Quaderno n. 12/2025 Ortofrutta
Il quaderno è interamente dedicato al trasporto a temperatura controllata di ortofrutta, una guida utile, un compendio ricco di dati e tabelle e un "manuale d'uso" di prodotti delicatissimi diretti alla nostra tavola.
Il quaderno è interamente dedicato al trasporto a temperatura controllata di ortofrutta, una guida utile, un compendio ricco di dati e tabelle e un "manuale d'uso" di prodotti delicatissimi diretti alla nostra tavola.
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Q12/25
Raccomandazioni
per il trasporto
di frutta e verdura
O R T O F R U T T A
State freschi
Supplemento
al n°893 Ottobre 2025
di Vie&Trasporti
LO.NO/00516/02.2021CONV
Reg.Tribunale di Milano n.6479
del 6/2/1964
Iscrizione al Registro Nazionale
della Stampa n.1740 - vol.18
foglio 313 - 21/11/1985 - ROC 32150
OITAF
SOMMARIO
Direttore responsabile
Lucia Edvige Saronni
Capitolo 1 | Il settore della frutta e verdura fresche in Italia........................................................... 8
Direttore editoriale
Giuseppe Guzzardi
gguzzardi@fiaccola.it
A cura di
Marco Comelli
Progetto grafico
Cinzia Bernardi | Graphimedia
graphimedia.it
Tipografia
ColorShade
Peschiera Borromeo, Milano
Ufficio stampa e PR
Easycom
Celeste di Sabato
Tel. 02 58324398
celeste.disabato@easycomonline.it
easycom.it
Via Sabotino, 19 - 20135 Milano
Segreteria operativa
Ornella Oldani
segreteria@oitaf.com
Segreteria organizzativa
Giovanna Thorausch
gthorausch@fiaccola.it
Capitolo 2 | Catena logistica: le fasi di post-raccolta, di trasporto
e di commercializzazione.......................................................................................................................................14
Logistica interna e import-export
Capitolo 3 | Lo spreco alimentare (hard e soft)......................................................................................18
Capitolo 4 | La normativa vigente e le buone pratiche volontarie..........................................20
Capitolo 5 | La qualità e la vita utile della frutta e della verdura..............................................26
Capitolo 6 | Cause generali di compromissione della qualità della frutta
e della verdura.............................................................................................................................................................. 30
Capitolo 7 | Raccomandazioni generali per il contenimento
dei fattori di compromissione............................................................................................................................42
Capitolo 8 | Tecniche e tecnologie per l’eliminazione
dei fattori di compromissione........................................................................................................................... 46
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 3
Capitolo 9 | Un caso particolare: IV Gamma...........................................................................................58
direzione@fiaccola.it
casaeditricelafiaccola@legalmail.it
www.fiaccola.com
Capitolo 10 | Il tracciamento, controllo (incluso i sensori) ed etichettatura.....................62
Capitolo 11 | Raccomandazioni finali............................................................................................................ 64
Osservatorio Interdisciplinare
Trasporto Alimenti e Farmaci
www.oitaf.com
Bibliografia e sitografia......................................................................................................................................... 66
Dal 2016
un impegno
costante
OITAF è un polo consultivo e propositivo che approfondisce
le tematiche connesse al trasporto
di tutti gli alimenti, con particolare attenzione
ai “freschi” e a quelli sotto regime ATP, con l’obiettivo
di garantire sicurezza e qualità lungo la
supply chain, anche attraverso la definizione di
protocolli condivisi per l’ATP.
BOARD
Clara Ricozzi Presidente
Lucia Saronni Presidente onorario
Marco Comelli Resp. scientifico
Giuseppe Guzzardi Direttore
COMITATO TECNICO SCIENTIFICO
Il freddo
che viaggia
Il freddo
che vince
Tra i principali compiti di OITAF rimane la ricerca
e la promozione nelle più alte sedi, comprese
quelle accademiche, della qualità e professionalità,
nonché dei principi di igiene assoluta da
garantire al consumatore finale.
La denominazione originale OITA è stata modificata
nel 2021 in OITAF, per sottolineare l’attenzione
al segmento “trasporto farmaco”, inizialmente
generata dall’opportunità di fornire
indicazioni strategiche per il trasporto e la somministrazione
dei vaccini anti-Covid-19. Tale denominazione
rimane come parte integrale del
nome, e ne rappresenta l’evoluzione.
Obiettivo di OITAF è anche approfondire le tematiche
del trasporto di specifici prodotti, valutando
se il trasporto in regime ATP possa essere
o meno auspicabile, studiando e promuovendo
tecnologie che contribuiscano a preservare la
qualità della merce trasportata in tutti i suoi
aspetti.
Continua la partecipazione agli eventi di settore,
anche per assicurare ai partner la massima visibilità
possibile.
Riccardo Accorsi Università Alma Mater
Studiorum di Bologna
Stefano Brivio MGH Systems Italia
Gerardo Cardone Futura Servizi Logistici
Giuliano Caselli Tecnea Italia
Gérald Cavalier Groupe Tecnea Cemafroid
Bruno Cortecci Commissione Onu Unece -
European Committee for Standardization
Pasquale d’Anzi ACI
Giuseppe Antonio D’Errico SV Noleggio -
Petit Forestier
Giuseppina della Pepa Anita
Jean François Daher Assologistica
Franco Fenoglio CdA Italferr
Antonio Fiandino Rolfo Plastic Gall
Enrico Finocchi Albo Autotrasportatori
Olga Landolfi TTS Italia
Antonio Malvestio Freight Leaders Council
Sandro Mantella Lamberet
Riccardo Manzini Università Alma Mater
Studiorum di Bologna
Massimo Marciani Fit Consulting -
Freight Leaders Council
Fabrizio Ossani Federtrasporti
Massimo Panagia Francia Latticini
Massimiliano Perri Iveco Mercato Italia
Giuseppe Perrotta Consulente
ed esperto in formazione
Cristina Qirjaku MIMS
Umberto Torello DIF - Distribuzione Italiana
Food, Transfrigoroute Italia e TN Torello
Paolo Uggè Conftrasporto
Fabrizia Vigo ANFIA
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 5
Un settore
prezioso
Introduzione di Clara Ricozzi - Presidente OITAF
PUBBLICAZIONI
Assolti tutti gli obiettivi prefissati, per il biennio
2025-2026 l’Osservatorio, su indicazione
della presidente Clara Ricozzi, alza l’asticella.
I QUADERNI OITAF
sono un importante
strumento divulgativo
e di analisi della catena
del freddo.
L’ortofrutta rappresenta un settore fondamentale nell’ambito dell’economia italiana in genere e
dell’agroalimentare in particolare. Sono oltre 17 milioni le tonnellate di frutta e verdura prodotte
ogni anno in Italia, destinate non solo al mercato interno ma anche all’esportazione negli altri
paesi europei. Si tratta del secondo comparto in valore dopo quello del vino, se si considerano le
È stato pubblicato il quaderno n.11 “Sopra e
Sotto Zer0”, carrellata dei principali protago-
Leggi le pubblicazioni.
conserve. Parlando anche solo di prodotto fresco e mercato interno, il consumo medio delle famiglie
supera i 230 kg annuali, confermando di fatto la centralità dei prodotti ortofrutticoli nella
nisti del mercato degli allestimenti, dei motori
nostra dieta mediterranea.
frigo, dei servizi.
PARTNER
Eppure, il settore è sotto pressione. Il nostro export deve fronteggiare ormai concorrenze agguerri-
Ancor più importante, dopo la fortunata pub-
te, da parte di nazioni che hanno investito e investono in tecnologie di coltura più di noi, che forse
blicazione del Libro Bianco ATP in due volumi,
ci siamo un po’ addormentati sugli allori di un clima e di un terreno tra i migliori al mondo per
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 6
per la fine del 2025 è prevista la sua riedizione
(una ulteriore elaborazione dei dati relativi a
circa 150.000 licenze ATP, veicoli e rimorchiati),
mentre prosegue l’attività promozionale di
Frigo’n’Motion.
Il CTS dell’Osservatorio, inoltre, punta a
concretizzare la proposta di allargamento
dell’ATP ad alcune categorie di prodotti, ma
questo tipo di coltivazioni. Basta andare in un supermercato a scoprire un “mondo nuovo”, affascinante
ma anche non proprio felice per i nostri agricoltori. Un esempio, a luglio le fragole nella
GDO vedevano molto prodotto polacco.
Da anni ormai i consumi interni non crescono, anzi tendono a diminuire, anche se non in modo
lineare. I prezzi hanno un ruolo, ma temiamo come Osservatorio che il problema maggiore sia la
qualità percepita, o meglio il rapporto qualità-prezzo, a essere sotto tiro. A livello produzione si
stanno facendo investimenti nelle varietà e nelle cultivar, oltre che nella lotta senza fine ai parassiti,
noi però ci occupiamo di logistica e più nello specifico di trasporto, i cui ruoli sono centrali
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 7
anche alla preparazione di una autorevole
certificazione di qualità.
PATROCINI
affinché la qualità all’origine arrivi al consumatore.
Come spieghiamo bene nelle pagine che seguono, frutta e verdura sono cose vive, anche staccate
dalla pianta d’origine. Compito della logistica e del trasporto è fare in modo che esse “invecchino”
ACCORDI
bene, che quando arrivano sulla tavola del consumatore la loro vita residua sia ancora in salute,
Altro aspetto fondamentale sono gli accordi
conservando le caratteristiche nutritive, organolettiche e, perché no, anche estetiche che porta-
internazionali e con importanti enti e asso-
no le persone a preferirle alle tante soluzioni processate e iper-processate che affollano i banchi
ciazioni nazionali. Concretizzata l’intesa con
della GDO.
Cemafroid, si lavora sulla comparazione delle
attività in Francia e in Italia, con un proficuo
Come tradizione dell’Osservatorio, pensiamo di rispondere a questa esigenza di qualità della lo-
scambio di esperienze e opinioni utili per tutti
gistica per la qualità del prodotto con una serie di raccomandazioni e consigli, “science based”
i Paesi dell’Universo ATP.
come si usa dire oggi. Agli operatori del settore la scelta. Se poi si vorrà pensare di estendere
la normativa del trasporto a temperatura controllata a questo settore, con tutte le accortezze
“science based”, noi come OITAF saremo della partita.
FORMAZIONE
Un aspetto che verrà ulteriormente svilup-
MEDIA PARTNER
pato è relativo alla necessaria e non procrastinabile
formazione degli operatori, specialmente
in ambito manutentivo.
VIE&TRASPORTI | CIBI | TRANSPORTONLINE
TECHNORETAIL | FOOD&TEC_
LOGISTICA MANAGEMENT
Buona lettura
Clara Ricozzi Presidente
Capitolo 1
Il settore della frutta
e verdura fresche in Italia
Secondo gli ultimi dati ufficiali (2023) il settore dell’ortofrutta primaria, ossia la produzione di
frutta, ortaggi e insalata rappresenta il 24,2% del totale del fatturato agricolo italiano, che nello
stesso anno superava di poco i 67 miliardi di euro. Non tutta la produzione viene consumata fresca,
una parte viene trasformata in conserve o entra in preparazioni, per un valore di pochissimo
inferiore ai 10 miliardi di euro. È interessante notare che nel 2023 il valore dell’intera fase primaria
dell’ortofrutta superava di poco i 10,5 miliardi di euro.
Capitolo 1
IL SETTORE DELLA FRUTTA E VERDURA FRESCHE IN ITALIA
La produzione interna rappresenta una fotografia parziale dell’ortofrutta in Italia, perché il nostro
paese è interessato da importanti flussi di import ed export. Per avere un’idea del mercato interno
dell’ortofrutta sono già disponibili i dati relativi all’acquisto da parte delle famiglie (sono esclusi i
consumi in HoReCa) relativi al 2024. Il totale si è attestato sulle 5,17 milioni di tonnellate, di cui circa
il 72% è rappresentato da prodotti freschi, compresa la IV Gamma. Il restante 28 è ascrivibile a
conserve, succhi, frutta in guscio e ortaggi trasformati, tra cui la V Gamma. Nel 2024 si è arrestato
il calo quasi decennale degli acquisiti di ortofrutta, soprattutto fresca, da parte degli italiani per
il consumo domestico. Se si esamina in dettaglio l’andamento delle diverse categorie, appare evidente
che gli spostamenti sono trainati dall’andamento dei prezzi.
LA RILEVANZA DEL SETTORE | L’INCIDENZA SULL’AGRICOLTURA E SULL’INDUSTRIA (2023)
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 8
FASE AGRICOLA
Produzione prezzi base 10.514 MLN€
Valore produzione agricola 67.189 MLN€
73,8%
ALTRI
PRODOTTI
14,1%
ORTAGGI
LEGUMI
6,5%
FRUTTA
FRESCA
2,8%
AGRUMI
1,6%
PATATE
0,8%
UVA
DA TAVOLA
0,5%
FRUTTA
IN GUSCIO
I CONSUMI DI ORTOFRUTTA DELLE FAMIGLIE
GLI ACQUISTI DELLE FAMIGLIE IN ITALIA (2024)
Composizione della spesa
26% FRUTTA FRESCA
24% ORTAGGI + LEGUMI
10% ORTAGGI TRASFORMATI
2,6%
4,2%
3,9%
8,6%
8,2%
8,6%
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 9
6% AGRUMI
-0,1%
2,4%
FASE TRASFORMAZIONE
Fatturato 9.955 MLN€
Fatturato industria agroalimentare 195 MLN€
ortofrutta
2,9%
8,3%
6% FRUTTA A GUSCIO
6% ORTAGGI + PATATE SURGELATI
6% CONSERVE DI POMODORO
5% IV GAMMA
4% CONSERVE DI FRUTTA
7,9%
4,9%
1,3%
9,8%
0,7%
0,7%
0,3%
1,9%
10,8%
17,5%
94,4%
INDUSTRIA
ALIMENTARE
5,1%
INDUSTRIA
ORTAGGI
0,5%
INDUSTRIA
FRUTTA
+ AGRUMI
Fonte:
elaborazioni Ismea su dati
Istat (produzione ai prezzi
di base, a valori correnti) e
Federalimentare (Fatturato
industria)
2024 vs 2023
2023 vs 2022
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Nielsen IQ - CPS
4% SUCCHI
3% PATATE
-2,2%
5,4%
6,6%
21,6%
Capitolo 1
IL SETTORE DELLA FRUTTA E VERDURA FRESCHE IN ITALIA
Capitolo 1
IL SETTORE DELLA FRUTTA E VERDURA FRESCHE IN ITALIA
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 10
1750
1500
1250
La dinamica dei prezzi, che dalla pandemia alla fine del 2024 ha portato un calo composto del
14% dei volumi delle vendite di ortofrutta, oltre 800.000 tonnellate complessive, è considerato il
fattore più importante dei movimenti del mercato. Sono anche in corso cambiamenti più profondi.
Per esempio, i comportamenti di acquisto si sono differenziati tra fasce di età. Chi sostiene gli
acquisti di ortofrutta fresca in generale e della I Gamma (prodotto sfuso) in particolare sono gli
over-49. le generazioni più giovani hanno comportamenti che sembrano casuali. Da un lato cresce
la ricerca di prodotti salutari e “funzionali”, dall’altro si rafforza il ricorso a soluzioni alternative
come i prodotti trasformati o pronti al consumo, e però la IV gamma nel corso dell’ultimo anno è
entrata in leggera contrazione. Nonostante la narrazione della richiesta di diete vegetali, il gruppo
delle insalate continua a perdere quote di mercato e volumi. Nel corso del 2024 le famiglie italiane
hanno acquistato insalate per quasi 144 mila tonnellate, un volume inferiore del 6,2% sul 2023. Costante
invece l’aumento del prezzo medio che ha visto le insalate salire oltre la soglia dei 3,06€/
kg (+5,7%), un fenomeno che si deve all’incremento dei prodotti di più alto costo nel mix, come il
biologico, che già nel 2024 rappresentava quasi il 10% del mercato totale dell’ortofrutta, e il confezionato
nelle sue varie forme, che nel 2024 ha raggiunto il 40% del mercato in volume.
La bilancia commerciale italiana nel settore è positiva in valore, eccetto che per la frutta a guscio
e gli agrumi.
BILANCIA COMMERCIALE DELL’ITALIA | SALDO PER AGGREGATI
2015 > 2023
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat
Il ruolo dell’export è fondamentale per la produzione primaria di ortofrutta in Italia. Dalle statistiche
ufficiali risulta che nel 2023 i volumi esportati raggiungevano quasi 3,4 milioni tonnellate, ossia
due terzi dei consumi interni delle famiglie italiane.
BILANCIA COMMERCIALE DELL’ITALIA | EXPORT DI ORTOFRUTTA FRESCA E TRASFORMATA
EXPORT MLN€ EXPORT MLNKG EXPORT €/KG
2021 2022 2023 2021 2022 2023 2021 2022 2023
Ortofrutta fresca e trasformata 9.787 10.587 11.641 7.444 7.408 7.240 1,31 1,43 1,61
Ortaggi freschi e trasformati 4.717 5.421 6.212 3.905 3.954 3.907 1,21 1,37 1,59
Ortaggi freschi di cui: 1.638 1.635 1.935 986 911 989 1,66 1,79 1,96
• patate 40 44 66 72 77 100 0,56 0,58 0,66
Ortaggi trasformati di cui: 3.078 3.786 4.277 2.920 3.043 2.918 1,05 1,24 1,47
• conserve di ortaggi 405 477 501 182 176 176 2,22 2,71 2,85
• patate trasformate 37 39 45 16 14 15 2,36 2,87 3,09
• pomodoro trasformato 1.958 2.498 2.901 2.149 2.287 2.159 0,91 1,09 1,34
Frutta fresca e trasformata 5.070 5.166 5.430 3.538 3.454 3.333 1,43 1,50 1,63
Frutta fresca, guscio, agrumi di cui: 3.661 3.637 3.817 2.699 2.596 2.481 1,36 1,40 1,54
• agrumi 250 238 284 232 198 217 1,08 1,20 1,31
• frutta a guscio 550 425 376 77 60 53 7,17 7,06 7,07
• frutta fresca 2.842 2.945 3.147 2.387 2.335 2.208 1,19 1,26 1,43
Frutta e agrumi trasformati di cui: 1.409 1.530 1.612 840 858 852 1,68 1,78 1,89
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 11
1000
• agrumi trasformati 228 232 262 141 132 130 1,62 1,76 2,02
750
• frutta trasformata 1.116 1.219 1.261 677 704 698 1,65 1,73 1,81
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat
500
250
0
-250
-500
-750
-1000
ORTAGGI
TRASFORMATI
FRUTTA
FRESCA
ORTAGGI
FRESCHI
FRUTTA
E AGRUMI
TRASFORMATI
AGRUMI
FRUTTA
A GUSCIO
Anche l’import è però importante,
nel 2023 era di oltre 3,6 MLN/t.
I primi cinque prodotti freschi più
esportati in valore sono le mele,
l’uva da tavola, l’actinidia (kiwi),
le insalate, cavoli e cavolfiori
Capitolo 1
IL SETTORE DELLA FRUTTA E VERDURA FRESCHE IN ITALIA
BILANCIA COMMERCIALE DELL’ITALIA | IMPORT DI ORTOFRUTTA FRESCA E TRASFORMATA
EXPORT MLN€ EXPORT MLNKG EXPORT €/KG
2021 2022 2023 2021 2022 2023 2021 2022 2023
Ortofrutta fresca e trasformata 6.935 7.773 8.657 5.695 5.585 6.191 1,22 1,39 1,40
Ortaggi freschi e trasformati 2.644 3.315 3.921 2.842 2.934 3.353 0,93 1,13 1,17
Ortaggi freschi di cui: 967 1.177 1.473 1.207 1.280 1.581 0,80 0,92 0,93
• patate 138 174 315 559 589 819 0,25 0,30 0,39
Ortaggi trasformati di cui: 1.677 2.138 2.448 1.635 1.654 1.772 1,03 1,29 1,38
• conserve di ortaggi 361 454 541 242 265 293 1,49 1,72 1,84
• patate trasformate 387 531 679 371 434 444 1,04 1,22 1,53
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 12
• pomodoro trasformato 202 239 284 236 206 195 0,85 1,16 1,45
Frutta fresca e trasformata 4.292 4.458 4.736 2.854 2.651 2.838 1,50 1,68 1,67
Frutta fresca, guscio, agrumi di cui: 3.411 3.474 3.729 2.352 2.232 2.369 1,45 1,56 1,57
• agrumi 322 344 396 362 398 376 0,89 0,87 1,05
• frutta a guscio 1.321 1.331 1.369 299 286 296 4,41 4,65 4,63
• frutta fresca 1.606 1.595 1.919 1.654 1.513 1.693 0,97 1,05 1,13
Frutta e agrumi trasformati di cui: 881 984 1.007 502 420 469 1,75 2,35 2,15
• agrumi trasformati 78 95 104 56 70 61 1,41 1,36 1,70
• frutta trasformata 790 875 884 439 341 397 1,80 2,56 2,23
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat
VEICOLI COMMERCIALI ELETTRIFICATI GAMMA 2025
A livello mondiale l’Italia è il nono esportatore e l’undicesimo importatore mondiale di frutta fresca,
e il 10 esportatore e il nono importatore di ortaggi. Per quanto riguarda i mercati, il maggiore è
quello tedesco, che per gli ortaggi supera le 300.000 tonnellate annue, ossia più dei 5 importatori
che la seguono in classifica messi insieme. Lo stesso si ripete per la frutta fresca, dove la Germania
importa da noi circa 624.000 tonnellate, anche qui più dell’import combinato delle successive
cinque nazioni in classifica. La Germania da sola rappresenta per l’Italia un volume di import superiore
a tutto quello combinato extra-UE.
Per le conseguenze logistico-trasportistiche che questa struttura di mercato comporta, rimandiamo
al prossimo argomento.
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Capitolo 2
Capitolo 2
CATENA LOGISTICA: LE FASI DI POST-RACCOLTA, DI TRASPORTO E DI COMMERCIALIZZAZIONE
Catena logistica: le fasi di
post-raccolta, di trasporto
e di commercializzazione
distribuzione organizzata. Da qui viene inviato ai punti vendita. Una strada alternativa è quella
che dai centri ortofrutta va ai magazzini gestiti da grossisti o da operatori specializzati nella frigoconservazione.
I grossisti possono rifornire a loro volta i Ce.Di., oppure i mercati ortofrutticoli,
che possono anche essere riforniti direttamente dai centri ortofrutta. Dai mercati ortofrutticoli si
servono tutti i dettaglianti che non ricadono sotto il controllo della GDO. Esistono altre varianti,
per esempio produttori che effettuano in proprio il condizionamento e il pre-raffreddamento e
inviano direttamente ai Ce.Di, ai grossisti o ai mercati ortofrutticoli.
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 14
Nelle pagine che seguono cercheremo di dare un quadro della struttura logistica che gli ortaggi
e la frutta fresca seguono per raggiungere il consumatore finale. Quando parliamo di logistica
comprendiamo non solo lo stoccaggio ed il trasporto ma anche quelle lavorazioni (che vengono
appunto dette logistiche) che contribuiscono a preparare il prodotto per il consumo. Esse comprendono
il condizionamento, a sua volta composto da diverse operazioni, il preraffreddamento
e il confezionamento. Queste lavorazioni hanno luoghi vocati ma in certi casi esse avvengono più
vicino a più lontano dal luogo di consumo.
La catena logistica dell’ortofrutta inizia per gli obiettivi di questo Quaderno dalla post-raccolta,
dove i prodotti vengono ammassati in contenitori, diversi secondo il tipo, e poi inviati a un centro
ortofrutticolo dove nella maggior parte dei casi avviene il condizionamento. Le diverse operazioni
che vengono effettuate sono la rimozione dei residui di raccolta, lavaggio e asciugatura, in alcuni
casi (per esempio le patate) sostituite dalla spazzolatura, la ceratura, la selezione, che è di due tipi:
• .qualitativa (in inglese grading) che suddivide i prodotti in categorie o classi secondo le normative
commerciali, per esempio quelle definite dall’UNECE e parzialmente riprese dalla normativa
europea;
In tutti questi percorsi, e nelle tappe
intermedie prima di raggiungere
il consumatore, il prodotto deve essere
sempre mantenuto nell’intervallo
di temperatura ottimale
E il confezionamento? Non ne abbiamo parlato finora perché esso può essere effettuato in diversi
momenti. Il caso base è quello del centro ortofrutta, anche per conto di singoli produttori dotati di
un marchio forte. Ci può però anche essere un confezionamento effettuato presso i Ce.Di. o in altri
stabilimenti della GDO o su sua commissione (è il caso delle marche del distributore, tipo “prodotti
di filiera xxxx”). Lo stesso avviene per la I Gamma Evoluta e il pre-pesato, anche se quest’ultimo
avviene spessissimo direttamente al punto vendita.
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 15
• .dimensionale (sizing). Va detto che le norme commerciali riguardano l’aspetto esterno del
prodotto: forma tipica o no, difetti superficiali, colore, che poi sono le qualità che di primo
acchito vengono valutate dal consumatore. Ci sono anche norme più di “sostanza”, per esempio
il grado di maturazione definito come contenuto di zuccheri (gradi Brix) Per fare solo un
esempio lo standard UNECE per i meloni prescrive che possano essere commercializzati solo
prodotti che sottoposti a reflettometria della parte centrale della polpa nella sezione equatoriale
diano valori pari o maggiori del grado 10° Brix per la varietà Charentais e del grado 8°
Brix per gli altri.
Dopo le diverse operazioni di condizionamento, i prodotti, sempre nella centrale ortofrutticola,
vengono portati alla temperatura ottimale per la frigoconservazione o per il trasporto. Per i dettagli
vedi più avanti all’argomento 8.
Il passo successivo varia secondo i casi. In quello più semplice, dal centro ortofrutticolo il prodotto
viene spedito, in base agli ordini ricevuto dalle centrali di acquisto, ai Ce.Di, della grande
Logistica interna e import-export
Abbiamo descritto finora la catena logistica interna, ora ci occupiamo brevemente di quella import-export.
La prima interagisce con quella interna a livello di centro ortofrutta oppure direttamente
di Ce.Di. Il centro ortofrutta può anche essere specializzato. Per esempio, le banane vengono
spesso sopposto a trattamento con etilene all’inno di centri appositi spesso collocati vicino ai
maggiori centri di consumo. I magazzini reefer portuali hanno un ruolo sempre più ridotto nell’ambito
dell’importazione a causa dello spostamento del trasporto via mare di ortofrutta dalle navi
specializzate ai container refrigerati. All’import, ogni terminal container dotato di prese di alimentazione
per i container reefer può diventare un punto di sbarco di ortofrutta.
All’export il discorso è differente. I magazzini refrigerati hanno ancora un ruolo per la sosta di
frutta e verdura su pallet portati via gomma. Qui viene effettuato il groupage in container e poi
avviato alla spedizione. In altri casi il groupage avviene nell’entroterra, visto che il trasporto via
reefer per l’ortofrutta di sta diffondendo. Il flusso di prodotto destinato all’export inizia dai centri
Capitolo 2
Capitolo 2
CATENA LOGISTICA: LE FASI DI POST-RACCOLTA, DI TRASPORTO E DI COMMERCIALIZZAZIONE
CATENA LOGISTICA: LE FASI DI POST-RACCOLTA, DI TRASPORTO E DI COMMERCIALIZZAZIONE
1 STEP
POST-RACCOLTA
ortofrutta per poi proseguire verso i porti oppure passando attraverso i magazzini dei grossisti
specializzati. In tutti i casi la spedizione viene effettuata su gomma, con mezzi ATP caricati
di pallet oppure con container refrigerati. Da qualche tempo si stanno sperimentando spedizioni
via treno, dotati di carri specializzati nel trasporto di container reefer. Su tratte molto lunghe,
esempio, Rotterdam-Valencia il risparmio di tempo può essere anche del 30% (70 ore contro 100),
sempre che vengano rimossi gli ostacoli che frenano l’uso dell’intermodale su rotaia in molti settori,
di cui quello dell’ortofrutta è solo uno dei più critici, vista la deperibilità del prodotto. In Italia
al momento di scrivere queste righe si parla di un servizio Verona-Gioia Tauro per il trasporto di
container reefer destinati al Medio-Oriente.
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 16
2 STEP
CENTRO ORTOFRUTTICOLO
• Lavaggio e asciugatura
• Condizionamento
• Selezione qualitativa
• Sizing
Il paradosso è che negli anni ‘50 e ‘60
del secolo scorso l’80-90% dell’export
italiano di ortofrutta viaggiava via
treno, con convogli speciali di 30-40
vagoni che avevano priorità anche
sui treni passeggeri. Esistevano
ancora gli scali merci nelle stazioni,
non solo quelle delle grandi città
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 17
3 STEP
Ce.Di
Ordini ricevutI dalle
centrali acquisto GDO
4 STEP
PUNTO
VENDITA
Abbiamo visto nell’argomento di apertura del Quaderno che la stragrande maggioranza delle
esportazioni italiane di frutta e verdura fresca interessa i Paesi dell’Unione Europea più il Regno
Unito. Il mercato singolo più importante è quello tedesco, ma anche quelli minori, come Austria,
Svizzera, Francia, sono raggiungibili solo via terra. Parziale eccezione sarebbe la Spagna, con la
quale però la logistica intermodale mare-gomma presenta enormi spazi di miglioramento. Lo
stesso dicasi per certe regioni italiane, come la Sicilia, che potrebbe ricevere benefici da un approccio
più integrato nell’utilizzo del mare per l’export di certe specie (uva da tavola) anche verso
la Francia. Il problema è che l’uva da tavola è un prodotto stagionale, per cui i gestori delle linee
marittime fanno difficoltà a potenziare il servizio per al massimo tre mesi l’anno.
La gomma resta comunque lo strumento principe per il trasporto dell’export ortofrutticolo italiano.
La realizzazione di questo Quaderno è anche un riconoscimento di questo fatto.
Capitolo 3
Lo spreco alimentare
Capitolo 3
CATENA LOGISTICA: LE FASI DI POST-RACCOLTA, DI TRASPORTO E DI COMMERCIALIZZAZIONE
Naturalmente le percentuali ascrivibili alle singole fasi variano tra aree geografiche. In Europa le
food losses in produzione arrivavano al 37% del totale, il 31% era ascrivibile alle fasi dalla gestione
post-raccolta sino alla distribuzione, e il rimanente, comunque un 32% al consumo.
STUDIO FAO
Trattiamo brevemente qui dello spreco alimentare perché ancora prima per motivazioni “alte”, ossia
per preservare la qualità dalla raccolta alla tavola del consumatore (“farm to fork” secondo la
terminologia europea), l’attenzione alla logistica al trasporto nell’ortofrutta fresca è mandatorio
per una ragione “fondamentale”, la riduzione dello spreco.
Le fasi che interessano questo Quaderno, quindi, apparentemente riguardano meno di un terzo
del totale cumulato di losses e waste. Ma è veramente così? Se per un’errata gestione della temperatura
in una qualunque fase o per una manipolazione non attenta in fase post-raccolta o in
esposizione sul punto vendita la frutta sviluppa una senescenza accelerata (vedi il capitolo 6) e
quando arriva al consumo viene in gran parte scartata vedi foto richiamata sotto), lo spreco a chi
va attribuito? Se dal centro ortofrutticolo il trasporto misto di frutta e ortaggi viene effettuato in
modo non corretto, portando alla sovra-maturazione o all’imbrunimento da freddo eccessivo, per
cui il prodotto non è più commerciabile, dove ricade la responsabilità?
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 18
FOOD LOSSES
Prima del ciclo distributivo
(produzione e post-raccolta)
500MLNt produzione
350MLNt post-raccolta + stoccaggio
Se per un’errata gestione della
temperatura in una qualunque fase
o per una manipolazione non attenta
(....) la frutta sviluppa una senescenza
accelerata, lo spreco a chi
va attribuito?
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 19
FOOD WASTE
200MLNt lavorazione
Da capire la cicoria usata per ottenere un prodotto di I Gamma Evoluta
200MLNt distribuzione
PERA SANA
ESTERIORMENTE E
INTERNAMENTE
PERA SANA
ESTERIORMENTE,
MA IL CUORE È IN
DISFACIMENTO
mal del pulcino
Nel ciclo distributivo
(no convenienza economica,
senescenza ed eccedenza)
300MLNt consumo
Capitolo 4
La normativa vigente
e le buone pratiche
volontarie
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 20
UNECE
FFV
STANDARDS
La normativa relativa all’ortofrutta fresca in post-raccolta rappresenta un paradosso. Esistono
prescrizioni molto dettagliate per quanto riguarda l’aspetto esterno e le dimensioni di un grande
numero di specie e varietà, in primis quelle dell’UNECE (United Nations Economic Commission for
Europe) che si riversano anche se solo in parte nella normativa della UE, in particolare nel regolamento
delegato 2023/2429 della Commissione del 17 agosto 2023 relativo all’etichettatura.
Per quanto riguarda invece la logistica e il trasporto, le norme valide erga omnes sono pochissime
e molto settoriali. Alla fine, si riducono alla prescrizione, valida solo per i prodotti di IV Gamma,
come definito dal regolamento europeo (CE) n. 178/2002, che stabilisce i principi generali della legislazione
alimentare, e il Regolamento (CE) n. 2073/2005, che definisce i criteri microbiologici per
i prodotti alimentari.
14 °C MAX
• lavorazione
Perché solo
la IV Gamma?
1_TRASPARENZA
Verso il consumatore.
Cosa si sta vendendo, non in che condizioni è
– a parte l’apparenza visiva.
8 °C MAX
• conservazione
• trasporto
• distribuzione
• commercializzazione
2_SICUREZZA
Alimentare. Attenzione a contaminazioni microbiologiche
e residui da fitofarmaci.
Una volta garantita, il resto è di responsabilità
del consumatore – caveat emptor.
Non è una situazione esclusiva dell’ortofrutta, pensiamo al vino e all’olio EVO.
Capitolo 4
LA NORMATIVA VIGENTE E LE BUONE PRATICHE VOLONTARIE
In Italia la normativa europea si è tradotta nell’ attuativo dell'art. 4 della legge 77/2011 attuata dal
regolamento emanato con Decreto Ministeriale 3746 del 20 giugno 2014, entrato in vigore a metà
agosto dell’anno dopo. Oltre a questo, esistono solo raccomandazioni.
Le soluzioni che
si completano
L’UNECE nel 2023 ha pubblicato
un manuale di buone pratiche,
basate sulle evidenze scientifiche
e sull’esperienza degli operatori,
a cura del Working Party (WP)7,
che si occupa di agricoltura
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 22
Sono appunto buone pratiche, non norme, anche se i vertici dell’UNECE hanno invitato nel 2024 un
altro WP, l’11, che si occupa di trattato ATP e suoi aggiornamenti, di tenere conto del documento.
A proposito di ATP, l’unica indicazione contenuta nel manuale, non nel trattato, si riferisce sempre
agli 8 gradi massimi per la IV Gamma. Le tabelle sulle temperature di trasporto pubblicate
in diverse fonti e descritte come ATP sono indicazioni, anch’esse basate su evidenze scientifiche
ed esperienza degli operatori, non norme. Un ruolo integrativo viene a volte ricoperto dagli enti,
pubblici e privati, attraverso l’utilizzo delle disciplinari relative al conferimento dei diversi marchi
di origine e/o qualità dell’ortofrutta. Un esempio è quello della Regione Emilia-Romagna che, per
il conferimento del marchio di produzione integrata regionale chiede il rispetto di una serie di
prescrizioni in post-raccolta, suddivise per specie e varietà, che oltre a includere le norme di commercializzazione
di diretta derivazione UNECE comprende anche le modalità di condizionamento,
gestione della temperatura, trattamenti. Non sempre questi disciplinari sono da seguire pedissequamente.
Per esempio, quello dell’Emilia-Romagna insiste nel considerare accettabili per il trasporto
di diverse specie di ortofrutta sotto le dieci ore i mezzi solo coibentati, senza fare differenze
tra stagioni e condizioni metereologiche. Una grave imprudenza a parere di chi scrive.
Non si tratta di un ruolo sussidiario allo Stato. Le prescrizioni, infatti, non valgono erga omnes ma
solo per chi vuole avere il marchio, e l’unica sanzione prevista è il ritiro del marchio, salvo che le
prescrizioni non includano anche norme di legge (esempio, per l’uso dei fitofarmaci). Questo ci
porta ad un altro tipo di certificazioni o standard privati e volontari, quelli legati alla Grande Distribuzione
Organizzata. Ne esistono diversi, IFS e BRC sono i più diffusi, nati all’inizio degli anni
2000 in seguito alle diverse crisi alimentari che si erano succedute negli anni precedenti come
meccanismo di difesa legale dai rischi per la sicurezza alimentare.
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Capitolo 4
Capitolo 4
LA NORMATIVA VIGENTE E LE BUONE PRATICHE VOLONTARIE
LA NORMATIVA VIGENTE E LE BUONE PRATICHE VOLONTARIE
il trasporto. I controlli documentati per la conformità alle condizioni specificate devono essere
basati sul rischio.
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 24
Imponendo alla propria catena di
fornitura l’adesione a questi standard
volontari* la GDO raggiunge il doppio
obiettivo di migliorare effettivamente
la sicurezza alimentare food safety
e di mettersi al riparo almeno in parte
da cause e procedimenti legali.
*La volontarietà si esplica nel fatto se si vuole o no essere fornitore.
Ai fornitori viene richiesto di sottoporsi ad audit periodici da parte di società terze neutrali, per
cui esiste un certo livello di garanzia al rispetto, anche se la sanzione decisiva è l’espulsione dal
novero dei fornitori di tutte le catene che adottano gli standard.
Pensati per i produttori e i trasformatori, gli standard di cui stiamo parlando hanno più di recente
avuto versioni destinate al campo della logistica, IFS Logistics e BRC Storage&Distribution. Anche
esse contribuiscono a garantire una certa qualità nel servizio, ma non sono molto specifici.
A titolo esemplificativo riportiamo verbatim il contenuto dello standard IFS Logistics (quello del
corrispondente BRC è ormai allineato) versione 3 (pagina 69 della versione italiana).
4.12.3 | Quando le merci a temperatura controllata sono stoccate o trasportate in contenitori (es.
Contenitori termici), questi contenitori devono essere in buone condizioni (puliti, privi di odori,
asciutti, funzionali e adatti allo scopo). I contenitori devono essere preraffreddati prima di caricare
il prodotto all’interno degli stessi.
4.12.4 | Durante il trasporto, il rispettivo livello di carico ammissibile (carico utile) dei veicoli di trasporto,
delle unità di trasporto e/o dei container non deve essere superato, al fine di mantenere la
sicurezza del prodotto e la qualità.
4.12.5 | container (es. autocisterne, cisterne su rotaie) utilizzati per il trasporto di prodotti alimentari
liquidi, granulari e/o in polvere non confezionati devono essere etichettati e utilizzati esclusivamente
per il trasporto di alimenti.
A parere di chi scrive, la mancanza in queste prescrizioni dell’esplicitazione della finalità (teorica)
per cui vengono richieste, ossia la preservazione della qualità, priva lo standard della possibilità
di verifiche sul mantenimento della qualità stessa del prodotto in arrivo sugli scaffali. È quindi il
momento di occuparci di qualità.
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 25
4.12 Trasporto
4.12.1 | Il prodotto deve essere assicurato in modo da evitare contaminazioni e/o danni durante il
trasporto.
Le condizioni all’interno dei veicoli devono essere controllate prima del carico e tali controlli devono
essere documentati per garantire la conformità alle condizioni specificate relative all’assenza
di quanto segue, per esempio:
temperatura
trasporto ATP
odori
anomali
polvere
elevata
umidità
avversa
Ove applicabile, devono essere intraprese azioni per evitare qualsiasi impatto negativo sui prodotti
e per garantire la conformità alle condizioni specificate.
infestanti
corpi estranei
legno, pietre,
contaminanti
organici, ...
muffe
4.12.2 | veicoli di trasporto, le unità di trasporto e/o i contenitori di trasporto utilizzati per le diverse
modalità di trasporto (strada, ferrovia, nave, aereo) devono essere in buone condizioni e
devono mantenere le condizioni di trasporto delle merci trasportate entro i limiti della tolleranza
consentita (es. temperatura). Deve essere garantito il mantenimento di queste condizioni durante
Capitolo 5
La qualità e la vita utile
della frutta e della verdura
Capitolo 5
LA QUALITÀ E LA VITA UTILE DELLA FRUTTA E DELLA VERDURA
Come abbiamo detto, questo Quaderno si occupa solo della fase post-raccolta di frutta e ortaggi
freschi. L’obiettivo è fornire informazioni sui fattori che portano al deterioramento del prodotto
considerando il suo stato, o qualità, immediatamente dopo la raccolta, e fornire indicazioni sulle
pratiche e tecnologie da applicare per mantenere il più possibile quel livello di qualità sino al raggiungimento
del consumatore.
ASPETTO
ESTERIORE
Dimensione e peso, forma, colore,
lucentezza, assenza di difetti (non
sempre a un aspetto “di qualità”
corrisponde un sapore e un valore
nutrizionale di qualità).
CONSISTENZA
Durezza-morbidezza, succulenza,
croccantezza, fibrosità, chiaramente
legate alle caratteristiche del
prodotto, in una pesca nettarina la
croccantezza è un aspetto positivo, in
una banana no.
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 26
È opportuno a questo punto dare una definizione della qualità come è utilizzata in qui. Il consenso
degli operatori e degli esperti del settore individua la qualità di un prodotto fresco come il punto
di convergenza di 5 fattori (nota Regiroli): aspetto, consistenza, sapore, valore, sicurezza.
Alcuni di questi fattori non sono toccati dalla gestione del prodotto in fase logistica; altri sì, per
esempio lo sviluppo di funghi e batteri.
Intuitivamente è impossibile che il prodotto frutta e ortaggi freschi raggiunga il consumatore nelle
stesse condizioni in cui era immediatamente dopo la raccolta, a meno di casi particolarissimi di
consumo sul posto o quasi. Il passare del tempo di per sé provoca un cambiamento in un prodotto
fresco. Parliamo di cambiamento perché da millenni l’umanità ha anche imparato a volgere a
proprio favore i processi che il passare del tempo porta in un prodotto fresco; vedremo fra poco.
Ha senso parlare non di qualità
in termini assoluti, ma di vita utile
del prodotto, ossia l’intervallo
di tempo da quando viene raccolto,
in cui esso conserva
le caratteristiche, in potenza
o in atto, che lo rendono acquistabile
e consumabile/utilizzabile
SAPORE
Gusto e aroma
Dolce-amaro, componenti volatili,
astringenza, acidità, assenza di sapori
e odori anomali
SICUREZZA D’USO
Contaminanti esterni sintetici (residui antiparassitari); sostanze
tossiche naturali interne (solanina, acido erucico, cianuri,
amanitina); contaminanti naturali (micotossine, batteri, metalli
pesanti, inquinanti atmosferici). Alcuni di questi fattori non sono
toccati dalla gestione del prodotto in fase logistica; altri sì, per
esempio lo sviluppo di funghi e batteri.
VALORE
NUTRIZIONALE
Carboidrati, lipidi, aminoacidi e
proteine, vitamine e antiossidanti, sali
minerali, fibre, altri fattori legati alle
singole caratteristiche di un prodotto
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 27
Capitolo 5
LA QUALITÀ E LA VITA UTILE DELLA FRUTTA E DELLA VERDURA
Capitolo 5
LA QUALITÀ E LA VITA UTILE DELLA FRUTTA E DELLA VERDURA
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 28
VITA UTILE
E SHELF-LIFE
Spesso si considera la vita utile equivalente
alla shelf-life. A rigore, non è così. La
shelf-life si limita a indicare il tempo in
cui un prodotto (fresco nel caso ma il discorso
è più generale) può rimanere nella
fase di commercializzazione mantenendo
le caratteristiche di qualità come sopra
delineata che lo rendono vendibile, sia da
un punto di vista di appetibilità da parte
dell’acquirente che dal punto di vista legale
(la “scadenza” di un prodotto). In pratica,
la shelf-life definisce il periodo in cui
il prodotto rimane economicamente rilevante
per il rivenditore. Chiaramente essa
è rilevante anche nel momento di definire
azioni e tecnologie per allungare la vita
utile, ma non le esaurisce.
VITA UTILE E MATURITÀ
COMMERCIALE
La vita utile è una porzione della vita di
un prodotto. Essa viene preceduta dalla
fase di sviluppo, durante la quale il frutto
o l’ortaggio non sono edibili, che termina
con la maturità fisiologica, che a sua volta
dà inizio alla maturità commerciale.
Segue una fase di sovra-maturità, durante
la quale il prodotto è ancora consumabile,
poi il prodotto perde anche le ultime
caratteristiche di qualità. L’esempio delle
mele può essere utile:
In realtà la maturità commerciale è più corta di quella teorica, in quanto va tenuto conto che
dopo l’acquisto il consumatore può volere conservare il prodotto per un certo periodo. La maturità
commerciale “vera” varia da prodotto a prodotto e nel caso di molti ortaggi si parla di sviluppo
commerciale, che non coincide con la maturità a pieno sviluppo fisiologico.
Diversi tipi di ortaggi vengono
raccolti e commercializzati
prima del completamento dello
sviluppo fisiologico
In questo caso si parla di maturità orticolturale. È il caso di fagiolini, cetrioli, zucchine, melanzane
e lattuga, ma anche di alcune aromatiche, come basilico, timo, origano, e recentemente di vari
tipo di germogli, piante nei primissimi stadi di crescita, i microgreen, le carote soffici, eccetera. La
questione è resa più complessa dalla sensibilità della tipologia del prodotto a un ormone vegetale,
l’etilene, di cui discuteremo nel prossimo capitolo. Per ora riassumiamo quanto detto: nella vita di
un frutto o di un ortaggio esiste un momento in cui esso raggiunge un momento che viene definito
di sviluppo commerciale/orticolturale o di maturità commerciale. Sono i due momenti in cui i prodotti
entrano nella catena logistica e in cui inizia a occuparsi di loro il Quaderno
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 29
MATURAZIONE
FISIOLOGICA
QUALITÀ ORGANOLETTICA
SVILUPPO - NON EDIBILE
MATURITÀ COMMERCIALE
OLTRE MATURAZIONE
Capitolo 6
Capitolo 6
CAUSE GENERALI DI COMPROMISSIONE DELLA QUALITÀ DELLA FRUTTA E DELLA VERDURA
Cause generali di
compromissione della qualità
della frutta e della verdura
Frutta e verdura climaterici e non climaterici
I frutti e gli ortaggi climaterici sono quelli per i quali l’etilene ha effetti sulla maturazione. Di converso,
quelli non-climaterici sono quelli per i quali non esistono effetti sulla maturazione, ma possono
esserci sulla degradazione della clorofilla e per altri aspetti metabolici. Anche nei non climaterici
quindi l’etilene può accelerare la senescenza. Fanno eccezione gli agrumi, per i quali l’etilene
viene applicato per accelerare l’assunzione del colore commerciale (in gergo, sverdimento).
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 30
La qualità di frutta e verdura fresca può venire compromessa durante la permanenza nella catena
logistica, come definita nel capitolo 2, da diversi fattori, alcuni intrinseci al prodotto ed altri
esterni. Tra i fattori endogeni è opportuno distinguere tra quelli legato alla fisiologia della pianta
e dell’ortaggio e quelli legati all’azione di microrganismi che si sviluppano in modo dannoso
post-raccolta.
Fattori endogeni
Un fattore intrinseco di maturazione
e senescenza: l’etilene
Abbiamo accennato al fatto che l’etilene è un ormone vegetale gassoso che interviene in diversi
momenti e fenomeni della fisiologia delle piante viene prodotto da molti organismi vegetali e anche
più antichi (per la precisione angiosperme, gimnosperme, felci, alghe, cianobatteri, funghi e
batteri), in quantità anche molto variabile (vedi tabella Produzione e sensibilità etilene).
In termini generali, può sembrare che un frutto non-climaterico sia avvantaggiato rispetto a uno
climaterico nella fase post-raccolta. Invece è l’esatto contrario perché mentre un climaterico può
proseguire la sua maturazione anche dopo essere stato raccolto, un non-climaterico per essere
commercializzabile deve essere raccolto quanto è maturo. Da quel momento in poi, senza interventi,
la strada verso la senescenza è in discesa e dipende dalle caratteristiche intrinseca del prodotto
(per la classificazione tra climaterici e non-climaterici vedere la tabella e sensibilità etilene).
In particolare, l'azione dell'etilene è
rilevante nella maturazione di frutta
e ortaggi e nella regolazione della
senescenza delle foglie e dei fiori
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 31
L’etilene viene prodotto da diverse parti delle piante, tra cui i frutti, per cui l’emissione prosegue
anche dopo che il frutto o l’ortaggio è stato raccolto.
Abbiamo già detto che la quantità di etilene prodotta varia molto da una specie e anche da una
varietà all’altra. Lo stesso avviene con la sensibilità alla presenza di etilene. Le due cose non sono
legate, per cui alta produzione non significa automaticamente alta sensibilità è viceversa. Infine,
la sensibilità esiste anche verso etilene prodotto da altri frutti o ortaggi e a quello presente in
ambiente per altri motivi. Storicamente ci si accorse che qualche gas aveva effetto sulle piante
quando ai primi dell'800 si notò che quelle in vicinanza dei lampioni stradali, che funzionavano a
gas illuminante che contiene il 5% di etilene, perdevano subito le foglie.
Dopo questa premessa, passiamo alla divisione di frutti e verdura fresca in climaterici e non-climaterici.
Vale la pena di ricordare che l’etilene è parte integrante della fisiologia vegetale e anche nei confronti
dell’umanità a volte è un nemico, altre un amico. Per esempio, abbiamo già ricordato il
suo uso per lo sverdimento degli agrumi, ma si usa anche per uniformare la coloritura rossa nei
pomodori da industria, per sincronizzare la formazione di fiori e frutti di ananas, per promuovere
la caduta dei frutti di ciliegio e noce. È evidente il risparmio di manodopera, tempo e risorse se
un’intera coltivazione arriva in modo sincrono alla possibilità di raccolta.
Il caso più eclatante di uso positivo dell’etilene è nella maturazione delle banane. Crescendo in
ambiente tropicale, le banane destinate al consumo nei Paesi temperati e freddi devono fare un
lungo viaggio. Vengono quindi raccolte appena raggiunta la maturità fisiologica, quando sono
ancora molto verdi e inviate via nave (sono comunque trasportate a temperatura e atmosfera
controllata, come vedremo più avanti). Una volta giunte sui mercati vengono inserite in grandi
camere di maturazione e portate al grado di colore desiderato con la somministrazione di etanolo.
Potendo controllare il processo, tra l’altro, permette di inviare al dettaglio i frutti del colore giusto
che incontrano i favori dei consumatori (vengono fatti studi periodici su questo) e nelle quantità
giuste per il consumo, eliminando gli sprechi.
Capitolo 6
CAUSE GENERALI DI COMPROMISSIONE DELLA QUALITÀ DELLA FRUTTA E DELLA VERDURA
Capitolo 6
CAUSE GENERALI DI COMPROMISSIONE DELLA QUALITÀ DELLA FRUTTA E DELLA VERDURA
CLIMATERICI
NON CLIMATERICI
PRODOTTO EFFETTO ETILENE PRODUZIONE ETILENE SENSIBILITÀ ETILENE
Albicocca Pera Ananas Mandarini
Cipolla (verde con foglie) Ingiallimento
Avocado Pesca Anguria e cocomero Melanzana
Fico
Banana Pesca nettarina Arancia Melograno
Fragola
Caco Pomodoro Cacao Mirtillo rosso
Frutto della passione Maturazione
Cotogna Prugna Carambola Mora
Kiwi Maturazione
Fico Uva spina Cetriolo Oliva
Lampone
Frutto della passione Ciliegia Peperone
Limetta Cambio del colore
Guava Clementine Pepino
Limone Cambio del colore
Kiwi Cocco Piselli
Litchi
Mango Dattero Pompelmo
Mandarino Cambio colore, difetti buccia
Mela Fragola Tamarindo
Mango Maturazione
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 32
Melone cantalupo Lampone Tangerini
Melone verde Limetta Uva
Mirtillo blu Limone Zucca
Papaya Litchi Zucchina
PRODOTTO EFFETTO ETILENE PRODUZIONE ETILENE SENSIBILITÀ ETILENE
Albicocca Maturazione
Ananas
Anguria
Perdita consistenza dei
tessuti, cambio del colore
Arancia Cambio del colore
Asparago Modifiche alla texture
Avocado Maturazione
Banana Maturazione
Broccoli Ingiallimento
Caco Maturazione
Carambola
Carciofo
Carota Diventa amara
Cavolfiore Ingiallimento, caduta foglie
Cavolo cappuccio
Degradazione clorofilla,
caduta foglie
Mela Maturazione
Melanzana Modifiche alla texture
Melograna
Melone cantalupo
Melone giallo
Melone verde
Mirtillo blu
Mirtillo rosso
Mora
Nettarina Maturazione
Oliva
Papaya Maturazione
Pastinaca Diventa amara
Patata Germoglia
Peperone
Pera Maturazione
Pesca Maturazione
Pomodoro Maturazione
Pompelmo Cambio del colore
Prugna Maturazione
Uva
Verdure a foglia Ingiallimento, caduta foglie
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 33
Cetriolo Ingiallimento
Zucca
Ciliegia
Zucchina Ingiallimento
Cipolla (matura)
MOLTO ALTA ALTA MEDIA BASSA MOLTO BASSA
Capitolo 6
CAUSE GENERALI DI COMPROMISSIONE DELLA QUALITÀ DELLA FRUTTA E DELLA VERDURA
La senescenza respiratoria
In frutta e verdura, sia climaterica che no, esistono processi di senescenza non governati dall’etilene.
Il motore è la respirazione, che prosegue anche dopo la raccolta. Le cellule sono vive: respirano
con limitate risorse, senza fotosintesi e sotto stress. La respirazione avviene a carico delle sostanze
di riserva (principalmente zuccheri) e dell’ossigeno presente nell’aria, che vengono trasformati in
anidride carbonica e acqua. L’intensità respiratoria è molto variabile in relazione al tipo di ortaggio,
che subisce la progressiva perdita del valore nutritivo, e termina quando il substrato respirabile si
esaurisce, con morte cellulare. In ortaggi come asparagi, pisello, mais dolce, prezzemolo, spinacio,
l’attività respiratoria post raccolta è molto alta. In tutti, la respirazione produce calore, per circa il
57% dell’energia prodotta. Il calore a sua volta accelera la degradazione cellulare. Per ogni dieci
gradi di aumento della temperatura, la respirazione aumenta da 2 a 7 volte secondo il prodotto.
Vedremo nella parte sui rimedi come sia possibile contrastare questa modalità di degradazione.
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 34
Malattie post-raccolta: microorganismi, muffe, funghi
Ogni specie vegetale ha suoi propri microorganismi patogeni specifici, anche nella post-raccolta.
PATOLOGIA FUNGINA GLEOSPORIO NELLE MELE
MUFFA GRIGIA NELL'UVA DA TAVOLA
I patogeni più insidiosi sono
Si sviluppa nelle mele conservate
le muffe, a partire dalla muffa
a lungo in condizioni non ottimali
grigia, che si adatta a diverse
di umidità e temperatura, con
condizioni ambientali, es. le celle
presenza di condensa, es. in casa.
frigorifere.
Nei grappoli post-raccolta la muffa grigia ha un andamento diverso da quello che si manifesta
in campo. Il patogeno post raccolta è quasi sempre pre-esistente, ma può passare anche da un
grappolo contaminato ad uno non interessato in campo durante lo stoccaggio e il trasporto. Esistono
metodi specifici di contrasto, li vedremo nella prossima parte.
Fattori esogeni
Si tratta di una categoria molto ampia, anche perché i fatti che portano alla degradazione della
qualità possono verificarsi in qualunque punto della catena logistica. In questo Quaderno ci siamo
proposti di non trattare della fase di raccolta, ma anche in essa possono essere poste le basi per
il degrado della qualità. Errori nella manipolazione dei frutti e delle verdure (tagli, urti, compres-
Capitolo 6
CAUSE GENERALI DI COMPROMISSIONE DELLA QUALITÀ DELLA FRUTTA E DELLA VERDURA
Capitolo 6
CAUSE GENERALI DI COMPROMISSIONE DELLA QUALITÀ DELLA FRUTTA E DELLA VERDURA
sione, mancata pulizia), nel momento della raccolta (eccessive temperature), nell’ammassamento
in attesa del trasporto (contenitori lasciati al sole o alle intemperie), sono tipici. Molti degli stessi
errori possono ripetersi nella catena logistica.
Errori nella manipolazione e nel confezionamento
Basse temperature e congelamento
Occorre distinguere i fattori perché i meccanismi di azione sono diversi. Per basse temperature si
intendono quelle, variabili per specie ma anche per varietà, inferiori ad una certa soglia minima
ma comunque superiori al punto di congelamento dell’acqua.
È importante ricordare che i danni apportati da un’errata manipolazione non sono direttamente
proporzionali al loro effetto visibile immediato. Frutta e verdura anche dopo essere state raccolte
sono vive. Un quasi invisibile danneggiamento della buccia, per esempio, provoca l’entrata di
agenti come funghi e muffe, la cui azione sarà visibile tempo dopo. Inoltre, per meccanismi ancora
non del tutto chiari, gli stress meccanici post-raccolta accelerano la produzione di etilene in frutta
e ortaggi climaterici, con le conseguenze del caso.
sofferenza
< 12 °C
PRODOTTI TROPICALI
sofferenza
< 5 °C
PRODOTTI SUBTROPICALI
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 36
Gli errori tipici nel confezionamento comprendono l’ammassamento dei prodotti, l’uso di contenitori
non adatti (il cartone va evitato se il prodotto resterà in ambienti ad elevata umidità), la sistemazione
e l’impilamento scorretti dei contenitori. Quest’ultimo è un caso classico nella conservazione e
nel trasporto a temperatura controllata. I contenitori hanno aperture laterali per consentire la circolazione
dell’aria, che se sistemati in modo sbagliato, le aperture possono ostruirsi. Le conseguenze,
a parte il fatto che il raffreddamento non è omogeneo, sono più insidiose. Per esempio, nei prodotti
ad alta produzione endogena di etilene, esso ristagna.
Per i prodotti di origine subtropicale e temperata il limite si situ.a attorno ai 5 °C. Anche la risposta
alle basse temperature varia da specie a specie e da varietà e varietà, perché i meccanismi metabolici
interessati possono essere diversi. (nota Colelli-Inglese pag 171-172). Uno di essi è l’aumento
della respirazione. Di solito la manifestazione visibile si traduce in imbrunimento della buccia,
necrotizzazione dei tessuti, imbrunimento della polpa, disfacimento dei tessuti, in pratica una senescenza
accelerata senza passare dalla maturazione normale. L’effetto sulla produzione endogena
di etilene varia. Di solito se un frutto o un ortaggio che produce etilene viene raffreddato e
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 37
poi riportato a temperatura ambiente, la produzione di etilene aumenta. Questo però non succede
ERRORE TIPICO = AFFIANCARE PRODOTTI NON COMPATIBILI
I prodotti ad alta produzione endogena
di etilene provocano la maturazione di
quelli sensibili
nei frutti di origine tropicale.
Dal momento che i danni da bassa temperatura si manifestano quando il prodotto viene riportato
a temperatura ambiente, e che non tutti sono visibili esternamente, questo fattore è di grande
rilevanza nella degradazione della qualità dei prodotti, anche per l’effetto che può avere sul consumatore
che pensa di avere acquistato un prodotto integro.
Vedi “Compatibilità nello stoccaggio e nel trasporto sino a dieci giorni”.
Un meccanismo diverso viene attivato in caso di congelamento. Paradossalmente i prodotti potenzialmente
più interessati sono quelli più resistenti al freddo, perché essi vengono conservati a
Temperatura e umidità-disseccamento
I fattori esogeni che maggiormente portano a danni a frutta e verdura fresca nella fase logistica
sono la temperatura e l’umidità, o mancanza della medesima. Anche la riduzione eccessiva
dell’ossigeno o la percentuale troppo alta di anidride carbonica nell’atmosfera a contatto con il
prodotto provoca danni, ma trattandosi di occorrenze spesso legate a procedimenti errati di generazione
di atmosfere controllate, non ne trattiamo qui.
temperature vicine al punto di congelamento. In queste condizioni basta una fluttuazione della
temperatura verso il basso per iniziare il congelamento dell’acqua presente nei tessuti. Ricordiamo
che stiamo sempre parlando di frutta e verdure fresche, non di surgelati, che sono concepiti per
essere consumati direttamente o cucinati a brevissima distanza dallo scongelamento e vengono
sottoposti a pretrattamenti prima di essere raffreddati. I processi chimico-fisiologici attivati dal superamento
del punto di congelamento sono piuttosto complessi e non agiscono allo stesso modo
per tutte le specie e le varietà. Qui basti dire che a differenza dell’opinione comune, i danni alle
cellule vegetali non derivano dall’azione meccanica dei cristallini di ghiaccio. Per dettagli vedere la
bibliografia e le tabelle sui limiti minimi di temperatura per i diversi tipi di frutta, ortaggi e verdure.
Capitolo 6
CAUSE GENERALI DI COMPROMISSIONE DELLA QUALITÀ DELLA FRUTTA E DELLA VERDURA
Esiste un tipo di congelamento particolare, che è diventato rilevante nella riduzione della qualità
solo di recente, ed è l’ustione da freddo provocato dal contatto diretto o mediato da materiali non
isolanti tra il prodotto e i vettori passivi di freddo, come le celle eutettiche. Queste ultime, oltre
che nel trasporto di gelati e farmaci, vengono spesso usate per mantenere a bassa temperatura i
contenitori usati per le consegne a domicilio della spesa e l’e-commerce alimentare.
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 38
ERRORE TIPICO = ERRATA DISPOSIZIONE DEL CARICO
Un cespo di insalata subisce danni
immediati e quasi subito visibili se
entra in contatto con superfici fredde.
Causando il rifiuto della consegna con
conseguenze anche economiche.
Alte temperature
Sono diversi i momenti in ogni fase della catena logistica in cui frutta e verdura fresca possono essere
sottoposte a temperature elevate. Abbiamo già accennato al non ombreggiamento del prodotto
nella fase immediata della raccolta, ma l’esposizione può avvenire anche durante il tragitto
dal campo al magazzino di primo livello, nelle varie fasi di stoccaggio e infine in fase di vendita, per
esempio in negozi e mercati all’aperto.
Un’altra causa di esposizione a temperature elevate può derivare, e secondo molti è il caso oggi
più diffuso, dall’errata applicazione di processi termici per l’eliminazione di parassiti, che ormai
vengono eseguiti in tutto il mondo perché hanno il vantaggio di non lasciare residui. Se la temperatura
è troppo elevata o dura troppo a lungo ci possono essere danni a diversi sistemi fisiologici.
Ci possono essere danni permanenti ai recettori dell’etilene, per esempio, per cui il processo di
maturazione viene rallentato se non alterato. Infine, ci sono i danni provocati dall’aumento della
respirazione, come la perdita di acqua, la cui causa maggiore è la traspirazione.
Umidità e disseccamento
Un frutto, un ortaggio o una verdura raccolta perdono le fonti di idratazione che venivano loro
garantite dagli organi preposti della pianta da cui sono stati staccati. La quantità d’acqua in essi
contenuti non può quindi che diminuire nel tempo, e la perdita di idratazione è uno dei fattori più
importanti nella degradazione della qualità di un prodotto in post-raccolta. Non solo, dal momento
che la disidratazione ha effetti immediatamente visibili e percepibili, la degradazione della
qualità si traduce prestissimo in uscita del prodotto dal perimetro della commerciabilità.
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Capitolo 6
CAUSE GENERALI DI COMPROMISSIONE DELLA QUALITÀ DELLA FRUTTA E DELLA VERDURA
Per una verdura in foglia,
basta il 3% di perdita per rendere
non commerciabile un prodotto,
mentre per tuberi e bulbi
si può arrivare all’8-10%.
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OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 40
Molto variabile è anche il tempo necessario a raggiungere le soglie critiche. Per un cespo di lattuga
sono sufficienti alcune ore di esposizione al sole per portare a perdite del 3-.5% in peso, mentre
per patate e cipolle si parla di settimane.
Il processo che porta alla perdita d’acqua si chiama traspirazione ed è un fenomeno fisico innescato
dalla differenza di pressione del vapore acqueo presente negli spazi tra cellula e cellula del
prodotto, che sono saturi (quindi, hanno un’umidità relativa del 100%), rispetto a quella esterna.
Alzando l’umidità relativa esterna, la differenza di pressione diminuisce e quindi la traspirazione si
riduce. In pratica è però impossibile arrestarla completamente, perché la temperatura degli spazi
tra le cellule e sempre leggermente più alta di quella esterna per via del calore prodotto dalla
respirazione. Per questo l’aumento della respirazione contribuisce alla perdita d’acqua. Questo
fatto è particolarmente importante nella conservazione e trasporto a temperatura controllata,
come spiegheremo nel prossimo argomento.
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Capitolo 7
Capitolo 7
RACCOMANDAZIONI GENERALI PER IL CONTENIMENTO DEI FATTORI DI COMPROMISSIONE
Raccomandazioni generali
per il contenimento dei fattori
di compromissione
Condizioni di stoccaggio e trasporto
Ci occupiamo in questo paragrafo dello stoccaggio ed il trasporto in termini generali, mentre di
quello in condizioni di temperatura e/o atmosfera controllata ci occuperemo nel prossimo argomento.
Va detto che le raccomandazioni generali si applicano anche alle situazioni di stoccaggio
e trasporto più specifiche.
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 42
Il contenimento, se non la totale eliminazione, dei fattori di compromissione della qualità dei prodotti
dell’ortofrutta si può dividere in due categorie: azioni e tecniche che non peggiorano o accelerano
il deperimento naturale; tecniche e tecnologie che agiscono direttamente sui fattori e li
contengono almeno per un arco di tempo compatibile con le esigenze logistiche, commerciali e di
consumo. Ricordiamo che siamo sempre nell’ambito della post-raccolta.
Collocazione degli stoccaggi e disposizione dei carichi
Abbiamo descritto nel capitolo precedente l’effetto che hanno temperature eccessive alte o basse,
disidratazione e urti, tagli e compressione. All'interno della catena logistica, il primo momento
dove tutti questi fattori entrano in gioco è nell’immediata post-raccolta. Come abbiamo visto
nell’argomento catena logistica, esistono due metodologie di gestione. Una prevede che il prodotto
venga condizionato e confezionato direttamente in campo per essere avviato alla commercializzazione,
l’altra che il prodotto venga ammassato in appositi contenitori per poi essere avviato
ad appositi centri ortofrutticoli dove verrà condizionato per l’avvio alla commercializzazione.
In entrambi i metodi è necessario mettere in atto tecniche e pratiche che riducano il più possibile
i danni. Le operazioni di confezionamento o l’ammassamento devono avvenire in aree ombreggiate,
possibilmente, come la raccolta, nelle ore più fresche (come vedremo per la IV Gamma si
raccoglie di notte). Sarebbe opportuno evitare le giornate ventose, in quanto la velocità dell’aria
ha un effetto sulla tensione di vapore esterna al prodotto e come spiegato in precedenza questo
provoca perdita d’acqua.
Il personale deve essere formato per evitare errori di manipolazione. In particolare, deve essere
tenuta sotto controllo la sporcizia che potrebbe accumularsi sul prodotto e veicolare malattie
post-raccolta come le infezioni fungine e le muffe.
Un primo gruppo di raccomandazioni riguarda la pulizia e l’igiene. Come anche definito dalle regole
da utilizzarsi per la creazione degli schemi di applicazione dei protocolli HACCP relativi ai
luoghi di stoccaggio e i vani di carico per il trasporto, nonché i contenitori utilizzati. A tal proposito
l'articolo V del Reg. CE 852/2004 è chiarissimo quando afferma che i vani di carico dei veicoli e/o i
contenitori utilizzati per il trasporto di alimenti devono risultare puliti, devono essere sottoposti a
regolare manutenzione per evitare che il cibo venga contaminato, devono essere progettati e costruiti
per consentire adeguata pulizia e disinfezione. Inoltre, gli stessi vani e contenitori non devono
trasportare altri materiali, diversi dai prodotti alimentari, e i veicoli, qualora adibiti al trasporto
di altri cibi o altra merce, devono provvedere a separarli adeguatamente. Se il veicolo trasporta,
in momenti separati, prodotti diversi, il conducente dovrà pulire il mezzo tra un carico e l’altro,
sempre allo scopo di prevenire eventuali contaminazioni.
Sia in stoccaggio che in fase di trasporto, i contenitori primari del prodotto non devono mai essere
direttamente a contatto con il suolo. Dal semplice pallet, che tra l’altro è necessario per la movimentazione
utilizzando mezzi meccanici, a prodotti più sofisticati, le soluzioni sul mercato non mancano.
I contenitori
In queste operazioni sono perfettamente
adeguate le procedure utilizzate
nel trasporto refrigerato per consentire
la circolazione dell’aria refrigerata
all’interno del vano di carico
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 43
Nelle fasi di trasporto del prodotto inserito nei contenitori appositi (non quelli di ammassamento,
che non hanno aperture), il carico deve essere disposto in modo che le aperture di ventilazione
siano allineate. La pratica è valida sia per il trasporto a temperatura ambiente che per quello a
temperatura controllata, perché comunque evita il ristagno dell’etilene emesso naturalmente dai
prodotti. Se le casse sono caricate su pallet, lo stesso accorgimento deve essere seguito anche
nella disposizione dei pallet.
Per quanto riguarda i contenitori per il trasporto di frutta e verdura fresca, dai cassoni utilizzati
nel cosiddetto “primo miglio” alle cassette che vengono anche utilizzate per la presentazione del
prodotto nel punto di vendita al dettaglio, passando per le baltresche indispensabili per i prodotti
a rischio di danni da compressione, approfittiamo dell’occasione per spezzare una lancia
a favore della plastica. I contenitori in plastica sono ormai disponibili in molte forme dimensioni,
Capitolo 7
Capitolo 7
RACCOMANDAZIONI GENERALI PER IL CONTENIMENTO DEI FATTORI DI COMPROMISSIONE
RACCOMANDAZIONI GENERALI PER IL CONTENIMENTO DEI FATTORI DI COMPROMISSIONE
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 44
anche specializzate per categoria di prodotto. Di recente sono divenute disponibili anche versioni
ripiegabili, che offrono l’evidente vantaggio di occupare meno spazio quando vuote, oltre ridurre
il disordine all’interno dei luoghi di stoccaggio.
Anche per i prodotti alimentari
i principali vantaggi
delle attrezzature plastiche
per lo stoccaggio
e la movimentazione sono
legati principalmente alla
loro leggerezza, versatilità
ed elevata resistenza
Esistono da decenni materiali plastici per il contatto alimenti (come polietilene e polipropilene) che
sono leggeri, facilitando lo spostamento delle attrezzature e riducendo il carico di lavoro fisico per
gli operatori, oltre a contribuire ad una diminuzione dei costi di trasporto. Questa caratteristica,
unita alla resistenza della plastica agli urti e alla sua durabilità, assicura che le attrezzature sono
adatte a un uso frequente e a condizioni ambientali variabili, aumentando così la loro vita utile e
riducendo la necessità di sostituzioni frequenti. Le attrezzature plastiche sono particolarmente
resistenti alle variazioni di temperatura e alle percentuali elevate di umidità relativa, quindi ideali
per lo stoccaggio o il trasporto a temperatura e umidità ottimizzata (vedi argomento successivo).
Le attrezzature in plastica sono inoltre semplici da pulire e manutenere, aspetto cruciale per
mantenere elevati standard igienici. La superficie liscia e non porosa della plastica per contatto
alimenti impedisce l'accumulo di batteri e facilita la pulizia e la disinfezione, particolarmente
importanti per prevenire la contaminazione crociata. La differenza con altri materiali spesso
utilizzati in questo ruolo, come legno e cartone, è evidente. Ricordiamo che stiamo parlando dei
contenitori per lo stoccaggio e il trasporto di frutta e verdura fresca sfuse. Per gli imballi monouso
valgono considerazioni diverse (vedi prossimo argomento).
Il caricamento dei prodotti sui mezzi di trasporto diretti ai centri ortofrutticoli dovrebbe essere
sempre effettuato in un luogo ombreggiato. Se il veicolo non ha una copertura fissa, i prodotti
devono essere sempre coperti con un telone sistemato in modo da consentire la protezione dagli
elementi atmosferici, dalla polvere e dalle variazioni di temperatura. La copertura deve essere
sistemata in modo da garantire una ventilazione appropriata ma non eccessiva (ricordiamo che
la velocità dell’aria influisce sulla pressione di vapore). Anche per il trasporto non a temperatura
controllata, le fermate intermedie e il ricaricamento dei prodotti dovrebbe essere mantenuti al
minimo per ridurre il rischio di danneggiamenti e l’entrata di agenti infestanti.
Compatibilità dei prodotti
Nel precedente argomento abbiano spiegato che i prodotti ortofrutticoli sono diversi tra di loro
per due ordini di fattori: produzione e sensibilità all’ormone vegetale etilene e sensibilità alla temperatura.
Di questi secondi ci occuperemo nel prossimo argomento. La sensibilità all’etilene è un
fattore di cui bisogna assolutamente tenere conto sia in stoccaggio che in trasporto. In particolare,
bisogna evitare la coesistenza nello stesso spazio, dalla sala del magazzino sino alla cassetta
per la distribuzione al dettaglio, di frutta e ortaggi non compatibili, per la cui classificazione rimandiamo
alla già citata tabella (vedi pag 27). Qui aggiungiamo che esistono differenze anche tra
varietà e varietà e tra cultivar e cultivar di una stessa specie.
Una varietà è una caratteristica che si sviluppa spontaneamente
all'interno di una specie attraverso la selezione
naturale, mentre una cultivar è una varietà di
pianta selezionata e mantenuta dall'uomo attraverso
la coltivazione e la riproduzione.
Spesso i termini vengono utilizzati in modo intercambiabile
per descrivere un certo prodotto, anche perché
nel caso di prodotti tradizionali solo un’analisi genetica
può rivelare se si tratti di una mutazione spontanea
o meno
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 45
Movimentazione e caricamento
Per questo è necessario un’analisi approfondita prima di intraprendere uno stoccaggio o un trasporto
che superi le poche ore. (vedi nota Regiroli, Colelli-Inglese, UNECE).
La movimentazione dei contenitori all’interno degli stoccaggi, verso le postazioni di condizionamento
e lavorazione o verso i mezzi di trasporto, devono essere effettuati da personale formato e
con la massima cura per evitare urti e danni al prodotto (oltre che per la sicurezza dei lavoratori).
Una fase critica è quella dell’impilamento e dello spilamento dei contenitori, che non dovrebbe
mai superare i sette-otto strati per i contenitori bassi e anche meno per quelli alti.
Capitolo 8
Capitolo 8
RACCOMANDAZIONI GENERALI PER IL CONTENIMENTO DEI FATTORI DI COMPROMISSIONE
Tecniche e tecnologie
per l’eliminazione dei fattori
di compromissione
breve durata, non sembrano agire direttamente su insetti o patogeni ma invece, sottoponendo
la frutta a stress, ne stimola la produzione di difese naturali, come antiossidanti. Parzialmente
simile è il discorso per i trattamenti a ultravioletti, nella gamma di frequenza UV-C (190-280
nanometri), dove oltre all’azione diretta sui patogeni e sugli insetti, anche a intensità relativamente
basse, si riscontra un aumento degli antiossidanti oltre che di strutture tissutali legate
alla difesa verso gli agenti esterni. In entrambi i casi, sebbene promettenti queste tecniche non
stanno avendo grande diffusione per motivi essenzialmente di costo, oltre che per il fatto che
richiedono per sicurezza una formazione specifica del personale.
In questa parte del Quaderno tratteremo le tecniche e le tecnologie che ritardano la perdita di
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 46
qualità della frutta e verdura fresca agendo sui fattori naturali che la determinano. Si tratta
in un certo senso di rallentare il tempo per il prodotto. Le tecniche di cui parleremo vengono
applicate in modo continuativo in tutta o parte della catena logistica. Accenniamo però qui
brevemente ad alcune che vengono applicate nelle fasi iniziali, per proseguire nella metafora
cercando di far tornare indietro l’orologio prima che inevitabilmente inizi e ticchettare.
Stiamo parlando di tecniche che agiscono su alcuni fattori specifici del decadimento, ossia
la presenza di insetti e di patogeni. Si tratta di una disinfezione effettuata senza l’utilizzo di
prodotti chimici, che oggi si tende ad evitare in post-raccolta per la persistenza di residui che
sono difficili da eliminare.
La tecnica oggi più utilizzata su frutta e
ortaggi è il trattamento termico tramite:
FRUTTA SENSIBILE AL CONGELAMENTO TEMPERATURA MINIMA CONSIGLIATA IN C
Albicocca - 0,5 / 0
Ananas 7 / 13
Anguria 10 / 5
Arancia
3 / 9 (zone aride) 0 / 2 (zone umide)
Banana 13 / 15
Caco 0
Carambola 9 / 10
Ciliegia
0 (varietà acidule) -1 / 0 (varietà dolci)
Cotogno -0,5 / 0
Dattero -18 / 0
Fico -0,5 / 0
Fragola 0
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 47
Guava 5 / 10
Kiwi 0
Lampone -0,5 / 0
Limetta 9 / 10
IMMERSIONE SPRUZZO VAPORE ARIA RADIO-
FREQUENZE
MICROONDE
TRA 40 °C
E 63 °C
Limone 10 / 13
Litchi 1 / 2
Mandarino (tutte varietà) 4 / 7
La durata di applicazione va da pochi secondi ad alcuni giorni e non è adatta per tutte le specie
di frutta e verdura e nemmeno di varietà/cultivar all’interno della stessa specie. Per esempio,
nelle mele Fuji il trattamento ad aria calda a 45 gradi non ha controindicazioni, mentre per
le Golden Delicious si riscontra una perdita di fenoli e di antiossidanti.
Oltre a non essere costantemente efficace, il trattamento termico comporta anche il problema
che deve essere tenuto sotto stretto controllo per evitare, come detto in precedenza, danni al
prodotto. Recentemente si sono avviate sperimentazioni con altri sistemi. Una è l’applicazione
alla frutta di pressioni atmosferiche più basse o più alte di quella normale che, essendo di
Mango 13
Mela -1,1
Melograno 5 / 7,2
Melone cantalupo 2 / 5
Melone giallo 7 / 10
Melore verde 5 / 10
Mirtillo blu - 0,5 / 0
Mirtillo nero - 0,5 / 0
Capitolo 8
Capitolo 8
TECNICHE E TECNOLOGIE PER L’ELIMINAZIONE DEI FATTORI DI COMPROMISSIONE
TECNICHE E TECNOLOGIE PER L’ELIMINAZIONE DEI FATTORI DI COMPROMISSIONE
FRUTTA SENSIBILE AL CONGELAMENTO TEMPERATURA MINIMA CONSIGLIATA IN C
ORTAGGI SENSIBILE AL CONGELAMENTO TEMPERATURA MINIMA CONSIGLIATA IN C
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 48
Mirtillo rosso 2 / 5
Mirtillo rosso 2 / 5
Mora - 0,5 / 0
Nettarina - 0,5 / 0
Noce di cocco 0 / 2
Papaya 7 / 13
Pepino 5 / 10
Pera - 1,5 / - 0,5
Pesca -0,5 / 0
Pomelo 7 / 9
Pompelmo 10 / 15
Ribes nero - 0,5 / 0
Ribes rosso o bianco - 0,5 / 0
Sambuco - 0,5 / 0
Uva - 0,5 / 0
Uva spina - 0,5 / 0
ORTAGGI SENSIBILE AL CONGELAMENTO TEMPERATURA MINIMA CONSIGLIATA IN C
Aglio 0
Aneto 0
Asparago 2,5
Avocado 3 / 5
Barbabietola rossa 0
Basilico 12
Bietola 0
Broccoli 0
Carciofo 0
Carota 0
Cavolfiore 0
Cavolini di Buxelles 0
Cavolo cappuccio 0
Cavolo cinese 0
Cavolo riccio 0
Cetriolo 10 / 13
Cime di rapa 0
Cipolla 0
Coriandolo 0 / 1
Crescione 0
Fagiolini 4 / 7
Finocchio 0 / 2
Ginseng 0
Indivia 0
Lattuga 0
Mais dolce 0
Melanzana 10 / 12
Oliva 5 / 10
Pastinaca 0
Patata
10- / 5 (novelle) 4 / 12 (raccolta tardiva)
Patata dolce 13 / 15
Peperoncino 5 / 10
Peperone
7- / 0 (dolce) 5 / 10 (piccante)
Piselli 0
Pomodoro
10 / 13 (verde) 8 / 10 (maturo)
Porro 0
Prezzemolo 0
Rabarbaro 0
Radicchio 0
Rafano -1 / 0
Rapanello 0
Rapanello 0
Scalogno 0
Sedano 0
Sedano rapa 0
Spinaci 0
Tarassaco 0 / 2
Topinambur 0
Zenzero 12
Zucca 12 / 15
Zucchina 7 / 10
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 49
Cicoria e insalata belga 0
NO
SÌ
Capitolo 8
Capitolo 8
TECNICHE E TECNOLOGIE PER L’ELIMINAZIONE DEI FATTORI DI COMPROMISSIONE
TECNICHE E TECNOLOGIE PER L’ELIMINAZIONE DEI FATTORI DI COMPROMISSIONE
Temperatura e umidità controllata
La compresenza nella stessa cella di pedane già fredde e altre più calde in fase di raffreddamento
può inoltre provocare condensa sul prodotto già freddo. Il pre-raffreddamento in cella
tradizionale non viene quindi più considerato adeguato per tutti i motivi sopra elencati, soprattutto
in condizioni di esigenza logistica dove i tempi richiesti per la disponibilità del prodotto si
accorciano, specialmente in fase di massima richiesta del mercato.
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 50
Abbiamo più volte ripetuto che temperatura e umidità relativa sono i due fattori più importanti
per il mantenimento della qualità dell’ortofrutta lungo la catena logistica che porta al
consumatore. All’interno di ogni fase della catena il controllo ha modalità e finalità differenti.
Nell’immediata post-raccolta, ancora in campo e fino a tutta la fase di condizionamento (pulizia,
lavaggio, eccetera) temperatura e umidità devono essere tenute vicine a quelle di raccolta.
Quando si ha refrigerazione essa è relativa all’aria, non al prodotto.
Se il prodotto non viene avviato
subito alla commercializzazione,
la refrigerazione cambia oggetto
e ora punta a ridurre
la temperatura del prodotto
Il processo avviene nei centri ortofrutticoli e si definisce pre-refrigerazione, concettualmente
differente dalla frigoconservazione. Per fare questo dovrebbero essere utilizzate apparecchiature
e metodi specializzati, specifici per ogni prodotto. L’obiettivo è il raggiungimento nel
più breve tempo possibile della temperatura ottimale di conservazione dei prodotti in tutto
il loro volume. Non entriamo nei dettagli perché essi non riguardano propriamente la fase di
trasporto. Riassumiamo solo che i metodi di raffreddamento utilizzati per la frutta e la verdura
fresca si distinguono in base al fluido refrigerante che entra in contatto col prodotto utilizzato,
in base alla tipologia dello scambio termico, ossia come il calore viene sottratto dal prodotto
(convenzione, calore residuo, metodi misti). In tutti i casi, il fluido refrigerante non deve avere
una temperatura troppo vicina a quella limite oltre la quale si hanno danni, anche se la temperatura
cui viene portato il prodotto resta lontana da quella limite.
Nella realtà, nella maggior parte dei casi non esiste un impianto di pre-refrigerazione separato
da quello di frigoconservazione. Si utilizza infatti la normale cella frigorifera, che viene
dimensionata in termini impiantistici in base a parametri di stoccaggio come il volume di rotazione
giornaliero dei prodotti. In particolare, il refrigeratore è sottodimensionato per la pre-refrigerazione,
per cui il metodo più diffuso è anche quello meno efficiente dal punto di vista del
tempo necessario, 20-100 ore, e dell’uniformità del raffreddamento.
Il controllo e il mantenimento
dell’umidità relativa, almeno 90-95%,
diventa cruciale, perché tempi molto
lunghi di pre-raffreddamento con
circolazione d’aria portano a perdita
notevole di acqua.
LA FRUTTA E VERDURA RACCOLTE FRESCHE SONO ANCORA VIVE
O2
A parere di chi scrive sulla base degli autori consultati, il fatto che sia comunque il più utilizzato
all’interno della catena logistica fa emergere dei dubbi che l’integrità della catena del freddo
debba ricadere come responsabilità esclusivamente sulla fase di trasporto.
Una volta pre-refrigerato, il prodotto può essere conservato in loco per poi essere confezionato
per il consumatore finale, popolando la categoria di prodotto oggi definita Prima Gamma Evoluta,
ossia prodotti non lavorati (come lo è la IV Gamma, vedi oltre). Alternativamente il prodotto
può essere trasportato alla distribuzione (passando attraverso i Ce.Di., come abbiamo visto
all’inizio di questo Quaderno) per essere venduto sfuso, sia individualmente che in contenitori
aperti. Accade sempre più spesso che il confezionamento avvenga a cura del distributore,
presso i Ce.Di o addirittura sul punto vendita. Si tratta della categoria del pre-pesato, dove il
confezionamento si limita a un sacchetto di plastica o poco più e nessuna differenza rispetto
allo stesso prodotto sfuso (se non di prezzo al kilo).
CO2
H2O
C2H4
Calore
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 51
Capitolo 8
Capitolo 8
TECNICHE E TECNOLOGIE PER L’ELIMINAZIONE DEI FATTORI DI COMPROMISSIONE
TECNICHE E TECNOLOGIE PER L’ELIMINAZIONE DEI FATTORI DI COMPROMISSIONE
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 52
La fase di trasporto a temperatura controllata può avvenire con mezzi certificati in regime ATP
o meno. Tra questi secondi vanno annoverati i container per il trasporto aereo, quelli per il trasporto
intermodale, nati per quello marittimo, e i carri ferroviari, tutti mezzi che non rientrano
nell’ambito del trattato, sia per il trasporto transfrontaliero che per quello interno in quegli Stati
che usano l’ATP come regola valida anche per quest'ultimo. Non esiste differenza sostanziale per
quanto riguarda le funzionalità tecniche di mantenimento della temperatura controllata. La differenza
è che l’ATP costituisce una norma valida erga omnes per il trasporto di alimenti deperibili su
gomma, MA, come abbiamo detto nella parte relativa alle normative, NON esiste una normativa
europea o italiana che prescriva che il trasporto di frutta o verdura fresca debba avvenire a una
certa temperatura. L’unica eccezione, e la cosa che più si avvina a una normativa, è quella della
cosiddetta IV Gamma che viene richiamata al punto III dell’Annesso 3 del Manuale ATP con una
temperatura massima di 8 gradi. Vedremo nella prossima parte che in realtà la definizione del
manuale lascia fuori alcuni prodotti che normalmente vengono considerati IV Gamma.
Tutte le altre indicazioni che si trovano in documenti commerciali online o cartacei sono al massimo
dei consigli, nonostante vengano fatte passare come norme, per esempio in ambito HACCP.
In realtà questi consigli, per esempio quello spesso ripetuto di conservare o trasportare la frutta
e la verdura alla temperatura massima di 8 gradi, come evidenziato in altra parte del Quaderno,
si riferisce alla IV Gamma e può essere addirittura controproducente e porta a perdita di qualità
e non permette di sfruttare la resistenza alle basse temperature di alcuni tipi di frutta e verdura.
Il motivo, ripetiamo, è semplicemente che le normative sono mirate alla sicurezza alimentare (sanitaria)
e non alla preservazione della qualità.
Trasportare frutta e verdura d’inverno o d’estate non richiede lo stesso tipo di mezzo, se ne sono
recentemente accorti per esempio i tedeschi durante le recenti ondate di calore. Ricordiamo
che su insistenza della Russia e di altre nazioni nordiche, la più recente revisione sostanziale
del trattato ATP ha inserito le classi dei riscaldati, necessari per trasportare frutta e verdura a
temperature esterne rigidissime. Le stesse raccomandazioni, mutatis mutandis, si applicano
anche in caso di utilizzo di multiscomparto: a ogni gruppo compatibile il suo scomparto.
Rispetto ad altri tipi di alimenti, il trasporto a temperatura controllata di ortofrutta, specie su
percorrenze superiori a qualche ora, richiede anche il controllo e il mantenimento dell’umidità
relativa, in modo differenziato secondo i gruppi di compatibilità. Oggi l’ATP, i protocolli HACCP
e le altre normative vigente erga omnes non prescrivono un livello di umidità relativa per il
trasporto di frutta e verdura fresca, e se per quello per nessun’altra derrata alimentare. Lo
stesso vale dal punto di vista delle caratteristiche tecniche degli impianti di monitoraggio della
temperatura. Esistono sensori di umidità relativa per il trasporto, ma essi non sono prescritti in
alcuna normativa. Tecnicamente sono presenti nelle tipologie non-ATP (container reefer), ma
non sono normati se non dal punto di vista tecnico, non operativo.
La nostra raccomandazione è quindi di dotare i mezzi di questi sensori, mantenere monitorata
l’umidità e intervenire in caso di scostamenti. I gruppi frigo lavorano già con UR del 85%. Massima
attenzione va riservata ai trasporti a lunga distanza per i prodotti che richiedono UR più
alta, anche prossima al 100%, come abbiamo visto.
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 53
Ciò che conta è il differenziale
di temperatura mantenuto tra l’interno
e l’esterno della cassa di carico,
che dipende dal fattore di isolamento K
e dalla potenza frigorifera installata
Atmosfera modificata e controllata
La conservazione di alcuni tipi di frutta in caverne, cantine e in contenitori ermetici, come i
La raccomandazione per la preservazione della qualità in regime di temperatura controllata è
quindi di dotarsi e utilizzare mezzi di trasporto (ATP se su gomma) in grado di mantenere la temperatura
della frutta e della verdura uguale a quella che aveva al momento del carico. Ammesso che
l’originatore del carico, ossia colui che ha effettuato il pre-raffreddamento, abbia seguito le raccomandazioni
dell’UNECE (tabelle sulle temperature ottimali e sulla sensibilità al freddo e compatibilità
tra diversi prodotti), la classe ATP minima è la FNA/FNAX in grado di mantenere la temperatura
costante tra gli 0 e i 12 gradi centigradi per i Gruppi 1A, 1B e 2, mentre per il Gruppo 3 (13-18 gradi)
in teoria sarebbe sufficiente un coibentato (non normato ATP e con grandi limitazioni secondo la
regolamentazione italiana) ma è consigliabile almeno un isotermico normale (classe ATP “IN”).
barili, era praticata da molto tempo prima che i progressi nella conoscenza della fisiologia
vegetale fornissero indicazioni sui benefici che qualche tipo di modifica della composizione
dell’atmosfera avrebbe potuto apportare alla conservazione di frutta, e poi anche di verdura e
ortaggi. Solo negli anni ‘50 del secolo scorso, però, si arrivò alle prime applicazioni, basate sulla
riduzione a pochi punti percentuali dell’ossigeno e all’aumento dell’anidride carbonica. Una
svolta si ebbe a metà degli anni ‘80 con l’introduzione in Alto Adige della tecnologia ULO (Ultra
Low Oxygen) all’1% per la conservazione di lunga durata delle mele.
Capitolo 8
TECNICHE E TECNOLOGIE PER L’ELIMINAZIONE DEI FATTORI DI COMPROMISSIONE
Capitolo 8
TECNICHE E TECNOLOGIE PER L’ELIMINAZIONE DEI FATTORI DI COMPROMISSIONE
Confezionamento avanzato e attivo
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 54
Negli ultimi 20 anni il controllo
dell’atmosfera di conservazione
è passato da statico, ossia
predeterminato, a dinamico, ossia
variabile sulla base di diversi
parametri, alcuni temporali, altri
legati allo stato effettivo del prodotto,
rilevato tramite sensori
Uno di questi è la presenza di etilene emesso naturalmente dai frutti, su cui si agisce abbassando
progressivamente il contenuto di ossigeno. L’ossigeno è necessario per la reazione metabolica di
produzione di etilene, mentre l’anidride carbonica è un inibitore della stessa reazione. Si è passati
quindi dall’atmosfera semplicemente modificata a quella controllata.
Tutte queste tecniche, che richiedono ambienti a tenuta e una serie di apparecchiature specifiche
(sensori, generatori di azoto, decarbonatori per l’assorbimento della CO2, depuratori di etilene e
Il confezionamento dei prodotti ortofrutticoli con materiali plastici o misti è stato ideato per
una serie di finalità, dalla protezione da urti e abrasioni alla maggiore sicurezza igienica fino
alla possibilità di utilizzare il contenitore come veicolo di informazioni di legge (etichettatura)
o marketing.
L’avvento di film plastici che
permettono di sigillare a tenuta la
confezione ha portato all’estensione
dell’atmosfera modificata e poi
controllata anche al packaging e
quindi al confezionamento avanzato
BOX CONSERVAZIONE O TRASPORTO ATP CON FILM PERMEABILE
0,03%
78%
21%
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 55
altro ancora), hanno effetti positivi sulla conservazione di frutta e verdura fresca. Ciò non vale per
tutte le specie e le varietà/cultivar. Per esempio, la riduzione di contenuto d’ossigeno e l’aumento
N2
Calore
dell’anidride carbonica riduce la respirazione, ma per certe specie ha l’effetto contrario. Da diversi
studi, anche altri fattori regolano, in modo non ancora chiarissimo, la risposta all’atmosfera con-
CO2
O2
trollata, per esempio il grado di maturazione. Bisogna poi notare che in certe specie la riduzione
eccessiva dell’ossigeno provoca effetti tossici, per esempio l’instaurarsi di processi di fermentazione
anaerobica, con conseguente produzione di cattivi o insoliti odori.
H2O
C2H4
L’atmosfera controllata per sua natura viene utilizzata estesamente in applicazioni statiche, molto
meno in quella legate al trasporto, con l’eccezione del trasporto marittimo, sia nelle navi refrigerate
bananiere che per i container reefer, dove il peso delle apparecchiature necessarie è meno
Una volta sigillata, in realtà, l’aria presente all’interno viene modificata naturalmente dall’atti-
importante e soprattutto il percorso non prevede l’apertura dei contenitori e/o della stiva. L’atmo-
vità respiratoria del prodotto. L’ossigeno viene consumato e immessa anidride carbonica, ma
sfera controllata nelle altre modalità di trasporto e nella fase di commercializzazione rientra dalla
dal momento che le pellicole polimeriche non sono a tenuta stagna si avvia uno scambio tra
finestra però attraverso il confezionamento avanzato o attivo.
anidride carbonica che esce e ossigeno che entra, sino al raggiungimento di un equilibrio.
Scegliendo il tipo di materiale di chiusura si può fare in modo che l’attività respiratoria stessa
porti alla composizione gassosa desiderata. Per esempio, esistono pellicole che fanno passare
poco ossigeno ma molta CO2. Una strada alternativa è la modifica attiva dell’atmosfera
Capitolo 8
Capitolo 8
TECNICHE E TECNOLOGIE PER L’ELIMINAZIONE DEI FATTORI DI COMPROMISSIONE
TECNICHE E TECNOLOGIE PER L’ELIMINAZIONE DEI FATTORI DI COMPROMISSIONE
all’interno della confezione, che viene effettuata sigillando la confezione in apposite camere dove
viene mantenuta la composizione desiderata.
Chiudiamo questa parte trattando della modalità di trasporto degli imballaggi ad atmosfera
modificata/controllata e di quelli attivi. Il fattore primario è la temperatura.
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 56
Questa tecnologia ha aperto la strada verso l’utilizzo di atmosfere non convenzionali, ossia che
non si otterrebbero con la respirazione naturale. Nel campo ortofrutticolo, a differenza per esempio
che per i prodotti animali, queste tecnologie sono ancora in fase sperimentale anche perché
non se ne comprende fino in fondo il meccanismo d’azione e di conseguenza la loro efficacia è
aleatoria. Per fare un paio di esempi, usando una percentuale di ossigeno e di anidride carbonica
molto superiori a quella atmosferica si hanno avuto effetti benefici su fragole e mirtilli (effetto
antimuffa) e su alcuni tipi di lattuga (inibizione della fermentazione). Sostituendo l’argon all’azoto
certa frutta e verdura sopporta livelli di ossigeno più bassi di quelli tollerati in presenza di azoto,
con conseguente riduzione della respirazione sena i problemi di fermentazione anaerobica. L’uso
del protossido d’azoto (N2O) rallenta la maturazione nei pomodori e nell’avocado, ritardando la
fase di autoproduzione esponenziale di etilene (autocatalisi).
Il confezionamento attivo compie
un passo avanti, in quanto non
si limita a proteggere fisicamente
il prodotto e a contenere la miscela
di gas in cui si trova ma interagisce
chimicamente e biologicamente
Ogni tipo di materiale, per esempio
le pellicole polimeriche, utilizzate ha
il suo funzionamento ottimale in un
certo intervallo di temperatura e una
certa percentuale di umidità relativa.
VALORI DI PERMEABILITÀ PER MATERIALI COMUNEMENTE UTILIZZATI NEL PACKAGING
POLIMERO
PERMEABILITÀ ALL'OSSIGENO
[cm 3 mm/(m 2 day atm)]
PET 1-5 0,5-2
PP 50-100 0,2-0,4
PE 50-200 0,5-2
PS 100-150 1-4
PEN 0,5 0,7
PA 0,1-1 0,5-10
PVOH 0,02 30
EVOH 0,001-0,01 1.6-3,6
PERMEABILITÀ AL VAPORE ACQUEO
[g mm/(m 2 day atm)]
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 57
Citiamo verbatim dalla referenza Colelli-Inglese quella che ci sembra una sintesi perfetta: “Il
packaging attivo ha lo scopo di estendere la vita commerciale del prodotto attraverso il rilascio
di principi attivi nello spazio di testa oppure attraverso l’assorbimento di componenti dallo spazio
di testa. In funzione della tipologia di applicazione può consistere in bustine (o tappetini) che
contengono il principio attivo e che vengono inserite all’interno dell’imballaggio, oppure, in altri
casi è lo stesso materiale di imballaggio che incorpora il principio attivo”. Aggiungiamo solo che
recentemente la tendenza e di andare verso il secondo caso, anche in vista di una riduzione del
numero di materiali diversi usati negli imballaggi monouso, che ne facilitano il riciclo.
I principi attivi hanno diversi obiettivi. Per assorbire ossigeno si usa monossido di ferro, per l’anidride
carbonica il carbone attivo e altri composti, per l’etilene il permanganato di potassio o
di recente strati di poche molecole di ossido di titanio depositati sulla superficie dell’imballo (in
polipropilene) che si attiva grazie agli ultravioletti della luce solare. Per la riduzione della carica
microbica si usa anidride solforosa (per l’uva) od olii essenziali, di cui esistono molti tipi diversi.
L’unico limite è che le quantità e le tipologie devono essere accuratamente selezionate per evitare
impatti sulle caratteristiche organolettiche del prodotto.
PLA 3,5-15
Per esempio, la permeabilità di una pellicola aumenta da 3 a 5 volte ogni dieci gradi di aumento
della temperatura perché l’agitazione delle molecole di gas aumenta fornendo maggiore
energia cinetica alle stesse per attraversare la barriera. Questo senza considerare le modifiche
strutturali apportate alla pellicola stessa (dilatazione termica). Esistono anche inserti per il
materiale di imballaggio in grado di modificare entro certi limiti le caratteristiche di barriera
delle pellicole in dipendenza dalla composizione gassosa o della temperatura. Per quanto riguarda
gli imballaggi attivi, la temperatura influenza la volatilità dei principi attivi e quindi la
loro densità all’interno dell’imballo, con conseguenza variabili, oltre che con il rischio di ridurre
il periodo di copertura.
La raccomandazione per il trasportatore è quindi di chiedere di essere informato dell’intervallo
di temperatura e di umidità relativa ottimale per un certo tipo di imballaggio. Di converso,
per il committente del trasporto la fornitura di queste informazioni dovrebbe essere una prassi
di routine per mettere in condizione il trasportatore di effettuare il proprio servizio
Capitolo 9
Capitolo 9
UN CASO PARTICOLARE: IV GAMMA
Un caso particolare:
IV Gamma
dianamente è possibile vedere peraltro nei punti vendita della GDO la stessa frutta e gli stessi
ortaggi porzionati anche in modo più minuto e chiaramente non gestiti come la IV Gamma. Si
tratta di un vuoto normativo da segnalare.
L’obbligo del mantenimento degli otto gradi massimi è valido solo post-lavorazione, ma abbiamo
visto che la possibile degradazione della qualità dei prodotti ortofrutticoli inizia già in fase
immediatamente post-raccolta. Le stesse raccomandazioni fatte in merito in modo generale
sono anche più valide per quanto riguarda i prodotti destinati alla IV Gamma: raccolta con
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 58
Con IV Gamma si definiscono la frutta e gli ortaggi/verdire fresche che dopo la raccolta vengono
sottoposti a una minima lavorazione industriale per poi essere confezionati in modo protetto,
quasi sempre in atmosfera modificata, e avviati alla vendita. Le lavorazioni prevedono di
solito mondatura, lavaggio, taglio, a volte sbucciamento, asciugatura. Un prodotto di quarta
gamma è pronto a essere mangiato, non richiedendo alcuna manipolazione ulteriore da parte
del consumatore. Per questo motivo è fondamentale che durante tutta la catena, dalla raccolta
sino alla commercializzazione, vengano mantenute condizioni ottimali dal punto di vista
igienico-sanitario e della preservazione massima delle caratteristiche qualitative del prodotto.
Unici in EU
soggetti ad
obbligo di legge
8 °C MAX
CATENA DI
DISTRIBUZIONE
(Italia 77/2011 - 13/8/2015)
Per questi motivi, i prodotti di IV Gamma sono gli unici nell’Unione Europea dove sia in vigore
un obbligo di legge relativo al mantenimento di una temperatura massima di 8 gradi centigradi
all’interno della catena di distribuzione (per l’Italia 77/2011, entrata in vigore il 13 agosto del
2015). La stessa prescrizione si ritrova anche nelle regole ATP, come abbiamo già detto, per cui
si può dire che la prescrizione degli otto gradi abbia una valenza sovra-europea, pur ricordando
che il trattato ATP di per sé è valido solo per i trasporti transfrontalieri. Inoltre, curiosamente
l’ATP esclude dalla IV Gamma la frutta e gli ortaggi solo tagliati a metà (angurie, meloni, ma
anche zucche, per i quali quindi non ritiene necessario il mantenimento degli 8 gradi. Quoti-
temperatura fresca, ombreggiamento degli ammassi post-raccolta, schermatura dagli agenti
atmosferici. Nella maggior parte dei casi, il luogo di raccolta e quello di lavorazione si trovano
a grande distanza l’uno dall’altro, anche diverse centinaia di chilometri, perché il luogo di lavorazione
si trova vicino a quello di consumo. Per questo il trasporto dal campo o dal centro
ortofrutticolo dove viene effettuato il condizionamento di base (rimozione di residui terrosi,
foglie, insetti) e soprattutto la cernita (solo i prodotti migliori vengono avviati alla lavorazione)
deve essere effettuato a temperatura controllata, sulla base delle caratteristiche dei singoli
ortaggi e frutta.
La vita commerciale convenzionale di un prodotto di IV Gamma con cultivar non modificate o
selezionate è di circa 7 giorni, di cui 5 devono essere dedicate alla presenza sul banco o nel frigorifero
del consumatore. Restano due giorni in cui si concentrano raccolta, condizionamento
e cernita, spedizione, lavorazione, confezionamento e spedizione ai centri distribuzione. È una
corsa contro il tempo che comporta alta specializzazione e alti costi, per cui anche se il prezzo
per quantità di prodotto è molto più alto di quello di frutta e verdura normali i margini sono
molto bassi. Il rischio è di un’alta percentuale di scarto post-distribuzione o di perdita di qualità
che pregiudica la ripetizione dell’acquisto.
Da informazioni raccolte in modo
informale, il 40% del prezzo (non del
costo di produzione) di un prodotto
di IV Gamma è ascrivibile a logistica
e trasporto, per cui la pressione per
abbattere i costi a scapito della
qualità del servizio è molto forte
Si tratta naturalmente di una soluzione con conseguenze negative per la qualità e la reputazione
del prodotto. Per questo negli ultimi anni gli operatori della IV Gamma cercano di posizionare
la trasformazione più vicino possibile alla raccolta, oppure il contrario. Utilizzando
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 59
Capitolo 9
UN CASO PARTICOLARE: IV GAMMA
EVOLUZIONE
DELLA
4.0
Scopri di più
infatti tecniche idroponiche e di vertical farming, la produzione di ortaggi (soprattutto insalate)
destinate alla IV Gamma può essere avvicinata allo stabilimento di lavorazione, se non fatta coincidere.
Si tratta di tecnologie, soprattutto il vertical farming, che consente la maggiore flessibilità,
che hanno costi di produzione unitari più alti di quelle tradizionali, anche se compensate da a-stagionalità,
produttività elevatissima (anche 24 raccolti l’anno per certe specie e varietà), condizioni
igienico-sanitarie (es. carica batterica) controllate e ottimali, flessibilità nel mix produttivo quasi
in tempo reale.
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 60
I trattamenti mirati alla preservazione della qualità dei prodotti di IV Gamma vengono applicati in
due momenti: durante il lavaggio e in confezionamento. Nelle vasche di lavaggio vengono aggiunti
composti di vario tipo con due obiettivi: ridurre gli effetti di ossidazione sulle superfici tagliate, che
si manifestano con una colorazione bruna, e ridurre la carica batterica. Nel primo caso si usano
acidi carbossilici, come quello citrico (che ha uso tradizionale), l’acido ascorbico, acidi fenolici,
amminoacidi vari. Per la riduzione della carica batterica tradizionalmente si usa l’ipoclorito di sodio.
Oggi si tende a ridurre l’uso di cloro, ma non è stata ancora trovata una sostanza altrettanto
universale, per cui si usa dall’ozono fino agli UV, passando per acidi vari, aldeidi e molto altro. Oltre
ad essere ammessi in campo alimentar, tutti questi composti non devono lasciare residui e modificare
le caratteristiche organolettiche dei prodotti.
Tutte le altre considerazioni fatte
per frutta e verdura integre valgono
per la IV Gamma, con l’aggiunta
che si tratta di prodotti molto delicati
in cui la perdita di qualità anche
visive e tattili ha un influsso negativo
molto forte sul consumatore
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Capitolo 10
Capitolo 10
UN CASO PARTICOLARE: IV GAMMA
Il tracciamento:
etichettatura e controllo
delle condizioni del prodotto
Come per tutti gli alimenti, soprattutto freschi e a rischio di perdita di qualità, controllare il
percorso dall’origine alla tavola costituisce una garanzia fondamentale per il consumatore,
oltre per il mercato in genere, contribuendo a combattere i fenomeni di concorrenza sleale tra
operatori.
Come abbiamo visto la risposta ad agenti e condizioni come l’etilene o il freddo variano da
varietà e varietà e da cultivar e cultivar. Per esempio, la durata di una fragola varia di molto
se si tratta di una cultivar proveniente da lontano. La maggior durata di shelf life porta però
a minor sapore. Sta per arrivare in commercializzazione di massa una serie di nuove cultivar
di pesche e di nettarine, sviluppate in Italia dopo oltre dieci anni di incroci e selezioni, che
sono caratterizzate dall’emettere pochissimo etilene. Definite genericamente “stony hard” per
la croccantezza della polpa, resistono sia sull’albero che in post-raccolta. Sarà opportuno che
quando si diffonderanno nei punti vendita la cultivar specifica venga indicata per consentire
al consumatore di gestire al meglio il prodotto.
Il monitoraggio e controllo di temperatura e umidità
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 62
Diciamo subito che le norme europee e italiane sul tracciamento dei prodotti ortofrutticoli freschi,
che si esplicano essenzialmente nell’obbligo di etichettatura, sono molto lasche e si riducono,
anche nel recente regolamento delegato (UE) 2023/2429 della Commissione del 17 agosto
2023 (articolo VII, comma 1), all’obbligo di indicare al pubblico in sede di commercializzazione il
luogo di provenienza del prodotto (basta recarsi un punto vendita per vedere in cosa si esplichi
l’obbligo). Altre indicazioni, come categoria, calibro, varietà o cultivar, devono essere indicate
solo se espressamente richieste dalle norme relative alla commercializzazione. Per il nome
della varietà o cultivar, definite nell’allegato I parte B del regolamento citato, l’indicazione è
obbligatoria solo per mele, agrumi, pere, peperoni dolci, uva da tavola e banane. Per il resto
dell’universo ortofrutta, l’indicazione è volontaria.
Non si fa menzione di informazioni temporali, come la data di raccolta, o relative ai trattamenti
post-raccolta. Fanno eccezione arance e limoni, che vengo spesso trattati con cere e
paraffine, che hanno in certi casi (gommalacca) il vantaggio di chiudere i pori della scorza e
quindi ridurre la respirazione del frutto. Inoltre, se vengono utilizzati fungicidi deve essere indicato
che la buccia non è edibile. L’indicazione è obbligatoria sulle etichette delle confezioni
(anche le reti), ma non per la merce venduta sfusa, anche se dovrebbe essere riportata sul
contenitore con cui il prodotto raggiunge il punto vendita.
Non indicare la varietà o la
cultivar non è positivo in ottica di
preservazione della qualità.
Abbiamo spesso ripetuto che temperatura e umidità relativa sono i due fattori esogeni più
importanti nella preservazione della qualità dell’ortofrutta. Il mantenimento dei livelli ottimali
è fondamentale soprattutto nella fase di trasporto, dove i fattori esterni come le condizioni atmosferiche
sono forzanti rispetto alle condizioni base i cui effetti devono essere rilevati e controllati.
Non ci dilunghiamo sulla questione perché l’utilizzo di appositi sensori di temperatura
è ormai obbligatorio a norma ATP, che contiene anche indicazioni chiare su dove vanno collocati.
Aggiungiamo solo tre punti. Il trasporto dell’ortofrutta richiede una misurazione precisa, e
un mantenimento con intervento immediato, della temperatura perché i valori in gioco, sempre
sopra lo zero, si situano in un intervallo abbastanza limitato il cui superamento ha effetti non
lineari. Se per qualunque motivo, il prodotto va sotto lo zero, insorgono danni da freddo, mentre
se si supera il limite verso l’alto l’attività respiratoria cresce a un ritmo molto rapido con le
conseguenze già dette (vedi tabella).
Da questo deriva il secondo punto. È necessario che la temperatura all’interno della cassa di
carico sia monitorata in modo pervasivo, evitando che vi siano zone dove per la direzione del
flusso di aria fredda in uscita dalle bocchette, per la disposizione del carico o per “zone calde”
presenti nella cassa per i motivi più diversi (anche l’orientamento del sole), porti a livelli non
uniformi di temperatura. Quindi più del minimo numero di sensori prescritto in ATP andrebbe
installato. Terzo punto, al sensore di temperatura va accoppiato un sensore di umidità relativa.
I gruppi frigo per l’ortofrutta operano a un regime compreso tra il 70 e l’85%, mentre abbiamo
visto che alcune tipologie di prodotto richiedono valori molto più alti. Nel caso si debbano
affrontare lunghi viaggi il deficit di umidità può portare a problemi. Non esistono ancora sul
mercato del trasporto ATP, a conoscenza di chi scrive, umidificatori a nebbia fredda a bassa
pressione o a ultrasuoni, giù utilizzati nelle celle e sui banchi delle GDO, o altri tipi, come il sistema
Naturefresh di Carrier per i container reefer.
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 63
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 64
Capitolo 10
UN CASO PARTICOLARE: IV GAMMA
IMPORTANZA DELLA TEMPERATURA IN POST RACCOLTA | PRODOTTI NON SENSIBILI ALLE BASSE TEMPERATURE
TEMPERATURA
{°C)
Q10 MEDIO
Coefficiente incremento
respirazione ogni 10 °C
VELOCITÀ RELATIVA
DETERIORAMENTO
VELOCITÀ RELATIVA
SCAFFALE shelf life
0 1.0 100 | 3 mesi 1
10 3.0 3.0 33 | 1 mese 3
20 2.5 7.5 13 | 2 settimane 8
30 2.0 15.0 7 14
40 1.5 22.5 4 25
SCHERMATA DI UNA PIATTAFORMA COMMERCIALE DI MONITORAGGIO DELLA SENSORISTICA E DEI
GRUPPI FRIGO DI UN VEICOLO REFRIGERATO.
% PERDITA QUALITÀ
PER GIORNO
Un’energica
presenza
sul territorio
Nel 2023 il Board di OITAF ha ritenuto opportuno affrontare
direttamente le tematiche locali, facendosi
carico di trasmettere, nei bacini produttivi di riferimento
e d’eccellenza del territorio italiano aspetti
legati alla modernizzazione, alla tecnologia, alla digitalizzazione,
alle norme nazionali e internazionali,
esplorando nel contempo le esigenze e le prerogative
del trasporto ATP locale. La formula è quella del
convegno di 4-5 ore.
Ne è nato un tour che si sposta lungo la penisola,
un format non rigido ma sempre legato al contesto
territoriale. La prima puntata si è svolta a Roma,
con il partner Gruppo Artusi, con il quale sono state
esplorate le peculiarità laziali in termini di produzione,
trasporto, distribuzione. Poi è toccato a Bologna,
nell’ambito del Salone specializzato Refrigera.
Nel 2024 altri importanti appuntamenti di successo,
a iniziare da Pordenone, in occasione di AquaFarm,
per proseguire a Firenze (Prato Calenzano con il
partner Toscandia-Tempo Zero). Quindi il Transpotec
di Milano, dove OITAF ha anche presentato il Libro
Bianco del trasporto ADR. Altro appuntamento
di vasta eco quello gestito insieme a Rolfo Plastic
Gall a Pollenzo (Bra), che ha preceduto di pochissimo
la partecipazione alle giornate tecniche di Parigi
di Cemafroid.
E la storia di Frigo’n’Motion continua…
A fine 2025 è il momento di volgere
lo sguardo al sud, e tra le grandi piazze
del trasporto refrigerato spicca Bari,
sede della nona tappa di F’n’M
umidità
temperatura
Capitolo 11
Capitolo 10
UN CASO PARTICOLARE: IV GAMMA
Raccomandazioni finali
Come conclusione di questo Quaderno vorremmo lasciare un ottalogo a uso degli operatori del trasporto riguardo
le buone pratiche per la frutta e la verdura fresca. Il trasporto di questi prodotti può avvenire in diverse fasi
della catena logistico-produttiva.
1 2
5 6
Controllare temperatura e
umidità sia in locale che da
remoto a intervalli ravvicinati
e intervenire rapidamente per
correggere anomalie durante il
trasporto.
Prestare massima attenzione
nella movimentazione di
contenitori e pallet, soprattutto
se si trasportano prodotti
confezionati in ATM e ATP, siano
essi in IV Gamma o meno.
OITAF | Q12— Ortofrutta | pagina 66
Chiedere sempre informazioni
esaustive sulle caratteristiche
dei prodotti da trasportare,
importanti per la preservazione
delle caratteristiche qualitative.
Possono riguardare:
• la sensibilità al freddo temperature e umidità relative ideali
di trasporto,
• la sensibilità all’etilene compatibilità condivisione del vano
carico dal punto di vista di umidità, temperatura, autoproduzione
di etilene e sensibilità allo stesso.
3 4
Verificare che il prodotto sia
stato pre-raffreddato alla
temperatura ottimale nel
trasporto centri ortofrutticoli -
distribizione.
Mantenere adeguata
circolazione di aria.
Evitare di porre i contenitori a
diretto contatto col pavimento.
Seguire le buone pratiche di carico valide per tutto il
trasporto ATP.
• Preraffreddare il vano di carico
• Caricare a gruppo frigorifero spento.
Verificare che il prodotto sia
sistemato al riparo da agenti
atmosferici e ombreggiato
nel trasporto post-raccolta.
• Effettuare il trasporto nelle ore più fresche
• Utilizzare mezzi chiusi refrigerati
• Utilizzare mezzi aperti aerati, ma protetto da teloni.
Utilizzare mezzi ATP nelle
classi di temperatura adatte
alla tipologia di prodotto
trasportato e alla temperatura
eterna, anche stagionalmente.
Scegliere la categoria
immediatamente superiore
nella classe di temperatura.
A titolo esemplificativo:
• ATP FNA/FNAX per i Gruppi 1A, 1B e 2
• Gruppo 3 (13-18 gradi) in teoria sufficiente un coibentato
ma è consigliabile un isotermico normale (classe ATP “IN”).
Con temperatura esterna di 35 °C, difficilmente un
isotermico IN riuscirebbe a mantenere i 13-18 °C
nel vano di carico, però.
• Mantenere registrazione cronologica dei valori di
temperatura e umidità rilevati anche se non richiesti
contrattualmente dai committenti.
• Durante il trasporto, ridurre al minimo l’apertura delle
porte.
7 8
Rispettare le prescrizioni
igienico-sanitario nella
gestione del vano di carico,
dei condotti di aria fredda,
dei filtri e del gruppo frigo
per evitare la formazione di
colonie fungine o batteriche
che potrebbero portare a
contaminazioni crociate dei
prodotti trasportati.
Bibliografia e sitografia essenziali
Gestione della qualità e conservazione
dei prodotti ortofrutticoli
Colelli G. (cur.) , Inglese P. (cur.),
Edagricole , 2020
La qualità dei prodotti ortofrutticoli
freschi dalla raccolta al consumo
Giovanni Regiroli
Il confezionamento è realizzato con pellicole polimeriche
il cui grado di permeabilità a gas e acqua è ottimale
solo in determinati intervalli di temperatura. Il rischio è
di danneggiare il prodotto o accelerarne il deperimento
interferendo sulle prestazioni del confezionamento stesso.
Mettere in atto tutte le
azioni che garantiscano un
adeguato livello di formazione
e preparazione per tutto il
personale addetto al trasporto
di ortofrutta.
• Corsi base
• Aggiornamenti periodici
• Corsi di specializzazione
UNECE Code of Good Practice:
Reducing food loss and ensuring
optimum handling of fresh fruit and
vegetables along the value chain 2a ed.
AA.VV. United Nations Economic
Commission for Europe, 2022
UNECE Agricoltural standards
UNECE ATP Handbook 2023 ed.
OITAF | Q12 — Ortofrutta | pagina 67
LEZIONE 1 LEZIONE 2
oitaf.com
Settembre 2025