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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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asate su assiomi arriva a delle certezze. Inoltre sosteneva che la matematica<br />

non era una disciplina contemplativa ma una scienza costruttiva e utile: non<br />

aveva una grande stima per la matematica pura e definiva coloro che coltivavano<br />

la matematica di per sè stessa come “ricercatori pigri dedito a un vano gioco<br />

dello spirito”. Al contrario riteneva che la logica era sterile in quanto “serve<br />

a comunicare quanto già si conosce” e quindi non era in grado di fornire le<br />

verità fondamentali mentre la filosofia forniva soltanto i “mezzi per discorrere<br />

con un’apparenza di verità su tutti gli argomenti”. Quindi era proprio la matematica<br />

quella che “spiega tutte le scienze che sono legate alla forma, la misura<br />

e l’ordine”. Inoltre secondo la visione che Descartes aveva di Dio, “l’idea di<br />

perfezione che abbiamo in mente può essere ottenuta soltanto da un essere<br />

perfetto e quindi Dio esiste. Poiché è impossibile che Dio voglia ingannarci,<br />

possiamo essere certi che gli assiomi della matematica e le deduzioni che ne<br />

deriviamo sono verità. Dio ha quindi stabilito la natura in accordo con le leggi<br />

matematiche”. Egli è quindi convinto che le conoscenze matematiche abbiano<br />

un grado di certezza e evidenza superiori a quello conseguito dalla filosofia e<br />

dalle altre scienze e merita di essere assunta come modello di rinnovamento di<br />

tutto il sapere, rimuovendone i difetti.<br />

Egli osserva come le scienze matematiche abbiano un elemento che le accomuna:<br />

ciascuna di esse studia i rapporti di quantità o proporzionalità intercorrenti<br />

tra gli oggetti che vi sono compresi. Con il suo metodo si proponeva di trovare<br />

un fondamento assoluto a tutto il sapere mediante due argomentazioni: una<br />

negativa, cioè la critica al tipo di istruzione ricevuta, fondata sul principio di<br />

autorità e sulla persuasività della tradizione. Egli infatti rifiuta la matematica<br />

dei Greci perché “artificiosa e incapace di farci scoprire nuove verità” e critica<br />

le indagini geometriche degli antichi perché erano svolte con procedimenti diversi,<br />

facendo uso di artifici variabili da un caso all’altro, non di rado oscuri e<br />

ambigui. Se da un lato siamo in grado di seguire passo passo le argomentazioni<br />

controllandole l’indubbia coerenza, dall’altro non riusciamo a capire perché in<br />

un caso si fa ricorso a un tipo di dimostrazione e in un altro caso a un altro<br />

tipo. Restiamo quindi disarmati di fronte a un qualsiasi problema nuovo, dovendo<br />

procedere per tentativi. La seconda argomentazione è positiva, ovvero<br />

è la proposta di un nuovo metodo per farci cogliere con chiarezza ogni verità,<br />

compresa la matematica.<br />

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