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Un nuovo metodo per un'efficiente gestione del vitello

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Incontri zootecnici<br />

DA ESPERIENZE SATA SU 50 ALLEVAMENTI LOMBARDI<br />

<strong>Un</strong> <strong>nuovo</strong> <strong>metodo</strong> <strong>per</strong> un’efficiente<br />

<strong>gestione</strong> <strong>del</strong> <strong>vitello</strong><br />

Lo studio condotto dal Sata ha evidenziato che la tradizionale<br />

alimentazione dei vitelli, tipica degli allevamenti<br />

italiani, non soddisfa i fabbisogni nutritivi degli animali,<br />

ritardandone la crescita e compromettendone la produttività<br />

futura. <strong>Un</strong>’alimentazione intensiva s<strong>per</strong>imentata in<br />

Lombardia consente di arrivare più precocemente al parto<br />

e di avere animali più sani e produttivi<br />

Michele Campiotti, Greg Bethard<br />

Dalla collaborazione <strong>del</strong> Sata con<br />

Greg Bethard (G&R Dairy Consulting<br />

Virginia - Usa) è nata l’idea di questo<br />

incontro sulla <strong>gestione</strong> <strong>del</strong> <strong>vitello</strong>.<br />

Lavorando nelle aziende su questo<br />

problema spesso trascurato, abbiamo<br />

conseguito buoni risultati pratici e<br />

avuto ulteriori conferme che gestendo<br />

con cura il giovane bestiame si possono<br />

avere degli ottimi ritorni economici<br />

in azienda. Pertanto abbiamo deciso<br />

di rendere disponibili a tutti mediante<br />

questo articolo alcune indicazioni pratiche<br />

dedotte dal lavoro compiuto nelle<br />

aziende. La prima osservazione che<br />

emerge dai dati raccolti nei 50 allevamenti<br />

bergamaschi coinvolti nello studio<br />

è che purtroppo, a volte, il giovane<br />

bestiame viene poco considerato. La<br />

conferma deriva dalla diffi coltà incontrata<br />

nella raccolta <strong>del</strong>le informazioni<br />

sulla <strong>gestione</strong> dei vitelli nelle aziende,<br />

<strong>per</strong>ché gli allevatori non affrontano la<br />

questione con pratiche consolidate e<br />

pianifi cate, bensì improvvisando.<br />

La situazione attuale<br />

negli allevamenti<br />

In tabella 1 sono riportati i dati sulle<br />

modalità di utilizzo <strong>del</strong> colostro nelle<br />

aziende ottenuti dagli allevatori <strong>del</strong><br />

campione: la maggior parte di essi<br />

usa nel primo pasto una quantità di<br />

colostro di circa 2 L entro le prime<br />

6 ore dopo il parto. Sono una minoranza<br />

coloro che utilizzano metodi di<br />

controllo <strong>del</strong>la quantità e <strong>del</strong>la qualità<br />

<strong>del</strong> colostro quali il colostrometro.<br />

Solo il 20% degli intervistati utilizza la<br />

banca <strong>del</strong> colostro. Tutti dichiarano di<br />

controllare la sanità <strong>del</strong>la mammella<br />

e quasi tutti di pulire le attrezzature<br />

usate <strong>per</strong> il latte. La maggior parte è<br />

abituata ad alimentare prima i vitelli<br />

sani.<br />

38 S UPPLEMENTO A L’INFORMATORE AGRARIO 3/2005<br />

In tabella 2 sono riassunte invece<br />

le risposte relative al comportamento<br />

tenuto in caso di diarrea: solo il 14%<br />

prova la tem<strong>per</strong>atura al <strong>vitello</strong> e solo il<br />

33% continua con la somministrazione<br />

<strong>del</strong> latte. È invece un uso comune la<br />

somministrazione di reidratanti ed<br />

eventualmente di antibiotici. Solo il<br />

14% degli intervistati forza l’alimenta-<br />

Tabella 1 - Modalità di utilizzo<br />

<strong>del</strong> colostro<br />

Pratica Frequenza (%)<br />

Quando<br />

Subito dopo la nascita 14<br />

Entro 6 ore dalla nascita 72<br />

Entro 24 ore dalla nascita<br />

Quanto<br />

14<br />

1 L 24<br />

2 L 64<br />

> 2 L<br />

Per quanto tempo<br />

12<br />

1 pasto 45<br />

2 pasti 16<br />

2 giorni 10<br />

> di 2 giorni<br />

Colostrometro<br />

29<br />

Sì 4<br />

No<br />

Banca <strong>del</strong> colostro<br />

96<br />

Sì 22<br />

No<br />

Misurazione <strong>del</strong> primo colostro<br />

78<br />

Sì 29<br />

No<br />

Controllo <strong>del</strong>la sanità <strong>del</strong>la mammella<br />

71<br />

Sì<br />

Pulizia <strong>del</strong>le attrezzature<br />

100<br />

A ogni pasto 82<br />

Quotidiana 4<br />

Ogni 2 giorni 8<br />

Più raramente di ogni 2 giorni<br />

Ordine di alimentazione dei vitelli<br />

6<br />

Prima quelli sani 61<br />

Casuale 39<br />

zione se il <strong>vitello</strong> non beve in caso di<br />

diarrea.<br />

Il latte più utilizzato <strong>per</strong> alimentare<br />

i vitelli è quello ricostituito, seguito<br />

da quello di vacca normale (tabella<br />

3). Nel grafi co 1 si vede <strong>per</strong>ò come<br />

siano variabili i tenori di grasso e proteine<br />

nel latte ricostituito usato dai<br />

vari allevamenti. Va sottolineato poi<br />

come solo nel 50% di questi ultimi i<br />

vitelli abbiano sempre acqua a loro<br />

disposizione.<br />

La maggioranza degli intervistati<br />

svezza il <strong>vitello</strong> ad almeno 9 settimane<br />

di età (grafi co 2) e inizia a somministrare<br />

uno starter con valore proteico<br />

molto variabile nelle varie aziende<br />

(dal 14 al 30%), ma nel 92% degli allevamenti<br />

lo starter ha valori proteici<br />

compresi tra il 14 e il 18%. Nell’84%<br />

<strong>del</strong>le aziende <strong>del</strong> campione il fieno<br />

viene somministrato a un mese dalla<br />

nascita e gli insilati, nel 72% dei casi,<br />

a circa tre mesi: troppo presto <strong>per</strong><br />

entrambi gli alimenti.<br />

Per quanto riguarda le informazioni<br />

sull’ambiente sembra molto utilizzata<br />

la combinazione gabbiette singole e<br />

Tabella 2 - Comportamento degli<br />

allevatori in caso di diarrea<br />

<strong>del</strong> <strong>vitello</strong><br />

Pratica Frequenza (%)<br />

Misurazione <strong>del</strong>la tem<strong>per</strong>atura corporea<br />

Sì 14<br />

No 86<br />

Prosecuzione <strong>del</strong>la somministrazione di latte<br />

Sì 67<br />

No 33<br />

Somministrazioni di idratanti<br />

Sì 80<br />

No 20<br />

Somministrazioni di antibiotici<br />

Sì 86<br />

No 14<br />

Alimentazione forzata se il <strong>vitello</strong> rifi uta di bere<br />

Sì 14<br />

No 86<br />

Tabella 3 - Tipo di latte utilizzato<br />

Pratica Frequenza (%)<br />

Ricostituito normale 41<br />

Ricostituito acido 18<br />

Latte di scarto 2<br />

Latte normale di vacca 39


ecinti dopo lo svezzamento<br />

(88% dei casi), mentre nel<br />

12% dei casi i vitelli vengono<br />

subito ricoverati nei recinti.<br />

Per il 70% degli allevatori le<br />

gabbiette sono suffi cientemente<br />

pulite e <strong>per</strong> il 74% sono<br />

suffi cientemente asciutte,<br />

mentre sono ritenute<br />

insuffi cienti <strong>per</strong> il 38% degli<br />

allevatori le condizioni di aerazione<br />

e spaziosità.<br />

Per quanto riguarda invece<br />

il grado di coinvolgimento<br />

dei tecnici nella <strong>gestione</strong><br />

<strong>del</strong> giovane bestiame, il 58%<br />

degli intervistati ha rivelato<br />

di ricorrere ai tecnici solo in<br />

caso di problemi diffi cili da<br />

risolvere autonomamente;<br />

il 24% si rivolge sempre ai<br />

tecnici <strong>per</strong> averne utili con-<br />

sigli sulla <strong>gestione</strong> dei vitelli e il 18%<br />

invece li coinvolge solo una o due<br />

volte all’anno. Questo conferma che<br />

spesso la questione vitelli viene erroneamente<br />

considerata dall’allevatore<br />

di secondaria importanza. Inoltre la<br />

presenza di comportamenti estremamente<br />

variabili evidenzia l’assenza di<br />

indicazioni chiare sul tema.<br />

La buona e tradizionale<br />

<strong>gestione</strong> dei vitelli<br />

Ci sono almeno 5 punti che consentono<br />

di valutare come stanno crescendo<br />

vitelli e manze.<br />

◾ Il controllo <strong>del</strong> livello di immunoglobuline<br />

nel sangue dei vitelli due<br />

giorni dopo la nascita <strong>per</strong> verifi care<br />

se la somministrazione di colostro è<br />

stata adeguata, sia in termini di qualità<br />

sia di corretto comportamento<br />

<strong>del</strong>l’o<strong>per</strong>atore.<br />

◾ La valutazione <strong>del</strong> tasso di mortalità<br />

che nei migliori allevamenti si aggira<br />

intorno al 2-3% dei vitelli nati vivi che<br />

non raggiungono i 30 giorni di vita. La<br />

media tra gli allevamenti americani è<br />

probabilmente tra il 6 e l’8% e nei peggiori<br />

tra il 10e il 15%.<br />

◾ La valutazione al momento <strong>del</strong>lo<br />

svezzamento <strong>del</strong>la crescita generale<br />

e <strong>del</strong> peso guadagnato dalla nascita.<br />

◾ Anche il momento <strong>del</strong>la vaccinazione,<br />

che negli Usa viene fatta contro i<br />

problemi respiratori e/o enterici intorno<br />

al 6°-7° mese di vita, è ottimo<br />

<strong>per</strong> misurare l’accrescimento <strong>per</strong>ché<br />

i vitelli vengono trattati uno <strong>per</strong> uno.<br />

◾ L’ultimo momento critico è l’età alla<br />

prima inseminazione, quando va deciso<br />

se la manza è suffi cientemente<br />

sviluppata in peso e altezza <strong>per</strong> essere<br />

inseminata. L’inseminazione va quindi<br />

decisa in base allo sviluppo corporeo<br />

<strong>del</strong>l’animale e non all’età.<br />

Lo sviluppo <strong>del</strong>l’animale va control-<br />

Grafi co 1 - Tenori di grasso e proteine <strong>del</strong> latte<br />

ricostituito (%)<br />

Proteine (%)<br />

26<br />

25<br />

24<br />

23<br />

22<br />

21<br />

20<br />

19<br />

18<br />

14,0<br />

14,5<br />

15,0<br />

15,5<br />

16,0<br />

16,5<br />

17,0<br />

17,5<br />

Grasso (%)<br />

18,0<br />

18,5<br />

19,0<br />

19,5<br />

Grafico 2 - Età <strong>del</strong>lo svezzamento<br />

82%<br />

0% 6%<br />

< 4 settimane<br />

Tra 5 e 6 settimane<br />

Tra 7 e 8 settimane<br />

> 9 settimane<br />

12%<br />

Grafi co 3 - Velocità di assorbimento<br />

<strong>del</strong>le immunoglobuline<br />

20<br />

Assorbimento IgG (g/L)<br />

16<br />

12<br />

8<br />

4<br />

0<br />

0 4 8 12 16<br />

Ore<br />

20 24 28 32<br />

Bottiglia Sonda<br />

20,0<br />

lato e raggiunto prima <strong>del</strong>la gravidanza,<br />

dopo il parto non c’è più nulla da<br />

fare.<br />

Nella crescita di un <strong>vitello</strong> ci sono<br />

alcuni obiettivi importanti da raggiungere<br />

e tenere presenti:<br />

◾ rapida crescita <strong>del</strong>la struttura scheletrica<br />

e muscolare;<br />

20,5<br />

Incontri zootecnici<br />

21,0<br />

◾ idoneo deposito di grasso;<br />

◾ efficienza di ruminazione.<br />

I punti chiave <strong>per</strong> ottenere<br />

questi obbiettivi sono:<br />

◾ adeguata nutrizione <strong>del</strong>la<br />

madre;<br />

◾ ambiente di parto pulito;<br />

◾ adeguata tempistica, qualità<br />

e quantità di somministrazione<br />

<strong>del</strong> colostro.<br />

Quest’ultimo fattore è talmente<br />

importante che negli<br />

Usa chi alleva solo vitelli e<br />

manze li preleva nelle diverse<br />

aziende quando hanno<br />

solo un paio di giorni di vita<br />

e controlla subito i valori<br />

<strong>del</strong>le immunoglobuline<br />

(IGg). Se queste sono a posto<br />

l’allevamento <strong>del</strong> <strong>vitello</strong><br />

costa circa 2 dollari al giorno, se sono<br />

carenti il costo sarà di 2,5 dollari<br />

al giorno. Questo <strong>per</strong> tenere conto<br />

dei maggiori trattamenti necessari a<br />

riportare a valori normali le immunoglobuline<br />

e <strong>del</strong>le maggiori probabilità<br />

che l’animale possa morire. Molto<br />

importante è anche spostare i vitellini<br />

appena nati nei loro box singoli, ben<br />

puliti, asciutti e ben ventilati: solo così<br />

il tasso di sopravvivenza sarà con ogni<br />

probabilità elevato.<br />

Le foto 1 e 2 ritraggono un bell’esempio<br />

di sala parto spaziosa, asciutta e<br />

pulita, con zona di steaming-up adiacente:<br />

questo obbliga la vacca a un<br />

breve tragitto <strong>per</strong> andare a partorire.<br />

Appena prima <strong>del</strong> parto l’animale<br />

deve godere <strong>del</strong> massimo comfort. I<br />

punti fondamentali sono una lettiera<br />

pulita, asciutta e comoda. Sono necessari<br />

10-14 m 2 <strong>per</strong> vacca se c’è lettiera<br />

<strong>per</strong>manente o almeno una cuccetta e<br />

un posto greppia <strong>per</strong> vacca se il box è<br />

a cuccette.<br />

Il giorno <strong>del</strong> parto risulta utile, se<br />

possibile, mettere le vacche da sole,<br />

oppure anche in zone comuni, ma pulitissime,<br />

asciutte e con disponibilità<br />

ad libitum di fi eno, anche di medica, e<br />

acqua, ma non deve essere somministrato<br />

unifeed. Il fi eno lungo il giorno<br />

<strong>del</strong> parto stimola la motilità ruminale<br />

al massimo. Per il giorno <strong>del</strong> parto la<br />

lettiera migliore è rappresentata dalla<br />

paglia <strong>per</strong>ché limita i batteri che possono<br />

arrivare alla bocca <strong>del</strong> <strong>vitello</strong>.<br />

Infatti quando il <strong>vitello</strong> nasce e con<br />

la bocca bagnata cade sulla lettiera,<br />

si sporca (ancor di più se la lettiera<br />

è di sabbia o segatura). In cinque minuti<br />

il <strong>vitello</strong> si lecca e aspira i batteri<br />

che entrano nello stomaco e visto che<br />

nelle prime 6-10 ore il <strong>vitello</strong> ha la possibilità<br />

di assorbire direttamente le<br />

proteine, assorbe direttamente anche<br />

i batteri i quali tuttavia danneggiano<br />

S UPPLEMENTO A L’INFORMATORE AGRARIO 3/2005<br />

39


Incontri zootecnici<br />

Foto 1 - Sala parto con adiacente area <strong>per</strong> lo steaming up Foto 2 - Zona parto ben pulita, areata e spaziosa<br />

in modo significativo la membrana.<br />

Se un <strong>vitello</strong> nasce in un ambiente<br />

sporco assorbirà molto facilmente i<br />

batteri con conseguenze devastanti.<br />

È praticamente una corsa tra immunoglobuline<br />

e batteri. <strong>Un</strong>a volta<br />

che le membrane sono distrutte non<br />

saranno più in grado di assorbire le<br />

immunoglobuline.<br />

Il miglior modo <strong>per</strong> somministrare<br />

il colostro<br />

Fino a un po’ di tempo fa si pensava<br />

che la sonda esofagea, che <strong>per</strong>metteva<br />

una certa forzatura nella somministrazione<br />

<strong>del</strong> colostro, fosse una<br />

buona soluzione. Il problema è <strong>per</strong>ò<br />

l’effi cienza <strong>del</strong>l’assorbimento, vale a<br />

dire la quantità di anticorpi assorbiti<br />

nell’unità di tempo e sembra proprio<br />

che gli animali che hanno avuto una<br />

somministrazione mediante bottiglia<br />

risultino avere un valore di IGg nel<br />

sangue su<strong>per</strong>iore. Quindi con la sonda<br />

esofagea si ottengono somministrazioni<br />

quantitativamente su<strong>per</strong>iori<br />

ma con assorbimenti inferiori. Oltre a<br />

questo c’è anche un maggior rischio<br />

di danni causati al <strong>vitello</strong> (soprattutto<br />

all’epiglottide e alla laringe) dalla<br />

sonda. Per questo il <strong>metodo</strong> è stato<br />

abbastanza abbandonato, rimane un<br />

utile strumento quando il <strong>vitello</strong> non<br />

voglia bere.<br />

Punto fondamentale è riuscire a<br />

somministrare il colostro al <strong>vitello</strong> entro<br />

le prime 6 ore. Sino a poco tempo<br />

fa anche negli Stati <strong>Un</strong>iti (similmente<br />

ai dati italiani che abbiamo appena<br />

visto) il programma alimentare convenzionale<br />

<strong>per</strong> i vitelli prevedeva una<br />

somministrazione di circa 0,4 kg di<br />

polvere di latte con un tenore sul secco<br />

di circa il 20% di proteine e il 20%<br />

di grasso. I valori degli starter dei<br />

40 S UPPLEMENTO A L’INFORMATORE AGRARIO 3/2005<br />

Tabella 4 - Infl uenza <strong>del</strong>la somministrazione<br />

di latte alla vitella<br />

sulla produzione<br />

Convenz.<br />

Accelerato<br />

vitelli invece variavano dal 16 al 20% di<br />

proteine sul secco e generalmente si<br />

incoraggiava uno svezzamento precoce.<br />

Questo approccio si è diffuso <strong>per</strong><br />

ridurre i costi e quindi <strong>per</strong> cercare di<br />

portare i vitelli ad assumere prima<br />

possibile il mangime.<br />

UN NUOVO METODO<br />

PER LA GESTIONE<br />

DEI VITELLI<br />

Materno<br />

Crescita (g/gg nei primi<br />

42 giorni di vita)<br />

0,66 0,96 0,85<br />

Peso al parto (kg) 496 491 505<br />

Latte (kg/gg)<br />

25,5 27,1 27,3<br />

(differenza 305 gg)<br />

Fonte: Foldager et al., 1997.<br />

(+488) (+549)<br />

Tabella 5 - Confronto <strong>del</strong>la composizione<br />

tra latte di vacca e<br />

latte in polvere<br />

Liquido<br />

Proteine<br />

(s.s. %)<br />

Grasso<br />

(s.s. %)<br />

20:20 latte in polvere 20,8 20,8<br />

Holstein 25,3 29,8<br />

Jersey 25,7 35,0<br />

Alcune osservazioni utili possono<br />

essere ricavate da studi condotti principalmente<br />

negli Usa.<br />

In uno si confrontava l’alimentazione<br />

tradizionale con quantità di latte<br />

limitata (4,5 kg/giorno) dalla nascita<br />

fi no al 56° giorno di vita, con l’alimentazione<br />

direttamente dalla madre ad<br />

libitum <strong>per</strong> due volte al giorno <strong>per</strong><br />

almeno 30 minuti ogni poppata dalla<br />

nascita fi no al 56° giorno di vita. Queste<br />

ultime vitelle una volta entrate<br />

in produzione hanno dato, in prima<br />

lattazione, ben 14 q di latte in più (4,5<br />

kg di latte/giorno in più)! <strong>Un</strong> risultato<br />

incredibile.<br />

<strong>Un</strong> secondo studio confrontava invece<br />

gli effetti sullo sviluppo corporeo<br />

e sulla produzione lattea di tre gruppi<br />

di vitelle alimentate in modo diverso.<br />

Il primo gruppo è stato alimentato in<br />

modo convenzionale somministrando<br />

colostro ad libitum sino al 4° giorno<br />

di vita mediante secchio e 4,5 kg di<br />

latte dal 5° al 42° giorno; il secondo<br />

gruppo è stato alimentato ad libitum<br />

con colostro (a secchio) fi no a 4 giorni<br />

di vita e con latte ad libitum (circa<br />

8,5 kg/giorno) dal 5° al 42° giorno di<br />

vita secondo una procedura cosiddetta<br />

accelerata; un terzo gruppo invece<br />

è stato alimentato ad libitum direttamente<br />

dalla madre fi no al 42° giorno<br />

di vita.<br />

Le manze al parto avevano pesi molto<br />

simili, ma la loro crescita da 0 a 42<br />

giorni è stata ben diversa e anche dopo<br />

il parto hanno prodotto una quantità<br />

di latte ben diversa (tabella 4).<br />

Tale risultato può essere in parte<br />

spiegato dalla composizione <strong>del</strong> latte<br />

di vacca (Holstein e Jersey) rispettivamente<br />

sul tal quale e sul secco paragonati<br />

a un comune latte in polvere<br />

20/20 (tabella 5). Il tenore proteico<br />

<strong>del</strong> latte di vacca è su<strong>per</strong>iore a quello<br />

<strong>del</strong> latte in polvere di circa il 5% rispetto<br />

alla sostanza secca. E il problema<br />

non è solo quantitativo, ma anche di<br />

qualità <strong>del</strong>le proteine.<br />

Aumentare la quantità di latte in<br />

polvere 20:20 somministrata al <strong>vitello</strong><br />

non è sufficiente. A valori medi di<br />

in<strong>gestione</strong> di latte in polvere 20:20 il


Tabella 6 - Fabbisogni energetici<br />

e proteici <strong>del</strong> <strong>vitello</strong><br />

Ss<br />

ingerita<br />

(kg)<br />

In<strong>gestione</strong><br />

<strong>del</strong> peso<br />

vivo<br />

(% BW)<br />

Crescita<br />

<strong>per</strong>messa (kg)<br />

energia ADP<br />

Proteina<br />

richiesta<br />

(%)<br />

0,30 10 0,21 0,16 23,5<br />

0,34 12 0,29 0,20 28,5<br />

0,40 14 0,41 0,24 32,0<br />

0,45 16 0,50 0,28 34,0<br />

0,51 18 0,60 0,33 36,0<br />

Fonte: NRC, 2001<br />

Tabella 7 - Confronto tra dieta<br />

tradizionale e intensiva<br />

Crescita <strong>vitello</strong> dieta convenzionale<br />

1a-7a settimana 18,3<br />

(0,36 g/gg)<br />

Grafico 4 - Effetto <strong>del</strong>la malnutrizione<br />

(*) e <strong>del</strong> successivo<br />

ritorno a regimi alimentari normali<br />

Peso corporeo<br />

(var. % sul controllo)<br />

100<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

–51<br />

–21<br />

–47<br />

Peso corporeo vitelli<br />

–15<br />

–30<br />

dieta<br />

intensiva<br />

33,8<br />

(0,68 kg/gg)<br />

8a-23a settimana 148 156<br />

Crescita totale<br />

In<strong>gestione</strong> di alimenti<br />

166 190<br />

1a-7a settimana starter<br />

(kg s.s.i.)<br />

21,9 12,7<br />

8a-23a settimana (kg s.s.i.) 582 646<br />

In<strong>gestione</strong> totale(kg s.s.i.) 603 659<br />

0 Neonato Appena<br />

svezzato Adulto<br />

Malnutrizione<br />

Ritorno all’alimentazione<br />

normale<br />

(*) Per 3 settimane gli animali sono stati nutriti al 50% <strong>del</strong>la<br />

normale in<strong>gestione</strong>.<br />

Fonte: Cornell Nutrition Conference Proceedings, 2001.<br />

<strong>vitello</strong> dispone di energia suffi ciente<br />

<strong>per</strong> una crescita di circa 0,5 kg/giorno,<br />

ma le proteine disponibili sono<br />

invece suffi cienti <strong>per</strong> un accrescimento<br />

di 280 g/giorno (tabella 6). Per<br />

poter avere un accrescimento di 0,5<br />

kg/giorno dal punto di vista proteico<br />

bisognerebe utilizzare un latte in polvere<br />

al 34% di proteina (sulla s.s.)! In<br />

queste condizioni la proteina diventa<br />

il fattore limitante: i nostri vitelli così<br />

alimentati sono <strong>per</strong>tanto mal nutriti.<br />

Il grafi co 4 evidenzia le conseguenze<br />

<strong>del</strong>la sottoalimentazione. Ai vitelli<br />

veniva somministrata <strong>per</strong> tre settimane<br />

una dieta pari al 50% <strong>del</strong>la loro<br />

capacità di in<strong>gestione</strong> normale in tre<br />

0<br />

momenti diversi: appena nati, appena<br />

svezzati e adulti. Si può notare la<br />

minore <strong>per</strong>centuale di peso degli animali<br />

sottonutriti rispetto al gruppo di<br />

controllo sia subito dopo il <strong>per</strong>iodo di<br />

malnutrizione, sia quando i vitelli venivano<br />

riportati a regime alimentare<br />

normale. Gli animali adulti quando<br />

sono messi a regime di restrizione<br />

<strong>per</strong>dono peso, ma quando vengono<br />

rimessi a regime normale riprendono<br />

tutto il peso <strong>per</strong>duto. Gli animali<br />

appena nati, invece, quando vengono<br />

messi a regime ristretto <strong>per</strong>dono il<br />

51% <strong>del</strong>l’accrescimento e quando tornano<br />

a regime normale non riescono<br />

a recu<strong>per</strong>are tutto il peso <strong>per</strong>so e rimangono<br />

più piccoli <strong>del</strong> 21%. Pertanto<br />

se sbagliamo l’alimentazione nei vitelli<br />

compromettiamo anche l’animale<br />

adulto. Per questo gli animali in fase<br />

neonatale sono particolarmente vulnerabili<br />

alla cattiva nutrizione. Per<br />

questo i vitelli a cui erano state somministrate<br />

maggiori quantità di latte<br />

avevano prodotto da adulti più latte in<br />

prima lattazione; la formazione <strong>del</strong>la<br />

ghiandola mammaria comincia infatti<br />

già nella fase neonatale ed è particolarmente<br />

sensibile, come tutte le<br />

strutture proteiche e scheletriche,<br />

alla disponibilità di nutritivi.<br />

Negli Usa da poco tempo l’industria<br />

ha messo sul mercato un sostituto <strong>del</strong><br />

latte chiamato intensivo con un contenuto<br />

di proteine tra il 25 e il 28,5% e<br />

di grasso intorno al 15-20%. I livelli di<br />

alimentazione sono da 0,7 a 1,1 kg di<br />

polvere al giorno.<br />

Vitelli così alimentati tendono a<br />

ingrassare leggermente ma non c’è<br />

da preoccuparsi, anzi il grasso è una<br />

fonte di energia prontamente disponibile<br />

che li può aiutare a combattere<br />

Incontri zootecnici<br />

Foto 3 - Reni di vitelli Jersey di 5 settimane di vita alimentati con latte in polvere a sinistra<br />

e intero a destra<br />

eventuali stress e malattie. Spesso si<br />

vedono negli allevamenti vitelli troppo<br />

magri e quindi troppo esposti alle<br />

malattie.<br />

Nella foto 3 potete vedere la differenza<br />

tra due reni di vitelli Jersey di<br />

5 settimane alimentati con latte 20:20<br />

in polvere e con latte intero. Il <strong>vitello</strong><br />

alimentato con latte in polvere non ha<br />

riserve di energia, mentre l’altro ha<br />

grandi riserve.<br />

La tabella 7 riporta sinteticamente<br />

i dati di crescita relativi alle due differenti<br />

diete somministrate ai vitelli:<br />

convenzionale e intensiva.<br />

Nelle prime 7 settimane le due diete<br />

denotano una enorme differenza di<br />

crescita: 360 g/giorno nell’alimentazione<br />

convenzionale e quasi il doppio<br />

(680 g/giorno) nell’alimentazione<br />

intensiva. Dalla 8 a alla 23 a settimana,<br />

subito dopo lo svezzamento si assiste<br />

ancora a una maggiore, seppur lieve,<br />

crescita negli animali alimentati a<br />

dieta intensiva. Alla fi ne <strong>del</strong> <strong>per</strong>iodo<br />

di monitoraggio gli animali a dieta<br />

intensiva avevano ingerito 24 kg in<br />

più di latte in polvere. Vediamo poi<br />

che alla 7 a settimana gli animali a<br />

dieta intensiva avevano ingerito 9,2<br />

kg di starter in meno, ma tra l’8 a e<br />

la 23 a settimana il gruppo intensivo<br />

su<strong>per</strong>ava di 64 kg quello tradizionale<br />

<strong>per</strong> quanto riguarda l’in<strong>gestione</strong> di<br />

starter. In termini di in<strong>gestione</strong> totale<br />

di starter il gruppo intensivo aveva<br />

consumato 659 kg di starter contro i<br />

603 <strong>del</strong> convenzionale.<br />

Quindi animali sottoposti a diete<br />

intensive, crescono di più, bevono di<br />

più e mangiano di più.<br />

Nella tabella 8 si possono constatare<br />

le differenze sulla crescita corporea<br />

totale dei vitelli trattati in modo<br />

S UPPLEMENTO A L’INFORMATORE AGRARIO 3/2005<br />

41


Incontri zootecnici<br />

convenzionale e intensivo.<br />

La larghezza e l’altezza <strong>del</strong>le anche<br />

sono maggiori, così <strong>per</strong> la circonferenza<br />

<strong>del</strong> cuore e la lunghezza e il volume<br />

<strong>del</strong> corpo degli animali <strong>del</strong> gruppo<br />

alimentato con dieta intensiva.<br />

In Italia l’allevatore spesso ha il timore<br />

che vitelle cresciute troppo velocemente<br />

partoriscano precocemente,<br />

tanto che un’età al primo parto di<br />

24 mesi è ritenuto già troppo precoce.<br />

Negli Usa l’obbiettivo è di avere il<br />

primo parto a 22 mesi. <strong>Un</strong>o studio<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Un</strong>iversità di Cornell su 65 vitelli<br />

alimentati in modo intensivo ha dimostrato<br />

che il parto anticipato, prima<br />

dei 21 mesi, non ha avuto ri<strong>per</strong>cussioni<br />

signifi cative sulla produzione <strong>del</strong>la<br />

prima lattazione (112 q/capo) rispetto<br />

alle manze che hanno partorito più<br />

tardi (tabella 9). L’aspetto importante<br />

è che le manze devono avere raggiunto<br />

un adeguato sviluppo corporeo prima<br />

di partorire indipendentemente<br />

dall’età.<br />

L’allevamento con dieta intensiva<br />

viene gestito con prodotti e tecniche<br />

specifiche. La prima settimana si<br />

somministrano 0,4 kg/capo di latte<br />

in polvere al giorno, la seconda settimana<br />

si somministrano invece 0,8<br />

kg/capo/giorno, sempre in due volte.<br />

L’ultima settimana i vitelli vengono<br />

alimentati una sola volta al giorno<br />

(somministrando solo metà quantità<br />

di latte in polvere) <strong>per</strong> iniziare lo<br />

svezzamento. La cosa importante è<br />

non esagerare nei quantitativi di latte<br />

in polvere la prima settimana <strong>per</strong><br />

evitare problemi di diarrea. Il mangime<br />

starter deve avere un titolo in<br />

proteine <strong>del</strong> 22%. Allo svezzamento<br />

(generalmente all’8 a settimana) i vitelli<br />

devono essere in grado di ingerire<br />

più di 1 kg/giorno di mangime.<br />

Con questo <strong>metodo</strong>, seppur diverso<br />

dalla tradizione padana, i risultati<br />

raggiunti in alcune aziende dove è<br />

stata s<strong>per</strong>imentata la tecnica sono<br />

stati ottimi.<br />

42 S UPPLEMENTO A L’INFORMATORE AGRARIO 3/2005<br />

Foto 4 - Gabbiette<br />

che consentono il<br />

contatto tra i vitelli<br />

Alcune raccomandazioni<br />

I vitelli così alimentati necessitano<br />

di più acqua (da 5 a 8 L/giorno <strong>per</strong> un<br />

<strong>vitello</strong> di un mese) di quelli allevati<br />

con dieta convenzionale; <strong>per</strong>tanto è<br />

importante garantire la disponibilità<br />

di acqua in quanto la sua carenza aumenta<br />

le probabilità di diarree.<br />

Mangiando e bevendo di più questi<br />

vitelli produrranno anche una maggior<br />

quantità di feci. <strong>Un</strong>a cosa da non<br />

fare assolutamente è somministrare<br />

una maggior quantità di latte normale<br />

20:20 ai vitelli <strong>per</strong> avvicinarsi ai valori<br />

nutritivi proposti da un prodotto intensivo<br />

(28% di proteine sul secco).<br />

I livelli di minerali diventerebbero<br />

troppo alti, cambierebbe la pressione<br />

osmotica e si avrebbero con maggior<br />

facilità diarree. Con l’alimentazione<br />

intensiva si ha comunque un lieve<br />

aumento <strong>del</strong>le diarree, ma nel complesso<br />

diminuisce la frequenza <strong>del</strong>le<br />

malattie; <strong>per</strong>tanto bisogna essere<br />

pronti a trattare gli animali con la diarrea.<br />

I reidratanti funzionano molto<br />

bene. L’antibiotico va usato solo in<br />

caso di febbre ed è molto importante<br />

continuare la somministrazione di<br />

latte e non interrom<strong>per</strong>la come invece<br />

abbiamo visto nel 67% dei casi<br />

<strong>del</strong> campione di aziende lombarde.<br />

Somministrando solo reidratanti e<br />

non il latte affamiamo il <strong>vitello</strong> e non<br />

gli garantiamo la fonte di energia suffi<br />

ciente <strong>per</strong> su<strong>per</strong>are la malattia.<br />

Sembra che ancora diversi allevatori<br />

utilizzino latte intero particolarmente<br />

costoso; <strong>per</strong>tanto molti impiegano<br />

quello di scarto (con antibiotico o mastitico).<br />

Questo tipo di alimento aumenta<br />

i problemi associati alla presenza di<br />

batteri nell’apparato digerente e anche<br />

l’ipotesi di pastorizzare questo<br />

latte non conforme desta <strong>per</strong>plessità<br />

in quanto non si sa quali nutritivi potrebbero<br />

essere distrutti. Inoltre la<br />

pastorizzazione non uccide le endotossine<br />

che vengono rilasciate dalle<br />

Tabella 8 - Effetto <strong>del</strong>la dieta<br />

sulla crescita corporea totale<br />

Misure<br />

corporee<br />

Larghezza media<br />

<strong>del</strong>l’anca (cm)<br />

Grafi co 5 - Fabbisogno di acqua<br />

dei vitelli alimentati con dieta<br />

intensiva<br />

Età (mesi)<br />

1<br />

2<br />

3<br />

da 5,2 a 8,0<br />

da 6,0 a 9,6<br />

Dieta convenzionale<br />

da 8,4 a 11,2<br />

4<br />

da 12 a 14<br />

Litri di acqua/giorno<br />

Fonte: Penn State Extension Circular 387.<br />

Dieta<br />

intensiva<br />

3,84 b 4,63 a<br />

Altezza media <strong>del</strong>l’anca (cm) 6,95 b 9,48 a<br />

Circonferenza media<br />

<strong>del</strong> cuore (cm)<br />

14,45 b 17,86 a<br />

Lunghezza media<br />

<strong>del</strong> corpo (cm)<br />

14,45 b 17,86 a<br />

Volume medio<br />

<strong>del</strong> corpo (L)<br />

78,92 b 16,29 a<br />

(*) Quintali svezzati alla 7 a settimana.<br />

A lettere differenti corrispondono dati signifi cativamente<br />

diversi <strong>per</strong> P < 0,05<br />

Tabella 9 - Effetto <strong>del</strong>l’età <strong>del</strong> 1°<br />

parto sulla produzione<br />

Età al 1° parto<br />

Meno di<br />

21 mesi<br />

21-23<br />

mesi<br />

> 23 mesi<br />

Manze (n.) 19 27 19<br />

Produzione prima<br />

lattazione (q/capo)<br />

112,46 115,49 113,18<br />

Le manze «intensive» hanno prodotto 88% <strong>del</strong>le vacche<br />

pluripare.<br />

Fonte: Cornell <strong>Un</strong>iversity.<br />

vacche malate e sono <strong>per</strong>icolose <strong>per</strong><br />

i vitelli.<br />

Jim Drackley <strong>del</strong>l’<strong>Un</strong>iversità <strong>del</strong>l’Illinois,<br />

grande es<strong>per</strong>to di vitelli, afferma<br />

che la cosiddetta crescita accelerata<br />

altro non è che la normale crescita<br />

biologica che il <strong>vitello</strong> messo nelle<br />

giuste condizioni può avere, mentre la<br />

cosiddetta crescita normale in realtà<br />

non è che una crescita legata alla malnutrizione<br />

alla quale l’uomo sottopone<br />

il <strong>vitello</strong> a causa di errori gestionali<br />

e alimentari.<br />

Le strutture<br />

Per quanto riguarda le strutture<br />

nella foto 4 è visibile un tipo di gabbiette<br />

che funziona abbastanza bene,<br />

ma il limite di questa soluzione<br />

è che i vitelli si possono toccare tra<br />

loro. Così se un <strong>vitello</strong> si ammala,


facilmente si può ammalare tutta la<br />

fi la. Il vantaggio invece è l’effi cienza<br />

di lavoro, <strong>per</strong>ché è veloce e rapido<br />

alimentare i vitelli.<br />

Nella foto 5 e 6 si vede una soluzione<br />

molto diffusa negli Usa: le capannine<br />

o igloo che vengono tenuti<br />

in luoghi anche molto freddi senza<br />

nessun problema. Inoltre i vitelli<br />

non possono leccarsi tra di loro, sono<br />

asciutti e puliti e si possono spostare<br />

da un gruppo all’altro.<br />

Quando l’area su cui insistono le<br />

capannine è troppo sporca è possibile<br />

asportare la ghiaia sostituendola<br />

con quella pulita.<br />

Questa possibilità aiuta molto in<br />

caso di infezione da salmonella. Lo<br />

svantaggio in questo caso è l’effi-<br />

5 6<br />

cienza di lavoro.<br />

Nella foto 7 è visibile un esempio di<br />

piccoli gruppi dopo lo svezzamento.<br />

Il <strong>vitello</strong> appena svezzato si sta abituando<br />

a un’alimentazione diversa;<br />

<strong>per</strong>tanto in gruppi grandi dovrebbe<br />

abituarsi anche alla competizione<br />

e subirebbe un forte stress che gli<br />

viene evitato con i piccoli gruppi. In<br />

questa fase lo spazio a disposizione<br />

dei vitelli è fondamentale, insieme<br />

alla pulizia <strong>del</strong>l’ambiente, che deve<br />

essere assolutamente asciutto e<br />

ventilato, anche se il vento non deve<br />

colpire direttamente gli animali.<br />

Nelle foto 8 e 9 si vede una stalla vecchia<br />

ma molto ben riadattata <strong>per</strong> i vitelli<br />

nella fase successiva, quella dei gruppi<br />

più numerosi (10-20). I vitelli sono<br />

Incontri zootecnici<br />

7 8<br />

Foto 5 - Capannine o igloo utilizzati negli Usa. Foto 6 - Veduta ravvicinata <strong>del</strong>le capannine Usa. Foto 7 - Piccolo gruppo di vitelli (4-<br />

5) appena svezzati. Foto 8 - Gruppo di vitelli numeroso (10-20) nella fase successiva a quella dei piccoli gruppi<br />

asciutti e puliti e non respirano aria<br />

umida. Il modo migliore <strong>per</strong> uccidere<br />

un <strong>vitello</strong> è quello di metterlo in un<br />

ambiente umido e chiuso. Vitelli che<br />

vivono in ambienti sovraffollati e umidi<br />

a causa <strong>del</strong>l’eccesso di letame spesso<br />

iniziano a tossire e si ammalano.<br />

<strong>Un</strong>a volta trasferiti i vitelli in questi<br />

box più grandi è necessario tenere<br />

sotto controllo l’accrescimento con<br />

lo strumento ritratto in foto 10: l’hipometro,<br />

utile <strong>per</strong> stimare il peso<br />

<strong>del</strong>l’animale.<br />

In particolare risulta molto prezioso<br />

soprattutto <strong>per</strong> individuare il<br />

momento più corretto <strong>per</strong> la fecondazione,<br />

<strong>per</strong> la quale è importante<br />

non l’età ma la dimensione <strong>del</strong>la<br />

manza.<br />

S UPPLEMENTO A L’INFORMATORE AGRARIO 3/2005<br />

43


Incontri zootecnici<br />

9 10<br />

Foto 9 - Vecchia stalla riattata <strong>per</strong> accogliere i gruppi di vitelli più numeroso. Foto 10 - L’uso <strong>del</strong>l’Hipometro <strong>per</strong> stimare<br />

il peso <strong>del</strong>l’animale<br />

Conclusioni<br />

Le pratiche corrette <strong>per</strong> la <strong>gestione</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>vitello</strong> a partire dal momento <strong>del</strong><br />

parto sono quindi:<br />

◾ sala parto pulita, asciutta e disinfettata<br />

tra un uso e l’altro;<br />

◾ il <strong>vitello</strong> va separato dalla vacca appena<br />

possibile, e deve essere messo<br />

in un ambiente pulito;<br />

◾ disinfettare l’ombelico <strong>del</strong> <strong>vitello</strong><br />

con tintura di iodio al 7%;<br />

◾ somministrare 3 L (4 se con sonda<br />

esofagea) di colostro <strong>del</strong>la madre o<br />

di una vacca completamente sana e<br />

comunque di ottima qualità (non devono<br />

essere somministrate miscele<br />

di colostro di diverse vacche), subito<br />

dopo il parto (entro un’ora) e ancora<br />

dopo 12 ore;<br />

◾ mettere a disposizione già dal secondo<br />

giorno dalla nascita mangime<br />

e acqua;<br />

◾ incominciare con il latte in polvere a<br />

due giorni dalla nascita;<br />

◾ svezzare il <strong>vitello</strong> intorno alle 7<br />

a-8 a<br />

settimana;<br />

◾ facilitare lo svezzamento passando<br />

da due somministrazioni di latte a una<br />

durante l’ultima settimana di latte;<br />

◾ continuare col mangime ad libitum<br />

senza aggiunta di fieno, <strong>per</strong>ché in<br />

questa fase <strong>del</strong>la vita <strong>del</strong>l’animale il<br />

fi eno ritarda la crescita;<br />

◾ tenere gli animali in box individuali<br />

sino a una settimana dopo lo svezzamento;<br />

◾ creare dei piccoli gruppi (4 o 5 vitelli<br />

<strong>per</strong> gruppo) da una settimana<br />

dopo lo svezzamento a circa un mese,<br />

sempre con starter a disposizione;<br />

◾ a 12 settimane aggiungere il 10-20%<br />

di fieno in una miscelata a base di<br />

starter. Lo starter favorisce lo sviluppo<br />

<strong>del</strong> rumine (non il fi eno) mediante<br />

44 S UPPLEMENTO A L’INFORMATORE AGRARIO 3/2005<br />

Foto 11 - Differenza di accrescimento tra vitelli alimentati convezionalmente e intensivamente<br />

a 8 (a sinistra) e 14 (a destra) settimane di vita<br />

gli acidi proprionico e butirrico che<br />

provengono dalla di<strong>gestione</strong> <strong>del</strong> mangime;<br />

◾ iniziare la somministrazione degli<br />

insilati dopo le 23 settimane di vita<br />

<strong>per</strong>ché i vitelli tollerano a fatica l’insilato<br />

e si stressano.<br />

Le differenze di accrescimento tra<br />

due vitelli di 8 e 14 settimane (foto 11)<br />

nati lo stesso giorno e alimentati con<br />

dieta convenzionale e intensiva sono<br />

evidenti, tanto che gli allevatori che<br />

hanno cominciato a utilizzare il <strong>metodo</strong><br />

intensivo hanno dovuto comprare<br />

dei collari più grandi.<br />

L’approccio illustrato è molto diverso<br />

da quello utilizzato attualmente dagli<br />

allevatori italiani ma risulta molto<br />

più corretto ed effi cace non solo dagli<br />

studi effettuati negli Usa ma anche<br />

dalle es<strong>per</strong>ienze in atto.<br />

Il Servizio di assistenza tecnica allevamenti<br />

(Sata) è a disposizione di chi<br />

volesse iniziare a lavorare con questo<br />

<strong>nuovo</strong> <strong>metodo</strong> molto più adeguato<br />

alla salute dei vitelli e all’effi cienza<br />

aziendale e quindi adatto a massimizzare<br />

il reddito prodotto dall’allevamento.<br />

Michele Campiotti<br />

Tecnico specialista Sata <strong>gestione</strong> aziendale<br />

Capo servizio tecnico Apa Bergamo<br />

michele.campiotti@libero.it<br />

Greg Bethard<br />

G&R Dairy Consulting<br />

Virginia (Usa)

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