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standard italiani per la cura del diabete mellito - Changing Diabetes ...

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CURA DEL DIABETE 41<br />

19. Trento M, Passera P, Borgo E, Tomalino M, Bajardi M, Brescianini<br />

A, Tomelini M, Giuliano S, Cavallo F, Miselli V, Bondonio P,<br />

Porta M. A 3-year prospective randomized controlled clinical<br />

trial of group care in type 1 <strong>diabete</strong>s, Nutrition Metabolism<br />

Cardiovascu<strong>la</strong>r Disease 205;15:293-301.<br />

20. Corsi A, Bruttomesso D, Clementi L, Girelli A, Orsi E, Richini<br />

D. GISED (Gruppo Italiano <strong>per</strong> lo Studio sull’Educazione<br />

al Diabete) Organizzazione <strong>del</strong>l’attività educativa nei Centri<br />

di Diabetologia in Italia: indagine conoscitiva <strong>del</strong> GISED.<br />

AMD, XV Congresso Nazionale, Contributi Scientifici. MeDia<br />

2005;5,2(Suppl):30.<br />

d. attiVità FiSica<br />

raccomandazioni<br />

Al fine di migliorare il controllo glicemico, favorire<br />

il mantenimento di un peso corporeo ottimale e<br />

ridurre il rischio di ma<strong>la</strong>ttia cardiovasco<strong>la</strong>re, sono<br />

consigliati almeno 150 minuti/settimana di attività<br />

fisica aerobica di intensità moderata (50-70% <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

frequenza cardiaca massima) e/o almeno 90 minuti/<br />

settimana di esercizio fisico intenso (� 70% <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

frequenza cardiaca massima). L’attività fisica deve<br />

essere distribuita in almeno 3 giorni/settimana e non<br />

ci devono essere più di 2 giorni consecutivi senza<br />

attività. (Livello <strong>del</strong><strong>la</strong> prova I, Forza <strong>del</strong><strong>la</strong> racco‑<br />

mandazione A)<br />

Nei diabetici tipo 2 l’esercizio fisico contro resistenza<br />

ha dimostrato di essere efficace nel migliorare<br />

il controllo glicemico così come <strong>la</strong> combinazione<br />

di attività aerobica e contro resistenza. I diabetici<br />

tipo 2 devono essere incoraggiati a eseguire esercizio<br />

fisico contro resistenza secondo un programma<br />

definito con il diabetologo <strong>per</strong> tutti i maggiori gruppi<br />

musco<strong>la</strong>ri, 3 volte/settimana. (Livello <strong>del</strong><strong>la</strong> prova I,<br />

Forza <strong>del</strong><strong>la</strong> raccomandazione A)<br />

L’introduzione di un programma di attività fisica in<br />

soggetti non allenati, gravemente obesi e con vario<br />

grado di sarcopenia re<strong>la</strong>tiva tramite esercizi graduali<br />

contro resistenza quali piccoli pesi, può consentire<br />

l’avvio di attività aerobiche, favorendo il potenziamento<br />

musco<strong>la</strong>re, l’aumento <strong>del</strong><strong>la</strong> capacità aerobica<br />

e il calo ponderale. (Livello <strong>del</strong><strong>la</strong> prova VI, Forza<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> raccomandazione B)<br />

L’utilizzo <strong>del</strong> test da sforzo in soggetti asintomatici<br />

a basso rischio di coronaropatia, intenzionati a<br />

intraprendere un programma di attività fisica, non è<br />

raccomandato (rischio di evento cardiaco a 10 anni<br />

� 10%). (Livello <strong>del</strong><strong>la</strong> prova VI, Forza <strong>del</strong><strong>la</strong> racco‑<br />

mandazione D)<br />

È opportuno intensificare l’automonitoraggio glicemico<br />

prima, eventualmente durante (esercizio di<br />

durata � 1 ora), e dopo l’esercizio fisico. Devono<br />

essere fornite indicazioni re<strong>la</strong>tive al<strong>la</strong> necessità di<br />

integrazione con carboidrati e al<strong>la</strong> gestione <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

terapia ipoglicemizzante. La presenza di chetosi<br />

sconsiglia l’attività fisica. Devono inoltre essere fornite<br />

indicazioni re<strong>la</strong>tive al rischio di ipoglicemia in<br />

corso di attività e in riferimento al rischio di ipoglicemia<br />

tardiva post-esercizio fisico. (Livello <strong>del</strong><strong>la</strong> prova<br />

VI, Forza <strong>del</strong><strong>la</strong> raccomandazione B)<br />

COMMENTO<br />

◆<br />

◆ Le raccomandazioni sono supportate principalmente da metanalisi<br />

di studi condotti in diabetici tipo 2 sul ruolo <strong>del</strong>l’esercizio<br />

fisico aerobico e di resistenza sul compenso glicemico, indipendentemente<br />

dalle variazioni <strong>del</strong> peso corporeo (1,2).<br />

Studi di coorte hanno confermato che l’attività fisica continuativa<br />

e di grado elevato è associata con una riduzione significativa<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> mortalità cardiovasco<strong>la</strong>re e generale (3-5).<br />

L’efficacia a lungo termine <strong>del</strong>l’attività di counselling sull’esercizio<br />

fisico e <strong>del</strong>l’esercizio fisico stesso sul rischio cardiovasco<strong>la</strong>re<br />

è stata dimostrata in diversi studi, così come una paralle<strong>la</strong> riduzione<br />

dei costi <strong>per</strong> il trattamento (6).<br />

Nel <strong>diabete</strong> tipo 2, l’esercizio fisico contro resistenza, associato<br />

a moderato calo ponderale, si è dimostrato efficace nel migliorare<br />

il controllo glicemico e alcuni parametri <strong>del</strong><strong>la</strong> sindrome metabolica<br />

e nel contrastare <strong>la</strong> <strong>per</strong>dita di massa musco<strong>la</strong>re (7-9).<br />

Diversi trial condotti in diabetici tipo 2 hanno confermato<br />

il miglioramento <strong>del</strong> controllo glicemico durante programmi<br />

di attività fisica aerobica, contro resistenza e in associazione.<br />

I dati sono raccolti in metanalisi e in una recente revisione <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

letteratura (10,11). Un recente trial ha confermato come programmi<br />

misti conferiscano un beneficio addizionale sul controllo<br />

glicemico e su alcuni fattori di rischio nei diabetici tipo 2 nei<br />

confronti dei programmi di so<strong>la</strong> attività aerobica o contro resistenza<br />

(12). Un’indagine condotta su un campione di diabetici<br />

tipo 2 ha evidenziato il peso dei fattori sociali e psicologici sul<strong>la</strong><br />

pratica <strong>del</strong>l’attività fisica, documentando come <strong>la</strong> giovane età, un<br />

livello culturale elevato, l’assenza di barriere motivazionali, un<br />

buon grado di salute <strong>per</strong>cepita e di prestazioni attese siano corre<strong>la</strong>te<br />

positivamente con il grado di attività fisica praticata (13).<br />

Prima <strong>del</strong>l’avvio di un’attività fisica di intensità su<strong>per</strong>iore<br />

al<strong>la</strong> camminata veloce, è necessario escludere condizioni a elevato<br />

rischio cardiovasco<strong>la</strong>re (in partico<strong>la</strong>re l’i<strong>per</strong>tensione non<br />

control<strong>la</strong>ta) e <strong>la</strong> presenza di complicanze che controindicano <strong>la</strong><br />

pratica di alcuni esercizi, <strong>per</strong> l’elevato rischio di evoluzione <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

patologia stessa (neuropatia vegetativa grave, neuropatia <strong>per</strong>iferica<br />

grave, retinopatia pre-proliferante o proliferante ed edema<br />

macu<strong>la</strong>re, piede diabetico) (14).<br />

Il Gruppo di Studio Diabete Attività Fisica (GAF) porta<br />

avanti un programma di ricerca, di formazione (diabetologi e<br />

o<strong>per</strong>atori fitness metabolica) e attività rivolte ai pazienti. Una<br />

recente indagine <strong>del</strong> GAF in diabetici afferenti ai Centri di<br />

Diabetologia ha evidenziato come <strong>la</strong> pressoché totalità dei diabetici<br />

di tipo 2 (89,8%) ritenga possibile migliorare <strong>la</strong> propria<br />

salute con l’attività fisica, soprattutto se di sesso maschile, giovane<br />

età ed elevato grado di sco<strong>la</strong>rità (15). L’attività fisica è praticata<br />

� 3 volte/settimana nei soggetti che <strong>la</strong> ritengono utile <strong>per</strong><br />

<strong>la</strong> propria salute (53% vs. 25%). Le barriere <strong>per</strong>cepite al<strong>la</strong> pratica<br />

rego<strong>la</strong>re <strong>del</strong>l’attività fisica sono il senso di inadeguatezza fisica, <strong>la</strong>

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