L’Hotel Leon d’Oro ha ospitato per l’intera giornata del 9 febbraio il convegno, promosso dalla Regione Veneto, sul tema “Termovalorizzatori e territorio: tecnologia, gestione, controlli ambientali e sanitari”. In apertura di lavori l’assessore regionale alle politiche per l’Ambiente Giancarlo Conta, registrando in sala la presenza del sindaco di Zevio Paolo Lorenzoni, ha criticato pubblicamente le amministrazioni comunali di San Martino e San Giovanni Lupatoto” Poiché non hanno inviato nessun rappresentante, e poi magari appendono gli striscioni con la scritta tumori? no grazie. E dire che siamo stata la prima realtà a livello nazionale a costituire un’apposita commissione che ha coinvolto tutti gli Enti interessati, compreso i Comuni limitrofi a Verona”. Per l’occasione <strong>Il</strong> PAReRe dell’ARPAv Tra i relatori al convegno era presente anche il Direttore Generale dell’Arpav, Andrea Drago, il quale ha sottolineato come “ La Regione considera i rifiuti una risorsa per il Veneto, in particolare una fonte di energia, per questo è a favore degli impianti di termovalorizzazione tecnologicamente all’avanguardia come Cà del Bue, in grado di garantire la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente. Inoltre il sistema dei controlli in Veneto è garantito da un’Agenzia fra le più qualificate d’Italia. L’Arpav, a Verona, svolge ogni anno attività di controllo che riguardano i rifiuti, gli scarichi, le emissioni in atmosfera ed altri fenomeni rilevanti, grazie ad uno staff specializzato di circa cento persone che si occupa dei controlli e anche di fotografare lo stato dell’ambiente. Questo grazie alla rete di monitoraggio della qualità dell’aria, composta da dodici centraline fisse e tre laboratori mobili fra i più tecnologicamente avanzati”. si è parlato, naturalmente, anche dell’impianto specifico di Cà del Bue, e a questo riguardo l’assessore agli Enti Partecipati del Comune di Verona, Enrico Toffali (Lega Nord), ha annunciato che è in via di definizione un accordo con l’Istituto Superiore della Sanità al fine di monitorare costantemente l’impianto. Anche il collega di partito Luca Coletto, vice presidente della Provincia, ha difeso la scelta di Cà del Bue in quanto attualmente “è l’unica soluzione se non si vogliono più le discariche. Naturalmente stiamo parlando di termovalorizzatori costruiti seguendo le migliori tecnologie”. L’assessore regionale Conta (PdL), riguardo Cà del Bue, ha quindi escluso tassativamente che a Verona arrivino rifiuti dalle altre provincie:” E’ la solita cattiva Attualità Rifiuti - WoRkshop al leon d’oRo A Cà del Bue solo i rifiuti veronesi Lo ha ribadito l’Assessore regionale Conta al convegno sui termovalorizzatori. “ Una follia la decisione del Consiglio regionale di bloccare la costruzione di nuovi impianti nel Veneto” informazione. Cà del Bue brucerà esclusivamente i rifiuti della provincia di Verona. Questo è previsto nel Piano Regionale e questo è quello che faremo”. Conta ha poi criticato la mozione, approvata dal Consiglio Regionale, che vieta la costruzione nel Veneto di nuovi termovalorizzatori:” Una follia, quello che è stato votato in regione è una pura follia. Per bloccare due impianti della provincia di Treviso, è passata questa mozione politicamente trasversale dell’opposizione e di parte della maggioranza, soprattutto la Lega direi, che blocca centinaia di aziende che hanno investito e speso, e alle quali non possiamo dare una risposta. Vorrei poi aggiungere che, nel periodo in cui Cà del Bue ha funzionato, le emissioni erano al di sotto dei limiti di legge”. <strong>Il</strong> parere del prof. Ghezzi del Politecnico di Milano “L’evoluzione dei termovalorizzatori a forni a griglia- ha spiegato il prof. Umberto Ghezzi, del Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano- ha riscontrato negli ultimi anni grandi successi, per cui si riesce a controllare la combustione in modo estremamente interessante anche per quanto riguarda le emissioni, in particolare gli ossidi di azoto. Le scorie sono inerti, sono le ceneri volanti che possono dare qualche problema, ma problemi risolvili poiché queste ceneri vengono inertizzate e quindi, se le cose sono fatte bene, problemi ambientali non ne danno. Per quanto riguarda la linea fumi, stiamo parlando di quanto di più sofisticato ci sia, con impianti a doppia filtrazione, per cui le emissioni sono ben al di sotto di quelle previste dalle normativa. Inceneritori come quello di Brescia, costruiti 14 anni fa, fanno riferimento alle tecnologie di allora”. 3