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42 DELL’IMITAZIONE E DELLA MEMORIA<br />
in questi pensieri mi riconosco. È forse un vanto?<br />
No, è di certo una vocazione: «Morte sempre presente<br />
/ mi trattiene le braccia / vietandomi ogni atto,<br />
ogni pensiero / che non sfiori l’eterno.» Con questa<br />
confessione la mia lectio prende di colpo la piega<br />
del Diario intimo. Non ve l’abbiate a male, Signori,<br />
se ad essa ho dato un taglio tra il fenomenologico e<br />
l’esistenziale. Vi esporrò il dramma dell’infanzia, le<br />
mie fonti e la mia formazione, i miei trascorsi letterari,<br />
gli errori di gioventù e le buone intenzioni, di<br />
cui la via dell’Inferno è immancabilmente lastricata.<br />
Signori miei, restare orfani di madre non è senza<br />
conseguenze 37, tanto più che il suo ricordo è rav-<br />
37 Cfr. Marco Vozza, Temperamento e conoscenza, Shakespeare &<br />
Company 1983, Prefazione: «Questo libro nasce dall’assunzione di rilevanza<br />
che l’autore conferisce a quel passo di Umano, troppo umano in cui<br />
Nietzsche afferma: “Io credo che la decisione circa l’effetto della conoscenza<br />
venga data dal temperamento di un uomo”. [...] La nozione di situazione<br />
affettiva, che Heidegger elabora in Essere e tempo, si rivela complementare<br />
alla nozione nietzschiana di temperamento: la Befindlickheit è la modalità<br />
esistenziale in cui l’Esserci si trova da sempre gettato, anteriore ad ogni<br />
possibile comprensione. “La tonalità affettiva ci assale senza lasciare<br />
traccia della sua origine, assolutamente indeducibile ma costitutiva della<br />
possibilità di ogni nostro dirigerci verso”, scrive Heidegger. [...] Mentre la<br />
nozione di “situazione affettiva” orienta l’analitica esistenziale, la nozione<br />
di “temperamento” permette di sviluppare quell’antropologia filosofica che<br />
Heidegger ha consapevolmente escluso dall’ambito della sua indagine, il cui<br />
intento è dichiaratamente ontologico-fondamentale.» Quanto la decisione<br />
sia condizionata dal temperamento, sembra essere trascurato dall’Evola (v.