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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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supposto che, dati comunque due segmenti qualsiasi, esistesse sempre un’unità<br />

di lunghezza ad essi comune” come scrive Niven in Numeri razionali e<br />

numeri irrazionali. Si poneva dunque il problema di trovare un metodo che<br />

consentisse di confrontare rapporti tra grandezze incommensurabili.<br />

Prima della scoperta dell’incommensurabilità tra lato e diagonale del quadrato,<br />

i Greci consideravano quattro grandezze in proporzione, a : b = c : d,<br />

se i due rapporti a : b e c : d avevano la stessa sottrazione reciproca, cioé, in<br />

ciascuno dei due rapporti la quantità più piccola poteva essere sottratta da<br />

quella più grande lo stesso numero intero di volte, e il resto in ciascun caso<br />

può venire sottratto dalla quantità più piccola lo stesso numero intero di volte<br />

e il nuovo resto può venire sottratto dal precedente un numero intero di volte<br />

e così via.<br />

Facciamo un esempio con le notazioni moderne e mostriamo che 6 : 22 =<br />

12 : 44. Si può sottrarre 3 volte 6 da 22 e avanza 4. Iterando il procedimento si<br />

può sottrarre 1 volta il 4 dal 6 e avanza 2; si può sottrarre 2 volte il 2 dal 4 e non<br />

avanza alcuna quantità. Il rapporto 6 : 22 si vede, dunque, come la sequenza<br />

3, 1, 2. Svolgendo i conti per 12 : 44 si ottiene lo stesso risultato 3, 1, 2. Questo<br />

procedimento termina quando le grandezze in esame sono commensurabili.<br />

Se, invece, vogliamo considerare il rapporto tra il lato e la diagonale di un<br />

quadrato il procedimento sopra illustrato non termina mai, proprio perchè<br />

queste due grandezze sono incommensurabili.<br />

Eudosso risponde alla necessità di un nuovo metodo per confrontare grandezze<br />

fornendo la seguente definizione, che ci viene tramandata dal libro V<br />

degli Elementi di Euclide.<br />

Definizione 4.1. Si dice che delle grandezze sono nello stesso rapporto, la prima<br />

con la seconda e la terza con la quarta, quando, se si prendono equimultipli<br />

qualsiasi della prima e della terza, ed equimultipli qualsiasi della seconda e della<br />

quarta, i primi due equimultipli superano ugualmente, o sono uguali, o sono<br />

ugualmente inferiori ai secondi equimultipli presi in ordine corrispondente.<br />

Riscriviamo con notazione moderna l’enunciato. Il rapporto tra a e b è<br />

uguale a quello di c e d, ossia a : b = c : d, se, per qualsiasi coppia di numeri<br />

interi m ed n, si ha:<br />

ma>nb => mc>nd<br />

ma=nb => mc=nd<br />

ma mc

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