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JESUS CONTRE LE TEMPLE? 133<br />
come in Gv. 4, 7-24: «Spiritus est Deus, et eos qui adorant<br />
eum, in spiritu et veritate oportet adorare». Supponiamo<br />
pure che il motivo sia che «il vino nuovo non si mette negli<br />
otri vecchi». Ma ecco finalmente in Lc 10,30 Gesù presenta<br />
un Samaritano come modello di carità. Qui non abbiamo<br />
parametri a soccorrerci. Lo sconcerto è inevitabile: si possono<br />
dare della parabola tutte le interpretazioni possibili, ma<br />
resta il fatto che il modello più alto di carità è un Samaritano.<br />
Si potrebbe addirittura dedurne che le “pecore perdute”<br />
siano per Gesù solo nella “casa d’Israele”.<br />
Da questo vicolo cieco non c’è che una via d’uscita:<br />
l’interpretazione catara della parabola del Buon Samaritano<br />
che si trova nel Sacrum Commercium Beati Francisci<br />
cum Domina Paupertate. È noto che i Catari davano di alcune<br />
parabole un’interpretazione coerente con la loro dottrina:<br />
il Figliuol prodigo era Adamo che, lasciata la casa del<br />
Padre, dissipa la sua eredità. Il Fattore infedele è Lucifero<br />
che, incontrato l’altro servo (Adamo), lo fa chiudere nella<br />
prigione (del corpo) finché non abbia pagato fino all’ultimo<br />
centesimo. Ebbene, nel Sacrum Commercium Adamo<br />
dopo il peccato si scopre nudo: «Et nudus vere erat, quod,<br />
de Jerusalem in Jericho descendens, incidit in latrones,<br />
qui expoliaverunt eum bonae naturae, amissa similitudine<br />
Creatoris». Assalito da Lucifero e dai suoi Angeli ribelli<br />
(latrones), Adamo è stato spogliato della somiglianza col<br />
Creatore.