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diffusione sul mercato australiano di prodotti italiani contraffati e ... - Ice

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emblema della nostra immagine all'estero. Non basta. Nei ristoranti troviamo un piatto <strong>di</strong><br />

penne all'amatriciana, con pasta e sugo (un'improbabile miscela <strong>di</strong> bacon, pomodoro e<br />

cipolle) che arrivano dal Wisconsin, formaggi come il parmigiano, la fontina e il<br />

gorgonzola, provenienti da chi sa quale Paese, o Mortadella tipo Bologna, o un Chianti<br />

prodotto in Cile.<br />

Siamo in presenza <strong>di</strong> un enorme business e l'Italia, insieme alla Francia, è la più colpita<br />

dalla contraffazione, dall’”agropirateia”, dai "falsi d'autore" dell'alimentazione. Nel<br />

nostro Paese si realizza più del 21 per cento dei <strong>prodotti</strong> a denominazione d'origine<br />

registrati a livello comunitario. A questi vanno aggiunti gli oltre 400 vini Doc, Docg e Igt<br />

e gli oltre 4000 <strong>prodotti</strong> tra<strong>di</strong>zionali censiti dalle Regioni e inseriti nell'Albo nazionale.<br />

Una lunghissima lista <strong>di</strong> <strong>prodotti</strong> che ogni giorno, però, rischia il "taroccamento".<br />

I <strong>prodotti</strong> maggiormente imitati sono nove: Pizze e preparati (18,6%), Salse e con<strong>di</strong>menti<br />

(15%), Cibi pronti (13,1%), Formaggi ( 12,2%), Prodotti da forno (10,2%), Carne ed<br />

insaccati (10,1%), Pasta e riso (5,7%), Vini (5,4%), Olii (3,1%), altri <strong>prodotti</strong> (6,6%).<br />

Il più "copiato" tra i <strong>prodotti</strong> Dop e Igp è il Parmigiano Reggiano. Ad esso appartiene il<br />

primato delle imitazioni. Secondo una indagine italiana all'estero, effettuata anche in<br />

Australia, ri<strong>sul</strong>ta falso un menù italiano su tre e sono falsi quasi una bottiglia <strong>di</strong> vino su<br />

due e nove formaggi su <strong>di</strong>eci.<br />

Si legge inoltre che anche metà della pasta in mostra nei supermercati e servita nei<br />

cosiddetti ristoranti <strong>italiani</strong> sarebbe falsa: una quota consistente del <strong>mercato</strong>, equivalente<br />

a 1.275 milioni <strong>di</strong> dollari, <strong>di</strong> pasta importata nei Paesi esteri è appannaggio <strong>di</strong> produzioni<br />

<strong>di</strong> pasta che copiano il prodotto italiano utilizzando vaghe etichette.<br />

Considerando l’Australia, qui si produce salsa bolognese e formaggi mozzarella, ricotta,<br />

Parmesan “Perfect Italiano” con ban<strong>di</strong>era tricolore in etichetta. In questo modo, in molti<br />

Paesi del mondo, si inducono in errore i consumatori circa la provenienza dei <strong>prodotti</strong>:<br />

Parmesao in Brasile, Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesano in tutto il Sud<br />

America e Parmesan dovunque, dagli Stati Uniti al Canada, fino al “Perfect Parmesan”<br />

in Australia.<br />

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