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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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concetto, che verrà poi ripreso da Cantor, di insieme visto come una molteplicità<br />

determinata esclusivamente dai suoi elementi. In particolare sostiene che<br />

due insiemi M e N sono considerati uguali se e solo se hanno esattamente gli<br />

stessi elementi.<br />

Cantor rielaborò questi concetti e nella sua mente si andarono così a creare i<br />

due concetti di infinito potenziale e attuale che sono stati definiti prima. In<br />

generale l’infinito improprio veniva visto come un ‘cattivo’ infinito, a torto per<br />

Cantor perché questo concetto si era rilevato uno strumento molto utile nell’analisi<br />

infinitesimale e nel calcolo integrale; nonostante ciò però non lo vede<br />

come un vero e proprio infinito e per questo lo chiama improprio. Esso ha<br />

infatti una realtà fittizia essendo riferito ad un infinito attuale senza il quale<br />

non avrebbe senso e in una lettera a Vivanti dice:<br />

« ...è fuori dubbio che non possiamo rinunciare alle grandezze variabili<br />

nel senso dell’infinito potenziale...ma in una osservazione<br />

matematica deve essere conosciuto con rigore il dominio della sua<br />

variabilità, attraverso una definizione; questo dominio, a sua volta,<br />

non può essere variabile, perché verrebbero a mancare le basi per<br />

l’indagine e quindi questo dominio è un insieme di valori attualmente<br />

infiniti. Così ogni infinito potenziale presuppone un infinito<br />

attuale per essere utilizzabile matematicamente...»<br />

Questo infinito potenziale era già concepito e accettato fin dall’antichità; per<br />

quasi due milleni, il problema di come trattare l’infinito veniva risolto assumendo<br />

il principio dovuto ad Aristotele secondo cui ‘infinitum actu non datur’,<br />

cioè non è ammissibile un’infinità data in atto, un infinito attuale. All’epoca<br />

infatti erano note solo numerazioni finite ed è quindi naturale che con il<br />

solo atto del contare conoscesse soltanto insiemi finiti; inoltre il filosofo greco<br />

sosteneva che se l’infinito esisteva, allora il finito si sarebbe perso in esso, affermazione<br />

che con la nuova teoria di Cantor non ha più validità, perché come si<br />

vedrà in seguito ciò dipenderà solamente dall’ordine in cui il finito si pone nei<br />

confronti dell’infinito. Cantor sostiene così che tale principio dovrebbe essere<br />

modificato in ‘omnia seu finita seu infinita definita sunt et excepto Deo ab<br />

intellectu determinari possunt’, quindi tranne Dio, l’intelletto umano era in<br />

grado di definire sia il finito che l’infinito: l’intelligenza umana non ha limiti<br />

nel concepire ed eventualmente determinare l’infinito.<br />

Per quanto riguarda l’infinito proprio, pensa esso si presenti in tre modalità<br />

diverse:<br />

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