C2. Introduzione alla cinematica del moto in una dimensione - Infn
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<strong>C2.</strong> <strong>Introduzione</strong> <strong>alla</strong> <strong>c<strong>in</strong>ematica</strong> <strong>del</strong> <strong>moto</strong> <strong>in</strong> <strong>una</strong> <strong>dimensione</strong><br />
Legge oraria di un punto materiale che si muove su <strong>una</strong> retta<br />
Come già discusso, la legge oraria di un punto materiale che si muove su <strong>una</strong> retta è<br />
la funzione che assegna, ad ogni istante t, il corrispondente valore <strong>del</strong>l’ascissa x <strong>del</strong><br />
punto P.<br />
Il diagramma di <strong>moto</strong> <strong>in</strong> figura dà <strong>una</strong> rappresentazione m<strong>in</strong>imale <strong>del</strong>la legge oraria<br />
di un punto che all’istante t1 si trova nella posizione x1 e, nell’istante t2, nella<br />
posizione x2. Con il simbolo t1 si <strong>in</strong>tende sempre <strong>in</strong>dicare un istante di tempo che<br />
precede t2. Lo schizzo <strong>in</strong>dica dunque che il punto materiale si muove verso destra.<br />
Formalmente, la legge oraria si può <strong>in</strong>dicare come<br />
x = f(t)<br />
oppure anche<br />
x = x(t)<br />
La legge oraria può essere determ<strong>in</strong>ata sperimentalmente come segue. Fissata un’orig<strong>in</strong>e O sull’asse <strong>del</strong>le x, si fa partire<br />
il cronometro nell’istante <strong>in</strong> cui P passa <strong>in</strong> O. Se si fa questa scelta, si dirà che la posizione <strong>in</strong>iziale è 1<br />
x(0) = xo = 0<br />
Nella relazione x = x(t), <strong>in</strong>oltre, si avrà:<br />
t < 0 per gli istanti di tempo precedenti al passaggio di P per l’orig<strong>in</strong>e;<br />
t > 0 per gli istanti di tempo seguenti al passaggio di P per l’orig<strong>in</strong>e.<br />
Ovviamente, se il <strong>moto</strong> è <strong>in</strong>iziato all’istante t = 0, i valori t < 0 vanno esclusi completamente d<strong>alla</strong> descrizione, sia negli<br />
aspetti matematici che nei grafici.<br />
Intervallo di tempo e spostamento<br />
La più semplice rappresentazione di <strong>una</strong> legge oraria è <strong>in</strong> forma di tabella. In effetti, questa è la forma <strong>in</strong> cui si<br />
presentano sempre i dati di x e t raccolti sperimentalmente.<br />
Si consideri la legge oraria x = x(t), corrispondente allo schizzo precedente, assegnata attraverso <strong>una</strong> tabella <strong>del</strong> tipo:<br />
t (s) x (m)<br />
0 0<br />
… …<br />
t1<br />
t2<br />
x1<br />
x2<br />
… …<br />
1 Si faccia attenzione ai simboli: x(0) si legge “x di zero” e significa “x valutata all’istante 0”; xo si legge “x con zero”<br />
ed è un simbolo di convenienza, che <strong>in</strong>dica un certo valore costante. L’equazione x(0) = xo significa: x, all’istante zero,<br />
ha valore pari <strong>alla</strong> costante xo.
La differenza<br />
∆t<br />
= t − t<br />
2<br />
1<br />
<strong>in</strong>dica il tempo trascorso perché il punto si sposti da x1 a x2 . ∆t prende il nome di <strong>in</strong>tervallo di tempo.<br />
Analogamente, la differenza<br />
∆x<br />
= x − x<br />
2<br />
1<br />
rappresenta il camm<strong>in</strong>o percorso tra gli istanti t1 a t2. ∆x prende il nome di<br />
spostamento.<br />
Rappresentazioni <strong>del</strong>la legge oraria<br />
Come ogni funzione, la legge oraria può essere rappresentata <strong>in</strong> forme diverse: Le determ<strong>in</strong>azioni sperimentali portano<br />
<strong>alla</strong> costruzione di tabelle; dalle tabelle possono essere ottenuti grafici nel piano x-t, nei quali a ogni coppia di<br />
determ<strong>in</strong>azioni sperimentali (t, x) è associato un punto.<br />
t (s) x (m)<br />
0 0<br />
1 1<br />
2 4<br />
3 9<br />
4 16<br />
In alternativa, sulla base di mo<strong>del</strong>li teorici o fenomenologici si ottengono<br />
relazioni algebriche o espresse da funzioni elementari 2 che esprimano la funzione<br />
x(t); da tali rappresentazioni, possono essere poi ottenuti grafici a tratto cont<strong>in</strong>uo<br />
nel piano x-t.<br />
Il grafico a fianco è la rappresentazione <strong>del</strong>la funzione<br />
2<br />
x = k t , con k = 1 m s -2 .<br />
2 Più <strong>in</strong> generale, si richiede che la legge oraria sia <strong>una</strong> funzione cont<strong>in</strong>ua e derivabile almeno due volte. In modo<br />
s<strong>in</strong>tetico, nel seguito <strong>una</strong> tale funzione sarà detta “regolare”.
Velocità media<br />
La velocità media è il rapporto tra lo spostamento ∆ x = x2<br />
− x1<br />
e il tempo impiegato dal punto materiale per spostarsi,<br />
∆ t = t − t :<br />
v<br />
m<br />
2<br />
1<br />
∆x<br />
x<br />
= =<br />
∆t<br />
t<br />
2<br />
2<br />
− x<br />
− t<br />
1<br />
1<br />
D<strong>alla</strong> def<strong>in</strong>izione segue l’unità di misura che nel SI è attribuita <strong>alla</strong> velocità:<br />
[ v ]<br />
m<br />
=<br />
[ ∆x]<br />
[ ∆t]<br />
=<br />
m<br />
s<br />
=<br />
m s<br />
−1<br />
La def<strong>in</strong>izione <strong>in</strong>dica il significato fisico 3 <strong>del</strong>la velocità media: essa è pari allo spostamento compiuto <strong>del</strong> punto<br />
materiale nel tempo unitario.<br />
Il segno <strong>del</strong>la velocità media si <strong>in</strong>terpreta come segue. Poiché t = t2<br />
− t1<br />
∆ x = x − x ; qu<strong>in</strong>di si ha:<br />
2<br />
1<br />
vm > 0 → x2 > x1<br />
Il punto si sposta nella direzione <strong>del</strong>le ascisse curvil<strong>in</strong>ee<br />
vm < 0 → x2 < x1<br />
Il punto si sposta nella direzione opposta alle ascisse curvil<strong>in</strong>ee<br />
∆ > 0 , il segno di vm è uguale al segno di<br />
3 La dizione “significato fisico” assume un significato convenzionale, spesso usato per <strong>in</strong>terpretare i rapporti. In questo<br />
caso, si vuole <strong>in</strong>tendere che la velocità media è numericamente uguale al numeratore (lo spostamento) se il<br />
denom<strong>in</strong>atore è pari a 1 (tempo unitario).
Significato geometrico <strong>del</strong>la velocità media nel piano x-t<br />
La def<strong>in</strong>izione di velocità media ha un semplice significato geometrico<br />
nel piano x-t. Per <strong>in</strong>trodurre il concetto, si faccia riferimento al grafico<br />
sperimentale presentato precedentemente.<br />
La retta <strong>in</strong> azzurro <strong>in</strong>terpola il grafico tra i punti (t1, x1) e (t2, x2).<br />
L’equazione <strong>del</strong>la retta 4 ed il suo coefficiente angolare sono:<br />
x − x1<br />
x − x<br />
2<br />
1<br />
t − t1<br />
=<br />
t − t<br />
2<br />
1<br />
;<br />
x<br />
m =<br />
t<br />
2<br />
2<br />
− x1<br />
− t<br />
1<br />
Ne segue che la velocità media è il coefficiente angolare <strong>del</strong>la retta che<br />
passa per i punti (t1, x1) e (t2, x2).<br />
Sulla stessa retta giace il segmento che unisce i punti (t1, x1) e (t2, x2). Tale segmento è l’ipotenusa <strong>del</strong> triangolo che ha<br />
cateto orizzontale di lunghezza ∆t e cateto verticale di lunghezza ∆x.<br />
Il rapporto tra la lunghezza dei cateti, <strong>in</strong> base alle regole <strong>del</strong>la trigonometria, è pari <strong>alla</strong> tangente <strong>del</strong>l’angolo <strong>alla</strong><br />
base θ:<br />
∆x<br />
= tg θ<br />
∆t<br />
Sia ragionando <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di coefficiente angolare, che di angolo θ, si<br />
conclude che la velocità media è legata <strong>alla</strong> pendenza <strong>del</strong>la retta<br />
<strong>in</strong>terpolante tra i punti (t1, x1) e (t2, x2).<br />
A <strong>una</strong> velocità media maggiore corrisponde <strong>una</strong> maggiore pendenza<br />
<strong>del</strong>la retta <strong>in</strong>terpolante. Nel grafico a fianco, dette v la velocità media<br />
tra gli istanti t1 = 1 s e t2 = 2 s ; v’ la velocità media tra gli istanti t3 = 3<br />
s e t4 = 4 s , si ha v1 > v2.<br />
Con argomenti simili, si verifica che i tratti orizzontali corrispondono a velocità media nulla; quelli <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>ati verso<br />
l’alto, a velocità media positiva; quelli <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>ati verso il basso, a velocità media negativa.<br />
L’esempio riportato di seguito associa il grafico di <strong>una</strong> semplice legge oraria <strong>alla</strong> rappresentazione <strong>del</strong>la posizione <strong>del</strong><br />
punto materiale, ad istanti successivi, nel sistema di riferimento posto sulla retta.<br />
4 Per scrivere l’equazione <strong>del</strong>la retta con le solite regole <strong>del</strong>la geometria analitica, si oper<strong>in</strong>o le sostituzioni x→t e y→x.
Velocità media e media <strong>del</strong>le velocità<br />
Si faccia attenzione a non confondere la nozione di velocità media vm con la<br />
media aritmetica <strong>del</strong>le velocità v , def<strong>in</strong>ita come è v<br />
v + v'<br />
= . Se gli<br />
2<br />
<strong>in</strong>tervalli di tempo considerati sono diversi, vm ≠ v .<br />
Nel grafico a fianco, ad esempio, la velocità media tra gli istanti to = 0 e t1 = 2<br />
s è v = 1 ms -1 ; tra gli istanti t2 = 2 s e t3 = 3 s è v’ = -1 ms -1 ; qu<strong>in</strong>di v = 0.<br />
D’altronde, la velocità media tra gli istanti to e t3 è evidentemente diversa da<br />
zero.<br />
Velocità istantanea<br />
x 2 − x1<br />
La velocità media vm<br />
= , come si ev<strong>in</strong>ce d<strong>alla</strong> def<strong>in</strong>izione, dipende esclusivamente dai valori:<br />
t 2 − t1<br />
a) <strong>del</strong>l’istante <strong>in</strong>iziale t1 e <strong>del</strong>la posizione corrispondente x1;<br />
b) <strong>del</strong>l’istante f<strong>in</strong>ale t2 e <strong>del</strong>la posizione corrispondente x2.<br />
Ciò implica che vm non sia m<strong>in</strong>imamente <strong>in</strong>fluenzata da come il punto<br />
materiale si muove tra gli istanti t1 e t2.<br />
Nel grafico a fianco, la velocità media tra gli istanti t1 = 0 e t2 = 6 s è zero.<br />
Ciò non implica affatto che il punto materiale sia stato fermo! Infatti, esso si è<br />
spostato nella direzione positiva <strong>del</strong>l’asse x per 3 s, per poi tornare <strong>in</strong>dietro.<br />
Ovviamente la velocità media, calcolata su <strong>in</strong>tervalli di tempo più piccoli, si<br />
rivelerebbe positiva f<strong>in</strong>o a t = 3 s, negativa <strong>in</strong> seguito.<br />
Per ovviare <strong>alla</strong> mancanza di <strong>in</strong>formazione su ciò che realmente accade tra<br />
istante <strong>in</strong>iziale e f<strong>in</strong>ale, è vantaggioso prendere <strong>in</strong> considerazione <strong>in</strong>tervalli di<br />
tempo più piccoli possibile.<br />
Nella prima costruzione riportata a fianco, è mostrato graficamente come<br />
cambia la valutazione <strong>del</strong>la velocità media se si prendono istanti t2 via via più<br />
prossimi all’istante t1.<br />
Il secondo grafico mostra <strong>in</strong> dettaglio come aumenti l’<strong>in</strong>formazione quando si<br />
prendono <strong>in</strong> considerazione <strong>in</strong>tervalli più piccoli, permettendo nel caso <strong>in</strong><br />
esame di determ<strong>in</strong>are le velocità medie v1… v4 e di riconoscere che sono via<br />
via crescenti; <strong>in</strong> altri term<strong>in</strong>i, il punto materiale sta accelerando. La s<strong>in</strong>gola<br />
valutazione di vm non permetterebbe di constatare questa circostanza.
Su base sperimentale, il m<strong>in</strong>imo <strong>in</strong>tervallo di tempo che può essere utilizzato dipende d<strong>alla</strong> strumentazione e dal<br />
procedimento di misura; gli <strong>in</strong>tervalli di tempo considerati saranno dunque piccoli, ma comunque f<strong>in</strong>iti.<br />
La cosa cambia se la legge oraria è rappresentata da <strong>una</strong> funzione regolare. In questo caso, si può calcolare la posizione<br />
x2 <strong>in</strong> qualunque istante t2 nell’<strong>in</strong>torno di t1, a differenza di quanto accade per le determ<strong>in</strong>azioni sperimentali. E’ allora<br />
possibile partire d<strong>alla</strong> def<strong>in</strong>izione di velocità media e considerarne il limite per ∆t → 0 .<br />
Questa operazione def<strong>in</strong>isce la velocità istantanea v <strong>del</strong> punto materiale 5 :<br />
v<br />
∆x<br />
t<br />
= lim<br />
∆t→0<br />
∆<br />
Significato geometrico <strong>del</strong>la velocità istantanea nel piano x-t<br />
Dal punto di vista fisico, la def<strong>in</strong>izione di v sott<strong>in</strong>tende <strong>una</strong><br />
procedura nella quale si calcoli la velocità media su <strong>in</strong>tervalli di<br />
tempo sempre più piccoli, mantenendo il primo estremo<br />
<strong>del</strong>l’<strong>in</strong>tervallo fissato.<br />
In modo più esplicito, la velocità v all’istante t1 si può <strong>in</strong>dicare<br />
dunque così:<br />
v<br />
( t )<br />
1 = lim<br />
t2→t<br />
1<br />
x<br />
t<br />
2<br />
2<br />
− x1<br />
− t<br />
1<br />
Anche la def<strong>in</strong>izione di velocità istantanea ha un semplice significato geometrico nel piano x-t.<br />
La velocità media è il coefficiente angolare <strong>del</strong>la retta secante il grafico <strong>del</strong>la legge oraria <strong>in</strong> due punti.<br />
Al variare di t2, la retta <strong>in</strong>terseca il grafico <strong>in</strong> due punti sempre più prossimi. Intuitivamente è chiaro che, nel limite, la<br />
retta debba <strong>in</strong>tersecare il grafico <strong>in</strong> due punti co<strong>in</strong>cidenti.<br />
Se ne deduce che:<br />
La velocità istantanea v(t1) rappresenta il coefficiente angolare <strong>del</strong>la retta tangente <strong>alla</strong> legge oraria nell’istante t1.<br />
5 Nel seguito v sarà <strong>in</strong>dicata semplicemente come velocità, omettendo l’aggettivo “istantanea”.
Calcolo <strong>del</strong>la velocità istantanea<br />
La def<strong>in</strong>izione di velocità istantanea può essere riesam<strong>in</strong>ata nei term<strong>in</strong>i <strong>del</strong>l’analisi matematica. A tale scopo, si ricordi<br />
che, per <strong>una</strong> funzione x = f(t):<br />
a) la quantità ∆t = t2 – t1 prende il nome di <strong>in</strong>cremento <strong>del</strong>la variabile <strong>in</strong>dipendente t;<br />
b) la quantità ∆x = x2 – x1 prende il nome di <strong>in</strong>cremento <strong>del</strong>la funzione;<br />
∆x<br />
x 2 − x1<br />
c) il rapporto = prende il nome di rapporto <strong>in</strong>crementale;<br />
∆t<br />
t − t<br />
d) il limite<br />
lim<br />
t2 →t1<br />
x<br />
t<br />
2<br />
2<br />
2<br />
− x<br />
− t<br />
1<br />
1<br />
1<br />
=<br />
lim<br />
∆t→0<br />
∆x<br />
è la derivata <strong>del</strong>la funzione x = f(t) , calcolata all’istante t1.<br />
∆t<br />
Pertanto, <strong>in</strong>troducendo nella def<strong>in</strong>izione di velocità il simbolo <strong>del</strong>la derivata, si ha:<br />
dx<br />
v =<br />
dt<br />
Più che come def<strong>in</strong>izione di velocità, questa equazione va vista come l’algoritmo di calcolo che permette di risolvere il<br />
problema <strong>del</strong>la determ<strong>in</strong>azione <strong>del</strong>la velocità, <strong>una</strong> volta che sia nota la legge oraria. Precisamente, calcolando la<br />
derivata <strong>del</strong>la legge oraria, si determ<strong>in</strong>a la funzione v = v(t).<br />
Accelerazione media<br />
Nel l<strong>in</strong>guaggio corrente, il term<strong>in</strong>e accelerazione è associato a un aumento di velocità. In Fisica, si dice che il punto<br />
materiale accelera, o che subisce un’accelerazione, tanto se la sua velocità aumenta, quanto se essa dim<strong>in</strong>uisce.<br />
Per def<strong>in</strong>izione, l’accelerazione media è il rapporto tra la variazione di velocità ∆ v = v2<br />
− v1<br />
e il tempo impiegato dal<br />
punto materiale per ottenere tale variazione, ∆ t = t 2 − t1:<br />
a<br />
m<br />
∆v<br />
v<br />
= =<br />
∆t<br />
t<br />
2<br />
2<br />
− v<br />
− t<br />
1<br />
1<br />
D<strong>alla</strong> def<strong>in</strong>izione segue l’unità di misura che nel SI è attribuita all’accelerazione:<br />
[ a ]<br />
m<br />
=<br />
[ ∆v]<br />
[ ∆t]<br />
m<br />
= =<br />
2<br />
s<br />
m s<br />
−2<br />
Il significato fisico di accelerazione media è il seguente: am è pari <strong>alla</strong> variazione <strong>del</strong>la velocità <strong>del</strong> punto materiale nel<br />
tempo unitario.
Accelerazione istantanea<br />
L’accelerazione media presenta limiti e <strong>in</strong>convenienti <strong>del</strong> tutto simili a quelli <strong>del</strong>la velocità media. Si def<strong>in</strong>isce qu<strong>in</strong>di<br />
l’accelerazione istantanea 6 :<br />
a<br />
lim<br />
∆v<br />
t<br />
=<br />
∆t→0<br />
∆<br />
;<br />
a =<br />
dv<br />
dt<br />
Accelerazione media e accelerazione istantanea rappresentano, rispettivamente, il coefficiente angolare di <strong>una</strong> retta<br />
secante e <strong>del</strong>la retta tangente al grafico <strong>del</strong>la funzione v = v(t), come mostrato dai grafici <strong>in</strong> basso.<br />
Significato <strong>del</strong> segno <strong>del</strong>l’accelerazione<br />
Per analizzare il significato <strong>del</strong> segno, conviene considerare l’accelerazione media am. Supponendo che sia sempre<br />
t = t − t<br />
∆ v = v − v .<br />
∆ 2 1><br />
0 , il segno di am resta uguale al segno di 2 1<br />
La situazione è comunque un po’ più complicata rispetto al caso <strong>del</strong>la velocità; esistono <strong>in</strong>fatti 4 diverse possibilità,<br />
come si vede d<strong>alla</strong> tabella seguente.<br />
6 Nel seguito a sarà <strong>in</strong>dicata semplicemente come accelerazione, omettendo l’aggettivo “istantanea”.
1) Il punto si muove nella direzione positiva <strong>del</strong>l’asse <strong>del</strong>le ascisse; qu<strong>in</strong>di v1 , v2 > 0.<br />
a)<br />
v2 > v1<br />
↓<br />
am > 0<br />
b)<br />
v2 < v1<br />
↓<br />
am < 0<br />
2) Il punto si muove nella direzione negativa <strong>del</strong>l’asse <strong>del</strong>le ascisse; qu<strong>in</strong>di v1 , v2 < 0.<br />
c)<br />
v2 > v1<br />
↓<br />
am > 0<br />
d)<br />
v2 < v1<br />
↓<br />
am < 0<br />
Dall’analisi dettagliata <strong>del</strong>le quattro situazioni, si può concludere che è utile studiare il segno <strong>del</strong> prodotto v am:<br />
− se il segno è positivo, il corpo va sempre più <strong>in</strong> fretta (cioè, il valore assoluto di v aumenta);<br />
− se il segno è negativo, il corpo rallenta (cioè, il valore assoluto di v dim<strong>in</strong>uisce).
Analisi comparata dei grafici x(t), v(t), a(t)<br />
Partendo d<strong>alla</strong> legge oraria, come precedentemente discusso, si possono determ<strong>in</strong>are tanto la velocità, quanto<br />
l’accelerazione, <strong>in</strong> ogni istante. Nel seguito sono riportati due esempi. Nel primo, il calcolo procede dai dati di <strong>una</strong><br />
tabella sperimentale; nel secondo, da <strong>una</strong> relazione matematica.<br />
a) Nella tabella a fianco, le prime due colonne rappresentano<br />
determ<strong>in</strong>azioni sperimentali <strong>del</strong>la posizione di un punto materiale<br />
<strong>in</strong> certi istanti di tempo.<br />
La colonna <strong>del</strong>le velocità è costruita utilizzando la def<strong>in</strong>izione di velocità media. Ad esempio, ponendo to = 0,<br />
x1<br />
− xo<br />
−1<br />
t1 = 1 s; xo, x1 le posizioni corrispondenti; si trova vo<br />
= = 1 m s . A quale istante di tempo attribuire<br />
t1<br />
− to<br />
questo valore di velocità? La scelta fatta nella tabella è stata di all<strong>in</strong>eare vo all’istante to, e così via per gli altri dati;<br />
le freccette rosse <strong>in</strong>dicano la corrispondenza tra le coppie (t, x) e le corrispondenti velocità calcolate. Tuttavia,<br />
considerando che la velocità media è caratteristica di tutto l’<strong>in</strong>tervallo di tempo compreso tra to e t1, sarebbe stato<br />
altrettanto corretto all<strong>in</strong>eare vo all’istante t1, o creare <strong>una</strong> nuova tabella <strong>in</strong> cui vo è all<strong>in</strong>eata a un qualunque altro<br />
istante compreso tra to e t1.<br />
In ogni caso, da n coppie (t, x) si ricavano (n-1) dati di velocità.<br />
Procedendo <strong>in</strong> modo simile, dalle coppie (t, v) si calcolano le accelerazioni medie, collocate <strong>in</strong> tabella secondo lo<br />
schema <strong>in</strong>dicato dalle freccette rosse (ancora <strong>una</strong> volta, non univoco). Ripercorrendo all’<strong>in</strong>dietro le freccette, si vede<br />
che per determ<strong>in</strong>are un valore di accelerazione sono richieste 3 coppie (t, x).<br />
Da n coppie (t, x) si determ<strong>in</strong>ano n-2 valori di accelerazione.
) A titolo di esempio, si consideri la legge oraria data<br />
dall’equazione:<br />
x = A e<br />
t<br />
−<br />
τ<br />
Come si vede dal diagramma a fianco, questa legge oraria descrive<br />
il <strong>moto</strong> di un punto che si muove nel verso negativo <strong>del</strong>l’asse x.<br />
Funzioni esponenziali di questo tipo occorrono nella descrizione di<br />
fenomeni fisici molto diversi tra loro.<br />
Il grafico <strong>del</strong>la legge oraria ha l’andamento riportato a destra.<br />
Si noti che le costanti A, τ hanno unità di misura date rispettivamente<br />
da [A] = m , [τ] = s.<br />
Il significato fisico di A si determ<strong>in</strong>a osservando che per t = 0<br />
l’esponenziale vale 1, sicché x(0) = A; pertanto A rappresenta la<br />
posizione <strong>in</strong>iziale <strong>del</strong> punto materiale.<br />
Il significato fisico di τ si determ<strong>in</strong>a osservando che per t = τ,<br />
1<br />
l’esponenziale vale e<br />
3<br />
1 −<br />
1<br />
≈ , sicché x( τ ) ≈ A . Analogamente,<br />
3<br />
1<br />
1<br />
x( 2τ<br />
) ≈ A ; x( 3τ<br />
) ≈ A ecc.<br />
9<br />
27<br />
Il coefficiente τ prende il nome di costante di tempo, o tempo<br />
caratteristico.<br />
La velocità è la derivata <strong>del</strong>la legge oraria:<br />
dx A<br />
v = = − e<br />
dt τ<br />
t<br />
−<br />
τ<br />
L’accelerazione, a sua volta, è la derivata <strong>del</strong>la velocità:<br />
= =<br />
2<br />
τ<br />
e<br />
dv A<br />
a<br />
dt<br />
t<br />
−<br />
τ<br />
I grafici di v(t), a(t) sono ancora di tipo esponenziale, come mostrato <strong>in</strong> figura. Come si poteva anticipare dal<br />
diagramma <strong>del</strong> <strong>moto</strong>, la velocità è sempre negativa. L’accelerazione, sempre positiva, ha un effetto frenante (il<br />
prodotto a v è negativo).<br />
E’ <strong>in</strong>teressante porsi questa domanda: dopo quanto tempo si ferma il punto materiale?<br />
Dall’analisi <strong>del</strong>la funzione v(t), si vede che la velocità non è mai esattamente nulla. Tuttavia, se si attende un tempo<br />
pari a 2 o tre volte la costante di tempo τ, la velocità diventa molto piccola. Spesso ci si esprime dicendo che il<br />
punto si ferma <strong>in</strong> un tempo caratteristico τ.
Si faccia attenzione alle associazioni qualitative che emergono dal confronto tra i grafici:<br />
crescenza, decrescenza <strong>del</strong> grafico x(t) velocità positiva, negativa<br />
crescenza, decrescenza <strong>del</strong> grafico v(t) accelerazione positiva, negativa<br />
convessità, concavità <strong>del</strong> grafico x(t) accelerazione positiva, negativa<br />
Costruzione qualitativa dei grafici v(t) e a(t) a partire d<strong>alla</strong> legge oraria<br />
Le associazioni precedentemente riscontrate sono fondamentali tanto per la corretta <strong>in</strong>terpretazione qualitativa dei<br />
grafici, quanto per la costruzione qualitativa <strong>del</strong> grafico <strong>del</strong>la velocità a partire dal grafico <strong>del</strong>la legge oraria (cioè,<br />
senza conoscere le espressioni funzionali, ma esclusivamente su base grafica), e <strong>del</strong> grafico <strong>del</strong>l’accelerazione a partire<br />
da quello <strong>del</strong>la velocità.<br />
Per costruire qualitativamente il grafico <strong>del</strong>la velocità si procede così:<br />
a) Si costruisce il diagramma per la v(t) sulla stessa verticale di quello<br />
<strong>del</strong>la x(t), con gli stessi estremi e la stessa scala dei tempi, aiutandosi<br />
con le l<strong>in</strong>ee tratteggiate <strong>in</strong> nero.<br />
b) Si riportano le l<strong>in</strong>ee <strong>in</strong> blu, a partire dai massimi e dai m<strong>in</strong>imi <strong>del</strong>la<br />
legge oraria.<br />
Con l’aiuto di queste l<strong>in</strong>ee si <strong>in</strong>dividuano le zone (segnate <strong>in</strong> azzurro chiaro<br />
nel grafico <strong>del</strong>la legge oraria) <strong>in</strong> cui x(t) è <strong>una</strong> funzione crescente<br />
(significato fisico: il punto materiale si muove nel verso positivo <strong>del</strong>l’asse).<br />
Negli <strong>in</strong>tervalli di tempo corrispondenti, la velocità deve essere positiva.<br />
Quando x(t) è decrescente, la velocità deve essere negativa; <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, nei<br />
massimi e m<strong>in</strong>imi la velocità è nulla.<br />
Con questo criterio, si elim<strong>in</strong>ano le regioni a tratteggio blu scuro dal grafico<br />
<strong>del</strong>la v(t) e se ne traccia il grafico probabile.<br />
Per costruire qualitativamente il grafico <strong>del</strong>l’accelerazione:<br />
a) Si costruisce un terzo diagramma sulla stessa verticale, con gli stessi<br />
estremi e la stessa scala dei tempi.<br />
b) Si riportano le l<strong>in</strong>ee <strong>in</strong> verde, a partire dai massimi e dai m<strong>in</strong>imi <strong>del</strong>la<br />
velocità (e dai flessi <strong>del</strong>la legge oraria).<br />
Con l’aiuto di queste l<strong>in</strong>ee si <strong>in</strong>dividuano le zone (segnate <strong>in</strong> giallo chiaro<br />
nel grafico <strong>del</strong>la velocità) <strong>in</strong> cui v(t) è <strong>una</strong> funzione crescente. Negli<br />
<strong>in</strong>tervalli di tempo corrispondenti, l’accelerazione deve essere positiva.<br />
Quando v(t) è decrescente, l’accelerazione deve essere negativa; <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e,<br />
nei massimi e m<strong>in</strong>imi l’accelerazione è nulla.<br />
Con questo criterio, si elim<strong>in</strong>ano le regioni a tratteggio verde scuro dal<br />
grafico <strong>del</strong>la a(t) e se ne traccia il grafico probabile.<br />
Si noti che, nei grafici qualitativi, l’asse verticale non riporta le scale, <strong>in</strong> considerazione <strong>del</strong> fatto che le funzioni non<br />
sono state valutate <strong>in</strong> modo quantitativo.