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Capitolo 1 “Prematematica” e Matematica antica

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condotte in un linguaggio simbolico, a partire da assiomi e regole esplicite.<br />

Questo non perché Russell abbia mai simpatizzato con concezioni della<br />

matematica di tipo formalista, ma per un altro motivo, che egli sintetizza<br />

così:<br />

Il fatto è che il simbolismo è utile perché rende le cose difficili. (Questo<br />

non è vero per le parti avanzate della matematica, ma soltanto per gli<br />

inizi). Quello che vorremmo sapere è che cosa può essere dedotto da cosa.<br />

Ora, al principio, tutto è autoevidente; ed è difficilissimo rendersi conto<br />

se una proposizione autoevidente segue da un’altra oppure no. L’ovvietà<br />

è sempre nemica della precisione. Perciò inventiamo qualche nuovo e<br />

difficile simbolismo, in cui niente appare ovvio. Poi stabiliamo certe regole<br />

per operare sui simboli, e l’intera cosa diventa meccanica. In questo<br />

modo scopriamo che cosa deve essere assunto come premessa, e che cosa<br />

può essere dimostrato o definito. Per esempio la totalità dell’Aritmetica<br />

e dell’Algebra si è dimostrata richiedere tre notazioni indefinibili e<br />

cinque proposizioni indimostrabili. Ma senza simbolismo sarebbe stato<br />

difficile scoprirlo. E’ tanto ovvio che due e due fanno quattro, che difficilmente<br />

possiamo renderci sufficientemente scettici da dubitare che lo si<br />

possa provare. E lo stesso vale in altri casi in cui si devono provare cose<br />

autoevidenti.<br />

Riprendiamo il sistema assiomatico di Peano. Naturalmente, i termini primitivi<br />

in quanto tali non possono essere definiti formalmente, tuttavia Peano<br />

ne spiega in modo intuitivo il signifacato. I tre termini sono:<br />

N , che denota l’insieme dei numeri naturali<br />

0 , che denota lo zero<br />

s , che è un segno di funzione che significa “il successore di...”<br />

Gli assiomi di Peano sono i seguenti:<br />

1. 0 ∈ N, in linguaggio comune: “0 è un numero naturale”<br />

2. x ∈ N → s(x) ∈ N, cioè: “il successore di un numero naturale è un<br />

numero naturale”<br />

3. ((x ∈ N ∧ y ∈ N) ∧ (s(x) = s(y))) → (x = y): “i numeri naturali<br />

che hanno lo stesso successore sono identici”; ovvero l’iniettività della<br />

funzione successore<br />

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