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cariplo cariplo - Brixia Sacra

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BR BRIXIA I X I A SACRA<br />

MEMORIE MEMORIE STORICHE DELLA DELLA DIOCESI DIOCESI DI BRESCIA<br />

Nuova Nuova serie - N. 1-2-3 1-2·3 . - Gennaio-M:lggio Gennaio-Maggio 1981<br />

Comitato di Redazione: Redazione:<br />

LUCIANO ANELLI· ANELLI - OITAVIO OTT AVIO CAVALLERI CAV ALLERI . - ANTONIO ANTONIO ClSTELLINl CISTELLINI -<br />

GIOVANNI CORADAZZI - WCIANA LUCIANA DOSIO -. ANTONIO FAPPANI -<br />

LUIGI FOSSATI FOSSATI· - ANTONIO AIASEITI MASETTI ZANNrNT ZANNINI -- GIAN LODOVICO<br />

MAS1:ìTl MASETTI ZANNINI ZANNINI - LEONARDO LEONARDO MAZZOLDI MAZZOLDI . - STEFANO MINELLI MINELLI -<br />

GIOVANNI GIOVANNI SCARABELLT SCARABELLI -- uca UGO VAGLTA VAGLIA -- ORNELLO ORNELLO V VALETIT ALETTI.<br />

Segretario di redllziQne: redazione: SANDRO GUERRINI GUERRINI<br />

Responsaible: ANTONIO FAPPANI<br />

Autorizzazione AutoriZ2azione del del Tribunale di Brescia in dala data 18 gennaio 1966 • - N. 244<br />

del del Registro Registro Giornali e Periodici Periodici<br />

SOMMARIO:<br />

SOMMARIO:<br />

pago<br />

EMILIA EMILIA NICOLI, NICOLI, Un raro raro esempio esempio di di stampa stampa austriaca austriaca con con l'effige l'effige del del cardinal<br />

Querini conservato conservato nell'ex monastero monastero francescano francescano di Santa Maria<br />

in Gavardo Gavardo 1 1<br />

ENRICO MARIA GUZZO, Una UI/a presenza presenza veronf>se veronese a Brescia Brescia nell'età nd/'elà di Angelogelo<br />

Maria Querini: Querini; Antonio Balestra . . . . . . . RENATA MASSA, L'altare di Domenico Domenico Corbarelli Corbarelli e e la decorazione ,l!:corllzione dl'lla della<br />

7<br />

cappella cappella dl'l del SS. <strong>Sacra</strong>mento <strong>Sacra</strong>mento nella nella chiesa di S, S. Agata Agata a a Brescia Brescia 14<br />

LUCIANA DOSIO, La Ll cultura cultura blesciana bresciana fra Sei e e Settecento. Le l.e accademie<br />

in in collaborazione collaborazione col clero. clero . 40 40<br />

UGO UGO VAGLIA, VAGLIA, Il Pio Pio Soccorso Soccorso della della Pertica Pertica . .59 59<br />

Abbonamento annuale con adesione adesione alla Società L. 10.000 - Sostenitore L. 20.000<br />

c.c.P. c.c.P. N. 17/27.581 17/27581 . - Società Società per la Storia Storia della della Chiesa Chiesa di Brescia<br />

Via Tosio l/a· l/a - 2.5100 25100 BRESCIA


UN RARO ESEMPIO DI STAMPA AUSTRIACA<br />

CON L'EFFIGE DEL CARDINAL QUERINI<br />

CONSERVATO NELL'EX MONASTERO FRANCESCANO<br />

DI DI SANTA MARIA MARIA IN GAVARDO<br />

GAVARDO<br />

I biografi biografi del Querini Querini (1), (1), pur presentandolo prcsentandolo come come lino uno degli uomini UOmInl più più<br />

insigni, insignì, più benemeriti e più cohi colti del Settecento, sono altrettanto concordi nel<br />

ritenerlo ritenerlo non non affatto affatto indenne indenne da quella quella diffusissima diffusissima malattia malattia del suo suo secolo secolo che che<br />

fu fu la la vanità. vanità. Infatti, Infatti, le numerose numerose opere opere che che di lui ci ci rimangono rimangono rivelano, rivelano, al di di là là<br />

degli innegabili innegabili valori valori letterari, letterari, artistici artistici e storici, storici, un un eccessivo eccessivo e non non celato celato desi. desi­<br />

derio di di far far parlare parlare di sè: a il conferma conferma di ciò basti considerare il numero sovrabbondantebondante<br />

di tele, tele, sculture sculture e di di pezzi pezzi numismatici numismatici ed incisori incisori ritraenti ritraenti la la figura<br />

del del Cardinale ed ed in in parte parte da lui lui stesso stesso fatti fatti eseguire.<br />

Quasi Quasi a scopo scopo di divulgazione divulgazione pubblicitaria pubblicitaria il Querini Querini amò anche anche far far porre porre<br />

la la propria propria effige effige su esemplari esemplari a stampa stampa che che attualmente attualmente si si ritrovano ritrovano un un po' po' dodovunque sia nel Bresciano che in alcri altri paesi italiani ed esteri.<br />

Tra le numerose stampe d'epoca queriniana note agli studiosi della storia e<br />

dell'arte bresciana, bresciana, l'esemplare l'esemplare esistente esistente nell'ex nell'ex convento convento francescano francescano di Gavardo,<br />

che ha per soggetto l'Apoteosi di S. Benedetto, è degno di particolare considerazione<br />

poichè, allo stato attuale delle ricerche, per quanto mi risulta, è da ritenersi<br />

l'unica l'unica copia copia esistente esistente nella nella nostra nostra provincia. provincia.<br />

Si tratta di una una stampa di dimensioni eccezionali eccezionali (cm 145x220 circa) circa), , sottosottoscritta dal pittore tirolese Giovanni Giovanni Carlo de Reslfeld (2) e dall'incisore augustano<br />

Leonardo II Heckenauer (3) (3) ed eseguita secondo il il Thieme-Becker nel 17 1701 01 (4).<br />

(1) (1) Relativamente Relativamente alla biografia biografia del Querini Querini basti citare citare gli gli studi studi pubblicati pubblicati in, Miscellanea Miscellanea<br />

Queriniana. A ricordo del del 11 Il centenario centenario della della morle morte del Cardinale Cardinale A. M. Querini, Querini, BteI Bre,L<br />

scia, scia, Geroldi, 1961, 1961, e: e in, Vescovi e cattedrali, cattedrali, numero speciale di "<strong>Brixia</strong> <strong>Sacra</strong>", 8<br />

dice:mbre: dicembre 1974, 1974, nei quali sono sono riportate riportate numerose numerose indicazioni indicazioni bibliografiche. bibliografiche. aro Cfr. anche: anche<br />

C. C. CASTELLI, CASTELLI, Il Cardinale Cardinale Angelo Maria Querino. La La vita, le opere, opere, la corrispondenZA,<br />

corrispondenza,<br />

in "<strong>Brixia</strong> "<strong>Brixia</strong> <strong>Sacra</strong>", <strong>Sacra</strong>", voI. val. X, 1920, pp. 102·118 102-118 e val. '101. XI, XI , 1920, 1920, pp. 119-137. 119-B7.<br />

(2) Johan Karl Karl von von Reselfeld, pittore nato nel 1658 1658 a Scwarz (Tirolo) e e morto morto il 13-1· B-I-<br />

1735 a a Stift Garsten Garsten (alta (alta Austria), secondo ciò che è stato stato tramandato tramandato fu discepolo<br />

di ICad Karl Loth a Venezia tra il 1680 e e: il 1684. 1684. Dal Dal 17-11-1684 17-11-1684 fu pittore alla alla corte: corte di<br />

Garsten. Garsten. In questa stampa stampa è sottoscritto sottoscritto "Joann "Joann CarI Cari de Reselfeld ReuIfeld pictor pietor garstensis garstensis<br />

delineavit". delineavit". aro Cfr. THIEME-BECKER, THI.EME-BECKER, Allgemeines Aligemeines lexikon lexikon der der bildenden bildenden kunstler, Leipzig,<br />

1934, 1934, val. val. XXVIII, pp. 182·183. 182-183.<br />

(3) (3) Appartenente: Appartenente ad una famiglia famiglia di orefici orefici e e lavoratori di rame di Augusta pare sia sia nato nato<br />

tra il il 1650-60 1650-60 e e morto a a Monaco Monaco nel 1704: 1704: visitò l'Italia e si stabill poi ad Augsburg Augsburg<br />

dove dove fondò, nella nella sua sua casa, casa, un'accademia di disegno. disegno. Cfr. Gr. THIEME-BECKER, THIEME-BECKER, op. cit.,<br />

val. '101. XVI, pp. 210-2 210-212. 12. In questa stampa è è sottoscritto: «Leonliard Heekel1al1er Heckenaner sculpsit selllpsit<br />

Augustae Vindelicorum».<br />

(4) Op. cit., dt., voI. val. XVI, p. 210.<br />

1 l


Il celebre pittore austriaco, austriaco, che in questa opera rivela una notevole capacità<br />

tecnica tecnica e figurativa, figurativa, ritrasse l'immagine l'immagine di S. Benedetto Benedetto in gloria contornata contornata da<br />

diversi diversi ed affollatissimi affollatissimi gruppi gruppi di personaggi, soprattutto soprattutto religiosi, religiosi, e dalla raffigurazionerazione<br />

di scene scene di miracoli e conversioni conversioni particolarmente particolarmente ricche di simboli simboli ed<br />

allegorie.<br />

Varie scritte latine latine poste poste su libri aperti e su cartigli servono ad illustrare<br />

scene, scene, ad identificare personaggi (5). E' chiaramente chiaramente visibile nella parte inferiore<br />

destra destra della stampa, una carta carta geografica geografica del globo globo terrestre sorretta dalla vene· vene­<br />

rabile rabile "Anna )J Anna Go;stena" Gojstena" (6) sulla quale quale sono sono elencati elencati i vari vari stati stati europei europei ed extraextraeuropeieuropei dove dove a quell'epoca quell'epoca esistevano monasteri monasteri benedettini (7) (7). .<br />

Alla Alla base, entro tre riquadri, riquadri, sono raffigurate le vedute paesaggistiche di<br />

C,,,ino, Cassino, Rom, Roma , e Subi"o Subiaco , e I, le diciture rel"i.o relative indic,no indicano I, le ", tre f"i fasi d,U, della vi" vita di<br />

S. Benedetto Benedetto (8). (8) .<br />

Una particolarità di questa questa stampa stampa è è che essa venne onglOariameme ongmariamente realizzata<br />

predisponendo nella parte inferiore un medaglione sorretto sorretto da due putti e<br />

lasciato in bianco così così da poter essere utilizzato: sovrastampanclo, sovrastampando, per diverse occasioni,<br />

dediche o ritratti. In questo ovale fu inserita l'effige del Querini in acca- occa-<br />

2<br />

(5) Ndla Nella scena a destra in basso sono raffigurati relig;osi e religiose i cui nomi appaiono<br />

sui relativi cartigli nel modo seguente: «1oon «Joan Bapt. Abbas Abbas Castro Cassinensis Casrinensis miraculis miraC/ilis<br />

gloriosus gloriosus obiit 1679»; «Ludoz;icus «Ludovicus Caraffa, Caraffa, Andriae Dux, Abbas Abbas Neaz;alitan Neavalitan (us) ob.<br />

1664 mirac. gloria gloria iIIUSl»; illust»; «Ven Maria Bonhamia Abbat. 5 stigmatibus insignita insignita<br />

obiit 1633». Mentre sui cartigli sorretti dai due angeli (con mitra e pastorale, insegne<br />

episcopali) posti ai lati, alla base della stessa stampa, risultano scritti i seguenti motti:<br />

«Omnis qui ordine persequet nisi nisi resipiscat, vita vita abbreviabit, vel vei mala morte morte moriet»; moriet»;<br />

«Omnes «Omnes qui qui Ord. S. S. Ben. diligent bonum bonum finem finem habebunt habebunt». ...<br />

(6) Sul relativo cartiglio appare la seguente dicitura: «Ven Anna Go;suna Gojstena 5. Stigmatib(us)<br />

Stigmatib( us)<br />

insignita insignita obiit obiit 16J3». 1633».<br />

(7) La scrina scritta risulta cosi così composta: «Benedicto «Benedicto Monarca Monarca -- Omnia Omnia per per untlm unum -- Numeri Numeri<br />

indices Regionum Regionum per Benedictinos Bent:dictinos cuftarum. cultarum. I f n" nO I Italia. Ubi Cassinum prima ordiordinis sedes, congregatio congregatio Casinensis, Coertobia Coenobia amplissima amplissima pluri pluri 1 / ma ma .2. Germania. Ubi<br />

Apostol( Apostof(us) us) primarie primari(us) us) S. S. Bonifaci( Bonifaci(us), us), alii per per parlts partes pltlrimi, plurimi, Universitas Salisbur 1 /<br />

gensis, gensis, Congregatio Congregatio Bursfeldendis, Bursfeldendis, ltem Item Monasteria ducalia ducalia Fulda, F/llda, Campidona Campidona et alia aUa<br />

Splendi Splendi 1 / disrima dissima qua qua plurima .3 Hispania, ubi Mons Mons Ser(. Ser( .. . .) .) Congregado Congregatio Valisoletana,<br />

Mon(aste)ria plurima 14. /4. Lusitania. Ubi Ubi Congrega/io Congregatio Vljsiponensis, Vl;siponensis, Mon(aste)ria Mon(aste)ria plurima<br />

.5. Htlngaria Hungaria .Cui(us) .Cui(us) Apostol(us) Apostol(us) S. Gerard(us) l. /. Mon(aste)ria Mon(aste),ia Mons S. Marlini,<br />

alia plurima .6. Polonia Polol/ia . Cui(us) Cui( tls) Apostol( Apostol(us) us) S. Adalberl( Adalbert(us) us) .7. Russia Russia. . Ap( Ap(osto)l(us) osto)l( tls)<br />

1 / S. S. Bonifacitls Bonifacius 8. Livonia, Liz;ol/ia, Cui( C/Ii(US) us) Ap( Ap(ouo)l(us) osto)l(us) S. Bernard( Bernard(us) us) Episcup( Episcup(us) us) 9. Svecia.<br />

ri( Fi(us) us) 11 Il . Anglia AI/glia .Cui(us) .Cui( us) Ap( Ap(osto)l(us) osto)l( us) S. Gregori(us) Gregori(us) M. et et S. Augustin(us) Augustin(lIs) 12. Scotia<br />

Cui(us) Cui(us) Ap(osto)l(us) S. / Egbert(us) Egbert(w) 13. GaUia. Gallia. Ubi Vbi Congregatio Congregatio S. Mauri, Mallri, Mon­<br />

(aste)rla (aste)rM celeberrima celeberrima plurima . 14 . Graecia Graecia 1 / . Ubi Ubi Ap(osto)l(us) 1 / Urban(us) IV . . 15<br />

Insulae Insulae Fortunatae Ubi Vbi Ap(osto)l(us) S. S. Brandan(us) . 16 Aegjpt(us) Ap(osto)l(us) S. S.<br />

Bononi(us) BOl/oni(us) 1 / 17. America America Ctli(us) Cui(us) Ap(osto)l(us) Ap(osto)l(ur) Don Buelli(us) Abbas Montis MOl/tis Serrati».rati».<br />

(8) Le Le diciture diciture «In Cassino Carsino docuit», «Romae Benedictus didicit», «In «In SubIaco SubIaco tacuit» stanno<br />

a ricordare che che S. Benedetto Benedetto nella prima fase della della sua sua vita fu a a Roma dove iniziò iniziò<br />

gli gli studi, studi, ma in un secondo secondo tempo, essendo essendo stato stato travolto dalla dalla corruzione corruzione della città, città,<br />

si si rifugiò rifugiò in una grotta a Subiaco Subiaco dove dove fece vita eremitica e fondò i primi monasteri, monasteri,<br />

da qui, qui, in in un terzo momento, si si recò a Montecassino dove dove visse per il resto della sua sua<br />

vita, scrisse scrisse la Regola Regola e divenne divenne il maestro maestro dei dci monaci e dell'Europa. ddl'Europa.


A mio mio modesto avviso questo questo ritratto è da ritenersi ritenersi strettamente streltamente imparentatotalO<br />

con quello utilizzato utilizzalO per un'incisione inserita in due due opere stampate a Roma<br />

negli anni 1745 e 1752 (13) ed eseguite esegui te dal pittore pittore Pietro Nelli (14). (14)_<br />

Oltre a quello del del Monastero Monastero gavardese, gavardese, l'unico esemplare esemplare con l'effige del<br />

Querini di di cui cui si ha notizia è quello quello conservato presso la Galleria Galleria Querini-Stampalipalia<br />

a di Venezia (15) (15): : ho tuttavia tu ttavia rintracciato una copia della stessa stampa<br />

conservata conservata presso l'Abbazia benedettina benedettina di S. Giustina a Padova Padova che che nel medaglioneglione<br />

porta porta sovrastampata sovrastampata una semplice semplice dedica dedica all'Abate all'Abate Anselmo del Monastero<br />

benedettino benedettino di Garsten nel territorio territorio austriaco austriaco dell'Oberesterreich dell'Obc.resterreich (16).<br />

Sulla base del testo di questa questa scritta scritla si può facilmente facilmente dedurre dedurre che che l'esecul'esecuzione del del disegno originale di quest'opera fosse stato commissionato commissionato dai Benedettini<br />

o o dallo stesso Abate del Monastero di di Garsten Garsten al pittore J. J. c. de Reslfeld<br />

che a quell'epoca quell'epoca (a. 1701), come per buona parte della sua sua vita, fu operante operante<br />

in questa questa località austriaca austriaca (17): infatti infa tti nella riproduzione riproduzione a stampa stampa del suo dipinto<br />

risulta sottoscritto sottoscritto come "pietor "pie/or garstensis". Dalla suddetta dedica dedica si apprende<br />

inoltre che che lo stesso stesso Abate Abate Anselmo Anselmo era era anche Preside dell'Università dell'Università di di<br />

Salisburgo; ciò che spiegherebbe spiegherebbe come come una copia dell'esemplare dell 'esemplare abbia potuto esseresere<br />

successivamente successivamente utilizzata per per il Querini, Querini, in occasione occasione della discussione discussione di<br />

una tesi sostenuta sostenuta presso la stessa stessa Università.<br />

Rimane Rimane da chiarire il motivo per cui una copia di questa stampa sia giunta<br />

nel Monastero Monastero di Gavardo. Si può supporre supporre che essa facesse facesse parte di qualche<br />

lascito, lascito, come non non si deve deve escludere escludere l'ipotesi che fosse fosse stata sta ta donata ai ai FranceFrancescaniscani dal Cardinale Cardinale stesso, stesso, i cui rapporti con il Convento Convento di S. Maria sono docu-<br />

(13) Vedo Vedo «Speciem . Sptcitm philosophiae pbilosopbillt moralis mormis expressum txprtssum in in praestantioribus pratstantioribul legibus, ltgibul, et t t virtutivirtutibusbUI gentilium gtnti!ium Graecorum Gratcorum ac ac Latinorum utinorum a D. Ludovico Ludollic:o Adruzzi Ad"IUi ... .... », , Roma, Roma, Antonio Amonio<br />

de Rubeis, Rubeis, 1745 e .n. «D. Feliciis Nerinii Nt rinii... ... De Dt Templo Ttmplo tI et Coenobio Comobio Sactorum Sactorum Bonifacit Bonifarit<br />

et ti Alexii Alexii Historica Monumenta», Monummtil., Roma 1752. 1752.<br />

(14) Nato Nato. a Massa Massa nel 1682 e morto mono a • Roma nel 1740 1740 cfr. d r. M. DAZZI, DAZZI, op. cit., ciL, p. 192 e<br />

tav. t.v. XI. XI.<br />

(15) (U) Cfr. Cfr. M. DAZZI, DAZZI, op. cit., cit., p. 214.<br />

(16) La dedica risulta cosI composta: .Rtvtrtndissimo ti Amplissimo I Domino Domino I<br />

(16) La dedica risulta così composta: «Reverendissimo et Amplissimo I Domino Domino I<br />

Anselmo Anulmo I Monasteri; Monastt ri; Garstensis Cars/tnsis Ord. a rd. S. Bened. Bentd. I / Abbati Abbat; <strong>Sacra</strong>e <strong>Sacra</strong>t Caesareae Catsartat Maiestatis Maieltatis I<br />

Cancellario, Cancdlario, I J ]udiciorum udiciorum Provil1cial Provincilll . Sup. Sup. August. Augus/. I Assessori, Asussori, I Status S/a/us Praelatorum<br />

Pradatorum<br />

I Deputato, Dtputato, I Ul1iversitatis Univtrsiwil Salisburg. Salisburg. I Praesidi Prlluidi . I D.D.». D.D ....<br />

Avevo già ultimato ultimato la l. composizione di questa nota nota quando qua ndo il Padre Ludovico Maschietto Maschictto<br />

dell'Abbazia benedettina di S. Giustina G;ustina (che (che già in precedenza mi aveva segnalato segnalato l'esistenzasistema<br />

nel nel suo suo Monastero Monastero di una una copia copia della della stampa stampa analoga analoga a a quella quella gavardese, gavaroesc:, ma<br />

con dedica dedica all'Abate all'Abale Anselmo), Anselmo), mi comunicò che che per per una una coinCidenza coincidenza veramente fortuita<br />

un nobile nobile di Cremona Cremona aveva neva restituito restituito al Convento Convento padovano un esemplare esemplare della dell. grande<br />

stampa stampa identico a quello quello del Monastero Monastero di Gavardo, Gavardo, in cui cioè cioè appare affigiato il<br />

busto busto del del Querini. La restituzione restituzione è avvenuta dopo dopo 170 anni da quando quando la lo stampa fu<br />

asportata da quel monastero monastero da Napoleone Napoleone allorché, nel 1810, lo soppresse.<br />

( (17) 17) Verso Verso il 1687 1687 affrescò affrescò la chiesa chiesa di Garsten, Garsten, da da quanto quanto viene viene attestato attestato dal dal THIME-BEC­<br />

THIM&BEC<br />

KER KER (op. (op. cit., cit ., p. 182) 182) verso verso il 1718 1718 lavorò lavoro anche anche nel ncl convento convento di Garsten Garsten dove dove de' de­<br />

corò coro la sala sala grande, grande, la sala sala da pranzo e l'atrio: questo questo particolare della vita del Rese1- ReseJ..<br />

feld fdd può può confermare l'ipotesi l'ipotesi dell' dell'attribuzione attribuzione della committenza committenza del disegno disegno della della stamstampa ai ai monaci monaci dello dello stesso stesso convento. convento.<br />

5


S. Corona a Vicenza, doveva essere la "summa" dei generi trattati nei laboratori<br />

S. Corona a Vicenza, doveva essere la "summa" dei generi trattati nei laboratori<br />

fiorentini (12): scene in prospettiva con numerosi personaggi, paesaggi, vasi di<br />

fiori, tutto un repertorio che i Corbarelli ben conoscevano.<br />

Dalle commissioni ricevute si può dedurre che i Corbarelli godettero a Brescia<br />

di una certa considerazione: li vediamo infatti ingaggiati in imprese di notevole<br />

impegno e di una qualità che presso i Bresciani suscitava stupita meraviglia,<br />

come testimonia la lode che il Paglia fece all'altare maggiore di S. Domenico (13).<br />

Senz'altro i Corbarelli possedevano a Brescia una grossa e ben avviata bottega<br />

e dovevano avere alle loro dipendenze abbondante mano d'opera e contare su<br />

un'organizzazione del lavoro tale da permettere loro di soddisfare molte commissioni<br />

contemporaneamente, anche fuori città. Si può supporre che, specializzati<br />

nel "commesso" e indubbiamente esperti intagliatori, fornissero tuttavia, in alcuni<br />

casi anche il disegno all'intero altare valendosi per la parte statuaria di abili<br />

scultori (14).<br />

fiorentini (12): scene in prospettiva con numerosi personaggi, paesaggi, vasi di<br />

fiori , tutto un repertorio che j Corbarelli ben conoscevano.<br />

Dalle commissioni ricevute si può dedurre che i Corbarelli godettero a Brescia<br />

di una certa considerazione: li vediamo infatti ingaggiati in imprese di notevole<br />

impegno e di una qualità che presso i Bresciani suscitava stupita meraviglia,<br />

come testimonia la lode che il Paglia fece all'altare maggiore di S. Domenico (13).<br />

Se:nz'altro i Corbarelli possedevano a Brescia una grossa e ben avviata bottega<br />

e dovevano avere alle loro dipendenze abbondante mano d'opera e contare su<br />

un'organizzazione del lavoro tale da permettere loro di soddisfare molte commissioni<br />

contemporaneamente, anche fuori città. Si può supporre che, specializzati<br />

nel "commesso" e indubbiamente esperti intagliatori, fornissero tuttavia, in alcuni<br />

casi anche il disegno all'intero altare valendosi per la parte statuaria di abili<br />

scultori (14).<br />

Passiamo ora all'esame dei documenti relativi all'erezione dell'altare nella<br />

cappella del S.S.mo <strong>Sacra</strong>mento in S. Agata.<br />

Passiamo ora all 'esame dei documenti relativi all'erezione dell'altare nella<br />

cappella del S.S.mo <strong>Sacra</strong>mento in S. Agata.<br />

Il 10 gennaio 1710 venne stipulato tra i responsabili della Scuola e Domenico<br />

Corbarelli il contratto di erezione dell'altare "dalla mensa in su" . Tra i vari disegni<br />

che gli "eletti" avevano fatto fare "da più professori dell'arte", assai scelsero<br />

quello presentato dal Corbarelli. Dalla lettura del contratto si apprende che il<br />

disegno era completo dell'indicazione dei marmi da usarsi e delle statue che andavano<br />

allogate nell'altare, in numero di sette: le Virtù fra le colonne, due angeli sulle<br />

(12)<br />

(13)<br />

(14)<br />

Il lO gennaio 1710 venne stipulato tra i responsabili della Scuola e Domenico<br />

Corbarelli il contratto di erezione dell'altare "dalla mensa in su". Tra i vari disegni<br />

che gli "eletti" avevano fatto fa re "da più professori dell'arte", assai scelsero<br />

quello presentato dal Corbarelli. Dalla lettura del contratto si apprende che il<br />

disegno era completo dell'indicazione dei marmi da usarsi e delle statue che andavano<br />

allogate nell'altare, in numero di sette: le Virtù fra le colonne, due angeli sulle<br />

( 12)<br />

(13)<br />

(14)<br />

Secondo infatti il contratto i Corbarclli dovevano eseguire per l'allare: .Parapetto in<br />

fondo di paragone con sua bassa e cimasa di marmo fino di Carara bianco, ben lustro<br />

e laurato, con l'hiSloria in mezo, e due dalle parti ne quaricdi, citX quella di me7.o del<br />

Secondo infatti il contratto i Corbarelli dovevano eseguire per l'altare: «Parapetto in<br />

fondo di paragone con sua bassa e cimasa di marmo fino di Carara bianco, ben lustro<br />

e laurato, con l'historia in mezo, e due dalle parti ne quariceli, cioè quella di mezo del<br />

Salvatore, che multiplica il pane e pesci, quella dalla banda destra l'aparitione del B.<br />

Guala nel morire di S. Domenico, e quella della banda sinistra l'aparitione del B. Alberto<br />

con S. Agostino e S. Tomaso ... e tutto il restante del parapetto farlo a rimessi,<br />

con fiori, frutta et uccelli, conforme il disegno in picciolo».<br />

L'altare maggiore di S. Corona a Vicenza presenta numerosissime scene figurate di cui<br />

tre, le più grandi, si distendono elegantemente sul paliotto; mentre le altre si alternano<br />

a paesaggini, vasi di fiori e ornati vegetali e floreali.<br />

Negli altari bresciani le rappresentazioni figurate a commesso sono limitate a uno o due<br />

per:;onaggi entro cartella: ricordo per esempio l'altar maggiore in S. Clemente, l'altare<br />

di S. Orsola in S. Francesco, quello dedicato alla Passione di Cristo in S. Maria dei<br />

Miracoli. A parte l'altar maggiore di S. Domenico non risulta per ora che sia stato eseguito<br />

a Brescia nessuna compos:zione paesaggistica con prospettive e "scene" affollate.<br />

Solo l'altare della Madonna della Provvidenza in S. Lorenzo, già però alla metà del<br />

SalvatOre, che multiplka il pane e pesci, quella dalla banda destra l'aparitione del B.<br />

Guala nel morire di S. Domenico, e quella della banda sinistra l'aparitione del B. Alberto<br />

con S. Agostino e S. Tomaso ... e tutto il restante del parapetto farlo li rimessi,<br />

con fiori, frutta et uccelli, conforme il disegno in picciolo".<br />

l'altare maggiore di S. Corona li Vi«-nza presenta numerosissime scene figurale di mi<br />

Ire, le più grandi, si distendono elegantemente sul paliano; mentre le altre si alternano<br />

a paesaggini, vasi di fiori e ornati vegetali e floreali.<br />

Negli altari bresciani le rappresentazioni figurate a commesso sono limitate a uno o due<br />

peoonaggi emro Clrlella: ricordo per esempio l'altar maggiore in S. Gemente, l'altare<br />

di S. OrsaIa in S. Francesco, quello dedicato alla Passione di Cristo in S. Maria dei<br />

Miracoli. A parte l'altar maggiore di S. Domenico non risulta per ora che sia stato ese­<br />

guilO a Brescia nessuna compos;zione paesaggistica con prospettive e "scene" affollate.<br />

Solo l'altare della Madonna della Provvidenza in S. Lorenzo, gii però aUa meli del<br />

XVIII secolo, presenta sul gradino piccole formelle renangolari racchiudenti minuscoli<br />

XVIII secolo, presenta sul gradino piccole formelle rettangolari racchiudenti minuscoli<br />

paesnggi, ridoni quindi a un ruolo meramente decorativo e non di "protagonisti" del­<br />

paesaggi, ridotti quindi a un ruolo meramente decorativo e non di "protagonisti" della<br />

composizione.<br />

la composizione .<br />

•... Mirate la nobilissima faltura egli è cotesta, che bellezza di marmi rilucenti che va·<br />

«... Mirate la nobilissima fattura egli è cotesta, che bellezza di marmi rilucenti che va­<br />

ghezza di fiori, di frutti di rabeschi con la naturalezza di quelli uccelletti che per veri<br />

tà non paiono marmi, ma cose naturali vive e vere. Dividono questi tre compartimenti<br />

di figure vezzose ... » da Boselli op. cito pago 23 nota 21.<br />

Nell'altar maggiore di S. Corona le statue sono di Angelo Marinali; in S. Domenico, nell'altare<br />

della cappella del Rosario furono commissionate a Orazio Marinali e Tomaso Ruez.<br />

ghezza di fiori, di fruni di rabeschi con la naturalezza di quelli ucccl.letti che per veri<br />

tA non paiono marmi, ma cose naturali viV(": e vere. Dividono questi Ire compartimenti<br />

di figure vezzose ... ,. da Boselli op. cito pago 23 nOia 21.<br />

Nell'altar maggiore di S. Corona le statue sono di Angelo Marinali; in S. Domenico, ndl'altare<br />

della cappella del Rosar lo furono commissionate 1\ Orazio Marinali e Tomaso Ruez.<br />

19<br />

19


volute del frontone, frontone, due puttini punini alle estremità laterali dci del cornICIOne cornlClOne e il Padre<br />

Eterno Eterno al centro. Di esse sarebbe sarebbe stato in seguito eseguito il disegno particolareggiato.giato.<br />

Esse dovevano essere "di marmo marmo fino fino di di Carrara" Carrara" e e «fatte « fatte tutte tutte a a giusta<br />

proportione proportione dell'opera dell'opera et per mano mano di bono, perito perito et parfetto parfetto maestro» maestro» che<br />

riconosciamo, riconosciamo, dalla dalla firma firma opposta al basamento basamento della "Carità", "Carità", in Santo Santo Calegari Calegari<br />

il il Vecchio Vecchio (1662-1717) (1662-1717) al quale quale possiamo possiamo attribuire attribuire per l'analogia stilistica, anche anche<br />

le altre altre statue dell'altare dell'altare eccetto eccetto però però le teste teste di di cherubino che che circondano la pala<br />

probabilmente probabilmente eseguite dal Corbarelli Corbarelli in quanto quanto parti p:lrti secondarie, secondarie, puramente puramente<br />

ornamentali. Non si può può quindi quindi assolutamente parlare parlare di uno uno "schema callegaresco"<br />

callegaresco"<br />

dell'altare dell'altare (Vezzoli) (Vezzoli) perchè perchè questo scultore forni forn} solo le statue. L':lssenza L'assenza del<br />

Calegari Calegari dai documenti documenti della della Scuola Scuola può può forse spiegarsi spiegarsi col col fatto fatto che che l'impegno l'impegno<br />

della della costruzione costruzione deU'altare dell'altare era stato stato assunto assunto "in "in toto" Ialo" dal dal Corbarelli, Corbarelli, che che a a sua sua<br />

discrezione discrezione personale personale aveva aveva scelto scelto Santo Santo come come collaboratore. collaboratore. IInfatti nfatti ne ne «Manca«Mancamentimenti che che si ritrova ritrova nel altare altare di di marmo marmo ecc.» ecc.» le critiche critiche furono furono rivolte rivolte al al<br />

Corbarelli, Corbarelli, unico unico responsabile responsabile dell'impresa: dell'impresa: per per esempio esempio che che «le « le vene vene del del Padre Padre<br />

Eterno Eterno con con ogni ogni altra altra statua statua appare appare troppo troppo nere» nere» o o « « il il mancamento mancamento della della statua statua<br />

a a parte parte destra destr:l che che è è troppo troppo notabile notabile non essere essere corrispondente corrispondente a a quella quella di di sinistra sinistra » )lo<br />

e e che che te « si deve deve riflettere riflettere alle alle statue statue del del simiero simiero come come le altre altre non non essere essere a a lustro lustro<br />

a a speggio speggio come come a a l'accordato)lo. l'accordato ». Nel contratto, contratto, llssai assai minuzioso minuzioso e e dettagliato, dettagliato, si si<br />

specifica specifica che che Domenico Domenico Corbarelli Corbarelli doveva doveva per per il momento, momento, per per mancanza mancanza di di fondi fondi<br />

da da parte parte della della $cuoia, Scuola, lasciare lasciare in in sospeso sospeso il "cimiero" "cimiero" del del quale, quale, quando quando venisse venisse<br />

ripreso ripreso il progetto, progeno, egli egli si si impegnava impegnava a a « « far far due due modelli modelli... ... uno uno secondo secondo il il disegno disegno<br />

et et l'altro l'altro a a qualche qualche altra altra sua sua bella bella inventione inventione ». ». Nei 22 22 Capitoli Capitoli del del contratto contratto sono sono<br />

indicate tutte le modalità di esecuzione dell'altare: l'ordine doveva essere quello<br />

corinzio e i marmi della migliore qU:lUtà qualità « secondo le mostre ezebite ». Per « allarg:lrgar<br />

la veduta veduta dell'altare» dell'altare» Corbarelli CorbareIIi era era tenuto tenuto a a far far levare levare la lesena lesena e e ad<br />

aggiustare aggiustare poi poi la rottura. Il nuovo nuovo gradino gradino doveva doveva essere essere sufficientemente sufficientemente proprofondofondo da da poter poter ospitare ospitare comodamente comodamente sei candelieri, candelieri, quattro quattro vasi di di fiori, fiori, la la<br />

croce croce e il il "tabernacolino" "tabernacolino" « da da potervelo poterveJo ponere ponere a a piacimento piacimento della della detta detta veneranda veneranda<br />

scola, scola, o o levabile levabile o o stabile stabile ». Seguono Seguono dettagliate dettagliate prescrizioni prescrizioni relative relative ai marmi matmi<br />

da usare. usare. Le quattro quattro colonne colonne corinzie corinzie dovevano dovevano essere essere di di "tutta "tutta rottondità", rottondità",<br />

«


segno potria montare cif'Clt ducati duettrlloonquama et perciò l'andar! parte se si deve fare<br />

segno patria montare circa ducati duecentocinquanta et perciò l'andarà parte se si deve fare<br />

detta ferata o vero lisentiare esso fratello et che si deve eleggere tre fratelli oltra il maestro<br />

che habbia a carico di far fare essa ferata et spendere ducati 50 di quello della scuola se si<br />

sarà bisogno; fu presa la parte a tutte balle .Adi et anno sudetto.<br />

detti ferata ° vero lisentiare esso fratello et che: si deve eleggere tre fratdli altra il macstro<br />

che habbia a carico di far fare essa ferala et spendere: ducati 50 di quello dc:l1a stUoia se si<br />

sarà bisogno; fu presa la parte a tutte balle .Adl et anno sudetto.<br />

) settemhte 1631<br />

3 settemhre 1631<br />

« .Secondo: fu trattato che dovesse haver cura di fare fare la ferata all'altare del Corpus<br />

« .Sc:eondo: fu trattato ehe dovesse haver cura di fare: fare la ferata all'altare del Corpus<br />

Domini e fu c:lletto signor Pompeo Polino, Tommaso Bono e Giacomo Ferlinga,..<br />

Domini e fu elletto signor Pompeo Polino, Tommaso Bono e Giacomo Ferlinga».<br />

24 novembre 1636<br />

24 novembre 1636<br />

... .Nel qual consiglio fu dal signor massaro datto conto delle spese per esso fatte intorno<br />

« .. Nel qual consiglio fu dal signor massaro datto conto delle spese per esso fatte intorno<br />

a essa capella et altare e diI bisogno urgentissimo di far una canale alli coppi della chiesa!<br />

per portare via l'acqua che cade sopra li coppi d'essa capella, spitialmente nelli tempi delie<br />

nevi, il che inteso, fu stabilito viva voce che si dovesse fare essa canale in quel miglior modo<br />

pare a esso signor massaro conveniente et che le spese così fatte come di sopra è da far in essa<br />

canale siano per conto d'essa scola, dovendosene esso signor massaro immediatamente darsene<br />

credito per esserne reintegrato.».<br />

I C$$Il capella et altare: e dii bisogno urgentissimo di far una canale alli coppi della chiesai<br />

per portare via l'acqua che cade sopra li coppi d'essa capella, spitialmc:nte neUi tempi delk<br />

nevi, il che inteso, fu stabilita viva voce: che si dovesse fare essa canale in quel miglior modo<br />

pare a esso signor massaro conveniente et che le spese cosl fatte come di sopra è da far in essa<br />

canale siano per conto d'essa scola, dovendosene esso signor rruusaro immediatamente darse­<br />

ne credita per esserne reintegrato.,..<br />

Ad pc:rpetuam memoriam<br />

Ad perpetuam memoriam<br />

Adl 12 agosto 1656 giorno di S. Chiara vergine: domino Cristoforo Podestino quondam<br />

domino ....... cittadino abitante: in Brc:scia parocchirulo di S. Agata donò per amor di Dio<br />

et per c:!emosina alla compagnia del Santissimo <strong>Sacra</strong>mento di S. Agata di questa città un<br />

tapiede bello, buono grande che copre tutta la brc:della dcll'altare et anco bmzza trei incirca<br />

di intorno al piede de gradini di delto altare, indendendo detto Podestino non SI Impresti<br />

fori, ma solo per detta chiesa. Consegnato al magnifico signor Camillo Gavattero massaro di<br />

della scola, a glori! di Dio si conservarb.<br />

Adi 12 agosto 1656 giorno di S. Chiara vergine domino Cristoforo Podestino quondam<br />

domino ....... cittadino abitante in Brescia parocchiano di S. Agata donò per amor di Dio<br />

et per elemosina alla compagnia del Santissimo <strong>Sacra</strong>mento di S. Agata di questa città un<br />

tapiede bello, buono grande che copre tutta la bredella dell' altare et anca brazza tre i incirca<br />

di intorno al piede de gradini di detto altare, indendendo detto Podestino non si impresti<br />

fori, ma solo per detta chiesa. Consegnato al magnifico signor Camillo Gavattero massaro di<br />

detta scola, a gloria di Dio si conservarà».<br />

5 gennaio 1665<br />

.... Fu parimente esposto esser necessaria in questa chiesa la provisione di una pixide<br />

per il Santissimo <strong>Sacra</strong>mento, non essendo quella che di presente si ritrova sufficiente per le<br />

numerose comunioni che si fanno in questa chiesa.et essendo questo obligo spettante a que:sta<br />

compagnia fu datto ordine al signor massaro di provederne di una d'argento conforme<br />

5 gennaio 1665<br />

« .. Fu parimente esposto esser necessaria in questa chiesa la prOVlS1one di una pixide<br />

per il Santissimo <strong>Sacra</strong>mento, non essendo quella che di presente si ritrova sufficiente per le<br />

numerose comunioni che si fanno in questa chiesa.et essendo questo obligo spettante a questa<br />

compagnia fu datto ordine al signor massaro di provederne di una d'argento conforme<br />

il prc:sc:nte biwgno con participatione però anco del signor presidente.<br />

il presente bisogno con participatione però anca del signor presicknte.<br />

16 gennaio 1664<br />

16 gennaio 1664<br />

.... ltem che essendo stati fatti fabricar li due candelieri d'argentO in cssc:cutione del legato<br />

de domina Madalena Carera fatto a questa veneranda compagnia quali essendo riusciti di pe-<br />

« .. Item che essendo stati fatti fabricar li due candelieri d'argento in essecutione del legato<br />

de domina Madalena Carera fatto a questa veneranda compagnia quali essendo riusciti di peso<br />

oncie sessanta otto di più del legato suddetto fu però a tutte voci datta libertà al signor<br />

Gavattaro massaro di pagar le suddette oncie 60 otto di più detto argento con li medesimi denari<br />

di questa veneranda schola».<br />

50 onde sessanta otto di più dc:! legato suddetto fu però a tutte voci datta libertà al sIgnor<br />

Cavattaro massaro di pagar le suddette onde 60 otto di più dwo argento con li medesimi denari<br />

di questa veneranda scholu.<br />

22 giugno 167)<br />

22 giugno 1673<br />

« .. Di più, avendo questa compagnia alcuni danari avanzati dalle proprie rendite et volen­<br />

«.,Di più, avendo questa compagnia alcuni danari avanzati da lle proprie rendite et voIen·<br />

do li 50prascritti confratelli. disponete a maggior gloria di Dio et honore di questa veneranda<br />

schola, rurono proposti diversi partiti per quelli impiegare, alcuni desiderando invc:stirli in<br />

capitali, altri intendendo di far rinOVlr le pitture: attorno alla capella di questa compagnia,<br />

alami bramando far fabricar tre: pare: di CIIndc:lieri d'argento, altri finalmen te volendo che si<br />

facessero due paliotti di pretioso bracato per questo altare, onde posti in balottatione tutti<br />

do li soprascritti confratelli- disponere a maggior gloria di Dio et honore di questa veneranda<br />

schola, furono proposti diversi partiti per quelli impiegare, alcuni desiderando investirli in<br />

capitali, altri intendendo di far rinovar le pitture attorno alla capella di questa compagnia,<br />

alcuni bramando far fabricar tre pare di candelieri d'argento, altri finalmente volendo che si<br />

facessero due paliotti di pretioso bracato per questo altare, onde posti in balottatione tutti<br />

li medesimi partiti, restò fmalmente con maggior voti presa deliberatione di far fabr1care li can­<br />

li medesimi partiti, restò finalmente con maggior voti presa deliberatione di far fabricare li can­<br />

delieri d'argento,._<br />

delieri d'argento».<br />

23<br />

23


agone e ciò perché essendo la parte più riguardevole dell'opera, così in qualità di marmi e di<br />

ragone e ciò perché essendo la parte pitI riguardevole dell'opera, così in qualità di marmi e di<br />

lavoro essere deve distinta.<br />

lavoro essere deve distinta.<br />

XIII - Li quatto capitelli sopra le quattro collonne devono esser di marmo fino di Carara<br />

di tutta rotondità d'ordine corinto et intagEatti secondo le regole prescritte a tal ordine; così<br />

parimente li contro capitelli doveranno esser lavorati, con la stessa ordinattione delli quatro rotondi.<br />

XlIII - L'architrave e cornice ornamenti che compiscono il suddetto ordine dell'opera<br />

come mostra il dissegno con sue spezzature e rissalti orrdinatti à giusta proportione e secondo<br />

l'ordine del medesimo dissegno e sua pianta saranno di marmo suddetto fino di Carara con suoi<br />

membri dispartiti à buon gusto e proportione frà quali vi sarà il suo freggio, che sarà di<br />

sguardo e biancho di Francia della qualità e bellezza come sopra corrispondente alle collonne<br />

e sotto la cornice di meno, la quale doverà fare il suo risalto, come lo dimostra il dissegno;<br />

vi saranno due teste di cherubino unite assieme che saranno di marmo fino suddetto di Carara<br />

et che detta cornice et architrave siano destrebuticiamente, li pezzi ben ordinati e sanza tasselli<br />

così che non s'habbiano a vedere conissure solo quelle che si vanno ad unire con li carta!oni<br />

mà che ancor essi siano ben commessi.<br />

XV - Li due remenatti sopra la cornice principianti il secondo ordine devono essere composti<br />

comél mostra il dissegno, et à bon gusto, li quali saranno di marmo fino di Carara.<br />

XVI - Doverà parimenti essere fatto uno zoccolo, ò sia rugolone immediate sopra la cor­<br />

nice dimostratto nel dissegno d'altezza proportionatta all'opera, il quale sebene non si vede<br />

espresso totalmente nel dissegno per la prospettiva che toglie la visiva deve però caminare con<br />

l'ordine di tutta la cornice sin dove termina il vivo della prima collonna il quale doverà essere<br />

di macchia di nero e giallo di Porto Venere con sua cornicietta ò sia cordone sopra di marmo<br />

di Carara fino.<br />

XVII - Li due cartelloni o sian scartozzi con vezzi che formano l'alzatto di detto secondo<br />

ordine doveranno essere di marmo fino di Carara nella maestà de' quali come dissegnato si vede<br />

vi deverà essere il suo riporto di bardiglio di Genova, ò altra macchia come meglio ... il quale<br />

vi doveranno esser riportatti pendenti li suoi fiori o campanelli pure di marmo fino di Carara.<br />

XVIII - La maestà o piano di detto ordine dove è dissegnatto il Padre Eterno e lo Spirito<br />

Santo questa parte doverà esser fatta concava così portando l'ordine dell'opera la quale sarà composta<br />

con una facia d'intorno di verdone di Genova separatta dà cornicietta ò cordone di marmo<br />

fino di Carara et il rimanente del vano di sguardo di Francia della qualità come sopra attorniatto<br />

da un listello di paragone perché habbi rissalto e bon gusto.<br />

XVII II - La cornice sopra del medesimo sarà di marmo fino di Carara, la quale caminerà<br />

pure con l'ordine dimostratto e doverà esser di proportione aggiustatta sopra della quale vi<br />

doveranno esser li suoi festoni e scartozzi di detto marmo fino intagliatti come mostra il dissegno<br />

e secondo parerà alla prudenza e cognittione di detto signor Corbarelli di mettere detto ornamento:<br />

per averne miglior gusto e comparsa, previo però l'aviso et approvattione di detti signori<br />

eletti.<br />

XX - Il Padre Eterno dimostratto doverà esser di marmo fino di Carara e le nuvole che<br />

lo circondano doveranno esser di marmo biggio color d'aria di Valcamonica o vero di bardiglio<br />

di Genova chiaro secondo sarà conosciuto megliore con l'esperienza ne praticarà il detto signor<br />

Corbarelli et che parerà alli detti signori eletti.<br />

XXI - Lo Spirito Santo doverà esser di marmo fino di Carara con suoi ragggi di rame<br />

adorato a fuoco.<br />

XXII - Tutte le statue al numero di sette che in dissegno si vedono espresse cioè due<br />

virtù frà le collonne, una la Fede e l'altra la Carità, di altezza à giusta proportione qual vien<br />

asserta da detto signor Corbarelli esser di brazza tre et oncie una per cadauna di dette statue<br />

compreso il suo peduzzo ò zoccolo d'altezza di oncie una e mezza ; due Angioli sopra li remenetti,<br />

due puttini sopra le due cornici latterali, ed il Padre Eterno di sopra detta, tutte doveranno<br />

30<br />

XIII - Li quatto capitelli sopra le quattro collonne devono esser di marmo fino di Carara<br />

di IUtta rotondirà d'ordine corinto et intagHani secondo le regole prescritte a tal ordine; così<br />

parimentI' li contro capitelli doveranno esser lavorati, con la stessa ordinauione delli quatTO rotondi.<br />

XlIII - L'architrave e cornice ornamenti che compiscono il suddetto ordine dell'opera<br />

come mostra il dissegno con sue spezzature e rissalti orrdinatti ii giusta proportione e secondo<br />

l'ordine del medesimo dissegno e sua pianta saranno di marmo suddetto fino di Carara con suoi<br />

membri dispartiti à buon gusto e proportione frà quali vi sarà il suo freggio, che sarà di<br />

sguardo e biancho di Francia della qualità e beI1ezza come sopra corrispondente alle mUonne<br />

e Sotto la cornice di meno, la quale doverà fare il suo ::Salto, come lo dimostra il dissegno;<br />

vi saranno due teste di cherubino unite assieme che saranno di marmo fino suddetto di Carara<br />

el che detm cornice et architrave siano destrehutidamcnte, li pel'!l'!i ben ordinati e sanza tasselli<br />

così che non s'habbiano a vedere conissure solo quelle che si vanno ad unire con li eartaloni<br />

mà che ancor essi siano ben commessi.<br />

XV - Li due rcmenatti sopra la cornice principianti il secondo ordine devono essere composti<br />

come mostra il dissegno, et à bon gusto, li quali saranno di marmo fino di Carara.<br />

XVI - Doverà parimenti essere fatto uno zoccolo, ò sia rugolone immediate sopra la cornice<br />

dimostratto nel dissegno d'alt=a proportionatta all'opera, il quale sebene non si vede<br />

espresso totalmente nel dissegno per la prospettiva che toglie la visiva deve pero caminare con<br />

l'ordine di tutta la cornice s;o dove termina il vivo della prima col1onna il quale doverà essere<br />

di macchia di nero e giaUo di Porto VenerI' con sua oornidetta ò sia cordone sopra di marmo<br />

di Carara fino.<br />

XVII - Li due cartelloni o sian scartouj con vezzi che formano l'alzatto di detto secondo<br />

ordine doveranno essere di marmo fino di Carara neUa maestà de' quali come dissegnato si vede<br />

vi deverà essere il suo riporto di bardiglio di Genova, ò a1tm macchia come meglio ... il quale<br />

vi doveranno esser riportaui pendenti li suoi fiori o campane11i pure di marmo fino di Carara.<br />

XVllI - La maestà o piano di detto ordine dove è dissegnatto il Padre Eterno e lo Spirito<br />

Santo questa parte doverà esser falla concava cosi portando l'ordine dell'opera la quale sarà composta<br />

con una fada d'intorno di verdone di Genova separatta dà corniciella ò cordone di marmo<br />

fino di Carara et il rimanente del vano di sguardo di Francia della qualità come sopra attorniano<br />

da un liste110 di paragone perché habbi rissalto e bon gusto.<br />

XVIIU - La cornice sopra dci medesimo sarà di marmo fino di Carar-a, la quale caminerà<br />

pure con l'ordine dimostratto e doverà esser di proportione aggiustatta sopra deUa quale vi<br />

doveranno esser li suoi festoni e scartozzi di detto marmo fino intagliatti come mostra il dissegno<br />

e secondo parerà aUa prudenza e cognittione di detto signor Corharelli di mettere detto ornamento:<br />

per averne miglior gusto e comparsa, previo però l'aviso et approvatlÌone di detti signori<br />

eletti.<br />

XX - Il Padre Eterno dimostrallo doverà esser di marmo fino di Caura e le nuvole ehI'<br />

lo circondano doveunno esser di marmo biggio color d'aria di Valcamonica o vero di bardiglio<br />

di Genova chiaro secondo sarà conosciuto megliore con l'esperienza ne praticarà il detto signor<br />

Corbare11i et che parerà alli detti signori eletti.<br />

XXI - Lo Spirito Santo doverà esser di marmo fino di Carara con i suoi ragggi di rame<br />

adorato a fuoco.<br />

XXII - Tutte le statue al numero di sette che in dissegno si vedono espresse cioè due<br />

virlù frà le co11oone, una la Fede e l"altra la Carità, di aht"ZZa à giusta proportione qual vien<br />

asse-rta da detto signor CorbareHi esser di brazza tre et oncie una per cadauna di dette statue<br />

compreso il suo pcduzzo ò zoccolo d'altezza di oncie una e mezza; due Angioli sopra li remenetti,<br />

due puttini sopra le due cornici latter-ali, ed il Padre Eterno di sopra detta, tutte doveranno<br />

30


Stampa auslriaca con l'eflige del cardinll Cuerini. Gavardo, S. Maria degli Angeli.<br />

Stampa austriaca con l'effige del cardinal Querini. Gavardo, S. Maria degli Angeli.


Brescia, chiesa di S. Agata, Cristo morto (fot. Rapuzzi)<br />

Brescia, chiesa di S. Agata, Cristo morto (fot. Rapuzzi)


Brescia, chiesa di S. Giovanni, Cristo morto (fol. (fot. Rapuzzl)<br />

Rapuzzi)


Brescia, chiesa di S. Agata, Altare del SS. <strong>Sacra</strong>mento<br />

Brescia, chiesa di S. Agata, Altare del SS. <strong>Sacra</strong>mento


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Brescia , chiesa di S. Agata, La Carità (S. Calegarl)<br />

Brescia, chiesa di S. Agata, La Carità (S. Calegari)


uno per parte ma per che per parte de signori eletti non si veniva alla dcfinittiva per tal elezione,<br />

tullo che dal CorbareHi fosse già stato detto per sua parte la persona del signor Benedetto<br />

Piacetti, e consegnatone la nota, e per che il Corbarelli oltre la sua prcttesa per le ag_<br />

giunte, et opperationi falle fuori del lui obbligo come sopra, andava crescere del prezzo accordato<br />

circa scudi 300, e che dell'uno, e dell'altra ne viveva digiuno con gran danno et agitatione<br />

uno per parte ma per che per parte de signori eletti non si veniva alla dehnittiva per tal elezione,<br />

tutto che dal Corbarelli fosse già stato eletto per sua parte la persona del signor Benedetto<br />

Piacetti, e consegnatone la nota, e per che il Corbarelli oltre la sua prettesa per le aggiunte,<br />

et opperationi fatte fuori del lui obbligo come sopra, andava crescere del prezzo accordato<br />

circa scudi 300, e che dell'uno, e dell'altra ne viveva digiuno con gran danno et agitatione<br />

se ne viveva, rimarcando massime la poca premura v'era per parte di deui signori eletti di<br />

se ne viveva, rimarcando massime la poca premura v'era per parte di detti signori eletti di<br />

vederne il fine.<br />

Finalmente Corbardli per star luntano da ogni disordine e di porlare appo ognuno e<br />

massime da suddetti signori eletti tutti gli atti di rispetto, e di stima, fù necessitato à piegarsi<br />

ad aderir alla volontà di detti signori eletti al elezione di due signori arbitri confidenti e furono<br />

scielti le persone dei signori Giovan Battista Zola et Andrea Veneziani, il primo per la<br />

parte del Corbarelli, il secondo per la veneranda scola, à quali, in virtù del compromesso 27<br />

giugno 1715 regato dal signor Pietro Giacomo Serioli, fù conferta autorità di stabilire e terminare<br />

ogni cosa e come in esso.<br />

Segui finalmente la terminatione di sodeui signori arbitri nel susseguente anno 1716 24<br />

mano, ma avanti di venir all'atto di deliberar cosa alcuna, e per averne ogni essatto conto del<br />

ordine dell'opera in corpo, se canfaccente il. capitoli accordati, come per ogn'altro loro giusto<br />

riguardo, convennero unanimi di provedersi d'un perito dell'arte, e professore per far<br />

osservare se Corbarelli fatta e condotta avessi l'opera di detto altare à conformità dell'accordato,<br />

come per liquidare gli acresimenti fatti in detta opera, al quaL effetto elessero concordi la persona<br />

del signor Paolo CimbineUi" detto Puignago, il quale, come in sua terminatione giurata del<br />

vederne il fine.<br />

Finalmente Corbarelli per star luntano da ogni disordine e di portare appo ognuno e<br />

massime da suddetti signori eletti tutti gli atti di rispetto, e di stima, fù necessitato à piegarsi<br />

ad aderir alla volontà di detti signori eletti al elezione di due signori arbitri confidenti e furono<br />

scielti le persone dei signori Giovan Battista Zola et Andrea Veneziani, il primo per la<br />

parte del Corbarelli, il secondo per la veneranda scola, à quali, in virtù del compromesso 27<br />

giugno 1715 regato dal signor Pietro Giacomo Serioli, fù conferta autorità di stabilire e terminare<br />

ogni cosa e come in esso.<br />

Segu1 finalmente la terminatione di sodetti signori arbitri nel susseguente anno 1716 24<br />

marzo, ma avanti di venir all'atto di deliberar cosa alcuna, e per averne ogni essatto conto del<br />

ordine dell'opera in corpo, se canfaccente à capitoli accordati, come per ogn'altro loro giusto<br />

riguardo, convennero unanimi di provedersi d'un perito dell'arte, e professore per far<br />

osservare se Corbarelli fatta e condotta avessi l'opera di detto altare à conformità dell'accordato,<br />

come per liquidare gli acresimenti fatti in detta opera, al qual effetto elessero concordi la persona<br />

del signor Paolo Cimbinelli" detto Puignago, il quale, come in sua terminaiione giurata del<br />

13 Febraio Febraio 1716 1716 dichiara dichiara non non solo solo per per ciò ciò riguarda riguarda all'obbligo a!l'obbligo assonto assento dal dal Corbarelli Corbarelli esser esser<br />

adempiuto ma ancora per li accresimemi fani per la somma di lire 1390. Osservata dal CorbardIi<br />

detta terminatione de signori arbitri, et osservatO che nel sl:


Adi 24 Aprile 1710. La contro contro scritta scritta deve havere havere per contorni contorni il signor An­ An·<br />

gelo Valsechi a conto della sua scosida scosicla<br />

Adi 26 detto Contorni Coniami il signor Giacinto Peroni a conto coniO della della sua scossida<br />

compreso L. 400:- Del signor Alessio Alessio D'Antoniy D'Anloniy<br />

Adi detto Contorni dal signor signor Alessio Martinoni a conto conio della sua scossida $C05Sida<br />

più dal signor Bernardino Trobiolo a • conto come sopra<br />

Adi 29 detto Scossi dal dal signor Leonardo Piazzoni a conto della deUa scossida scossid. del<br />

sudetto signor Trobioli T robioli<br />

Adi 15 Maggio Scossi dal signor s.ignor Giuseppe Alessio a conto conio della sua scossida<br />

Adi 17 Luglio Scossi $cossi dal sudetto a conto come , sopra<br />

per utile ulile risentito risenlito sopra SOpl"ll le sudette L. 900:- 900:-<br />

Adi Adi 30 Decembre D«-embre Scosse dal signor Leonardo Piazzoni per la scossida dell'ec­ dell'eco<br />

ccllentisslmo cellentissimo signor Bernardino Martinengo el et del illustrissimo illustrissimo signor conte conte Hora­ Hora·<br />

tio Calino<br />

1711 Adi 15 U Giugno Contorni il il signor Alessio Martinoniy L. 350:- 350:- et que­ qu este<br />

scosse dal signor Givan Maria Basso dico<br />

Adi 30 Decembre Contomi Contorni il signor Leonardo Piazzoni per coniO conto come sopra<br />

dico<br />

1712 Adi 13 Maggio Scosse dal signor Giacinto Peroni PtlOni per tante da lui scosse<br />

come sopra SOpl"ll<br />

Adi 28 Luglio 1712 La sudetta deve havere L. 300:- che mette in cassa<br />

il signor Alessio D'Anloniy D'Antoniy per per compimento delli scudi cento essebiti essebiti per elemosina<br />

per il meglioramento meglioramenlo del dicontro altare dico<br />

più deve havere L. 686: 686:16 16 haute per mano del signor Leonardo Piazzoni Piazzoni per valersenesene<br />

da pagare l'ocorente per la lanterna lanlerna<br />

Adi 11 II Agosto L. 50:- 50:- per tanti conti conti il signor Pietro Voltolino Voltelino a maeslro maestro<br />

Santo PrandeUo Prandello<br />

Adi 3 Senembre Settembre L. 140:- haule haute per elemosina del signor Andrea Ar· Ar­<br />

chetti per la lanterna<br />

Adi 5 detto L. 35:- haule haute per elemosina del signor Camplani<br />

Adi 6 detto L. 134:8 134: 8 haute per per elemosina dell'illustrissimo signor Prevosto Prevoslo Polini<br />

più del signor Antonio Poz:z.i. Pozzi<br />

Adi 9 detto per elemosina del del signor signor Valsecchi Val secchi<br />

Adi 28 detto L. L. 6:- 6:- elemosina di Conteza<br />

più haule haute dal signor Cerotti per elemosina del signor Bettabi<br />

Adi primo primo Onobre Ottobre elemosina elemosina del signor Bernardo Trobioli<br />

Adi 8 Oltobre Ottobre L. 1400:- Ricepule Ricepute dal signor Leonardo Piazzoni compreso nu· nu­<br />

mero 33 ... _ .... " quali doppie le a poste L. 35:- a marco che non corrono e cui sa· sa­<br />

rebbe L. 12:- di discapito<br />

Adi 12 D«-embre Decembre L. 50:- Scosse per elemosina del signor Pietro Voholino Voltolino<br />

1713 adi 9 Gennaio L. 700:- haute a mano del signor Giovanni Oliva Oliva per<br />

conto di Leonardo Piazzoni come da riceputa fattoli per valersene come sopra<br />

Adi 27 detto scosse da signor signor Don Pauolo Turclli Turelli qual dice: dice essere di raggione<br />

del signor Don Don Bernardo Bernardo Facchetti Facchetti per debito debito Todischini Todischini per valermene valermene come<br />

oopn sopra<br />

L. 270:271 270:2i'<br />

L. 574:9<br />

L. 355:16 355:16<br />

L. 1075:11<br />

L. 174:5<br />

L. 254:3<br />

L. 900:- 900;-<br />

L. 3:15<br />

L. 544:4<br />

L. 350:-<br />

L. L. 474:11 474 :11<br />

L. L. 62:2<br />

L. 5038: 5038:18, 111,<br />

L. 300:-<br />

L. L. 686:16<br />

L. L. 50:- 50:-<br />

L. L. 140:- 140:-<br />

L. 35:-<br />

L. L. 134:8<br />

L. 5:11<br />

L. 7:6<br />

L. L. 6:- 6:-<br />

L. 3:13<br />

L. L. 40:-<br />

L. 1400:-<br />

L. L. '0:- 50:-<br />

L. 2858:14,<br />

L. 700:-<br />

L. 222:4<br />

}7<br />

37


Adi Adi 8 Febbraio Febbraio Scosse dalla signora Cecilia Rescaui Rescat ti per per mano mano del signor Antoniotonio<br />

Martinoni Martinoni<br />

L. L. 11:9 Il :9<br />

segue segue avanti avanti L. 3792:7<br />

Adi 28 28 Settembre Settembre 1712 La ven.da ven.da scola deve deve dare come come qui adietro adietro L. L.1224:17 1224:17<br />

Adi Adi detto detto L. 2: 15 11 contAte contate al al Mutti Mutti per aver aver scurtato scurtato le ramade ramade<br />

Più L. 68: 68: contate contate al signor Giovan Giovan Battista Battista Giambonino Giambonino stucadore a a conto<br />

L. 2:16 2: 16<br />

di sue sue oppere oppere<br />

Adi 6 Ottobre L. 3:- comi conti al fabro Comeno Cometto per pomella per riffacimento<br />

L. 68 68:- :-<br />

deUi delli telari telari delle delle ram ram ade<br />

L. L. 3:- 3:-<br />

Adi Adi 8 detto detto L. 80:- 80:- contate contate al Giambonino Giambonino come come sopra sopra<br />

L. L. 80:-<br />

Adi Adi 17 detto detto L. 25 25: : conti conti al sudetto sudetlo<br />

L. 25 2':6 :6<br />

Adi Adi 22 22 detto detto L. 60:- 60:- contade contade al al sudetto 5udetto<br />

più L. 38:5 38:5 pagate pagate al signor Felice Felice Bonomelli BonomcUi indondore indoradore per saldo di una poliza polila<br />

L. L. 60:- 60:di<br />

spese spese da lui fatte falle per per la la scola scola come come da da riceputa riceputa<br />

Adi 11 detto conti al a! signor Buffolo Buffalo invedriaro per saldo di sue fatture c0co­ L. 54:15<br />

me da ricepu riceputa ta in filza<br />

L. L. 225:- 22':­<br />

Adi 19 19 della detto Conti Conti al signor signor Giambonini Giambonini slUcadore stucadore<br />

Adi Adi 2 Decembre Decembre L. 16: 1 1 pagate pagate al piccapreda picrapreda per per aver aver fregato fregato li marmi marmi gior­<br />

L. L. 160:- 160:natenate<br />

n. 7 7<br />

Adi 3 della detto pagato pagato al al signor Felice Felice Bonomello BonomeJ1o L. 28:- 28:- per ordine ordine del signor signor<br />

Cerotti Cerotti $0110 sotto il quale quale vi l: è la la riceputa riceputa et le medesime medesime pagate p3gate del dd sudetto sudetto al mu­<br />

L. L. 16:1 16:1<br />

radoreradore Grumi<br />

L. 28:- 28:-<br />

più pagato al sudello sudetto altre allre L. 23: 23 :10 lO per poliza di spese spese: fatte faue da lui e del dd srucadore stucadore<br />

Adi 5 5 Detto Detto pagatto pagauo n. 60 coppi al marengone marcngone che che sta nel Tresandello Tresandello del del<br />

L. L. 23 23: :10 10<br />

Morro Morro<br />

L. 4:- 4:-<br />

più di L. 60:- contate al signor Giambonino<br />

Adi lO 10 detto detto pagato pagato L. 50 al signor signor Giuseppe Giuseppe Cantoni Cantoni per per saldo saldo di gesso dal<br />

L. L. 60:- 60:medesimo<br />

medesimo havuto havuto come come da sua sua riceputa riceputa<br />

L. L. '0:- 50:-<br />

più pagato al signor Giambonino 3 Spagna<br />

L. 106:10<br />

L. 2586:- 2586:-<br />

Adi Adi 15 detto detto L. 47:- 47:- pagate pagate al signor signor Oliva Oliva per per una una poliza poliza di ferrarezza ferrare:ua havuta havuta<br />

come da riceputa ricrputa posta in filza $Opra sopra la sudetta poliza poli:c.a dico Adi Adi 16 16 detto detto contato contato al al maestro maestro che che ha ha requatato requatato li coppi coppi alla sudetta sudetta capcap­ L. 47:pellapella<br />

per per SlIldo saldo di sue sue opere opere L. 9: 9:10 lO<br />

Adi 24 detto conti al .1 Giambonino srucadore stucadore<br />

L. 71:-<br />

Adi detto della conti al signor signor ScArella Scarella giovine giovine di bottega bollega del del signor signor Leonardo Leonardo PiazPiazzoni per per ordine ordine del del medesimo medesimo<br />

quali quali dice dice da da contare contare al al homo che che ha menato menato fora fora il il cakinazzo calcinazzo della della Capella Capel1a<br />

più più pagato pagato . al 1 marengone marengone Antonio Antonio Foresti Foresti per per saldo saldo di di fatture fauure fatte bue all'altare all'altare<br />

L. L. 7:6 7:6<br />

come come da da riceputa riceputa in in filza lilza<br />

Adi 28 detto pagati al signor signor Giuseppe Giuseppe Tortelli Tortelli n. 3 3 Luiggie Luiggie per li quattro quattro<br />

quadretti quadretti di pittura pinun cosI cos1 ordinati ordinati dall'ill.mo dalI'ill.mo S. Prevosto Prevosto Polini Polini che che a a L. 35:10 35: lO<br />

L.<br />

18:fanno<br />

fanno<br />

1713 1713 adi adi 7 7 Gennaio Gennaio L. 390:10 390:10 contate contate al signor signor Felice Felice BonomeIli Bonomelli in in valuta valuta di<br />

L.<br />

106:10<br />

11 Il Luiggie Luiggie come come da da riceputa riceputa $(I sotto ttO l'antecedente:<br />

l'antecedente<br />

Adi 14 14 delta detto Contate Contate L. L. 71:- 71:- al Giambonino Giambonino in Doppie Doppie due due Spagna Spagna lire lire<br />

L. 390:10<br />

35:10 3': lO l'una<br />

L. 71 :-<br />

38<br />

segue avanti L. 3306: 16


LA CULTURA BRESCIANA FRA SEI E SETTECENTO<br />

Le Accademie in collaborazione col clero<br />

Anche Brescia, come altre città dell'Italia settentrionale e specialmente del<br />

Veneto, cercava - tra Sei e Settecento - un suo equilibrio culturale, che, pur<br />

ignorando ignorando certi valori tradizionali, accogliesse accogliesse e sviluppasse nuove idee e raffinasraffinasse il gusto della della forma come come già si era verificato in altre altre culture europee.<br />

Brescia Brescia aveva, aveva, anche anche se le le apparenze apparenze potrebbero potrebbero far credere credere il contrario, contrario, un<br />

terreno fertile su cui lavorare: esistevano, cioè, varie Accademie che, se anche<br />

ricadevano, nella loro attività, in errori comuni talvolta dannosi al rinnovamento<br />

culturale, pure lasciavano lasciavano capire che in in quell'età quell'età c'era un travaglio faticoso faticoso legatogato<br />

a un'evoluzione un'evoluzione forse forse non non facilmente facilmente concretizzabile, concretizzabile, ma ma che che costituiva costituiva senz'alcun<br />

dubbio elemento elemento positivo positivo per per !'jnstaurazione l'instaurazione - dice dice A. A. Cistellini Cistellini - «di<br />

un un costume costume più più civile e di di un sentire più più autenticamente autenticamente cristiano: cristiano: di un un ordine<br />

di cose, cioè, che maturerà con lentezza, ma sicuramente, in tempi successivi» (1).<br />

Non Non si possono, possono, quindi, ignorare ignorare né le Accademie Accademie che che già fiorivano numerose<br />

per per interessi interessi culturali, culturali, né né tanto tanto meno meno lo scòpo che che molte molte di esse si si prefiggevaprefiggevano: quello didattico didattico e, per per alcune, un un preciso preciso impegno sociale sociale attraverso attraverso la la cultura.<br />

Già Già nel primo primo Seicento Seicento Feliciano Betera Betera fondava fondava l'accademia l'accademia degli degli Eccitati Eccitati<br />

con con evidenti evidenti interessi interessi naturalistici naturalistici e scientifici. scientifici.<br />

Molte Molte adunanze adunanze di persone persone colte colte si trasformeranno, trasformeranno, successivamente, successivamente, in in acaccademiecademie di di studio studio e di di ricerche ricerche letterarie letterarie e critiche, critiche, preludio preludio dell'attività dell'attività di di al­ al.<br />

tri tri sodalizi sodalizi che, nel nel Settecento, Settecento, daranno daranno vita vita a un un rinnovamento rinnovamento culturale culturale e sosociale che che porterà Brescia ad ad una posizione di primissimo piano fra le città deldell'Italial'Italia settentrionale.<br />

settentrionale.<br />

Nel Nel sec. sec. XVII, XVII, degne degne di di nota sono sono le accademie accademie dei dei Vertunni, Vertunni, degli degli Assidui,<br />

dei Dubbiosi, degli Ingegnosi, degli degli Occulti, dei Sollevati, dei Dispersi, dei Rapiti. Rapiti.<br />

Particolare importanza rivestiva l'accademia l'accademia degli Erranti e perché perché fu l'anell'anello di congiunzione congiunzione fra l'attività l'attività culturale culturale degli Atenei del sec. XVII con quelli<br />

del XVIII e perché, ben diversamente dalle altre, ebbe vita dal 1619, quando quando fu<br />

fondata fondata da Lattanzio e Silvio Stella, preposti della religione cassinense, coadiuvativati<br />

da Ottavio Ottavio Rossi, fin fin quasi quasi alla alla fine del Settecento Settecento con una vitalità rara.<br />

La sua sua organizzazione è significativa significativa: : lo dimostrano lo stemma, il motto e<br />

lo statuto, elementi elementi che evidenziano un programma programma e un impegno precisi. precisi.<br />

(1) A. CISTELLINI, La l.4 vita vita religiosa bresciana nei secoli XVII e XVIII. XVIII.<br />

40


e (cap. XIII), per segretario e vicesegretario (cap. XIV), per i conservatori cap.<br />

XV), per i censori (cap. XVI), l'esattore (cap. XVII), il ragioniere (cap. XVIII)<br />

(3). Si stabilivano, nei capitoli successivi, tutte le norme relative alle varie attività<br />

e al buon funzionamento del sodalizio proprio come farà, qualche decennio<br />

più tardi, l'Arcadia.<br />

re (cap. XIII), per segretario e vicesegretario (cap. XIV), per i conservatori cap.<br />

XV), per i censori (cap. XVI), l'esattore (cap. XVII), il ragioniere (cap. XVIII)<br />

(3). Si stabilivano, nei capitoli successivi, tutte le norme relative alle varie atti­<br />

vità e al buon funzionamento del sodalizio proprio come farà, qualche decennio<br />

più tardi, l'Arcadia.<br />

Ma quello che più serve ad intuire l'impostazione diversa di quella accademia<br />

e la sua evidente funzione sociale è fissato nell'introduzione dei suddetti capitoli.<br />

Vi si dice: «Essendosi manifestatamente conosciuto, che l'Accademia degli<br />

Erranti, instituita in questa città da alcuni nostri generosi cittadini, non ha<br />

mai avuto altro scòpo, che di accrescersi a beneficio universale degli essercitii di<br />

virtù e d'honore: piacque perciò al Consiglio generale della nostra Patria illustrissima,<br />

assentire alla sua supplica, di riceverla in protettione, e di rinovarla<br />

con le leggi, che fussero parse convenevoli a fine, che meglio possa mantenersi<br />

senza disordine, e con maggiori progressi, e più fruttuose operationi andar corrispondendo<br />

al desiderio pubblico, e al commando del Serenissimo nostro Prencipe,<br />

della grazia del quale in riguardo d'essa sua fedelissima città è stata favorita,<br />

oltre l'assegnamento di case, anco della confirmatione della decima sopra le<br />

condanne criminali da essere dalla medesima città riscossa, e impiegata a solo sostentamento,<br />

e beneficio dell' Accademia, con la sopraintendenza, e direzione degl'Illustrissimi,<br />

e Eccellentissimi Signori Rettori» (4) ciò con decreto del Senato<br />

veneto del 30 marzo 1638 (5).<br />

Il riconoscimento dello Stato veneto, la concessione di un sussidio fisso, la<br />

partecipazione delle più alte personalità e il fatto che furono assunti maestri di<br />

matematica, morale, musica, scherma, ballo, dimostrano quale attività preziosa<br />

svolgesse l'accademia soprattutto nei confronti dei giovani che erano sottratti all'ozio<br />

e alle ribalderie grazie all'opera educativa degli accademici. Ciò spiega la<br />

lunga vita del sodalizio che sopravvisse ad altri sorti quasi un secolo dopo.<br />

Non va dimenticato che vi insegnarono un Fortunato Ferrari, l'Astezati e il<br />

filosofo ab. Benaglia, poi professore di diritto canonico a Padova; tutti si impegnarono<br />

al rinnovamento dei costumi e a preparare generazioni moralmente più<br />

forti e capaci di dare un contributo diverso alla società umana.<br />

Questo è senz'altro il pregio maggiore dell'accademia degli Erranti. Per quanto<br />

riguarda l'attività letteraria - se si esclude qualche voce isolata - non si<br />

può certo dire che sia lodevole. Si avvertono sempre il gusto imperante del Secen·<br />

tismo e le deviazioni assunte dal nostro Umanesimo. Il formalismo caratterizza<br />

le raccolte poetiche formate, quasi sempre, da rime occasionali di imitazione petrarchista<br />

che sono, per lo più, insincere e riflettono principi morali ascoltati, ma<br />

(3) idem pp. 2 e segg.<br />

(4) idem P. l.<br />

(5) I Rescritti del Senato ai Rettori di Brescia si trovano nell'archivio dei Frati di Venezia<br />

42<br />

Ma quello che più serve ad intuire l'impostazione diversa di quella accade­<br />

mia e la sua evidente funzione sociale è fissato nell'introduzione dei suddetti ca·<br />

pitoli. Vi si dice: «Essendosi manUestatamente conosciuto, che l'Accademia degli<br />

Erranti, instituita in questa città da alcuni nostri generosi cittadini, non ha<br />

mai avuto altro scòpo, che di accrescersi a beneficio universale degli essercitii di<br />

virtù e d'honore: piacque perciò al Consiglio generale della nostra Patria illu·<br />

strissima, assentire alla sua supplica, di riceverla in protettione, e di rinovarla<br />

con le leggi, che fussero parse convenevoli a fine, che meglio possa mantenersi<br />

senza disordine, e con maggiori progressi, e più fruttuose operationi andar coro<br />

rispondendo al desiderio pubblico, e al commando del Serenissimo nostro Prencipe,<br />

della grazia del quale in riguardo d'essa sua fedelissima città è stata favorita,<br />

oltre l'assegnamento di case, anca della con6rmatione della decima sopra le<br />

condanne criminali da essere dalla medesima città riscossa, e impiegata a solo sostentamento,<br />

e beneficio dell'Accademia, con la sopraintendenza, e direzione de·<br />

gl'Illustrissimi, e Eccellentissimi Signori Rettorilt (4) ciò con decreto del Senato<br />

veneto del 30 marzo 1638 (5).<br />

Il riconoscimento dello Stato veneto, la concessione di un sussidio fisso, la<br />

partecipazione delle più alte personalità e il fatto che furono assunti maestri di<br />

matematica, morale, musica, scherma, ballo, dimostrano quale attività preziosa<br />

svolgesse l'accademia soprattutto nei confronti dci giovani che erano sottratti al·<br />

l'ozio e alle ribalderie grazie all'opera educativa degli accademici. Ciò spiega la<br />

lunga vita del sodalizio che sopravvisse ad altri sorti quasi un secolo dopo.<br />

Non va dimenticato che vi insegnarono un Fortunato Ferrari, l'Astezati e il<br />

filosofo ab. Benaglia, poi professore di diritto canonico a PadO\·a; tutti si impe·<br />

gnarono al rinnovamento dei costumi e a preparare generazioni moralmente più<br />

forti e capaci di dare un contributo diverso alla società umana.<br />

Questo è senz'altro il pregio maggiore dell 'accademia degli Erranti. Per quan·<br />

to riguarda l'attività letteraria - se si esclude qualche voce isolata - non si<br />

può certo dire che sia lodevole. Si avvertono sempre il gusto imperante del Secen·<br />

tismo e le deviazioni assunte dal nostro Umanesimo. Il formalismo caratterizza<br />

le raccolte poetiche formate, quasi sempre, da rime occasionali di imitazione pe­<br />

trarchista che sono, per lo più, insincere e riflettono principi morali ascoltati, ma<br />

(})<br />

(4)<br />

(5)<br />

42<br />

idc:m pp. 2 c: segg.<br />

idc:m P. 1.<br />

I Rc:scriui dd Senato ai Rc:ttori di Brc:scia si trovano nell'archivio dei Frati di Venezia<br />

(Busta A - Accademie - N. N. 452). 4'2).


non messi messi in pratica. pratica. I poeti non hanno hanno vivacità vivacità e calore, calore, non sanno essere essere uouomlm:mini: ciò, naturalmente, naturalmente, impedisce impedisce alla poesia di divenire un un mezzo mezzo per educaeducare i giovani attratti più da altre discipline, discipline, come la matematica, matematica, la musica o il il<br />

ballo.<br />

Forse l'accademia l'accademia degli Erranti scelse scelse di proposito proposito tali discipline per sollesollecitare la preparazione preparazione morale di di tanti figli cadetti che, secondo la legge del maggiorascato,giorascato,<br />

non non avevano aperta se se non non la strada delle armi con le conseguenze<br />

conseguenze<br />

immaginabili immaginabili in in quel periodo storico.<br />

Significativo Significativo è è anche il il fatto che la filosofia fu fu insegnata, per esempio, da<br />

un Benaglia, esperto di diritto canonico e, come tale, proiettato fra gli interessi,<br />

spesso contrastanti, contrastanti, della società del XVII XVII secolo.<br />

un Benaglia, esperto di diritto canonico e, come tale, proiettato fra gli interessi,<br />

Ma al altre tre accademie accademie rivelano un rinnovamento rinnovamento della vita culturale bresciana<br />

già nel Seicento. Il rinnovamento rinnovamento è è legato - e lo rimarrà anche e più più ancora<br />

nel Settecento - agli Ordini religiosi, preoccupati di educare ed istruire i giovani<br />

di ogni classe sociale, per creare una vita più tranquilla e più adatta alla<br />

convivenza umana.<br />

I padri Somaschi, Somaschi, che, secondo mons. Guerrini (6), (6). crearono l'accademia l'accademia degli<br />

Industriosi Industriosi nel 1643, già già dirigevano dirigevano un un orfanatrofio: orfanatrofio: accanto a quello posero<br />

il il collegio dove sarebbero stati istruiti i giovani. Il Il Rizzini, Rizzini , invece, afferma<br />

che il il sodalizio ebbe vita ad opera dei Chierici regolari somaschi nel 1637, nelnell'anno in cui essi cominciarono cominciarono a tenere tenere convittori convittori con licenza licenza del Capitolo Capitolo genegenerale dell'Ordine (7).<br />

U. Vaglia, che ne fece uno studio particolare (8), dà notizie esaurienti per<br />

valutare valutare l'importanza l'importanza dell'accademia dell'accademia che durò durò fino al Settecento, Settecento, portando portando un un<br />

notevole notevole contributo contributo non non solo culturale, culturale, ma più più ancora sociale. sociale. Tale T aIe impegno impegno è è<br />

evidente nell'insegna degli Industriosi, Industriosi, un albero fiorito sul quale volano quatquattro api a succhiere il il nettare, e nel motto Quod Quod meUtls. melius. Come gli Erranti Erranti essi aveavevano un regolamento che, per per quanto sconosciuto, si si presume simile a quello<br />

degli altri collegi collegi somaschi. A. A. Brognoli Brognoli (9) dice quanta stima riscuoteva riscuoteva il soda­ soda­<br />

!izio lizio e soprattutto soprattutto quale valore avevano avevano insegnanti insegnanti come il il latinista latinista p. Francesco Francesco<br />

Bargnani, Bargnani, p. Giuseppe Giuseppe Bettoni, Bettoni, il il giovane giovane poeta e oratore p. Innocenza Innocenzo Frugoni, Frugoni,<br />

che sollecitavano sollecitavano il il gusto e l'amore l'amore alle belle lettere. lettere.<br />

Accademici e convittori convittori si si esibivano periodicamente - e soprattutto soprattutto in in occasione<br />

di cerimonie cerimonie civili e religiose religiose - in in saggi pubblici pubblici davanti ad autorità<br />

(6)<br />

(7) P. RIZZINI, Illustrazione dei civici musei di Brescia, Brescia 1892 p. 224.<br />

(8)<br />

(9)<br />

U. Vaglia, che ne fece uno studio particolare (8), dà notizie esaurienti per<br />

(6) Una festa accademica del Scttecellto al Cofle1(io somalCO di S. Bartolomeo iII Brescia, in<br />

Una festa accademica del Settecento al Collegio somasco di S. Bartolomeo in Brescia, in<br />

Rivista della Congregazione somasca, tasc. XX, a. 1928 - pp. 63-65.<br />

P. RIZZINI, Illustrazione dei civici musei di Brescia, Brescia 1892 p. 224.<br />

Rivista della Congregazione somasca. tasc. XX, a. 1928 - pp. 63·65.<br />

(8) U. VAGLIA, L'Accademia degli Industriosi in Brescia, in <strong>Brixia</strong> <strong>Sacra</strong>, a. 1969, p. I<br />

U. VAGLIA, L'Accademia degli Industriosi in Brescia, in <strong>Brixia</strong> <strong>Sacra</strong>, a. 1969, p. I<br />

- pp. 13-18.<br />

- pp. 13-18.<br />

A BROGNOLI. Elogi di Bresciani per dottrina eccellenti del sec. XVIII, Brescia 1785,<br />

p. 275.<br />

(9) A BROGNOLI. Elogi di Bresciani per dottrina eccellenti del sec. XVIII, Brescia 1785,<br />

p.275.<br />

43<br />

43


e cittadini che potevano rendersi, cos1, conto della preparazione culturale, mora­<br />

e cittadini che potevano rendersi, cosi, conto della preparazione culturale, morale<br />

e militare dei giovani. La rappresentazione dell'Olimpia di VoItaire nella sala<br />

del Collegio ad opera di dame e cavalieri è la testimonianza che, ancora nel 1770<br />

(data dello spettacolo), l'accademia era fiorente; saggi pubblici di notevole importanza<br />

erano stati tenuti nel 1650, 1744, 1745, 1749, 1750 e 1761. Durante<br />

quelle riunioni si recitavano sonetti e componimenti vari in italiano, in lati­<br />

le e militare dei giovani. La rappresentazione dell'Olimpill' di Voltai re nella sala<br />

del Collegio ad opera di dame e cavalieri è la testimonianza che, ancora nel 1770<br />

(data dello spettacolo), l'accademia era fiorente; saggi pubblici di notevole importanza<br />

erano stati tenuti nel 1650, 1744, 1745, 1749, 1750 e 1761. Durante<br />

quelle riunioni si recitavano sonetti e componimenti vari in italiano, in hui·<br />

no e e in in greco greco e e si si eseguivano eseguivano esercizi esercizi cavallereschi.<br />

cavallereschi.<br />

L'accademia, dei cui componenti U. Vaglia ci ha dato i nomi accademici e<br />

notizie delle varie attività, fu abolita dal Governo provvisorio del Sovrano Popolo<br />

Bresciano nel 1797, ma non si può dimenticare il valido impegno sociale<br />

di docenti e discenti «molti dei quali ebbero a distinguersi nell'alta società per<br />

cultura ed opere filantropiche, per opere rivolte al miglioramento dell'economia,<br />

L'accademia, dei cui componenti U. Vaglia ci ha dato i nomi accademici e<br />

notizie delle varie attività, fu abolita dal Governo provvisorio del Sovrano Popolo<br />

Bresciano nel 1797, ma non si può dimenticare il valido impegno sociale<br />

di docenti e discenti «molti dei quali ebbero a distinguersi nell'alta società per<br />

cultura ed opere filantropiche, per opere rivolte al miglioramento dell'economia,<br />

alla riforma delle scuole, all'esercizio dei viaggi allo scopo di conoscere altre genti,<br />

altri costumi, senza peraltro deflettere dalle tradizioni avite, esaltate nel nome<br />

di quanti si erano sacrificati per la gloria di Brescia, di quanti sapevano coltivare<br />

con lo studio le lettere, indispensabili all'educazione morale e del buon gusto.<br />

Né tralasciarono allora i Somaschi lo studio della geografia, condividendo<br />

forse col cosmografo V. Coronelli gli sforzi per risollevare la scuola cartografica<br />

veneziana» (10) .<br />

alla riforma delle scuole, all'esercizio dei viaggi allo scopo di conoscere altre genti,<br />

al tri costumi, senza peraltro deflettere dalle tradizioni avite, esaltate nel nome<br />

di quanti si erano sacrificati per la gloria di Brescia, di quanti sapevano coltivn.<br />

re con lo studio le lettere, indispensabili all'educazione morale e dci buon gu­<br />

sto. Né tralasciarono allora i Somaschi lo studio della geografia, condividendo<br />

forse col cosmografo V. Coronelli gli sforzi per risollevare la scuola cartografica<br />

veneziana. (lO).<br />

Importanza non minore, soprattutto per la concezione del valore sociale del­<br />

la cultura, rivela l'accademia dei Filesotici creata con caratteri scientifici sull'esem­<br />

pio dell'accademia romana dei Lincei. Essa pubblicava ogni mese le opere degli<br />

accademici ed esponeva, (elemento veramente positivo) la bibliografia ragionata<br />

di tutte le nuove pubblicazioni italiane e straniere.<br />

Ne fu promotore, nel 1686, il dòtto gesuita Terzi - Lana. La capacità e lo<br />

zelo degli accademici ci è documentata dalla stampa, nel primo anno di vita, degli<br />

Acta Novae Academiae Philexoticorum naturae et artis, 1686. Celsissimo Principi<br />

Iohanni Francisco Gonzagae Duci Sabionetae dicata ab Hermete F.co Lana,<br />

Patritio <strong>Brixia</strong>no, Academico a secretis, Auctore, <strong>Brixia</strong>e 1687, {lfiUd Jo . Mariam<br />

Ricciardum. Il Maylender (11) riferisce che in quest'opera «si esibiscono per<br />

regola di numero o classi le relazioni accademiche spettanti per lo più a materie<br />

fisiche, mediche, anatomiche, matematiche, astronomiche e simiglianti; di poi si<br />

accresce il ragguaglio de' libri tra i quali occupano distinto loco i pnml tomi<br />

della grande opera del Lana, la quale doveva essere pubblicata in dodici volumi<br />

sotto il titolo Magisterium Naturae et Artis.<br />

Purtroppo la morte di Francesco Lana segnò la fine di un sodalizio proiettato<br />

verso una forma di cultura più moderna e di maggiore utilità sociale. Non dissi,<br />

mile, per gli scòpi che si prefiggeva, era quella dei Formati, di cui il Maylender<br />

(lO) U. Vaglia, op. cito p. 18.<br />

(11) N. Maylender, Storia delle Accademie d'Italia, Bologna 1930 voI. II, p. 416.<br />

44<br />

Importanza non minore, soprattutto per la concezione del valore sociale del­<br />

la cultura, rivela l'accademia dei Filesotici creata con caratteri scientifici sull'esem­<br />

pio dell'accademia romana dei Lincei. Essa pubblicava ogni mese le opere degli<br />

accademici ed esponeva, (elemento veramente positivo) la bibliografia ragionata<br />

di tutte le nuove pubblicazioni italiane e straniere.<br />

Ne fu promotore, nel 1686, il dòtto gesuita Terzi - Lana. La capacità e lo<br />

zelo degli accademici ci è documentata dalla stampa, nel primo anno di vita, degli<br />

Acta Novll'e AcaJemiae Pbilexoticorum I1ll'turae et artis, 1686. Celsissimo Princi·<br />

pi l obll'nn; Francisco Gonzll'gll'e Duci Slbiol1etle dica/a ab Hermete F.co una,<br />

Patri/io Brixill'no, Academico Il' secrelis, Auc/ore, <strong>Brixia</strong>e 1687, tlfluJ /0. Mariam<br />

Ricciardum. 11 Maylender (11) riferisce che in quest'opera «si esibiscono per<br />

regola di numero o classi le relazioni accademiche spettanti per lo più a materie<br />

fisiche, mediche, anatomiche, matematiche, astronomiche e simiglianti; di poi si<br />

accresce il ragguaglio de' libri tra i quali occupano distinto Ioco i prLnll tomi<br />

della grande opera del Lana, la quale doveva essere pubblicata in dodici volumi<br />

sotto il titolo Magis/erium Na/urll'e et Artù.<br />

Purtroppo la morte di Francesco Lana segnò la fine di un sodalizio proiettato<br />

verso una forma di cultura più moderna e di maggiore utilità sociale. Non dissi.<br />

mile, per gli scòpi che si prefiggeva, era quella dei Formati, di cui il Maylender<br />

(lO) U. Vaglia, op. ciI. p. 18.<br />

(I l ) N. Mayknder, Sloria delle Acrademie d'Italia, Bologna 1930 voI. II, p. 416.<br />

44


può dire - di spiriti che, dandosi una Regola, si sforzavano di manifestare, nel<br />

miglior modo possibile e in vicendevole esempio, la loro devozione e di potenziare<br />

il loro sforzo nelle opere di culto e di beneficenza». Esse rivelano, se ben<br />

si considera la loro attività, un aspetto significativo dell'impegno sociale nella<br />

vita religiosa. Sia il Seicento sia il Settecento dovrebbero essere maggiormente<br />

studiati sotto questa luce, che mostra un aspetto nuovo anche nella storia della<br />

nostra attività culturale e politica di quel tempo.<br />

In effetti, se ben si considera già la vita nel Seicento, si può dire che Brescia,scia,<br />

grazie grazie ai suoi Vescovi e agli Ordini religiosi che seppero opportunamente<br />

opportunamente<br />

abbinare lo zelo cristiano cristiano alla cultura, cultura, chiuse positivamente il il bilancio del XVII XVII<br />

secolo, soprattutto - dice A. Cistellini Cistellini - (16) «dal punto di vista religiosomorale,<br />

malgrado le innegabili e immancabili immancabili note oscure, e con motivi di ragionevole<br />

ottimismo».<br />

Giova, infatti, ricordare che soprattutto soprattutto il vescovo Bartolomeo Gradenigo<br />

(1682-1698) (1682-1698) preparò un rinnovamento che diede i suoi frutti migliori nel Set­ Set.<br />

tecento. Restaurò, infatti, la disciplina ecclesiastica ecclesiastica cercando di applicare «con<br />

estremo rigore rigore le varie costituzioni dei suoi predecessori», favorì favorl l'opera dei «re· «re­<br />

ligiosi più zelanti» e incrementò sia gli studi sacri sia quelli u·manistici. u'manistici.<br />

Il Seminario, che era già stato particolarmente a cuore ai Vescovi precedenti, precedenti,<br />

ebbe pubblicazioni e codici numerosissimi. Si stava, dunque, avviando il movimento<br />

culturale che avrebbe costituito costituito la prerogativa del secolo successivo. A.<br />

Cistellini afferma che «a questo insigne prelato sembra perciò doversi attribuire<br />

il merito di chiudere definitivamente in Brescia il periodo di decadenza del costume<br />

religioso nel nel mondo ecclesiastico, e di concorrere, sagace e ardito pioniere,<br />

alla sana evoluzione di una una società civilmente cristiana» (17).<br />

La vita vita religiosa ben regolata portava al vecchio prestigio l'autorità ecclesiastica<br />

e questo proprio nel momento in cui anche molti laici, insigni per virtù<br />

e sapere, si impegnavano per risanare, risanare, attraverso la cultura, la società del tempo.<br />

L'attività del Gradenigo fu di di esempio al suo successore, il il vescovo Giovanni<br />

Badoaro (1706-1714) che accostò alla formazione formazione culturale del clero alaltre azioni benefiche quali, ad esempio, l'insegnamento del catechismo ai fanciulli<br />

e l'aiuto ai poveri; e questo in tempi che preludevano a vasti movimenti movimenti di<br />

pensiero e a profondi rivolgimenti sociali.<br />

Nonostante molte opposizioni il il vescovo Badoaro iniziò autorevolmente la<br />

sua opera pastorale pastorale che, continuata e perfezionata dal Barbarigo e dal Querini,<br />

preparerà un clero bresciano che vedrà la sua opera riflessa nel rinvigorimento<br />

morale, morale, non solo solo degli ecclesiastici, ma anche dei laici. Giustamente Giustamente il secolo<br />

XVIII sarà definito il «secolo «secolo d'oro» del clero bresciano, del quale quale si sa che mol-<br />

(16) A. A. CISTELLINI, op. op. ci!. cito p. p. 173. 173.<br />

{l7l (17) idem, idem, p. p. 172. 172.<br />

46


dovere dovere e, in in secondo luogo, avrebbe facilitato l'istruzione de!le delle anime affidate ai<br />

sacerdoti e, quindi, avrebbe notevolmente aiutato la demolizione di pregiudizi, pregiudizi,<br />

violenze, violenze, classismo e malcostume ancora vivi nel Settecento.<br />

L'accademia Ecclesiastica nulla aveva da invidiare a quelle laiche (anzi, ve· ve­<br />

dremo come poi ci sarà un un connubio con quella Arcadica). Dalle notizie lasciate<br />

da G.B. Chiaramonti (20) si sa che leggi precise governavano il il sodalizio. Gli<br />

accademici dovevano riunirsi tre volte al mese; nella prima si doveva recitare un<br />

sermone, al fine di promuovere la predicazione; insieme si doveva proporre un<br />

dubbio teologico-morale, perché fosse fosse risolto da tre accademici estratti a sorte. sorte.<br />

Nelle altre due adunanze adunanze si doveva leggere leggere un un discorso sopra la storia ecclesiastica,stica,<br />

ossia un compendioso racconto racconto degli Annali di Cesare Baronio. Baronio. Dopo il il<br />

1716 si recitavano, invece, dissertazioni critiche sopra i punti oscuri e difficili di<br />

tale storia. Protettore Protettore dell'accademia era S. Barnaba.<br />

Si ricorda ticorda particolarmente la solenne tornata del 1715: ne ne lascia lascia ampia documentazione<br />

P. Gagliardi (2 (21) 1) il quale, quale, scrivendo al Silio, Sii io, (lett. XIV del 20-6-<br />

1715) dice: «Qui (Brescia) si è fatta nel giorno di S. Barnaba una magnifica e<br />

nobile accademia nella chiesa di S. Pietro in Oliveto per ordinè ordine Monsig. Vesco­ Vesco·<br />

vo da una scelta adunanza di ecclesiastici da esso instituita sotto il nome di collegio<br />

Episcopale. Il soggetto che si trattò fu questo: L'antichità e e la purità purità della<br />

lede lede cattolica in Brescia. Le composizioni furono molte, fra le quali l'Orazione<br />

occupò il luogo più ragguardevole, e la la parte maggiore, e fu in lode di S. Barnaba<br />

primo fondatore di questa Chiesa. Tali sono le le cure di Aminta primo Pastore<br />

di Arcadia, il quale coll'opera ben ben corrisponde al grido del suo gran nome,<br />

che tanto già risonava in queste selve. Quanto a Mosso Pastor subalterno altro<br />

non vi dirò se non che omnia lert aelas. aetas.<br />

Le precisazioni precisazioni del Gagliardi ricordano che il Barbariga, Barbarigo, nel 1717, 17 17, aveva<br />

collaborato alla fondazione della colonia cenomane di Brescia.<br />

Un'altra lettera dello dello stesso stesso carteggio (22) annuncia, invece, la la solenne tortornata in cui si trattò dell'argomento La La città città di di Brescia Brescia insigne insigne per per religione religione e<br />

dignità dignità ecclesiastiche. Dice il mittente: «Domenica prossima avremo un'Accademia<br />

letteraria da questo Collegio Collegio Episcopale di Brescia, in cui si celebrerà celebrerà la nostra<br />

ci città ttà insigne per Religione e Dignità Ecclesiastiche. L'argomento è ottimo,<br />

e porge motivo a curiose curiose ricerche spettanti alla storia tanto antica, quanto rerecente della nostra Patria, il che non può esser disgiunto da un diletto ben grande.<br />

Qui abbiamo Cardinali, abbiamo Vescovi famosi, abbiamo Fondatori, e Ristoratori<br />

de' Monasterj, e cent'altre cose, che porgeranno delicato e gustoso pascolo<br />

ad una dòtta e lodevole curiosità».<br />

(20) idem, pp. 49-53. 49·53.<br />

(21) (21) G.B. CHIARAMONTI, CHIARAMONTI, Lettere del canonico canonico P. Gagliardi Gagliardi accademico del/a della CTllrca, Crusca, BreBresciascia 1763, pp. 40-41.<br />

(22) idem, lettera XX del 18-6-1717, 18"(,,,1717, p. p. 52.<br />

48


Effettivamente a nulla valse che nell'accademia Arcadica ci fossero studiosi<br />

come l'ab. L Frugoni o un Gagliardi che, per le sue doti di letterato, fu accolto<br />

come socio dell'accademia di Urbino, come risulta da una lettera sua al Muratori<br />

(36). «L'onore pregiatissimo, che la S.V. IlI'ma si è compiaciuta di proccurar­<br />

Effettivamente a nulla valse che nell'accademia Arcadica ci fossero studiosi<br />

come l'ab. L Frugoni o un Gagliardi che, per le sue doti di letterato, fu accolto<br />

come socio dell'accademia di Urbino, come risulta da una lettera sua al Muratori<br />

(36). «L'onore pregiatissimo, che la S.V. Ill'ma si è compiaciuta di proccurarmi<br />

(sic) nel farmi spontaneamente ascrivere alla celebre Accademia di Urbino»<br />

(forse degli Assorditi che, nel 1725, accoglieva i più rinomati letterati d'Italia)<br />

«che ora vassi rinnovellando ... ».<br />

mi (sic) nel fa rmi spontaneamente ascrivere alla celebre Accademia di Urbino»<br />

(forse degli Assorditi che, nel 1725, accoglieva i più rinomati letlerati d'Italia)<br />

«che ora vassi rinnovellando ... lt.<br />

In una una lettera lettera a a Francesco Francesco Lorenzini, Lorenzini, custode custode generale generale dell' dell' Arcadia Arcadia dopo dopo il il<br />

Crescimbcni, scriveva: «Il valore di V.S. I1l.ma, che già mi efR noto per fama,<br />

e le singolari produzioni del suo nobile ingegno, delle quali non che da altri, dal<br />

nostro degnissimo Padre Maestro Ruele aveva io ricevuta particolare, e distinta<br />

Crescimbeni, scriveva: «Il valore di V.S. Ill.ma, che già mi era noto per fama,<br />

e le singolari produzioni del suo nobile ingegno, delle quali non che da altri, dal<br />

nostro degnissimo Padre Maestro Ruele aveva io ricevuta particolare, e distinta<br />

notizia, mi avevano fatto concepire di Lei una somma stima, quale ben si conviene<br />

al Suo merito, ed a quel posto, che come Custode Generale d'Arcadia sì<br />

degnamente Ella sostiene nella Repubblica Letteraria. Ora perché mi trovo sopraffatto<br />

dalla sua singolare bontà e gentilezza, avendomi Ella senz'alcun merito<br />

mio voluto ascrivere a codesta nobilissima e famosissima Ragunanza degli Arcadi,<br />

come dal medesimo Padre Ruele ho inteso, che debbo altro io dire, se non che<br />

in lei va del pari unita col sapere, e colla dottrina, la gentilezza !\1tresì, e la cortesia?<br />

Eccomi pertanto prima ancora ch'io abbia avuto l'onore di darmela a conoscere<br />

in qualche maniera, obbligato già dalle sue riveritissime grazie con un<br />

favore cotanto segnalato, qual è quello di scorgermi annoverato fra tanti rari, e<br />

sublimi ingegni, onore dico, a cui per me io non avrei aspirato mai in conto alcuno,<br />

s'ella per un generoso istinto dell'animo suo non me ne avesse voluto far<br />

degno. Si compiaccia V.S. Ill.ma adunque di ricevere in attestato de' miei doveri...<br />

notizia, mi avevano fatto concepire di Lei una somma stima, quale ben si con­<br />

viene al Suo merito, ed a quel posto, che come Custode Generale d'Arcadia si<br />

degnamente Ella sostiene nella Repubblica Letteraria. Ora perché mi trOVO sopraffatto<br />

dalla sua singolare bontà e gentilezza, avendomi Ella senz'alcun merito<br />

mio voluto ascrivere a codesta nobilissima e fam osissima Ragunanza degli Arcadi,<br />

come dal medesimo Padre Ruele ho inteso, che debbo altro io dire, se non che<br />

in lei va del pari unita col sapere, e colla dottrina, la gentilezza aleresi, e la cor­<br />

tesia? Eccomi pertanto prima ancora ch'io abbia avuto l'onore di darmela a c0noscere<br />

in qualche maniera, obbligato già dalle sue riveritissime grazie con un<br />

favore cotanto segnalato, qual è quello di scorgermi annoverato fra tanti rari, e<br />

sublimi ingegni, onore dico, a cui per me io non avrei aspirato mai in conto alcuno,<br />

s'ella per un generoso istinto dell'animo suo non me ne avesse voluto far<br />

degno. Si compiaccia V.S. Ill.ma adunque di ricevere in attestato de' miei doveri...<br />

i! qui accluso componimento come pegno debole sì, ma sicuro della mia riveren­<br />

i! qui accluso componimento come pegno debole si, ma sicu ro della mia riveren­<br />

za» (37).<br />

za» (37).<br />

Questa lettera del Gagliardi, membro, con i! Mazzuchelli, dell'accademia<br />

della Crusca (38), dà la certcv.a del progresso della cultura bresciano. e dei legami<br />

profondi e cordiali tIa i dòtti bresciani e gli Arcadi di Roma, nonché la stima per<br />

la Repubblica letteraria che i! Muratori tanto desideravo. si realizzasse.<br />

Questa lettera del Gagliardi, membro, con il Mazzuchelli, dell'accademia<br />

della Crusca (38), dà la certezza del progresso della cultura bresciana e dei legami<br />

profondi e cordiali tra i dòtti bresciani e gli Arcadi di Roma, nonché la stima per<br />

la Repubblica letteraria che il Muratori tanto desiderava si realizzasse.<br />

Le menti eccelse di tanti studiosi, l'entusiasmo evidente nei loro carteggi,<br />

Le menti eccelse di tanti studiosi, l'entusiasmo evidente nei loro carteggi,<br />

l'abilità visibile nelle loro composizioni non riuscirono a mantenere lo spendore<br />

culturale delle due accademie. Forse, se al Barbarigo fosse successo subito il Querini,<br />

ciò non sarebbe accaduto. Ma la porpora vescovile toccò, per poco più di<br />

tre anni, a Fortunato Morosini (1723-1727) che, a detta del Cistellini (39), aveva<br />

la scienza del Vescovo, ma non ne aveva né la volontà né la santità».<br />

l'abilità visibile nelle loro composizioni non riuscirono a mantenere lo spendore<br />

culturale delle due accademie. Forse, se al Barbariga fosse successo subito il Querini,<br />

ciò non sarebbe accaduto. Ma la porpora vescovile toccò, per poco più di<br />

tre anni, a Fortunato Morosini (1723·1727) che, a detta del Cistellini (39), aveva<br />

la scienza del Vescovo, ma non ne aveva né la volontà né lo. santità».<br />

(l7) idem, lettera LXX.1I del 12·121737, voI. 11 , p. 217.<br />

(l8) idem, lettera LXXXVIII dc:l 1051742 al Mazzuchclli, voI. II.<br />

(l9) A. CISTELLINI, op. cito p. 184.<br />

(37) idem, lettera LXXII del 12-121737, voI. II, p. 217.<br />

(38) idem, lettera LXXXVIII del 1051742 al Mazzuchelli, voI. II.<br />

(39) A. CISTELLINI, op. cito p. 184.<br />

53<br />

53


Fortunatameme Fortunatamente la breve parentesi e l'arrivo di un Presule, Fresule, degno successore successore<br />

del Barbariga, Barbarigo, permisero in Brescia il rifiorire della cultura. Infatti sembrò di<br />

essere ritornati allo splendore del primo Settecento» perché in lui «l'impegno culturale<br />

di severi studi, insieme con la sincera e sempre più zelante attività a(tività pastorale»<br />

costituirono «elementi importanti, da valutarsi nel nel clima della società settecentesca,<br />

notoriamente frivola e mondana, e devono essere tenuti presenti per un<br />

più completo giudizio di un secolo che fa da spartiacgue spartiacque nella storia della civiltà»<br />

(40) (40). .<br />

Proprio l'arrivo del Querini ridiede ridiede vigore alla cultura e avviò il il periodo<br />

che sarà chiamato chiamato «l'età


ilità che gli ordini religiosi ebbero, in quegli anni e nei successivi, di aprire<br />

ricche biblioteche con annesse scuole superiori di teologia. A. Cistellini ricorda<br />

particolarmente i Benedettini a S. Eufemia e a S. Faustino; i Teatini a S. Gaetano;<br />

i Conventuali a S. Francesco; gli Osservanti a S. Giuseppe; agli Agostinia­<br />

bilità che gli ordini religiosi ebbero, in quegli anni e nei successivi, di aprire<br />

ricche biblioteche con annesse scuole superiori di teologia. A. Cistellini ricorda<br />

particolarmente i Benedettini a S. Eufemia e a S. Faustino; i Teatini a S. Gaetano;<br />

i Conventuali a S. Francesco; gli Osservanti a S. Giuseppe; agli Agostiniani<br />

a S. Barnaba; i Riformati a S. Cristo; i Gesuiti alle Grazie e a S. Antonio; i<br />

Domenicani a S. Domenico; i Carmelitani al Carmine; i canonici regolari a S.<br />

Giovanni; soprattutto i Filippini alla Pace, che, per la munificenza del p. Crotta,<br />

avevano la biblioteca più celebre e più ricca.<br />

Esistevano allora sei cattedre di teologia nei monasteri di S. Domenico, S.<br />

Barnaba, S. Francesco, della Pace, S. Giuseppe, del Carmine.<br />

Non può meravigliare tanto fervore di iniziative culturali se si pensa che il<br />

Querini «erudito e insaziabile bibliofilo» arricchiva continuamente la biblioteca,<br />

da lui fondata, di codici, di incunaboli, e di intere raccolte (44) .<br />

ni a S. Barnaba; i Riformati a S. Cristo; i Gesuiti aUe Grazie e a S. Antonio; j<br />

Domenicani a S. Domenico; i Carmelitani al Carmine; i canonici regolari a S.<br />

Giovanni; soprattutto i Filippini alla Pace, che, per la munificenza del p. Crotta,<br />

avevano la biblioteca più celebre e più ricca.<br />

Esistevano allora sei cattedre di teologia nei monasteri di S. Domenico, S.<br />

Barnaba, S. Francesco, della Pace, S. Giuseppe, del Carmine.<br />

Non può meravigliare tanto fervore di iniziative culturali se si pensa che il<br />

Querini «erudito e insaziabile bibliofilo» arriochiva continuamente la biblioteca,<br />

da lui fonda ta, di codici, di incunaboli, e di intere raccolte (44).<br />

Ma la la sua sua considerevole considerevole opera opera letteraria letteraria ed ed erudita erudita non non avrebbe avrebbe avuto avuto un un<br />

felice successo se non fosse stata strettamente collegata e subordinata alla piena<br />

felice successo se non fosse stata strettamente collegata e subordinata alla piena<br />

realizzazione di un disegno pastorale ben visibile nella costruzione, non solo del<br />

duomo, inaugurato nel 1738, ma di ben ottanta chiese, prima fra tutte quella<br />

della Pace e addirittura quella di S. Edvige a Berlino. Né va dimenticato che,<br />

estremamente liberale, si preoccupò anche dei poveri, completando la sua opera<br />

di rinnovamento civile con la fondazione della congrega apostolica.<br />

L'attività culturale del Porporato non gli negò preoccupazioni e dispiaceri<br />

nati proprio dall'ambiente colto di quel tempo: oltre l'attribuzione dei benefici<br />

realizzazione di un disegno pastorale ben visibile nella costruzione, non solo del<br />

duomo, inaugurato nel 1738, ma di ben ottanta chiese, prima fra tutte quella<br />

della Pace e addirittura quella di S. Edvige a Berlino. Né va dimenticato che,<br />

estremamente liberale, si preoccupò anche dei poveri, completando la sua opera<br />

di rinnovamento civile con la fondazione della congrega apostolica.<br />

L'attività culturale del Porporato non gli negò preocrupazioni e dispiaceri<br />

nati proprio dall'ambiente c6ho di quel tempo: oltre l'attribuzione dei benefici<br />

ai molti sacerdoti e monasteri (cosa non facile essendo tali benefici legati a pro­<br />

ai molti sacerdoti e monasteri (cosa non facile essendo tali benefici legati a pro­<br />

prietà terriere) fu accusato anche di filogiansenismo; ma tale accma ha ben poco<br />

fondamento, perché il fervore degli studi del Querini, sollecitando il clero ad<br />

occuparsi di attività culturali, spronava indubbiamente aUa conoscenza delle nuo­<br />

prietà terriel'e) fu accusato anche di filogiansenismo; ma tale accusa ha ben poco<br />

fondamento, perché il fervore degli studi del Querini, sollecitando il clero ad<br />

occuparsi di attività culturali, spronava indubbiamente alla conoscenza delle nuo­<br />

ve idee che circolavano in Europa; inevitabili erano, quindi, i vantaggi enormi,<br />

ve idee che circolavano in Europa; inevitabili erano, quindi, i vantaggi enormi,<br />

ma anche influssi poco felici. Si disse che il Cardinale non tollerava i Gesuiti,<br />

ma basterebbe a smentire questa affermazione il fatto che egli diede parere favo­<br />

ma anche influssi poco felici . Si disse che il Cardinale non tollerava i Gesuiti,<br />

ma basterebbe a smentire questa affermazione il fatto che egli diede parere favo­<br />

revole per la beatificazione di Bellarmino. E' vero che anche in Brescia i Gesuiti<br />

avevano persone colte, intelligenti, attive, moralmente forti tanto da essere maestre<br />

di vita per il clero sempre più numeroso in città, ma la loro popolarità e la<br />

loro forza non impedì al Querini di servirsene come predicatori nelle missioni<br />

del 1743. A smentire ulteriormente l'accusa può servire ricordare la presa di posizione<br />

del Vescovo contro i Cardinali ostili ai Gesuiti.<br />

Da quanto riferito si può ben dire che la perfezione raggiunta nella cultura<br />

e nel costume al tempo del Querini non potevano non dare conseguenze notevoli<br />

e riflessi continui nelle età successive.<br />

Ma, forse, il Cardinale non avrebbe ottenuto risultati così brillanti, se non<br />

revole per la beatificazione di Bellarmino. E' vero che anche in Brescia i Gesuiti<br />

avevano persone c6he, intelligenti, attive, moralmente forti tanto da essere maestre<br />

di vita per il clero sempre più numeroso in città, ma la loro popolarità e la<br />

loro forza non impedl al Querini di servirscne come predicatori nelle missioni<br />

del 1743. A smentire ulteriormente l'accusa può servire ricordare la presa di p0sizione<br />

del Vescovo contro i Cardinali ostili ai Gesuiti.<br />

Da quanto riferito si può ben dire che la perfezione raggiunta nella cultura<br />

e nel costume al tempo del Querini non potevano non dare conseguenze notevoli<br />

e riflessi continui nelle età successive.<br />

Ma, forse, il Cardinale non avrebbe olt'enuto risultati cosi brillanti, se non<br />

(44) U. BARONCELLI, Gli incunaboli della biblioteca Queriniana di Brescia, Brescia 1970.<br />

(44) U. BARONCELLI, Gli incunaboli della biblioteca Queriniana di Brescia, Brescia 1970.<br />

55<br />

55


avesse avesse avuto avuto accanto accanto altre altre persone persone laiche e e religiose che, con con le loro opere, opere, concontribuironotribuirono a creare creare quel periodo periodo fecondo fecondo della della cultura cultura bresciana. bresciana.<br />

Ne ricorderò ricorderò alcuni fra i j più famosi: famosi: l'ab. A. Sambuca, Sambuca, il braccio braccio destro destro<br />

del Querini, Querini, di di cui cui fu segretario segretario per per ventotto ventotto anni anni per per passare, passare, poi, poi, al al servizio servizio del<br />

vescovo vescovo Molino; Molino; fu uno storico storico che che lasciò lasciò memorie memorie sul Cardinale; Ca rdinale; l'ab. C. DoneDanedada bibliotecario, bibliotecario, dal dal 1754, 1754, della della biblioteca biblioteca Queriniana; Queriniana; il card. L. Calini; l'ab.<br />

P.A. Parzani, Parzani, il dòtto dòtto ed erudito erudito discepolo discepolo del Panagiota; Panagiota; il Somasco Somasco p. F. F. Bar­ Bar·<br />

gnani, di fine e e profonda cultura; cultura; p. L.R. Rampinelli, Rampinell i, monaco monaco Olivetano Olivetano dal dal 1722,<br />

illustre illustre matematico, matematico, docente docente famosissimo famosissimo e, a il Bologna, maestro di Gaetano Gaetano Agnesi;si;<br />

p. S. Maccarinelli, appartenente appartenente all'ambiente del de! Mazzuchelli Mazzuchelli e nominato nominato ComCommissario generale del S. Uffizio Uffìzlo da Clemente XIII; il sac. L. Emili, Emili, teologo e<br />

forbito forbito oratore, oratore, accademico accademico del Collegio Collegio Ecclesiastico; Ecclesiastico; p. C. Duranti, Dumnti, professore professore<br />

di di filosofia filosofia nel Seminario; Seminario; il sac. A. A. Gelfi, Gelfi, che curò curò l'edizione l'edizione del V volume volume delle deUe<br />

lettere del Pale Pole preparate preparate dal Querini; Querini; il benedettino benedettino G.A. Astezati, Astezati, insigne archi­ archi·<br />

vista, paleografo, paleografo, matematico, matematico, che che lasciò opere opere preziose preziose sugli sugli archivi archivi di S. Fau­ Fau·<br />

stino, stino, S. S. Eufemia, Eufemia, S. S. Giulia; p. Fortunato Fortunato Ferrari, insigne e geniale geniale scienziato, scienziato, le<br />

cui cui dottrine dottrine sollevarono sollevarono aspre aspre dispute, dispute, fu ritenuto ritenuto «il primo primo squillo squillo delle delle controcontroversie giansenistiche in Brescia» Bresciu (45). (45).<br />

Va fatto fatto notare che molti degli ecclesiastici ecclesiastici c6lti, cOlti, sia del ternpo tempo del del Barba­ Barba·<br />

riga rigo sia di quello quello del del Querini, Querini, provenivano provenivano da da tutte tutte le le classi classi sociali, sociali, così cos1 come come<br />

avveniva avveniva nelle nelle accademie accademie Ecclesiastica Ecclesiastica ed ed Arcade, Arcade, perché uno solo era il principrincipio ispiratore: ispiratore: ravvivare ravvivare l'interesse l'interesse culturale culturale per un miglioramento miglioramento della della società società<br />

non non solo solo religiosa, religiosa, ma anche anche laica.<br />

Soprattutto il Querini volle che la cultura fosse


Oristcno ....<br />

Peride Affeio<br />

Retalgo Coziate<br />

Rotalmo ....<br />

Sostrato Egiziaco<br />

T emiro Anteatico<br />

Oristeno ....<br />

Pericle Affdo<br />

Retalgo Coziate<br />

Rotalmo ....<br />

Sostrato Egiziaco<br />

Temiro Anteatico<br />

Tersalgo ....<br />

Vidalgo Pitinseo<br />

Vesolno Aereo<br />

Virbio Tittioneo<br />

Uralio ....<br />

Tersalgo ....<br />

Vidalgo Pitinseo<br />

Vesolno Acreo<br />

Virbio Tittioneo<br />

Uralio .. ..<br />

A questi si aggiunsero poi:<br />

Britide Iceo<br />

Cleobo Ipipirgirio<br />

Gelasco Cinorzio<br />

Pritalte Mirtionio<br />

Trinanzo Cisseate<br />

Tegindo Palemonio<br />

p. Andrea Barbieri<br />

ab. dotto Pietro Guelfi<br />

p. Pier Antonio Tonelli<br />

p. Pietro Paolo della Valle<br />

= Giovanni Fainelli, dottore in filosofia e medicina<br />

- Cristoforo Gallo, giudice dell'almo Collegio di Brescia<br />

avv. Andrea Tombini<br />

ab. marchese Gioseffo Pozzobonelli di Milano<br />

co: Gioseffo Imbonati dell'Arcadia di Milano<br />

ab. Galeazzo Foresti<br />

dotto Fortunato Zucchini, segretario della accademia<br />

degli Erranti<br />

A questi si aggiunsero poi:<br />

Britide lceo<br />

_ Pietro Campana<br />

Cleobo Ipipirgirio<br />

Ge!asco Cinorzio<br />

Bartolomeo Groppi<br />

Pritalte Miftionio<br />

Trinanzo Ci5seate _ p. Giacomo Maria Ricci<br />

Tegindo Palemonio<br />

Pietro Campana<br />

dr. Gerolamo di Rovero<br />

Bartolomeo Groppi<br />

Jacopo Capitanio, nobile bresciano<br />

p. Giacomo Maria Ricci<br />

Lodovico Calini<br />

Paolo Gagliardi<br />

Il Barbarigo, Barbarigo, A. A. Piccoli, Piccoli, fra fra Emilio Emilio degli degli Emigli Emigli (cav. (cav. di di Malta), Malta), A. A. Fenaroli, Fenaroli,<br />

A. Garbelli erano stati iscritti nell'accademia Arcade romana e furono i principali<br />

promotori della Colonia Cenomane.<br />

Tre eleganti distici latini del latinista p. Francesco Bargnani si trovano su<br />

un'epigrafe del palazzo che ospitava le accademie e che fu distrutto vandalicamente.<br />

Le parole, almeno, rimangono a ricordare un momento veramente lodevole<br />

della cultura bresciana, ma soprattutto chi si era adoperato perché essa potesse<br />

vincere le tenebre dell'ignoranza e della superficialità. Eccoli:<br />

(continua)<br />

58<br />

p. Andrea Barbieri<br />

= ab. dotto Pietro Guelfi<br />

= p. Pier Antonio ToneIli<br />

p. Pietro Paolo della Valle<br />

= Giovanni Fainelli, dottore in filosofia c medicina<br />

_ Cristoforo Gallo, giudice dell'almo Collegio di Bre·<br />

scia<br />

= avv. Andrea Tombini<br />

_ ab. marchese Gioseffo Pozzobonelli di Milano<br />

= co: Gioseffo Imbonati deli'Arcadia di Milano<br />

_ ab. Galeazzo Foresti<br />

= dou. Fortunato Zucchini, segretario della accade·<br />

mia degli Erranti<br />

= dr. Gerolamo di Rovero<br />

= Jacopo Capitanio, nobile bresciano<br />

= Lodovico Calini<br />

Paolo Gagliardi<br />

A. Garbelli erano stati iscritti nell'accademia Arcade romana e furono i principa.<br />

li promotori della Colonia Cenomane.<br />

Tre eleganti distici latini del latinista p. Francesco Bargnani si Uovano su<br />

un'epigrafe del palazzo che ospitava le accademie e che fu distrutto vandalicamente.<br />

Le parole, almeno, rimangono a ricordare un momento veramente lodevole<br />

della cultura bresciana, ma soprattutto chi si era adoperato perché essa p0tesse<br />

vincere le tenebre dell'ignoranza e della superficialità. Eccoli:<br />

(continua)<br />

58<br />

<strong>Brixia</strong> mannorei surgentia culmine templi<br />

Dum stupet et sacris laudibus apta videro<br />

Urbanasque simul miratur Praesuli aedes<br />

Fronte nova et cultu splendidiore fmi,<br />

Par erat ut veteri posito squalore niteret<br />

Delirium dominis villa futuris suis.<br />

<strong>Brixia</strong> marmorei surgentia culmine templi<br />

Dum stupet et sacris laudibus apta videt.<br />

Urbanasque simul miratur Praesuli aedes<br />

Fronte nova et cultu splendidiore frui,<br />

Par era t ut veteri posito squalore niteret<br />

Delitium dominis villa futuris suis.<br />

LUCIANA D0810<br />

LUCIANA OOS10


IL IL PIO PIO SOCCORSO SOCCORSO DELLA PERTICA<br />

Un documento documento di particolare interesse per la vita religiosa delle delle Pertiche, e<br />

della della loro loro economia, economia, è è il testamento testamento di Don Don Francesco Francesco Bacchi, curato curato di di Forno Forno d'Ono, d'Ono,<br />

redatto redatto dal dal notaio G. G. Antonio Antonio Cargnoni Cargnoni di di Levrange Levrange il 9 9 novembre novembre 1614.<br />

Con questo atto Don Bacchi fondò il Ricorso Ricorso dei Poveri di Cristo della Pertica<br />

di Valle Sabbia, istituendo universal erede di tutti i suoi beni presenti e<br />

futuri.<br />

La famiglia Bacchi era fra le più antiche famiglie di Forno. 10 Lo storico Marsi- Marsi­<br />

1io lio Piccinelli di Anfo, vissuto nel sec. XVI, cosl1a così la ricorda: « « In questo tempo (1338 (1338<br />

circa) Arigolino de Bacei Bacci uomo uomo ricchissimo di denaro emigrò da Marmentino con il<br />

suo figlio Tomasino, e sen venne venne in compagnia del nostro Bertolino Alberghini ad ad<br />

abitare abitare al forno suddetto. Qui il Bacei Bacci fabricar fece un casamento comodo per sé,<br />

e comprò da Bortolino ancora parte del forno stesso e fecero tra tra lor lor compagnia di<br />

negozio tale che ben che in allora il ferro ferro si vendesse solo soldi 45 al pezo ne ne de· de­<br />

ducevano ducevano utili sovragrandi ». ».<br />

Nel 1434 certo Tomasino Bacchi dotò la chiesetta di Forno di entrate per<br />

il mantenimento perpetuo di un sacerdote con la facoltà di poter scegliere il sucessore<br />

fra fra i sacerdoti più anziani del proprio casato, salvo parere del Vescovo. Nota<br />

per pubbliche pubbliche benemerenze e per censo, la famiglia Bacchi fu accolta a godere della<br />

cittadinanza della città di Brescia, un privilegio particolare particolale pure goduto dalla fa­ fa·<br />

miglia Alberghini.<br />

Don Francesco Bacchi, dopo la la morte morte dell'affezionato nipote G. Francesco<br />

Flocchini, che aveva eletto suo erede, pregato Dio di avere avere tanta luce da poter<br />

ordinare di nuovo e disporre d'ogni facoltà, elesse, a custodia di quanto ordinato<br />

nel nel testamento, i Quindicinari, e cioè dieci Massari delle Scuole della della Madonna<br />

della Pertica, e cinque Elemosinari.<br />

Massari Massari furono: M. Pecino Andreolo a Presegno, M. M. Gio Donato Bortolotto<br />

a Ono, M. M. Giacomo Cargnoni a Levrange, M. Gio Antonio Alberghino a Forno,<br />

M. Gio Antonio Antonio Tabarino a Avenone, Avenone, M. Gio Maria Gabrieli a Prato, M. Gio Pietro<br />

Roffini Raffini a Livemmo, M. Bartolomeo Baldino a Udine (= Odeno), M. Domenico<br />

Quistino e M. Antonio Vivenzi a Navono, Noffo e Lavino.<br />

Elemosinari furono: Domenico Flocchini, Flocchini, M. Ludovico Ligetto, M. M. Benedetto<br />

Burlino, M. Gio Battista Zanini, e M. Gio Francesco Francesco Pecini; e sucessivamen·<br />

sucessivamen­<br />

te i loro sucessori, che di tempo in tempo vennero eletti.<br />

I Massari dovevano essere essere i Massari delle Scuole della Madonna, eletti di<br />

tempo in tempo dalle Scuole stesse. Dovevano congregarsi due volte all'anno,<br />

59


i libri e quanto esistesse nel Torresino di sua proprietà, e il denaro si adoperi per<br />

j libri e quanto esistesse nel Torresina di sua proprietà, e il denaro si adoperi per<br />

il Soccorso. Qualora i libri non si vendessero, restino custoditi in modo che non<br />

il Soccorso. Qualora i libri non si vendessero, restino custoditi in modo che non<br />

siano alienati e non si consumino per mali tempi.<br />

Aderendo al desiderio dei consoli del comune di Forno d'Ono, G. Battista<br />

Alberghino e G. Francesco Zanini, a lui mandati dagli uomini del comune, dispose<br />

siano alienati e non si consumino per mali tempi.<br />

Aderendo al desiderio dei consoli del comune di Forno d'Ono, G. Battista<br />

Alberghino e G. Francesco Zanini, a lui mandati dagli uomini del comune, dispose<br />

che la sede del Pio soccorso restasse nel Torresino, presso la Chiesa, oggi via Roma<br />

che la sede del Pio soccorso restasse nel Torresino, presso la Chiesa, oggi via Roma<br />

1, ave il rettore Don Alessandro Ghidinelli fece scolpire sull'architrave della porta<br />

d'ingresso, a perpetua memoria "heredl's coscripsit pal/peres mllnicipy" (= elesse<br />

1, ove il rettore Don Alessandro Ghidinelli fece scolpire sull'architrave della porta<br />

d'ingresso, a perpetua memoria "heredes coscripsit pauperes municipy" (= elesse<br />

suoi eredi i poveri del Municipio) .<br />

slloi eredi i poveri del Municipio).<br />

Il patrimonio ammontava a lire piccole 36658, che producevano l'annuo censo<br />

Il patrimonio ammontava il lire piccole 36658, che producevano l'annuo censo<br />

di lire 1753,8.<br />

di lire 1753,8.<br />

Nel Torresino fu steso il testamento alla presenza dei testimoni M. Battista<br />

Repellino di Livemmo, M. Leandro Burlino, M. Nicolino Floch:no di Avenone,<br />

Nel Torresina fu steso il testamento alla presenza dei testimoni M. Battista<br />

Repellino di Livemmo, M. Leandro Burlino, M. Nicolino Floch:no di Avenone,<br />

M. G. Antonio Zambello da Levrange, M. Marc'Antonio Nicolino, M. Christofero<br />

M. G. Antonio Zambello da Levrange, M. Marc'Antonio Nicolino, M. Christofero<br />

Pirlo da Hono, M. Christofero Oporino da Prato, e M. Gottardo Rizzardi dal<br />

Forno di Hono.<br />

Pirlo da Hono, M. Christofero Cipotino da Prato, e M. Gottardo Rizzardi dal<br />

Forno di Hono.<br />

Nel concludere, non va dimenticato che il testatore consigliava i Quindicinari<br />

ad adoperarsi ognuno per la propria parte con ogni zelo a fare quanto a loro spettava,<br />

e nel congregarsi dovevano levare le menti a Dio perchè li aiutasse nel progresso<br />

del Ricorso con la preghiera del Gloria Patri, ecc.<br />

Il testamento venne dato ancora alle stampe il primo Marzo 1714, un secolo<br />

dopo, estratto de verbo ad verbum dal notaio Paolo Andreoli q. D. Angelo di<br />

Gussago.<br />

Nel concludere, non va dimenticato che il testatore consigliava i Quindicinari<br />

ad adoperarsi ognuno per la propria parte con ogni zelo Il b re quanto a loro spetta­<br />

va, e nel congregarsi dovevano levare le menti a Dio perchè li aiutasse nel progresso<br />

del Ricorso con la preghiera del Gloria Patri, ecc.<br />

Il testamento venne dato ancora alle stampe il primo Marzo 1714, un secolo<br />

dopo, estratto de verbo ad verbum dal notaio Paolo Andreoli q. D. Angelo di<br />

Gussago.<br />

Cosi ogni anno in ciascuna delle nove Parrocchie della Pertica furono celebrate<br />

Cosi ogni anno in ciascuna delle nove Parrocchie della Pertica furono celebrate<br />

dal Parroco tre Messe a pro dell'anima del Testatore, dei suoi genitori e del<br />

nipote secondo la intenzione espressa nel testamento medesimo. Tali Messe doveva­<br />

dal Parroco tre Messe a pro dell'anima del Testatore, dei suoi genitori e del<br />

nipote secondo la intenzione espressa nel testamento medesimo. Tali Messe doveva­<br />

no constare constare dal dal Diario Diario di di Sagristia, Sagristia, la la prima prima la la vigilia vigilia di di Natale, Natale, la la seconda seconda il il SaSa­ bato di Resurrezione, la terza la vigilia del Titolare della Parrocchia.<br />

bato di Resurrezione, la terza la vigilia del Titolare della Parrocchia.<br />

Ciascuna Fabbriceria era tenuta alla retribuzione di lire una e centesimi<br />

cir.quanta per ognuna delle tre Messe, annualmente.<br />

Ciascuna Fabbriceria era tenuta alla retribuzione di lire una e centesimi<br />

cinquanta per ognuna delle tre Messe, annualmente.<br />

UGO VAGLIA<br />

UGO VAGLIA<br />

61<br />

61


BANCA POPOLARE<br />

DI PALAZZOLO<br />

PALAZZOLO<br />

SULL'OGLIO<br />

Società Cooperativa a Responsabilità Limitata<br />

Capitale Sociale e Riserve al 31-12-1979 L. 14.873.410.701<br />

Depositi a risparmio e ·in clc al 31-12-1979 L. 260.945.723.580<br />

FILIALI<br />

DOPO DOPO 108 108 ANNI DI DI ATTIVITA', ATTIVITA',<br />

E' UNA BANCA GIOVANE<br />

AL SERAVIZIO DELLE ATTIVITA ARTIGIANE,<br />

COMMERCIALI COMMERCIALI ED ED AGRICOLE<br />

AGRICOLE<br />

ADRO - BASSANO BRESCIANO - CALCIO - CAZZAGO S. MAR­<br />

TINO - CHIARI - CIVIDATE AL PIANO - CIVIDINO DI OASTELLI<br />

CALEPIO - COCCAGLIO - MORNICO AL SERIO - ORZINUOVI -<br />

ORZIVECCHI - PALOSCO - PARATICO - ROVATO - SARNIICO -<br />

TELGATE.<br />

BANCA POPOLARE<br />

SULL'OGLIO<br />

Soc ietà Cooperativa a Responsabilità limitata<br />

Capitale Sociale e Riserve al 31-12-1979 L. 14.873 .410 .701<br />

DeposItI a risparm io e -in c/c al 31-12-1979 L. 260 .945.723.580<br />

FILIALI<br />

AL SERAVIZIO DELLE ATTIVITA ARTIGIANE,<br />

ADRO • BASSANO BRESCIANO • CALCIO • CAZZAGO S. MAR·<br />

TINO· CHIARI· CIVIDATE AL PIANO· CIVIDINO DI CASTELLI<br />

CALEPIO • COCCAGLIO . MORNICO AL SERIO • ORZINUOVI<br />

ORZIVECCHI • PALOSCO· PARATICO· ROVATO · SARNiCO •<br />

TELGATE.<br />

SEDE DI BRESCIA - Via Leonardo Da Vinci<br />

SEDE DI BRESCIA· Via Leonardo Da Vinci<br />

SEDE SEDE SOCIALE SOCIALE E E DIREZIONE DIREZIONE GENERALE GENERALE IN IN PALAZZOLO PALAZZOLO S/O. S( O.<br />

63<br />

63


64<br />

64<br />

BANCA S. PAOLO<br />

BANCA S. PAOLO<br />

BRESCIA BRESCIA<br />

SEDE IN BRESCIA<br />

SEDE IN BRESCIA<br />

FILIALE IN MILANO<br />

FILIALE IN MILANO<br />

UFFICIO DI RAPPRESENTANZA IN ROMA<br />

UFFICIO DI RAPPRESENTANZA IN ROMA<br />

73 SPORTELLI SPORTELLI NELLE NELLE PROVINCE<br />

PROVINCE<br />

DI BRESCIA, MILANO, TRENTO<br />

DI BRESCIA, MILANO, TRENTO<br />

UN'EFFICIENTE STRUTTURA ORGANIZZATIVA<br />

UN'EFFICIENTE STRUTTURA ORGANIZZATIVA<br />

PER PER OGNI OGNI ESIGENZA<br />

ESIGENZA<br />

NEL SETTORE DI BANCA, DI BORSA, DI CAMBIO<br />

NEL SETTORE DI BANCA, DI BORSA, DI CAMBIO


S.p.A. - FONDATA NEL NEL 1883 1883<br />

Sed" Sede: BRESCIA BRESCIA - VIA VIA TRIESTE, 8 - TEL. 29931<br />

2993 1


CARIPLO<br />

CARIPLO<br />

CARIPLO<br />

CARIPLO<br />

. CARIPLO "<br />

CARIPLO<br />

CARIPLO<br />

CARIPLO<br />

CARIPLO<br />

CARIPLO<br />

CARIPLO<br />

CARIPLO<br />

CARIPLO CARIPLO<br />

CARIPLO CARIPLO<br />

CARIPLO<br />

CARIPLO<br />

la tua<br />

la tua<br />

banca<br />

banca<br />

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