo strategico
per Sky Climber
«Questa partnership rappresenta
un passo strategico per Sky
Climber e per i clienti che serviamo»,
ha dichiarato Kelly Winkler,
CEO e Presidente di Sky Climber.
E ha proseguito: «L’ingegneria
e i prodotti innovativi di Pilosio
sono eguagliate dalla loro integrità,
professionalità e profondo
impegno per chi lavora sui cantieri.
FlyDeck non è solo un nuovo
sistema: è il risultato di un’azienda
che ascolta le esigenze di
chi lavora sul campo e costruisce
con uno scopo preciso. Siamo orgogliosi
di offrire il sistema Fly-
Deck in esclusiva in Nord America
e di stare al fianco di un partner
i cui valori si allineano così strettamente
con i nostri. Insieme,
stiamo alzando lo standard per
l’accesso sospeso in tutta la regione».
C
Qualità dei prodotti
Y
e professionalità italiana
CM
«Abbiamo iniziato a dialogare
con Sky Climber all’inizio dell’anno,
intraprendendo diverse azio-
MY
CY
ni. Tra queste, la visita ad un
CMY
nostro cantiere e, successivamente,
al nostro stabilimento. -
K
Commenta Francesca Fuser BDM
di Pilosio UK. - Tutto ciò è stato
senza dubbio efficace in quanto
ha rafforzato la loro fiducia nella
qualità del nostro prodotto, dei
nostri processi e dei nostri materiali.
Una grande soddisfazione
culminata nella firma di questa
importante partnership italo-americana
attuata in un conte-
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Attualità
18 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025 19
otiziario
Vitali punta su innovazione,
sostenibilità e infrastrutture
Il 2024 è stato un anno di forte
crescita per Vitali S.p.A. Società
Benefit. Il valore della produzione
ha raggiunto i 138,8 milioni di
euro (+15% rispetto all’esercizio
precedente) e il patrimonio netto
si è attestato a 106,3 milioni di
euro (+25%) con Ebitda al 25%,
pari a 35 milioni. L’utile d’esercizio
è di 21,37 milioni di euro, con un
Return on Equity (ROE) del 20%
e un Return on Investment (ROI)
del 27%, a testimonianza di un’elevata
redditività e di una gestione
efficiente del capitale investito.
I numeri confermano redditività
operativa, capacità di autofinanziamento
e investimenti significativi
per sostenere la crescita.
La tendenza alla crescita del fatturato,
dell’Ebitda e del margine
è confermata anche per il 2025.
Il fatturato semestrale, a giugno
2025, ha raggiunto il valore
dell’intero 2024. Il portafoglio ordine
del Gruppo si consolida superando
quota 4 miliardi di euro.
Sostenibilità ambientale
e sociale
Parallelamente ai risultati economici,
il Gruppo Vitali continua a distinguersi
per un solido impegno
verso la sostenibilità ambientale
e sociale. Nel 2024, ha pubblicato
il secondo bilancio di sostenibilità,
ormai parte integrante dei
processi aziendali e leva strategica
per la crescita. Sempre nel
2024, il Gruppo ha inoltre compiuto
un importante passo evolutivo
trasformandosi in Società Benefit:
una scelta strategica e sostanziale
che pone la creazione di valore
condiviso al centro della propria
missione imprenditoriale.
Sul piano operativo, tra gli interventi
principali in fase di attuazione
si segnalano: la realizzazione
del sistema di mobilità sostenibile
e-BRT a Bergamo, la riqualificazione
della stazione ferroviaria
di Bergamo, la concessione per la
realizzazione e gestione dell’autostrada
Bergamo-Treviglio (bypass
autostradale di 20 chilometri
per un investimento complessivo
di 650.000.000 euro) oltre ad una
serie di progetti legati allo sviluppo
del terziario e della logistica su
tutto il territorio nazionale e numerosi
progetti infrastrutturali legati
al settore aeroportuale. La
vocazione alla transizione energetica
si è consolidata nello sviluppo,
in corso, di oltre 500 MW
di impianti fotovoltaici e investimenti
nell’idrogeno verde con
l’Hydrogen Valley in Valle Olona
(Varese). Inoltre, il Gruppo sta
lavorando in maniera sostanziale
nell’investimento nel settore digitale
e dei data center. Sul fronte
della rigenerazione urbana, Vitali
è attualmente coinvolta in due
delle operazioni più rilevanti a livello
nazionale: la riqualificazione
dell’area di Bergamo Porta Sud a
Bergamo (un milione di metri quadri
nel centro della città lombarda)
e la rifunzionalizzazione dell’edificio
Hennebique (50.000 metri
quadri di area locata) nel cuore del
Porto Antico di Genova.
Un anno importante
Commenta Alessio Parolari, Amministratore
Delegato di Vitali S.p.A.
«Il 2024 è stato un anno importante
per Vitali, che ci permette
di guardare al futuro con fiducia e
determinazione, come i numeri del
fatturato del primo semestre 2025
confermano. A giugno di quest’anno
abbiamo raggiunto il fatturato
dell’interno 2024, già in crescita
del 15% rispetto al 2023. Oltre
alla crescita del fatturato, la nostra
attenzione è rivolta alla qualità dei
risultati che esprimiamo, ponendo
il focus su Ebitda, marginalità
e remuneratività degli investimenti,
e alla qualità delle nostre risorse
umane. Su questo versante, continuiamo
nell’impegno ad assumere
nuove risorse qualificate, ingegneri
ma anche operatori macchine e
tecnici specializzati, e nel crescere
le forze del futuro assumendo,
per ogni profilo senior, risorse junior
da sviluppare internamente.
In merito alla crescita industriale
del Gruppo, continua l’impegno
a rafforzare il segmento sviluppo
- infrastrutturale e Real Estate -
aggiungendo anche le specializzazioni
in ambito green-energy e
infrastrutture digitali. Nel segmento
delle costruzioni, continuiamo
a puntare sui nostri punti di forza
storici nei settori degli aeroporti,
della mobilità e nella realizzazione
di immobili a uso terziario e industriale».
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communities
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& environment
services
Attualità
linkedIn: 3TI Progetti | instagram: @3ti_progetti
20 8-9/2025 leStrade
otiziario
Siteb con l’Ordine degli Ingegneri
della Provincia di Roma
Siteb ha confermato ancora
una volta il proprio ruolo di riferimento
nel panorama tecnico
nazionale partecipando attivamente,
lo scorso luglio, al
seminario organizzato in collaborazione
con l’Ordine degli
Ingegneri della Provincia
di Roma. L’incontro ha rappresentato
un’importante occasione
per rafforzare il dialogo tra
professionisti, istituzioni e imprese,
affrontando temi chiave
relativi alla progettazione, manutenzione
e gestione delle infrastrutture
stradali.
Apertura dei lavori: Siteb e il
valore del confronto tecnico
A introdurre i lavori è stato Stefano
Ravaioli, Direttore Generale
di Siteb, che ha sottolineato l’importanza
di promuovere momenti
di confronto tecnico-istituzionale,
capaci di orientare le scelte
del settore verso soluzioni sempre
più efficaci, durature e sostenibili.
Siteb si conferma così protagonista
attivo nell’evoluzione
del comparto, contribuendo con
competenze specialistiche e una
visione di sistema.
Interventi tecnici di alto
profilo
Il seminario ha visto la partecipazione
di esponenti di rilievo
del mondo accademico, professionale
e industriale, che hanno
condiviso competenze ed esperienze
applicative su tecnologie,
materiali e approcci innovativi nel
campo delle infrastrutture:
• l’ng. Massimo Cerri, Presidente
dell’Ordine degli Ingegneri
della Provincia di Roma, ha
evidenziato il ruolo delle competenze
ingegneristiche come
leva per la qualità delle opere
pubbliche;
• l’ing. Andrea Griffa, Presidente
della Commissione Infrastrutture
Stradali dell’Ordine, ha introdotto
il lavoro della Commissione,
sottolineando l’importanza
della condivisione di buone pratiche
tra professionisti;
• l’ng. Maurizio Bocci, già docente
presso l’Università Politecnica
delle Marche, ha offerto
un’analisi tecnica approfondita
sulle pavimentazioni stradali e
sulle metodologie progettuali
più aggiornate;
• la prof.ssa Ing. Monica Pasca,
docente alla Sapienza Università
di Roma, ha fornito un quadro
dettagliato delle dinamiche
progettuali connesse alle grandi
opere lineari e all’interazione
con il territorio;
• l’ing. Sara Padulosi e l’ing. Laura
Troiani, della Direzione Tecnica
Anas, hanno presentato
il nuovo approccio adottato
dall’azienda nella valorizzazione
ambientale e nella gestione
delle reti infrastrutturali;
• l’ing. Mauro Maschietto, progettista
specialista, ha discusso
le opportunità offerte da materiali
e soluzioni progettuali ad
alte prestazioni;
• l’ing. Enrico Petelio, di Valli
Zabban S.p.A., ha illustrato le
tecnologie di ultima generazione
applicate alla costruzione e
manutenzione delle pavimentazioni.
Competenze, innovazione e sinergie
per il futuro delle infrastrutture.
L’incontro ha messo in evidenza
la necessità di una collaborazione
sempre più stretta tra enti tecnici,
imprese e mondo accademico
per affrontare le trasformazioni
in atto nel settore infrastrutturale.
In questo scenario, Siteb si propone
come interlocutore centrale, in
grado di orientare il cambiamento
attraverso il consolidamento delle
competenze e la promozione di
soluzioni innovative e sostenibili.
SITEB.IT
Attualità
22 8-9/2025 leStrade
otiziario
Gruppo FS, con il Piano Strategico 20mila
assunzioni entro il 2029
Il Piano Strategico quinquennale
del Gruppo FS prevede di assumere
ben 20mila persone entro
il 2029. Questo piano ambizioso
mira a rafforzare il team con ingegneri,
operatori, macchinisti,
capitreno e assistenti di cantiere
oltre che nuove professionalità
hi-tech. L’obiettivo finale è di portare
il numero totale di dipendenti
a 105.000, garantendo così una
forza lavoro altamente formata e
diversificata. «Nel quinquennio
del Piano Strategico – ha spiegato
Gian Luca Orefice Chief People,
Culture & Transformation Officer
di FS - è prevista un’ulteriore
spinta alla crescita sostenibile del
Gruppo puntando su competenze
e piani di rafforzamento, superando
i mestieri di genere con una
presenza femminile che ha un’incidenza
del 21,5% anche nei ruoli
tecnici. Lavoriamo per preparare
le giovani generazioni ad affrontare
il “lavoro che cambia”, valorizzando
modelli di apprendimento
continui, fra cui apprendistato,
esperienze di PCTO, alta formazione,
Academy, tra cui una a Milano
dedicata al personale della security
aziendale».
Profili ricercati e crescita
del personale
FS non si limita a cercare solo i
profili tradizionali del settore ferroviario,
ma punta anche su nuove
professionalità esperte in ambito
tech & digital. Nel 2024, il
numero di dipendenti è salito a
96.335, con un’età media di 42
anni segnando una crescita del
4% rispetto al 2023.
Rinnovo del contratto
e welfare aziendal
«La firma del nuovo contratto si
inserisce nell’ambito di un profondo
processo di innovazione,
aggiornamento e valorizzazione
del lavoro nel Gruppo – ha spiegato
l’AD del Gruppo FS Stefano
Antonio Donnarumma - tenendo
conto sia delle trasformazioni tecnologiche
e organizzative, sia delle
nuove esigenze di conciliazione
tra tempi di vita e di lavoro. È stata
dedicata particolare attenzione
ai diritti individuali, al welfare
e nuovi strumenti per il supporto
alla genitorialità e alla salute. L’accordo
è fondamentale per l’attuazione
del Piano Strategico 2025-
2029 con investimenti pari a 100
miliardi di euro».
Il rinnovo del contratto di mobilità
e del contratto aziendale del
Gruppo FS da poco firmato prevede
infatti un incremento delle
retribuzioni e un rafforzamento
delle misure di welfare aziendale.
Gli aumenti salariali saranno erogati
in tre tranche, con l’aggiunta
di somme una tantum a titolo
di recupero del premio di risultato.
Il Gruppo FS conferma così il
suo impegno nel promuovere il
benessere dei propri dipendenti,
assicurando condizioni economiche
adeguate e un ambiente lavorativo
orientato al miglioramento
continuo.
Nuovo contratto e
valorizzazione del lavoro
«Con questo rinnovo siamo intervenuti
in maniera sistemica sulla
rivalutazione delle indennità
accessorie, molte delle quali non
aggiornate da anni – ha aggiunto
Orefice - con l’obiettivo di attuare
turnazioni di lavoro più efficienti
e più coerenti con le esigenze
industriali del Gruppo. Abbiamo
aggiornato indennità che non venivano
toccate da anni per il personale
di bordo, incrementando la
flessibilità di utilizzo dell’equipaggio
treno, specie nelle ore notturne,
anche per rafforzare la competitività
del Gruppo. Abbiamo
anche rivisitato modelli di organizzazione
del lavoro prevedendo
un sistema di turnazione che
tenga conto dell’equilibrio tra vita
e lavoro, visto che i mestieri non
vengono assegnati per genere.
Dedicheremo maggiore attenzione
alle persone con l’utilizzo delle
unità sanitarie territoriali interne
per check up di prevenzione e di
cura con pacchetti dedicati a uomini
e donne del Gruppo».
Il rinnovo del contratto aziendale
migliora l’efficienza e la flessibilità
del lavoro all’interno del Gruppo
FS e aggiunge indennità accessorie
e turni di lavoro per rispondere
meglio alle esigenze dei dipendenti.
Particolare attenzione è stata
dedicata ai diritti individuali, al
welfare e al supporto alla genitorialità
e alla salute. Questo dimostra
un impegno concreto verso la
valorizzazione del lavoro e il benessere
dei dipendenti.
Sicurezza sul lavoro
«Abbiamo avviato diverse iniziative
per assicurare più sicurezza dei
dipendenti – ha continuato Orefice.
«Il personale di FS Security è
aumentato da mille a 1.300 dipendenti
ed è stata avviata la sperimentazione
delle bodycam in cinque
Regioni. Abbiamo avviato il
progetto Alta Concentrazione nelle
stazioni medio piccole per garantire
maggiore tutela a dipendenti e
viaggiatori. In queste stazioni medio
piccole prive di gate d’accesso,
prevediamo control room per sorvegliare
le aree, con la presenza fisica
del personale della sicurezza.
Lavoriamo in un’ottica di continuo
miglioramento, per tutelare la salute
e la sicurezza nei luoghi di lavoro
e nei cantieri, valore imprescindibile
per il Gruppo».
FSITALIANE.IT
Falteri, Presidente Federlogistica:
il Ponte sullo Stretto va fatto
«Guardare al Ponte sullo Stretto
come a una pur eccezionale opera
infrastrutturale, significa aver perso
qualsiasi visione per il futuro
e subire passivamente la condanna
del nostro Paese alla decadenza.
È vero: potrebbero accadere
molte cose negative, potrebbero
verificarsi molteplici intoppi, ma
specialmente politica e impresa
potrebbero non capire che quella
del Ponte sullo Stretto di Messina
è un’occasione unica. L’occasione
unica per rinsaldare un Paese che
è sempre stato diviso fra Nord e
Sud, azzerare progressivamente
un quadro di ingiustizie sociali e
consentire all’Italia di sfruttare a
pieno quella centralità in un Mediterraneo
tornato a essere centrale
e decisivo, anche una connessione
sana e non malata con altri continenti,
l’Africa, un Medio Oriente
Monitoring, Testing &
Structural Engineering
che si candida a essere una forza
unica nel panorama mondiale
e un’Europa troppo sbilanciata a
nord che anche per questo ha fallito
i suoi obiettivi di coesione e
crescita». A intervenire sul tema
del Ponte sullo Stretto è Davide
Falteri, Presidente di Federlogistica,
che si propone come voce fuori
dal coro».
Zone Economica Speciale
«Il Ponte - prosegue Falteri - è la
scorciatoia per una grande area
franca, una ZES, peraltro già approvata,
sdoppiata in una locazione
occidentale e orientale che teoricamente
coprono quasi 5.580
ettari, con circa il 35% assegnato
alla Sicilia occidentale e il 65
% a quella orientale. Zona Economica
Speciale che per la Sicilia
significa credito d’imposta per
Qualità, sicurezza
e innovazione:
i valori della nostra mission
investimenti in beni strumentali
con fondi che possono arrivare
fino a 50–100 milioni di euro in
base al progetto; semplificazioni
amministrative e autorizzative:
procedura semplificata con sportelli
unici e tempi ridotti anche di
un terzo; agevolazioni fiscali ulteriori,
come una riduzione del 50%
dell’imposta sul reddito per i nuovi
insediamenti nelle ZES, per un
periodo iniziale di sette anni (prorogabili);
Zona Franca Doganale
in alcune aree portuali (possibile
istituzione) e maggiore integrazione
logistica e infrastrutturale
(es. corridoi doganali, interporti,
snodi ferroviari); programmazione
supportata da fondi PNRR, con
investimenti per il “last mile” nei
porti e negli interporti».
La risposta
Una Zona Franca con porti collegati
con tutte le principali destinazioni
del Mediterraneo, integrata
con un nuovo sistema infrastrutturale
e logistico, può davvero
rappresentare la risposta, non una
risposta, anche ai tanti progetti di
re-shoring o friendly shoring, lanciati
senza una precisa programmazione
e scelte di localizzazione
credibili, dopo la pandemia del
Covid.
Arteria del corpo economico
e sociale
«La Sicilia può diventare il polo
logistico dell’ortofrutta del Mediterraneo
e dell’Europa e delle industrie
alimentari e conserviere
connesse. Ma è in condizione, per
la sua posizione geografica, di essere
anche l’hub delle nuove risorse
energetiche, idrogeno incluso.
E senza dimenticare le potenzialità
(anche culturali e storiche) per
assumere nel quadro di una grande
Zona Franca interconnessa, di
una start up region per l’innovazione
tecnologica.
E la logistica, gemellata al regime
di Zona Franca può e deve essere
il valore aggiunto».
FEDERLOGISTICA.IT
Attualità
24 8-9/2025 leStrade
MTS Engineering SRL
Sede legale: Via Roma n. 28 – 23900 Lecco (LC) - Tel. 0341 353829 - info@mtse.it - www.mtse.it
leStrade 8-9/2025 25
Sedi operative: Lecco - Bologna
otiziario
Confetra,
Carlo De Ruvo
confermato
presidente
L’Assemblea di Confetra (Confederazione
Generale Italiana dei
Trasporti e della Logistica) ha riconfermato
Carlo De Ruvo alla
presidenza della Confederazione
per il prossimo triennio, 2025
/2028, confermando la fiducia
nelle sue capacità di guidare il
settore della logistica, trasporti
e spedizioni verso le sfide future.
I dettagli sono riportati in un comunicato
stampa ufficiale.
«Voglio esprimere il mio ringraziamento
per la fiducia che conto
di ripagare durante il mio nuovo
mandato – ha detto – sembra
ieri quando sono stato eletto per
la prima volta; eppure, sono trascorsi
tre anni intensi con risultati
importanti».
Nel suo intervento, De Ruvo ha
sottolineato che, pur riconoscendo
i progressi compiuti, non bisogna
mai adagiarsi sugli allori:
«non dobbiamo pensare di vivere
di rendita. Siamo consapevoli
delle sfide che ci aspettano, specialmente
di fronte all’espansione
incontrollata dei grandi gruppi
logistici e alla loro concentrazione,
spesso ignorata dalle autorità
indipendenti, come l’Antitrust
e l’ART».
Un salto di qualità
per Confetra
Il Presidente ha quindi ribadito
la necessità di un salto di qualità
per Confetra, puntando su un
rafforzamento della struttura,
un maggiore supporto alle realtà
territoriali e un investimento
in comunicazione per far sentire
ancora più forte la voce della Confederazione.
Nel nuovo mandato, De Ruvo continuerà
a concentrarsi su temi già
affrontati con determinazione
durante la sua presidenza precedente.
Tra questi, il reverse charge
negli appalti di logistica e la
proposta normativa sugli appalti.
«Abbiamo affrontato e continueremo
a seguire il tema del reverse
charge fino alla sua completa
implementazione – ha evidenziato
– è un elemento che riteniamo
cruciale per evitare distorsioni e
inefficienze nel nostro settore oltre
a poter garantire recupero di
risorse economiche per il Paese.
Stiamo anche lavorando sulla normativa
sugli appalti, per garantire
maggiore trasparenza e legalità».
Le questioni strategiche
per la logistica
Il presidente ha anche ribadito
l’impegno su importanti questioni
strategiche per la logistica,
tra cui la riforma dei porti, il Piano
Nazionale degli Aeroporti, il superamento
delle criticità sui valichi
alpini e la riforma del Codice Doganale
Unionale: «la logistica non
si ferma mai e dobbiamo pensare
a un sistema integrato che faciliti
i flussi di merci, non solo in Italia,
ma a livello europeo e globale».
Guardando al futuro, De Ruvo ha
ricordato che Confetra festeggerà
nel 2026 gli 80 anni di attività e ha
invitato tutti gli associati a partecipare
a questa storica occasione di
celebrazione. «Il prossimo anno –
ha concluso – festeggeremo questo
anniversario. Non deve essere
un semplice compleanno, ma
l’occasione per ribadire che Confetra
sarà ancora una volta in grado
di accompagnare il nostro settore
attraverso le grandi trasformazioni
tecnologiche del nostro tempo,
nel dialogo con le istituzioni, i policy
makers e rappresentanze del
mondo del lavoro».
CONFETRA.COM
ANAS, COLLABORAZIONE
CON AUTOSTRADE TEDESCHE
L’Amministratore delegato di
Anas, Claudio Andrea Gemme, ha
incontrato una delegazione della
società federale Die Autobahn,
che gestisce tutte le autostrade
tedesche, guidata dal CEO Michael
Güntner. Nel corso dell’incontro
è emerso l’interesse da parte della
delegazione tedesca per il knowhow
tecnologico di Anas e in particolare
per i progetti sulla digitalizzazione
delle strade e lo Structural
Health Monitoring, che consentono
il monitoraggio digitale del traffico
e delle infrastrutture.
«Strada digitale significa sicurezza
e sostenibilità», ha dichiarato
Gemme.
Smart Road Anas: il futuro
Güntner, che ha definito la Smart
Road Anas come “il futuro”, ha invitato
Gemme e la sua delegazione
Anas a Berlino, per discutere
di come finalizzare questa collaborazione
tra le Autostrade Tedesche
ed Anas centrata soprattutto
sulla sicurezza del traffico e delle
infrastrutture. I tedeschi hanno
da pochi anni centralizzato la gestione
e realizzazione delle autostrade
precedentemente affidata
ai 16 Lander.
STRADEANAS.IT
Attualità
26 8-9/2025 leStrade
otiziario
Asphaltica World, a Bari,
dal 29 al 31 ottobre 2025
Ci sono appuntamenti che, più che
segnare una data, segnano una
direzione. Asphaltica World 2025,
in programma a Bari dal 29 al 31
ottobre, organizzata da Siteb e
Bolognafiere, è uno di quei momenti
in cui il mondo della strada
si ferma. Ma non per rallentare.
Si ferma per prendere slancio.
La manutenzione, la progettazione,
l’innovazione non vivono solo
nei cantieri, ma nei luoghi dove si
scambiano idee, si aggiornano le
conoscenze, si costruiscono alleanze
operative. E questo evento,
giunto alla 14ª edizione di Asphaltica
e alla 3ª edizione World, è uno
dei punti di riferimento per chi
vuole capire dove stiamo andando,
con che strumenti e con quali
interlocutori.
Sicurezza, sostenibilità
e progresso
Ogni giorno le cronache ci ricordano
quanto sia fragile il sistema
delle infrastrutture. Incidenti
in autostrada, criticità nelle città,
emergenze improvvise: tutto questo
dimostra che parlare di strade
non è mai solo parlare di asfalto,
ma di sicurezza, sostenibilità
e progresso.
Asphaltica World nasce proprio da
questa consapevolezza: creare
uno spazio dove aziende, professionisti
e istituzioni si incontrano
per anticipare il futuro. I temi che
guideranno i workshop toccano da
vicino la vita di tutti noi: la ricerca
di soluzioni per strade più sicure,
l’uso di tecnologie innovative per
ridurre consumi ed emissioni, la
digitalizzazione dei cantieri, l’importanza
del riciclo e della manutenzione
intelligente.
Non è un caso che tra i protagonisti
di questa edizione ci siano realtà
come Enilive, impegnata sui
leganti bituminosi e sull’economia
circolare; Ammann, Bernardi, Marini
e Wirtgen, che portano impianti
e tecnologie capaci di coniugare
produttività e sostenibilità;
Iterchimica e Mapei, che con i loro
studi su additivi e rinforzi aprono
scenari nuovi sulla durabilità delle
pavimentazioni; Cams, Bomag E
Dynapac, che si distinguono per i
continui sviluppi tecnologici applicati
al settore del paving.
Sul fronte della sicurezza stradale,
a fianco di Paver e Cancellotti,
sarà presente anche Tubosider,
con soluzioni innovative per
la protezione delle infrastrutture
e la sicurezza di chi viaggia.
Un ruolo altrettanto importante lo
avrà Sina S.p.A., con la sua esperienza
nella progettazione e nella
capacità di affrontare temi strategici
come l’adeguamento ai dazi
internazionali, che incidono sempre
più nel dialogo tra Europa,
Asia e Stati Uniti.
Accanto alle aziende, non mancheranno
gli interventi del mondo accademico,
delle istituzioni e delle
pubbliche amministrazioni, a conferma
che il tema delle infrastrutture
non riguarda soltanto la tecnica,
ma le politiche, la società e le scelte
strategiche di un intero Paese.
Tutto questo avviene in un contesto
storico in cui il tema delle
esportazioni assume un ruolo centrale.
Le strade diventano letteralmente
il ponte che unisce mercati
e popoli, e Asphaltica World si
conferma il luogo ideale per capire
come affrontare le nuove sfide
globali.
Per questo i workshop di Asphaltica
non sono solo appuntamenti
tecnici, ma momenti di crescita
collettiva: occasioni per capire
come innovazione, ricerca e sostenibilità
possano rendere le nostre
infrastrutture più sicure, resilienti
e capaci di sostenere le sfide
di domani.
Consulta il QR code per vedere l’elenco
dei workshop.
RICICLA
FINO AL 60%
DI FRESATO
AUMENTA
LA VITA UTILE
DELLA PAVIMENTAZIONE
Valli Zabban amplia la propria gamma RIGENERVAL con i nuovi
leganti modificati RIGENERVAL HARD e RIGENERVAL HARD PLUS
per applicazioni stradali ad alte prestazioni e basso impatto
ambientale. Con i prodotti della linea RIGENERVAL è possibile
riciclare a caldo, nel conglomerato bituminoso, fino al 60% di
fresato senza fumi e molestie olfattive, garantendo comunque una
pavimentazione stradale flessibile e durabile, con un forte risparmio
economico ed energetico.
RIGENERVAL by Valli Zabban, un generatore di vantaggi
che fa la differenza.
ELIMINA
FUMI E MOLESTIE
OLFATTIVE
Convegni
28 8-9/2025 leStrade
Agenda
SETTEMBRE 2025
Remtech Expo 2025
17 - 19 settembre
Ferrara (Italia)
remtechexpo.com
SAIE
23 - 25 ottobre
Bari (Italia)
saiebari.it
OTTOBRE 2025
Traffic Show 2025
8 - 9 ottobre
Bologna (Italia)
traffic.show
NOVEMBRE 2025
Ecomondo 2025
4 - 7 novembre
Rimini (Italia
ecomondo.com
leStrade
Aeroporti Autostrade Ferrovie
INFRASTRUTTURE&MOBILITÀ
GIS
25 - 27 settembre
Piacenza (Italia)
gisexpo.it
Expo Ferroviaria
30 sett. - 2 ott.
Rho Fiera (Italia)
expoferroviaria.com
E-Charghe 2025
8 - 9 ottobre
Bologna (Italia)
e-charge.show
XX Convegno Nazionale S.I.I.V.
19 - 21 novembre
Napoli
siiv.net
Asphaltica World
29 - 31 ottobre
Bari (Italia)
asphaltica.it
E-CHARGE 2025
e-charge.show
E-Charge è l’unica fiera e conferenza in Europa dedicata esclusivamente all’intero
settore e alla filiera delle colonnine e delle stazioni di ricarica, alle tecnologie, infrastrutture,
i componenti e le soluzioni di sistema e i servizi per i veicoli elettrici.
E-Charge 2025 si svolgerà in contemporanea a Traffic 2025 e E-Bus Europe 2025 -
le manifestazioni leader dedicate rispettivamente a gestione del traffico, strade,
controlli e sicurezza, città, territorio, trasporti e mobilità smart, e alla filiera degli
autobus elettrici - e con Fleet Manager Academy 2025 e Fortronic 2025 - dedicate
al fleet management e al power electronics.
Cinque eventi sinergici che rappresentano - con una visione innovativa e specifica
dei settori - temi, contenuti ed eccellenze di mercati in forte crescita sia a livello
nazionale che internazionale, in Europa e nell’area del Mediterraneo.
n Il Traforo stradale del Frejus.
n Materiale rotabile e manutenzione
predittiva. Intervista a Marco Biffoni, Capo
Settore Materiale Rotabile di Anie Assifer.
n Progetto Tram di Bologna. Siamo stati
in visita nel cantiere più esteso della nuova
Linea Rossa dove le gru Potain dominano
sovrane la sconfinata area di lavoro.
n Il Gruppo ASTM si è aggiudicato
il contratto per la progettazione e la
costruzione di un nuovo tratto della
metropolitana “Second Avenue” a New York.
Convegni, Corsi, Eventi 2025
30 8-9/2025 leStrade
Opere
Il Traforo stradale del Frejus
28 luglio 2025: si è svolta la terza festa d’inaugurazione,
a Bardonecchia, per celebrare l’apertura di un nuovo traforo
di collegamento con la Francia attraverso le Alpi
Quella del 28 luglio u.s. è in effetti l’inaugurazione
del terzo traforo che collega Bardonecchia
con la Francia.
La prima inaugurazione si è svolta oltre 150 anni
fa, il 17 settembre 1871, per l’apertura del traforo
ferroviario del Frejus che, con i suoi 12.234
metri, era all’epoca il più lungo del mondo.
Il 12 luglio 1980 Bardonecchia ha assistito ad
una seconda inaugurazione in occasione dell’apertura
al traffico del traforo stradale del Frejus
di 12.895 metri che corre parallelo al traforo ferroviario,
salvo il tratto terminale vicino a Modane
che lo rende leggermente più lungo. Anche il
traforo stradale ha una sola canna e un traffico
bidirezionale. Per i primi mesi furono autorizzati
solo i veicoli leggeri ed il 16 ottobre 1980 il traforo
fu aperto anche ai mezzi pesanti.
In un prossimo numero verrà ricordato il termine
dei lavori del traforo ferroviario, in occasione
della ricorrezza dei 155 anni. Questo numero è
dedicato al nuovo terzo traforo che costituisce
la seconda canna del traforo stradale del Frejus
e, dopo la descrizione della cerimonia della sua
inaugurazione, vengono illustrate le sue caratteristiche
principali e le motivazioni che hanno
portato i due governi italiano e francese a decidere
sulla sua costruzione dopo numerose ed
accese discussioni all’interno della Commissione
Intergovernativa. È opportuno ricordare che
la costruzione e l’esercizio del traforo autostradale
del Frejus sono regolati dalla Convenzione
tra l’Italia e la Francia stipulata a Parigi il 23 febbraio
1972 e ratificata in Italia con legge 18 dicembre
1972, n. 878. Per la verifica della corretta
applicazione della Convenzione, sia durante
la fase costruttiva del traforo che durante l’esercizio,
è stata istituita - come previsto dalla predetta
Convenzione - una “Commissione Intergovernativa”,
composta dai rappresentanti dei
Ministeri interessati dei due Paesi e da esperti.
La cerimonia di inaugurazione del 28 luglio è stata
riportata nella stessa giornata sul sito del Mini-
Ing. Pasquale Cialdini
Pagina a lato, inaugurazione
della galleria ferroviaria, 1871.
Immagine in alto,
inaugurazione galleria
stradale, 1980. Immagine
sotto, sezione del traforo.
Italia e Francia» - con Salvini e Tabarot un’opera
strategica per la mobilità europea.
«Si è svolta oggi 28 luglio 2025 la cerimonia di
inaugurazione della seconda canna del Traforo
stradale del Frejus che collega l’Italia con la Francia
tra i comuni di Bardonecchia, in Piemonte, e
Modane, nella Savoia. Un evento storico per i collegamenti
transalpini. La nuova galleria, infatti,
permette di adeguare questa infrastruttura, centrale
per il traffico merci e passeggeri europeo, ai
più recenti standard di sicurezza, consentendo la
separazione dei flussi di traffico e un importante
potenziamento della rete di collegamento stradale
con la Francia. L’apertura al traffico è fissata
per domani, 29 luglio, dalle ore 20».
L’inaugurazione, alla presenza del vicepresidente
del Consiglio e ministro delle Infrastrutture
e dei Trasporti, Matteo Salvini, e del ministro
dei Trasporti francese, Philippe Tabarot si
è svolta prima in Francia a Modane e poi, dopo
aver attraversato la nuova galleria 1 , a Bardonecchia.
Hanno partecipato, inoltre, Edoardo Rixi,
viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti;
Emanuela D’Alessandro, ambasciatrice d’Italia
in Francia; Vanina Nicoli, prefetto della Savoia;
Alberto Cirio, presidente della regione Piemonte;
Fabrice Pannekoucke, presidente della Regione
Auvergne-Rhône-Alpes; Stefano Lo Russo,
sindaco della città metropolitana di Torino;
Donato Cafagna, prefetto di Torino; Chiara Rossetti,
sindaco di Bardonecchia; Jean-Claude Raffin,
sindaco di Modane; e i presidenti delle due
società concessionarie del traforo del Frejus SI-
TAF e SFTRF.
Il ministro Salvini e il ministro francese Tabarot
all’unanimità hanno asserito che «L’ampliamento,
con una nuova canna (di circa 12,9 chilometri
di lunghezza e otto metri di diametro) che si
affianca a quella esistente, rende il Traforo del
Frejus la più lunga galleria stradale europea a
doppia canna. Questa configurazione consente
la separazione dei transiti in ingresso ed in uscita
riducendo il rischio di incidenti e ottimizzando
la gestione dei flussi, migliorando notevolmente
la sicurezza e la fluidità della circolazione tra Italia
e Francia. L’infrastruttura è un nodo centrale
della mobilità europea e del corridoio TEN-T Mediterraneo,
fondamentale per la crescita economica
e sociale dei territori interessati. La nuova
canna è stata progettata seguendo i più rigorosi
standard europei in termini di sicurezza e sostenibilità
ambientale, con soluzioni tecniche all’avanguardia
per garantire interventi tempestivi in
caso di emergenza».
La nuova galleria, lunga 12,848 chilometri (6,495
chilometri in Francia e 6,353 chilometri in Italia),
si affianca a quella esistente, da cui dista circa
50 metri, e viene dedicata al traffico in direstero
delle Infrastrutture e dei Trasporti con numerose
foto e con le dichiarazioni delle autorità
italiane e francesi presenti che unanimemente
hanno espresso ampia soddisfazione per la sua
apertura al traffico. Si riportano qui di seguito il
titolo che il sito ha attribuito all’evento ed alcune
dichiarazioni molto significative delle autorità
presenti. Dal sito del MIT:
«Traforo stradale del Frejus: inaugurata la seconda
canna, più sicurezza nella circolazione tra
Infrastrutture&Mobilità
32 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025 33
ai mezzi di informazione che hanno sempre definito
la nuova ferrovia Torino-Lione come “TAV”,
ovvero come “Treno ad Alta Velocità” mentre il
traforo in costruzione presenta le caratteristiche
di “TAC”, ovvero “Treno ad Alta Capacità”, quindi
meno veloce ma predisposto anche ad assorbire
il traffico merci. Si potrà quindi trasferire su
ferrovia una parte del traffico merci tra l’Italia e
la Francia e dalla Francia al resto dell’Europa occidentale.
Questo è quello che tutti auspichiamo!
Il Traforo stradale del Frejus con l’aggiunta della
seconda canna assume le seguenti caratteristiche:
• separazione dei flussi di traffico: ognuna
delle due canne è dedicata a un solo senso di
marcia. La nuova canna con direzione verso la
Francia con una corsia e con banchina di supporto,
e la canna del traforo originario con dizione
Francia. Quella attuale, invece, accoglierà
solo i veicoli diretti in Italia. Questo nuovo assetto
consentirà la separazione dei flussi di marcia,
eliminando gli incroci tra mezzi e aumentando
notevolmente la sicurezza stradale. Con questa
inaugurazione, il Frejus diventa la più lunga galleria
autostradale a doppia canna d’Europa, superando
il traforo del Gran Sasso, e rafforza il suo
ruolo chiave nei collegamenti transalpini. La circolazione
sarà regolata da limiti di velocità tra i
50 e i 70 km/h e da una distanza minima obbligatoria
di 150 metri tra i veicoli, come già avviene
nella canna attuale.
L’apertura della seconda canna arriva in un momento
particolarmente delicato per la mobilità
alpina, complicata dalle chiusure del traforo del
Monte Bianco per eseguire i lavori di consolidamento
della volta. La chiusura di quest’anno è
iniziata il 2 settembre e terminerà il prossimo 12
dicembre il che comporterà un aumento del traffico,
soprattutto dei mezzi pesanti, proprio lungo
l’asse del Frejus così come è già avvenuto nell’autunno
del 2023 e del 2024. Si sa già che anche nei
prossimi anni e fino al 2050 sono previste ulteriori
chiusure del traforo del Monte Bianco per circa tre
mesi l’anno per completare i lavori di manutenzione.
Ciò, se non si interverrà con la costruzione di
una seconda canna anche per il traforo del Monte
Bianco, continuerà a gravare sul traforo del Frejus,
almeno fino all’apertura del nuovo traforo ferroviario
Torino-Lione che potrà sicuramente assorbire
una buona parte del traffico merci tra l’Italia
e la Francia date le sue caratteristiche di “Alta Capacità”.
Qui mi si consenta un piccolo rimprovero
Taglio del nastro
per l’inaugurazione
della seconda canna.
Sotto a sinistra,
imbocco della seconda
canna lato Italia. Qui sotto,
festeggiamenti sul piazzale
di Bardonecchia.
A lato e sotto, le due canne
del Traforo del Frejus.
Foto a piè di pagina,
ubicazione dei 34 rifugi,
dei nove bypass, delle sei
stazioni tecniche e delle due
centrali di estrazione fumi.
rezione verso l’Italia e con una corsia di marcia
e una corsia di emergenza. La separazione
dei flussi riduce sensibilmente il rischio di incidenti
e facilita le operazioni di soccorso;
• rifugi: tra le due canne sono stati realizzati 34
rifugi di sicurezza pedonali (18 in Francia, 16
in Italia), distanziati mediamente ogni 350-400
metri, che garantiscono un’evacuazione rapida
e sicura da entrambe le canne in caso di incidente
o incendio e consentono l’evacuazione
rapida e sicura dalla canna non coinvolta
dall’incidente o dall’incendio;
• by-pass carrabili: tra le due canne sono stati
realizzati per il passaggio dei mezzi di soccorso
nove by-pass carrabili (cinque in Italia e
quattro in Francia) che possono essere utilizzati
anche come vie di fuga;
• stazioni tecniche: sei stazioni tecniche sotterranee
destinate alla gestione e al controllo del
funzionamento delle apparecchiature presenti
nelle due canne in modo da garantirne il corretto
funzionamento;
• sistema di ventilazione: la ventilazione della
seconda canna è longitudinale, con acceleratori
in volta e due centrali di estrazione massiva
per estrarre e allontanare rapidamente i fumi
in caso di incendio;
• protezione antincendio: ogni rifugio e le aree
intermedie sono dotate di nicchie antincendio e
sistemi di rilevamento fumi con sistemi idonei
alla rapida individuazione di eventi critici.
Inoltre, è stato realizzato un Posto di Controllo
Centralizzato (PCC) di ultima generazione:
posizionato all’ingresso lato Italia, con una cabina
di regia binazionale che coordina il traffico
e gestisce i sistemi di ventilazione, segnaletica
e impianti di sicurezza di entrambe le
canne (G1 dalla Francia all’Italia e G2 dall’Italia
alla Francia).
Dopo aver descritto le caratteristiche principali
di cui è dotato il traforo del Frejus dopo l’apertu-
Infrastrutture&Mobilità
34 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025 35
A lato, sezione dei rifugi
e, sotto, planimetria dei rifugi.
ra della seconda canna si ritiene opportuno illustrare
le lunghe trattative che si sono svolte nella
Commissione intergovernativa, che d’ora in poi
chiameremo CIG, prima di proporre nel 2012 ai
due governi di aprire al traffico la galleria di sicurezza
che era già in fase di costruzione. Dopo
verranno anche descritti i numerosi lavori che
sono stati eseguiti per consentire l’apertura al
traffico della galleria.
Questo aiuterà anche a comprendere perché l’inaugurazione
della seconda canna è avvenuta
dopo oltre 25 anni dopo le prime decisioni prese
dalla CIG del Frejus dopo il tragico incendio nel
traforo del Monte Bianco.
Le iniziative per migliorare la sicurezza
dopo il tragico incidente del traforo del
Monte Bianco del marzo 1999
A seguito dell’incendio che si è sviluppato il 24
marzo 1999 nel traforo del Monte Bianco e che è
costato la vita a 39 persone, la CIG del traforo del
Frejus si è riunita il 12 aprile 1999 in seduta straordinaria
al fine di individuare le prime misure da
applicare immediatamente per il miglioramento
della sicurezza onde evitare che un eventuale
analogo incidente potesse ripetersi con le stesse
proporzioni catastrofiche anche nel tunnel del
Frejus. Come noto entrambi i trafori sono molto
estesi (tra i più lunghi del mondo) e con una sola
Planimetria bypass.
Sezione stazioni tecniche.
Cartello posto agli imbocchi
del traforo del Frejus.
canna a traffico bidirezionale e su entrambi si registra
un elevato traffico pesante.
Furono prese immediate misure di regolazione
del traffico veicolare: limiti di velocità (massima
70 km/h e minima 50 km/h), introduzione della
distanza obbligatoria di sicurezza - 150 metri
- in marcia e 100 metri da fermi, contingentamento
dei veicoli pesanti (che fu attuato mediante
cadenzamento), obbligo della scorta per
tutti i veicoli trasportanti merci pericolose, istituzione
di pattuglie di sicurezza con mezzi e uomini
delle società concessionarie per sorvegliare
permanentemente il traforo. Fu, inoltre disposta
una campagna di informazione per gli utenti.
Non furono prese misure di carattere strutturale
ed impiantistico perché si decise di aspettare
le risultanze degli appositi studi che erano stati
già avviati dopo il tragico incendio nel traforo
del Monte Bianco.
I Ministri Gayssot e Micheli nel luglio del 1999,
nell’approvare i risultati della Commissione mista
italo-francese d’inchiesta sul tragico incendio
del traforo del Monte Bianco, decisero di istituire
in seno alle CIG di entrambi i trafori un Comitato
di Sicurezza con il compito di individuare tutte le
misure necessarie per migliorarne la sicurezza.
Il Comitato di Sicurezza per il Frejus, di seguito
denominato CS, è stato istituito nella CIG del 6
dicembre 1999 e si è riunito per la prima volta il
27 - 28 gennaio 2000 2 .
Fin dalla prima riunione il CS ha invitato le società
concessionarie del traforo a predisporre un piano
di interventi basato sui risultati di uno specifico
ed approfondito studio dei rischi che doveva essere
affidato ad un istituto esterno specializzato.
Nella riunione del 12 - 13 ottobre 2000 il CS ha
assunto la decisione di prendere come riferimento
per il miglioramento della sicurezza del traforo
gli stessi riferimenti normativi già utilizzati per il
traforo del Monte Bianco:
• circolare italiana del 6 dicembre 1999 del ministero
dei lavori pubblici;
• circolare francese 25 agosto 2000 n 2000-63.
Il CS ha anche deciso di assumere, in caso di disposizioni
divergenti tra le due normative, quella
più restrittiva a favore della sicurezza. Tale disposizione
del Comitato è stata confermata dalla
CIG del 4 dicembre 2000.
Nel marzo del 2001 il CS, in conformità a quanto
stabilito nel Vertice italo-francese di Torino del 21
gennaio 2001, ha esaminato ed approvato le prime
soluzioni presentate dalle società concessionarie
per l’adeguamento del traforo alle normative
di riferimento. I provvedimenti adottati si ricordano
le due aree di pronto intervento nei due piazzali
presidiate 24 ore su 24 munite dei mezzi di soccorso
particolarmente attrezzati e di due navette
Infrastrutture&Mobilità
36 8-9/2025 leStrade
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re altri rifugi distanti tra loro 400 metri e collegarli
con l’esterno. Ciò avrebbe richiesto la chiusura del
traforo per almeno due anni. Pertanto furono invitate
le Società a predisporre, come previsto dalla
citata circolare francese, anche uno studio di fattibilità
di una galleria di sicurezza come alternativa
alla realizzazione dei rifugi ogni 400 metri collegati
tra loro e con l’esterno. Il 21 giugno 2001
il CS, dopo un’approfondita valutazione di tutte
le possibili soluzioni alternative (tra le quali anper
l’evacuazione delle persone e, utilizzando aree
già disponibili, anche due posti di pronto intervento
all’interno del traforo, anch’essi presidiati 24 ore
su 24. Inoltre, sempre utilizzando aree disponibili,
furono attrezzati otto rifugi collegati con il canale
di ventilazione che poteva essere utilizzato per
il trasferimento in un’area del traforo più sicura.
Rispetto a quanto era stato previsto per il traforo
del Monte Bianco e dalla circolare francese, si sarebbero
dovuti scavare altre 24 nicchie per ricava-
Pagina a fianco, immagini
in alto, rifugi.
A lato, navetta.
Immagine sopra,
veicoli antincendio.
Immagine a destra,
Direttiva europea.
che quella di chiudere il traforo nei mesi di luglio
e agosto per oltre venti anni al fine di realizzare
i rifugi con l’uso di esplosivi), ha ritenuto che
la migliore soluzione fosse la realizzazione della
galleria di sicurezza con la seguente motivazione:
«delle diverse soluzioni proposte, la sola che
non determina problemi di sicurezza e di perturbazione
della viabilità durante la sua costruzione
è la soluzione che prevede la realizzazione di
una galleria parallela al traforo».
Conseguentemente, con nota del 1° agosto 2001
i Presidenti della CIG con lettera congiunta hanno
invitato le società a realizzare lo studio di fattibilità
della galleria di sicurezza. Il CS del 10-11
ottobre 2001 ha espresso parere favorevole sullo
studio di fattibilità della galleria di sicurezza ed
ha chiesto la presentazione di un progetto preliminare
della galleria per la riunione successiva
sulla base dei risultati dell’analisi dei rischi in
corso di redazione. La CIG del 7 dicembre 2001
ha approvato le decisioni del CS e ha confermato
il mandato alle società di presentare il progetto
della galleria di sicurezza con diametro adeguato
al soddisfacimento almeno degli obiettivi minimi
di sicurezza fissati dalle normative di riferimento.
Si segnala che anche a livello internazionale sono
state prese importanti iniziative, dopo il grave
incendio generato a seguito dell’urto frontale
tra due autoarticolati avvenuto in data 24 Ottobre
2001 all’interno del traforo stradale del San
Gottardo in Svizzera, dove morirono 11 persone.
Questo fu il terzo grave incendio, dopo quello
del traforo del Monte Bianco del marzo del 1999 e
quello della galleria dei Tauri in Austria avvenuto
nel novembre del 1999. Tra le iniziative si ricordano:
l’istituzione del Gruppo di Zurigo, formato
dai Ministri dei Trasporti e delle Infrastrutture di
tutti Paesi Alpini e la costituzione presso la Commissione
Europea (Direzione Generale “Trasporti
ed Energia” - DG TREN) di un gruppo di esperti
incaricato della predisposizione di una proposta
di direttiva comunitaria. Sulla base della proposta
di tale gruppo, l’Unione Europea ha varato,
nell’aprile 2004, la direttiva n. 54/2004 che fissa
i requisiti minimi di sicurezza che devono essere
soddisfatti da tutte le gallerie della rete stradale
transeuropea. Tale direttiva è stata recepita
in Italia con il D. Lgs. n. 264 del 5 ottobre 2006.
Gli studi ed i progetti della galleria
di sicurezza prima del grave incidente
del giugno 2005 nel traforo del Frejus
Nel corso del 2002 le società concessionarie insieme
al CS hanno esaminato le diverse ipotesi di realizzazione
della galleria di sicurezza con l’obiettivo
anche di approfondire le modalità di esodo delle
persone disabili e di miglioramento dei sistemi di
ventilazione esistenti all’interno del traforo.
Infrastrutture&Mobilità
38 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025 39
Nella CS del 22-23 ottobre 2002 le società concessionarie
hanno presentato i risultati dello
studio dei rischi ed il progetto preliminare della
galleria di sicurezza con diametro di 4,80 metri.
Il CS ha esplicitato gli obiettivi minimi che
dovevano essere soddisfatti dalla galleria e che
dovevano essere verificati nel corso della progettazione
definitiva 3 . La CIG del 29 novembre
2002 ha dato incarico alle società di procedere
alla progettazione definitiva. La delegazione italiana,
anche a seguito delle note problematiche
emerse per la messa in sicurezza del laboratorio
di fisica nucleare del Gran Sasso, ha proposto
lo studio di nuove e diverse ipotesi di larghezza
della galleria di sicurezza al fine di consentire
una migliore accessibilità al laboratorio di fisica
nucleare esistente al Frejus e di accrescerne
i livelli di sicurezza, prevedendo anche la possibilità
di far transitare i mezzi di soccorso ordinari
dei vigili del fuoco.
Nella riunione dell’11-12 giugno 2003 del CS la
delegazione italiana ha evidenziato le difficoltà di
circolazione dei mezzi di soccorso all’interno della
galleria di diametro di 4,80 metri in entrambe
le configurazioni che il progetto proponeva, in alternativa
tra di loro, e che prevedevano:
a) una carreggiata di 4,10 metri con un’altezza
libera di 2,50 metri.
b) una carreggiata di 3,75 metri con un’altezza
libera di 3,00 metri.
In entrambi i casi era infatti evidente, data l’esiguità
della larghezza della carreggiata, l’impossibilità
o le gravi difficoltà di far incrociare
nella galleria di sicurezza i veicoli di soccorso
(anche nel caso di autoambulanze a tetto ribassato).
Tali difficoltà di circolazione avrebbero
certamente prodotto forti ritardi nei tempi di
intervento per il soccorso agli utenti, se non addirittura
problemi di sicurezza di circolazione per
gli stessi operatori.
Nel corso del 2004 le società hanno affidato la
progettazione definitiva allo studio Lombardi di
Locarno che si è impegnato a consegnare uno
stato di avanzamento del progetto nel settembre
2004.
Nella riunione di dicembre 2004, la CIG ha approvato
la proposta delle Società concessionarie di
aumentare il diametro della galleria di sicurezza
a 5,50 metri al fine di permettere la realizzazione
dei luoghi sicuri e la loro messa in servizio durante
l’avanzamento dello lo scavo della galleria di
soccorso. Inoltre, tale allargamento avrebbe consentito
anche l’accesso nella galleria per le ambulanze
di tipo standard che avrebbero dovuto circolare
nella galleria a velocità molto ridotta. Con
nota in data 8 marzo 2005, il Presidente della CIG
ha richiesto al Comitato di Sicurezza di fornire il
suo parere in merito al progetto definitivo della
galleria di sicurezza presentato dalle due Società
concessionarie del Frejus. Nei mesi successivi, il
Comitato si è riunito più volte per esaminare il
progetto sotto tutti gli aspetti anche quelli di natura
strutturale o geotecnica, oltre quelli relativi
alla sicurezza. Il Comitato di Sicurezza ha esaminato
anche un documento costi-benefici, che era
stato commissionato al progettista, comparativo
tra le diverse ipotesi di diametro interno della
galleria di sicurezza. In particolare sono state
esaminate le seguenti ipotesi:
• D = 5,50 metri (con vano libero di 4,50 x 3,00
metri) permette l’incrocio di due ambulanze di
2,20 metri di larghezza, una a passo d’uomo e
l’altra ferma e con specchietti retrovisori chiusi
e senza franchi di sicurezza;
• D = 6,60 metri (con vano libero di 5,70 x 3,00
metri) consente l’incrocio, con margini di sicurezza
appropriati di due ambulanze di 2,50 metri
di larghezza ad una velocità di 20-30 km/h;
• D = 7,70 metri (con vano libero di 6,70 x 3,20
metri) consente l’incrocio di due ambulanze di
2,50 metri di larghezza ad una velocità massima
di 40 km/h con idonei franchi laterali e
quindi con margini di sicurezza appropriati e
conformi alle normative francese ed italiana;
• D = 9,40 metri (con vano libero di 7,50 x 4,50
metri) che oltre a svolgere le funzioni di galleria
di sicurezza potrebbe consentire di separare
i flussi di traffico tra il traforo principale e
la galleria stessa. Ciò non comporterebbe aumento
di capacità se nella galleria di sicurezza
fosse realizzata una sola corsia di marcia.
È opportuno segnalare che i diametri sopra riportati
sono diametri interni utili, cui si deve aggiungere,
oltre allo spessore del rivestimento, anche
un margine tecnico di alcuni centimetri.
In data 8 giugno 2005, al termine dei suoi lavori,
il CS ha espresso il proprio parere sul progetto
definitivo presentato dalle società concessionarie.
Nel rapporto conclusivo, il CS ha ritenuto che il
progetto con il diametro di 5,50 metri rispondeva
agli obiettivi minimi essenziali fissati nel
2002, ma, su segnalazione della delegazione
italiana, ha anche formulato osservazioni in
merito al permanere delle difficoltà di circolazione
dei mezzi di soccorso. Inoltre ha tenuto a
precisare che, nelle sue valutazioni del progetto,
non aveva potuto giovarsi delle indicazioni
fornite dall’analisi del sinistro avvenuto pochi
giorni prima in data 4 giugno 2005, in quanto
non era ancora disponibile il relativo rapporto.
L’esperienza acquisita dall’incidente
del 4 giugno 2005 nel traforo del Frejus
Il 4 giugno 2005 si è sviluppato un incendio al
centro del traforo (nella zona ricadente nel terri-
Chiusura del traforo
per incendio e veicolo
incendiato all’interno
del traforo.
La conclusione del supplemento degli
studi effettuati dopo la lettera del
9 febbraio 2006 dei Ministri italiani
e francesi dei trasporti
A seguito dell’esperienza maturata in occasione
dell’incendio del 4 giugno 2005 nel traforo del
Frejus, i Ministri italiano e francese dei Trasportorio
francese) causato da un mezzo pesante che
trasportava pneumatici. L’incendio si è trasmesso
ad altri tre veicoli pesanti che si erano accodati,
provocando la morte di due persone e gravi
danni strutturali alla volta.
I lavori di ripristino sono durati due mesi, duranti
i quali è stato chiuso il traforo e la circolazione ha
potuto riprendere nelle condizioni di traffico precedenti
all’incendio solo nel mese di dicembre.
L’analisi che è stata effettuata dell’incendio ha
evidenziato che lo sviluppo rapido del fuoco e
dei fumi ha determinato fin dai primi minuti situazioni
critiche per gli utenti ed anche per i soccorritori:
i vigili del fuoco sono potuti intervenire
in maniera efficace solo da un lato del traforo,
in quanto l’altro era ostruito sia dai mezzi fermi
che dal fumo.
Le particolari condizioni meteo-climatiche non
avevano infatti consentito l’efficace estrazione
dei fumi da parte dell’impianto di ventilazione
con la conseguente propagazione dei fumi in direzione
dell’uscita lato Italia, dalla quale pertanto
i mezzi di soccorso non sono potuti penetrare
con la dovuta tempestività a causa della scarsa
visibilità e della elevata temperatura. Di fatto
la lotta all’incendio è avvenuta solo dal fronte
francese con evidenti difficoltà e ritardi nell’estinzione
dell’incendio che è durato diverse ore. Ciò
è emerso chiaramente dal rapporto della Commissione
d’inchiesta francese che ha confermato
l’importanza della costruzione di una nuova galleria
da adibire agli interventi di soccorso ed antincendio
in modo da consentire l’intervento contemporaneamente
ed efficacemente da ambo i
lati del traforo.
L’esperienza ha anche dimostrato che i casi sfavorevoli
di condizioni meteo-climatiche si ripetono
più volte durante l’anno, riducendo la possibilità
di confinamento ed estrazione dei fumi con
il vigente sistema di ventilazione. Pertanto, il CS
ha disposto, fino al termine dei lavori di costruzione
della galleria di sicurezza, la presenza continua
di due squadre di pronto intervento all’interno
del traforo in aggiunta alle due sistemate
nei piazzali esterni.
L’esame delle statistiche dei rapporti delle società
concessionarie dei trafori alpini ha anche
evidenziato l’aumento, negli ultimi anni degli allarmi
dei principi di incendio dei veicoli all’interno
del traforo, aumentando così la probabilità
di rischio incendio all’interno del traforo, nonostante
il funzionamento dei portali termografici
posizionati all’esterno.
Tutto ciò ha contribuito a formare un unanime
convincimento delle due delegazioni del
CS e della CIG sull’opportunità di inserire tra
gli obiettivi minimi da soddisfare da parte della
galleria di sicurezza anche quello dell’accesso
dei mezzi antincendio in modo da intervenire
efficacemente e tempestivamente sull’incendio,
in ogni condizione atmosferica da ambo i lati.
Infrastrutture&Mobilità
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Misurazioni della larghezza
sufficiente per far transitare
i mezzi di soccorso.
Inizio dei lavori
a Modane.
concessionarie di predisporne il progetto.
I Ministri nella stessa data del 28 aprile hanno congiuntamente
sottoscritto una lettera con la quale
hanno confermato che la soluzione prospettata
della galleria di 8,00 m consente di rispettare
i due principi (della sicurezza e del non aumento
della capacità). Di conseguenza hanno dato mandato
alla CIG di far realizzare entro il 15 dicembre il
progetto definitivo della galleria di sicurezza con le
caratteristiche approvate e di determinare le condizioni
di finanziamento del progetto. I costi della
galleria di sicurezza con diametro di 8,00 m sono
stati stimati a 348 milioni di euro, del 25% superiori
a quelli della soluzione di diametro pari a 5,50
metri (272 milioni di euro) ma la CIG del 28 aprile
2006 ha deciso che la realizzazione dell’opera non
doveva comunque gravare sui bilanci dei rispettivi
Stati. Di conseguenza, le Società concessionarie
hanno dovuto predisporre i relativi piani finanziari,
con i relativi aumenti tariffari che dovrebbero
anche contribuire a scoraggiare l’utilizzo dell’itinerario
stradale in favore di quello ferroviario quando
sarà completato l’allargamento del traforo ferroviario
del Frejus per consentire il passaggio dei
convogli AFA 5 .
Il CS in data 21 novembre 2006 ha espresso parere
favorevole per l’approvazione del progetto
definitivo della galleria di sicurezza con D = 8,00
metri, predisposto dalle Società concessionarie in
quanto rispondente agli obiettivi fissati dai ministri
e ne ha sottolineato l’urgenza di realizzazione. Il
24 novembre 2006, nel vertice di Lucca, i ministri
Di Pietro e Perben hanno approvato la galleria con
diametro di 8 metri riscontrando che risponde alle
imprescindibili esigenze di sicurezza senza porsi
in contrasto con le politiche di sviluppo del traffico
ferroviario. La CIG dell’11 dicembre 2006 ha invitato
le società concessionarie ad iniziare i lavori.
I lavori di scavo della galleria di 8 m sono stati divisi
in due lotti, uno nella parte francese (lotto 1)
e l’altro nella parte italiana (lotto 2). I lavori del
lotto 1 in sono iniziati a Modane fin dai primi giorni
di gennaio 2007, mentre quelli del lotto 2 qualche
mese più tardi.
Da galleria di sicurezza a seconda canna
Negli anni successivi, mentre proseguivano i lavori
di scavo della galleria di sicurezza ed anche
dei primi rami di collegamento tra la galleria di
sicurezza ed il traforo per la collocazione dei rifugi
e dei by pass, il CS e la CIG hanno continuato
periodicamente a riunirsi 6 , non solo per controllare
la corretta esecuzione dei lavori ma anche
per esaminare eventuali provvedimenti da adottare
per migliorare ulteriormente la sicurezza del
traforo. In particolare la delegazione italiana del
ti, con lettera del 9 febbraio 2006, nel confermare
il loro accordo sul principio della costruzione
di una galleria di sicurezza parallela al traforo del
Frejus, hanno chiesto alla CIG, di predisporre una
proposta definitiva per il diametro di tale galleria,
in modo da permettere la circolazione dei veicoli
di soccorso (vigili del fuoco e autoambulanze) in
tutta sicurezza e tempestività.
La richiesta fatta dai Ministri, peraltro subito condivisa
dalla CIG e da tutti i membri del CS, in
quanto generata dall’esperienza ricavata dai recenti
incendi nei trafori stradali alpini, ha portato
ad attribuire un ruolo molto più importante alla
mobilità dei mezzi di soccorso ed alla tempestività
ed alla sicurezza del loro intervento.
Il CS, avvalendosi della consulenza dello Studio
Lombardi, ha elaborato il rapporto del 13 marzo
2006 con il quale ha proposto la realizzazione
della galleria di sicurezza con le seguenti caratteristiche
generali:
D = 8,00 metri (con vano libero di 6,60 x 4,00
metri) che consente l’incrocio ad una velocità di
40 km/h ed in tutta sicurezza dei veicoli di soccorso
comunemente utilizzati dalle squadre di
soccorso aziendali e dai vigili del fuoco (veicoli
di 2,60 metri di larghezza, di altezza pari a 3,70
metri e muniti di due retrovisori di 0,30 metri).
Il CS ha ritenuto inoltre che la galleria di servi-
zio, dovesse essere dotata non solo dei condotti
di comunicazione con il traforo (con funzioni anche
di rifugio, posti ogni 375 metri), peraltro già
previsti nella galleria da 5,50 metri di diametro,
ma anche di cinque by pass (tra galleria di sicurezza
e traforo) di sezione adeguata per consentire
ai mezzi di soccorso di intervenire, aggirando
un eventuale blocco che dovesse presentarsi
nel traforo. Inoltre la galleria di otto metri consente
una ventilazione di tipo longitudinale nella
galleria di sicurezza al posto della sovrapressione
che si era dovuta necessariamente prevedere
nella galleria di 5,50 metri. In tal modo si possono
eliminare le due SAS 4 previste all’ingresso
della galleria di servizio, rendendo così più tempestivi
i soccorsi.
La CIG, nella riunione del 28 aprile 2006, ha validato
la proposta del Comitato di sicurezza di fissare
a otto metri il diametro della galleria di sicurezza.
La CIG ha ribadito che tale proposta
risponde alla volontà di mettere in sicurezza gli
spostamenti all’interno del tunnel del Frejus senza
alcun aumento della sua capacità, pertanto
essa corrisponde pienamente alle indicazioni dei
Ministri. Di conseguenza la CIG ha deciso di proporre
ai Ministri di decidere la realizzazione di una
galleria con le caratteristiche indicate nel rapporto
del CS. La CIG ha, quindi, invitato le Società
Infrastrutture&Mobilità
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CS e della CIG e le due società concessionarie
erano convinte che il modo migliore per migliorare
la sicurezza del traforo fosse quello di separare
le due correnti di traffico e, quindi, utilizzare
lo scavo della galleria di sicurezza per creare
una seconda canna. La delegazione francese, invece,
era decisamente contraria, probabilmente
su pressione dei politici locali della Regione Auvergne-Rhône-Alpes
e dei comuni di Modane e di
Saint Jean de Maurienne, che temevano un sensibile
aumento del traffico stradale nel caso di
apertura di una seconda canna del traforo.
Un nuovo incendio sviluppatesi il 29 novembre
2010 all’interno del traforo ed il comportamento
inadeguato di alcuni utenti, anche se fortunatamente
non si dovettero contare dei morti, ha
condotto la delegazione italiana e le società concessionarie
a sollevare sia in sede di CS che di
CIG la questione di un’apertura al traffico della
galleria di sicurezza. Così, nella CIG del giugno
2011 fu deciso di chiedere alle società concessionarie
di presentare uno studio di fattibilità
tecnica dell’apertura al traffico della costruenda
galleria di sicurezza che avrebbe di fatto trasformato
il traforo del Frejus in un traforo con due
canne con traffico mono direzionale. Il CS si è riunito
due volte per esaminare lo studio di fattibilità
e, nella seconda riunione del 26 settembre
2012 ha espresso parere favorevole sul proget-
to dell’apertura alla circolazione della galleria di
sicurezza nella direzione IT-FR con una corsia di
marcia di 3,50 metri e banchina di emergenza
di due metri. Il progetto prevedeva inoltre che il
traforo esistente doveva essere destinato alla direzione
FR-IT con una sola corsia di marcia trasformando
l’altra corsia in corsia di emergenza.
Sezione della 2° canna.
Sotto a sinistra, lavori
di scavo nel primo tratto
francese. Utilizzazione
della TMB per il proseguo
dello scavo.
Pagina a lato, lavori
sul piazzale italiano.
Nel parere del CS è stato chiaramente evidenziato
l’importante miglioramento della sicurezza degli
utenti, che si otterrebbe eliminando il rischio
di scontro frontale e applicando in entrambe le
canne la ventilazione longitudinale che spinge i
fumi a valle dei veicoli. Miglioramenti che porterebbero
ad una perfetta conformità con i dettami
della direttiva 2004/54.
La CIG si è riunita l’11 ottobre 2012 esprimendo
anch’essa parere favorevole al progetto di messa
in circolazione della galleria di sicurezza. Il
traforo diviene un’opera a due canne monodirezionali
con una corsia di marcia ed una corsia di
emergenza in ciascuna canna. La CIG raccomanda
il contingentamento dei mezzi pesanti (VP):
4.200 VP/giorno e 1.050.000 VP/anno complessivamente
per i due sensi di marcia.
Il 3 dicembre 2012, durante il Vertice italo-francese
di Lione: i Ministri dei trasporti hanno confermato
la decisione di aprire al traffico la galleria
in costruzione attrezzandola con una corsia
di marcia nel senso IT-FR riducendo il traforo ad
una sola corsia di marcia nel senso FR-IT e trasformando
la seconda corsia di marcia in corsia
in corsia di emergenza. Dopo queste importanti
decisioni i lavori di scavo sono proseguiti senza
dover richiedere altre autorizzazioni perché il
nuovo progetto si configurava come variazione di
utilizzo di un’opera in costruzione, senza modifiche
di tipo localizzativo e con cambiamenti migliorativi
concentrati soprattutto nei due piazzali
di accesso al tunnel, uno in Italia e uno in Francia.
Inoltre, l’apertura della galleria di sicurezza al
traffico non avrebbe comportato alterazioni nelle
valutazioni degli aspetti e impatti ambientali
al suo interno. Anche lo scenario emissivo all’aperto
(aria, rumore e vibrazioni) non dovrebbe
subire variazioni poiché, a fronte di un importante
miglioramento della sicurezza stradale, i flussi
di traffico dovranno essere gestiti nell’ambito
dei volumi attuali.
Il progetto impiantistico, infine, non determinerà
ripercussioni ambientali, limitandosi al trasporto
e alla gestione delle forniture presso il cantiere.
Lo scavo con TBM in territorio francese (lotto 1)
della galleria (PM 6495) si è concluso il 27 giugno
2013. Da quella data, la macchina ha continuato
lo scavo della galleria nella parte italiana
(lotto 2).
I rami di collegamento tra la galleria ed il traforo
per il collocamento dei luoghi sicuri sul versante
francese (lotto 1), sono stati eseguiti man
mano che procedeva lo scavo della galleria. Di
conseguenza i luoghi sicuri nella tratta francese
sono stati tutti ultimati e messi in servizio
il 14/04/14 e, quindi, prima della scadenza
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del 30/04/2014 imposta dalla normativa UE n.
54/2004 alla Francia 7 .
Lo scavo della galleria lato Italia è stato effettuato
con la stessa TBM che aveva operato nel tratto
francese ed è terminato con l’abbattimento
dell’ultimo diaframma il 17 novembre 2014 (PM
12898) e in quella giornata è stata organizzata
una cerimonia molto partecipata.
Dopo l’abbattimento dell’ultimo diaframma è iniziato
lo smontaggio della TBM. A fresa rimossa,
con l’imbocco lato Italia transitabile, sono
stati avviati nel mese di marzo 2015 i lavori di
scavo dei rifugi sulla tratta italiana a partire dal
Note
1
I Ministri Salvini e Tabarot e le altre
autorità presenti, dopo il taglio del
nastro all’imbocco di Modane, sono
entrati con le loro macchine nella
nuova galleria percorrendola nella
direzione Francia-Italia ovvero nel
verso contrario a quella per la quale
è stata progettata e sarà aperta al
traffico.
2
Il sottoscritto dopo aver consegnato,
insieme al collega francese Michel
Marec ai Ministri Micheli e Gayssot
il Rapporto sul tragico incidente del
Monte Bianco del 1999 è stato da
loro preposto insieme con Marec alla
guida dei Comitati di Sicurezza dei
trafori del Monte Bianco e del Frejus.
Alternandosi con il collega francese
ha presieduto i suddetti Comitati fino
al 2017.
3
Si riportano integralmente gli obiettivi
minimi funzionali della galleria di
sicurezza fissati dal Comitato di
Infrastrutture&Mobilità
ramo centrale S18 posto al confine italo-francese.
Contemporaneamente sono stati anche realizzati
i bypass, le stazioni tecniche e gli impianti
di ventilazione con la nuova centrale.
Infine, sono stati sistemati anche i due piazzali
di ingresso e, soprattutto, il piazzale italiano.
Quest’ultimo è stato ampliato e vi è stato installato
il nuovo Posto di Controllo Centralizzato
(PCC) di ultima generazione con una cabina
di regia bidirezionale idonea a controllare il traffico
e a gestire i sistemi di ventilazione, la segnaletica
e gli impianti di sicurezza su entrambe
le canne. nn
Sicurezza il 22 e 23 ottobre 2002:
1) Consentire l’evacuazione degli
utenti del traforo, in caso di incendio
nello stesso, attraverso dei rami di
collegamento pressurizzati disposti fra
il traforo e la galleria di sicurezza;
2) Permettere la circolazione di
piccoli veicoli o di piccoli convogli
ferroviari per soccorrere gli utenti ed in
particolare dei feriti e degli invalidi;
3) Offrire al personale di soccorso ed ai
vigili del fuoco accessi ripartiti su tutta
la lunghezza del traforo per consentire
le operazioni di soccorso;
4) Consentire il ricovero di nuovi cavi
e di nuove fibre ottiche necessari agli
impianti del traforo quando quelle già
in uso saranno rinnovate;
4
Con il termine SAS si indicano le
camere di compensazione servono a
mantenere la sovrapressione prevista
nella galleria di sicurezza per evitare la
risalita dei fumi dal tunnel. Le camere
possono essere occupate da un solo
veicolo di soccorso per volta con un
tempo di attraversamento di qualche
decina di secondi sia in entrata che in
uscita dei portoni tagliafuoco.
5
Si ricorda che AFA è la sigla di
“Autostrada Ferroviaria Alpina” decisa
dai governi italiano e francese che
prevede il caricamento dei veicoli
merci su carrelli ferroviari ribassati
(modhalor) tra le stazioni di Orbassano
Qui sopra, abbattimento
ultimo diaframma
e, a lato, cerimonia del 2014.
46 8-9/2025 leStrade
ed Aiton.
6
Il Comitato di sicurezza tra il 2007
e il 2011 si è riunito 19 volte (in media
tre volte all’anno) e la CIG nello stesso
periodo 11 volte (in media due volte
all’anno).
7
La scadenza per gli adempimenti
previsti dalla direttiva europea per
l’Italia, tenuto conto dell’elevato
numero delle gallerie presenti nel
territorio italiano, è fissata al 31
dicembre 2025.
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Aziende
Infrastrutture alpine
Un team internazionale di architetti e ingegneri nella sede Pichler
projects: presentato a Bolzano il mock-up in scala reale dei
“cristalli” per le nuove stazioni della funivia dei Grands Montets
Monica Banti
Pichler projects ha avuto il piacere di
accogliere presso la propria sede a
Bolzano un team di progettisti e ingegneri
di fama internazionale in occasione
della presentazione ufficiale del
mock-up in scala reale (1:1) dei moduli
strutturali che andranno a comporre
le nuove stazioni della funivia
dei Grands Montets, vicino a Chamonix
(Francia). Tra gli ospiti, i rappresentanti
degli studi Renzo Piano Building
Workshop (RPBW) e schlaich
bergermann partner (sbp), con cui
Pichler projects collabora alla realizzazione
dell’opera. Il progetto è stato
commissionato dalla Compagnie du
Mont-Blanc.
Dopo due anni di progettazione, il
mock-up ha permesso di:
• verificare e validare il design e i sistemi di assemblaggio;
• completare con esito positivo la maggior parte
dei test richiesti da sbp e il Bureau de contrôle.
Si tratta senza dubbio di un’opera tecnica d’alta
quota, il cui fulcro è un cubo di 20 metri integrato
nella parete rocciosa che, grazie alla sofisticata
struttura in acciaio di Pichler projects, riproduce
la perfetta geometria della pirite. Il cristallo
segna la fine del viaggio a bordo della funivia e
l’inizio di quello che conduce alla vetta, un luogo
unico con una vista meravigliosa ed emozionante
sulla valle di Chamonix e sulle cime circostanti.
Per questo straordinario progetto Pichler projects
ha l’onore e la responsabilità della produzione e
installazione di oltre 300 moduli strutturali in acciaio
e vetro altamente personalizzati, progettati
per resistere a condizioni ambientali estreme,
come la velocita del vento fino a 260 km/h. Altre
sfide riguardano la logistica e la mancanza di
aree di stoccaggio e di assemblaggio su 3.300
metri di altezza, così come le tolleranze di produzione
e installazione stringente secondo le specifiche
del progetto. L’installazione è programmata
a maggio 2026.
Con questo progetto, Pichler projects consolida
il proprio ruolo di riferimento nell’ambito delle
strutture architettoniche complesse e delle infrastrutture
alpine ad alte prestazioni, in cui design,
precisione tecnica e resistenza agli agenti
estremi sono elementi centrali. Tra i progetti
che in passato hanno visto impegnata l’azienda
bolzanina, infatti, ci sono progetti come il Trampolino
del Bergisel di Zaha Hadid Architects, a
Innsbruck: struttura architettonica che combina
elementi di ingegneria di ponti, edilizia e carpenteria
metallica, la cui caratteristica principale è
la fusione di funzionalità sportive e spazi pubblici,
con un ristorante panoramico e una terrazza
che offrono viste mozzafiato; Trittkopfbahn nel
comune di Zürs, importante località sciistica austriaca,
che supera un dislivello di circa 700 metri
e connette il centro abitato con gli impianti a
monte, post a quota 2.420 m s.l.m. di Jäger Architektur;
Seilbahn Zugspitze di Hasenauer Architekten
a Garmisch-Partenkirchen in cui, nonostante
le numerose difficoltà, tra cui le condizioni
climatiche estreme, l’iniziale mancanza di infrastrutture
per il trasporto dei materiali in vetta e
le sfide rappresentate delle caratteristiche geologiche,
l’azienda è riuscita a completare l’intervento
negli stringenti tempi prefissati. nn
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Scenari
Materiale rotabile
e manutenzione predittiva
Quando il costruttore diventa gestore: il ciclo di vita
come leva di efficacia ed efficienza. Intervista a Marco Biffoni,
Capo Settore Materiale Rotabile di Anie Assifer
La manutenzione predittiva nel settore ferroviario,
laddove venga utilizzato un approccio “full lifecycle”,
ottimizza ogni fase operativa migliorando affidabilità,
disponibilità, e puntualità dei treni. Ne parliamo,
in questa intervista, con il Capo Settore Materiale
Rotabile di Anie Assifer Marco Biffoni.
La manutenzione predittiva in ambito ferroviario
consente di prevedere anticipatamente
i guasti ottimizzando gli interventi
manutentivi in base alle reali esigenze.
Quali tecnologie abilita il modello di manutenzione
predittiva?
La manutenzione predittiva si fonda su un ecosistema
tecnologico avanzato che include sensoristica
di ultima generazione e algoritmi di
intelligenza artificiale. I treni moderni sono equipaggiati
con centinaia di sensori che monitorano
in tempo reale lo stato di salute dei componenti
critici - come freni, porte, impianti di climatizzazione
e sistemi di trazione. Questi dati vengono
analizzati nelle Sale di Controllo attraverso modelli
predittivi che non solo rilevano anomalie, ma
stimano anche la vita utile residua dei componenti
e suggeriscono interventi manutentivi mirati.
Questo approccio consente di passare da
una logica reattiva a una proattiva, riducendo i
guasti e migliorando la pianificazione operativa.
La manutenzione predittiva è ormai una realtà
nel mondo ferroviario. Ma quali sono le
condizioni per ottenere i migliori risultati?
Affinché la manutenzione predittiva produca risultati
tangibili, è fondamentale che sia integrata
in una visione sistemica del ciclo di vita del
materiale rotabile. Non si tratta solo di applicare
tecnologie, ma di adottare un modello operativo
che valorizzi ogni fase - dalla progettazione alla
dismissione. Questo approccio consente di anticipare
i problemi, migliorare l’affidabilità e ottimizzare
le risorse. È una strategia che richiede
collaborazione tra costruttori, operatori e gesto-
ri, e che si traduce in un incremento della qualità
del servizio offerto.
Qual è il valore aggiunto di un approccio
“full lifecycle”?
Quando il costruttore assume anche il ruolo di
gestore si crea un circolo virtuoso. La conoscenza
approfondita dei componenti e delle logiche di
funzionamento del treno diventa un asset strategico.
I dati raccolti durante l’esercizio alimentano
la progettazione futura, mentre la progettazione
stessa è orientata a facilitare la manutenzione.
Questo cambio di paradigma trasforma il prodotto
- il treno - in un servizio integrato, pensato per
garantire prestazioni elevate e continuità operativa.
È un modello che favorisce l’innovazione continua
e la sostenibilità economica e ambientale.
L’intelligenza artificiale è già operativa a
supporto della manutenzione predittiva?
L’intelligenza artificiale è già presente nel
settore, ma il suo impiego deve essere
guidato da prudenza e responsabilità.
Attualmente, l’IA viene utilizzata per
costruire modelli previsionali basati
su dati storici e in tempo reale. Tuttavia,
ogni suggerimento generato
da questi sistemi deve essere validato
da tecnici esperti. L’obiettivo
non è sostituire il personale qualificato,
ma potenziarne le capacità
decisionali, mantenendo la sicurezza
come priorità assoluta.
L’IA è uno strumento, non un
sostituto, e il suo valore dipende
dalla qualità dei dati e dalla
competenza di chi li interpreta.
Quali sono i benefici concreti
della manutenzione predittiva
per gli operatori e per i
passeggeri?
Marco Biffoni, Capo Settore
Materiale Rotabile di Anie
Assifer.
Per gli operatori, la manutenzione predittiva significa
meno fermi imprevisti, maggiore disponibilità
della flotta, pianificazione più efficiente
delle risorse e riduzione dei costi operativi. Per i
passeggeri, si traduce in un servizio più affidabile,
confortevole e puntuale. Inoltre, allungando
la vita utile dei mezzi, si contribuisce alla sostenibilità
ambientale e alla riduzione dell’impatto
economico complessivo. È una soluzione win-win
che migliora l’esperienza di viaggio e la gestione
del sistema ferroviario.
Qual è il ruolo dell’industria italiana in questo
scenario?
Le imprese associate ad Anie Assifer sono protagoniste
di questa trasformazione. Stanno sviluppando
piattaforme digitali, collaborando con
operatori per contratti full service, e investendo
in formazione e competenze. L’Italia, forte di
una tradizione consolidata nel settore del materiale
rotabile, ha oggi l’opportunità di assumere
un ruolo di leadership anche nella gestione intelligente
del ciclo di vita. La sinergia tra innovazione
tecnologica e know-how industriale è la chiave
per competere a livello internazionale.
Quali sono le sfide da affrontare nei prossimi
anni?
Le sfide principali sono di natura culturale, normativa
e industriale. Dal punto di vista culturale
è necessario superare la logica del “costo iniziale”
e adottare una visione basata sul “costo totale
lungo il ciclo di vita”. Normativamente, servono
standard comuni per garantire l’interoperabilità
dei dati e la certificazione dei sistemi. Industrialmente,
è fondamentale rafforzare la filiera nazionale
per garantire autonomia tecnologica e capacità
produttiva. Solo affrontando queste sfide
sarà possibile consolidare un modello sostenibile
e competitivo.
In sintesi, quale messaggio vuole lanciare
al settore?
Il treno del futuro non si improvvisa: si progetta.
Per farlo servono competenze multidisciplinari,
una visione industriale condivisa e una partnership
di lungo periodo tra costruttori, operatori,
istituzioni, centri di ricerca e università. L’Italia ha
tutte le carte in regola per guidare questa evoluzione,
coniugando tradizione ed esperienza con
l’innovazione. nn
Infrastrutture&Mobilità
50 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025 51
Scenari
L’evoluzione della sicurezza nei cantieri
stradali: tecnologie, ruoli e innovazione
Lavori geotecnici
con iniezioni di resine
RIPRISTINARE
CONSERVARE
STRUTTURE
INFRASTRUTTURE
RAPIDI
NON INVASIVI
Oggi gli strumenti tecnologici avanzati incidono positivamente
sull’organizzazione del cantiere: come dispositivi smart, droni
e piattaforme digitali stanno trasformando procedure e professionalità
Nei cantieri stradali la sicurezza rappresenta una sfida
costante e di primaria importanza: la compresenza
di operai, macchinari pesanti e traffico in movimento
li rende infatti tra gli ambienti di lavoro più
rischiosi.
Negli ultimi anni, l’introduzione di tecnologie innovative,
l’aggiornamento delle normative e un’attenzione
crescente alla formazione, hanno profondamente
trasformato l’approccio alla sicurezza nel settore
delle infrastrutture. Questi progressi consentono alle
imprese non solo di rispettare le normative vigenti,
ma anche di prevenire proattivamente incidenti
e ridurre significativamente i rischi.
Oggi gli strumenti tecnologici avanzati incidono positivamente
sull’organizzazione del cantiere: permettono
una valutazione dei pericoli più accurata, una comunicazione
più chiara e un monitoraggio costante di
lavoratori e ambienti. Tra questi troviamo i Wearable
Safety Devices, ovvero dispositivi indossabili come
giubbotti con sensori e caschi intelligenti, che rilevano
costantemente le condizioni di lavoro e la salute
di chi li indossa. I droni, che permettono invece di effettuare
ispezioni rapide e sicure delle aree di cantiere,
individuando pericoli spesso difficili da accertare
con i metodi tradizionali. A questi si affiancano le piattaforme
BIM e i software di gestione della sicurezza,
che supportano la modellazione e la prevenzione dei
rischi. A completare il quadro, la Realtà Virtuale che
consente di creare simulazioni immersive in cui i lavoratori
possono esercitarsi a gestire situazioni pericolose
in un ambiente controllato. Inoltre, attraverso
sovrapposizioni visive, fornisce istruzioni per l’uso
delle attrezzature, avvisi di pericolo e indicazioni sulle
procedure corrette, offrendo agli operatori un ampio
ventaglio di informazioni relative alle lavorazioni
e alle possibili interferenze.
L’innovazione nella sicurezza sta trasformando, di
conseguenza, anche le professionalità coinvolte. Accanto
alle figure tradizionali, come il Coordinatore
della Sicurezza e il Responsabile del Servizio di Prevenzione
e Protezione (RSPP), si affermano infatti
nuovi profili:
Infrastrutture&Mobilità
• BIM Manager Infrastrutturale: coordina i modelli
digitali per strade, ponti e reti, integrando la sicurezza
già nella fase di progettazione e supportando
la manutenzione predittiva, con l’obiettivo
di individuare criticità prima che si manifestino sul
campo e ottimizzare le operazioni quotidiane del
cantiere;
• Data Analyst per la sicurezza: raccoglie e interpreta
dati provenienti dai wearable devices, sensori
ambientali e dispositivi IoT, trasformando numeri
e misurazioni in indicazioni operative, come la revisione
dei protocolli di sicurezza o l’adattamento
dei percorsi dei mezzi e dei lavoratori;
• Safety Innovation Specialist: rappresenta il punto
di incontro tra sicurezza tradizionale e tecnologie
emergenti. Integra dispositivi wearable, sensori di
prossimità e soluzioni di realtà aumentata o virtuale
nei processi formativi e di gestione dei rischi,
progetta simulazioni immersive per preparare gli
operatori a scenari critici e supervisiona l’adozione
di strumenti digitali per monitorare costantemente
condizioni e comportamenti a rischio.
La trasformazione in atto nei cantieri stradali dimostra
che la sicurezza non è più soltanto un adempimento,
ma un driver di innovazione e competitività.
Le imprese che sapranno integrare tecnologie,
formazione e nuove professionalità saranno quelle
capaci di garantire non solo ambienti di lavoro più
sicuri, ma anche opere più sostenibili e di qualità, a
beneficio della collettività. nn
Federica Cavagliano
Senior Manager
di Hunters Group
Senza scavi
né demolizioni!
Risolviamo
Risolviamo
i cedimenti
i cedimenti
del terreno
del
di fondazione
terreno di
di
fondazione
strade e
di
infrastrutture
strade e infrastrutture
con iniezioni di resine.
Riempiamo con iniezioni cavità di interrate, resine.
ancoriamo Inoltre, riempiamo muri controterra, cavità
rigeneriamo interrate, ancoriamo murature e muri arrestiamo
infiltrazioni controterra, in modo rigeneriamo rapido e
non murature invasivo. e arrestiamo
infiltrazioni in modo rapido
e non invasivo.
52 8-9/2025 leStrade
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Aziende
IMPIANTO D‘ASFALTO DISCONTINUO AMMANN ABC SOLIDBATCH
Al Gruppo ASTM nuovo
contratto negli USA
Il Gruppo ASTM si è aggiudicato il contratto per la progettazione
e costruzione di un nuovo tratto della metropolitana “Second
Avenue” a New York. Progetto dal valore di 1,9 miliardi di dollari
L’iniziativa, parte del più ampio progetto di prolungamento
della linea Q lungo il corridoio “Second Avenue/Broadway
Express”, prevede l’estensione della
linea dalla 116a sino alla 125a Strada e consentirà
un nuovo accesso al trasporto metropolitano ai numerosi
residenti della zona di East Harlem.
Si tratta della più grande commessa di scavo in
galleria mai assegnata nella storia della Metropolitan
Transportation Authority (MTA), committente
dell’opera. L’MTA gestisce la rete di trasporti
più estesa del Nord America, a servizio di oltre 15
milioni di persone in un’area di 5.000 miglia quadrate
che comprende New York City, Long Island,
il sud-est dello Stato di New York e il Connecticut.
Il progetto, dal valore complessivo di 1,9 miliardi
di dollari, è stato affidato al raggruppamento
d’impresa guidato da Halmar International, controllata
statunitense di Itinera - EPC contractor
del Gruppo ASTM - in qualità di leader del consorzio
Connect Plus Partners, in partnership con
la società spagnola FCC Construction.
Dettagli dell’iniziativa
Il progetto, in particolare, prevede:
• la realizzazione di due tunnel paralleli di lunghezza
ciascuno pari a 1.250 metri, con diametro
interno di 6,1 metri;
• lo scavo della nuova stazione sotterranea della
125a Strada;
• l’adeguamento del tunnel, risalente agli anni
Settanta, per ospitare la futura stazione della
116a Strada.
I tunnel saranno eseguiti con scavo meccanizzato
che richiederà l’uso di due Tunnel Boring Machine
(TBM) appositamente realizzate per affrontare
le difficili condizioni geologiche e la logistica
che caratterizzano il tracciato.
La presenza del Gruppo ASTM negli USA
Nel settore EPC, il Gruppo ASTM, attraverso
Halmar, ha completato recentemente i progetti
relativi al “Long Island Rail Road Third Track
Expansion” e la Stazione della metropolitana
di Potomac Yard della Washington Metropolitan
Area Transit Authority.
Attualmente il Gruppo è impegnato nella realizzazione
dei seguenti progetti:
• la progettazione e costruzione della stazione
Penn Station nella metro di New York che comprende
quattro nuove stazioni e 19 miglia di linea
per la Metro-North Railroad, offrendo alla
comunità del Bronx l’accesso a Penn Station,
Manhattan;
• la sostituzione del viadotto di Park Avenue da
parte della Metro-North Railroad, Fase 1;
• la ristrutturazione di alcune aree dell’aeroporto
internazionale JFK di New York;
• la progettazione e la costruzione di un tunnel
sotto il fiume Potomac a Washington D.C.
Nel settore concessioni, attualmente il Gruppo
ASTM attraverso ASTM North America, è impegnata
nei lavori per il miglioramento dell’accessibilità di
13 stazioni della metropolitana di New York. La società
si è aggiudicata la gara di concessione in Public
Private Partnership (PPP) promossa dall’MTA
per la progettazione e realizzazione dell’opera, la
successiva gestione e manutenzione dei sistemi di
trasporto verticale per un periodo di concessione
pari a 25 anni. A oggi sono entrati in esercizio gli
impianti di mobilità verticale in due stazioni, con un
avanzamento pari a circa il 70%.
Infine, ASTM North America è stata ufficialmente
prequalificata per la partecipazione al progetto
in Partenariato Pubblico-Privato (PPP) per la
progettazione, costruzione, finanziamento e gestione
di venti miglia di nuove corsie preferenziali
a tariffazione dinamica dell’autostrada I-24 che
collega Nashville a Murfreesboro, in Tennessee. Il
progetto, promosso dal Tennessee Department
of Transportation (TDOT), riguarda le cosiddette
“Choice Lanes”, un’iniziativa strategica pensata
per migliorare la viabilità in un’area ad alta
densità di traffico, lungo uno degli snodi principali
del sistema autostradale del Tennessee. nn
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Sicurezza
Il progetto Driver
Behaviour Analysis
Autostrade per l’Italia: il primo simulatore
di guida a Realtà Aumentata (AR) con droni
e intelligenza artificiale per migliorare
la sicurezza stradale. Il progetto in sinergia
con quattro eccellenze universitarie italiane
Studiare il comportamento del guidatore in autostrada
in prossimità dei cantieri, grazie a un
simulatore di guida a Realtà Aumentata, con
l’obiettivo di analizzarne le reazioni e valutare
soluzioni alternative per aumentare ulteriormente
la sicurezza dei viaggiatori. È quanto prevede
il progetto DBA - Driver Behaviour Analysis del
Gruppo di Autostrade per l’Italia che ha coinvolto
quattro eccellenze italiane nel mondo della ricerca
accademica, tra cui il Politecnico di Milano,
l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Università
degli Studi di Firenze e l’Università degli Studi
di Napoli Federico II.
Edvige Viazzoli
La sperimentazione avviata da Movyon
Per la prima volta, Movyon, società del Gruppo
leader nello sviluppo e nell’integrazione di soluzioni
di Intelligent Transport Systems, ha avviato
una sperimentazione innovativa basata su un
approccio scientifico integrato, combinando dati
raccolti sul campo tramite droni e avanzate tecnologie
di simulazione di guida. Il centro dell’analisi
è il comportamento umano, osservato attraverso
test condotti in una realtà immersiva
altamente realistica, ricreata all’interno di una
cabina di guida di ultima generazione. L’obiettivo
è studiare le reazioni dei guidatori di fronte a
situazioni critiche, identificare i principali fattori
di rischio, comprendere le cause dei comportamenti
scorretti e valutare l’efficacia di nuove soluzioni
per incrementare la sicurezza nei cantieri
autostradali. La tecnologia diventa quindi una
risorsa fondamentale a servizio della sicurezza
dei viaggiatori e dei lavoratori nei cantieri: i droni
e l’intelligenza artificiale assumono un ruolo
di primo piano per la raccolta di dati propedeutici
alla creazione degli scenari di simulazione. I
droni, già utilizzati per analizzare i flussi di traffico,
possono ora acquisire le immagini utili a ricreare
fedelmente ciò che accade sulla rete autostradale:
dai cantieri, alle traiettorie dei veicoli.
Quello che prima si vedeva con una dash cam installata
all’interno delle automobili ora è acquisibile
e verificabile grazie all’utilizzo dei droni che
possono restituire una visione completa di quello
che accade in autostrada.
Un viaggio nella realtà aumentata
Analizzando le traiettorie dei veicoli rilevate dai
droni nei pressi dei cantieri autostradali, è stato
possibile, in questa prima fase, individuare con
precisione i comportamenti di guida scorretti
più frequenti e significativi. A partire da questi
risultati, sono stati sviluppati specifici scenari
immersivi utilizzando un digital twin (gemello
digitale) altamente dettagliato, che riproduce
il tratto autostradale della A26 tra Borgomanero
e Novara.
La simulazione ha previsto sia uno scenario con
la segnaletica temporanea tradizionale presente
nei cantieri, sia una versione alternativa che
incorpora soluzioni innovative mirate a migliora-
re la sicurezza. Questo approccio garantisce un
elevato livello di realismo e consente di testare
l’efficacia di nuove proposte in un ambiente virtuale
controllato e realistico, ponendo al centro
il comportamento dei guidatori e la loro risposta
a situazioni potenzialmente critiche.
Il ruolo del mondo accademico
Parte della sperimentazione è proprio il simulatore
di guida del Politecnico di Milano, sede universitaria
dove sono state condotte le simulazioni
attraverso gli scenari di realtà aumentata e
dove è stato analizzato il comportamento di guida.
Le osservazioni riguardanti le traiettorie e i
profili di velocità nei cantieri con il calcolo di misure
surrogate di sicurezza sono frutto delle analisi
dell’Università di Napoli Federico II, mentre lo
studio della percezione di sicurezza e del modo
in cui i diversi profili di conducenti recepiscono
l’ambiente stradale e la segnaletica in approccio
ai cantieri è stato il lavoro portato avanti dall’Università
Cattolica del Sacro Cuore. L’esame con
algoritmi di intelligenza artificiale dei flussi video
registrati dai droni, volta a identificare veicoli e
traiettorie, infine, ha fatto capo all’Università degli
Studi di Firenze.
Sicurezza stradale
La sperimentazione rientra fra le iniziative promosse
nell’ambito della campagna di sensibilizzazione
sulla sicurezza stradale di Autostrade per
l’Italia in collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture
e dei Trasporti, il Ministero del Lavoro
e delle Politiche Sociali e la Polizia di Stato, per
sensibilizzare i viaggiatori sull’importanza di una
guida corretta anche a tutela dei lavoratori che
ogni giorno operano sulla rete autostradale. nn
Infrastrutture&Mobilità
56 8-9/2025 leStrade
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Cantieri
GRU Grandi rivoluzioni
urbane su Bologna
Il colossale Progetto Tram di Bologna. La costruzione è condotta dal raggruppamento
d’imprese guidato da C.M.B., insieme ad Alstom ferroviaria, Amplia Infrastructures
e Alstom Trasport. Siamo stati in visita nel cantiere più esteso della nuova
Linea Rossa dove le gru Potain dominano sovrane la sconfinata area di lavoro
Nessuno oserà affermare domani, quando tutto
diventerà “storia”, che a Bologna siano mancati
il coraggio, l’ambizione e la visione dei grandi
temi progettuali: il ciclopico Progetto Tram, calato
nella realtà quotidiana, ha creato e continuerà
a produrre inevitabili disagi alla città, per la presenza
di ineluttabili cantieri anche nel tessuto
storico, ma ha, tra i molti punti di forza, anche
quello di saper esprimere una posizione di grande
apertura d’avvenire, perché davvero guarda
avanti: alla Bologna del futuro che, con quest’opera,
avrà un volto del tutto nuovo. Il 2027 è l’orizzonte
temporale in cui si potrà ammirare dal
tram “la Dotta, la Grassa, la Rossa”. Sarà il tempo
in cui il capoluogo dell’Emilia-Romagna sarà
in grado di sbandierare una mobilità accessibile
per tutti, più sicura e meno inquinante. Ma, per
ora, raccontiamo il presente: una contemporaneità
fatta di cantieri a cui abbiamo avuto la favorevole
occasione di accedere.
Il PUMS
È necessario tracciare un quadro generale, prima
di illustrare il cantiere che abbiamo visitato. Approvato
nel 2019, il Piano Urbano della Mobilità
Sostenibile (PUMS) della Città Metropolitana di
Fabrizio Parati
Il Deposito Borgo Panigale,
situato nella parte ovest della
via Persicetana, ospiterà,
su circa 70.000 metri
quadrati, il quartier generale
della nuova rete tranviaria
di Bologna. Nell’immagine,
in primo piano gli edifici
destinati agli uffici.
Planimetria generale
del Deposito Borgo Panigale,
fulcro operativo e logistico
dell’intera nuova rete
tranviaria.
Infrastrutture&Mobilità
58 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025 59
Bologna ha previsto una rete del trasporto pubblico
metropolitano basata sul Servizio Ferroviario
Metropolitano (SFM) e su un nuovo sistema
di trasporto rapido di massa di tipo tranviario per
l’area urbana di Bologna integrato con il trasporto
pubblico su gomma. Si è pensato di organizzare
la nuova rete tranviaria della città su linee tra di
esse interconnesse: Linea Rossa: Terminal Emilio
Lepido-Capolinea Nord Michelino-Facoltà di Agraria/CAAB;
Linea Verde: Corticella-Deposito Due
Madonne; Linea Blu: Casalecchio-San Lazzaro.
Sono in corso, ad oggi, i lavori per la Rossa (Borgo
Panigale-Fiera) e la Verde (centro-Corticella).
La Linea Rossa
Dal maggio 2022, quando la Linea Rossa del sistema
tranviario di Bologna è stata aggiudicata
in via definitiva al raggruppamento d’imprese
guidato da C.M.B. Società Cooperativa Muratori
e Braccianti di Carpi, insieme ad Alstom ferroviaria,
Amplia Infrastructures e Alstom Transport, di
strada il progetto ne ha fatta molta.
Nel febbraio 2023, durante un evento riservato
alla stampa e ai comitati dei cittadini, erano
stati presentati il progetto e il piano di cantierizzazione
della Linea rossa, con l’effettivo avvio
dei cantieri, nella primavera 2023, dal capolinea
Emilio Lepido, di Borgo Panigale, e da quello di
Fiera Michelino.
L’organizzazione dei cantieri della Linea Rossa
è stata pensata per limitare al massimo i disagi
alla circolazione: il tracciato è stato suddiviso in
“cantieri di linea”, composti da “micro-cantieri”
che si attivano progressivamente e che permet-
tono di operare su singole tratte di lunghezza limitata,
evitando il più possibile la compresenza
di lavori su interi assi stradali.
Lo scorso giugno sono stati avviati i lavori in via
Riva Reno, cioè il primo cantiere interno ai viali
in pieno centro storico: oltre alla realizzazione
dell’infrastruttura tranviaria, il cantiere è finalizzato
all’esecuzione dei lavori per la riapertura
di un tratto del canale di Reno, che è chiuso
dal 1957. Cambierà così radicalmente fisionomia
una strada oggi in gran parte adibita a parcheggio.
Sono aperti anche i cantieri di via Ugo Bassi
e di via dell’Indipendenza (entrambe strade centralissime).
Si cercherà di ridurre il più possibile
Sopra, la rimessa dei tram.
In essa troveranno alloggio
fino a 60 veicoli.
Sotto, sezione scala 1:100
dell’Officina di manutenzione
del materiale rotabile.
Sopra, render del parco.
Quattro ettari di terreno
saranno trasformati
in un nuovo parco pubblico,
su cui affaccerà il Villaggio
INA-Casa di Borgo Panigale.
La nostra visita al cantire Deposito
della rete tranviaria di Borgo Panigale
È uno spazio urbano che torna alla propria antica
vocazione, perché dove c’era il deposito dei tram
di Borgo Panigale troverà spazio il nuovo quartier
generale della rete tranviaria bolognese (dovrebbe
diventare il più grande deposito centralizzato
d’Italia per tram su gomma e su rotaia).
E noi siamo stati proprio lì, per visitare gli spazi
in cui si sta costruendo il “Deposito” e raccontal’impatto
di questi due interventi durante il prossimo
periodo natalizio, considerato che la tranviaria
percorrerà queste strade che, di sabato e
nei festivi, si trasformano in vie pedonali.
L’avvio dei cantieri di linea (già da alcuni mesi) è
stato anticipato da micro-cantieri di 2/3 giorni,
per la risoluzione delle interferenze dei sottoservizi
trasversali e per contenere la durata e l’impatto
del cantiere di realizzazione della linea. In
questo modo si opererà anche in futuro, per ridurre
il più possibile le interferenze con il traffico
stradale e minimizzare i disagi.
Il cantiere di linea chiede una continua riprogrammazione
temporale, a causa delle normali
attività di scavo in un ambito urbano e su un tracciato
che, per buona parte degli oltre 16 chilometri,
interessa strade romane ed è attraversato da
innumerevoli sottoservizi, a volte non completamente
e correttamente censiti.
Ai cantieri di linea si aggiungono i “cantieri permanenti”,
che sono progettati per essere operativi
senza che, per tutta la durata dei lavori,
producano rilevanti impatti sulla circolazione: il
Deposito dei mezzi di Borgo Panigale, il Terminal
Michelino e il deposito secondario in zona Pilastro.
La Linea Verde
Nel dicembre del 2023, il Comune di Bologna
ha affidato la Linea verde del tram al raggruppamento
di imprese già impegnato nella realizzazione
della Linea Rossa. Si è trattato di un’importante
novità che ha accelerato i tempi per
l’apertura dei cantieri della seconda linea tran-
viaria di Bologna, e che consentirà di rispettare i
tempi imposti dal PNRR: realizzazione dell’opera
entro giugno 2026.
La seconda linea tranviaria di Bologna (Tratto
Nord della Linea Verde) si estenderà dal capolinea
su via dei Mille al capolinea Nord di Corticella,
con una lunghezza di circa 6,9 chilometri, di
cui 1,2 chilometri in sovrapposizione alla Linea
Rossa. Lungo il tracciato ci sono due capolinea
e 15 fermate, di cui tre in comune con la Linea
Rossa. Il progetto prevede un sottopasso stradale
da via Ferrarese - via Mazza fino a via Bolognese
la cui realizzazione si integra coi lavori della
Linea Rossa. Tra via di Saliceto e via Ferrarese
il parcheggio a raso verrà trasformato in un parcheggio
pluripiano, con un aumento di capienza
di circa 100 posti auto; in via Bassanelli sarà realizzato
un nuovo parcheggio alberato (capienza
di circa 200 posti auto). Il tracciato prosegue
oltre l’A14 e la tangenziale fino a via Shakespeare.
È là che sono previsti un nodo di interscambio
con le linee bus extraurbane, un parcheggio
per le auto private e un’area di ricovero tram.
Infrastrutture&Mobilità
60 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025 61
I numeri della Linea Rossa
• 34 fermate
• 16,5 chilometri
• due stazioni ferroviarie di interscambio
(Bologna centrale e Borgo Panigale)
• sei ciclostazioni
• 160 incroci tramviari
• 58 alberature in trapianto
• 1.528 nuove piantumazioni
(+848 saldo alberature)
• 320 milioni valore dell’opera
I numeri della Linea Verde
• 15 fermate di cui tre in comune con la Rossa
• 6,7 chilometri di tracciato
• 157 milioni valore dell’opera
• due capolinea e una stazione ferroviaria
di interscambio a Corticella
• 52 nuove alberature (+12 saldo alberature)
• 157 milioni valore dell’opera
• due nuovi parcheggi multipiano
re - questa, del resto, è sempre la nostra inarrivabile,
alta ambizione - la “voce” di quel colossale
cantiere.
La prima considerazione: i lavori non interferiscono
in maniera significativa sulla viabilità, perché
si tratta di un’area non esposta ed è anche
tra quelle che avrà più benefici dal progetto di riqualificazione
promosso dalla nuova infrastruttura
tranviaria.
La parte ad ovest della via Persicetana accoglierà
il quartier generale della rete dei tram, che si
compone di un complesso di quattordici edifici:
ci saranno uffici; uno stabile per il ricovero dei
mezzi; servizi tecnico-manutentivi e uno spazio
polivalente a disposizione della città. Una porzione
dell’area sarà destinata al parcheggio di
interscambio (con 388 posti auto) e consentirà
di accedere al capolinea attraverso un sottopasso
pedonale.
Nella parte ad est della via Persicetana ci saranno
il capolinea e la zona di attestamento dei bus
extraurbani che “interscambieranno” con la tranvia.
Il capolinea avrà un locale di attesa per i passeggeri
e una ciclostazione.
Attenzione al verde, immancabile, nel progetto
Tram Bologna: impianti fotovoltaici; la copertura
del Deposito che sarà un grande tetto verde;
una porzione dell’area (di circa quattro ettari) che
verrà trasformata in un nuovo parco pubblico su
cui affaccerà il Villaggio Ina.
In cantiere con noi
Matteo Minghetti, Direzione di Cantiere C.M.B.,
si sta occupando del lotto “Deposito”. Ci ha fatto
strada in cantiere, animato da una pratica di serena
disposizione d’animo, perché i lavori sono
in linea con i dettami del PNNR, che pur prevedono
obiettivi ambiziosi da raggiungere in tempi
piuttosto stretti: «È un’opera monumentale che
ci impegna molto, ma siamo in linea con la programmazione
e c’è ancora un anno per terminare
i lavori», ha precisato Minghetti. «Tra personale
C.M.B., personale Alstom e fornitori esterni in
questo cantiere siamo in 120, con la prospettiva
di arrivare ben presto all’incirca a 200 persone.
Su tutto il progetto, attualmente, sono impegnate
più di 800 persone, in incremento rapido verso
il migliaio di unità nel breve. L’area Deposito
è economicamente importante. È circa un quinto
del valore dell’appalto generale delle due Linee.
Tre dei 14 stabili in costruzione sono rilevanti anche
a livello volumetrico: due palazzine a tre piani
fuori terra più copertura con tutti gli impianti
e un’officina, molto grande, di manutenzione ordinaria.
Stiamo parlando di uno sviluppo di 100
metri per 50 su due piani. E qui l’aspetto dei sollevamenti
e quello della gestione logistica dell’area
di cantiere sono molto importanti».
Le soluzioni Potain
C.M.B. ha individuato nelle gru Potain risorse
decisive per affrontare con successo le esigenze
legate ai particolari sollevamenti di cantiere.
Come ha precisato Sabino Riefoli, Export Sales &
Key Account Manager di Manitowoc Crane Group
Italy, anch’egli con noi in cantiere, C.M.B. è partner
Potain da più di mezzo secolo: «Da oltre 50
anni, C.M.B. ci sceglie per tutte le soluzioni tecniche
del sollevamento nei cantieri: è un nostro
cliente storico. In questo cantiere cantiere del
lotto “Deposito” della tramvia di Bologna abbiamo
gru a torre di ultima generazione, come la
MDT219 (gamma Potain MDT CCS CITY), a servizio
della costruzione degli edifici direzionali, e
la MDT319 (gamma Potain MDT CCS), e altre,
come la MD208A, del parco macchine C.M.B. Ci
sono al lavoro anche due GTMR331 a servizio della
realizzazione dei sottopassi a spinta pedonale
e tranviario».
Una digressione: vale la pena di uscire, per un attimo,
dalla cornice di queste pagine inquadrando
il QR code qui sotto, per capire, dalla penna
dello stesso Riefoli, quanto il destino dei grandi
cantieri italiani sia intrecciato con le soluzioni di
sollevamento offerte da Potain.
Questo articolo, per intuitive ragioni di spazio,
non può tracciare la descrizione di tutte le macchine
Potain impiegate nel cantiere bolognese
(detto per inciso: Potain produce più di 60 modelli
di gru a torre adeguate a una grande varietà
di cantieri). Queste pagine, dunque, intendono
inquadrare la propria attenzione sulle gru di ultima
generazione che si trovano al lavoro nel cantiere
Deposito del Progetto Tram: la MDT219 J10
e la MDT319.
Gru a rotazione alta, la MDT219 J10 è manifestamente
apprezzata per la propria facilità di adattamento
a differenti ambienti di impiego: cantieri
alti e di ampia superficie, quale, per l’appunto,
quello del Deposito. Parte della gamma di gru
Potain MDT CCS City, la MDT219 J10 ha capacità
nominale di dieci tonnellate, sbraccio massimo
di 65 metri, carico in punta di 1,95 tonnellate
e altezze libere che possono raggiungere i 70
metri sotto gancio.
Infrastrutture&Mobilità
62 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025 63
Dal terreno dei dati spostiamoci a quello delle
prestazioni. La MDT219 J10 (e analogo destino
interessa le gru della gamma MDT CCS City a cui
essa appartiene) ha una precisa fisionomia caratterizzata
da due tratti: rapidità e precisione nello
svolgimento del lavoro, per il beneficio fornito
dal sistema di controllo CCS (Crane Control System)
Manitowoc. Si intuisce con chiarezza che
anche le operazioni più impegnative nell’ambito
del cantiere diventano rapide e precise, con totale
controllo da parte dell’operatore, promuovendo
così l’incremento della produttività.
La gru a torre MDT319 appartiene, anch’essa,
alla gamma MDT CCS: una delle linee topless di
Potain progettata per ottimizzare trasporto, montaggio
e operazioni in cantieri congestionati. La
macchina sa assicurare la combinazione di grandi
prestazioni, per curva di carico e sbraccio, con
sistemi di simulazione, controllo remoto e ottimizzazione
dei tempi. Ha una portata massima
di 12 tonnellate, sbraccio massimo di 70 metri,
portata alla massima estensione di 3,2 tonnellate,
altezza massima sotto gancio di 70 metri, e,
anch’essa, ha il sistema Manitowoc Crane Control
System.
Installazione e fissaggio del braccio: assemblato
e cablato interamente a terra, il braccio, una volta assemblato,
è posizionato da un’autogru in un’unica operazione.
La sua installazione e il fissaggio richiedono poche, rapidi
e semplici operazioni.
Infrastrutture&Mobilità
64 8-9/2025 leStrade
Il sistema CCS
Proviamo un’analitica descrizione del sistema
che, come abbiamo visto, accomuna la MDT219
J10 e la MDT319: il CCS Crane Control System
monitora incessantemente e in tempo reale tutti i
movimenti delle gru e le sollecitazioni strutturali,
per mezzo della tecnologia con sensori ridondanti.
È così assicurata l’ottimizzazione delle portate
di sollevamento. Tutte le impostazioni di configurazione
della gru vengono realizzate mediante il
display CCS direttamente dalla cabina. In soli 15
minuti, grazie al sistema, è possibile configurare
la macchina, tarare i sensori dei movimenti,
impostare il finecorsa del carrello e la lunghezza
del braccio. A questo punto, la gru riconosce automaticamente
i punti di arresto configurati. Le
cose cambiano per la configurazione e la messa
in servizio delle gru non dotate di sistema CCS:
la procedura può richiedere più di tre ore.
Al recente Bauma, Grove e Potain hanno messo in
risalto la tecnologia intelligente con la piattaforma
Grove CONNECT e l’app Potain CONNECT
Assist 4G. Con esse è possibile la gestione della
flotta in tempo reale e il monitoraggio delle prestazioni
delle gru, come pure la diagnostica remota,
per permettere ai proprietari e agli utilizzatori
delle gru di diagnosticare velocemente
eventuali guasti, di organizzare assistenza e riparazioni
da remoto e gestire la manutenzione
preventiva, risparmiando in termini di tempo e
costi. Inoltre, l’app consente aggiornamenti wireless
al sistema di controllo proprio delle gru (CraleStrade
8-9/2025 65
Carta d’identità
Progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori per
la realizzazione della prima linea tranviaria di Bologna
(Linea Rossa)
• Soggetto attuatore:
Comune di Bologna
• Sicurezza e direzione lavori:
Systra - Sotecni S.p.A.
Architecna Engineering S.r.l.
Systra Sa
• Direttore dei lavori:
Ing. Santi Camminiti
• Coordinatore sicurezza in fase di esecuzione:
Arch. Armandofederico Merlo
• Impresa mandataria:
C.M.B., Soc. coop. Muratori e Braccianti di Carpi
• Direttore tecnico RTI:
Ing. Luciano D’Onofrio
• RSPP:
Ing. Pasquale Di Maro
• Imprese mandanti:
Alstom Ferroviaria S.p.A
Alstom Transport Sa
Amplia Infrastructures S.p.A.
• Progettisti:
Technital
Sda Progetti
Alstom
Tecnopolis
Archland Studio
Archeosistemi
• Coordinatore sicurezza in fase di progettazione:
Ing. Andrea Renso
ne Control System, CCS) di Manitowoc, eliminando
così la necessità di aggiornamenti manuali e
garantendo ai clienti il costante apporto di nuovi
software e di inedite funzionalità.
Al Bauma 2025 è stato anche presentato il nuovo
comando a distanza ProTECHtor per le gru
Potain dotate di CCS (e dunque anche per le
“nostre” MDT219 J10 e MDT319). ProTECHtor,
progettato per assicurare una maggiore sicurezza
ai tecnici in cantiere, conferisce loro il controllo
esclusivo delle macchine durante gli interventi
di manutenzione. I tecnici possono accendere o
spegnere la gru e abilitare o disabilitare i movimenti
ad alta o bassa velocità, mentre le allerte
audio-visive avvertono dell’attività della gru in
corso. ProTECHtor può anche funzionare come
dispositivo di blocco di emergenza per le gru
senza CCS. Questa tecnologia contribuisce a ridurre
i tempi di fermo macchina, perché, come
ovvio, senza l’intervento dell’operatore, favorisce
riparazioni più rapide e sicure. nn
Montaggio semplice e rapido:
i compatti elementi delle
gru della gamma MDT CCS
City (a cui la MDT219 J10
appartiene) possono essere
smontati per facilitarne
il trasporto in cantiere.
Semplici dispositivi
di fissaggio e numerosi punti
di sollevamento favoriscono
il massimo controllo durante
le operazioni di assemblaggio
e sollevamento del braccio.
Installazione del gruppo
cabina-torre: il gruppo
elemento cabina è un’unica
sezione compatta.
La cabina durante il trasporto
è protetta da un corrimano
a doppia funzione.
Il sollevamento a tre punti
garantisc un ottimale
equilibrio.
Meccanismo DVF
(distribuzione): le gru Potain,
grazie al CCS, hanno il
meccanismo di distribuzione
DVF Optima, per regolare
la velocità del carrello
in funzione del carico.
La velocità di spostamento
può raggiungere 100 m/min.
Meccanismo LVF
(sollevamento): grazie a tre
meccanismi (25, 33 e 50 LVF
Optima), le gru adeguano la
velocità in relazione al carico
sollevato.
Meccanismo RVF (rotazione):
adegua la velocità
di rotazione e controrotazione
in rapporto al comportamento
del singolo gruista.
Il meccanismo arresta le
funzioni di comando, mentre
il tempo di decelerazione del
braccio è controllato
dal variatore di frequenza.
L’inversione è possibile
nella fase di decelerazione
o controrotazione.
L’operatore della gru
è in grado di controllare
le operazioni di decelerazione
e arresto. Il sistema controlla
automaticamente
e costantemente la coppia
di torsione della torre.
Infrastrutture&Mobilità
66 8-9/2025 leStrade
Novità
Ponti e viadotti prendono voce
Displaid, startup fondata nel 2023 da quattro dottorandi del Politecnico di Milano
e specializzata nel monitoraggio e nella gestione di ponti e viadotti, ha annunciato
la chiusura del suo primo round di finanziamento da 1,2 milioni di euro
Carlo Dossi
All’operazione hanno partecipato i soci del Club
degli Investitori tramite Simon Fiduciaria, Growth
Engine - tramite A-Road, il programma di accelerazione
e fundraising lanciato da Growth Capital -
Sensible Capital e CDP Venture Capital - attraverso
il programma CrossConnect Accelerator, che
ha come co-investitori Plug and Play Tech Center
ed ELIS - e diversi business angels.
Prima di questo round, Displaid ha consolidato
la propria tecnologia grazie a un percorso fatto
di bootstrapping, progetti pilota e contratti commerciali
che hanno consentito di affinare la soluzione
e dimostrarne il valore. Ora, con i fondi
raccolti, l’azienda è pronta a crescere, ampliando
il team, entrando in nuovi mercati e sviluppando
soluzioni innovative per rendere la manutenzione
infrastrutturale più intelligente, sicura
e sostenibile.
Fondata da Lorenzo Benedetti (CEO), Francesco
Morgan Bono (CTO), Luca Radicioni (COO)
e Giancarlo Donizzelli (CFO), Displaid conta oggi
un team di dieci professionisti specializzati ed è
supportata da una rete di advisors, anche di respiro
internazionale, tra cui Carlo Ratti, direttore
del MIT Senseable City Lab di Boston.
AI e sensori per ponti e viadotti
Con l’obiettivo di innovare la gestione infrastrutturale,
Displaid utilizza intelligenza artificiale e
sensori per monitorare ponti e viadotti. I sensori
raccolgono dati in tempo reale, mentre gli algoritmi
li analizzano per individuare eventuali problemi;
così, i gestori possono intervenire tempestivamente,
rendendo le infrastrutture più sicure
ed efficienti.
«Le infrastrutture sono un asset fondamentale
per lo sviluppo socio-economico del Paese e devono
essere gestite con visione e responsabilità.
Eppure, è servita una tragedia come quella del
Ponte Morandi per far prendere davvero coscienza
della loro centralità», spiega Lorenzo Benedetti,
Co-founder e CEO di Displaid. “Da questa consapevolezza
nasce la nostra missione: offrire una
soluzione concreta per una gestione capillare, intelligente
e proattiva delle infrastrutture. Mettiamo
a disposizione strumenti tecnologici avanzati
per supportare enti gestori e pubbliche amministrazioni,
aiutandoli a monitorare, prevenire e
pianificare in modo più efficace e sostenibile».
Tecnologia già ampiamente adottata
Displaid si propone come enabler di una nuova
generazione di infrastrutture: intelligenti, connesse,
vive. Già adottata da enti gestori di primo
piano come Ferrovienord e il Gruppo ASTM e
da pubbliche amministrazioni come la Città Metropolitana
di Firenze e il Comune di Narni (TR),
la tecnologia di Displaid consente a ponti e viadotti
di “prendere voce”. I sensori intelligenti rilevano
i dati strutturali e li convertono in informazioni
operative, trasformando le infrastrutture
da elementi passivi a sistemi capaci di comunicare,
anticipare guasti e ottimizzare gli interventi.
A credere in Displaid sono investitori di rilievo
come Silvia Rovere, Presidente di Poste Italiane,
Managing Partner di Sensible Capital e socia del
Club degli Investitori, presso cui ha sponsorizzato
l’iniziativa ricoprendo il ruolo di champion,
che ha dichiarato.
«Il ruolo che le infrastrutture ricoprono per la crescita
e la competitività di tutto il sistema-Paese
è strategico. Poter investire con Displaid in una
piattaforma proptech in grado di garantire una
gestione efficiente e predittiva rappresenta per
Sensible Capital e per il Club l’opportunità di contribuire
ad innovare il settore con una tecnologia
altamente scalabile e sostenibile», il commento
di Rovere in merito al successo dell’operazione.
«L’investimento in Displaid si inserisce perfettamente
nella missione di Cross Connect di supportare
realtà imprenditoriali che sviluppino soluzioni
all’avanguardia per le infrastrutture fisiche e
digitali. La tecnologia realizzata dal team, basata
sull’intelligenza artificiale, contribuisce in modo
concreto a migliorare la sicurezza delle infrastrutture
e, in coerenza con gli obiettivi del PNRR, accelera
il processo di digitalizzazione del Paese»,
ha dichiarato Stefano Molino, Responsabile Fondo
Acceleratori di CDP Venture Capital.
Fabio Mondini de Focatiis, Founder di Growth Engine,
aggiunge: «Abbiamo scelto di investire in
Displaid per la competenza del team e la potenzialità
della soluzione in un mercato che ha avuto
innovazioni limitate negli ultimi decenni. La loro
tecnologia, basata su AI e sensori, è in grado di
trasformare la gestione delle infrastrutture, migliorandone
sicurezza ed efficienza in modo scalabile
e sostenibile».
Nell’operazione di finanziamento, Displaid è stata
supportata dal team legale di CII3 Advisors, boutique
di advisory specializzata nel fornire supporto
strategico e operativo alle imprese. nn
Infrastrutture&Mobilità
68 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025 69
Metodologie
Traffic calming, tra paesaggio
e mobilità
L’uso strategico del verde nella moderazione del traffico può
restituire vivibilità allo spazio pubblico urbano. A dimostrarlo,
gli interventi dello Studio GPT nel territorio bergamasco
Daniela Stasi
Abbassare la velocità veicolare, realizzare strade
abitabili e sicure, rinaturalizzare la città. Possono
sembrare tre obiettivi differenti e distanti tra
loro. Lo sono, in effetti. Esiste però una soluzione
- concreta e tangibile - che consente di (con)centrarli
tutti con un unico modus operandi: il traffic
calming. Vediamo di cosa si tratta, in teoria e in
pratica, mediante alcuni interventi sul territorio
italiano firmati dal bergamasco Studio GPT (Giardini
Paesaggio Territorio), attivo nella progettazione
del paesaggio in ambito pubblico e privato.
La segnaletica non è sufficiente
Partiamo dalla definizione. Traffic calming, che
tradotto in italiano significa moderazione del traffico,
indica un insieme di tecniche e interventi
volti a ridurre l’impatto negativo del traffico
veicolare, soprattutto in ambito urbano, migliorando
la sicurezza e la vivibilità degli spazi pubblici
per tutti gli utenti della strada, pedoni e ciclisti
inclusi.
Il principio cardine si basa sul fatto che a determinare
la velocità dei veicoli non sia la segnaletica
stradale, bensì la forma della strada e i materiali
utilizzati. «Non basta la segnaletica, chi
guida deve percepire anche attraverso ciò che
vede intorno che, nella strada su cui procede,
non si può correre - spiega Maurizio Vegini, paesaggista,
fondatore di Studio GPT - Già prima
del 2000 vi era una vasta bibliografia su questo
argomento, soprattutto francese e in parte
americana per le aree residenziali. In Italia fu
pubblicato un libro manifesto di Bruno Gandino
e Danilo Manuetti, “La città possibile”, un manuale
che racconta un’articolata visione innovativa
di una città straordinariamente affascinante
e adatta a tutti, anche ai fragili e ai bambini,
e fortemente verde. Nel testo si afferma che la
“città possibile” è quella che si sforza di trovare
un modo per rendere concreta la possibilità
di vivere lo spazio pubblico come luogo di ritrovo
e socialità, dove la bellezza e la vivibilità siano
la cifra distintiva».
Gli elementi che determinano un’istintiva e necessaria
riduzione della velocità sono diversi, dal
restringimento della carreggiata (fisico od ottico)
ai cambi di pavimentazione, dalle rotatorie
ai disassamenti orizzonali o verticali (approfondimento
nel box “Tecniche di moderazione della
velocità”).
«Sin dal 2000 ci occupiamo di interventi di moderazione
del traffico e zone 30 attraverso l’utilizzo
Nel complesso, l'intervento a Sorisole ha
rappresentato un intenso “rimboschimento”
con 133 piante in poco più di 350 metri
di strada. Circa una pianta ogni 2,5 metri.
Infrastrutture&Mobilità
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PRIMA
SPERIMENTAZIONE
DOPO
di rotatorie e aree adibite al verde, che caratterizzano
uno spazio come slow - prosegue Vegini
- L’aspetto importante da sottolineare è che
non basta l’utilizzo di un singolo elemento realizzato
in modo sporadico. Il successo si ha solo
con un’intelligente combinazione di più elementi
lungo tutto il percorso stradale: bisogna sempre
mantenere rallentata l’auto. Inoltre, non esiste
moderazione della velocità veicolare senza un’attenta
riqualificazione urbana, che in questi anni
viene vissuta anche come occasione di rinaturalizzazione
delle nostre città».
Naturalmente passando da una strada di attraversamento
a una residenziale deve diventare
prioritaria la vivibilità, a scapito della viabilità.
Si va quindi da strade di attraversamento, dove
le funzioni di pedonabilità si distinguono dalla
carrabilità anche utilizzando cambi di quota, a
strade residenziali completamente complanari
con le funzioni indifferenziate e la presenza di
molto verde, arredi e giochi, che le rendono più
simili a un cortile condominiale dove poter sostare
e giocare, oltre che parcheggiare.
I primi esempi olandesi
«Una città che fa convivere le auto con le biciclette
e i pedoni, è una città pronta per il futuro».
E ancora: «Solo una città che sa conciliare
le esigenze degli automobilisti con quelle dei
bambini è una città a passo d’uomo». Questi i
principi ispiratori proclamati già sul finire degli
anni Sessanta durante alcune manifestazioni
di cittadini in diverse città olandesi a seguito di
numerosi incidenti stradali. Il movimento non
passò inosservato. Tutt’altro, spinse le amministrazioni
comunali ad attivare una rivisitazione
dei concetti che erano alla base della progettazione
delle strade e degli spazi pubblici. Ecco,
quindi, l’ideazione delle prime tecniche di moderazione
della velocità veicolare. Nel 1971, per
esempio, a Delft, città nella parte occidentale
dei Paesi Bassi, furono realizzate le prime Woonerf,
in lingua olandese “aree condivise”, strade
dove pedoni e ciclisti hanno la precedenza e
dove, grazie a una serie di accorgimenti, gli automobilisti
sono costretti ad adottare comportamenti
di guida più prudenti. Gli obiettivi che
si posero gli esperti del gruppo di lavoro municipale
furono: aumentare la sicurezza stradale;
creare una convivenza soddisfacente dei pedoni
e delle biciclette con le autovetture; ridefinire
gli equilibri di “potere” tra gli utilizzatori della
strada; aumentare la velocità media delle autovetture
e diminuire la loro velocità di punta; recuperare
gli spazi riorganizzati all’insegna della
riqualifica e della rinaturalizzazione urbana. In-
Il centro storico di Ponte
Nossa, in Val Seriana,
era attraversato da una
stretta strada a doppio senso
di marcia con numerosi
parcheggi. La soluzione
adottata prevede il senso
unico per i mezzi motorizzati,
fatta eccezione per
le biciclette, alle quali è stato
assicurato il doppio senso.
Per individuare eventuali
criticità, è stata attuata
una sperimentazione
di circa quattro mesi
con un tracciamento giallo.
Da strada anonima a centro per la socialità
Senza spostarsi troppo e rimanendo in provincia di Bergamo, ai due interventi di Studio GPT descritti, se ne aggiunge
un terzo, a Capriate San Gervasio. Lì via XXV Aprile era una lunga strada anonima, asfaltata e senza marciapiedi,
collegamento tra la frazione di Capriate a quella di San Gervasio, lungo la quale sono presenti vari innesti
viari e un plesso scolastico. L’intervento ha previsto di restringere la carreggiata a sei metri di ampiezza e una “riduzione
ottica” di circa 0,75 metri per lato, per ottenere una carreggiata percepita di 4,5 metri. Minirotatorie completamente
sormontabili, larghi marciapiedi in autobloccante, passaggi pedonali a quota marciapiede anch’essi
in autobloccante e un lungo viale alberato monospecifico di Prunus ‘Accolade’ innestato al piede. All’uscita dal
plesso scolastico, una grande piazza con la corsia per la sosta dello scuolabus e per la socialità, fittamente alberata
con Populus simonii, tavoli-panca e lunghe sedute curvilinea in graniglia
somma, esempi decisamente virtuosi in tempi
in cui non si parlava ancora di zone 30. E dopo?
I primi interventi a Delft furono seguiti da molti
altri soprattutto in cittadine francesi e olandesi
che interessarono sia le strade residenziali,
sia le zone 30 e le strade di attraversamento.
Una bussola per orientare
le amministrazioni
Facciamo un salto spaziotemporale. Qualche
decennio dopo, nel 2004, la Provincia di Bergamo
pubblicò un testo lungimirante dal titolo
“Il progetto di strade nel territorio. Guida all’azione
locale”. Un testo considerato all’unanimità
un vero e proprio vademecum per il traffic calming.
Riprendiamo alcuni dei passaggi salienti
in merito alle azioni che devono essere messe
in atto dalle amministrazioni. Innanzitutto,
all’interno del piano del traffico e dei piani della
mobilità, devono definire le aree da sottrarre al
traffico di attraversamento e al traffico di grande
scorrimento, disegnando le cosiddette “isole
ambientali”, ossia quelle parti di territorio in cui
la circolazione delle auto deve essere rallentata,
controllata, regolamentata in funzione delle attività
svolte nel contesto urbano. Contempora-
Infrastrutture&Mobilità
72 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025 73
neamente devono poi disegnare le zone a traffico
limitato, quelle parti della rete nelle quali
la velocità consentita è di 30 km/h, per lo più
in ambiti residenziali o di particolare sensibilità,
nei quali non sia consentito il transito di scorrimento,
ma soltanto l’accesso per raggiungere
determinate funzioni. Secondo questo funzionamento
a “stanze” la restante parte della
rete servirà per scolmare il traffico e per gestirne
l’adduzione alle varie parti. Devono progettare
gli interventi di riduzione delle carreggiate,
aumento delle aree pedonali e verdi, delle
dotazioni arboree, razionalizzazione del sistema
della sosta privilegiando le aree di sosta per
i residenti e la costruzione, dove possibile, di
isole di parcheggio all’ingresso delle ZTL, ridisegno
e messa in sicurezza delle piste ciclabili,
aumento degli spazi di relazione e delle aree a
servizio delle funzioni urbane. Importante anche
stabilire un repertorio di interventi e di materiali
utilizzati per tutte le aree urbane sottoposte
a traffic calming, arrivando a costituire,
nei casi migliori e di maggiore coordinamento,
dei magazzini comunali di materiali ad hoc con
i quali intervenire in maniera straordinaria sulle
situazioni più emergenti e come manutenzione
ordinaria nella quotidiantià. Le amministrazioni,
inoltre, devono definire le strade non
inserite nelle zone 30 per le quali debbano essere
messi in pratica interventi di messa in sicurezza
degli attraversamenti, riduzioni puntuali
della velocità, protezioni e schermature, oltre
a stabilire le azioni che debbano essere inserite
nella progettazione delle nuove aree o nella
trasformazione di aree esistenti, per il disegno
di reti di viabilità già secondo i principi del traffic
calming. Alcune di queste azioni, come ben
si sa, sono attuate da diverse città, da altre no.
Piante protagoniste
Dalla teoria alla pratica. Vi illustriamo due interventi
di moderazione del traffico progettati dallo
Studio GPT che, come già anticipato, da 25
anni si occupa di moderazione del traffico attraverso
diverse soluzioni, sempre con l’impiego
del verde. Il primo riguarda Ponte Nossa, in Val
Seriana, a una trentina di chilometri da Bergamo.
«Il centro storico del paese era attraversato
da una stretta strada a doppio senso di marcia
con numerosi parcheggi - racconta Vegini
- Era caratterizzato da una cinquantina di esercizi
commerciali per i quali gravitavano anche le
A Ponte Nossa il restringimento della sede
stradale ha permesso di ampliare
i marciapiedi, mantenendo invariato
il numero dei parcheggi.
Tecniche di moderazione della velocità
Ma quali sono in concreto gli elementi principali della tecnica della moderazione della velocità veicolare? Ecco
i principali:
• restringimento fisico della carreggiata;
• restringimento ottico della carreggiata (bande laterali o centrali polivalenti);
• disassamenti orizzontali (chicanes);
• cambi di pavimentazione;
• disassamenti verticali (plateaux, speed cushions, dossi, passaggi pedonali a livello marciapiede);
• marciapiedi a raso o ribassati e continui;
• porte (senso unico alternato);
• rotatorie e minirotatorie;
• arredo con forti connotazioni “urbane” (illuminazione stradale, verde pervasivo, dissuasori, panchine, ecc.)
Hub di paesaggisti con competenze
multidisciplinari
Studio GPT opera con una visione internazionale nel campo della progettazione
del verde su diverse scale e in molte declinazioni. Così come suggerisce l’acronimo
GPT, spazia dai giardini al paesaggio, al territorio. Fondato a Bergamo nel 1991
da Maurizio Vegini e Lucia Nusiner, coppia nel lavoro e nella vita, lavora in ambito
pubblico e privato, spaziando dalla realizzazione di oasi intime al design di grandi
parchi, viali, terrazzi e verde verticale. Dal verde industriale per i luoghi di lavoro al
design urbano, fino alla moderazione del traffico attraverso il greening, come abbiamo
illustrato in queste pagine
persone provenienti dai paesi limitrofi. Vi erano
due alternative da percorrere: realizzare un’isola
pedonale oppure mantenere l’accesso carrabile
e applicare in modo molto rigoroso le tecniche
di moderazione del traffico assicurando i
parcheggi ai clienti dei negozi, ampi marciapiedi
e una velocità dei veicoli modesta e compatibile
con la presenza di numerosi pedoni. Si è
pensato a una soluzione innovativa che prevedeva
il senso unico per i mezzi motorizzati, fatta
eccezione per le biciclette, alle quali è stato
assicurato il doppio senso».
La larghezza recuperata con il restringimento
della sede stradale ha permesso di ampliare i
marciapiedi, pur mantenendo sostanzialmente
invariato il numero dei parcheggi. Visto il carattere
innovativo dell’intervento si è pensato di
realizzare una sperimentazione di circa quattro
mesi con un tracciamento giallo per individuare
eventuali criticità (soprattutto relative agli accessi
carrai privati).
La seconda case history è relativa a via Aldo
Moro a Sorisole, sempre nel bergamasco, una
rettilinea e larga strada al servizio di una zona
residenziale e di un ampio plesso scolastico con
palestra pubblica, di una sede dell’associazione
alpini e di un parcheggio utilizzato anche
per il mercato settimanale. Inaugurata nella
primavera 2024, ha visto una serie di accorgimenti
interessanti quali le chicane ottenute
con l’alternanza dei parcheggi sui lati e l’utilizzo
di pavimentazioni diverse in funzione del
loro impiego. «Asfalto per la carreggiata, calcestruzzo
drenante colorato fibrorinforzato per
i parcheggi e asfalto stampato e colorato per i
marciapiedi - specifica Maurizio Vegini - Il calcestruzzo
drenante ha un alto valore ecologico
in quanto ha il grande vantaggio di non rendere
impermeabile la superficie all’acqua e agli
scambi gassosi, pur essendo carrabile, e quindi
può essere utilizzato fino in prossimità del
tronco degli alberi, assicurandosi solo di lasciare
uno spazio adeguato al suo sviluppo». Per
la laterale via Tonale, Studio GPT ha pensato
a una piazzetta lineare alberata per accogliere
l’ingresso e l’uscita dalle scuole. «In questo
caso si è realizzato un plateau continuo in
asfalto colorato stampato con un doppio filare
fitto di Magnolia kobus, inframezzate da sedute
senza schienale che individuino una carreggiata
di poco più di tre metri - continua a raccontare
Vegini - Agli estremi sono stati previsti
dei Pilomat che permettono, negli orari di entrata
e uscita dalla scuola, di renderla un’isola
pedonale».
Oltre al doppio filare di magnolie in via Tonale,
lungo via Aldo Moro è stato realizzato un doppio
filare alberato plurispecifico composto da Crataegus
lavellei ‘Carrierei’ posati ravvicinati lungo
il marciapiede, Fraxinus angustifolia ‘Raywood’
e Tilia cordata ‘Greenspire’ tra gli stalli dei
parcheggi. Nel complesso, si è trattato di un intenso
“rimboschimento” con 133 piante in poco
più di 350 metri di strada. Circa una pianta ogni
2,5 metri. Dimostrazione che, se la volontà tra
progettisti e amministrazioni è condivisa, la moderazione
del traffico può diventare una preziosa
occasione di riqualificazione urbana, in cui a
ispirare sono la natura e la vivibilità. nn
Infrastrutture&Mobilità
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Opere
Nuova linea AV/AC Salerno
Reggio Calabria
RFI ha aggiudicato la gara da 1,6 miliardi di euro al consorzio costituito
da Webuild, Ghella, Impresa Pizzarotti&C, Seli Overseas, per la Galleria
Santomarco a favore del raddoppio della linea Cosenza - Paola/San Lucido
Mauro Armelloni
Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) ha aggiudicato
la gara per la realizzazione della
nuova Galleria Santomarco sulla linea Cosenza-Paola/San
Lucido, parte integrante del futuro
collegamento Alta Velocità/Alta Capacità
Salerno-Reggio Calabria.
L’intervento prevede la realizzazione di una
nuova linea a doppio binario con caratteristiche
AV/AC della lunghezza di 22 chilometri,
di cui circa 17 in galleria e i restanti cinque in
superficie. Il nuovo tracciato interesserà i comuni
di Paola, San Lucido, Rende, Montalto
Uffugo, San Vincenzo la Costa e San Fili, nella
Provincia di Cosenza. In prossimità dell’imbocco
della galleria lato Cosenza, nel comune
di Montalto Uffugo, è prevista una nuova stazione,
con relativa viabilità di collegamento,
per il territorio e il polo universitario di Rende.
L’attivazione è prevista nel 2032.
Proseguono, intanto, i lavori sul Lotto 1A Battipaglia-Romagnano,
interamente finanziati anche
con fondi PNRR, mentre sono in corso gli
iter autorizzativi dei Lotti 1B e 1C Romagnano-Buonabitacolo/Buonabitacolo-Praia
e l’iter
progettuale degli altri lotti a completamento
dell’itinerario Salerno-Reggio Calabria. Il Lotto
1A Battipaglia-Romagnano garantirà anche
un collegamento diretto con la linea Battipaglia-Potenza.
Sono in corso gli iter autorizzativi
dei Lotti 1B e 1C Romagnano-Buonabitacolo/Buonabitacolo-Praia
e l’iter progettuale
degli altri lotti dell’itinerario Salerno-Reggio
Calabria, mentre sono di prossimo avvio gli interventi
per la realizzazione della nuova Galleria
Santomarco a doppio binario, sulla linea
Cosenza-Paola/San Lucido.
Itinerario strategico per la connessione
tra il Nord e il Sud del Paese
La nuova linea AV/AC Salerno-Reggio Calabria,
parte integrante del Corridoio ferroviario
europeo TEN-T Scandinavia - Mediterraneo,
rappresenta la continuità di un itinerario strategico
per la connessione tra il Nord e il Sud
del Paese. Il nuovo collegamento consentirà
di incrementare i livelli di accessibilità al sistema
AV per diverse zone ad elevata valenza
territoriale, quali il Cilento e il Vallo di Dia-
no, la costa ionica, l’alto e il basso Cosentino,
l’area del Porto di Gioia Tauro e il Reggino, oltre
a garantire una velocizzazione dei collegamenti
verso Potenza, la Calabria e la Sicilia e
un potenziamento del trasporto merci su ferro
da e per Gioia Tauro.
Il futuro collegamento contribuirà alla riduzione
dei divari territoriali sia in termini di
dotazioni infrastrutturali sia di sviluppo del
contesto di riferimento, accelerando la crescita
economica e turistica. Il completamento
dell’opera consentirà di ridurre sensibilmente
i tempi di percorrenza fra Roma e Reggio
Calabria.
Progetto Cantieri Parlanti
La nuova linea AV/AC Salerno-Reggio Calabria
rientra tra le opere strategiche del progetto
Cantieri Parlanti, un’iniziativa del Gruppo FS
(con le società RFI e Italferr), condotta in collaborazione
con il Ministero delle Infrastrutture
e dei Trasporti, sotto l’egida del Commissario
Straordinario di Governo Lucio Menta. I
cantieri del Gruppo FS “parlano” un linguaggio
semplice, trasparente e immediato, condiviso
con i territori, per raccontare la loro storia e la
loro mission e per rendere i cittadini e gli stakeholder
più consapevoli e aggiornati sull’importanza
delle opere in corso. nn
Infrastrutture&Mobilità
76 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025 77
Opere
Infrastruttura strategica per Roma
e per il Giubileo 2025
leStrade
Aeroporti Autostrade Ferrovie
MATERIALI&TECNOLOGIE
Anas, in qualità di soggetto attuatore per conto del Commissario Straordinario
del Governo per il Giubileo, Roberto Gualtieri, ha aperto al traffico,
lo scorso luglio, il nuovo Collegamento Autostrada A1 - Compendio Tor Vergata
Un’opera infrastrutturale di fondamentale importanza
per la viabilità della Città Metropolitana di
Roma. L’intervento, del valore di 28,4 milioni di
euro, riqualifica l’area della Città dello Sport di
Tor Vergata, risolve criticità viarie storiche e migliora
l’accessibilità a un polo strategico della Capitale.
«Questa nostra opera rappresenta un significativo
passo avanti nella modernizzazione delle infrastrutture
viarie di Roma - ha dichiarato l’Amministratore
Delegato di Anas, Claudio Andrea
Gemme - contribuisce a migliorare la qualità della
vita dei cittadini e a preparare la Capitale ad
accogliere al meglio i milioni di pellegrini attesi
per il Giubileo dei Giovani. Anas conferma il suo
impegno per lo sviluppo di una rete stradale efficiente,
sicura e funzionale a supporto delle esigenze
del Paese».
«Tutto il quadrante est della Capitale godrà della
grande trasformazione che sta interessando Tor
Vergata», ha spiegato il Sindaco di Roma e Commissario
straordinario del Governo per il Giubileo,
Roberto Gualtieri, che ha proseguito: «Solo
una settimana fa la conclusione nei tempi previsti
dello straordinario lavoro di rigenerazione urbana
sull’area della Vela di Calatrava, che ospiterà
il Giubileo dei Giovani. Oggi, a due passi da
lì, l’inaugurazione con Anas dei tanti interventi
realizzati a servizio della nuova viabilità legata
all’A1, a partire dal magnifico ponte che sostituisce
i due vecchi cavalcavia. Ancora una volta funziona
il “metodo Giubileo”, che ci sta aiutando a
cambiare il volto di questa città e a portare avanti
il nostro progetto di costruire nuove centralità,
proprio come in questa area del territorio capitolino,
dal rilancio di Tor Vergata ai grandi piani di
rigenerazione che interessano Tor Bella Monaca».
L’area interessata dai lavori si trova a Roma Est,
nel VI Municipio, tra via Casilina a Nord e via Tuscolana
a Sud, intersecata dalla diramazione Roma-Napoli
dell’Autostrada A1. Prima di questo
intervento la zona era caratterizzata da una ca-
renza di collegamenti infrastrutturali efficaci, che
costringevano gli utenti a percorsi lunghi e tortuosi
e a un accesso diretto sull’A1 da una viabilità
di quartiere, con conseguenti disagi e congestioni.
Il progetto di Anas ha trasformato la configurazione
viaria, rende ora funzionale il collegamento
con l’area di Tor Vergata e migliora l’accesso
all’Ateneo e al Policlinico Universitario. L’opera
si inserisce nel contesto dei lavori per il Giubileo
2025 e mira a valorizzare il potenziale di accoglienza
di grandi flussi di visitatori in un’area vicina
a zone urbanizzate e strategica per eventi di
grande portata come il Giubileo stesso, così come
il complesso delle “Vele di Calatrava”.
I lavori Anas hanno incluso una serie di interventi
complessi e innovativi, pensati per rivoluzionare
la viabilità della zona. Sorge una nuova viabilità
di svincolo sull’Autostrada A1, essenziale per garantire
un accesso più diretto e fluido. In parallelo
è stata sistemata e razionalizzata la viabilità. nn
n Conclusi i lavori di riqualificazione del
sottopasso di via Marche a Macerata
realizzati e finanziati da Rete Ferroviaria
Italiana. Il cantiere si è avvantaggiato delle
soluzioni prefabbricate Coprem.
n Heidelberg Materials Italia Calcestruzzi
acquisisce il 100% di Cava Nord S.r.l.
n Consolidamento del sottofondo
della rete tramviaria di Milano. Le soluzioni
proposte da Uretek.
n Prodotti unici per durare nel tempo.
Le soluzioni Tekna Chem.
Infrastrutture&Mobilità
78 8-9/2025 leStrade
Opere
Coprem a Macerata
Si sono conclusi i lavori di riqualificazione del sottopasso di via Marche
a Macerata realizzati e finanziati da Rete Ferroviaria Italiana.
Il cantiere si è avvantaggiato delle soluzioni prefabbricate Coprem
Sovrapposizione
in cantiere dei moduli
scatolari a U.
Fasi di posa
dei moduli completi.
L’intervento di riqualificazione del sottopasso di
via Marche a Macerata ha comportato la demolizione
e la ricostruzione del sottopasso, l’eliminazione
dell’impianto semaforico che regolava la
circolazione e la realizzazione della carreggiata a
doppio senso di marcia con altezza di 3,5 metri. Il
nuovo sottovia ferroviario, con l’eliminazione del
semaforo, consente il transito delle autovetture
e quello dei pedoni con un percorso protetto sopraelevato
rispetto alla sede stradale.
Le soluzioni Coprem
Il mercato richiede scatolari prefabbricati sempre
più grandi in sostituzione del gettato in opera
per gli evidenti vantaggi di qualità e tempo di
realizzazione. L’’altezza massima stabilita a 4,30
metri dal piano stradale per i pianali ribassati (eccezionali)
pone un evidente limite al trasporto su
strada fino al cantiere dei prefabbricati di grandi
dimensioni.
La risposta Coprem alle esigenze di controllo del
dimensionamento strutturale e alle problematiche
di trasporto: Coprem è in grado di progettare
e produrre scatolari a forma di U, ovvero divisi
a metà in altezza e quindi facilmente trasportabili.
Dotati di specifici fori e incastri per l’assemblaggio
verticale in cantiere, i due pezzi a U vengono
sovrapposti in opera e assemblati secondo
le specifiche progettuali dell’Ufficio Tecnico Coprem
per garantire la monoliticità dell’elemento
composto.
Il principale vantaggio delle soluzioni prefabbricate
Coprem sta nella possibilità di concludere il
cantiere in tempi brevi perché, mentre il tradizionale
calcestruzzo gettato in opera richiederebbe
diverse settimane per il completamento dell’opera,
a Coprem bastano solo pochi giorni per l’installazione
dei manufatti con una forte riduzione
dei disagi del cantiere nei confronti della circolazione
stradale e ferroviaria.
Evitare il getto in opera si traduce sempre in una
Materiali&Tecnologie
80 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025
81
sono progettati per ridurre l’impatto sull’ambiente
grazie all’utilizzo di materiali e processi che favoriscono
la sostenibilità, per le prestazioni superiori
in quanto non solo sono sostenibili ma anche
performanti perché garantiscono risultati duraturi
e di alta qualità rispondendo a standard rigorosi
senza compromettere le prestazioni e per la
versatilità elevata, ideali per applicazioni in progetti
con requisiti ambientali specifici.
Tutti i prodotti Coprem sono riciclabili al 100% e
così al termine del ciclo di vita utile la demolizione
restituisce prodotti che possono immediatamente
rientrare nei cicli produttivi come materie
prime e anche nei manufatti rivestiti con liner
HDPE T-Grip il polietilene può essere interamente
riciclato.
Per Coprem la sostenibilità ambientale è sempre
un tema fondamentale, tanto che sono in corso
i lavori per l’installazione sui propri capannoni di
un impianto fotovoltaico con una potenza di 750
kW e investimenti in macchine ad alta efficienza
energetica. Inoltre, in azienda si sta lavorando
al rapporto di sostenibilità, anche se non ancora
obbligatorio. nn
considerevole riduzione dei tempi di realizzazione
e dei relativi costi. Proprio con questo obiettivo,
grazie alla soluzione Coprem, si possono trasportare
su strada scatolari prefabbricati a forma
di U per essere completati in cantiere per realizzare
opere di grandi dimensioni come, per esempio,
questo sottopasso carrabile realizzato con
30 scatolari Coprem a U sovrapposti in cantiere
di dimensioni interne cm. 500 x H520 x L100.
Coprem con la propria soluzione innovativa può
così fornire alle imprese di costruzioni in tutta Europa
scatolari prefabbricati di grandi dimensioni,
altrimenti non trasportabili interi su strada che,
come tutti gli altri prodotti, possono essere anche
personalizzati con il sistema integrato di protezione
del calcestruzzo che utilizza il liner HDPE T-Grip
come rivestimento della superficie interna, in modalità
completa nella versione CPL oppure solo sui
giunti nella versione Giunto Saldato®. Coprem ha
già installato più di 3.200.000 metri quadrati di liner
HDPE T-Grip su tubi, scatolari, vasche di laminazione,
tunnel tecnologici e sottopassi, con più di
2.700 chilometri di saldature a estrusione radio-
grafate e certificate per garantire la tenuta perfetta
e l’impermeabilità assoluta dell’opera a salvaguardia
dell’ambiente per più di 100 anni.
Coprem si propone come referente unico con la
Divisione Coprem Servizi che offre soluzioni complete
aggiungendo all’ampia gamma di prodotti
personalizzabili tutte le operazioni ad essi correlate,
come la posa, la saldatura dei giunti con
certificazione e molto altro.
Sempre più attenzione
alla sostenibilità
Coprem è in grado di produrre i propri prefabbricati
utilizzando ben più del 5% in peso di materiale
riciclato proveniente da fornitori di primaria
importanza e certificato per l’impiego nel calcestruzzo
secondo le normative vigenti, prodotti
quindi certificati CAM perché compatibili con i Criteri
Ambientali Minimi.
I prodotti CAM della Coprem offrono una soluzione
affidabile e conforme alle normative più severe,
e quindi sono sempre di più le imprese che
li scelgono per l’eccellenza ambientale in quanto
Qui sopra, il cantiere
ripreso dal drone.
Pagina accanto, Coprem
conferma tutta la propria
esperienza nei sottopassi
ferroviari con questa
riqualificazione per RFI
con carreggiata a doppio
senso di marcia.
Materiali&Tecnologie
82 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025
83
Cantieri
Consolidamento del sottofondo
della rete tramviaria di Milano
Una soluzione, proposta da Uretek, rapida e meno invasiva rispetto ai metodi
tradizionali: adatta per risolvere i problemi di cedimento del sottofondo senza
interrompere i servizi o causare disagi prolungati alla viabilità urbana
Negli ultimi anni, alcune zone della rete tramviaria
di Milano hanno registrato un aumento nelle oscillazioni
e nei movimenti delle rotaie, specialmente
sotto l’effetto del traffico e delle condizioni climatiche.
L’infiltrazione dell’acqua piovana ha poi
contribuito al dilavamento del sottofondo, provo-
cando visibili danni all’asfalto. Per risolvere la problematica,
l’intervento tradizionale di manutenzione
avrebbe comportato la sostituzione del ballast.
L’alternativa a questo processo lungo e costoso,
scelta da ATM, è il consolidamento con iniezioni
di resine.
Ing. Mauro Lagalante
Business Development
Manager Uretek Italia
Iniezione della resina
e monitoraggio del principio
di sollevamento della rotaia.
Le iniezioni di resine per ripristinare
la planarità dei binari
Il consolidamento dei binari tramviari mediante
iniezioni di resine rappresenta una soluzione rapida
e meno invasiva rispetto ai metodi tradizionali,
particolarmente adatta per risolvere i problemi
di cedimento del sottofondo senza interrompere
i servizi o causare disagi prolungati alla viabilità
urbana. Tradizionalmente, per risolvere il problema
del cedimento, si sarebbe ricorsi alla rimozione
dell’asfalto danneggiato e degli strati sottostanti,
con l’obiettivo di raggiungere le traverse e il ballast.
In un ambiente come Milano, ad alto traffico
e densamente urbanizzato, la gestione di questi
lavori sarebbe risultata particolarmente critica.
La soluzione individuata
Per risolvere la problematica sulla rete tramviaria
milanese è stato previsto l’utilizzo di resine poliuretaniche,
che sono in grado di agire senza l’impiego
di scavi invasivi. Questo approccio innovati-
vo prevede l’esecuzione di piccoli fori nell’asfalto,
in corrispondenza delle traverse, attraverso i quali
vengono inserite cannule sottili che arrivano fino al
livello del terreno da consolidare. In questo modo,
si inietta una resina a bassa pressione che, grazie
alla sua natura tissotropica, penetra nel terreno
riempiendo cavità e spazi intergranulari, compattando
il materiale sciolto. La resina polimerizza
rapidamente, stabilizzando il sottofondo e mettendo
in sicurezza l’infrastruttura.
In poche ore, il problema è risolto
Uno degli aspetti innovativi di questa soluzione è
la sua rapidità. L’intervento può essere completato
in poche ore, senza bisogno di bloccare il traffico
tramviario per lunghi periodi e riducendo quindi
i disagi. Inoltre, l’effetto delle resine è immediato,
portando a una riduzione delle vibrazioni e a un miglioramento
della stabilità del sottofondo, con conseguenti
benefici sia in termini di comfort per i passeggeri
che di durata delle infrastrutture.
Materiali&Tecnologie
84 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025
85
Caso Studio: piazza Caneva a Milano
Il consolidamento del sottofondo tramviario è cominciato
in piazza Caneva, una zona con gravi segni
di degrado nelle strutture. L’intervento ha riguardato
32 traversine lungo un tratto di 11 metri.
I lavori sono stati svolti durante le ore notturne per
ridurre al minimo le interruzioni del servizio.
Dopo l’intervento, è stato possibile osservare una
significativa diminuzione delle vibrazioni, con un
abbattimento del 88% rispetto alla situazione precedente.
Le rotaie sono risultate, inoltre, perfettamente
allineate, con un movimento massimo
di soli due millimetri delle traverse. Un miglioramento
che ha avuto effetti positivi sia sulla stabilità
della struttura sia sull’esperienza di viaggio dei
passeggeri, che hanno potuto usufruire di un percorso
più silenzioso e confortevole.
I monitoraggi con laser, calibro
ferroviario e velocimetro
Un elemento fondamentale del lavoro è stato il
monitoraggio in tempo reale del sollevamento dei
binari durante l’iniezione della resina. Attraverso
un sistema di monitoraggio laser è stato possibile
garantire che i binari si sollevassero in modo uniforme
mantenendo i sollevamenti sotto le tolleranze
di sicurezza. Al termine dell’intervento, i sollevamenti
massimi registrati sono stati di circa due
millimetri: un risultato che ha permesso di riportare
le rotaie alla quota desiderata senza alterare
la geometria del binario. Controlli con calibro ferroviario
hanno confermato che lo scartamento era
rimasto invariato.
Per valutare l’efficacia del consolidamento, sono
stati eseguiti monitoraggi vibrometrici prima e
dopo l’intervento. I sensori applicati alle rotaie
hanno misurato la velocità delle vibrazioni causate
dal passaggio di tram e veicoli. I risultati hanno
evidenziato una significativa riduzione delle vibrazioni:
sul binario più danneggiato, la velocità di vibrazione
è diminuita dell’88%, mentre sul binario
già in buone condizioni si è registrata una riduzione
del 25%. Questo miglioramento non solo indica un
consolidamento efficace del sottofondo, ma contribuisce
anche a ridurre la rumorosità e le sollecitazioni
dinamiche, aumentando il comfort per i passeggeri
e la durata dell’infrastruttura tramviaria.
Una soluzione più sostenibile
Questo approccio non solo riduce i costi e i tempi di
intervento, ma contribuisce anche a migliorare la
sostenibilità dei lavori di manutenzione delle strade
e delle infrastrutture, poiché non richiede scavi
e non produce rifiuti.
Inoltre, il consolidamento tramite resine poliuretaniche
ha un impatto positivo sulla longevità delle
infrastrutture tramviarie. Le rotaie, supportate da
un sottofondo stabile, tendono a subire meno danni
nel tempo, riducendo la necessità di frequenti
interventi di manutenzione e prolungando la vita
utile delle rotaie stesse. nn
Immagine in alto,
il camion attrezzato Uretek.
Qui sopra, l’intervento
di consolidamento
con iniezioni di resine.
Materiali&Tecnologie
86 8-9/2025 leStrade
Aziende
Prodotti unici per durare nel tempo
Le soluzioni Tekna Chem assicurano performance superiori a quanto
presente sul mercato: si tratta di prodotti ineguagliabili, ma purtroppo spesso
sconosciuti per la mancanza di curiosità (ormai sempre più presente…)
Spesso lo spingere forte sulla ricerca e l’innovazione
ti allontana dalla realtà con il reale rischio
che il mercato faccia fatica a seguirti e anzi ti respinga.
Troppo abituato alle consuetudini, il mercato
vede l’innovazione solo come un rischio (“è
troppo bello per essere vero”): le norme poi non
ti aiutano assolutamente!
Per fare innovazione non puoi seguire le norme,
trovare soluzioni migliorative a ciò che non va
bene, devi per forza di cose dimenticarti di quello
che già hai. Le normative vanno assolutamente
conosciute, sono essenziali se vuoi fare innovazione,
soprattutto per non ricadere in quello che
vuoi migliorare.
Silvio Cocco
Presidente di Tekna Chem
Pagina a sinistra, Istituto
Italiano per il Calcestruzzo
- ACCADEMIA - Fondazione
per la Ricerca
e gli Studi sul Calcestruzzo.
Immagine sopra, posa
dei cavi nello stabilimento
Tenax. Fase iniziale.
Tre obiettivi
Quando fu costituito l’Istituto Italiano per il Calcestruzzo
ci si impose tre obiettivi: lavorare sulla
formazione, sull’assistenza alla clientela, sulla
ricerca. E ognuno di questi obiettivi avrebbe
alimentato l’altro. Volevamo migliorare la qualità
del materiale principe del nostro settore: il
“calcestruzzo“. E per far questo non potevamo
che partire dalle origini per arrivare alle normative
attuali e cercare, con queste conoscenze, il
modo di migliorare il tutto.
La formazione presso gli Istituti per Geometri
ci ha permesso di individuare ragazzi “curiosi”.
Ragazzi che si chiedevano il perché delle cose
e non accettavano quello che insegnavamo loro
così come detto: questo parametro ci ha aiutato
molto e ci aiuta ancor oggi nel selezionare il
nostro gruppo.
Floortek, il pavimento in postensione
Nel 2005 mettemmo a punto una pavimentazione
senza alcun tipo di giunto: nacque Floortek, il
pavimento in postensione: 12.000 metri quadrati,
eseguiti a Sirtori, presso la società Tenax.
Si può immaginare a fatica le difficoltà incontrate
con Direzione Lavori e progettisti per riuscire
a convincerli della validità della soluzione: senza
normalizzazione e senza letteratura di sostegno ci
venne in aiuto solo la lungimiranza della proprietà
nella persona del Dott. Beretta, che decretò: «Il
progetto mi convince. Lo facciamo!!». Subito dopo
la consegna del lavoro finito, nel cantiere ricevemmo
la vista del prof. Filiberto Finzi e del prof Franco
Mola: il prof. Finzi volle organizzare immediatamente
un Seminario al Politecnico di Milano per
presentare lo studio e la realizzazione e fu veramente
un successo. Immensa la soddisfazione e
Materiali&Tecnologie
88 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025
89
l’orgoglio da parte di tutti noi nel vedere premiato
il frutto del nostro impegno. Fu qualcosa di indescrivibile.
Dopo vent’anni, come nuovo
Oggi, dopo esattamente vent’anni, quel pavimento
è nelle stesse condizioni in cui lo abbiamo
consegnato. Il Dott. Beretta non c’è più, ma sono
sicuro che sarebbe anch’egli orgoglioso della sua
scelta e della sua lungimiranza.
Per l’esecuzione della pavimentazione senza
giunti avevamo bisogno certamente di calcestruzzo,
ma non poteva essere un calcestruzzo
normale. Volevamo qualcosa in più.
Ormai da tempo seguivamo ricerche e prove per
la messa a punto di un calcestruzzo con prestazioni
superiori. Ci incuriosivano le costruzioni romane.
Già da tempo i nostri ragazzi studiavano e
analizzavano tutto lo scibile al riguardo, e ne scaturì
un primo compound che chiamammo giustamente
Aeternum. Questo prodotto ci consentiva
di dare una reazione pozzolanica ad un cemento
portland, e quindi resistenze all’aggressione
ambientale: era, ed è, un compensatore di ritiro,
un potentissimo riduttore dell’acqua di impasto
e, per logica conseguenza, un incrementatore di
resistenze. Permetteva, inoltre, una permeabilità
del manufatto totale: permeabilità zero.
I prodotti offerti da Tekna Chem
Oggi L’Aeternum è stato ottimizzato ed è diventata
la base principale per le formulazioni di una
catena di prodotti che Tekna Chem propone al
mercato. Prodotti unici e dalle performance superiori
a quanto presente sul mercato; purtroppo
spesso sconosciuti per la mancanza di curiosità
(ormai sempre più presente…).
Ne citiamo alcuni
Aeternumcal: calcestruzzo ad alte prestazioni,
permeabilità zero, grande incrementatore di resistenze
e compensatore di ritiro.
Aeternum Fire: intonaco antifuoco per gallerie
ed altro, certificato T1 (la più alta per un materiale
cementizio).
Grautek R-A: malte da ristrutturazione tixotropiche
e autolivellanti, armate con fibre metalliche
o polimeriche; pertanto resistenze meccaniche
superiori a quanto presente sul mercato, permeabilità
pari a zero, alta resistenza all’aggressione
ambientale, da non trascurare sfrido Zero.
Aeternum HTE: micro calcestruzzo con CVT in
classe 14D Incrudente destinato a interventi di
messa in sicurezza antisismica, ristrutturazioni a
Stabilimento Tenax
dopo due decenni.
Porto di Venezia
dopo un decennio.
spessore sottile, elementi strutturali prefabbricati
a spessore ultrasottile: sempre senza armature
tradizionali.
Aeternum: compound che ci ha permesso la
realizzazione di questi prodotti dalle prestazioni
uniche.
Durata delle opere e ambiente
Parlare di unicità di prestazioni è spesso peccare
di presunzione e, questo, può frenarci. L’essere
tecnici, senza dubbio, penalizza il lato commerciale.
Parlare della maniacale ricerca da parte
dei nostri tecnici delle materie prime più prestazionali
ma senza questa prerogativa, i traguardi
raggiunti sarebbero stati un mero sogno e oggi
poco credibile per chi, come noi, si è posto l’obiettivo
di raggiungere il meglio, per rendere reale
la durabilità delle opere: per noi unico modo
per rispettare l’ambiente.
Per questo motivo Tekna Chem Group chiede la
disponibilità a Imprese, Studi di Progettazione,
Produttori di calcestruzzo e Prefabbricatori a un
incontro con i nostri tecnici, per proporre una collaborazione
a conoscere le nostre tecnologie e la
realtà dei nostri prodotti. nn
Fase di getto.
Materiali&Tecnologie
90 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025
91
Soluzioni
Tubi Paladex ®
Fognature, deflusso di acque piovane, reti irrigue, ventilazione
di gallerie, attraversamenti di rilevati, serbatoi interrati monoblocco
e modulari, e vasche di laminazione: per tutto questo c’è Paladex ®
Condotte fognarie obsolete e inadeguate al crescente
sviluppo della popolazione urbana, precipitazioni
atmosferiche sempre più intense, frequenti
dissesti idrogeologici impongono lo studio
di soluzioni innovative per lo smaltimento di maggiori
quantità di acque meteoriche e liquami, mediante
l’installazione di tubi capaci di fornire adeguate
risposte a tutte le sollecitazioni interne ed
esterne cui il sistema di drenaggio è sottoposto.
L’idea innovativa alla base di tale produzione
consiste nell’abbinare le caratteristiche tipiche
del polietilene - resistenza all’abrasione, leggerezza,
coefficiente di scabrezza minimo, inerzia
alle sostanze chimiche, versatilità e facilità di
posa - alle caratteristiche dell’acciaio, che presenta
un modulo elastico 200 volte più elevato
del polietilene.
Il tubo Paladex® è realizzato mediante un processo
di avvolgimento continuo ad elica del polietilene
e dell’acciaio, opportunamente sagomato
con profilo ad omega. L’abbinamento dei due materiali
unitamente alla scelta del profilo ad omega
conferiscono al tubo Paladex ® caratteristiche
e performance nettamente superiori ai tubi strutturati
in materiale termoplastico e alle altre condotte
presenti sul mercato con le medesime destinazioni
d’uso (vetroresina, calcestruzzo, ghisa,
gres, ecc.).
La presenza dell’acciaio consente di realizzare
tubi con valori di resistenza allo schiacciamento
(fino a 20 kN/m²) mai raggiunti da condotte
in materiale termoplastico di grandi dimensioni,
di ridurre il diametro esterno del tubo e quindi
la quantità di materia prima impiegata, con evidenti
benefici in termini di minore impatto am-
Le specifiche
La tecnologia Paladex ® , dell’azienda Paladieri, è realizzata mediante un processo
di avvolgimento continuo ad elica del polietilene e dell’acciaio zincato sagomato
con profilo ad omega con il sistema di adesivazione Biadhesive Bonding Process
(BBP) per il fissaggio degli elementi.
La sezione del tubo risulta essere composta da uno strato interno in polietilene,
da una parete esterna strutturata in polietilene e da un’anima di acciaio zincato ricoperta
da un primer a base polietilenica che garantisce la perfetta omogeneità
e adesione dei costituenti
bientale e di facilità di posa, di garantire un miglior
comportamento del tubo nel lungo periodo,
con particolare riferimento alla deformazione sotto
carico costante, con valori di creep ratio nettamente
inferiori ai tubi realizzati esclusivamente
in polietilene.
La particolare ed innovativa struttura, inoltre,
conferisce al tubo Paladex®, a parità di rigidità
anulare, un peso inferiore rispetto ai tubi con le
medesime destinazioni d’uso presenti sul mercato.
Il peso medio di un tubo spiralato Paladex® DN/
DI 1200 SN8, infatti, è pari a 70 kg/m, quello di
un tubo spiralato classico in polietilene è pari a
120 kg/m quello di un tubo in cemento armato è
superiore a 1900 kg/m.
La leggerezza del tubo Paladex ® non inficia la rigidità
anulare e garantisce notevoli dei costi di
trasporto (con la possibilità di produrre barre fino
a 13,40 metri), movimentazione e posa in opera
che favoriscono significative economie nella realizzazione
delle infrastrutture. nn
Mauro Armelloni
Materiali&Tecnologie
92 8-9/2025 leStrade
Iniziative
International Expert Forum 2025
Evento pensato da fischer Italia su infrastrutture e grandi opere, l’International Expert
Forum 2025 sarà occasione per un’analisi approfondita delle più recenti innovazioni
e delle sfide cruciali legate alla sicurezza e alla progettazione delle infrastrutture
In un panorama professionale in continua evoluzione,
il futuro della progettazione e della realizzazione
di grandi opere infrastrutturali richiede
un approccio che integri le più recenti tecnologie
digitali con sicurezza e resilienza strutturale.
In questo ambito, fischer Italia si fa promotrice
di un’importante iniziativa: l’International Expert
Forum 2025. Un’occasione unica e imperdibile di
aggiornamento e confronto sulle più recenti innovazioni
e sulle sfide future che attendono il settore
delle costruzioni, favorendo il dibattito e lo
scambio di conoscenze tra i principali protagonisti
del mondo delle infrastrutture e grandi opere.
Ideato dal Gruppo fischer, il format giunge alla
sua quarta edizione. Dopo Dubai, l’evento sbarca
a Milano, il 2 ottobre, con l’obiettivo di analizzare
le dinamiche del project business a livello
globale. La ricca agenda della giornata toccherà
tematiche come le normative istituzionali in ambito
di sicurezza delle infrastrutture, i progressi
nel campo dei materiali e delle tecniche di monitoraggio,
la digitalizzazione sempre più presente
nel mondo delle costruzioni, con l’obiettivo di
fornire una visione a 360° sul futuro del settore.
Il panel degli interventi riunirà tecnici specializzati
fischer, accademici di rilievo internazionale
- il Prof. Konrad Bergmeister dell’University of
Natural Resources and Life Sciences di Vienna,
il Prof. Jan Hofmann della Stuttgart University, il
Prof. Giovanni Muciaccia del Politecnico di Milano
– e professionisti del settore delle infrastrutture -
il Dr. Domenico Capomolla di Ansfisa, l’Ing. Sergio
Pucci di Atac, Vincenzo Voci di M&D e l’Ing.
Andrea Barocci di Marini S.p.A.
A conclusione del programma, il Dr. Ronald Mihala,
Managing Director Research & Development
e membro del Consiglio Esecutivo del Gruppo
fischer, fornirà una prospettiva approfondita
sull’innovazione che guida l’azienda. Seguirà
l’intervento dell’Ing. Luca Zordan, Sales Engineering
& Project Business Manager di fischer Italia
e Vicepresidente dell’Associazione ISI - Ingegneria
Sismica Italiana, che porterà la sua esperienza
specifica nel campo dell’ingegneria e della gestione
dei progetti.
La sinergia tra l’eccellenza della ricerca accade-
mica e l’esperienza concreta
del Gruppo fischer rappresenta
un connubio vincente e offrirà
ai partecipanti una visione
completa e all’avanguardia
delle soluzioni tecnologiche più
innovative a livello globale.
Dalle Istituzioni
all’innovazione
tecnologica: un
approccio integrato
L’evento si focalizzerà sul rapporto
cruciale tra infrastrutture
e sicurezza, un tema di fondamentale
importanza strategica.
Verrà analizzato il ruolo
centrale delle istituzioni nel
promuovere l’innovazione a livello
nazionale e come questa
si traduca in soluzioni efficaci e affidabili per
la protezione delle infrastrutture. L’innovazione
tecnologica sarà presentata non solo come uno
strumento di progresso, ma come un elemento
essenziale per garantire la sicurezza del nostro
patrimonio infrastrutturale.
Monitoraggio e digitalizzazione
del cantiere
Altra tematica cruciale sarà l’evoluzione del cantiere
che, grazie alle nuove tecnologie, sta diventando
sempre più digitale. Verranno esplorate le
dinamiche della digitalizzazione nel mondo delle
costruzioni, con un focus particolare sull’evoluzione
delle tecniche di monitoraggio in tempo
reale di edifici, impianti e infrastrutture, sull’analisi
predittiva e sulle soluzioni per la protezione
passiva al fuoco.
Nel corso dell’evento sarà possibile anche conoscere
da vicino alcune delle più recenti innovazioni
introdotte sul mercato dal Gruppo fischer
in ambiti quali la robotica per le applicazioni automatizzate
in cantiere, gli ancoranti sensorizzati
wireless, i fissaggi strutturali testati al sisma,
i nuovi materiali compositi in vetroresina
non combustibile. nn
Per ulteriori informazioni
sull’International Expert
Forum 2025 e per l’agenda
dell’evento consultare
i QR code.
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Iniziative
CAM Strade: Ecopneus con Punto 3
Ecopneus in collaborazione con Punto 3: un programma
di formazione gratuito rivolto alla Pubblica Amministrazione
e dedicato, nello specifico, all’attuazione dei CAM Strade
Qualità, sostenibilità e durata nel tempo delle infrastrutture
stradali sono elementi fondamentali
per garantire la sicurezza di chi le utilizza e per
un uso efficiente delle risorse pubbliche. Obiettivi
cui contribuiscono anche i Criteri Ambientali Minimi
per le strade, strumento in vigore dal dicembre
scorso, che promuovono l’adozione di soluzioni a
basso impatto ambientale. Tra queste, anche l’utilizzo
di polverino di gomma riciclata da PFU per
la realizzazione di asfalti gommati, apprezzati per
le loro eccellenti caratteristiche di performance e
durabilità. Per questo Ecopneus, società consortile
senza scopo di lucro e principale operatore nella
gestione degli Pneumatici Fuori Uso (PFU) in Italia,
ha avviato, in collaborazione con Punto 3, società
di consulenza specializzata in sviluppo sostenibile,
Green Public Procurement (GPP) e Criteri
Ambientali Minimi (CAM), un programma di formazione
gratuito rivolto alla Pubblica Amministrazione
e dedicato, nello specifico, all’attuazione dei
CAM Strade.
I Criteri Ambientali Minimi (CAM) per il settore
stradale, introdotti con il DM 5 agosto 2024, riguardano
requisiti tecnici obbligatori che le stazioni
appaltanti sono tenute a integrare nella documentazione
di gara relativa alla progettazione,
costruzione, manutenzione e adeguamento delle
infrastrutture stradali. Previsti dal Piano Nazionale
per il Green Public Procurement, i CAM Strade
favoriscono la sostenibilità ambientale degli appalti
pubblici promuovendo l’adozione di soluzioni
a ridotto impatto ambientale, come l’impiego di
materiali riciclati. Tali disposizioni si applicano ad
una rete stradale estesa per oltre 830.000 chilometri
di strade provinciali, comunali e autostrade
su cui circolano quotidianamente oltre 46,3 milioni
di autovetture, motocicli e mezzi pesanti ( Dati
Anfia-Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica
2023).
Il percorso formativo
Promosso da Ecopneus, il percorso di formazione,
messo a disposizione gratuitamente per le Pubbliche
Amministrazioni, si prefigge l’obiettivo di favorire
la corretta integrazione dei CAM nei bandi
pubblici. Il programma offre tre strumenti opera-
tivi, adattabili alle specificità dei singoli contesti
progettuali, che rappresentano un valido supporto
per tradurre le linee guida ministeriali in indicazioni
concrete e operative. Si tratta di: un disciplinare
tipo, che definisce modalità, regole e criteri
delle procedure di gara; un capitolato tipo, che descrive
requisiti tecnici, materiali e modalità di esecuzione
delle opere, e una check list, utile a verificare
la corretta applicazione dei criteri previsti nei
CAM Strade.
L’iniziativa si collega al consolidato programma di
webinar tematici sui CAM curato da Punto 3, realtà
con una solida esperienza nella formazione sui
Criteri Ambientali Minimi nei diversi settori. Grazie
a questa collaborazione, si rinforza e si dà continuità
ad un’attività già avviata negli anni precedenti:
nel biennio 2024-2025 sono stati realizzati
quattro webinar tematici, che hanno visto la partecipazione
di oltre 280 tra rappresentanti di enti
pubblici come la Città Metropolitana di Milano,
la Regione Liguria, la Città Metropolitana di
Cagliari e l’Autorità Portuale di Ravenna.
L’obiettivo di tali incontri è approfondire
la struttura dei CAM Strade, nonché il potenziale
del polverino di gomma riciclata
- materiale ricavato dal riciclo dei PFU -
come soluzione sostenibile, performante
ed economicamente vantaggiosa per
la durabilità delle infrastrutture stradali.
Le diverse soluzioni tecnologiche per
la realizzazione di asfalti gommati rispondono
pienamente a quanto definito
dal provvedimento, in particolare
per quanto attiene la sostenibilità
delle tecniche costruttive, durata nel
tempo della pavimentazione e per la
riduzione del rumore da rotolamento
delle ruote dei mezzi sulla pavimentazione
stradale.
Adottare questa soluzione consente,
dunque, di rispondere ai requisiti dei
CAM e di portare nelle infrastrutture
anche numerosi altri vantaggi legati
all’uso di questo materiale: le pavimentazioni
realizzate con asfalti modificati
con polverino di gomma rici-
Carlo Dossi
Giuseppina Carnimeo,
direttore generale
di Ecopneus.
clata, infatti, presentano una vita utile fino a tre
volte superiore rispetto a quelle tradizionali, riducendo
la necessità di interventi di manutenzione
e, di conseguenza, i costi a carico delle amministrazioni
pubbliche. Contribuiscono inoltre a una
sensibile riduzione del rumore da rotolamento dei
veicoli - fino a 3-5 decibel in meno - migliorando il
comfort acustico per cittadini e utenti della strada.
Conoscenza come strumento
essenziale
«Sono convinta che la formazione sia uno strumento
fondamentale per far comprendere pienamente
il grande potenziale offerto dall’utilizzo di
materiali riciclati, vere e proprie risorse dai molteplici
vantaggi, nonché il loro contributo in termini
di sostenibilità economica e ambientale» - dichiara
Giuseppina Carnimeo, Direttore Generale di Ecopneus.
«Oggi, in Italia, sono già stati realizzati oltre
900 chilometri di strade con asfalto modificato
con l’aggiunta di polverino di gomma riciclata da
PFU, ma l’obiettivo è andare oltre. Auspico fortemente
che l’introduzione dei CAM Strade sia decisiva
per accelerare in questa direzione, e confidiamo
che la messa a disposizione della Pubblica
Amministrazione di strumenti per attuare in modo
efficace e consapevole i CAM Strade costituisca un
ulteriore supporto».
«Nonostante i CAM Strade risultino strumenti essenziali
a favore della sostenibilità, per molte am-
ministrazioni pubbliche la loro applicazione costituisce
ancora una sfida complessa» - commenta
Paolo Fabbri, Presidente e Fondatore di Punto 3.
«Per questo motivo, la formazione riveste un ruolo
cruciale, così come risulta particolarmente utile
mettere a disposizione strumenti pratici, semplici
e concreti che possano realmente aiutare le stazioni
appaltanti nell’attuazione corretta dei CAM,
anche in fase esecutiva. È questa la strada che
stiamo perseguendo insieme a Ecopneus, con l’obiettivo
di fornire supporto qualificato agli enti».
Formazione gratuita
L’iniziativa di formazione si sviluppa inoltre in un
contesto di costante dialogo istituzionale con il Ministero
dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
(MASE), che ha riconosciuto il valore e l’utilità del
contributo offerto da Ecopneus grazie alla collaborazione
con Punto 3.
La formazione è completamente gratuita e può essere
attivata su richiesta da enti pubblici, anche in
forma aggregata, ad esempio attraverso la collaborazione
tra più amministrazioni appartenenti allo
stesso territorio. I webinar vengono organizzati in
base al numero di richieste raccolte.
Per richiederne l’attivazione si invita a scrivere
all’indirizzo paolo@punto3.it.
Per ricevere i materiali di supporto relativi agli strumenti
operativi offerti, è possibile scrivere all’indirizzo
info@ecopneus.it. nn
Materiali&Tecnologie
96 8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025
97
Aziende
Heidelberg Materials Italia Calcestruzzi
acquisisce il 100% di Cava Nord S.r.l.
leStrade
Aeroporti Autostrade Ferrovie
MACCHINE&ATTREZZATURE
L’operazione consente a HM Italia Calcestruzzi di entrare
nel mercato degli aggregati naturali e riciclati, rafforzando
al contempo la propria presenza nel settore del calcestruzzo
Magut Race 2025
Cava Nord S.r.l. è attiva nel settore estrattivo dagli
anni Sessanta. Fondata su iniziativa di Luigi
Tonelli, l’azienda ha sviluppato nel tempo la coltivazione
della cava e le relative infrastrutture,
tra cui un impianto di frantumazione e selezione
degli aggregati e due impianti di betonaggio,
uno dei quali attualmente locato a HM Italia Calcestruzzi.
L’impianto comprende anche una linea
per la produzione di aggregati riciclati, alimentata
da clienti dell’area milanese.
Nel dettaglio, il complesso industriale è composto
da:
• un giacimento di cava autorizzato dalla Regione
Lombardia; due impianti di betonaggio (di
cui uno già in affitto a HM Italia Calcestruzzi);
• due impianti di frantumazione e selezione inerti
di cava e un impianto di produzione aggregati
riciclati;
• autorizzazione al conferimento di terre e rocce
di scavo;
• autorizzazione al conferimento di demolizioni;
• fabbricati industriali e relativi terreni;
• impianto fotovoltaico.
Oltre 300 aspiranti magut e ben 3.000 spettatori a Selvino per assistere all’epica corsa
dei muratori, andata in scena nel tardo pomeriggio di sabato 12 luglio lungo la
pista da sci del monte Purito. Tutti, uomini e donne, con 25 chilogrammi di cemento
32.5 in spalla lungo un tracciato di 230 metri con 70 metri di dislivello positivo.
Il bergamasco Davide Zanoletti (ha chiuso la prova in 2 minuti e 53 secondi) e la
bresciana Chiara Croce (4 minuti e 50 secondi) sono i nuovi dominatori della Magut
Race di Selvino. Sono stati i più veloci, applauditi e acclamati dalla folla, nell’epica
impresa di portare in cima alla pista da sci del monte Purito il loro sacco di cemento
Tecnocem Italcementi 32.5, il più diffuso in Italia e prodotto nello stabilimento
bergamasco di Calusco d’Adda da Heidelberg Materials Italia, che fin dalla prima
edizione sostiene l’evento.
Nata nel 2015 dalla vulcanica mente di Mario Poletti e sostenuta da Heidelberg Materials,
la competizione ha visto anche diversi partecipanti provenienti dall’estero.
Formula vincente non si cambia e quindi, anche quest’anno, la gara si è svolta
con le medesime modalità, con partenza a cronometro e, naturalmente, il consueto
tifo da stadio.
L’azienda si è distinta anche per l’attenzione al ripristino
ambientale, contribuendo alla realizzazione
e gestione del Parco Lago Nord, successivamente
ceduto al Comune di Paderno Dugnano.
Un progetto di ripristino molto apprezzato, che
ha ricevuto riconoscimenti a livello europeo. nn
n Dynapac SD 25 70W, la finitrice
che anticipa i cantieri 4.0.
n Ad Occhiobello, lungo la A13,
l’ecosistema del Po salvo grazie al BlueSky.
Anteprima italiana e svolta
nel ripristino delle grandi opere:
messo a punto da Pilosio,
il sistema raccoglie le acque di lavorazione
per non contaminare l’ambiente.
n “Il cantiere del futuro” con Niederstätter.
n Officine Rigamonti, la sicurezza
del nuovo Traforo del Tenda.
Materiali&Tecnologie
98 8-9/2025 leStrade
Il ponte sul Po lungo
la A13 tra Veneto
e Emilia-Romagna.
Gli interventi
L’opera era già stata sottoposta a manutenzione
cinque anni fa e a questo secondo intervento
ne seguiranno altri per garantirne l’efficienza e i
massimi standard di sicurezza nel tempo.
In questa prima fase i lavori di ripristino prevedono
una serie di interventi complessi su tredici
delle quarantadue campate del Ponte.
Nello specifico: otto campate di accesso (lato Ferrara
e lato Rovigo), due campate nell’area golenale
(lato Ferrara) e tre campate in alveo.
Gli interventi principali includono: l’installazione
di un sistema di post-tensione esterno per le
campate interessate che consiste nel posizionamento
di cavi tra le testate di monte e di valle e
ha lo scopo di garantire che la precompressione
originale, risalente agli anni Sessanta, rimanga
costante nel tempo, prevenendo eventuali cali
strutturali. Prima di questa operazione, sono stati
eseguiti altri importanti lavori propedeutici.
A lato, interventi su 13 delle 42 campate del Ponte.
Il ponte sul Po attraversa
un’area ricca di flora e fauna
da tutelare.
Cantieri
Primo ripristino green in Italia
Ad Occhiobello, lungo la A13, l’ecosistema del Po salvo grazie al BlueSky.
Anteprima italiana e svolta nel ripristino delle grandi opere. Messo a punto da Pilosio,
il sistema raccoglie le acque di lavorazione per non contaminare l’ambiente
Lungo quasi due chilometri e con quarantadue
campate, il Ponte che attraversa il Po in località
Occhiobello, tra le province di Rovigo e Ferrara,
è un’infrastruttura maestosa. Chi lo percorre
può ammirare la grandezza del fiume più lungo
d’Italia, caratterizzato da una bellezza naturale
unica. Dal novembre scorso, il viadotto è oggetto
di un importante piano di ripristino che rientra
in un più ampio progetto di ammodernamen-
to della rete autostradale di Aspi. Da anni, infatti,
Autostrade per l’Italia è impegnata nella rigenerazione
delle sue infrastrutture, molte delle quali
costruite negli anni Sessanta. Sebbene questo
non sia l’unico cantiere sulla A13, l’intervento a
cavallo tra Veneto ed Emilia-Romagna rappresenta
un chiaro esempio della grandiosità delle
opere italiane e dell’impegno necessario per il
loro mantenimento.
Nelly Pellin
Addetta Stampa
Parisotto’s Group
Macchine&Attrezzature
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Il sistema BlueSky per la raccolta delle acque di scarto
delle lavorazioni sul Ponte dell’A13 a Occhiobello.
Estensione del telo in PVC
con la FlyRail durante
La considerazione dell’aspetto
ambientale
La pianificazione degli interventi ha dovuto necessariamente
tenere in considerazione l’aspetto
ambientale. Questo perché la zona è molto complessa
e particolarmente sensibile. L’habitat circostante,
infatti, è di grande rilevanza per la flora
e la fauna; pertanto, si è scelto un approccio
che minimizzasse l’impatto sul delicato ecosistema
del fiume Po.
getto di ripristino del viadotto sulla A13. E per
proteggere il delicato ecosistema del Po, in questo
particolare cantiere, era fondamentale prevenire
la dispersione di acque di lavaggio contaminate.
Per scongiurare questo rischio, Euroedile
Ponteggi ha proposto ad Amplia Infrastructures
una soluzione innovativa, e utilizzata per la prima
volta in Italia: il BlueSky. Il sistema, ideato
dal team Ingegneristico diretto dall’Ing. Alessandro
Zanatta della friulana Pilosio di Tavagnacco,
Sopra, particolare del
sistema di post-tensione
esterno.
I responsabili di Aspi,
Amplia, Euroedile e Cams
coinvolti nel progetto
di ripristino.
la posa del FlyDeck.
Innovazione e sinergia: l’importanza
di fare partnership
Per affrontare un lavoro così complesso, che richiede
competenze sicuramente tecniche e strutturali,
ma anche ambientali e di sicurezza, Amplia
Infrastructures S.p.A, braccio operativo di Aspi,
si è avvalsa della sinergia di partner specializzati:
in particolare, ha collaborato con Cams Servizi
Edili di Reggiolo, che si è occupata dell’esecuzione
dei lavori di rinforzo e ripristino del viadotto,
e con la trevigiana Ponteggi Euroedile di Postioma
di Paese che in questo contesto gioca un ruolo
cruciale. Infatti, le sue strutture provvisionali,
a marchio Pilosio, hanno permesso l’esecuzione
dei lavori in continuità e sicurezza senza andare
ad interferire sul traffico autostradale.
Sostenibilità in cantiere: il BlueSky
La sostenibilità è una priorità per Aspi! E non solo
per loro ma per tutte le aziende coinvolte nel pro-
Sopra, particolare della
vasca convogliatrice in PVC
del BlueSky sotto
l’intradosso con sacche
di raccolta delle acque
di scarto contaminate.
è stato sviluppato per rispondere in modo concreto
alle sfide consolidate del settore che necessitano
di un sistema efficace per raccogliere
l’acqua e i materiali residui provenienti da attività
come idrodemolizione, idroscabbling e water-jetting
ed impedirne così le perdite nell’ambiente
circostante.
Il sistema BlueSky è progettato per un montaggio
rapido e un utilizzo estremamente semplice.
È costituito da una vasca convogliatrice in PVC,
dotata di sacche di raccolta, che viene installata
sotto le travi in contemporanea al montaggio
del ponteggio sospeso FlyDeck. L’ancoraggio avviene
tramite morsetti a sgancio rapido, mentre
Posa piani FlyDeck
sopra vasca
convogliatrice BlueSky.
il posizionamento è facilitato dalla guida FlyRail
in alluminio, che consente l’estensione in avanti
del sistema.
Successivamente si procede con la posa della
rete di sicurezza e dei pannelli del piano di lavoro
FlyDeck, i quali sono dotati di botole perfettamente
allineate alle sacche di raccolta. Questa
configurazione semplifica l’installazione e garantisce
un’elevata efficienza operativa: il collettore
sigilla completamente l’area sottostante
e laterale della piattaforma, convogliando acqua
e detriti direttamente nelle sacche. Le sacche
vengono poi svuotate mediante pompe a
immersione, che trasferiscono le acque di ri-
Macchine&Attrezzature
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8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025
103
Inserimento pompa
a immersione attraverso
la botola nelle sacche
di raccolta.
II piano di lavoro
perfettamente funzionale
del sistema sospeso
FlyDeck all’intradosso
delle carreggiate del viadotto.
La passerella ad alta portata strallata all’esterno della trave
di bordo che consente l’accesso alle travi di bordo.
Passerella realizzata
con ponteggio MP Pilosio.
sulta e i materiali di scarto in apposite vasche
di decantazione, dove avviene la separazione e
lo smaltimento finale.
Il sistema, resistente alle intemperie e pienamente
compatibile con il ponteggio sospeso
FlyDeck, svolge una duplice funzione: tutela
l’ambiente e aumenta la sicurezza operativa.
Raccogliendo i residui che si spostano verso il
basso durante le fasi di lavoro, il BlueSky contribuisce
infatti a mantenere il piano di calpestio
più pulito e meno scivoloso, riducendo così
il rischio di infortuni.
Le strutture provvisionali
Oltre alla tutela ambientale garantita dall’utilizzo
del sistema BlueSky, un altro aspetto fondamentale,
che anche in questo contesto non è mai venuto
meno, è la sicurezza: priorità assoluta prima
di avviare qualsiasi intervento. Per questo
motivo, lo staff ingegneristico di Euroedile, sotto
la direzione del Geometra Daniele Crosato, Responsabile
tecnico del settore Ponti e Viadotti, ha
progettato strutture provvisionali che consentissero
alle maestranze di operare senza mai scendere
dalle pile e senza appoggiarsi sull’alveo del
fiume. Questa soluzione ha evitato qualsiasi interruzione
della viabilità autostradale, un altro
elemento cruciale del progetto.
Tutto ciò è stato reso possibile grazie all’innovativo
sistema sospeso FlyDeck di Pilosio, realizzato
con travi in alluminio e montabile in autonomia
all’intradosso della carreggiata in modo
semplice e rapido, creando un vero e proprio
“piano di lavoro volante”. Fissato con catene direttamente
alla soletta del viadotto, il FlyDeck
ha lasciato completamente libera la zona di intervento,
consentendo di eseguire in modo agevole
e sicuro sia i ripristini corticali sia le operazioni
di post-tensione, senza alcun intralcio
al traffico sovrastante. Il sistema è stato utilizzato
in tutte le campate, non solo su quelle
in corrispondenza del fiume, dove l’uso di piattaforme
sospese era indispensabile, ma anche
Qui sopra, il FlyDeck
visto da terra.
Qui sopra, la scala comoda
di emergenza che dal
sistema sospeso FlyDeck
porta alla carreggiata.
Qui sopra, a lato, particolare
del ponteggio strallato
sul cordolo del Ponte con
scala comoda di emergenza
in careggiata.
su quelle sopra terra, garantendo così continuità,
efficienza e massima sicurezza per l’intero
cantiere.
Durante il cantiere, anche l’accesso alle strutture
provvisionali è stato gestito con attenzione.
Scale comode
Per accedere al piano di lavoro sospeso è stata
allestita una prima scala comoda in alluminio
mentre una seconda è stata predisposta all’estradosso
della carreggiata per le emergenze e per
consentire l’accesso in sicurezza.
Passerella realizzata
con multidirezionale MP
Per raggiungere il ponteggio sospeso dalla pila a
terra è stata realizzata una passerella con ponteggio
multidirezionale MP, anch’essa a marchio
Pilosio. Questa struttura, ad alta portata, è stata
in grado di sostenere i carichi pesanti dei materiali
da ripristino ed è stata allestita in modo
completamente strallato, al di fuori delle travi di
bordo, per superare così l’ingombro delle pile e
consentire l’accesso in sicurezza delle maestranze
e il relativo trasporto del materiale di lavorazione
in tutte le campate del viadotto.
Ponteggio sagomato per i lavori
al cordolo
Per le lavorazioni del cordolo esterno, invece, Euroedile
ha allestito una struttura perfettamente
modulata e sagomata; sono state impiegate delle
mensole supplementari che sono andate a coprire
l’intera larghezza del cordolo esterno consentendo
la creazione di un piano di lavoro performante
e sicuro per le maestranze.
Macchine&Attrezzature
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LA SQUADRA
Autostrade per l’Italia (Aspi)
«Ci stiamo impegnando ormai da anni in un piano
di rigenerazione di tutte le nostre infrastrutture.
Tutto ciò con l’obiettivo di far viaggiare in sicurezza
gli automobilisti. - Commenta l’Ing. Raffaele
Pezzati, Project Manager Aspi e RUP del cantiere
sul Ponte di Occhiobello. - Anche in questo caso, le
sfide tecniche, ambientali e logistiche che ci siamo
trovati di fronte sono state molteplici, ma grazie
alla sinergia che siamo riusciti a creare tra le imprese
coinvolte abbiamo potuto garantire un risultato
importante, in linea con quegli aspetti legati
alla sostenibilità che sono primari per la nostra
azienda. Questo progetto di ripristino non è stato
solo un esempio di ingegneria, ma anche di lavoro
di squadra tra le imprese partner che con professionalità
condividono la nostra stessa visione:
concorrere al corretto andamento dei cantieri nei
tempi stabiliti garantendo la sicurezza e il massimo
rispetto dell’ambiente circostante», conclude
l’Ing. Raffaele Pezzati.
Amplia Infrastructures S.p.A.
Braccio operativo del gruppo Autostrade per l’Italia
è Amplia Infrastructures S.p.A., che ha il
compito di tradurre i progetti di ripristino in realtà,
curando ogni fase, dallo sviluppo costruttivo
alla sua esecuzione fisica. Nel contesto del Ponte
sul Fiume Po, Amplia ha gestito l’intervento a
tutto tondo, coordinando le diverse specializzazioni
dei partner attraverso l’Ing. Francesco Colautti
e l’Ing. Leonardo Riccio. Anche per loro, la
sinergia è risultata essenziale.
«Questo è un intervento sicuramente molto impattante.
- commenta l’Ing. Francesco Colautti
Technical Operations Manager di Amplia - Siamo
su un viadotto che si sviluppa per quasi due chilometri
in alveo con cinque campate da 70 metri
l’una di cui tre da ripristinare. Uno degli aspetti
principali era quello di tutelare l’ambiente circostante.
Ed è stato grazie ad un confronto diretto
con le aziende coinvolte, e in particolare con
Euroedile che ci ha proposto l’innovativo sistema
BlueSky, che abbiamo avuto modo adottare
le soluzioni migliori, e in questo caso innovative,
per i lavori di ripristino».
«Non solo - prosegue il Direttore di cantiere l’Ing.
Leonardo Riccio di Amplia - Abbiamo approfondito
e attenzionato con Euroedile, per quanto riguarda
i ponteggi e, con Cams, per quanto riguarda
l’esecuzione dei lavori, tutti gli aspetti
necessari per garantire continuità dei lavori e sicurezza.
L’utilizzo dei sistemi sospesi, ad esempio,
anche per le campate accessibili da terra, ci
ha permesso di avere continuità e di ottimizzare
le lavorazioni in assoluta sicurezza: questo è un
aspetto, per noi essenziale anche per far lavorare
le maestranze nelle migliori condizioni possibili».
Ponteggi Euroedile
Consapevole che non si può andare in deroga alla
sicurezza e alla tutela ambientale, anche Ponteggi
Euroedile, con la squadra di montatori coordinata
da Sorin George Elisei, è stata fondamentale
all’allestimento delle strutture provvisionali.
«Rispondiamo alle esigenze dei cantieri, anche
Il ponteggio MP Pilosio
modellato sul cordolo
del Ponte.
Scheda tecnica BlueSky
Il sistema BlueSky è un sistema innovativo per la raccolta delle acque di risulta dalla
manutenzione dei ponti.
Il telo in PVC, che viene installato al sistema FlyDeck per mezzo di apposite guide
in alluminio appositamente progettate, ha delle caratteristiche specifiche che lo
rendono idoneo allo scopo, in particolare:
• peso: 670 g/m²
• resistenza al freddo: -30° C
• resistenza al caldo: +70° C
• resistenza ai solventi: resistente secondo la norma UNI 4818-16
• resistenza alla trazione: 2500 N / 5cm
Il sistema è stato progettato con apposite sacche di raccolta alle quali è possibile
accedere, attraverso apposite botole sul piano sospeso, con pompe idonee alla
raccolta dell’acqua di risulta delle lavorazioni.
Le sacche di raccolta dell’acqua sono dotate di fori di troppo pieno per evitare
l’accumulo di acqua piovana sul sistema, le dimensioni delle sacche e i diametri dei
fori di troppo pieno sono stati progettati dall’ufficio tecnico in base alla portata del
sistema FlyDeck
La squadra di montatori,
dei ponteggi e del BlueSky,
di Euroedile coordinata
da Sorin George Elisei vicino
al Geom. Daniele Crosato.
quelli più complessi, a 360 gradi: da quasi quarant’anni
il nostro impegno è trasformare la visione
in realtà, coniugando sicurezza, efficienza e
rispetto per l’ambiente - commenta il Presidente
di Euroedile, Nereo Parisotto. - Sul Ponte del fiume
Po abbiamo adottato un approccio totalmente
innovativo, installando per la prima volta il sistema
BlueSky di Pilosio. Questo sistema, montato
in contemporanea con il ponteggio FlyDeck e la
rete di sicurezza, è semplice da installare e garantisce
risultati straordinari in termini di tempi,
costi e tutela ambientale», conclude Parisotto.
«La funzionalità di BlueSky è indiscutibile: senza
questo sistema, le acque reflue contaminerebbero
il fiume e l’area circostante - ribadisce il Geometra
Daniele Crosato, Direttore Tecnico del settore
Ponti e Viadotti di Euroedile. - Siamo inoltre
soddisfatti dell’entusiasmo dimostrato dai nostri
partner per il risultato ottenuto, che non riguarda
solo l’adozione di questo sistema di raccolta delle
acque, ma anche l’allestimento complessivo del
cantiere, progettato per massimizzare sicurezza
e produttività grazie a sistemi provvisionali studiati
ad hoc. Mentre le maestranze operano comodamente
sul sistema sospeso FlyDeck installato
sotto l’intradosso, il traffico veicolare continua a
scorrere regolarmente sulla sede stradale e l’ambiente
naturale rimane perfettamente protetto da
potenziali contaminazioni».
Geometra Daniele Crosato,
Direttore Tecnico del settore Ponti
e Viadotti di Euroedile.
Marco Caprara,
CEO di Cams.
Cams
Cams Servizi Edili, azienda specializzata nei lavori
di rinforzo e ripristino, ha svolto un ruolo cruciale
nel cantiere del viadotto. Grazie alle sue competenze
e alla certificazione UNI EN ISO 9001:2015, l’azienda
ha fornito soluzioni tecniche all’avanguardia
per ripristinare la sicurezza e la funzionalità dell’infrastruttura.
«Ci siamo concentrati sull’applicazione
di tecniche innovative per garantire la massima
durabilità e resistenza strutturale dell’opera trovando
con Amplia ed Euroedile quella sinergia che è
stata fondamentale per integrare perfettamente
le nostre lavorazioni con l’installazione dei ponteggi
e per mantenere un’attenzione costante all’ambiente»,
commenta Marco Caprara, CEO di Cams.
Grazie alla perfetta integrazione tra aziende come
Aspi, Amplia, Ponteggi Euroedile e Cams Servizi
Edili il cantiere non è stato solo un’opera di ingegneria,
ma un modello di come le imprese italiane,
con il loro know-how e la loro visione, possano
eccellere confermando una leadership tecnologica
e professionale italiana riconosciuta ed apprezzata
in tutto il mondo. nn
Qui a lato, “guarda e ascolta” questo
articolo attraverso il video reportage
giornalistico con immagini video
Ing. Raffaele Pezzati, Project Manager ASPI
e RUP del cantiere sul Ponte di Occhiobello.
Ing. Francesco Colautti, Technical
Operations Manager Amplia.
Ing. Leonardo Riccio, Direttore di Cantiere
di Amplia Infrastructures.
Nereo Parisotto,
Presidente di Euroedile.
mozzafiato e le interviste di tutte
le figure coinvolte nel progetto.
Macchine&Attrezzature
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Novità
Dynapac SD 25 70W, la finitrice
che anticipa i cantieri 4.0
Versatilità, trazione intelligente e software avanzato: la nuova ammiraglia gommata
Dynapac ridefinisce gli standard della pavimentazione stradale. Ne abbiamo parlato
con Alessandra Gualtieri, Sales&Marketing Manager di Dynapac Italia
Andrea Ghiaroni
Nel mondo della pavimentazione stradale, la parola
d’ordine è versatilità. La finitrice ideale deve
garantire affidabilità, precisione e capacità di
conformarsi a contesti diversi. È in questo scenario
che Dynapac presenta l’ammiraglia della
flotta di macchine gommate, la SD25 70W, costruita
per larghezze di lavoro fino a nove metri.
Tale caratteristica consente la flessibilità necessaria
per adattarsi a tutte le possibili condizioni di
cantiere, sia che si tratti di grandi progetti infrastrutturali
sia di piccoli lavori di costruzione. Manovrabilità,
potenza e software gestionale sono
stati progettati per soddisfare e superare le esigenze
della clientela in termini di precisione, efficienza
ed ergonomia. La serie SD di Dynapac
non posa, così, soltanto manti stradali, ma segna
l’inizio del futuro della stesa. Dynapac (che
fa parte del Gruppo Fayat) è fornitore leader di
rulli per terre e asfalto ad alta tecnologia, di attrezzature
leggere e di finitrici ed è rappresentata
in tutto il mondo attraverso i suoi uffici regionali
di vendita e assistenza e collabora con una
rete di distribuzione estesa e professionale. Con
sede centrale a Wardenburg, in Germania, Dynapac
ha stabilimenti di produzione in Europa,
Sud America e Asia.
Potenza e gestione elettronica
intelligente
Dotata di motore Cummins B6.7-C173 Stage V
da 129 kW, la SD25 70W abbina potenza e gestione
elettronica intelligente. Il sistema Eco
Mode riduce automaticamente i regimi non necessari,
contenendo i consumi a una media di
circa 9,45 l/h durante le fasi standard di lavoro.
La gestione dei giri motore è affidata al sistema
VarioSpeed, che ottimizza coppia e risposta
anche in condizioni di carico variabile,
migliorando al contempo la silenziosità operativa.
Ma il vero fiore all’occhiello della SD25
70W è il sistema di trazione Smart Wheel Drive
6WD, che gestisce le sei ruote in modo indipendente,
variando la pressione idraulica in tempo
reale in base all’aderenza. Anche in presenza
di fondi sconnessi o curve strette, la macchina
mantiene trazione costante, distribuendo
la forza tra gli assi anteriori e posteriori, garantendo
sempre spinta e controllo. La velocità
di trasporto può raggiungere i 15 km/h, consentendo
rapidi spostamenti tra tratti di stesa.
La tramoggia da sei metri cubi è stata progettata
per agevolare le operazioni di carico:
lunga, profonda e a bordo ribassato, consente
anche a bilici di taglia media di scaricare con
efficienza. Le bandelle laterali indipendenti evitano
l’accumulo di conglomerato freddo, mentre
i flap anteriori idraulici limitano la perdita
di materiale durante la movimentazione. I nastri
trasportatori da 655 milimetri, con controllo
proporzionale tramite sensori a ultrasuoni, assicurano
flusso continuo, con possibilità di inversione
per liberare la linea di alimentazione
in caso di necessità. Il materiale raggiunge la
coclea centrale, dal design compatto (380 millimetri),
con altezza regolabile idraulicamente e
motori indipendenti: una configurazione pensata
per ottenere una stesa simmetrica e prevenire
fenomeni di segregazione. Sul fronte banco,
la SD25 70W può montare il V5100 TV E o il
V6000 TV E, entrambi estensibili idraulicamente,
con larghezza base di 2,55 metri fino ad una
stesa massima di nove metri (con prolunghe).
La tecnologia a quattro tubi garantisce rigidità
anche alle massime larghezze, mentre il sistema
QuickLever consente di regolare manualmente
e rapidamente l’angolo di attacco del
banco, adattandosi alle condizioni del sottofondo
e agli spessori desiderati. Il banco può essere
riscaldato elettricamente o a gas, in base
alla preferenza dell’utente: la versione elettrica
assicura maggiore sicurezza e controllo termico;
quella a gas offre un preriscaldamento
più rapido (25 minuti circa).
Macchine&Attrezzature
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L’interfaccia operativa
Uno degli aspetti distintivi della SD25 70W è la
sua interfaccia operativa. La macchina è dotata
del sistema PaveOS Advanced, una piattaforma
digitale progettata per facilitare la configurazione,
la gestione e il monitoraggio della macchina
in tempo reale. Lo schermo touch screen è grande,
leggibile anche in pieno sole, e può essere
personalizzato con widget che consentono di visualizzare
solo i parametri rilevanti. Le funzioni
principali (trasportatori, coclea, banco, vibrazione)
possono essere attivate con il tasto Auto,
semplificando la fase di avvio della stesa.
La comodità in cabina
La cabina operatore è pensata per lunghe giornate
di lavoro: il sedile è traslabile lateralmente
e ruotabile fino a 45°, per offrire visibilità sia
sulla tramoggia sia sulla zona di stesa. L’accesso
alla postazione è agevolato da gradini antisci-
volo e mancorrenti ben posizionati. Tra gli optional
figurano anche la protezione antipioggia, le
luci notturne LED (incluse le Powermoon) e il sistema
SafeImpact, progettato per assorbire gli
urti dei bilici durante la fase di carico, proteggendo
sia la struttura macchina sia la sicurezza
dell’operatore.
La connettività
La SD25 70W non trascura la parte più strategica
della finitrice moderna: la connettività e la gestione
del ciclo vita. È completamente integrata
nel sistema Dyn@link, che consente il monitoraggio
da remoto di consumi, ore macchina, stato
del banco, vibrazioni, temperatura e altri parametri
critici. I dati vengono raccolti in tempo reale
e possono essere visualizzati su portale web
o app mobile, consentendo una gestione predittiva
della flotta. Inoltre, la macchina è compatibile
con Dynapac Level Control per il controllo automatico
della planarità, e con i principali sistemi
di livellamento 2D e 3D tramite interfaccia aperta
(Leica, Trimble, Topcon).
Rapida e semplice manutenzione
Manutenzione e accessibilità sono stati curati
con pari attenzione: tutti i punti di controllo
giornalieri sono accessibili da terra, le operazioni
di ingrassaggio sono centralizzate, e l’elettronica
di bordo fornisce report diagnostici e
alert su usura, anomalie o scadenze manutentive.
L’operatore può quindi concentrarsi sul lavoro,
senza timore di fermi imprevisti. La Dynapac
SD25 70W è pensata per diventare la
finitrice “di fiducia” di ogni impresa stradale:
semplice, potente, flessibile, con la capacità di
lavorare da sola o integrarsi in una flotta digitale,
adattandosi a ogni contesto, dall’asfalto urbano
ai tratti stradali a media portata. Un mezzo
che coniuga tradizione meccanica e visione
digitale, costruito con materiali di alta qualità,
assemblato con cura e pensato per durare. In
un settore dove ogni ora di lavoro conta e ogni
metro di stesa fa la differenza, la SD25 70W si
propone come un alleato affidabile, capace di
migliorare la produttività senza compromettere
la qualità.
La risposta alle necessità
dei cantieri stradali
Con questa nuova macchina, Dynapac dimostra
ancora una volta la sua capacità di ascoltare il
mercato, interpretarne le esigenze e anticiparne
le direzioni. La SD25 70W non è solo una nuova
finitrice: è una risposta concreta alle domande
che i cantieri stradali pongono ogni giorno.
Ne parliamo con Alessandra Gualtieri, Sales&Marketing
Manager di Dynapac Italia.
Macchine&Attrezzature
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111
Se dovesse descrivere la SD25 70W con tre
parole chiave, quali sceglierebbe e perché?
Sicuramente la definirei intuitiva, interconnessa
e prestazionale: tre parole che ben definiscono
la mission dei progettisti Dynapac in quest’ultimo
sviluppo della nostra ammiraglia. Tutti riconoscono
la nostra leadership nei banchi di stesa
e l’affidabilità delle nostre macchine, la sfida era
renderne ancor più semplice l’uso e l’interazione
nella flotta. E penso che ci siamo davvero riusciti.
INNOVAZIONE, TECNOLOGIA, RICERCA
Quali bisogni e sfide di cantiere ha intercettato
Dynapac nel progettarla?
Oggigiorno la richiesta primaria che riceviamo dai
nostri clienti è nell’automazione delle funzioni,
per far sì che il personale sia duttile e adattabile
a più ruoli e mansioni. Fondamentale è la facilità
di apprendimento e una macchina user-friendly,
che aiuti l’operatore ad assimilare in fretta e
ad essere subito produttivo.
C’è un feedback ricevuto dal mercato che
vi ha colpito particolarmente dopo i primi
test?
Un coro unanime ne ha decantato la semplicità di
utilizzo, un’ergonomia dei comandi davvero efficace
e la velocità proporzionale nel sistema di
estensione del banco. Tutti riscontri che confermano
la bontà del progetto, in linea con gli obiettivi
che ci eravamo prefissati.
Dynapac investe molto in ergonomia e interfaccia
utente. Cosa rende davvero “amica
dell’operatore” questa finitrice gommata?
Sicuramente il nuovo sistema operativo PaveOS
riveste un ruolo fondamentale nella nostra nuova
esperienza di guida. Grazie ad un touchscreen
più grande, ai comandi raggruppati per funzionalità
e tutta una serie di funzioni automatizzate
a portata di “tap”, le operazioni di routine sono
più facili che mai e ci si può concentrare solo sulla
qualità della lavorazione.
La SD25 70W è una finitrice che può accompagnare
la transizione verso cantieri 4.0.
L’Italia è pronta per questa svolta digitale?
Dynapac è pronta, le nostre macchine nascono
già con la filosofia dell’automazione, della rendicontazione
e della gestione flotta da remoto. Una
volta che il quadro normativo proseguirà nel suo
iter, l’automazione dei cantieri diventerà il quotidiano
di ogni impresa di costruzione strade.
In che modo Dynalink, Nexus e Level Control
3D contribuiscono all’efficienza di cantiere
e al controllo remoto?
Il controllo della flotta e la pianificazione digitale
dei cantieri sono già realtà nel nostro settore,
a livello di offerta. Dynapac li sta portando nella
realtà di ogni giorno e la parola d’ordine è interconnessione:
da qui la costruzione aperta delle
nostre macchine, la libera gestione dati verso
l’esterno ed una gestione flotta incentrata verso
il quotidiano di ogni azienda, dove macchine
di diversi brand lavorano nello stesso cantiere.
Riteniamo che i sistemi chiusi non abbiano futuro,
mentre paghi offrire ai nostri clienti macchine
e software che abbiano un forte valore aggiunto
nel tempo.
Quali ulteriori sviluppi ci possiamo aspettare
in futuro da Dynapac sul fronte delle finitrici
stradali?
In Dynapac il futuro è già oggi, basti pensare che
al Bauma abbiamo presentato la prima finitrice
stradale elettrica al mondo, con caratteristiche di
potenza e autonomia già al pari della sorella con
motore a scoppio. Per il domani vediamo l’inserimento
veloce dell’AI in tutti i settori e di conseguenza
un forte sviluppo dell’ingegneria meccatronica.
Sarà naturale per Dynapac sviluppare
finitrici che consentano un uso sempre più semplificato,
a guida autonoma, in grado di interfacciarsi
con tutti gli operatori del cantiere in tempo
reale. nn
Alessandra Gualtieri,
Sales&Marketing Manager
di Dynapac Italia.
Centro Ricerche ENEA Brasimone
16 settembre 2025
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112
8-9/2025 leStrade
Aziende
Il cantiere del futuro
Siamo stati nella sede Niederstätter di Castelli Caleppio, in provincia
di Bergamo, per apprezzare delle novità di prodotto di Liebherr e di Atlas Copco,
e per rilevare il valore della formazione della Niederstätter Academy
Fabrizio Parati
Lo scorso giugno ci sono state tre pregevoli occasioni
per scoprire da vicino le innovazioni di domani,
per provare sul campo i nuovi sistemi di
assistenza di Liebherr e gli accumulatori di energia
sostenibili di Atlas Copco. Teatri della verità
(perché le prove dal vivo sono sempre indicatori
di certezze) sono state tre sedi di Niederstätter
S.p.A.: il primo degli incontri si è tenuto il 14
giugno nella sede di Castelli Calepio, in provincia
di Bergamo; il 20 e il 21 giugno è andata in
scena la sede di Bolzano e, il 27 giugno, l’iniziativa
“Il cantiere del futuro” di Niederstätter si è
conclusa con la tappa nella sede di Povegliano,
in provincia di Treviso.
permettendo loro di operare in modo più rilassato,
risparmiando energia e mantenendo alta la
concentrazione durante tutto l’arco della giornata.
I gruisti meno esperti, invece, ricevono supporto
dai sistemi per la gestione della sicurezza
e della velocità di lavoro.
La nostra visita
Siamo stati negli spazi della sede di Castelli Calepio
per apprezzare gli accumulatori di energia
Atlas Copco ZBP, che vengono abbinati ai generatori
per massimizzare l’efficienza dei generatori
tradizionali, e, soprattutto, per vedere in
azione la compatta e potente Liebherr 43K (che
ha sbraccio massimo di 35 metri, carico in punta
di 1.100 chilogrammi, portata massima di
4.000 chilogrammi, altezza gancio di 30,2 metri)
e la 61K (sbraccio massimo di 43 metri, carico
in punta di 1.100 chilogrammi, portata massima
di 4.000 chilogrammi, altezza gancio di 33,4
metri), cioè i nuovi modelli di gru automontanti
con sistemi di assistenza intelligenti (le gru sono
disponibili da Niederstätter sia per la vendita sia
per il noleggio).
I sistemi di assistenza intelligenti che ora arricchiscono
le gru Liebherr sono un vero e proprio
valore aggiunto per il settore e una novità assoluta.
Rendono molto più facile è più sicuro l’uso
delle macchine in cantiere.
Il nuovo comando “Liebherr Control 5” e il nuovo
sistema operativo “Tower Crane Operating System
2” (TC OS 2) permettono di usare le gru con
i nuovi sistemi di assistenza. Automatizzando i
processi di lavoro ripetitivi, i nuovi sistemi di assistenza
facilitano di gran lunga il lavoro in cantiere
dei gruisti. Supportano gli operatori esperti
Per tutte le informazioni sulla serie K di Liebherr
consultare il QR code qui accanto.
La forza dell’innovazione
Andando oltre i confini tradizionali della prova in
cantiere, a Castelli Caleppio abbiamo avuto anche
occasione di incontrare Manuel Niederstätter.
Sono tutte novità quelle che vediamo oggi
nella vostra sede di Castelli Caleppio?
Sì, tutte anteprime: sia i sistemi di assistenza
Liebherr sia gli accumulatori di energia di Atlas
Copco.
Noi siamo partner di Liebherr da oltre 35 anni e
crediamo molto nell’azienda. E anche Liebherr
crede in noi. È anche per questa ragione che siamo
i primi in Italia ad avere l’occasione di presentare
le novità che oggi vediamo esposte qui
a Castelli Caleppio.
Ci racconti la natura di questa vostra iniziativa
“Il cantiere del futuro”
Questo di oggi a Castelli Caleppio è il primo di
tre eventi. Si tratta di tre occasioni di incontro
che abbiamo pensato di svolgere nei nostri centri
di formazione, perché crediamo che non si possa
prescindere dal processo formativo per poter
usare al meglio le nuove tecnologie e per garantire
la massima sicurezza in cantiere.
Ci racconti, dunque, com’è strutturato il
centro di formazione Niederstätter?
La Niederstätter Academy, il centro di formazione
Niederstätter, offre un programma completo
di corsi per gruisti e carrellisti, operatori di macchine
movimento terra e gru mobili, corsi rivolti
a datori di lavoro, operatori e collaboratori. I
corsi di formazione sono indirizzati alle imprese
edili e artigiane, agli enti pubblici e all’indu-
Macchine&Attrezzature
114
8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025
115
stria. Abbiamo 22 corsi online e 16 in aula per
le macchine. Offriamo la formazione prevista
dalla legge per il classico patentino per gli operatori
(siamo un centro accreditato già da dieci
anni), e ora abbiamo deciso di creare un percorso
formativo completo sia per gli esperti sia
per chi, mosso dalla passione per le macchine,
voglia entrare in questo mondo.
Per esempio, quest’anno, con una persona interamente
dedicata al compito, abbiamo avviato
un percorso altamente specializzato per formare
gruisti.
Abbiamo poi altri cinque docenti che, con diversi
percorsi didattici, rispondono alle necessità
formative per tre diversi livelli. Si parte da chi
inizia a operare con le gru, e che ha dunque bisogno
di tanta pratica. Si ha poi il livello formativo
intermedio. Abbiamo, infine, un corso rivolto
agli esperti, allo scopo di tenerli aggiornati
sulle ultime evoluzioni tecnologiche, ma anche
per offrire loro un luogo di scambio di esperienze
e tentare di creare una rete di relazioni.
Oggi manca forza lavoro qualificata. Noi però
siamo convinti che manca anche perché non ci
sono percorsi formativi adeguati. Noi di Niederstätter,
con i nostri 45 anni di esperienza nel
settore delle costruzioni, dell’industria e dell’edilizia
stradale, tentiamo di fare la nostra parte
colmando questo vuoto formativo. E abbiamo
tangibili riscontri: molte aziende di tutto il
Nord Italia apprezzano la qualità dei nostri corsi
di formazione e mandano i propri lavoratori a
frequentare la Niederstätter Academy.
Per un quadro esaustivo di tutte le occasioni di
formazione offerte dalla Niederstätter Academy
consultare il QR code qui accanto. nn
Da sinistra, Hilde,
Manuel, Daniela
e Maria Niederstätter.
Macchine&Attrezzature
116
8-9/2025 leStrade
Finitrici
Vögele sulla “Piramide delle Alpi”
Per realizzare una strada di servizio sulla vetta del Niesen si è trasportata
la finitrice Vögele MINI 500 in funicolare fino alla stazione a monte
e si è usato un elicottero per garantirne l’alimentazione di materiale
Damiano Diotti
Il Niesen, con i suoi 2.362 metri di altezza
nell’Oberland bernese, è chiamato anche la
“Piramide delle Alpi”, in ragione della propria
forma distintiva. Per preparare per la stagione
estiva la meta di escursioni a sud del lago
di Thun, la strada tra la stazione a monte e il
ristorante doveva essere risistemata. Il percorso,
lungo 170 metri, viene utilizzato per il
trasporto di generi alimentari e bevande e in
alta stagione è frequentato ogni giorno da circa
1.000 persone. La vetta del Niesen è raggiungibile
solo con la funicolare o in elicottero: la
logistica del cantiere ha rappresentato, quindi,
una delle principali sfide. Considerati gli elevati
requisiti in termini di qualità, il manto d’usura
doveva essere steso mediante l’impiego di
macchinari in una larghezza da 1,8 a 4,3 metri.
E anche le condizioni atmosferiche risultavano
problematiche: a causa delle basse temperature,
la squadra di stesa poteva asfaltare solo
durante il giorno ed entro una finestra temporale
molto limitata.
La funicolare ha trasportato
la finitrice nel luogo d’impiego
Per la stesa efficiente e di alta qualità del nuovo
manto d’usura, l’impresa responsabile dei lavori
si è affidata alla MINI 500 di Vögele. Il modello
di finitrice stradale più piccolo del produttore è
concepito per impieghi in cui sono richieste larghezze
di stesa ridotte, dimensioni compatte,
peso ridotto ed elevata qualità della stesa stessa:
con una lunghezza di trasporto di 2,6 metri,
una larghezza di 0,9 metri e un peso di 1,4 tonnellate,
la squadra del cantiere ha potuto trasportare
la finitrice in funicolare fino alla stazione
a monte. La funicolare del Niesen è una
delle funicolari più lunghe del mondo e supera,
fino alla stazione a monte, pendenze a tratti
anche del 68%.
«L’impiego è stato spettacolare già prima della
stesa vera e propria. Trasportare una finitrice
stradale in funicolare non è un’impresa da tutti
i giorni neppure per noi», ha commentato Iwan
Macchine&Attrezzature
Hachen, caposquadra di stesa della Marti AG
Bern. «La MINI 500 è molto compatta e in considerazione
dei requisiti di un progetto di questo
tipo è risultata estremamente pratica».
L’elicottero ha alimentato la MINI 500
a intervalli di quattro minuti
Si è scelto un elicottero, invece, per la consegna
del materiale: l’asfalto caldo ha così potuto essere
trasportato fino alla finitrice con la massima
velocità possibile. L’elicottero ha prelevato il conglomerato
dall’autocarro termico a 700 metri più
in basso rispetto al cantiere e lo ha consegnato a
intervalli di appena quattro minuti direttamente
nella tramoggia della MINI 500. Equipaggiata con
il banco estensibile AB 135, compresi gli elementi
di allargamento, la finitrice Vögele ha effettuato
la stesa di un manto d’usura di quattro centimetri
di spessore per una larghezza di 1,8 metri,
in parte a più strisce. Il trasferimento del materiale
a intervalli molto ravvicinati ha consentito
un processo di stesa costante. E ciò ha permesso
alla squadra del cantiere di completare i lavori
di pavimentazione, stesa della banchina inclusa,
in soli due giorni. nn
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118
8-9/2025 leStrade
Novità
Officine Rigamonti, la sicurezza
del nuovo Traforo del Tenda
La fornitura dei dispositivi, gestita attraverso la rivendita
partner Resincondotte S.r.l., ha supportato la messa in sicurezza
e l’efficienza dei sistemi idrici e antincendio della nuova galleria
Officine Rigamonti, produttore di componenti
per il settore idraulico e riscaldamento, è orgogliosa
di aver contribuito alla realizzazione del
nuovo Traforo del Tenda, una delle infrastrutture
più significative per il collegamento tra Italia
e Francia, fornendo 165 riduttori di pressione
a membrana PN40, impiegati nell’impiantistica
della galleria. La fornitura dei dispositivi, gestita
attraverso la rivendita partner Resincondotte
S.r.l., ha supportato la messa in sicurezza e
l’efficienza dei sistemi idrici e antincendio della
nuova galleria, lunga 3.200 metri e dotata delle
più moderne tecnologie per la gestione del
traffico e la sicurezza stradale.
L’opera rappresenta un importante passo avanti
nella ricostruzione dei collegamenti transfrontalieri
interrotti dalla tempesta Alex del 2020, ed
è frutto di un significativo sforzo congiunto tra
enti italiani e francesi. Un progetto infrastrutturale
di rilevanza strategica per il collegamento
tra le valli Vermenagna e Roja.
Essere parte di un’iniziativa di questa portata
conferma l’impegno di Officine Rigamonti nella
fornitura di soluzioni affidabili e di qualità per
le grandi infrastrutture pubbliche.
Carta d’identità
Nata nel 1950 a Valduggia (VC) e presente oggi in 62 paesi dislocati in cinque diversi
continenti, Officine Rigamonti è un’azienda italiana specializzata nello sviluppo e nella
produzione di riduttori di pressione e di prodotti per il riscaldamento. Focalizzata in un
primo momento sulla produzione di materiale in ghisa, negli anni Settanta l’azienda ha
introdotto anche la lavorazione dell’ottone, ampliando poi la sua offerta, dieci anni dopo,
con due gruppi di prodotto: i raccordi e gli accessori per l’acquedottistica. Un ulteriore
passo verso l’innovazione è stato fatto nel 2008 con la nascita della linea solare “Sunshine”,
che è stata creata per il riscaldamento ad energia solare. Nel corso degli anni, l’azienda ha
ottenuto e mantenuto con successo le certificazioni ISO 9001:2015 e ISO 14001:2015, oltre
alla dichiarazione REACH per le sostanze SVCH; nel 2022, Officine Rigamonti ha conseguito,
inoltre, il CRIBIS Prime Company, vale a dire il riconoscimento di massima affidabilità
commerciale basato sul CRIBIS Rating
Una conferma del valore dei prodotti
«Siamo particolarmente soddisfatti di aver preso
parte alla realizzazione di una infrastruttura
strategica come il nuovo Traforo del Tenda,
fornendo una soluzione affidabile e collaudata
come i nostri riduttori di pressione a membrana
PN40. È una conferma del valore tecnico e qualitativo
che il mercato riconosce ai nostri prodotti,
frutto di una filiera interamente italiana e
di una specializzazione consolidata nel tempo»,
precisa Giacomo Nepoti, Direttore Commerciale
Italia. nn
Macchine&Attrezzature
120
8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025
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Novità
Wombat e Lizard, le convincenti
e nuove proposte di Cifa
La Wombat è una rivoluzionaria pompa spritz per calcestruzzo proiettato.
Una soluzione innovativa per il consolidamento delle pareti delle gallerie.
E Lizard: nuovo veicolo minerario compatto e polivalente di Cifa
Andrea Ghiaroni
Progettata per affrontare le sfide dei cantieri sotterranei,
la Wombat combina agilità, forza e precisione,
offrendo una soluzione innovativa per il
consolidamento delle pareti delle gallerie. In tal
senso, gestisce il calcestruzzo in modalità proiettata,
un processo chiamato spritz beton, che consiste
nel gettare il calcestruzzo con alta pressione
contro la superficie delle pareti dei tunnel. La
Wombat, come l’omonimo animale, è robusta,
adattabile e perfettamente equipaggiata per affrontare
ambienti problematici. Lavora in cantieri
difficili (perfetta per ambiti angusti grazie alla
sua manovrabilità) e su terreni instabili (proietta
il calcestruzzo in modo uniforme e preciso per
evitare frane), consolida gallerie e opere di sostegno
(ideato per muri di contenimento e fondazioni
speciali) ed è ideale per la manutenzione di
infrastrutture sotterranee (giusto per interventi
mirati in tunnel e condotte). Per questo motivo,
il nuovo modello di spritz si unisce al regno animale
dei mezzi Cifa andando a fare compagnia a
prodotti come il Mamba, il Rhino o il Dingo. Dotato
di un braccio telescopico di nuova genera-
zione robusto e preciso, può raggiungere fino a
dieci metri in altezza, garantendo una proiezione
del calcestruzzo uniforme e affidabile anche
in condizioni complesse e offrendo manovrabilità
e precisione senza precedenti. Il telaio compatto
e articolato, unito alla trasmissione idrostatica
e a una cabina di guida ROPS-FOPS conforme
agli standard di sicurezza, rende la Wombat
adatta all’impiego fuoristrada, con la possibilità
La Wombat di Cifa,
nuova pompa spritz
per calcestruzzo proiettato,
combina agilità, forza
e precisione, offrendo
una soluzione innovativa
per il consolidamento
delle pareti delle gallerie.
Il Lizard, un veicolo
minerario compatto
e polivalente, ideato
per soddisfare le esigenze
più complesse delle
applicazioni sotterranee.
di affrontare superfici irregolari mantenendo stabilità
e controllo. Al comfort operativo contribuisce
anche un’ergonomia curata nei dettagli, con
una postazione di guida dotata di sedile ruotabile
a 180 gradi, pensata per garantire massima visibilità
e comfort durante ogni fase di utilizzo. Altro
punto di forza è l’elevata personalizzazione:
la pompa spritz Wombat può essere configurata
con sistemi antincendio Ansul o Fogmaker, compressori
indipendenti e altre soluzioni che ne aumentano
l’autonomia e la sicurezza nei contesti
più impegnativi. Il tutto gestito in modo semplice
e intuitivo grazie al radiocomando multifunzione,
che consente di comandare la macchina
con precisione anche a distanza, migliorando ulteriormente
l’efficienza operativa.
Lizard: il nuovo veicolo minerario
compatto e polivalente
Tra le novità lanciate da parte di Cifa nel corso
della manifestazione fieristica a Monaco di Baviera
vi è, infine, il Lizard, un veicolo minerario
compatto e polivalente, ideato per soddisfare le
esigenze più complesse delle applicazioni sotterranee.
Disponibile sia in versione diesel che
elettrica, il veicolo multipurpose per i cantieri
underground combina innovazione, versatilità
e prestazioni eccezionali, garantendo soluzioni
avanzate per il lavoro in spazi estremamente
ridotti come gallerie e miniere. Grazie al design
compatto, al passo corto, alla trazione integrale
(4WD) e alla sterzatura integrale (4WS), il Lizard
garantisce manovrabilità eccezionale anche
in spazi estremamente ristretti e su terreni irregolari.
Il suo telaio a basso profilo assicura la stabilità
necessaria per operare in totale sicurezza
in contesti critici come cantieri sotterranei, cave
o gallerie. Un altro punto di forza è la modularità:
il telaio rigido modulare è progettato per essere
configurato in base alle esigenze del cliente,
con la possibilità di installare accessori plug-in
per il trasporto di calcestruzzo, liquidi o materiali
solidi. Questo rende il Lizard una piattaforma
estremamente versatile, perfetta per operazioni
multisettoriali in spazi limitati. Sul fronte della
personalizzazione e della sicurezza, il mezzo
può essere dotato di oli speciali a bassa infiammabilità
e di sistemi antincendio Ansul o Fogmaker,
rendendolo adatto anche alle applicazioni più
delicate e a rischio. Per migliorare l’ergonomia
e il benessere dell’operatore, è disponibile anche
l’aria condizionata opzionale, una soluzione
indispensabile in contesti ad alta temperatura
o in ambienti chiusi. Al Bauma 2025, Cifa ha
presentato anche l’innovativa versione elettrica:
l’Energya E-Lizard. Questo modello sfrutta una
propulsione completamente elettrica alimentata
da batterie BEE (Battery Electric Equipment),
garantendo prestazioni efficienti senza emissioni
durante tutte le fasi operative. La sua natura
a basso impatto ambientale lo rende particolarmente
adatto per ambienti urbani, gallerie e cantieri
sotterranei, dove la silenziosità e l’assenza di
fumi rappresentano un vantaggio strategico. nn
L’Energya E-Lizard.
Questo modello sfrutta
una propulsione completamente
elettrica alimentata da batterie
BEE (Battery Electric Equipment).
Macchine&Attrezzature
122
8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025
123
leStrade
Aeroporti Autostrade Ferrovie
ASSOCIAZIONI
Aziende
Maccaferri e CPT Group
Platform company di Ambienta, Officine Maccaferri ha completato l’acquisizione
di CPT Group rafforzando così la propria leadership nel settore del tunnelling.
L’acquisizione rappresenta il secondo add-on di Ambienta per Maccaferri
Ambienta SGR S.p.A. (“Ambienta”), asset manager
leader europeo e pioniere negli investimenti
focalizzati sulla sostenibilità ambientale, ha annunciato
l’acquisizione di CPT Group (“CPT”) da
parte della sua platform company Officine Maccaferri
S.p.A. (“Maccaferri” o il “Gruppo”), leader
globale nelle soluzioni ingegneristiche durevoli
e a basso impatto ambientale, con presenza
commerciale in oltre 130 Paesi. CPT è una realtà
italiana specializzata nello sviluppo di sistemi
automatizzati e tecnologie avanzate per lo scavo
meccanizzato di infrastrutture sotterranee.
Fondata oltre 30 anni fa e con sede a Nova Milanese
(Italia), CPT è un punto di riferimento per
i principali EPC contractor a livello internazionale.
L’azienda vanta una presenza consolidata in
Europa (Italia, Regno Unito, Francia) e una crescita
progressiva in Australia e nel Sud-est asiatico.
La sua offerta integra un portafoglio completo
di tecnologie per lo scavo meccanizzato di
infrastrutture sotterranee, che combina in modo
sinergico impianti di prefabbricazione robotizzati
(Robofactory), software per il monitoraggio delle
Tunnel Boring Machines (TBM) e distanziatori
a basso impatto ambientale. Già adottate con
successo da Maccaferri per l’installazione delle
sue centine in acciaio semi-automatiche, queste
tecnologie stanno contribuendo a portare l’automazione
nei cantieri sotterranei. L’integrazione
tra automazione robotica e tecnologie proprietarie
avanzate consente di ottimizzare il processo
di scavo, aumentando efficienza, sicurezza e
rapidità operativa anche in contesti geologicamente
complessi.
Tra i principali player globali
nel tunnelling
Con l’acquisizione di CPT Group, Officine Maccaferri
consolida la propria posizione tra i principali player
globali nel tunnelling, offrendo una piattaforma integrata
di soluzioni tecnologiche avanzate e fortemente
complementari. Il Gruppo sarà in grado di
servire un mercato in rapida espansione da oltre un
miliardo di euro, accelerando la propria trasformazione
in leader tecnologico nello sviluppo di soluzioni
ingegneristiche per l’adattamento al cambiamento
climatico nel settore delle infrastrutture sostenibili.
L’operazione segna un’ulteriore tappa strategica nel
percorso di crescita di Maccaferri sotto la guida di
Ambienta. Dopo l’ingresso nel capitale avvenuto nel
2024, il Gruppo ha implementato una strategia di
M&A selettiva, affiancando alla crescita organica il
consolidamento di realtà ad alto valore tecnologico,
sempre nel rispetto dei più elevati standard ESG.
Le tecnologie sviluppate da CPT sono pienamente
coerenti con l’Environmental Impact Analysis (EIA)
di Ambienta, contribuendo in modo tangibile all’efficienza
nell’uso delle risorse naturali e al contenimento
dell’inquinamento. In particolare, la piattaforma
proprietaria Robofactory consente una produzione
automatizzata e continuativa, che migliora significativamente
la produttività e riduce l’impatto ambientale.
Rispetto alle soluzioni tradizionali, garantisce
una riduzione del 25% nell’utilizzo di oli disarmanti
e del 30% nei difetti dei componenti prefabbricati
in calcestruzzo. Questi risultati si traducono in una
maggiore sicurezza nei cantieri, in un uso più efficiente
dei materiali e in una tracciabilità più accurata
dei processi produttivi. nn
Gabriele Villa
n Gli IRF 2025 Awards
dell’International Road Federation (IRF),
da anni punto di riferimento per l’eccellenza.
n Rilevazione annuale OICE/CEr.
La 41esima Rilevazione per il settore delle
società di ingegneria e architettura.
n Le ultime novità dell’estate S.I.I.V
Nuove iniziative e stimoli ai soci per una
crescita scientifica e professionale.
Macchine&Attrezzature
124
8-9/2025 leStrade
IRF 2025 Awards
Premi alla mobilità d’impatto
Rilevazione annuale OICE/CEr
La 41esima Rilevazione per il settore delle società di ingegneria e architettura
International Road
Federation (IRF)
2 Chemin de Blandonnet
CH-1214 Vernier (Geneva)
Tel. +41-22-306 0260
E-mail: info@irfofficial.org
www.irfofficial.org
Gonzalo Alcaraz
Direttore Generale ad interim dell’IRF
OICE
Associazione delle organizzazioni
di ingegneria, di architettura e
di consulenza tecnico-economica
Via G. B. Martini, 13
00198 Roma
Tel. 06.80687248
E-mail info@oice.it
www.oice.it
In un ambito in cui si
fronteggiano ogni giorno
sfide come la riduzione
delle vittime della strada
o la progettazione di
infrastrutture capaci di
resistere ai cambiamenti
climatici, gli IRF 2025
Awards dell’International
Road Federation (IRF) si
confermano da anni punto di
riferimento per l’eccellenza.
Assegnati ogni anno a
progetti ad alto impatto
e originale valore, questi
riconoscimenti nascono da
un processo di selezione
rigoroso.
Apprezzati in tutto il
settore per credibilità
e concretezza, gli IRF
2025 Awards premiano
soluzioni innovative e
proiettate al domani. Nel
2025 sono arrivate oltre
100 candidature da dodici
categorie diverse, tutte
valutate da una giuria
internazionale di esperti per
garantire i massimi standard
di innovazione e rilevanza.
L’annuncio dei vincitori è
avvenuto in occasione del
Simposio internazionale
“Navigating the Future
of Traffic Management”
(29 giugno - 3 luglio
2025), tenutosi ad Atene,
in Grecia. L’evento ha
riunito professionisti del
settore stradale e della
mobilità provenienti da
tutto il mondo, offrendo
un’importante occasione
di confronto e scambio
internazionale.
Il presidente dell’IRF,
Dimitris Mandalozis, ha
sottolineato: «I Premi IRF
sono stati creati per mettere
in luce i risultati notevoli
che stanno trasformando il
futuro del trasporto, progetti
tecnicamente eccellenti e
di grande impatto sociale.
Dalla sicurezza stradale e
dalla resilienza climatica
fino all’innovazione digitale
e alla mobilità inclusiva,
le candidature ricevute
quest’anno riflettono la
visione coraggiosa e la
dedizione instancabile del
nostro settore».
La cerimonia di
premiazione ha suscitato
commenti entusiasti da
parte dei vincitori, che
hanno espresso grande
soddisfazione per il
riconoscimento. I vincitori
si sono detti entusiasti
di questo risultato. In
particolare, Nivi Sharma,
amministratrice delegata
di Bridges to Prosperity e
vincitrice nella categoria
Tecnologia e Innovazione,
ha dichiarato: «Questo
riconoscimento rafforza
il valore dell’innovazione
infrastrutturale inclusiva.
Siamo onorati di far parte
di una comunità globale
che promuove cambiamenti
audaci, basati sui dati, a
favore dell’accessibilità
e dell’equità. Siamo qui
per imparare, ascoltare
e confrontarci con quanti
ritengono che l’accesso
nelle aree rurali meriti
un posto al tavolo delle
decisioni globali. Riteniamo
che questo sia un momento
non solo per fornire dati e
prove, ma anche per dare
voce ai più di 1,5 miliardi
di persone nel mondo che
troppo spesso vengono
escluse dalla narrazione dei
trasporti».
International Road
Federation (IRF) rivolge le
proprie congratulazioni ai
vincitori di quest’anno per
i loro rilevanti contributi.
La lista completa dei
progetti vincitori è
disponibile sul canale
YouTube dell’IRF, mentre
ulteriori dettagli sono
consultabili sul sito ufficiale
www.irfofficial.org. nn
Presentata, lo scorso 16 luglio,
in un partecipato webinar
Zoom la 41esima edizione della
Rilevazione annuale OICE/CEr
che fa il punto sull’andamento
delle società di ingegneria e
architettura associate a OICE,
con riguardo alla produzione
2024 con stime sul 2025.
Questi i dati di sintesi:
• fatturato 2024 OICE a 4,4
mld. (+11,3% sul 2023);
• stime 2025 a quasi 4,8
miliardi (+9,1%); all’estero il
26% della produzione;
• addetti a 34.700 unità nel
2024 (+12,6% sul 2023), nel
2025 la stima raggiunge le
37.000 unità (+6,9%);
• per oltre il 74% delle imprese
i contratti PNRR coprono il
25% del fatturato;
• difficoltà a reperire personale
per il 77% delle imprese; gli
under 35 sono il 34,5% e le
donne il 35,3%.
Il report contiene anche
analisi macroeconomiche
svolte dal CEr sul difficile
momento dell’economia
mondiale e del nostro Paese,
sui trend degli investimenti
in costruzioni, oltre ad una
indagine sull’applicazione
dei criteri ESG da parte degli
associati OICE, sul loro livello di
digitalizzazione, sui pagamenti,
sulle certificazioni del personale
delle società associate, sulla
presenza di genere (anche nei
CdA) e degli under 35.
All’interno della pubblicazione
sono presenti anche le
Classifiche OICE 2025 sulle top
55 associate per fatturato 2024
in ingegneria, architettura e
project management.
Per Giorgio Lupoi, Presidente
OICE, «i dati di quest’anno
mostrano come il nostro
settore nel 2024 abbia vissuto
un altro anno di espansione
anche se le percentuali di
crescita sono, rispetto allo
scorso anno, in lieve riduzione
tranne che per l’estero. La
riduzione della domanda
pubblica, evidentissima nel
2024 e confermata nella
sostanza anche in questi primi
sei mesi del 2025, riporta il
mercato domestico sui livelli
del 2019/2020. Il report
dà quindi atto di una fase
di espansione del mercato
estero, attesa nel 2025, che
va incentivata e promossa
come OICE sta facendo con
sempre maggiore impegno.
Permangono le difficoltà nel
reperimento delle risorse
tecniche e professionali e le
stime di crescita occupazionale
tendono a diminuire. Sul
mercato domestico è
necessario che sia assicurata
continuità di spesa pubblica
invertendo il ciclo attuale, con
programmi di investimento
su settori cruciali: non solo
quello infrastrutturale, ma
anche sulla prevenzione del
rischio idrogeologico, oltre che
nel campo della rigenerazione
urbana».
Per il Direttore della Ricerca,
Stefano Fantacone, del
Centro Europa Ricerche, «la
Rilevazione di quest’anno
si inserisce in un momento
di vera e propria rottura
del quadro delle relazioni
internazionali. La sterzata
protezionistica impressa dalla
seconda Amministrazione
Trump non rappresenta di per
sé una novità, ma le modalità
con cui vanno mutando le
politiche commerciali della
principale economia del
mondo costituiscono senza
dubbio un fattore di sorpresa.
le spinte recessive sono
divenute prevalenti su quelle
espansive ed è necessario
prepararsi a un periodo di
estrema volatilità e di profonda
ricomposizione dei rapporti di
scambio internazionali, con un
ciclo economico che potrebbe
flettere su un punto di minimo
nel corso del 2026». nn
Associazione IRF
Associazione OICE
126
8-9/2025 leStrade
leStrade 8-9/2025
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Le ultime novità dell’estate S.I.I.V
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Nuove iniziative e stimoli ai soci per una crescita scientifica e professionale
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estivi in Italia sono sinonimo
di pausa e quiete, con un
naturale rallentamento
delle notizie e delle attività.
Per la S.I.I.V., invece,
luglio e agosto sono stati
tutt’altro che statici: grazie
all’impegno costante dei soci
e alla guida del Presidente,
Prof. Gianluca Dell’Acqua,
l’associazione ha vissuto
settimane intense, ricche di
novità e risultati concreti.
Nella prospettiva di
incrementare il lavoro
di ricerca su tematiche
importanti, il Direttivo
della S.I.I.V. ha attivato un
nuovo Gruppo di Lavoro,
che si affiancherà a quelli
già esistenti, relativo alle
<Strade urbane>. Queste
ultime rappresentano un
elemento di notevole criticità
dal punto di vista della
sicurezza e necessitano
di aggiornamenti ed
integrazioni normative.
Il XX Convegno Nazionale
S.I.I.V. e la XXI
International Summer
School
Parallelamente, proseguono
anche i preparativi per il XX
Convegno Nazionale S.I.I.V.,
in programma dal 19 al 21
novembre 2025 a Napoli. La
sede scelta è il moderno e
tecnologico Campus di San
Giovanni a Teduccio, simbolo
di innovazione e ricerca.
Il Convegno Nazionale
“Strade, Ferrovie e
Aeroporti” sarà un momento
di confronto di alto livello con
i principali stakeholders del
settore, con un workshop
dedicato alla divulgazione
dei risultati dei progetti PRIN
e alla presentazione degli
output dei principali Gruppi
di Lavoro S.I.I.V.: Aeroporti,
Ferrovie, Normativa
Tecnica, S.I.I.V.-Futura e
Smart Roads. Sarà inoltre
l’occasione per ospitare
l’assemblea sociale dei soci,
creando un momento di
condivisione e pianificazione
delle future attività
dell’associazione.
A chiudere la tre giorni ci
sarà un appuntamento
molto atteso: la X edizione
della S.I.I.V. Arena, in
programma il 21 novembre
2025. Questa competizione,
dedicata ai soci junior,
rappresenta un’occasione
unica di confronto e crescita
scientifica. Le iscrizioni
rimarranno aperte fino
al 1° settembre 2025, e
ogni partecipante dovrà
presentare un long abstract
relativo alla propria ricerca.
Nel frattempo, settembre
sarà finalmente il mese
della tanto annunciata
XXI International Summer
School, che si terrà a Bari dal
15 al 19 settembre 2025.
La S.I.I.V. prosegue così il suo
percorso con determinazione
e visione, continuando
ad aggiornare le proprie
agende, proporre nuove
iniziative e offrire ai soci
stimoli di crescita scientifica e
professionale.
Protocollo d’Intesa tra
S.I.I.V. e CIFI
Uno dei passaggi più
significativi è stata la
sottoscrizione del Protocollo
d’Intesa tra S.I.I.V. e CIFI
(Collegio Ingegneri Ferroviari
Italiani), firmato dai rispettivi
presidenti, Prof. Dell’Acqua e
Ing. Strisciuglio. L’accordo,
della durata di quattro
anni, mira a rafforzare la
collaborazione culturale,
formativa e scientifica nel
settore delle infrastrutture
di trasporto, con particolare
attenzione al comparto
ferroviario.
Grazie a questo protocollo,
nasceranno gruppi di lavoro
tecnici congiunti dedicati alla
ricerca. Sono inoltre previsti
eventi scientifici gemellati
di alta formazione e attività
di divulgazione congiunta.
S.I.I.V. e CIFI collaboreranno
anche nella promozione
dei rispettivi eventi,
favorendo così la massima
partecipazione dei soci di
entrambe le associazioni. nn
19, 20 e 21 Novembre 2025
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