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Luca - Webdiocesi

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Presbiteri per<br />

il nostro tempo<br />

Nella Pentecoste di quest'anno,<br />

esattamente nel sabato di vigilia,<br />

saranno ordinati due nuovi<br />

presbiteri: don Giovanni Casarotto e<br />

don Matteo Menini, come i due discepoli<br />

di Emmaus. Uno proviene dal<br />

Seminario minore e 1'altro dalla comunità<br />

vocazionale del Mandorlo.<br />

Ringraziamo Iddio di questa doppia<br />

fonte e siamo certi che tutta la comunità<br />

diocesana crede che il buon Dio chiama a<br />

seguirlo sia da ragazzi sia da giovani.<br />

Sosteniamo e rinnoviamo di continuo<br />

queste due importanti strutture, provvedendole<br />

sempre di educatori ben formati<br />

e inviando persone disponibili a una<br />

generosa ricerca vocazionale. Sono il<br />

nostro futuro.<br />

La missione che attende don Giovanni e<br />

don Matteo da una parte è difficile, ma<br />

nello stesso tempo esaltante. Difficile<br />

perché oggi occorre reinventare il servizio<br />

del presbitero nella comunità. Lo<br />

richiede la mutata realtà sociale, alle<br />

prese con gravi mutamenti nel lavoro,<br />

nell'organizzazione quotidiana della<br />

vita, nelle convinzioni patrimonio della<br />

cultura odierna. Lo spazio all'azione<br />

pastorale del prete non è dato e riconosciuto,<br />

bensì va individuato con pazienza,<br />

talvolta conquistato con cura e realizzato<br />

con estrema delicatezza e rispetto.<br />

La vita ecclesiale sta subendo a sua<br />

volta trasformazioni epocali: In molte<br />

parrocchie ad esempio il parroco non è<br />

più residente, perché sono state costituite<br />

le unita pastorali: più preti coparroci<br />

sono corresponsabili di alcune<br />

comunità. Allora accade che il riferimento<br />

al prete diventa sporadico e con<br />

fatica si sta imparando a vivere anche<br />

senza una sua assidua presenza.<br />

Certamente i preti novelli non<br />

saranno nominati immediatamente<br />

parroci.<br />

Piuttosto saranno inseriti come vicari<br />

cooperatori in parrocchie popolose.<br />

Queste tuttavia sono gia chiamate a fare<br />

i conti con unita pastorali vicine e i<br />

pochi preti giovani del vicariato sono<br />

da presto chiamati alla collaborazione<br />

interparrocchiale. Del resto qualche<br />

studente di teologia fa proprio il tirocinio<br />

pastorale in unità pastorali, visto<br />

che la parrocchia singola e autonoma è<br />

destinata a diventare eccezione.<br />

Mons. Cavallon<br />

Per affrontare questa realtà sociale ed<br />

ecclesiale dura i preti novelli hanno<br />

bisogno della comprensione e dell’aiuto<br />

sia dei confratelli presbiteri sia dei<br />

laici e delle religiose attivi nelle parrocchie.<br />

Non si tratta di iperproteggerili o<br />

di buttarili allo sbaraglio. Accolti e<br />

accompagnati con benevolenza sapranno<br />

mettere a frutto la carità pastorale<br />

appresa negli anni formativi.<br />

La missione del prete oggi è anche<br />

esaltante. I nostri giovani presbiteri<br />

non sono chiamati a ripetere<br />

pedissequamente il solco tracciato da<br />

una lunga tradizione, visto che questa<br />

da anni stiamo purtroppo perdendo per<br />

3<br />

via. Freschi di studi e giovani d'anni,<br />

non è detto che loro posseggano già<br />

sapienti ricette pastorali da mettere<br />

subito in atto con successi strepitosi.<br />

Occorre allora di certo creatività da<br />

coniugare con la saggezza dello Spirito,<br />

forza d'animo nell'annunciare il Signore<br />

Gesù e disponibilità a versare le lacrime<br />

del seminatore, che butta a piene mani<br />

la semente e non si stanca di attendere<br />

il buon raccolto, nello spirito che il<br />

Padrone della messe vorrà.<br />

L'inizio per un giovane prete è già<br />

pieno di novità sorprendenti, però la<br />

novità dovrà soprattutto scaturire dalla<br />

fedeltà al Risorto, che fin da oggi sta<br />

ricreando terra e cieli nuovi.<br />

Le comunità che quest'anno accoglieranno<br />

i neopresbiteri e pure alcuni diaconi<br />

e seminaristi che concludono gli<br />

studi e la permanenza in seminario,<br />

saranno investite da una ventata nuova<br />

dello Spirito del Signore. II sommovimento<br />

non sia di breve durata, bensì<br />

uno scuotimento salutare per 1'intero<br />

popolo di Dio, visitato da una magari<br />

inaspettata presenza umana, incarnazione<br />

però di un Dio, che torna a visitarci<br />

e a provocarci al bene sincero e alla<br />

testimonianza cristiana.<br />

Gianfranco Cavallon

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