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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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La via d’uscita di Frege<br />

Il primo a pubblicare il paradosso di Russell fu Frege, nella “Nota finale” al<br />

secondo volume del suo Grundgesetze der Arithmetik. Frege aveva quasi terminato<br />

la stesura del secondo quando ricevette la lettera. Comprensibilmente<br />

fu molto scosso dal fatto che il sistema alla cui costruzione aveva dedicato tutta<br />

la vita portasse ad una contraddizione ma, con grande onestà intellettuale,<br />

riconobbe il problema e aggiunse al suo libro un’appendice in cui descriveva<br />

accuratamente il paradosso e ne tentava una soluzione. Per comprendere questa<br />

soluzione, cominciamo brevemente a ripercorrere la strada che conduce al<br />

paradosso. Innanzi tutto in quel ragionamento, che abbiamo esplicitato nella<br />

sezione precedente, si fa implicitamente uso del principio secondo cui ogni proprietà<br />

determina una classe: la classe di tutte e sole le cose che hanno questa<br />

determinata proprietà. Riportiamo parte della risposta di Frege alla lettera:<br />

La vostra scoperta della contraddizione mi ha causato la più grande sorpresa,<br />

e direi quasi costernazione, poiché ha scosso la base su cui ho inteso<br />

di fondare l’aritmetica... ciò è ancor più grave poiché in mancanza della<br />

mia regola V, non solo i miei fondamenti dell’aritmetica, ma anche gli<br />

unici fondamenti dell’aritmetica sembrano venir meno.<br />

Questo principio, che pare del tutto ovvio ed era stato assunto da Russell<br />

anche nei Principles, prende il nome di principio di comprensione illimitato<br />

ed era derivabile nel sistema dei Grundgesetze. L’assioma cruciale, a questo<br />

proposito è il famoso assioma V che, a parole, asserisce che due classi sono<br />

identiche se e solo se le loro funzioni definenti sono formalmente equivalenti.<br />

Per vedere in modo formale questa parte del lavoro di Frege si rimanda ad [1].<br />

Frege propone quindi di scomporre l’assioma in due parti:<br />

Va che asserisce che nessuna proprietà può dar luogo a due classi differenti,<br />

e questo non pare a Frege suscettibile di obiezioni.<br />

Vb invece asseriva il viceversa, cioè se due proprietà hanno estensione uguale<br />

allora sotto di essi cadono li stessi oggetti, cioè hanno lo stesso decorso<br />

di valori.<br />

In modo formale se indichiamo con �z(φz) l’estensione della proprietà φ al<br />

variare di zeta, cioè l’insieme {z : φ(z)} possiamo tradurre formalmente le due<br />

parti in questo modo:<br />

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