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86 DELL’IMITAZIONE E DELLA MEMORIA<br />
per i Manichei, per Agostino l’anima è «trattenuta».<br />
Trattenuta da chi? Ma dagli Arconti planetari,<br />
dai «Principati, le Potenze, i Dominatori di questo<br />
mondo di tenebre, le forze spirituali della malvagità<br />
che sono nei luoghi celesti» di Efesini 6, 12.<br />
L’analogia fra agostinismo e manicheismo viene<br />
fuori dalla polemica contro Pelagio. Di che cosa<br />
è reo Pelagio, se non di sostenere che l’uomo può<br />
salvarsi grazie al libero arbitrio? Invece Agostino<br />
giudica l’uomo succube di quelle forze demoniache,<br />
alle quali Adamo consegnò l’infelice discendenza.<br />
Essa è condannata sin dal seme, senza l’intervento<br />
della Grazia. Agostino nega infatti che l’anima sia<br />
creata da Dio al momento della nascita, perché Dio<br />
non può creare un’anima dannata. L’anima la riceviamo<br />
per traduce e il traducianismo è l’eresia che<br />
Agostino eredita dal Manicheismo. La definizione<br />
anima trattenuta ci permette bensì di risalire a<br />
Paolo, che a Tarso orecchiava la filosofia stoica. Il<br />
Fato stoico, determinato dai mutamenti ciclici degli<br />
astri, lascia all’anima uno spiraglio di libertà, proporzionato<br />
alla spinta (mollh) con cui già in vita il<br />
filosofo la catapulta fuori dal corpo.<br />
È questa l’eredità di Paolo: solo con l’ausilio