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Dizionario dei telefilm - Arena80

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SAGGI


LEOPOLDO DAMERINI<br />

FABRIZIO MARGARIA<br />

<strong>Dizionario</strong><br />

<strong>dei</strong> <strong>telefilm</strong><br />

GARZANTI


Prima edizione: maggio 2001<br />

Prima ristampa: settembre 2001<br />

Nuova edizione ampliata e aggiornata: aprile 2004<br />

ISBN 978-88-11-60024-4<br />

© 2001, 2004, Garzanti Libri s.p.a., Milano<br />

Printed in Italy<br />

www.garzantilibri.it<br />

Quest'opera è protetta dalla Legge sul diritto d'autore.<br />

È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.


LA FORTUNA DI UN NOME, LA FORTUNA DI UN GENERE<br />

di Aldo Grasso<br />

Il <strong>telefilm</strong>, recitano i dizionari della televisione, è un prodotto di fiction<br />

concepito per il piccolo schermo e, perciò, destinato alla trasmissione<br />

televisiva. Articolato in puntate o episodi raggruppati in serie, il<br />

<strong>telefilm</strong> propone brevi racconti, in sé conclusi, ma spesso collegati tra<br />

loro come episodi di cicli che presentano personaggi fissi invariabili,<br />

caratteri strutturali costanti e un’ambientazione che resta per lo più<br />

invariata.<br />

Telefilm è parola squisitamente italiana (poco usata in area anglofona<br />

dove si preferisce parlare di «tv series», specificando il genere di<br />

appartenenza: western, hospital, soap, sit, drama, sci-fi, docu...). I linguisti<br />

che per primi si sono occupati delle parole derivate dal nuovo<br />

mezzo (Migliorini, Fochi, De Mauro) si mostravano preoccupati dal<br />

prefissoide «tele»: significava, a loro dire, non solo «a distanza» (come<br />

nel caso classico di «televisione») ma anche «relativo alla televisione»;<br />

come tale era destinato a diventare il primo elemento di una folla<br />

di nuove parole. E non nascondevano le loro perplessità: invitavano,<br />

infatti, a evitare l’impiego esagerato di «tele» per le possibili confusioni;<br />

meglio far ricorso a un altro prefisso dai lombi opimi: «video-».<br />

«Videofilm», però, nonostante le raccomandazioni, non è entrato nell’uso.<br />

Così ci teniamo ben stretto il più familiare «<strong>telefilm</strong>».<br />

Ai primi teorici della televisione italiana, puristi anche loro, il <strong>telefilm</strong><br />

pareva una mostruosità perché rinunciava «a priori al coefficiente spettacolare<br />

dato dall’immediatezza». Allora si credeva che lo specifico<br />

televisivo si identificasse con la diretta e ogni deviazione veniva esecrata.<br />

Tuttavia non si risparmiavano consigli: «Per quanto riguarda il<br />

soggetto ispiratore, è quindi chiaro che esso deve concernere la breve<br />

vicenda d’uno o di pochi personaggi, narrare una storia interiore, basata<br />

sui pensieri e sui sentimenti, piuttosto che sui fatti e sul movimento;<br />

le sue dimensioni esterne, la sua durata, la sua destinazione, fanno sì<br />

che il <strong>telefilm</strong> si configuri come una novella cinematografica, una<br />

forma che la misura obbligata del film spettacolare aveva progressivamente<br />

bandito dagli schermi» (Federico Doglio e Tullio Kezich).<br />

Ma questa è una storia italiana e finora la politica neoliberistica del<br />

piccolo film in piccolo schermo non ha avuto grandi esiti. Dopo il


La fortuna di un nome, la fortuna di un genere<br />

VI<br />

primo <strong>telefilm</strong>, La svolta pericolosa, 1959, di Gianni Bongioanni, c’è<br />

stato qualche esperimento, qualche commistione di genere come<br />

Sheridan, Maigret, I Nicòtera. Qualche tentativo apprezzabile come I<br />

racconti del maresciallo tratti da Mario Soldati, ma nulla di più.<br />

Meglio importare che produrre, benché il primo <strong>telefilm</strong> trasmesso<br />

dalla Rai, Mio padre il signor preside, sia stato un fallimento. E poi la<br />

formazione «letteraria» <strong>dei</strong> dirigenti Rai ha sempre privilegiato l’«originale»<br />

nei confronti della serialità. Ma i tempi sono cambiati, la spietata<br />

concorrenza delle televisioni commerciali porta oggi a riconsiderare<br />

il concetto di «<strong>telefilm</strong>ità».<br />

Molti <strong>telefilm</strong> classici traggono spunto da qualche film di successo, o<br />

meglio da quei film che, se anche non hanno «sfondato» nelle sale<br />

cinematografiche, hanno tuttavia avuto un buon indice di ascolto nel<br />

passaggio televisivo (Mash, Alice, Paper Chase, La conquista del West<br />

e molti altri). Ma prima che le «majors» hollywoodiane regolassero e<br />

offrissero i loro prodotti ai network, come funzionavano i “proto<strong>telefilm</strong>”?<br />

In realtà, i film in televisione non sono mai mancati e già nel<br />

1948 le case minori, tipo la gloriosa Republic o la Rko, avevano venduto<br />

il loro stock di film alle televisioni, che proprio in quegli anni,<br />

dopo un lungo periodo di sperimentazione, si diffondevano su tutto il<br />

territorio americano con programmi trasmessi regolarmente. Tra questi<br />

programmi, i B movie riempivano comodamente alcune ore di trasmissione.<br />

William Boyd, meglio conosciuto come Hopalong Cassidy,<br />

divenne il primo attore di film trasmessi alla stregua di <strong>telefilm</strong> e<br />

indicò per il futuro quali sarebbero state le basi non solo contrattuali<br />

(aveva acquisito i diritti <strong>dei</strong> suoi film) ma anche tematiche del <strong>telefilm</strong><br />

più popolare: il western.<br />

La nascente invasione <strong>dei</strong> <strong>telefilm</strong> negli anni Cinquanta e il loro apogeo<br />

negli anni Sessanta (durata di un’ora, spesso di un’ora e mezza, girati a<br />

colori, e in esterni) tolse definitivamente i western di «serie B» dalla<br />

catena di produzione, mettendo in crisi sia le case di produzione sia il più<br />

grande mito creato da un genere cinematografico. Gunsmoke, Rawhide,<br />

Maverick, The Virginian sostituirono ben presto nel cuore <strong>dei</strong> cinefili<br />

spinti i film della Republic o della Columbia. Nel 1959 ben diciassette<br />

<strong>telefilm</strong> della durata fra i trenta e i sessanta minuti occupavano importanti<br />

fasce di programmazione nelle tre reti principali ABC, CBS, NBC.<br />

Tuttavia la televisione non si alimentava soltanto di western: Your Show<br />

of Shows con Sid Caesar e The Goldbergs, prodotti alla fine degli anni<br />

Quaranta, aprirono le porte a The Honeymooners, con il grassottello<br />

Jackie Gleason e Art Carney, e a una lunga serie di situation comedies<br />

che col passare del tempo hanno acquistato sempre più importanza<br />

all’interno delle reti televisive. Nel 1978 ben quattordici sit-com occu­


VII La fortuna di un nome, la fortuna di un genere<br />

pavano uno spazio di prima serata. Ma facciamo ancora un piccolo salto<br />

indietro. Se The Honeymooners diede con le sue quindici stagioni di permanenza<br />

nella televisione un apporto notevole alla popolarità e allo stile<br />

del genere, chi rivoluzionò tutto fu I love Lucy, 1951-57, con Lucille Ball<br />

e Desy Arnaz (un vero disastro quando si tentò di trasmetterli in Italia),<br />

i quali non volendosi trasferire a New York, dove si «faceva» la televisione,<br />

proposero che i loro spettacoli venissero filmati, in modo da poterli<br />

riciclare anche in altre stazioni private indipendenti o estere. La prima<br />

rappresentazione televisiva videoregistrata si avrà soltanto nel 1957 grazie<br />

a Bing Crosby, in collaborazione con l’Ampex e la Rca: un modo<br />

nuovo per coprire con il suo spettacolo tutto il territorio nazionale.<br />

Un genere che col passare degli anni assume un ruolo primario in televisione,<br />

tanto da soppiantare il western, è quello poliziesco. Con il<br />

<strong>telefilm</strong> Dragnet, 1952, la violenza quotidiana della criminalità e la<br />

repressione della polizia entrano nelle case, il linguaggio aspro e poco<br />

ricercato, le pistolettate, gli omicidi e gli spari sono all’ordine del giorno<br />

e così pure quella patina di duro realismo che mantenne la serie fino<br />

ai suoi ultimi giorni e che è stata ripresa dalle successive serie poliziesche,<br />

da Joe Forrester a The Rookies, da Gli uomini di Harrison a<br />

Matt-Helm.<br />

Il successo <strong>dei</strong> <strong>telefilm</strong> ha abbondantemente alimentato i discorsi sul<br />

carattere della serialità, sulla ripetizione e invenzione nei media.<br />

È possibile dunque definire una «<strong>telefilm</strong>ità» delle origini? Secchezza<br />

narrativa, azioni molto concentrate, sequenze brevi sottolineate da<br />

stacchi musicali, montaggio rapido, molte ellissi narrative, dialoghi<br />

sintetici, pochi compiacimenti descrittivi (riservati magari ai soli titoli<br />

di testa). Piuttosto che i film (a esclusione <strong>dei</strong> serial diffusi tra il 1913<br />

e il 1920 che sono i veri progenitori), i modelli, più o meno consapevoli,<br />

<strong>dei</strong> <strong>telefilm</strong> sono la radio (di cui molto si è già scritto circa la<br />

genesi della fiction seriale) e i fumetti pubblicati dai quotidiani americani:<br />

stessa distinzione per generi (western, sit-com, polizieschi ecc.),<br />

stessa ripetizione di personaggi e di luoghi tipici che diventano familiari<br />

al pubblico sia <strong>dei</strong> lettori che degli spettatori. Stessi fenomeni di<br />

fanatismo. Uno degli esempi più celebri nella storia <strong>dei</strong> fumetti è rimasto<br />

quello di Flattop, un piccolo gangster deforme, nemico di Dick<br />

Tracy – il celebre investigatore di Chester Gould – che era cattivo ma<br />

simpatico ai lettori. Quando Gould lo fece morire ricevette moltissimi<br />

telegrammi di ammiratori che volevano tributargli solenni onoranze<br />

funebri; nel Connecticut gli venne organizzata anche una veglia funebre.<br />

Quando in una puntata di Dallas, che ha avuto il maggior numero<br />

di spettatori nella storia della televisione americana, J.R. è stato ferito<br />

da un attentatore, rimasto sconosciuto, si è ripetuto il fenomeno


La fortuna di un nome, la fortuna di un genere<br />

VIII<br />

«Flattop». Il presidente Reagan approfittò dell’occasione per distribuire<br />

distintivi con la scritta «Un democratico ha sparato a J.R.».<br />

A proposito di una più moderna produzione seriale, Umberto Eco ha<br />

proposto due modelli fondativi: la saga e la serie. La serie (ad esempio<br />

Starsky & Hutch) mette sempre in scena <strong>dei</strong> personaggi fissi e,<br />

con minime variazioni, ripete gli stessi eventi; proprio come la maggior<br />

parte <strong>dei</strong> fumetti, da Superman a Tex Willer, o come la serie delle<br />

avventure gialle di Hercule Poirot o di Miss Marple. La saga, invece,<br />

prende <strong>dei</strong> personaggi e li mette al centro di una lunga storia, poi i<br />

personaggi muoiono o scompaiono (come in Dallas, come nelle telenovelas<br />

brasiliane) e la storia continua coi loro figli e nipoti, cugini e<br />

cognati ecc. «Chi però studi con attenzione le strutture narrative della<br />

saga si accorge che le vicende, se pure accadono a personaggi diversi<br />

e in situazioni diverse, possono essere ridotte ad alcune strutture narrative<br />

costanti (che la semiotica contemporanea ha descritto e calcolato<br />

con molta precisione, a cominciare da Propp quando ha mostrato<br />

che le fiabe russe di magia giocavano tutte, con minime variazioni,<br />

sullo stesso pacchetto di funzioni narrative). E questo ci dice che di<br />

saghe ce ne sono sempre state, e anche il ciclo della Tavola rotonda<br />

era una saga, dove poteva accadere a personaggi diversi come Parsifal<br />

o sir Galaad di incontrare cavalieri o castelli incantati assai simili tra<br />

loro» (Umberto Eco, «L’innovazione nel seriale», in Sugli specchi,<br />

Milano, Bompiani, 1985). Ripetizione, standardizzazione, ripresa,<br />

serialità: tutti fenomeni, tuttavia, che non sono tipici dell’epoca <strong>dei</strong><br />

media, ma che attraversano da sempre la produzione letteraria mondiale<br />

e, se mai, rivelano ora nuove dinamiche della creatività, nuovi<br />

ritmi imposti dalla produzione industriale. Nei <strong>telefilm</strong>-saga i personaggi<br />

nascono, si sposano, muoiono; i loro nipoti avranno gli stessi<br />

guai <strong>dei</strong> loro nonni, ma caratteri e situazioni che sembrano diversi;<br />

soprattutto c’è una crescita <strong>dei</strong> personaggi a ritmo televisivo. Nei <strong>telefilm</strong>-serie<br />

i personaggi non nascono, non muoiono, rimangono immobilizzati<br />

in un’età ideale; la loro «staticità» è comunque una staticità<br />

televisiva, sono congelati eppur si muovono a venticinque fotogrammi<br />

al secondo.<br />

Oggi si preferisce catalogare i <strong>telefilm</strong> secondo una diversa partizione:<br />

– i serial, che presentano una narrazione articolata in un numero indefinito<br />

di puntate, ovvero di segmenti narrativi aperti, caratterizzati, sul<br />

piano dell’azione, dal predominio del dialogo, su quello linguistico da<br />

una dominanza di campi e piani «stretti» (primo piano, campo-controcampo,<br />

montaggio alternato...) e su quello pragmatico dalla ridondanza<br />

degli elementi informativi, che garantisce anche allo spettatore<br />

meno fidelizzato la comprensione del percorso, malgrado il meccani­


IX La fortuna di un nome, la fortuna di un genere<br />

smo di forte concatenazione delle puntate, e consente nello stesso<br />

tempo alla produzione di rallentare, diluire e moltiplicare i fili della<br />

narrazione. All’interno <strong>dei</strong> serial è possibile differenziare due tra le<br />

modalità probabilmente più popolari di fiction, le soap operas<br />

(Sentieri, Beautiful) e le telenovelas (Anche i ricchi piangono), distinguibili<br />

per area geografica di produzione (rispettivamente Nord e Sud<br />

America), per modalità di produzione e programmazione (serial aperto<br />

per la soap e chiuso per la telenovela) e in parte anche per universi<br />

narrativi e valoriali (il mondo degli affari e dell’alta borghesia statunitense<br />

versus quello popolare o «coloniale» <strong>dei</strong> prodotti latinoamericani);<br />

– la serie, formato che presenta un nucleo narrativo forte (uno o più<br />

personaggi fissi agiscono all’interno di alcuni spazi ricorrenti o sono<br />

coinvolti in una serie di situazioni standard) sviluppato e distribuito<br />

attraverso episodi, ovvero segmenti narrativi autonomi e chiusi in cui<br />

l’azione si sviluppa nei tre atti tradizionali (incipit, svolgimento con<br />

climax e scioglimento). La serie prevede due varianti, definite in base<br />

alla situazione narrativa e alla durata degli episodi: la situation comedy<br />

(sitcom), commedia di situazione svolta soprattutto in interni, familiari<br />

o lavorativi, in cui gli episodi hanno una durata media di 25 minuti;<br />

e il <strong>telefilm</strong>, articolabile in «generi» in alcuni casi di forte derivazione<br />

cinematografica (poliziesco, western, hospital...) e distribuito in segmenti<br />

di 50 minuti.<br />

Sempre più controllato dagli sponsor, il <strong>telefilm</strong> è ormai merce e<br />

immaginario mondiali. La sua diffusione internazionale ne caratterizza<br />

forma e specificità. Il modello di contenuto ma soprattutto l’omogeneità<br />

al flusso del palinsesto fanno del <strong>telefilm</strong> il canale di costruzione<br />

di una rete globale. Satelliti prima <strong>dei</strong> satelliti, i <strong>telefilm</strong> disegnano<br />

la geografia dell’emittenza intorno al mondo, sviluppano un<br />

immaginario che reca in sé le condizioni della sua serialità.<br />

Il dizionario <strong>dei</strong> <strong>telefilm</strong> di Leo Damerini e Fabrizio Margaria è un’opera<br />

preziosa, si spera capostipite di un filone che in Italia è guardato<br />

ingiustamente con sospetto, il reference book, un libro cui attingere<br />

informazioni ed emozioni, cui affidare i percorsi incerti della nostra<br />

memoria.<br />

È un libro pieno di passione e di competenza ma non manca di gusto<br />

critico e di sottile ironia (il poker <strong>dei</strong> commenti è significativo). È un<br />

libro che mancava e che ora per fortuna c’è.


Gli Autori desiderano ringraziare:<br />

Giovanni Petronaci per l’aiuto e la consulenza sui <strong>telefilm</strong> di lingua tedesca;<br />

Baptiste Marcel per l’aiuto e la consulenza sui <strong>telefilm</strong> di lingua francese;<br />

il direttore Massimo Donelli e l’Archivio di «TV Sorrisi e Canzoni» per la loro disponibilità;<br />

il compianto Leo Pasqua per averci fornito consigli e materiale di consultazione prezioso;<br />

la Direzione Documentazione e Analisi Istituzionale di Mediaset per l’ampia documentazione<br />

da cui abbiamo attinto;<br />

gli amici, i conoscenti, i colleghi, i parenti e i viandanti che hanno messo a nostra<br />

disposizione la loro memoria storica;<br />

i Bad Dogs, Betty, Blue e Chicchy per la colonna sonora;<br />

le rispettive fidanzate per il tempo perso e le notti insonni.


INTRODUZIONE<br />

Ne sono passati di <strong>telefilm</strong> sotto i ponti tv.<br />

In questi ultimi tre anni, dall’uscita della prima edizione del <strong>Dizionario</strong><br />

<strong>dei</strong> Telefilm, ne abbiamo contati più di 300 inediti. Ma non è stato sufficiente<br />

schedarli tutti: la «disgrazia» di chi affronta l’aggiornamento<br />

di un prodotto del genere, che si fonda sulla continuità e sull’evoluzione,<br />

sull’appuntamento alla prossima volta, sta nel fatto che non<br />

basta aggiungere i titoli nuovi, sommarli agli oltre 1500 della scorsa<br />

edizione. I <strong>telefilm</strong> vanno coccolati e seguiti come figli: quando escono<br />

(dal teleschermo), quando tornano a casa malmenati (flop), quando<br />

cambiano pelle in corsa, quando alla luce <strong>dei</strong> giorni nostri assumono<br />

un’aura vintage.<br />

Insomma, era necessario rispolverare tutto il passato, prima di aprire le<br />

porte al presente e al futuro. Oltre 5000 aggiunte sono più di un numero:<br />

è la convinzione che le serie tv, il più delle volte, non finiscano con<br />

l’ultimo episodio. Così come i loro personaggi, le loro situazioni, i loro<br />

tormentoni, le loro canzoncine, vivono nel nostro ricordo più di qualsiasi<br />

fiction. Addirittura, se ci permettete, più di qualsiasi genere televisivo.<br />

Sì, perché loro si basano sulla magnifica illusione che il domani sia<br />

un’altra puntata.<br />

Se la televisione è stata la baby-sitter degli ultimi cinquant’anni, le serie<br />

tv sono diventate un po’ come quelle storie che da bambino ti racconta<br />

la tata, che crescendo ti rimangono dentro, che segnano un periodo della<br />

tua vita, che ti appassionano, ti coinvolgono o, semplicemente, liberano<br />

la tua fantasia. Non importano l’età, il sesso o la classe sociale di chi le<br />

percepisce e le vive: l’immaginazione non conosce carte d’identità, non<br />

guarda in faccia nessuno; al massimo chiede la tua, di faccia, per<br />

mezz’ora o un’ora davanti al teleschermo. Storie realistiche o fantastiche,<br />

credibili o «ai confini della realtà». Personaggi che diventano i tuoi<br />

compagni di poltrona, chiedono di potersi sedere al tuo fianco sul divano,<br />

non si arrabbiano se devi alzarti per rispondere al telefono ma sono<br />

felici se lo stacchi per seguirli meglio. Quella rassicurante abitudine –<br />

spesso non considerata dai programmatori televisivi – di trovarli alla<br />

stessa ora, nello stesso giorno, sulla stessa rete.<br />

Ripensate a quelle corse a casa per scoprire in tempo «chi ha sparato a<br />

J.R.», per sapere «chi ha ucciso Laura Palmer», per assistere al bacio


Introduzione<br />

XII<br />

tra Mulder e Scully in X-Files, per applaudire il salto <strong>dei</strong> bidoni del<br />

motorizzato Fonzie in Happy Days, per dare l’addio a Derrick e al suo<br />

ferma-cravatta dopo tanti anni di onorata carriera… Quando immaginavate<br />

di girare il mondo senza valigie come Simon Templar (e invece<br />

eravate bloccati dall’ennesimo sciopero degli aerei), quando correvate<br />

con la fantasia sulla spericolata macchina al centro di Hazzard (e invece<br />

la batteria vi aveva lasciato a terra), quando vi siete immedesimate<br />

nelle vicende della sfortunata Ally McBeal o delle più spegiudicate<br />

protagoniste di Sex&the City (come loro siete sempre andate alla ricerca<br />

di un inesistente Principe Azzurro), quando vi siete accorti che la<br />

moda vintage prendeva spunto da Starsky&Hutch e dalle Charlie’s<br />

Angels (altro che genialate di stilisti a corto di idee!), quando desideravate<br />

inchiodare colui che vi ha tagliato la strada con la stessa fermezza<br />

di Kojak (solo perché avevate un lecca-lecca in bocca e iniziavate<br />

a soffrire di calvizie). Anche se lo specchio davanti al quale vi<br />

esercitavate non rifletteva la stessa immagine degli originali, avete<br />

sognato a occhi aperti. Giorno dopo giorno, puntata dopo puntata.<br />

Come scrivevamo nell’Introduzione della prima edizione, i <strong>telefilm</strong><br />

hanno allevato più di una generazione per diventare cultura pop degna<br />

di quell’Andy Warhol che non si tirò certo indietro quando lo chiamarono<br />

per un cameo in Love Boat.<br />

La stessa tecnica di Warhol potrebbe assurgere a esempio della differenza<br />

tra un film e un <strong>telefilm</strong>: quando il padre della Pop-Art ritraeva volti<br />

illustri riproducendoli più volte sulla tela, manteneva un canovaccio identico<br />

ma cambiava in ognuna delle quattro parti colori e sfumature, facendole<br />

apparire ciascuna come unica. Così appaiono le serie tv rispetto a un<br />

lungometraggio: una storia che al cinema viene concentrata in due ore,<br />

nei <strong>telefilm</strong> viene divisa in più parti, cercando di arricchirla ogni volta con<br />

schizzi e trovate che lascino comunque scorrere il plot originale.<br />

Come nei dipinti di Roy Lichtenstein, la distorsione, la contaminazione<br />

e la rivisitazione degli elementi riescono a farti scorgere dettagli e<br />

sfumature che nel contesto originale apparivano un tutt’uno.<br />

L’ingrandimento di un particolare che nell’insieme sfuggiva, come i<br />

puntini della carta sgranata tipica <strong>dei</strong> quotidiani, <strong>dei</strong> fumetti, <strong>dei</strong> cataloghi<br />

d’arte. Così nei <strong>telefilm</strong>, la ripetizione, che solitamente è un<br />

difetto, diventa un pregio creativo.<br />

In questi tre anni, forse qualcosa è cambiato. Complici Internet e la<br />

facilità di aggregarsi in un baleno, le barriere sono cadute: il pueblo<br />

unido <strong>dei</strong> <strong>telefilm</strong> si mobilita, è curioso, si ribella, fa tendenza. È più<br />

vivo che mai.<br />

Con questa motivazione abbiamo fondato l’Accademia <strong>dei</strong> Telefilm,<br />

associazione che intende promuovere la cultura <strong>dei</strong> <strong>telefilm</strong> in mezzo


XIII Introduzione<br />

secolo di piccolo schermo italiano. Una sorta di spin-off pulsante del<br />

<strong>Dizionario</strong>, un club virtuale dove gli amanti <strong>dei</strong> serial possono aggiornarsi<br />

costantemente con notizie, esclusive, dietro le quinte, approfondimenti,<br />

speciali, inziative e risposte sulle serie tv che rendono il piccolo<br />

schermo un po’ più grande.<br />

Con questo intento è nato il «Telefilm Festival», la prima Mostra<br />

Internazionale interamente dedicata alle serie tv: un punto d’incontro<br />

che vuole essere l’occasione per celebrare questa fiction spesso sottovalutata,<br />

nobilitarla dal piccolo al grande schermo e renderla ancora<br />

più «pop» (nel senso di «popular»), «teletrasportarla» tra la gente<br />

suscitando discussioni, opinioni, ricordi. Un viaggio tra i <strong>telefilm</strong> del<br />

passato, del presente e del futuro: quelli che ci hanno emozionato e<br />

quelli che vedremo prossimamente, molti <strong>dei</strong> quali destinati a diventare<br />

«supercult».<br />

Il nuovo <strong>Dizionario</strong> <strong>dei</strong> Telefilm, che cade non a caso nel cinquantennale<br />

della televisione italiana, si può dire che in realtà sia un «altro»<br />

<strong>Dizionario</strong>. È carico di quella passione crescente che abbiamo raccolto<br />

in questi tre anni, è ricco di novità e aggiornamenti, vanta un numero<br />

sempre maggiore di link tra i titoli, ma è anche frutto delle segnalazioni<br />

di chi è cresciuto assimilando certi aspetti al limite del... feticismo.<br />

Guai a dimenticare, per esempio, il pesciolino rosso che fungeva da<br />

confidente muto del piccolo Arnold. Nel suo acquario si è tuffata più<br />

di una generazione: solo a ripensarci, ci sembra di nuotare in un mare<br />

di ricordi. Questa nuova edizione è dedicata soprattutto a loro: a tutti<br />

quelli nati sotto il segno di Abramo.<br />

Leopoldo Damerini<br />

Fabrizio Margaria<br />

accademia<strong>telefilm</strong>@garzantilibri.it<br />

Accademia <strong>dei</strong> Telefilm:<br />

http://accademia<strong>dei</strong><strong>telefilm</strong>.garzantilibri.it - accademia<strong>telefilm</strong>@garzantilibri.it<br />

Telefilm Festival:<br />

http://www.<strong>telefilm</strong>festival.it


NOTE DI LETTURA<br />

Il <strong>Dizionario</strong> <strong>dei</strong> <strong>telefilm</strong> prende in considerazione tutte le serie televisive in onda in Italia<br />

dal 3 gennaio 1954 – la data di nascita della televisione italiana – al 3 gennaio 2004.<br />

Metodi di ricerca<br />

Lo dobbiamo ammettere: non è stato affatto facile. Certi titoli erano un enigma anche per<br />

chi, come noi, con i <strong>telefilm</strong> ci lavora quotidianamente: il primo passo è stato chiedersi se la<br />

serie in questione era italiana o straniera (paradossalmente è più facile trovare informazioni<br />

sui serial d’oltre confine, vista l’abbondanza di enciclopedie e siti ad hoc all’estero); la risposta<br />

è arrivata quasi sempre dagli “emessi”, quell’elenco di programmi che racconta, anno<br />

per anno, titolo per titolo, cosa ha trasmesso la rete televisiva nel corso della sua storia;<br />

ma non sempre è stato così semplice, visto che questi “diari” risalgono fino a un certo periodo<br />

e solo ultimamente sono stati inseriti nei computer. E così partiva l’indagine: dal nome<br />

di un attore, dal paese di produzione, dal titolo originale (quando li si riusciva a recuperare).<br />

In molti casi abbiamo passato anche più di un mese alla ricerca su più fronti di un titolo<br />

che poi si scopriva essere il corrispettivo di una stessa serie che una rete regionale aveva<br />

intitolato diversamente (certe iniziative sarebbero da proibire, lo diciamo per la salute <strong>dei</strong><br />

detective!). Se per i <strong>telefilm</strong> stranieri, una volta acquisito il titolo originale, il gioco era praticamente<br />

fatto, non è stato così semplice per le serie italiane: non esistendo un archivio ufficiale<br />

– ben vengano le neonate Teche Rai, anche se muovono i primi passi – abbiamo attinto<br />

dalla “Garzantina” di Aldo Grasso e dalla sua ultima Storia della televisione italiana<br />

(Garzanti 2000); da pubblicazioni che coprivano perlopiù segmenti parziali; più di una volta<br />

abbiamo disturbato direttamente le produzioni per chiedere una scheda tecnica o quello<br />

che ci mancava; l’archivio di «Tv Sorrisi e Canzoni» ci ha tolto gli ultimi, irrisolvibili dubbi.<br />

Questo in sintesi: anche se tre anni di ricerche e stesura non si possono riassumere in poche<br />

righe; speriamo solo che la passione, la professionalità e la volontà che abbiamo spese<br />

siano la garanzia di una lettura esaustiva lungo cinquant’anni della nostra televisione, della<br />

nostra storia, del nostro costume e, diciamolo sottovoce, della nostra cultura.<br />

Le schede<br />

Ogni scheda si apre con il titolo italiano con il quale il <strong>telefilm</strong> è uscito sui nostri teleschermi.<br />

In più di una circostanza è capitato che una stessa serie sia stata intitolata diversamente<br />

(ad esempio Il mio amico Arnold ha dapprima esordito come Harlem contro<br />

Manhattan): in questi casi abbiamo inserito entrambi i titoli, rimandando a quello temporalmente<br />

antecedente. Se trovate un titolo in lingua originale non si tratta di una svista: capita<br />

spesso che, soprattutto con i serial mandati in onda a tarda notte, non ci si preoccupi<br />

neanche di cambiare denominazione; altre volte, sta effettivamente meglio l’originale di<br />

un’improbabile edizione italiana (sulla traduzione e sugli stravolgimenti di certi titoli ci sarebbe<br />

da aprire un dibattito alla stessa stregua di quelli cinematografici). Dopo il titolo in<br />

italiano segue quello originale, se guito a sua volta dal cast d’interpreti e dai dati tecnici sulla<br />

produzione: Paese o Paesi di produzione, l’anno di prima distribuzione, il genere, il tipo


Note di lettura XVI<br />

di fotografia (in bianco e nero, a colori o, se esiste, in versione colorizzata), e la durata (es.<br />

15 [puntate] /60’ [minuti]). La scheda vera e propria si avvale di alcune righe di plot (il<br />

classico riassunto), per poi prendere in considerazione i personaggi principali (e i rispettivi<br />

interpreti), le curiosità, i dietro le quinte, le guest-stars (gli ospiti illustri che hanno fatto<br />

capolino sul set), i produttori esecutivi, gli ideatori, i premi, la musica, gli eventuali cambi<br />

di cast. Insomma, tutto quello che c’è da sapere sul <strong>telefilm</strong> in questione, sia dal punto<br />

di vista tecnico che da quello più curioso o inedito. Attenzione: la scelta di indicare l’anno<br />

di prima distribuzione e non quello dell’esordio in Italia è dovuta al fatto che, al di là dell’amara<br />

constatazione di un’impossibile ricerca in tal senso per la mancanza di un archivio<br />

comprensivo, crediamo di interpretare la volontà “purista” di chi vuol sapere il periodo<br />

storico della produzione originale. Così è del resto in tutti i Dizionari del cinema. Comunque<br />

sia, nei casi evidenti di distonia temporale tra l’anno d’esordio nel Paese d’origine e<br />

l’Italia, abbiamo sottolineato l’eventuale gap eccessivo all’interno della scheda stessa (clamoroso,<br />

ad esempio, il caso di M.A.S.H.: uscito in America nel 1972, con i fantasmi di<br />

Vietnam e Corea che bussavano dal teleschermo a colpi di satira, arrivò da noi solo sette<br />

anni dopo, in una diversa cornice temporale e in un clima già più disteso).<br />

I giudizi<br />

Pur avendo abolito la storica classificazione con le “stellette”, abbiamo voluto “giocare” a<br />

fare i critici con un poker di commenti ad hoc. “Cult” accompagna un <strong>telefilm</strong> la cui popolarità,<br />

nutrita o di nicchia che sia, è stata supportata da un alto valore qualitativo, da un<br />

linguaggio innovativo, da interpreti fuori dal comune, da adulazioni ben riposte; “Supercult”<br />

illumina quei titoli in cui gli indici precedenti raggiungono i massimi livelli, travalicando<br />

il piccolo schermo per assurgere al ruolo di fenomeno di costume: si tratta di <strong>telefilm</strong><br />

da incorniciare, da venerare, da studiare, da vedere e rivedere, da mandare nello spazio<br />

in vista di eventuali incontri del “terzo tipo”; “Cotto” denota un prodotto al di sotto delle<br />

aspettative, senza verve, sopravvalutato, ripetitivo, quello che una serie non dovrebbe<br />

mai essere; “Stracotto” allerta sul peggio del peggio: una “ciofeca” bella e buona, una<br />

mezz’ora o un’ora buttate via, da evitare a gambe levate. Dove non troverete alcuno <strong>dei</strong><br />

giudizi sopra espressi vuol dire che si tratta di “coloro che stan sospesi”: niente di eccezionale<br />

per meritarsi il “Cult” o il “Supercult”, niente di così deleterio per precipitare, più<br />

o meno bruciacchiati, nel “Cotto” e “Stracotto”.<br />

Distinzioni e precisazioni<br />

Il <strong>Dizionario</strong> prende in esame quelli che comunemente si chiamano <strong>telefilm</strong>: ovvero tutte<br />

le serie televisive – italiane e straniere – con puntate di mezz’ora o un’ora (salvo qualche<br />

rara deroga), siano esse autoconclusive o consequenziali nel racconto, di qualsiasi genere<br />

e latitudine. Non troverete quindi le mini-serie (ideate per chiudersi dopo poche puntate),<br />

le soap opera e le telenovelas (in cui l’azione si presenta statica e procede in parallelo tra<br />

i protagonisti), gli sceneggiati (traduzioni romanzesche di opere letterarie famose) o i cartoni<br />

animati, anche se qualche eccezione è stata inserita ben volentieri laddove il confine<br />

tra serial e altri generi di fiction appaia labile (Il giornalino di Gianburrasca, ad esempio,<br />

pur essendo considerato uno sceneggiato, contiene in sé i crismi del <strong>telefilm</strong>; The<br />

Kingdom – Il regno di Lars von Trier è stato lanciato come un film ma in realtà nasce<br />

come serie televisiva; Thunderbirds, pur non avendo attori in carne e ossa, introduce una<br />

tecnica innovativa come la “animatronics”, ovvero l’uso di pupazzi animati altamente<br />

evoluti che agiscono come esseri viventi…). Un’altra precisazione riguarda l’elenco stilato:<br />

sono stati presi in considerazione i titoli “in chiaro” (visibili a tutti), escludendo quel­


XVII Note di lettura<br />

li “criptati” o in onda sulle pay-tv (fruibili solo attraverso abbonamento). Infine, nella redazione<br />

dell’opera, al solo scopo di evitare ripetizioni grammaticali, abbiamo sorvolato sulla<br />

distinzione “purista” tra serie (quando le puntate sono autoconclusive, in cui i protagonisti,<br />

seppure si muovano in un’ambientazione standard, affrontano nuove vicende in ogni episodio<br />

– come, ad esempio, in Star Trek o Happy days) e serial (in cui la storia si “spalma”<br />

lungo tutte le puntate, dove gli intrecci sono consequenziali e se perdi un episodio devi<br />

ricostruire gli sviluppi – come accade, per esempio ne I segreti di Twin Peaks o in Dallas).


IL DIZIONARIO DEI TELEFILM


A caccia dell’invisibile (Microbes<br />

and Men) Con: interpreti vari. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1974, medico,<br />

colore (6/60’).<br />

È la storia in sei puntate di alcune delle<br />

scoperte mediche più importanti di tutti<br />

i tempi, come ad esempio la cura della<br />

tubercolosi. Tra gli interpreti, Arthur<br />

Lowe veste i panni di Louis Pasteur.<br />

La serie, che racconta in parallelo i sacrifici<br />

personali e la determinazione<br />

<strong>dei</strong> ricercatori presi in esame, è prodotta<br />

da Peter Goodchild.<br />

Acapulco H.E.A.T. (Id.) Con: Fabio<br />

Lanzoni, Catherine Oxenberg, John<br />

Vernon, Alison Armitage, Brendan<br />

Kelly, Michael Worth, Spencer Rochfort,<br />

Holly Floria, Graham Heywood,<br />

Christa Sauls, Lydie Denier. Produzione:<br />

Usa, 1993, avventura, colore<br />

(48/60’).<br />

STRACOTTO<br />

Come in Missione Impossibile (1966),<br />

un’organizzazione segreta ha il compito<br />

di sconfiggere il terrorismo, i crimini<br />

delle multinazionali, i loschi traffici<br />

delle grandi potenze: il suo dovere<br />

è di agire nell’ombra, senza scandali o<br />

rumore. Ha un vantaggio: nessuna interferenza<br />

burocratica. Ha un punto<br />

debole: nessun riconoscimento ufficiale<br />

in caso di insuccesso. La sua<br />

“formazione”, ufficialmente impegnata<br />

in un’agenzia fotografica di modelle<br />

spesso in bikini, è quanto di meglio i<br />

servizi segreti internazionali possano<br />

offrire: Ashley Hunter (la bella Cathe­<br />

rine Oxenberg, l’Amanda di Dynasty),<br />

tutta classe e determinazione; Mike<br />

Savage (Brendan Kelly), la figura paterna<br />

del gruppo nonché ex agente della<br />

CIA; Claudio (l’italianissimo Fabio<br />

Lanzoni, eletto l’uomo più sexy del<br />

mondo), il proprietario miliardario<br />

dell’hotel che funge da base delle operazioni;<br />

il misterioso Mr. Smith (John<br />

Vernon); l’esperto di arti marziali<br />

Tommy Chase (Michael Worth); l’attraente<br />

Brett (Spencer Rochfort), il<br />

quale agisce nell’ombra; la maga <strong>dei</strong><br />

computer Krissie Valentine (Holly<br />

Floria); Arthur Small (Graham<br />

Heywood), addetto alle operazioni logistiche.<br />

Non manca la figura sexy di<br />

Catherine Pascal detta “Cat” (Alison<br />

Armitage, modella dalle forme esplosive<br />

di “Playboy”), dalla grazia felina<br />

e in grado di scalare qualsiasi edificio.<br />

Il <strong>telefilm</strong>, girato interamente a Puerto<br />

Vallarta (Messico), si avvale della firma<br />

di Alan Hume, direttore della fotografia<br />

di film quali Un pesce di nome<br />

Wanda, Octopussy e Il ritorno dello<br />

Jedi. La sigla dell’organizzazione,<br />

H.E.A.T., sta per Hemisphere Emergency<br />

Action Team. Dal secondo<br />

ciclo “sopravvivono” solo i personaggi<br />

di Cat e Tommy Chase, mentre entrano<br />

in scena la nuova maga dell’informatica<br />

Joanna Barnes (Christa<br />

Sauls) e la sensuale Nicole Bernard<br />

(Lydie Denier). Gli ideatori Max A.<br />

Keller e Micheline H. Keller sono altresì<br />

i produttori esecutivi del serial insieme<br />

a Jacques Konckier. Jim Ervin,


A cavallo della fortuna<br />

Michael Lloyd e Tommy Oliver firmano<br />

la colonna sonora; il tema musicale,<br />

“I Feel the Heat”, è cantato da Pepper<br />

Mashay. La copertura dell’agenzia fotografica<br />

era già stata utilizzata nella<br />

serie Cover Up (1984).<br />

A cavallo della fortuna (Alles<br />

Glück dieser Erde) Con: Rüdiger Kirschstein,<br />

Michael Roll, Rolf Hoppe,<br />

Beatrice Kessler, Pierre René Muller,<br />

Andrea Ritzerfeld, Brigitte Mira, Elsa<br />

Martinelli, Gianni Garko, Hanns Zischler.<br />

Produzione: Germania, 1993,<br />

avventura, colore (13/60’).<br />

Due fratelli, Werner (Rüdiger Kirschstein)<br />

e Stefan Eicke (Michael Roll),<br />

sono al centro di una serie che racconta<br />

di fantini e commercianti di cavalli<br />

spesso coinvolti in circostanze da giallo.<br />

Tutto ha inizio quando il purosangue<br />

Divina viene rubato dalle scuderie<br />

degli Eicke per coprire uno scandalo<br />

sul doping nelle corse ippiche. Il veterinario<br />

della scuderia che aveva inscenato<br />

il furto del cavallo viene ritrovato<br />

morto. Tra gli altri personaggi ricorrenti<br />

del serial: Jakob Eicke (Rolf<br />

Hoppe), il padre di Werner e Stefan; gli<br />

altri familiari Beate (Beatrice Kessler),<br />

Edgar (Pierre René Muller) e<br />

Linda (Andrea Ritzerfeld); Clemma<br />

(Brigitte Mira); Gipsy von Bovens<br />

(Elsa Martinelli); Massimo Pirri<br />

(Gianni Garko); il parroco Delbrück<br />

(Hanns Zischler).<br />

Acchiappamostri, Gli (Eerie, Indiana)<br />

Con: Omri Katz, Mary-Margaret<br />

Humes, Francis Guinan, Julie Condra,<br />

Justin Shenkarow. Produzione:<br />

Usa, 1991, fantastico, colore (19/30’).<br />

Tutto ha inizio quando il quindicenne<br />

Marshall Teller (Omri Katz) si trasferice<br />

con la famiglia dal New Jersey ad<br />

Eerie, nell’Indiana, in una cittadina<br />

2<br />

dove accadono strani fenomeni paranormali<br />

come oggetti che spariscono e<br />

cani che parlano. Nella località, descritta<br />

nella sigla come “l’epicentro<br />

soprannaturale di tutto il pianeta”, può<br />

anche capitare di incontrare Elvis Presley.<br />

Attorno al ragazzo ruotano le figure<br />

della mamma Marilyn (Mary-<br />

Margaret Humes) e del papà inventore<br />

Edgar (Francis Guinan); della sorella<br />

maggiore Syndi (Julie Condra) e del<br />

compagno d’avventure Simon Holmes<br />

(Justin Shenkarow), di nove anni.<br />

Quest’ultimo e Marshall sono gli unici<br />

a notare le stranezze locali, spesso finendo<br />

a discuterne nell’attico <strong>dei</strong> Teller.<br />

La serie, creata e prodotta da Karl<br />

Schaefer e José Rivera, si è rivelata la<br />

meno vista del network NBC nella stagione<br />

1991-1992. Joe Dante assume il<br />

doppio ruolo di regista saltuario e consulente<br />

creativo. La colonna sonora è<br />

composta da J. Peter Robinson e Michael<br />

Hoenig. Definita in patria come<br />

una sorta di “Ai confini della realtà per<br />

ragazzi”, la serie ha conosciuto un sequel<br />

nel 1998 (Eerie, Indiana: The<br />

Other Dimension), con un cast nuovo<br />

di pacca.<br />

A cuore aperto (St. Elsewhere) Con:<br />

Ed Flanders, Ed Begley jr., William<br />

Daniels, David Morse, Howie Mandel,<br />

Ellen Bry, Denzel Washington,<br />

Mark Harmon, Chad Allen, Kim<br />

Miyori, Norman Lloyd, Christina<br />

Pickles, Ronny Cox, David Birney,<br />

Cynthia Sikes, Barbara Whinnery, Terence<br />

Knox. Produzione: Usa, 1982,<br />

medico, colore (137/60’).<br />

SUPERCULT<br />

Prima di E.R. e di Chicago Hospital,<br />

ecco la serie che a metà degli anni ’80<br />

mette in scena le angosce, i drammi e<br />

le vicende che si consumano giorno<br />

dopo giorno nell’ospedale St. Eligius


3 A cuore aperto<br />

di Boston. Qui ci lavorano, fasciati da<br />

una patina di sorprendente realismo, i<br />

primi dottori della tv a non compiere<br />

miracoli: è così può capitare di assistere,<br />

nella stessa puntata, a un malato<br />

di mente che vaga in corsia, a un drogato<br />

in astinenza che tenta di rapinare<br />

la farmacia, a una famiglia benestante<br />

che chiede di trasferire il figlio in un<br />

ospedale più attrezzato. Il serial, realizzato<br />

dallo stesso team che ha firmato<br />

Hill Street, giorno e notte e creato<br />

da Joshua Brand e John Falsey, vede<br />

tra i protagonisti: il dottor Donald<br />

Westphall (Ed Flanders), lo stimato<br />

direttore dell’ospedale, vedovo con<br />

due figli di cui uno autistico; il dottor<br />

Mark Craig (William Daniels), l’insensibile<br />

capo del reparto chirurgico;<br />

il dottor Victor Ehrlich (Ed Begley<br />

jr.), che pende dalle labbra di Craig; il<br />

problematico dottor Jack Morrison<br />

(David Morse); il dottor Wayne Fiscus<br />

(Howie Mandel), specializzato<br />

nel pronto soccorso, che intrattiene<br />

una relazione con la patologa Cathy<br />

Martin (Barbara Whinnery), la quale<br />

si eccita a fare sesso nell’obitorio.<br />

Non mancano figure di un certo spessore<br />

come Tommy, il figlio autistico<br />

del dottor Westphall interpretato da<br />

Chad Allen; la dottoressa Wendy<br />

Armstrong (Kim Miyori), che muore<br />

suicida lasciando un biglietto che recita<br />

“perché la vita deve sempre cominciare<br />

domani?”; l’amministratore<br />

dell’ospedale, dottor Daniel Auschlander<br />

(Norman Lloyd), malato di tumore;<br />

l’infermiera Shirley Daniels<br />

(Ellen Bry), che uccide il giovane<br />

dottor Peter White (Terence Knox); il<br />

dottor Bob Calswell (Mark Harmon),<br />

un chirurgo che contrae il virus dell’AIDS;<br />

l’infermiera Helen Rosenthal<br />

(Christina Pickles), la quale scopre di<br />

avere il cancro al seno. Denzel Wa­<br />

shington interpreta il dottor Philip<br />

Chandler, spesso combattuto sulle<br />

proprie capacità. Tra i giovani medici<br />

si fa notare il dottor Ben Samuels<br />

(David Birney), il quale colleziona<br />

infermiere nel suo letto. La dottoressa<br />

Annie Cavanero (Cynthia Sikes)<br />

sembra la più attenta alle sofferenze<br />

<strong>dei</strong> pazienti. La serie, che in Italia è<br />

andata in onda anche con il sottotitolo<br />

di S. Eligio notte e giorno, si segnala<br />

per alcune trovate di meta-linguaggio<br />

diluite in sei stagioni ricche di sorprese:<br />

numerose citazioni tratte da film e<br />

<strong>telefilm</strong>, video rock per illustrare sequenze<br />

oniriche, il dottor Fiscus che<br />

finisce in paradiso, flashback di cinquant’anni,<br />

il nome di un produttore<br />

della NBC che compare nel cartellino<br />

d’identificazione di un cadavere. Nelle<br />

ultime stagioni, l’ospedale viene rilevato<br />

in nome del “yes-profit” dall’Ecumena<br />

Hospitals Corporation: a<br />

capo della struttura subentra il pragmatico<br />

dottor John Gideon (Ronny<br />

Cox). Tra le guest-stars che si susseguono<br />

in corsia: Tim Robbins, Alan<br />

Arkin, Piper Laurie, Eric Stoltz, Lisa<br />

Bonet, Kathy Bates, Ray Charles, Ally<br />

Sheedy, Ray Liotta, Linda Thorson,<br />

Kate Mulgrew, Jason Bateman,<br />

Charlotte Rae, Concetta Tomei, Richard<br />

Kline, Penelope Ann Miller.<br />

Channing Gibson, Bruce Paltrow,<br />

Abby Singer e Mark Tinker firmano<br />

da produttori. Le musiche elettroniche<br />

del serial che ha vinto 13 Emmy<br />

Awards, un Humanitas Prize, un Peabody<br />

Award, un Television Critics<br />

Association Award e 3 Viewers for<br />

Quality Television Awards, sono<br />

composte da Dave Grusin e J.A.C.<br />

Redford. La puntata conclusiva del<br />

<strong>telefilm</strong>, dal titolo originale The Last<br />

One (trasmessa in America il 25 maggio<br />

’88), fece scalpore ed è di per sé


Adam 12<br />

stupefacente: un bambino gioca con il<br />

modellino miniaturizzato dell’ospedale,<br />

racchiuso dentro una palla di vetro<br />

con la neve. Un uomo con il volto<br />

di Donald Westphall gli si avvicina e<br />

glielo toglie dalle mani dicendo che è<br />

tardi ed è ora di andare a letto: tutto il<br />

serial non è stato altro che un lungo<br />

sogno...<br />

Adam 12 (Id.) Con: Martin Milner,<br />

Kent McCord, William Boyett, Gary<br />

Crosby, Fred Stromsoe. Produzione:<br />

Usa, 1968, poliziesco, colore (174/30’).<br />

Nel caldo ’68, due poliziotti americani<br />

pattugliano le strade di Los Angeles<br />

a bordo della macchina di ordinanza<br />

che reca sul tetto il nome che dà il titolo<br />

alla serie. Al di là del successo, il <strong>telefilm</strong><br />

creato da Jack Webb si contraddistingue<br />

per due motivi: il realismo<br />

minuzioso (ad esempio, nelle radiotrasmittenti<br />

a bordo delle pattuglie)<br />

che Webb ha mutuato dal set di Dragnet;<br />

la molteplicità di casi nella stessa<br />

puntata, che l’attore-produttore riprenderà<br />

in Squadra Emergenza. I<br />

protagonisti sono il veterano Pete<br />

Malloy (Martin Milner) e la recluta<br />

Jim Reed (Kent McCord); attorno a<br />

loro ruotano il sergente Mac Donald<br />

(William Boyett), il loro superiore; gli<br />

agenti Wells (Gary Crosby) e Woods<br />

(Fred Stromsoe). Oltre che da Jack<br />

Webb, la serie è creata da Robert A.<br />

Cinader. Nel 1989 è stato girato il sequel<br />

(New Adam 12) con un cast totalmente<br />

rinnovato. Stephen J. Cannell<br />

compare tra i registi insieme allo stesso<br />

Webb, quest’ultimo altresì produttore<br />

esecutivo insieme a Herman S.<br />

Saunders. La musica originale è stata<br />

composta da Frank Comstock. Tra le<br />

guest-stars si fanno notare Jodie Foster,<br />

Mark Harmon, Dick Van Patten,<br />

Sharon Gless e Dick Sargent.<br />

4<br />

Adam Strange (Strange Report)<br />

Con: Anthony Quayle, Kaz Garas, Anneke<br />

Wills. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1968, thriller, colore (13/60’).<br />

CULT<br />

Serie inglese sulle indagini british di<br />

tre astuti criminologi: il vedovo Adam<br />

Strange (Anthony Quayle), poliziotto<br />

di Scotland Yard in pensione, viene affiancato<br />

dai giovani Ham Gynt (Kaz<br />

Garas) ed Evelyn McClain (Anneke<br />

Wills) per indagare su casi “ai confini<br />

della realtà” nella Swinging London<br />

degli anni ’60. Gynt è un ricercatore<br />

americano, mentre la modella Mc-<br />

Clain è la vicina di casa di Strange;<br />

quest’ultimo è residente nella zona di<br />

Paddington, dove può contare su un laboratorio<br />

attrezzatissimo e su un tipico<br />

taxi londinese fuori licenza che lo conduce<br />

sui luoghi <strong>dei</strong> delitti. Ogni caso<br />

viene catalogato con un numero: il<br />

3906, ad esempio, è quello dell’omicidio<br />

di una top-model, mentre il 4407<br />

contraddistingue il mistero di un trapianto<br />

di cuore con il donatore ancora<br />

vivo. L’ideatore e produttore esecutivo<br />

è Norman Felton. Il serial è firmato<br />

dalla ITC (Incorporated Television<br />

Company), la stessa casa di produzione<br />

di serial-cult anni ’60 come Simon<br />

Templar e Il prigioniero; Robert Buzz<br />

Berger è il produttore. La colonna sonora<br />

è composta da Roger Webb.<br />

Adderly (Id.) Con: Winston Rekert,<br />

Jonathan Welsh, Dixie Seatle, Ken Pogue.<br />

Produzione: Canada, 1986, avventura,<br />

colore (44/60’).<br />

Elliott Baker è il creatore di una serie<br />

canadese girata appositamente per la<br />

tarda serata della CBS. Ne è protagonista<br />

V.H. Adderly (Winston Rekert),<br />

una spia dell’I.S.I. (International Security<br />

Intelligence) che viene assegnata<br />

all’ufficio Affari Vari dopo una feri­


5 Adventure Inc.<br />

ta alla mano sinistra: il caso vuole che<br />

le missioni più importanti e rischiose<br />

passino proprio per la sua scrivania.<br />

Tra i colleghi di Adderly: il superiore<br />

scrupoloso Melville Greenspan (Jonathan<br />

Welsh), l’efficiente segretaria<br />

Mona Ellerbee (Dixie Seatle) e il maggiore<br />

Clack (Ken Pogue). Il serial, che<br />

punta sull’accoppiata spionaggio ed<br />

umorismo, è stato girato a Toronto e<br />

nell’Ontario. La figura di Adderly si<br />

basa su un personaggio ideato dallo<br />

stesso Baker in un romanzo del 1971<br />

(“Pocock and Pitt”): egli si vergogna<br />

ad ammettere che le iniziali del nome<br />

stanno per Virgil Homer (i suoi genitori<br />

erano ammiratori del poeta). Il tema<br />

musicale è composto da Micky Erbe e<br />

Maribeth Solomon.<br />

Adorabili creature (Ladies’ Man)<br />

Con: Lawrence Pressman, Louise Sorel,<br />

Betty Kennedy, Allison Argo, Simone<br />

Griffeth, Karen Morrow, Natasha<br />

Ryan, Herb Edelman. Produzione:<br />

Usa, 1980, sit-com, colore (15/30’).<br />

Scrivere di donne per le donne in una<br />

redazione tutta femminile: è questo il<br />

destino da sit-com di Alan Thackeray<br />

(Lawrence Pressman), un divorziato<br />

che trova lavoro presso il magazine<br />

“Women’s life”, dove è l’unica presenza<br />

maschile. Louise Sorel interpreta<br />

Elaine Holstein, il direttore; Betty<br />

Kennedy e Allison Argo sono rispettivamente<br />

la romantica Andrea e la femminista<br />

Susan, firme del giornale; Simone<br />

Griffeth veste i panni della ricercatrice<br />

Gretchen; Karen Morrow è<br />

Betty Brill, la vicina di casa di Alan a<br />

Manhattan; Natasha Ryan ricopre il<br />

ruolo di Amy, la figlia di otto anni del<br />

protagonista; Herb Edelman è Reggie,<br />

contabile del magazine nonché l’altra<br />

presenza maschile del giornale. Dopo<br />

essersi occupato dell’eccitazione fem­<br />

minile e di donne che posano nude sui<br />

giornali, in una puntata Alan deve intervistare<br />

nientemeno che Margaret<br />

Tatcher. Herbert B. Leonard, Lee Miller<br />

e Michael Loman sono i produttori<br />

del serial.<br />

Adventure Inc. (Id.) Con: Michael<br />

Biehn, Karen Cliche, Jesse Nilsson.<br />

Produzione: Canada, 2002, avventura,<br />

colore (22/60’).<br />

Tipica serie creata per esaltare le acrobazie<br />

degli stunt-men, si basa vagamente<br />

sull’esperienza del ricercatore<br />

Barry Clifford e rispolvera i temi fanta-archeologici<br />

di Relic hunter (1999),<br />

di cui vanta lo stesso team produttivo.<br />

“Quando l’avventura chiama – si promette<br />

nel lancio – nessun posto è troppo<br />

lontano, nessun rischio è troppo alto,<br />

nessuna meta è troppo difficile”.<br />

“L’avventura è il nostro mestiere”, si<br />

ascolta nella dichiarazione di intenti<br />

che apre ogni episodio. La Ultimate<br />

Adventure Company, con base nelle<br />

Florida Keys, raggruppa un manipolo<br />

di spericolati, fra cui alcuni fuorilegge,<br />

tutti con doti acrobatiche fuori dell’ordinario.<br />

L’archeologo Judson Cross<br />

(Micheal Biehn), popolare conduttore<br />

di speciali su Discovery Channel, è colui<br />

che ha messo insieme la squadra<br />

composta altresì dalla sexy popputa<br />

Mackenzie Previn (Karen Cliche) e<br />

dal belloccio Gabriel Patterson (Jesse<br />

Nilsson), il quale ha lasciato gli studi<br />

per girare il mondo. Il trio di scalmanati<br />

ha base sull’imbarcazione di salvataggio<br />

di Cross, la Vast Explorer.<br />

Come in Relic hunter, molte missioni<br />

hanno risvolti soprannaturali (come la<br />

reliquia <strong>dei</strong> Romanoff che dona poteri<br />

telecinetici o lo scettro magico rinvenuto<br />

in un tunnel nel deserto). L’ideatore<br />

Gale Anne Hurd è anche produttore<br />

esecutivo, in quest’ultima veste


Aeroporto internazionale<br />

con Jay Firestone, Adam Haight e<br />

Stephen E. de Souza. Nonostante il <strong>telefilm</strong><br />

sia di produzione canadese, da<br />

Toronto e dintorni le riprese si sono<br />

spostate anche in Inghilterra (a Bristol)<br />

e in Francia (nei pressi di Marsiglia).<br />

Daniel Leblanc, Domenic Troiano,<br />

Mark Hukezaile e Marty Simon formano<br />

il poker di compositori della<br />

tambureggiante colonna sonora.<br />

Aeroporto internazionale Con:<br />

Adolfo Celi, Lina Volonghi, Orazio<br />

Orlando, Dalila Di Lazzaro, Margherita<br />

Guzzinati, Gianni Garko. Produzione:<br />

Italia, 1985, drammatico, colore<br />

(26/60’).<br />

Un aeroporto fa da sfondo a un susseguirsi<br />

di drammi e gioie che si consumano<br />

tra bagagli smarriti, sale d’attesa,<br />

bambini ritrovati e amori che prendono<br />

il volo. Gli episodi sono tutti girati<br />

in uno studio in cui entrano in scena<br />

sei protagonisti fissi: un direttore di<br />

scalo dal cuore d’oro (Adolfo Celi),<br />

sua sorella (Lina Volonghi), un commissario<br />

di polizia (Orazio Orlando),<br />

una hostess di terra con un’intricata vita<br />

sentimentale (Dalila Di Lazzaro),<br />

l’efficiente medico di turno (Margherita<br />

Guzzinati), un severo capitano di<br />

finanza (Gianni Garko). Nonostante<br />

l’“internazionale” del titolo, l’aeroporto<br />

rivela una connotazione tipicamente<br />

italiana, se non altro per il costante<br />

ritardo <strong>dei</strong> velivoli. Tra chi parte<br />

e chi resta si notano volti più o meno<br />

famosi, come quelli di Anita Ekberg e<br />

Donatella Rettore.<br />

Affare di famiglia, Un Vedi Tre nipoti<br />

e un maggiordomo.<br />

Affari di cuore (Affairs of the heart)<br />

Con: Derek Fowlds, Sarah Badel, Hol­<br />

6<br />

ly Aird. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1983, sit-com, colore (7/30’).<br />

Più autobiografica di così, si muore: la<br />

serie è scritta da Paul Daneman, il quale<br />

per ironia della sorte ha avuto un infarto<br />

mentre recitava a teatro un personaggio<br />

malato di cuore (la sit-com è<br />

stata ideata nel momento della sua<br />

convalescenza). Non è un caso che il<br />

protagonista, Peter Bonamy (Derek<br />

Fowlds), abbia un attacco cardiaco<br />

nella puntata-pilota e uscito dall’ospedale<br />

si prometta di cambiar vita: si scarica<br />

del lavoro in eccesso, appende le<br />

chiavi della Porsche al chiodo e si<br />

piazza nel salotto della sua casa a sud<br />

di Londra a bighellonare tra la moglie<br />

Jane (Sarah Badel) e la figlia tredicenne<br />

Rosemary (interpretata da Elisabeth<br />

Anson nella prima puntata, da<br />

Holly Aird nel resto della sit-com).<br />

Brian Armstrong firma da produttore<br />

per la Granada Television.<br />

AfterMASH (Id.) Con: Harry Morgan,<br />

Jamie Farr, William Christopher,<br />

Rosalind Chao, Barbara Townsend,<br />

Anne Pitoniak, Jay O. Sanders, John<br />

Chappell, Brandis Kemp, Wendy<br />

Schaal, David Ackroyd. Produzione:<br />

Usa, 1983, sit-com, colore (30/30’).<br />

Descritto nei credits come “la continuazione<br />

di M.A.S.H.”, il sequel del <strong>telefilm</strong><br />

da campo segue in realtà le vicende<br />

di solo tre personaggi del serial<br />

originario. Ritornati in America dopo<br />

la guerra in Corea, i tre protagonisti si<br />

ritrovano al General John J. Pershing<br />

Veterans Memorial Hospital (noto<br />

semplicemente come General General)<br />

presso River Bend, nel Missouri.<br />

Rivestono i panni di M.A.S.H.: il colonnello<br />

Sherman Potter (Harry Morgan),<br />

divenuto capo dello staff ospedaliero;<br />

Max Klinger (Jamie Farr), che<br />

ha lasciato l’esercito ma è diventato


7 Agency, The<br />

l’assistente amministrativo di Potter;<br />

Padre Francis Mulcahy (William Cristopher)<br />

è il nuovo cappellano dell’ospedale.<br />

Tra gli interpreti di contorno:<br />

Rosalind Chao, che era comparsa negli<br />

ultimi episodi di M.A.S.H., è ancora<br />

Soon-Lee Klinger, la moglie coreana<br />

di Max che fa del proprio meglio per<br />

adattarsi all’American way of life e<br />

che, nel primo episodio del secondo ciclo,<br />

partorisce un bambino; Barbara<br />

Townsend e Anne Pitoniak si susseguono<br />

nelle vesti di Mildred Potter, la<br />

dolce metà di Sherman di cui si sentiva<br />

spesso parlare in M.A.S.H. e che nessuno<br />

aveva mai visto se non in fotografia;<br />

Jay O. Sanders indossa il camice<br />

del giovane e ingenuo chirurgo Gene<br />

Pfeiffer; John Chappell è il burocratico<br />

Mike D’Angelo, l’amministratore del<br />

General General; Brandis Kemp interpreta<br />

l’assistente di quest’ultimo, la<br />

zelante Alma Cox; Wendy Schaal è<br />

Bonnie Hornback, la segretaria di<br />

Cox; David Ackroyd è il dottor Boyer.<br />

In America la serie ha registrato un ottimo<br />

esordio, salvo poi deludere le<br />

aspettative nella seconda stagione e<br />

venir cancellata dalla CBS nel dicembre<br />

del 1984. L’ideatore Larry Grelbart e il<br />

produttore esecutivo Burt Metcalfe<br />

erano già dietro la “trincea” del <strong>telefilm</strong><br />

originario. Patrick Williams compone<br />

le musiche originali di questo<br />

sfortunato spin-off.<br />

Agency, The (Id.) Con: Ronny Cox,<br />

Rocky Carroll, Gil Bellows, Gloria<br />

Reuben, Paige Turco, Richard Speight<br />

jr., David Clennon, Will Patton, Daniel<br />

Benzali, Beau Bridges, Jason O’Mara.<br />

Produzione: Usa, 2001, spionaggio/thriller,<br />

colore (44/60’).<br />

In onda in America per la prima volta il<br />

27 settembre 2001, appena due settimane<br />

dopo l’attentato alle Torri Ge­<br />

melle, è tra le serie che più ha risentito<br />

del dramma avvenuto al World Trade<br />

Center (si veda, ad esempio, l’episodio<br />

sulla minaccia dell’antrace). E così,<br />

quello che doveva essere un serial su<br />

come la CIA si fosse adeguata al clima<br />

post Guerra Fredda, è diventato un ritratto<br />

delle paure degli americani di<br />

fronte alle minacce del terrorismo internazionale<br />

in casa propria. Non è un<br />

caso che uno <strong>dei</strong> protagonisti, al termine<br />

del primo ciclo, lasci l’Agenzia per<br />

problemi psicologici dopo aver indagato<br />

sulle falle dell’intelligence in occasione<br />

degli attentati dell’11 settembre.<br />

A capo della Central Intelligence<br />

Agency siede il direttore dai capelli<br />

bianchi Alex Pierce (Ronny Cox), passato<br />

con nonchalance dagli anni della<br />

cortina di ferro ai giorni nostri, dalle<br />

missioni sul campo ai più sofisticati<br />

congegni tecnologici. Carl Reese<br />

(Rocky Carroll) è il sardonico vice di<br />

Pierce che funge sia da mediatore che<br />

da cinico risolutore; l’infiltrato di punta<br />

è senza dubbio l’operativo Matt Callan<br />

(Gil Bellows), appena ripresosi –<br />

sebbene con i suoi personalissimi<br />

scheletri nell’armadio – dalla misteriosa<br />

morte del fratello; Lisa Fabrizzi<br />

(Gloria Reuben), in forze all’antiterrorismo,<br />

è stata assunta dal fratello di<br />

Callan ed è colei che lascerà la CIA dopo<br />

aver acceso i riflettori sulla leggerezza<br />

dell’operato <strong>dei</strong> servizi segreti in<br />

occasione dell’attentato alle Twin<br />

Towers; la nuova assunta Terri Lowell<br />

(Paige Turco) è l’esperta di tecnologie,<br />

in grado di contraffare documenti e<br />

aiutare on line gli agenti in missione; al<br />

suo fianco si colloca il mago <strong>dei</strong> computer<br />

Lex (Richard Speight jr.); a capo<br />

di Terri e Lex c’è Joshua Nankin (David<br />

Clannon), direttore dell’ufficio<br />

Servizi Tecnici; infine, c’è il brillante e<br />

idealista Jackson Haisley (Will Pat­


Agente 86 Max Smart<br />

ton), perennemente in ufficio e sempre<br />

pronto a moraleggiare sulle attività<br />

dell’Agenzia, come se si trattasse di un<br />

ente benefico. Con l’evolversi delle vicende,<br />

Pierce viene licenziato dopo<br />

aver mentito a una commissione governativa<br />

su una missione di aerei-spia<br />

in Perú ; il suo posto viene preso da Robert<br />

Quinn (Daniel Benzali), già a capo<br />

della CIA in passato. Più avanti gli succede<br />

il senatore Tom Gage (Beau Bridges),<br />

anche se Quinn, relegato a fare da trait<br />

d’union tra la CIA e la Sicurezza Nazionale,<br />

tenterà in ogni modo di riconquistarsi<br />

la poltrona. Callan finisce ucciso in<br />

una missione e al suo posto entra in gioco<br />

A.B. Stiles (Jason O’Mara), il quale<br />

comincia subito col piede giusto imbastendo<br />

una relazione tira-e-molla con la<br />

Lowell durante una missione in Afghanistan.<br />

Alla fine viene rivelato che<br />

Nankin è in realtà un infiltrato di Quinn,<br />

mentre la Lowell viene catturata dai<br />

nordcoreani e addobbata con una collana<br />

esplosiva! Tra gli altri casi internazionali<br />

di cui si occupa l’Agenzia: un attentato a<br />

Fidel Castro che la CIA deve tentare di<br />

sventare per non essere accusata di averlo<br />

provocato, i colpi di stato in Indonesia,<br />

la caccia ai carnefici di Al Qaeda.<br />

Del <strong>telefilm</strong> ha scritto Aldo Grasso sul<br />

“Corriere della Sera”: “La CIA non è un<br />

ente di beneficenza, si sa, e la sua filosofia<br />

si può racchiudere in questa scena.<br />

C’è un ufficiale che sta festeggiando con<br />

un collega appena trasferito ad altro incarico,<br />

alza il calice e dice: ‘A un lavoro<br />

ben fatto, nella speranza che un giorno il<br />

nostro lavoro non sia più necessario’.<br />

Certo, sulla nozione di ‘ben fatto’ si potrebbe<br />

aprire un dibattito ma l’idea della<br />

CIA come ‘male necessario’ è proprio la<br />

concezione che informa di sé la serie [...]<br />

Racconta le azioni dell’intelligence<br />

americana nella lotta contro il terrorismo<br />

internazionale con lo scopo, ovviamen­<br />

8<br />

te, di ritinteggiare l’immagine molto offuscata<br />

dell’Agenzia [...] L’America riflette<br />

così: sulle sue paure, sui suoi metodi,<br />

sul male, sulla necessità”. L’ideatore<br />

Michael Frost Beckner è anche produttore<br />

esecutivo, in quest’ultima veste al<br />

fianco di Shaun Cassidy, Gail Katz e<br />

Wolfgang Petersen. Musiche – tambureggianti<br />

ed enfatizzanti – di Jon Ehrlich.<br />

Le riprese sono state effettuate tra Los<br />

Angeles e Washington. A riprova <strong>dei</strong><br />

“buchi neri” dell’intelligence americana,<br />

si noti come nel dodicesimo episodio<br />

del secondo ciclo compaia come gueststar<br />

quella Gabrielle Carteris che in Beverly<br />

Hills, 90210 (1990) vestiva i panni<br />

di Andrea Zuckerman. E nessuno che<br />

l’ha sottoposta al metal-detector...<br />

Agente 86 Max Smart Vedi Get<br />

Smart – Un detective tutto da ridere.<br />

Agente Pepper Vedi Pepper Anderson<br />

agente speciale.<br />

Agente segreto (Man in a Suitcase)<br />

Con: Richard Bradford. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1967, avventura/spionaggio,<br />

colore (30/60’).<br />

CULT<br />

Richard Bradford interpreta John Mc-<br />

Gill detto “Mac”, una spia-avventuriera<br />

americana che, dopo aver perso il<br />

posto per via di accuse infondate sul<br />

suo conto nel corso della “guerra fredda”,<br />

lavora su ricompensa (500 dollari<br />

al giorno, più le spese): tra un caso e<br />

l’altro in giro per l’Europa, il nostro<br />

cerca comunque di sgravarsi dal sospetto<br />

di aver fatto disertare un eminente<br />

scienziato in Unione Sovietica.<br />

Il protagonista ha una particolarità:<br />

non si separa mai dalla sua valigia, che<br />

contiene vestiti e una pistola. Inoltre, il<br />

nome di battesimo di “Mac” non viene<br />

mai citato nel corso del <strong>telefilm</strong>. Gira­


9 Agente speciale<br />

to e prodotto in Inghilterra, il serial<br />

vanta la firma della casa di produzione<br />

ITC, responsabile di molti cult della tv<br />

di Sua Maestà tra gli anni ’60 e ’70 (tra<br />

i tanti, Il Santo, Il prigioniero, UFO...).<br />

John Glen, già dietro la cinepresa di<br />

molti capitoli cinematografici di 007,<br />

dirige un episodio (Somebody Loses,<br />

Somebody...Wins?). Donald Sutherland<br />

compare in un doppio cameo in<br />

due puntate. Albert Elms e Ron Grainer<br />

firmano la colonna sonora e il tema<br />

musicale contraddistinto da ritmi boogie-woogie;<br />

Sidney Cole è il produttore<br />

della serie ideata da Richard Harris e<br />

Dennis Spooner.<br />

Agente speciale (The Avengers)<br />

Con: Patrick Macnee, Diana Rigg,<br />

Linda Thorson, Honor Blackman, Patrick<br />

Newell, Ian Hendry. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1961, thriller/fantastico,<br />

b/n-colore (161/60’).<br />

SUPERCULT<br />

Una delle serie inglesi più popolari<br />

della televisione, la prima a conquistare<br />

il prime-time americano, vede come<br />

protagonista l’agente speciale John<br />

Steed (Patrick Macnee), che in impeccabile<br />

divisa da lord si trova a indagare<br />

su una serie di casi “ai confini della<br />

realtà”: uomini-falco, cibernauti, esperimenti<br />

segreti, umanoidi, robotreplicanti,<br />

scienziati pazzi, semplici<br />

psicopatici. Se nella prima stagione le<br />

storie sono caratterizzate da “banali”<br />

intrighi spionistici, nella seconda<br />

Steed assurge al ruolo di protagonista<br />

con tanto di inseparabili ombrello,<br />

bombetta e coppa di champagne. Dapprima<br />

lo aiuta l’emancipata antropologa<br />

Cathy (Catherine) Gale (Honor<br />

Blackman), esperta judoka con la passione<br />

per i completi di pelle nera. Ad<br />

affiancarlo nel corso delle indagini del<br />

quarto ciclo arriva Emma Peel (Diana<br />

Rigg), destinata a diventare una delle<br />

eroine più sexy degli anni ’60. Anch’essa<br />

fasciata da variopinte tutine<br />

aderenti di pelle che provocherebbero<br />

l’invidia di Jean-Paul Gaultier, la signorina<br />

Peel non è un agente segreto:<br />

è solamente in cerca di avventura, con<br />

tanto di cintura nera di karate che le risulta<br />

utile praticamente in ogni puntata.<br />

Vedova di un pilota disperso, la sua<br />

relazione con Steed è forse quella che<br />

più si avvicina al rapporto che si instaurerà<br />

in seguito tra gli agenti Mulder<br />

e Scully in X-Files: un misto di<br />

complicità e attrazione che continua<br />

fino all’ultima puntata che vede protagonista<br />

la coppia, allorquando Emma<br />

Peel riceve la telefonata che suo marito<br />

è vivo e sparisce dalla serie per raggiungerlo.<br />

Il suo posto viene preso da<br />

Linda Thorson nei panni più sobri di<br />

Tara King, l’agente 69, di gran lunga<br />

meno affascinante della collega. Nell’episodio-cult<br />

dell’addio di Emma<br />

Peel, intitolato Non ti scordar di me,<br />

l’eroina commenta sarcastica il ritrovamento<br />

del marito in Amazzonia con<br />

“solo lui poteva essere così melodrammatico”;<br />

giusto il tempo per<br />

un’ultima raccomandazione a Steed,<br />

compagno e complice di tante avventure:<br />

“Non toglierti mai la tua elegante<br />

bombetta nei momenti di pericolo. E<br />

per favore, stai in guardia contro i cervelli<br />

diabolici. Addio Steed...”. Nel<br />

ringraziarla, Steed la chiama per la<br />

prima volta per nome (“Emma, grazie...”)<br />

e alla finestra scopre che il<br />

consorte è identico a lui: stessi vestiti,<br />

stessa bombetta, stessa automobile<br />

d’epoca. Sulle scale la signora Peel incontra<br />

la sostituta Tara King, alla quale<br />

regala un ultimo consiglio per conquistare<br />

le simpatie di Steed: “Il tè<br />

glielo mescoli in senso antiorario”. La<br />

scena dell’incontro tra le due donne è


Agente speciale<br />

stata girata il 19 gennaio 1968, in<br />

realtà dopo che la produzione aveva<br />

già concluso tre episodi con Linda<br />

Thorson (Non ti scordar di me è stata<br />

comunque la prima puntata del sesto<br />

ciclo). L’incontro tra Peel e King è stato<br />

rivisitato nel video <strong>dei</strong> Pretenders<br />

“Don’t get me wrong” con la cantante<br />

Chrissie Hynde che, in stile Forrest<br />

Gump, prende il posto di Linda Thorson.<br />

Patrick Newell interpreta invece<br />

“mamma”, il misterioso superiore di<br />

Steed: paralizzato alle gambe, egli<br />

adotta come ufficio i posti più impensati,<br />

come il centro di una piscina o il<br />

piano superiore di un bus a due piani.<br />

Macnee, Rigg e Blackman hanno successivamente<br />

intrecciato i destini con<br />

James Bond: il primo è diventato il<br />

suo aiutante in 007 Bersaglio mobile<br />

(1985), la seconda lo ha portato addirittura<br />

all’altare in Agente 007 – Al<br />

servizio segreto di sua Maestà (1969),<br />

l’ultima lo ha incontrato nel corso di<br />

Agente 007, missione Goldfinger<br />

(1964). Gli episodi con Mrs. Peel sono<br />

51 e solo gli ultimi 25 a colori; cinque<br />

di quelli in bianco e nero non vennero<br />

mai trasmessi dal network americano<br />

ABC perché giudicati “troppo audaci<br />

per il pubblico americano”. Forse non<br />

tutti sanno che un episodio del <strong>telefilm</strong><br />

è stato addirittura censurato sia in<br />

Inghilterra che in America, mettendo<br />

a rischio di chiusura l’intera serie; in<br />

particolare, negli Stati Uniti l’opposizione<br />

dell’ABC rischiò di far saltare<br />

tutti i piani della distribuzione a “stelle<br />

e strisce” del serial. La puntata intitolata<br />

Un pizzico di zolfo, infatti, fu<br />

considerata troppo scabrosa e ad alto<br />

contenuto erotico: nello specifico, la<br />

scena incriminata era quella in cui<br />

Emma Peel (Diana Rigg) sfoggiava<br />

un corsetto di pelle nera dal richiamo<br />

sadomaso e veniva ripetutamente fru­<br />

10<br />

stata. In occasione della prima messa<br />

in onda inglese e americana, la sequenza<br />

fu tagliata e solo con la riproposizione<br />

della serie in video si è potuta<br />

vedere per la prima volta la scena<br />

“tabù”. Per i curiosi del caso, il costume<br />

sadomaso era stato disegnato per<br />

l’occasione dalla stessa Rigg! Non<br />

meno clamore suscitò l’episodio A<br />

passo di danza, in cui un feticista <strong>dei</strong><br />

piedi si avventa eccitato sulle estremità<br />

della solita Peel; stessa sorte<br />

scandalistica incontrò la puntata Miele<br />

per il principe, in cui Emma, per<br />

l’occasione in veste di odalisca, compie<br />

una sensuale danza <strong>dei</strong> sette veli<br />

mostrando ben bene l’ombelico. Diana<br />

Rigg fu preferita all’ultimo all’attrice<br />

Elisabeth Shepherd. Dalla quinta<br />

stagione fa la sua comparsa la frasetormentone<br />

con la quale Steed esorta<br />

la signora Peel a iniziare la missione:<br />

“Siamo richiesti!” (o “Ci desiderano”,<br />

in originale “We’re needed”); si tratta,<br />

oltre che di un marchio di fabbrica, di<br />

vere e proprie perle di fantasia (come<br />

quando la protagonista legge l’invito<br />

sulla luce lampeggiante di un semaforo<br />

o nel bel mezzo di un film in bianco<br />

e nero alla tv). Se Johnny Dankworth<br />

è l’autore della colonna sonora <strong>dei</strong> primi<br />

episodi (quelli con Honor Blackman),<br />

Laurie Johnson prende il pentagramma<br />

in mano dall’arrivo di Emma<br />

Peel in poi. Il serial è stato etichettato<br />

in patria con il termine di “English<br />

surrealism”, in seguito attribuito anche<br />

al <strong>telefilm</strong> Il Prigioniero. Tra le<br />

guest-stars che impreziosiscono il serial,<br />

compaiono i volti di: Christopher<br />

Lee, Peter Cushing, Donald Sutherland,<br />

Charlotte Rampling e John Cleese<br />

(Monty Python). La prima stagione,<br />

in cui Steed affianca il dott. David<br />

Keel (Ian Hendry), si ritiene quasi<br />

completamente perduta ( a parte un


11 Agente speciale<br />

episodio): numerose puntate furono<br />

girate dal vivo, senza essere registrate;<br />

solo gli esterni erano fissati in pellicola;<br />

a causa degli alti costi delle bobine,<br />

era prassi riciclare i nastri dopo<br />

l’uso. Capitolo a parte meritano i veicoli<br />

utilizzati dai protagonisti: Steed<br />

predilige la Bentley grigia del 1926<br />

pur non disdegnando, negli episodi a<br />

colori, di una Rolls Royce gialla Silver<br />

Ghost del 1927 e un’altra, della<br />

stessa tonalità, modello Phantom del<br />

1923; Cathy Gale sfreccia su due ruote<br />

in sella alla sua Triumph nera; Emma<br />

Peel guida una Lotus Elan S2 blu,<br />

mentre Tara King alterna a una Cobra<br />

AC 428 marrone una rossa Lotus Europa.<br />

Gran merito del successo del serial<br />

va ricercato nella cura <strong>dei</strong> particolari,<br />

ad esempio nell’abbigliamento:<br />

Cathy Gale si avvalse della consulenza<br />

dello stilista Michael Whittaker,<br />

che puntò – dietro suggerimento di<br />

Macnee – su 4 capi di pelle nera, quasi<br />

a voler sottolineare l’indipendenza e<br />

la forza del personaggio; John Bates<br />

curò per primo l’immagine di Emma<br />

Peel, la quale continuò a vestire di<br />

pelle negli episodi in bianco e nero,<br />

per poi adottare mirabili mise aderenti<br />

di lamè o di jersey per le scene di azione;<br />

successivamente, con l’avvento<br />

del colore, subentrò Alan Hughes, il<br />

quale creò strepitosi abiti avant-garde<br />

soprannominati dallo stesso stilista<br />

“The Emmapeelers”, disegnati in modo<br />

da esaltare l’aspetto felino del personaggio,<br />

con tanto di colli e sbuffi di<br />

pelliccia: gli americani ne rimasero<br />

talmente scandalizzati da chiederne<br />

invano la sospensione; “Emma era<br />

come un gatto” – ricorda lo stilista –<br />

“si muoveva in silenzio sulla scena o<br />

nel corso delle missioni. Sentivi che<br />

era pronta a respingere qualsiasi assalto”;<br />

quando arrivò Tara King, equi­<br />

paggiata più delle altre di make-up e<br />

preziosi, Hughes decise di sottolineare<br />

le curve generose della nuova eroina<br />

con culottes e minigonne; i coordinati<br />

di Steed, dulcis in fundo, portano<br />

la firma dello stilista francese allora<br />

emergente Pierre Cardin. Grazie al<br />

coinvolgimento della Quinn Martin<br />

Production, già dietro le quinte di <strong>telefilm</strong><br />

come Gli invasori (1967), nel<br />

1978 è stato realizzato l’episodio-pilota<br />

di un nuovo serial ispirato ad<br />

Agente Speciale: Escapade, trasmesso<br />

dal network americano CBS il 19<br />

maggio 1978, introduceva due varianti<br />

a “stelle e strisce” di John Steed<br />

ed Emma Peel: Joshua (Granville Van<br />

Dusen) e Suzy (Morgan Fairchild) furono<br />

tuttavia lasciati a casa subito dopo<br />

il debutto. Nell’almanacco <strong>dei</strong> tentativi<br />

di riportare in vita i due agenti<br />

swinging c’è anche il progetto mai<br />

realizzato The Avengers – International,<br />

concepito da Brian Clemens, in<br />

cui Steed sarebbe stato affiancato dal<br />

collega americano Christopher Cambridge<br />

e da Samantha Peel, la nuora di<br />

Emma. Nel 1998 è uscita la versione<br />

cinematografica della serie: in The<br />

Avengers – Agenti speciali, John<br />

Steed (Ralph Fiennes) ed Emma Peel<br />

(Uma Thurman) devono fermare lo<br />

scienziato pazzo di turno interpretato<br />

da Sean Connery, in grado di fare il<br />

bello e il cattivo tempo (si tratta del<br />

remake dell’episodio del quarto ciclo<br />

H 2 0). La serie, ideata originariamente<br />

da Sydney Newman e Leonard White<br />

mischiando l’eleganza di Bond e il<br />

plot del precedente Police Surgeon<br />

(1960), è prodotta da Brian Clemens e<br />

Albert Fennell e ha dato vita allo spinoff<br />

Gli infallibili tre (1976), dove John<br />

Steed conserva bombetta, ombrello e<br />

aplomb di fronte a casi meno surreali<br />

e originali ma non meno pericolosi.


Agente speciale Hunter<br />

Agente speciale Hunter Vedi<br />

Hunter.<br />

Agente speciale 86 – Un disastro<br />

in licenza Vedi Get Smart – Un detective<br />

tutto da ridere.<br />

Agenzia di viaggi Con: Agostina<br />

Belli, Christian Rauth, Marc Adjadj.<br />

Produzione: Italia / Germania / Francia<br />

/Spagna, 1988, avventura, colore<br />

(12/60’).<br />

A diciott’anni dall’esordio cinematografico,<br />

Agostina Belli vive l’entusiasmo<br />

del debutto televisivo da protagonista<br />

in un <strong>telefilm</strong>: l’attrice dagli occhi<br />

azzurri interpreta la simpatica direttrice<br />

Carolina, a capo dell’agenzia<br />

di viaggi sui generis “La Terra è rotonda”,<br />

che si propone di organizzare tour<br />

impossibili per una clientela esigente.<br />

Ad aiutarla nel suo compito si affiancano<br />

i giovani Alex (Christian Rauth)<br />

e Bill (Marc Adjadj). Tra coloro che si<br />

alternano nel corso degli episodi si notano<br />

Renzo Montagnani, Alessandro<br />

Haber e Athina Cenci. Del suo personaggio<br />

la Belli ha detto: “è una donna<br />

che racchiude in se stessa l’animo dell’avventuriera,<br />

della vamp e della donna<br />

manager”. Silvio Clementelli firma<br />

da produttore la serie che è stata girata<br />

nei quattro paesi produttori: Italia,<br />

Germania, Francia e Spagna.<br />

Agenzia Interim (Agence Intérim)<br />

Con: Pierre Vernier, Daniel Ceccaldi,<br />

Geneviève Grad. Produzione: Francia,<br />

1969, poliziesco, colore (13/30’).<br />

Due investigatori dilettanti e pasticcioni,<br />

Vic (Pierre Vernier) e Max (Daniel<br />

Ceccaldi), ne combinano di tutti i<br />

colori, spesso coinvolgendo anche Mireille<br />

(Geneviève Grad). Da notare la<br />

sceneggiatura del debuttante Francis<br />

Veber, in seguito dietro le quinte di<br />

12<br />

film di successo con al centro “strane<br />

coppie”: tra gli altri, Il rompiballe nel<br />

1973 e la sua versione americana,<br />

Buddy Buddy, nel 1981; Il vizietto I e<br />

II, rispettivamente del 1978 e del<br />

1980; infine, La capra (1981) e Due<br />

fuggitivi e mezzo (1986), di cui ha curato<br />

anche la regia. La colonna sonora<br />

del serial è composta da Nino Ferrer.<br />

Agenzia Luna Blu Vedi Moonlighting.<br />

Agenzia Rockford (The Rockford<br />

Files) Con: James Garner, Stuart Margolin,<br />

Joe Santos, Noah Berry jr. Produzione:<br />

Usa, 1974, poliziesco, colore<br />

(123/60’; 8/90’).<br />

Il plot è sempre lo stesso: il solito detective<br />

privato, deluso dalla giustizia<br />

dopo esser stato accusato di un omicidio<br />

non commesso, decide di investigare<br />

– “a 200 dollari al giorno, più le<br />

spese” – su quei casi che la polizia sottovaluta<br />

o archivia troppo facilmente.<br />

Una trama déjà vu viene esaltata dal<br />

più che credibile James Garner, reduce<br />

dal successo di Maverick e qui impegnato<br />

altresì da regista occasionale.<br />

Accanto al protagonista, Jim Rockford,<br />

ruotano le figure di Angel Martin<br />

(Stuart Margolin) e del sergente Dennis<br />

Becker (Joe Santos); Joe Rockford,<br />

il padre di Jim, è interpretato da Noah<br />

Berry jr. Il detective protagonista vive<br />

sulla spiaggia di Malibu in una roulotte<br />

che è, per dirla con le sue parole,<br />

“economica, deducibile dalle tasse e a<br />

prova di terremoto”. I creatori della serie<br />

sono Stephen J. Cannell e Roy<br />

Huggins; Meta Rosenberg firma da<br />

produttore esecutivo insieme allo stesso<br />

Cannell. Per la sua interpretazione,<br />

Garner si è aggiudicato un Emmy<br />

Award <strong>dei</strong> 5 assegnati al serial. Mike<br />

Post e Pete Carpenter sono tra gli auto­


13 Agli ordini papà!<br />

ri della colonna sonora che nel ’75 ha<br />

vinto un Grammy Award per il migliore<br />

arrangiamento e che è entrata nella<br />

Top-ten americana. Nel cast c’è anche<br />

Bo Hopkins nei panni del procuratore<br />

distrettuale John Cooper. In un’ipotetica<br />

classifica <strong>dei</strong> 25 detective più indimenticabili<br />

degli ultimi 50 anni, “Tv<br />

Guide” ha posto Jim Rockford in vetta,<br />

definendolo “the real man”, “l’uomo<br />

vero”. Tra le guest-stars del serial:<br />

James Woods, Dionne Warwick, Larry<br />

Hagman, Ed Harris, Lauren Bacall,<br />

Ron Silver, Tony Musante, Joseph<br />

Cotten, Linda Evans, Louis Gossett jr.,<br />

Bo Hopkins, Tom Selleck, Suzanne<br />

Somers (Tre cuori in affitto), Sharon<br />

Gless (New York, New York), Paul Michael<br />

Glaser (Starsky&Hutch), Lindsay<br />

Wagner (La donna bionica), Stefanie<br />

Powers (Cuore e batticuore).<br />

Agenzia U.N.C.L.E. (The Girl from<br />

U.N.C.L.E.) Con: Stefanie Powers,<br />

Leo G. Carroll, Noel Harrison, Randy<br />

Kirby. Produzione: Usa, 1966, avventura/spionaggio,<br />

colore (29/60’).<br />

La versione femminile di Organizzazione<br />

U.N.C.L.E. vede Stefanie Powers<br />

nelle vesti dell’attraente April Dancer,<br />

un agente segreto in gonnella che risponde<br />

agli ordini di Alexander Waverly<br />

(Leo G. Carroll), sopravvissuto<br />

dalla serie originale nei panni del capo<br />

di un’organizzazione internazionale di<br />

spionaggio detta U.N.C.L.E. (United<br />

Network Command for Law and<br />

Enforcement, tradotto in italiano come<br />

Comando della Rete Unita per il Rispetto<br />

della Legge), in perenne lotta<br />

contro l’organizzazione criminale<br />

TRUSH. Tra gli altri protagonisti dello<br />

spin-off: l’agente Mark Slate (Noel<br />

Harrison), trasferito dalla sede di Londra<br />

a New York e la recluta Randy Kovacs<br />

(Randy Kirby). Rispetto alla se­<br />

rie-madre, qui si punta maggiormente<br />

aull’ironia, anche se i casi affrontati risultano<br />

sfacciatamente poco plausibili.<br />

Douglas Benton firma da produttore,<br />

Norman Felton da produttore esecutivo.<br />

Il tema musicale del serial precedente,<br />

composto da Jerry Goldsmith,<br />

è stato riarrangiato da Dave<br />

Grusin con accordi jazz. Boris Karloff<br />

e Gena Rowlands compaiono quali<br />

guest-stars. Leo G. Carrol è stato il primo<br />

attore a recitare contemporaneamente<br />

in due serie tv. I personaggi di<br />

questo spin-off sono apparsi per la prima<br />

volta nella serie originaria nell’episodio<br />

Operazione raggio di Luna, in<br />

cui April Dancer era però interpretata<br />

da Mary Ann Mobley e Slate era in<br />

procinto di andare in pensione. Non<br />

mancano i cross-over tra i due <strong>telefilm</strong>:<br />

Robert Vaughn appare nel ruolo<br />

di Napoleon Solo nell’episodio Mamma<br />

Muffin; Harriso, ricambia il favore<br />

nei panni dell’agente Slate in una puntata<br />

di Organizzazione U.N.C.L.E.<br />

Agli ordini papà! (Major Dad) Con:<br />

Gerald McRaney, Shanna Reed, Marisa<br />

Ryan, Nicole Dubuc, Chelsea<br />

Hertford, Matt Mulhern, Marlon Archey,<br />

Whitney Kershaw. Produzione:<br />

Usa, 1989, sit-com, colore (96/30’).<br />

Avere una famiglia è come vivere in<br />

trincea: a farne le spese è il maggiore<br />

della marina americana J.D. MacGillis<br />

(Gerald McRaney) detto “Mac”, che si<br />

innamora di una giornalista vedova<br />

con tre figlie sulle spalle. Shanna Reed<br />

interpreta Polly Cooper, la cronista<br />

che fa breccia nel cuore del protagonista<br />

complice un’intervista per il “Chronicle”;<br />

l’“accerchiamento” nei confronti<br />

del protagonista riesce anche<br />

grazie alla simpatia delle figlie della<br />

giornalista: la tredicenne “rockettara”<br />

Elisabeth (Marisa Ryan), l’undicenne


Ai confini dell’aldilà<br />

e intellettuale Robin (Nicole Dubuc),<br />

la scatenata Casey (Chelsea Hertford),<br />

di sei anni. L’ex militare tutto d’un<br />

pezzo chiede la mano di Polly al secondo<br />

appuntamento. La sit-com poggia<br />

le sue basi sul confronto-scontro<br />

tra la mentalità conservatrice del capofamiglia<br />

e le idee liberal di moglie e figlie.<br />

Asorvegliare la “retroguardia” per<br />

il maggiore ci pensano il tenente Gene<br />

Holowachuck (Matt Mulhern), il sergente<br />

Byron James (Marlon Archey) e<br />

la svampita segretaria Merilee Gunderson<br />

(Whitney Kershaw). Nel corso<br />

della serie “Mac” e famiglia si spostano<br />

dalla base militare della California<br />

a Camp Hollister, in Virginia: Polly<br />

diventa direttrice di “The Bulldog”, il<br />

giornale del campo. Durante la Guerra<br />

del Golfo numerose puntate hanno<br />

fatto riferimento all’evento: in un episodio<br />

MacGillis chiede di essere trasferito<br />

in Arabia Saudita all’indomani<br />

dello scoppio della “madre di tutte le<br />

guerre”. Il vicepresidente Dan Quayle<br />

appare in una puntata che commemora<br />

il 215esimo anniversario della Marina.<br />

La serie, che nel 1990 si è aggiudicata<br />

un Young Artist Award, è ideata<br />

e prodotta da Richard C. Okie e dallo<br />

stesso Gerald McRaney, reduce dal<br />

successo di Simon&Simon (1981).<br />

Rick Hawkins firma da produttore<br />

esecutivo insieme ad Earl Pomerantz.<br />

Ai confini dell’aldilà (Shades of<br />

L.A.) Con: John D’Aquino, Warren<br />

Berlinger, David L. Crowley, Brian<br />

Libby, Kenneth Mars, Gale Mayron.<br />

Produzione: Usa, 1990, poliziesco/fantastico,<br />

colore (20/60’).<br />

Il tenente Michael Burton (John D’Aquino)<br />

della polizia di Los Angeles<br />

cambia vita quando si trova faccia a<br />

faccia con la morte: colpito da un<br />

proiettile in testa, Burton si ritrova in<br />

14<br />

quel limbo sospeso tra l’aldiquà e l’aldilà<br />

popolato da “color che stan sospesi”,<br />

quegli spiriti “intrappolati” in<br />

quella zona di frontiera che non permette<br />

loro di andare all’Inferno o al<br />

Paradiso prima di aver concluso alcune<br />

azioni terrene che avevano lasciato<br />

irrealizzate. Una volta risvegliatosi dal<br />

coma, il protagonista si accorge che i<br />

suoi compagni ultraterreni lo hanno<br />

seguito anche in vita: in ogni episodio<br />

Burton li aiuta a mettersi l’anima in pace<br />

dopo aver portato a termine le loro<br />

problematiche situazioni. Tra gli altri<br />

protagonisti del serial: il tenente James<br />

“Wes” Wesley (Warren Berlinger),<br />

Jack Monaghan (David L. Crowley),<br />

Nick Santini (Brian Libby), lo zio<br />

Louie (Kenneth Mars) e Annie Brighton<br />

(Gale Mayron). William Bleich è<br />

l’ideatore della serie; Robert A. Papazian<br />

e James G. Hirsch firmano da produttori<br />

esecutivi; Dana Kaproff compone<br />

la colonna sonora; Lisa Rinna e<br />

Chad Everett sfilano da guest-stars.<br />

Ai confini della realtà (The Twilight<br />

Zone) Con: interpreti vari. Produzione:<br />

Usa, 1959, thriller/fantastico,<br />

b/n (138/30’; 18/60’).<br />

SUPERCULT<br />

“State per entrare in una nuova dimensione:<br />

una dimensione ai confini della<br />

realtà”. Con questa apertura fuori campo<br />

Rod Serling, già vincitore di tre<br />

Emmy Awards, introduce ogni puntata<br />

di uno <strong>dei</strong> serial più cult della storia<br />

della televisione. Girata interamente in<br />

bianco e nero, la serie prende in esame<br />

“la sesta dimensione, al di là di ciò che<br />

è conosciuto dall’uomo”, ovvero situazioni<br />

bizzarre ma verosimili, ricche<br />

di beffarda ironia sulla condizione<br />

umana con l’immancabile sorpresa finale.<br />

“Un fiore nel deserto televisivo”,<br />

ha scritto Marc Scott, autore di un sag­


15 Ai confini della realtà<br />

gio esaustivo sul <strong>telefilm</strong>; ; “a new era<br />

of fantasy”, come ha sentenziato la critica<br />

americana; “un compendio di immaginazione<br />

straordinaria, ottima produzione<br />

ed eccellente recitazione”: così<br />

“Tv Guide” nel 1959, il giorno dopo<br />

la trasmissione della puntata-pilota.<br />

“C’è una dimensione oltre a quelle che<br />

l’uomo già conosce, è senza limiti come<br />

l’infinito e senza tempo come l’eternità.<br />

È la regione intermedia tra la<br />

luce e l’oscurità, tra la scienza e la superstizione,<br />

tra l’oscuro baratro dell’ignoto<br />

e le vette luminose del sapere. È<br />

la regione dell’immaginazione, una regione<br />

che si trova... ai confini della<br />

realtà”: così l’incipit integrale della serie.<br />

Almeno tre episodi sono da conservare<br />

in videoteca: in Un vecchio apparecchio<br />

radio, il nonno di casa, disgustato<br />

dalla televisione, passa le serate<br />

ad ascoltare il suo vecchio apparecchio<br />

radiofonico che trasmette i programmi<br />

di mezzo secolo prima. In È bello quel<br />

che piace la telecamera inquadra per<br />

quasi tutta la puntata la testa bendata di<br />

una degente che aspetta trepidante l’esito<br />

di un’operazione di plastica facciale;<br />

una volta tolta la benda in un crescendo<br />

di suspense, il volto che emerge<br />

è quello di una bellissima donna che<br />

riflessa in uno specchio comincia ad<br />

urlare e a scappare tra lo stupore <strong>dei</strong><br />

medici che, inquadrati per la prima<br />

volta, sono tutti mostri deformi. Ma<br />

l’episodio migliore è forse Tempo di<br />

leggere, in cui un timido bancario con<br />

la passione per la lettura scopre di essere<br />

l’unico superstite dopo una guerra<br />

atomica; non tutto il male viene per<br />

nuocere, pensa l’ometto guardando la<br />

Biblioteca nazionale rimasta a sua<br />

completa disposizione; ma il destino<br />

vuole che gli cadano gli occhiali e rimanga<br />

solo sulla terra, cieco come una<br />

talpa. “Prima di Ai confini della realtà<br />

– dichiarò l’ideatore-produttore Serling<br />

dopo aver vinto due Emmy<br />

Awards per questa serie – ci sono stati<br />

molti show di fantascienza, ma quasi<br />

tutti parlavano di gnomi o astronavi:<br />

questo parla della gente comune. Ma<br />

attenzione, a volte un marziano può<br />

esprimere cose che un repubblicano o<br />

un democratico non possono dire”.<br />

Serling firma la paternità di 89 episodi<br />

su 156: Charles Beaumont, Richard<br />

Matheson e Earl Hammer si alternano<br />

nei rimanenti. Dopo tre stagioni, nel<br />

gennaio 1963 il format delle puntate fu<br />

allungato dalla classica mezz’ora a<br />

un’ora: una decisione che si rivelò<br />

controproducente in qualità, riportando<br />

gli episodi alla lunghezza originaria<br />

nel quinto e ultimo ciclo. La leggenda<br />

vuole che Serling ideò molte storie al<br />

centro del <strong>telefilm</strong> per combattere l’insonnia,<br />

memorizzandole su un registratore<br />

che teneva al bordo del letto.<br />

Robert Redford, Burt Reynolds, Cliff<br />

Robertson, Bruce Dern, Rod Taylor,<br />

Martin Balsam, Ida Lupino, Bo<br />

Hopkins, Vera Miles, Sydney Pollack,<br />

Buster Keaton, Charles Bronson, Peter<br />

Falk, Lee Van Cleef, Dennis Hopper,<br />

Robert Duvall, Lee Marvin, Telly Savalas,<br />

James Coburn, Ron Howard,<br />

Patrick Macnee, Donald Pleasence,<br />

Mickey Rooney, Martin Landau e la<br />

coppia Leonard Nimoy-William Shatner,<br />

futura protagonista di Star Trek,<br />

sono tra le molte guest-stars del <strong>telefilm</strong>;<br />

Burgess Meredith è l’attore con<br />

più apparizioni in assoluto. Il titolo originale,<br />

The Twilight Zone, è un termine<br />

areonautico: si riferisce al momento in<br />

cui, in fase di atterraggio, si perde di<br />

vista l’orizzonte. L’indimenticabile tema<br />

musicale è composto da Bernard<br />

Hermann, in seguito sostituito dal<br />

francese Marius Constant (non citato<br />

nei credits); tra gli altri autori musicali


Ai confini della realtà<br />

della serie: Fred Steiner (7 episodi),<br />

Nathan Van Cleave (una dozzina) e<br />

Jerry Goldsmith (3 puntate). Forse non<br />

tutti sanno della nascita travagliata del<br />

<strong>telefilm</strong>: nel 1957 Serling presentò la<br />

sua idea alla CBS, accompagnandola<br />

con la sceneggiatura di un episodio intitolato<br />

in originale The Time Element<br />

(vi si raccontava dell’incubo ricorrente<br />

del paziente di uno psichiatra che sogna<br />

di trovarsi a Honolulu il giorno<br />

prima del bombardamento di Pearl<br />

Harbor, non trovando nessuno disposto<br />

a credergli sull’imminente pericolo);<br />

il network si dimostrò scettico sulla<br />

potenzialità del serial, ma utilizzò la<br />

sceneggiatura per la serie antologica<br />

Westinghouse Desilu Playhouse (1958,<br />

inedita in Italia), aggiungendoci un<br />

commento finale per fornire una possibile<br />

spiegazione razionale agli eventi<br />

raccontati; la puntata fu una delle più<br />

seguite dell’intera stagione e Serling<br />

ottenne il via libera per viaggiare “ai<br />

confini della realtà”. Oltre a 3 Emmy<br />

Awards – uno nel 1960, due nel 1961 –<br />

il serial si è aggiudicato un tris di Hugo<br />

Awards dal ’60 al ’62. Dopo la morte<br />

di Serling, avvenuta nel 1975 a cinquant’anni,<br />

una nuova serie è stata prodotta<br />

a metà degli anni Ottanta. Il successo<br />

della serie ha spinto Steven<br />

Spielberg a portare sul grande schermo<br />

quattro storie “ai confini della realtà”<br />

nel film del 1983 diretto, oltre che dallo<br />

stesso cineasta, da John Landis, Joe<br />

Dante e George Miller: tre <strong>dei</strong> quattro<br />

episodi sono remake tratti dal serial televisivo.<br />

Nel 1994 è stato realizzato<br />

uno speciale di due ore – Rod Serling’s<br />

lost classics – utilizzando due sceneggiature<br />

scritte dall’autore che ha rivoluzionato<br />

il genere thriller-fantastico<br />

sul piccolo schermo. Nel 2002 è stato<br />

prodotto un remake con Forest Whitaker<br />

a introdurre casi eternamente “ai<br />

16<br />

confini della realtà”. Nell’agosto del<br />

2004 la bibbia televisiva “Tv Guide”<br />

ha eletto il <strong>telefilm</strong> come “il più grande<br />

mito fantascientifico di tutti i tempi”,<br />

con la motivazione di esser stato “un<br />

compendio di ironia dark che ha utilizzato<br />

la fantascienza per raccontare sublimi<br />

storie di satira sociale”.<br />

Ai confini della realtà (The Twilight<br />

Zone) Con: interpreti vari. Produzione:<br />

Usa, 1985, thriller/fantastico,<br />

colore (24/60’; 49/30’).<br />

STRACOTTO<br />

Ventisei anni dopo è ancora tempo di<br />

storie “ai confini della realtà”, questa<br />

volta a colori, sulle musiche <strong>dei</strong> Grateful<br />

Dead e sotto la direzione del produttore<br />

esecutivo Philip DeGuere,<br />

che, sebbene supportato dalla consulenza<br />

dell’autore fantascientifico Harlan<br />

Ellison, fa rimpiangere il mitico<br />

Rod Serling. Charles Aidman, già interprete<br />

di due puntate della serie storica,<br />

compare da narratore. Ellison lasciò<br />

la produzione quando la CBS si rifiutò<br />

di programmare un episodio natalizio<br />

a tinte horror. L’ultimo ciclo,<br />

girato a Toronto, vede Robin Ward<br />

doppiare in originale la voce di Aidman.<br />

Mark Shelmerdine e Michael<br />

MacMillan sono gli atri produttori<br />

esecutivi. Tra i registi si fanno notare i<br />

nomi di Wes Craven, Joe Dante – già<br />

dietro la cinepresa del film omonimo<br />

del 1983 – Atom Egoyan, John Milius,<br />

William Friedkin e Peter Medak.<br />

Tra le molte guest-stars sfilano, oltre<br />

allo stesso Craven, Bruce Willis, Eric<br />

Bogosian, Vincent Gardenia, Martin<br />

Landau, Giovanni Ribisi, Peter Coyote,<br />

Joe Mantegna, Gary Cole, Sherman<br />

Hemsley, Pam Dawber, Elliott<br />

Gould, Martin Balsam, Brent Spiner,<br />

William L. Petersen, Lori Petty,<br />

Anthony LaPaglia, Shelley Duvall,


17 Al banco della difesa<br />

Gene Barry, Barry Morse, Janet<br />

Leigh, Anthony Franciosa. Tra gli sceneggiatori<br />

occasionali spiccano i nomi<br />

di Stephen King, Sidney Sheldon e<br />

Steven Bochco.<br />

Ai confini dell’Arizona (The High<br />

Chaparral) Con: Leif Erickson, Linda<br />

Cristal, Cameron Mitchell, Mark<br />

Slade, Frank Silvera, Gilbert Roland,<br />

Henry Darrow. Produzione: Usa,<br />

1967, western, colore (98/60’).<br />

Dopo aver firmato da produttore Bonanza,<br />

David Dortort torna al western:<br />

e come in Bonanza, in un altro western<br />

sulla proprietà e sulla famiglia. Per la<br />

precisione, su due grandi nuclei familiari,<br />

entrambi proprietari terrieri dell’Arizona<br />

nel 1870: i Cannon e i Montoya.<br />

Big John Cannon (Leif Erickson)<br />

è il proprietario-patriarca dell’High<br />

Chaparral Ranch, nel quale vive con la<br />

moglie Victoria (Linda Cristal, che per<br />

la sua interpretazione ha vinto un Golden<br />

Globe nel 1970), figlia <strong>dei</strong> Montoya;<br />

abitano sotto lo stesso tetto anche<br />

Buck Cannon (Cameron Mitchell), il<br />

fratello del capo-famiglia e Billy Blue<br />

(Mark Slade), figlio di John e figliastro<br />

di Victoria dopo che la madre è stata<br />

uccisa da una freccia Apache. Don Sebastian<br />

Montoya (Frank Silvera), il padre<br />

di Victoria, governa invece il Montoya<br />

Ranch, dove convivono il fratello<br />

Don Domingo (Gilbert Roland) e il figlio<br />

Manolito (Henry Darrow). L’ideatore<br />

David Dortort è altresì produttore<br />

esecutivo della serie che pone un<br />

accento sull’integrazione razziale, sia<br />

tra le mura domestiche che tra cowboy<br />

e Apache. Il tema musicale è composto<br />

da David Rose. Kurt Russell compare<br />

da guest-star; tra gli altri volti noti si riconoscono<br />

Ed Begley, Ricardo Montalbán,<br />

Gary Busey, Bruce Dern. Le riprese<br />

esterne sono state effettuate nelle<br />

foreste di San Bernardino e Coronado<br />

nell’Arizona; gli interni a Old Tucson<br />

(sempre in Arizona) e a Torrytown nello<br />

stato di New York. Nel corso dell’ultima<br />

stagione Frank Silvera è deceduto:<br />

il suo personaggio ha subito la<br />

stessa sorte.<br />

Ai limiti dell’incredibile (Tales of<br />

the Unexpected) Con: interpreti vari.<br />

Produzione: Usa, 1977, fantastico, colore<br />

(9/60’).<br />

Dopo aver fatto da narratore nella serie<br />

Il fuggiasco (1963) e dopo essere<br />

apparso in tutta la sua mole in Cannon<br />

(1971), William Conrad torna alle<br />

origini presentando fuori campo un<br />

serial “ai confini della realtà” prodotto<br />

da John Wilder. Le storie sono contraddistinte<br />

da elementi fantascientifici<br />

o soprannaturali, con immancabile<br />

finale a sorpresa. Quinn Martin è il<br />

produttore esecutivo; un episodio, I<br />

nomadi dello spazio, si ispira alla serie<br />

Gli invasori, firmata dallo stesso<br />

Martin dieci anni prima: un veterano<br />

del Vietnam è l’unico testimone della<br />

discesa di un UFO sulla Terra, antipasto<br />

dell’invasione di un arazza di<br />

vampiri alieni. In America la NBC ha<br />

contro-programmato il <strong>telefilm</strong> alle<br />

Charlie’s Angels (ABC) sul finire degli<br />

anni ’70. In Italia il serial è arrivato<br />

solo nel 1986, apparendo in qualche<br />

modo già datato. David Shire compone<br />

il tema musicale. Lloyd Bridges<br />

compare quale guest-star.<br />

Al banco della difesa (Judd for the<br />

Defense) Con: Carl Betz, Stephen<br />

Young. Produzione: Usa, 1967, legale,<br />

colore (50/60’).<br />

Serial legale sulle cause affrontate dall’avvocato<br />

di grido Clinton Judd (Carl<br />

Betz) e dal giovane assistente Ben<br />

Caldwell (Stephen Young). Nel corso


Albero delle mele, L’<br />

del <strong>telefilm</strong> girato sul finire degli anni<br />

’60, ambientato a Houston (Texas) ma<br />

non solo, la coppia di legali alterna<br />

clienti facoltosi a cause civili come la<br />

protesta anti-bellica di quel periodo o<br />

lo sfruttamento <strong>dei</strong> lavoratori di origini<br />

messicane. Il <strong>telefilm</strong> ideato e prodotto<br />

da Paul Monash si avvale della<br />

colonna sonora di Alexander Courage,<br />

autore altresì del tema musicale. Richard<br />

Dreyfuss compare in un cameo;<br />

tra gli altri volti noti sfilano Beverly<br />

Garland, Vera Miles, Barry Morse,<br />

Ted Knight, Vincent Gardenia, Ida Lupino,<br />

Robert Duvall, Dabney Coleman,<br />

Cloris Leachman, Jessica Tandy,<br />

Ron Howard, Tyne Daly. Per la sua interpretazione<br />

nel serial, Carl Betz ha<br />

vinto un Emmy Award e un Golden<br />

Globe nel 1969 quale “migliore attore<br />

maschile”.<br />

Albero delle mele, L’ (The Facts of<br />

Life) Con: Charlotte Rae, Mindy Cohn,<br />

Lisa Whelchel, Kim Fields, Felice<br />

Schachter, Julie Piekarski, Julie Anne<br />

Haddock, Nancy McKeon, John Lawlor,<br />

Jenny O’Hara, George Clooney,<br />

Molly Ringwald, Cloris Leachman.<br />

Produzione: Usa, 1979, sit-com, colore.<br />

(205/30; 5/90’).<br />

La governante di Arnold lascia casa<br />

Drummond per diventare istitutrice<br />

nel prestigioso collegio femminile<br />

newyorkese di Eastland: Charlotte<br />

Rae è ancora una volta Mrs. Edna Garrett<br />

nello spin-off di Harlem contro<br />

Manhattan (1978). La nuova arrivata<br />

conquista la fiducia delle allieve fino a<br />

diventare la loro confidente preferita<br />

lungo dieci anni di problematiche adolescenziali<br />

più o meno serie. Tra le ragazze<br />

del primo anno, tutte tra gli 11 e i<br />

15 anni: la paffuta Natalie Green<br />

(Mindy Cohn), l’attraente Blair Warner<br />

(Lisa Whelchel), la pettegola Do­<br />

18<br />

rothy “Tootie” Ramsey (Kim Fields),<br />

l’obesa Nancy Olson (Felice Schachter),<br />

la sciupa-ragazzi Sue Ann Weaver<br />

(Julie Piekarski), Cindy Webster (Julie<br />

Anne Haddock). Nella seconda stagione<br />

passano l’esame solo la Fields, la<br />

Cohn e la Whelchel, alle quali si aggiunge<br />

una nuova arrivata: Nancy<br />

McKeon nei panni di Jo Polniazek,<br />

proveniente dal Bronx. Completano il<br />

cast John Lawlor nel ruolo di Steven<br />

Bradley, il direttore della scuola (per<br />

un ciclo soltanto) e Jenny O’Hara, che<br />

interpreta Miss Mahoney. Per la serie<br />

“saranno famosi” segnaliamo la presenza<br />

nel cast di George Clooney<br />

(E.R.) nei panni del tuttofare George<br />

Burnett e di Molly Ringwald in quelli<br />

di Molly Parker. Alla fine della serie<br />

Mrs. Garrett apre un negozio alimentare,<br />

si sposa e si trasferisce in Africa<br />

con il marito; il suo posto viene preso<br />

dalla sorella Beverly Ann (Cloris Leachman);<br />

Natalie è la prima delle ragazze<br />

ad avere un’esperienza sessuale.<br />

Prima del the end vengono raccontate<br />

le aspirazioni di tutte le ragazze del<br />

college: qualcuna vuole diventare una<br />

scrittrice (Natalie), un’altra un’attrice<br />

(Tootie), una di loro si sposa (Jo). Tra<br />

le molte giovani che la signora Garrett<br />

incontra nel corso delle puntate c’è<br />

un’emergente Juliette Lewis. Altre<br />

guest-stars della serie sono Helen<br />

Hunt, Zsa Zsa Gabor, Larry Poindexter,<br />

Penelope Ann Miller, Doug Savant,<br />

Dick Van Patten e, nei panni di sé stesso,<br />

un all’epoca famoso Jermaine<br />

Jackson. Dick Clair e Jenna McMahon<br />

sono gli ideatori di una delle sit-com<br />

più lunghe degli anni ’80; tra i molti<br />

produttori esecutivi che si alternano:<br />

Paul Haggis, Richard Gurnan, Sue Nevens,<br />

Jack Elinson, Deidre Fay, Irma<br />

Kalish, Linda Marsh, Jerry Mayer,<br />

Margie Peters. Sulle musiche di Al


19 ALF<br />

Burton e Alan Thicke, Charlotte Rae<br />

canta il tema musicale per una stagione,<br />

altrimenti eseguito da Gloria Loring.<br />

In tutto, il <strong>telefilm</strong> si è portato a<br />

casa 6 Young Artist Awards. Nel 2001<br />

è stata girata una réunion in cui si ritrovano<br />

tutte le ex allieve (molte delle<br />

quali hanno realizzato i sogni del collegio),<br />

nonché una signora Garrett rimasta<br />

vedova.<br />

Album di famiglia Vedi La famiglia<br />

Brady.<br />

Album di famiglia Con: Maurizio<br />

Torresan, Carlo Campanini, Loredana<br />

Savelli, Roberto Villa, Susy Maronetto,<br />

Mauro Barbagli, Adolfo Fenoglio,<br />

Carlo Enrici, Luciano Robeggiani.<br />

Produzione: Italia, 1965, sit-com, b/n<br />

(4/60’).<br />

A suo modo si tratta di una sorta di sitcom<br />

familiare italiana ante-litteram: le<br />

vicende comiche della famiglia Vecchiotti<br />

vengono messe in scena da<br />

Maurizio Torresan, Carlo Campanini,<br />

Loredana Savelli, Roberto Villa, Susy<br />

Maronetto, Mauro Barbagli, Adolfo<br />

Fenoglio, Carlo Enrici, Luciano Robeggiani.<br />

Il soggetto e la sceneggiatura<br />

sono firmati da Nicola Manzari.<br />

Al di qua del paradiso (Mit Leib<br />

und Seele) Con: Günter Strack, Gerd<br />

Baltus, Barbara Auer, Buddy Elias,<br />

Siemen Rühaak, Ulrich Matschoss,<br />

Hannelore Elsner, Dirk Galuba, Despina<br />

Pajanou, Liselotte Pulver, Hans<br />

Korte. Produzione: Germania, 1989,<br />

drammatico, colore (51/60’).<br />

Tutto ha inizio quando il parroco<br />

Adam Kempfert (Günter Strack) viene<br />

inviato a prestare il proprio servizio<br />

nella piccola parrocchia di St. Augustin<br />

nel paese di Ebersfeld am Main.<br />

Qui si scontra con l’ostilità <strong>dei</strong> paesani<br />

che, a causa del precedente parroco,<br />

non sono più assidui frequentatori della<br />

chiesa. Tra di loro: il giornalista<br />

Klaus Bardusch (Gerd Baltus), Annemarie<br />

Bieler (Barbara Auer), il parrucchiere<br />

Theo Stutz (Buddy Elias), Leo<br />

Busche (Siemen Rühaak), Wilhelm<br />

Dannecker (Ulrich Matschoss), Sophie<br />

e Paul Liebermann (interpretati<br />

rispettivamente da Hannelore Elsner e<br />

Dirk Galuba), Jutta Dannecker (Despina<br />

Pajanou). Liselotte Pulver veste i<br />

panni di Else Kempfert, la sorella del<br />

protagonista; Hans Korte è il Vescovo<br />

Johannes Neubauer. Inutile dire che la<br />

capacità dialettica e la disponibilità del<br />

parroco riporteranno le pecorelle all’ovile.<br />

La produzione del serial è ZDF.<br />

ALF (Id.) Con: Max Wright, Anne<br />

Schedeen, Andrea Elson, Benji Gregory,<br />

John LaMotta. Produzione: Usa,<br />

1986, sit-com/fantastico, colore<br />

(102/30’; 1/60’).<br />

ALF sta per Alien Life Form (forma di<br />

vita aliena) ed è un extraterreste peloso<br />

di 229 anni che capita per caso sul tetto<br />

del garage <strong>dei</strong> Tanner, una famiglia<br />

media americana. Proveniente dal lontano<br />

pianeta di Melmac, il simpatico<br />

Alf viene adottato come E.T. Le sue<br />

battute sarcastiche sull’American way<br />

of life e i suoi consigli per risolvere alcuni<br />

problemi familiari sono tra gli ingredienti<br />

di questa situation-comedy<br />

del “terzo tipo”. La formazione <strong>dei</strong><br />

Tanner è la seguente: Willie Tanner<br />

(Max Wright), il capo-famiglia; Kate<br />

(Anne Schedeen), sua moglie; Lynn<br />

(Andrea Elson) e Brian (Benji Gregory),<br />

i figli. John LaMotta interpreta<br />

Trevor, il vicino curioso. Fran Drescher<br />

e Carla Gugino compaiono da<br />

guest-stars.Tra i segni particolari della<br />

creatura: ama mangiare “qualsiasi cosa<br />

con sopra qualcosa” – gatti compre­


Alfred Hitchcock presenta<br />

si – non per niente possiede tre stomaci;<br />

chiede sempre “quel sandwich lo finisci?”;<br />

il suo hobby preferito è la televisione,<br />

dalla quale impara tutti i modi<br />

di dire terrestri, come quando, incontrando<br />

qualcuno, esclama “dammi<br />

quattro!” (in quanto egli ha solo quattro<br />

dita). Paul Fusco, il creatore della<br />

serie insieme a Tom Patchett, presta la<br />

voce originale ad Alf, che sul suo pianeta<br />

è conosciuto con il nome di Gordon<br />

Shumway. Patchett è altresì produttore<br />

esecutivo con Bernie Brillstein.<br />

Alf Clausen, il compositore della<br />

colonna sonora, dovette faticare non<br />

poco per spiegare che il suo nome non<br />

c’entrava nulla con il titolo della sitcom.<br />

Nelle ultime puntate il simpatico<br />

alieno viene catturato dagli agenti dell’FBI.<br />

Per i feticisti del caso, tale Michu<br />

Meszaros ha sudato sette pellicce all’interno<br />

del protagonista. Il serial ha<br />

generato ben due serie di cartoni animati,<br />

un film (ALF: the Movie, inedito<br />

in Italia) e una valanga di gadget “pelosi”.<br />

Alfred Hitchcock presenta (Alfred<br />

Hitchcock Presents; Alfred Hitchcock<br />

Hour) Con: interpreti vari. Produzione:<br />

Usa, 1955/1962, thriller, b/n<br />

(266/30’; 93/60’).<br />

SUPERCULT<br />

Preceduto dalla fatidica Marcia funebre<br />

di una marionetta di Gounod, dopo<br />

aver riempito con la sua presenza il<br />

profilo stilizzato e inconfondibile della<br />

sua figura, doppiato dall’inconfondibile<br />

voce di Carletto Romano, Hitchcock<br />

presenta alla sua maniera una<br />

serie che ha fatto epoca, in cui suspense<br />

e colpi di scena finali sono tra gli ingredienti<br />

del successo. Prima e dopo<br />

ogni episodio, il maestro del brivido<br />

commenta con lo humour che lo contraddistingue<br />

quello che il telespetta­<br />

20<br />

tore vedrà o ha appena visto. In realtà<br />

si tratta di veri e propri trattati di sociologia<br />

di pochi secondi, scritti da James<br />

Allardice e girati, oltre che in Inghilterra,<br />

in Francia e in Germania: se al<br />

centro della vicenda vi è una rapina in<br />

banca, ecco Hitch vestito da banchiere<br />

che afferma che i veri ladri sono dietro<br />

lo sportello; un uomo vuole uccidere la<br />

moglie con un veleno per topi e il regista<br />

del Delitto perfetto appare nelle vesti<br />

di un agente della derattizzazione<br />

che sentenzia che niente uccide più del<br />

matrimonio. Altre volte ricompare per<br />

assicurare il pubblico che il colpevole<br />

è stato preso, “un inevitabile compromesso<br />

con la moralità”, come dichiarò<br />

a “Tv Guide”; nell’episodio intitolato<br />

Revenge afferma: “l’omicidio non paga<br />

nemmeno in tv, quindi largo alla<br />

pubblicità...”. Più che di veri e propri<br />

polizieschi si tratta, come avviene<br />

spesso nel cinema di Hitchcock, di racconti<br />

del mistero giocati su due elementi:<br />

la suspense e la sorpresa; il primo<br />

caso prevede che allo spettatore<br />

venga fornita un’informazione di cui è<br />

all’oscuro il protagonista, come a voler<br />

sollecitare chi guarda a mettere sull’avviso<br />

chi è in pericolo; nel secondo<br />

caso sia lo spettatore che il protagonista<br />

sono inconsapevoli di un risvolto<br />

della vicenda che viene rivelato solo<br />

alla fine, spesso con un netto rovesciamento<br />

delle certezze; in entrambi i casi<br />

le storie non sembrano mai prendersi<br />

troppo sul serio. Ecco così, in questo<br />

contesto, come mai non vi sia più quella<br />

netta distinzione tra “buoni” e “cattivi”<br />

tipica della fiction americana: il<br />

mondo di Hitchcock è ancora quello<br />

europeo, nel quale ogni storia racchiude<br />

un possibile sberleffo e un fondo<br />

nemmeno tanto nascosto di sadismo;<br />

lo sberleffo presuppone la sorpresa, il<br />

sadismo sta nell’accecare il protagoni­


21 Alias<br />

sta di fronte a un pericolo che noi invece<br />

vediamo. Se dapprima gli episodi<br />

sono di mezz’ora (in onda sulla CBS dal<br />

2 ottobre 1955), dopo l’ottimo gradimento<br />

l’appuntamento si sposta sull’NBC<br />

(dal 20 settembre del 1962), diventa<br />

di un’ora e cambia titolo: da Alfred<br />

Hitchcock presenta a L’ora di Hitchcock.<br />

Nonostante le puntate siano<br />

più di trecento, Hitchcock ne dirige solo<br />

una ventina in tre riprese: la prima<br />

tra la lavorazione di Caccia al ladro<br />

(1955) e La congiura degli innocenti<br />

(1955), la seconda tra Il ladro (1956) e<br />

La donna che visse due volte (1958), la<br />

terza tra Psyco (1960) e Gli uccelli<br />

(1963). Nell’episodio Il segreto di<br />

Dianne il maestro del brivido appare<br />

in una fotografia sulla copertina di una<br />

rivista. Tra il 1957 e il 1959 molti episodi<br />

vengono diretti da un Robert Altman<br />

in procinto di sedersi dietro la cinepresa<br />

di M.A.S.H. Una puntata è diretta<br />

da Ida Lupino. Numerose le star<br />

che impreziosiscono la serie, alcune di<br />

loro addirittura al debutto: Peter Falk<br />

nell’episodio Gratitudine, Steve Mc-<br />

Queen e Peter Lorre ne L’uomo del<br />

sud, Robert Redford in The Right Kind<br />

of Medicine, Joanne Woodward in Momentum,<br />

Dick Van Dyke in Testamento,<br />

Peter Fonda in La vendetta. E la lista<br />

si potrebbe allungare: Charles<br />

Bronson, John Cassavetes, George<br />

Peppard, Vincent Price, Walter<br />

Matthau, Bette Davis, Roger Moore,<br />

Robert Duvall, James Caan, Gloria<br />

Swanson, Jayne Mansfield, James Coburn,<br />

Ed Begley, Christopher Lee,<br />

Burt Reynolds, Angie Dickinson, Leslie<br />

Nielsen, Claude Rains, Martin<br />

Balsam, Mary Astor, James Mason, il<br />

regista Sydney Pollack (davanti e dietro<br />

alla telecamera), sette attori cari a<br />

Hitch come Joseph Cotten (L’ombra<br />

del dubbio, Il peccato di Lady Considi­<br />

ne), Vera Miles (Il ladro, Psyco), Ray<br />

Milland (Il delitto perfetto), Joan Fontaine<br />

(Rebecca, la prima moglie), Jessica<br />

Tandy (Gli uccelli), Martin Landau<br />

(Intrigo internazionale) e Bruce<br />

Dern (Complotto di famiglia), due future<br />

star della televisione come William<br />

Shatner (Star Trek) e Patrick<br />

Macnee (Agente speciale). E ancora,<br />

in seconda fila: Jack Klugman, Dick<br />

York, Ted Knight, Gene Barry, Ricardo<br />

Montalbán, John Forsythe, Bob<br />

Crane, Barry Morse, Bob Newhart,<br />

David Carradine, Lee Majors, Peggy<br />

Lipton, Cloris Leachman e pure il produttore<br />

Aaron Spelling. Un episodio,<br />

The Sorcerer’s Apprentice, non è mai<br />

stato trasmesso perché i dirigenti della<br />

NBC lo giudicarono troppo “debole”.<br />

Norman Lloyd e Joan Harrison sono i<br />

produttori del serial che si è aggiudicato<br />

3 Emmy Awards e un Golden Globe.<br />

Bernard Herrman, fedele collaboratore<br />

musicale di Hitch, è l’autore musicale;<br />

la celebre Marcia funebre di una<br />

marionetta è stata da principio arrangiata<br />

da Dave Kahn. Una nuova serie è<br />

stata prodotta nel 1985: le storie, che il<br />

più delle volte sono remake degli episodi<br />

originali, si aprono e si chiudono<br />

con i “siparietti” colorizzati del fu Alfred<br />

Hitchcock. Anche in questo caso<br />

non mancano le guest-stars: nell’episodio<br />

L’uomo del sud (che nella prima<br />

versione vedeva la coppia Lorre-Mc-<br />

Queen) figurano John Huston, Tippi<br />

Hedren (la protagonista de Gli uccelli)<br />

e sua figlia Melanie Griffith (agli esordi<br />

da attrice).<br />

Alias (Id.) Con: Jennifer Garner, Victor<br />

Garber, Ron Rifkin, Carl Lumbley,<br />

Devin Weisman, Michael Tartan, Merrin<br />

Dungey, Bradley Cooper, Amy Irving,<br />

David Anders, Melissa George,<br />

Terry O’Quinn, Mia Maestro. Produ­


Alias 22<br />

zione: Usa, 2001, spionaggio, colore<br />

(88/60’).<br />

CULT<br />

Dopo che le uccidono il fidanzato, la<br />

bella Sydney Bristow (Jennifer Garner),<br />

studentessa all American girl di<br />

giorno e spia con i tacchi a spillo di<br />

notte, capisce che il suo destino è quello<br />

di vivere senza affetti in una ragnatela<br />

di intrighi, attentati e doppigiochi<br />

in giro per il mondo. La nostra conduce<br />

una vita apparentemente normale:<br />

frequenta il college, ha pochi amici ma<br />

fidati, convive con un bravo ragazzo<br />

che la vuole sposare. Quello che nessuno<br />

indovinerebbe è la sua doppia<br />

identità: da 7 anni è un agente segreto<br />

della SD-6, una filiale della CIA che il<br />

padre – anch’egli agente segreto a sorpresa<br />

– le rivela essere una cellula impazzita.<br />

I guai cominciano quando<br />

Sydney, in un momento di debolezza,<br />

confessa al fidanzato l’identità segreta:<br />

quando la SD-6 viene a saperlo dà<br />

ordine di uccidere il ragazzo. Sydney<br />

decide allora di smascherare l’organizzazione<br />

alla CIA, fungendo da doppiogiochista.<br />

Lo stesso padre della<br />

protagonista, Jack Bristow (Victor<br />

Garber), è un infiltrato nell’SD-6 e in<br />

più di un’occasione “copre” la figlia.<br />

Tra coloro che lavorano all’organizzazione<br />

deviata: il capo Arvin Sloane<br />

(Ron Rifkin), tanto determinato nelle<br />

decisioni quanto protettivo con Sydney<br />

(è un buon amico del padre) e con<br />

la moglie malata di tumore Emily<br />

(Amy Irving); Marcus Dixon (Carl<br />

Lumbley) è il partner delle missioni in<br />

cui si lancia la protagonista: lavora<br />

nella filiale dal 1981, non ha mai detto<br />

alla moglie che lavoro svolge ed è all’oscuro<br />

<strong>dei</strong> secondi fini dell’agenzia;<br />

il timido e dislessico Marshall Flinkman<br />

(Devin Weisman) rappresenta<br />

quello che era “Q” per James Bond,<br />

esperto in marchingegni e gadget per<br />

“missioni impossibili”. Per la CIA fa da<br />

“contatto” Michael Vaughn (Michael<br />

Tartan), che si conquista la fiducia e il<br />

cuore di Sydney sul campo. Tra gli altri<br />

personaggi in ballo: Francine Calfo<br />

(Merrin Dungey) è la migliore amica<br />

della protagonista; Will Tippin (Bradley<br />

Cooper) è il giornalista che si è preso<br />

una cotta per la spia in gonnella e rischia<br />

grosso per scoprire la sua doppia<br />

vita; Irina Derevko (Lena Olin) è la<br />

madre di Sydney di origini russe che<br />

nasconde un segreto tra le pieghe del<br />

proprio passato. Col proseguire delle<br />

puntate la trama s’infittisce e diventa<br />

un dedalo inestricabile. Riuscita finalmente<br />

a eliminare l’SD-6 e la pericolosa<br />

Alleanza <strong>dei</strong> Dodici grazie alle<br />

informazioni contenute nel misterioso<br />

Server 47, Sydney si rende conto che si<br />

è trattato di un piano ordito da Arvin<br />

Sloane, che, libero adesso dai legami<br />

con l’Alleanza, prosegue con l’aiuto<br />

del Sig. Sark (David Anders) la sua ricerca<br />

ossessiva per scoprire il segreto<br />

racchiuso dai manufatti del futurologo<br />

italiano Milo Rambaldi. Sloane e Sark<br />

si servono anche dell’aiuto di un duplicato<br />

di Francie, che una tecnologia denominata<br />

Helix ha creato e sostituito<br />

all’amica di Sydney senza che nessuno<br />

si sia accorto di nulla. L’eroina protagonista<br />

prosegue il suo incarico come<br />

agente della CIA per porre fine alla minaccia<br />

di Sloane, riuscendo a catturarlo<br />

e a consegnarlo alla giustizia, ma rimanendo<br />

molto delusa quando scopre<br />

che la madre, che si è dileguata, è sempre<br />

stata d’accordo con Sloane. Quest’ultimo,<br />

dopo un incontro rivelatore<br />

con un misterioso monaco in Tibet (interpretato<br />

da David Carradine), riesce<br />

a costruire il “Dire”, un macchinario<br />

ideato da Rambaldi, tramite i 47 manufatti<br />

che lui stesso e la CIA hanno re­


23 Alias<br />

cuperato negli ultimi trent’anni. Dopo<br />

aver scoperto all’improvviso che la<br />

sua migliore amica Francie era stata<br />

sostituita dal “duplicato” Allison, Sydney<br />

ingaggia con lei una furiosa lotta al<br />

termine della quale la falsa Francie rimane<br />

uccisa. Sydney crolla esausta e<br />

al risveglio si ritrova a Hong Kong. La<br />

nostra contatta la CIA e Vaughn accorre<br />

da lei sconvolto, avvisandola che è<br />

scomparsa da quasi due anni – proprio<br />

dalla sera della lotta con Allison – e<br />

che tutti la credevano morta... Syd apprende<br />

che nel frattempo l’amato<br />

Vaughn si è sposato con Lauren Reed<br />

(Melissa George), agente del Consiglio<br />

di Sicurezza Nazionale, cheSloane<br />

è apparentemente redento ed è a capo<br />

della società di beneficenza Omnifam,<br />

che Dixon è diventato il nuovo capo<br />

della loro sezione CIA e che Marshall si<br />

appresta a diventare padre. Jack mostra<br />

a Sydney un video risalente al periodo<br />

della sua scomparsa in cui lei uccide<br />

il diplomatico russo Lazarey tagliandogli<br />

la gola: Syd non riesce a capire<br />

cosa possa esserle successo e soltanto<br />

alcune settimane dopo, grazie a<br />

Kendall (Terry O’Quinn), scopre che<br />

dopo la lotta con Allison la Convenzione,<br />

nuova entità terroristica che la<br />

CIA tenta di combattere, l’ha rapita e<br />

sottoposta a un lavaggio del cervello<br />

per renderla una loro killer dall’“alias”<br />

Julia Thorne. Sydney è riuscita a resistere<br />

al lavaggio del cervello e ha svolto<br />

un’attività da doppiogiochista lavorando<br />

all’interno della Convenzione e<br />

riferendo tutto alla CIA, ma, sconvolta<br />

per le cose orribili che ha passato e ritrovato<br />

un importantissimo e pericolosissimo<br />

reperto di Rambaldi, è stata lei<br />

stessa a decidere di farsi rimuovere i ricordi<br />

degli utlimi due anni. Nel frattempo<br />

Lauren si scopre essere un’agente<br />

della Convenzione infiltrata nel­<br />

la CIA, che in coppia con Sark finirà per<br />

diventare il capo della cellula nordamericana.<br />

Intanto Sloane rivela i suoi<br />

veri interessi quando, grazie al “Dire”,<br />

viene ritrovata Nadia (Mia Maestro),<br />

figlia che l’uomo ha avuto durante una<br />

relazione segreta con Irina: viene spiegato<br />

che in realtà Nadia è il “Passeggero”<br />

di Rambaldi che dovrebbe fronteggiare<br />

la “Prescelta” (sua sorella Sydney):<br />

nessuna delle due dovrebbe avere<br />

la meglio. Mentre Sloane parte con<br />

Nadia per recuperare la “Sfera della<br />

Vita” che contiene la coscienza di<br />

Rambaldi, Vaughn uccide la moglie<br />

Lauren dopo aver scoperto i suoi tradimenti;<br />

la donna, prima di morire, sussurra<br />

a Sydney il numero di una cassetta<br />

di sicurezza dentro la quale vi sono<br />

alcuni documenti segreti che rivelano<br />

che la vita di Syd è sempre stata monitorata<br />

in un misterioso Progetto S.A.B.<br />

47. E che suo padre era a capo del piano:<br />

Jack si difende dicendo che non era<br />

previsto che Sydney lo scoprisse...<br />

Una trama chiarissima, no? Proseguendo,<br />

l’eroina entra far parte dell’APO<br />

(Authorized Personnel Only), “una<br />

divisione che ufficialmente non esiste”<br />

con base nei sotterranei della metropolitana,<br />

di cui inizialmente fanno parte, oltre a<br />

Syd, Jack, Vaughn, Dixon, Marshall e Nadia,<br />

tutti agli ordini del convertito Sloane.<br />

Girato con un taglio cinematografico e<br />

montato alternando gli struggimenti di<br />

Sydney con scene d’azione al fulmicotone,<br />

il serial non ha di certo risparmiato<br />

in location, trasportando cast e troupe<br />

dall’Algeria al Gambia, dall’Olanda<br />

al Mozambico, dal Senegal alle Seicelle,<br />

dalla Sierra Leone alla Finlandia,<br />

dal Sahara alla Gran Bretagna,<br />

dalla Spagna alle Mauritius, dall’Irlanda<br />

alla Cecoslovacchia, passando per<br />

il Qatar, Canada, Libano, Libia, Palestina,<br />

Russia e la “nostra” Positano.


Alice 24<br />

Non mancano le guest-stars: Quentin<br />

Tarantino (al quale è piaciuta talmente<br />

la serie che ha chiesto e ottenuto di parteciparvi:<br />

compare in più puntate nei<br />

panni di un malfattore internazionale),<br />

Roger Moore (compare nel sedicesimo<br />

episodio nei panni di un membro<br />

dell’“Alleanza <strong>dei</strong> 12”), John Hannah<br />

(è un ex agente della SD-6 nella sesta e<br />

settima puntata), Faye Dunaway (nelle<br />

vesti di dark-lady misteriosa che indaga<br />

sulla fuga d’informazioni all’interno<br />

dell’agenzia), Rutger Hauer, Ethan<br />

Hawke, Christian Slater, David Cronenberg,<br />

Rick Gervais, Peggy Lipton,<br />

Angela Bassett, Sonia Braga, Isabella<br />

Rossellini (è Katya Derevko, la sorella<br />

di Irina). L’ideatore J.J. (Jeffrey)<br />

Abrams firma altresì da produttore<br />

esecutivo (con John Eisendrath, Ken<br />

Olin e Roberto Orci) ed è l’autore del<br />

tema musicale (alla colonna sonora si<br />

aggiunge Michael Giacchino e una<br />

compilation di canzoni famose a effetto:<br />

da Sinéad O’Connor ai Cranberries,<br />

da Peter Gabriel a Kate Bush e<br />

Cat Stevens). Attorno al serial è nata<br />

una ridda di voci e leggende, vere o<br />

presunte. Tra tutte spicca il “tormentone”<br />

del ricorrente numero 47, presente<br />

in quasi tutti gli episodi: la pagina che<br />

manca al manoscritto di Rambaldi,<br />

che prevede 47 profezie, è la 47; il numero<br />

del server nascosto dell’Alleanza<br />

è il 47; durante le sequenze oniriche<br />

di Sydney, la camera in cui viene portata<br />

è la 47; il progetto che documenta<br />

la vita dell’eroina reca, guarda caso, il<br />

numero 47... Altra curiosa ricorrenza<br />

sono i ripetuti richiami ad Alice nel<br />

paese delle meraviglie: la fidanzata di<br />

Vaughn si chiama Alice; nella prima<br />

stagione Syd usa il nome in codice<br />

“white rabbit” (“coniglio bianco”); a<br />

Halloween la protagonista si traveste<br />

da Alice; Weiss regala a Sydney il libro<br />

di Lewis Carroll... Aproposito di alias,<br />

il nome intero dell’eroina è Sydney<br />

Anne Bristow (così come quello della<br />

sua interprete è Jennifer Anne Garner).<br />

L’ormai celebre parrucca che Syd indossa<br />

nella puntata-pilota è un omaggio<br />

di Abrams al film tedesco Lola<br />

corre (1998), in cui la protagonista<br />

sfoggiava capelli rosso fuoco. Tra i<br />

premi: 4 Emmy Awards, 2 Saturn<br />

Awards, 2 Golden Satellite Awards, un<br />

Art Directors Guild, un People’s Choice<br />

Award quale “miglior serie” e un<br />

Golden Globe alla Garner, eletta in un<br />

sondaggio americano tra le 100 donne<br />

più sexy del mondo (a vederla, verrebbe<br />

da chiedere chi sono quelle che<br />

l’hanno superata).<br />

Alice (Id.) Con: Linda Lavin, Philip<br />

McKeon, Vic Tayback, Polly Hollyday,<br />

Beth Howland, Diane Ladd, Dave<br />

Madden, Charles Levin. Produzione:<br />

Usa, 1976, sit-com, colore (202/30’).<br />

CULT<br />

Il sequel televisivo di Alice non abita<br />

più qui, il film di Martin Scorsese del<br />

1975, vede sopravvivere un solo attore<br />

della versione cinematografica: Vic<br />

Tayback è ancora Mel Sharples, il proprietario<br />

di Mel’s Diner, la tavola calda<br />

al centro delle vicende. Qui lavora come<br />

cameriera Alice Hyatt (Linda Lavin),<br />

una vedova trentacinquenne con<br />

un figlio dodicenne a carico in trasferta<br />

dal New Jersey a Phoenix. Eletta al liceo<br />

“Ragazza con le migliori ginocchia”,<br />

il suo sogno è di fare la cantante<br />

country a Nashville, dove era diretta<br />

quando l’auto ha cominciato a fare le<br />

bizze. Le sono amiche e colleghe la<br />

svampita Vera Gorman (Beth Howland),<br />

la quale ha visto La regina d’Africa<br />

14 volte e crede che tutto quello<br />

che passa la tv sia vero (quando hanno<br />

trasmesso un episodio di Kojak in cui


25 Alien Nation<br />

il protagonista era raffreddato, lei gli<br />

ha mandato un parrucchino); Florence<br />

Jean Castleberry detta “Flo” (Polly<br />

Hollyday), che si mangia i clienti maschi<br />

con gli occhi: il suo personaggio<br />

ha talmente successo da dar vita a uno<br />

spin-off (Flo). Al suo posto entra nel<br />

cast Diane Ladd, che nel film interpretava<br />

proprio Flo e che ora risponde al<br />

nome di Belle Dupree, addetta alle ordinazioni.<br />

Con le loro divise rosa<br />

shocking, le cameriere guadagnano<br />

una manciata di dollari all’ora servendo<br />

ai tavoli e promuovendo il chili, la<br />

specialità di Mel. Oltre alla varia umanità<br />

che entra nel locale a prendere un<br />

caffè e un hot-dog la protagonista deve<br />

vedersela quotidianamente con il figlio<br />

Tommy (Philip McKeon), che<br />

brucia le tappe dell’adolescenza e con<br />

il suo allenatore di baseball Earl Hicks<br />

(Dave Madden), che fa strike nel cuore<br />

di Alice. Come se non bastasse ci si<br />

mette anche il boss, burbero fino a rendere<br />

nevrasteniche le cameriere ma<br />

che nasconde un cuore d’oro sotto il<br />

grembiule macchiato di ketch-up. Alla<br />

fine, Vera si scopre incinta e sposa il<br />

poliziotto Elliot Novak (Charles Levin).<br />

Nell’ultima puntata Mel vende la<br />

tavola calda regalando a tutte le sue cameriere<br />

un bonus di 5000 dollari a testa,<br />

mentre Alice trova un impiego fisso<br />

come cantante a Nashville, coronando<br />

il sogno di tutta una vita. Telly<br />

Savalas e George Burns compaiono<br />

quali guest-stars nei panni di loro<br />

stessi; tra gli altri volti apparsi nella<br />

serie si riconoscono Adam West, Martin<br />

Balsam, Jay Leno, Robert Englund.<br />

La formazione di produttori<br />

esecutivi comprende David Susskind,<br />

William D’Angelo, Ray S. Allen, Harvey<br />

Bullock, Thomas Kuhn, Chris<br />

Hayward; Robert Getchell è il creatore<br />

del <strong>telefilm</strong> che in America è stato<br />

definito “la versione proletaria di<br />

‘Mary Tyler Moore’” e ha vinto 8 Golden<br />

Globes, tra cui uno nel 1980 quale<br />

“miglior sit-com dell’anno”. Insieme<br />

ad Alan e Marilyn Bergman, David<br />

Shire è l’autore della colonna sonora e<br />

del tema musicale “There’s a New<br />

Girl in Town”, cantato dalla stessa<br />

Linda Lavin.<br />

Alien Nation (Id.) Con: Gary<br />

Graham, Eric Pierpoint, Michele Scarabelli,<br />

Lauren Woodland, Sean Six,<br />

Terri Treas. Produzione: Usa, poliziesco/fantascienza,<br />

1989, colore (23/60’;<br />

5/90’).<br />

Basato sul film omonimo del 1988 con<br />

James Caan e Mandy Patinkin, il serial<br />

è ambientato nella Los Angeles del<br />

1995, dove un poliziotto viene affiancato<br />

da uno di quei 300.000 transfughi<br />

alieni che cercano da anni di venire accettati<br />

dalla società americana nonostante<br />

i pregiudizi “galattici”. Sebbene<br />

le loro sembianze siano umane, gli extraterrestri<br />

sono riconoscibili per avere<br />

le teste pelate, a chiazze e il cranio allungato.<br />

Una “coppia mista” di detective<br />

è stata assegnata a perlustrare le strade:<br />

Gary Graham interpreta Matthew<br />

Sikes, il poliziotto umano, divorziato e<br />

aggressivo; Eric Pierpoint è il collega<br />

di “altri mondi” George Francisco, più<br />

riflessivo e proveniente dal pianeta<br />

Tencton. La particolarità di coloro che<br />

vi abitavano, scampati alla schiavitù,<br />

sta nella riproduzione: le donne, per rimanere<br />

incinte hanno bisogno di due<br />

uomini; molti di loro, una volta giunti<br />

sulla Terra, adottano un nome celebre<br />

(tra gli altri che si ascoltano nella serie:<br />

Albert Einstein, Isaac Newton, Dorian<br />

Gray, Buster Keaton, Wyatt Earp). Michele<br />

Scarabelli veste i panni di Susan,<br />

la moglie di George; Lauren Woodland<br />

e Sean Six sono rispettivamente


Alla conquista dell’Oregon<br />

Emily e Buck, i figli della coppia; Terri<br />

Treas è Cathy, la vicina biochimico di<br />

Matthew, della quale s’invaghisce il<br />

poliziotto terrestre. Kenneth Johnson,<br />

l’ideatore <strong>dei</strong> Visitors, firma da produttore<br />

esecutivo. I personaggi sono<br />

stati ideati da Rockne S. O’Bannon. La<br />

colonna sonora è curata da Joe Harnell,<br />

Steve Dorff, David Kurtz e Larry<br />

Herbstritt. Angela Bassett compare in<br />

un cameo molto prima di lanciarsi nel<br />

futuro cinematografico di Strange<br />

Days (1995). Tra i riconoscimenti si<br />

contano un Emmy Award e un Viewers<br />

for Quality Television, entrambi assegnati<br />

nel 1990. Sospesa al termine della<br />

prima stagione tra le proteste <strong>dei</strong><br />

fans americani, la serie è “sopravvissuta”<br />

in una réunion nel 1994 e lungo<br />

altri tre film-tv (nel 1995, 1996 e<br />

1997).<br />

Alla conquista dell’Oregon (The<br />

Oregon Trail) Con: Rod Taylor, Andrew<br />

Stevens, Tony Becker, Gina Marie<br />

Smika, Charles Napier, Darleen<br />

Carr. Produzione: Usa, 1977, western,<br />

colore (10/60’).<br />

Solo sei episodi per un serial western<br />

ambientato lungo la famigerata pista<br />

ferroviaria dell’Oregon nel 1842. Rod<br />

Taylor interpreta il vedovo Evan Thorpe,<br />

il protagonista che decide di trasferirsi<br />

dall’Illinois verso Ovest. Tra gli<br />

altri che salgono in carrozza: il diciassettenne<br />

Andrew (Andrew Stevens), il<br />

dodicenne William (Tony Becker) e<br />

Rachel (Gina Marie Smika) di sette anni,<br />

i figli di Thorpe; lo scout Luther<br />

Sprague (Charles Napier), reclutato dal<br />

protagonista nella prima puntata; la<br />

passeggera Margaret Devlin (Darleen<br />

Carr), destinata a far battere il cuore al<br />

protagonista. Michael Gleason firma da<br />

produttore esecutivo. La puntata-pilota<br />

è andata in onda in America il 10 gen­<br />

26<br />

naio del 1976; la prima puntata della serie<br />

è stata trasmessa solo il 21 settembre<br />

del 1977; quattro episodi non sono mai<br />

stati trasmessi a causa della soppressione<br />

anticipata della serie: il treno al centro<br />

delle vicende, dopo essere sfuggito<br />

agli attacchi indiani e ad altre avversità,<br />

si è trovato sul “binario morto” degli<br />

ascolti. Le musiche originali sono di<br />

Bruce Broughton e Richard DeBenedictis.<br />

Bill Bixby e William Shatner<br />

compaiono da guest-stars.<br />

Alla conquista del West (How the<br />

West Was Won) Con: James Arness,<br />

Bruce Boxleitner, Kathryn Holcomb,<br />

William Kirby Cullen, Vicki Schreck,<br />

Eva Marie Saint, Fionnula Flanagan.<br />

Produzione: Usa, 1978, western, colore<br />

(28/60’; 1/120’).<br />

Liberamente ispirato al film omonimo<br />

del 1962 di Henry Hathaway, John<br />

Ford e George Marshall, il serial racconta<br />

la saga familiare <strong>dei</strong> Macahan,<br />

sfrattati dalla guerra civile in trasferta<br />

dalla Virginia al West, terra di speranze<br />

e di conquiste. Guidati dal vecchio patriarca<br />

Zeb Macahan (James Arness), i<br />

componenti della famiglia imparano a<br />

conoscere le leggi della sopravvivenza<br />

sullo sfondo <strong>dei</strong> meravigliosi e sgargianti<br />

scenari dell’Ovest: così è per<br />

l’impulsivo Luke (Bruce Boxleitner),<br />

il nipote di Zeb in fuga per aver disertato<br />

l’esercito; per la bella Lara (Kathryn<br />

Holcomb); per i giovani Josh e<br />

Jessie (William Kirby Cullen e Vicki<br />

Schreck). La sorella di Zeb, Molly<br />

Culhane (Fionnula Flanagan), viene<br />

chiamata a governare il nucleo familiare<br />

all’indomani della morte di mamma<br />

Kate (Eva Marie Saint). James Arness,<br />

già protagonista di Gunsmoke, il<br />

western televisivo più longevo del piccolo<br />

schermo, incontra di nuovo il produttore<br />

esecutivo John Mantley, che


27 Alle soglie del futuro<br />

qui assume lo stesso ruolo al fianco di<br />

John G. Stephens. Jim Byrnes è l’ideatore<br />

del serial girato in Utah, Colorado,<br />

Arizona e California. Lloyd Bridges<br />

e Christopher Lee compaiono quali<br />

guest-stars. La colonna sonora è firmata<br />

da Bruce Broughton, Jerrold Immel<br />

e John Parker. Il <strong>telefilm</strong> si è aggiudicato<br />

una coppia di Spur Awards, premi<br />

assegnati dalla Western Writers of<br />

America.<br />

Alla ricerca di un sogno (The New<br />

Land) Con: Scott Thomas, Bonnie Bedelia,<br />

Todd Lookinland, Debbie Lytton,<br />

Kurt Russell, Donald Moffat,<br />

Gwen Arner. Produzione: Usa, 1974,<br />

avventura, colore (6/60’).<br />

Nel 1858 una famiglia svedese cerca<br />

fortuna a Solna, nel Minnesota: questo<br />

l’originale plot della serie girata in<br />

Oregon e in California e che s’ispira a<br />

due film svedesi degli anni ’70. Scott<br />

Thomas veste i panni di Christian Larsen,<br />

il capo-famiglia; Bonnie Bedelia è<br />

sua moglie, Anna Larsen; Todd<br />

Lookinland e Debbie Lytton sono i figli<br />

della coppia, Tuliff e Annaliese, rispettivamente<br />

di 9 e 8 anni; Kurt Russell<br />

interpreta Bo Larsen, il fratello di<br />

Christian; Donald Moffat e Gwen Arner<br />

sono i coniugi Lundstrom. Il produttore<br />

esecutivo è William Blinn.<br />

John Denver è l’autore della colonna<br />

sonora.<br />

Allegra banda di Nick, L’ (The Beachcombers)<br />

Con: Bruno Gerussi,<br />

Charlene Aleck, Robert Clothier, Joe<br />

Austin, Rae Brown, Cory Douglas, Juliet<br />

Randall, Pat John, Bob Park, Dan<br />

George. Produzione: Canada, 1972,<br />

avventura, colore (281/30’).<br />

La serie, la più lunga della storia televisiva<br />

canadese, racconta le avventure<br />

di Nick Adonidas (Bruno Gerussi),<br />

celibe quarantenne in fuga da una vita<br />

monotona sulle coste del Nord Pacifico,<br />

dove le avventure non mancano.<br />

Attorno al protagonista ruotano le figure<br />

di Sara (Charlene Aleck), Relic<br />

(Robert Clothier), Jack (Joe Austin),<br />

Molly (Rae Brown), Tommy (Cory<br />

Douglas), Margaret (Juliet Randall),<br />

Jesse (Pat John), Hugh (Bob Park).<br />

Nell’“allegra banda” compare anche<br />

un capo indiano interpretato da Dan<br />

George. Il serial è prodotto da Derek<br />

Gardner, Gordon Mark, Brian<br />

McKeown, Don S. Williams; Hugh<br />

Beard è il produttore esecutivo. Il <strong>telefilm</strong>,<br />

in onda anche in Italia con il<br />

titolo di La baia <strong>dei</strong> cedri, è stato girato<br />

a Gibsons e Vancouver, nella regione<br />

canadese della British Columbia.<br />

Alle soglie del futuro (Beyond Westworld)<br />

Con: James Wainwright, Jim<br />

McMullan, Judith Chapman, William<br />

Jordan, Severn Darden, Ann McCurry,<br />

Connie Sellecca. Produzione: Usa,<br />

1980, fantascienza, colore (5/60’).<br />

Basata sul romanzo di Michael Crichton<br />

Westworld (e sul film omonimo da<br />

lui stesso diretto nel 1973, Il mondo<br />

<strong>dei</strong> robot), la serie racconta di uno<br />

scienziato pazzo che vuole conquistare<br />

il mondo con il suo esercito di robot<br />

dalle sembianze umane e dell’agente<br />

che cerca di impedirglielo. Tutto ha<br />

inizio con la creazione di Westworld,<br />

un parco <strong>dei</strong> divertimenti fantastico<br />

dove i visitatori possono realizzare e<br />

interpretare in prima persona i propri<br />

sogni western grazie a comparse meccaniche.<br />

James Wainwright è Simon<br />

Quaid, il folle di turno a capo della ribellione<br />

<strong>dei</strong> robot; Jim McMullan è<br />

John Moore, incaricato di salvare la<br />

Terra da parte della Delos Corporation,<br />

la società che ha ideato West­


Alle soglie dell’incredibile<br />

world. Tra gli altri personaggi ricorrenti<br />

del serial: Laura Garvey (Judith<br />

Chapman), compagna di avventure di<br />

Moore; il professore Joseph Oppenheimer<br />

(William Jordan), il creatore<br />

<strong>dei</strong> robot; Foley (Severn Darden) e<br />

Roberta (Ann McCurry), assistenti di<br />

Quaid; Pamela Williams detta “Pam”<br />

(Connie Sellecca). Lou Shaw è l’ideatore<br />

e produttore esecutivo della serie.<br />

Le musiche originali sono di George<br />

Romanis.<br />

Alle soglie dell’incredibile (Aux<br />

frontières du possible) Con: Pierre Vaneck,<br />

Elga Andersen. Produzione:<br />

Francia, 1971, thriller/fantastico, colore<br />

(13/60’).<br />

Molto prima di Mulder e Scully in X-<br />

Files (1993), una coppia d’investigatori<br />

indaga su casi “ai confini della<br />

realtà” in terra francese: Yan Thomas<br />

(Pierre Vaneck) e Barbara Andersen<br />

(Elga Andersen) sono incaricati dal<br />

BIPS (Bureau International de Prévention<br />

Scientifique) di proteggere l’umanità<br />

dall’uso criminale di scoperte<br />

scientifiche. In pratica, il più delle volte<br />

i due affrontano scienziati pazzi accecati<br />

dai soldi e dal potere. La serie è<br />

ideata dall’autore di gialli Henri Viard<br />

e dallo scrittore Jacques Bergier: quest’ultimo<br />

ha sviluppato il plot del suo<br />

romanzo L’espionnage scientifique,in<br />

cui s’immagina un servizio segreto alle<br />

dipendenze delle Nazioni Unite. La<br />

produzione è curata da Télécip e da<br />

ORTF. La colonna sonora è composta<br />

da Jack Arel.<br />

Allò police (Id.) Con: Guy Tréjean,<br />

Fernand Berset, Claude Ruben, André<br />

Thorent, Bernard Rousselet, Marion<br />

Loran. Produzione: Francia, 1967, poliziesco,<br />

b/n (126/15’; 9/60’).<br />

CULT<br />

28<br />

La vita, le chiamate e le indagini di un<br />

commissariato di zona sono al centro<br />

di un serial che vede protagonista il<br />

commissario Lambert (Guy Tréjean).<br />

Attorno alla sua figura ruotano i personaggi<br />

di Abadie (Fernand Berset), Leblanc<br />

(Claude Ruben), Francin (André<br />

Thorent), Mareuil (Bernard Rousselet)<br />

e la signorina Moreau (Marion Loran).<br />

Uno <strong>dei</strong> primi ritratti realistici<br />

francesi sulla polizia è ideato da Raymond<br />

Caillata.<br />

All’ultimo minuto Con: interpreti<br />

vari. Produzione: Italia, 1971, poliziesco,<br />

colore (12/60’).<br />

Una serie gialla tenta di riproporre le<br />

atmosfere thriller d’Oltreoceano dimenticandosi<br />

il pathos tipicamente<br />

italiano. Nel primo ciclo, composto da<br />

5 episodi, si notano i volti di Eros Pagni<br />

(in Allarme a bordo), di Martine<br />

Brochard (ne Il buio), di Gigi Reder<br />

(ne L’ascensore), di Franco Volpi (ne<br />

La scelta), di Anna Miserocchi (ne La<br />

prigioniera); nel secondo le puntate<br />

diventano 4, tra cui Acqua alla gola<br />

con Antonio Casagrande e Dramma in<br />

alto mare con Silvia Dionisio e Maurizio<br />

Merli; nel terzo, caratterizzato da 3<br />

appuntamenti, fanno la loro comparsa<br />

Adriana Asti (ne Il bambino scomparso)<br />

e Massimo Dapporto (ne L’ultima<br />

cifra). La regia è affidata a Ruggero<br />

Deodato, che firma altresì quale sceneggiatore<br />

del primo ciclo insieme ad<br />

Augusto Caminito, Francesco Scardamaglia,<br />

Mario Guerra, Vittorio Vighi e<br />

Paolo Poeti; nel secondo il soggetto è<br />

scritto da Italo Fasan e Nino Marino.<br />

Ally McBeal (Id.) Con: Calista<br />

Flockhart, Gil Bellows, Greg German,<br />

Peter MacNicol, Courtney Thorne-<br />

Smith, Jane Krakowski, Lisa Nicole<br />

Carson, Portia de Rossi, Lucy Liu, Ja­


29 Ally McBeal<br />

mes LeGros, Robert Downey jr., Julianne<br />

Nicholson, James Marsden,<br />

John Hopkins, Regina Hall, Hayden<br />

Panettiere. Produzione: Usa, 1997, sitcom,<br />

colore (112/60’).<br />

SUPERCULT<br />

Divenuto a tutti gli effetti un fenomeno<br />

di costume in patria, il serial va salutato<br />

come un vero e proprio evento televisivo:<br />

poche fiction come questa hanno<br />

osato e rischiato tanto dal punto di<br />

vista narrativo e delle sceneggiature,<br />

avvalendosi di alcune tecniche di linguaggio<br />

più rodate al cinema che sul<br />

piccolo schermo. Tra le altre: la possibilità<br />

del telespettatore di vivere in prima<br />

persona, in soggettiva, i sogni, i desideri<br />

e le frustrazioni della protagonista;<br />

o quella di ascoltare i suoi pensieri<br />

– spesso diversi dai suoi discorsi – grazie<br />

alla voce fuori-campo. Tutto ha inizio<br />

all’età di sette anni, quando Ally<br />

(Calista Flockhart) intreccia una storia<br />

d’amore che la segnerà nel profondo:<br />

il primo bacio con Billy Alan Thomas<br />

(Gil Bellows) è di quelli che non si dimenticano,<br />

di quelli che rimangono<br />

sulla punta delle labbra a lungo, forse<br />

per tutta la vita; lungo gli studi insieme,<br />

la “prima volta” in auto, gli anni<br />

del liceo, l’università insieme alla facoltà<br />

di legge. Per poi realizzare di essere<br />

a un bivio: l’amore o la carriera;<br />

per poi accorgersi di stare con un fidanzato<br />

che ti preferisce la seconda,<br />

con l’inevitabile e drammatica separazione.<br />

La sfortuna perseguita Ally<br />

ovunque: in amore, sul lavoro, nei rapporti<br />

con le persone. Dove passa lei seguono<br />

tragedie, scambi di persona,<br />

equivoci; si butta inevitabilmente dalla<br />

pentola alla brace; con lei Cupido<br />

sbaglia mira; il mondo le cade addosso<br />

e lei non regge. Per sfuggire la depressione<br />

Ally decide di tuffarsi nel lavoro,<br />

diventando un’avvocatessa di succes­<br />

so di Boston. In realtà l’aula del tribunale<br />

sembra l’unica “zona franca” della<br />

sua vita: si dimostra sicura, determinata,<br />

a volte addirittura cinica. Ma fuori<br />

dal foro il destino le tende agguati<br />

dietro ogni angolo: come quando un<br />

socio di maggioranza del suo studio legale<br />

la fa licenziare per essersi ribellata<br />

ai continui assalti di “mano morta”.<br />

Dopo aver perso il posto, Ally incontra<br />

l’ex compagno di studi Richard Fish<br />

(Greg German), titolare di uno studio<br />

legale che le propone di lavorare per<br />

lui al motto-diktat capitalistico “meno<br />

tasse!”; il destino vuole che in quell’ufficio<br />

lavori anche Billy, di cui Ally<br />

non ha mai dimenticato il sapore sulle<br />

labbra: il ragazzo che amava e che ama<br />

ancora, probabilmente corrisposta; solo<br />

che nel frattempo lui si è sposato con<br />

la bella Georgia (Courtney Thorne-<br />

Smith), guarda caso anche lei avvocatessa:<br />

apparentemente senza un difetto<br />

e per di più simpatica, la moglie di Billy<br />

è destinata a diventare la migliore<br />

amica di Ally. Socio dello studio è anche<br />

John Cage (Peter MacNicol) detto<br />

“biscottino”, uno <strong>dei</strong> personaggi più<br />

ipocondriaci della televisione: fischia<br />

dal naso e balbetta quando è in imbarazzo,<br />

usa suole rumorose in aula per<br />

distrarre la controparte, brevetta il telecomando<br />

per pulire a distanza la tazza<br />

del bagno unisex dello studio che<br />

funge da confessionale, conquista le le<br />

donne facendo il verso a Barry White.<br />

Così la critica americana: “Ally Mc-<br />

Beal è tutto ciò che un <strong>telefilm</strong> che voglia<br />

presentarci uno spaccato di fine<br />

anni ’90 dovrebbe essere: è tagliente,<br />

esilarante nei dialoghi, ha un cast di talento<br />

e propone storie coinvolgenti.<br />

Come si può non amarlo?” (“Entertainment<br />

Weekly”); “c’è un po’di Ally<br />

in tutti noi! Ally dice quello che tu<br />

avresti voluto dire ma sei felice di non


Ally McBeal<br />

aver detto” (“Tv Guide”). Non è un caso<br />

che la serie si sia aggiudicata una<br />

miriade di premi e riconoscimenti: oltre<br />

ai prestigiosi 7 Emmy Awards e ai 4<br />

Golden Globes, il <strong>telefilm</strong> si è aggiudicato<br />

due ASCAP per le musiche di Vonda<br />

Shepard, un International Monitor<br />

Award (ricevuto per le “migliori innovazioni<br />

in una serie tv”), un Peabody<br />

Award (il premio vinto dalle fiction<br />

che denotano notevoli valenze morali<br />

o sociali), un SAG Award, due TCA<br />

Awards e 3 Q Awards (il riconoscimento<br />

votato dal gruppo Viewers for<br />

Quality Television, l’associazione che<br />

rappresenta i telespettatori americani).<br />

A riprova di quanto il serial abbia fatto<br />

breccia anche nel pubblico italiano, ci<br />

sono i titoli di “migliore serie comica”<br />

e “migliore serie legale di tutti i tempi”<br />

assegnati nel 2004 dal sondaggio dell’Accademia<br />

<strong>dei</strong> Telefilm per i 50 anni<br />

della tv italiana; nello stesso referendum,<br />

Calista Flockhart è stata eletta<br />

“miglior attrice di sempre in una serie<br />

televisiva”. Gran merito dell’operazione<br />

va senz’altro all’ideatore-produttore<br />

esecutivo David E. Kelley, già<br />

dietro le quinte <strong>dei</strong> successi pluripremiati<br />

di Chicago Hospital, La famiglia<br />

Brock, L.A. Law – Avvocati a Los Angeles<br />

e del cross-over The Practice-<br />

Professione avvocati, antecedente di<br />

sei mesi rispetto al debutto di Ally Mc-<br />

Beal. Calista Flockhart interpreta alla<br />

perfezione, con i picchi della parodia,<br />

una giovane donna che evidenzia tutte<br />

le ansie, le paranoie e gli incubi di chi<br />

vive con la testa tra le nuvole, di chi ha<br />

visto abbattere uno a uno tutti i propri<br />

ideali, di chi pensa che gli uomini siano<br />

tutti uguali (“sono come la gomma<br />

americana: una volta assaggiata una le<br />

hai assaggiate tutte”). Tra coloro che<br />

gravitano nello stralunato mondo della<br />

McBeal emergono altresì le figure del­<br />

30<br />

la segretaria iper-(de)efficiente nonché<br />

mangia-uomini Elaine Bassell (Jane<br />

Krakowski) e la sexy Renee Raddick<br />

(Lisa Nicole Carson), la coinquilina<br />

femminista di colore di Ally che<br />

funge da confidente. Successivamente<br />

entrano in scena: la sofisticata ed attraente<br />

Nell Porter (Portia de Rossi),<br />

destinata ad intrecciare una relazione<br />

con “biscottino”; la cinica e graffiante<br />

Ling Woo (Lucy Liu), che con le sue<br />

tecniche amatorie farà andare in estasi<br />

Richard. In una delle puntate più strazianti,<br />

dopo aver lasciato la moglie,<br />

Billy muore per un tumore al cervello<br />

in aula, confessando il suo eterno amore<br />

ad Ally: il suo posto viene preso allo<br />

studio da Mark Albert (James Le-<br />

Gros), mentre nel cuore della protagonista<br />

subentra l’avvocato Larry Paul<br />

(interpretato da Robert Downey jr, che<br />

nel corso delle riprese ha avuto problemi<br />

di droga e ha dovuto abbandonare il<br />

set). Nel quinto e ultimo ciclo entra in<br />

scena un gruppo di personaggi inconsistenti<br />

e, talvolta, irritanti: Jenny<br />

Show (Julianne Nicholson), un’avvocatessa<br />

che in un sol colpo ha perso il<br />

lavoro e il fidanzato e in cui Ally si rivede<br />

da giovane, tanto da assumerla<br />

presso lo studio; Glenn Foy (James<br />

Marsden), l’ex ragazzo di Jenny che –<br />

guarda caso – è stato assunto da Cage e<br />

Fish (un altro dettaglio per moltiplicare<br />

le paranoie di Ally quando si sente<br />

attratta da Glenn); l’avvocato della<br />

controparte Raymond Milbury (John<br />

Hopkins), ex collega di Jenny che s’invaghisce<br />

di Ally; Corretta Lipp (Regina<br />

Hall), altro nuovo acquisto dello<br />

studio. Ally scopre addirittura di avere<br />

una figlia di 10 anni: Maddie (Hayden<br />

Panettiere) è nata da uno degli ovuli<br />

donati da ragazza a un centro per la cura<br />

della sterilità. Nel frattempo, dopo<br />

essere diventata socio dello studio, la


31 Alta marea<br />

nostra stringe un legame con il saggio<br />

baby-sitter Victor, interpretato da Jon<br />

Bon Jovi. In Italia la serie ha fatto clamore<br />

per il bacio tra Ally e Ling quando<br />

la prima è in crisi nera con l’altro<br />

sesso tanto da chiedersi: “come mai<br />

tutti quelli che s’innamorano di me lasciano<br />

la città?”; l’onorevole Umberto<br />

Bossi ha chiesto le dimissioni del Presidente<br />

della Rai Roberto Zaccaria per<br />

le immagini diffuse da Blob (ma la scena<br />

era andata originariamente in onda<br />

su Canale 5), suscitando un dibattito<br />

sulle “ally” della politica. Tra le molte<br />

guest-stars che si susseguono nel corso<br />

del serial si segnalano: Bruce Willis,<br />

Lara Flynn Boyle, Anna Nicole<br />

Smith, Rosie O’Donnell, John Ritter<br />

(Tre cuori in affitto), Sandra Bernhard,<br />

Farrah Fawcett, Anne Heche, Matthew<br />

Perry, Christina Ricci, Mariah Carey,<br />

Jacqueline Bisset, la modella Cindy<br />

Margolis, Heather Locklear, Tracey Ullman<br />

(è la terapista di Ally che le confida:<br />

“sono quelle come te che mi danno<br />

da vivere”) e, nei panni di sé stessi,<br />

Barry White, Randy Newman, Macy<br />

Gray, Gloria Gaynor, Barry Manilow,<br />

Sting, Anastacia, Elton John (in corrispondenza<br />

del lancio del singolo “I<br />

want love”: non per niente ha fatto interpretare<br />

a Robert Downey jr. il video<br />

della canzone), e Tina Turner. A metà<br />

strada tra una sorta di “Woody Allen in<br />

tacchi a spillo” e “la versione anni 2000<br />

di Mary Tyler Moore”, Ally si stende<br />

sul lettino della propria analista “vomitando”<br />

patemi d’animo in orizzontale.<br />

Ma la miglior consulente della protagonista<br />

è Ally stessa: i suoi esami di autocoscienza<br />

sono diventati momenti cult<br />

generazionali. E risulta assolutamente<br />

irresistibile quando si autodefinisce<br />

“vittima delle mie stesse scelte”. Calista<br />

Flockhart è talmente entrata nella<br />

parte da risentire sulla propria pelle tut-<br />

ta l’insicurezza del personaggio da lei<br />

interpretato: a tal punto che più di un<br />

esperto di gossip ha ipotizzato che l’attrice<br />

sia diventata anoressica per aver<br />

assimilato oltremisura le frustrazioni di<br />

Ally. L’avvocatessa che non riesce a difendere<br />

se stessa dai guai in cui finisce<br />

per caso o per scelta; lei, che sul finire<br />

della prima puntata esclama il suo credo<br />

di vita: “la verità è che forse non voglio<br />

essere felice o soddisfatta. Perché<br />

poi? Cosa potrei desiderare? In fin <strong>dei</strong><br />

conti a me piace la caccia; la ricerca è<br />

divertente. Più sei giù e più sono belle le<br />

cose che ti possono capitare. Pensate un<br />

po’, mi sto divertendo un mondo e non<br />

me ne rendo conto”.<br />

Alta marea (High Tide) Con: George<br />

Segal, Rick Springfield, Yannick Bisson,<br />

Diana Frank, Julie Cialini. Produzione:<br />

Usa, 1994, poliziesco/avventura,<br />

colore (70/60).<br />

COTTO<br />

“È come se Magnum P.I. fosse andato<br />

in vacanza a Baywatch”. Il giudizio<br />

con il quale la critica americana ha salutato<br />

l’esordio di questo <strong>telefilm</strong> è<br />

forse troppo sintetico ma ben ne racchiude<br />

il taglio. Sulle spiagge di Malibu<br />

non ci sono solo i bagnini di<br />

Baywatch: all’High Tide Bar, tra cocktail<br />

afrodisiaci e bloody-mary, ha messo<br />

le tende Gordon (George Segal), un<br />

ex agente dell’FBI che ha deciso di trasferire<br />

le sue indagini in riva al mare.<br />

Lo aiutano nei casi che (sotto il sole)<br />

diventano sempre più scottanti, un ex<br />

poliziotto di nome Mick Barret (la<br />

rockstar Rick Springfield) e il fratello<br />

minore di quest’ultimo, Joey (Yannick<br />

Bisson). Nel corso delle indagini on<br />

the beach, il tris d’investigatori s’imbatte<br />

in donne bellissime, il più delle<br />

volte in bikini: come Julie Cialini,<br />

Playmate ’95 di “Playboy”, nelle ri­


Alta marea<br />

dotte vesti di Annie. L’assistente di<br />

Gordon, Fritz Boller, è stata dapprima<br />

interpretata da Cay Helnich, che dopo<br />

poche puntate ha scoperto di essere incinta<br />

lasciando il ruolo a Diana Frank.<br />

Il “grande vecchio” George Segal indossa<br />

i panni di un detective a metà<br />

strada tra Colombo e Mike Hammer,<br />

con tanto di borsalino di paglia, barba<br />

incolta e cravatte fantasia; la rockstar<br />

Springfield è un ex poliziotto assetato<br />

di quella giustizia che quand’era in<br />

uniforme non sempre otteneva. Girato<br />

tra Malibu, Bali e le Isole Bermuda, il<br />

<strong>telefilm</strong> ideato da Jeff Franklin e Steve<br />

Waterman segna altresì il debutto di<br />

Donna D’Errico, futura star di<br />

Baywatch. Stu Segall è il produttore<br />

esecutivo; Alan Williams compone la<br />

colonna sonora. Tra le guest-stars<br />

compaiono David Soul, Lucy Lawless,<br />

Denise Richards, Krista Allen,<br />

Tanya Roberts. Le riprese in interni sono<br />

state effettuate a Ventura, in California,<br />

nonché in Australia, Nuova<br />

Zelanda e alle Fiji.<br />

Alta marea (Riptide) Con: Ty Hardin,<br />

Chris Christensen, Jonathan<br />

Sweet, Sue Costin, Slim DeGrey. Produzione:<br />

Australia, 1968, avventura,<br />

colore (26/60’).<br />

Da non confondere con i due omonimi<br />

americani Alta marea (1994) e Riptide<br />

(1984); anche qui, tuttavia, ci sono di<br />

mezzo avventure sul pelo dell’acqua.<br />

La prima serie australiana da un’ora<br />

interamente a colori vede protagonista<br />

l’americano Moss Andrews (interpretato<br />

da Ty Hardin, l’unico attore non<br />

australiano del cast), il quale dopo aver<br />

perso la moglie in un incidente stradale<br />

si trasferisce in Australia. Qui affianca<br />

il suocero Barney Duncan (Chris<br />

Christensen, deceduto nel corso delle<br />

riprese) nella piccola impresa di tra­<br />

32<br />

sporto navale “Charter Boat” (originariamente<br />

la serie s’intitolava proprio<br />

così). Alla coppia in “onda” si aggiungono<br />

in tuffo Neil Winton (Jonathan<br />

Sweet), uno studente di medicina salvato<br />

da Moss dalle grinfie di alcuni criminali<br />

e Judy Plenderleith (Sue Costin),<br />

la figlia di un magnate di Sydney<br />

nonché fidanzata di Neil: entrambi i<br />

personaggi sono stati eliminati, rispettivamente,<br />

dal nono e dall’undicesimo<br />

episodio a causa di un improvviso taglio<br />

del budget (prima di allora, il costo<br />

di una puntata gravitava tra i<br />

55.000 e i 120.000 dollari). Meno di rilievo<br />

risulta l’aiutante di bordo Carl<br />

(Slim DeGrey). Guy V. Thayer jr. firma<br />

da produttore esecutivo; l’inglese<br />

Robert Banks Stewart collabora alla<br />

produzione al fianco di Ralph Smart.<br />

Tommy Tycho è l’autore della colonna<br />

sonora. Della serie girata tra Sydney e<br />

la regione del North Queensland ha<br />

scritto “Tv Week”: “a suo favore vanno<br />

l’eccellente regia, il cast tecnico, le<br />

maestranze e… Ty Hardin; a suo discapito<br />

si segnalano le storie prive di<br />

mordente, il ritratto inverosimile dell’Australia<br />

e… Ty Hardin”.<br />

Altra faccia di Frankenstein, L’<br />

(Struck by Lightning) Con: Jeffrey<br />

Kramer, Jack Elan, Millie Slavin, Bill<br />

Erwin. Produzione: Usa, 1979, sitcom,<br />

colore (6/30’).<br />

STRACOTTO<br />

Solo poche puntate per una parodia sul<br />

mito di Frankenstein: ora vive nel<br />

Maine, alla locanda Brightwater Inn,<br />

come tuttofare. La sit-com vede protagonista<br />

il professor Ted Stein (Jeffrey<br />

Kramer), un insegnante di scienze di<br />

Boston che eredita l’alberghetto dal<br />

nonno e che successivamente scopre<br />

di essere un discendente <strong>dei</strong> Frankenstein.<br />

Jack Elan interpreta Frank, il


33 Amen<br />

mostro 231enne con “soli” 50 anni di<br />

vita a disposizione; Millie Slavin veste<br />

i panni di Nora, colei che più di tutti si<br />

aspettava l’eredità dell’hotel per il<br />

quale lavora; Bill Erwin è Glenn, uno<br />

<strong>dei</strong> clienti. Arthur Fellows e Terry<br />

Keegan sono i produttori esecutivi della<br />

serie girata cinque anni dopo il successo<br />

cinematografico di Frankenstein<br />

jr. di Mel Brooks. Al contrario<br />

dell’America, dove ne sono andate in<br />

onda solo la metà, l’Inghilterra ha trasmesso<br />

tutte e sei le puntate del serial.<br />

Altro Simenon, L’ Con: interpreti<br />

vari. Produzione: Italia, 1979, poliziesco,<br />

colore (4/60’).<br />

Gli episodi della serie sono tratti dagli<br />

“altri” romanzi dello scrittore francese<br />

Georges Simenon, quelli cioè dove<br />

non compare l’arcinoto Maigret. E in<br />

effetti, rispetto a Le inchieste del commissario<br />

Maigret (1964), questa trasposizione<br />

risulta meno efficace. Tra<br />

gli interpreti che si susseguono si fanno<br />

notare Piera Degli Esposti, Renato<br />

De Carmine, Marzio Onorato, Ida Di<br />

Benedetto, Irma De Simone, Marisa<br />

Laurito, Liù Bosisio, Teresa Ricci,<br />

Adolfo Celi, Alida Valli. La sceneggiatura<br />

è curata da Umberto Ciappetti.<br />

Amanda (Amanda’s) Con: Beatrice<br />

Arthur, Fred McCarren, Simone Griffeth,<br />

Tony Rosato, Rick Hurst, Michael<br />

Constantine. Produzione: Usa,<br />

1983, sit-com, colore (6/30’).<br />

Si tratta della versione americana della<br />

sit-com inglese Basil e Sybil (1975),<br />

scritta e interpretata da John Cleese <strong>dei</strong><br />

Monty Python. Nella trasposizione<br />

“stelle e strisce” è protagonista Beatrice<br />

Arthur nei panni di Amanda Cartwright,<br />

proprietaria del bizzarro hotel<br />

“Amanda’s by the Sea”, situato sulla<br />

costa del Pacifico e attorno al quale<br />

ruotano tutti gli altri protagonisti: il figlio<br />

manager Marty (Fred McCarren)<br />

e sua moglie Arlene (Simone Griffeth);<br />

il fattorino Aldo (Tony Rosato);<br />

il cuoco Earl (Rick Hurst); Krinsky<br />

(Michael Constantine), gestore dell’albergo<br />

Casa Krinsky e rivale d’affari<br />

di Amanda.<br />

Amen (Id.) Con: Sherman Hemsley,<br />

Clifton Davis, Anna Maria Horsford,<br />

Barbara Montgomery, Roz Ryan, Jester<br />

Hairstorn. Produzione: Usa, 1986,<br />

sit-com, colore (111/30’).<br />

Dopo aver mandato in lavanderia i<br />

panni di George Jefferson da un anno,<br />

Sherman Hemsley ci riprova con la sitcom,<br />

la prima a prendersi gioco di temi<br />

religiosi. L’attore interpreta il diacono<br />

maniacale Ernest Frye, che con tanto<br />

di laurea in legge ha ereditato dal padre<br />

la prima Comunità Ecclesiastica di<br />

Philadelphia; a mettergli i bastoni tra<br />

le croci ci pensa il Reverendo Reuben<br />

Gregory (Clifton Davis), impegnato a<br />

sgonfiare la mitomania di Frye; Thelma<br />

(Anna Maria Horsford) è la frustrata<br />

figlia trentenne del protagonista che<br />

s’invaghisce di Gregory portandolo all’altare;<br />

le sorelle pettegole Casietta e<br />

Amelia Hetebrink (interpretate rispettivamente<br />

da Barbara Montgomery e<br />

Roz Ryan), tra i membri della Comunità<br />

insieme a Rolly Forbes (Jester<br />

Hairstorn). James Brown appare nell’ultima<br />

puntata della sit-com cantando<br />

a squarciagola “I feel good!” nel<br />

corso di un Telethon organizzato da<br />

Frye per raccogliere fondi; M.C. Hammer,<br />

Kareem Abdul-Jabbar, Richard<br />

Roundtree, Halle Berry e Cuba Gooding<br />

jr. sfilano tra le altre guest-stars.<br />

Ed Weinberger è l’ideatore della serie.<br />

Bob Illes e James R. Stein firmano da<br />

produttori esecutivi. André Crouch è<br />

l’autore del tema musicale, mentre


America in bicicletta, L’<br />

Bruce Miller collabora alla colonna<br />

sonora. Fuori dal set, Davis ha realmente<br />

studiato teologia, per poi essere<br />

ordinato ministro nella Chiesa avventista<br />

del settimo giorno di Loma Linda<br />

(California).<br />

America in bicicletta, L’ (Breaking<br />

away) Con: Shaun Cassidy, Tom Wiggin,<br />

Jackie Earle Haley, Thom Bray,<br />

Vincent Gardenia, Barbara Barrie,<br />

Shelby Brammer. Produzione: Usa,<br />

1980, avventura, colore (8/60’).<br />

Basato sul film del 1979 di Peter Yates<br />

All American Boys, il serial ne propone<br />

interamente il plot, ovvero la storia di<br />

un quartetto di ragazzi di umili origini<br />

e <strong>dei</strong> loro ideali per il futuro. Figli di<br />

minatori, i quattro protagonisti coltivano<br />

sogni e aspirazioni differenti nella<br />

cittadina di Bloomington, nell’Indiana:<br />

Dave Stohler (Shaun Cassidy),<br />

un idealista patito della bici; l’atletico<br />

Mike Carnahan (Tom Wiggin); Moocher<br />

(Jackie Earle Haley), il ribelle del<br />

gruppo; l’intellettuale Cyril (Thom<br />

Bray). Attorno al poker di amici ruotano<br />

le figure di Ray Stohler (Vincent<br />

Gardenia), il padre di Dave, venditore<br />

di macchine usate; Evelyn (Barbara<br />

Barrie), moglie di Ray e madre di Dave;<br />

Nancy (Shelby Brammer), la ragazza<br />

di Moocher. Due protagonisti<br />

della serie – Haley e Barrie – facevano<br />

parte anche del cast del film. Nonostante<br />

sia ambientato nell’Indiana, il<br />

serial è stato girato ad Athens, in Georgia.<br />

Il modello della bicicletta di Dave<br />

si chiama La strada e, ai tempi delle riprese,<br />

valeva 1200 dollari.<br />

American Gothic (Id.) Con: Gary<br />

Cole, Jake Weber, Paige Turco, Lucas<br />

Black. Produzione: Usa, 1995, thriller/fantastico,<br />

colore (22/60’).<br />

CULT<br />

34<br />

In una cittadina del Sud Carolina il<br />

tempo sembra essersi fermato. Pochi<br />

crimini, gente cordiale, porte sempre<br />

aperte, bambini che giocano nei prati.<br />

A Trinity, i mali della società odierna<br />

sembrano lontani mille miglia, forse<br />

anche grazie a uno sceriffo diverso dagli<br />

altri, con una sua legge privata e<br />

una sua personalissima morale...:<br />

quella del diavolo, probabilmente.<br />

“Nella vita bisogna scegliere: il Bene o<br />

il Male. In mezzo c’è solo la morte o,<br />

peggio, l’oblio”. Con questo motto, in<br />

città comanda una sola persona: Lucas<br />

Buck (Gary Cole). Lui è sceriffo, giudice,<br />

corte marziale, boia. Ma non solo:<br />

dotato di poteri paranormali, è in<br />

grado di fare, in tutti i sensi, il brutto e<br />

il cattivo tempo. Conosce ogni particolare<br />

della vita di chiunque, passato o<br />

futuro che sia. E con i destini è capace<br />

di giocarci fino alla sottomissione. La<br />

sua personalità ipnotizzante ha plagiato<br />

tutti... Tutti tranne il Dottor Matt<br />

Crower (Jake Weber), appena arrivato<br />

in città per assumere il ruolo di medico<br />

presso l’ospedale, nonché per dimenticare<br />

un oscuro passato da alcolista.<br />

Egli non conosce la potenza dello sceriffo<br />

ma intuisce che dietro quel volto<br />

si nascondono una, dieci, cento facce<br />

diverse; mille personalità in grado di<br />

affascinarti o distruggerti, di tenerti in<br />

mano per poi mollarti di colpo. Ma il<br />

Dottore non è il solo nuovo arrivo: la<br />

bella Gail Emory (Paige Turco) torna<br />

nei luoghi della sua infanzia per ritrovare<br />

il cugino undicenne Caleb Temple<br />

(Lucas Black), uno degli ultimi “ribelli”<br />

alla dittatura diabolica di Buck.<br />

Troverà sì Caleb, ma anche molte storie<br />

di “ordinaria paranormalità” da<br />

scrivere sul giornale per il quale lavora.<br />

Completano il quadretto ben poco rassicurante<br />

la “dark lady” Selena<br />

Coombs (Brenda Bakke), irresistibil­


35 Amici del cuore, Gli<br />

mente affascinante ma più pericolosa<br />

di una serpe nel letto; il fantasma di<br />

Merlyn Temple (Sarah Paulson), che<br />

aiuterà il fratello Caleb a fuggire dall’onnipotenza<br />

dello sceriffo. Visioni,<br />

incubi, omicidi, ritorni dall’aldilà, dal<br />

passato, dall’inferno: in un’atmosfera a<br />

metà strada tra la rassicurante American<br />

way of life e i racconti dell’orrore<br />

con l’Uomo Nero, il <strong>telefilm</strong> è un afrodisiaco<br />

cocktail di generi, da Twin<br />

Peaks a X-Files, da Ai confini della<br />

realtà a Pulp fiction: il tutto prodotto<br />

dal cineasta DOC Sam Raimi (L’armata<br />

delle tenebre, Darkman, La Casa, Hercules),<br />

dalla filmografia che sprizza<br />

fantasy da ogni poro; Robert Tapert e<br />

Robert Palm sono gli altri produttori<br />

esecutivi. Il creatore della serie, Shaun<br />

Cassidy, spiega gli intenti del serial:<br />

“volevamo qualcosa di nuovo e di antico<br />

insieme, una serie che ricordasse<br />

certi racconti di Stephen King come It<br />

o Shining. Un <strong>telefilm</strong> che provocasse<br />

paura, che facesse balzare sulla sedia o<br />

chiudere gli occhi per il terrore, che<br />

sorprendesse lo spettatore senza un briciolo<br />

di violenza. E questo, vista la televisione<br />

di oggi, potrebbe essere il vero<br />

aspetto scioccante...”. Le riprese sono<br />

state effettuate a Wilmington, nella Carolina<br />

del nord. La colonna sonora è<br />

composta da Joseph LoDuca. Evan Rachel<br />

Wood compare come guest-star.<br />

American story (The American<br />

Short Story) Con: interpreti vari. Produzione:<br />

Usa, 1977, drammatico, colore<br />

(17/60’-30’).<br />

Serie antologica a sfondo pedagogico<br />

sulla scorta di storie tratte da autori del<br />

calibro di Francis Scott Fitzgerald, Ernest<br />

Hemingway, Stephen Crane, John<br />

Updike. Tra gli interpreti si notano, tra<br />

gli altri, Eric Roberts, Tommy Lee Jones,<br />

Ron Howard. Da notare che gli<br />

episodi non hanno mai una durata unica:<br />

alcune puntate non superano la<br />

mezz’ora, altre sfiorano l’ora. Robert<br />

Geller firma da produttore esecutivo.<br />

Amiche nemiche (Freundschaft mit<br />

Herz) Con: Mariele Millowitsch, Tamara<br />

Rohloff, Walter Slitter. Produzione:<br />

Germania, 1996, drammatico,<br />

colore (48/60’; 2/90’).<br />

È la storia dell’insolita amicizia che<br />

nasce tra due donne: la prima, Marie<br />

Melek (Mariele Millowitsch), è appena<br />

uscita da una relazione fallimentare<br />

e ha deciso di lasciare il suo<br />

lavoro da infermiera; la seconda, Ilka<br />

Frowein (Tamara Rohloff), è sicura<br />

di sé e incarna il mito di donna emancipata<br />

e attraente. Le due fanno amicizia<br />

ad Amburgo; con l’aiuto di Ilka,<br />

Marie riesce a superare un test d’ammissione<br />

per essere assunta alle dipendenze<br />

di un hotel internazionale<br />

(del gruppo Hansson). Ma ben presto<br />

le due amiche diventano rivali sul lavoro,<br />

soprattutto nei confronti del direttore<br />

Ronald Schaefer (Walter Slitter),<br />

il capo di entrambe. Il serial, girato<br />

tra Amburgo, Sylt, New York e<br />

Long Island, è prodotto da Katharina<br />

Trebitsch e da Martin Rohrbeck quale<br />

produttore esecutivo. La colonna<br />

sonora è composta da Jens Langbein<br />

e Robert Schulte-Hemming. In patria<br />

il <strong>telefilm</strong> ha vinto nel 1996 un Golden<br />

Lion e un TeleStar. Nel 1999 la<br />

serie che si conclude con il matrimonio<br />

tra Marie e Ronald ha dato vita a<br />

uno spin-off (Hotel Elfie).<br />

Amici del cuore, Gli (Le miracle de<br />

l’amour; The Miracle of Love) Con:<br />

Hélène Rolles, Patrick Puydebat, Laly<br />

Meignan, Sébastien Courivaud, Lynda<br />

Lacoste, Karine Lollichon, Philippe<br />

Vasseur, Laure Guibert, Olivier Seve­


Amici di papà, Gli<br />

stre. Produzione: Francia, 1995, sitcom,<br />

colore (160/30’).<br />

Hélène è cresciuta. Dopo due anni di<br />

campus universitario, dopo un biennio<br />

in una piccola stanza condivisa con le<br />

compagne, ha ora deciso di prendere<br />

in affitto una grande casa con i suoi<br />

amici. Tutti simpatici, indipendenti,<br />

appena usciti dal “tempo delle mele”.<br />

Tutti sotto lo stesso tetto; tutti, chi più<br />

chi meno, innamorati; tutti nello spinoff<br />

del fortunato Hélèn e i suoi amici<br />

(1992). Hélène Girard (Hélène Rolles)<br />

ha lasciato casa da alcuni anni per frequentare<br />

l’università; è dolce, gentile,<br />

ama la natura e Nicolas (Patrick Puydebat).<br />

Quest’ultimo, pur essendo al<br />

primo anno di lettere, studia svogliatamente,<br />

attratto più dalla musica e dalla<br />

chitarra; è bello e romanticamente innamorato<br />

della sua fidanzata. La graziosa<br />

Laly (Laly Meignan) è francobrasiliana;<br />

il suo nome è il diminutivo<br />

di Eulalie, tramandato dai tempi della<br />

sua bisnonna fino a lei; la ragazza non<br />

ha mai dimenticato il fidanzato Ludovic,<br />

morto in un incidente motociclistico<br />

sei mesi prima. Sébastien (Sébastien<br />

Courivaud) è appena tornato da<br />

Londra, dove ha studiato per tre anni; è<br />

anch’egli un ottimo musicista ed esce<br />

con Linda (Lynda Lacoste), top-model<br />

australiana con accento anglosassone.<br />

Nathalie (Karine Lollichon) ha un debole<br />

per il sesso forte e, in particolare,<br />

per Nicolas. José (Philippe Vasseur) ha<br />

vent’anni ed è di origini sudamericane,<br />

è l’unico che non studia: lavora come<br />

cameriere in un ristorante; è altresì un<br />

eccellente tastierista, ha subito il classico<br />

“colpo di fulmine” per Hélène e<br />

forse per questo si rivela competitivo<br />

con Nicolas; dopo aver intrecciato una<br />

relazione con Nathalie ora esce con la<br />

dolce e affascinante Bénédicte (Laure<br />

Guibert). A completare il gruppo di<br />

36<br />

amici c’è Olivier (Olivier Sevestre),<br />

amico di Christophe nonché bravo<br />

percussionista. Divisi tra le faccende<br />

domestiche e quelle di cuore, tra la casa,<br />

la palestra, il bar e il garage adibito<br />

a sala prove, i protagonisti vivono<br />

giorno per giorno il passaggio dall’adolescenza<br />

alla maturità, dividendosi<br />

responsabilità e risolvendo questioni<br />

problematiche non senza un tocco di<br />

sano umorismo. La serie è firmata dalla<br />

AB Productions, la stessa di Primi<br />

baci e Helen e i suoi amici.<br />

Amici di papà, Gli (Full House)<br />

Con: Bob Saget, John Stamos, Lori<br />

Loughlin, Dave Coulier, Candace Cameron,<br />

Jodie Sweetin, Mary Kate,<br />

Ashley Olsen. Produzione: Usa, 1987 ,<br />

sit-com, colore (192/30’).<br />

La storia, ambientata a San Francisco,<br />

ruota attorno alla figura di Danny Tanner<br />

(Bob Saget), un vedovo con tre figlie<br />

scatenate a carico e con una carriera<br />

di presentatore televisivo di successo<br />

da gestire. Per questo il nostro decide<br />

di chiedere una mano al cognato<br />

Jesse Cochian (John Stamos), un chitarrista<br />

rock che si è convertito a una<br />

vita più tranquilla dopo aver conosciuto<br />

Rebecca Donaldson (Lori Loughlin),<br />

la sua nuova fidanzata che è tra<br />

l’altro collega di Danny. E visto che le<br />

ragazzine da accudire sono tre, Danny<br />

chiede aiuto anche al suo amico Joey<br />

(Dave Coulier), un aspirante comico<br />

che nell’attesa di diventare il nuovo<br />

Jim Carrey si dedica alla cucina, alle<br />

pulizie e soprattutto alle donne. A<br />

completare il quadretto ben poco familiare<br />

rispondono all’appello le tre “pesti”<br />

di casa, tre autentiche forze della<br />

natura: Donna Jo detta “D.J.” (Candace<br />

Cameron) è una teenager che sta cominciando<br />

a muovere i primi passi nell’American<br />

way of life; Michelle (in­


37 Amico Gipsy, L’<br />

terpretata dalle gemelline debuttanti<br />

Mary Kate e Ashley Olsen) è una bambina<br />

che sta cominciando a muovere i<br />

primi passi nel vero senso della parola;<br />

Stephanie (Jodie Sweetin) è tanto vispa<br />

quanto precoce. Circa a metà del<br />

<strong>telefilm</strong>, Jesse modifica il suo cognome<br />

in Katsopolis dopo la visita <strong>dei</strong><br />

nonni dalla Grecia: lo stesso interprete,<br />

John Stamos, aveva origini greche<br />

(il suo vero cognome era Stamotopulos).<br />

I produttori esecutivi sono Thomas<br />

L. Miller e Robert L. Boyett, già<br />

in coppia dietro i successi di Happy<br />

Days e Mork e Mindy. Il tema musicale,<br />

“Everywhere You Look”, è composto<br />

da Jeff Franklin (anche ideatore e<br />

produttore esecutivo della sit-com),<br />

Jesse Frederick e Bennett Salvay. Tra<br />

le guest-stars in scena: Scott Baio,<br />

Mickey Rooney, Erika Eleniak e, nei<br />

panni di sé stessi, i Beach Boys, Suzanne<br />

Somers, Little Richard, Frankie<br />

Avalon e Kareem Abdul-Jabbar. La serie<br />

è andata in onda in Italia anche con<br />

il titolo Padri in prestito. Tra i riconoscimenti<br />

si calcolano 4 ASCAP Awards<br />

e 6 Young Artist Awards (di cui 3 alle<br />

gemelline Olsen).<br />

Amico di legno, L’ (What a Dummy)<br />

Con: David Doty, Annabel Armour,<br />

Stephen Dorff, Joshua Rudoy, Janna<br />

Michaels, Kaye Ballard. Produzione:<br />

Usa, 1990, avventura, colore (24/30’).<br />

Un vecchio zio ventriloquo muore lasciando<br />

in eredità alla famiglia un baule<br />

pieno di burattini. Figuratevi le facce<br />

<strong>dei</strong> Branningan quando scoprono<br />

che uno di loro, Buzz, pensa, parla e<br />

agisce come un umano. Di più: commenta<br />

sarcasticamente gli usi e i costumi<br />

di quei pupazzi in... carne ed ossa.<br />

Tra gli esterrefatti membri della famiglia<br />

protagonista, residente a Secaucus<br />

nel New Jersey: papà Ed (David<br />

Doty), mamma Polly (Annabel Armour)<br />

e i tre figli: l’allupato Tucker<br />

(Stephen Dorff) di 16 anni, l’intellettuale<br />

Cory (Joshua Rudoy) di 11 e la<br />

graziosa Maggie (Janna Michaels) di<br />

6. Kaye Ballard interpreta la vicina<br />

Treva Travalony. Mark Rappaport<br />

muove i fili del protagonista. Pat Morita<br />

compare in un cameo.<br />

Amico fantasma, L’ (Randall and<br />

Hopkirk (Deceased)) Con: Mike Pratt,<br />

Kenneth Cope, Annette Andre, Ivor<br />

Dean. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1969, avventura/fantastico, colore<br />

(26/60’).<br />

Jeff Randall (Mike Pratt) e Marty<br />

Hopkirk (Kenneth Cope) sono una<br />

coppia di detective privati specializzati<br />

in casi di divorzio. La loro unione<br />

sembra bruscamente interrompersi<br />

quando Marty viene ucciso da un malvivente,<br />

ma egli torna come fantasma<br />

ad aiutare il collega-amico a smascherare<br />

il colpevole, perdendo la possibilità<br />

di salire in cielo e rimanendo uno<br />

spirito che può essere visto solo da<br />

Jeff: prima di avere un’altra possibilità<br />

per “ascendere”, Marty dovrà aspettare<br />

100 anni. Annette Andre interpreta<br />

Jeannie, la vedova Hopkirk; Ivor Dean<br />

veste i panni dell’ispettore Large.<br />

Monty Berman è il produttore per la<br />

ITC. Edwin T. Astley e Anders Melander<br />

compongono a quattro mani la musica<br />

originale. Il creatore della serie,<br />

Dennis Spooner, è anche consulente<br />

esecutivo delle sceneggiature. Nel<br />

2000 è stato prodotto un remake sempre<br />

battente bandiera inglese: nonostante<br />

permanga l’umorismo di fondo<br />

che caratterizzava la serie del 1969, la<br />

nuova versione punta maggiormente su<br />

casi soprannaturali ed effetti molto speciali.<br />

Amico Gipsy, L’ (The Littlest Hobo)


Amo non amo<br />

Con: interpreti vari. Produzione: Canada,<br />

1963, avventura, b/n (114/30’).<br />

Una delle rarissime serie televisive a<br />

non avere alcun protagonista umano<br />

ricorrente vede in prima fila un pastore<br />

tedesco di nome Gipsy (nella versione<br />

originale si chiamava Hobo). Libero e<br />

indipendente come nessun quadrupede,<br />

il migliore amico dell’uomo si getta<br />

in aiuto delle persone in difficoltà<br />

che trova sul suo cammino. Arthur<br />

Weinthal e Seymour Berns firmano da<br />

produttori esecutivi. Le riprese sono<br />

state effettuate a Vancouver e dintorni,<br />

in Canada. Nel 1979 il <strong>telefilm</strong> ha dato<br />

vita a un sequel (in cui il cane al centro<br />

delle vicende si chiama London),<br />

mentre nel 1980 è stato realizzato un<br />

remake americano dal titolo Boomer<br />

cane intelligente.<br />

Amo non amo Con: interpreti vari.<br />

Produzione: Italia, 1989, drammatico,<br />

colore (8/60’).<br />

Come suggerisce il titolo, gli episodi<br />

della serie andrebbero sfogliati come i<br />

petali di una margherita: il tema centrale<br />

che unisce tutte e otto le puntate è<br />

l’amore di coppia nelle sue diverse<br />

sfaccettature. Tra gli interpreti che sfilano<br />

davanti alla macchina da presa di<br />

Luigi Perelli si nota Ottavia Piccolo.<br />

Amore di contrabbasso, Un<br />

(Friends and Lovers) Con: Paul Sand,<br />

Michael Pataki, Penny Marshall, Dick<br />

Wesson, Steve Landesberg, Craig Richard<br />

Nelson. Produzione: Usa, 1974,<br />

sit-com, colore (13/30’).<br />

Nella situation-comedy ambientata a<br />

Boston, il giovane timido e romantico<br />

Robert Dreyfuss (Paul Sand) vince un<br />

posto da suonatore di contrabbasso<br />

nelle file della Boston Symphony Orchestra.<br />

Attorno alla sua figura ruotano:<br />

il fratello Charlie (Michael Pataki);<br />

38<br />

Janice (Penny Marshall), la moglie di<br />

Charlie; Jack Reardon (Dick Wesson),<br />

il manager dell’orchestra; Fred Meyerbach<br />

(Steve Landesberg), il violinista<br />

amico di Robert; il giovane direttore<br />

Mason Woodruff (Craig Richard Nelson).<br />

Henry Winkler compare nel primo<br />

episodio. James L. Brooks e Allan<br />

Burns sono i produttori esecutivi della<br />

serie che in America non è riuscita a rosicchiare<br />

pubblico alla forte concorrenza<br />

di Arcibaldo e Mary Tyler Moore,<br />

andando incontro a una inevitabile<br />

cancellazione. La colonna sonora è<br />

composta da Patrick Williams. Teri<br />

Garr compare in un cameo. Penny<br />

Marshall compare dietro la cinepresa<br />

alla stessa stregua di Paul Sand.<br />

Amore e ghiaccio (Lance et<br />

compte) Con: Carl Marotte, Sam Stone.<br />

Produzione: Francia/Irlanda/Canada,<br />

1986, drammatico, colore (39/30’).<br />

Luci accese sulla vita personale e professionale<br />

di Pierre Lambert (Carl Marotte),<br />

giocatore professionista di<br />

hockey su ghiaccio dell’NHL, il campionato<br />

americano-canadese. Tra i<br />

pregi del serial, che non disdegna di<br />

addentrarsi dietro le quinte dello sport<br />

on ice, quello di mostrare scene dal taglio<br />

documentaristico tra spogliatoi e<br />

match importanti. Tra i personaggi ricorrenti<br />

emerge la figura dell’allenatore<br />

interpretato da Sam Stone.<br />

Amore impossibile (Freshman<br />

Dorm) Con: Paige French, Arlene Taylor,<br />

Robyn Lively, Matthew Fox, Kevin<br />

Mambo, Casper Van Dien, Justin<br />

Lazard, Lisa Fuller, Robin Thomas.<br />

Produzione: Usa, 1992, drammatico,<br />

colore (5/60’).<br />

Serie drammatica sulla convivenza di<br />

sette nuove reclute in un college del<br />

Sud della California. Lulu Abercrom­


39 Ancora tu<br />

bie (Paige French) è la ricca di turno;<br />

Kamala Consuelo Richardo (Arlene<br />

Taylor) è la ragazzina povera che dice<br />

ai suoi amici di chiamarsi K.C. Richards;<br />

Molly Flynn (Robyn Lively)<br />

proviene da Milwaukee; Danny Foley<br />

(Matthew Fox) è il fidanzato di<br />

Molly; Alex Woods (Kevin Mambo)<br />

è il ragazzo di colore; il surfista Zack<br />

Taylor (Casper Van Dien) divide la<br />

stanza con Alex; Joe Ellis (Justin Lazard)<br />

completa il gruppo di protagonisti.<br />

Tra gli altri personaggi ricorrenti:<br />

Cynthia (Lisa Fuller) e Sydney<br />

(Robin Thomas). In Italia il serial,<br />

tratto da una collana di romanzi di<br />

Linda Alper e Kevin Cooney, è andato<br />

in onda anche con il titolo (restrittivo)<br />

di Tre ragazze al college.<br />

Amore in soffitta (Love on a<br />

Rooftop) Con: Peter Deuel, Judy Carne,<br />

Rich Little, Barbara Bostock, Edith<br />

Atwater, Herb Voland, Sandy Kenyon.<br />

Produzione: Usa, 1966, sit-com, colore<br />

(30/30’).<br />

I parenti televisivi della coppia cinematografica<br />

Robert Redford-Jane<br />

Fonda di A piedi nudi nel parco vivono<br />

in un attico – che in realtà è una soffitta<br />

– sulla baia di San Francisco. I<br />

due novelli sposi, le loro vicende sentimentali<br />

e di vicinato, sono al centro<br />

di una sophisticated sit-com che mette<br />

in scena altresì la diversa estrazione<br />

sociale <strong>dei</strong> due protagonisti: Julie<br />

(Judy Carne) è benestante, Dave (Peter<br />

Deuel) un architetto che sbarca il<br />

lunario con una paga di 85 dollari alla<br />

settimana. Alla fine, tra mille imprevisti,<br />

all’ultimo piano del 1400 di Mc-<br />

Doogal Street l’amore trionfa nonostante<br />

l’intromissione <strong>dei</strong> vicini Stan e<br />

Carol Parker (Rich Little e Barbara<br />

Bostock) e della madre di Julie, Phyllis<br />

(Edith Atwater). Più di rado, e sem­<br />

pre sbuffando, si vede il padre della<br />

ragazza: Fred Hammond (Herb Voland)<br />

non vede di buon occhio il marito<br />

spiantato della figlia; quando viene<br />

invitato a cena dalla coppia protagonista,<br />

ne succedono inevitabilmente di<br />

tutti i colori. Sandy Kenyon interpreta<br />

Jim Lucas, il collega di Dave. E.W.<br />

Swackhamer produce e dirige la serie<br />

ideata da Harry Ackerman e Bernard<br />

Slade. La colonna sonora è composta<br />

da Warren Barker e Mundell Lowe.<br />

Amori e baci (Le miel et les<br />

abeilles) Con: Mallaury Nataf, Gérard<br />

Pinteau, Brigitte Lazaroo, Romain<br />

Jouffroy, Eric Millot, Olivier<br />

Vaillant, Hervé Noel, Annie Savarin.<br />

Produzione: Francia, 1992, sit-com,<br />

colore (200/30’).<br />

Amori e baci tra un gruppo di ragazzi<br />

francesi che hanno superato da poco<br />

“il tempo delle mele”. Attorno alla figura<br />

carismatica di Lola (Mallaury<br />

Nataf), ruotano: Antoine (Gérard Pinteau),<br />

Anne (Brigitte Lazaroo), Edouard<br />

(Romain Jouffroy), Eric (Eric<br />

Millot), Richard (Olivier Vaillant) e<br />

Jean-Francois (Hervé Noel). Tra gli<br />

adulti emerge il personaggio di Melanie<br />

(Annie Savarin). La serie ideata da<br />

Jean-François Porry è prodotta da Karine<br />

Karsenti.<br />

Ancora tu (You again?) Con: Jack<br />

Klugman, John Stamos, Elisabeth<br />

Bennett. Produzione: Usa, 1986, sitcom,<br />

colore (26/30’).<br />

Una decade dopo aver abbandonato<br />

La strana coppia, Jack Klugman è di<br />

nuovo protagonista di una turbinosa<br />

convivenza sotto lo stesso tetto: l’attore<br />

interpreta il pacifico e sornione<br />

Henry Willows, il direttore di un supermarket<br />

divorziato da dieci anni che<br />

accoglie in casa il figlio diciassettenne


Ancora una volta<br />

Matt (John Stamos). Non l’avesse mai<br />

fatto: il ragazzo si dimostra un playboy<br />

incallito, un fuorilegge da primato,<br />

una peste combina-guai. Tra una litigata<br />

e l’altra, s’intromette la domestica<br />

tipicamente inglese Enid Tompkins<br />

(Elisabeth Bennett), sempre prodiga di<br />

consigli e osservazioni al limite del<br />

femminismo. La serie è tratta dalla sitcom<br />

inglese Home to roost (1985, inedita<br />

in Italia), in onda in contemporanea<br />

alla versione americana e in cui la<br />

Bennett interpretava simultaneamente<br />

lo stesso personaggio di Enid: la produzione<br />

ha dovuto far fronte ai rimborsi<br />

<strong>dei</strong> biglietti da Londra a Los Angeles<br />

e viceversa.<br />

Ancora una volta (Once and again)<br />

Con: Billy Campbell, Sela Ward, Shane<br />

West, Evan Rachel Wood, Julia<br />

Whelan, Meredith Deane, Marin<br />

Hinkle, Susanna Thompson, Jeffrey<br />

Nordling. Produzione: Usa, 1999,<br />

drammatico, colore (63/60’).<br />

Galeotta fu la scuola <strong>dei</strong> figli, che li ha<br />

fatti incontrare e innamorare in un<br />

lampo: due genitori divorziati vanno a<br />

convivere sotto lo stesso tetto con i rispettivi<br />

figli e i reciproci casini. L’architetto<br />

Rick Sammler (Billy Campbell)<br />

ed Elisabeth “Lily” Manning (Sela<br />

Ward), proprietaria di una libreria,<br />

iniziano a condividere ex mariti-mogli,<br />

fiamme che ritornano, genitori invadenti,<br />

tradimenti assortiti, problemi<br />

adolescenziali da risolvere. Tra questi<br />

ultimi emergono quelli <strong>dei</strong> rispettivi figli:<br />

Rick affronta quelli del diciottenne<br />

dislessico Eli (Shane West), il quale ha<br />

difficoltà a scuola, nonché della quattordicenne<br />

Jessie (Evan Rachel Wood),<br />

alle prese con le prime mestruazioni e<br />

con i dubbi propri della pubertà; Lily si<br />

prende cura della sedicenne Grace (Julia<br />

Whelan), che si sente poco attraente<br />

40<br />

e dell’undicenne Zoe (Meredith Deane),<br />

la quale si veste con gli abiti di<br />

Grace quando non è in casa e sogna di<br />

diventare una ballerina. A complicare<br />

le vicende, entrano in scena: Judy<br />

Brooks (Marin Hinkle), la sorella di<br />

Lily; Karen (Susanna Thompson), l’ex<br />

moglie di Rick; Jake (Jeffrey Nordling),<br />

l’ex marito di Lily. La serie raggiunge<br />

l’apice quando mette in luce le<br />

incoerenze tra figli e genitori: come<br />

quando Rick esorta i figli a non fare<br />

sesso subito ma poi è impaziente di andare<br />

a letto con Lily e finiscono a farlo<br />

a casa di Judy. Dopo i trentenni di In<br />

famiglia e con gli amici (1987), gli<br />

ideatori e produttori esecutivi Marshall<br />

Herskovitz ed Edward Zwick accendono<br />

i riflettori sulla generazione<br />

successiva. Tra le caratteristiche del<br />

<strong>telefilm</strong>, spicca l’idea di inframmezzare<br />

il racconto con interviste fuori-scena<br />

ai personaggi (sullo schermo appaiono<br />

in una finestra in bianco e nero).<br />

La canzone-tema “Fade away” è<br />

di Daniel Cage; la colonna sonora è<br />

composta da W.G. Snuffy Walden.<br />

Adam Brody e Mischa Barton di The<br />

O.C. (2003) compaiono da gueststars;<br />

Eric Stoltz e Ally Sheedy sono<br />

tra gli altri volti noti. La serie ha vinto<br />

un Humanitas Prize nel 2001; Sela<br />

Ward si è aggiudicata un Emmy<br />

Award, un Golden Globe e un Q<br />

Award; Bill Campbell ha portato a casa<br />

un People’s Choice Award.<br />

Andy & Norman Con: Andrea<br />

Brambilla, Nino Formicola, Carlo Pistarino,<br />

Giobbe Covatta, Luana Colussi,<br />

Maria Grazia Cucinotta, Vanessa<br />

Rizzi. Produzione: Italia, 1991, sitcom,<br />

colore (18/30’).<br />

Andy e Norman (Andrea Brambilla e<br />

Nino Formicola) si conoscono dai tempi<br />

dell’università e fanno i pubblicitari


41 Angel<br />

o, come ama precisare il secondo, i<br />

“creativi”. Insieme condividono il loft<br />

che funge da casa-lavoro, “un posto<br />

sfigatissimo che una volta era un’industria<br />

di sapone e si vede”, come sottolinea<br />

Andy. Alla loro porta bussano stravaganti<br />

personaggi in cerca di campagne<br />

pubblicitarie per prodotti assurdi,<br />

tali da portare la loro società – la Publinvest<br />

– al collasso finanziario. Nel<br />

corso della sit-com, che si propone come<br />

seguito ideale e nostrano della commedia<br />

omonima di Neil Simon, si alternano<br />

un gruppo di comprimari: Ugo<br />

(Carlo Pistarino) è il commercialista<br />

nonché confidente della “strana coppia”;<br />

Torquato (Giobbe Covatta) è il<br />

saggio portiere del palazzo che ospita<br />

tutte le vicende; Daisy (Luana Colussi)<br />

è la sorella di Norman, dalla doppia<br />

personalità e segretamente innamorata<br />

di Andy; Samantha (Maria Grazia Cucinotta)<br />

è la moglie non proprio fedele<br />

di Ugo; Vanessa (Vanessa Rizzi) è l’agente<br />

che procura i clienti ai due protagonisti.<br />

La serie, che si basa sul completo<br />

disaccordo tra Andy e Norman, è<br />

la trasposizione televisiva della piece<br />

che Brambilla e Formicola hanno dapprima<br />

rappresentato a teatro. I due firmano<br />

la serie anche nelle vesti di autori<br />

con Carlo Pistarino e Marco Posani.<br />

Cosimo Schiavone è il produttore esecutivo.<br />

Angel (Id.) Con: David Boreanaz,<br />

Charisma Carpenter, Glenn Quinn,<br />

Alexis Denisof, J. August Richards, Julie<br />

Benz, Vincent Kartheiser, Elisabeth<br />

Rohm, Amy Acker, Keith Szarabajka,<br />

Laurel Holloman, Gina Torres, Christian<br />

Kane, Stephanie Romanov, Andy<br />

Hallett. Produzione: Usa, 1999, avventura/fantastico,<br />

colore (110/60’).<br />

Sulle ali del successo di Buffy (1997),<br />

Angel (David Boreanaz) si trasferisce<br />

da Sunnydale nella “Città degli Angeli”<br />

in cerca di redenzione, al motto di<br />

“in questi 244 anni pensavo di aver visto<br />

tutto, ma poi sono arrivato a Los<br />

Angeles...”. La sua nuova missione è<br />

quella di proteggere gli umani da vampiri<br />

e demoni brutti come la fame, ma<br />

forse il suo vero fine è un altro: dimenticare<br />

l’amata cacciatrice Buffy e il loro<br />

improbabile futuro da “strana coppia”.<br />

Angel fonda così la Angel Investigations<br />

in cui arruola da subito una<br />

vecchia conoscenza come Cordelia<br />

Chase (Charisma Carpenter), trasferitasi<br />

a L.A. per cercare di sfondare nel<br />

cinema; il mezzo-demone irlandese<br />

Francis Doyle (Glenn Quinn), capace<br />

di “vedere” le persone che hanno bisogno<br />

dell’aiuto di Angel; i cacciatori di<br />

vampiri Wesley Wyndham Price<br />

(Alexis Denisof) e Charles Gunn (J;<br />

August Richards), quest’ultimo in cerca<br />

di redenzione dopo aver permesso<br />

che sua sorella venisse tramutata in<br />

vampiro ed essere stato costretto a ucciderla.<br />

Gli antagonisti dell’agenzia di<br />

investigazioni “angeliche” si annidano<br />

nello studio legale Wolfram&Hart, in<br />

realtà ricettacolo di demoni e compagnia<br />

brutta. Nella sua nuova vita losangelina<br />

il protagonista ha una relazione<br />

appassionata ma altalenante con Darla<br />

(Julie Benz), la vampira che originariamente<br />

aveva reso Angel uno come<br />

lei; dapprima diventata umana, riacquista<br />

i canini aguzzi e rimane incinta<br />

del nostro: alla fine si suiciderà, sacrificandosi<br />

affinché possa venire al<br />

mondo Connor (Vincent Kartheiser),<br />

il figlio concepito con Angel. Dopo un<br />

altro sacrificio, quello di Doyle, durante<br />

il primo ciclo, è Cordelia a ereditare<br />

le “visioni” che la porteranno, per<br />

sopravvivere, a diventare metà demone<br />

e a ricevere le attenzioni di Angel.<br />

Altri personaggi che partecipano alle


Angel 42<br />

vicende che ruotano intorno alla Angel<br />

Investigations sono la detective Kate<br />

Lochley (Elisabeth Rohm), per la quale<br />

l’operato del protagonista diventa<br />

una tale ossessione da essere licenziata<br />

dalla polizia di Los Angeles e da farle<br />

sfiorare il suicidio; Winifred “Fred”<br />

Burkle (Amy Acker), colei che aiuta<br />

il gruppo di eroi a tornare indietro<br />

dall’universo parallelo di Pylea e che<br />

poi si unisce a loro; il redivivo Daniel<br />

Holtz (Keith Szarabajka), un uomo<br />

assetato di vendetta dopo che la sua<br />

famiglia è stata annientata da Angel<br />

due secoli e mezzo prima; Justine<br />

(Laurel Holloman), la compare di<br />

Holtz che riesce a rapire Connor; Jasmine<br />

(Gina Torres), l’incarnazione<br />

del Male, capace di far innamorare di<br />

sé chiunque grazie a un potere ipnotico<br />

fuori dell’ordinario; Lindsey McDonald<br />

(Christian Kane), il “falso redento”<br />

della Wolfram&Hart; la collega di<br />

quest’ultimo, Lilah Morgan (Stephanie<br />

Romanov), la quale intreccia una<br />

relazione con Wesley per corromperlo<br />

e traghettarlo quale accolito nello<br />

studio (il)legale; Lorne (Andy Hallett),<br />

il presentatore del locale Caritas<br />

che è in realtà un demone buono (ha il<br />

potere di “leggere” coloro che cantano,<br />

vede il loro futuro e quello che pensano).<br />

Dalla serie-madre fanno capolino<br />

saltuariamente vari personaggi:<br />

Buffy, Faith, Oz, Willow, Harmony, la<br />

già citata Darla e Drusilla; Spike (James<br />

Masters) entra invece da protagonista<br />

a tutti gli affetti a partire dalla<br />

quinta stagione. Numerosi anche i veri<br />

e propri cross-over tra Buffy e Angel.<br />

Tra il quarto ciclo della prima e il primo<br />

della seconda sono i seguenti: nell’episodio<br />

La matricola Buffy risponde<br />

al telefono e dall’altra parte nessuno<br />

parla (nell’episodio Los Angeles si<br />

capisce che l’interlocutore muto della<br />

cacciatrice è Angel, il quale in un momento<br />

di sconforto ha composto il numero<br />

per poi riattaccare al suono della<br />

voce di lei); ne L’accecante luce del<br />

giorno, Buffy decide di far avere al<br />

suo amato vampiro la preziosissima<br />

Gemma di Amara (che in Angel si trasforma<br />

misteriosamente in “Amarra”):<br />

spetta a Oz, ne L’anello di Amarra,<br />

effettuare il recapito; in Crampi,<br />

Angel si reca a Sunnydale in segreto<br />

per vegliare su Buffy alle prese con un<br />

gruppo di guerrieri di un’antica tribù;<br />

la cacciatrice restituisce la visita di cortesia<br />

ne Il ritorno di Buffy, in cui il sangue<br />

di un demone rende Angel umano a<br />

tutti gli effetti e la “strana coppia” può<br />

finalmente stare insieme (ma alla fine<br />

Angel decide che la propria missione è<br />

troppo importante e decide di tornare<br />

quello che era, facendo in modo che<br />

Buffy dimentichi le belle ore trascorse<br />

insieme); Buffy viene a sapere che<br />

Faith si nasconde a L.A. e nell’episodio<br />

Vendetta scopre che è Angel a nascondere<br />

e proteggere la sua acerrima<br />

nemica (quest’ultimo torna a Sunnydale<br />

ne Il seme della discordia per scusarsi<br />

con l’amata cacciatrice). Intrecci<br />

anche tra il quinto ciclo della serie-madre<br />

e il suo spin-off: nella puntata Pazzi<br />

d’amore Buffy chiede a Spike di raccontarle<br />

delle cacciatrici che ha ucciso<br />

(nell’episodio corrispondente Darla<br />

gli stessi fatti vengono raccontati basandosi<br />

su punti di vista differenti); La<br />

cotta si lega a Vecchie amiche (in quest’ultimo<br />

episodio Harmony arriva a<br />

Los Angeles per allontanarsi da Spike,<br />

innamorato di Buffy); nessuna corrispondenza<br />

invece per quanto riguarda<br />

Per sempre (nella sua serie Buffy riceve<br />

la visita di Angel nel giorno del funerale<br />

di Joyce: non vi è traccia di questa<br />

sortita nello spin-off); in Si torna a<br />

casa Angel trova ad aspettarlo Willow,


43 Angelo poco custode, Un<br />

la quale non dice una parola anche se<br />

dalla sua espressione emerge chiaramente<br />

il motivo del suo arrivo (almeno<br />

per gli spettatori che avevano visto la<br />

puntata di Buffy intitolata Il dono): è<br />

venuta di persona per comunicargli il<br />

sacrificio della cacciatrice per salvare<br />

il mondo. In America, dove sanno come<br />

creare un evento, la puntata-pilota<br />

di Angel è stata trasmessa in contemporanea<br />

con il primo episodio della<br />

quarta stagione di Buffy. La serie è<br />

ideata da Joss Whedon e David<br />

Greenwalt, i quali firmano altresì da<br />

produttori esecutivi, insieme a Jeffrey<br />

Bell, Gail Berman, David Fury, Sandy<br />

Gallin, Tim Minear, Fran Rubel Kuzui<br />

e Kaz Kuzui. Tre autori compaiono in<br />

altrettanti cameo: David Greenwalt,<br />

Marti Nixon, David Fury e Joss Whedon<br />

(quest’ultimo nella ventunesima<br />

puntata del secondo ciclo). Il tema<br />

musicale è di Darling Violetta; la colonna<br />

sonora è composta, fra gli altri,<br />

da Christophe Beck, Marina Kostios,<br />

Robert J. Kral, Douglas Romayne;<br />

nel corso del serial si ascoltano brani<br />

di Ryan Adams, Outkast, Coolio, Gorillaz,<br />

Barry Manilow, Dead Kennedys,<br />

White Zombie... Per i feticisti<br />

<strong>dei</strong> dati anagrafici, Angel è nato in Irlanda<br />

nel 1727 (ma in un episodio dice<br />

di essere venuto alla luce nel 1723,<br />

e in un altro ancora che ha 241 anni e<br />

non 244). Le riprese sono state effettuate,<br />

oltre che a Los Angeles, negli studi<br />

Universal di Orlando. Boreanaz dirige<br />

il decimo episodio del quinto ciclo. Il<br />

<strong>telefilm</strong>, giunto “in chiaro” in Italia solo<br />

nell’estate del 2005, si è aggiudicato 6<br />

Saturn Awards (gli Oscar della fantascienza),<br />

2 Hollywood Makeup Artist<br />

and Hair Stylist Guild Awards e un International<br />

Horror Guild.<br />

Angeli volanti (Flying High) Con: Pat<br />

Klous, Connie Sellecca, Kathryn Witt,<br />

Howard Platt. Produzione: Usa, 1978,<br />

sit-com/avventura, colore (14/60’).<br />

Un trio di assistenti di volo delle<br />

Sunwest Airlines di Los Angeles è al<br />

centro di una serie dove tutti i protagonisti,<br />

chi più chi meno, sembrano avere<br />

la testa fra le nuvole. Il tris di sexyprotagoniste<br />

è formato da Marcy<br />

Bower (Pat Klous), Lisa Benton (Connie<br />

Sellecca), Pam Bellagio (Kathryn<br />

Witt). Howard Platt interpreta il primo-pilota<br />

Douglas March; Ken Olfson<br />

è Raymond Strickman, addetto alle<br />

relazioni con i passeggeri a terra. Le<br />

tre attrici, per meglio interpretare le<br />

parti, si sono sottoposte a uno stage da<br />

hostess. Il produttore esecutivo della<br />

serie è Mark Carliner. La colonna sonora<br />

e il tema musicale sono composti<br />

da David Shire. Il “Daily Variety” ha<br />

scritto che “le tre figure protagoniste<br />

fanno sembrare le Charlie’s Angeles<br />

degne di Shakespeare”.<br />

Angelo poco custode, Un (Teen<br />

Angel) Con: Mike Damus, Corbin Allred,<br />

Ron Glass, Mark Metcalf, Conchata<br />

Ferrell, Jordan Brower, Katie<br />

Volding, Maureen McCornick. Produzione:<br />

Usa, 1997, sit-com, colore<br />

(22/30’).<br />

Il giovane Marty DePolo (Mike Damus)<br />

accetta una scommessa e ingurgita<br />

un hamburger vecchio di sei mesi,<br />

restandoci stecchito. Ma siccome il paradiso<br />

può attendere, il ragazzo viene<br />

rimandato sulla terra nelle ali di angelo<br />

custode del suo migliore amico, Steve<br />

Beauchamp (Corbin Allred), di certo<br />

non un genio. Tra gli altri personaggi<br />

ricorrenti: il Capo celeste (Ron Glass),<br />

che diventa il maestro “angelico” di<br />

Marty; Mr. Roderick Nitzke (Mark<br />

Metcalf); zia Pam (Conchata Ferrell);<br />

il compagno di scuola Jordan Lubell


Angie 44<br />

(Jordan Brower); le sorelle Katie (Katie<br />

Volding) e Judy (Maureen McCornick)<br />

Beauchamp, quest’ultima mamma<br />

single di Steve. Al Jean e Mike<br />

Reiss firmano da produttori esecutivi e<br />

da ideatori del serial. Jeff Rona compone<br />

la colonna sonora della sit-com<br />

ambientata a Los Angeles. Isabel<br />

Sanford (I Jefferson) compare in un<br />

cameo; tra gli altri volti noti si riconoscono<br />

Tim Curry, Beverly Garland e<br />

Melissa Joan Hart, quest’ultima nei<br />

panni del personaggio principale da lei<br />

interpretato in Sabrina, vita da strega<br />

(1996).<br />

Angie (Id.) Con: Donna Pescow, Robert<br />

Hays, Sharon Spelman, Tammy<br />

Lauren, Debralee Scott, Doris Roberts,<br />

Diane Robin. Produzione: Usa,<br />

1979, sit-com, colore (36/30’).<br />

Tre anni dopo Alice, un’altra serie racconta<br />

le vicissitudini di una protagonista<br />

che prende ordinazioni tra i tavoli.<br />

Come in una favola, una spiantata cameriera<br />

di Philadelphia incontra e sposa<br />

un ricco pediatra: Donna Pescow interpreta<br />

Angie Falco, moderna Cenerentola<br />

italo-americana tra i tavolini<br />

del Liberty Coffee Shop; Robert Hays<br />

diventa suo marito nei panni del dottor<br />

Brad Benson. Completano il cast della<br />

sit-com: Sharon Spelman, che è Joyce<br />

Benson, l’insofferente sorella di Brad,<br />

tre volte divorziata; Tammy Lauren<br />

nelle vesti di Hillary, la figlia di Joyce;<br />

Debralee Scott, che interpreta Marie<br />

Falco, la sorella minore di Angie; Doris<br />

Roberts ricopre il ruolo di Theresa<br />

Falco, mamma di Angie e Marie; Diane<br />

Robin indossa il grembiule della cameriera<br />

DiDi Malloy. Dale McRaven<br />

e Bob Ellison sono i produttori esecutivi<br />

del serial ideato da Garry K. Marshall.<br />

La canzone portante del <strong>telefilm</strong>,<br />

“Different Worlds”, composta da<br />

Charles Fox e Norman Gimbel, è cantata<br />

da Maureen McGovern ed è arrivata<br />

al diciottesimo posto delle classifiche<br />

americane. Carla Imperato muove<br />

i primi passi da guest-star verso Saranno<br />

famosi (1982).<br />

Angoscia Vedi Thriller.<br />

Animorphs (Id.) Con: Shawn Ahmore,<br />

Brooke Nevin, Boris Cabrera, Nadia-Leigh<br />

Nascimento, Christopher<br />

Ralph, Paulo Costanzo, Richard Sali,<br />

Joshua Peace, Terra Vanessa Kowalyk,<br />

Eugene Lipinski. Produzione: Canada/Usa,<br />

1998, avventura/fantastico,<br />

colore (26/30’).<br />

Sei ragazzi si schierano contro l’invasione<br />

degli Yeerks, parassiti malefici<br />

che si annidano nelle menti di qualsiasi<br />

specie e che ora hanno deciso di eliminare<br />

i terrestri. E così Jake (Shawn Ahmore),<br />

Rachel (Brooke Nevin), Marco<br />

(Boris Cabrera), Cassie (Nadia-Leigh<br />

Nascimento), Tobias (Christopher<br />

Ralph) e Ax (Paulo Costanzo) diventano<br />

“eroi per caso”. Il loro super-potere<br />

consiste nella possibilità di trasformarsi<br />

in qualsiasi animale essi tocchino, facoltà<br />

donata dal principe del lontano<br />

pianeta di Andalite in punto di morte.<br />

Tra gli altri personaggi: il preside<br />

Chapman (Richard Sali), Tom (Joshua<br />

Peace), Melissa (Terra Vanessa<br />

Kowalyk) e Visser 3/Victor Trent (Eugene<br />

Lipinski). Deborah Forte e Bill<br />

Siegler firmano da produttori esecutivi<br />

la serie girata a Toronto che si ispira alla<br />

colonna di romanzi omonima di<br />

K.A. Applegate, il cui primo libro risale<br />

al giugno del 1996. La colonna sonora<br />

è composta da Norman Orenstein.<br />

Anna, Ciro e… compagnia Con:<br />

Cariddi Nardulli, Francesco Pezzulli,<br />

Giuseppe Pezzulli, Milena Vukotic.


45 Anna ed io<br />

Produzione: Italia, 1982, avventura,<br />

colore (13/30’).<br />

Le avventure quotidiane di tre ragazzini<br />

romani tra i 9 e gli 11 anni sono al<br />

centro della serie. Anna (Cariddi Nardulli),<br />

Ciro (Francesco Pezzulli) e<br />

Francesco (Giuseppe Pezzulli) vengono<br />

ripresi mentre sono alle prese con<br />

piccoli problemi e affascinanti scoperte.<br />

Tra gli attori ricorrenti compare Milena<br />

Vukotic. Marcello Argilli e Mario<br />

Caiano firmano il soggetto e la sceneggiatura<br />

che si poggia altresì su molti<br />

esterni e sulla recitazione spontanea<br />

<strong>dei</strong> tre protagonisti.<br />

Anna dai capelli rossi (Anne of<br />

Green Gables) Con: Megan Follows,<br />

Richard Farnsworth, Colleen Dewhurst,<br />

Jonathan Crombie, Cameron Daddo,<br />

Schuyler Grant, Greg Spottiswood,<br />

Nigel Bennet, Janet Laine<br />

Green, Martha Henry, Patricia Hamilton.<br />

Produzione: Canada, 1985, drammatico/avventura,<br />

colore (50/30’).<br />

Basata sui romanzi best-seller di Lucy<br />

Maude Montgomery, tradotti in ben<br />

17 lingue, la serie porta sul piccolo<br />

schermo il personaggio di Anna Shirley<br />

(Megan Follows), l’orfanella dai<br />

capelli rossi che va a vivere sulla pittoresca<br />

isola canadese Prince Edward.<br />

In realtà la ragazza ci viene spedita per<br />

sbaglio, richiesta dai fratelli Matthew<br />

(Richard Farnsworth) e Marilla Cuthbert<br />

(Colleen Dewhurst), i quali hanno<br />

scelto l’adozione anche per cercare<br />

un aiuto nel portare avanti la fattoria.<br />

Con il tempo la ragazzina saprà farsi<br />

amare per lo spirito ribelle, l’idealismo,<br />

il romanticismo e la fervida immaginazione<br />

che la contraddistinguono.<br />

Tra i personaggi che ruotano attorno<br />

ad Anna: il compagno di classe Gilbert<br />

Blythe (Jonathan Crombie), destinato<br />

a farle battere il cuore; Jack<br />

Garrison jr. (Cameron Daddo), Diana<br />

(Schuyler Grant) e Fred Wright (Greg<br />

Spottiswood), Fergus Keegan (Nigel<br />

Bennet), Maude Montrose (Janet Laine<br />

Green), Kit Garrison (Martha<br />

Henry), Rachel Lynde (Patricia Hamilton).<br />

Kevin Sullivan è il produttore<br />

esecutivo e il regista della serie che,<br />

dopo il successo ottenuto (è stata una<br />

delle serie drammatiche più viste in<br />

Canada, ha vinto un Emmy Award),<br />

ha dato vita a due sequel, a un cartone<br />

animato e a uno spin-off (La strada<br />

per Avonlea, 1990). Il <strong>telefilm</strong>, ambientato<br />

nei primi anni del 1900 invece<br />

che nel 1880 <strong>dei</strong> romanzi, segue<br />

una serie inglese prodotta negli anni<br />

’70 e due versioni cinematografiche,<br />

entrambe inedite in Italia: la prima,<br />

muta, del 1914; la seconda, con il sonoro,<br />

risalente al 1934.<br />

Anna e il suo Re Vedi Anna ed io.<br />

Anna ed io (Anna and the King) Con:<br />

Yul Brinner, Samantha Eggar, Eric<br />

Shea, Brian Tochi, Lisa Lu, Rosalind<br />

Chao. Produzione: Usa, 1972, avventura,<br />

colore (13/30’).<br />

Dopo il romanzo originale di Margaret<br />

Landon (Anna and the King of Siam),<br />

dopo una rappresentazione teatrale nel<br />

1951 e due film (Anna e il re del Siam<br />

del 1946, Il re ed io del 1956), la (vera)<br />

vita avventurosa di Anna Leonowens<br />

diventa un serial ambientato nel 1862.<br />

Nonostante effetti speciali costosi, i<br />

fondali della pellicola del 1956 e la<br />

presenza di Yul Brinner nel ruolo interpretato<br />

sia a teatro che sul grande<br />

schermo (per il quale ricevette l’Oscar<br />

quale miglior attore protagonista), in<br />

America la serie è risultata un flop. Oltre<br />

al calvo attore nei panni del re del<br />

Siam Mongkut, Samantha Eggar interpreta<br />

Anna Owens, l’insegnante che


Anna Maria<br />

venne scelta nell’Ottocento dal monarca<br />

per educare suo figlio; Eric Shea<br />

è Louis, il figlio di Anna; Brian Tochi<br />

siede sulla poltrona del principe Chulalongkorn;<br />

Lisa Lu è Lady Thiang,<br />

la prima moglie del re; Rosalind Chao<br />

indossa la corona della principessa Serena.<br />

Jerry Goldsmith e Richard Shores<br />

firmano le musiche esotiche del serial<br />

ideato e prodotto da Gene Reynolds<br />

che in Italia è andato in onda anche<br />

con il titolo di Anna e il suo Re.<br />

Nei film precedenti al <strong>telefilm</strong> la maestra<br />

era di nazionalità inglese, nella<br />

serie diventa americana. Nel 2000 è<br />

uscito al cinema l’ultimo capitolo<br />

di celluloide della storia: in Anna and<br />

the King, Jodie Foster e Chow Yun-Fat<br />

si calano nei panni della coppia protagonista.<br />

Forse non tutti sanno che Yul<br />

Brinner si tagliò i capelli a zero per la<br />

prima volta nel 1951, proprio per dare<br />

maggior credibilità alla sua interpretazione<br />

teatrale di Mongkut.<br />

Anna Maria (Anna Maria – Eine<br />

Frau geht ihren Weg) Con: Uschi Glas,<br />

Kevin Dawson, Siegfried Lowitz,<br />

Christian Kohlund. Produzione: Germania,<br />

1994, drammatico, colore<br />

(29/60’).<br />

Dopo l’improvvisa morte del marito,<br />

Anna Maria Seeberger (Uschi Glas, al<br />

suo primo ruolo da protagonista) riceve<br />

in eredità l’azienda del coniuge, che<br />

si trova a dovere condurre da sola affrontando<br />

le situazioni più difficili al<br />

fianco del figlio Manuel (Kevin Dawson).<br />

Siegfried Lowitz torna in televisione<br />

nei panni di Alfred Langer dopo<br />

quasi dieci anni dall’abbandono de Il<br />

commissario Koster; Christian Kohlund<br />

interpreta Alexander. Bernhard<br />

Tewaag è il produttore della serie.<br />

Anna un giorno dopo l’altro (An­<br />

46<br />

ne jour après jour) Con: Sophie<br />

Barjac, Fred Smith, Patrick Viane,<br />

Christian Baltauss. Produzione: Francia,<br />

1976, drammatico, colore (55/15’).<br />

La serie racconta i travagli amorosi di<br />

Anna (Sophie Barjac), figlia di genitori<br />

divorziati divisa tra l’amore per tre<br />

ragazzi: Gareth (Fred Smith), Benoît<br />

(Patrick Viane) e Julien (Christian Baltauss).<br />

Il <strong>telefilm</strong> è ideato da Dominique<br />

St-Alban.<br />

Anni d’oro, Gli Con: Massimo Venturiello,<br />

Giulio Brogi, Danja Gazzarra,<br />

Gabriele Gori, Annamaria Ghiselva.<br />

Produzione: Italia, 1992, avventura,<br />

colore (13/30’).<br />

Atmosfere bucoliche, quasi fiabesche,<br />

per le avventure di un gruppo di ragazzini<br />

che vivono in mezzo alla natura.<br />

Tra gli interpreti: Massimo Venturiello,<br />

Giulio Brogi, Danja Gazzarra, Gabriele<br />

Gori, Annamaria Ghiselva. Regia<br />

e sceneggiatura sono a cura di Beppe<br />

Cino, il quale è altresì tra gli autori<br />

del soggetto. Carlo Siliotto compone<br />

la colonna sonora.<br />

Anno nella vita,Un (A Year in the Life)<br />

Con: Richard Kiley, Wendy Phillips,<br />

Jayne Atkinson, Morgan Stevens,<br />

David Oliver, Adam Arkin, Sarah Jessica<br />

Parker, Trey Ames, Amanda Peterson,<br />

Melissa Leonard, Erin Leonard,<br />

Diana Muldaur. Produzione: Usa,<br />

1987, drammatico, colore (13/60’).<br />

Gli ideatori di A cuore aperto (1982),<br />

Joshua Brand e John Falsey, portano<br />

in scena il serial tratto da una mini-serie<br />

del 1986. La storia narra le vicende<br />

della famiglia del vedovo Joe Gardner<br />

(Richard Kiley, che per questo ruolo<br />

ha vinto un Emmy Award e un Golden<br />

Globe nel 1988), produttore di plastica<br />

a Seattle. Al suo fianco compaiono:<br />

la figlia più grande, Anne Maxwell


47 Anything but love<br />

(Wendy Phillips), due volte divorziata;<br />

l’altra figlia, Lindley Eisenberg<br />

(Jayne Atkinson), che lavora con il padre;<br />

il figliol prodigo Jack (Morgan<br />

Stevens); il figlio più giovane, Sam<br />

(David Oliver), anch’egli alle dipendenze<br />

paterne. Tra gli altri personaggi<br />

ricorrenti: il procuratore Jim Eisenberg<br />

(Adam Arkin), il marito di Lindley;<br />

Kay (Sarah Jessica Parker), la<br />

moglie di Sam; David Sisk (Trey<br />

Ames), il figlio di Anne nato dal suo<br />

primo matrimonio; Sunny Sisk<br />

(Amanda Peterson), nata dall’ultimo;<br />

la piccola Ruthie (interpretata da Melissa<br />

ed Erin Leonard), la figlia di<br />

Lindley e Jim; la dottoressa Alice Foley<br />

(Diana Muldaur), che ha un interesse<br />

per Joe. Atutti loro si aggiunge il<br />

cane Max (vero nome: Beau). Brand e<br />

Falsey firmano anche da produttori.<br />

David McHugh compone la colonna<br />

sonora di una serie lodata dalla critica<br />

– tanto che “Tv Guide” ha scritto “un<br />

intrattenimento di notevole qualità televisiva”,<br />

mentre Trey Ames e Amanda<br />

Peterson hanno vinto un Young Artist<br />

Award a testa – ma poco premiata<br />

dal pubblico.<br />

Ante, ragazzo lappone (Ante)<br />

Con: Sverre Porsanger, Nils Utsi jr.,<br />

Ellen-Anna Buljo, Nils Utsi sr, Aina<br />

Eira. Produzione: Norvegia, 1974, avventura,<br />

colore (6/60’).<br />

Coraggiosa serie di denuncia sulla minoranza<br />

lappone costretta, a discapito<br />

<strong>dei</strong> suoi usi e costumi, a integrarsi con<br />

la società norvegese. L’autore Tor Edvin<br />

Dahl racconta lo scempio culturale<br />

attraverso gli occhi del giovane Ante<br />

(Sverre Porsanger), il quale vive di riflesso<br />

le lotte e le battaglie degli adulti<br />

che lo circondano: il padre (Nils Utsi<br />

jr.), la madre (Ellen-Anna Buljo) e il<br />

nonno (Nils Utsi sr.). Aina Eira inter­<br />

preta la sorella di Ante. Nella prima<br />

puntata il protagonista viene cacciato<br />

dai campi dove stava giocando, di proprietà<br />

di contadini norvegesi. Nella<br />

stesura delle sceneggiature, Dahl ha<br />

consultato vari esponenti della società<br />

lappone, così come lapponi sono tutti<br />

gli attori del serial prodotto dalla Centerfilm<br />

A/S. Stupendi i paesaggi che<br />

fanno da cornice alle storie: le riprese<br />

sono state effettuate nel Finnmark. Il<br />

tema musicale, “Joik”, è scritto da<br />

Kjell Karlsen e cantato da Ellen-Anna<br />

Buljo.<br />

Anything but love (Id.) Con: Jamie<br />

Lee Curtis, Richard Lewis, Sandy Faison,<br />

Richard Frank, Louis Giambalvo,<br />

Robin Frates, Bruce Kirby, Ann Magnuson,<br />

Joseph Maher, Holly Fulger,<br />

Bruce Weitz. Produzione: Usa, 1989,<br />

sit-com, colore (56/30’).<br />

Sit-com ambientata in un giornale di<br />

Chicago con Jamie Lee Curtis nei panni<br />

di Hannah Miller, ex insegnante e<br />

aspirante scrittrice che viene assunta<br />

per alcune inchieste giornalistiche.<br />

Ben presto la protagonista entra in<br />

confidenza con il collega Marty Gold<br />

(Richard Lewis), con il quale instaura<br />

una relazione platonica che si trasforma<br />

piano piano in una relazione sentimentale.<br />

Dapprima il <strong>telefilm</strong> è ambientato<br />

al “Chicago Weekly” e vede<br />

tra i personaggi ricorrenti Pamela Peyton-Finch<br />

(Sandy Faison), Jules Kramer<br />

(Richard Frank), Norman Kiel<br />

(Louis Giambalvo), Debbie (Robin<br />

Frates) e Leo Miller (Bruce Kirby), il<br />

padre di Hannah. In seguito il cast viene<br />

rinnovato, il magazine al centro delle<br />

vicende diventa il “Chicago<br />

Monthly”, mentre Hannah diventa<br />

scrittrice a tutti gli effetti: tra i volti che<br />

le ruotano attorno, la nuova direttrice<br />

Catherine Hughes (Ann Magnuson), il


A passo di fuga<br />

giornalista Brian Alquist (Joseph<br />

Maher), Robin Dulitski (Holly Fulger),<br />

un’amica di scuola di Hannah<br />

con la quale condivide il duplex del telefono;<br />

Richard Frank si ricicla nei<br />

panni di Jules Bennett, l’assistente di<br />

Catherine Hughes; Bruce Weitz entra<br />

in scena nel ruolo del giornalista Mike<br />

Urbanek; John Ritter, che compare occasionalmente<br />

nelle vesti del fotografo<br />

Patric Serreau, è altresì produttore del<br />

<strong>telefilm</strong>. Wendy Kout, ideatrice e produttore<br />

esecutivo della serie, lasciò il<br />

set dopo differenze di vedute con Curtis<br />

e Lewis. In America la sit-com vincitrice<br />

di un ASCAP Award è stata penalizzata<br />

da una programmazione a singhiozzo<br />

sull’ABC. Jamie Lee Curtis,<br />

che si è aggiudicata un Golden Globe<br />

nel 1990 per la sua interpretazione di<br />

Hannah, si cimenta altresì da regista.<br />

Tra le guest-stars si riconoscono Elisabeth<br />

Shue, Tia Carrere, Courtney<br />

Thorne-Smith.<br />

A passo di fuga (Hot Pursuit) Con:<br />

Kerrie Keane, Eric Pierpoint, Dina<br />

Merrill, Mike Preston. Produzione:<br />

Usa, 1984, avventura, colore (11/60’;<br />

1/120’).<br />

Etichettata in America come “Mr. and<br />

Mrs. Fugitive”, la serie segue la fuga<br />

on the road di una coppia di fuggiaschi,<br />

i coniugi Kate (Kerrie Keane) e<br />

Jim Wyler (Eric Pierpoint). La donna,<br />

impiegata quale ingegnere automobilistico,<br />

subisce le avance del suo datore<br />

di lavoro, scatenando la gelosia della<br />

moglie dell’uomo: Estelle Modrian<br />

(Dina Merrill) fa uccidere il marito da<br />

una sosia di Kate (anch’essa interpretata<br />

da Kerrie Keane) per incastrarla.<br />

Jim riesce a liberare la moglie mentre<br />

la stanno conducendo in prigione e insieme<br />

iniziano la ricerca della “replicante”,<br />

a loro volta inseguiti dallo sca­<br />

48<br />

gnozzo di Estelle, Alec Shaw (Mike<br />

Preston). Dopo aver perso un occhio in<br />

un combattimento con Jim, Shaw è<br />

mosso da un istinto di vendetta personale,<br />

anche se non riuscirà mai a eliminare<br />

i Wyler, così come questi non cattureranno<br />

mai il “doppio” di Kate.<br />

Kenneth Johnson è l’ideatore e produttore<br />

esecutivo del serial che ha stabilito<br />

in America un record negativo: la<br />

fiction con il più basso ascolto in onda<br />

nella prima serata dell’NBC nella stagione<br />

1984-1985.<br />

A piedi nudi nel parco (Barefoot in<br />

the Park) Con: Scoey Mitchell, Tracey<br />

Reed, Thelma Carpenter. Produzione:<br />

Usa, 1970, sit-com, colore (12/30’).<br />

STRACOTTO<br />

La pièce di Neil Simon tenta la strada<br />

della televisione tre anni dopo il film<br />

con Robert Redford e Jane Fonda. Con<br />

una novità: la coppia di sposini protagonista<br />

diventa di colore. Paul Bratter<br />

(Scoey Mitchell) e sua moglie Corie<br />

(Tracey Reed) vivono anch’essi in un<br />

piccolo attico a Manhattan dove fa<br />

spesso visita Mabel Bates, la mamma<br />

di lei interpretata da Thelma Carpenter.<br />

La serie si è contraddistinta per numerose<br />

difficoltà di produzione: alla<br />

tredicesima puntata il <strong>telefilm</strong> ha chiuso<br />

i battenti per il licenziamento in<br />

tronco di Mitchell. William P. D’Angelo<br />

è il produttore esecutivo. La colonna<br />

sonora è composta da Charles<br />

Fox e J.J. Johnson. Le future protagoniste<br />

di Laverne e Shirley (1976),<br />

Penny Marshall e Cindy Williams,<br />

compaiono da guest-stars in episodi<br />

differenti; Sugar Ray Robinson fa capolino<br />

nei panni di sé stesso.<br />

Appartamento in tre (We Got it<br />

Made) Con: Teri Copley, Matt McCoy,<br />

Tom Villard, Bonnie Urseth, Stepfanie


49 Aprite: Polizia<br />

Kramer, John Hillner. Produzione:<br />

Usa, 1983, sit-com, colore (48/30’).<br />

Tre cuori in affitto a Manhattan: due<br />

maschi e una domestica sosia di Marilyn<br />

Monroe che convive con loro nonostante<br />

la gelosia delle fidanzate. Teri<br />

Copley interpreta Mickey Mackenzie,<br />

la bionda cameriera; Matt McCoy è l’elegante<br />

avvocato David Tucker; Tom<br />

Villard chiude il terzetto protagonista<br />

nei panni di Jay Bostwick, importatore<br />

di merchandising inutile. Completano<br />

il cast Bonnie Urseth nelle vesti della<br />

maestra elementare Beth, fidanzata di<br />

Jay e Stepfanie Kramer in quelle di<br />

Claudia, la ragazza di David. La serie è<br />

creata da Gordon Farr e Lynne Farr;<br />

Fred Silverman, l’ex presidente della<br />

NBC, firma da produttore esecutivo insieme<br />

allo stesso Farr. Quando la sitcom<br />

traslocò sulle syndacation nel<br />

1987, John Hillner prese il posto di<br />

Matt McCoy nel ruolo di David Tucker.<br />

Appartamento per due (Jamais<br />

deux sans toit; A flat for two) Con:<br />

Franck Neel, Emma Colberti, Astrid<br />

Veillon, Stéphanie Lagarde, Xavier<br />

Vilsek. Produzione: Francia, 1996, sitcom,<br />

colore (120/30’).<br />

Nelle intenzioni degli ideatori Eric Assous<br />

e Alexandre Denim la serie doveva<br />

ispirarsi alle sophisticated-comedy<br />

di Billy Wilder o a Pretty Woman, lungo<br />

un racconto che illustra tutte le sfumature<br />

della guerra tra i sessi. La storia<br />

è quella del parigino Thomas Dubreuil<br />

(Franck Neel), il quale eredita da suo<br />

padre un bilocale al Trocadèro: solo<br />

che, con sua grande sorpresa, ci abita<br />

già Valentine Lèger (Emma Colberti),<br />

figlia dell’amante del padre che è tornata<br />

a vivere a Bordeaux e le ha lasciato<br />

l’appartamento. E così la “strana<br />

coppia” si ritrova sotto lo stesso tetto,<br />

con tutte le comiche differenze del ca­<br />

so: tanto Thomas è rigido e attaccato<br />

alle sue abitudini, tanto Valentine è disordinata<br />

e confusionaria. Se poi si aggiunge<br />

che quest’ultima sprizza sensualità<br />

da tutti i pori e Thomas è fidanzato<br />

con la giovane Charlotte (Astrid<br />

Veillon), la convivenza tra i due rischia<br />

di trasformarsi in uno scontro di amore-odio.<br />

Tra gli altri personaggi che<br />

ruotano attorno alla coppia “per caso”<br />

emergono Jennifer (Stéphanie Lagarde)<br />

e Léo (Xavier Vilsek). Ai copioni<br />

hanno partecipato più di 30 sceneggiatori,<br />

una sorta di record per una sitcom<br />

francese. Christine Coutin firma<br />

da produttore. Jean e Sean Ballivaugam<br />

sono gli autori della colonna sonora.<br />

Alla realizzazione della serie ha<br />

partecipato il Centre National de la<br />

Cinématographie.<br />

Appuntamento con il destino<br />

(Appointment with Destiny) Con: interpreti<br />

vari. Produzione: Usa, 1971,<br />

storico, colore (7/60’).<br />

Serie basata su ricostruzioni storiche,<br />

recitate e sceneggiate in modo da dare<br />

l’impressione di essere spettatori di un<br />

film. Per la sua formula, il serial è stato<br />

criticato aspramente in patria nonostante<br />

la buona fattura della fiction.<br />

Tra gli argomenti trattati: la crocefissione<br />

di Gesù, il complotto per uccidere<br />

Hitler, la sfida all’OK Corral, gli ultimi<br />

giorni di John Dillinger, l’omicidio<br />

del Presidente Lincoln. David<br />

Wolper firma da produttore insieme<br />

agli esecutivi Warren Bush e Robert<br />

Larson. Elmer Bernstein è l’autore<br />

della colonna sonora.<br />

Aprite: Polizia Con: Renato De Carmine,<br />

Enzo Turco. Produzione: Italia,<br />

1958, poliziesco, b/n (6/60’).<br />

I racconti polizieschi al centro della serie<br />

sono originali televisivi firmati da


Arabesque<br />

Daniele D’Anza (il quale è impegnato<br />

altresì da regista) e da Giuseppe Mangione.<br />

Tra gli interpreti ricorrenti si segnalano<br />

Renato De Carmine ed Enzo<br />

Turco. Tra quelli di passaggio si fanno<br />

notare Alberto Lupo, Arturo Bragaglia,<br />

Aroldo Tieri, Luisa Rivelli, Lia Zoppelli,<br />

Carlo D’Angelo, Patrizia Della<br />

Rovere, Milly Vitale, Franco Volpi e<br />

Matteo Spinola.<br />

Arabesque (Tucker’s Witch) Con:<br />

Tim Matheson, Catherine Hicks, Alfre<br />

Woodard, Barbara Barrie, Bill Morey.<br />

Produzione: Usa, 1982, avventura­<br />

/fantastico/poliziesco, colore (13/60’).<br />

Sull’onda del successo di Cuore e batticuore<br />

(1979), un’altra serie propone<br />

le indagini di una coppia di coniugi<br />

che indaga su crimini e misfatti a Los<br />

Angeles. Con una differenza sostanziale:<br />

lei è una strega. Tim Matheson e<br />

Catherine Hicks sono Rick e Amanda<br />

Tucker, che nascondono nei poteri paranormali<br />

di quest’ultima la ragione<br />

<strong>dei</strong> loro successi investigativi. Sebbene<br />

sia preveggente e dotata di poteri telecinetici,<br />

i produttori hanno deciso di<br />

non far apparire Amanda infallibile,<br />

con lo scopo di renderla più simpatica<br />

e “umana”. Tra un incantesimo e una<br />

visione sul futuro, la “strana coppia”<br />

viene affiancata dalla segretaria Marsha<br />

(Alfre Woodard); Ellen Hobbes<br />

(Barbara Barrie), la mamma “paranormale”<br />

di Amanda; il tenente Fisk (Bill<br />

Morey). Come tutte le streghe che si rispettino,<br />

anche Amanda possiede un<br />

gatto: Dickens. Dapprima il serial doveva<br />

chiamarsi The Good Witch of<br />

Laurel Canyon e vedeva quali protagonisti<br />

Kim Cattrall e Art Hindle: i dirigenti<br />

della CBS, dopo aver visto la<br />

puntata-zero, decisero di cambiare titolo<br />

e interpreti. Paul Huson e William<br />

Bast sono gli ideatori della serie; Leo­<br />

50<br />

nard Hill e Philip Mandelker firmano<br />

da produttori esecutivi. Le musiche<br />

originali sono di J.A.C. Redford. Ted<br />

Danson (Cin Cin) compare in un<br />

cameo.<br />

Arca del dr. Bayer, L’ (Ein Heim für<br />

Tiere) Con: Siegfried Wischnewski,<br />

Hans Heinz Moser, Antje Hagen, Almut<br />

Eggert, Angela Pschigode, Marion<br />

Kracht. Produzione:<br />

, 1985, drammatico, colore (80/60’).<br />

Il dottor Willi Bayer (Siegfried Wischnewski)<br />

è un medico veterinario di un<br />

piccolo paese nel cuore della Germania.<br />

Nel suo ambulatorio, chi prima chi<br />

dopo, si susseguono tutti gli abitanti<br />

del villaggio (e i loro animali). Dopo<br />

l’abbandono di Wischnewski i produttori<br />

lo sostituirono con Hans Heinz<br />

Moser nel ruolo del nuovo dottore,<br />

Hannes Bayer, il fratello del predecessore<br />

in arrivo dal Brasile. Tra gli altri<br />

protagonisti: Antje Hagen è Carola,<br />

Almut Eggert interpreta Edith Sommer,<br />

Angela Pschigode veste i panni di<br />

zia Martha, Marion Kracht è Sonia.<br />

Arcibaldo (All in the Family) Con:<br />

Carroll O’Connor, Jean Stapleton,<br />

Sally Struthers, Rob Reiner, Sherman<br />

Hemsley, Isabel Sanford, Michael<br />

Evans, Vincent Gardenia, Betty Garrett.<br />

Produzione: Usa, 1971, sit-com,<br />

colore (196/30’; 5/60’; 1/90’).<br />

SUPERCULT<br />

In America Arcibaldo – interpretato da<br />

Carroll O’Connor – è un mito. Egli incarna<br />

tutti i difetti dell’uomo medio<br />

americano: è ignorante, pieno di pregiudizi<br />

razziali e sessuali, odia tutti coloro<br />

che disturbano la sua quiete domestica.<br />

E i primi a spezzare il silenzio<br />

che dovrebbe regnare sovrano sono la<br />

devota moglie casalinga Edith (Jean<br />

Stapleton), la figlia commessa Gloria


51 Arcibaldo<br />

(Sally Struthers) e suo marito Mike<br />

Stivic (Rob Reiner), un disoccupato<br />

polacco perennemente affamato che<br />

subisce una condanna terribile: vivere<br />

sotto lo stesso tetto del cinquantenne<br />

Arcibaldo, caposquadra ai docks della<br />

Pendergast Tool and Die Company.<br />

Quando torna a casa dal lavoro, Archie<br />

pretende che la moglie gli corra incontro<br />

e gli chieda “com’è andata oggi”;<br />

subito dopo siede nella sua poltrona<br />

(sulla quale non vuole si appoggi alcuno)<br />

e dice a Edith di portargli una birra.<br />

Tra i suoi passatempi preferiti c’è il tiro<br />

a segno nei confronti del genero<br />

Mike, che ha soprannominato senza<br />

affetto “testone”: ciò che Archie non<br />

gli perdona non è solo l’appetito; non<br />

gli perdona di essere di origini non<br />

americane (Arcibaldo è il personaggio<br />

più razzista della televisione: odia<br />

tutti i “diversi”, handicappati compresi);<br />

non gli perdona di essere liberal<br />

(quando Archie difende con calore<br />

Nixon e Reagan, la sola cosa che non<br />

gli va giù di Kissinger sta nel fatto che<br />

è tedesco); non gli perdona di essere<br />

uno studente (perché ritiene che la<br />

cultura sia non solo superflua ma addirittura<br />

dannosa, in ogni caso sostituibile<br />

da quel “buon senso comune”<br />

che non deve rispondere a tanti “perché?”;<br />

non gli perdona le effusioni<br />

con Gloria (lui che, quando Edith tenta<br />

di abbracciarlo, esclama irritato<br />

“non di fronte ai ragazzi”); ma forse<br />

più di tutto non gli perdona di essere<br />

penetrato, attraverso il matrimonio<br />

con la figlia, in casa sua, nel suo regno.<br />

Girata tutta in una stanza (il soggiorno),<br />

con qualche incursione furtiva<br />

in cucina o in camera da letto, una<br />

delle situation-comedy più popolari<br />

degli States trova il suo climax quando<br />

Archie entra in relazione con gli altri,<br />

che detesta nella loro totalità. In un’a­<br />

nimata discussione con il genero, il<br />

nostro gli spiega che oltre la soglia di<br />

casa c’è “un mondo in cui cane mangia<br />

cane e il più cane vince”. I vicini<br />

sono i Jefferson, una famiglia di colore<br />

composta dal nevrotico George<br />

(Sherman Hemsley), dalla dolce<br />

Louise (Isabel Sanford), la migliore<br />

amica di Edith, e Lionel (Michael<br />

Evans), l’amico di Mike e Gloria; dall’altro<br />

lato della strada, di fronte al<br />

704 Hauser Street nel Queens, abitano<br />

invece Frank e Irene Lorenzo (interpretati<br />

da Vincent Gardenia e Betty<br />

Garrett), due italoamericani che hanno<br />

invertito i loro ruoli nel menage familiare:<br />

il marito rammenda e lava i<br />

piatti, la moglie è un asso della meccanica.<br />

La satira di Archie non risparmia<br />

temi bollenti come l’aborto, l’omosessualità,<br />

la menopausa, il controllo<br />

delle nascite: una mossa vincente<br />

del produttore-sceneggiatoreregista<br />

della serie – Norman Lear –<br />

che permise ad Arcibaldo di diventare<br />

il personaggio pubblico più popolare<br />

del 1973 in America e di vincere 22<br />

Emmy Awards, 3 DGA Awards, un Humanitas<br />

Prize, un Peabody Award e 8<br />

Golden Globes. Gran merito va anche<br />

allo strepitoso Carroll O’Connor,<br />

scelto dopo il rifiuto di Mickey Rooney<br />

e notato da Lear nel film del 1968<br />

Papà, ma che cosa hai fatto in guerra?<br />

Lear si è ispirato alla sit-com inglese<br />

di successo Till Death Do Us<br />

Part e dapprima il titolo della versione<br />

americana era Those Were the<br />

Days, che è restato comunque il titolo<br />

della sigla iniziale cantata, su musiche<br />

di Charles Strouse e Lee Adams,<br />

dalla coppia O’Connor-Stapleton al<br />

piano: la canzone raggiunse la trentesima<br />

posizione della classifica di<br />

“Billboard”; quella finale, Remembering<br />

You, è intonata dal solo O’Con­


Arriva Cristina<br />

nor sulle note di Roger Kellaway.<br />

Martin Balsam partecipa a due stagioni<br />

nei panni del socio in affari di Archie,<br />

Murray Klein; Henry Fonda,<br />

David Soul e Billy Cristal compaiono<br />

quali guest-stars. Indimenticabile la<br />

puntata dove Sammy Davis Jr. fa visita<br />

a casa Bunker: Archie lo lascia sedere<br />

sulla sua poltrona preferita ma<br />

poi si rifiuta di bere dal suo bicchiere.<br />

A dimostrazione del carattere del protagonista<br />

c’è da segnalare la puntata in<br />

cui Gloria rientra a casa sconvolta per<br />

essere stata aggredita da un uomo per<br />

strada; lei vorrebbe denunciare il fatto<br />

ma il padre la convince a desistere,<br />

perché in tribunale potrebbero farla<br />

passare come una “provocatrice o, addirittura,<br />

una prostituta”, fregandosene<br />

del rischio che possa accadere ad<br />

altre donne; “che siano loro a ribellarsi<br />

e a sporgere denuncia”, le dice Archie<br />

che poi conclude: “anche il Presidente<br />

ha detto ‘fatevi i fatti vostri’”.<br />

Edith si rivela essere il perfetto complemento<br />

di Archie: tutta la vita votata<br />

a lui; quando un esibizionista le spalanca<br />

l’impermeabile davanti, a lei<br />

viene in mente che il marito si è dimenticato<br />

il soprabito a casa; è sempre<br />

di corsa, con i capelli al vento, dalla<br />

cucina all’ingresso, quando suonano<br />

alla porta o quando arriva Archie; è<br />

servizievole senza la minima coscienza<br />

della propria individualità, segregata<br />

in casa da oltre vent’anni; finisce per<br />

accettare tutto con un sorriso stampato<br />

sul volto solo perché, come dice suo<br />

marito, “non esiste donna più stupida”;<br />

e quelle poche volte in cui cerca di dire<br />

la sua, “Archie accetta le mie scuse e<br />

facciamo pace”. Il serial creato da<br />

Johnny Speight, noto in Italia anche<br />

con il titolo Tutti a casa, ha generato<br />

due spin-off: oltre a I Jefferson, Beatrice<br />

Arthur compare nei panni della cu­<br />

52<br />

gina di Edith nel personaggio di Maude.<br />

Nel corso degli anni la serie ha subito<br />

in originale tre cambi di titolo:<br />

quando nel decimo ciclo muore la moglie<br />

di Archie in seguito alla decisione<br />

della Stapleton di lasciare il set diventò<br />

Archie Bunker’s Place, quando diventa<br />

protagonista Sally Struthers assunse<br />

il nome di Gloria, quando in alcune<br />

puntate si ricorda la vecchia casa <strong>dei</strong><br />

Bunker è la volta di 704 Hauser. Oltre<br />

a Lear, Bud Yorkin e Mort Lachman<br />

firmano da produttori esecutivi. Il cognome<br />

della famiglia di Archie è<br />

Bunker: mai scelta fu più appropriata<br />

per un nucleo familiare capeggiato da<br />

un uomo che, come disse O’Connor,<br />

“non vuole che il mondo cambi, non<br />

vuole problemi perché è egli stesso un<br />

problema”.<br />

Arriva Cristina Con: Cristina D’Avena,<br />

Enrico Bertorelli, Anna Priori,<br />

Giulia Franzoso, Valerio Floriani, Marco<br />

Bellavia, Marco Villa, Luciano De<br />

Marini, Andrea Panizza, Cristiano Cerasola,<br />

Federico Grassi, Adolfo Fenoglio.<br />

Produzione: Italia, 1988,sitcom/musicale,<br />

colore (72/30’).<br />

Cristina D’Avena, nostra signorina<br />

<strong>dei</strong> telespettatori “under 16”, è la<br />

protagonista assoluta nei panni di<br />

Cristina. Attorno a lei, studentessa di<br />

medicina con l’hobby della musica,<br />

ruotano tutte le vicende e tutti i coprotagonisti:<br />

papà Filippo (Enrico<br />

Bertorelli) e mamma Valeria (Anna<br />

Priori); la sorella Francesca (Giulia<br />

Franzoso) e il fratellino Luca (Valerio<br />

Floriani). Il complesso musicale<br />

che accompagna Cristina è formato<br />

da Steve (Marco Bellavia) al basso,<br />

Simone (Marco Villa) al piano, Paul<br />

(Luciano De Marini) alla chitarra,<br />

Tommy (Andrea Panizza) alla batteria,<br />

Vincenzo (Cristiano Cerasola) al­


53 Arsenio Lupin<br />

le tastiere, Marco (Federico Grassi)<br />

al sax. Luciano Roman interpreta Michele,<br />

innamorato perdutamente della<br />

protagonista. Non manca lo zio<br />

Carlo (Adolfo Fenoglio), uno scienziato<br />

pazzo reo di invenzioni strampalate<br />

quanto inutili. Alessandra Valeri<br />

Manera e Stefano Vicario firmano<br />

il soggetto e la sceneggiatura del<br />

<strong>telefilm</strong> che ha avuto tre proseguimenti:<br />

Cristina, Cri-Cri e Cristina,<br />

l’Europa siamo noi. In quest’ultima<br />

serie cambiano gli scenari e tutto il<br />

cast.<br />

Arriva l’elicottero (Chopper one)<br />

Con: Jim McMullan, Dirk Benedict,<br />

Ted Hartley, Lou Frizzell. Produzione:<br />

Usa, 1974, avventura/poliziesco, colore<br />

(13/30’).<br />

Sorta di remake del capostipite con le<br />

“pale” Avventure in elicottero (1957),<br />

questa serie raggruppa elicotteristi e<br />

poliziotti: gli agenti Don Burdick (Jim<br />

McMullan) e Gil Foley (Dirk Benedict)<br />

fanno parte dell’equipaggio in<br />

volo; il Capitano Ted McKeegan (Ted<br />

Hartley) è il loro superiore; Mitch<br />

(Lou Frizzell) è il meccanico di turno.<br />

La maggior parte <strong>dei</strong> malviventi viene<br />

acciuffata sui tetti di una innominata<br />

metropoli californiana; tra coloro che<br />

cadono in manette c’è anche un folle<br />

che non trova miglior passatempo che<br />

sparare agli elicotteri della polizia. Aaron<br />

Spelling e Leonard Goldberg firmano<br />

da produttori esecutivi. Dominic<br />

Frontiere è l’autore della colonna sonora<br />

e del tema musicale. Nell’ultima<br />

puntata compare da guest-star Nick<br />

Nolte. Per i fans delle “pale”, 3 anni<br />

dopo sarebbe decollato Chopper<br />

Squad.<br />

Arrivano le spose (Here Come the<br />

Brides) Con: Robert Brown, David<br />

Soul, Bobby Sherman, Mark Lenard,<br />

Bo Svenson, Henry Beckman, Bridget<br />

Hanley, Mitzi Hoag. Produzione: Usa,<br />

1968, avventura, colore (52/60’).<br />

Basata sul film Sette spose per sette<br />

fratelli (1954), la serie di fine anni ’60<br />

è ambientata in un accampamento di<br />

boscaioli di Seattle nel 1870, dove irrompono<br />

un centinaio di donne provenienti<br />

da New Bedford (Massachusetts).<br />

Robert Brown interpreta Jason<br />

Bolt, il leader (non dichiarato) del<br />

campo; David Soul veste i panni di Joshua<br />

Bolt, il fratello di Jason; Bobby<br />

Sherman sfoggia la salopette di Jeremy,<br />

il più giovane <strong>dei</strong> tre fratelli;<br />

Mark Lenard è Aaron Stempel, impiegato<br />

alla segheria; Bo Svenson presta<br />

il volto al capomastro Big Swede;<br />

Henry Beckman entra in scena come il<br />

capitano di marina Clancey; Joan<br />

Blondell compare come Lottie Hatfield,<br />

dietro il bancone del saloon locale.<br />

Tra le donne: l’aspirante sposa<br />

Candy Pruitt (Bridget Hanley) e l’insegnante<br />

Essie (Mitzi Hoag). In una<br />

puntata compare come guest-star Bruce<br />

Lee. Edward Asner è tra gli altri volti<br />

noti. Il tema musicale, “Seattle”, è<br />

composto a sei mani da Jake Keller,<br />

Hugo Montenegro ed Ernie Sheldon.<br />

David Soul ha conosciuto sul set la sua<br />

futura moglie, Karen Carlson.<br />

Arsenio Lupin (Arsène Lupin) Con:<br />

Georges Descrières, Yvon Bouchard,<br />

Roger Carel, Henri Virlojeux. Produzione:<br />

Francia/Canada/Germania/­<br />

Svizzera/Italia/Austria/Olanda/Belgio,<br />

1971, avventura/poliziesco, colore<br />

(26/60’).<br />

CULT<br />

Il celeberrimo ladro gentiluomo creato<br />

dall’autore francese Maurice Leblanc<br />

trova in un attore della Comédie<br />

Française un interprete credibile:


Artù re <strong>dei</strong> Britanni<br />

Georges Descrières veste i panni di<br />

Arsenio Lupin, che con il fedele Grognard<br />

(Yvon Bouchard) ruba gioielli e<br />

valori ai ricchi. Ma non solo: il più delle<br />

volte si porta via anche il cuore di<br />

belle aristocratiche disposte a coprirgli<br />

le spalle o, le più fortunate, a fuggire<br />

con il gentleman e il malloppo. Sulle<br />

sue tracce si getta l’ispettore Guerchard<br />

(Roger Carel), che arriva sempre<br />

tardi. Rispetto ai romanzi, per ridurre<br />

i costi, Lupin abbandona il periodo<br />

della Belle Époque per ritrovarsi<br />

nel 1925. Il <strong>telefilm</strong> è una coproduzione<br />

internazionale (oltre alla Francia,<br />

partecipano Germania dell’Est, Canada,<br />

Belgio, Olanda, Svizzera, Belgio e<br />

Italia), che si dividono più o meno<br />

equamente la regia degli episodi: il<br />

“nostro” Marcello Baldi dirige l’ottavo<br />

del primo ciclo. Jacques Nahun firma<br />

da produttore esecutivo; Jacques<br />

Dutronc canta la sigla iniziale e di<br />

chiusura; la colonna sonora è composta<br />

da Jean-Pierre Bourtayre. Raffaella<br />

Carrà compare tra le guest-stars. Henri<br />

Virlojeux interpreta Herlock Sholmes:<br />

se scambiate le iniziali del nome e del<br />

cognome avrete l’identità dell’unica<br />

persona che potrebbe catturare Lupin.<br />

Elementare, Watson...<br />

Artù re <strong>dei</strong> Britanni (Arthur of the<br />

Britons) Con: Oliver Tobias, Jack Watson,<br />

Michael Gothard, Brian Blessed,<br />

Clive Revill, George Marishka, Gila<br />

von Weitershausen, Rupert Davies.<br />

Produzione: Gran Bretagna, 1972, avventura,<br />

colore (26/30’).<br />

Girata negli anni ’70 tra Francia e Inghilterra,<br />

la serie racconta le gesta di<br />

Artù (Oliver Tobias), a capo di una<br />

piccola tribù celtica negli anni in cui la<br />

Bretagna era minacciata dall’invasione<br />

<strong>dei</strong> Sassoni. La sua missione è quella<br />

di arruolare tutte le piccole fazioni<br />

54<br />

del paese per contrastare l’attacco nemico.<br />

Lo aiutano nell’impresa: il padre<br />

adottivo Llud (Jack Watson) e il fratello<br />

Kai (Michael Gothard), anch’esso<br />

adottivo. Completano il cast: Marco di<br />

Cornovaglia (Brian Blessed); il predicatore<br />

Rolf (Clive Revill); Yorath<br />

(George Marishka), a capo degli Juti;<br />

Rowena (Gila von Weitershausen);<br />

Cerdig (Rupert Davies), alla testa <strong>dei</strong><br />

Sassoni. Da notare come nella serie<br />

non vi sia alcun accenno a Camelot, a<br />

Merlino e a Ginevra. Il <strong>telefilm</strong> è prodotto<br />

dalla Harlech Television; Patrick<br />

Dromgoole firma da produttore esecutivo.<br />

Catherine Schell compare da<br />

guest-star, alla stessa stregua di Tom<br />

Baker e Micheal Gambon.<br />

A scuola con filosofia (La philo sélon<br />

Philippe) Con: Yannick Debain.<br />

Produzione: Francia, 1995, sit-com,<br />

colore (98/30’).<br />

Dopo Primi baci ed Hélène e i suoi<br />

amici, una serie francese racconta le<br />

vicissitudini <strong>dei</strong> loro fratelli maggiori.<br />

Nonostante l’età <strong>dei</strong> protagonisti, è<br />

sempre “tempo delle mele”: amori tra i<br />

banchi, incomprensioni con i genitori,<br />

le feste del sabato sera, le confidenze<br />

con gli amici del cuore. Rispetto ai due<br />

<strong>telefilm</strong> analoghi entra in scena la figura<br />

del professore di filosofia (interpretato<br />

da Yannick Debain), che al suo<br />

primo incarico riesce a conquistarsi la<br />

fiducia della classe, a diventare il confidente<br />

e il padre spirituale <strong>dei</strong> ragazzi.<br />

La maternità del serial francese è firmata<br />

dalla AB Productions, la stessa di<br />

Primi baci (1991) e Helen e i suoi amici<br />

(1992).<br />

A scuola di horror (Bone Chillers)<br />

Con: Linda Cardellini, Charles Fleischer,<br />

Miles O’Dougall, Saadia Persad,<br />

Esteban Powell, John Patrick


55 Asso <strong>dei</strong> detective, L’<br />

White. Produzione: Usa, 1996, avventura/thriller,<br />

colore (12/30’).<br />

La scuola Edgar Allan Poe promette<br />

brividi già dal nome: capita che gli studenti<br />

debbano confrontarsi con mummie<br />

o rane giganti, così come, altrettanto<br />

orripilante, con il cibo della mensa.<br />

Tra coloro che rispondono all’appello<br />

delle lezioni di paura: Sarah<br />

(Linda Cardellini), Arnie (Charles<br />

Fleischer), Carl (Miles O’Dougall),<br />

Lexi (Saadia Persad), Brian Holsapple<br />

(Esteban Powell) e Fitz (John Patrick<br />

White). La serie fortissimamente voluta<br />

da Fred Silverman è tratta dalla<br />

collana di romanzi scritta da Betsy<br />

Haynes.<br />

A.S. – Indagine a Berlino (A.S.)<br />

Con: Klaus J. Behrendt, Leonard Lasink,<br />

Birke Bruck, Andrea Sawatzki.<br />

Produzione: Germania, 1994, poliziesco,<br />

colore (27/60’; 2/90’).<br />

Alexander Stein (Klaus J. Behrendt) –<br />

per gli amici solamente A.S. – è un detective<br />

privato che opera a Berlino e<br />

abita in una grande mansarda guadagnandosi<br />

da vivere con un lavoro non<br />

sempre facile. I suoi metodi d’indagine<br />

sono spesso al limite della legalità e per<br />

questo si scontra con il commissario<br />

Krüger (Leonard Lasink), con cui è legato<br />

da un’amicizia nata ai tempi della<br />

scuola. Il luogo preferito per il poco<br />

tempo libero che resta a Stein è il Capriccio,<br />

una sala da biliardo gestita da<br />

una donna italiana, Anna Capelli<br />

(Birke Bruck). Andrea Sawatzki interpreta<br />

Sonja Hersfeld. La Nostro Film è<br />

la casa di produzione del serial.<br />

Assistente sociale (East Side, West<br />

Side) Con: George C. Scott, Elizabeth<br />

Wilson, Cicely Tyson. Produzione:<br />

Usa, 1963, drammatico, b/n (26/60’).<br />

Serie drammatica e “scomoda” che<br />

durò solo una stagione per i suoi temi<br />

scottanti, razzismo su tutti. La storia è<br />

quella di un gruppo di assistenti sociali<br />

che opera per la Community Welfare<br />

Service, un’agenzia privata di<br />

Manhattan nella quale si distingue<br />

Neil Brock (George C. Scott). Elizabeth<br />

Wilson interpreta Frieda (Hecky)<br />

Hechlinger, il suo capo; Cicely Tyson<br />

veste i panni della segretaria Jane Porter.<br />

Per le sue crude tematiche, la CBS<br />

non riuscì a trovare gli sponsor per la<br />

seconda stagione, che così non fu mai<br />

girata; gli stessi dirigenti del network<br />

non erano entusiasti della serie: una<br />

scena della prima puntata, in cui Brock<br />

balla con una donna di colore, venne<br />

cancellata proprio su richiesta degli alti<br />

vertici dell’emittente. Tyson è stata<br />

la prima attrice di colore a rivestire un<br />

ruolo da protagonista in una serie<br />

drammatica, nonché la prima a sfoggiare<br />

una capigliatura “afro”. Più di un<br />

episodio si conclude senza l’happy<br />

end. A metà della prima stagione la<br />

produzione tentò di virare verso nuovi<br />

scenari: Brock va a lavorare per un uomo<br />

del congresso a New York. David<br />

Susskind è il produttore esecutivo del<br />

serial; Kenyon Hopkins firma il tema<br />

jazz che apre e chiude le puntate del <strong>telefilm</strong>.<br />

Tra le guest-stars: Alan Alda,<br />

Carroll O’Connor, Martin Sheen, David<br />

Carradine, Lee Grant, Gene Hackman,<br />

Vincent Gardenia, Barry Morse.<br />

Nell’albo <strong>dei</strong> riconoscimenti si conta<br />

un Emmy Award per la miglior regia.<br />

Asso <strong>dei</strong> detective, L’ (Ace<br />

Crawford, Private Eye) Con: Tim<br />

Conway, Joe Regalbuto, Bill Henderson,<br />

Shera Danese, Dick Christie. Produzione:<br />

Usa, 1983, sit-com, colore<br />

(5/30’).<br />

STRACOTTO<br />

Dopo l’insuccesso di Un equipaggio


Asso nella manica, Un<br />

tutto matto (ma anche di Rango e di<br />

The Tim Conway Show), un’altra sitcom<br />

da flop per Tim Conway: questa<br />

volta nei panni del detective pasticcione<br />

Ace Crawford. Joe Regalbuto è<br />

Toomey, l’assistente part-time del<br />

protagonista; Billy Barth interpreta<br />

Inch, il gestore del locale preferito da<br />

Crawford, in cui suona il pianista cieco<br />

Mello (Bill Henderson, vero jazzman<br />

anche fuori dal set) e canta la<br />

bella Luana (Shera Danese), la ragazza<br />

di Ace. Dick Christie interpreta<br />

l’attonito tenente Fanning. Regalbuto<br />

presta altresì la voce quale narratore<br />

fuori campo della serie prodotta da<br />

Philip Weltman e Ron Clark, cancellata<br />

dopo soli 5 episodi. Il tema musicale<br />

è composto da Hughie Cannon e<br />

Peter Matz.<br />

Asso nella manica, Un (Bergerac)<br />

Con: John Nettles, Deborah Grant,<br />

Terence Alexander, Louise Jameson,<br />

Cecile Paoli, Celie Imrie, Thérèse<br />

Liotard, Sean Arnold, Liza Goddard,<br />

Mela White, Jonathan Adams. Produzione:<br />

Gran Bretagna/Australia, 1981,<br />

poliziesco, colore (81/60’; 5/90’;<br />

1/120’).<br />

La serie accende i riflettori sui casi del<br />

sergente Jim Bergerac (John Nettles),<br />

trasferito sull’isola di Jersey e assegnato<br />

all’Ufficio Stranieri dopo aver ucciso<br />

uno spacciatore. L’isolotto, a metà<br />

navigazione tra l’Inghilterra e la Normandia,<br />

è un paradiso fiscale che attira<br />

una fauna multicolore di trafficanti,<br />

contrabbandieri e furfanti. Bergerac,<br />

ex alcolista zoppo che si sposta a bordo<br />

di una Triumph marrone del 1947, alterna<br />

indagini e conquiste femminili:<br />

tra quest’ultime, la moglie Deborah<br />

(Deborah Grant), figlia del miliardario<br />

Charlie Hungerford (Terence Alexander);<br />

Francine Leland (Cecile Paoli),<br />

56<br />

impiegata del sindacato di Jersey; la ladra<br />

di gioielli Philippa Vale (Liza Goddard);<br />

l’agente immobiliare Susan<br />

Young (Louise Jameson), la quale finisce<br />

uccisa; l’avvocatessa Marianne<br />

Bellshade (Celie Imrie); Danielle Aubry<br />

(Thérèse Liotard), che viveva con<br />

Bergerac in Provenza. Sean Arnold interpreta<br />

il capo-ispettore Barney Crozier,<br />

uno <strong>dei</strong> tanti superiori di Bergerac<br />

che gli chiedono ragione <strong>dei</strong> metodi<br />

non sempre ortodossi. Tra gli altri personaggi<br />

ricorrenti: Diamante Lil (Mela<br />

White), proprietaria del bar Lil’s Place<br />

dove Bergerac si va a “rifornire”; il dottor<br />

Lejeune (Jonathan Adams), il patologo<br />

dell’isola. La serie, che ha segnato<br />

un vero e proprio boom turistico dell’isola<br />

al centro delle vicende, è creata e<br />

prodotta da Robert Banks Stewart. Il<br />

tema musicale è composto da George<br />

Felton. Greta Scacchi compare da guest-star.<br />

A sud <strong>dei</strong> tropici (The Adventures of<br />

the Seaspray) Con: Walter Brown,<br />

Gary Gray, Rodney Pearlman, Susanne<br />

Haworth. Produzione: Australia,<br />

1965, avventura, colore (32/30’).<br />

Nelle acque del Sud Pacifico veleggia<br />

verso l’avventura lo scrittore freelance<br />

John Wells (Walter Brown), altresì<br />

skipper della Seaspray. I tre figli lo accompagnano<br />

di porto in porto: Mike<br />

(Gary Gray), Noah (Rodney Pearlman)<br />

e Susan (Susanne Haworth). La<br />

serie, che batte bandiera australiana, è<br />

prodotta da Roger Mirams.<br />

A-Team (The A-Team) Con: George<br />

Peppard, Mr. T, Dirk Benedict, Dwight<br />

Schultz, Robert Vaughn, William<br />

Lucking, Lance LeGault, Eddie Velez.<br />

Produzione: Usa, 1983, avventura, colore<br />

(98/60’).<br />

Con il sigaro sempre in bocca, il colon­


57 Atelier di Veronica, L’<br />

nello John “Hannibal” Smith (George<br />

Peppard) è a capo di un manipolo di ex<br />

veterani del Vietnam che ha deciso di<br />

mettere la propria esperienza al servizio<br />

della giustizia e di combattere i soprusi<br />

della società dopo essere stati<br />

imprigionati ingiustamente con l’accusa<br />

di aver rapinato la Banca di Hanoi<br />

quattro giorni dopo la fine della guerra<br />

e di aver intascato un bottino di un milione<br />

di yen; per questo motivo sono<br />

ricercati dapprima dal colonnello Lynch<br />

(William Lucking) e poi dal colonnello<br />

Roderick Decker (Lance LeGault).<br />

Con il taglio esasperato di un fumetto,<br />

con i protagonisti che più che reduci<br />

assomigliano agli X-Men, la serie pone<br />

in risalto, al di là dell’indimenticabile<br />

protagonista di Colazione da Tiffany,<br />

la figura cartoon di Mr. T nei panni di<br />

Barracus detto “Pessimo elemento”<br />

(in originale “Bad attitude”), una vera<br />

e propria forza della natura in grado di<br />

costruire qualsiasi arma o mezzo da<br />

guerra dal nulla (indimenticabile la<br />

puntata in cui trasforma uno scuolabus<br />

in un tank inarrestabile); l’attore<br />

riscosse una popolarità tale da farlo salire<br />

sul ring contro Stallone-Rocky III<br />

e da creare un cartone animato a sua<br />

immagine e somiglianza (fra i tratti caratteristici,<br />

questa sorta di Hulk moderno<br />

sfoggia una collana d’oro di 35<br />

libbre). Ad affiancare i due comprimari:<br />

Dirk Benedict è Templeton Peck,<br />

un impostore di dichiarata fama soprannominato<br />

“sberla” (“faceman”<br />

in originale); Dwight Schultz è l’abile<br />

e pazzo pilota Murdock, capace di<br />

passare con nonchalance dalla cloche<br />

di un caccia a quella di un 747;<br />

Robert Vaughn impersona il generale<br />

Stockwell, colui che riesce a catturare<br />

il gruppo e farlo diventare una testa di<br />

ponte <strong>dei</strong> servizi segreti. Nonostante le<br />

esplosioni e gli scontri a ripetizione,<br />

nessuno <strong>dei</strong> protagonisti o degli avversari<br />

subisce il benché minimo graffio<br />

(in una scena emblematica, due macchine<br />

incocciano in un frontale ad altissima<br />

velocità: poco dopo i loro occupanti<br />

escono dalle lamiere più sani<br />

di prima). Nell’ultima stagione, il<br />

team arruola il mago degli effetti speciali<br />

Frankie Sanchez (Eddie Velez). I<br />

creatori e produttori della serie sono la<br />

premiata ditta Stephen J. Cannell-<br />

Frank Lupo. La coppia formata da<br />

Mike Post e Pete Carpenter firma le<br />

musiche. Tra le guest-stars si riconoscono<br />

Dennis Franz, Paul Gleason, Tia<br />

Carrere e, nei panni di sé stessi, il cantante<br />

Boy George e il wrestler Hulk<br />

Hogan. Nel caso aveste bisogno dell’A-Team,<br />

il loro numero di telefono è<br />

555-6162.<br />

Atelier di Veronica, L’ (Veronica’s<br />

closet) Con: Kirstie Alley, Wallace<br />

Langham, Kathy Najimy, Dan Cortese,<br />

Daryl Mitchell, Robert Prosky,<br />

Christopher McDonald, Ron Silver.<br />

Produzione: Usa, 1997, sit-com, colore<br />

(66/30’).<br />

“Chi acquisterà la mia lingerie se a tuo<br />

marito sembrerà di dormire con una<br />

ragazza di 20 anni?. Be’, penso che la<br />

compreranno tutti i mariti…”: la filosofia<br />

di vendita di Veronica “Ronnie”<br />

Chase (Kirstie Alley) assume i toni da<br />

sit-com romantica. Del resto, tutta la<br />

sua vita è votata agli… affari di cuore:<br />

oltre a essere a capo di un impero di<br />

successo che propone baby-doll e giarrettiere,<br />

Veronica è altresì l’autrice di<br />

romanzi rosa best-seller (tra gli altri, La<br />

Guida per un matrimonio da favola).<br />

Forse per sfuggire alle scappatelle del<br />

marito cascamorto Bryce (Christopher<br />

McDonald), con il quale convive da 14<br />

anni sopportando le foto sui settimanali<br />

che lo ritraggono con questa o quella


Attacco alla Terra – Earth Final Conflict<br />

fiamma, la nostra si butta a capofitto<br />

nel lavoro. Al fianco di Veronica nell’atelier:<br />

l’assistente incoscientemente<br />

gay Josh (Wallace Langham); Olive<br />

(Kathy Najimy), la confidente preferita<br />

di “Ronnie”, a capo del settore<br />

marketing; l’ex modello di biancheria<br />

Perry (Dan Cortese), addetto stampa<br />

di Veronica che offusca i giornalisti a<br />

suo piacimento; il giovane esecutivo<br />

naif Leo (Daryl Mitchell). Ma la persona<br />

che conosce meglio la protagonista<br />

e senza dubbio Pat (Robert Prosky),<br />

lo chauffeur che capisce al meglio<br />

il pazzo mondo di “Ronnie” (e che<br />

le fa anche un po’da padre nei momenti<br />

di sconforto). Nel secondo ciclo entra<br />

in scena Ron Silver nei panni di Alec<br />

Bilson, destinato a far perdere la testa a<br />

Veronica. Tra i produttori esecutivi (Jeff<br />

Astrof, Kevin Bright, Michael Poryes,<br />

Amy Sherman) spicca il nome di David<br />

Crane, già dietro le quinte di Friends.<br />

Tra i volti noti che fanno capolino nell’atelier:<br />

Jay Leno (nei panni di sé stesso),<br />

Portia de Rossi, Ted Danson, Yasmine<br />

Bleeth, Tia Carrere, Tyne Daly,<br />

RuPaul, John Ritter, Scott Baio. La sitcom,<br />

girata negli studi californiani di<br />

Burbank, ha vinto 2 ASCAP Awards e un<br />

People’s Choice Award. La colonna sonora<br />

è composta a quattro mani da<br />

Giorgio Bertuccelli (per la cronaca, già<br />

autore musicale di 2 film di Joe D’Amato<br />

come Il fiore della passione nel<br />

1990 e La donna di una sera nel 1991) e<br />

da Michael Skloff (già impegnato sul<br />

pentagramma di Friends).<br />

Attacco alla Terra – Earth Final<br />

Conflict Vedi Pianeta Terra – Cronaca<br />

di un’invasione.<br />

Attenti ai ragazzi (Who’s Watching<br />

the Kids) Con: Caren Kaye, Lynda<br />

Goodfriend, Marcia Lewis, Scott<br />

58<br />

Baio, Tammy Lauren, Larry Breeding,<br />

Jim Belushi. Produzione: Usa, 1978,<br />

sit-com, colore (13/30’).<br />

Una ballerina di fila e i suoi amici sono<br />

i protagonisti di una serie ambientata a<br />

Las Vegas, dove i sogni diventano<br />

realtà. Caren Kaye è la danzatrice<br />

Stacy Turner, piena di aspirazioni;<br />

Lynda Goodfriend interpreta Angie<br />

Vitola, sua coinquilina e collega; Marcia<br />

Lewis veste i panni di Mitzi Logan,<br />

la loro affittacamere nonché la proprietaria<br />

del club Sand Pile, dove si<br />

esibiscono le due ragazze; Scott Baio è<br />

Frankie, il fratello quindicenne di Angie;<br />

Tammy Lauren ha il ruolo di Melissa,<br />

la sorella di nove anni di Stacy;<br />

Larry Breeding presta il volto a Larry<br />

Parnell, il vicino delle due ragazze<br />

nonché tele-reporter locale; un giovane<br />

Jim Belushi (fratello di John) è Bert<br />

Gunkle, il cameraman di Parnell. Il tris<br />

di produttori esecutivi è formato da<br />

Garry K. Marshall (Happy Days),<br />

Tony Marshall e Don Silverman. Il <strong>telefilm</strong><br />

è una derivazione (non uno<br />

spin-off) di una sit-com dell’anno precedente<br />

(Le ragazze di Blansky), sempre<br />

ambientata a Las Vegas e sempre<br />

nel giro delle showgirls, con tre attori<br />

che “sopravvivono” nonostante il flop:<br />

Scott Baio (un “pallino” di Marshall,<br />

che successivamente l’avrebbe voluto<br />

anche in Happy Days), Lynda Goodfriend<br />

e Caren Kaye. Charles Bernstein<br />

compone la colonna sonora.<br />

Attenti a quei due (The Persuaders)<br />

Con: Tony Curtis, Roger Moore, Laurence<br />

Naismith. Produzione: Gran<br />

Bretagna, 1971, avventura/poliziesco,<br />

colore (24/60’).<br />

SUPERCULT<br />

Cosa hanno in comune l’americano<br />

Danny Wilde (Tony Curtis, al suo debutto<br />

televisivo da protagonista), usci­


59 Attenti a quei tre<br />

to dal Bronx per diventare un uomo di<br />

successo e l’aristocratico britannico<br />

Lord Brett Sinclair (Roger Moore, nel<br />

suo ultimo ruolo ricorrente sul piccolo<br />

schermo prima di diventare 007 al cinema),<br />

con una serie di foulard anni<br />

’70 che provocherebbero l’invidia di<br />

Jimi Hendrix? Semplice: la passione<br />

per il brivido e per le belle donne. Una<br />

serie di enigmi gialli e intrighi internazionali<br />

scandisce le loro giornate glamour<br />

ai bordi di piscine, tra party<br />

esclusivi o alla guida di macchine fuoriserie.<br />

Curtis, con tanto di guantini alla<br />

Topolino, veste i panni dello statunitense<br />

sempre pronto a menar le mani;<br />

Moore, reduce dal successo de Il<br />

santo, fa le prove tecniche di aplomb<br />

per il ruolo di James Bond. Accanto ai<br />

due investigatori-playboy si segnala la<br />

figura dell’ex giudice Fulton (Laurence<br />

Naismith), che oltre a ingaggiarli e<br />

ad aiutarli nelle indagini tenta, invano,<br />

di ricondurli a una vita più morigerata.<br />

È proprio l’ex uomo di legge a farli incontrare<br />

nel corso di un party; in realtà<br />

“quei due” si erano sfidati poco prima<br />

in una corsa automobilistica: Sinclair a<br />

bordo della sua gialla Aston Martin<br />

DBS V8 (con la targa BS 1, che evidenzia<br />

le iniziali del guidatore e richiama<br />

ST 1, ovvero l’identificazione di<br />

Simon Templar sulla macchina de Il<br />

santo), Wilde al volante della rossa<br />

Ferrari 246GT (con la targa italiana<br />

MO 221400). Il motivetto della sigla<br />

d’apertura, firmato da John Barry, autore<br />

delle musiche <strong>dei</strong> film di 007, ha<br />

fatto epoca: nel 1972 ha raggiunto il<br />

tredicesimo posto della classifica inglese;<br />

registrato nello studio discografico<br />

dell’ex Beatle George Harrison, è<br />

suonato con uno strumento inusuale<br />

chiamato qanun. Nel 2004 il sondaggio<br />

dell’Accademia <strong>dei</strong> Telefilm lanciato<br />

in occasione <strong>dei</strong> 50 anni della tv<br />

italiana ha attribuito alla serie “la miglior<br />

sigla di tutti i tempi”, quella in cui<br />

le carriere di Wilde e Sinclair vengono<br />

didascalicamente appaiate sullo schermo<br />

accompagnate dalla melodia di<br />

Barry. Una curiosità: l’episodio Il<br />

complotto in Italia è stato tagliato, allorquando<br />

si minaccia un rovesciamento<br />

del governo inglese e si mostra<br />

il tentato omicidio del Primo Ministro<br />

durante uno show televisivo; il taglio<br />

ha impedito agli spettatori italiani di<br />

ascoltare le motivazioni di una delle<br />

personalità influenti che architettano il<br />

golpe (“Il governo deve avere il potere<br />

di far rispettare la volontà del popolo.<br />

La gente comune, quel gruppo chiamato<br />

‘maggioranza silenziosa’, vuole<br />

che questo potere sia illimitato. Abbiamo<br />

vissuto per troppo tempo in una società<br />

che permette e tollera la violenza.<br />

Dobbiamo ristabilire il governo della<br />

legge e la fine dell’anarchia”). Robert<br />

Baker è il creatore e produttore della<br />

serie. Roger Moore dirige due episodi<br />

(il sesto e il tredicesimo) e firma gli<br />

abiti dal puro stile dandy che indossa.<br />

Attenti a quei tre (Die Drei) Con:<br />

Hannelore Hoger, Uwe Bohm, Zacharias<br />

Preen. Produzione: Germania,<br />

1996, poliziesco, colore (27/60’).<br />

I tre del titolo sono l’ex magistrato<br />

Charlotte Burg (Hannelore Hoger) e i<br />

suoi due “mastini”: l’affascinante e intellettuale<br />

Peter Lombardi (Uwe<br />

Bohm) e l’impetuoso Georg Gentz<br />

(Zacharias Preen), ex agente della<br />

GSG9. Il trio fa parte di un’agenzia<br />

d’investigazioni che si occupa di casi<br />

delicati che coinvolgono l’alta società<br />

e quindi necessitano particolare discrezione.<br />

La colonna sonora è composta<br />

da Frank Fischer, Stefan Carow<br />

e Nikolaus Glowna. Helmut Berger<br />

compare da guest-star. Le riprese sono


A tutte le auto della polizia<br />

state effettuate a Berlino. La serie è<br />

prodotta da SAT.1.<br />

A tutte le auto della polizia (The<br />

Rookies) Con: Gerald O’Loughlin,<br />

Michael Ontkean, Georg Stanford,<br />

Sam Melville, Kate Jackson, Bruce<br />

Fairbairn. Produzione: Usa, 1972, poliziesco,<br />

colore (92/60’; 1/90’).<br />

Poliziesco senza troppi fronzoli sullo<br />

svezzamento in pattuglia di tre reclute.<br />

Tra i protagonisti: il tenente Ed Ryker<br />

(Gerald O’Loughlin), l’ufficiale in comando;<br />

i tre novellini in divisa, Willie<br />

Gillis (Michael Ontkean), Terry Webster<br />

(Georg Stanford) e Mike Danko<br />

(Sam Melville). Kate Jackson veste i<br />

panni dell’infermiera Jill Danko, la<br />

moglie di Mike; la Jackson e Melville<br />

sarebbero tornati a recitare insieme in<br />

Top Secret (1983), ancora una volta da<br />

coniugi. Bruce Fairbairn è Chris<br />

Owens. Aaron Spelling e Leonard<br />

Goldberg formano la coppia di produttori<br />

esecutivi, entrambi reduci dal successo<br />

(poliziesco) di Mod Squad; dopo<br />

questa serie , la coppia di produttori si<br />

convinse che Kate Jackson era perfetta<br />

per diventare una delle tre protagoniste<br />

del successivo Charlie’s Angels<br />

(1976), sorta di versione femminile<br />

più pop di A tutte le auto della polizia.<br />

Elmer Bernstein è l’autore del tema<br />

musicale; Jack Elliott, Pete Rugolo,<br />

Laurence Rosenthal e Allyn Ferguson<br />

si susseguono al pentagramma della<br />

colonna sonora. Tra le guest-stars del<br />

<strong>telefilm</strong>: Don Johnson, Nick Nolte,<br />

Sissy Spacek, John Travolta, James<br />

Woods, Louis Gossett jr., Martin<br />

Sheen, Beverly Garland, Cheryl Ladd<br />

e Jaclyn Smith (altri due futuri “angeli<br />

di Charlie”), Dick Van Patten, Tyne<br />

Daly, Bo Hopkins, Leslie Nielsen, James<br />

Woods, John Ritter, William Shatner,<br />

David Soul e Stefanie Powers.<br />

60<br />

Autentica peste, Un’ (Chespirito)<br />

Con: Roberto Gómez Bolaños,<br />

Ramón Valdés, Carlos Villagrán, Florinda<br />

Meza García, María Antonieta<br />

de las Nieves. Produzione: Messico,<br />

1984, sit-com, colore (13/30’).<br />

STRACOTTO<br />

Lo spin-off di Cecco della Botte<br />

(1973) è in realtà un sequel dell’inedito<br />

Chespirito del 1970 e ne ripropone,<br />

a distanza di quattordici anni, cast e<br />

storie. Le vicende ruotano attorno al<br />

buffo personaggio di Cecco (Roberto<br />

Gómez Bolaños) e alle sue divertenti<br />

avventure; tutti gli attori, molti <strong>dei</strong><br />

quali diventati cinquantenni, sono richiamati<br />

a interpretare bambini under<br />

10. A fare da spalla al protagonista: il<br />

signor Bartolomeo (Ramón Valdés),<br />

Chicco (Carlos Villagrán), Florinda<br />

(Florinda Meza García), Chiquirita<br />

(María Antonieta de las Nieves).<br />

Automan (Id.) Con: Desi Arnaz jr.,<br />

Chuck Wagner, Heather McNair, Gerald<br />

O’Loughlin, Robert Lansing. Produzione:<br />

Usa, 1983, poliziesco/fantastico,<br />

colore (12/60’; 1/90’).<br />

Robocop ha un antenato in televisione:<br />

Automan è una creatura nata letteralmente<br />

dal computer per aiutare la polizia<br />

di Los Angeles. A dargli vita è Walter<br />

Nebicher (Desi Arnaz jr.), un poliziotto<br />

assegnato alla stanza <strong>dei</strong> computer<br />

che un giorno inserisce nella macchina<br />

un’enorme quantità di dati, tale<br />

da generare un essere che sembra umano<br />

“ma non è dotato di sostanza”, come<br />

si autodefinisce in una delle prime puntate.<br />

Per via dell’ingente flusso di energia<br />

necessaria per vivere, Automan (interpretato<br />

da Chuck Wagner) compare<br />

solo di notte, quando la città dorme e le<br />

luci sono spente. Lo accompagnano<br />

nelle sue avventure notturne, oltre allo<br />

stesso Nebicher, Roxanne (Heather


61 Avventure del giovane Indiana Jones, Le<br />

McNair), la fidanzata di quest’ultimo;<br />

il capitano Boyd (Gerald O’Loughlin);<br />

il tenente Jack Curtis (Robert Lansing).<br />

Non manca la presenza di un olografo<br />

miniaturizzato detto “Cursore”, che è<br />

in grado di costruire seduta stante macchine<br />

che fanno le curve ad angolo retto,<br />

aerei e quant’altro di immaginabile.<br />

L’ideatore Glen A. Larson firma altresì<br />

da produttore esecutivo. Le musiche<br />

del serial sono di J.A.C. Redford e<br />

Morton Stevens. La cantante Laura<br />

Branigan compare in un cameo.<br />

Autostop per il paradiso (Highway<br />

to Heaven) Con: Michael Landon,<br />

Victor French. Produzione: Usa,<br />

1984, avventura, colore (111/60’).<br />

Michael Landon, uno degli attori-produttori<br />

più politically correct della tv<br />

americana, veste i panni dell’ex avvocato<br />

Jonathan Smith, un altro protagonista<br />

iper-buonista: un angelo che, visto<br />

che “il paradiso può attendere”,<br />

torna sulla terra per aiutare le persone<br />

bisognose. Victor French, che aveva<br />

affiancato Landon ne La casa nella<br />

prateria (1974), interpreta l’ex poliziotto<br />

Mark Gordon, il miglior amico<br />

di Smith in vita. Nonostante le origini<br />

celesti, il protagonista usa raramente i<br />

poteri “angelici”, preferendo la persuasione<br />

e il dialogo. La serie ha ottenuto<br />

un inaspettato successo in America<br />

raggiungendo la Top 20 <strong>dei</strong> programmi<br />

più visti tra il 1984 e il 1988.<br />

Landon, oltre che da ideatore, firma da<br />

regista occasionale e produttore esecutivo.<br />

David Rose, già autore musicale<br />

de La casa nella prateria, compone la<br />

colonna sonora. Tra le guest-stars che<br />

si alternano nel serial, che si è aggiudicato<br />

un tris di Young Artist Awards:<br />

Shannen Doherty – già al fianco di<br />

Landon nel <strong>telefilm</strong> di dieci anni prima<br />

– Bob Hope, Edward Asner, Ernest<br />

Borgnine, Dick Van Dyke, Brian Austin<br />

Green, Helen Hunt, Leslie Nielsen,<br />

Eli Wallach.<br />

Avventure del giovane Indiana<br />

Jones, Le (The Young Indiana Jones<br />

Chronicles) Con: Sean Patrick Flannery,<br />

Corey Carrier, George Hall, Margaret<br />

Tyzack. Produzione: Usa, 1992,<br />

avventura, colore (44/60’; 8/90’).<br />

Il produttore George Lucas porta sul<br />

piccolo schermo le avventure del giovane<br />

Indy in una sorta di prequel della<br />

saga cinematografica, un antefatto rispetto<br />

ai film con Harrison Ford: divenuto<br />

anziano, all’età di 93 anni, l’archeologo<br />

più popolare dell’immaginario<br />

racconta le sue vicissitudini giovanili<br />

e gli incontri con i personaggi famosi<br />

d’inizio ’900. Nel corso della serie,<br />

tra flashback e ritorni ai giorni nostri,<br />

sono ben tre gli attori a interpretare<br />

Henry “Indiana” Jones: Sean Patrick<br />

Flannery è un Indy teenager; Corey<br />

Carrier ne riveste i panni nella pubertà;<br />

George Hall è il maturo protagonista<br />

che ha appeso frusta e cappello al<br />

chiodo, diventando il narratore del serial.<br />

Margaret Tyzack è Miss Helen<br />

Seymour, la tutrice del piccolo Indiana.<br />

Come in Indiana Jones e l’ultima<br />

crociata (1989), non manca la figura<br />

del padre di Jones, un professore universitario<br />

di Princeton che viene coinvolto<br />

nelle scorribande del figlio in giro<br />

per il mondo. Tra un’avventura e<br />

l’altra, il protagonista incontra Pablo<br />

Picasso, T.E. Lawrence, Teddy Roosevelt,<br />

la principessa Sofia d’Austria e<br />

Sigmund Freud. Harrison Ford compare<br />

in un episodio memorabile, interpretando<br />

Indiana a 50 anni; Elizabeth<br />

Hurley, Christopher Lee, Vanessa<br />

Redgrave, Catherine Zeta-Jones, Anne<br />

Heche e Max von Sydow sono tra le<br />

altre guest-stars del <strong>telefilm</strong>; c’è anche


Avventure della famiglia Robinson, Le<br />

spazio per le “nostre” Veronica Logan<br />

e Domiziana Giordano. Visto il successo,<br />

dopo la fine della serie, che si è<br />

aggiudicata 10 Emmy Awards, sono<br />

stati prodotti 11 film per la televisione.<br />

Il tema musicale è composto da Laurence<br />

Rosenthal, “raccomandato” a<br />

Lucas – che firma il serial da ideatore e<br />

produttore esecutivo – da John Williams,<br />

fedele collaboratore musicale<br />

del cineasta in Guerre stellari e ne I<br />

predatori dell’Arca perduta; le musiche<br />

della puntata-pilota sono state registrate<br />

al Lucas’s Skywalker Ranch,<br />

le successive tra Londra e Monaco; in<br />

un episodio girato in Italia nel 1918 si<br />

sentono le note di Rossini. Le riprese<br />

sono state effettuate senza crucci per il<br />

budget, passando dall’Inghilterra all’Egitto,<br />

dalla Grecia alla Thailandia,<br />

dalla Russia al Kenya, dalla Francia al<br />

Marocco, dall’Irlanda alla Cina.<br />

Avventure della famiglia Robinson,<br />

Le (The Swiss Family Robinson)<br />

Con: Chris Wiggins, Diana Leblanc,<br />

Ricky O’Neill, Heather Graham, Michael<br />

Duhig. Produzione: Canada,<br />

1976, avventura, colore (26/30’).<br />

Il serial ricalca il plot de La famiglia<br />

Robinson (1975) pur avendo due differenze:<br />

si tratta di una produzione canadese<br />

(e non americana) e ogni puntata<br />

dura mezz’ora (non più un’ora come<br />

nel <strong>telefilm</strong> dell’anno prima). Ambientata<br />

nell’Ottocento, la storia ha<br />

inizio con il naufragio della famiglia<br />

Robinson: il capo-famiglia David (Chris<br />

Wiggins), la moglie Elisabeth (Diana<br />

Leblanc), i figli Franz (Ricky O’­<br />

Neill), Marie (Heather Graham) e Ernest<br />

(Michael Duhig). E il cane Bruno.<br />

Tra stregoni, piante carnivore, pirati e<br />

indigeni, i Robinson scoprono di essere<br />

su un’isola il cui vulcano sta per<br />

eruttare da un momento all’altro. La<br />

62<br />

Glenn Warren Productions firma la serie<br />

basata, come la precedente, su un<br />

romanzo di Johann Wyss.<br />

Avventure dell’astronave Orion,<br />

Le (Raumpatrouille Orion) Con: Dietmar<br />

Schönherr, Eva Pflug, Claus<br />

Holm, Wolfgang Völz, Ursula Lillig,<br />

Friedrich Georg Beckhaus. Produzione:<br />

Germania, 1967, fantascienza, b/n<br />

(7/60’).<br />

SUPERCULT<br />

Cinque giorni prima che la NBC trasmettesse<br />

la puntata-pilota di Star Trek<br />

in America, il network tedesco ARD<br />

mandava in onda Attacco allo spazio,<br />

il primo episodio della serie fantascientifica<br />

più popolare di tutti i tempi<br />

in Germania. Ambientato in un futuro<br />

nel quale l’umanità si è sparsa nello<br />

spazio mentre sulla Terra, unificata e<br />

pacifica, sono stati colonizzati anche i<br />

fondali marini, il <strong>telefilm</strong> racconta le<br />

imprese dell’astronave Orion, la cui<br />

missione è quella di proteggere i terrestri<br />

dalle minacce provenienti dalla galassia.<br />

Agli ordini del comandante<br />

Cliff McLane (Dietmar Schönherr) rispondono<br />

il luogotenente del Servizio<br />

di Sicurezza Galattico Tamara Jagellovsk<br />

(Eva Pflug), Hasso Sigbjornson<br />

(Claus Holm), l’ufficiale Mario de<br />

Monti (Wolfgang Völz), Helga Legrelle<br />

(Ursula Lillig) e Atan Shubashi<br />

(Friedrich Georg Beckhaus). La base<br />

dalla quale parte e approda la navicella<br />

spaziale è sottomarina, sotto una cupola<br />

di vetro attraverso la quale si vede il<br />

fondo del mare e dove si trova il punto<br />

di ritrovo di tutto l’equipaggio, lo Starlight-Casino.<br />

La Orion misura 50 metri<br />

di diametro e 32 di altezza; il quadro<br />

comandi è lungo 28 metri; l’accesso<br />

avviene attraverso una sezione telescopica<br />

di circa 38 metri. Capitolo a


63 Avventure di Bailey, Le<br />

parte meritano gli effetti speciali “fatti<br />

in casa”: il decollo della navicella è<br />

realizzato filmando il deflusso dell’acqua<br />

da una vasca in un centro sperimentale<br />

per idrodinamica con sovrapposta<br />

l’immagine del velivolo; le bolle<br />

che si vedono durante la risalita sottomarina<br />

dell’astronave sono ottenute<br />

con compresse effervescenti di Alka<br />

Selzer; alcune riprese subacquee sono<br />

state effettuate nell’acquario di uno<br />

zoo, alcune esterne sono state girate in<br />

una cava di Peissenberg; il pianeta che<br />

viene distrutto nel secondo episodio<br />

(Pianeta fuori orbita) è stato realizzato<br />

impiegando riso, chicchi di caffè e<br />

piselli, fatti volare via ad arte con una<br />

pistola ad aria compressa per poi essere<br />

ripresi a 120 immagini al secondo;<br />

dulcis in fundo, l’astronave è stata realizzata<br />

in plexiglass, legno e alluminio<br />

in varie misure, dai 30 ai 160 cm di<br />

diametro; per la sala comandi e il relativo<br />

quadro sono stati utilizzati 10.000<br />

metri di cavo elettrico e 3200 lampadine.<br />

Il titolo originale del <strong>telefilm</strong>,<br />

Raumpatrouille, significa “la pattuglia<br />

dello spazio”. La serie è creata da<br />

Rolf Honold, il quale ricevette il nein<br />

dalla ARD per un secondo ciclo. Le musiche<br />

originali sono composte da Peter<br />

Thomas. Oltre al record di popolarità<br />

in patria, la serie vanta anche quello<br />

del budget più alto per una produzione<br />

televisiva tedesca: 3 milioni e 400.000<br />

marchi. I romanzi che si ispirano ai<br />

viaggi della Orion sono stati pubblicati<br />

in Svezia, Brasile e Francia. Questo<br />

non è bastato però per sbarcare negli<br />

Stati Uniti, dove il bianco e nero del<br />

serial risultò anacronistico in un paese<br />

in cui la televisione a colori era già diffusa.<br />

Come a dire che al futuro non si<br />

(tele)comanda…<br />

Avventure di Alice, Le (This is Ali-<br />

ce) Con: Patty Ann Gerrity, Tom Farrell,<br />

Phyllis Coates, Stephen Wootton,<br />

Leigh Snowden, Lucien Littlefield,<br />

Jimmy Baird. Produzione: Usa, 1958,<br />

sit-com, b/n (13/30’).<br />

Le spassose esperienze di Alice Holliday<br />

(Patty Ann Gerrity), ragazzina di<br />

nove anni di Atlanta, sono al centro<br />

della sit-com firmata dalla Desilu di<br />

Desi Arnaz e Lucille Ball. Attorno alla<br />

protagonista ruotano le figure del papà<br />

Chet (interpretato da Tom Farrell),<br />

della mamma Clarissa Mae (che ha il<br />

volto di Phyllis Coates), del nonno<br />

Dixon (Lucien Littlefield), degli amici<br />

Stingy Jones (Jimmy Baird), Clarence<br />

Weaver (Stephen Wooton) e dell’amichetta<br />

del cuore Betty Lou (Leigh<br />

Snowden). Alice frequenta la scuola<br />

elementare di River Glen, una piccola<br />

cittadina del New Jersey; è presidentessa<br />

del club “Tutti per uno” e ama gli<br />

animali: oltre a un pony, possiede una<br />

rana e due... mosche. Papà Chet fa il<br />

reporter allo “Star Herald”, il giornale<br />

locale; la mamma Clarissa è originaria<br />

della Georgia, dove la sua famiglia gestisce<br />

una piantagione di arachidi<br />

(nonno Dixon è suo padre). La serie è<br />

diretta e prodotta da Sidney Salkow.<br />

William Loose e John Seely sono gli<br />

autori del tema musicale.<br />

Avventure di Bailey, Le (Rumpole<br />

of the Bailey) Con: Leo McKern,<br />

Peggy Thorpe-Bates, Derek Benfield,<br />

Jonathan Coy, Maureen Derbyshire.<br />

Produzione: Gran Bretagna, 1978, sitcom,<br />

colore (13/60’).<br />

L’avvocato difensore di mezza età Horace<br />

Rumpole (Leo McKern) ne combina<br />

di tutti i colori presso la corte criminale<br />

di Old Bailey a Londra. Molti<br />

clienti si dichiarano colpevoli pur di<br />

non essere difesi dal protagonista che,<br />

oltre a sentenze e giudici, deve veder­


Avventure di Brisco County jr., Le<br />

sela con la moglie Hilda (Peggy Thorpe-Bates),<br />

di fronte alla quale non osa<br />

pronunciare alcuna “obiezione”. L’unico<br />

suo sfogo è quello di fumare sigari<br />

con un bicchiere di Pomeroy in mano.<br />

Tra gli altri protagonisti della serie prodotta<br />

dalla Thames Television: i cancellieri<br />

Albert (Derek Benfield) e<br />

Henry (Jonathan Coy) e la segretaria<br />

Dianna (Maureen Derbyshire). Il serial<br />

s’ispira alla figura dell’avvocato-ideatore<br />

John Mortimer ed è tratto da un<br />

film-tv del 1975 (Rumpole of the Bailey),<br />

sempre con McKern quale protagonista.<br />

Lloyd Shirley firma da produttore<br />

esecutivo.<br />

Avventure di Brisco County jr.,<br />

Le (The Adventures of Brisco County<br />

Jr.) Con: Bruce Campbell, Christian<br />

Clemenson, Julius Carry, John Astin,<br />

Kelly Rutherford, Billy Drago, John<br />

Piper-Ferguson, Gary Hudson. Produzione:<br />

Usa, 1993, western/fantastico,<br />

colore (26/60’).<br />

COTTO<br />

Un diplomato di Harvard diventa un<br />

cacciatore di taglie che gira per il West<br />

nel 1890 alla ricerca degli assassini<br />

del padre, Brisco County Senior: uno<br />

<strong>dei</strong> serial-western più inusuali dai<br />

tempi di Quel selvaggio West inizia<br />

proprio come un <strong>telefilm</strong> on the road;<br />

ma nel corso del viaggio, dopo incontri<br />

con extraterrestri e fantasmi, il protagonista<br />

scopre l’esistenza di una<br />

sfera metallica in grado di donare poteri<br />

da super-uomo a chi se ne impossessa.<br />

Bruce Campbell interpreta Brisco<br />

County Jr.; Christian Clemenson<br />

è il procuratore Socrates Poole; Julius<br />

Carry è Lord Bowler, un altro cacciatore<br />

di taglie sulle tracce di Bly; John<br />

Astin veste i panni dell’eccentrico<br />

professor Wickwire, affascinato dalle<br />

nuove tecnologie; Kelly Rutherford<br />

64<br />

intrattiene i clienti al saloon nel ruolo<br />

di Dixie Cousins, la fidanzata sexy di<br />

Brisco Jr.; Billy Drago è John Bly, il<br />

cattivo di turno; John Pyper-Ferguson<br />

affianca quest’ultimo nei panni dell’aiutante<br />

Pete Hutter; lo sceriffo Aaron<br />

Viva (Gary Hudson), è un uomo<br />

di legge che assomiglia in tutto e per<br />

tutto a Elvis Presley. Il vero nome di<br />

Comet, il cavallo di Brisco che è telepaticamente<br />

in contatto con il suo padrone,<br />

è Copper. La popstar Sheena<br />

Easton compare in una puntata nelle<br />

vesti di Crystal Hawks; non mancano<br />

cameo western, come quelli di Paul<br />

Brinegar (Rawhide), James Drury (Il<br />

virginiano) e Robert Fuller (Laramie).<br />

In un episodio il fantasma del<br />

padre di Brisco County jr. appare, del<br />

tutto simile all’Obi-Wan Kenobi di<br />

Guerre stellari, istruendo il figlio su<br />

come usare “la forza”; in un’altra<br />

puntata, il protagonista e Bowler diventano<br />

agenti speciali al servizio del<br />

Presidente Cleveland, facendo il verso<br />

alla coppia di Quel selvaggio West<br />

(1965). Carlton Cuse e Jeffrey Boames<br />

sono gli ideatori e produttori esecutivi<br />

della serie; Randy Edelman firma<br />

le musiche.<br />

Avventure di Campione, Le (The<br />

Adventures of Champion) Con: Barry<br />

Curtis, Jim Bannon, Francis McDonald,<br />

Ewing Mitchell. Produzione:<br />

Usa, 1955, avventura, b/n (26/30’).<br />

Campione, il cavallo protagonista della<br />

serie, appartiene in realtà a Gene<br />

Autry, che con la sua casa di produzione<br />

– la Flying A Productions – firma il<br />

<strong>telefilm</strong>. Contemporaneo a Furia, il<br />

serial è stato programmato in America<br />

sulla CBS con il fine di contrastare<br />

l’ABC e il suo Rin Tin Tin; non è un caso<br />

che un altro quadrupede, il pastore tedesco<br />

di nome Rebel, compaia siste­


65 Avventure di Ciuffettino, Le<br />

maticamente nel cast. Tra i protagonisti<br />

su due piedi: Barry Curtis interpreta<br />

il dodicenne Ricky North, l’unica persona<br />

a cui Campione conceda di salire<br />

in sella; Francis McDonald è Will<br />

Calhoun; Ewing Mitchell ha la stella<br />

dello sceriffo Powers; Jim Bannon veste<br />

i panni dello zio Sandy, proprietario<br />

del ranch al centro delle vicende,<br />

ambientate nel 1880. Ben due i cavalli<br />

impiegati per il ruolo di Campione:<br />

Champ e Willie i loro veri nomi. Bob<br />

Blair è l’istruttore di Rebel, al secolo<br />

J.R. e appartenente a Frank Barnes.<br />

Oltre ad Autry, firmano da produttori<br />

Louis Gray ed Eric Jenson.<br />

Avventure di Charlie Chan, Le<br />

(The New Adventures of Charlie Chan;<br />

Charlie Chan) Con: J. Carrol Naish,<br />

James Hong. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1957, poliziesco, b/n (39/30’).<br />

Creato nel 1925 dall’ex critico e commediografo<br />

Earl Derr Biggers nel romanzo<br />

La casa senza chiave, l’ispettore<br />

cinese che “s’inchinava con una<br />

cortesia rara nella nostra epoca strafottente”<br />

approda in televisione dopo una<br />

cinquantina di film della Century Fox.<br />

Nel <strong>telefilm</strong> prodotto dall’inglese Vision/Itc.,<br />

Charlie Chan ha il volto di J.<br />

Carrol Naish, il quale aveva preso parte<br />

a uno <strong>dei</strong> film della saga cinematografica<br />

– Il terrore del circo, 1936 – in<br />

cui l’investigatore “essenzialmente<br />

grasso, la cui andatura era lieve come<br />

quella di una donna” era interpretato<br />

da Warner Oland. James Hong, interpreta<br />

Barry Chan, il figlio “numero<br />

uno” del protagonista. Leon Fronkess<br />

firma da produttore esecutivo. Al centro<br />

del serial, più che i delitti e gli omicidi<br />

da risolvere, risalta il metodo d’indagine<br />

dell’infallibile ispettore, capace<br />

di risolvere ogni mistero con l’aiuto<br />

<strong>dei</strong> suoi “sette fiori”: cortesia, umori­<br />

smo, pazienza, lentezza, rassegnazione,<br />

umiltà e prudenza. Nel 1971 Ross<br />

Martin ha interpretato nuovamente<br />

l’investigatore dagli occhi a mandorla<br />

nella puntata-pilota di una serie che<br />

non è mai partita; nel 1972 è stata la<br />

volta di un cartone animato americano<br />

– The amazing Chan and the Chan<br />

Clan – in onda il sabato mattina sulla<br />

CBS. Forse non tutti sanno che il personaggio<br />

descritto da Biggers trae origine<br />

dalla figura di un detective realmente<br />

esistito: Chang Apana della polizia<br />

di Honolulu.<br />

Avventure di Ciuffettino, Le Con:<br />

Maurizio Ancidoni, Leonardo Severini,<br />

Enzo Guarini, Antonietta Lambroni,<br />

Vanna Nardi, Alberto Amato, Pino<br />

Cuomo, Federico Scrobogna, Gastone<br />

Pescucci, Dina Perbellini. Produzione:<br />

Italia, 1969, avventura, b/n (6/30’).<br />

CULT<br />

Tratto dal romanzo del 1902 di Yambo<br />

(pseudonimo di Enrico Novelli),<br />

già sul piccolo schermo nel 1956<br />

(Ciuffettino) nella versione teatrale<br />

realizzata al Teatro Angelico di Milano,<br />

la serie racconta la fuga di casa di<br />

un ragazzino soprannominato Ciuffettino<br />

(Maurizio Ancidoni), il quale<br />

decide di scappare dall’autorità <strong>dei</strong><br />

genitori e del maestro in compagnia<br />

del fedele cane Melampo. Nel corso<br />

dell’avventura, il ragazzo s’imbatte<br />

in strani personaggi e animali temibili<br />

come il Lupo Mannaro. Adottato da<br />

molti (piccoli) telespettatori del periodo,<br />

simbolo moderato <strong>dei</strong> fermenti<br />

giovanili di fine anni ’60, Ciuffettino<br />

rappresenta il personaggio più anticonformista<br />

di quegli anni insieme a<br />

Gianburrasca. La sceneggiatura è firmata<br />

da Angelo D’Alessandro. La colonna<br />

sonora è composta da Mario<br />

Pagano. I pupazzi che il protagonista


Avventure di Gene Autry, Le<br />

incontra nel suo girovagare sono stati<br />

ideati da Velia Mantegazza. Tra gli altri<br />

interpreti della serie si segnalano:<br />

Leonardo Severini, Enzo Guarini,<br />

Antonietta Lambroni, Vanna Nardi,<br />

Alberto Amato, Pino Cuomo, Federico<br />

Scrobogna, Gastone Pescucci, Dina<br />

Perbellini.<br />

Avventure di Gene Autry, Le (The<br />

Gene Autry Show) Con: Gene Autry,<br />

Pat Buttram. Produzione: Usa, 1950,<br />

western, b/n (91/30’).<br />

Gene Autry, una delle prime star del cinema<br />

western a passare con nonchalance<br />

sul piccolo schermo, fondò la<br />

propria casa di produzione – la Flying<br />

A Productions – e divenne protagonista<br />

di ben 91 episodi nei panni di sé<br />

stesso. Autry, a cui si affianca Pat Buttram,<br />

non è un uomo di legge ma in più<br />

di un’occasione aiuta gli uomini con la<br />

stella sul petto a catturare i fuorilegge.<br />

La serie ebbe talmente successo da<br />

spingere Autry a girare due spin-off:<br />

Le avventure di Campione (1955), con<br />

al centro il cavallo dell’attore-produttore<br />

e l’inedito Annie Oakley (1953),<br />

con la prima eroina televisiva di un serial<br />

western. La musica originale è di<br />

Ray Whitley, che compone anche la<br />

canzone cantata dallo stesso Autry,<br />

“Back in the Saddle Again”. Campione<br />

è “interpretato” da due degli 8 cavalli<br />

di proprietà del protagonista:<br />

Champ e Willie.<br />

Avventure di Jeffrey Jones, Le<br />

(The Files of Jeffrey Jones) Con: Don<br />

Haggerty, Gloria Henry. Produzione:<br />

Usa, 1954, poliziesco, b/n (24/30’).<br />

Don Haggerty veste il trench del detective<br />

privato di New York Jeffrey Jones,<br />

chiamato ad investigare in casi<br />

troppo personali per essere denunciati<br />

alla polizia. La sua fidanzata, come<br />

66<br />

nelle migliori tradizioni, è una reporter:<br />

“Mike” Malone (Gloria Henry).<br />

La serie è prodotta da Harlan Thompson<br />

per la Lindsley Parsons Productions.<br />

Il tema musicale è composto da<br />

John A. Rarig. Lo stesso cast e la stessa<br />

produzione erano reduci dal <strong>telefilm</strong><br />

The cases of Eddie Drake (1952, inedito<br />

in Italia), praticamente lo stesso<br />

soggetto con i nomi <strong>dei</strong> personaggi diversi:<br />

Haggerty interpretava sempre<br />

un investigatore privato della “Grande<br />

Mela”, una sorta di fratello gemello di<br />

Jeffrey Jones.<br />

Avventure di Jet Jackson, Le<br />

(Captain Midnight; Jet Jackson, Flying<br />

Commando) Con: Richard Webb, Sid<br />

Melton, Olan Soule. Produzione: Usa,<br />

1954, avventura, b/n (39/30’).<br />

Serie per ragazzi nata alla radio nel<br />

1940: quattordici anni dopo debutta sul<br />

piccolo schermo americano con Richard<br />

Webb nei panni di Captain Midnight,<br />

a capo dello Squadrone Segreto<br />

– in originale, la Secret Squadron –<br />

un’organizzazione che combatte tutte<br />

le forme di crimine, dagli scienziati<br />

pazzi ad agenti segreti di una misteriosa<br />

potenza straniera. Nei racconti radiofonici,<br />

il protagonista si chiamava<br />

Red Albright ed era un asso volante<br />

della Seconda guerra mondiale che una<br />

notte tornò alla base dopo una missione<br />

particolarmente pericolosa esattamente<br />

allo scoccare della mezzanotte: da<br />

qui il soprannome di Midnight. Acompletare<br />

il cast del <strong>telefilm</strong>: Sid Melton è<br />

Ichabod (Ikky) Mudd, l’assistente poco<br />

arguto di Midnight; Olan Soule interpreta<br />

Tut (Aristotle Jones), un eccentrico<br />

scienziato che lavora nell’agenzia.<br />

In America il serial, come la<br />

versione radiofonica, era sponsorizzato<br />

dalla Ovaltine, che deteneva i diritti<br />

sul nome di “Captain Midnight”: quan­


67 Avventure di Sherlock Holmes, Le<br />

do le repliche andarono in onda senza<br />

la sponsorizzazione dell’azienda la serie<br />

cambiò il titolo originale in Jet<br />

Jackson, Flying Commando; il nome<br />

del protagonista venne ridoppiato e sostituito<br />

con Jet Jackson. Fred Briskin<br />

firma da produttore esecutivo. La colonna<br />

sonora è composta da brani scritti<br />

da più compositori, tra cui Herb Taylor<br />

e Herschell Burke Gilbert; il tema<br />

musicale è curato da Don A. Ferris ed<br />

Irving Friedman. Si tratta della prima<br />

serie di fantascienza prodotta in America<br />

ad essere stata doppiata e trasmessa<br />

dalla RAI (il 26 maggio 1956).<br />

Avventure di Laura Storm, Le<br />

Con: Lauretta Masiero, Aldo Giuffrè,<br />

Oreste Lionello, Stefano Sibaldi. Produzione:<br />

Italia, 1965, poliziesco, b/n<br />

(8/60’).<br />

Lauretta Masiero, con immancabile<br />

impermeabile alla Marlowe, interpreta<br />

una giornalista di fatti mondani che si<br />

improvvisa detective: Laura Storm è la<br />

prima investigatrice in gonnella della<br />

televisione italiana. Nel corso delle indagini,<br />

la protagonista non lesina sberle<br />

e umorismo dimostrando come il<br />

cognome, che in inglese significa<br />

“temporale”, sia ampiamente meritato.<br />

Nelle vicende giallo-rosa la Storm<br />

ha la meglio anche sugli uomini che la<br />

affiancano, interpretati tra gli altri da<br />

Aldo Giuffrè, Oreste Lionello e Stefano<br />

Sibaldi. Tra gli altri volti noti che si<br />

alternano sul set: Vittorio Mezzogiorno,<br />

Ugo Pagliai, Franco Volpi, Ernesto<br />

Calindri, Gigi Reder. Camillo Mastrocinque<br />

è regista e sceneggiatore della<br />

serie, in quest’ultima veste insieme a<br />

Leo Chiosso. “Sorrisi e judo le armi di<br />

Laura Storm, giornalista e detective in<br />

cerca di guai”: questo lo slogan di lancio<br />

del serial che precedette di due anni<br />

l’exploit del tenente Sheridan.<br />

Avventure di Nancy Drew e <strong>dei</strong><br />

ragazzi Hardy, Le Vedi Nel tunnel<br />

<strong>dei</strong> misteri con Nancy Drew e gli<br />

Hardy Boys.<br />

Avventure di Rex Rider, Le (The<br />

Range Rider) Con: Jock Mahoney,<br />

Dick Jones. Produzione: Usa, 1951,<br />

western, b/n (78/30’).<br />

Western rivolto ai ragazzi con Jock<br />

Mahoney nei panni di Rex Rider, una<br />

sorta di All American Boy che cavalca<br />

on the road ottenendo giustizia. Al suo<br />

fianco compare il giovane Dick West<br />

(Dick Jones). La serie è prodotta da<br />

Hugh McColun e Louis Gray per la<br />

Gene Autry’s Flying A Productions.<br />

Le riprese sono state effettuate presso<br />

Iverson Ranch a Chatsworth, in California.<br />

Il cavallo di Rider si chiama<br />

Rawhide, quello di West ha il nome di<br />

Lucky. Il tema musicale, “Home on<br />

the Range”, è composto da Cal Cotner;<br />

la colonna sonora è curata da Walter<br />

Greene ed Irving Friedman. Il <strong>telefilm</strong><br />

si segnala per essere stato uno <strong>dei</strong> primi<br />

della storia della tv a proporre il<br />

merchandasing di oggetti e t-shirt. Lee<br />

Van Cleef e James Drury compaiono<br />

da guest-stars.<br />

Avventure di Sherlock Holmes,<br />

Le (The adventures of Sherlock Holmes)<br />

Con: Jeremy Brett, David Burke.<br />

Gran Bretagna, 1984, poliziesco, colore<br />

(13/60’).<br />

CULT<br />

Negli anni in cui si comincia a parlare<br />

di DNA nelle indagini poliziesche, nessuno<br />

avrebbe scommesso un penny sul<br />

successo di una nuova serie che raccontasse<br />

alla lente d’ingrandimento<br />

l’intuito del detective <strong>dei</strong> detective:<br />

eppure, dopo una settantina di attori<br />

nel corso di 90 anni – a tal proposito si<br />

veda il serial franco-americano Sher­


Avventure di Shirley Holmes, Le<br />

lock Holmes (1954) – gli inglesi hanno<br />

conosciuto il miglior adattamento televisivo.<br />

Di sicuro il più vicino ai racconti<br />

di Conan Doyle pubblicati sullo<br />

“Strand Magazine”: Sherlock Holmes<br />

ha il volto indovinato di Jeremy Brett,<br />

mentre il fedele compare dottor John<br />

Watson è interpretato da David Burke.<br />

Le atmosfere vittoriane sono ricostruite<br />

con minuzia lungo 13 storie originali;<br />

le ambientazioni hanno tenuto conto<br />

di alcune illustrazioni tratte proprio<br />

dallo “Strand”; la qualità maggiore sta<br />

però nel profilo del protagonista – così<br />

distante dallo stereotipo cinematografico<br />

di Basil Rathbone – disegnato a<br />

tutto tondo con i suoi chiaroscuri, uomo<br />

di grande intelligenza e coraggio,<br />

rispettoso delle opinioni di Watson,<br />

ma anche in preda agli straniamenti<br />

causati dalla cocaina. Michael Cox e<br />

John Hawkesworth firmano da produttori.<br />

Patrick Gowers è l’autore della<br />

colonna sonora. La serie ha conosciuto<br />

tre sequel – The return of Sherlock<br />

Holmes (1986) in cui Watson è interpretato<br />

da Edward Hardwicke, così<br />

come nei successivi The Casebook of<br />

Sherlock Holmes (1990) e The Memoirs<br />

of Sherlock Holmes (1994) –<br />

nonché due film per la tv: The Sign of<br />

Four (1987) e The Hound of the Baskervilles<br />

(1988).<br />

Avventure di Shirley Holmes, Le<br />

(The Adventures of Shirley Holmes)<br />

Con: Meredith Henderson, John White,<br />

Chris Humphreys, Sarah Ezer, Blair<br />

Slater, Marie Stillin, Colin Fox, Annick<br />

Obonsawin. Produzione: Canada,<br />

1996, avventura, colore (52/30’).<br />

La dodicenne Shirley (Meredith Henderson)<br />

è la pronipote del famigerato<br />

Sherlock Holmes: forse proprio per<br />

questo vuole diventare la più grande<br />

detective del mondo. Coadiuvata dal<br />

68<br />

fedele Boris Sawchuk detto “Bo”<br />

(John White), una sorta di moderno<br />

Watson under 18, la nostra cerca di risolvere<br />

misteri più o meno inventati.<br />

Ma il caso sul quale indaga con più<br />

passione è quello della scomparsa di<br />

sua madre Joanna, una virologa di fama<br />

internazionale svanita nel nulla<br />

mentre stava compiendo importanti ricerche<br />

in Ruanda. Elizabeth Shepherd<br />

interpreta la nonna di Shirley; Chris<br />

Humphreys veste i panni del papà Robert;<br />

Sarah Ezer è Molly Hardy, la nemesi<br />

della protagonista, altrettanto intelligente<br />

ma troppo ambiziosa. Tra gli<br />

altri interpreti del <strong>telefilm</strong>: Blair Slater<br />

è Bart James; Marie Stillin ricopre il<br />

ruolo di Ms. Stratmann, Colin Fox<br />

quello di Mr. Howie, Annick Obonsawin<br />

quello di Alicia Gianelli. Il vero<br />

nome del Basset Hound Watson è<br />

Nathan. Shelley Duvall compare in un<br />

cameo. La serie prodotta da Kim Todd,<br />

Helena Cynamon e Gary Harvey è stata<br />

girata a Manitoba (Canada) e ha vinto<br />

due Gemini Award.<br />

Avventure di Superman, Le (The<br />

Adventures of Superman) Con: George<br />

Reeves, Phyllis Coates, Jack Larson,<br />

John Hamilton, Robert Shayne,<br />

Noel Neill. Produzione: Usa, 1952,<br />

fantastico, b/n-colore (104/30’).<br />

CULT<br />

Apparso per la prima volta nel 1938<br />

negli albi Action Comics, il super-eroe<br />

più popolare dell’immaginario irrompe<br />

in televisione non prima di aver debuttato<br />

alla radio nel 1940 (Superman<br />

aveva la voce di Bud Collyer), per poi<br />

volare in una serie di cartoni animati<br />

tra il 1941 e il 1943, balzare in alcuni<br />

film televisivi tra il 1948 e il 1950 (con<br />

il volto di Kirk Alyn) e in una pellicola<br />

per il grande schermo – Superman and<br />

the Mole Men – girata nel 1951. La sto­


69 Avventure di Superman, Le<br />

ria è quella nota a tutti: il neonato di<br />

Krypton viene inviato sulla Terra dai<br />

suoi genitori prima che il pianeta natale<br />

venga distrutto; il ragazzo viene allevato<br />

da una famiglia di provincia e<br />

prende il nome di Clark Kent; con l’adolescenza<br />

il giovane scopre di possedere<br />

poteri e abilità impensabili per un<br />

essere umano; apparentemente indistruttibile<br />

salvo quando entra in contatto<br />

con la kryptonite, Superman decide<br />

di battersi per la giustizia terrestre;<br />

Kent si trasferice a Metropolis e viene<br />

assunto come reporter al “Daily Planet”,<br />

dove riesce a essere informato in<br />

anticipo su catastrofi, crimini e pericoli<br />

su cui il suo alter ego può intervenire.<br />

Il <strong>telefilm</strong> si apre con la leggendaria<br />

voce fuori campo del narratore che<br />

tuona: “Più veloce di una pallottola,<br />

più potente di una locomotiva, capace<br />

di saltare alti palazzi in un sol balzo”.<br />

“Guardate lassù in cielo! – gli replica<br />

un gruppo di passanti – È un uccello! È<br />

un aereo! È Superman!”. “Sì, è Superman<br />

– spiega il narratore ai pochi che<br />

non lo sanno – lo strano visitatore di<br />

un altro pianeta che è giunto sulla Terra<br />

con poteri e capacità di gran lunga<br />

superiori a quelle <strong>dei</strong> comuni mortali.<br />

Superman, che può cambiare il corso<br />

di fiumi maestosi e piegare l’acciaio<br />

con le sue mani nude e che, sotto le<br />

spoglie di Clark Kent, mite reporter di<br />

un grande giornale metropolitano,<br />

combatte una battaglia senza fine per<br />

la verità, la giustizia e lo stile di vita<br />

americano!”. A incarnare il personaggio<br />

creato da Jerry Siegel e Joe Shuster<br />

ci pensa George Reeves, che con il suo<br />

physique du rôle aveva già indossato<br />

la tuta azzurra del super-eroe nel film<br />

del ’51. Al suo fianco nel cast: Phyllis<br />

Coates veste i panni di Lois Lane, la<br />

giornalista del “Daily Planet” che s’innamora<br />

di Superman e prende in giro<br />

Kent per la sua timidezza: a nessuno<br />

<strong>dei</strong> protagonisti viene mai rivelata la<br />

doppia identità di Clark, se si eccettua<br />

l’episodio in cui Lois sogna di sposare<br />

il super-eroe e il collega le rivela la sua<br />

vera natura; Jack Larson è Jimmy Olsen,<br />

il giovane stagista del giornale;<br />

John Hamilton interpreta Perry White,<br />

l’apoplettico direttore del “Planet”;<br />

Robert Shayne è l’ispettore William<br />

Henderson, della polizia cittadina. Le<br />

prime puntate del serial, prodotte da<br />

Robert Maxwell e Bernard Luber, sebbene<br />

siano girate a basso costo e con<br />

materiali di repertorio, si avvalgono di<br />

effetti speciali non comuni per l’epoca<br />

firmati da Thol “Si” Simonson: Superman<br />

raramente usa la porta, preferisce<br />

disintegrare direttamente i muri; a causa<br />

<strong>dei</strong> tagli di budget, alcune scene di<br />

episodi differenti sono state girate in<br />

sequenza (si spiega così come mai i<br />

protagonisti indossino gli stessi vestiti<br />

puntata dopo puntata). Nonostante i<br />

primi 26 episodi fossero già pronti alla<br />

fine del 1951, la serie non andò in onda<br />

in America prima del 1953, ovvero<br />

quando la Kellogg accettò di sponsorizzare<br />

il <strong>telefilm</strong>. Il secondo ciclo,<br />

prodotto da Whitney Ellsworth, vede<br />

l’ingresso in scena di Noel Neill al posto<br />

di Phyllis Coates; il personaggio<br />

interpretato da Reeves conosce la definitiva<br />

consacrazione con tanto di gadget<br />

e tour promozionali. In seguito,<br />

con l’avvento del colore, Kent rivela la<br />

sua vera identità a Lois, Perry e Jimmy,<br />

ma a causa di una pozione magica essi<br />

dimenticano tutto. Il tema musicale è<br />

composto da Leo Klatzkin (nonostante<br />

il suo nome non compaia nei credits).<br />

Girato a basso costo (15.000 dollari<br />

a puntata, con gli attori che percepivano<br />

200 dollari a episodio e un piano<br />

di produzione che prevedeva 4 puntate<br />

in 10 giorni), il <strong>telefilm</strong> poggia su


Avventure di un pagliaccio, Le<br />

effetti speciali che oggi ci sembrano<br />

primitivi: quando doveva “decollare”,<br />

Reeves veniva fatto partire da terra<br />

grazie a un’imbracatura di corde;<br />

quando atterrava, doveva saltare da<br />

una scala; quando volava, si poggiava<br />

semplicemente su un tavolo di vetro,<br />

mentre sullo sfondo sfilava un cielo<br />

“registrato” a Hollywood; l’immaginazione<br />

faceva il resto. Il regista tedesco<br />

Ernest Fegte ha affermato che nella<br />

serie “Superman dava un senso di<br />

inquietudine, un non so che di kafkiano”.<br />

Se nel primo ciclo l’uomo più forte<br />

dell’acciaio si dedica a combattere<br />

la criminalità, dal secondo compie un<br />

balzo nella fantascienza, viaggiando<br />

nel tempo o salvando l’umanità da meteoriti<br />

minacciosi. Il 16 giugno del<br />

1959, due anni dopo la fine del serial e<br />

dopo aver firmato tre episodi anche da<br />

regista, George Reeves si sparò un colpo<br />

in testa senza alcuna spiegazione<br />

(nel libro di Gary Grossman – Superman-Serial<br />

to Cereal – si rivelò che<br />

l’attore non sopportava di avere fans<br />

più che altro adolescenti). Tra i molti<br />

successori di Reeves: una serie a cartoni<br />

animati nel 1966; il film del 1978<br />

(Superman) in cui Noel Neill assume il<br />

ruolo della madre della giornalista che<br />

interpretava sul piccolo schermo, mentre<br />

Kirk Alyn diventa, da primo Superman<br />

del cinema, padre di Lois; oltre alla<br />

pellicola che vede in prima fila Christopher<br />

Reeve – quasi omonimo nel<br />

cognome a George Reeves – si contano<br />

tre sequel cinematografici (nel 1980,<br />

nel 1983 e nel 1987) e tre <strong>telefilm</strong>:<br />

Lois&Clark-Le nuove avventure di Superman<br />

(1993), incentrato sul rapporto<br />

tra i due protagonisti con tanto di storia<br />

d’amore, quello sul Superman <strong>dei</strong> tempi<br />

del college (Superboy, 1998) e infine<br />

le vicende di provincia dell’adolescente<br />

Clark Kent (Smallville, 2001).<br />

70<br />

Avventure di un pagliaccio, Le<br />

Con: Pinuccia Nava. Produzione: Italia,<br />

1961, avventura, b/n (6/30’).<br />

È il sequel de La storia di un pagliaccio<br />

(1958), in cui il clown Scaramacai<br />

(Pinuccia Nava) spera di trovare lavoro<br />

in un grande circo ma intanto si<br />

adatta a ogni tipo di mestiere, improvvisandosi<br />

baby-sitter, maggiordomo,<br />

astronauta e gladiatore. La serie si segnala<br />

per il soggetto e la sceneggiatura<br />

del giornalista Guglielmo Zucconi,<br />

colui che aveva dato vita letteraria al<br />

pagliaccio.<br />

Avventure impossibili del bambino<br />

Andrea, Le Con: Luca Ceresa.<br />

Produzione: Italia, 1975, avventura/fantastico,<br />

colore (5/30’).<br />

I sogni e le avventure fantastiche del<br />

piccolo Andrea (Luca Cesare), ispirati<br />

a oggetti, fatti o persone che lo hanno<br />

impressionato nell’arco della giornata,<br />

sono al centro di una serie in cui compaiono<br />

altresì i pupazzi di Giorgio Ferrari.<br />

Il soggetto e la sceneggiatura sono<br />

firmati da Piero Pieroni. La colonna<br />

sonora è composta da Giampiero Boneschi.<br />

Avventure in elicottero (The<br />

Whirlybirds) Con: Ken Tobey, Craig<br />

Hill, Sandra Spence, Nancy Hale. Produzione:<br />

Usa, 1957, avventura, b/n<br />

(111/30’).<br />

Due elicotteri da salvataggio e i loro<br />

rispettivi piloti sono al centro di una<br />

serie di avventure che propone emozioni<br />

mozzafiato. I recuperi avvengono<br />

quasi sempre in condizioni difficili<br />

per esaltare l’eroicità e la bravura degli<br />

elicotteristi: Ken Tobey interpreta<br />

l’impavido Chuck Martin, Craig Hill<br />

lo affianca senza paura nei panni di<br />

P.T. Moore. In più di un’occasione i<br />

protagonisti vengono chiamati per da­


71 Avventure in paradiso<br />

re una mano alla polizia. Nel corso del<br />

<strong>telefilm</strong> si susseguono due segretarie:<br />

prima Janet Culver (Sandra Spence),<br />

poi Helen Carter (Nancy Hale). La base<br />

dalla quale si sollevano in volo gli<br />

elicotteri è collocata a Longwood<br />

Field; le riprese sono state effettuate a<br />

Van Nuys (California), mentre le scene<br />

di decollo sono state girate al vecchio<br />

aeroporto di San Fernando. I modelli<br />

degli elicotteri sono il Bell 47J<br />

Ranger e il Bell 47G. Bob Gilbreath è<br />

il pilota ingaggiato dalla produzione<br />

per le reali scene di volo. Il serial è<br />

prodotto da Desilu: Mort Briskin e N.<br />

Gayle Gitterman firmano da produttori<br />

esecutivi.<br />

Avventure in fondo al mare (Sea<br />

Hunt) Con: Lloyd Bridges. Produzione:<br />

Usa, 1958, avventura, b/n (155/30’).<br />

CULT<br />

Si tratta del padre di tutti i <strong>telefilm</strong> girati<br />

sott’acqua. Lloyd Bridges è il protagonista<br />

di una delle serie più popolari<br />

in America sul finire degli anni ’50: è<br />

Mike Nelson, un solitario avventuriero<br />

subacqueo che non teme gli abissi e<br />

i pericoli che possono nascondere. E<br />

così eccolo recuperare relitti in fondo<br />

al mare, combattere malvagi palombari,<br />

tuffarsi alla ricerca di tesori perduti...<br />

Una curiosità: il <strong>telefilm</strong> è contemporaneo<br />

alla versione cinematografica<br />

de Il vecchio e il mare (1958), per molti<br />

aspetti simile al plot del serial ideato<br />

e prodotto da Ivan Tors che ha avuto un<br />

sequel nel 1987 con Ron Ely, il primo<br />

Tarzan televisivo. L’imbarcazione di<br />

Nelson, assoldato anche dal governo<br />

per missioni marine, si chiama Argonauta.<br />

Per trovare il clima adatto, le riprese<br />

si sono spostate dal Sud della<br />

California ai Caraibi, con inevitabili<br />

costi elevati (40.000 dollari a episodio).<br />

Maurice Ziv firma da produttore<br />

esecutivo. Per dotare la serie del maggior<br />

realismo possibile, la produzione<br />

si è avvalsa della consulenza del sommozzatore<br />

Jon Lindbergh e dell’esperto<br />

fotografo sottomarino Lamar Boren.<br />

Jack Nicholson compare da gueststar;<br />

altri volti noti che si “immergono”<br />

sono quelli di Larry Hagman, Leonard<br />

Nimoy, Jeff Bridges, Ted Knight,<br />

Bruce Dern. Sebbene le musiche siano<br />

accreditate a Ray Llewelyn, il tema<br />

musicale è composto da David Rose.<br />

Bridges ha accettato la parte “per sfuggire<br />

allo smog di Los Angeles”: in più<br />

di un’occasione si è immerso realmente<br />

sott’acqua nelle scene d’azione. La<br />

più bella critica alla serie l’ha proposta<br />

“Tv Guide”: “alla fine di ogni episodio<br />

bisognava asciugare il teleschermo”.<br />

Avventure in paradiso (Adventures<br />

in Paradise) Con: Gardner McKay,<br />

Weaver Levy, James Holden, Guy<br />

Stockwell, Lani Kai, Marcel Hillaire,<br />

George Tobias, Linda Lawson, Henry<br />

Slate. Produzione: Usa, 1959, avventura,<br />

b/n (92/60’).<br />

Il capitano Adam Troy (Gardner<br />

McKay) è un veterano della guerra di<br />

Corea che si è stabilito nel Sud Pacifico<br />

dopo il conflitto. Acapo della goletta<br />

di 15 metri “Tiki III”, Troy veleggia<br />

verso l’avventura trasportando passeggeri<br />

e merci da Hong Kong alle isole<br />

Pitcairn. Dapprima il suo partner di<br />

traversate è il sino-americano Oliver<br />

Lee (Weaver Levy), seguito dai giovani<br />

Clay Baker (James Holden) e Chris<br />

Parker (Guy Stockwell). Completano<br />

il cast: Lani Kai nei panni di Kelly,<br />

Marcel Hillaire in quelli dell’ispettore<br />

Bouchard, George Tobias nelle vesti di<br />

Penrose, Linda Lawson in quelle di<br />

Renee e Henry Slate, che entra in scena<br />

come Bulldog Lovey. James A. Michener<br />

è il creatore del serial prodotto


Avventure lungo il fiume<br />

da Charles Russell, Gene Levitt, Richard<br />

Goldstone e William Fraeg; Dominick<br />

Dunne firma da produttore esecutivo.<br />

Martin Landau, Barbara Bain,<br />

Julie Newmar, William Shatner, Carroll<br />

O’Connor, Barbara Eden, Dick<br />

York, David Janssen e Vincent Price<br />

compaiono quali guest-stars. Jacques<br />

Tourneur e Robert Aldrich si prestano<br />

quali registi occasionali. Le musiche<br />

e il tema musicale sono di Lionel<br />

Newman.<br />

Avventure lungo il fiume (Riverboat)<br />

Con: Darren McGavin, Burt<br />

Reynolds, Noah Beery jr., Dick Wessel,<br />

Jack Lambert, Mike McGreevey,<br />

John Mitchum, Bart Patton. Produzione:<br />

Usa, 1959, avventura, b/n (44/60’).<br />

Darren McGavin interpreta Grey Holden,<br />

il capitano dell’Enterprise, nave<br />

fluviale vinta a poker che veleggia sul<br />

Mississippi nel 1840. Il <strong>telefilm</strong> si<br />

contraddistingue tuttavia per la presenza<br />

di Burt Reynolds, nel suo primo<br />

ruolo fisso, nei panni del timoniere<br />

Ben Frazer. Tra gli altri a bordo: il cotimoniere<br />

Bill Blake (Noah Beery jr.),<br />

Carney (Dick Wessel), Joshua (Jack<br />

Lambert), Chip (Mike McGreevey),<br />

Pickalong (John Mitchum), Terry (Bart<br />

Patton). Elmer Bernstein, il compositore<br />

della colonna sonora e del tema<br />

musicale della prima stagione, fa prove<br />

di pentagramma per il film dell’anno<br />

successivo I magnifici sette; Geral<br />

Fried è l’autore delle note più “sudiste”<br />

del secondo ciclo. Elizabeth Montgomery,<br />

Vera Miles, Robert Vaughn, Anne<br />

Baxter, Beverly Garland, Buddy<br />

Ebsen, Vincent Price, Ricardo Montalbán,<br />

Lee Van Cleef e Gena Rowlands<br />

compaiono da guest-stars.<br />

Avventuriero, L’ (The Adventurer)<br />

Con: Gene Barry, Barry Morse, Cathe­<br />

72<br />

rine Schell, Garrick Hagon. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1972, avventura,<br />

colore (24/30’).<br />

Serie inglese girata in Europa su una<br />

star dello spettacolo che in realtà è una<br />

spia giramondo con l’incarico di smascherare<br />

i malvagi che si annidano nel<br />

jet-set. Gene Barry interpreta Steve<br />

Bradley, il protagonista che lavora per<br />

il governo americano; Barry Morse è<br />

Mr. Parminter, il “contatto” di Bradley;<br />

Catherine Schell veste i panni di<br />

Diane, il volto dell’agenzia che assegna<br />

i casi al nostro; Garrick Hagon assume<br />

il ruolo dell’agente Gavin Jones,<br />

amico di Bradley. Il tema musicale del<br />

<strong>telefilm</strong> ideato da Dennis Spooner e<br />

prodotto da Monty Berman è firmato<br />

da John Barry (autore delle musiche<br />

<strong>dei</strong> film di 007), che proprio nell’anno<br />

del debutto anglo-americano de L’avventuriero<br />

(1972) raggiungeva il tredicesimo<br />

posto delle classifiche inglesi<br />

con la sigla di Attenti a quei due. Non è<br />

un caso che la casa di produzione, la<br />

ITC, sia la stessa di entrambi i <strong>telefilm</strong>.<br />

Avvocati in corsia (MDA) Con: Share<br />

Bourne, Jason Donovan, Petra Jared,<br />

Alice McConnell, Alexandra<br />

Schepsi, Kerry Armstrong, Angus<br />

Grant, Aaron Pedersen. Produzione:<br />

Australia, 2002, medico/legale, colore<br />

(44/60’).<br />

COTTO<br />

Un team di avvocati difende un gruppo<br />

di medici protagonisti di alcune negligenze<br />

in corsia: un <strong>telefilm</strong> con sceneggiature<br />

che rasentano lo svacco, offre<br />

in realtà un punto di “sutura” tra il<br />

genere legale e quello medico. A far<br />

parte dell’MDA (Medical Defense Australia):<br />

Bill “Happy” Henderson (Shane<br />

Bourne), Richard Savage (Jason Donovan),<br />

Layla Young (Petra Jared), Caitlin<br />

King (Angus Grant) e il dottor Tony


73 Award Theatre<br />

McKinnon (Aaron Pedersen). Des<br />

Monaghan e Greg Haddrick sono gli<br />

ideatori del serial; Monaghan è anche il<br />

produttore esecutivo, in compagnia di<br />

Bob Campbell e Robyn Kershaw. La<br />

colonna sonora è curata da Roger Mason.<br />

Incredibile a dirsi, la serie ha vinto<br />

ben 3 AFI Awards nel 2003. Le riprese<br />

si sono svolte a Melbourne.<br />

Award Theatre (Award Theatre I &<br />

II; The Alcoa Hour; Alcoa Theatre)<br />

Con: interpreti vari. Produzione: Usa,<br />

1957, drammatico, b/n (78/30’).<br />

Serie drammatica antologica prodotta<br />

dalla Four Star Films, la prima di molte<br />

firmate dalla compagnia. Tra i tanti<br />

volti noti si notano quelli di Laurence<br />

Harvey (al suo debutto in un ruolo televisivo),<br />

Charles Boyer (in tre cameo),<br />

Jack Lemmon (in quattro apparizioni),<br />

David Niven (anch’egli in<br />

quattro), Jane Powell (in due) e<br />

Mickey Rooney (in uno); e ancora, si<br />

segnalano: Beverley Garland, Michael<br />

London, Barbara Stanwyck, Tony<br />

Randall, Ray Milland, Edward G. Robinson,<br />

James Mason, Leslie Nielsen,<br />

Errol Flynn, Martin Balsam, Adam<br />

West. Harry Ackerman firma da produttore<br />

esecutivo. Jack Cookerly, Philip<br />

Green e William Loose sono tra i<br />

compositori che si alternano alla colonna<br />

sonora.


Babes (Id.) Con: Wendie Jo Sperber,<br />

Susan Peretz, Lesley Boone, Rick<br />

Overton. Produzione: Usa, 1990, sitcom,<br />

colore (27/30’).<br />

Tre simpatiche sorelle sovrappeso<br />

condividono un piccolo appartamento<br />

a Manhattan. Wendie Jo Sperber è la<br />

vivace Charlene Gilbert; Susan Peretz<br />

interpreta Darlene, la sorella maggiore<br />

in cerca d’affetto dopo che il suo matrimonio<br />

è andato a rotoli; Lesley Boone<br />

veste i panni di Marlene, la più piccola<br />

del trio che si unisce alle altre due<br />

in seguito al suo licenziamento. Rick<br />

Overton ricopre il ruolo di Ronnie Underwood,<br />

il fidanzato di Charlene.<br />

Dolly Parton interpreta se stessa in un<br />

episodio. Gail Parent e Tracey Jackson<br />

sono gli ideatori della sit-com che in<br />

più di un’occasione sorride sull’obesità<br />

delle tre protagoniste; Sandy Gallin,<br />

Candace Farrell, Brian Levant e<br />

Jordan Moffett firmano da produttori<br />

esecutivi. Steven Orich è l’autore della<br />

colonna sonora.<br />

Baby Bob (Id.) Con: Adam Arkin,<br />

Joely Fisher, Holland Taylor, Elliott<br />

Gould, Marissa Tait, Kory Brown,<br />

Matthew Soto, Courtney Coddington,<br />

Jennifer Coddington, Isabel Olsen, Patricia<br />

Olsen, Hannah Safer-Brickman,<br />

Noah Safer-Brickman. Produzione:<br />

Usa, 2002, sit-com, colore (14/30’).<br />

Tutti i genitori pensano che il proprio<br />

figlio sia speciale, ma Walter ed Elizabeth<br />

“Lizzy” Spencer – interpretati rispettivamente<br />

da Adam Arkin e Joely<br />

Fisher – hanno una ragione in più: un<br />

giorno scoprono che il loro piccolo<br />

Bob, di soli sei mesi, riesce non solo a<br />

parlare, ma lo fa come un adulto, con<br />

tanto di sagge dissertazioni su quanto<br />

avviene in casa e fuori. Il pubblicitario<br />

Walter vorrebbe mantenere il segreto e<br />

il silenzio stampa sul figlio-fenomeno,<br />

mentre Lizzy non vede l’ora di mostrare<br />

agli ospiti di casa il prodigio vivente.<br />

Tra coloro che bussano alla porta<br />

degli Spencer: Madeline (Holland<br />

Taylor), la mamma appena divorziata<br />

di Lizzy; Sam (Elliott Gould), il padre<br />

arcigno di Walter; Teala (Marissa<br />

Tait), la baby-sitter di Bob. L’idea è<br />

tratta pedissequamente dal filone cinematografico<br />

inaugurato da Senti chi<br />

parla (1989), in cui il marmocchio<br />

pensava da grande (senza tuttavia proferire<br />

verbo); la produzione ha invece<br />

affermato di essersi ispirata a uno spot<br />

della Siltanen/Keehn Advertising. Se<br />

Ken Campbell ha doppiato in originale<br />

il piccolo Bob, in Italia il baby-protagonista<br />

ha assunto la voce e la cadenza<br />

siciliana dell’imitatore Alessandro<br />

Villeggia. Nel corso delle riprese, a interpretare<br />

il protagonista con i pannolini<br />

si sono alternati ben 8 poppanti:<br />

Kory Brown, Matthew Soto e tre coppie<br />

di gemelle, ovvero Courtney e Jennifer<br />

Coddington, Isabel e Patricia Olsen,<br />

Hannah e Noah Safer-Brickman. I<br />

produttori esecutivi sono Michael<br />

Saltzman, Craig Tanimoto e Rob Siltanen<br />

(quest’ultimo a capo dell’agenzia<br />

di pubblicità dello spot dal quale sa­


75 Babylon 5<br />

rebbe tratta la sit-com). La colonna sonora<br />

è composta da Jon Ehrlich. Gary<br />

Coleman (Il mio amico Arnold) compare<br />

nel quinto episodio nei panni di sé<br />

stesso.<br />

Baby Boom (Id.) Con: Kate Jackson,<br />

Sam Wanamaker, Susie Essman, Daniel<br />

Bardol, Robyn Peterson, Michelle<br />

e Kristina Kennedy. Produzione: Usa,<br />

1988, sit-com, colore (13/30’).<br />

Basata sulla pellicola omonima del<br />

1987, la sit-com vede protagonista Kate<br />

Jackson nei panni della donna in<br />

carriera J.C. Wiatt, interpretata sul<br />

grande schermo da Diane Keaton. Come<br />

nel film la donna deve badare a una<br />

bambina di due anni “ereditata” da un<br />

parente deceduto. Come nella versione<br />

cinematografica, Sam Wanamaker<br />

veste i panni di Fritz Curtis, il boss di<br />

J.C. Susie Essman interpreta Charlotte,<br />

la segretaria di Curtis; Daniel Bardol<br />

è Ken Arrenberg, l’assistente della<br />

protagonista; Robyn Peterson è Arlene.<br />

Le gemelle Michelle e Kristina<br />

Kennedy si alternano a rappresentare<br />

la baby. Charles Shyer e Nancy<br />

Meyers, già sceneggiatori del film diretto<br />

dallo stesso Shyer, firmano da<br />

produttori esecutivi la traduzione televisiva<br />

che punta sui dubbi della protagonista<br />

divisa tra un futuro da mamma<br />

o quello da manager single. Tippi Hedren<br />

compare quale guest-star. In<br />

America il <strong>telefilm</strong> non ha goduto di<br />

una buona programmazione: tra il primo<br />

e il secondo episodio la NBC fece<br />

passare ben otto settimane.<br />

Babylon 5 (Id.) Con: Michael O’Hare,<br />

Claudia Christian, Bruce Boxleitner,<br />

Jerry Doyle, Andrea Thompson,<br />

Peter Jurasik, Andreas Katsulas, Mira<br />

Furlan, Stephen Furst, Richard Biggs,<br />

Bill Mumy. Produzione: Usa, 1992,<br />

fantascienza, colore (110/60’; 4/90’;<br />

1/120’).<br />

L’anno è il 2258. Il luogo, lo spazio<br />

profondo. Una guerra, lunga e sanguinosa,<br />

è appena terminata: quella tra<br />

l’Alleanza terrestre e la civiltà aliena<br />

<strong>dei</strong> Minbari. La pace è fragile: la miccia<br />

potrebbe riaccendersi da un momento<br />

all’altro. L’unica strada risulta<br />

quella della diplomazia interstellare in<br />

un luogo neutrale. Nasce quindi una<br />

serie di stazioni orbitanti create apposta<br />

per gli scambi e per gli incontri. Ma<br />

la questione non è così semplice. Nel<br />

giro di pochi anni, quattro stazioni –<br />

chiamate Babylon come auspicio di<br />

una convivenza pacifica tra razze e popoli<br />

diversi – hanno visto la luce e,<br />

quasi subito, sono state sabotate da chi<br />

vorrebbe continuare a combattere. Resta<br />

un’ultima speranza, l’ultima stazione:<br />

Babylon 5. Questa la premessa<br />

del <strong>telefilm</strong> lanciato come “l’anti Star<br />

Trek” (anche se la vera analogia è solo<br />

con un altro capitolo televisivo della<br />

space-opera, ovvero Deep Space<br />

Nine). Tra i protagonisti: i comandanti<br />

Jeffrey Sinclair (Michael O’Hare) e<br />

Susan Ivanova (Claudia Christian); il<br />

capitano John Sheridan (Bruce Boxleitner),<br />

il quale sostituisce Sinclair<br />

nella seconda stagione; il capo della sicurezza<br />

Michael Garibaldi (Jerry Doyle);<br />

la telepatica Talia Winters (Andrea<br />

Thompson); Londo Mollari (Peter Jurasik),<br />

ambasciatore di Centauri; G’Kar<br />

(Andreas Katsulas), ambasciatore-rettile<br />

di Narn; Delenn (Mira Furlan),<br />

ambasciatrice <strong>dei</strong> Minbari. Stephen<br />

Furst interpreta Vir, il braccio destro di<br />

Londo; Richard Biggs veste i panni del<br />

dottor Franklin; Bill Mumy è Lennier,<br />

un alieno di Minbari. Una delle particolarità<br />

del serial sta nella possibilità<br />

<strong>dei</strong> protagonisti di trasformarsi da<br />

buoni in cattivi, da ibridi in umani.


Baby-sitter<br />

Sulla base spaziale si contano 250.000<br />

esseri viventi. Joe Michael Straczynski,<br />

che firma come produttore esecutivo<br />

insieme a Douglas Netter e che ha<br />

affermato di essersi ispirato, più che a<br />

Star Trek, alla saga de Il Signore degli<br />

anelli di J.R.R. Tolkien, è il creatore<br />

della serie introdotta con un film-tv di<br />

due ore. La musica che accompagna le<br />

galattiche avventure è composta da<br />

Christopher Franke, mentre l’ex Police,<br />

Stewart Copeland, ha curato il pentagramma<br />

della puntata d’apertura. I<br />

costumi <strong>dei</strong> protagonisti hanno la griffe<br />

di Anne Bruice. Gli effetti visivi, assai<br />

curati e tutti realizzati al computer<br />

senza l’uso di modellini, sono opera di<br />

Ron Thornton e della Foundation Imaging.<br />

Il <strong>telefilm</strong> ha vinto un Emmy<br />

Award nel 1994 per il “migliore make<br />

up”. Robert Englund compare in un<br />

cameo. Mentre la puntata-pilota è<br />

uscita in videocassetta in Italia, dalla<br />

serie sono stati tratti 4 film televisivi<br />

destinati al mercato americano. L’ultimo<br />

episodio, concepito come una “ultima<br />

cena” con tutti i protagonisti che<br />

si abbandonano ai ricordi e ai flashback,<br />

è ambientato nel 2281.<br />

Baby-sitter (Charles in Charge)<br />

Con: Scott Baio, Jonathan Ward, April<br />

Lerman, Michael Pearlman, Julie<br />

Cobb, James Widdoes, Jennifer Runyon,<br />

Willie Aames, Sandra Kerns, James<br />

Callahan, Nicole Eggert, Josie Davis,<br />

Alexander Polinsky. Produzione:<br />

Usa, 1984, sit-com, colore (126/30’).<br />

Smessi gli abiti da teenager di Chachi<br />

in Happy Days, Scott Baio veste i panni<br />

di Charles, diciannovenne studente<br />

di college che in cambio di vitto e alloggio<br />

diventa baby-sitter di tre piccole<br />

pesti. La famiglia che lo ospita è formata<br />

dal dodicenne Douglas (Jonathan<br />

Ward), la quattordicenne Lila<br />

76<br />

(April Lerman), il decenne Jason (Michael<br />

Pearlman), i genitori Jill (Julie<br />

Cobb) e Stan (James Widdoes) Pembroke.<br />

Tra una gag e l’altra, Charles<br />

tenta invano di conquistare il cuore di<br />

Gwendolyn (Jennifer Runyon), immancabilmente<br />

stroncato dal tris di<br />

“assi di picche”. Willie Aames interpreta<br />

Buddy Lembeck, il miglior amico<br />

del protagonista: insieme, varcano<br />

la soglia di una seconda stagione che<br />

prevede un nuovo cast. I Pembroke si<br />

trasferiscono a Seattle e vendono la casa<br />

ai Powell: mamma Ellen (Sandra<br />

Kerns), nonno Walter (James Callahan),<br />

la quattordicenne Jamie (Nicole<br />

Eggert), la tredicenne Sarah (Josie<br />

Davis), il dodicenne Adam (Alexander<br />

Polinsky). Ellen Travolta compare di<br />

tanto in tanto nei panni della madre di<br />

Charles; in una puntata si scorge una<br />

giovane Meg Ryan, ma molti altri ancora<br />

sono i volti noti ospitati dalla serie:<br />

tra gli altri, Matthew Perry, Mark-<br />

Paul Gosselaar, Christina Applegate,<br />

Tiffani Thiessen, Pamela Anderson. Il<br />

produttore esecutivo Michael Jacobs<br />

firma con Al Burton il tema musicale<br />

cantato da Shandi. Nell’ultimo episodio<br />

Charles passa a frequentare il college<br />

di Princeton. È stata una delle due<br />

sit-com del 1984 a proporre ragazzini<br />

nelle veci di baby-sitter al posto di madri<br />

assenti o in carriera. La serie si è aggiudicata<br />

2 Young Artist Awards, uno<br />

consegnato nelle mani di Nicole Eggert,<br />

l’altro finito nella bacheca di Josie<br />

Davis.<br />

B.A.D. Cats (Id.) Con: Asher Brauner,<br />

Steve Hanks, Michelle Pfeiffer,<br />

LaWanda Page, Vic Morrow, Jimmie<br />

Walker. Produzione: Usa, 1980, poliziesco,<br />

colore (5/60’).<br />

Il climax della serie è rappresentato dagli<br />

inseguimenti automobilistici delle


77 Baldini e Simoni<br />

macchine che sgommano fuori dal<br />

Burglary Auto Detail (B.A.D.) del distretto<br />

della polizia di Los Angeles.<br />

Tra i personaggi ricorrenti del serial:<br />

Nick Donovan (Asher Brauner); il suo<br />

coinquilino Ocee James (Steve<br />

Hanks); Samantha (Michelle Pfeiffer),<br />

la loro compagna d’avventure; Ma<br />

(LaWanda Page), proprietaria di un locale;<br />

il capitano Nathan (Vic Morrow);<br />

Rodney Washington (Jimmie Walker),<br />

un ladro d’auto dall’animo buono.<br />

Nick, Ocee e Samantha formano il trio<br />

di ex ladri d’auto che viene assoldato<br />

dalla polizia – Commercial Auto<br />

Thefts (C.A.T.) – con lo scopo di prevenire<br />

o catturare gli ex colleghi; com’è<br />

facilmente immaginabile, i loro metodi<br />

non rispettano sempre il codice stradale.<br />

Aaron Spelling e Douglas S. Cramer<br />

sono i produttori esecutivi del serial<br />

che è stato cancellato per l’alto costo<br />

delle automobili incidentate<br />

(40.000 dollari sono stati spesi in rottamazione).<br />

Barry De Vorzon, Andrew<br />

Kulberg e Mundell Lowe intrecciano<br />

di note le fughe e le cacce on the road.<br />

La baia <strong>dei</strong> cedri Vedi L’allegra<br />

banda di Nick.<br />

Baia <strong>dei</strong> delfini, La (Dolphin Cove)<br />

Con: Frank Converse, Trey Ames,<br />

Karron Graves, Virginia Hey,Anthony<br />

Richards, Ernie Dingo, Nick Tate. Produzione:<br />

Australia, 1989, avventura,<br />

colore (8/60’).<br />

Uno scienziato da poco vedovo decide<br />

di trasferirsi in Australia con i figli per<br />

studiare i delfini. Sono della comitiva:<br />

Michael Larson (Frank Converse), i figli<br />

David (Trey Ames) e Katie (Karron<br />

Graves), che dalla morte della madre<br />

in un incidente d’auto non ha più proferito<br />

parola (ma comunicherà telepaticamente<br />

con i delfini). Fanno parte<br />

altresì del cast: Virginia Hey nei panni<br />

di Allison, la terapista che tiene sotto<br />

cura Katie; Anthony Richards è Kevin;<br />

Ernie Dingo interpreta Didge, un aborigeno<br />

locale; Nick Tate è Trent. La serie<br />

è ideata da Peter Benchley, l’autore<br />

del best-seller Lo squalo. Le riprese<br />

sono state effettuate interamente nella<br />

“terra <strong>dei</strong> canguri”. Le musiche sono<br />

di Christopher Klatman.<br />

Baia di Ritter, La (Ritter’s Cove)<br />

Con: Hans Conninberg, Susan Hogan.<br />

Produzione: Australia/Germania/Gran<br />

Bretagna, 1980, sit-com, colore<br />

(26/30’).<br />

Dopo essere stato lasciato a terra in seguito<br />

a una visita medica che gli ha tolto<br />

la licenza di volo, il non più giovane<br />

Karl Ritter (Hans Conninberg) si vede<br />

costretto ad assumere Kate Ashcroft<br />

(Susan Hogan) per prendere in mano<br />

la cloche dell’unico aereo rimasto della<br />

sua “flotta” di trasporti. La sit-com<br />

si poggia sui contrasti quotidiani della<br />

coppia: tra il conservatore ex pilota e la<br />

determinata nuova assunta. Peter Kelly<br />

firma da produttore esecutivo.<br />

Baldini e Simoni Con: Roberto Citran,<br />

Mariella Valentini, Adelmo Togliani,<br />

Isabella Pruner, Caterina Sylos<br />

Labini, Vincenzo Crivello, Lia Tanzi,<br />

Stefano Sarcinelli, Fulvio Falzarano.<br />

Produzione: Italia, 1999, sit-com, colore<br />

(80/30’).<br />

Situazioni tragicomiche e imprevisti<br />

familiari fanno da sfondo a una sit-com<br />

su quella che gli stessi autori hanno definito<br />

“una famiglia allargata”: tutto ha<br />

inizio quando Michele Baldini (Roberto<br />

Citran), giornalista sportivo espertomaniaco<br />

di basket dall’aria sprovveduta,<br />

decide di convivere con Anna Simoni<br />

(Mariella Valentini), brillante avvocato<br />

in carriera. Aloro due si aggiungo­


Balki e Larry – Due perfetti americani<br />

no, sotto lo stesso tetto: il ventenne Lorenzo<br />

(Adelmo Togliani), il figlio ipocondriaco<br />

di lui; la diciottenne Emanuela<br />

(Isabella Pruner), la figlia esuberante<br />

di lei; in mezzo, s’inserisce la colf<br />

sudamericana Marcellina (Caterina<br />

Sylos Labini), appassionata di calcio<br />

per la quale Michele è “il Mister”. La<br />

vita quotidiana del nuovo nucleo familiare<br />

scorre tra sorprese, baruffe, ripicche<br />

e sarcasmi in una serie prodotta da<br />

Raifiction e realizzata da Pixel e dal<br />

Centro di produzione Rai di Torino, per<br />

la prima volta impegnato in un progetto<br />

di lunga serialità. Tra gli interpreti di<br />

contorno: Vincenzo Crivello è Marco,<br />

il negoziante di “sfiducia” della famiglia<br />

protagonista; Lia Tanzi interpreta<br />

Claudia, la stravagante sorella di Anna;<br />

Stefano Sarcinelli dà vita a una galleria<br />

di personaggi diversi, dal musicante<br />

messicano al santone, dal detective al<br />

venditore di mozzarelle; Fulvio Falzarano<br />

è il primo marito di Anna (padre di<br />

Emanuela). In una delle prime puntate<br />

Anna definisce il marito “passionale<br />

come una pantera; non sarà il massimo<br />

ma è un bell’uomo”. Il serial nasce da<br />

una “proposta” di Bruno Voglino. Le<br />

musiche originali sono di Jimmy Villotti.<br />

Balki e Larry – Due perfetti americani<br />

(Perfect Strangers) Con: Mark<br />

Linn-Baker, Bronson Pinchot, Sam<br />

Anderson, JoMarie Payton, Belita<br />

Moreno, Melanie Wilson, Rebeca<br />

Arthur. Produzione: Usa, 1986, sitcom,<br />

colore (150/30’).<br />

Il cugino greco di Larry Appleton<br />

(Mark Linn-Baker) giunge a Chicago<br />

per una visita e per stravolgergli la vita:<br />

una sit-com alla Buddy Buddy presenta<br />

Bronson Pinchot nei panni di<br />

Balki Bartokomous, originario dell’isola<br />

di Mypos. Quando la serie ha ini­<br />

78<br />

zio Larry lavora in un discount, ma dopo<br />

una stagione trova posto – insieme<br />

a Balki – al “Chicago Chronicle”: il<br />

primo come reporter, il secondo all’ufficio<br />

posta. Attorno alla “strana coppia”<br />

ruotano le figure di Mr. Gorpley<br />

(Sam Anderson), il capo di Balki; Harriette<br />

Winslow (JoMarie Payton), l’ascensorista<br />

del giornale; Lydia Markham<br />

(Belita Moreno), rubricista di<br />

annunci e consigli; le vicine Jennifer<br />

Lyon (Melanie Wilson) e Mary Anne<br />

(Rebeca Arthur), dapprima istruttrici<br />

di aerobica, quindi assistenti di volo.<br />

Nel corso delle stagioni si susseguono<br />

cambi e colpi di scena: Payton lascia il<br />

serial per lo spin-off Otto sotto un tetto;<br />

Larry e Jennifer si sposano per andare<br />

a vivere in una nuova casa, raggiunti in<br />

seguito da Balki e Mary Anne, destinati<br />

anch’essi alle nozze; nell’ultima<br />

puntata le due sposine danno alla luce<br />

in contemporanea due splendide creature.<br />

Belita Moreno era comparsa dapprima<br />

nei panni della moglie del capo<br />

di Larry quando questi lavorava nel discount.<br />

David Pomeranz interpreta la<br />

canzone “Nothing’s Gonna Stop Me<br />

Now”; la colonna sonora è composta<br />

da Gary Boren, Steven Chesne, Jesse<br />

Frederick e Bennett Salvay. Dale<br />

McRaven, l’ideatore della serie, firma<br />

altresì da produttore esecutivo con<br />

Thomas L. Miller e Robert L. Boyett.<br />

Balliamo e cantiamo con Licia<br />

Con: Cristina D’Avena, Pasquale Finicelli,<br />

Salvatore Landolina, Sebastian<br />

Harrison, Luciano De Marini, Vincenzo<br />

Rinaldi, Germano Di Mattia, Marco<br />

Bellavia. Produzione: Italia, 1988, sitcom/musicale,<br />

colore (36/30’).<br />

Dopo Love me Licia, Licia dolce Licia<br />

e Teneramente Licia, Cristina D’Avena<br />

veste ancora i panni dell’aspirante<br />

cantante in cerca dell’affermazione


79 Banacek<br />

personale. Dopo un felice esordio Licia,<br />

assecondata dal marito Mirko (Pasquale<br />

Finicelli), non dimentica il focolare<br />

domestico e i suoi doveri di moglie.<br />

Il padre Marrabbio (Salvatore<br />

Landolina) ha perso un po’ la caratterizzazione<br />

da genitore burbero; il<br />

gruppo musicale <strong>dei</strong> Bee Hive, composto<br />

da Mirko, Satomi (Sebastian<br />

Harrison), Paul (Luciano De Marini),<br />

Mike (Vincenzo Rinaldi) e Jim (Germano<br />

Di Mattia), ritrova Steve (Marco<br />

Bellavia), rientrato dal servizio militare.<br />

Alessandra Valeri Manera, autrice<br />

del <strong>telefilm</strong>, firma anche la colonna sonora<br />

interpretata dalla stessa D’Avena<br />

e dai Bee Hive.<br />

Bambini del dottor Jamison, I<br />

(The Little People; The Brian Keith<br />

Show) Con: Brian Keith, Shelley Fabares,<br />

Victoria Young, Michael Gray,<br />

Stephen Hague, Sean Tyler Hall,<br />

Nancy Kulp, Roger Bowen. Produzione:<br />

Usa, 1972, sit-com, colore<br />

(46/30’).<br />

Un pediatra alle Hawaii: il dottor Sean<br />

Jamison (Brian Keith) lavora in una<br />

cornice da sogno insieme alla figlia, la<br />

dottoressa Anne Jamison (Shelley Fabares).<br />

Victoria Young, la moglie di<br />

Keith, interpreta la domestica Puni;<br />

Michael Gray è Ronnie Collins, uno<br />

studente di medicina che lavora con la<br />

coppia; Stephen Hague ricopre il ruolo<br />

di Alfred, il giovane e seccante vicino;<br />

Sean Tyler Hall veste i panni di<br />

Stewart, un amico di Alfred. A circa<br />

metà della serie entrano in scena Mrs.<br />

Millard Gruber (Nancy Kulp), la padrona<br />

di casa e il dottor Spencer Chaffee<br />

(Roger Bowen). Bruce Johnson è il<br />

produttore della sit-com. Jerry Fielding<br />

compone la colonna sonora. Il<br />

primo ciclo – caratterizzato da molti<br />

bambini ed intitolato in originale The<br />

little people – voleva richiamare la<br />

precedente sit-com di Keith (Tre nipoti<br />

e un maggiordomo, 1966). L’isola<br />

hawaiiana al centro delle vicende si<br />

chiama Ohau.<br />

Bambino del karate, Il Vedi Ultimo<br />

cavaliere elettrico, L’.<br />

Banacek (Id.) Con: George Peppard,<br />

Murray Matheson, Ralph Manza, Christine<br />

Belford. Produzione: Usa, 1972,<br />

poliziesco, colore (16/70’; 1/90’).<br />

Nato come “costola” dell’NBC Wednesday<br />

Movie, il serial vede protagonista<br />

George Peppard nei panni di Banacek,<br />

un investigatore delle assicurazioni di<br />

origini polacche che lavora presso la<br />

Boston Casualty Company, sezione<br />

contingenze a tasso zero. La sua prima<br />

missione è quella di ritrovare oggetti<br />

spariti in circostanze misteriose: come<br />

un aereo che non è mai atterrato, una<br />

statua di due tonnellate scomparsa da<br />

un museo a prova di ladro, il prototipo<br />

di una macchina che si è volatilizzata<br />

mentre era su un treno in marcia. La<br />

seconda, ben più difficile, è dare una<br />

risposta logica a quello che è successo.<br />

Tra i suoi “segni particolari”: la passione<br />

per i sigari e per i proverbi polacchi;<br />

egli guadagna così bene da permettersi<br />

di vivere nella zona esclusiva<br />

di Beacon Hill. Murray Matheson interpreta<br />

Felix Mullholland, il confidente<br />

del protagonista, proprietario del<br />

Mullholland Rare Book and Print<br />

Shop; Ralph Manza è Jay Drury, l’autista<br />

di Banacek che lo scarrozza in Limousine;<br />

Christine Belford compare,<br />

solo una stagione, nei panni della collega<br />

Carlie Kirkland. George Eckstein<br />

è il produttore esecutivo della serie.<br />

Billy Goldenberg, tra i compositori più<br />

richiesti per i <strong>telefilm</strong> d’investigazione<br />

anni ’70 (Colombo, Kojak, Harry


Banda <strong>dei</strong> cinque, La<br />

O...), firma la colonna sonora. La serie<br />

ha ricevuto un riconoscimento dal Polish-American<br />

Congress per l’immagine<br />

positiva derivante da un personaggio<br />

di origini polacche.<br />

Banda <strong>dei</strong> cinque, La (The famous<br />

five) Con: Marcus Harris, Gary Russell,<br />

Jennifer Thanisch, Michelle Gallager,<br />

Sue Best, Michael Hinz. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1978, avventura/fantastico,<br />

colore (27/60’).<br />

Quattro ragazzi più un cane si ritrovano<br />

a vivere avventure misteriose negli<br />

affascinanti scenari del Sud dell’Inghilterra:<br />

Julian (Marcus Harris), Dick<br />

(Gary Russell), Anne (Jennifer Thanisch),<br />

Georgina detta “George” (Michelle<br />

Gallager) e il cane Timmy affrontano<br />

via via strani esperimenti,<br />

passaggi segreti, luci misteriose, treni<br />

fantasma, luoghi maledetti, mappe del<br />

tesoro. Sue Best interpreta la zia<br />

Fanny, mentre Michael Hinz è lo zio<br />

Quentin: Julian, Dick e Anne sono i<br />

cugini di George, figlia di Fanny e<br />

Quentin. La serie è tratta dai romanzi<br />

della scrittrice best-seller Enid Blyton<br />

(1897-1968) e segue di un anno il successo<br />

del connazionale Prigionieri<br />

delle pietre; nel 1996 si è girato un remake<br />

che vanta la coproduzione inglese,<br />

tedesca, americana e gallese. James<br />

Gatward firma da produttore esecutivo.<br />

La colonna sonora di Rob Andrews,<br />

supportata dalle parole di Les<br />

Spurr, è arrangiata e composta da Tony<br />

King. Le riprese sono avvenute perlopiù<br />

nei dintorni di Exbury. Il vero nome<br />

di Timmy è Toddy, addestrato dal<br />

padrone Ben Woodgate.<br />

Banda <strong>dei</strong> sette, La (Renegades)<br />

Con: Patrick Swayze, Randy Brooks,<br />

Paul Mones, Tracy Scoggins, Robert<br />

Thaler, Brian Tochi, Fausto Bara, Ja­<br />

80<br />

mes Luisi, Kurtwood Smith. Produzione:<br />

Usa, 1983, poliziesco, colore<br />

(8/60’).<br />

La versione anni ’80 di Mod Squad<br />

trae origine da un film-tv in onda in<br />

America nel 1982: la storia è quella di<br />

una gang di giovani delinquenti che diventano<br />

“infiltrati” per la polizia di<br />

Los Angeles. La banda <strong>dei</strong> sette è così<br />

composta: un esordiente Patrick<br />

Swayze, un anno prima del debutto sul<br />

grande schermo ne I ragazzi della<br />

56esima strada di Coppola, è Bandit;<br />

Randy Brooks interpreta Eagle; Paul<br />

Mones veste i panni di J.T.; Tracy<br />

Scoggins è Tracy; Robert Thaler si fa<br />

chiamare semplicemente Dancer;<br />

Brian Tochi usa il nome di Dragon;<br />

Fausto Bara è Gaucho. Il tenente Marciano<br />

(James Luisi) funge da collegamento<br />

tra loro e la polizia; Kurtwood<br />

Smith è il capitano di quest’ultima. La<br />

colonna sonora è composta da Joseph<br />

Conlan e Barry De Vorzon. La serie si<br />

è rivelata un autentico flop in patria,<br />

registrando il minor ascolto assoluto<br />

tra i programmi di prima serata nella<br />

stagione ’82-’83.<br />

Band of brothers – Fratelli al<br />

fronte (Band of brothers) Con: Damian<br />

Lewis, David Schwimmer, Ron<br />

Livingston, Donnie Wahlberg, Scott<br />

Grimes, Frank John Hughes, Matthew<br />

Settle, Shane Taylor, Michael Cudlitz,<br />

Eion Bailey, Colin Hanks, Kirk Acevedo,<br />

Ross McCall, Dale Dye, Peter<br />

O’Mears. Produzione: Usa, 2001,<br />

guerra, colore (10/60’).<br />

SUPERCULT<br />

Tratta dal best-seller omonimo di<br />

Stephen Ambrose, ideale spin-off del<br />

film Salvate il soldato Ryan (1998), ecco<br />

la serie che potrebbe sancire il sorpasso<br />

della fiction televisiva d’autore<br />

su quella cinematografica, nonché del­


81 Band of brothers – Fratelli al fronte<br />

le reti televisive via cavo (HBO) su<br />

quelle generaliste. E altresì di Spielberg<br />

su Spielberg stesso, visto che il cineasta<br />

firma da produttore esecutivo<br />

insieme a Tom Hanks. Partendo dal rigoroso<br />

addestramento nella Georgia<br />

del 1942, il racconto si concentra sull’unità<br />

“Easy Company”, il 506° reggimento<br />

della leggendaria 101° Divisione<br />

aviotrasportata destinata a paracadutarsi<br />

in Francia nel 1944 per preparare<br />

il campo alle forze di terra. Nel<br />

diario degli avvenimenti, la “Easy”<br />

combatte in Olanda e in Belgio (tra Bastogne<br />

e Bulge), guida il contrattacco<br />

sulle Ardenne e riesce a espugnare<br />

l’impenetrabile “Nido delle aquile” di<br />

Hitler a Berchtesgaden, nel 1945. Fanno<br />

parte del platoon: il tenente Richard<br />

Winters (interpretato dall’inglese Damian<br />

Lewis), che succede all’autoritario<br />

tenente Herbert Sobel (David<br />

Schwimmer) dopo l’ammutinamento<br />

di sei sergenti; il tenente Lewis Nixon<br />

(Ron Livingston); il tenente C.<br />

Carwood Lipton (Donnie Wahlberg), il<br />

sergente “feticista” di pistole “Luger”<br />

Donald Malarkey (Scott Grimes), il<br />

sergente Bill Guarnere (Frank John<br />

Hughes), il tenente Ronald Speirs<br />

(Matthew Settle), l’ufficiale medico<br />

Eugene Roe (Shane Taylor), il masticatore<br />

di sigari Denver “Bull” Randleman<br />

(Michael Cudlitz), David Kenyon<br />

Webster (Eion Bailey), il quale viene<br />

ferito in Olanda; il tenente Hank Jones<br />

(Colin Hanks), fresco di West Point; il<br />

sergente Joe Toye (Kirk Acevedo), che<br />

perde una gamba; il gracile Joseph<br />

Liebgott (Ross McCall), uno <strong>dei</strong> pochi<br />

ebrei della compagnia. Amargine delle<br />

loro imprese, si aggiungono il colonnello<br />

Sink (Dale Dye) e l’incompetente<br />

comandante Norman Dike (Peter<br />

O’Mears). Costata 120 milioni di dollari,<br />

la serie si è aggiudicata, tra i molti<br />

riconoscimenti, 6 Emmy Awards (tra<br />

cui miglior cast e regia), un Golden<br />

Globe e un Peabody Award. Tom<br />

Hanks dirige il quinto episodio; Gary<br />

Goetzman, Tony To e lo stesso Ambrose<br />

– scomparso il 13 ottobre 2002 – firmano<br />

da co-produttori esecutivi. Ogni<br />

appuntamento si avvale delle testimonianze<br />

<strong>dei</strong> veterani della “Easy”, mentre<br />

le loro controfigure di fiction esclamano<br />

che “la paura in guerra è distruttiva<br />

e contagiosa”. Quasi tutti gli attori<br />

principali sono stati scelti per la loro<br />

somiglianza fisica con i personaggi<br />

che dovevano interpretare. Qualche<br />

numero sulla serie: 2000 figuranti, 500<br />

personaggi parlanti, 700 armi autentiche<br />

e 400 di scena, 2000 uniformi americane<br />

e tedesche, 1200 costumi civili<br />

(originali dell’epoca), una media di<br />

14000 munizioni al giorno. L’aerodromo<br />

di Hatfield nell’Hertfordshire, già<br />

utilizzato per alcune riprese di Salvate<br />

il soldato Ryan, è diventato il quartier<br />

generale del <strong>telefilm</strong>: qui, su una superficie<br />

di 1000 acri all’aperto a 30 chilometri<br />

da Londra, sono stati allestiti<br />

villaggi belgi e francesi. La ricostruzione<br />

aerea del D-Day è semplicemente<br />

da videoteca e non ha nulla da invidiare<br />

allo sbarco sull’Omaha Beach di<br />

Salvate il soldato Ryan; rispetto al film<br />

del 1998, il serial denota maggior respiro<br />

e personaggi più delineati, permettendosi<br />

variazioni di stile e di ritmo<br />

più coraggiose. Memorabile, in tal senso,<br />

la puntata intitolata Bastogne, in<br />

cui la Easy è in avanscoperta nella foresta<br />

innevata intorno alla cittadina<br />

belga del titolo: in un clima surreale e<br />

ovattato, il racconto procede in soggettiva<br />

sul volto del dottor Roe, il quale<br />

cerca disperatamente di racimolare<br />

bende, morfina e altri medicinali d’emergenza;<br />

alla fine giunge in una stazione<br />

di soccorso improvvisata tra le


Barbary Coast<br />

macerie di una chiesa e conosce l’infermiera<br />

belga Renée (Lucie Jeanne),<br />

la quale, dopo che le muore l’ennesimo<br />

soldato tra le braccia si sfoga: “non ce<br />

la faccio più, non voglio più curare feriti,<br />

preferisco lavorare in una macelleria.<br />

Non è un dono di Dio, altrimenti<br />

non sarebbe così doloroso”; l’ultima<br />

frase prima di cadere vittima di un<br />

bombardamento sotto le macerie. Il titolo<br />

della serie e del libro di Ambrose –<br />

uscito in Italia con il titolo “Banda di<br />

fratelli” (Longanesi) – s’ispira a una<br />

frase dell’Enrico V di William Shakespeare:<br />

“We few, we happy few, we<br />

band of brothers” (atto 4, scena 3).<br />

Barbary Coast (The Barbary Coast)<br />

Con: William Shatner, Doug McClure,<br />

Dave Turner, Richard Kiel. Produzione:<br />

Usa, 1975, spionaggio, colore<br />

(14/60’).<br />

Ambientato nel 1870 in un distretto di<br />

San Francisco chiamato Barbary Coast,<br />

il serial appare come una di quelle<br />

“scampagnate” indietro nel tempo di<br />

Kirk e compagni in Star Trek: non per<br />

niente ne è protagonista William Shatner.<br />

Quest’ultimo veste i panni dell’agente<br />

speciale Jeff Cable, il quale si<br />

rapporta direttamente con il governatore<br />

della California dopo essersi infiltrato<br />

in una fauna variopinta grazie a<br />

travestimenti da videoteca; Doug Mc­<br />

Clure interpreta Cash Conover, il proprietario<br />

del Golden Gate Casino, vinto<br />

a una partita a poker e quartier generale<br />

della coppia che richiama vagamente<br />

i due personaggi al centro di<br />

Quel selvaggio West (1965); DaveTurner<br />

è Thumbs, il pianista del locale; Richard<br />

Kiel ha il ruolo di Moose Moran,<br />

anch’egli dipendente del Golden. La<br />

serie ideata da Douglas Heyes vanta Cy<br />

Chermak quale produttore esecutivo.<br />

La colonna sonora è affidata a John An­<br />

82<br />

drew Tartaglia. La puntata-pilota – con<br />

protagonista Shatner e Dennis Cole – è<br />

stata trasmessa il 4 maggio del 1975<br />

sulla ABC. In Italia il <strong>telefilm</strong> è passato<br />

anche con il titolo La costa <strong>dei</strong> barbari.<br />

Baretta (Id.) Con: Robert Blake, Dana<br />

Elcar, Edward Grover, Michael D.<br />

Roberts, Tom Ewell. Produzione: Usa,<br />

1975, poliziesco, colore (82/60’).<br />

Dopo l’addio di Tony Musante a<br />

Toma, la produzione trovò il sostituto<br />

in Robert Blake, nome d’arte di Michael<br />

Gubitosi. Ma la personalità dell’attore<br />

risultò talmente vincente e sui<br />

generis che gli venne cucita addosso<br />

una serie tutta sua, spostando le vicende<br />

dalla “Grande Mela” alla California.<br />

T-shirt, jeans, cappelletto in testa,<br />

stuzzicadenti tra le labbra, l’italo-americano<br />

Tony Baretta assomiglia più a<br />

un taxista o a un pizzaiolo che a un uomo<br />

di legge. Però la simpatia e la bonarietà<br />

del personaggio costringono il telespettatore<br />

ad affezionarsi puntata dopo<br />

puntata: questa sorta di anti-eroe<br />

con la passione per i travestimenti vive<br />

in un hotel – il King Edward – con<br />

Fred, un pappagallo bianco che risponde<br />

al telefono e beve whisky liscio.<br />

In più di un’occasione Baretta<br />

sposa cause sbagliate, convincendosi<br />

che un colpevole è innocente o viceversa;<br />

ha un giro di informatori di colore<br />

ai quali è affezionato e piange a dirotto<br />

quando gliene fanno fuori qualcuno;<br />

conosce molte prostitute che<br />

tratta con affetto e fa di tutto per aiutarle<br />

quando finiscono nei guai; con i superiori,<br />

invece, mostra una certa arroganza<br />

e strilla volentieri se non gli danno<br />

retta; questi, dal canto loro, non lo<br />

puniscono perché sanno quanto vale,<br />

ovvero perché sanno di avere torto.<br />

Dana Elcar e Edward Grover interpretano<br />

rispettivamente i tenenti Shiller e


83 Barney Miller<br />

Brubaker, i superiori di Baretta al 53°<br />

distretto di Los Angeles; Michael D.<br />

Roberts è Rooster, l’informatore di<br />

turno; Tom Ewell assume il ruolo di<br />

Billy Truman, il gestore dell’albergo<br />

dove vive il nostro, nonché suo unico<br />

amico. In Italia, dove la serie ideata da<br />

Stephen J. Cannell ha incontrato un<br />

successo inaspettato, il protagonista ha<br />

assunto addirittura un accento siciliano,<br />

come a voler accentuare le sue origini<br />

già palesi. Bernard Kowalski e<br />

Anthony Spinner, affiancati da Roy<br />

Huggins, sono i produttori esecutivi<br />

del serial che si è aggiudicato un<br />

Emmy Award. Blake, che per questo<br />

ruolo ha vinto un Golden Globe nel<br />

1976, compare occasionalmente dietro<br />

la cinepresa. La colonna sonora di<br />

Dave Grusin e Tom Scott si avvale della<br />

canzone “Keep Your Eye on the<br />

Sparrow” di Sammy Davis jr. Tra le<br />

guest-stars si riconoscono Joan Collins,<br />

Gary Busey, Erik Estrada, Shelley<br />

Duvall, Dennis Quaid, Madeleine<br />

Stowe.Tommy Lee Jones compare in<br />

un cameo nei panni di un prigioniero.<br />

Il vero nome di Fred, soprannominato<br />

anche “Aquila”, è Iaia: originario di<br />

Hong Kong, il pappagallo è stato ammaestrato<br />

da Ray Berwick. La prima<br />

moglie di Blake, Sondra, compare in<br />

un cameo; la seconda, Bonny, è stata<br />

ritrovata uccisa il 4 maggio del 2001<br />

nella macchina dell’attore dopo che la<br />

coppia era andata fuori a cena; l’attore<br />

ha affermato di essere ritornato nel locale<br />

perché aveva dimenticato la pistola<br />

e di avere ritrovato la consorte riversa<br />

sul sedile: i giudici non gli hanno<br />

creduto e lo hanno condannato in prima<br />

istanza, per poi assolverlo definitivamente<br />

nel marzo del 2005.<br />

Barnaby Jones (Id.) Con: Buddy<br />

Ebsen, Lee Meriwether, John Carter,<br />

Mark Shera. Produzione: Usa, 1973,<br />

poliziesco, colore (178/60’).<br />

Barnaby Jones (Buddy Ebsen) è un detective<br />

privato in pensione che beve solo<br />

latte, esperto in indagini per conto<br />

delle assicurazioni, che torna in pista a<br />

Los Angeles dopo l’omicidio del figlio<br />

Hal. Lo aiutano la nuora Betty Jones<br />

(Lee Meriwether, Miss America nel<br />

1955), il tenente Biddle (John Carter) e<br />

Jedediah Romano Jones detto “J.R.”<br />

(Mark Shera), il cugino di Barnaby che<br />

affianca lo zio dopo che qualcuno gli ha<br />

ucciso il padre. Jones può contare su<br />

uno <strong>dei</strong> laboratori più attrezzati di quel<br />

periodo, uno <strong>dei</strong> primi a campeggiare<br />

tra le mura domestiche. Curiosa l’identificazione<br />

del protagonista, Buddy Ebsen,<br />

con il personaggio interpretato: anch’egli<br />

stava per andare in pensione dopo<br />

la cancellazione del serial Beverly<br />

Hillbillies. Il produttore esecutivo del<br />

<strong>telefilm</strong> è Quinn Martin, affiancato da<br />

Philip Saltzman. Sean Penn, Nick Nolte<br />

e James Woods compaiono quali<br />

guest-stars; tra gli altri volti noti sfilano<br />

William Shatner, Bill Bixby, Stefanie<br />

Powers, Leslie Nielsen, Ida Lupino,<br />

Tyne Daly, Dick Van Patten, John Ritter,<br />

Bo Hopkins, Larry Hagman, Erik<br />

Estrada, Don Johnson, Morgan Fairchild,<br />

Vera Miles, Ed Harris, Madeleine<br />

Stowe.<br />

Barney Miller (Id.) Con: Hal Linden,<br />

Abe Vigoda, Wojo, Gregory Sierra,<br />

Jack Soo, Ron Glass, James Gregory,<br />

Steve Landesberg, Ron Carey, Barbara<br />

Barrie, Florence Stanley, Michael Tessier,<br />

Anne Windham. Produzione: Usa,<br />

1975, sit-com, colore (168/30’; 1/60’).<br />

CULT<br />

Non capita spesso di ambientare una<br />

sit-com in un distretto di polizia: il merito<br />

va agli ideatori Danny Arnold – che<br />

firma altresì da produttore esecutivo – e


Barone, Il<br />

Theodore J. Flicker, i quali hanno girato<br />

la serie nel dodicesimo Dipartimento di<br />

New York, per la precisione a Greenwich<br />

Village. Protagonista assoluto è il capitano<br />

Barney Miller (Hal Linden), alle<br />

prese con un corpo di poliziotti multietnico<br />

e multi-ridicolo: tra di loro, l’impassibile<br />

e brontolone Phil Fish (Abe<br />

Vigoda), i sergenti Stan Wojehowicz<br />

(Wojo), il portoricano Chano Amengual<br />

(Gregory Sierra), Nick Yemana<br />

(Jack Soo), il detective Ron Harris (Ron<br />

Glass), l’ispettore Frank Luger (James<br />

Gregory), il detective Arthur Dietrich<br />

(Steve Landesberg) e l’agente Carl Levitt<br />

(Ron Carey). Barbara Barrie interpreta<br />

Elisabeth Miller, la moglie del<br />

protagonista; Florence Stanley è Bernice<br />

Fish, la consorte di Phil. Nei primi<br />

episodi Michael Tessier e Anne<br />

Wyndham sono rispettivamente David<br />

e Rachel, i figli <strong>dei</strong> Miller. Tra le gueststars<br />

si riconosce il volto di Charlotte<br />

Rae (L’albero delle mele). Il <strong>telefilm</strong> ha<br />

vinto un Emmy Award e due Golden<br />

Globes quale “migliore commedia televisiva”.<br />

Nel gennaio del 1979 si è registrata<br />

la scomparsa di Jack Soo, con<br />

tanto di episodio speciale di commemorazione.<br />

La puntata finale si conclude in<br />

modo bizzarro dopo una lunga disputa<br />

tra la produzione e i dirigenti dell’ABC<br />

su come scrivere il The end: nel distretto<br />

viene ritrovato un fucile antico; si<br />

scopre che l’edificio era appartenuto a<br />

Roosevelt quando era Presidente delle<br />

forze di polizia nel 1890; lo stabile viene<br />

dichiarato monumento nazionale;<br />

tutti i loro occupanti vengono fatti<br />

sgomberare; Miller viene promosso da<br />

capitano a ispettore. La sit-com ha registrato<br />

un incredibile (e inaspettato) successo<br />

tra i poliziotti americani, i quali la<br />

giudicarono più realista di Starsky&<br />

Hutch: a conferma di ciò, tutti gli interpreti<br />

sono diventati membri onorari<br />

84<br />

della polizia di New York. La colonna<br />

sonora in salsa jazz è composta dalla<br />

collaudata coppia Jack Elliott-Allyn<br />

Ferguson. La serie, prodotta da Chris<br />

Hayward e Arne Sultan, ha dato vita a<br />

uno spin-off: in Fish, inedito in Italia,<br />

“sopravvivono” i personaggi interpretati<br />

da Vigoda e Stanley. L’idea di lanciare<br />

un altro serial basato sul personaggio<br />

di Wojehowicz venne accantonata<br />

dopo uno speciale su Miller dagli scarsi<br />

ascolti.<br />

Barone, Il (The Baron) Con: Steve<br />

Forrest, Sue Lloyd, Paul Ferris, Colin<br />

Gordon. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1965, avventura, colore (30/60’).<br />

Un affabile commerciante d’arte americano<br />

dandy è in realtà un agente segreto<br />

che indaga su intrighi spionistici<br />

internazionali. È questo il plot della serie<br />

prodotta in Inghilterra dalla ITC che<br />

vede protagonista Steve Forrest nei<br />

panni di John Mannering, detto “il barone”<br />

a causa della corona che sovrasta<br />

l’entrata del suo ranch nel Texas. Sue<br />

Lloyd e Paul Ferris interpretano rispettivamente<br />

Cordelia Winfield, affascinante<br />

agente del servizio diplomatico<br />

inglese e David Marlowe, socio del nostro<br />

nella sua attività d’antiquario nei<br />

tre negozi che possiede a Londra, Parigi<br />

e Washington; Colin Gordon è Mr.<br />

Templeton-Green. Robert Baker e<br />

Monty Berman sono i produttori esecutivi<br />

del serial che si basa su alcuni romanzi<br />

firmati da John Creasey (sebbene<br />

nelle avventure letterarie il nostro<br />

sfoderasse passaporto inglese e non<br />

americano). Il tema musicale è composto<br />

da Edwin T. Astley. La serie è stata<br />

una delle prime in Europa a essere girata<br />

a colori.<br />

Basil e Sybil (Fawlty Towers) Con:<br />

John Cleese, Prunella Scales, Connie


85 Batman<br />

Booth, Andrew Sachs. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1975/1979, sit-com,<br />

colore (12/30’).<br />

SUPERCULT<br />

È sicuramente sul podio delle sit-com<br />

britanniche più divertenti e sagaci della<br />

storia, complice la presenza dell’ex<br />

Monty Python John Cleese. La genesi<br />

ha del leggendario: durante il tour del<br />

1971, Cleese e i Monty si ammalarono<br />

d’influenza in un hotel di Torquay; il<br />

potenziale comico di una situazione<br />

del genere era talmente fiammeggiante<br />

che Cleese lo usò quale plot in un<br />

episodio della serie del 1971 Doctor at<br />

large (inedita in Italia, ma sequel della<br />

sit-com del 1969 Dottori in allegria);<br />

una volta sciolti i Python, l’attore rispolverò<br />

l’idea allorquando la BBC gli<br />

chiese di progettare un nuovo <strong>telefilm</strong>.<br />

La storia racconta le vicende di una cinica<br />

coppia tipicamente inglese (non è<br />

un caso che la sit-com sia scritta da<br />

Cleese e dalla moglie Connie Booth):<br />

il frustrato, snob, irascibile e misantropo<br />

Basil Fawlty (John Cleese) è tutto il<br />

contrario di quello che dovrebbe essere<br />

un proprietario di albergo (calmo,<br />

gentile, premuroso, cordiale); l’unico<br />

essere vivente che il nostro teme è sua<br />

moglie Sybil (Prunella Scales), la quale<br />

lo addomestica con fermezza e dirige<br />

l’hotel (e la loro relazione) col piglio<br />

di una nazista. Acomplicare le trame<br />

si sovrappongono: la sensibile ed<br />

ingenua cameriera Polly (Connie<br />

Booth), spesso vittima degli intrighi di<br />

Basil e irrimediabilmente costretta a<br />

mentire per tirare il padrone fuori dai<br />

guai; Manuel (Andrew Sachs), il cameriere<br />

tuttofare di origini spagnole<br />

che storpia l’inglese e la comune intelligenza.<br />

Quest’ultimo personaggio, vista<br />

la sua apparente demenza e per non<br />

offendere gli spagnoli, è diventato italiano<br />

quando la serie è andata in onda<br />

in Spagna. Nata originariamente in sei<br />

puntate, la sit-com è stata prolungata<br />

dopo 4 anni di altre sei in seguito all’insurrezione<br />

del pubblico (nel frattempo<br />

Cleese e Booth, sull’orlo del divorzio,<br />

affermarono di aver dato fondo<br />

a tutte le loro energie creative). Il <strong>telefilm</strong><br />

ha conosciuto ben due traduzioni<br />

a “stelle e strisce”: nel 1978 la ABC ha<br />

lanciato la sfortunata Snavely (passata<br />

anche come Chateau Snavely, inedita<br />

in Italia), in cui l’hotel di Torquay diventa<br />

un albergo dell’America Centrale;<br />

nel 1983 è stata la volta di Amanda,<br />

interpretata dalla Bea Arthur di Maude<br />

(1972) e ambientata sul Pacifico. La<br />

serie che si è aggiudicata 3 BAFTA<br />

Awards è prodotta da John Howard<br />

Davies nel primo ciclo e da Douglas<br />

Argent nel secondo. Dennis Wilson è<br />

l’autore della colonna sonora. La facciata<br />

esterna dell’hotel di Torquay al<br />

centro delle vicende è in realtà quella<br />

del Wooburn Grange Country Club di<br />

Bourne End, nel Buckinghamshire.<br />

Batman (Id.) Con: Adam West, Burt<br />

Ward, Alan Napier, Neil Hamilton,<br />

Yvonne Craig. Produzione: Usa, 1966,<br />

avventura/fantastico, colore (120/30’).<br />

CULT<br />

Ispirata al fumetto anni ’40 di Bob Kane,<br />

la serie televisiva cerca di mantenere<br />

inalterata l’atmosfera da comic<br />

strips. Diventato giustiziere in seguito<br />

a un trauma giovanile, dopo aver assistito<br />

all’uccisione <strong>dei</strong> genitori, Batman,<br />

al contrario di Superman, non è<br />

invincibile e non è dotato di super-poteri.<br />

“I criminali sono superstiziosi e<br />

vigliacchi” – si legge in una delle prime<br />

Bat-strisce – “dovrò travestirmi in<br />

modo tale da terrorizzarli a morte; devo<br />

essere una creatura della notte, nera<br />

e terribile”. In televisione Adam West<br />

ricopre la doppia identità del miliarda­


Batman 86<br />

rio Bruce Wayne e dell’uomo-pipistrello,<br />

che quando cala la notte veglia<br />

sulla sicurezza di Gotham City; Burt<br />

Ward lo affianca nei doppi panni di<br />

Dick Grayson e in quelli di Robin, il<br />

fedele compagno di Batman. I “fantastici<br />

due” suppliscono alla mancanza<br />

di super-poteri con l’intelligenza, con<br />

l’agilità atletica e con un ampio ventaglio<br />

di moderne apparecchiature: la<br />

Bat-mobile (che sfreccia per le strade<br />

piovose di Gotham), la Bat-fune (che<br />

permette loro di muoversi in silenzio<br />

da un grattacielo all’altro, come le ragnatele<br />

dell’Uomo Ragno), il Bat-cottero<br />

e il Bat-scafo, per i lunghi viaggi<br />

in aria o in mare. Sono comprimarie<br />

nell’evolversi degli episodi le figure<br />

del maggiordomo di West, Alfred<br />

(Alan Napier), l’unico a conoscere la<br />

doppia indentità di Bruce e Dick, nonché<br />

il commissario di polizia Gordon<br />

(Neil Hamilton), in perenne contatto<br />

con il giustiziere mascherato grazie al<br />

Bat-telefono o al Bat-segnale, l’ombra<br />

di un pipistrello proiettata in cielo da<br />

un riflettore. La figlia del poliziotto,<br />

Barbara (Yvonne Craig), veste segretamente<br />

l’identità di Bat-girl, preziosa<br />

alleata di Batman in più di un’occasione.<br />

L’azione prende il via “dal basso”,<br />

ovvero nella Bat-caverna nascosta nei<br />

sotterranei della villa di Wayne, a cui si<br />

accede rapidamente grazie a due pertiche<br />

di metallo situate dietro la libreria;<br />

i “fantastici due” si lasciano scivolare<br />

in abiti civili, per riemergere già belli e<br />

pronti nei rispettivi costumi. In lotta<br />

contro il crimine organizzato, l’eroe<br />

protagonista trova il suo climax quando<br />

affronta criminali con ambizioni di<br />

potere, che si esaltano ad affrontare un<br />

così degno avversario: malvagi o<br />

scienziati falliti che il più delle volte,<br />

con i loro vestiti sgargianti, sembrano<br />

usciti da una festa di Carnevale. Nel<br />

corso del <strong>telefilm</strong> i cattivi sono interpretati<br />

da attori celebri: Burgess Meredith<br />

è Pinguino; George Sanders, Otto<br />

Preminger e Eli Wallach si alternano<br />

nei panni di Mr. Freeze; Cesar Romero<br />

interpreta il ghigno di Joker; Vincent<br />

Price è più di una volta Testa d’uovo;<br />

la tuta aderente di Cat-woman (la Donna-gatto)<br />

viene vestita in successione<br />

da Julie Newmar, Lee Meriwheter e<br />

Eartha Kitt; quali antagonisti dell’uomo-pipistrello<br />

non mancano i cameo<br />

di Shelley Winters, Ida Lupino e Van<br />

Johnson. Batman affronta tutti loro nel<br />

corso di duelli che vengono sottolineati<br />

da scritte e cartelli sovrapposti che<br />

ricordano il fumetto: “smash”, “pow”<br />

e “bang” sono tra le più ricorrenti;<br />

“Wham!”, che compare quando viene<br />

sferrato un pugno, ha addirittura dato il<br />

nome al complesso pop formato da<br />

George Michael e Andrew Ridgeley<br />

negli anni ’80. Nel corso della serie,<br />

tuttavia, solo una vittima rimane sul<br />

campo: Molly, un’aiutante di Enigma<br />

interpretata da Jill St. John. “Non cerco<br />

assolutamente scuse per aver realizzato<br />

Batman. Non voleva certo dare un<br />

contributo alla cultura mondiale. Non<br />

voleva contenere messaggi profondi...<br />

Ho sempre odiato i programmi seri.<br />

Abbiamo solo pensato di dar vita a una<br />

forma di pop-art”: così William Dozier,<br />

il produttore esecutivo della serie<br />

che è caratterizzata dai finali sospesi,<br />

in cui la suspense deve essere trattenuta<br />

fino all’episodio seguente (la voce<br />

fuori campo originale tuonava “same<br />

bat-time, same bat-channel!”). L’indimenticabile<br />

tema musicale che ha vinto<br />

nel 1966 il Grammy Award quale<br />

“miglior brano strumentale” è composto<br />

da Neal Hefti, affiancato da Nelson<br />

Riddle per la composizione della colonna<br />

sonora. A sorpresa , in una sorte<br />

di cross-over, fa anche capolino il Ca­


87 Bayside School<br />

labrone verde, l’eroe della serie omonima<br />

e contemporanea sempre firmata<br />

da Dozier. In una puntata compare in<br />

un cameo Pierre Salinger, ex addetto<br />

stampa del Presidente Kennedy. Alcuni<br />

episodi sono stati assemblati per<br />

realizzare un film, distribuito anche<br />

nei cinema italiani (Batman, 1966).<br />

Burt Ward, ai tempi cintura marrone di<br />

karate, ottenne la parte impressionando<br />

i produttori ai provini, rompendo a<br />

mano nuda un mattone. Commentava<br />

M.J. Ailer su “The New Yorker”: “È<br />

un programma vivace, sicuramente<br />

ben fatto, con quegli strani accessori e<br />

quei costumi così variopinti che riusciresti<br />

a scorgerli in una notte nebbiosa”.<br />

Oltre all’incredibile fioritura di gadgets<br />

(si parla di un giro di affari sui 75­<br />

80 milioni di dollari solo nel 1966), il<br />

<strong>telefilm</strong> girato a Pasadena (California)<br />

ha dato vita a una versione a cartoni<br />

animati in cui West e Ward doppiano i<br />

rispettivi eroi interpretati sul piccolo<br />

schermo. Alcuni cenni della Bat-mania<br />

registrati negli Stati Uniti nell’anno<br />

del debutto: il fiorire, a partire da<br />

Detroit, delle pettinature “pipistrellesche”<br />

dette “Bat-cut”; i vari nightclub<br />

in cui le cameriere servivano i drink<br />

travestite da sexy Catwoman; William<br />

Enry, a capo della Commissione di<br />

Comunicazione Federale, travestito da<br />

Batman per chiedere un benefit a Washington...<br />

Il successo del serial è testimoniato<br />

altresì da un episodio avvenuto<br />

in America il 16 marzo del 1966,<br />

quando il <strong>telefilm</strong> venne interrotto per<br />

trasmettere la notizia che gli astronauti<br />

Neil Armstrong e David Scott, a bordo<br />

della Gemini 8, lottavano per la loro<br />

salvezza: più di 1400 telefonate arrivarono<br />

al centralino dell’ABC, rea di aver<br />

sospeso le avventure di Batman e Robin.<br />

Alla coppia dello spazio il pubblico<br />

preferiva quella di Gotham City.<br />

Bayside School (Saved by the Bell:<br />

The College Years / The New Class)<br />

Con: Mark-Paul Gosselaar, Tiffani<br />

Amber Thiessen, Mario Lopez, Dustin<br />

Diamond, Elizabeth Berkley, Dennis<br />

Haskins, Lark Voorhies, Anne<br />

Tremko, Kiersten Warren, Johnny Angel,<br />

Natalia Cigliuti, Bianca Lawson,<br />

Isaac Lidsky, Bonnie Russavage, Robert<br />

Sutherland. Produzione: Usa,<br />

1989, sit-com, colore (199/30’).<br />

Salvati dalla campanella, recita il titolo<br />

originale della sit-com: è quello che<br />

succede il più delle volte a un gruppo<br />

di studenti di media superiore iscritti<br />

presso la Bayside High School di Palisades,<br />

località immaginaria della California.<br />

Parties notturni, lezioni demenziali,<br />

ricreazioni trasgressive, avventure<br />

goliardiche; il tutto condito da<br />

amori, amoretti, screzi con i genitori,<br />

invidie e riappacificazioni: in uno scenario<br />

che nessun provveditore agli studi<br />

si augurerebbe di vedere, i protagonisti<br />

del serial che ha conteso a Beverly<br />

Hills il gradimento tra i giovani sul finire<br />

degli anni ’80 ce la mettono tutta<br />

per stravolgere preside e insegnanti.<br />

All’appello rispondono: Zack Morris<br />

(Mark-Paul Gosselaar, che ha conteso<br />

a Luke Perry il titolo di rubacuori tra le<br />

teenagers), bello con l’anima, sempre<br />

disponibile, che in più di una occasione<br />

si rivolge direttamente al telespettatore;<br />

Kelly Kapowski (Tiffani Amber<br />

Thiessen, poi “promossa” a Beverly<br />

Hills), la più carina della scuola; A.C.<br />

Slater (Mario Lopez), il simpatico capitano<br />

della squadra di football; la vanitosa<br />

Lisa Turtle (Lark Voorhies); Samuel<br />

“Screech” Powers (Dustin Diamond),<br />

la macchietta della classe; la<br />

giudiziosa Jessie Spano (Elizabeth<br />

Berkley, la futura protagonista del<br />

film-scandalo di Paul Verhoeven<br />

Showgirls). Dennis Haskins veste i


Baywatch<br />

panni del povero preside. Quando i ragazzi<br />

si trasferiscono all’università –<br />

in originale, la sit-com è stata contraddistinta<br />

dal sottotitolo The College<br />

Years – entrano in scena Leslie Burke<br />

(Anne Tremko) ed Alex Tabor (Kiersten<br />

Warren); il ciclo si chiude con il<br />

matrimonio di Zack e Kelly, nonché<br />

con la dipartita di tutti i protagonisti<br />

dell’esordio. In seguito, il serial rinnova<br />

il cast (The New Class): Tommy De<br />

Lucca (soprannominato “Tommy D.”,<br />

interpretato da Johnny Angel), il ragazzo<br />

più sensibile della classe; Lindsay<br />

Warner (Natalia Cigliuti), che<br />

sprizza simpatia da ogni poro; la divertente<br />

Megan Jones (Bianca Lawson);<br />

Barton Wyzell detto “Weasel” (Isaac<br />

Lidsky), il compagno di classe più socialmente<br />

impegnato; Vicki Needleman<br />

(Bonnie Russavage), l’isterica di<br />

turno; Scott Erickson (Robert Sutherland),<br />

che fa della seduzione un’arte.<br />

Mr. Bleeding (interpretato sempre dal<br />

veterano Dennis Haskins) è l’unico<br />

“sopravvissuto” della serie originaria.<br />

Ma non mancano i ritorni di tre idoli<br />

della prima ora: Mark-Paul Gosselaar,<br />

Mario Lopez e Lark Voorhies fanno da<br />

guest-stars nella nuova serie di episodi<br />

del <strong>telefilm</strong> che ha ricevuto più di un<br />

riconoscimento per come sono stati affrontati<br />

alcuni temi sociali. Sam Bobrick<br />

firma da ideatore. Il produttore<br />

esecutivo è Peter Engels, lo stesso di<br />

un altro serial under 18 quale California<br />

Dreams. Scott Gale canta il tema<br />

musicale. La sit-com è stata anticipata<br />

dal prequel Good morning, Miss Bliss<br />

nel 1987.<br />

Baywatch (Id.) Con: David Hasselhoff,<br />

Shawn Weatherly, Parker Stevenson,<br />

Billy Warlock, Erika Eleniak,<br />

Jeremy Jackson, Gregory Alan-Williams,<br />

Nicole Eggert, Pamela Anderson<br />

88<br />

(Lee), David Charvet, Alexandra Paul,<br />

Yasmine Bleeth, Jaason Simmons, Gena<br />

Lee Nolin, David Chokachi, Donna<br />

D’Errico, Traci Bingham, Nancy Valen,<br />

Carmen Electra, Kelly Packard,<br />

Angelica Bridges, Marliece Andrada,<br />

Michael Bergin, Jose Solano, Brooke<br />

Burns, Mitzi Kapture, Jason Momoa,<br />

Stacy Kamano. Produzione: Usa, 1989,<br />

avventura, colore (242/60’).<br />

CULT<br />

È il <strong>telefilm</strong> più visto nel mondo dopo<br />

Star Trek: l’80 per cento della popolazione<br />

mondiale ha seguito, almeno<br />

una volta, le imprese <strong>dei</strong> guardiacoste<br />

più belli e popolari del piccolo schermo.<br />

Avventure mozzafiato on the beach,<br />

salvataggi pericolosi tra le onde,<br />

amori e gelosie in riva al mare, bellezze<br />

californiane e tematiche sociali:<br />

questi gli ingredienti del serial che va<br />

in onda dal 1989 in più di 140 paesi nel<br />

mondo. E pensare che la prima serie<br />

non raccolse affatto i favori sperati:<br />

l’NBC soppresse il serial dopo solo una<br />

stagione. Il successo arrivò quando<br />

David Hasselhoff ne comprò i diritti,<br />

impose alcune modifiche e iniziò a<br />

produrre un nuovo ciclo, in onda dal<br />

1991. Corse a perdifiato lungo le<br />

spiagge, salti pericolosi dalle scogliere,<br />

avvistamenti sospetti all’orizzonte,<br />

intercettazioni di S.O.S. via radio, indagini<br />

per smascherare malviventi o,<br />

addirittura, assassini: il <strong>telefilm</strong> coniuga<br />

l’avventura a 360 gradi con momenti<br />

all’insegna dell’amore, dell’amicizia,<br />

delle tematiche sociali come<br />

la delinquenza minorile, la violenza<br />

sessuale, il razzismo. Non mancano, in<br />

ogni episodio, veri e propri video-clip<br />

musicali con le canzoni del momento<br />

che fanno da colonna sonora a immagini<br />

romantiche o a suggestive riprese<br />

al rallentatore: per molti, oltre alla prestanza<br />

fisica <strong>dei</strong> protagonisti, è questa


89 Baywatch<br />

la carta vincente del serial. Sulle spiagge<br />

di Malibù vive e lavora Mitch Buchannon<br />

(David Hasselhoff, l’ex pilota-detective<br />

di Supercar), a capo di un<br />

gruppo di guardiacoste a metà strada<br />

tra i poliziotti privati e i soccorritori di<br />

professione. Il loro compito è quello di<br />

proteggere e salvare l’incolumità <strong>dei</strong><br />

bagnanti, a qualsiasi costo e con tutti i<br />

rischi che ciò comporta. Fanno dapprima<br />

parte del nucleo operativo, oltre a<br />

Mitch-Hasselhoff, la bella C.J. Parker<br />

(la sexy-star Pamela Anderson, in seguito<br />

anche Lee), l’affascinante Matt<br />

Brody (il modello franco-americano<br />

David Charvet), il biondo australiano<br />

Logan Fowler (Jaason Simmons), la<br />

veterana Stephanie Holden (la muscolosa<br />

Alexandra Paul), l’affascinante<br />

Caroline Holden (la bruna e bellissima<br />

Yasmine Bleeth), il prestante Cody<br />

Madison (David Chokachi), l’esperto<br />

Garner (Gregory Alan-Williams), Hobie<br />

(interpretato prima da Brandon<br />

Call, quindi da Jeremy Jackson), il figlio<br />

di Mitch. Tra i “baywatcher” della<br />

prima ora ricordiamo Erika Eleniak nel<br />

body di Shauni McClain, Nicole Eggert<br />

come la giovane Summer Quinn,<br />

Peter Phelps quale Trevor Cole, mentre<br />

Holly Gagnier era Gina Pomeroy.<br />

Shawn Weatherly, nelle vesti di Jill Riley,<br />

è durata mezza stagione prima di<br />

finire tra le fauci di uno squalo; caso<br />

più unico che raro in una fiction, l’attore<br />

Richard Jaeckel è morto dapprima<br />

nei panni di Al Gibson, salvo poi “reincarnarsi”<br />

nel ruolo di Ben Edwards, il<br />

superiore di Mitch; la moglie di Hasselhoff,<br />

Pamela Bach, compare in alcuni<br />

episodi con il nome di Kay Morgan,<br />

di cui si innamora (guarda caso)<br />

Buchannon-Hasselhoff. Tra le ultime<br />

arrivate, la bionda Donna Marco (interpretata<br />

dalla playmate Donna D’Errico,<br />

in arrivo dallo spin-off Baywatch<br />

Nights), Samantha Thomas (Nancy<br />

Valen) e la prima bagnina di colore Jordan<br />

Tate (Traci Bingham, anch’essa<br />

apparsa nuda sulla rivista inglese<br />

“FHM”). Tra gli ultimi arrivati: le bagnine<br />

Lani McKensie (Carmen Electra),<br />

April Giminski (Kelly Packard),<br />

Taylor Walsh (Angelica Bridges) e<br />

Skylar Bergman (Marliece Andrada); i<br />

guardiaspiaggia Jack “J.D.” Darius<br />

(Michael Bergin) e Manny Gutierrez<br />

(Jose Solano); l’aspirante stunt-woman<br />

Jessica Owens detta “Jessie”<br />

(Brooke Burns) e Alexis Ryker detta<br />

“Alex” (Mitzi Kapture). Ma per gli<br />

amanti del <strong>telefilm</strong> “Baywatch” fa ormai<br />

rima con Pamela Anderson, la<br />

sexy-protagonista che per una gravidanza<br />

ha dovuto abbandonare il set<br />

proprio nel corso delle riprese della sesta<br />

serie per essere sostituita dalla bellissima<br />

Gena Lee Nolin (Miss Las Vegas<br />

nel 1994) nei panni della seducente<br />

Neely Capshaw, una sorta di rubacuori<br />

che fa innamorare di sé tutti i guardiaspiaggia<br />

del cast per poi fare perdere la<br />

testa a Mitch, il quale la sposa (salvo<br />

poi pentirsene). La Anderson, apparsa<br />

per ben 6 volte sulla copertina di<br />

“Playboy” (un record!), ha senz’altro<br />

contribuito all’esplosione del fenomeno<br />

nonché a legare l’immagine della<br />

serie con quella del mensile per soli<br />

uomini (nel giugno del 1998 tutte le<br />

protagoniste del <strong>telefilm</strong> sono apparse<br />

in copertina in un numero speciale della<br />

rivista). Il personaggio di C.J. abbandona<br />

il gruppo per sposare una<br />

rockstar (un accenno autobiografico<br />

sul suo matrimonio con Tommy Lee,<br />

batterista <strong>dei</strong> Motley Crue). Qualche<br />

numero sul serial-cult: 32 sono le lingue<br />

che hanno tradotto Alert à Malibu<br />

(come è stato intitolato in Francia) o<br />

Los vigilantes de la playa (il titolo spagnolo)<br />

negli altri 142 paesi; 1500 sono


Baywatch Hawaii<br />

le casse di bottiglie d’acqua consumate<br />

sul set nel corso di una stagione; 575 i<br />

costumi da bagno utilizzati ogni anno;<br />

129 i surf. Per via della prestanza fisica<br />

<strong>dei</strong> protagonisti, la critica americana<br />

ha soprannominato la serie “Bodywatch”.<br />

Nell’albo <strong>dei</strong> riconoscimenti si<br />

conta un poker di ASCAP Awards quale<br />

“miglior programma televisivo”. Tra<br />

le tante guest-stars che hanno fatto visita<br />

sul set ricordiamo i Beach Boys<br />

(che si esibiscono in un concerto sulla<br />

spiaggia), Little Richard (anch’egli al<br />

piano in riva al mare), la violinista sexy<br />

Linda Bravo, Madchen Amick, Mariska<br />

Hargitay, Lisa Rinna, Elisabeth<br />

Berkley, Michelle Williams, Cindy<br />

Margolis, Don Most, Anson Williams,<br />

Carrie-Anne Moss, Nikki Cox, Dick<br />

Van Patten, Charisma Carpenter, Erik<br />

Estrada, Kerr Smith, Catherine Oxenberg,<br />

Hunter Tylo e, nei panni di sé<br />

stessi, Jenny McCarthy, Jay Leno,<br />

Bryan Adams e George Hamilton. In<br />

una puntata Pamela Anderson, Yasmine<br />

Bleeth e Alexandra Paul si improvvisano<br />

detective e si travestono da Charlie’s<br />

Angels. David Hasselhoff, Gregory<br />

J. Bonann, Jack Clements, Michael<br />

Berk e Douglas Schwartz formano il<br />

“pokerissimo” di produttori esecutivi.<br />

La colonna sonora è curata da John<br />

D’Andrea, Cory Lerios e Jeff Marsh; la<br />

canzone della sigla, “Save Me”, è cantata<br />

da Peter Cetera e composta da quest’ultimo<br />

con David Foster; la canzone<br />

di chiusura, “I Believe”, vede al microfono<br />

la “strana coppia” formata da<br />

David Hasselhoff-Laura Branigan;<br />

“I’m always here” ha la voce di Jim Jamison;<br />

“Current of Love”, che chiude<br />

tutte le puntate del terzo ciclo, è eseguita<br />

dal solo Hasselhoff. Prima del 2000,<br />

tutto il cast si è trasferito sulla spiaggia<br />

di Haleiwa in Baywatch Hawaii, in cui<br />

entrano in scena i guardiacoste Jason<br />

90<br />

(Jason Momoa) e Kekoa (Stacy Kamano).<br />

Da una costola del serial nel 1995<br />

è nato lo spin-off Baywatch Nights<br />

(vedi di seguito), in cui sopravvivono<br />

i soli Mitch Buchannon (David Hasselhoff),<br />

che diventa detective privato<br />

e Garner (Greg Alan-Williams), il fedele<br />

compagno di sempre. Nel 2005 la<br />

rivista “Variety” ha annunciato il film<br />

tratto dalla serie on the beach.<br />

Baywatch Hawaii Vedi Baywatch.<br />

Baywatch Nights (Id.) Con: David<br />

Hasselhoff, Angie Harmon, Greg<br />

Alan-Williams, Donna D’Errico, Angie<br />

Harmon, Lisa Stahl, Lou Rawls.<br />

Produzione: Usa, 1995, poliziesco, colore<br />

(44/60’).<br />

STRACOTTO<br />

Mitch Buchannon (David Hasselhoff)<br />

trasloca da Baywatch nello spin-off<br />

tratto dal serial più popolare del mondo.<br />

Indagini pericolose per le strade di<br />

Los Angeles, detective-stories ambientate<br />

nei sobborghi della città più<br />

glamour degli States, intrighi e omicidi<br />

nel jet-set della metropoli; ma anche<br />

donne da favola, azione, divertimento,<br />

atmosfere più bollenti che in riva al<br />

mare: il serial trasferisce gli ingredienti<br />

vincenti di Baywatch in una serie più<br />

gialla del sole. Tutto ha inizio quando<br />

Mitch Buchannon (Hasselhoff), dopo<br />

vent’anni di vita da guardiacoste, decide<br />

di aprire un’agenzia investigativa<br />

per debellare il crimine e per aiutare le<br />

persone che subiscono quotidianamente<br />

quelle ingiustizie che la polizia<br />

non sempre è in grado di affrontare. Al<br />

suo fianco nel corso delle indagini arrivano<br />

il compagno di mille avventure<br />

on the beach, Garner Ellerbee (Greg<br />

Alan-Williams) e tre nuovi “angeli custodi”:<br />

le bellissime Ryan McBride<br />

(Angie Harmon), Destiny Desimone


91 Belfagor o il fantasma del Louvre<br />

(Lisa Stahl) e Donna Marco (Donna<br />

D’Errico, che poi si trasferisce a<br />

Baywatch). Il loro quartier generale è<br />

il club Nights, gestito da Lou Raymond<br />

(Lou Rawls). Il loro campo d’azione<br />

è ovunque nascano ingiustizie e<br />

soprusi, soprattutto verso i più deboli.<br />

E quando tutti dormono, il “pokerissimo”<br />

d’investigatori entra in azione: la<br />

notte accompagna le investigazioni di<br />

questi detective anni ’90. Girato interamente<br />

a Los Angeles, il <strong>telefilm</strong> coniuga<br />

il giallo e le indagini alla Miami<br />

Vice con le bellezze e le atmosfere patinate<br />

proprie di Baywatch, dando vita<br />

a una formula vincente che ha spinto il<br />

popolare settimanale “Tv Guide” a<br />

eleggere Hasselhoff “tra i dieci uomini<br />

più potenti della tv a stelle e strisce” di<br />

metà anni ’90. Nella seconda stagione<br />

il serial cavalca il successo riscosso da<br />

X-Files e diventa “paranormale”, con<br />

storie che vedono protagonisti fantasmi,<br />

vampiri e licantropi. Da non perdere<br />

la puntata in cui Mitch Buchannon,<br />

per non farsi riconoscere in un inseguimento,<br />

si traveste da donna bionda<br />

e vamp. David Hasselhoff, Michael<br />

Berk, Gregory J. Bonann e Douglas<br />

Schwartz formano il quartetto di ideatori-produttori<br />

esecutivi. La colonna<br />

sonora è composta da John D’Andrea<br />

e Cory Lerios; Hasselhoff canta sia la<br />

sigla iniziale che quella di chiusura.<br />

Da Baywatch sopraggiungono Alexandra<br />

Paul e Yasmine Bleeth, nei rispettivi<br />

panni da dopo-spiaggia di<br />

Stephanie e Caroline. Carol Alt compare<br />

in un cameo.<br />

Beetleborgs: quando si scatena<br />

il vento dell’avventura (Saban’s<br />

Beetleborgs) Con: Wesley Baker, Shannon<br />

Chandler, Brittany Konarzewski,<br />

Herbie Baez. Produzione: Usa, 1996,<br />

avventura/fantastico, colore (87/30’).<br />

La storia è quella di tre ragazzini che si<br />

avventurano in una casa abbandonata<br />

e, come nelle migliori tradizioni, si imbattono<br />

in un fantasma che esaudisce i<br />

loro desideri e li rende super-eroi. Wesley<br />

Baker è Drew McCormick, il coraggioso<br />

leader del trio con poteri telecinetici<br />

quando si trasforma nel Beetleborg<br />

Blu; Shannon Chandler e Brittany<br />

Konarzewski interpretano in successione<br />

Jo, la sorella di Wesley dotata<br />

di una forza strepitosa quando diventa<br />

il Beetteborg Rosso; Herbie Baez veste<br />

i panni di Roland Williams, contraddistinto<br />

da una velocità fulminante<br />

nel Beetleborg Verde. Il tris di eroi deve<br />

vedersela con i malvagi di turno,<br />

che hanno nomi altisonanti come i tre<br />

protagonisti: LadyBorg, DragonBorg,<br />

RoboBorg... La serie ha ottenuto un<br />

successo tale in America da indurre i<br />

produttori a metterne in cantiere un seguito<br />

(Saban’s Beetleborgs Metallix).<br />

Hain Saban, Shuki Levy e Lance H.<br />

Robbins firmano da produttori esecutivi.<br />

Belfagor o il fantasma del Louvre<br />

(Belphégor ou le Fantôme du<br />

Louvre) Con: Juliette Gréco, Yves Rénier,<br />

Christine Delaroche, Sylvie,<br />

François Chaumette. Produzione:<br />

Francia, 1965, thriller, b/n (4/70’).<br />

SUPERCULT<br />

“C’è un fantasma dentro il Louvre”: la<br />

frase che apre il romanzo del 1927 di<br />

Arthur Bernède non fa così paura come<br />

l’apparizione televisiva di Belfagor,<br />

la creatura più angosciante dell’immaginario<br />

seriale. Nelle sale del<br />

celebre museo, nella Parigi meno romantica<br />

della fiction, si aggira una misteriosa<br />

figura avvolta in un mantello<br />

nero come la notte, con un lungo copricapo<br />

scuro e una maschera di cuoio<br />

che le copre il volto: questa sorta di


Belfagor o il fantasma del Louvre<br />

mummia post-moderna è stata vista<br />

nei pressi della statua di Belfagor, divinità<br />

caldea dell’inganno. Allo stupore<br />

e alla curiosità subentra il terrore<br />

quando il capo-custode viene trovato<br />

ucciso in uno <strong>dei</strong> corridoi del Louvre.<br />

Il caso attira l’interesse dell’avventuroso<br />

studente Andrea Bellegarde<br />

(Yves Rénier) e della curiosa Colette<br />

(Christine Delaroche), la figlia dell’ispettore<br />

Mènardier incaricato dell’inchiesta<br />

(il quale ha il volto di René<br />

Dary): i due giovani si fanno rinchiudere<br />

nel museo per scoprire l’arcano.<br />

Con il passare delle puntate, le indagini<br />

svelano l’attività esoterica di una<br />

congrega di occultisti che si ispira agli<br />

antichi Rosacroce, il cui tesoro sarebbe<br />

nascosto nel Louvre. Tra i membri<br />

della confraternita figurano Lady<br />

Hodwin (Sylvie), l’anziana protettrice<br />

di Belfagor; l’affascinante Luciana<br />

Boriel e la gemella Stefania (entrambe<br />

interpretate da una magnetica Juliette<br />

Gréco); Boris Williams (François<br />

Chaumette), esperto di riti iniziatici e<br />

dotato di un’oscura forza ipnotica. Girato<br />

con maestria tra luci e ombre, lungo<br />

passaggi segreti e dedali dell’anima,<br />

tra piste false e colpi di scena, il<br />

serial conduce il telespettatore in un<br />

labirinto di realtà enigmatiche attraverso<br />

una fotografia “espressionista”<br />

che esalta la sensazione di mistero che<br />

permea la serie. La tensione emotiva<br />

risulta così alta che basta un paio di<br />

occhi sbarrati contornati dall’eye-liner<br />

e dal kajal per gettare nel panico il<br />

pubblico. Ma le suggestioni thriller<br />

non sono le sole: echi di Nouvelle Vague<br />

traspaiono in controluce (da antologia,<br />

in tal senso, il duetto tra Andrea<br />

e Colette nei corridoi del museo che si<br />

sta svuotando: “Cos’ha da rimproverare<br />

alla gioventù di oggi?”, chiede il<br />

giovane alla ragazza appena incontra­<br />

92<br />

ta che lo ha redarguito per i metodi poco<br />

educati; “Tutto”, risponde lei;<br />

“Preferisce gli uomini maturi?”, la incalza<br />

lui; “Sì, mio padre per esempio”;<br />

“Cosa avrebbe di tanto straordinario?”;<br />

“Ha delle illusioni: sopra l’onestà,<br />

sull’entusiasmo, sull’amore, su<br />

tutto”; “Spero non gli passino frequentando<br />

la gioventù che lei biasima”;<br />

“Ci penso io a fare la guardia.<br />

Non a tutte le mie amiche permetto di<br />

venire a casa: ce ne sono alcune che<br />

gliele farebbero passare tutte le illusioni,<br />

specie sulla virtù delle ragazze”;<br />

“Le perderà lo stesso”; “Lo so,<br />

prima o poi finirà così. Un giorno anche<br />

lui aprirà gli occhi e sarà un giorno<br />

triste. Se non troviamo qualche illusione<br />

nei genitori, dove andiamo a<br />

cercarle? Non tra i coetanei…”; “Se<br />

sono come lei, perché no?”, chiosa alla<br />

fine Andrea); così come schegge di<br />

esistenzialismo si conficcano qua e là<br />

nella trama, soprattutto affidate al personaggio<br />

interpretato da Juliette Gréco<br />

(“Le contraddizioni la irritano? –<br />

chiede Luciana ad Andrea prima di sedurlo<br />

– Io sono piena di contraddizioni,<br />

sono come quelle paste metà vaniglia<br />

e metà cioccolato: non le piacciono?”;<br />

come nell’addio della donna al<br />

ragazzo, quando capisce che sceglierà<br />

Colette: “fa un effetto strano sentirsi<br />

vinti. Mi sento come il coniglietto di<br />

una mia cugina. Un coniglio che le<br />

avevano dato quando aveva 3 anni.<br />

Voleva che mia cugina giocasse con<br />

lui e se per caso lo trascurava, cominciava<br />

a correrle davanti, facendo <strong>dei</strong><br />

salti. Un giorno la bambina se ne<br />

stancò e il coniglio si sentì perduto:<br />

scavò una galleria e scomparve. Finì<br />

certamente per morire. Mi scaverò<br />

una galleria come il coniglio e poi sparirò…”).<br />

Rispetto al romanzo, nella<br />

serie fortemente voluta dallo sceneg­


93 Bella e la bestia, La<br />

giatore Jacques Armand e dal regista<br />

Claude Barma alcuni nomi e cognomi<br />

sono stati cambiati, mentre il detective<br />

Chantecoq, che nella versione letteraria<br />

era l’eroe protagonista, viene<br />

messo da parte per lasciare il proscenio<br />

al commisario Ménardier (personaggio<br />

secondario nel libro) e alla giovane<br />

coppia d’investigatori “per caso”<br />

(in realtà Rénier fa praticantato per incarnare<br />

successivamente Il commissario<br />

Moulin della polizia giudiziaria,<br />

nel 1976). Ad animare Belfagor è stato<br />

chiamato il mimo Isaac Alvarez.<br />

Robert Paillardon firma la serie da<br />

produttore esecutivo. La colonna sonora,<br />

contraddistinta da note di violini<br />

su temi classici, è curata da Antoine<br />

Duhamel. Prima di farlo debuttare in<br />

un romanzo nell’aprile del 1927, Bèrnede<br />

aveva lanciato Belfagor in 59 appuntamenti<br />

quotidiani su “Le Petit Parisien”<br />

(dal 28 gennaio al 28 marzo<br />

1927), dai quali è tratta la contemporanea<br />

prima versione cinematografica<br />

diretta da Henri Desfontaines (senza<br />

sonoro e inedita in Italia). Dopo La<br />

mortale trappola di Belfagor (1967),<br />

la creatura di Bèrnede è tornata a far<br />

tremare il grande schermo nel 2001: in<br />

Belfagor – Il fantasma del Louvre,<br />

Sophie Marceau raccoglie la pesante<br />

eredità della Gréco a colpi di inutili effetti<br />

speciali. Nello stesso anno è toccato<br />

al cartone animato in cui Belfagor<br />

assomiglia più a Macchia Nera<br />

che al terrificante personaggio che teneva<br />

con il fiato sospeso mezza Europa<br />

a metà degli anni ’60.<br />

Bella e la bestia, La (The Beauty<br />

and the Beast) Con: Linda Hamilton,<br />

Ron Perlman, Roy Dotrice, Jo Anderson.<br />

Produzione: Usa, 1987, avventura/fantastico,<br />

colore (56/60’).<br />

“Anni fa lessi in un articolo che alcune<br />

persone vivono nei sotterranei di New<br />

York, nutrendosi di rifiuti. Feci alcune<br />

indagini e scoprii che sotto Manhattan<br />

scorrono 300 miglia di tunnel, quasi<br />

una seconda città. Decisi di farne un<br />

serial”: l’ideatore Ron Koslow racconta<br />

così la nascita della moderna trasposizione<br />

televisiva della classica fiaba<br />

che ha emozionato più di una generazione.<br />

Questa volta le vicende si svolgono<br />

nella “Grande Mela”, o meglio<br />

nei sotterranei della metropoli. Qui vive<br />

da anni Vincent (Ron Perlman), costretto<br />

dalle sue grottesche sembianze<br />

a vivere nell’ombra, nato deforme, con<br />

la testa leonina e abbandonato da tutti<br />

tranne che da un misterioso individuo<br />

che egli riconosce come “padre” (Roy<br />

Dotrice), il suo unico amico e consigliere<br />

che gli insegna i principi di una<br />

società utopica. Ma un giorno la luce<br />

irrompe nella vita del “mostro”:<br />

un’avvocatessa, Catherine Chandler<br />

(Linda Hamilton), viene selvaggiamente<br />

picchiata e lasciata in fin di vita<br />

a Central Park; Vincent la salva da<br />

morte sicura portandola nel suo mondo,<br />

guarendola con amore. Dopo lo<br />

shock iniziale, Catherine inizia ad apprezzare<br />

la gentilezza di quell’essere,<br />

strano più per la sua dolcezza che per<br />

la sua bruttezza. Tornata al lavoro in<br />

superficie, l’avvocatessa scopre di essersi<br />

innamorata. I due, capaci di comunicare<br />

anche solo telepaticamente,<br />

iniziano a collaborare nel corso di alcune<br />

indagini poliziesche. Dotata di<br />

una poesia assai rara nei <strong>telefilm</strong> (più<br />

di una volta i due protagonisti si esprimono<br />

in versi), la serie non prevede<br />

l’happy end: alla fine del <strong>telefilm</strong>, la<br />

“strana coppia” ha un bambino che<br />

viene rapito da un criminale che poi<br />

uccide Catherine quando Linda Hamilton<br />

espresse la volontà di lasciare il<br />

set. Nelle ultimissime puntate que­


Bellamy 94<br />

st’ultima viene sostituita da Jo Anderson<br />

nei panni della detective di polizia<br />

Diana Bennett. Paul Witt e Tony Thomas<br />

(Buongiorno dottor Bedford) sono<br />

i produttori esecutivi insieme allo<br />

stesso Ron Koslow. Lee Holdridge è<br />

l’autore del tema musicale; Don Davis<br />

lo affianca nella colonna sonora <strong>dei</strong><br />

singoli episodi: insieme hanno vinto 3<br />

Emmy Awards. Oltre a questi premi, la<br />

serie si è aggiudicata un Golden Globe.<br />

Adrian Paul, Lance Henriksen e<br />

Joe Lando sono tra i volti noti che si<br />

susseguono sul set. L’ultimo episodio<br />

si conclude con il ritorno di Vincent e il<br />

figlio sottoterra, quasi a voler fuggire<br />

dal mondo tanto solare quanto crudele.<br />

Bellamy (Id.) Con: John Stanton, Tim<br />

Elston. Produzione: Australia, 1981,<br />

poliziesco, colore (26/60’).<br />

John Stanton tiene alto il bavero del<br />

detective australiano Steve Bellamy,<br />

dai metodi risoluti anche quando gli<br />

rapiscono la nipote o quando deve<br />

sventare una rapina con ostaggi. Al suo<br />

fianco si schiera il fedele Mitchell<br />

(Tim Elston). La serie è ideata da Ron<br />

McLean. Don Battye firma da produttore.<br />

Belle e pericolose (Dangerous Curves)<br />

Con: Michael Michele, Lise Cutter,<br />

Diane Bellego, Greg McKinney,<br />

François-Eric Gendron. Produzione:<br />

Usa/Francia/Spagna/Germania, 1992,<br />

poliziesco, colore (44/60’).<br />

Due donne con la pistola contro la malavita<br />

nella Dallas <strong>dei</strong> primi anni ’90.<br />

Holly Williams (Michael Michele) e<br />

Gina McKay (Lise Cutter) sono una<br />

coppia di investigatrici private che<br />

vengono assoldate da magnati e uomini<br />

potenti che non vogliono affidare alla<br />

polizia casi alquanto delicati. Diane<br />

Bellego è l’elegante Marina Bonnelle,<br />

a capo della Personal Touch, l’agenzia<br />

investigativa delle due detective in<br />

gonnella; Greg McKinney interpreta il<br />

sergente di polizia Ozzie Bird, il “contatto”<br />

della coppia di protagoniste<br />

(nonché amante di Gina). Dopo alcune<br />

puntate, la Bonnelle viene trasferita e<br />

il suo posto viene preso da Alexandre<br />

Dorleac (François-Eric Gendron), il<br />

quale utilizza l’agenzia quale copertura<br />

per acciuffare criminali e terroristi<br />

internazionali. Ametà strada tra la versione<br />

femminile di Miami Vice e New<br />

York New York, il serial non disdegna<br />

situazioni sexy (alcune scene spinte<br />

non sono state proposte al pubblico<br />

americano). La serie è creata e prodotta<br />

da Leonard Katzman, e David Paulsen,<br />

entrambi produttori di Dallas. Anche<br />

se batte bandiera americana, il <strong>telefilm</strong><br />

vanta una partecipazione produttiva<br />

francese, spagnola e tedesca. Il<br />

cantante Larry Poindexter compare in<br />

un cameo.<br />

Belli dentro Con: Claudio Batta, Stefano<br />

Chiodaroli, Leonardo Manera,<br />

Geppi Cucciari, Brunella Andreoli,<br />

Alessandra Ierse, Tony Rucco, Maria<br />

Rossi, Alessandro Fullin, Pia Engleberth.<br />

Produzione: Italia, 2005, sitcom,<br />

colore (45/30’).<br />

Belli “dentro”, ovvero dietro le sbarre.<br />

La prima sit-com italiana che mette in<br />

scena storie di quotidianità carceraria<br />

nasce da un’idea degli stessi detenuti<br />

di San Vittore, il carcere di Milano,<br />

che, sotto la guida di Emilia Patruno,<br />

direttrice del magazine “www.ildue.it”,<br />

hanno acceso i riflettori sulla “vita dietro<br />

le sbarre al di là dello schema noto e<br />

già superfrequentato di luogo di violenza,<br />

ingiustizia e isolamento sociale”.<br />

E così si ride con spontanea ironia<br />

della convivenza forzata di persone in<br />

spazi ridottissimi, dell’ingegno neces­


95 Ben Casey<br />

sario per accrescere la funzionalità <strong>dei</strong><br />

pochi oggetti a disposizione, della<br />

noia, delle gerarchie, delle festività da<br />

celebrare, degli scambi di favore, <strong>dei</strong><br />

costanti tentativi di normalizzare, con<br />

riti, gesti e pensieri, un vivere quotidiano<br />

che di consueto non ha nulla.<br />

Protagonista della serie un sestetto di<br />

detenuti, ognuno con una storia alle<br />

spalle che lo ha condotto per vie diverse<br />

a vivere insieme agli altri, e, volente<br />

o nolente, a diventare parte di “una famiglia”.<br />

Si tratta di tre uomini: il truffatore<br />

Ciccio (Claudio Batta), Mariano<br />

(Stefano Chiodaroli) e il detenuto<br />

in transito Eugenio (Leonardo Manera);<br />

e di tre donne: Gonni (Geppi Cucciari),<br />

la moglie di Ciccio; la ladruncola<br />

Lilli (Brunella Andreoli) e la prostituta<br />

“per tradizione” Iolanda (Alessandra<br />

Ierse). Accanto a loro: due guardie<br />

(Tony Rucco e Maria Rossi), uno spesino<br />

gay (Alessandro Fullin) e una<br />

suora (Pia Engelberth), co-protagonisti<br />

<strong>dei</strong> giorni che passano lenti, in un<br />

luogo dove di tempo se ne ha tanto e la<br />

voglia di vivere e di sdrammatizzare le<br />

avversità regna sovrana. Una telecamera<br />

fissa, collocata al posto della finestra,<br />

riprende il lento vivere <strong>dei</strong> sei<br />

detenuti in due anguste celle della sezione<br />

femminile e maschile: due microcosmi<br />

collocati all’interno di un altro<br />

microcosmo, il carcere, che per<br />

certi versi rappresenta il mondo esterno,<br />

apparendo come una sorta di punteggiatura<br />

del racconto attraverso immagini<br />

reali riprese all’interno e all’esterno<br />

di San Vittore. Nel corso di una<br />

puntata si intrecciano due storie. Se la<br />

serie è firmata da Fatma Ruffini, il<br />

soggetto è scritto a quattro mani da<br />

Giovanna Koch ed Edoardo Erba; la<br />

realizzazione è curata da Bananas e<br />

Grundy Italia. Il cast artistico è stato<br />

scelto e supervisionato da Giancarlo<br />

Bozzo, direttore artistico di Zelig: non<br />

è un caso che la metà degli interpreti<br />

derivi dal programma cult di Canale 5<br />

o da Colorado Café di Italia 1. Tra le<br />

guest-stars di passaggio si riconoscono<br />

il Mago Forest, Antonio Cornacchione,<br />

Gabriele Cirilli. La canzone<br />

della sigla è “a tema”: “Jailhouse<br />

Rock” di Elvis Presley. Le celle della<br />

sit-com sono state ricostruite in uno<br />

studio alla periferia di Milano sullla<br />

base di quelle di San Vittore: la fedele<br />

riproduzione ha destato l’ammirazione<br />

del direttore del carcere milanese,<br />

Gloria Manzelli, la quale ha fatto notare<br />

che “purtroppo nella realtà sono solo<br />

molto più affollate”. Maria Novella<br />

Oppo, su “l’Unità”, ha sottolineato<br />

“uno spirito caustico e non privo di sadismo<br />

che somiglia più a qualche originale<br />

britannico che alla normale fiction<br />

italiana. Il risultato è divertente.<br />

Fin troppo, tanto da far pensare che il<br />

carcere vero non sia poi tanto peggio<br />

di quello che ognuno di noi si crea, o<br />

subisce, in famiglia o al lavoro. Senza<br />

contare che nella vita non ci sono<br />

sconti di pena”.<br />

Ben Casey (Id.) Con: Vince Edwards,<br />

Sam Jaffe, Bettye Ackerman, Harry<br />

Landers, Nick Dennis, Jeanne Bates,<br />

Franchot Tone. Produzione: Usa, 1961,<br />

medico, b/n (153/60’).<br />

CULT<br />

È la serie che con il Dottor Kildare ha<br />

inaugurato la genesi <strong>dei</strong> moderni dottori<br />

televisivi, nonché la sfida degli<br />

stessi a colpi di bisturi e di audience.<br />

Contemporaneo e parallelo al collega,<br />

in onda in America solo un mese più<br />

tardi rispetto a Kildare e come quest’ultimo<br />

lungo cinque stagioni, Ben<br />

Casey (Vince Edwards) è un neurochirurgo<br />

che opera al County General Hospital.<br />

Al suo fianco: il dottor David


Benedetti dal Signore<br />

Zorba (Sam Jaffe), a capo del reparto<br />

neurochirurgico; l’anestesista Maggie<br />

Graham (interpretata da Bettye Ackerman,<br />

la moglie di Jaffe); il dottor Ted<br />

Hoffman (Harry Landers); l’inserviente<br />

Nick Kanavaras (Nick Dennis);<br />

l’infermiera Wills (Jeanne Bates); il<br />

dottor Daniel Freeland (Franchot Tone),<br />

destinato a prendere il posto di<br />

Zorba. “L’uomo, la donna, la nascita,<br />

la morte, l’infinito”: ogni puntata inizia<br />

con questo slogan metafisico. La<br />

serie creata da James Moser, già ideatore<br />

di una serie medica nel 1954 (Medic,<br />

inedita in Italia), è prodotta da<br />

Matthew Rapf per la Bing Crosby Productions;<br />

John E. Pommer è tra i produttori<br />

esecutivi. Sydney Pollack<br />

compare tra i registi più ricorrenti; il<br />

tema musicale è composto da David<br />

Raksin, coadiuvato nel resto del serial<br />

da George Bassman, Richard Markowitz<br />

e Walter Scharf; le musiche di un<br />

episodio in onda in America nel 1965<br />

sono state riprese da Jerry Goldsmith<br />

in una puntata del Dottor Kildare. Ha<br />

fatto scalpore la storia in cui Casey intreccia<br />

una breve relazione con una<br />

giovane donna che si risveglia dopo 13<br />

anni di coma. Sammy Davis jr., Telly<br />

Savalas, Lee Marvin, Carroll O’Connor,<br />

Jerry Lewis e Richard Dreyfuss<br />

sono tra le guest-stars. Edwards è tornato<br />

a vestire il camice del suo personaggio<br />

in un film-tv del 1988 (The Return<br />

of Ben Casey). La rivista “Time”<br />

ha scritto che il <strong>telefilm</strong> “descrive accuratamente<br />

il ritratto di un ospedale<br />

metropolitano insonne”.<br />

Benedetti dal Signore (Id.) Con:<br />

Ezio Greggio, Enzo Iacchetti, Guglielmo<br />

Craig, Ervigio Zullo, Massimo<br />

Pongolini, Giovanni Palladino, Dimitri<br />

Pasquali. Produzione: Italia, 2003,<br />

avventura/sit-com, colore (8/60’).<br />

96<br />

La serie vanta una delle sigle più riuscite<br />

della fiction seriale italiana, con<br />

Greggio e Iacchetti che ballano e cantano<br />

con il saio, circondati da fratiballerini<br />

e una “sventola” spacca-aureola:<br />

la storica coppia di Striscia la<br />

notizia debutta in un <strong>telefilm</strong> che li vede<br />

nei panni di due frati molto “alla<br />

mano”, pronti a risolvere piccole e<br />

grandi ingiustizie quotidiane. Fra Giacomo<br />

(Ezio Greggio) è un novizio appena<br />

entrato in convento (nonostante<br />

abbia passato i quaranta); ex uomo di<br />

mondo, risulta sempre pronto ad adattarsi<br />

alle situazioni più rocambolesche.<br />

Fra Martino (Enzo Iacchetti) è<br />

invece entrato in convento per vocazione<br />

e denota una visione del mondo<br />

più incantata. Nel corso delle loro avventure,<br />

i due protagonisti con il saio<br />

affrontano e risolvono casi di prostituzione,<br />

rapine in banca, bimbi abbandonati,<br />

truffatori senza scrupoli, bische<br />

clandestine, persone scomparse.<br />

Attorno alla coppia si fanno notare: il<br />

Frate superiore (Guglielmo Craig),<br />

Fra Gualberto (Ervigio Zullo), il Frate<br />

erborista (Massimo Pongolini), il Frate<br />

Economo (Giovanni Palladino), il<br />

Frate Guardiano (Dimitri Pasquali).<br />

La serie nasce da un’idea degli stessi<br />

Greggio e Iacchetti; la squadra degli<br />

autori è composta da Carlo ed Enrico<br />

Vanzina, Franco Ferrini, Fausto Brizzi,<br />

Marco Martani e dal regista Francesco<br />

Massaro. La canzone-tema della<br />

sigla, “Testa”, è firmata da Eros Ramazzotti,<br />

Claudio Guidetti e da Greggio;<br />

la colonna sonora originale è<br />

composta da Chicco Santulli e Savino<br />

Cesario. La produzione è affidata ad<br />

Anna Stoppoloni, mentre la realizzazione<br />

è curata da Atmosphere Film. A<br />

margine della trasmissione, il serial<br />

ha irritato la Conferenza <strong>dei</strong> Ministri<br />

Provinciali <strong>dei</strong> Frati Minori d’Italia:


97 Benson<br />

“un prodotto mediocre che tende a divertire<br />

il pubblico usando il linguaggio<br />

della farsa e giocando sugli stereotipi,<br />

ma facendo riferimento a<br />

un’espressione della vita consacrata,<br />

quale il francescanesimo, che ha un<br />

grande spessore spirituale e culturale”.<br />

Amen.<br />

Benji, Zax e il principe alieno<br />

(Benji, Zax & the alien Prince) Con:<br />

Chris Burton, Dallas Miles, Joe Rainer.<br />

Produzione: Usa, 1983, fantascienza,<br />

colore (13/30’).<br />

L’unica serie con protagonisti in carne<br />

e ossa in onda il sabato mattina nella<br />

stagione americana 1983-1984 vede<br />

protagonista il cane di nome Benji, già<br />

star di molte pellicole Disney sul grande<br />

schermo (Beniamino nel 1974, seguito<br />

da Per amore di Beniamino nel<br />

1977, da Beniamino segugio celeste<br />

nel 1980 e da Quattro cuccioli da salvare,<br />

nel 1987). Il quadrupede stringe<br />

amicizia con il principe ragazzino Yubi<br />

(Chris Burton) e con il suo robot<br />

parlante Zax, entrambi giunti sulla<br />

Terra in fuga da un altro pianeta. Il trio<br />

ha alle costole gli emissari alieni sbarcati<br />

per catturare l’E.T. principesco di<br />

dieci anni: la coppia di cattivi è interpretata<br />

da Dallas Miles e Joe Rainer.<br />

Joseph Barbera e Margaret Loesch firmano<br />

da produttori esecutivi. Rig<br />

Spiegel ha donato la voce originale a<br />

Zax. Le riprese sono state effettuate a<br />

Dallas.<br />

Benson (Id.) Con: Robert Guillaume,<br />

James Noble, Missy Gold, Inga<br />

Swenson, Lewis J. Stadlen, Rene Auberjonois,<br />

Ethan Phillips, Didi Conn.<br />

Produzione: Usa, 1979, sit-com, colore<br />

(158/30’).<br />

Nello spin-off tratto da Bolle di sapone<br />

(1977), Robert Guillaume è ancora<br />

Benson: egli lascia la residenza della<br />

famiglia Tate per diventare il maggiordomo<br />

di colore del governatore del<br />

Connecticut Gene Gatling (James Noble),<br />

vedovo e cugino di Jessica Tate<br />

(interpretata nella serie originaria da<br />

Katherine Helmond). Missy Gold è<br />

Katie, la precoce figlia di Gatling; Inga<br />

Swenson interpreta Gretchen Kraus, la<br />

teutonica governante; Lewis J. Stadlen<br />

veste i panni di Taylor, l’assistente del<br />

governatore. Alla fine della seconda<br />

stagione vengono aggiunti due nuovi<br />

protagonisti: Clayton Endicott (Rene<br />

Auberjonois) è a capo dello staff di<br />

Gatling; Pete Downey (Ethan Phillips)<br />

è il portavoce del politico. In una delle<br />

sue prime apparizioni televisive, Jerry<br />

Seinfeld (Seinfeld) appare in pochi<br />

episodi nelle vesti di Frankie, ghost<br />

writer del governatore. Nel corso delle<br />

puntate Benson diventa direttore amministrativo<br />

e viene finalmente rivelato<br />

il suo cognome: Dubois; Didi Conn<br />

entra in scena come Denise Stevens, la<br />

segretaria dell’ex governante; in seguito<br />

Denise e Pete si sposano, mentre<br />

Kraus diventa il braccio destro di Benson;<br />

quest’ultimo decide di concorrere<br />

alla carica di governatore contro Gatling.<br />

L’elezione avviene nell’ultimo<br />

episodio della serie creata da Susan<br />

Harris; i produttori decisero di girare<br />

quattro finali differenti: la vittoria di<br />

Benson, quella di Gatling, un terzo<br />

candidato outsider che prevale sui due,<br />

la coppia Benson-Gatling che osserva<br />

i risultati senza alcun vincitore prima<br />

del finale. Ha prevalso quest’ultimo<br />

the end. Paul Junger Witt, Tony Thomas<br />

e John Rich sono i produttori esecutivi<br />

della sit-com. Caroline McWilliams,<br />

che in Bolle di sapone era Sally,<br />

compare qui con l’identità di Marcie<br />

Hill. Robert Guillaume ha vinto un<br />

Emmy Award nel 1985 per la sua inter­


Benvenuti a “Le Dune”<br />

pretazione di Benson. Il tema musicale<br />

è composto da George Aliceson Tipton,<br />

che compare altresì saltuariamente<br />

come regista.<br />

Benvenuti a “Le Dune” (Coming of<br />

Age) Con: Paul Dooley, Phyllis Newman,<br />

Alan Young, Glynis Johns, Kevin<br />

Pollack, Lenore Woodward, Ruta<br />

Lee, Nada Despotovich, Pearl Shear.<br />

Produzione: Usa, 1988, sit-com, colore<br />

(15/30’).<br />

“Le Dune” è un villaggio di pensionati<br />

dell’Arizona al centro di una sit-com<br />

sulla terza età. Dick (Paul Dooley) e<br />

Ginny Hale (Phyllis Newman) sono<br />

una coppia di Pittsburgh appena arrivata<br />

(lui pensa di essere troppo giovane<br />

per quel posto nonostante la compagnia<br />

aerea per la quale lavorava come<br />

pilota lo abbia mandato in pensione all’età<br />

di 60 anni); Ed (Alan Young) e<br />

Trudie Pepper (Glynis Johns) hanno<br />

imparato ad amare la zona (il primo si<br />

dedica addirittura alle faccende domestiche);<br />

Brian Brinker (Kevin Pollack)<br />

è il direttore de “Le Dune”, Wilma<br />

Salzgaber (Lenore Woodward) la sua<br />

assistente; Pauline Spencer (Ruta Lee)<br />

lancia ancora occhiate assassine ai residenti<br />

maschili del pensionato. Nada<br />

Despotovich compare occasionalmente<br />

nei panni di Cindy, la figlia adulta<br />

degli Hale; Pearl Shear interpreta Marvel.<br />

Kevin Pollack compare anche tra<br />

gli sceneggiatori del serial.<br />

Benvenuto sulla Terra (Hard Time<br />

on Planet Earth) Con: Martin Kove.<br />

Produzione: Usa, 1989, avventura/fantastico,<br />

colore (13/60’).<br />

Serie sci-fi con Martin Kove nei panni<br />

alieni di Jesse, un guerriero extraterrestre<br />

ribelle condannato all’esilio<br />

sulla Terra da un tribunale intergalattico.<br />

Il suo “guardiano” è un occhio<br />

98<br />

parlante chiamato Control che segue<br />

Jesse nella sua “condanna” di vivere a<br />

Los Angeles, dove dovrà fondersi con<br />

la “fauna locale”. Inutile dire che i<br />

consigli del tutor monoculare si rivelano<br />

quasi sempre fallaci. Nel corso<br />

del suo vagare da un licenziamento ad<br />

un altro, Jesse – che ha adottato il nome<br />

dalla targhetta del primo vestito<br />

terrestre indossato – incontra altresì<br />

extraterrestri del suo pianeta e di altri<br />

mondi. L’idea della serie è venuta a<br />

Jim Thomas e John Thomas, i quali<br />

firmano altresì da produttori esecutivi<br />

al fianco di Richard Chapman ed E.<br />

Jack Kaplan. Danny Mann è colui che<br />

presta la voce in originale a Control.<br />

La colonna sonora è composta da Joseph<br />

Conlan.<br />

Bert D’Angelo Superstar (Id.)<br />

Con: Paul Sorvino, Robert Pine, Dennis<br />

Patrick. Produzione: Usa, 1976,<br />

poliziesco, colore (13/60’).<br />

Paul Sorvino veste i panni di Bert<br />

D’Angelo, un ex detective della polizia<br />

di New York che ora lavora a San<br />

Francisco con i suoi metodi non sempre<br />

ortodossi. Al suo fianco: l’ispettore<br />

Larry Johnson (Robert Pine) e il capitano<br />

Jack Breen (Dennis Patrick). La<br />

serie è prodotta da Morton Fine, David<br />

Friedkin e, quale produttore esecutivo,<br />

da Quinn Martin. La colonna sonora è<br />

composta da Duane Tatro e Patrick<br />

Williams. Il <strong>telefilm</strong> è stato cancellato<br />

a metà della prima stagione in seguito<br />

agli scarsi alscolti.<br />

Bette (Id.) Con: Bette Midler, Kevin<br />

Dunn, Marina Malota, Joanna Gleason,<br />

James Dreyfus. Produzione: Usa,<br />

2000, sit-com, colore (18/30’).<br />

Se Bette Midler sapesse che la sua sitcom<br />

autobiografica è stata trasmessa<br />

dalla televisione italiana con oltre


99 Betty White Show,The<br />

quattro anni di ritardo e messa nel palinsesto<br />

dopo le 3 di notte, si infervorerebbe<br />

come solo lei e Barbra Streisand<br />

sono capaci di fare... Eppure la serie<br />

non era malaccio: la protagonista, Bette,<br />

è la caricatura della stessa Midler,<br />

una di quelle dynamo-women che cercano<br />

di conciliare – con esiti catastrofici<br />

– la carriera da star con il ruolo di<br />

mamma e moglie. A casa, Bette si<br />

scontra con il paziente e troppo accondiscendente<br />

marito Roy (Kevin Dunn)<br />

e con la figlia tredicenne Rose (Marina<br />

Malota), in piena tempesta ormonale.<br />

Di contorno, le figure di Connie Randolph<br />

(Joanna Gleason), la cinica manager<br />

di Bette e di Oscar (James Dreyfus),<br />

l’accompagnatore della nostra tra<br />

una consegna <strong>dei</strong> Golden Globes e uno<br />

show da prima serata. Una schiera di<br />

volti noti non è servita a far decollare<br />

la sit-com negli ascolti a “stelle e strisce”:<br />

tra gli altri, si riconoscono Danny<br />

DeVito, George Segal, Dolly Parton,<br />

Oprah Winfrey, Olivia Newton-John,<br />

Tim Curry. Nella puntata-pilota, Rose<br />

è stata interpretata da Lindsay Lohan;<br />

sconcertato dal ruolo secondario, Kevin<br />

Dunn ha lasciato il set sostituito da<br />

Robert Hays, il quale è “sopravvissuto”<br />

solo un episodio, in quanto subito<br />

dopo il suo debutto la serie è stata cancellata.<br />

Oltre alla stessa Midler, gli altri<br />

produttori esecutivi sono Bonnie<br />

Bruckheimer, Andrew D. Weyman e<br />

Jeffrey Lane, quest’ultimo anche ideatore<br />

della sit-com. Nel 2001 il <strong>telefilm</strong><br />

si è aggiudicato un Art Directors<br />

Guild, un People’s Choice Award e un<br />

Tv Guide Award. Le riprese sono state<br />

effettuate negli Studios di Culver City,<br />

in California.<br />

Betty White Show, The (Id.) Con:<br />

Betty White, John Hillerman, Georgia<br />

Engel, Caren Kaye, Barney Phillips,<br />

Charles Cyphers, Alex Henteloff. Produzione:<br />

Usa, 1977, sit-com, b/n-colore<br />

(14/30’).<br />

Betty White e Georgia Engel, entrambe<br />

per un poker di stagioni nel cast di<br />

Mary Tyler Moore Show (1970), sono<br />

al centro di un’altra sit-com sul mondo<br />

della televisione. La prima veste i panni<br />

dell’attrice in declino Joyce Whitman,<br />

alla quale viene offerto il ruolo di<br />

protagonista nel serial Undercover<br />

Woman (una chiara parodia del <strong>telefilm</strong><br />

Pepper Anderson agente speciale,<br />

del 1974); la seconda è la migliore amica<br />

di Joyce, la bionda e svampita Mitzi<br />

Maloney (in pratica, le stesse caratteristiche<br />

di Georgette Franklin Baxter, il<br />

personaggio che interpretava nella sitcom<br />

del 1970): quando le due conviventi<br />

dissertano sui problemi esistenziali<br />

o sugli uomini, sembrano i “siparietti”<br />

a cui davano vita Mary Richards<br />

e Rhoda Morgenstern in Mary Tyler<br />

Moore Show. I momenti migliori della<br />

serie si raggiungono tuttavia coi battibecchi<br />

che Joyce intrattiene con l’ex<br />

marito John Elliot (John Hillerman),<br />

guarda caso regista della serie tv che<br />

vede protagonista l’ex moglie. Tra le<br />

altre figure di contorno: Tracy Garrett<br />

(Caren Kaye), la co-protagonista arrivista<br />

e sexy di Undercover Woman che<br />

tenta di fare le scarpe alla Whitman;<br />

Fletcher Hoff (Barney Phillips), sul set<br />

della serie nei gradi del capitano di polizia<br />

che impartisce gli ordini alla detective<br />

che ha il volto di Joyce; Hugo<br />

Muncy (Charles Cyphers), la controfigura<br />

della protagonista nelle scene<br />

d’azione; Doug Portefield (Alex Henteloff),<br />

il timido responsabile della CBS<br />

che a causa della sua natura pasticciona<br />

non viene mai preso sul serio. Le<br />

firme <strong>dei</strong> produttori esecutivi Ed.<br />

Weinberger e Stan Daniels, entrambi<br />

già dietro le quinte di Mary Tyler Moo­


Beverly Hillbillies<br />

re Show, non hanno impedito la cancellazione<br />

della serie prima delle 15<br />

puntate. Le musiche sono a cura di Richard<br />

DeBenedictis.<br />

Beverly Hillbillies (Id.) Con: Buddy<br />

Ebsen, Irene Ryan, Donna Douglas,<br />

Max Baer jr., Raymond Bailey, Harriett<br />

McGibbon, Nancy Kulp, Shug Fisher,<br />

Roger Torrey. Produzione: Usa,<br />

1962, sit-com, b/n-colore (274/30’).<br />

Una delle sit-com “rurali” più popolari<br />

d’America racconta la storia di una famiglia<br />

di umili origini che diventa ricca<br />

all’improvviso, allorquando scopre<br />

un giacimento di petrolio nella sua<br />

proprietà nell’Appalachia. È la svolta:<br />

i Clampett fanno i bagagli e si trasferiscono<br />

con la loro auto decrepita e 25<br />

milioni di dollari in tasca in California.<br />

Il nucleo familiare è composto dal vedovo<br />

patriarca Jed Clampett (Buddy<br />

Ebsen), la suocera intrattabile Granny<br />

(Irene Ryan); Elly May (Donna Douglas),<br />

la figlia di Jed e Jethro Bodine<br />

(Max Baer jr.), lo stolto nipote di<br />

Clampett. Tra coloro che gravitano attorno<br />

alla famiglia protagonista: Milburn<br />

Drysdale (Raymond Bailey), che<br />

oltre a essere il custode <strong>dei</strong> beni <strong>dei</strong><br />

Clampett nonché il loro vicino è altresì<br />

il presidente della Camera di Commercio<br />

di Beverly Hills; sua moglie, l’altezzosa<br />

Margaret (Harriett McGibbon);<br />

Jane Hathaway (Nancy Kulp),<br />

l’aiutante di Drysdale; Shorty (Shug<br />

Fisher), il fidanzato di Elly May; Mark<br />

Templeton (Roger Torrey), un altro ragazzo<br />

di Elly; Stretch nel pelo di Duke,<br />

il segugio <strong>dei</strong> Clampett. La serie si basa<br />

tutta sul contrasto tra le semplici<br />

abitudini della famiglia e le regole<br />

snob di Beverly Hills. Nell’ultima stagione<br />

i Clampett hanno ridotto il loro<br />

patrimonio a 95.000 dollari. Nel corso<br />

della sua trasmissione in America la<br />

100<br />

situation-comedy ha registrato ascolti<br />

da record: nella top-ten <strong>dei</strong> programmi<br />

da mezz’ora più visti di tutti i tempi, ai<br />

primi otto posti si collocano altrettanti<br />

episodi di Beverly Hillbillies; il dato<br />

assume i toni del miracolo se si pensa<br />

che tutte e otto le puntate sono state<br />

trasmesse nei primi tre mesi del 1964,<br />

quando gli americani erano ancora<br />

sotto shock per l’omicidio Kennedy.<br />

Un anno dopo il debutto di successo la<br />

CBS lanciò un’altra sit-com “rurale”<br />

come Petticoat Junction, seguita nel<br />

1965 da La fattoria <strong>dei</strong> prati verdi, in<br />

cui si compie il procedimento inverso<br />

che in Beverly Hillbillies (una famiglia<br />

si trasferisce dalla città in periferia):<br />

tutte e tre le serie sono ideate da<br />

Paul Henning, produttore e autore della<br />

colonna sonora. Il tema musicale<br />

del serial “The Beverly Hillbillies<br />

Theme” è suonato da Lester Flatt e<br />

Earl Scruggs (che compaiono occasionalmente<br />

nei panni di sé stessi) e cantato<br />

da Jerry Scoggins; la canzone<br />

“The Ballad of Jed Clampett” è arrivata<br />

al primo posto della classifica di<br />

“Billboard”. Al Simon firma da produttore<br />

esecutivo. I primi 106 episodi<br />

<strong>dei</strong> 274 prodotti sono in bianco e nero.<br />

Una debuttante Sharon Tate appare nei<br />

panni della segretaria di banca Janet<br />

Trego; Sammy Davis jr. e Pat Boone<br />

sono tra le altre guest-stars. Buddy<br />

Ebsen, Nancy Kulp e Donna Douglas<br />

si sono riuniti nel 1981 in un film-tv<br />

(The Return of the Beverly Hillbillies),<br />

una sorta di sequel in cui Max Baer jr.<br />

si rifiutò di rivestire i panni di Jethro<br />

Bodine. Nel 1993 è stato realizzato un<br />

film (A Beverly Hills... signori si diventa)<br />

con Jim Varney nelle vesti di<br />

Jed, Cloris Leachman (Granny), Erika<br />

Eleniak (Elly May), Diedrich Bader<br />

(Jethro), Dabney Coleman (Drysdale),<br />

Lily Tomlin (Miss Hathaway) e


101 Beverly Hills, 90210<br />

Buddy Ebsen in un cameo (nel ruolo<br />

di Barnaby Jones).<br />

Beverly Hills, 90210 (Id.) Con:<br />

Shannen Doherty, Jason Priestley,<br />

Luke Perry, Jennie Garth, Ian Ziering,<br />

Gabrielle Carteris, Brian Austin<br />

Green, Tori Spelling, Douglas Emerson,<br />

James Eckhouse, Carol Potter,<br />

Christine Elise, Nicholle Tom, Joe E.<br />

Tata, Ann Gillespie, Matthew Laurance,<br />

Cory Tyler, Mark Damon Espinoza,<br />

Kathleen Robertson, Jamie Walters,<br />

Tiffany Amber-Thiessen, Rebecca<br />

Gayheart, Emma Caulfield, Vincent<br />

Young, Hilary Swank, Vanessa Marcil,<br />

Daniel Cosgrove, Lindsay Price.<br />

Produzione: Usa, 1990, drammatico,<br />

colore (293/60’).<br />

CULT<br />

Forse nessun serial come Beverly Hills<br />

ha unito i teenager di tutto il mondo.<br />

Forse nessuna serie come questa è riuscita<br />

a confezionare un Big Dream per<br />

under 18 così attraente, sogni realizzabili<br />

e problematiche possibili per una<br />

generazione trasversale senza bandiera.<br />

Forse perché protagonisti sono i<br />

teenagers stessi, sebbene ritratti nella<br />

cornice dorata di uno <strong>dei</strong> quartieri più<br />

esclusivi e mondani di Los Angeles,<br />

alle prese con i problemi di tutti: il difficile<br />

rapporto con i genitori, la scuola,<br />

la “prima volta”... Oltre a essere il primo<br />

<strong>telefilm</strong> ad avere un codice postale<br />

nel titolo è stato anche il primo a proporre<br />

numeri verdi di assistenza alla fine<br />

di episodi che trattavano particolari<br />

tematiche sociali come la droga, l’alcolismo,<br />

il razzismo, l’AIDS. “Lo scopo<br />

del <strong>telefilm</strong> non è quello di promuovere<br />

stereotipi – ha dichiarato il produttore<br />

esecutivo Charles Rosin – quanto<br />

quello di abbatterli, di svelare i problemi<br />

della gente comune al di là della fascia<br />

socio-economica alla quale appar­<br />

tiene”. La storia ha inizio con l’arrivo<br />

<strong>dei</strong> Walsh da Minneapolis in California<br />

in seguito al trasferimento del capo-famiglia:<br />

i sedicenni gemelli Brenda<br />

(Shannen Doherty) e Brandon (Jason<br />

Priestley) si trovano di fronte a una<br />

realtà completamente diversa, caratterizzata<br />

da lussuose automobili, abiti<br />

all’ultima moda, party notturni, pettegolezzi<br />

da jet-set; dietro le porte della<br />

West Beverly High, uno <strong>dei</strong> più rinomati<br />

istituti di Los Angeles, i nuovi<br />

compagni di classe sembrano parlare<br />

una lingua “straniera”. Tra di loro: il<br />

“ribelle” Dylan McKay (Luke Perry,<br />

che per questo ruolo è stato incoronato<br />

come “il James Dean degli anni ’90”);<br />

Kelly Taylor (Jennie Garth), figlia di<br />

madre alcolizzata; Steve Sanders (Ian<br />

Ziering), figlio adottivo di una star televisiva;<br />

Andrea Zuckerman (Gabrielle<br />

Carteris), l’intellettuale del gruppo<br />

nonché direttore del giornalino scolastico;<br />

il simpatico David Silver (Brian<br />

Austin Green), appassionato di musica<br />

e disc-jockey a tempo perso; la dislessica<br />

Donna Martin (interpretata da Tori<br />

Spelling, figlia del produttore Aaron,<br />

che firma il serial con la sua casa<br />

di produzione, la Torand Productions);<br />

Scott Scanlon (Douglas Emerson), che<br />

finisce ucciso in una disgrazia alla fine<br />

del primo ciclo. Completano il cast<br />

principale i genitori di Brenda e Brandon:<br />

Jim (James Eckhouse), addetto<br />

contabile di un’importante azienda e la<br />

rassicurante casalinga Cindy (Carol<br />

Potter). Nel corso della prima stagione<br />

Brenda fa confidenza con i suoi nuovi<br />

amici: in particolare con Dylan, di cui<br />

s’invaghisce e con il quale consuma la<br />

sua “prima volta” in una camera d’hotel<br />

con la preoccupazione successiva<br />

di essere rimasta incinta. Nella seconda<br />

stagione fanno la comparsa alcune<br />

figure di contorno: Emily Valentine


Beverly Hills, 90210<br />

(Christine Elise); Sue Scanlon (Nicholle<br />

Tom), la sorella di Scott; Nat<br />

(Joe E. Tata), il proprietario del “Peach<br />

Pit”, il locale che diventa il punto di ritrovo<br />

di tutti i ragazzi (quello che era<br />

Arnold’s in Happy Days) e dove lavora<br />

part-time Brandon; Jackie (Ann Gillespie),<br />

la mamma di Kelly. Nella stagione<br />

successiva, Jackie sposa Mel<br />

(Matthew Laurance), il padre di David,<br />

salvo poi divorziare dopo aver avuto<br />

una bambina; Cory Tyler veste i panni<br />

di Herbert, l’unico protagonista di colore;<br />

Andrea sposa lo studente di legge<br />

Jesse Vasquez (Mark Damon Espinoza);<br />

nasce lo spin-off Melrose Place<br />

con la “visita” di Jake Hanson (Grant<br />

Show), l’amico di Dylan che intreccia<br />

una relazione con Kelly. Alla fine della<br />

stagione 1993-94 Brenda lasciò inaspettatamente<br />

la serie con la spiegazione<br />

di un viaggio-studio in Inghilterra:<br />

in realtà la produzione non sopportava<br />

più i ritardi, le minacce e le pretese di<br />

Shannen Doherty, divenuta a tutti gli<br />

effetti la primadonna del serial. Con il<br />

nuovo ciclo vengono aggiunti tre nuovi<br />

protagonisti: Clare Arnold (Kathleen<br />

Robertson), il musicista Ray Pruit (interpretato<br />

dalla popstar in erba Jamie<br />

Walters) e la tentatrice Valerie Malone<br />

(Tiffany-Amber Thiessen, reduce da<br />

un altro teen-cult come Bayside<br />

School), la figlia di amici <strong>dei</strong> Walsh che<br />

occupa la stanza di Brenda e procura<br />

non pochi guai nella comunità di Beverly<br />

Hills. Nella sesta stagione Jim e<br />

Cindy si trasferiscono a Hong Kong lasciando<br />

solo Brandon (Priestley non ha<br />

lasciato la serie con la promessa di poter<br />

dirigere alcuni episodi); Antonia<br />

Marchette (Rebecca Gayheart) e Susan<br />

Keats (Emma Caulfield) diventano rispettivamente<br />

le partner di Dylan e<br />

Brandon; a metà ciclo Luke Perry-Dylan<br />

lascia la serie decretando in pratica<br />

102<br />

la fine di un fenomeno extra-televisivo,<br />

che ha scomodato sociologi e critici di<br />

ogni nazionalità. Basti vedere il trend<br />

che ha generato la linea d’abbigliamento<br />

curata dalla stilista Dianne Anthony<br />

Kennedy, impegnata a mettere in scena<br />

più di cento vestiti a puntata: “le ragazze<br />

di quell’età sono le più difficili da<br />

vestire”, ha spiegato, “non sono più ragazzine<br />

ma non ancora donne. Devi<br />

trovare qualcosa tra il casual e l’elegante<br />

e personalizzarlo addosso a ogni<br />

personaggio. Per i ragazzi è stato più<br />

facile: ho utilizzato una linea anni ’50<br />

valorizzandola con elementi moderni”.<br />

Nell’ottavo ciclo sparano a Kelly, la<br />

quale perde la memoria e l’amore per<br />

Brandon; due nuovi protagonisti entrano<br />

in scena: Noah (Vincent Young) fa<br />

innamorare di sé Valerie salvo poi conquistare<br />

Donna; Carly (Hilary Swank)<br />

è la nuova conquista di Steve, il quale<br />

non sa che essa è in realtà una ragazzamadre<br />

con un figlio di sei anni a carico.<br />

Tra sesso su Internet, droga ed eutanasia,<br />

nella nona stagione, oltre al clamoroso<br />

ritorno di Luke Perry-Dylan, si segnala<br />

l’arrivo fugace della scandalosa e<br />

determinata Sophie Burns (interpretata<br />

da Laura Leighton, in trasferta da Melrose<br />

Place); dell’ex campionessa di<br />

pattinaggio artistico Gina Kincaid (Vanessa<br />

Marcil), destinata a concupire il<br />

bel Dylan e di Matt Durning (Daniel<br />

Cosgrove), l’avvocato di New York<br />

che si inserisce nella vita sentimentale<br />

di Kelly tra l’addio di Brandon e il nuovo<br />

flirt con Dylan; della bella Janet Sosna<br />

(Lindsay Price), concupita da Steve;<br />

il ciclo decreta anche due partenze<br />

eccellenti: quelle di Jason Priestley e di<br />

Tiffany-Amber Thiessen; Brandon,<br />

dopo essere diventato editorialista del<br />

giornale “The Beverly Beat”, trova una<br />

scrivania al “New York Chronicle”;<br />

Valerie torna dalla madre a Buffalo.


103 Big Easy,The<br />

Nell’ultima stagione, segnata dal debutto<br />

alla regia di Perry e Garth con un<br />

episodio a testa, si segnalano due matrimoni:<br />

quello, con tanto di bebè, tra<br />

Steve e Janet e quello tra David e Donna,<br />

evento che sancisce nell’ultima<br />

puntata una sorta di réunion di molti<br />

volti storici della serie (tra gli altri, Jason<br />

Priestley e Gabrielle Carteris). Una<br />

curiosità: in un episodio, proprio Gabrielle<br />

Carteris veste un abito da sposa<br />

che aveva fatto la sua prima comparsa<br />

in Love Boat, un’altra produzione<br />

Spelling. Darren Star è l’ideatore; oltre<br />

a Spelling e Rosin, i produttori esecutivi<br />

sono E. Duke Vincent, Michael Braverman,<br />

John Eisendrath, Jessica<br />

Klein, Larry Mollin, Paul Wargner,<br />

Steve Wasserman e lo stesso Star; John<br />

E. Davis cura le musiche. Tra le gueststars<br />

si riconoscono Matthew Perry,<br />

Lucy Liu, Denise Richards, Peter<br />

Krause, Dean Cain, Casper Van Dien,<br />

Jessica Alba, Eva Longoria e, nei panni<br />

di sé stessi, Roger Corman e Burt Reynolds.<br />

Il <strong>telefilm</strong> si è aggiudicato un<br />

ASCAP Award nel 1995. Il culto per gli<br />

abiti <strong>dei</strong> protagonisti è venuto alla luce<br />

anche dopo la conclusione del serial,<br />

quando i loro vestiti sono stati messi all’asta<br />

su Internet: 6100 dollari – pari a<br />

più di 13 milioni di lire – è stata pagata<br />

l’uniforme da cameriere di Brandon al<br />

Peach Pit, 1875 dollari – più di 4 milioni<br />

di lire – per avere il giubbotto scamosciato<br />

indossato da Dylan il ribelle.<br />

Biancaneve a Beverly Hills (The<br />

Charmings) Con: Caitlin O’Heaney,<br />

Carol Huston, Christopher Rich, Judy<br />

Parfitt, Cork Hubbert, Garette Ratliff<br />

Henson, Brandon Call, Paul Winfield,<br />

Paul Eiding, Dori Branner. Produzione:<br />

Usa, 1987, sit-com, colore (21/30’).<br />

COTTO<br />

In questa sit-com fantastica Biancane­<br />

ve e il Principe azzurro si risvegliano<br />

nella Beverly Hills <strong>dei</strong> giorni nostri.<br />

Caitlin O’Heaney prima e Carol Huston<br />

poi vestono i panni di Biancaneve;<br />

Christopher Rich la affianca nei<br />

panni di Eric Charming, suo marito;<br />

Judy Parfitt è Lillian, la malvagia matrigna<br />

della protagonista che cerca di<br />

lanciare un incantesimo maligno sulla<br />

figlioccia; Cork Hubbert interpreta<br />

Luther, il servo nano della coppia che<br />

frequenta il college; Garette Ratliff<br />

Henson e Brandon Call sono rispettivamente<br />

Corey e Thomas, i figli di<br />

Bianca ed Eric; Paul Winfield dà voce<br />

originale al mitico specchio delle brame<br />

ogniqualvolta viene consultato da<br />

Biancaneve; Paul Eiding bussa alla<br />

porta nelle vesti di Don Miler, il vicino<br />

di casa che lavora come venditore di<br />

tappeti; Dori Branner è Sally, la moglie<br />

di Don. Al fine di promuovere la<br />

serie, i produttori Robert Sternin e Prudence<br />

Fraser spedirono a tutti i critici<br />

televisivi americani alcuni specchi di<br />

bellezza che sfortunatamente arrivarono<br />

inevitabilmente rotti. Jonathan<br />

Wolff compone la colonna sonora.<br />

Big Easy,The (Id.) Con: Tony Crane,<br />

Susan Walters, Barry Corbin, Leslie<br />

Bibb, Eric George, Karla Tamburrelli.<br />

Produzione: Usa, 1996, poliziesco, colore<br />

(35/60’).<br />

STRACOTTO<br />

Tratto dall’omonimo film del 1987, il<br />

serial cerca di riproporre l’attrazione<br />

sessuale che si instaurava tra i due protagonisti<br />

a New Orleans: Tony Crane<br />

succede a Dennis Quaid nei panni del<br />

detective Remy McSwain; Susan Walters<br />

è l’affascinante procuratore distrettuale<br />

Anne Osborne, al posto che<br />

fu di Ellen Barkin sul grande schermo.<br />

Al loro fianco, tra un’indagine nei<br />

bayou e l’altra, compaiono lo sceriffo


Big Foot 104<br />

C.D. LeBlanc (Barry Corbin), lo zio di<br />

McSwain; la novellina Janine Rebbenack<br />

(Leslie Bibb), giovane assistente<br />

di Remy; il trombettista jazz Smiley<br />

Dupree (Eric George), una sorta di vademecum<br />

vivente per chi vuole conoscere<br />

i segreti di New Orleans. Karla<br />

Tamburrelli è la detective Darlene<br />

Broussard. Robert De Laurentiis è il<br />

produttore esecutivo della serie insieme<br />

a Sonny Grosso, Larry Jacobson,<br />

Daniel Petrie jr. e Jacqueline Zambrano.<br />

La colonna sonora in salsa Cajun è<br />

composta da Joseph Vitarelli.<br />

Big Foot (Big Foot and the Wildboy)<br />

Con: Ray Young, Joseph Butcher, Monika<br />

Ramirez, Yvonne Regalado, Al<br />

Wyatt Jr. Produzione: Usa, 1977, avventura,<br />

colore (20/30’)<br />

Dio li fa e poi li accoppia contro l’inciviltà<br />

anni ’70. Il piccolo “ragazzo selvaggio”<br />

(wildboy), un orfano dalla nascita<br />

che ha il volto di Joseph Butcher,<br />

viene allevato dal leggendario Sasquatch<br />

(per tutti “Big Foot”, interpretato<br />

da Ray Young). Insieme, dalle parti<br />

del Pacific Northwest, combattono<br />

l’inquinamento dilagante, catturano<br />

malviventi da strapazzo, aiutano coloro<br />

che si trovano in difficoltà. Non<br />

mancano le presenze femminili: Susie<br />

(Monika Ramirez) è stata sostituita da<br />

Cindy (Yvonne Regalado) e dal papà<br />

di quest’ultima (portato sul piccolo<br />

schermo da Al Wyatt Jr.). I fratelli<br />

Marty e Sid Krofft firmano da produttori<br />

esecutivi una serie espressamente<br />

dedicata ai ragazzi. La colonna sonora<br />

è composta da Gino Cunico, Tom<br />

Hensley, John Madara e Michael Melvoin.<br />

Big story, The (Id.) Con: interpreti<br />

vari. Produzione: Usa, 1949, poliziesco,<br />

b/n (39/30’).<br />

Serie antologica basata sulle vere inchieste<br />

di coraggiosi giornalisti che<br />

hanno denunciato ingiustizie, corruzione,<br />

scandali. Tra di loro spicca la vicenda<br />

del reporter Victor Riesel, reso<br />

cieco dal racket dopo i suoi pezzi in<br />

prima pagina. Ogni settimana lo sponsor<br />

American Tobacco Company assegnava<br />

un premio di 500 dollari al giornalista<br />

di cui si raccontava la storia<br />

(originariamente il riconoscimento<br />

venne chiamato Pall Mall Award). Nel<br />

1955 Ben Grauer apparve in una redazione<br />

all’inizio e alla fine di ogni episodio<br />

come commentatore dello scoop<br />

del giorno; in seguito lo sostituì Burgess<br />

Meredith (dal 1957 al 1958),<br />

mentre in precedenza era toccato a<br />

Bob Sloane (dal 1949 al 1954) e Norman<br />

Rose (1954-1955). James Dean<br />

compare da guest-star. Everett Rosenthal<br />

firma da produttore esecutivo.<br />

La colonna sonora è composta da<br />

George S. Chase.<br />

Bill Cosby Show (The Bill Cosby<br />

Show) Con: Bill Cosby, Lee Randolph,<br />

Beah Richards, Lee Weaver, De De<br />

Young, Olga James, Donald Livingston,<br />

Joyce Bulifant, Sid McCoy, Joseph<br />

Perry. Produzione: Usa, 1969, sitcom,<br />

colore (52/30’).<br />

Dopo essere stato il primo attore di colore<br />

nel cast di una serie di azione (Le<br />

spie, 1965), Bill Cosby stabilisce un<br />

altro record: è altresì il primo protagonista<br />

black di una sit-com dai tempi<br />

della chiusura, nel 1953, di The Amos<br />

and Andy Show (inedita in Italia). Dopo<br />

un anno di assenza dai teleschermi,<br />

Cosby si cala nella tuta di Chet Kincaid,<br />

un insegnante di ginnastica alla<br />

Richard Allen High School di Los Angeles.<br />

Tra gli altri personaggi che ruotano<br />

attorno all’allenatore: la mamma<br />

Rose (interpretata per una stagione da


105 Bionda per papà, Una<br />

Lee Randolph, quindi da Beah Richards);<br />

il fratello Brian (Lee Weaver),<br />

collezionista di immondizia; la moglie<br />

di quest’ultimo, Verna (che dapprima<br />

ha il volto di De De Young, poi di Olga<br />

James); Roger (Donald Livingston), il<br />

giovane figlio di Brian e Verna; Mrs.<br />

Marsha Patterson (Joyce Bulifant), la<br />

guida “spirituale” del college; Mr.<br />

Langford (Sid McCoy) e Max Waltz<br />

(Joseph Perry). Quincy Jones nobilita<br />

la colonna sonora jazz; Cosby, che firma<br />

altresì da produttore esecutivo, è<br />

co-autore della canzone-tema “Hikky<br />

Burr”; nel corso delle riprese si sono<br />

alternati musicisti di fama come Oscar<br />

Peterson, Roland Kirk, Cannonball<br />

Adderley, Jimmy Smith o Milt Jackson,<br />

tutti lasciati liberi di improvvisare<br />

su un canovaccio scritto da Jones.<br />

Henry Fonda compare in un cameo alla<br />

stessa stregua di Isabel Sanford (I<br />

Jefferson); Mark Hamill, il futuro<br />

Luke Skywalker di Guerre stellari, veste<br />

i panni di uno studente.<br />

Billy il bugiardo (Billy) Con: Steve<br />

Guttenberg, Peggy Pope, James Gallery,<br />

Paula Trueman, Michael Alaimo,<br />

Bruce Talkington. Produzione: Usa,<br />

1979, sit-com, colore (13/30’).<br />

Un ragazzo di diciannove anni dotato<br />

di molta fantasia è protagonista di una<br />

sit-com che la CBS mandò in onda come<br />

“riempitivo”. Steve Guttenberg interpreta<br />

il diciannovenne Billy Fisher,<br />

un adolescente che sogna spesso a occhi<br />

aperti e a volte perde il senso della<br />

realtà e della verità. Gli capita spesso,<br />

ad esempio, di immaginarsi desiderato<br />

da donne bellissime (in realtà fa il becchino<br />

tra salme della terza età). Al suo<br />

fianco: mamma Alice (Peggy Pope) e<br />

papà George (James Gallery); nonna<br />

Gran (Paula Trueman); Norville Shadrick<br />

(Michael Alaimo), direttore di<br />

pompe funebri e datore di lavoro di<br />

Billy; il collega Arthur Milliken (Bruce<br />

Talkington). La serie firmata dalla<br />

John Rich Productions ha avuto un<br />

precedente inglese nel 1974 (Billy<br />

Liar) con protagonista Jeff Rawle. La<br />

star del football Larry Czonka compare<br />

nei panni di sé stesso.<br />

Bionda di troppo, Una Vedi Le avventure<br />

di Laura Storm.<br />

Bionda per papà, Una (Step by<br />

Step) Con: Patrick Duffy, Suzanne Somers,<br />

Staci Keanan, Angela Watson,<br />

Christopher Castile, Brandon Call,<br />

Christine Lakin, Josh Byrne, Peggy<br />

Rea, Patrika Darbo, Sasha Mitchell.<br />

Produzione: Usa, 1991, sit-com, colore<br />

(160/30’).<br />

Una coppia di turisti si innamora e si<br />

sposa in Giamaica: immaginate la faccia<br />

<strong>dei</strong> rispettivi figli quando ritornano<br />

nel Wisconsin… Questo il prologo<br />

della sit-com che vede protagonisti<br />

Carol Foster (Suzanne Somers), una<br />

bella vedova con tre figli a carico e<br />

Frank Lambert (Patrick Duffy), divorziato<br />

di bell’aspetto con altrettanti eredi<br />

sulle spalle. Tornati a Port Washington,<br />

i novelli sposi (e i rispettivi figli)<br />

vanno a vivere sotto lo stesso tetto di<br />

Carol, con tanto di maialino e tarantola.<br />

Il primo problema riguarda l’integrazione<br />

tra i figli di lei e quelli di lui.<br />

Quelli di mamma sono: la cerebrale<br />

sedicenne Dana (Staci Keanan), che<br />

ha ereditato la pignoleria dalla madre;<br />

la quattordicenne Karen (Angela Watson),<br />

bella e vanitosa; l’intelligente<br />

Mark, (Christopher Castile) di otto anni,<br />

che coltiva la passione per l’oboe. A<br />

loro si aggiungono, non senza qualche<br />

mugugno, i figli di Frank: il quattordicenne<br />

J.T. (Brandon Call) ama le donne<br />

“belle e stupide” ed è imbarazzato


Black Beauty<br />

dalla sua “nuova” famiglia; Al (Christine<br />

Lakin) – diminutivo di Alicia – si<br />

diverte a spaventare i parenti con il suo<br />

cucciolo di ragno; il piccolo e adorabile<br />

Brendan (Josh Byrne), di sette anni.<br />

A completare il quadretto familiare<br />

compaiono Ivy Williams (Peggy Rea),<br />

la mamma della sposa che si farebbe in<br />

quattro per la figlia e i nipoti e Penny<br />

(Patrika Darbo), la sorella di Carol: le<br />

tre donne, mamma e due figlie, gestiscono<br />

insieme un salone di bellezza. I<br />

conflitti familiari più frequenti riguardano<br />

il modo di intendere la vita da<br />

parte <strong>dei</strong> due capi-famiglia: casual e<br />

disordinata da parte paterna, rigida e<br />

conservatrice da parte materna. Sasha<br />

Mitchell entra in scena nei panni di<br />

Cody, la nipote di Frank. La serie si avvale<br />

della presenza <strong>dei</strong> produttori esecutivi<br />

Thomas L. Miller e Robert L.<br />

Boyett, specializzati in sit-com familari<br />

come Gli amici di papà e Otto sotto<br />

un tetto; a loro due si aggiunge la coppia<br />

di ideatori-produttori William<br />

Bickley-Michael Warren, già tra gli<br />

autori di Happy Days, Laverne e Shirley<br />

e I ragazzi del sabato sera. Tra le<br />

guest-stars fanno la loro comparsa il<br />

muscoloso Fabio Lanzoni (Acapulco<br />

H.E.A.T.) e Tiffany-Amber Thiessen<br />

(Beverly Hills).<br />

Black Beauty (The Adventures of<br />

Black Beauty) Con: William Lucas,<br />

Judi Bowker, Stacy Dorning, Roderick<br />

Shaw, John Nettleton, Michael<br />

Culver, Stephen Garlick, Len Jones,<br />

Tony Maiden, Charlotte Mitchell. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1972, avventura,<br />

colore (52/30’).<br />

Basato vagamente sul romanzo di Anna<br />

Sewell, ambientato nell’epoca vittoriana,<br />

il <strong>telefilm</strong> racconta le gesta<br />

dello stallone nero Black Beauty e della<br />

famiglia del dottor James Gordon<br />

106<br />

(William Lucas): tra di loro, la figlia<br />

Vicky (Judi Bowker), che ha salvato il<br />

cavallo dalla crudeltà <strong>dei</strong> proprietari<br />

precedenti; Jenny (Stacy Dorning) e<br />

Kevin (Roderick Shaw), i fratelli di<br />

Vicky che la accompagnano nelle sue<br />

cavalcate verso l’avventura. John Nettleton<br />

è Collins, proprietario della scuderia;<br />

Michael Culver interpreta Squire<br />

Armstrong; Stephen Garlick veste i<br />

panni di Ned Lewis; Len Jones è Dan<br />

Collins; Tony Maiden ricopre il ruolo<br />

di Albert Clifton; Charlotte Mitchell<br />

assume l’identità di Amy Whintrop.<br />

Paul Knight firma da produttore esecutivo<br />

del serial girato nell’Hertfordshire<br />

inglese. Denis King compone la<br />

colonna sonora.<br />

Blondie (Id.) Con: Patricia Harty,<br />

Will Hutchins, Peter Robbins, Pamelyn<br />

Ferdin, Jim Backus, Henny<br />

Backus, Bryan O’Byrne, Bobbi Jordan.<br />

Produzione: Usa, 1968, sit-com,<br />

colore (26/30’).<br />

Dopo ventinove film dal 1938 al 1950<br />

interpretati da Penny Singleton e Arthur<br />

Lake, dopo un serial del 1957 in onda<br />

sulla NBC, la seconda trasposizione televisiva<br />

del popolare fumetto di Chic<br />

Young fu trasmessa una decade dopo<br />

sulla CBS. Come nella “striscia” apparsa<br />

per la prima volta sul “New York American<br />

Journal” del 15 settembre 1930,<br />

ne è protagonista la casalinga indaffarata<br />

Blondie Bumstead, tipica ragazza del<br />

New Deal rooseveltiano, bionda emancipata<br />

della piccola borghesia che ha il<br />

volto di Patricia Harty; Will Hutchins è<br />

Dagwood (Dagoberto nel fumetto italiano),<br />

il marito pasticcione che fa l’architetto<br />

e in origine era il figlio di un miliardario;<br />

Peter Robbins e Pamelyn Ferdin<br />

sono rispettivamente Alexander e<br />

Cookie, i figli della coppia; Jim Backus<br />

veste i panni di J.C. Dithers, il collerico


107 Blue Heelers – Poliziotti con il cuore<br />

capo di Dagwood, presidente della<br />

Dithers Construction Company; Henny<br />

Backus, la vera moglie di Jim, interpreta<br />

Cora, la consorte di J.C.; Bryan<br />

O’Byrne bussa alla porta nel ruolo del<br />

vicino ficcanaso Herb Woodley; Bobbi<br />

Jordan è Tootsie Woodley. Bruce Lee<br />

compare quale guest-star. Il fumetto<br />

originale è apparso per la prima volta in<br />

Italia nell’anteguerra, sulle pagine del<br />

settimanale “420”.<br />

Blossom (Id.) Con: Mayim Bialik,<br />

Ted Wass, Joey Lawrence, Michael<br />

Stoyanov, Jenna Von Oy, Barnard Hughes,<br />

David Lascher, Samaria Graham,<br />

Finola Hughes, Courtney Chase.<br />

Produzione: Usa, 1991, sit-com, colore<br />

(114/30’).<br />

Blossom (Mayim Bialik) è una tredicenne<br />

che vive sotto lo stesso tetto con<br />

il padre divorziato, il musicista Nick<br />

Russo (Ted Wass) e i due fratelli maggiori:<br />

Joey (Joey Lawrence), ossessionato<br />

dalle macchine e dalle belle donne<br />

e Anthony (Michael Stoyanov), appena<br />

disintossicatosi dalla droga. Jenna<br />

Von Oy è la loquace Six LeMeure, dalla<br />

parlantina sciolta; Barnard Hughes<br />

veste i panni di nonno Buzz; David Lascher<br />

è Vinnie, l’amico di Blossom;<br />

Samaria Graham interpreta Shelly, la<br />

moglie colore di Anthony; Finola Hughes<br />

entra in scena con l’identità di Carol,<br />

la nuova partner di Nick che lo porterà<br />

all’altare; Courtney Chase è Kennedy,<br />

la precoce figlia di Carol. Nelle<br />

prime puntate il serial si avvale di sequenze<br />

fantasiose – molte delle quali<br />

infarcite di guest-stars come B.B.<br />

King, Sonny Bono, Little Richards e<br />

Will Smith – che sono diventate sempre<br />

più rare con il passare del tempo:<br />

esse raccontano i sogni della protagonista,<br />

la quale immagina di vivere in<br />

una famiglia “normale”. Blossom regi­<br />

stra le sue esperienze in un video-diario.<br />

In America il <strong>telefilm</strong> è diventato<br />

un fenomeno di costume tra i teenager:<br />

Mayim Bialik è stata presa come riferimento<br />

da migliaia di adolescenti, Joey<br />

Lawrence ha intrapreso anche la strada<br />

della musica. Oltre a essere il creatore<br />

del serial, Don Reo firma da produttore<br />

esecutivo insieme a David Amico, Paul<br />

Yunger Witt, Allan Katz, Rob LaZebnik,<br />

Gene Reynolds e Tony Thomas.<br />

Bill Bixby ha diretto alcuni episodi prima<br />

di morire di tumore nel 1993. Le<br />

musiche sono composte da Frank Denson;<br />

il tema musicale, “My opinionation”,<br />

è scritto da Mike Post ed eseguito<br />

da Dr. John. In Italia la serie è andata in<br />

onda anche con il titolo esteso Blossom<br />

e le avventure di una teenager.<br />

Blossom e le avventure di una<br />

teenager Vedi Blossom.<br />

Blue Heelers – Poliziotti con il<br />

cuore (Blue Heelers) Con: John<br />

Wood, William McInnes, Martin<br />

Sacks, Lisa McCune, Tasma Walton,<br />

Damian Walshe-Howling. Produzione:<br />

Australia, 1994, poliziesco, colore<br />

(377/60’).<br />

Sull’onda di NYPD, uno <strong>dei</strong> serial più<br />

famosi in Australia racconta i casi, i<br />

drammi e le relazioni che s’intrecciano<br />

nel distretto di polizia della fittizia cittadina<br />

di Mount Thomas, che vanta più<br />

crimini di una metropoli. Tra i protagonisti:<br />

il sergente Tom Croydon (John<br />

Wood), l’agente Nick Schultz (William<br />

McInnes), il detective Patrick Joseph<br />

Hasham (Martin Sacks) detto “P.J.”, gli<br />

agenti Maggie Doyle (Lisa McCune),<br />

Deidre “Dash” McKinley (Tasma Walton),<br />

Adam Cooper (Damian Walshe-<br />

Howling). Tra i momenti topici del serial:<br />

la relazione tra P.J. e Maggie nonché<br />

la battaglia di Dash contro un tu­


Blue jeans 108<br />

more al seno. Hal McElroy e Tony<br />

Morphett sono gli ideatori della serie<br />

girata nella regione Victoria, Melbourne<br />

compresa. Nicholas Leloux e Riccardo<br />

Pellizzeri firmano da produttori<br />

insieme a McElroy. Garry Hardman è<br />

l’autore della colonna sonora.<br />

Blue jeans (The Wonder Years) Con:<br />

Fred Savage, Jason Hervey, Olivia<br />

d’Abo, Alley Mills, Danica McKellar,<br />

Josh Saviano, Ben Stein, Robert Picardo.<br />

Produzione: Usa, 1988, sit-com,<br />

colore (115/30’).<br />

Serie sospesa tra la commedia e il<br />

drammatico ambientata nel fatidico<br />

1968 visto attraverso gli occhi del dodicenne<br />

Kevin Arnold (Fred Savage),<br />

che quando la serie ha inizio fa il suo<br />

primo passo al John F. Kennedy Junior<br />

High. Jason Hervey interpreta Wayne,<br />

il fratello più grande che si diverte a<br />

prenderlo in giro; Olivia d’Abo, figlia<br />

del musicista rock Michael d’Abo, veste<br />

i panni di Karen, la sorella maggiore<br />

che subisce le tendenze hippie del periodo;<br />

Dan Lauria è Jack, il burbero padre<br />

<strong>dei</strong> tre; Alley Mills è mamma Norma;<br />

Danica McKellar entra nel ruolo di<br />

Gwendolyn (Winnie) Cooper, vicina di<br />

Kevin e aspirante fidanzata; Josh Saviano<br />

è Paul Pfeiffer, l’amico nerd del<br />

protagonista; Ben Stein sale in cattedra<br />

nelle vesti del Signor Cantwell, il professore<br />

di scienze; Robert Picardo è invece<br />

il timoroso insegnante di ginnastica<br />

Ed Cutlip. Con l’evolversi delle vicende<br />

Karen si fidanza con Michael<br />

(David Schwimmer) e torna nell’ultima<br />

puntata incinta, mentre Kevin e i<br />

suoi amici lasciano la scuola media inferiore<br />

per frequentare la McKinley<br />

High. Nell’episodio finale è stata tagliata<br />

una scena in cui Kevin e Winnie<br />

hanno un ritorno di fiamma. La serie è<br />

ideata da Carol Black e Neal Marlens,<br />

che firmano anche da produttori esecutivi<br />

in compagnia di Bob Brush, Michael<br />

Dinner e Sy Rosen; la colonna<br />

sonora, che si avvale di molti hit dell’epoca,<br />

è composta da Stewart Levin, J.<br />

Peter Robinson e W.G. Snuffy Walden;<br />

il tema musicale è la canzone <strong>dei</strong> Beatles<br />

“With a Little Help from My<br />

Friends”, reinterpretata da Joe Cocker<br />

ai tempi di Woodstock. Tra i molti riconoscimenti<br />

assegnati al serial girato in<br />

California tra Culver City, Los Angeles<br />

e Van Nuys: 2 Emmy Awards, un Golden<br />

Globe e 5 premi alla qualità divisi<br />

tra Humanitas Prize (3) e Q Award (2).<br />

Daniel Stern ha prestato la sua voce<br />

originale al Kevin adulto, il quale introduce<br />

ogni episodio fuoricampo; a lui<br />

tocca chiudere il serial svelando che fine<br />

abbiano fatto tutti i protagonisti: suo<br />

padre è morto due anni dopo, sua madre<br />

è diventata una donna in carriera,<br />

Wayne ha preso in mano le attività del<br />

genitore defunto, Paul si è iscritto ad<br />

Harvard per studiare legge e Winnie si<br />

è trasferito in Francia a studiare storia<br />

dell’arte; Kevin e Winnie hanno continuato<br />

a tenersi in contatto, scrivendosi<br />

per otto anni, fino al giorno in cui si sono<br />

incontrati nuovamente in un aeroporto,<br />

lui sposato con un figlio di otto<br />

mesi. Sebbene nessuno della produzione<br />

lo abbia ammesso, il serial si è ispirato<br />

al successo del film di Rob Reiner<br />

Stand by me – Ricordo di un’estate<br />

(1986).<br />

Blue murder (Id.) Con: Mimi<br />

Kuzyk, Maria del Mar, Joel Keller, Jeremy<br />

Ratchford. Produzione: Canada,<br />

2001, poliziesco, colore (52/60’).<br />

Luci accese su quattro agenti di una<br />

squadra speciale della polizia di Toronto,<br />

nata per indagare e risolvere i<br />

casi più difficili e scabrosi che avvengono<br />

nella seconda città più popolosa


109 Bolle di sapone<br />

del Canada. Intrighi, suspense e indagini<br />

ad alto rischio sono gli ingredienti<br />

base delle avventure che coinvolgono<br />

il team capitanato dall’ispettrice capo<br />

Kay Barrow (interpretata dall’attrice<br />

canadese Mimi Kuzyk, ex étoile del<br />

Royal Winnipeg Ballet), coadiuvata<br />

dall’investigatrice Victoria Castillo<br />

(che ha il volto dell’attrice di origini<br />

spagnole Maria del Mar) e dai detective<br />

Ed Oosterhius (Joel Keller) e Jack<br />

Pogue (Jeremy Ratchford). La squadra<br />

di polizia è formata da agenti fortemente<br />

motivati, per i quali il lavoro<br />

rappresenta una vera e propria missione<br />

che li vede spesso costretti a dover<br />

compiere anche sacrifici personali affinché<br />

i colpevoli <strong>dei</strong> delitti vengano<br />

arrestati e la giustizia trionfi. La serie,<br />

prodotta da Barna-Alper Productions,<br />

Can West Global e North Bend Films,<br />

si è guadagnata in patria ben 7 Gemini<br />

Awards, uno <strong>dei</strong> più prestigiosi premi<br />

nazionali che è conferito dall’Academy<br />

of Canadian Cinema & Television.<br />

Bob (Id.) Con: Bob Newhart, Carlene<br />

Watkins, Cynthia Stevenson, Ruth Cobart,<br />

Timothy Fall, Andrew Bilgore,<br />

John Cygan, Lisa Kudrow, Betty White,<br />

Jere Burns, Eric Allan Kramer, Megan<br />

Cavanagh. Produzione: Usa,<br />

1992, sit-com, colore (33/30’).<br />

Terza sit-com per Bob Newhart, qui<br />

nei panni di Bob McKay, creatore del<br />

fumetto anni ’50 Mad Dog: il titolo deriva<br />

dal protagonista delle strips, il<br />

quale ha la particolarità di avere le<br />

ghiandole adrenaliniche di un dobermann.<br />

Dopo anni passati a disegnare<br />

cartoline d’auguri, McKay è chiamato<br />

a ridisegnare il super-eroe per la ACE<br />

Comics. Carlene Watkins interpreta<br />

Kaye, la moglie di Bob; Cynthia Stevenson<br />

veste i panni di Trisha, la figlia<br />

miope della coppia; Ruth Kobart è l’animatrice<br />

Iris Frankel; Timothy Fall<br />

entra in scena come l’inchiostratore<br />

Chad Pfefferle; Andrew Bilgore è il<br />

nuovo assunto Albie Strauss; John Cygan<br />

indossa le vesti dello sceneggiatore<br />

Harlan Stone, il quale vorrebbe che<br />

“Cane pazzo” diventasse, più che un<br />

bravo ragazzo, un giustiziere assetato<br />

di sangue. Lisa Kudrow entra a far parte<br />

del cast nei panni di Kathy, la compagna<br />

di stanza di Trisha. Il serial, ambientato<br />

a Chicago, è stato soppresso<br />

in America dopo essersi piazzato al<br />

62esimo posto degli ascolti. I produttori<br />

decisero di continuare per alcune<br />

puntate con un nuovo format: Bob torna<br />

a disegnare cartoline e, a parte<br />

Newhart, del cast originario sopravvivono<br />

solo Watkins e Stevenson. Tra i<br />

nuovi arrivati: Sylvia Schmitt (Betty<br />

White), suo figlio Pete (Jere Burns),<br />

Whitey van de Bunt (Eric Allan Kramer),<br />

Chris Szelinski (Megan Cavanagh).<br />

L’insuccesso di questa nuova versione<br />

ha decretato la fine della serie<br />

dopo solo 5 puntate. Gli ideatori e produttori<br />

esecutivi della serie sono Phoef<br />

Sutton, Bill e Cheri Steinkellner.<br />

Bolle di sapone (Soap) Con: Robert<br />

Mandan, Katherine Helmond, Diana<br />

Canova, Jennifer Salt, Jimmy Baio,<br />

Arthur Peterson, Robert Guillaume,<br />

Cathryn Damon, Richard Mulligan,<br />

Billy Cristal, Ted Wass, Donnelly<br />

Rhodes, John Byner, Roscoe Lee<br />

Browne, Sal Viscuso. Produzione:<br />

Usa, 1977, sit-com, colore (85/30’).<br />

La sit-com vanta la polemica televisiva<br />

più accesa della stagione 1977­<br />

1978: prima ancora di mandarla in onda,<br />

l’ ricevette 32.000 lettere di protesta<br />

da parte di associazioni religiose e<br />

gruppi etnici, i quali chiesero all’uni­


Bolle di sapone<br />

sono agli sponsor di boicottare la serie<br />

che parodiava le soap opera amplificando<br />

e distorcendo temi quali l’impotenza,<br />

i transessuali, le relazioni extraconiugali,<br />

la mafia. Al centro delle vicende<br />

si contrappongono i miliardari<br />

Tate e i più umili Campbell; tra i primi<br />

spicca il capo-famiglia Chester (Robert<br />

Mandan), uomo d’affari con<br />

amanti a ogni angolo; la moglie Jessica<br />

(Katherine Helmond) è la regina del<br />

gossip e delle idiozie d’alta società;<br />

non meno degni sono i tre figli: la sexy<br />

Corinne (Diana Canova), sempre con<br />

le sue “qualità” in bella vista; la conservatrice<br />

Eunice (Jennifer Salt) e il ribelle<br />

Billy (Jimmy Baio). Sotto lo stesso<br />

tetto <strong>dei</strong> Tate vivono anche: “il maggiore”<br />

(Arthur Peterson), il padre di<br />

Jessica che cammina per il salotto in<br />

uniforme, convinto di essere ancora in<br />

piena Seconda guerra mondiale; l’insolente<br />

cuoco-maggiordomo di colore<br />

Benson (Robert Guillaume), con la<br />

battuta sempre pronta a chiosa <strong>dei</strong> casini<br />

familiari. Dall’altra parte della<br />

città di Dunn’s River, nel Connecticut,<br />

vive Mary Campbell (Cathryn Damon),<br />

la sorella di Jessica; costei è<br />

sposata con l’impiegato Burt (Richard<br />

Mulligan), il quale evidenzia problemi<br />

di comunicazione con i figliastri Jodie<br />

(Billy Cristal) – dichiaratamente gay –<br />

e Danny (Ted Wass), coinvolto nel giro<br />

del crimine organizzato. La maggior<br />

parte delle storie della serie hanno<br />

in sottofondo questioni sessuali: nel<br />

primo ciclo viene trovato ucciso un<br />

maestro di tennis che si portava a letto<br />

tutte le allieve; dapprima viene accusata<br />

Corinne, quindi viene arrestata<br />

Jessica, infine finisce dietro le sbarre<br />

Chester, reo confesso; ma quest’ultimo<br />

riesce a fuggire con il serial-killer<br />

Dutch (Donnelly Rhodes), salvo poi<br />

perdere la memoria e diventare un<br />

110<br />

cuoco di patatine fritte; nel frattempo<br />

Dutch scappa con Eunice, mentre Jessica<br />

s’innamora del detective Donahue<br />

(John Byner) quando la viene a interrogare<br />

su dove possa essere il marito<br />

(quando quest’ultimo si rifarà vivo,<br />

tuttavia, tornerà tra le braccia del consorte,<br />

salvo poi divorziare e volare in<br />

Sud America sulle ali della compagnia<br />

“rivoluzionaria” El Puerco). Successivamente<br />

Benson lascia casa Tate e acquista<br />

una sit-com su misura (Benson,<br />

1979); il suo posto viene preso da<br />

Saunders (Roscoe Lee Browne). Corinne<br />

sposa l’ex prete Timothy Flotsky<br />

(Sal Viscuso), ma dopo sei settimane<br />

dà alla luce una creatura posseduta dal<br />

diavolo che necessita di un esorcismo;<br />

Burt viene rapito dagli alieni e clonato<br />

(Mary passa notti di sesso estremo con<br />

il replicante del marito, ma quando<br />

viene a sapere la verità del “terzo tipo”<br />

si chiede di chi sarà il bambino che sta<br />

aspettando); Jodie si converte alle<br />

donne ma rimane ferito in una sparatoria.<br />

Dopo le polemiche durate perlopiù<br />

lungo la prima stagione, l’ABC emise<br />

un comunicato in cui spiegò che “attraverso<br />

i Campbell e i Tate molti <strong>dei</strong><br />

temi attuali sono stati filtrati grazie all’ironia<br />

e alla commedia”; di parere<br />

opposto fu il Reverendo Everett<br />

Parker del National Council of Churches:<br />

“la serie è un deliberato affronto<br />

da parte di quelle industrie che vogliono<br />

avere il monopolio della prima serata…<br />

Chi altri, se non la comunità ecclesiastica,<br />

si batte per difendere i<br />

principi morali e per non diventare tutti<br />

<strong>dei</strong> semplici consumatori?”. Susan<br />

Harris è l’ideatore, produttore e autore<br />

della serie più controversa di fine anni<br />

’70, vincitrice di 4 Emmy Awards e un<br />

Golden Globe. Paul Junger Witt e<br />

Tony Thomas firmano da produttori<br />

esecutivi al fianco della Harris, la qua­


111 Bonanza<br />

le compare da guest-star nei panni di<br />

Babette; Robert Englund e Joe Mantegna<br />

sfilano tra gli altri volti noti. George<br />

Aliceson Tipton è l’autore della colonna<br />

sonora.<br />

Bonanza (Id.) Con: Lorne Greene,<br />

Pernell Roberts, Dan Blocker, Michael<br />

Landon, Victor Sen Yung, Ray Teal,<br />

David Canary, Guy Williams, Mitch<br />

Vogel, Tim Matheson. Produzione:<br />

Usa, 1952, western, colore (430/60’).<br />

CULT<br />

È il <strong>telefilm</strong> western più longevo della<br />

storia della televisione dopo Gunsmoke;<br />

il primo in onda a colori. Quattrocentotrenta<br />

puntate per raccontare<br />

la saga della famiglia Cartwright di<br />

Virginia City, proprietaria di un ranch<br />

di circa 600.000 acri chiamato Ponderosa,<br />

dal nome di un pino che cresce<br />

nel Nevada. La serie rappresenta l’archetipo<br />

di quei serial che negli anni ’60<br />

hanno acceso i riflettori sulla “proprietà”,<br />

dove gli uomini non erano più<br />

pionieri (o almeno non solo) ma difensori<br />

del proprio patrimonio, non più<br />

eroi solitari ma membri di un clan familiare<br />

unito. E forse nessun legame<br />

nato nel West è più saldo di quello che<br />

unisce i Cartwright nel 1860: Ben (interpretato<br />

dall’attore canadese Lorne<br />

Greene) è il capo-famiglia tre volte vedovo.<br />

Al suo fianco i figli: il primogenito<br />

Adam (Pernell Roberts), Hoss<br />

(Dan Blocker) e Little Joe (Michael<br />

Landon, che saltuariamente compare<br />

anche dietro la cinepresa), il più giovane.<br />

Le poche donne presenti sono già<br />

morte o assurgono al vecchio ruolo di<br />

procreatrici. I tre matrimoni di Ben sono<br />

rivissuti tutti in flashback; il riflessivo<br />

Adam, nativo del New England, è<br />

il figlio della prima moglie Elisabeth;<br />

il gigantesco Hoss è nato dal secondo<br />

matrimonio con Inger, una donna di<br />

origini scandinave uccisa dagli indiani<br />

(il vero nome di Hoss è Eric: Hoss significa<br />

“buona fortuna” in norvegese);<br />

l’impulsivo Little Joe è il figlio di Marie,<br />

l’ultima moglie morta in seguito a<br />

una caduta da cavallo. Ai quattro protagonisti<br />

si aggiungono: Hop Sing<br />

(Victor Sen Yung), il cuoco del ranch;<br />

lo sceriffo Roy Coffee (Ray Teal), che<br />

in più di un’occasione chiede una mano<br />

ai Cartwright; Canaday detto<br />

“Candy” (David Canary), accettato<br />

come uno della famiglia; Will Cartwright<br />

(Guy Williams), il nipote di Ben;<br />

Jamie Hunter (Mitch Vogel), uno<br />

sbandato salvato dal clan di Ponderosa;<br />

l’aiutante Griff King (Tim Matheson),<br />

un ex imbroglione. Dopo alcuni<br />

cicli Pernell Roberts lasciò il cast “per<br />

non restare imprigionato nel ruolo”;<br />

alla quattordicesima stagione Dan<br />

Blocker è morto improvvisamente e la<br />

serie è stata sospesa. Nel 1988 è stato<br />

girato un film-tv (Bonanza: the Next<br />

Generation) che presuppone un<br />

sequel: John Ireland entra in scena nei<br />

panni di Aaron Cartwright, il fratello<br />

del defunto Ben (Lorne Greene era<br />

scomparso da poco); Gillian Green (la<br />

figlia di Lorne) interpreta Jennifer Sills,<br />

l’unico personaggio femminile di<br />

rilievo in una saga più che altro maschile.<br />

Altre tre pellicole destinate al<br />

piccolo schermo sono state prodotte<br />

nel corso degli ultimi anni: Bonanza:<br />

The Next Generation (1988), Il ritorno<br />

di Bonanza (1993) e Bonanza: Under<br />

Attack (1995). Il creatore e produttore<br />

esecutivo della serie è David Dortort.<br />

David Rose firma le musiche che accompagnano<br />

le imprese <strong>dei</strong> Cartwright;<br />

la celebre canzone-tema del <strong>telefilm</strong>,<br />

composta da Jay Livingston e<br />

Ray Evans, è suonata da ben 35 musicisti;<br />

a Rose venne chiesto di riscrivere<br />

il tema musicale nella penultima sta­


Boney 112<br />

gione, ma i telespettatori americani<br />

protestarono a tal punto che le note di<br />

Livingston-Evans risuonarono nell’ultimo<br />

ciclo. Tra le molte guest-stars<br />

che sfilano: Ida Lupino, James Coburn,<br />

Lee Van Cleef, Martin Landau,<br />

Bo Hopkins, Lee Marvin, Charles<br />

Bronson, Telly Savalas, Vera Miles,<br />

Zsa Zsa Gabor. Il serial è stato girato<br />

tra la California, l’Arizona e il Nevada,<br />

dove nei pressi del lago Tahoe sorge il<br />

Ponderosa. Alcuni episodi sono diretti<br />

da Jacques Tourneur, ma a detta <strong>dei</strong><br />

fans i migliori sono quelli girati da un<br />

giovane Robert Altman.<br />

Boney (Id.) Con: James Laurenson,<br />

Kate Fitzpatrick. Produzione: Australia,<br />

1972, poliziesco, colore (26/60’).<br />

James Laurenson veste i panni dell’ispettore<br />

Bonaparte detto “Boney”, un<br />

poliziotto dalle buone maniere nonostante<br />

le origini aborigene. Nel secondo<br />

ciclo entra in scena la collega Alice<br />

McGorr (Kate Fitzpatrick), destinata<br />

ad invaghirsi del detective protagonista.<br />

John McCallum firma da produttore<br />

esecutivo insieme a Bob Austin e<br />

Lee Robinson. Il personaggio di Boney<br />

trae origine dai romanzi di Arthur<br />

Upfield: rispetto alle avventure letterarie,<br />

le storie televisive sono ambientate<br />

ai giorni nostri, Boney non ha 50<br />

anni ma 20 di meno, non è più sposato<br />

con tre figli ma single impenitente. La<br />

scelta di Laurenson, giunta dopo 18<br />

mesi di ricerca per l’attore principale,<br />

ha scatenato le reazioni delle comunità<br />

aborigene – prima fra tutte la Foundation<br />

For Aboriginal Affairs – le quali<br />

hanno accusato la produzione di discriminazione:<br />

McCallum ha liquidato<br />

le polemiche spiegando che Boney<br />

era aborigeno solo da parte di madre e<br />

quindi non doveva esserlo al cento<br />

per cento. La colonna sonora è com­<br />

posta da Sven Libaek. Le riprese sono<br />

state effettuate tra Alice Springs, Wilpena<br />

Pound, Narridy, Orange, Wellington<br />

e Sydney; la produzione ha incontrato<br />

non poche difficoltà nel corso<br />

delle riprese a causa della polvere nelle<br />

zone desertiche. Honor Blackman<br />

(Agente Speciale) compare in un cameo.<br />

Girata interamente su pellicola,<br />

la serie è costata 60.000 dollari ad episodio.<br />

Booker (Id.) Con: Richard Grieco,<br />

Katie Rich, Carmen Angenziano, Marcia<br />

Strassman, Lori Petty. Produzione:<br />

Usa, 1989, poliziesco, colore (22/60’).<br />

Spin-off di 21 Jump Street con protagonista<br />

Richard Grieco nei panni di<br />

Dennis Booker, diventato investigatore<br />

della multinazionale giapponese<br />

Teshima Corporation. Nonostante il<br />

nuovo incarico, il protagonista è rimasto<br />

lo stesso ribelle del serial precedente:<br />

giubbotto di pelle, t-shirt, barba<br />

incolta e motocicletta (nonostante abbia<br />

comprato una vecchia Firebird<br />

convertibile); grazie al suo fascino, si<br />

avvale di una rete di segretarie e<br />

hacker che lo aiutano ad avere le<br />

informazioni necessarie. Katie Rich<br />

veste i panni di Elaine Grazzo, la sua<br />

assistente; Carmen Angenziano è<br />

Chick Sterling, a capo delle operazioni<br />

dell’azienda; Marcia Strassman assume<br />

il ruolo di Alicia Rudd, vice-presidente<br />

della Teshima. Lori Petty si aggiunge<br />

in corsa come la nuova assistente<br />

di Booker, Suzanne Dunne. La rockstar<br />

Billy Idol compone e canta “Hot in<br />

the City”, il tema musicale; le musiche<br />

originali sono invece di Peter Bernstein<br />

e Mike Post. Stephen J. Cannell, ideatore<br />

della serie con Eric Blakeney, firma<br />

altresì da produttore esecutivo con<br />

Steve Beers e Bill Nuss. Le riprese sono<br />

state effettuate a Vancouver.


113 Boomtown<br />

Boomerang magico, Il (The Magic<br />

Boomerang) Con: David Morgan, Penelope<br />

Shelton, Telford Jackson. Produzione:<br />

Australia, 1965, avventura/fantastico,<br />

b/n (39/30’).<br />

Serie a metà strada tra il fantastico e<br />

l’ecologico su un ragazzo che possiede<br />

un boomerang magico in grado di risolvere<br />

situazioni difficili o sventare<br />

pericoli imminenti. Tom Thumbleton<br />

(David Morgan) fa la gioia della mamma<br />

(Penelope Shelton) e di papà Dan<br />

(Telford Jackson), soprattutto quando<br />

diventa l’eroe locale per aver sventato<br />

una rapina o aver salvato i pescatori in<br />

difficoltà: chi ben fa, ben avrà, come<br />

un boomerang. La serie è prodotta da<br />

Roger Mirams e dalla Pacific Film. I<br />

paesaggi da cartolina sono stati ripresi<br />

nei dintorni di Woodend.<br />

Boomer cane intelligente (Here’s<br />

Boomer) Con: attori vari. Produzione:<br />

Usa, 1980, avventura, colore (23/30’).<br />

Remake di una serie canadese degli anni<br />

’60 (L’amico Gipsy), la serie racconta<br />

le vicissitudini di Boomer, un<br />

adorabile cane bastardo che vagabonda<br />

aiutando i bipedi in difficoltà. Tra le<br />

altre buone azioni, riesce a far capire<br />

che una ragazzina considerata ritardata<br />

soffre in realtà di sordità. La scelta di<br />

dar voce ai pensieri di Boomer – il solo<br />

personaggio ricorrente del <strong>telefilm</strong> – è<br />

stata abbandonata dopo un tentativo a<br />

fine anni ’80. Il protagonista a quattro<br />

zampe, che originariamente si chiamava<br />

Johnny, è allenato dai suoi proprietari:<br />

Ray Berwick e Bryan Renfro.<br />

Boomtown (Id.) Con: Donnie Wahlberg,<br />

Mykelti Williamson, Jason Gedrick,<br />

Gary Basaraba, Lana Parrilla,<br />

Neal McDonough, Nina Garbiras.<br />

Produzione: Usa, 2002, polizieso, colore<br />

(24/30’).<br />

In onda in America un anno dopo<br />

Law&Order: Criminal Intent (2001),<br />

anche questo <strong>telefilm</strong> usa la tecnica<br />

della soggettiva per raccontare come<br />

sia avvenuto il delitto: come recita il<br />

claim pubblicitario, “un crimine visto<br />

da ogni punto di vista”; come ha strillato<br />

la critica americana, “un incrocio<br />

tra Pulp Fiction e Rashomon”. Per le<br />

strade di Los Angeles, “dove non ci sono<br />

preghiere ma solo storie”, si muovono<br />

l’agente immigrato Tom Turcotte<br />

(Jason Gedrick); il collega sapientone<br />

Ray Hechler (Gary Basaraba); la<br />

sensibile Teresa Ortiz (Lana Parrilla),<br />

paramedico; il malinconico detective<br />

Joel Stevens (Donnie Wahlberg); l’investigatore<br />

di colore Bobby Smith<br />

(Myketi Williamson). Quest’ultimo è<br />

sopravvissuto per miracolo alla Guerra<br />

del Golfo e ora vive giorno per giorno:<br />

è capace di andare incontro a un<br />

omicida che gli punta la pistola addosso<br />

e di togliergliela dalle mani come se<br />

portasse via il gelato a un bambino<br />

(non per niente, Smith è soprannominato<br />

“Fearless”, “senza paura”). In<br />

successione, il montaggio mostra la ricostruzione<br />

<strong>dei</strong> fatti, oggettivamente<br />

(senza fronzoli o distorsioni, con un taglio<br />

da rapporto poliziesco alla Dragnet)<br />

e soggettivamente (all’inizio di<br />

ogni micro-storia un cartello illustra a<br />

chi appartiene il flashback ad personam).<br />

Capita anche di rivivere gli ultimi<br />

istanti di vita della vittima (così, ad<br />

esempio, vediamo un ragazzino finito<br />

ucciso in un regolamento di conti<br />

quando ancora era fuori dal giro, al sicuro<br />

fra le mura domestiche). Nella fase<br />

finale di ogni episodio si incrociano<br />

e si confrontano i diversi “punti di vista”:<br />

nella sovrapposizione <strong>dei</strong> dettagli,<br />

nella convergenza sul luogo del<br />

delitto, emerge la soluzione del caso. A<br />

margine, si stagliano le figure dell’a­


Boston Hospital<br />

stuto e arrivista procuratore distrettuale<br />

David McNorris (Neal McDonough),<br />

sempre pronto a pavoneggiarsi davanti<br />

ai flash e alle telecamere; non è un caso<br />

che la sua amante sia la giornalista<br />

d’assalto Andrea Little (Nina Garbiras),<br />

firma del “Tribune” che non sempre<br />

si fida delle soffiate del partner. La<br />

serie, che si avvale di una buona dose<br />

di sarcasmo, scene esplicite di sesso,<br />

forzature della legge da parte <strong>dei</strong> tutori<br />

dell’ordine, si è aggiudicata 2 Television<br />

Critics Association Awards, un Peabody<br />

Award, un Imagen Award, un<br />

Golden Satellite Award. L’ideatore<br />

Graham Yost firma anche da produttore<br />

esecutivo con Jon Avnet (che è anche<br />

il regista della puntata-pilota); i<br />

due sono affiancati alla produzione,<br />

oltre che dalla Dreamworks di Steven<br />

Spielberg, da Laurence Andries, Chris<br />

Brancato, Anne McGrail, Albert J.<br />

Salke. La colonna sonora è composta<br />

da Philip Giffin, Bennett Salvay e, soprattutto,<br />

da W.G. Snuffy Walden.<br />

Kelly Rowan (The O.C., 2002) e Rebecca<br />

De Mornay compaiono da gueststars<br />

in più di un episodio; Kelly Hu,<br />

Virginia Madsen e LeVar Burton sono<br />

fra gli altri volti noti di passaggio nella<br />

serie. Oltre che a Los Angeles, le riprese<br />

sono state effettuate a Santa Clarita,<br />

altra località della California.<br />

Boston Hospital (Gideon’s Crossing)<br />

Con: Andre Braugher, Ruben<br />

Blades, Russell Hornsby, Ravi Kapoor,<br />

Eric Dane, Sophie Keller, Rhona<br />

Mitra, Hamish Linklater, Meagan<br />

Gregory, Jascha Washington, Brian<br />

Wiltshire. Produzione: Usa, 2000, medico,<br />

colore (21/60’).<br />

COTTO<br />

Volevano essere il dottor Ross. Belli<br />

come sono, fascinosi come modelli e<br />

modelle, forse i medici protagonisti<br />

114<br />

della serie hanno scambiato la corsia<br />

per una passerella. Tratto dal romanzo<br />

The Measure of Our Days del dottor<br />

Jerome Groopman, il <strong>telefilm</strong> ha come<br />

figura principale quella del brillante<br />

dottor Ben Gideon (Andre Braugher),<br />

a capo del reparto Medicina Sperimentale<br />

in un grande ospedale di Boston<br />

popolato perlopiù da tirocinanti. Il dottor<br />

Max Cabranes (Ruben Blades) è il<br />

sarcastico direttore dell’ospedale, mentre<br />

il suo vice, il dottor Aaron Boies<br />

(Russell Hornsby), tormenta i sottoposti,<br />

fra i quali l’ambizioso dottor<br />

Siddharta “Sid” Shandar (Ravi Kapoor)<br />

e i giovani medici Wyatt Cooper<br />

(Eric Dane), Maya Stiles (Sophie Keller)<br />

e Alejandra “Ollie” Klein (Rhona<br />

Mitra). Nei brevi intervalli in cui non<br />

si disserta sul senso della vita, un pizzico<br />

di umorismo giunge dalla figura<br />

del nervoso dottor Bruce Cherry (Hamish<br />

Linklater). Vedovo con tre figli a<br />

carico, Gideon sembra vivere nel ricordo<br />

della moglie, morta per un tumore.<br />

E così alla fine non si capisce se<br />

sia lui a occuparsi <strong>dei</strong> figli Rose (Meagan<br />

Gregory), Eli (Jascha Washington)<br />

e Charlie (Brian Wiltshire), oppure<br />

il contrario. Scott Brazil, Paul Attanasio<br />

ed Eric Overmyer firmano da<br />

produttori esecutivi la serie che si è aggiudicata<br />

nel 2001 un ALMA Award e<br />

un Emmy Award (quest’ultimo per le<br />

musiche di James Newton Howard).<br />

Tra i compositori di turno si segnala<br />

anche Steve Porcaro <strong>dei</strong> Toto. Il <strong>telefilm</strong><br />

è stato girato a Los Angeles. Tra i<br />

volti noti sfila quello di Marlee Matlin.<br />

Boston public (Id.) Con: Chi Mc-<br />

Bride, Anthony Heald, Jessalyn Gilsig,<br />

Fyvush Finkel, Sharon Leal, Joey<br />

Slotnick, Nicky Katt, Thomas Mc-<br />

Carthy, Loretta Devine, Jeri Ryan, Micheal<br />

Rapaport, Joey McIntyre, Jon


115 Boston public<br />

Abrahams, Michelle Monaghan, Rashida<br />

Jones, Cara DeLizia. Produzione:<br />

Usa, 2000, drammatico, colore<br />

(81/60’).<br />

L’ennesima genialata dell’ex avvocato<br />

David E. Kelly, qui anche produttore<br />

esecutivo, è di rappresentare quello<br />

che succede in un turbolento liceo<br />

pubblico da un punto di vista originale<br />

e inedito: la vita scolastica raccontata<br />

non con gli occhi degli alunni, bensì<br />

con quelli degli insegnanti. La serie intende<br />

offrire uno spaccato di quel microcosmo<br />

che si muove tra i corridoi e<br />

le aule della Winslow High School, in<br />

una periferia di Boston assai distante<br />

dall’atmosfera delle esclusive scuole<br />

private del Massachusetts. Nel liceo<br />

pubblico esercitano un preside e un<br />

corpo docente dalle idee molto liberal,<br />

che ha adottato metodi didattici originali<br />

che hanno poco da invidiare al<br />

film L’attimo fuggente. Il preside è<br />

l’autoritario Steven Harper (Chi Mc-<br />

Bride), sempre disponibile a trovare<br />

una soluzione a ogni problema, se è il<br />

caso anche con le maniere forti; il suo<br />

vice, l’integerrimo Scott Guber (Anthony<br />

Heald), si concede una sola “distrazione”:<br />

la passione non corrisposta per<br />

l’attraente direttrice del dipartimento<br />

di sociologia, Lauren Davis (Jessalyn<br />

Gilsig); l’ottuagenario professore di<br />

storia Harvey Lipshultz (Fyvush<br />

Finkel), eccentrico e di vecchio stampo,<br />

il quale arriva a espellere dalla propria<br />

classe una studentessa che non indossa<br />

il reggiseno; l’insegnante di musica<br />

Marylin Sudor (Sharon Leal), oggetto<br />

del desiderio di molti studenti; lo<br />

sfigato professore d’inglese Milton<br />

Buttle (Joey Slotnick), al centro degli<br />

scherzi di coloro che siedono fra i banchi;<br />

il docente di geologia, Harry Senate<br />

(Nicky Katt), che per farsi rispettare<br />

non esita a sfoderare la pistola che<br />

porta sempre con sé; Kevin Riley<br />

(Thomas McCarthy), il giovane allenatore<br />

della squadra di football; la fragile<br />

insegnante di educazione Marla<br />

Hendricks (Loretta Devine), appena<br />

uscita da un esaurimento nervoso.<br />

Successivamente entrano in scena tre<br />

nuovi docenti di inglese: la splendida<br />

avvocatessa Ronnie Cook (Jeri Ryan),<br />

amica di Senate; Danny Hanson (Michael<br />

Rapaport), il quale si contraddistingue<br />

da subito per gli screzi con la<br />

Hendricks; Colin Flynn (Joey McIntyre),<br />

che diviene popolare per la sua<br />

propensione a identificarsi con gli studenti.<br />

È il turno anche di Zach Fischer<br />

(Jon Abrahams), il nuovo professore<br />

di scienze che si era diplomato anni<br />

prima proprio a Winslow, e dell’idealistica<br />

insegnante di sociologia Kimberly<br />

Woods (Michelle Monaghan), la<br />

quale subentra alla Davis senza alcuna<br />

spiegazione. Tra gli altri personaggi di<br />

contorno spicca Louisa Fenn (Rashida<br />

Jones), la segretaria di Harper, in seguito<br />

sostituita da Marcie Kendall<br />

(Cara DeLizia). I legami tra insegnanti<br />

e allievi non sono sempre <strong>dei</strong> più semplici,<br />

anzi: Buttle si invaghisce di una<br />

ragazza che poi scopre frequentare la<br />

Winslow High nella veste di studentessa<br />

senior (nonostante questo, i due<br />

continuano a vedersi, salvo poi essere<br />

beccati a far sesso dal padre di lei; Riley,<br />

che era a conoscenza della relazione,<br />

viene licenziato da Guber per non<br />

averglielo riferito); Lauren si invischia<br />

in una torrida liaison con un ex studente<br />

ma poi, accortasi della di lui ossessione<br />

nei suoi confronti, è costretta a<br />

difendersi con una pistola (quando lo<br />

viene a sapere, Harper la sospende per<br />

due mesi). Tra i colpi di scena: la comparsa<br />

del figlio segreto di Lipshultz,<br />

frutto dell’avventura di una notte di 58<br />

anni prima, alla vigilia della sua par­


Boys and girls<br />

tenza per la guerra; Senate, invece,<br />

viene accoltellato dal fratello maggiore<br />

di uno <strong>dei</strong> suoi studenti nel tentativo<br />

di convincerlo a non uccidere un commesso<br />

durante una rapina (durante il<br />

suo ricovero, Ronnie Cooke gli confessa<br />

di amarlo). Tra i volti noti di passaggio<br />

nella serie: Anne Archer, Sherilyn<br />

Fenn, Billy Zane, Amber Tamblyn.<br />

Oltre al già citato David E. Kelley,<br />

firmano da produttori esecutivi Jason<br />

Katims, Jonathan Pontell, Kerry<br />

Lenhart, Mike Listo, John J. Sakmar.<br />

Le musiche originali sono di Danny<br />

Lux, il tema musicale è composto da<br />

Thomas Newman. La serie si è aggiudicata<br />

un Emmy Award, un American<br />

Choreography Award, un GLAAD Media<br />

Award, 3 Image Awards, un Peabody<br />

Award. Gli esterni della Winslow<br />

sono in realtà quelli della East High<br />

School di Boston.<br />

Boys and girls (The Sausage Factory;<br />

Say what) Con: Adam Brody, Andi<br />

Eystad, Kenny Fisher, Adam Frost,<br />

Johnny K. Lewis, Kristen Renton.<br />

Produzione: Canada, 2001, sit-com,<br />

colore (13/30’).<br />

Convivenza e legami da sit-com per un<br />

gruppo di giovani sulla soglia della<br />

maturità alle prese con i problemi e le<br />

tematiche degne del canale cult MTV:<br />

una sorta di serie-clone di Undressed<br />

(1999), anche se è stata lanciata come<br />

“un incrocio tra Dawson’s Creek e<br />

American Pie”. Tra i personaggi: Zack<br />

Altman (Adam Brody) si eccita per la<br />

reginetta della scuola Lisa Holiday<br />

(Andi Eystad); J.C. (Kenny Fisher) è<br />

attratto dalle donne mature; il solitario<br />

Gilby (Johnny K. Lewis) va sempre in<br />

bianco; Ted Ogilvy (Adam Frost) è fidanzato<br />

con Nancy Winograd (Kristen<br />

Renton). Timothy Gamble, Michael<br />

Hirsh, Stephen Hodgins, Danny Kal­<br />

116<br />

lis, Patrick Loubert e Jessica Swirnoff<br />

firmano da produttori esecutivi la sitcom<br />

ideata da Henry Pincus che trae<br />

origine da un film-tv del 2000 (The<br />

Sausage Factory). La canzone-tema è<br />

firmata da Brown, mentre Brian Carson<br />

e Ari Wise collaborano alla colonna<br />

sonora. Le riprese sono state effettuate<br />

a Vancouver in Canada. Il <strong>telefilm</strong><br />

si è aggiudicato nel 2002 il prestigioso<br />

premio canadese Leo Award.<br />

Bradipo Con: Andrea Pezzi, Claudio<br />

Gioè, Sabrina Corabi, Marta Bellocchio,<br />

Walter Leonardi, Mariko. Produzione:<br />

Italia, 2001, sit-com, colore<br />

(12/30’).<br />

“Realtà e finzione si intrecciano alla ricerca<br />

di un equilibrio. Un gioco a cinque<br />

per ‘inventare’ una storia autentica”:<br />

così il claim della cartella stampa<br />

che lancia la prima serie che vede protagonista<br />

Andrea Pezzi, già vee-jay di<br />

MTV che della sit-com è altresì ideatore<br />

con Marco Pozzi. Storie quotidiane di<br />

ordinaria amicizia tra Andrea Pezzi (il<br />

quale interpreta sé stesso), un ragazzo<br />

di successo che conduce popolari programmi<br />

televisivi su MTV; suo cugino<br />

Walter (Claudio Gioè), un genio del<br />

computer che vive con un gatto che<br />

nessuno ha mai visto; la frustrata Sabrina<br />

(Sabrina Corabi), un’attrice alla<br />

ricerca della grande occasione che detesta<br />

Andrea; l’ipocondriaca Chiara<br />

(Marta Bellocchio), studiosa di biologia<br />

marina nonché impiegata in un negozio<br />

di acquari che diventa il punto<br />

d’incontro <strong>dei</strong> 5 ragazzi; David (Walter<br />

Leonardi) è un figlio di papà presuntuoso<br />

che non può rinunciare ai<br />

suoi due cellulari. I cinque protagonisti<br />

sono “spiati” dalle web-cam piazzate<br />

ovunque da Andrea: a casa sua, tra<br />

le mura di Walter, nel negozio di Chiara…<br />

Dopo il disappunto iniziale, Wal­


117 Bret Maverick<br />

ter, Sabrina, Chiara e David decidono<br />

di stare al gioco e di “recitare” la parte.<br />

Mariko interpreta Wakako Hirabuki.<br />

Claudio Castellani e Pietro Pareglio<br />

firmano da produttori. La colonna sonora<br />

è affidata a Claudio Pelissero.<br />

Bravo Dick (Newhart) Con: Bob<br />

Newhart, Mary Frann, Tom Poston, Steven<br />

Kampmann, Jennifer Holmes, Julia<br />

Duffy, Peter Scolari. Produzione: Usa,<br />

1982, sit-com, colore (183/30’; 1/60’).<br />

Uno scrittore di manuali e sua moglie<br />

si trasferiscono nel New England<br />

comprando e ristrutturando un albergo<br />

del 1774 a River City, nel Vermont:<br />

Bob Newhart interpreta il protagonista,<br />

Dick Loudon; Mary Frann<br />

veste i panni della moglie Joanna.<br />

Nella loro (nuova) vita entrano, o meglio<br />

irrompono, una serie di nuovi<br />

personaggi: George Utley (Tom Poston)<br />

è un karateka che vive nel loro<br />

stesso palazzo; Kirk Devane (Steven<br />

Kampmann) gestisce un negozio di<br />

souvenir alla porta accanto; Leslie<br />

Vanderkellen (Jennifer Holmes) è la<br />

domestica dell’edificio con tanto di<br />

laurea universitaria; Stephanie Vanderkellen<br />

(Julia Duffy) entra in scena<br />

come la cugina di quest’ultima, destinata<br />

a sostituirla come cameriera.<br />

Nella terza stagione Dick viene chiamato<br />

a condurre un talk-show sul<br />

network locale WPIV; Peter Scolari<br />

entra nel cast nelle vesti di Michael<br />

Harris, il produttore dello show Vermont<br />

Today che in seguito s’innamora<br />

di Stephanie, la sposa e ha una figlia<br />

da lei. La puntata conclusiva è molto<br />

simile a quella del contemporaneo A<br />

cuore aperto: tutto il serial non è stato<br />

altro che un lungo sogno; Bob<br />

Newhart si risveglia nel pigiama di<br />

Bob Hartley, il personaggio che aveva<br />

interpretato in una sit-com di un<br />

decennio prima (The Bob Newhart<br />

Show, 1972) e trova al suo fianco la<br />

moglie Emily (che, come nel <strong>telefilm</strong><br />

precedente, ha il volto di Suzanne<br />

Pleshette). La serie, che si avvale delle<br />

musiche di Henry Mancini, è stata<br />

girata a East Middlebury. Barry<br />

Kemp è il creatore e produttore esecutivo<br />

del serial, in quest’ultima veste<br />

in compagnia di Mark Egan, Mark<br />

Solomon, David Mirkin, Douglas<br />

Wyman e Dan Wilcox. Angela Lansbury<br />

compare da guest-star nei panni<br />

di sé stessa.<br />

Bret Maverick (Id.) Con: James Garner,<br />

Darleen Carr, John Shearin, Ed<br />

Bruce, Tommy Bush, Stuart Margolin,<br />

Luis Delgado. Produzione: Usa, 1981,<br />

western, colore. (18/60’).<br />

COTTO<br />

James Garner torna nel ruolo da lui<br />

creato una ventina di anni prima in un<br />

sequel che non ottiene il successo del<br />

serial originale (Maverick). Nel corso<br />

della prima puntata, Bret Maverick<br />

vince una partita di carte al Red Ox<br />

Saloon di Sweetwater (Arizona) e decide<br />

di piantarci le tende. Attorno alla<br />

sua figura ruotano: la giornalista del<br />

“Territorian” Mary Lou Springer<br />

(Darleen Carr), lo sceriffo Mitchell<br />

Dowd (John Shearin), l’ex sceriffo<br />

Tom Guthrie (Ed Bruce). Lo stesso<br />

Bruce, più famoso in America come<br />

cantante country che come attore,<br />

canta il tema musicale del serial; la<br />

musica originale è composta da J.A.C.<br />

Redford. Il fratello di James Garner,<br />

Jack, compare nei panni del barista del<br />

saloon. Tra gli altri personaggi ricorrenti:<br />

lo stupido vice-sceriffo Sturgess<br />

(Tommy Bush), lo scout indiano Philo<br />

Sandine (Stuart Margolin), il commerciante<br />

Shifty Delgrado (Luis<br />

Delgado).


Brigate del Tigre, Le<br />

Brigate del Tigre, Le (Les Brigades<br />

du Tigre) Con: Jean-Claude Bouillon,<br />

Jean-Paul Tribout, Pierre Maguelon,<br />

François Maistre. Produzione: Francia,<br />

1974, poliziesco, colore (36/60’).<br />

CULT<br />

La serie, una delle più popolari in patria,<br />

racconta le inchieste di un trio di<br />

“intoccabili” operanti nelle squadre<br />

mobili (brigades mobiles) create da<br />

Georges Clémenceau nel 1907 e che,<br />

quando quest’ultimo divenne Ministro<br />

degli Interni, furono soprannominate<br />

“le brigate del Tigre”. Tra le caratteristiche<br />

di questa forza speciale che<br />

combatte a tutto campo la criminalità<br />

e i complotti di chi minaccia la Repubblica:<br />

ha competenza nazionale,<br />

per ridurre le distanze è dotata delle<br />

macchine più veloci e del telegrafo,<br />

tutti i membri sono addestrati fisicamente<br />

con la boxe francese. Ne fanno<br />

parte il commissario Valentin (Jean-<br />

Claude Bouillon) e i suoi due aiutanti,<br />

gli ispettori Pujol (Jean-Paul Tribout)<br />

e Terasson (Pierre Maguelon), ai quali<br />

si aggiunge il collerico capitano Faivre<br />

(François Maistre). La serie, che si segnala<br />

per le minuziose ricostruzioni<br />

d’epoca di Claude Desailly e per la varietà<br />

di stili narrativi (dalla commedia<br />

alla suspense, passando addirittura<br />

per il soprannaturale), è aperta da<br />

un’immagine fissa che prende vita<br />

dopo che una voce fuori campo ha ricostruito<br />

le circostanze che daranno il<br />

via all’indagine. Étienne Laroche e<br />

Serge Lebeau firmano da produttori<br />

esecutivi. Le musiche sono composte<br />

da Claude Bolling; Philippe Clay canta<br />

la sigla di testa (“La complainte des<br />

Apaches”). Una curiosità: nonostante<br />

Desailly avesse scritto le sceneggiature<br />

di altri sei episodi, essi non furono<br />

mai girati per via di un cambio direzionale<br />

a France 2 che annullò gli in­<br />

118<br />

vestimenti del management precedente.<br />

Brigate Verdi (Brigade Verte) Con:<br />

Gilles Ségal, Christiane Minazzoli,<br />

Jean-Yves Chatelais, Stéphanie Fugain.<br />

Produzione: Francia/Germania/-<br />

Italia, 1985, poliziesco, colore (8/60’).<br />

Capitanate dal commissario Marc-Antoine<br />

Amordedieu (Gilles Ségal), le<br />

Brigate Verdi, alle dirette dipendenze<br />

del Ministro dell’Ambiente, si occupano<br />

di frodi alimentari, di bracconieri,<br />

di radioattività, di rifiuti tossici, di<br />

inquinamento. Se esistessero oggi,<br />

forse si occuperebbero di “mucca pazza”<br />

(non per niente, in un episodio accendono<br />

i riflettori sul traffico di carni<br />

infette). Tra gli altri interpreti di contorno:<br />

Christiane Minazzoli, Jean-<br />

Yves Chatelais, Stéphanie Fugain. La<br />

serie trae origine da un romanzo di Gérard<br />

Nery. La colonna sonora è composta<br />

da Robert Viger.<br />

Brillantina (The Outsiders) Con: Jay<br />

R. Ferguson, Rodney Harvey, Boyd<br />

Kestner, David Arquette, Harold P.<br />

Pruett, Scott Coffee, Robert Rusler,<br />

Kim Walker, Michael Madsen,<br />

Heather McComb. Produzione: Usa,<br />

1990, drammatico, colore (14/60’).<br />

Il sequel televisivo de I ragazzi della<br />

56esima strada, il film diretto da Francis<br />

Ford Coppola nel 1983 tratto da un<br />

romanzo di S.E. Hinton (The Outsiders),<br />

vanta la firma dello stesso cineasta<br />

quale produttore esecutivo (in<br />

compagnia di Fred Ross). Ambientata<br />

nell’Oklahoma del 1966, la storia segue<br />

le orme di quella cinematografica<br />

sulle avventure da teddy boys di tre orfani<br />

di Tulsa che vivono sotto la tutela<br />

del fratello più grande. Jay R. Ferguson<br />

interpreta il più giovane Pony Boy<br />

Curtis, il quindicenne che funge altresì


119 Brooklyn South<br />

da narratore, iscritto alla Walker Ridge<br />

High School: insieme ai suoi compagni<br />

di classe, i cosiddetti “greasers”, si<br />

schiera quotidianamente contro i borghesi<br />

“socks”; Rodney Harvey veste i<br />

panni di Soda Pop Curtis, il fratello di<br />

mezzo; Boyd Kestner è Darrel Curtis,<br />

il primogenito <strong>dei</strong> tre che lavora come<br />

operaio che aggiusta i tetti. Tra gli altri<br />

personaggi ricorrenti: Two Bit (David<br />

Arquette), Steve (Harold P. Pruett),<br />

Randy (Scott Coffee), Tim Shepard<br />

(Robert Rusler), Cherry (Kim Walker),<br />

Mick Jenkins (Michael Madsen)<br />

e Scout (Heather McComb). Leonardo<br />

DiCaprio compare da guest-star. Rispetto<br />

alla pellicola, il <strong>telefilm</strong> vira<br />

verso un finale ottimistico. W.G.<br />

Snuffy è l’autore della colonna sonora.<br />

Brivido dell’imprevisto, Il (Tales of<br />

the Unexpected; Roald Dahl’s Tales of<br />

the Unexpected) Con: interpreti vari.<br />

Produzione: Gran Bretagna, 1979, thriller,<br />

colore (112/30’).<br />

Classico thriller antologico britannico<br />

che trae spunto dai racconti brevi di<br />

Roald Dahl, il quale introduce “alla<br />

Hitchcock” due stagioni. Ogni episodio<br />

è un concentrato di suspense e horror,<br />

ma le puntate più rimarchevoli sono<br />

quelle in cui è presente il gusto della<br />

black comedy tipicamente inglese. Arrivato<br />

a raggiungere in patria oltre il<br />

50% di share (un televisore su due sintonizzato),<br />

venduto in più di 70 paesi,<br />

il serial vanta una valanga di volti noti:<br />

tra gli altri, Joan Collins, John Gielgud,<br />

Joseph Cotten, Derek Jacobi, Eli<br />

Wallach, Telly Savalas, Tom Bosley,<br />

Janet Leigh, Van Johnson, Peter Cushing,<br />

George Peppard, Sondra Locke,<br />

Susan Strasberg, Don Johnson. Nelle<br />

vesti di presentatore, Dahl è stato successivamente<br />

rimpiazzato da John<br />

Houseman. John Woolf e John Fle­<br />

ming Ball firmano da produttori esecutivi<br />

per l’indipendente Anglia Television.<br />

Le riprese sono state effettuate,<br />

oltre che a Norfolk e Suffolk, in Inghilterra,<br />

in Giamaica (Montego Bay) e in<br />

Francia, a Parigi. Il tema musicale e la<br />

colonna sonora sono composti da Ron<br />

Grainer. Karen Standley è la ballerina<br />

che danza sulle note della sigla iniziale.<br />

La serie si è aggiudicata un prestigioso<br />

Edgar Allan Poe Award nel<br />

1980.<br />

Bronk (Id.) Con: Jack Palance, Joseph<br />

Mascolo, Henry Beckman, Tony<br />

King, Dina Ousley. Produzione: Usa,<br />

1975, poliziesco, colore (24/60’).<br />

Jack Palance è il tenente di polizia<br />

Alexander Bronkov detto “Bronk”, assegnato<br />

alla sicurezza del sindaco di<br />

Ocean City, in California. Joseph Mascolo<br />

interpreta il primo cittadino Pete<br />

Santori; Henry Beckman è il poliziotto<br />

Harry Mark; Tony King veste i panni<br />

del sergente John Webber, l’assistente<br />

di Bronk; Dina Ousley è Ellen, la figlia<br />

zoppa del detective protagonista, rimasto<br />

vedovo dopo che la moglie ha<br />

perso la vita in un incidente d’auto che<br />

ha coinvolto la stessa Ellen. Bruce<br />

Geller firma da produttore esecutivo in<br />

compagnia dell’ideatore Carroll O’-<br />

Connor. Palance non nascose la sua insofferenza<br />

nel recitare in una serie che<br />

definì, in un’intervista del 1982, “alquanto<br />

stupida”. Lalo Schifrin e George<br />

Romanis compongono le musiche<br />

originali.<br />

Brooklyn South (Id.) Con: Jon Tenney,<br />

Gary Basaraba, Michael DeLuise,<br />

Yancy Butler, Titus Welliver, Klea<br />

Scott, Richard T. Jones, Adam Rodriguez,<br />

Dylan Walsh. Produzione: Usa,<br />

1997, poliziesco, colore (22/60’).<br />

Dall’ideatore di NYPD e Hill Street


Brothers 120<br />

Giorno e notte, Steven Bochco, ecco<br />

un altro serial sulle vicende di un distretto<br />

di polizia, questa volta distaccato<br />

nella zona sud di Brooklyn, dove la<br />

delinquenza non manca e “dove l’unica<br />

legge è quella della sopravvivenza”.<br />

A contrastarla ci provano: il sergente<br />

di pattuglia Francis X. Donovan (Jon<br />

Tenney), il sergente Richard Santoro<br />

(Gary Basaraba), gli agenti Phil Roussakoff<br />

(Michael DeLuise), Ann-Marie<br />

Kersey (Yancy Butler), Jack Lowery<br />

(Titus Welliver), Nona Valentine (Klea<br />

Scott), Clement Johnson (Richard T.<br />

Jones), Hector Villanueva (Adam Rodriguez),<br />

Jimmy Doyle (Dylan Walsh).<br />

Donovan è altresì un infiltrato della<br />

Interdisciplinare: memorabile quando<br />

promuove Kersey dopo che questa<br />

ha ucciso a calci nello stomaco, all’interno<br />

del distretto, il killer del fidanzato.<br />

Vicende personali e arresti on the<br />

road si alternano come nella migliore<br />

tradizione <strong>dei</strong> <strong>telefilm</strong> di Bochco, il<br />

quale firma anche da produttore esecutivo<br />

con Michael Watkins, David Milch<br />

e William M. Finkelstein; gli ultimi<br />

due sono co-ideatori assieme a Bochco<br />

e Bill Clark. La serie ha vinto un<br />

Emmy Award e un People’s Choice<br />

Award nel 1998. Le riprese che ruotano<br />

intorno al 74esimo distretto sono<br />

state effettuate tra New York<br />

(Brooklyn) e Los Angeles.<br />

Brothers (Id.) Con: Robert Walden,<br />

Brandon Maggart, Paul Regina, Philip<br />

Charles MacKenzie, Hallie Todd,<br />

Mary Ann Pascal, Robin Riker. Produzione:<br />

Usa, 1984, sit-com, colore<br />

(115/30’).<br />

È stata la prima serie a essere prodotta<br />

per una pay-tv e la prima ad avere come<br />

protagonista un personaggio omosessuale.<br />

Per la cronaca, in America correva<br />

l’anno 1984. Robert Walden inter­<br />

preta Joe Waters, un ex giocatore di<br />

football che ora gestisce un ristorante;<br />

Brandon Maggart veste i panni del fratello<br />

conservatore Lou; Paul Regina è<br />

Clifford, il minore <strong>dei</strong> fratelli che quando<br />

la serie ha inizio annuncia di essere<br />

gay. A Philip Charles MacKenzie è affidato<br />

il ruolo di Donald Maltby, amico<br />

di Clifford dalle stereotipate movenze<br />

femminili; Hallie Todd è Penny, la figlia<br />

di Joe; Mary Ann Pascal entra in<br />

scena come Samantha, la moglie di<br />

quest’ultimo; Robin Riker è Kelly, la<br />

cameriera del ristorante. Nel corso di<br />

115 episodi dove non mancano baci tra<br />

uomini e liti gay, si toccano temi come<br />

l’AIDS e la gelosia omosessuale. La serie<br />

è stata rifiutata per i suoi contenuti<br />

sia dall’ABC che dall’NBC. Greg Antonacci,<br />

Stu Silver e Gary Nardino sono i<br />

“coraggiosi” produttori esecutivi; David<br />

Lloyd è il creatore. Nonostante sia<br />

ambientato a New York, il <strong>telefilm</strong> è girato<br />

a Hollywood. Andy Garcia compare<br />

da guest-star.<br />

Brothers and sisters (Id.) Con:<br />

Chris Lemmon, Randy Brooks, Jon<br />

Cutler, William Windon, Larry Anderson,<br />

Amy Johnston, Mary Crosby, Roy<br />

Teicher. Produzione: Usa, 1979, sitcom,<br />

colore (12/30’).<br />

COTTO<br />

Dopo il clamoroso successo del film di<br />

John Landis Animal house (1978), i tre<br />

principali network americani si affrettarono<br />

a produrre altrettante sit-com<br />

da college: oltre a quello in questione,<br />

trasmesso dall’NBC, il flop contraddistinse<br />

anche Delta House (ABC) e Co-<br />

Ed Fever (CBS). Nel Midwest, al Larry<br />

Krandall College diretto dal suo stesso<br />

fondatore (interpretato da William<br />

Windon), si svolge la vita da campus<br />

di tre nuove reclute: Milos “Checko”<br />

Sabolcik (che ha il volto di Chris Lem­


121 Buck Rogers<br />

mon, figlio del più noto Jack), Ronald<br />

Holmes III (Randy Brooks) e Stanley<br />

Zipper (Jon Cutler) entrano a far parte<br />

della confraternita Pi Nu e vanno a vivere<br />

nella stanza delle caldaie soprannominata<br />

in originale “le dump” (“il<br />

buco”). Dei tre, Checko è il più serio e<br />

il più dedito agli studi; Ron è la pecora<br />

nera della confraternita; Zipper è lo zotico<br />

di turno (alla Belushi); il presidente<br />

della Pi Nu, Harlan Ramsey (Larry<br />

Anderson), è tanto odioso quanto ricco;<br />

la sua irritante fidanzata, Mary Lee<br />

(Amy Johnston), fa parte della stessa<br />

confraternita femminile – la Gamma<br />

Iota – di cui fa parte Suzi Cooper (interpretata<br />

da Mary Crosby, figlia del<br />

più noto Bing), la ragazza <strong>dei</strong> sogni di<br />

Zipper; Seymour (Roy Teicher) è il<br />

ciccione che abbranca qualsiasi sostanza<br />

commestibile (altro omaggio al<br />

Belushi di Animal house). Bob Brunner<br />

e Arthur Silver sono i produttori<br />

esecutivi. Mark Snow e Ken Heller<br />

compongono a quattro mani la colonna<br />

sonora.<br />

Bucanieri, I (The Buccaneers) Con:<br />

Robert Shaw, Peter Hammond, Paul<br />

Hansard, Brian Rawlinson, Wilfrid<br />

Downing. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1956, avventura, b/n (39/30’).<br />

Si tratta della prima serie a vedere veleggiare<br />

i pirati per i mari della fiction.<br />

Nel 1718, nell’isola caraibica di New<br />

Providence, tra tesori, sciabole e occhi<br />

bendati, vivono e combattono: il capitano<br />

Dan Tempest (Robert Shaw), un<br />

ex pirata che ha ricevuto la grazia dal<br />

Re e ora è al timone della Sultana, che<br />

fa rotta contro i malviventi e contro gli<br />

spagnoli; il tenente Beamish (Peter<br />

Hammond), il nuovo governatore dell’isola;<br />

Taffy (Paul Hansard) e Gaff<br />

(Brian Rawlinson), membri della ciurma;<br />

Dickon (Wilfrid Downing), l’aiu­<br />

tante del capitano. Tra i membri dell’equipaggio,<br />

da segnalare la presenza<br />

della scimmia di Tempest, soprannominata<br />

“capitano Morgan”. La serie è<br />

stata girata a Falmouth, in Inghilterra.<br />

Il Sultana non è nient’altro che il Pequod<br />

del film di John Huston Moby<br />

Dick (1956), girato nello stesso anno<br />

del serial prodotto dalla ITC. Il capitano<br />

protagonista compare solo dal terzo<br />

episodio: le prime due puntate sono<br />

una sorta di “antipasto” per ambientare<br />

al meglio il telespettatore.<br />

Hannah Weinstein firma da produttore<br />

esecutivo.<br />

Buck Rogers (Buck Rogers in the<br />

25 th Century) Con: Gil Gerard, Erin<br />

Gray, Felix Silla, Tim O’Connor, Joseph<br />

Wiseman, Tom Christopher, Jay<br />

Garner, Wilfrid Hyde-White, Pamela<br />

Hensley. Produzione: Usa, 1979, avventura/fantascienza,<br />

colore (37/60’;<br />

1/120’).<br />

Tratto dal fumetto degli anni ’20 ideato<br />

dallo scrittore Philip F. Nowlan e disegnato<br />

da Dick Calkins, dopo una traduzione<br />

radiofonica nei primi anni<br />

’40, un serial tv del 1950 e una serie cinematografica<br />

di dodici episodi nel<br />

1939, ecco la seconda incarnazione televisiva<br />

del primo eroe della fantascienza<br />

disegnata. Il capitano William<br />

“Buck” Rogers (Gil Gerard) è un astronauta<br />

del XX secolo che per un salto<br />

temporale torna sulla Terra 500 anni<br />

dopo, nel 2491, quando il nostro pianeta<br />

è minacciato da forze del male (i<br />

Draconiani). Come ogni super-eroe<br />

che si rispetti, anche il nostro ha il suo<br />

incipit: “1987, anno che segna la fine<br />

dell’era delle ricerche spaziali americane.<br />

Buck Rogers e il suo ambiquadro<br />

Twiki sono gli unici sopravvissuti<br />

alla terribile catastrofe che distruggerà<br />

ogni forma di vita sulla Terra. A bordo


Buddies 122<br />

della sua aeronave, viene catapultato<br />

in un’orbita sconosciuta che ibernerà i<br />

suoi centri vitali per ben 500 anni”.<br />

Rogers si allea con coloro che vogliono<br />

difendere la libertà e l’indipendenza,<br />

riuniti nel Direttorato della Difesa<br />

Terrestre: il colonnello Wilma Deering<br />

(Erin Gray) è a capo delle forze di resistenza<br />

terrestri ed è destinata a diventare<br />

più che un “commilitone” di<br />

Buck; Twiki (Felix Silla) è il robot preferito<br />

dell’eroe; infine, il dottor Elias<br />

Huer (Tim O’Connor). Contro di loro<br />

si schierano il perfido Re Draco (Joseph<br />

Wiseman), padrone di due terzi<br />

della galassia e l’affascinante principessa<br />

Ardala (Pamela Hensley), a capo<br />

<strong>dei</strong> Draconiani. Il protagonista può<br />

contare anche sull’aiuto del dottor<br />

Theopolis, un computer portatile incredibilmente<br />

sofisticato, solitamente<br />

appeso al collo di Twiki: non presentando<br />

fili di alcun tipo, si può considerare<br />

il primo PC a tecnologia wi-fi della<br />

storia della televisione. Nella seconda<br />

stagione il serial cambia rotta: Buck<br />

e Wilma sono a bordo della navicella<br />

spaziale Searcher e vanno alla ricerca<br />

delle tribù terrestri sopravvissute a<br />

una guerra nucleare. Tra i membri dell’equipaggio:<br />

Hawk (Tom Christopher),<br />

una creatura metà umana e<br />

metà uccello in cerca anch’egli <strong>dei</strong><br />

suoi simili, gli abitanti del pianeta Throm;<br />

l’ammiraglio Asimov (Jay Garner),<br />

discendente del più noto Isaac, è<br />

al comando dell’astronave; il dottor<br />

Goodfellow (Wilfrid Hyde-White) è<br />

lo scienziato di turno; Crichton è un<br />

robot arrogante che si rifiuta di credere<br />

di essere stato creato da Goodfellow.<br />

William Conrad è la voce narrante<br />

originale del serial. Gli ideatori sono<br />

Leslie Stevens e Glen A. Larson,<br />

quest’ultimo, oltre a essere produttore<br />

esecutivo in compagnia di John Man­<br />

tley, firma la musica della sigla. La colonna<br />

sonora è composta da Stu Phillips<br />

e Bruce Broughton. Per saggiare la<br />

reazione del pubblico, l’episodio-pilota<br />

è stato dapprima distribuito nei cinema:<br />

il buon successo ha dato il via<br />

libera alla serie; in Italia la prima puntata<br />

è arrivata solo nella versione cinematografica.<br />

Buster Crabbe, protagonista<br />

della prima versione cinematografica<br />

sul cosmonauta (Destination<br />

Saturn, 1939), compare in un cameo<br />

nella puntata-pilota; tra le altre gueststars<br />

si fanno notare Jamie Lee Curtis<br />

e Jack Palance. Nel serial del 1950<br />

Buck Rogers aveva il volto di Ken<br />

Dibbs. La prima storia a fumetti dell’eroe<br />

spaziale è apparsa il 7 gennaio<br />

1929 sul “Courier Press” di Evansville;<br />

in Italia ha esordito sul settimanale<br />

“La Risata” il 22 maggio del 1936, curiosamente<br />

ribattezzato con il nome di<br />

Elio Fiamma. Rispetto alle “strisce”,<br />

la serie presenta alcune differenze sulle<br />

origini di Rogers: nei disegni era un<br />

pilota dell’Aeronautica che, colpito<br />

da un gas nocivo mentre sorvolava<br />

una miniera abbandonata di Pittsburgh,<br />

finiva in rianimazione per 500 anni;<br />

in televisione il nostro diventa un<br />

astronauta che viene lanciato nello<br />

spazio nel 1987, la sua navicella finisce<br />

fuori orbita e Buck viene messo in<br />

ibernazione per mezzo secolo.<br />

Buddies (Id.) Con: Tanya Wright,<br />

Paula Cale, Dave Chappelle, Christopher<br />

Gartin, Judith Ivey, Richard<br />

Roundtree. Produzione: Usa, 1996,<br />

sit-com, colore (12/30’).<br />

Ambientata a Chicago, spin-off di Un<br />

uragano di papà, la sit-com racconta<br />

l’amicizia interrazziale tra un gruppo<br />

di ragazzi, alcuni di loro aspiranti cineasti<br />

come il nero Dave Carlisle (Dave<br />

Chappelle) e il bianco John Butler


123 Buffalo Bill<br />

(Christopher Gartin), i quali possiedono<br />

un piccolo studio nel centro della<br />

città. Tra gli altri coprotagonisti in scena:<br />

Phyllis (Tanya Wright), la fidanzata<br />

di Dave; Lorraine (Paula Cale), la<br />

moglie di John; Maureen (Judith<br />

Ivey), la suocera bigotta di Butler;<br />

Henry Carlisle (Richard Roundtree), il<br />

burbero padre di Dave. Matt Williams,<br />

David McFadzean e Carmen Finestra<br />

formano il trio di ideatori della sit-com<br />

in cui compaiono altresì da produttori<br />

esecutivi (con Bob Burris e Michael<br />

Ware). Brian Scott Bennett compone<br />

la colonna sonora.<br />

Buddy Faro (Id.) Con: Dennis Farina,<br />

Frank Whaley, Allison Smith,<br />

Charlie Robinson. Produzione: Usa,<br />

1998, poliziesco, colore (13/60’).<br />

L’atipica premessa vede il detective<br />

privato Bob Jones (Frank Whaley), la<br />

cui competenza è pari alla sua pigrizia,<br />

ingaggiato da Julie Barber (Allison<br />

Smith): per via di una eredità, egli deve<br />

ritrovare un mito degli anni ’60 scomparso<br />

il 9 settembre 1978 dopo l’omicidio<br />

della donna che amava. Buddy Faro,<br />

(Dennis Farina), vestito glamour e<br />

per niente intaccato dalle mode del ventennio<br />

successivo, viene ripescato dal<br />

passato in una cittadina messicana: riportato<br />

a Los Angeles da Jones, anch’egli<br />

tra i fans che lo rimpiangevano, l’idolo<br />

dagli abiti sgargianti viene ripulito<br />

per la gioia delle ragazze che gli cadono<br />

ai piedi nonostante ostenti sciovinismo<br />

da tutti i pori; meno felici sono i malviventi<br />

della città che grazie alle sue intuizioni<br />

finiscono in gattabuia. I momenti<br />

migliori del serial sono quelli in<br />

cui Bob e Julie tentano inutilmente di<br />

aggiornare lo stile di vita di Faro. Charlie<br />

Robinson interpreta El Jefe, l’amico<br />

messicano che ha seguito Buddy a Los<br />

Angeles e che entra a far parte del team<br />

investigativo. Il gioco di contrasti tra il<br />

presente e il passato viene accentuato<br />

dalla presenza di star degli anni ’60 nei<br />

panni di sé stesse: tra le altre, il cantante<br />

Jack Jones, il fondatore di “Playboy”<br />

Hugh Hefner, Dennis Franz e George<br />

Hamilton (quest’ultimo era stato candidato<br />

a interpretare Buddy Faro in una<br />

serie degli anni ’70). L’originalità del<br />

<strong>telefilm</strong> è senz’altro merito di Mark<br />

Frost – l’altra metà de I segreti di Twin<br />

Peaks (1990) – il quale firma da produttore<br />

esecutivo con Aaron Spelling,<br />

E.Duke Vincent, Kimberly Costello,<br />

Charles Haid e lo stesso Dennis Farina.<br />

Joel McNeely compone la colonna sonora.<br />

La serie ha vinto un Emmy Award<br />

nel 1999 per “la miglior direzione artistica”.<br />

Buffalo Bill (Id.) Con: Dabney Coleman,<br />

Joanna Cassidy, John Fiedler,<br />

Max Wright, Geena Davis, Charles<br />

Robinson. Produzione: Usa, 1983, sitcom,<br />

colore (26/30’).<br />

Una delle sit-com più inusuali degli<br />

anni ’80 vede protagonista l’arrogante,<br />

egoista e insensibile Bill “Buffalo<br />

Bill” Bittinger (Dabney Coleman), parente<br />

stretto – <strong>telefilm</strong>icamente parlando<br />

– di Arcibaldo (1971) e di George<br />

de I Jefferson (1975). Presentatore<br />

di un popolare talk-show su un<br />

network di Buffalo (New York), egli è<br />

quasi sempre anche l’ospite d’onore;<br />

per Bittinger le persone, in special modo<br />

le donne, vanno usate come<br />

kleenex; quando qualcosa va storto il<br />

colpevole è sempre un altro. Ma la serie<br />

ribalta i crismi della sit-com secondo<br />

i quali il cattivo cade in disgrazia:<br />

Bill è antipatico con stile e alla fine riesce<br />

sempre ad averla vinta. Tra le persone<br />

con le quali entra in conflitto alla<br />

WBFL-TV: l’affascinante direttrice Jo Jo<br />

White (Joanna Cassidy), degna di una


Buffy 124<br />

relazione apparentemente romantica;<br />

il direttore di scena Woody Deschler<br />

(John Fiedler), l’unica persona che<br />

ammira Bittinger; Karl Shub (Max<br />

Wright), perennemente sconvolto dai<br />

commenti in diretta del presentatore;<br />

l’ingenua archivista Wendy Killian<br />

(Geena Davis); Newdell (Charles Robinson),<br />

il pacato truccatore di colore.<br />

In una delle puntate più memorabili,<br />

Bill litiga con Newdell e la notte si sogna<br />

il truccatore vestito da Zulu che lo<br />

insegue mentre Ray Charles canta “Hit<br />

the road, Jack”. Tom Patchett e Jay<br />

Tarses firmano da ideatori e produttori<br />

esecutivi. Jim Carrey compare in un<br />

episodio imitando Jerry Lewis; tra gli<br />

altri volti noti spicca Martin Landau.<br />

Geena Davis è altresì tra gli autori delle<br />

sceneggiature. Per la sua interpretazione,<br />

Joanna Cassidy ha vinto un<br />

Golden Globe nel 1984.<br />

Buffy (Buffy – The Vampire Slayer)<br />

Con: Sarah Michelle Gellar, Nicholas<br />

Brendon, Charisma Carpenter, Alyson<br />

Hannigan, Anthony Stewart Head,<br />

David Boreanaz, Kristine Sutherland,<br />

James Marsters, Juliet Landau, Michelle<br />

Trachtenberg, Amber Benson,<br />

Marc Blucas, Eliza Dushku. Produzione:<br />

Usa, 1997, avventura/fantastico,<br />

colore (144/60’).<br />

SUPERCULT<br />

Lei è l’ultima discendente di una stirpe<br />

di “ammazzavampiri”, la prescelta per<br />

sconfiggere le forze soprannaturali del<br />

Male. Scelta dal destino nonostante i<br />

suoi 16 anni, ma con un coraggio da<br />

leonessa che ostenta quando si allungano<br />

le tenebre e i libri di scuola sono stati<br />

riposti nel cassetto. Dal bivio tra Beverly<br />

Hills e X-Files, ecco il serial che<br />

coniuga il filone sci-fi con quello giovanilistico.<br />

Buffy Summers (Sarah<br />

Michelle Gellar) è una studentessa ap­<br />

parentemente come le altre: scherza<br />

con i compagni, adora lo shopping con<br />

le amiche, consuma qualche flirt adolescenziale,<br />

studia per i compiti in<br />

classe e fa incubi come tutti; solo che i<br />

suoi sono veri, i mostri che popolano i<br />

suoi sogni sono in carne, ossa e canini<br />

affilati. Compaiono dal nulla quando<br />

meno te lo aspetti; prendono forma in<br />

chi non sospetteresti mai; il professore<br />

di ginnastica, il compagno di banco,<br />

quel ragazzo conosciuto al party, l’amica<br />

del cuore. Dotata di una forza<br />

fuori dal comune, di un fascino insolito<br />

e conturbante nonostante l’età da lolita,<br />

Buffy viene coadiuvata nella sua<br />

lotta quotidiana contro il maligno dagli<br />

amici del college Berryman High di<br />

Sunnydale: il simpatico Xander (Nicholas<br />

Brendon), la bella Cordelia<br />

(Charisma Carpenter), la timida Willow<br />

(Alyson Hannigan). A loro si aggiunge<br />

il mentore di mezza età Giles<br />

(Anthony Stewart Head), che aiuta<br />

Buffy nei momenti più difficili e Angel<br />

(David Boreanaz), il vampiro (apparentemente)<br />

redento che, oltre a dar vita<br />

a un serial omonimo, intreccerà una<br />

relazione passionale con la “cacciatrice”.<br />

Kristine Sutherland interpreta<br />

Joyce, la mamma divorziata di Buffy;<br />

James Marsters e Juliet Landau sono,<br />

rispettivamente, i malvagi Spike e<br />

Drusilla. Basata sul film del 1992<br />

Buffy – L’ammazzavampiri, la serie girata<br />

tra San Diego e Los Angeles dilata<br />

le tematiche giovanilistiche accennate<br />

nella pellicola, dispiega effetti speciali<br />

a tutto campo, rinverdisce la formula<br />

vincente “horror al college” rilanciata<br />

da Scream (1996) e propone un interrogativo<br />

da brivido in ogni puntata<br />

(“Sotto quali mentite spoglie si nasconde<br />

il vampiro di turno?”). La prima<br />

stagione è di normale amministrazione<br />

“vampire-school”, con Buffy


125 Buffy<br />

che sembra soccombere al Maestro<br />

nell'ultimo episodio salvo poi riprendersi<br />

ed accettare il proprio destino di<br />

cacciatrice. Dal secondo ciclo si assiste<br />

ad una virata clamorosa e spiazzante<br />

nell'onirico, con picchi di deviazioni<br />

new romantic nella tormentata storia<br />

d’amore tra la protagonista ed Angel;<br />

quest’ultimo, per salvarsi e tutelare<br />

Buffy parte per Los Angeles insieme a<br />

Cordelia alla fine della terza stagione,<br />

mentre il liceo è in bilico sulla Bocca<br />

dell’Inferno durante la cerimonia <strong>dei</strong><br />

diplomi: la sua distruzione corrisponde<br />

al passaggio dall’adolescenza alla<br />

maturità (sia per i protagonisti che per<br />

telespettatori); la cacciatrice ribelle<br />

Faith (Eliza Dushku) passa al “lato<br />

oscuro della Forza” per vincere il timore<br />

di non eguagliare le qualità morali<br />

della protagonista. Nel quarto ciclo<br />

Buffy scopre che il nuovo fidanzato<br />

Riley (Mare Blucas) è legato a<br />

un’organizzazione governativa che<br />

conduce esperimenti sulle creature del<br />

male mentre il cattivo biondo-platino<br />

Spike si schiera al fianco della cacciatrice<br />

e Willow s'innamora di Tara<br />

(Amber Benson), con conseguenti<br />

censure da parte <strong>dei</strong> network di mezzo<br />

mondo (Italia 1 compresa). Nella<br />

quinta stagione lo straniamento giunge<br />

a livelli inediti per una serie televisiva:<br />

basti vedere l’episodio Un corpo freddo,<br />

degno di David Lynch, in cui Buffy<br />

deve affrontare la morte della madre<br />

soprattutto dal punto di vista procedurale<br />

(dall'arrivo dell'ambulanza all’ organizzazione<br />

del funerale); emerge<br />

sempre più la figura di Dawn (Michelle<br />

Trachtenberg), la sorellina apparentemente<br />

indifesa della cacciatrice che<br />

si rivelerà essere una fonte di energia<br />

mistica e salvifica. Nel centesimo episodio<br />

Buffy si sacrifica per salvare il<br />

mondo, ma viene riportata in vita gra­<br />

zie a un incantesimo nella prima puntata<br />

del sesto ciclo: palesemente insicura<br />

ed infelice, la cacciatrice non<br />

sembra più la stessa (in sua assenza<br />

l’ha sostituita il suo alter ego robot<br />

svampita come Marylin Monroe e disinibita<br />

come una pornostar!); a questa<br />

stagione appartiene la puntata da videoteca<br />

La vita è un musical, in cui un<br />

demone costringe tutti i protagonisti a<br />

cantare e a ballare fino allo sfinimento;<br />

la relazione tra Spike e Buffy diventa<br />

più morbosa, mentre Willow deve far<br />

fronte alla morte accidentale di Tara e<br />

si affida sempre più all'uso delle arti<br />

magiche in suo possesso (compresa la<br />

magia nera). Buffy è una sublime serie<br />

en travesti: sotto le mentite spoglie di<br />

un <strong>telefilm</strong> giovanilistico si è celato il<br />

serial più destabilizzante d’inizio secolo.<br />

Divagazioni oniriche, trovate geniali,<br />

sceneggiature senza sbavature,<br />

spunti metalinguistici, simbolismi e similitudini<br />

a go-go, il gusto del surreale<br />

come soffritto: tra i “must” della “Generazione<br />

Wireless”, è la serie più<br />

“Lynch-iana” della tv, forse anche più<br />

de I segreti di Twin Peaks. Due frasimanifesto<br />

indicano il profilo felicemente<br />

dark del <strong>telefilm</strong>; Buffy che riflette<br />

e ammette che “qui tutto è duro,<br />

difficile, violento... questo è l'inferno”;<br />

sua sorella Dawn che confessa: “la cosa<br />

più difficile di questo mondo è viverci”.<br />

“Una parabola post-femminista<br />

del cambiamento interiore e sociale”,<br />

ha commentato “Time Magazine”;<br />

“Ogni puntata concede almeno un<br />

urlo e una sorpresa, forte di dialoghi<br />

che non deludono mai”, così “Tv Guide”;<br />

“È una sorta di Romeo e Giulietta<br />

versione sadomaso: Buffy dà un calcio<br />

ai cliché del passato, alle donne perennemente<br />

in trappola o a quelle che per<br />

far ridere si devono mortificare”, si è<br />

letto su “Cinefantastique”; “Buffy è


Bugiardi, I 126<br />

una Donna Bionica con un più forte<br />

senso etico: più che contro gli altri,<br />

combatte sé stessa”, è l’opinione del<br />

“New York”. “In realtà la serie mette<br />

in luce quel periodo della gioventù che<br />

assomiglia a un vero film horror: i<br />

giorni trascorsi al college, dove la vera<br />

paura è la noia…”: l’ideatore Joss<br />

Whedon, già sceneggiatore della pellicola<br />

che firma la serie anche da produttore<br />

esecutivo insieme a Sandy<br />

Gallin, Gail Berman-Masters, Fran e<br />

Kaz Kuzai, spiega così le motivazioni<br />

del serial che ha vinto 9 Saturn Awards<br />

(gli Oscar della fantascienza) e tre<br />

Emmy Awards, di cui uno assegnato<br />

alla colonna sonora di Christopher<br />

Beck e due per il migliore make-up.<br />

Bugiardi, I (The Liars) Con: William<br />

Mervyn, Ian Ogilvy, Nyree Dawn Porter,<br />

Isla Blair. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1966, drammatico, b/n (20/60’).<br />

Serie drammatica che racconta alcune<br />

storie degli anni ’20 e ’30 interpretate<br />

sempre dallo stesso gruppo di attori;<br />

tra di loro: William Mervyn interpreta<br />

Sir Gerald, Ian Ogilvy è Rupert, Nyree<br />

Dawn Porter ha il ruolo di Hernoine,<br />

Isla Blair è Sarah. Philip Mackie firma<br />

da produttore e da sceneggiatore.<br />

Bugs – Le spie senza volto (Bugs)<br />

Con: Jaye Griffiths, Steve Houghton,<br />

Jesse Birdsall, Jan Harvey, Paula Hunt.<br />

Produzione: Gran Bretagna, 1995, avventura/spionaggio,<br />

colore (40/60’).<br />

Serial spionistico inglese a metà strada<br />

tra I Professionals e Gli infallibili tre<br />

con l’aggiunta di invenzioni iper-tecnologiche,<br />

esplosioni create ad arte e<br />

un ventaglio di associazioni che non<br />

sempre giovano alla fluidità del racconto.<br />

Dalla parte <strong>dei</strong> buoni stanno<br />

quelli del gruppo Gizmos: Roslyn<br />

Henderson detta “Ros” (Jaye Grif­<br />

fiths), l’esperta di computer e microelettronica<br />

che risulta fondamentale<br />

nella risoluzione <strong>dei</strong> crimini, i più <strong>dei</strong><br />

quali avvengono con un notevole impiego<br />

di sofisticate attrezzature ultramoderne;<br />

il pilota-atleta Ed (Steve<br />

Houghton), fondatore di Gizmos con<br />

Ros; a loro si unisce il pragmatico Nicholas<br />

Beckett (Jesse Birdsall), ex comandante<br />

di Marina. Tra un’avventura<br />

e l’altra entrano in scena Jan (Jan Harvey),<br />

il nuovo direttore dell’Intelligence,<br />

e Alex Jordan (Paula Hunt). Il quartiere<br />

generale di Gizmos è una sorta di<br />

loft su due piani, uno adibito a ufficio e<br />

l’altro dominato da una giungla di<br />

computer. Tra le associazioni che più<br />

attentano alla sicurezza nazionale<br />

emerge l’Alveare (in originale The Hive),<br />

una sorta di organizzazione segreta<br />

e anti-governativa che si avvale della<br />

più avanzata tecnologia. Oltre a<br />

operarsi a sventare attentati high-tech<br />

e minacce tecnologiche, il terzetto interviene<br />

anche in questioni non propriamente<br />

spionistiche: in un episodio<br />

deve difendere la vita di una parlamentare<br />

italiana in visita in Inghilterra<br />

(si chiama Anna Fabrizi, fa parte – in<br />

originale – del Liberty Party e combatte<br />

la corruzione nella politica). Pur<br />

essendo creata da Brian Eastman e<br />

Stuart Doughty, la serie vanta la consulenza<br />

di Brian Clemens, il quale,<br />

non a caso, è stato già produttore di<br />

Agente speciale, I Professionals e Gli<br />

infallibili tre; Caroline Oulton firma<br />

da produttore esecutivo; Roger Bolton<br />

e Gavin&Simon Greenaway sono gli<br />

autori della musica originale. Nonostante<br />

il fattore spazio-temporale in<br />

cui agiscono i protagonisti non sia noto,<br />

il <strong>telefilm</strong> è stato girato ai Docklands<br />

di Londra con l’intenzione di<br />

donare alle vicende una cornice urbana<br />

non definita.


127 Butterflies<br />

Buongiorno dottor Bedford (The<br />

Practice) Con: Danny Thomas, David<br />

Spielberg, Shelley Fabares, Dena Dietrich,<br />

Allen Price, Damon Raskin,<br />

John Byner, Didi Conn. Produzione:<br />

Usa, 1976, sit-com, colore (30/30’).<br />

Danny Thomas interpreta il dottor Jules<br />

Bedford, un medico burbero ma con<br />

il cuore d’oro che lavora a New York,<br />

nella zona di West Side. Tra una visita e<br />

l’altra il protagonista si divide tra il figlio<br />

David (David Spielberg), anch’egli<br />

dottore ma con meno ideali del padre<br />

nel suo ambulatorio situato nell’esclusiva<br />

Park Avenue; Jenny (Shelley<br />

Fabares), la moglie di David; l’infermiera<br />

Molly Gibbons (Dena Dietrich),<br />

invaghita del vedovo dottor<br />

Bedford; i nipoti Paul (Allen Price) e<br />

Tony (Damon Raskin); il dottor Roland<br />

Caine (John Byner); Helen (Didi<br />

Conn), la centralinista del giovane dottor<br />

Bedford. Steve Gordon è l’ideatore<br />

della sit-com che si basa essenzialmente<br />

sul diverso approccio alla medicina<br />

tra padre e figlio. Paul Younger Witt<br />

firma da produttore esecutivo insieme<br />

a Mimi Baker e Daniel K. Thomas. David<br />

Shire è tra i compositori della colonna<br />

sonora.<br />

Buongiorno professore (Unser<br />

Lehrer Doktor Specht) Con: Robert<br />

Atzom, Charles Brauer, Tamara Rohloff,<br />

Dietrich Mattausch, Gerd Baltus.<br />

Produzione: Germania, 1994, drammatico,<br />

colore (59/60’; 2/90’).<br />

Il dottor Markus Specht (Robert Atzom)<br />

è un docente del ginnasio di Celle,<br />

dove insegna tedesco e storia. Per<br />

gli studenti è più di un semplice professore:<br />

egli diventa il confidente di<br />

chiunque abbia bisogno di aiuto o consigli;<br />

Specht si ritrova al centro di vicende<br />

legate a tematiche sociali come<br />

la droga o in mezzo alle prime tormen­<br />

tate storie d’amore tra i banchi. Tra gli<br />

altri personaggi del serial: Hartlaub<br />

(Charles Brauer), il direttore della<br />

scuola; la signora Lemmert (Tamara<br />

Rohloff), Erwin Schopenhauer (Dietrich<br />

Mattausch), il signor Holbein<br />

(Gerd Baltus). La colonna sonora è firmata<br />

da Günther Fischer.<br />

Butterflies (Id.) Con: Wendy Craig,<br />

Geoffrey Palmer, Andrew Hall, Nicholas<br />

Lyndhurst, Bruce Montague,<br />

Michael Ripper, Joyce Windsor. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1978, sitcom,<br />

colore (28/30’; 1/60’)<br />

CULT<br />

Sorta di Rhoda all’inglese, la sit-com<br />

mette in scena i dubbi e le frustrazioni<br />

dell’affascinante Ria Parkinson<br />

(Wendy Craig), che piu’si avvicina alla<br />

mezza età più s’interroga sul senso<br />

della vita. Suo marito Ben (Geoffrey<br />

Palmer), dentista collezionista di farfalle,<br />

non le dà certo una mano; i figli<br />

adolescenti Russell (Andrew Hall) e<br />

Adam (Nicholas Lyndhurst) sono due<br />

pesti in famiglia. Nonostante la sitcom<br />

sia improntata sulla comicità, nonostante<br />

il personaggio di Ria sia una<br />

sorta di sorella maggiore della Sally di<br />

Mamy fa per tre (1971) e Mamy fa per<br />

tutti (1974), alcuni episodi assumono<br />

sfumature drammatiche (come quando<br />

si parla di gravidanze inaspettate o<br />

tendenze suicide). Il tema ricorrente<br />

della serie è tuttavia l’adulterio: Ria è<br />

tentata dal ricco playboy Leonard<br />

Dunn (Bruce Montague), ma la sua timidezza<br />

non le farà mai compiere il<br />

passo decisivo, con relativi rimorsi<br />

notturni. Tra gli altri personaggi ricorrenti:<br />

Thomas (Michael Ripper) è l’enigmatico<br />

chauffeur di Leonard, mentre<br />

Ruby (Joyce Windsor) è la domestica<br />

di casa Parkinson. Il successo<br />

della sit-com (e la buona fattura) ha


Butterflies 128<br />

fatto sì che nel 1979 il format della sitcom<br />

sia stato esportato in America: la<br />

sceneggiatrice-ideatrice Carla Lane e<br />

il produttore Milt Josefsberg lavorarono<br />

alla puntata-pilota trasmessa dalla<br />

NBC il primo agosto 1979, con Jennifer<br />

Warren nei panni di Ria; ma Lane<br />

rimase insoddisfatta e l’idea della traduzione<br />

americana fallì. Tra gli altri<br />

produttori, firmano Gareth Gwenlan e<br />

Sydney Lotterby. La canzone-tema è<br />

“Love is like a butterfly” di Dolly Parton.<br />

Il titolo – Butterflies (Farfalle) –<br />

sembra avere più di un significato: che<br />

i personaggi della sit-com sono come<br />

le farfalle della collezione di Ben, studiate<br />

da noi telespettatori sotto la lente<br />

d’ingrandimento; che, come recita il<br />

claim per lanciare in America la sitcom,<br />

“siamo come i bambini a caccia<br />

di farfalle, le vediamo e le vogliamo”;<br />

che, come ha detto la stessa Carla Lane<br />

in un articolo su “Radio Times”, “il titolo<br />

si riferisce alla perdita delle opportunità<br />

e la realizzazione improvvisa<br />

che il tempo ti è passato tra le dita,<br />

come le farfalle che hanno così tanto<br />

da fare ma così poco tempo per farlo”.<br />

La serie è stata girata a Cheltenham,<br />

nel Gloucestershire. Wendy Craig è<br />

tornata a vestire i panni di Ria in due<br />

occasioni: in The last waltz, uno special<br />

su tutti i personaggi inventati da<br />

Carla Lane in onda sulla BBC1 il 10<br />

marzo 1989, nonché per lo show di beneficenza<br />

Children in need nel 2000.


Caccia al ladro d’autore Con: Giuliano<br />

Gemma. Produzione: Italia,<br />

1985, poliziesco, colore (7/60’).<br />

Ispirata ai serial polizieschi americani,<br />

la serie si distingue per l’oggetto delle<br />

indagini: i tesori d’arte che caratterizzano<br />

il Bel Paese. Al centro della storia<br />

ci sono le avventurose investigazioni di<br />

un capitano <strong>dei</strong> carabinieri (Giuliano<br />

Gemma) che guida il Nucleo speciale<br />

per la tutela del patrimonio artistico.<br />

Sette episodi per sette furti d’arte compiuti<br />

in altrettante città italiane: da Roma,<br />

dove viene trafugata una statua del<br />

Bernini, a Venezia, dove una banda ruba<br />

un prezioso oggetto di Murano, fino<br />

a Pisa, dove sparisce un violino Stradivari.<br />

Tra gli interpreti occasionali spiccano<br />

le presenze di Fabrizio Bentivoglio<br />

ed Ennio Fantastichini. Ugo Liberatore,<br />

Ernesto Gastaldi, Marcello Coscia,<br />

Sandro Continenza, Franco Marotta,<br />

Laura Toscano, Sandro di Robilant<br />

e Silvia Napolitano si alternano alla<br />

sceneggiatura. Atutti loro va aggiunto<br />

Duccio Tessari, regista anche dell’episodio<br />

Il ratto di Proserpina.<br />

Caccia grossa (The Zoo Gang)<br />

Con: Brian Keith, John Mills, Barry<br />

Morse, Lilli Palmer, Michael Petrovich.<br />

Produzione: Gran Bretagna, 1975,<br />

avventura, colore (6/60’).<br />

Originariamente concepita come una<br />

mini-serie in tre parti da due ore, la<br />

NBC la ridimensionò in sei puntate da<br />

un’ora. La storia è quella di quattro ex<br />

commilitoni che trent’anni dopo la Se­<br />

conda guerra mondiale decidono di<br />

tornare a frequentarsi e di cercare nuove<br />

avventure. Il gruppo è soprannominato<br />

in originale “Zoo Gang” per via<br />

<strong>dei</strong> nomi di battaglia di ogni componente:<br />

Brian Keith interpreta Stephen<br />

Halliday detto “la volpe”, un uomo<br />

d’affari di New York esperto in elettronica;<br />

John Mills è il capitano Tommy<br />

Devon soprannominato “l’elefante”;<br />

Barry Morse veste i panni del canadese<br />

Alec Marlowe (“la tigre”), un asso<br />

della meccanica; Lilli Palmer è Manouche<br />

Roget (“il leopardo”), proprietaria<br />

di un bar di Nizza ed esperta in<br />

esplosivi, vedova di un altro membro<br />

del team: Claude Roget detto “il leone”,<br />

ucciso dalla Gestapo. Di tanto in<br />

tanto si fa vivo aiutando il gruppo<br />

Georges (Michael Petrovich), il figlio<br />

di Manouche che fa il poliziotto in Costa<br />

Azzurra. Girato in Europa, tratto da<br />

un romanzo di Paul Gallico, il serial è<br />

prodotto da Herbert Hirschman. Il tema<br />

musicale è composto da Paul e Linda<br />

McCartney.<br />

Cacciatore, Il (The Manhunter) Con:<br />

Ken Howard, Hilary Thompson, Robert<br />

Hogan, Ford Rainey, Claudia<br />

Bryar. Produzione: Usa, 1974, avventura,<br />

colore (22/60’).<br />

Ambientato nell’Idaho del 1930, il <strong>telefilm</strong><br />

narra le avventure di Dave Barrett<br />

(Ken Howard), un agricoltore ed<br />

ex marine che diventa giustiziere per<br />

caso dopo l’uccisione di un amico in<br />

una rapina. Hilary Thompson interpre­


Cacciatori di ombre<br />

ta la sorella Elizabeth; Robert Hogan è<br />

lo sceriffo Paul Tate; Ford Rainey e<br />

Claudia Bryar sono rispettivamente<br />

James e Mary Barrett, i genitori di Dave<br />

ed Elisabeth. Quinn Martin firma<br />

da produttore esecutivo. Una serie che<br />

colloca originalmente le indagini del<br />

protagonista negli anni della Depressione.<br />

Cacciatori di ombre (Shadow Chasers)<br />

Con: Dennis Dugan, Trevor Eve,<br />

Nina Foch. Produzione: Usa, 1985,<br />

fantastico, colore (14/60’).<br />

STRACOTTO<br />

Un reporter e un antropologo uniscono<br />

le forze per accendere i riflettori su<br />

fenomeni paranormali e storie ai confini<br />

della realtà alla Ghostbusters.<br />

Dennis Dugan è Edgar “Benny” Benedek,<br />

giornalista del “National Register”;<br />

Trevor Eve interpreta il professor<br />

Jonathan MacKensie; Nina Foch<br />

veste i panni della dottoressa Juliana<br />

Moorhouse, che dirige le indagini della<br />

“strana coppia” da un ufficio del tutto<br />

simile ad una caverna. Brian Grazer<br />

e Kenneth Johnson sono la coppia di<br />

produttori esecutivi; Joseph Harnell<br />

firma le musiche.<br />

Cadfael Vedi I misteri dell’abbazia.<br />

Calabrone verde, Il (The Green<br />

Hornet) Con: Van Williams, Bruce<br />

Lee, Wende Wagner, Walter Brooke,<br />

Lloyd Gough. Produzione: Usa, 1966,<br />

avventura/fantastico, colore (26/30’).<br />

Nato dall’immaginazione di George<br />

Trendle, Il Calabrone verde apparve<br />

per la prima volta alla radio nel 1936.<br />

Nella vita di tutti i giorni egli assume<br />

l’identità di Britt Reid (Van Williams),<br />

l’editore del “Daily Sentinel” (nella<br />

versione televisiva, possiede anche un<br />

canale tv). Parente stretto de Il cavalie­<br />

130<br />

re solitario – un’altra creatura di<br />

Trendle – l’eroe mascherato rivela la<br />

sua doppia identità solo a tre persone:<br />

il cameriere Kato (interpretato da un<br />

esordiente Bruce Lee); la segretaria<br />

Lenore Case (Wende Wagner); il procuratore<br />

distrettuale Frank Scanlon<br />

(Walter Brooke). Lloyd Gough interpreta<br />

Mike Axford, un ex poliziotto divenuto<br />

reporter del giornale. Sulla scia<br />

della Bat-mobile, Black Beauty è il nome<br />

della macchina super-accessoriata<br />

con cui si muove il Calabrone: si tratta<br />

di una Chrysler Imperial del 1966 ricostruita<br />

da Dean Jeffries con 50.000<br />

dollari di spesa; tra le sue particolarità,<br />

si sposta inosservata nella notte grazie<br />

ai suoi speciali fari verdi, può cancellare<br />

le tracce lasciate dai suoi pneumatici;<br />

inoltre possiede una telecamera<br />

che riprende fino a 4 miglia ed è in grado<br />

di stendere ghiaccio sulla strada <strong>dei</strong><br />

possibili inseguitori. L’eroe protagonista<br />

si avvale altresì di una pistola che<br />

immobilizza e di un fucile che perfora<br />

l’acciaio. Contrariamente ai classici<br />

super-eroi, il Calabrone verde non si<br />

scontra con personaggi diabolici en<br />

travesti o con scienziati pazzi: i suoi<br />

avversari sono perlopiù truffatori, ladri<br />

d’arte, gang del racket, poliziotti<br />

corrotti, spacciatori di droga, terroristi<br />

e, al massimo, sabotatori con il costume<br />

da extraterrestri. La narrazione che<br />

apre ciascun episodio tuona così:<br />

“Un’altra sfida per il Calabrone verde,<br />

il suo aiutante Kato e il loro arsenale<br />

viaggiante Black Beauty. Alla polizia<br />

sono schedati come criminali. Il Calabrone<br />

verde in realtà è Britt Reid, proprietario<br />

del giornale ‘Daily Sentinel’.<br />

La sua doppia identità è conosciuta<br />

soltanto dalla sua segretaria e dal procuratore<br />

distrettuale. Ora lui protegge i<br />

diritti e le vite <strong>dei</strong> cittadini per bene<br />

nelle vesti del Calabrone verde!”. La


131 California Dreams<br />

serie è prodotta da William Dozier e<br />

dallo stesso team del contemporaneo<br />

Batman: non a caso il Calabrone verde<br />

zompetta in qualche episodio del serial<br />

con l’Uomo-Pipistrello. Billy May firma<br />

il tema musicale che, pur ispirandosi<br />

a quello radiofonico, si arricchisce<br />

della tromba jazz di Al Hirt. La parentela<br />

de Il Calabrone verde con Il cavaliere<br />

solitario era stata rivelata sin<br />

dalla prima trasmissione in radio: Britt<br />

Reid venne presentato come il figlio di<br />

Dan Reid, il nipote di John “lone ranger”<br />

Reid.<br />

California (Knots Landing) Con: Ted<br />

Shackelford, Joan Van Ark, Michele<br />

Lee, Don Murray, Claudia Lonow, Pat<br />

Petersen, Steve Shaw, James Houghton,<br />

Kim Lankford, John Pleshette,<br />

Constance McCashin, Donna Mills,<br />

Bobby Jacoby, Brian Greene, Lisa<br />

Hartman, Alec Baldwin, Tonya Crowe,<br />

Lisa Hartman, Alec Baldwin, Ava<br />

Gardner, Michelle Phillips. Produzione:<br />

Usa, 1979, drammatico, colore.<br />

(344/60’).<br />

Inutile dire che lo spin-off di Dallas<br />

non ha incontrato la stessa fortuna del<br />

serial-cult (basti dire che sui nostri teleschermi<br />

ha esordito su Italia 7), anche<br />

se in America ha conteso a Gunsmoke<br />

il primato di serie drammatica<br />

più longeva della storia (è andata in<br />

onda ininterrottamente per ben 14 anni).<br />

Ne è protagonista Gary Ewing<br />

(Ted Shackelford), il fratello alcolizzato<br />

di mezzo della dynasty di Dallas,<br />

il quale decide di trasferirsi e di cercare<br />

fortuna in California, a Knots Landing.<br />

Tutti gli intrighi e i personaggi<br />

ruotano attorno alla sua figura: la moglie<br />

Valene (Joan Van Ark); Karen<br />

Fairgate (Michele Lee) e suo marito<br />

Sid (Don Murray), proprietario della<br />

Knots Landing Motors; i loro figli,<br />

Diana (Claudia Lonow), Michael (Pat<br />

Petersen), Eric (Steve Shaw); i vicini,<br />

Kenny Ward (James Houghton) e sua<br />

moglie Ginger (Kim Lankford); il procuratore<br />

Richard Avery (John Pleshette)<br />

e la consorte Laura (Constance Mc-<br />

Cashin); la fascinosa Abby Cunningham<br />

(Donna Mills), causa della rottura<br />

del matrimonio tra Gary e Valene;<br />

Brian (Bobby Jacoby, Brian Greene) e<br />

Olivia (Tonya Crowe), i figli di Abby;<br />

Lilimae Clements (Lisa Hartman), la<br />

madre di Valene. Tra gli altri personaggi<br />

che irrompono in scena spiccano: il<br />

predicatore Joshua Rush (interpretato<br />

da Alec Baldwin), Ruth Galveston<br />

(che ha il volto di Ava Gardner, in una<br />

delle sue rare apparizioni televisive),<br />

Anne Winston Matheson (Michelle<br />

Phillips, ex componente del gruppo<br />

Mamas and Papas che in un episodio<br />

canta “Dedicated to the One I Love”).<br />

Tra rapimenti di infanti, attentati malriusciti,<br />

proposte di matrimonio in diretta,<br />

sparizioni in Sud America, fughe<br />

in Giappone e cento altre trovate, la serie<br />

enfatizza il taglio romanzato “ai<br />

confini della realtà”. Nell’ultima puntata<br />

tutti i protagonisti celebrano il passato<br />

nel corso di un party ricco di flashback.<br />

Patrick Duffy e Larry Hagman<br />

fanno la loro comparsa nei rispettivi<br />

ruoli di Bobby Ewing e J.R. in Dallas;<br />

Gary e Val ricambiano il favore facendo<br />

visita a Lucy tra le pareti di Southpark.<br />

Helen Hunt appare in un doppio<br />

cameo. David Jacobs è l’ideatore della<br />

serie che firma altresì da produttore<br />

esecutivo, in quest’ultima veste in<br />

compagnia di Michael Filerman. Jerrold<br />

Immel, Lance Rubin e J.A.C.<br />

Redford sono tra i compositori della<br />

colonna sonora.<br />

California Dreams (Id.) Con: Brent<br />

Gore, Heidi Noelle Lenhart, William


California Fever<br />

James Jones, Kelly Pachard. Produzione:<br />

Usa, 1992, sit-com/musicale,<br />

colore (78/30’).<br />

COTTO<br />

I “California Dreams” nascono per caso<br />

in un giorno più assolato degli altri<br />

sulla costa più famosa del mondo. Sulla<br />

riva del mare della California, cinque<br />

amici per la pelle decidono di formare<br />

una band di rock’n’roll. In pochi<br />

giorni si delineano i ruoli di ciascun<br />

componente: Matt (Brent Gore) alla<br />

chitarra; sua sorella minore Jenny<br />

(Heidi Noelle Lenhart) alle tastiere;<br />

Tony (William James Jones) alla batteria;<br />

Tiffani (Kelly Pachard) al basso;<br />

Sylvester “Sly” Winkle si occupa del<br />

management del gruppo. Nel corso del<br />

loro connubio musicale scoprono l’amore,<br />

la gelosia, l’invidia, le delusioni,<br />

il successo e gli applausi. Sul palco come<br />

nella vita, i cinque protagonisti vivono<br />

giorno dopo giorno un’adolescenza<br />

ricca di emozioni non solo musicali<br />

sulla scia di successi quali Beverly<br />

Hills, Bayside School e il più recente<br />

Primi baci. Le musiche originali<br />

del <strong>telefilm</strong> sono composte da Steve<br />

Tyrell. Peter Engel è il produttore esecutivo<br />

della serie. Elizabeth Bass firma<br />

i vestiti alla moda che sfilano lungo<br />

il serial creato da Ronald B Solomon e<br />

Brett Dewey.<br />

California Fever (Id.) Con: Jimmy<br />

McNichol, Marc McClure, Michele<br />

Tobin, Lorenzo Lamas. Produzione:<br />

Usa, 1979, avventura, colore (10/60’).<br />

COTTO<br />

Due anni dopo La febbre del sabato<br />

sera è sempre tempo di fever, questa<br />

volta sulle coste californiane. Tra<br />

spiagge, discoteche, musica e surf, un<br />

gruppo di ragazzi spensierati diventa<br />

protagonista; tra di loro: Vince Butler<br />

(Jimmy McNichol), Ross Whitman<br />

132<br />

(Marc McClure), Laurie (Michele Tobin)<br />

e Rick (Lorenzo Lamas), quest’ultimo<br />

proprietario del Rick’s Place<br />

di Sunset Beach. In originale la serie<br />

creata da Dan Polier jr. doveva chiamarsi<br />

We’re Cruisin’. Paul R. Ricard<br />

firma da produttore esecutivo. La colonna<br />

sonora è composta da Harry<br />

Betts, Artie Butler, Dick Halligan e<br />

Don Peake, mentre l’ugola appartiene<br />

a Jimmy McNichol.<br />

California Hospital Vedi Los Angeles:<br />

Ospedale Nord.<br />

Callan (Id.) Con: Edward Woodward,<br />

Geoffrey Chater, T.P. McKenna, Russell<br />

Hunter, Anthony Valentine. Produzione:<br />

Gran Bretagna/Usa, 1967,<br />

avventura/spionaggio, colore (44/60;<br />

1/90’).<br />

David Callan (Edward Woodward) è<br />

un agente segreto dell’Intelligence britannico<br />

(il S.I.S.) che viene costretto a<br />

compiere missioni impossibili, omicidi<br />

compresi. La forza del <strong>telefilm</strong> sta<br />

negli intrighi spionistici di doppio e<br />

triplo gioco, nonché nel carattere solitario<br />

e introspettivo del killer protagonista.<br />

Lo slogan che ha lanciato Callan:<br />

“non si fa amici e tutti i suoi nemici<br />

sono morti”. Tra gli altri personaggi<br />

del serial: Bishop (Geoffrey Chater), il<br />

colonnello Richmond (T.P. McKenna),<br />

l’assistente sfigato Lonely (Russell<br />

Hunter), l’agente Toby Meres<br />

(Anthony Valentine). Il superiore del<br />

protagonista è noto con lo pseudonimo<br />

di Hunter (ma ha volti ed interpreti<br />

sempre diversi). L’esordio di Callan è<br />

avvenuto nel 1967, all’interno della<br />

serie antologica dell’ABC Armchair<br />

Theatre: il futuro agente speciale era<br />

a sua volta un bersaglio al quale si offriva<br />

una via d’uscita diventando il<br />

killer di una spia nemica. Nel 1974 è


133 Camelot – Squadra emergenza<br />

stato girato il film tratto dal serial<br />

(Callan, inedito in Italia), sempre con<br />

Woodward nei panni del protagonista.<br />

Nel 1981, nove anni dopo la conclusione<br />

della serie, Callan è ritornato in<br />

scena in un film-tv: nonostante si nascondesse<br />

sotto la falsa identità di David<br />

Tucker quale gestore di un negozio<br />

di armi, viene rintracciato dai servizi<br />

segreti ed ingaggiato per un’ultima<br />

missione. Woodward è tornato in un<br />

ruolo simile, sebbene più “buonista”,<br />

nella serie Il giustiziere di New York<br />

(1985). James Mitchell è il creatore del<br />

<strong>telefilm</strong> prodotto da Reginald Collin e<br />

Lloyd Shirley per l’americana ABC e<br />

dall’inglese Thames Television. Jack<br />

Trombey compone la colonna sonora.<br />

Call Red (Id.) Con: Michael Carter,<br />

Allie Byrne, Seamus Gubbins, Adam<br />

Levy, Claire Benedict, Maria McAteer,<br />

Ken Drury, Kelle Spry. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1996, avventura/medico,<br />

colore (7/60’).<br />

La differenza rispetto agli altri serial<br />

sui medici è questione di “pale”: quelle<br />

dell’elicottero che trasporta i protagonisti<br />

sui luoghi di incidenti e disgrazie<br />

in una disperata lotta contro il tempo.<br />

Fanno parte del team che va sotto<br />

la denominazione di AMS (Air Medical<br />

Emergency Service): il capo-squadra<br />

Philip Tulloch (Michael Carter), i<br />

medici Alyson Butler (Allie Byrne),<br />

Sean Brooks (Seamus Gubbins) e Sam<br />

Kline (Adam Levy), il paramedico Jude<br />

Patton (Claire Benedict), l’infermiera<br />

Kelly (Maria McAteer), il pilota<br />

Ross Murray (Ken Drury), il copilota<br />

Clare Waddington (Kelle Spry). I soccorsi<br />

più gravi vengono prestati al<br />

King Alfred’s Hospital, dal cui tetto si<br />

erge in volo l’elicottero al centro delle<br />

vicende. Gli autori del serial si sono<br />

ispirati alle azioni di emergenza com­<br />

piute dal London Helicopter Emergency<br />

Medical Service presso il Royal<br />

London Hospital di Whitechapel. Per<br />

dotare la serie di maggior realismo, alcuni<br />

medici e paramedici professionisti<br />

hanno messo a disposizione la loro<br />

esperienza nelle vesti di consulenti.<br />

Paul Sparrow firma da produttore esecutivo.<br />

Camelot – Squadra emergenza<br />

(Third Watch) Con: Kim Raver, Bobby<br />

Cannavale, Michael Beach, Anthony<br />

Ruivivar, Eddie Cibrian, Jason Wiles,<br />

Molly Price, Skipp Sudduth, Coby<br />

Bell, Chris Bauer, Amy Carlson, Tia<br />

Texada, Josh Stewart, Cara Buono,<br />

Derek Kelly, Nia Long. Produzione:<br />

Usa, 1999, poliziesco/medico, colore<br />

(132/60’).<br />

Anche se l’idea di affiancare categorie<br />

diverse nello stesso habitat non è originale<br />

– era già successo in Squadra<br />

emergenza (1972) e Chicago story<br />

(1982) – il serial in questione vanta la<br />

produzione esecutiva di John Wells e<br />

Christopher Chulack, già dietro le<br />

quinte di E.R. Poliziotti, paramedici e<br />

pompieri vengono ritratti, ora separati<br />

ora insieme, per le strade di Camelot,<br />

come viene soprannominato il quartiere<br />

newyorkese dove avvengono le vicende:<br />

tutti loro hanno in comune il<br />

third watch, ovvero il terzo turno di lavoro<br />

che va dalle tre di pomeriggio alle<br />

undici di sera. I giovani Kim Zambrano<br />

(Kim Raver) e Bobby Caffey<br />

(Bobby Cannavale) formano la squadra<br />

paramedica 55-2, di cui fanno parte<br />

anche il veterano Monte “Doc”<br />

Parker (Michael Beach) e il novellino<br />

Carlos Nieto (Anthony Ruivivar).<br />

L’ex marito di Kim è il pompiere<br />

Jimmy Doherty (Eddie Cibrian). Tutti<br />

loro collaborano con i poliziotti del<br />

55esimo distretto e, in particolare, con


Camera oscura, La<br />

l’irruente e impulsivo Maurice “Bosco”<br />

Boscorelli (Jason Wiles); la partner<br />

di ronda Faith Yokas (Molly Price),<br />

sposata con Fred (Chris Bauer) e<br />

madre di due bambini; lo scafato John<br />

“Sully” Sullivan (Skipp Sudduth), che<br />

si ritrova al fianco l’inesperto Ty Davis<br />

(Coby Bell), figlio del suo ex compagno<br />

finito ucciso. La serie ha segnato<br />

una puntata-evento di due ore, più una<br />

di reportage dedicata alle testimonianze<br />

sul campo, in occasione della tragedia<br />

dell’11 settembre 2001: l’appuntamento<br />

è stato girato in tempi da record<br />

(in America è andato in onda sull’NBC<br />

il 15 ottobre 2001). L’attesa pervade il<br />

plot, i personaggi sono ritratti nella loro<br />

quotidianità, la tragedia è raccontata<br />

dalle parole non dette (il sonoro viene<br />

volutamente azzerato) di un anchorman<br />

al telegiornale, la cinepresa si<br />

oscura quando i mezzi anti-incendio<br />

attivano le sirene e si dirigono verso il<br />

cielo di fuoco sopra il World Trade<br />

Center. Tutto ha inizio il 10 settembre,<br />

in una calda serata di fine estate: gli<br />

uomini <strong>dei</strong> distretti <strong>dei</strong> pompieri e della<br />

polizia, così come quelli in giro sulle<br />

autoambulanze, stanno compiendo il<br />

loro dovere come sempre. Dopo aver<br />

mostrato l’allarme che si diffonde, il<br />

racconto riprende il 21 settembre, con i<br />

volti segnati di coloro che hanno partecipato<br />

alle operazioni di salvataggio,<br />

con le loro tute e divise sporche di polvere<br />

e sangue, con i loro occhi ancora<br />

increduli e terrorizzati, con un bambino<br />

che regala a un pompiere un foglio<br />

con scritto “mi spiace”, con una donna<br />

che ha in mano le foto <strong>dei</strong> caduti; le<br />

candele accese sotto le foto delle vittime,<br />

i disegni <strong>dei</strong> bambini, un post-it<br />

con scritto “thank you”. Qualcuno <strong>dei</strong><br />

sopravvissuti non riesce a prendere<br />

sonno, con quelle urla ancora nella<br />

mente, con quelle mani che non è riu­<br />

134<br />

scito a raggiungere. Molti di loro non<br />

saranno più gli stessi. Accanto ai casi<br />

da affrontare nel turno di lavoro scorrono<br />

piccoli e grandi drammi personali:<br />

tra gli altri, la crisi matrimoniale tra<br />

Fred e Faith dopo l’aborto di lei, la battaglia<br />

legale tra Kim e Jimmy per la<br />

custodia del figlio, le accuse di molestie<br />

sessuali da cui si deve difendere<br />

Carlos, il collasso di Bosco, il precipizio<br />

dell’alcolismo per Sully; tra gli intrecci<br />

passionali, emergono quelli tra<br />

Bobby e Kim, nonché tra Ty e la nuova<br />

arrivata Alex Taylor (Amy Carlson).<br />

Successivamente entrano in scena il<br />

sergente Maritza Cruz (Tia Texada),<br />

l’agente Brendan Finney (Josh<br />

Stewart), l’arrogante Grace Foster<br />

(Cara Buono), D.K. (Derek Kelly),<br />

l’agente Sasha Monroe (Nia Long).<br />

John Wells firma altresì da ideatore<br />

della serie insieme a Edward Allen<br />

Bernero. Marty Davich compone la<br />

colonna sonora. Il serial è stato girato<br />

realmente a New York, tra i quartieri<br />

del Bronx e del Queens. Rosie O’Donnell<br />

compare in un cameo da paramedico.<br />

Il <strong>telefilm</strong> si è aggiudicato un<br />

Emmy Award, 3 Image Awards, un<br />

ASCAP Award e un Peabody Award.<br />

Camera oscura, La (Darkroom)<br />

Con: James Coburn. Produzione: Usa,<br />

1981, thriller/fantastico, colore<br />

(16/60’).<br />

Versione anni ’80 di Ai confini della<br />

realtà e di Mistero in galleria con casi<br />

di “ordinaria paranormalità” presentati<br />

da James Coburn all’interno di una<br />

camera oscura. Ogni episodio promette<br />

un nuovo plot e un nuovo cast. Tra<br />

gli attori che si alternano nel serial prodotto<br />

da Peter S. Fischer e Christopher<br />

Crowe: David Carradine, Billy Cristal<br />

e Helen Hunt alle prese con un vampiro.<br />

Le musiche da thriller sono di Craig


135 Camici bianchi<br />

Safan e David Shire, quest’ultimo autore<br />

del tema dominante.<br />

Camici bianchi Con: Enrico Mutti,<br />

Valentina Sperlì, Bettina Giovannini,<br />

Roberto Accornero, Ugo Pagliai, Antonio<br />

Scarano, Luigi Petrucci, Lorenzo<br />

Majnoni, Ines Nobili, Caterina Deregibus,<br />

Sara d’Amario, Chiara Stampone,<br />

Federico Di Pofi, Ciro Scalera,<br />

Violante Placido. Produzione: Italia,<br />

2001, medico, colore (22/60’).<br />

STRACOTTO<br />

Guardando il serial si è pervasi da una<br />

certezza e da un dubbio: la sicurezza<br />

riguarda il fatto che si tratti del <strong>telefilm</strong><br />

medico piu’brutto mai apparso in televisione;<br />

la remora concerne se sia anche<br />

la peggiore serie in assoluto, al di<br />

là del genere. Alla luce <strong>dei</strong> fatti, le intenzioni<br />

espresse dal regista Stefano<br />

Amatucci alla conferenza stampa risultano<br />

ridicole: “rispetto a E.R. è tutta<br />

un’altra cosa, i nostri medici non sono<br />

eroi a tutti i costi, qui non ci sono americanate”;<br />

per sfortuna, verrebbe da dire.<br />

La serie mette in scena la vita in<br />

corsia del fittizio Ospedale San Paolo<br />

di Roma, definito nella cartella stampa<br />

“un contenitore di esistenze e di destini”.<br />

Qui, tra due reparti d’azione (Chirurgia<br />

e Pronto Soccorso) e due di relazione<br />

(Psichiatria e Pediatria), s’incrociano<br />

le cartelle mediche di quattro<br />

dottori che si frequentano anche fuori<br />

dal lavoro: il dottor Sandro Sorrentino<br />

(Enrico Mutti), aiuto del Pronto Soccorso,<br />

è un bravo chirurgo che ha scelto<br />

la medicina come missione e non<br />

accetta compromessi (a parte nel matrimonio<br />

che sta andando a rotoli); la<br />

dottoressa Vera Volpi (Valentina<br />

Sperlì, al suo debutto televisivo), aiuto<br />

di Chirurgia, è obbligata a gestire gran<br />

parte del reparto a causa del Primario<br />

spesso latitante; la dottoressa Costan­<br />

za Lancisi (Bettina Giovannini), responsabile<br />

del reparto Pediatria, è la<br />

migliore amica di Vera ed è single come<br />

lei; il dottor Bruno Di Veroli (Roberto<br />

Accornero), responsabile di Psichiatria,<br />

è il più realizzato <strong>dei</strong> quattro,<br />

sposato felicemente con una figlia tredicenne.<br />

Al poker di protagonisti si aggiungono:<br />

il professor Malpezzi (Ugo<br />

Pagliai), il classico barone della medicina<br />

che alla fine riesce a raccomandare<br />

il figlio Stefano (Antonio Scarano) a<br />

Pronto Soccorso e Chirurgia; Franco<br />

Jannuzzi (Luigi Petrucci), aiuto di<br />

Pronto Soccorso che lavora in nero<br />

presso una clinica privata; il neurochirurgo<br />

Vittorio Nardò (Lorenzo Majnoni),<br />

una sorta di battitore libero impegnato<br />

in progetti di ricerca; Margherita<br />

Sorrentino (Ines Nobili), la moglie architetto<br />

di Sandro; Julia (Caterina Deregibus),<br />

fotografa d’arte che vive una<br />

storia extraconiugale con Sandro. E<br />

ancora: Flaminia Ruffo (Sara d’Amario),<br />

specializzata in Psichiatria; Paola<br />

Ruggero (Chiara Stampone) di Pediatria;<br />

Flavio Minelli (Federico Di Pofi),<br />

tirocinante di Pronto Soccorso; l’infermiere<br />

Attilio (Ciro Scalera) e Chiara<br />

(Violante Placido), allenatrice di una<br />

squadra femminile di calcetto che s’invaghisce<br />

di Costanza. Se in E.R. la cinepresa<br />

sottolinea l’azione e l’ansietà<br />

in corsia, qui sembra in mano a un malato<br />

del morbo di Parkinson (con buona<br />

pace di Amatucci e delle sue “americanate”).<br />

La serie è ideata e prodotta<br />

da Achille Manzotti; Claudio Mancini<br />

firma da produttore esecutivo. Qualche<br />

numero “da infarto”: 32 settimane<br />

di riprese, 10 mesi tra scrittura e preparazione,<br />

11 sceneggiatori, 18 location<br />

esterne. Le riprese in interni sono state<br />

effettuate in alcune cliniche private per<br />

quanto riguarda le scene d’interventi<br />

in sala operatoria, mentre l’ospedale e


Campbell, I 136<br />

le sue corsie sono stati ambientati all’Istituto<br />

Tecnico Rosolino Pilo (nella<br />

zona Monte Verde di Roma). Senza<br />

scampo la critica su il “Il Sole 24 ore”<br />

di Als Ob, che tra l’altro ha notato una<br />

scena in cui il pargolo in corsia è “un<br />

bambolotto, un’ignobile cosa di plastica<br />

rigida”: “è soprattutto della dignità<br />

umana di E.R. che Camici bianchi fa<br />

strazio. I personaggi del primo sono<br />

individui che decidono, che scelgono,<br />

moralmente autonomi e responsabili.<br />

Non conta che le loro scelte siano o<br />

non siano giuste: conta che sono le loro.<br />

Quelli del secondo sono prigionieri<br />

d’una moralità precotta, scontata, fasulla.<br />

Per intenderci: degna d’una qualunque<br />

svendita morale in stile mariadefilippico.<br />

La loro riconoscibilità di<br />

individui, la loro dimensione umana è<br />

persino più rigida d’un bambolotto di<br />

plastica”. Da sottolineare la presa di<br />

posizione di Pagliai alla conferenza<br />

stampa di presentazione: “una volta si<br />

provava e si arrivava molto piu’preparati<br />

sul set”. Vedendo Camici bianchi<br />

non c’è che dargli ragione.<br />

Campbell, I (The Campbells) Con:<br />

Malcom Stoddard, Amber-Lea Weston,<br />

Cedric Smith, Eric Richards,<br />

John Wildman. Produzione: Canada,<br />

1988, avventura, colore (100/30’).<br />

Tra gli innumerevoli serial che propongono<br />

migrazioni familiari, questo è<br />

senz’altro uno <strong>dei</strong> più originali: una famiglia<br />

scozzese si trasferisce ai bordi<br />

della frontiera canadese nel 1830. Il capo-famiglia<br />

è il dottor James Campbell<br />

(Malcom Stoddard), un vedovo accompagnato<br />

dai figli Neil (John Wildman),<br />

Emma (Amber Lea Weston) e<br />

John (Eric Richards). Cedric Smith interpreta<br />

il capitano Simms. La serie<br />

prodotta da John Delmage si è aggiudicata<br />

un Canadian Gemini Award.<br />

Cane di nome Wolf, Un (Woof!)<br />

Con: Edward Fidoe, Thomas Aldwinckle,<br />

Liza Goddard, John Ringham,<br />

John Bowler, Elisabeth Mickery, Natalie<br />

Forbes, Natasha Knight. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1989, avventura/fantastico,<br />

colore (69/30’).<br />

Eric Banks (Edward Fidoe) ha un problema:<br />

quando gli prude il naso si trasforma<br />

in un cane. Con l’amico Roy<br />

Ackerman (Thomas Aldwinckle) escogita<br />

un modo per comunicare: un<br />

“woof!” corrisponde a un’affermazione,<br />

due a una negazione. Tra coloro che<br />

ruotano attorno alle loro vicende al limite<br />

dell’incredibile: la signora Jessop<br />

(Liza Goddard), il signor Blocker<br />

(John Ringham), i coniugi Banks (interpretati<br />

da John Bowler ed Elisabeth<br />

Mickery), Beth (Natalie Forbes) e Alison<br />

(Natasha Knight). Il serial prodotto<br />

dalla Central Independent Television,<br />

tratto da un romanzo di Allan Ahlberg<br />

(Woof!), ha dato vita a 4 film-tv.<br />

Cane di papà, Il (Empty Nest) Con:<br />

Richard Mulligan, Dinah Manoff, Kristy<br />

McNichol, David Leisure, Park<br />

Overall, Lisa Rieffel, Paul Provenza,<br />

Marsha Warfield, Estelle Getty, Caston<br />

Holmes. Produzione: Usa, 1988,<br />

sit-com, colore (170/30’).<br />

Spin-off tratto dalla serie Cuori senza<br />

età, il serial racconta le vicende del<br />

pediatra Harry Weston (Richard Mulligan),<br />

residente a Miami. Al suo fianco<br />

nel corso della sit-com: la primogenita<br />

e divorziata Carol (Dinah Manoff);<br />

Barbara (Kristy McNichol), la<br />

figlia di mezzo; l’odioso vicino scroccone<br />

Charley Dietz (David Leisure);<br />

LaVerne Todd (Park Overall), l’infermiera<br />

di Harry; Bear è il vero nome di<br />

Dreyfuss, l’enorme cane di famiglia.<br />

Dopo alcune stagioni McNichol ha lasciato<br />

la serie a causa di un attacco


137 Capital City<br />

maniaco-depressivo (venne spiegato<br />

che Barbara si era trasferita a Tucson).<br />

Lisa Rieffel entra nel cast nei panni di<br />

Emily, la terza figlia di ritorno dal college;<br />

Paul Provenza assume la parte di<br />

Patrick Arcola, il ragazzo di Carol. In<br />

seguito, Rieffel abbandona per lasciare<br />

il posto a due new-entries: Marsha<br />

Warfield è la dottoressa Maxine Douglas,<br />

la spiritosa nuova partner di<br />

Harry; Estelle Getty è la simpatica<br />

vecchietta Sophia Petrillo, ruolo già<br />

assunto in Cuori senza età (1985) e<br />

Cuori al Golden Palace (1992). Successivamente<br />

Carol resta incinta e<br />

mette al mondo Scotty (interpretato<br />

saltuariamente da Caston Holmes).<br />

Creata da Susan Harris, già ideatrice<br />

della serie originaria, la sit-com doveva<br />

da principio vedere protagonista<br />

una coppia formata da Paul Dooley e<br />

Rita Moreno. Angie Dickinson e le<br />

sue gambe compaiono in un cameo;<br />

Zsa Zsa Gabor è tra le altre gueststars.<br />

L’ultimo episodio del serial segna<br />

il ritorno di Kristy McNichol e la<br />

partenza di Harry, che accetta una cattedra<br />

nel Vermont non prima di avere<br />

sposato Laverne. I produttori esecutivi<br />

sono sei: oltre a Susan Harris, Rod<br />

Parker, Paul Junger Witt, Hal Cooper,<br />

Tony Thomas, Gary Jacobs. John Bettes<br />

e George Aliceson sono gli autori<br />

del tema musicale “Life goes on”.<br />

Cannon (Id.) Con: William Conrad.<br />

Produzione: Usa, 1971, poliziesco, colore<br />

(125/60’).<br />

Un detective privato fisicamente a<br />

metà strada tra Bud Spencer e Maurizio<br />

Costanzo risolve i casi che gli vengono<br />

assegnati da clienti facoltosi come<br />

da vittime di soprusi e ingiustizie.<br />

Tra i maggiori successi seriali degli<br />

anni ’70, la serie ha tra gli ingredienti<br />

del successo la fisicità del protagoni­<br />

sta: Frank Cannon (William Conrad),<br />

un ex tenente della polizia che non disdegna<br />

corse e inseguimenti perdifiato<br />

per acciuffare malviventi più agili ma<br />

che, per copione, finiscono sempre per<br />

essere “schiacciati” dalla sua irruenza<br />

e dai suoi 130 chili. Tra gli hobby di<br />

Cannon: la buona cucina e le macchine<br />

cabriolet (lui guida una Continental).<br />

“Enorme” successo per Conrad, che<br />

aveva debuttato in televisione quale<br />

voce narrante originale nella serie-cult<br />

Il fuggiasco (1963); negli anni ’50 l’attore<br />

aveva invece dato voce al personaggio<br />

di Matt Dillon nella versione<br />

radiofonica di Gunsmoke (quando decisero<br />

di farla diventare una serie tv, gli<br />

preferirono lo smilzo James Arness).<br />

Quinn Martin è l’ideatore e il produttore<br />

esecutivo del serial extra-large,<br />

che ha conosciuto anche una versione<br />

a fumetti a cura di Martin Asbury. John<br />

Carl Parker è l’autore del tema musicale;<br />

Patrick Williams è fra gli altri<br />

compositori del <strong>telefilm</strong> ambientato a<br />

Los Angeles. Martin Sheen, Leslie<br />

Nielsen, Roy Scheider e Nick Nolte<br />

compaiono quali guest-stars; tra gli altri<br />

volti noti si segnalano Vera Miles,<br />

Leif Garrett, Cindy Williams, Stefanie<br />

Powers, David Soul, Dick Van Patten,<br />

Shelley Duvall, Anne Baxter, Pat Morita,<br />

Buddy Ebsen. Nel 1980 Conrad è<br />

tornato a interpretare il suo personaggio<br />

in un film-tv (The Return of Frank<br />

Cannon).<br />

Capital City (Id.) Con: Anna Nygh,<br />

Joanna Kanska, Jason Isaacs, John<br />

Bowe, Joanna Phillips-Lane, Dorian<br />

Healy, Trevyn McDowell, Douglas<br />

Hodge, William Armstrong, Rolf Saxon,<br />

Denys Hawthorne, Richard Le<br />

Parmentier, Emily Bolton, Saira Todd,<br />

Julia Lane. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1989, drammatico, colore (13/60’).


Capital News 138<br />

Il mondo dorato <strong>dei</strong> finanzieri londinesi,<br />

degli yuppies, della City, delle auto<br />

lussuose e delle ville faraoniche: la serie<br />

ruota attorno alle attività <strong>dei</strong> banchieri<br />

della fittizia Shane Longman<br />

Bank, i quali hanno costruito la propria<br />

immagine come un team affiatato, pieno<br />

di risorse e con energia da vendere.<br />

Ogni loro giornata, ogni puntata, si<br />

prospetta piena di rischi: crolli finanziari,<br />

speculazioni sbagliate, ma anche<br />

sogni, amori fugaci e relazioni. Tra i<br />

colletti bianchi e i tailleur della serie:<br />

la manager di computer Hannah Burgess<br />

(Anna Nygh), l’indipendente<br />

Sirkka Nieminen (Joanna Kanska), il<br />

tranquillo Chas Ewell (Jason Isaacs), il<br />

boss Leonard Ansen (John Bowe),<br />

l’arrivista Wendy Foley (Joanna Phillips-Lane),<br />

l’odioso Jimmy Destry<br />

(Dorian Healy), la tedesca Michelle<br />

Hauptmann (Trevyn McDowell), l’effemminato<br />

Declan McConnochie (Douglas<br />

Hodge), l’eccentrico Max Lubin<br />

(William Armstrong), lo statunitense<br />

Hudson J. Talbot III (Rolf Saxon), James<br />

Farrell (Denys Hawthorne), Lee<br />

Wolf (Richard Le Parmentier), Sylvia<br />

Roux Teng (Emily Bolton), Hilary<br />

Rollinger (Saira Todd), Roberta (Julia<br />

Lane). Andrew Brown e John Hambly<br />

sono i produttori esecutivi. Colin<br />

Towns compone la colonna sonora. La<br />

serie è ideata da Andrew MacLear.<br />

Capital News (Id.) Con: Lloyd Bridges,<br />

Mark Blum, Christian Clemenson,<br />

Wendell Pierce, Helen Slater,<br />

Jenny Wright, William Russ, Michael<br />

Woods, Chelsea Field, Charles Levin.<br />

Produzione: Usa, 1990, drammatico,<br />

colore (13/60’).<br />

Al “Washington Capital”, uno <strong>dei</strong> più<br />

grandi giornali della città, lavora un<br />

gruppo di giornalisti da “prima pagina”:<br />

l’editore Jonathan “Jo Jo” Turner<br />

(Lloyd Bridges); il direttore Edison<br />

King (Mark Blum); il mite reporter<br />

Todd Lunden (Christian Clemenson);<br />

Miles Plato (Kurt Fuller), colorita firma<br />

<strong>dei</strong> gossip; Conrad White (Wendell<br />

Pierce), reporter di colore nonostante<br />

il cognome; la novellina Anne McKenna<br />

(Helen Slater), reporter anch’essa<br />

come Doreen Duncan (Jenny Wright),<br />

assegnata alla cronaca cittadina al<br />

fianco di Redmond Dunne (William<br />

Russ); il capo-redattore della cronaca<br />

Clay Gibson (Michael Woods); Cassy<br />

Swan (Chelsea Field) è a capo delle<br />

notizie nazionali; Vinnie DiSalvo<br />

(Charles Levin) è l’editore commerciale<br />

del giornale. David Milch, che<br />

aveva lavorato in precedenza in Hill<br />

Street giorno e notte, è il creatore della<br />

serie insieme a Christian Williams,<br />

nonché produttore in compagnia di<br />

Andrew Gottlieb; Milch ha dovuto faticare<br />

non poco a spiegare che le vicende<br />

narrate non si ispiravano a quelle<br />

del “Washington Post” (molti giornalisi<br />

del “Post” hanno prestato la loro<br />

consulenza, Williams è stata una firma<br />

del quotidiano per 13 anni). J.A.C.<br />

Redford compone la colonna sonora.<br />

Su 13 puntate prodotte, l’ABC ne ha<br />

mandate in onda solo 4.<br />

Capitan Nice (Captain Nice) Con:<br />

William Daniels, Alice Ghostley, Ann<br />

Prentiss, Liam Dunn, Bill Zuckert.<br />

Produzione: Usa, 1967, sit-com/fantastico,<br />

colore (15/30’).<br />

Curt Nash (William Daniels) è un timido<br />

chimico del dipartimento della<br />

polizia che scopre un liquido che gli<br />

permette di diventare Captain Nice.<br />

Dotato di super-poteri, volando nonostante<br />

le vertigini con la sua calzamaglia<br />

sbrindellata, Nice combatte i cattivi<br />

su suggerimento della madre possessiva<br />

Esther (interpretata da Alice


139 Capitan Onedin<br />

Ghostley). Passata un’ora il super-potere<br />

di Nice si esaurisce. Ann Prentiss è<br />

il sergente Candy Kane, l’affascinante<br />

poliziotta della quale Carter è segretamente<br />

innamorato; Liam Dunn veste i<br />

panni del sindaco Fred Finney, il quale<br />

è lo zio di Curt e il fratello di Esther;<br />

Bill Zuckert è il capo della polizia Segal.<br />

Il padre del protagonista appare<br />

sempre dietro un giornale aperto, apparentemente<br />

disinteressato a quanto<br />

gli accade intorno: il quotidiano che fa<br />

da paravento a papà Harvey (Byron<br />

Foulger) è il “Chronicle”. Le vicende<br />

si svolgono a Big Town, metropoli “da<br />

qualche parte nel nord degli Stati Uniti”.<br />

Buck Henry, già ideatore di Get<br />

Smart (1965) al fianco di Mel Brooks,<br />

è il creatore di una serie sospesa tra sitcom<br />

parodistica e fantastico che si avvale<br />

delle musiche di Vic Mizzy e<br />

Jerry Fielding. Il <strong>telefilm</strong> ha debuttato<br />

in America sull’NBC il 9 gennaio 1967,<br />

lo stesso giorno dell’esordio sulla CBS<br />

di Mr. Terrific (inedito in Italia), serial<br />

con uno di quei super-eroi ai quali Nice<br />

intendeva fare il verso.<br />

Capitano Lückner, Il (Les aventures<br />

du capitaine Lückner; Graf Lückner;<br />

Capitaine Lückner; Trois mâts pour<br />

l’aventure) Con: Heinz Weiss, Yves<br />

Lefebvre, Ulli Kinalzik, Reent Reins.<br />

Produzione: Francia/Germania, 1973,<br />

avventura, colore (39/30’).<br />

Serie avventurosa sulla vita ricca di<br />

emozioni del conte Félix von Lückner<br />

(1881-1966), definito nella biografia<br />

di Gérard A. Jaeger “l’ultimo corsaro<br />

<strong>dei</strong> mari”. L’eroe tedesco che si distinse<br />

nella Grande Guerra, vanta un passato<br />

da pugile, da cacciatore di canguri<br />

in Australia, da vagabondo in Giamaica,<br />

da cowboy in Messico… Ma si fece<br />

conoscere dall’Atlantico al Pacifico<br />

per la sua invincibile tecnica di guerra<br />

navale, così come per il rispetto con il<br />

quale considerava i nemici e trattava<br />

gli sconfitti. Nella traduzione televisiva<br />

delle sue gesta memorabili è stato<br />

chiamato a interpretarlo Heinz Weiss;<br />

Lückner è affiancato dai fedeli Lieuville<br />

(Yves Lefebvre), Heim (Ulli Kinalzik)<br />

e Teedje (Reent Reins). La colonna<br />

sonora è composta da Boris<br />

Jojic. La serie è co-prodotta dalla tedesca<br />

Horsi Film e dalle francesi ORTF e<br />

Telecip Productions.<br />

Capitan Onedin (The Onedin Line)<br />

Con: Peter Gilmore, Anne Stallybrass.<br />

Produzione: Gran Bretagna, 1971, avventura,<br />

colore (91/60’).<br />

La storia è quella del determinato James<br />

Onedin (Peter Gilmore), il quale<br />

sposa Anne Webster (Anne Stallybrass)<br />

per venire in possesso della nave a tre<br />

alberi Charlotte Rhodes. Solo che il capitano<br />

si innamora di colei che ha portato<br />

all’altare per interesse, pur continuando<br />

il suo intento di varare una linea<br />

di navigazione che parte dalla Liverpool<br />

del 1860. Tra gli altri personaggi<br />

“in onda”: il capitano Baines (Howard<br />

Lang); il capitano Webster (James<br />

Hayter), padre di Anne; Elisabeth (Jessica<br />

Benton), la sorella di James.<br />

Quando Anne muore per complicazioni<br />

da parto, il protagonista sposa dapprima<br />

Letty Graunt (Jill Gascoine), poi quando<br />

passa anch’essa tra i più porta all’altare<br />

la vedova spagnola Margarita Juarez<br />

(Roberta Iger). La serie ideata da<br />

Cyril Abraham è stata girata a Devon, in<br />

Inghilterra. Peter Graham Scott, Peter<br />

Cregeen e Geraint Morris firmano da<br />

produttori. Le vicende al centro del <strong>telefilm</strong><br />

si concludono nell’anno 1886.<br />

La puntata-pilota è andata in onda nel<br />

1970, all’interno dello spettacolo Drama<br />

Playhouse: il personaggio di Anne<br />

era interpretato da Sheila Allen.


Captain Power<br />

Captain Power (Captain Power and<br />

the Soldiers of the Future) Con: Tim<br />

Dunigan, David Hemblen, Sven-Ole<br />

Thorsen, Peter MacNeil, Maurice Dean<br />

Wint, Jessica Steen. Produzione: Usa,<br />

1987, fantascienza, colore (22/30’).<br />

Sebbene nasca, come molte fiction di<br />

fantascienza degli anni ’80, dal successo<br />

di una collana di giocattoli, questa<br />

serie rappresenta uno <strong>dei</strong> primi<br />

esempi di televisione “interattiva”: chi<br />

possedeva il Powerjet XT-7 o il Phantom<br />

Striker della Mattel poteva interagire<br />

con i protagonisti sul piccolo<br />

schermo alla stessa stregua <strong>dei</strong> telespettatori-antenati<br />

di Winky Dink and<br />

You (1953), il primo tentativo del genere.<br />

Il <strong>telefilm</strong> coniuga azione con<br />

personaggi in carne e ossa con l’animazione<br />

ricreata al computer; ogni<br />

episodio contiene cinque minuti di<br />

“interazione”. Il plot del serial ambientato<br />

nel 2146 racconta l’eterna lotta<br />

tra i buoni – capeggiati dal capitano<br />

Jonathan Power (Tim Dunigan) – e i<br />

cattivi – agli ordini di Lord Dread (David<br />

Hemblen): i primi devono difendere<br />

la Terra dagli attacchi <strong>dei</strong> secondi,<br />

intenzionati a distruggere l’umanità e<br />

a sostituirla con le macchine. Tra i personaggi<br />

di contorno: Tank (Sven-Ole<br />

Thorsen), Hawk (Peter MacNeil),<br />

Scott (Maurice Dean Wint) e la caporale<br />

Jennifer Chase (Jessica Steen).<br />

John Copeland, Ian McDougall e Douglas<br />

Netter sono i produttori del <strong>telefilm</strong><br />

ideato da Joseph Straczynski.<br />

Capitan Ultra (Kyaputen Urutora)<br />

Con: Hiroisha Nakata. Produzione:<br />

Giappone, 1967, fantascienza, colore<br />

(24/30’).<br />

Classica space opera che vanta mostri<br />

e alieni di ogni tipo. Il protagonista,<br />

Capitan Ultra (Hiroisha Nakata), combatte<br />

a bordo della sua nave spaziale<br />

140<br />

dapprima contro il temibile Balden<br />

Sijin, per poi affrontare di volta in volta<br />

mostri giganteschi di ogni sorta. La<br />

serie prodotta da Tohru Hirayama è<br />

stata ideata dalla Toci Co. per contrastare<br />

il successo di Ultraman, firmata<br />

dalla concorrente Tsuburaya Productions.<br />

Carabinieri Con: Manuela Arcuri,<br />

Lorenzo Crespi, Francesco Giuffrida,<br />

Martina Colombari, Pino Caruso, Paolo<br />

Villaggio, Andrea Roncato, Ettore<br />

Bassi, Milena Miconi, Roberto Farnesi,<br />

Alessia Marcuzzi, Roberta Giarrusso,<br />

Elisabetta Canalis, Luca Argentero,<br />

Marco Iannone, Giorgio Borghetti, Orso<br />

Maria Guerrini, Erika Blanc. Produzione:<br />

Italia, 2002, poliziesco, colore<br />

(96/60’).<br />

STRACOTTO<br />

Già è difficile trovare un Carabiniere<br />

donna, figuriamoci uno con le fattezze<br />

di Manuela Arcuri. Ma c’è di più: per<br />

incontrarla bisogna scarpinare fino a<br />

Città della Pieve (Pg). Qui, alla caserma<br />

locale, è arrivata da poco il carabiniere<br />

effettivo Paola Vitali (la Arcuri),<br />

la quale – come si legge nel comunicato<br />

stampa – “sfida sé stessa, le convenzioni<br />

e il suo ruolo di donna per diventare<br />

un vero carabiniere”. L’ausiliario<br />

Leo Bini (Francesco Giuffrida) diventa<br />

il primo amico di Paola tra i colleghi;<br />

nonostante l’asprezza apparente,<br />

il maresciallo Tommaso Palermo (Lorenzo<br />

Crespi) nutre nei confronti della<br />

nuova arrivata un sentimento che va al<br />

di là del rapporto professionale; Gioia<br />

(Martina Colombari), oltre a essere<br />

l’altra contendente del cuore di Palermo,<br />

è altresì la figlia del comandante<br />

Giuseppe Capello (Pino Caruso); in<br />

caserma fa capolino lo stralunato Giovanni<br />

(Paolo Villaggio), colpito in gioventù<br />

da un fulmine e ora illuminato


141 Cara detective<br />

informatore che, grazie alla fiducia<br />

dell’appuntato Costante Romanò (Andrea<br />

Roncato), aiuta i carabinieri a risolvere<br />

i casi più intricati. Dalla nona<br />

puntata entra in scena, con un escamotage<br />

degno di Aaron Spelling, il personaggio<br />

del maresciallo Andrea Ferri<br />

(Ettore Bassi): in realtà era apparso<br />

una prima volta nei panni di Carlo<br />

Manzi, un ragioniere sospettato di organizzare<br />

un giro di squillo che ora rivela<br />

di avere agito sotto mentite spoglie<br />

quale infiltrato del ROS; egli è destinato<br />

a prendere il posto del parigrado<br />

Palermo dopo che questi è stato assegnato<br />

a una missione speciale altrove.<br />

Lorenzo Crespi ha affermato all’Ansa<br />

di essere stato “usato ed estromesso”<br />

e, facendo riferimento a una<br />

malattia che l’ha bloccato a letto per<br />

molto tempo, ha denunciato che “non<br />

mi hanno voluto aspettare, forse la mia<br />

popolarità dava fastidio agli altri protagonisti”;<br />

lo stesso attore è poi salito<br />

alle cronache quando nel giugno 2005<br />

è stato fermato da veri Carabinieri per<br />

aver procurato lesioni personali a due<br />

camionisti nel tentativo di difendere<br />

una donna. Nel secondo ciclo entrano<br />

in scena il sostituto procuratore Claudia<br />

Morresi (Milena Miconi), destinata<br />

a far ingelosire la protagonista e il<br />

brigadiere Luigi Testa (Roberto Farnesi).<br />

Nella terza stagione sparisce la Vitali:<br />

viene detto tra le righe a causa di<br />

un trasferimento, mentre la Arcuri era<br />

in cerca di novità artistiche; per sostituirla<br />

ci si mettono in tre (una più bella<br />

dell’altra): il maresciallo Andrea Sepi<br />

(Alessia Marcuzzi), la “carabiniera”<br />

semplice Sonia Martini (Roberta Giarrusso)<br />

e la cubista Alessandra Ferri<br />

(Elisabetta Canalis), sorella di Andrea.<br />

Nel primo episodio del quarto ciclo<br />

Andrea Ferri viene trasferito a Roma;<br />

Andrea Sepi viene promossa a coman­<br />

dante della stazione dove ben presto<br />

bussano nuovi personaggi: i carabinieri<br />

Marco Tosi (Luca Argentero) e Gabriele<br />

Vici (Marco Iannone); il pubblico<br />

ministero Carlo Cesari (Giorgio<br />

Borghetti); il padre di Andrea (interpretato<br />

da Orso Maria Guerrini); Gemma<br />

(Erika Blanc), la madre di Sonia<br />

Martini che diventa sua consigliera anche<br />

in occasione del flirt della figlia<br />

con il nuovo collega. Durante la quarta<br />

stagione il cast della serie si è mobilitato<br />

per un bambino di Città della Pieve<br />

malato di tumore, raccogliendo 16.000<br />

euro nel corso di uno spettacolo di beneficenza.<br />

Se l’intenzione del <strong>telefilm</strong><br />

era quella di rinverdire il filone alla<br />

“Pane, amore e fantasia”, il risultato è<br />

quello di portare in scena un ritratto<br />

provinciale fuori dal mondo e dalla<br />

cronaca. Il direttore della produzione è<br />

Francesco Lattuada. Le musiche sono<br />

composte da Germano Mazzocchetti.<br />

Le riprese del primo ciclo sono durate<br />

28 settimane. Ogni episodio si conclude<br />

con la risoluzione del caso in esame<br />

e il lancio di quello successivo. Nel<br />

2005 è stata lanciata la mini-serie spinoff<br />

Carabinieri – Sotto copertura, in<br />

cui Andrea Ferri e Paola Vitali riallacciano<br />

indagini e passione.<br />

Cara detective (Dear detective)<br />

Con: Brenda Vaccaro, Arlen Dean<br />

Snyder, Jet Yardum, Michael McRae,<br />

John Dennis Johnston, Jack Ging, Ron<br />

Silver, M. Emmet Walsh, Lesley<br />

Woods. Produzione: Usa, 1979, poliziesco,<br />

colore (4/60’).<br />

Serie di breve durata incentrata sulla<br />

figura una e trina del sergente Kate<br />

Hudson (Brenda Vaccaro), la quale si<br />

alterna nei ruoli di poliziotto, madre e<br />

amante. Ineccepibile in divisa, la nostra<br />

intrattiene una relazione sentimentale<br />

con il professor Richard


Care ragazze 142<br />

Weyland (Arlen Dean Snyder), insegnante<br />

di letteratura inglese presso<br />

l’U.C.L.A.; l’obbligo della reperibilità<br />

da parte della protagonista nuoce tuttavia<br />

al rapporto con il letterato, il quale<br />

arriva a criticare pesantemente i metodi<br />

polizieschi. Kate è altresì impegnata<br />

sul fronte materno con la figlia Lisa<br />

(Jet Yardum), nata dal matrimonio appena<br />

concluso. Tra gli altri colleghi al<br />

distretto: i detective Brock (Michael<br />

McRae), Clay (John Dennis Johnston),<br />

Chuck Morris (Jack Ging),<br />

Schwartz (Ron Silver), il capitano<br />

Gorcey (M. Emmet Walsh). Lesley<br />

Woods veste i panni della madre di<br />

Kate. Dean Hargrove e Roland Kibbee<br />

firmano da produttori. Tra le gueststars<br />

si riconosce un Lorenzo Lamas<br />

con i capelli corti. Richard DeBenedictis<br />

compone la colonna sonora.<br />

Care ragazze (Keep it in the family)<br />

Con: Robert Gillespie, Stacy Dorning,<br />

Jenny Quale, Sabina Franklyn, Pauline<br />

Yates, Glyn Houston. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1980, sit-com, colore<br />

(31/30’).<br />

Nella famiglia Rush è successo l’inaspettato:<br />

le figlie sono cresciute e ora,<br />

con i loro ormoni in subbuglio, rivendicano<br />

la propria libertà. Di parere opposto<br />

è il dispotico e apprensivo capofamiglia:<br />

Dudley Rush (Robert Gillespie)<br />

ha sì concesso loro di andare a<br />

vivere da sole, ma solo al piano di sotto<br />

della loro casa a Highgate (a nord di<br />

Londra). E così, per Susan (Stacy<br />

Dorning) e Jacqui (interpretata in successione<br />

da Jenny Quale e Sabina<br />

Franklyn), guai a vestirsi troppo sexy,<br />

figuriamoci a invitare qualcuno a casa…<br />

Come se non bastasse papà Dudley<br />

è sempre presente, visto che lavora<br />

da casa quale disegnatore del fumetto<br />

Barney – Adventures of a bionic bull­<br />

dog; l’unico appoggio alle due “sequestrate<br />

in casa” arriva dalla comprensiva<br />

mamma Muriel (Pauline Yates).<br />

In seguito quest’ultima esce di<br />

scena – viene spiegato che è andata in<br />

Australia a far visita alla madre –<br />

mentre fa il suo ingresso Duncan Thomas<br />

(Glyn Houston), il boss di Dudley<br />

che si trasferisce nello stesso stabile<br />

<strong>dei</strong> Rush. La sit-com ideata da Brian<br />

Cooke e prodotta da Mark Stuart, Robert<br />

Reed e Michael Mills ha conosciuto<br />

un’immediata versione americana:<br />

in Vicini troppo vicini (1980) si<br />

mette da parte la sottile ironia inglese<br />

e il conservatorismo british per affidarsi<br />

alla comicità più d’impatto del<br />

mattatore Ted Knight.<br />

Carga pesada (Id.) Con: Antônio<br />

Fagundes, Stênio Garcia. Produzione:<br />

Brasile, 1979, avventura, colore (12/60’).<br />

Avventure on the road di due camionisti<br />

in giro per le strade e i vicoli del<br />

Brasile. Al centro delle vicende si<br />

muovono Pedro (Antônio Fagundes) e<br />

Bino (Stênio Garcia), pronti a girare il<br />

volante verso nuovi guai da risolvere.<br />

Il primo è un donnaiolo impenitente e<br />

assomiglia anche fisicamente a Flavio<br />

Briatore; il secondo, più riflessivo e<br />

pragmatico, è il ritratto sputato di Carlos<br />

Santana. Daniel Filho firma da produttore<br />

per la Rede Globo. Il plot del<br />

<strong>telefilm</strong> , che si è aggiudicato in patria<br />

un APCA Trophy da parte <strong>dei</strong> critici televisivi,<br />

è stato ripreso nel 1987 dal<br />

nostro Due assi per un turbo.<br />

Cari professori (Teachers Only)<br />

Con: Lynn Redgrave, Norman Fell,<br />

Adam Arkin, Norman Bartold, Richard<br />

Karron, Kit McDonough, Jean<br />

Smart, Teresa Ganzel. Produzione:<br />

Usa, 1982, sit-com, colore (21/30’).<br />

Dietro le porte della Millard Fillmore


143 Caroline in the City<br />

High School, tra le scuole più esclusive<br />

della città, ne succedono di tutti i colori.<br />

Ma non tra gli studenti: i veri protagonisti<br />

sono gli insegnanti. La professoressa<br />

Diana Swanson (Lynn Redgrave)<br />

si impegna nel risolvere i problemi<br />

di colleghi e alunni; Ben Cooper (Norman<br />

Fell) è il flemmatico direttore con<br />

ulcera incorporata; Michael Dreyfuss<br />

(Adam Arkin) è l’insegnante di biologia;<br />

Mr. Brody (Norman Bartold) affianca<br />

il direttore nei panni dell’assistente;<br />

il bidello Pafko (Richard Karron);<br />

la rumorosa segretaria Lois (Kit<br />

McDonough). Dopo una stagione viene<br />

svelato che la scuola è a Brooklyn,<br />

mentre molti interpreti lasciano il set:<br />

accanto a Fell e Redgrave, gli unici<br />

“promossi” del cast precedente, entrano<br />

in scena Jean Smart nelle vesti della<br />

segretaria di Cooper e Teresa Ganzel<br />

nel ruolo di Sam, l’insegnante di inglese.<br />

La scuola, senza alcuna spiegazione,<br />

ha un nuovo nome: Woodrow Wilson<br />

High. Aaron Ruben è il creatore del<br />

serial. Michael J. Fox compare da guest-star.<br />

L’idea di raccontare più i professori<br />

che gli studenti è stata ripresa<br />

recentemente da Boston Public (2000).<br />

Carol & company (Id.) Con: Carol<br />

Burnett, Anita Barone, Meagen Fay,<br />

Richard Kind, Terry Kiser, Peter Krause,<br />

Jeremy Piven. Produzione: Usa,<br />

1990, sit-com, colore (37/30’).<br />

Carol Burnett è la protagonista di un<br />

format di fiction inusuale: una sit-com<br />

antologica in cui interpreta un personaggio<br />

diverso in ogni puntata. Tra i<br />

più riusciti, il ritratto sarcastico di<br />

un’anziana interprete di soap-opera<br />

isterica e sessualmente insoddisfatta.<br />

L’attrice, reduce dai fasti degli anni<br />

’60, è supportata da alcuni caratteristi<br />

che conoscono a menadito i suoi tempi<br />

e le sue caratteristiche sceniche (tra gli<br />

altri: Anita Barone, Meagen Fay, Richard<br />

Kind, Terry Kiser, Peter Krause,<br />

Jeremy Piven). Christopher Reeve<br />

compare tra le guest-stars; Carrie Hamilton,<br />

la figlia di Burnett, è presente<br />

in un cameo. Matt Williams e David<br />

McFadzean firmano da produttori<br />

esecutivi.<br />

Caroline in the City (Id.) Con: Lea<br />

Thompson, Eric Lutes, Amy Pietz,<br />

Malcom Gets, Sofia Milos, Andy<br />

Lauer, Tom LaGrua. Produzione: Usa,<br />

1995, sit-com, colore (97/30’).<br />

Come ne Il fantastico mondo di Mr.<br />

Monroe (1969), anche la protagonista<br />

di questa sit-com possiede una sorta di<br />

alter-ego a disegni: ogni episodio viene<br />

aperto da una breve sequenza-cartoon<br />

autobiografica sull’“animata” vita<br />

della nostra. Caroline Duffy (Lea<br />

Thompson) è una cartoonist di successo<br />

che vive nell’esclusivo quartiere<br />

di Tribeca a Manhattan: dopo aver<br />

ideato la striscia Caroline in the City,<br />

declinata in una serie di gadget da Caroline-mania<br />

(libri, poster, cartoline…),<br />

la vita di tutti i giorni le appare<br />

più dura di quella tutta “china e matita”.<br />

Il fidanzato, Del Cassidy (Eric Lutes),<br />

la molla; la sua migliore amica, la<br />

vicina di casa Annie Viola Spadaro<br />

(Amy Pietz), è una ballerina professionista<br />

costretta a danzare nelle infinite<br />

repliche di Cats; il cinico Richard<br />

Karinsky (Malcom Gets) è un pittore<br />

di belle speranze che, non senza vergogna,<br />

sbarca il lunario quale colorista<br />

di cartoon: la vita quotidiana di<br />

Caroline, con i suoi problemi e i suoi<br />

personaggi, emerge nelle strips che<br />

l’hanno resa sì famosa ma tutt’altro<br />

che soddisfatta (tra le scene più memorabili,<br />

quella in cui una volta abbandonata<br />

dal fidanzato getta ortaggi<br />

dalla finestra affinchè gli uomini di


Caro papà 144<br />

sotto si accorgano di lei). Unica nota<br />

positiva risulta l’attrazione crescente<br />

tra la protagonista e Richard, anche se<br />

quest’ultimo sposerà alla fine la barista<br />

Julia (Sofia Milos). Andy Lauer interpreta<br />

Charlie, il bizzarro commesso<br />

di Del; Tom LaGrua è Remo, il proprietario<br />

del ristorante italiano che<br />

funge da ritrovo per tutti i protagonisti.<br />

Salty è il nome del gatto di Caroline. I<br />

cartoni animati della sit-com sono disegnati<br />

da Bonnie Timmons. Fred Barron,<br />

David Nichols e Marco Pennette<br />

sono i produttori esecutivi della sitcom<br />

che ha vinto due ASCAP Awards<br />

quale “miglior serie” nel 1996 e nel<br />

1997, nonché un Emmy Award nel<br />

1996 per la miglior grafica. Jonathan<br />

Wolff è l’autore della colonna sonora.<br />

Tra le guest-stars che sfilano:<br />

Matthew Perry, George Segal, la topmodel<br />

Angie Everhart e, nei panni di<br />

sé stessi, John Landis e Julie Andrews.<br />

La sit-com è giunta in Italia solo nel<br />

2002, sulla stessa La7 che in quasi<br />

contemporanea trasmetteva, sempre a<br />

proposito di donne single, la più esplicita<br />

Sex and the City o la “sempreverde”<br />

Murphy Brown.<br />

Caro papà (Father, Dear Father)<br />

Con: Patrick Cargill, Noel Dyson, Natasha<br />

Pyne, Ann Holloway, Jeremy<br />

Child, Barbara Mossman. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1968, sit-com, b/n, colore<br />

(45/30’).<br />

Patrick Glover (Patrick Cargill), scrittore<br />

di spy-stories alla Bond, è sull’orlo<br />

della disperazione: la moglie Barbara<br />

lo ha mollato per mettersi con il suo<br />

migliore amico, lasciandolo in balia di<br />

due figlie adolescenti non proprio<br />

tranquille e di una casa da mantenere.<br />

Brian Cooke, in seguito ideatore di<br />

George e Mildred, ne fa nascere una<br />

sit-com pseudo-familiare che ha ri­<br />

scontrato un ottimo successo (soprattutto<br />

in Inghilterra). Il capo-famiglia<br />

decide di assumere la “tata” Matilda<br />

Harris (Noel Dyson) per accudire le figlie<br />

Anna (Natasha Pyne) e Karen<br />

(Ann Holloway): la nuova arrivata<br />

crede che per risolvere le piccole e<br />

grandi questioni familiari non ci sia<br />

nulla di meglio che una buona tazza di<br />

tè. Il cane di famiglia, un San Bernardo<br />

di nome H.G. Wells, dorme la maggior<br />

parte del tempo. Alla fine della sesta<br />

stagione la primogenita Anna sposa il<br />

fidanzato Timothy Tanner (Jeremy<br />

Child). Barbara Mossman interpreta<br />

l’ex moglie di Glover. Tra le tante guest-stars<br />

della serie: Bill Fraser, Bill<br />

Pertwee e Peter Jones. William G.<br />

Stewart firma nel contempo da regista<br />

e produttore, in quest’ultima veste in<br />

compagnia di Peter J. Thompson.<br />

Johnny Mortimer è il co-ideatore insieme<br />

a Cooke. La colonna sonora è<br />

composta da Nachum Heiman. La situation-comedy<br />

ha dato vita nel 1972 a<br />

un film (Father, Dear Father, inedito<br />

in Italia) e a un sequel (Father, Dear<br />

Father in Australia), girato nella “terra<br />

<strong>dei</strong> canguri” dieci anni dopo la prima<br />

puntata del serial originario: nel primo<br />

caso sopravvive tutto il cast; nel secondo<br />

Glover e la “tata” si prendono<br />

cura delle figlie del di lui fratello, in<br />

trasferta a Londra per lavoro.<br />

Carovana (Stagecoach West) Con:<br />

Wayne Rogers, Robert Bray, Richard<br />

Eyer. Produzione: Usa, 1960, western,<br />

b/n (38/60’).<br />

Sulla scia aperta da Carovane verso il<br />

West (1957), corre un’altra spedizione<br />

di uomini e diligenze, in viaggio anch’essa<br />

dal Missouri alla California.<br />

Wayne Rogers interpreta il capo-carovana<br />

Luke Perry; Robert Bray è il guidatore<br />

Simon Kane; Richard Eyer ve­


145 Carson’s Law<br />

ste i panni di Davey, il giovane figlio<br />

di Simon. Tutti i crismi del Vecchio<br />

West sono rispettati, tra killer dal<br />

guanto nero di pelle, truffatori, bari e<br />

signorine in pericolo. Produce Vincent<br />

M. Fennelly. Skip Martin è l’autore<br />

della colonna sonora. Robert Vaughn,<br />

James Coburn e Lee Van Cleef sono<br />

tra le guest-stars che salgono in carrozza.<br />

Carovane verso il West (Wagon<br />

Train) Con: Ward Bond, John McIntire,<br />

Robert Horton, Denny Scott Miller,<br />

Frank McGrath, Michael Burns. Produzione:<br />

Usa, 1957, western, b/n<br />

(284/60’).<br />

CULT<br />

Uno <strong>dei</strong> serial-western più popolari in<br />

America, al primo posto degli ascolti<br />

nella stagione 1961-1962, trae origine<br />

da La carovana <strong>dei</strong> Mormoni, il film<br />

del 1950 di John Ford che racconta<br />

una parabola sulla tolleranza nell’epoca<br />

della conquista della terra promessa.<br />

Non è un caso che lo stesso Ford<br />

compaia tra i registi della serie on the<br />

road dal Missouri alla California. Gli<br />

episodi sono ambientati lungo una<br />

delle più importanti linee ferroviarie<br />

del secolo scorso: i viaggi, le speranze,<br />

i sogni e le difficoltà di quegli emigranti<br />

e avventurieri che la tradizione<br />

americana ha trasformato più nobilmente<br />

in pionieri diventano un <strong>telefilm</strong>.<br />

Del cast cinematografico sopravvive<br />

Ward Bond, nei panni del<br />

maggiore Seth Adams fino alla sua<br />

improvvisa scomparsa, avvenuta nel<br />

1960; il suo posto viene preso da John<br />

McIntire nelle vesti di Chris Hale. Tra<br />

gli altri protagonisti: Robert Horton e<br />

Denny Scott Miller sono le guide Flint<br />

McCullough e Duke Shannon; Frank<br />

McGrath interpreta Charlie Wooster,<br />

il cuoco; Michael Burns è il giovane<br />

Barnaby West; Robert Fuller chiude la<br />

carovana come l’ultimo scout.<br />

Howard Christie è il produttore della<br />

serie che dopo tre anni alle spalle del<br />

concorrente Gunsmoke è riuscita nello<br />

storico sorpasso dell’audience nel<br />

1961. Jerry Goldsmith e John Williams<br />

sono i compositori della colonna<br />

sonora; il tema è cantato da Lyn<br />

Murray; tra i tanti motivi musicali che<br />

si succedono nel corso delle stagioni il<br />

più famoso è firmato da Jerome Moross.<br />

Tra le tante guest-stars del serial<br />

si notano: Ernest Borgnine, James Coburn,<br />

Bette Davis, Barbara Stanwick,<br />

Angie Dickinson, Bo Hopkins, Lee<br />

Marvin, John Wayne, Rod Steiger, Joseph<br />

Cotten, Dennis Hopper, Ronald<br />

Reagan, Peter Falk, Bruce Dern, James<br />

Caan.<br />

Carson’s Law (Id.) Con: Kevin Miles,<br />

Jon Sidney, Ross Thompson,<br />

Edward Upjohn, Melanie Oppenheimer,<br />

Christine Armor, Patrick Dickson,<br />

Kevin Healy, Noel Trevarthen.<br />

Produzione: Australia, 1983, legale,<br />

colore (184/60’).<br />

Nella cornice dell’Australia degli anni<br />

’20, Godfrey Carson (Kevin Miles) è<br />

un personaggio dal carattere deciso<br />

che tirannizza il clan familiare. Ma<br />

egli è altresì il titolare dello studio di<br />

avvocati Carson&Carson, in cui lavorano<br />

anche i suoi tre figli: Bill (Jon<br />

Sidney), il primogenito sposato con<br />

un’avvocatessa in carriera; il secondogenito<br />

Robert (Ross Thompson), suo<br />

malgrado sempre in secondo piano rispetto<br />

al fratello maggiore Thomas, il<br />

più giovane e impetuoso. Tra gli altri<br />

personaggi ricorrenti: Sam e Sarah<br />

Carson (interpretati rispettivamente da<br />

Edward Upjohn e Melanie Oppenheimer),<br />

Felicity Price (Christine Armor),<br />

Arthur Simpson (Patrick Dickson), Sir


Casablanca 146<br />

Humprey-Moore (Kevin Healy), Gerard<br />

Kent (Noel Trevarthen). Terry<br />

Stapleton è l’ideatore della serie prodotta<br />

da John Barningham e girata a<br />

Melbourne.<br />

Casablanca (Id.) Con: David Soul,<br />

Scatman Crothers, Ray Liotta, Arthur<br />

Malet, Reuven Bar-Yotam, Hector<br />

Helizondo, Patrick Horgan, Kai Wulff.<br />

Produzione: Usa, 1983, drammatico,<br />

colore. (7/60’).<br />

STRACOTTO<br />

La seconda versione televisiva del film<br />

del 1942 di Michael Curtiz ha avuto<br />

meno successo della prima in onda sulla<br />

ABC nel 1955. Nell’adattamento degli<br />

anni ’80, l’azione prende il via poco<br />

prima di quanto accadeva nella pellicola:<br />

non è un caso che manchino la figura<br />

femminile di Ilse e del marito Victor<br />

Laszlo. Rick Blaine, proprietario dell’American<br />

Cafè, ha il volto di David<br />

Soul, l’ex poliziotto di Starsky&Hutch<br />

(lui era Hutch); il pianista Sam gliela<br />

suona ancora nello smoking di Scatman<br />

Crothers; il barista Sacha è interpretato<br />

da Ray Liotta; Arthur Malet si<br />

aggira tra i tavoli nel ruolo del maître<br />

Carl; Reuven Bar-Yotam è il misterioso<br />

Ferrari; Hector Helizondo veste la<br />

divisa francese del capitano Louis Renault;<br />

Patrick Horgan assume i gradi<br />

del maggiore tedesco Strasser; Kai<br />

Wulff lo affianca nei ranghi dell’aiutante,<br />

il tenente Heinz. David Wolper<br />

firma da produttore esecutivo del serial<br />

girato a Burbank, in California.<br />

Casa Capozzi Con: Enzo Cannavale,<br />

Isa Danieli, Vittorio Viviani, Giovanna<br />

Gallisai, Ruggero Pignotti. Produzione:<br />

Italia, 1988, sit-com, colore<br />

(12/30’).<br />

L’esordio alla produzione di Salvatore<br />

Samperi vede protagonista una fami­<br />

glia napoletana emigrata a Milano.<br />

Questa la formazione: i genitori (interpretati<br />

da Enzo Cannavale e Isa Danieli),<br />

ancorati alle loro origini; i figli (che<br />

hanno i volti di Vittorio Viviani e Giovanna<br />

Gallisai), “i quali – a detta di<br />

Samperi – appartengono alla prima generazione<br />

di nordisti-sudisti”; lo zio<br />

(Ruggero Pignotti), che pur essendo<br />

anziano non disdegna di togliersi le<br />

pantofole per correre a San Siro a puntare<br />

sui cavalli. Caso più unico che raro<br />

per la televisione italiana, il serial è<br />

stato volutamente prodotto “in proprio”,<br />

messo in cantiere ancor prima di<br />

trovare un acquirente.<br />

Casa del guardiaboschi, La (Forsthaus<br />

Falkenau) Con: Christian<br />

Wolff, Katharina Köhntopp, Michael<br />

Wolf, Nicole Schmid, Bruni Löbel,<br />

Walter Buschoff, Gisela Uhlen, Jutta<br />

Speidel, Paul Hubschmied, Hans von<br />

Borsdoy. Produzione: Germania, drammatico,<br />

1989, colore (13/60’; 7/90’).<br />

Il vedovo Martin Rombach (Christian<br />

Wolff) va a vivere a Küblach con i figli<br />

Andrea (Katharina Köhntopp), Markus<br />

(Michael Wolf) e Rica (Nicole Schmid),<br />

nonché con la nonna Herta Stolze<br />

(Bruni Löbel): qui diventa guardiaboschi<br />

e succede a Vinzenz Bieler (Walter<br />

Buschoff). Gli abitanti del paese, poco<br />

aperti alle novità, non si mostrano particolarmente<br />

socievoli nei confronti <strong>dei</strong><br />

Rombach. Accanto alle vicende locali<br />

si snodano quelle personali di Martin,<br />

in particolare il suo rapporto con i figli e<br />

con l’altro sesso. Tra gli altri personaggi<br />

ricorrenti del serial: Inge (Gisela Uhlen)<br />

e la famiglia von Bernried, Silvia<br />

(Jutta Speidel), Baron (Paul Hubschmied)<br />

e Max (Hans von Borsdoy). La<br />

serie è prodotta da Michael Schmidl; le<br />

musiche sono composte da Martin<br />

Böttcher e Bernhard Zeller.


147 Casa e chiesa<br />

Casa dolce casa (Home Sweet Home)<br />

Con: John Bluthal, Arianthe Galani,<br />

Christopher Bell, Carmen Tanti,<br />

Miles Buchanan. Produzione: Australia,<br />

1980, sit-com, colore (26/30’).<br />

Tutti gli stereotipi di noi italiani vengono<br />

messi alla berlina in una sit-com<br />

australiana che racconta le vicende<br />

della famiglia Pacelli, emigrata a Sydney<br />

da sedici anni. Il capo-famiglia<br />

Enzo (John Bluthal) ha origini napoletane<br />

e, nonostante abbia trovato lavoro<br />

come tassista, ricorda il suo paesello<br />

natale con nostalgia; la moglie Maria<br />

(Arianthe Galani) è la regina della casa<br />

e accudisce i tre figli “degeneri”, i quali<br />

si sentono australiani dalla testa ai<br />

piedi e sono sempre in contraddizione<br />

con i genitori: il diciannovenne Roberto<br />

(Christopher Bell) è una matricola<br />

universitaria con l’hobby <strong>dei</strong> sit-in, la<br />

sedicenne Anna (Carmen Tanti) salta<br />

da un fidanzato all’altro come un canguro,<br />

il dodicenne Antonio (Miles Buchanan)<br />

si diletta da chierichetto. A<br />

tutti loro si aggiunge la figura della<br />

nonna, in arrivo dall’Italia con tanto di<br />

scialle nero. Vince Powell è l’ideatore<br />

e sceneggiatore della serie prodotta da<br />

Michael Mills. William Motzing è<br />

l’autore della colonna sonora.<br />

Casa dolce casa Con: Gianfranco<br />

D’Angelo, Alida Chelli, Daniela<br />

D’Angelo, Oreste Di Domenico, Massimo<br />

De Ambrosis, Enzo Garinei. Produzione:<br />

Italia, 1992, sit-com, colore<br />

(60/30’).<br />

Tipica sit-com all’italiana che racconta<br />

incomprensioni e imprevisti familiari.<br />

Ne è protagonista la famiglia medio-borghese<br />

Bonetti, così composta:<br />

papà Marco (Gianfranco D’Angelo),<br />

marito e padre pieno di fantasia che si<br />

considera un artista incompreso dai familiari;<br />

mamma Sofia (Alida Chelli),<br />

moglie brontolona dal carattere forte,<br />

protettiva con i figli e alla quale bisogna<br />

sempre concedere l’ultima parola;<br />

i figli Chiara (Daniela D’Angelo), studentessa<br />

che si autodefinisce “verde<br />

integralista” e Giulio (Oreste Di Domenico),<br />

piccola peste che grazie alla<br />

sua furbizia non viene mai rimproverato.<br />

Nella terza stagione entra in scena<br />

il personaggio di Filippo (Massimo<br />

De Ambrosis), il ragazzo di nobili origini<br />

che sposa Chiara. Enzo Garinei<br />

interpreta il portiere Pietro. Nanni<br />

Mandelli firma da produttore esecutivo<br />

della serie. Franco Godi è l’autore<br />

della colonna sonora. Simona D’Angelo<br />

compare da guest-star “familiare”<br />

nel terzo ciclo.<br />

Casa e chiesa (Soul man) Con: Dan<br />

Aykroyd, Kevin Sheridan, Brendon<br />

Ryan Barrett, Courtney Chase, Spencer<br />

Breslin, Michael Finiguerra, Dakin<br />

Matthews, Bridgette Collins, Anthony<br />

Clark, Helen Cates. Produzione: Usa,<br />

1997, sit-com, colore (25/30’).<br />

Immaginate un Reverendo con il volto<br />

dell’ex “blues brother” Dan Aykroyd:<br />

la sit-com racconta le vicissitudini tutte<br />

“casa e chiesa” del pastore protestante<br />

Mike Weber, che dopo essere rimasto<br />

vedovo si trova ad allevare 4 pesti<br />

a Detroit. In realtà, anch’egli ha un<br />

passato turbolento e ribelle contraddistinto<br />

da brutte compagnie, teppisti<br />

motociclisti, gare clandestine su due<br />

ruote; e così non è facile assurgere al<br />

ruolo di modello per i quattro figli a carico:<br />

il quattordicenne indipendente<br />

Kenny (Kevin Sheridan) pensa che la<br />

chiesa non faccia per lui; l’undicenne<br />

Andy (Brendon Ryan Barrett) è il diabolico<br />

angioletto che tenta esperimenti<br />

“ai confini della realtà”; Meredith<br />

(Courtney Chase), di otto anni, passa il<br />

tempo a torturare il più piccolo Fred


Casa Keaton 148<br />

(interpretato dapprima da Spencer<br />

Breslin, quindi da Michael Finiguerra).<br />

Il superiore di Mike, il vescovo Jerome<br />

(Dakin Matthews), non approva<br />

i sermoni troppo “terra terra” del Reverendo<br />

e men che meno i suoi scherzi<br />

(come quando risponde al cellulare<br />

mentre sta predicando dal pulpito); la<br />

giornalista Melinda McGraw (Bridgette<br />

Collins), nonostante cerchi di<br />

mettere in cattiva luce Mike, è ricambiata<br />

con l’attrazione. Nella seconda<br />

stagione entrano in scena le figure di<br />

padre Todd Tucker (Anthony Clark),<br />

l’inetto segretario del protagonista e la<br />

divorziata Nancy Boyd (Helen Cates),<br />

la nuova “fiamma” di Mike. L’ex<br />

“blues brother” firma altresì da produttore,<br />

al fianco degli esecutivi Carmen<br />

Finestra, David McFadzean, Elliott<br />

Shoenman e Matt Williams. La<br />

sit-com è in realtà uno spin-off di<br />

Un/Quell’uragano di papà (1991), in<br />

cui il personaggio del Reverendo Weber<br />

apparve per la prima volta. La moglie<br />

di Aykroyd, Donna Dixon, compare<br />

in un cameo alla stessa stregua di<br />

Edward Asner (Lou Grant) e John<br />

Goodman (da lì a poco al fianco dell’attore<br />

nel film del 1998 Blues<br />

Brothers – Il mito continua).<br />

Casa Keaton (Family Ties) Con:<br />

Michael J. Fox, Meredith Baxter Birney,<br />

Michael Gross, Justine Bateman,<br />

Tina Yothers, Tracy Pollan, Brian<br />

Bonsall, Courteney Cox. Produzione:<br />

Usa, 1982, sit-com, colore (176/30’;<br />

4/90’).<br />

CULT<br />

Gli anni ’60 contro gli ’80, genitori<br />

contro figli: gli scontri generazionali<br />

di una famiglia media americana sono<br />

al centro della sit-com creata e prodotta<br />

dall’ex hippy Gary David Goldberg<br />

e che vede tra i protagonisti un giova­<br />

nissimo Michael J. Fox (Ritorno al futuro).<br />

Elyse e Steve Keaton (Meredith<br />

Baxter Birney e Michael Gross), cresciuti<br />

a furia di lotte contro l’apartheid<br />

e a favore della pace negli incandescenti<br />

anni ’60, sono i genitori di tre figli<br />

influenzati dal conservatorismo<br />

reaganiano: il repubblicano Alex (Michael<br />

J. Fox) ha 17 anni e l’aspirazione<br />

di diventare un broker capitalista;<br />

Mallory (Justine Bateman) ha l’hobby<br />

dello shopping dall’alto <strong>dei</strong> suoi 15 anni;<br />

Jennifer (Tina Yothers) li segue a<br />

ruota con 7 anni sulle spalle. Per i coniugi<br />

Keaton tutto è inutile: i valori<br />

della Woodstock generation sono sorpassati<br />

ed essere liberal non è più di<br />

moda; nel corso di conversazioni-fiume,<br />

il giornalista Steve e l’architetto<br />

Elyse si domandano a cosa siano serviti<br />

i sit-in davanti alla Casa Bianca. Nella<br />

seconda stagione viene inserita la figura<br />

di Ellen Reed (Tracy Pollan), la<br />

ragazza di Alex; la realtà non si è discostata<br />

molto dal <strong>telefilm</strong>: Michael J.<br />

Fox ha sposato la Pollan nel 1988.<br />

Reagan dichiarò che il serial era il suo<br />

programma preferito e la sua amministrazione<br />

offrì a Fox un posto di relatore<br />

per la rielezione del Presidente: l’attore<br />

rifiutò in quanto canadese e anche<br />

perché non era detto che condividesse<br />

la posizione politica del suo personaggio.<br />

Sebbene la serie prediliga gli<br />

aspetti comici, un episodio è incentrato<br />

sul dramma della morte di un amico di<br />

Alex in un incidente stradale, mentre<br />

un altro appuntamento vede Steve salvarsi<br />

da un infarto e subire l’applicazione<br />

di un bypass. Nella quarta stagione,<br />

in concomitanza con la maternità di<br />

Meredith Baxter, gli sceneggiatori<br />

hanno deciso di dare un fratellino ad<br />

Alex: quando Andrew (Brian Bonsall)<br />

compie 4 anni, segue le orme del fratello<br />

maggiore non perdendosi una pun­


149 Casa nella prateria, La<br />

tata di “Wall Street Week” alla Tv.<br />

Mallory si diploma e intraprende una<br />

carriera di stilista di moda; negli ultimi<br />

due cicli Alex fila con la studentessa di<br />

psicologia Lauren Miller (Courteney<br />

Cox). L’ultima puntata del serial vede<br />

Alex lasciare il tetto familiare di Columbus,<br />

nell’Ohio, per trasferirsi a<br />

New York quale investitore bancario<br />

dietro un compenso annuale di 75.000<br />

dollari. Fox, che per la sua interpretazione<br />

ha vinto 3 Emmy Awards e un<br />

Golden Globe, è stato fortissimamente<br />

voluto da Goldberg dopo che i dirigenti<br />

della NBC avevano suggerito il nome<br />

di Matthew Broderick per il ruolo di<br />

Alex. Tutti i protagonisti della sit-com<br />

sono ispirati a persone realmente conosciute<br />

dal creatore-produttore: Alex assomiglia<br />

al figlio di un suo amico, Jennifer<br />

a sua figlia e i due genitori a Goldberg<br />

stesso e alla sua compagna Diana.<br />

In totale la serie si è aggiudicata 5<br />

Emmy Awards, un Golden Globe, 2<br />

Humanitas Prize, 2 Q Awards e 6<br />

Young Artist Awards. La colonna sonora<br />

è composta da J.A.C. Redford e<br />

da Jeff Barry, che firma il tema musicale<br />

con Tom Scott (“Without Us” è cantata<br />

da John Mathis e Deniece Williams).<br />

Tom Hanks, Geena Davis, River<br />

Phoenix e Penelope Ann Miller<br />

compaiono quali guest-stars.<br />

Casalingo superpiù Vedi Who’s the<br />

Boss.<br />

Casa nella prateria, La (Little House<br />

on the Prairie; Little House: a New<br />

Beginning) Con: Michael Landon, Karen<br />

Grassle, Melissa Gilbert, Melissa<br />

Sue Anderson, Lindsay e Sidney<br />

Greenbush, Karl Swednson, Richard<br />

Bull, Katherine Mac Gregor, Jonathan<br />

Gilbert, Victor French, Wendy e Brenda<br />

Turnbeaugh, Linwood Boomer.<br />

Produzione: Usa, 1974, drammatico,<br />

colore (203/60’; 3/90’).<br />

Nata negli anni ’70, nel corso del<br />

boom del filone poliziesco e d’avventura,<br />

questa serie rappresenta un capitolo<br />

a parte dal punto di vista del soggetto<br />

e del linguaggio televisivo. Tratto<br />

da Little House di Laura Ingalls Wilder,<br />

il romanzo che racconta la vita<br />

dell’autrice e <strong>dei</strong> suoi cari nel lontano<br />

West di fine secolo scorso, il <strong>telefilm</strong><br />

mette in scena la tranquilla esistenza di<br />

una famiglia quasi perfetta a Walnut<br />

Grove, nel Minnesota. Le preghiere<br />

prima di cena, il bacio della buonanotte,<br />

il camino che scoppietta, la Messa<br />

della domenica, il ritorno da scuola attraverso<br />

i campi, le prime cottarelle incise<br />

sull’albero con i temperini; e poi<br />

litigi, incomprensioni, riappacificazioni,<br />

solidarietà, amore verso il prossimo:<br />

uno <strong>dei</strong> serial più politically correct<br />

di tutti i tempi basa la sua fortuna<br />

sul volto espressivo del capo-famiglia<br />

Charles Ingalls, interpretato da quel<br />

Michael Landon che, oltre a essere l’ideatore<br />

della serie, firma anche in qualità<br />

di produttore esecutivo, regista e<br />

sceneggiatore. Recentemente scomparso,<br />

con lui se ne sono andati alcuni<br />

valori che la fiction non ha più saputo<br />

proporre in una maniera così straordinariamente<br />

esplicita e stucchevole.<br />

Fanno parte del nucleo familiare protagonista:<br />

Karen Grassle nei panni di<br />

Caroline Ingalls, la moglie di Charles;<br />

Melissa Sue Anderson e Melissa Gilbert<br />

rispettivamente in quelli delle loro<br />

figlie: Mary (la primogenita) e Laura<br />

(attraverso la quale viene raccontata la<br />

vita della famiglia Ingalls). Le gemelle<br />

Lindsay e Sidney Greenbush si alternano<br />

a intepretare la terza figlia Carrie.<br />

Tra gli altri abitanti di Walnut Grove:<br />

Mr. Hanson (Karl Swedon), il proprietario<br />

del mulino locale; Nels Oleson


Casa nostra 150<br />

(Richard Bull), dietro al bancone della<br />

drogheria con l’odiosa moglie Harriet<br />

(Katherine MacGregor) e i figli<br />

viziati Nellie (Alison Arngrim) e Willie<br />

(Jonathan Gilbert; il vicino Isaiah<br />

Edwards (Victor French). Successivamente<br />

Caroline mette al mondo Grace<br />

(interpretata alternativamente dalle gemelline<br />

Wendy e Brenda Turnbeaugh).<br />

Dopo qualche stagione Mary perde la<br />

vista, come viene altresì raccontato nel<br />

romanzo della Ingalls; alla scuola per<br />

ciechi s’innamora dell’insegnante<br />

Adam Kendall (Linwood Boomer),<br />

con il quale si trasferisce nel Dakota.<br />

Ma tra partenze e ritorni, nascite e adozioni,<br />

Walnut Grove rimane l’epicentro<br />

delle vicende fino alla partenza di<br />

Charles per Burr Oak nell’Iowa, dove<br />

ha trovato un lavoro (Michael Landon<br />

aveva deciso di abbandonare la serie<br />

nelle vesti di attore). Nel cast del <strong>telefilm</strong><br />

firmato da Aaron Spelling compare<br />

un’adolescente Shannen Doherty<br />

(per la cronaca, è Jenny), la futura<br />

Brenda di Beverly Hills. La colonna<br />

sonora di David Rose si è aggiudicata 2<br />

Emmy Awards. In tutto il <strong>telefilm</strong> si è<br />

aggiudicato 4 Emmy Awards e 2<br />

Young Artist Awards, questi ultimi attribuiti<br />

a Melissa Gilbert. Ernest Borgnine<br />

e Madeline Stowe sono tra le<br />

guest-stars della serie girata in California,<br />

tra Simi Valley e Tuolumne.<br />

Casa nostra Con: Benito Urgu, interpreti<br />

vari. Produzione: Italia, 1991,<br />

drammatico, colore (6/30’).<br />

Ambientata in una città della Sardegna<br />

che solo nell’ultima puntata si rivela<br />

essere Cagliari, la serie è l’altra<br />

faccia di Villa Arzilla: quella amara e<br />

realistica di un gruppo di anziani in<br />

una casa di riposo dove affiorano ricordi,<br />

paure, diffidenze. La rappresentazione<br />

procede al ritmo di brevi<br />

flash intorno a un tema per ogni episodio<br />

(una giornata di festa, una riflessione<br />

sull’amore…). Gli anziani protagonisti,<br />

ospiti della casa di riposo<br />

Vittorio Emanuele II, sono tutti di<br />

estrazione e livello medio-bassi; il<br />

sentimento generale che emerge è il<br />

senso dell’abbandono: “viviamo così,<br />

quando abbiamo bisogno di una parola<br />

di conforto ce la diciamo”, si ascolta<br />

in una puntata; “meglio questo che<br />

niente, chi non ne ha lo vorrebbe, chi<br />

lo vorrebbe non ne ha”, recita il refrain<br />

della sigla d’apertura. Tra gli interpreti<br />

spicca il volto di Benito Urgu.<br />

Il soggetto e la sceneggiatura sono di<br />

Anna Di Francisca e Alberto Taraglio.<br />

La colonna sonora è curata da Alessandro<br />

Fois. La produzione è affidata<br />

alla Sede Regionale per la Sardegna<br />

della Rai e realizzata dalla Video<br />

Gum.<br />

Casa Solletico Con: Mauro Serio,<br />

Irene Ferri, Gigi Rosa, Angela Parmigiani,<br />

Francesco Cordella, Paolo Calabrese,<br />

Sergio Leone, Liliana Cusartelli,<br />

Rosy Morgese, Fernando Lopez,<br />

Chiara Silvia Maiocchi, Anna Bianco,<br />

Cristina Pegoraro, Caterina Poiani.<br />

Produzione: Italia, 1999, sit-com, colore<br />

(78/30’).<br />

COTTO<br />

All’interno del programma per ragazzi<br />

Solletico è nata una sit-com che vive di<br />

vita propria. Ne è protagonista la cosiddetta<br />

Solletifamily, ovvero i volti<br />

che hanno contraddistinto lo show, alle<br />

prese con la quotidianità di una improbabile<br />

vita domestica ritmata da malintesi<br />

e momenti comici. Tutto si svolge<br />

all’interno della nuova abitazione<br />

virtuale di Mauro (Mauro Serio), dotata<br />

di ben quattro porte d’entrata (e di<br />

uscita). Tra coloro che bussano di frequente:<br />

Felice Benvenuto (Gigi Rosa),


151 Cascina Vianello<br />

il miope giornalista del Solletiggì; la<br />

buffa Cocò (Angela Parmigiani); il<br />

portiere Antonio (Francesco Cordella),<br />

napoletano e ficcanaso; la bella<br />

Irene (Irene Ferri), con il nuovo fidanzato<br />

Max Ridge (Paolo Calabrese),<br />

che viene lasciato in quanto mammone<br />

e rimpiazzato con Leone (Sergio<br />

Leone), motociclista tenebroso; mamma<br />

Lucy (Liliana Cusartelli), un “sergente<br />

di ferro” che cerca di riportare<br />

ordine nell’appartamento; la “vichinga”<br />

svampita Ingrid (Rosy Morgese),<br />

ex compagna di scuola di Mauro, il<br />

quale s’invaghisce di lei; il bel Fernando<br />

(Fernando Lopez); le Solletichine,<br />

ovvero Chiara (Chiara Silvia Maiocchi),<br />

Anna (Anna Bianco), Cristina<br />

(Cristina Pegoraro) e Caterina (Caterina<br />

Poiani). Tra i momenti cruciali della<br />

sit-com, emerge quello in cui Irene riceve<br />

una proposta da Hollywood per<br />

diventare la protagonista di un film:<br />

che fare, accettare e tentare la sorte o<br />

rifiutare scegliendo gli amici fidati?<br />

Casa Vianello Con: Raimondo Vianello,<br />

Sandra Mondaini, Giorgia Trasselli,<br />

Pino Pellegrino, Elisabetta Torlasco,<br />

Roberto Marelli, Raffaele Fallica,<br />

Barbara Snellemburg. Produzione:<br />

Italia, 1988, sit-com, colore (298/30’).<br />

L’umorismo garbato della coppia<br />

Mondaini-Vianello, calato nel teatrino<br />

della loro vita familiare, diventa una<br />

sit-com di successo: dai tempi degli<br />

sketch di Studio Uno e Il tappabuchi<br />

nulla è cambiato tra le mura domestiche.<br />

Il loro ménage scandito dai brontolii<br />

di Raimondo e dalle insofferenze<br />

di Sandra, segue i toni di una commedia<br />

teatrale che finisce sempre allo<br />

stesso modo: con la protagonista che<br />

scalcia sotto le lenzuola intonando il<br />

tormentone “che noia, che barba, che<br />

noia...”. Lo storico cinismo di Vianel­<br />

lo, condito da quella satira che predica<br />

da una vita, rimangono intatti lungo<br />

più di cinque cicli. Dopo alcune stagioni<br />

entra in scena la figura della “tata”,<br />

intepretata da Giorgia Trasselli.<br />

Via via si aggiungono il portiere dello<br />

stabile (Pino Pellegrino), la bisbetica e<br />

pettegola vicina di casa (Elisabetta<br />

Torlasco) e Arturo (Roberto Marelli),<br />

l’inseparabile amico di Raimondo.<br />

Successivamente entrano in scena<br />

Raffaele Fallica nei panni del nuovo<br />

portiere impiccione e Barbara Snellemburg<br />

in quelli di Kate, la graziosa<br />

vicina corteggiata instancabilmente da<br />

Raimondo. Non mancano apparizioni<br />

celebri, come quella di Anna Falchi.<br />

Nanni Mandelli firma da produttore<br />

esecutivo; Augusto Martelli è l’autore<br />

della colonna sonora. La serie che ha<br />

vinto un Telegatto ha dato origine a<br />

due spin-off: in Cascina Vianello le vicende<br />

di Sandra e Raimondo si spostano<br />

in campagna, tra vigne e pollai; ne I<br />

misteri di Cascina Vianello le storie si<br />

tingono di giallo, conquistano la prima<br />

serata e diventano film-tv.<br />

Cascina Vianello Con: Raimondo<br />

Vianello, Sandra Mondaini, Paola Barale.<br />

Produzione: Italia, 1996, sit-com,<br />

colore (5/80’).<br />

Via dalla città, i coniugi Vianello (interpretati<br />

sempre da Raimondo Vianello<br />

e Sandra Mondaini) si cimentano<br />

con piccoli e grandi imprevisti – tutti<br />

inevitabilmente comici – di campagna.<br />

La versione country della convivenza<br />

più turbolenta dell’immaginario<br />

italiano vede il debutto d’attrice di<br />

Paola Barale nel ruolo di colei che<br />

mette ulteriore zizzania nel rapporto di<br />

coppia. Le molte riprese in esterni sono<br />

state realizzate principalmente a<br />

Oreno, in provincia di Milano: le location<br />

si spostano dal Comune alla chie­


Casi di Rosie O’Neill, I<br />

sa, dal bar centrale all’asilo, fino alle<br />

due splendide ville storiche, Gallarati-<br />

Scotti e Borromeo. L’unica ambientazione<br />

ricostruita in studio è stata la<br />

grande casa di campagna abitata dai<br />

Vianello. La produzione è curata da<br />

Antonino Antonucci Ferrara. Tra gli<br />

autori c’è lo stesso Raimondo Vianello.<br />

Lo spin-off di Casa Vianello ha<br />

conquistato la prima serata di Canale 5<br />

e ha dato vita successivamente al ciclo<br />

di film-tv I misteri di Cascina<br />

Vianello, in cui tra vigne e pollai s’inserisce<br />

l’elemento giallo.<br />

Casi di Rosie O’Neill, I (The Trials<br />

of Rosie O’Neill) Con: Sharon Gless,<br />

Dorian Harewood, Ron Rifkin, Georgann<br />

Johnson, Lisa Banes, Lisa Rieffel,<br />

Bridget Gless, Elaine Kagan, Ed<br />

Asner, Robert Wagner. Produzione:<br />

Usa, 1990, legale/drammatico, colore<br />

(34/60’).<br />

Barney Rosenzweig, il produttore<br />

esecutivo dietro al successo di New<br />

York New York, firma una serie che vede<br />

ancora protagonista Sharon Gless.<br />

Questa volta veste i panni di Fiona<br />

“Rosie” O’Neill, un procuratore<br />

43enne di Beverly Hills sull’orlo del<br />

divorzio che lascia il lavoro e diventa<br />

avvocato difensore a Los Angeles. Tra<br />

gli altri protagonisti del serial: Dorian<br />

Harewood interpreta il cinico collega<br />

Hank Mitchell; Ron Rifkin è Ben<br />

Meyer, il loro superiore; Georgann<br />

Johnson ha la parte di Charlotte, la<br />

madre conservatrice di Rosie; Lisa<br />

Banes è Doreen Morrison, la sorella<br />

sposata di Rosie; Lisa Rieffel assume<br />

il ruolo di Kim Ginty, la figlia avuta<br />

dall’avvocatessa con il suo ex marito;<br />

Bridget Gless (la nipote di Sharon) è<br />

la praticante Barbara Navis; Elaine<br />

Kagan interpreta la centralinista Carole<br />

Kravitz. Ed Asner entra in scena<br />

152<br />

nelle vesti dell’investigatore Walter<br />

Kovatch. Robert Wagner è stato chiamato<br />

a salvare le sorti della serie nei<br />

panni di Peter Donovan il nuovo direttore<br />

del “Los Angeles Chronicle” destinato<br />

a diventare l’amante della protagonista<br />

(ma quest’ultima scopre in<br />

seguito che non ha mai divorziato dalla<br />

moglie). Ogni episodio si apre con<br />

Rosie nell’ufficio del suo psichiatra<br />

(interpretato dallo stesso Rosenzweig,<br />

destinato a salire all’altare con Sharon<br />

Gless dopo una stagione del <strong>telefilm</strong>).<br />

Nella prima puntata la O’Neill esordisce<br />

con una battuta memorabile: “sto<br />

pensando di rifarmi le tette”. La serie è<br />

prodotta da Paula Marcus e ideata da<br />

Joe Cacaci e Beth Sullivan. Melissa<br />

Manchester canta il tema musicale (“I<br />

Wish I Knew”), composto da Carole<br />

King. Per la sua interpretazione, Sharon<br />

Gless ha vinto un Golden Globe<br />

nel 1991. Robert Wagner compare in<br />

un cameo.<br />

Caso per due, Un (Ein Fall für<br />

Zwei) Con: Claus Theo Gartner, Günter<br />

Strack, Rainer Hunold, Mathias<br />

Herrmann, Paul Frielinghaus. Produzione:<br />

Germania, 1981, poliziesco,<br />

colore (226/60’; 1/75’; 2/90’).<br />

Una delle serie più sui generis della<br />

televisione tedesca è ambientata a<br />

Francoforte sul Meno, dove operano<br />

il detective Joseph Matula (Claus<br />

Theo Gartner) e l’avvocato Renz<br />

(Günter Strack). La “strana coppia” si<br />

è conosciuta in un’aula di tribunale<br />

quando il primo era stato accusato di<br />

aver coperto un ladro e costretto a dimettersi.<br />

Dopo alcune stagioni Günter<br />

Strack ha abbandonato il serial e al<br />

suo posto è arrivato nel 1990 l’avvocato<br />

Rainer Franck (Rainer Hunold),<br />

che in tribunale aveva salvato Renz<br />

dall’accusa di omicidio che gli era


153 Catwalk<br />

stata rivolta. Dopo sette anni anche<br />

Hunold ha lasciato il set per l’entrata in<br />

scena di Mathias Herrmann nei panni<br />

dell’avvocato Johannes Voss, nell’episodio<br />

Collaborazione drammatica;<br />

Franck lascia l’ufficio a Francoforte<br />

per andare a insegnare alla Freie Universität<br />

di Berlino; nel 2000 Herrmann<br />

cede il testimone al collega<br />

Markus Lessing (Paul Frielinghaus):<br />

quest’ultimo subentra quando Voss<br />

muore in un attentato e, per trovare il<br />

colpevole, Matula chiede aiuto al procuratore<br />

. Georg Althammer e H. Joachim<br />

Mendig firmano da produttori.<br />

La canzone-tema è composta da<br />

Klaus Doldinger. La serie ideata da<br />

Karl Heinz Willschrei è doppiata in<br />

italiano dalla RTSI di Lugano con un<br />

secondo canale audio in lingua originale.<br />

Caso per Schwarz, Un (Schwarz<br />

greift ein) Con: Klaus Wenneman,<br />

Rainer Grenkowitz, Klaus Herm, Cristina<br />

Marsillach, Ingeborg Lapsien,<br />

Patricia Schafer, Lina Sastri, Barbara<br />

Ricci. Produzione: Germania, 1994,<br />

poliziesco, colore (26/60’; 1/90’).<br />

L’ex commissario Henning Schwarz<br />

(Klaus Wenneman), dopo aver abbandonato<br />

il posto per avere ucciso un uomo,<br />

decide di dedicarsi alla vita sacerdotale:<br />

diviene così parroco della chiesa<br />

cattolica di S. Antonio, nel quartiere<br />

della stazione di Francoforte. Quando<br />

giunge nella città renana Schwarz incontra<br />

il suo ex collega, il commissario<br />

Reiner Berg (Rainer Grenkowitz), con<br />

il quale riallaccia un rapporto di confidenza;<br />

inutile dire che, nonostante abbia<br />

appeso il distintivo al chiodo, l’ex<br />

poliziotto non rinuncia a indagare su<br />

alcuni casi che ruotano attorno al suo<br />

microcosmo parrocchiale. Tra gli altri<br />

protagonisti della serie: il sacrestano<br />

Konrad Hellmann (Klaus Herm), la<br />

segretaria Rita Blum (Cristina Marsillach),<br />

Ma Becker (Ingeborg Lapsien),<br />

proprietaria di una sala da biliardo; nel<br />

secondo ciclo, entrano in scena l’organista<br />

Erika Voss (Patricia Schafer) e le<br />

italiane Gabriela e Gina Mancini, interpretate<br />

rispettivamente dalle “nostre”<br />

Lina Sastri e Barbara Ricci. La<br />

serie è prodotta dalla IFAGE-Filmproduktion.<br />

Helmut Berger compare in un<br />

cameo.<br />

Cassie & Co. (Id.) Con: Angie<br />

Dickinson, John Ireland, Dori Brenner,<br />

AMartinez, Alex Cord. Produzione:<br />

Usa, 1982, poliziesco, colore<br />

(13/60’).<br />

Quasi dieci anni dopo aver vestito i<br />

panni del sergente Pepper Anderson,<br />

Angie Dickinson torna a investigare<br />

con “le gambe più belle del mondo”.<br />

Questa volta è Cassie Holland, un’ex<br />

poliziotta che dopo il divorzio decide<br />

di aprire un’agenzia investigativa.<br />

John Ireland interpreta “Shack”<br />

Shackleford, colui che le cede l’attività;<br />

Dori Brenner è Meryl, l’assistente<br />

di Cassie; A Martinez presta il volto<br />

a Benny Silva, che gestisce una palestra<br />

vicina all’ufficio della protagonista;<br />

Alex Cord è il procuratore Mike<br />

Holland, l’ex marito dell’ex agente di<br />

polizia. Il sassofonista jazz Grover<br />

Washington jr. firma la sigla iniziale<br />

del serial, un tappeto di note che accompagna<br />

la camminata della Anderson<br />

e delle sue memorabili estremità.<br />

La restante colonna sonora è composta<br />

da Ken Heller e John Beal.<br />

Catwalk (Id.) Con: Karam Malicki-<br />

Sanchez, Lisa Butler, Neve Campbell,<br />

Kelli Taylor, Paul Popowich, Christopher<br />

Lee Clements, Joel Wyner,<br />

Rob Stefaniuk, David Lee Russek.


Cause dell’avvocato O’Brien, Le<br />

Produzione: Canada, 1992, musicale,<br />

colore (48/60’).<br />

La serie racconta le vicende umane e<br />

musicali di sei giovani di Toronto che<br />

formano un gruppo rock chiamato<br />

Catwalk. Ne fanno parte il chitarrista<br />

Johnny (Karam Malicki-Sanchez),<br />

amante di sonorità funky, blues e jazz;<br />

la cantante Sierra (Lisa Butler), assistente<br />

in uno studio di registrazione; la<br />

tastierista Daisy (Neve Campbell), fidanzata<br />

con Johnny ed ex ballerina; la<br />

bassista Mary (Kelli Taylor), di professione<br />

meccanica, nata da madre<br />

bianca e padre di colore; il batterista<br />

benestante Jesse (Paul Popowich) e il<br />

rapper-ballerino Atlas (Christopher<br />

Lee Clements). Joel Wyner interpreta<br />

Billy K. (Kramer), proprietario di un<br />

club. Con l’evolversi delle vicende<br />

Daisy si mette con Billy, mentre Johnny<br />

e Mary si trasferiscono a Los Angeles<br />

a cercare fortuna; nella band entrano<br />

a far parte il chitarrista Benny (Rob<br />

Stefaniuk) e Frank (David Lee Russek),<br />

cantante di grande talento con<br />

problemi d’alcol. Contemporaneo e<br />

molto simile a The Heights, il serial<br />

vede la presenza di Jamie Walters –<br />

protagonista della serie analoga – in un<br />

episodio. Il tema musicale è composto<br />

da Michael Landau, Kevin Savigar e<br />

Steve Tyrell; la musica originale è di<br />

Paul Hoffert. La serie è prodotta da<br />

Tab Baird e Wendy Grean. In America<br />

il <strong>telefilm</strong> è andato in onda anche su<br />

MTV.<br />

Cause dell’avvocato O’Brien, Le<br />

(Trials of O’Brien) Con: Peter Falk,<br />

Joanna Barnes, Elaine Stritch, David<br />

Burns. Produzione: Usa, 1965, legale,<br />

b/n (20/50’).<br />

Prima di vestire lo sdrucito impermeabile<br />

del tenente Colombo, Peter Falk<br />

interpreta l’avvocato di New York Da­<br />

154<br />

niel J. O’Brien, che con l’investigatore<br />

di Los Angeles condivide una perspicacia<br />

e una disorganizzazione fuori dal<br />

comune. Tra i suoi tormentoni esistenziali:<br />

si dimentica sempre di pagare<br />

l’affitto, viene rincorso dall’ex consorte<br />

per gli alimenti, si domanda se esista<br />

un giocatore d’azzardo più sfortunato.<br />

Tra le altre figure ricorrenti: l’ex moglie<br />

di O’Brien, Katie (Joanna Barnes);<br />

la segretaria Miss G. (Elaine<br />

Stritch); McGonigle (David Burns),<br />

un ex detenuto amico del protagonista.<br />

Tra le molte guest-stars del serial prodotto<br />

e ideato da Richard Alan Simmons,<br />

da segnalare Alan Alda, Angela<br />

Lansbury e Faye Dunaway, quest’ultima<br />

destinata a tornare al fianco di Falk<br />

in un episodio speciale di due ore di<br />

Colombo. Sid Ramin è l’autore della<br />

colonna sonora e del tema musicale,<br />

quest’ultimo molto simile al jingle<br />

della Diet Pepsi che il compositore<br />

avrebbe firmato nel 1966.<br />

Cavaliere solitario (The Loner)<br />

Con: Lloyd Bridges. Produzione: Usa,<br />

1965, western, b/n (26/30’).<br />

Un soldato dell’esercito stanco della<br />

Guerra Civile decide di galoppare verso<br />

il West, aiutando i deboli e i bisognosi<br />

che incontra lungo il sabbioso cammino:<br />

Lloyd Bridges interpreta il disilluso<br />

protagonista, William Colton.<br />

Rod Serling (Ai confini della realtà) è il<br />

creatore e produttore della serie, affiancato<br />

dal produttore esecutivo William<br />

Dozier. Alexander Courage e Jerry<br />

Goldsmith compongono a quattro mani<br />

la colonna sonora; in particolare,<br />

Goldsmith ha ripreso e modificato il tema<br />

musicale del film Solo sotto le stelle<br />

(1962) con Kirk Douglas.<br />

Cavaliere solitario, Il (The Lone<br />

Ranger) Con: Clayton Moore, Jay Sil­


155 Cavalieri di Re Artù, I<br />

verheels, Chuck Courtney. Produzione:<br />

Usa, 1949, western, b/n-colore<br />

221/30’).<br />

CULT<br />

Il cavaliere solitario è nato nel 1933<br />

grazie a George W. Trendle e prima di<br />

cavalcare le praterie televisive ha galoppato<br />

alla radio americana e nei fumetti<br />

di Charles Flanders. Uno <strong>dei</strong> <strong>telefilm</strong><br />

western più popolari vede protagonista<br />

Clayton Moore nei panni di<br />

un Texas Ranger di nome John Reid,<br />

unico sopravvissuto a un agguato in<br />

cui hanno perso la vita 5 suoi colleghi.<br />

Salvato da un indiano di nome Tonto<br />

(Jay Silverheels), suo amico d’infanzia,<br />

Reid giura di difendere la giustizia<br />

in tutto il West. Tra i “segni particolari”<br />

che lo rendono presto celebre:<br />

una maschera nera che cela la sua vera<br />

identità e le pallottole d’argento sparate<br />

solo per ferire, mai per uccidere.<br />

Oltre al fedele Tonto, il protagonista<br />

viene assistito di tanto in tanto dal nipote<br />

Dan Reid (Chuck Courtney). Nel<br />

corso delle loro avventure, il rangergiustiziere<br />

e il compagno di galoppo,<br />

non pernottano mai nei centri abitati<br />

ma, come ripetono spesso, “appena<br />

fuori città”; non accettano mai ricompense:<br />

attingono a una miniera d’argento<br />

che Reid ha scoperto con il fratello<br />

deceduto nell’agguato. Ogni<br />

puntata è aperta dall’annuncio dell’arrivo<br />

del cavaliere solitario in sella<br />

al suo “fiero cavallo” Silver sulle note<br />

dell’Ouverture di Guglielmo Tell di<br />

Rossini: “un focoso destriero con la<br />

velocità della luce...”, così l’attacco.<br />

Byron Chudnow è il curatore della colonna<br />

sonora. Negli ultimi 26 episodi<br />

Moore venne sostituito da John Hart,<br />

anche se il primo continuò a vestire la<br />

maschera del “cavaliere” in alcune<br />

apparizioni televisive. Nel 1979 il primo<br />

protagonista ricevette l’ingiunzio­<br />

ne di non indossarla in pubblico, ma<br />

nel 1985 un’altra sentenza gli permise<br />

di usarla a suo piacimento. Jack<br />

Chertok e Sherman A. Harris sono i<br />

produttori della serie girata nei dintorni<br />

della Simi Valley, in California.<br />

A metà degli anni ’60 è stata prodotta<br />

una versione a cartoni animati dell’eroe<br />

radio-televisivo. Trendle ha aggiornato<br />

il plot nel successivo Il calabrone<br />

verde (1966), in cui si racconta<br />

che il figlio del nipote di John Reid è<br />

un moderno giustiziere mascherato<br />

alla stessa stregua del “cavaliere solitario”.<br />

Cavalieri del cielo, I (Les chevaliers<br />

du ciel) Con: Jacques Santini,<br />

Christian Marin, Roger Pigaut, Jacques<br />

Richard. Produzione: Francia,<br />

1967, avventura, b/n-colore (39/60’).<br />

Tratta dalle avventure cartoon di Albert<br />

Uderzo della bande dessinée, la<br />

serie racconta le imprese aeree <strong>dei</strong> piloti<br />

dell’Aviazione francese Michel<br />

Tanguy (Jacques Santini) ed Ernest<br />

Laverdure (Christian Marin). Tra gli<br />

altri personaggi di contorno, Roger Pigaut<br />

è il capitano Merlet, mentre Jacques<br />

Richard interpreta il comandante<br />

Mounier. Jean-Michel Charlier cura la<br />

trasposizione televisiva che ha conosciuto<br />

un remake vent’anni più tardi<br />

per TF1 – con Christian Vadim e<br />

Thierry Redler nei rispettivi panni di<br />

Tanguy e Laverdure – ma che è stata<br />

sospesa prima del decimo episodio.<br />

La colonna sonora è composta da Bernard<br />

Kesslair e Johnny Hallyday. La<br />

produzione è firmata dalla ORTF e dalla<br />

Son et Lumière.<br />

Cavalieri di Re Artù, I (Sir Lancelot;<br />

The Adventures of Sir Lancelot)<br />

Con: William Russell, Ronald Leigh-<br />

Hunt, Jane Hylton, Cyril Smith. Pro­


Cavanaugh, I 156<br />

duzione: Gran Bretagna, 1956, avventura,<br />

b/n (30/60’).<br />

Ametà degli anni ’50, dopo il successo<br />

televisivo di Robin Hood e prima dell’avvento<br />

di Ivanhoe, gli inglesi ci provano<br />

con i Cavalieri della Tavola Rotonda.<br />

William Russell incarna il mito<br />

di Sir Lancelot du Lac, al servizio di<br />

Re Artù (Ronald Leigh-Hunt). Jane<br />

Hylton interpreta la regina Guinevere,<br />

Cyril Smith veste i panni del mago<br />

Merlino. La serie non ottenne il successo<br />

sperato e la produzione, affidata<br />

a Dallas Bower e Hannah Weinstein,<br />

cessò dopo una stagione. L’autenticità<br />

della ricostruzione è stata supportata<br />

da lunghe ricerche all’università di<br />

Oxford: tuttavia non vi è accenno della<br />

relazione tra Lancelot e Guinevere, né<br />

del complotto ordito alle spalle di Re<br />

Artù. Patrick McGoohan (Il prigioniero)<br />

è la guest-star di un episodio nei<br />

panni di Sir Glavin.<br />

Cavanaugh, I (The Cavanaughs)<br />

Con: Barnard Hughes, Christine Ebersole,<br />

Peter Michael Goetz, John Short,<br />

Mary Tanner, Danny Cooksey, Parker<br />

Jacobs, Art Carney. Produzione: Usa,<br />

1986, sit-com, colore (26/30’).<br />

I membri di una famiglia cattolica irlandese<br />

di Boston sono al centro di una<br />

sit-com corale dove si scontrano due<br />

generazioni. Barnard Hughes è Francis<br />

“Pop” Cavanaugh, il patriarca di turno,<br />

vedovo e irascibile; Christine Ebersole<br />

veste i panni di Kit, la figlia ex ballerina<br />

che dopo aver girato il mondo torna<br />

a casa dopo vent’anni; Peter Michael<br />

Goetz interpreta il figlio Chuck, anch’egli<br />

vedovo; John Short indossa la<br />

tonaca di Padre Chuck, il primogenito<br />

della famiglia. Tra gli altri personaggi<br />

del serial: Mary Margaret (Mary Tanner),<br />

la timida figlia di Chuck che vorrebbe<br />

diventare ribelle come Kit; Ke­<br />

vin (Danny Cooksey) e John (Parker<br />

Jacobs) sono i gemellini di Chuck. Art<br />

Carney appare saltuariamente nelle vesti<br />

di James, il fratello di Francis proprietario<br />

della compagnia Cavanaugh<br />

Construction, nonché datore di lavoro<br />

di Chuck. L’ideatore della sit-com che<br />

ha ricevuto non poche critiche dalle associazioni<br />

cattoliche è Robert Moloney;<br />

suo fratello William compone la<br />

colonna sonora; Leonard Goldberg firma<br />

da produttore esecutivo.<br />

Cecco della botte (El Chavo del 8)<br />

Con: Roberto Gómez Bolaños,<br />

Ramón Valdés, Carlos Villagrán, Florinda<br />

Meza García, Rubén Aguirre,<br />

María Antonieta de las Nieves, Angelines<br />

Fernández. Produzione: Messico,<br />

1973, sit-com, colore (21/30’).<br />

Sicuramente la sit-com messicana più<br />

divertente apparsa in Italia (anche perché<br />

praticamente l’unica), tratta dall’inedita<br />

Chespirito del 1970. Le vicende<br />

ruotano attorno al buffo personaggio<br />

di Cecco (Roberto Gómez Bolaños) e<br />

alle sue divertenti avventure; tutti gli<br />

attori, perlopiù quarantenni, sono<br />

chiamati ad interpretare bambini under<br />

10. Afare da spalla al protagonista:<br />

il signor Bartolomeo (Ramón Valdés),<br />

Chicco (Carlos Villagrán), Florinda<br />

(Florinda Meza García), il professor<br />

Cacciapalle (Rubén Aguirre), Chiquirita<br />

(María Antonieta de las Nieves) e<br />

la Strega del 71 (Angelines Fernández).<br />

La serie ha avuto un tale successo<br />

da dar vita allo spin-off del 1984<br />

Un’autentica peste.<br />

Cenerentola a New York (Time of<br />

Your Life) Con: Jennifer Love Hewitt,<br />

Vincent Angell, Pauley Perrette, Jennifer<br />

Garner, Diego Serrano, Gina Ravera.<br />

Produzione: Usa, 1999, drammatico,<br />

colore (19/60’).


157 Charlie Grace<br />

Il personaggio di Sarah Merrin trasloca<br />

da San Francisco a New York nello<br />

spin-off di Cinque in famiglia: Jennifer<br />

Love Hewitt veste i panni della ragazza<br />

che decide di abbandonare fratelli,<br />

fidanzato e amici per partire alla<br />

ricerca del padre naturale e, forse, di<br />

sé stessa. In breve, tra incontri e delusioni,<br />

Sarah scopre che la vita della<br />

“Grande Mela” è tanto dura quanto<br />

eccitante. Tra i compagni della nuova<br />

vita a Manhattan, nella casa che fu<br />

della madre all’East Village: il vicino<br />

John Maguire (Johnathon Schaech),<br />

un musicista che sbarca il lunario in<br />

un negozio di dischi; la segretaria dalla<br />

doppia vita Cecilia (Pauley Perrette),<br />

l’attrice Romy (Jennifer Garner),<br />

il ladro di bell’aspetto Jesse Bayron<br />

detto “J.B.” (Diego Serrano), la cameriera<br />

Joss (Gina Ravera). Christopher<br />

Keyser, Amy Lippman, Mark Perry e<br />

Ken Topolsky firmano da produttori<br />

esecutivi. Rosie O’Donnell e RuPaul<br />

compaiono da guest-stars nella puntata-pilota.<br />

Se la musica originale è<br />

composta da Jon Ehrlich, si ascolta<br />

anche “I’ve Just Seen a Face” di Lennon-McCartney.<br />

Charleston (Flappers) Con: Susan<br />

Roman, Victor Désy, Gail Dahms, Andrée<br />

Cousineau, Denise Proulx. Produzione:<br />

Canada, 1979, sit-com, colore<br />

(34/30’).<br />

Ambientato nell’epoca in cui furoreggiava<br />

il ballo del titolo, il serial accende<br />

i riflettori sui giorni del proibizionismo<br />

in quel di Montreal, presso il bistrot<br />

“Le Club” gestito dalla giovane<br />

May (Susan Roman). Tra sit-com e<br />

drammi soft, May gestisce lo staff del<br />

locale e si destreggia tra una variopinta<br />

clientela. Tra di loro: il cuoco (Victor<br />

Désy), la ballerina di turno (Gail<br />

Dahms), Yvonne Marie (Andrée Cou­<br />

sineau) e Francine (Denise Proulx).<br />

Joe Pardington firma da produttore.<br />

Charlie (All’s fair) Con: Richard<br />

Crenna, Bernadette Peters, J.A. Preston,<br />

Lee Chamberlain, Jack Dodson.<br />

Produzione: Usa, 1976, sit-com, colore<br />

(22/30’).<br />

La differnza d’età non è un problema,<br />

semmai sono le idee politiche opposte<br />

a suscitare qualche battibecco. Il corsivista<br />

quarantonovenne Richard C.<br />

Barrington (Richard Crenna) e la sua<br />

vivace fidanzata ventitreenne Charlotte<br />

“Charlie” Drake (Bernadette Peters),<br />

fotografa freelance, sono agli antipodi<br />

politicamente parlando: lui è un<br />

arciconservatore, lei una liberale che<br />

più non si può. Ma siccome gli opposti<br />

si attraggono, i due sono innamorati<br />

uno dell’altro... almeno fino a quando<br />

non entrano in gioco le discussioni sul<br />

governo (non per niente la serie è ambientata<br />

a Washington). Allen Brooks<br />

(J.A. Preston) è l’assistente di colore di<br />

Barrington; Lucy Daniels (Lee Chamberlain)<br />

è una reporter della CBS; il senatore<br />

Wayne Joplin (Jack Dodson) è<br />

un vecchio amico di Richard che finisce<br />

spesso a sedare le liti che vedono al<br />

centro la coppia protagonista; Ginger è<br />

l’amica convivente di Charlie che intrattiene<br />

una relazione con un esponente<br />

del Congresso. Quando Barrington<br />

diventa l’assistente speciale del<br />

Presidente Carter, Ginger lo segue nelle<br />

vesti di segretaria. Rod Parker firma<br />

da produttore esecutivo. Jeff Barry è<br />

l’autore della colonna sonora. Le riprese<br />

sono state in realtà effettuate a<br />

Hollywood. Una curiosità: in originale<br />

la fotografa protagonista era soprannominata<br />

“Charley”.<br />

Charlie Grace (Id.) Con: Mark Harmon,<br />

Leelee Sobieski, Cindy Katz,


Charlie’s Angels<br />

Robert Costanzo. Produzione: Usa,<br />

1995, poliziesco, colore (9/60’).<br />

Mark Harmon interpreta l’improbabile<br />

detective privato Charlie Grace, con<br />

l’ufficio nel retro di un bar di Los Angeles.<br />

Divorziato, con una figlia a carico<br />

che gli intralcia le indagini, l’investigatore<br />

è un ex poliziotto di Los Angeles.<br />

Attorno alla sua figura ruotano<br />

quelle della figlia dodicenne Jenny<br />

(Leelee Sobieski), dell’avvocato Leslie<br />

Loeb (Cindy Katz), sua ex fiamma<br />

e dell’ex collega Artie Crawford (Robert<br />

Costanzo). In una puntata Grace<br />

aiuta l’ex moglie Holly (interpretata<br />

da Harley Jane Kozak), accusata di<br />

aver ucciso il suo (ricco) secondo marito.<br />

Chris Long – non accreditato nei<br />

titoli di coda – e Jim Michaels firmano<br />

da produttori.<br />

Charlie’s Angels (Id.) Con: Farrah<br />

Fawcett, Kate Jackson, Jaclyn Smith,<br />

David Doyle, Cheryl Ladd, Shelley<br />

Hack, Tanya Roberts. Produzione: Usa,<br />

1976, poliziesco, colore (115/60’;<br />

1/90’).<br />

CULT<br />

Sul finire degli anni ’70 le Charlie’s<br />

Angels hanno scomodato sociologi,<br />

psicologi, sessuologi. Cosa ci fanno<br />

tre giovani donne investigatrici, belle e<br />

affascinanti, in un serial tv? Perché<br />

hanno successo? Cosa rappresentano:<br />

l’indipendenza sessuale o la capacità<br />

di farcela senza l’aiuto di un uomo?<br />

Chissà quante risate si sono fatti i produttori<br />

esecutivi Aaron Spelling e Leonard<br />

Goldberg, che probabilmente volevano<br />

solo mettere in scena un serial<br />

poliziesco diverso dagli altri. Le tre<br />

protagoniste, tutte provenienti dall’accademia<br />

di polizia, accettano l’incarico<br />

di lavorare per l’agenzia investigativa<br />

Charles Townsend Associates. La<br />

“vaporosa” Jill Munroe (interpretata<br />

158<br />

da Farrah Fawcett, fino ad allora testimonial<br />

di uno shampoo), la modaiola<br />

Sabrina Duncan (Kate Jackson) e l’atletica<br />

Kelly Garrett (Jaclyn Smith)<br />

entrano a far parte dell’immaginario<br />

televisivo agli ordini dell’immaginario<br />

Charlie, il proprietario dell’agenzia<br />

che non si vede mai e detta gli ordini e<br />

le informazioni per telefono: nella versione<br />

originale, la voce di Charlie è<br />

quella di John Forsythe (Dynasty).<br />

Non manca tuttavia la presenza maschile:<br />

i tre “angeli” sono aiutati da<br />

John Bosley (David Doyle), un assistente<br />

di fiducia del boss. Lo schema<br />

delle puntate è pressoché consolidato:<br />

la sigla d’apertura presenta le tre ragazze<br />

e illustra la loro provenienza; segue<br />

l’antefatto che mostra il delitto e<br />

spesso il colpevole; giunge la chiamata<br />

d’intervento attraverso la mediazione<br />

di Charlie e Bosley; infiltrazione di<br />

uno degli “angeli” tra i cattivi (generalmente<br />

maschi), i quali scoprono<br />

quasi subito la sua vera identità; salvataggio<br />

da parte delle altre due colleghe;<br />

finale caratterizzato da battute<br />

scherzose e un freeze che immobilizza<br />

il tempo e prepara virtualmente il seguito.<br />

Nonostante l’incredibile successo<br />

del <strong>telefilm</strong>, al termine della prima<br />

stagione Farrah Fawcett lasciò il<br />

serial anche se il suo contratto prevedeva<br />

un altro anno sul set; l’anno successivo,<br />

una disputa legale con la coppia<br />

Spelling-Goldberg obbligò la Fawcett<br />

a recitare in altri sei episodi. Il suo<br />

posto venne preso da Cheryl Ladd nei<br />

panni della sorella minore di Jill, Kris<br />

Munroe. Kate Jackson ha abbandonato<br />

la serie nella terza stagione, sostituita<br />

per un anno da Shelley Hack nelle<br />

vesti di Tiffany Welles e in seguito da<br />

Tanya Roberts in quelle di Julie Rogers.<br />

Cinque episodi del serial sono<br />

stati girati alle Hawaii. La colonna so­


159 Châteauvallon<br />

nora è composta, oltre che da Henry<br />

Mancini, da Jack Elliott e Allyn Ferguson,<br />

coppia specializzata in commenti<br />

musicali per i <strong>telefilm</strong> polizieschi<br />

degli anni ’70. Tra le molte gueststars:<br />

Bo Hopkins, Tommy Lee Jones,<br />

Kim Basinger, Tom Selleck, Ida<br />

Lupino, Dean Martin, Jamie Lee Curtis,<br />

Rossano Brazzi, Timothy Dalton,<br />

Barbara Stanwick, Ray Milland, Christopher<br />

Lee, Kim Cattrall, Beverly<br />

Garland, Robert Englund, Patrick<br />

Duffy, Antonio Fargas, Sonny Bono<br />

e, nei panni di sé stesso, Sammy Davis<br />

jr. Tra i tanti esempi del mito generato<br />

dalle tre detective basti dire che il<br />

<strong>telefilm</strong> è risultato lo show più popolare<br />

d’America nella stagione 1976­<br />

1977 e che nel 1978 ben tre milioni di<br />

poster raffiguranti Cheryl Ladd-Kris<br />

Munroe furono venduti nei soli States.<br />

Una popolarità dovuta sicuramente<br />

all’avvenenza delle tre interpreti,<br />

anche se vengono tenute lontane<br />

da qualsiasi implicazione sessuale:<br />

la loro è una femminilità del tutto<br />

astratta, da angeli appunto. Se “People”<br />

ha etichettato il fenomeno come<br />

“a pop-cultural obsession”, forse la<br />

formula del successo l’ha individuata<br />

lo stilista Norman Miller: “Gli uomini<br />

guardano le tre protagoniste, le donne<br />

i vestiti”. In Baywatch, il trio formato<br />

da Pamela Anderson, Yasmine Bleeth<br />

e Alexandra Paul ha reso omaggio alle<br />

tre “angels” travestendosi come loro<br />

on the beach; la sigla iper-kitsch del<br />

<strong>telefilm</strong> è stata rievocata in numerose<br />

trasmissioni in tutto il mondo (da noi,<br />

tanto per citarne due, Jammin’ e Candid<br />

Angels su Italia 1). Nel 1988 Aaron<br />

Spelling ha girato per la Fox il pilot<br />

di un sequel intitolato Angel ’88,<br />

dove le protagoniste diventavano<br />

quattro: i dirigenti del network lo hanno<br />

giudicato troppo debole e non lo<br />

hanno mai trasmesso. Con il 2000 la<br />

coppia Spelling-Goldberg ha messo<br />

in cantiere la versione cinematografica<br />

del serial, con protagoniste Drew<br />

Barrymore, Cameron Diaz e Lucy Liu<br />

nei panni rispettivamente di Dylan,<br />

Natalie e Alex – tre personaggi nuovi<br />

di zecca – mentre Bill Murray è stato<br />

scelto per interpretare Bosley. Nel<br />

2003 è stato girato il bis su grande<br />

schermo: in Charlie’s Angels - Più che<br />

mai Bosley diventa di colore (interpretato<br />

da Bernie Mac). Nel 2004 è<br />

stato prodotto il film-tv Charlie’s Angels<br />

Story – Fatti e misfatti, in cui si<br />

racconta il dietro le quinte della nascita<br />

del <strong>telefilm</strong>.<br />

Châteauvallon (Id.) Con: Chantal<br />

Nobel, Pierre Hatet, Philippe Rouleau,<br />

Denis Savignat, Vincent Gauthier,<br />

Sylvie Fennec, Raymond Pellegrin,<br />

Sylvia Zerbib. Produzione: Francia,<br />

1985, drammatico, colore (26/60’).<br />

I Berg e i Kovalic si affrontano sullo<br />

sfondo di scandali politici, giornalistici<br />

e finanziari in quel di Châteauvallon,<br />

una sorta di Dallas francese. Della<br />

prima famiglia fanno parte: Florence<br />

(Chantal Nobel), Jean-Jacques<br />

(Pierre Hatet), Philippe (Philippe<br />

Rouleau), Armand (Denis Savignat),<br />

Julien (Vincent Gauthier), Thérèse<br />

(Sylvie Fennec); <strong>dei</strong> Kovalic: Albertas<br />

(Raymond Pellegrin) e Catherine<br />

(Sylvia Zerbib). La diatriba tra le due<br />

famiglie non ha conosciuto una fine<br />

vera propria anche a causa di un incidente<br />

stradale in cui rimase coinvolta<br />

Chantal Nobel, la vedette della saga<br />

che non fu. Le musiche sono di Vladimir<br />

Cosma; la canzone-tema “Puissance<br />

et glorie” è interpretata da Herbert<br />

Léonard. Tra le guest-stars spiccano<br />

i volti <strong>dei</strong> “nostri” Ugo Pagliai e<br />

Barbara Cupisti.


Cheyenne 160<br />

Cheyenne (Id.) Con: Clint Walker,<br />

L.Q. Jones, Ty Hardin. Produzione:<br />

Usa, 1955, western, b/n (107/60’).<br />

Una delle prime serie della Warner<br />

Brothers, ispirata al film del 1947 di<br />

Raoul Walsh Notte di bivacco, ha debuttato<br />

nel 1955 all’interno del contenitore<br />

americano Warner Brothers<br />

presents. Il serial-western vede quale<br />

protagonista Cheyenne Bodie (Clint<br />

Walker), un laconico vagabondo di<br />

sangue misto che lungo la sua strada<br />

incontra fuorilegge, belle donne e sparatorie.<br />

Nel corso della prima stagione<br />

gli si affianca Smitty (L.Q. Jones),<br />

un cartografo senza fissa dimora. Nel<br />

1958 Walker lasciò il set (non accettava<br />

di lasciare il 50% <strong>dei</strong> guadagni alla<br />

Warner, pretendeva un aumento e<br />

avrebbe voluto incidere dischi per<br />

un’altra etichetta); Ty Hardin prese il<br />

suo posto nei panni di Bronco Layne,<br />

personaggio che raggiunse una popolarità<br />

tale da dar vita a uno spin-off<br />

tutto suo (Bronco); nel 1959 Walker<br />

decise di tornare sui suoi passi e rimise<br />

piede in scena (la Warner fece valere i<br />

termini contrattuali: l’attore dichiarò<br />

ai reporter di sentirsi “un animale in<br />

gabbia”); nella stagione 1960-’61 la<br />

ABC proponeva, oltre al <strong>telefilm</strong> con<br />

protagonista Bodie, anche Bronco e<br />

Sugarfoot (un altro serial-western della<br />

Warner); rispetto agli altri due,<br />

Cheyenne durò una stagione in più.<br />

James Garner, Dennis Hopper e Lee<br />

Van Cleef compaiono quali gueststars.<br />

William T. Orr è il produttore<br />

esecutivo della serie che ha vinto un<br />

Golden Globe nel 1957 quale “migliore<br />

programma dell’anno”. William<br />

Lava e Leith Stevens firmano la<br />

colonna sonora; i compositori Jerry<br />

Livingston e Mack David sono gli autori<br />

del tema musicale (“Bodie”) che<br />

nella seconda stagione viene anche<br />

cantato grazie al cantautore country<br />

Stan Jones.<br />

Chiara e gli altri Con: Ottavia Piccolo,<br />

Alessandro Haber, Morena Turchi,<br />

Andrea Giovagnoni, Silvia Degli<br />

Espinosa, Didi Perego, Galeazzo Benti,<br />

Frances Nacman. Produzione: Italia,<br />

1989, sit-com, colore (26/30’).<br />

La serie prende spunto da una sentenza<br />

del Tribunale Civile di Napoli, allorquando<br />

un giudice, nel corso di una<br />

causa di separazione coniugale, affidò<br />

la casa ai figli imponendo ai genitori di<br />

alternarsi nella conduzione della famiglia<br />

ogni sei mesi. Ottavia Piccolo e<br />

Alessandro Haber diventano così Livia<br />

e Paolo, i genitori separati che devono<br />

provvedere ai tre figli: la tredicenne<br />

Chiara (Morena Turchi), il diciassettenne<br />

Marco (Andrea Giovagnoni) e Lucilla<br />

(Silvia Degli Espinosa), di sette<br />

anni. Completano il cast: Didi Perego<br />

nei panni di nonna Lucia, la madre di<br />

lui; Galeazzo Benti e Frances Nacman<br />

in quelli <strong>dei</strong> nonni Italo e Sara, i genitori<br />

di lei. Rispetto alla sentenza giuridica,<br />

Paolo e Livia si alternano, per esigenze<br />

di sceneggiatura, ogni quattro mesi: il<br />

primo, che di professione fa il giornalista,<br />

si dimostra un padre cialtrone e stravagante;<br />

la seconda, insegnante, madre<br />

affettuosa e un po’troppo pignola. Sedici<br />

settimane di lavorazione e 350 milioni<br />

a episodio per una serie che, per dirla<br />

con le parole dell’ideatrice-sceneggiatrice<br />

Francesca Melandri: “vuole dimostrare<br />

che anche da separati si può vivere<br />

felici, che dopo i drammi di Kramer<br />

contro Kramer è possibile trovare<br />

un’armonia”. Mauro Cappelloni è il<br />

produttore esecutivo. Massimiliano Pani<br />

compone le musiche del <strong>telefilm</strong>.<br />

Chicago Hope Vedi Chicago Hospital.


161 Chicago Hospital<br />

Chicago Hospital (Chicago Hope)<br />

Con: Adam Arkin, Roxanne Hart,<br />

Mandy Patinkin, E.G. Marshall, Hector<br />

Elizondo, Thomas Gibson, Robyn<br />

Lively, Vondie Curtis-Hall, Christine<br />

Lahti, Jamey Sheridan, Jayne Brook,<br />

Mark Harmon, Rocky Carroll, Peter<br />

Berg, Eric Stoltz, Carla Gugino, Lauren<br />

Holly, Barbara Hershey, Peter<br />

MacNicol. Produzione: Usa, 1994,<br />

medico, colore (141/60’).<br />

CULT<br />

Definito erroneamente “la fotocopia di<br />

E.R.”, in realtà il <strong>telefilm</strong> in questione<br />

è contemporaneo al serial creato da<br />

Michael Crichton; anzi, se vogliamo<br />

essere precisi, antecedente di un giorno.<br />

In onda per la prima volta in America<br />

il 18 settembre del 1994 sulla CBS,<br />

Chicago Hospital rappresenta altresì<br />

un esempio lampante di contro-programmazione:<br />

la NBC rispose quantomai<br />

prontamente il 19 settembre dello<br />

stesso anno con l’equipe capitanata da<br />

George Clooney. Ambientate entrambe<br />

a Chicago, le due serie hanno dato<br />

vita – al contrario dell’Italia – a un testa<br />

a testa che solo ultimamente ha visto<br />

prevalere E.R. negli ascolti a “stelle<br />

e strisce”: 7 Emmy Awards, un Golden<br />

Globe e molte nomination stanno a significare<br />

che, comunque, nella sfida<br />

d’Oltreoceano, Chicago Hospital non<br />

esce – per usare un termine ad hoc –<br />

“con le ossa rotte”, anzi. Creato da David<br />

E. Kelley, già dietro i successi di<br />

Avvocati a Los Angeles e La famiglia<br />

Brock, il <strong>telefilm</strong> è ambientato al Chicago<br />

Hope Hospital, un moderno<br />

ospedale super-attrezzato. “La scelta<br />

di mostrare l’efficienza di un’equipe<br />

medica – spiega Kelley – può risultare<br />

stridente in un momento in cui la popolazione<br />

degli Stati Uniti chiede<br />

riforme sanitarie in grado di agevolare<br />

i più bisognosi. In realtà lo scopo non<br />

era quello di dimostrare l’inaccessibilità<br />

economica di certi enti, ma di far<br />

vedere come all’interno di essi, nonostante<br />

molte difficoltà, i ‘miracoli’ siano<br />

assolutamente realizzabili”. In corsia<br />

lavorano fianco a fianco: il chirurgo<br />

Aaron Shutt (Adam Arkin); l’infermiera<br />

Camille Shutt (Roxanne Hart),<br />

sua moglie; il dottor Jeffrey Geiger<br />

(Mandy Patinkin); il dottor Arthur<br />

Thurmond (E.G. Marshall); il capochirurgo<br />

Phillip Watters (Hector Elizondo),<br />

primario dell’ospedale; l’infermiera<br />

Maggie Atkisson (Robyn Lively);<br />

il dottor Dennis Hancock (interpretato<br />

da Vondie Curtis-Hall dopo alcune<br />

apparizioni in E.R.), pronto ad<br />

aiutare i più poveri; l’avvocato Alan<br />

Birch (Peter MacNicol). Mandy Patinkin<br />

lascia la serie nella seconda stagione<br />

ed entrano in scena l’ambiziosa<br />

dottoressa Kathryn Austin (Christine<br />

Lahti), responsabile del reparto di cardiochirurgia,<br />

l’ostetrico John Sutton<br />

(Jamey Sheridan), la ricercatrice<br />

scientifica Diane Grand (Jayne<br />

Brook), il promettente chirurgo Daniel<br />

Nyland (Thomas Gibson), il dottor<br />

William Kronk (Peter Berg); nella terza<br />

serie si aggiungono l’affascinante<br />

dottor Jack McNeil (Mark Harmon) e<br />

il chirurgo Keith Wilkes (Rocky Carroll),<br />

responsabile del reparto di traumatologia.<br />

Nel corso delle puntate,<br />

Birch viene assassinato per strada, Camille<br />

e Aaron divorziano (lei lascia<br />

l’ospedale), Kronk e Nyland aprono<br />

una clinica per poveri, Hancock rivela<br />

la propria omossessualità, Grand e<br />

Kronk si sposano in aeroporto prima<br />

che lei parta per il Sud America. In seguito<br />

entrano in scena i dottori Robert<br />

Yeats (Eric Stoltz), Gina Simon (Carla<br />

Gugino), Jeremy Hanlon (Lauren Holly),<br />

Francesca Alberghetti (Barbara<br />

Hershey). In una delle puntate medi­


Chicago Story<br />

che più memorabili dell’immaginario,<br />

il dottor Geiger licenzia in un sol colpo<br />

i colleghi Austin, Hancock, Catera,<br />

Yeats e Kronk, vittime della “nuova<br />

politica dell’ospedale”. Tra le gueststars:<br />

Isabella Rossellini, il senatore<br />

Ted Kennedy (nella parte di sé stesso),<br />

Julian Sands, Lauren Bacall e Ron Silver;<br />

in una puntata dedicata al mito di<br />

Hitchcock appare Tippi Hedren, protagonista<br />

di Marnie e Gli uccelli. Mentre<br />

nel pronto soccorso di E.R. si predilige<br />

il rapporto tra i personaggi, in Chicago<br />

Hospital si cerca di ricostruire la realtà<br />

ospedaliera quasi con il taglio del reportage,<br />

senza troppe concessioni al<br />

romanzo; a tal proposito, non è un caso<br />

che la produzione abbia contattato preventivamente<br />

autorità mediche specializzate<br />

per una consulenza nella stesura<br />

delle sceneggiature. Oltre a David<br />

E. Kelley, i produttori esecutivi sono<br />

John Tinker e Bill D’Elia. La colonna<br />

sonora è composta da Mark Isham. In<br />

Italia il serial è andato in onda anche<br />

con il titolo originale.<br />

Chicago Story (Id.) Con: Maud<br />

Adams, Vincent Baggetta, Molly<br />

Cheek, Dennis Franz, Daniel Hugh-<br />

Kelly, Richard Lawson, Craig T. Nelson,<br />

Kristoffer Tabori. Produzione:<br />

Usa, 1982, poliziesco/medico/legale,<br />

colore (14/90’; 1/120’).<br />

Dottori, poliziotti e avvocati: i rappresentanti<br />

<strong>dei</strong> tre filoni di fiction più celebrati<br />

convivono in uno stesso serial<br />

ambientato realmente a Chicago. Ne<br />

fanno parte: il dottor Judith Bergstrom<br />

(Maud Adams), il difensore d’ufficio<br />

Lou Pellegrino (Vincent Baggetta),<br />

l’avvocato Megan Powers (Molly<br />

Cheek), il poliziotto Joe Gilland (Dennis<br />

Franz, che fa le prove tecniche da<br />

detective per NYPD), l’agente in borghese<br />

Frank Wajorski (Daniel Hugh-<br />

162<br />

Kelly), il collega veterano O.Z. Tate<br />

(Richard Lawson), collega di quest’ultimo,<br />

il giovane assistente del procuratore<br />

Kenneth A. Dutton (Craig T. Nelson)<br />

e il dottor Max Carson (Kristoffer<br />

Tabori). L’ospedale al centro delle vicende<br />

è il Cook County. John Beal firma<br />

le musiche del serial.<br />

Chico (Chico and the Man) Con: Jack<br />

Albertson, Freddie Prinze, Isaac Ruiz,<br />

Rodolfo Hoyos, Scatman Crothers,<br />

Bonnie Boland, Gabriel Melgar. Produzione:<br />

Usa, 1974, sit-com, colore<br />

(88/30’).<br />

AEst di Los Angeles l’ultimo americano<br />

WASP della zona è proprietario di un<br />

garage in cui tutti i lavoratori sono chicani<br />

(americani dalle origini messicane):<br />

ce n’è abbastanza per farne una sitcom.<br />

Jack Albertson interpreta l’irascibile<br />

Ed Brown, un ex commediante;<br />

Freddie Prinze veste i panni del giovane<br />

Chico Rodriguez, un ottimista dalla<br />

parlantina sciolta che riesce convincere<br />

il burbero Ed ad assumerlo. I due danno<br />

presto vita a discussioni e battibecchi<br />

improntati sulla diversità culturale<br />

e caratteriale della coppia; Brown tenta<br />

di seguire le orme del più cinico Arcibaldo<br />

(1971). Nonostante il serial accenda<br />

i riflettori sui controversi rapporti<br />

tra americani e chicani, molte associazioni<br />

hanno accusato il creatoreproduttore<br />

esecutivo James Komack di<br />

non aver assunto alcun americano con<br />

origini messicane. Lo stesso Prinze era<br />

un sangue misto nato a Porto Rico con<br />

origini ungheresi (“an Hungarican”,<br />

come si definì egli stesso); José Feliciano,<br />

che compone e canta il tema musicale,<br />

era anch’egli originario di Porto<br />

Rico. Le proteste costrinsero il produttore<br />

a limitare l’uso del termine chico<br />

(considerato offensivo dai chicani) e ad<br />

ampliare il cast con due new entry dal


163 China Beach<br />

passaporto doc: Isaac Ruiz entra in scena<br />

nelle vesti di Ramon, l’amico di<br />

Chico; Rodolfo Hoyos è Rudy, che<br />

stringe amicizia con Brown. A loro si<br />

affiancano Scatman Crothers nel ruolo<br />

di Louie Wilson, un collezionista di<br />

immondizia, e Bonnie Boland nella divisa<br />

della portalettere Mabel. Tutti, a<br />

parte Crothers, sono stati confermati fino<br />

alla seconda stagione. Freddie Prinze<br />

è morto suicida il 27 gennaio del<br />

1977, sparandosi alla testa a soli ventidue<br />

anni. Dopo una gavetta nei nightclub<br />

sulle orme di Lenny Bruce, il comico<br />

“maledetto” morto per overdose<br />

nel ’66, Prinze aveva debuttato in TV<br />

nel ’73, per poi subire la fascinazione<br />

della droga e delle armi da fuoco. Nonostante<br />

la pesante perdita, i dirigenti<br />

della NBC decisero di proseguire lo<br />

show: il dodicenne Gabriel Melgar entra<br />

in scena con il nome di Raul Garcia,<br />

che sguscia clandestinamente nel bagagliaio<br />

di Ed e Louie quando la coppia<br />

attraversa il confine con il Messico. Il<br />

suo destino sarà quello di essere adottato<br />

da Ed, un duro con il cuore tenero.<br />

Sammy Davis jr. e José Feliciano compaiono<br />

da guest-stars, il primo nei panni<br />

di sé stesso. Albertson ha vinto un<br />

Emmy Award nel 1976 quale “miglior<br />

attore protagonista in una sit-com”.<br />

China Beach (Id.) Con: Dana Delany,<br />

Nancy Giles, Robert Picardo,<br />

Concetta Tomei, Brian Wimmer, Jeff<br />

Kober, Michael Boatman, Marg Helgenberger,<br />

Chloe Webb, Megan Gallagher,<br />

Nan Woods, Ricki Lake. Produzione:<br />

Usa, 1988, drammatico/guerra,<br />

colore (64/60’).<br />

CULT<br />

La seconda serie drammatica della stagione<br />

1987-1988 dopo Vietnam addio<br />

è ancora ambientata nel corso del conflitto<br />

del Vietnam: l’idea alquanto ori­<br />

ginale è di raccontare la “sporca guerra”<br />

attraverso gli occhi delle donne che<br />

si trovavano coinvolte sul campo. China<br />

Beach, il luogo dove si intrecciano<br />

tutte le vicende, è un ospedale dell’Esercito<br />

americano collocato a Da<br />

Nang. Tra i frequentatori della struttura<br />

ospedaliera: il tenente Colleen Mc-<br />

Murphy (Dana Delany), un’infermiera;<br />

Frankie Bunsen (Nancy Giles), disc-jockey<br />

della radio delle Forze Armate;<br />

il dottor Dick Richard (Robert<br />

Picardo); il maggiore <strong>dei</strong> Servizi Speciali,<br />

Lila Garreau (Concetta Tomei);<br />

Boonie Lanier (Brian Wimmer); Dodger<br />

(Jeff Kober); ill sarcastico Samuel<br />

Beckett (Michael Boatman); K.C.<br />

(Marg Helgenberger), volontaria civile<br />

eroinomane; l’attrice Laurette Barber<br />

(Chloe Webb); l’ambiziosa reporter<br />

Wayloo Marie Holmes (Megan<br />

Gallagher); Cherry White (Nan<br />

Woods) e Holly Pelegrino (Ricki<br />

Lake), volontarie della Croce Rossa<br />

(la prima rimane uccisa da una bomba).<br />

La serie creata da William Broyles<br />

jr. e John Sacret Young (quest’ultimo<br />

firma altresì da produttore esecutivo)<br />

annovera molti hit musicali di fine anni<br />

’60: la canzone “Reflections” delle<br />

Supremes di Diana Ross è utilizzata<br />

quale tema musicale; Nancy Sinatra<br />

compare in un cameo cantando il suo<br />

cavallo di battaglia del 1966 (“These<br />

Boots Are Made for Walking”); John<br />

Rubinstein e Paul Chihara compongono<br />

la colonna sonora tra un motivo famoso<br />

e l’altro John Wells si affianca a<br />

Young quale produttore esecutivo. Il<br />

plauso della critica per la credibilità<br />

della sceneggiatura e la bravura degli<br />

attori viene amplificato in alcuni momenti<br />

legati alla cruda realtà del Vietnam:<br />

un episodio (in onda in America<br />

l’8 giugno 1988) dà voce ai (veri) ricordi<br />

<strong>dei</strong> veterani; la puntata conclusi­


CHiPs 164<br />

va del serial comprende una visita al<br />

Vietnam Veterans Memorial a Washington.<br />

Kathy Bates e Helen Hunt<br />

compaiono quali guest-stars; Diane<br />

Keaton è regista di più di un episodio.<br />

Tra i “tormentoni” del serial si segnala<br />

l’amore non corrisposto di McMurphy<br />

per il dottor Richard: nonostante<br />

quet’ultimo sia sull’orlo del divorzio,<br />

la loro relazione rimarrà per sempre<br />

platonica.<br />

CHiPs (Id.) Con: Larry Wilcox, Erik<br />

Estrada, Robert Pine, Paul Linke, Brodie<br />

Greer, Brianne Leary, Randi<br />

Oakes, Tina Gayle. Produzione: Usa,<br />

1977, poliziesco, colore (139/60’).<br />

La coppia di poliziotti motociclisti più<br />

popolare d’America è formata dal<br />

biondo e riservato Jonathan Baker<br />

(Larry Wilcox) e dal bruno ed estroverso<br />

Francis Poncherello detto “Ponch”<br />

(o anche “Ponciarello”, Erik Estrada):<br />

insieme pattugliano le strade in nome<br />

delle California Highway Patrols (la<br />

cui abbreviazione dà il titolo al serial).<br />

Sulle interminabili autostrade americane<br />

ne succedono di tutti i colori:<br />

ubriachi che vanno a zig-zag nell’ora<br />

di punta, stunt-men che provocano incidenti<br />

in cerca <strong>dei</strong> soldi dell’assicurazione,<br />

persone intrappolate nelle lamiere,<br />

inseguimenti spettacolari in<br />

mezzo al traffico (tanto realistici da<br />

coinvolgere Estrada in uno di essi, ferendolo<br />

gravemente nel 1979). Quando<br />

Baker e Ponciarello entrano in<br />

azione, un’efficace ripresa aerea li riprende<br />

dall’alto nel groviglio di strade<br />

e tangenziali che percorrono in ogni<br />

episodio. Fanno da contorno ai due<br />

poliziotti on the road: il loro comandante,<br />

il sergente Joe Getraer (Robert<br />

Pine); i poliziotti Grossman (Paul<br />

Linke), Barickza (Brodie Greer),<br />

Sindy Cahill (Brianne Leary), Bonnie<br />

Clark (Randi Oakes) e Kathy Linahan<br />

(Tina Gayle). Nel corso dell’ultima<br />

stagione il difficile rapporto tra i due<br />

protagonisti portò Wilcox ad abbandonare<br />

il serial; Estrada non si presentò<br />

sul set per qualche tempo e venne<br />

sostituito dal campione olimpico di<br />

decathlon Bruce Jenner, nell’uniforme<br />

di Steve McLeish; lo stesso accadde<br />

a Baker, rimpiazzato nell’ultima<br />

stagione da Tom Reilly nei panni di<br />

Bobby Nelson detto “Hot Dog” e, negli<br />

episodi conclusivi, da Bruce<br />

Penhall nel ruolo di Bruce Nelson, il<br />

fratello di Bobby campione di motociclismo.<br />

Cy Chermak firma da produttore<br />

esecutivo la serie ideata da Rick<br />

Rosner. John Carl Parker è l’autore<br />

della colonna sonora. Larry Wilcox si<br />

diletta anche dietro la macchina da<br />

presa. Tra le guest-stars di turno:<br />

George Peppard (nei panni di sé stesso),<br />

Sonny Bono, Ed Harris, Edward<br />

James Olmos, Leif Garrett, Dick Van<br />

Patten, Cindy Williams, Richard<br />

Roundtree, Apollonia Kotero, Fred<br />

Dryer, Don Most, Julie Newmar, David<br />

Caruso, Laura Branigan e la coppia<br />

Dana Plato-Todd Bridges di Harlem<br />

contro Manhattan. Oltre che a<br />

Los Angeles, il <strong>telefilm</strong> è stato girato a<br />

Malibu, San Fernando, Van Nuys e<br />

Venice, in California.<br />

Chisholms, The (Id.) Con: Robert<br />

Preston, Rosemary Harris, Ben Murphy,<br />

Jimmy Van Patten, Brian Kerwin,<br />

Brett Cullen, Stacey Nelkin, Delta<br />

Burke, Susan Swift, Charles Frank,<br />

Reid Smith, Victoria Racimo, Mitchell<br />

Ryan. Produzione: Usa, 1980, western,<br />

colore.<br />

Ennesimo western on the road sulla<br />

scia di Carovane verso il West (1957),<br />

il serial racconta il viaggio della famiglia<br />

Chisholm dalla Virginia al Wyo­


165 Christy<br />

ming nel 1844. Dopo una breve interruzione,<br />

i protagonisti cambiano meta<br />

e si dirigono verso la California. Guidano<br />

la carovana il capo-clan Hadley<br />

Chisholm (Robert Preston), sua moglie<br />

Minerva (Rosemary Harris) e un “reggimento”<br />

di figli: Will (Ben Murphy),<br />

Bo (Jimmy Van Patten), Gideon (interpretato<br />

dapprima da Brian Kerwin,<br />

quindi da Brett Cullen), Bonnie Sue<br />

(che prima ha il volto di Stacey Nelkin,<br />

in seguito quello di Delta Burke). Susan<br />

Swift interpreta la figlia Annabel,<br />

che viene uccisa dagli indiani; l’attrice<br />

torna successivamente in scena nei<br />

panni di Mercy Hopwell, una ragazza<br />

che si unisce alla combricola viaggiante.<br />

La guida Lester Hackett è interpretata,<br />

in ordine temporale, da Charles<br />

Frank e Reid Smith; Victoria Racimo è<br />

Kewedinok, una donna indiana che<br />

porta Will all’altare; Mitchell Ryan è il<br />

capo-carovana Cooper Hawkins, che<br />

acquista maggior rilevanza dopo la<br />

morte prematura di Hadley Chisholm.<br />

La serie è creata da David Dortort ed<br />

Evan Hunter. Alan Landsburg firma da<br />

produttore esecutivo. Gerald Fried e<br />

William Kraft compongono la colonna<br />

sonora.<br />

Chopper one Vedi Arriva l’elicottero.<br />

Chopper Squad (Id.) Con: Robert<br />

Coleby, Jeanie Drynan, Dennis Grosvenor,<br />

Tony Hughes, Eric Oldfield,<br />

Graham Rouse, Willie Fennell, Noel<br />

Trevarthen. Produzione: Australia,<br />

1977, avventura, colore (26/60’; 1/90’).<br />

Sulla rotta di Avventure in elicottero<br />

(1957), la serie racconta le gesta eroiche<br />

di una squadra di salvataggio in<br />

volo dove chiama l’emergenza. Fanno<br />

parte del team: il pilota Barry Drummond<br />

(Robert Coleby), la dottoressa<br />

Georgia Batie (Jeanie Drynan), Jebbie<br />

Best (Dennis Grosvenor), Tim Lynch<br />

(Tony Hughes), Phil Hardy (Eric Oldfield)<br />

e il capitano Rollie (Graham<br />

Rouse). Willie Fennell interpreta Mr.<br />

Rodney Coombs; Noel Trevarthen è il<br />

dottor Edward Allen. A scene spettacolari<br />

si accavallano storie inverosimili,<br />

in cui l’utilizzo dell’elicottero non<br />

sempre è plausibile (come quando una<br />

rockstar viene colpita da una bottiglia<br />

lanciata dal pubblico e l’ospedale è distante<br />

una ventina di chilometri). Alan<br />

Edwards è il vero pilota della serie; l’elicottero<br />

al centro delle vicende è un<br />

Bell Jet Ranger 2. Nel primo ciclo il<br />

quartier generale risulta il Dee Why<br />

Surf Club; nella seconda stagione<br />

scompaiono la dottoressa Batie (si è<br />

trasferita in Nuova Guinea) e Rollie<br />

(muore per infarto nell’ultima puntata<br />

del ciclo). Howard Leeds firma da produttore<br />

i primi 5 episodi, Don Battye<br />

tutti gli altri. Si tratta del secondo serial<br />

australiano dopo Skippy (1968) a contemplare<br />

l’uso frequente di un elicottero.<br />

Il <strong>telefilm</strong>, lanciato da un film-tv<br />

nel 1976, è stato preceduto nel 1974<br />

dalla serie dell’ABC Arriva l’elicottero,<br />

ennesimo remake del capostipite datato<br />

1957.<br />

Christy (Id.) Con: Kellie Martin, Tyne<br />

Daly, Randall Batinkoff, Tess Harper,<br />

Annabella Price, Stewart Finlay-<br />

McLennan, Emily Schulman, Trip<br />

Cogburn, Levar Burton. Produzione:<br />

Usa, 1996, drammatico, colore<br />

(20/60’).<br />

Basata sul romanzo omonimo del 1967<br />

di Catherine Marshall, la serie racconta<br />

la vita della diciannovenne Christy<br />

Huddleston (Kellie Martin), la nuova<br />

maestra di Cutter Gap, una comunità<br />

montana del Tennessee. Attorno alla<br />

protagonista ruotano le figure di Miss


Ciao Debby! 166<br />

Alice Henderson (Tyne Daly, che per<br />

questo ruolo ha vinto un Emmy Award<br />

nel 1996 quale “miglior attrice non<br />

protagonista”); del Reverendo David<br />

Grantland (Randall Batinkoff), il quale<br />

corteggia Christy; Fairlight Spencer<br />

(Tess Harper); Miss Ida Grantland<br />

(Annabella Price), la sorella di David<br />

che in seguito si sposa e si trasferisce<br />

in California; il dottor Neil MacNeill<br />

(Stewart Finlay-McLennan), immigrato<br />

scozzese; Ruby Mae Morrison<br />

(Emily Schulman); Isaac McHone<br />

(Trip Cogburn). In seguito la comunità<br />

accoglie la prima persona di colore:<br />

Daniel Scott (Levar Burton) giunge a<br />

Cutter Gap per fare praticantato al fianco<br />

del dottor MacNeill. Barney Rosenzweig<br />

e Ken Wales firmano da produttori<br />

esecutivi. Tra il 2000 e il 2001<br />

sono stati girati 3 film-tv con un nuovo<br />

cast. Il serial è stato girato a Townsend,<br />

nel Tennessee.<br />

Ciao Debby! (The Debbie Reynolds<br />

Show) Con: Debbie Reynolds, Don<br />

Chastain, Tom Bosley, Patricia Smith,<br />

Bobby Riha, Billy De Wolfe. Produzione:<br />

Usa, 1969, sit-com, colore<br />

(26/30’).<br />

COTTO<br />

Lanciata dall’NBC come la sit-com che<br />

doveva contrastare il Doris Day Show<br />

(CBS), si rivelò un flop in patria: come<br />

Doris Day, anche Debbie Reynolds lasciò<br />

il successo cinematografico per<br />

cimentarsi con il piccolo schermo.<br />

Creato e prodotto da Jess Oppenheimer<br />

(Lucy ed io), il serial racconta le<br />

aspirazioni giornalistiche della casalinga<br />

Debbie Thompson; suo marito<br />

Jim (Don Chastain) è un giornalista<br />

sportivo del “Los Angeles Sun”: come<br />

in Lucy ed io, la moglie vuole competere<br />

nella professione del coniuge.<br />

Tom Bosley interpreta il commerciali­<br />

sta Bob Landers, il cognato di Debbie<br />

della porta accanto; Patricia Smith veste<br />

i panni di Charlotte, la moglie di<br />

Bob e sorella della protagonista;<br />

Bobby Riha è Bruce, il figlio <strong>dei</strong> Landers;<br />

Billy De Wolfe è il ragioniere<br />

Delbert Deloy. La Reynolds, che deteneva<br />

il 50% <strong>dei</strong> diritti della serie per<br />

due anni di trasmissione, si infuriò con<br />

il network per lo sponsor di una marca<br />

di sigarette, rinunciando alla garanzia<br />

sulla seconda stagione pur di non avere<br />

il... fumo negli occhi. Jack Marshall<br />

e Tony Romeo sono gli autori della colonna<br />

sonora, mentre Debbie Reynolds<br />

canta il tema musicale.<br />

Ciao dottore! (Hallo Oncle Doc)<br />

Con: Ulrich Reinthaller, Svenja Pages.<br />

Produzione: Germania, 1994, medico,<br />

colore (52/60’).<br />

Per il giovane dottor Markus Kampmann<br />

(Ulrich Reinthaller), che veste il<br />

camice in una clinica pediatrica a Heidelberg,<br />

curare i bambini è un po’ come<br />

una missione. Lungimirante sul lavoro<br />

è altresì comprensivo e rassicurante<br />

con i piccoli malati anche quando<br />

si trova di fronte a situazioni drammatiche<br />

o d’emergenza come l’AIDS e<br />

gli incidenti stradali. Non mancano<br />

storie positive, come quella di un bambino<br />

che trova il coraggio di andare<br />

avanti nonostante la tragica e prematura<br />

perdita <strong>dei</strong> genitori. Per il dottor<br />

Kampmann non mancano invidie e rivalità<br />

tra i colleghi e una storia d’amore<br />

in corsia con la psicologa Corinna<br />

Halver (Svenja Pages). Renate e Kerstin<br />

Engelmann sono i produttori della<br />

serie insieme a Ulrike Leipold.<br />

Ciclone in convento, Un (Um<br />

Himmels Willen) Con: Fritz Wepper,<br />

Lotte Albers, Rosel Zech, Michael<br />

Wenninger, Andrea Wilder, Anna Lui­


167 Cimarron Strip<br />

se Kish, Anne Weinknecht, Emanuela<br />

von Frankenberg, Lars Weström, Karin<br />

Gregorek, Hannelore Hoger. Produzione:<br />

Germania, 2002, drammatico,<br />

colore (65/60’).<br />

Dopo aver passato una vita “da mediano”<br />

al fianco di Derrick, tanto da fungere<br />

da alter ego del suo leggendario<br />

fermacravatta, Fritz Wepper tenta la<br />

propria strada con una capigliatutra<br />

che ricorda vagamente uno di quei<br />

quattro parrucchini con cui Horst Tappert<br />

si tappezzava la pelata sul set. Ma<br />

anche nel nuovo serial Wepper non è<br />

lasciato da solo e gli viene affiancato<br />

una sorta di tutor: se l’amico Fritz veste<br />

la giacca e la cravatta di Wolfgang<br />

Wöller, sindaco di Kaltenthal, un piccolo<br />

paese in provincia di Monaco, sua<br />

strenua oppositrice si dimostra sorella<br />

Jutta Speidel (Lotte Albers), tornata<br />

nel paese natale dopo una lunga esperienza<br />

di missionaria in Africa. Il sindaco<br />

vuole impossessarsi dell’edificio<br />

che ospita il convento per realizzarvi<br />

un centro congressi in grado di ridare<br />

prestigio alla cittadina: tra sorella Lotte<br />

e Wöller inizia così una sfida che<br />

non esclude i colpi bassi. Lei si dimostra<br />

disposta a candidarsi come sindaco,<br />

lui diventa l’emblema del politico<br />

corrotto e approfittatore. Tra gli altri<br />

personaggi di contorno: la Madre superiora<br />

Elisabeth Reuter (Rosel Zech);<br />

il dottor Martin Richter (Michael Wenninger);<br />

la segretaria del sindaco (interpretata<br />

da Andrea Wildner); Barbara<br />

Silenius (Anna Luise Kish); Sophie<br />

Tietze (Anne Weinknecht); Agnes<br />

Schwandt (Emanuela von Frankenberg);<br />

l’agente Meier (Lars Weström)<br />

e sua moglie Felicitas (Karin Gregorek).<br />

Successivamente arriva da Colonia<br />

sorella Mechthild (Hannelore Hoger),<br />

che con le sue idee rigide e conservatrici<br />

si scontra con Lotte e le sue<br />

compagne, fino a rischiare di far cadere<br />

il convento nelle mani dell’avido<br />

sindaco. Le riprese sono state effettuate<br />

tra Monaco e altri due paesini della<br />

Baviera: nel borgo medievale di Landshut<br />

e a Niederaichbach, sulle rive del<br />

fiume Isar, dove si trova il castello del<br />

principe di Urach che è stato adattato a<br />

convento. La serie, sorta di Don Camillo<br />

e l’Onorevole Peppone alla tedesca,<br />

con tanto di echi alla Sister Act, è<br />

prodotta da Neue Deutsche Film<br />

GmbH per ARD. La produttrice Claudia<br />

Sihler ha scelto Wepper perché le<br />

ricordava la comicità di Walter<br />

Matthau; dopo 25 anni trascorsi all’ombra<br />

di Derrick/Tappert, l’attore tedesco<br />

ha avuto la sua bella rivincita,<br />

aggiudicandosi nel 2003 per la sua interpretazione<br />

da primo cittadino il prestigioso<br />

German Television Award.<br />

Cimarron Strip (Id.) Con: Stuart<br />

Whitman, Randy Boone, Percy Herbert,<br />

Jill Townsend. Produzione: Usa,<br />

1967, western, colore (23/60’).<br />

Ambientato nell’Oklahoma sul finire<br />

del XIX secolo, il serial-western segue<br />

il successo di Carovane verso il West<br />

(1957) e Il virginiano (1962). Nella<br />

piccola cittadina di Cimarron, al confine<br />

tra il Kansas e il territorio degli indiani,<br />

si intersecano le vite dello sceriffo<br />

federale Jim Crown (Stuart Whitman),<br />

del giovane fotografo (e aiutosceriffo<br />

part-time) Francis Wilde<br />

(Randy Boone), dell’altro aiuto Mac-<br />

Gregor (Percy Herbert), di origini<br />

scozzesi e dal bicchiere facile, e di<br />

Dulcey Coopersmith (Jill Townsend),<br />

proprietario del caffè locale ereditato<br />

dal padre. Philip Leacock è il produttore<br />

esecutivo del <strong>telefilm</strong> ideato da Christopher<br />

Knopf. Le musiche sono di<br />

Morton Stevens; Bernard Herrmann<br />

compone la colonna sonora di un epi­


Cin Cin 168<br />

sodio; Maurice Jarre è l’autore del tema<br />

musicale. Telly Savalas, Kevin Kline<br />

e Tom Berenger sono tra le gueststars<br />

della serie.<br />

Cin Cin (Cheers) Con: Ted Danson,<br />

Shelley Long, Nicholas Colasanto,<br />

Rhea Perlman, George Wendt, John<br />

Ratzenberger, Kelsey Grammer, Woody<br />

Harrelson, Bebe Neuwirth, Kirstie<br />

Alley, Tom Skerritt. Produzione: Usa,<br />

1982, sit-com, colore (275/30’; 2/60’;<br />

1/90’).<br />

CULT<br />

Una delle sit-com più popolari e longeve<br />

d’America merita senz’altro un<br />

brindisi. E i primi ad aver diritto di alzare<br />

in alto i calici sono Ted Danson e<br />

Shelley Long, i due protagonisti. Il primo<br />

nei panni di Sam “Mayday” Malone,<br />

un ex giocatore di baseball <strong>dei</strong> Red<br />

Sox di Boston che terminata la carriera<br />

decide di aprire un bar con il suo allenatore<br />

un po’ rimbambito, Ernie Pantusso<br />

(Nicholas Colasanto). La seconda<br />

interpreta Diane Chambers, una<br />

professoressa di letteratura mollata dal<br />

fidanzato il giorno prima delle nozze<br />

proprio nel bar che fa da set a tutta la<br />

serie. Tra Sam e Diane nasce una tormentata<br />

storia d’amore. A loro si aggiunge<br />

la scorbutica e sarcastica cameriera<br />

Carla Tortelli (Rhea Perlman), divorziata<br />

con quattro figli sulle spalle.<br />

Al bancone di Cheers, come viene<br />

chiamato il locale, si siede una schiera<br />

di avventori che con i loro problemi<br />

scandiscono gli episodi della situation-comedy:<br />

il disoccupato Norm Peterson<br />

(George Wendt), che ordina una<br />

birra dopo l’altra; il postino Cliff Clavin<br />

(John Ratzenberger), che “recapita”<br />

ansie e paranoie addosso a Sam e<br />

Diane. Altri protagonisti si aggiungono<br />

nel corso della serie: Kelsey Grammer<br />

è il dottor Frasier Crane, uno psi­<br />

chiatra che per un po’ esce con Diane<br />

per poi uscire con uno spin-off tutto<br />

suo (Frasier); Woody Harrelson entra<br />

nel cast (dopo la morte nell’85 di Colasanto)<br />

nei panni di Woody Boyd; la<br />

psichiatra Lilith Sternin (Bebe<br />

Neuwirth) diventa la nuova “preda” di<br />

Frasier (la coppia si sposa, ha un bambino<br />

e poi si separa). Kirstie Alley entra<br />

in scena come Rebecca Howe, la<br />

nuova proprietaria del bar con la quale<br />

Sam intreccia una relazione: i due cercano<br />

anche di avere un bambino; Tom<br />

Skerritt appare occasionalmente nelle<br />

vesti di Evan Drake, il boss di Rebecca.<br />

Dopo alcune stagioni, Diane decide<br />

di andarsene per scrivere un romanzo,<br />

Sam vende il bar a una multinazionale<br />

salvo poi ritornare come gestore,<br />

Carla si risposa. La sit-com ha segnato<br />

una delle più incredibili ascese di<br />

ascolti, diventando il programma più<br />

visto in America nella stagione 1990­<br />

’91. Nel 1992 Danson, che percepiva<br />

450.000 dollari a puntata, annunciò di<br />

voler lasciare il set: i produttori decisero<br />

di non proseguire senza Sam. Nell’ultima<br />

puntata, vista da 150 milioni<br />

di persone, Shelley Long torna in scena<br />

nell’episodio che ha registrato il record<br />

di ascolti della televisione americana.<br />

Quella stessa sera il cast venne<br />

intervistato nel corso del Tonight show<br />

al Bull and Pinch Pub di Boston, il locale<br />

che ha ispirato Cheers. Per i più<br />

curiosi, il bar al centro delle vicende risale<br />

al 1889 ed era originariamente un<br />

bordello; al massimo può contenere 75<br />

persone; l’indirizzo fittizio è Beacon<br />

Street 112 1/2. La serie è creata da<br />

Glen Charles, Les Charles e James<br />

Burrows, che firmano altresì come<br />

produttori esecutivi in compagnia di<br />

Tom Anderson, Dan O’Shannon, Cheri<br />

Eichen, Bill Steinkellner, Phoef Sutton.<br />

La canzone “Where Everybody


169 5 del 5° piano, I<br />

Knows Your Name”, composta da<br />

Gary Portnoy e da Judy Hart Angelo, è<br />

cantata dal primo e ha vinto più di un<br />

Emmy Award. In tutto la sit-com si è<br />

aggiudicata la bellezza di 21 ASCAP<br />

Awards, 28 Emmy Awards, 6 Golden<br />

Globes, 4 Q Awards, 3 American Comedy<br />

Awards, 2 DGAAwards. Tra i volti<br />

noti di passaggio si riconoscono<br />

John Cleese, Fred Dryer, Sherilyn<br />

Fenn, Lisa Kudrow, Kate Mulgrew,<br />

Brent Spiner, Marcia Cross, Arsenio<br />

Hall, Tom Berenger. Molti personaggi<br />

del <strong>telefilm</strong> sono tornati sul piccolo<br />

schermo, anche se non in carne e ossa,<br />

in un episodio <strong>dei</strong> Simpson, doppiati<br />

dagli interpreti originali. La figura di<br />

Carla nel 1987 ha dato vita al secondo<br />

spin-off: Tortellis vede co-protagonista<br />

Nick, il suo ex marito.<br />

Cinese, Il (L’ange déchu) Con: Charles<br />

Aznavour, Mariangela Melato, Cecile<br />

N’Guien, Gaby Dohm. Produzione:<br />

Spagna, 1992, poliziesco, colore<br />

(6/60’).<br />

Nato come serial che doveva fare da<br />

contraltare alla prepotenza americana,<br />

con l’ambizione di proporre un poliziesco<br />

leggero e sofisticato, il progetto è<br />

presto naufragato sotto i colpi dell’audience,<br />

tanto che <strong>dei</strong> sei episodi previsti<br />

ne sono andati in onda solo due. Il<br />

detective parigino Charles Cotrel<br />

(Charles Aznavour) distorce con l’auto-ironia<br />

lo stereotipo del flic tutto d’un<br />

pezzo, mentre al suo fianco si muovono<br />

figure femminili che lo distraggono<br />

dalle indagini, come quelle interpretate<br />

da Mariangela Melato (nei panni di Valeria<br />

Contini), da Cecile N’Guien (nel<br />

ruolo di Ai-Fang) o da Gaby Dohm<br />

(Maria). La sceneggiatura è firmata da<br />

Len Richmond, Lila Cazès, Philip<br />

Blinko e Alain Rieff; Georges Garvarenz<br />

compone la colonna sonora.<br />

Cinese a Scotland Yard, Un (The<br />

Chinese Detective) Con: David Yip,<br />

Derek Martin, Arthur Kelly, John<br />

Judd. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1981, poliziesco, colore (20/60’).<br />

La prima serie inglese poliziesca ad<br />

avere un protagonista extracomunitario<br />

vede in azione John Ho (David<br />

Yip), un detective venticinquenne di<br />

origini cinesi (ma nato in Inghilterra)<br />

che si muove nella convulsa periferia<br />

Est di Londra, nel distretto di Limehouse.<br />

Deciso e imperturbabile come<br />

Charlie Chan, Ho veste casual e<br />

denota in originale uno spiccato accento<br />

londinese. Al suo fianco nel corso<br />

delle indagini: l’ispettore capo<br />

Berwick (Derek Martin), il giovane<br />

sergente Donald Chegwyn (Arthur<br />

Kelly) e l’ineffabile Roy Kinnock<br />

(John Judd). Terence Williams firma<br />

da produttore il serial ideato da Ian<br />

Kennedy Martin. Per la cronaca, la polizia<br />

inglese non ha gradito il velato<br />

razzismo che traspare ogni tanto tra le<br />

forze dell’ordine di Sua Maestà.<br />

5 del 5° piano, I Con: Gian Fabio<br />

Bosco, Serena Cantalupi, Luca Sandri,<br />

Georgia D’Ambra, Niccolò Della Bona.<br />

Produzione: Italia, 1988, sit-com,<br />

colore (95/30’).<br />

“Con questa serie non siamo partiti dal<br />

presupposto di far ridere per forza.<br />

Eravamo disposti a rinunciare a quattro<br />

grosse risate per trenta minuti di<br />

sorrisi”: così Umberto Simonetta, ideatore<br />

e sceneggiatore di questa sorta<br />

di sit-com made in Italy. Protagonista è<br />

una tipica famiglia italiana composta<br />

da cinque persone: padre, madre e tre<br />

figli. Edoardo (Gian Fabio Bosco, la<br />

metà del duo Ric e Gian) è il papà-marito,<br />

un dirigente insoddisfatto di una<br />

grande casa editrice; la moglie Gisella<br />

(Serena Cantalupi) si divide tra la fa­


Cinque in famiglia<br />

miglia e il suo negozio di moda; Gianfilippo<br />

(Luca Sandri) è il figlio maggiore,<br />

uno svogliato universitario ventenne;<br />

l’adolescente Stefania (Georgia<br />

d’Ambra) vive i primi tormenti d’amore<br />

tipici <strong>dei</strong> suoi quattordici anni; Simone<br />

(Niccolò Della Bona) è il figlio<br />

più piccolo. Al quintetto protagonista<br />

non viene attribuito alcun cognome per<br />

evidenziare che si tratta di una famiglia<br />

come tante. La regia è affidata a Guido<br />

Stagnaro; Giorgio Tregnaghi e Cosimo<br />

Schiavone sono i produttori esecutivi.<br />

Marco Columbro compare in una puntata<br />

nei panni di sé stesso.<br />

Cinque in famiglia (Party of Five)<br />

Con: Scott Wolf, Lacey Chabert, Neve<br />

Campbell, Matthew Fox, Brandon e<br />

Taylor Potter, Jennifer Love Hewitt,<br />

Paula Devicq, Carroll O’Connor, Jeremy<br />

London, Jennifer Aspen. Produzione:<br />

Usa, 1994, drammatico, colore<br />

(142/60’).<br />

Il pluripremiato <strong>telefilm</strong>, vincitore di<br />

un Golden Globe nel ’96 quale “miglior<br />

serie drammatica”, si è rivelato<br />

un flop in Italia. Eppure i presupposti<br />

per il successo c’erano tutti. Dopo<br />

l’improvvisa morte <strong>dei</strong> genitori avvenuta<br />

in un incidente stradale, Bailey<br />

Salinger (interpretato da Scott Wolf,<br />

un vero e proprio sex-symbol tra le<br />

adolescenti americane) deve tenere<br />

unita la famiglia: le giovani Claudia<br />

(Lacey Chabert), violinista di talento<br />

e l’insicura Julia (Neve Campbell, che<br />

grazie al <strong>telefilm</strong> ha iniziato una folgorante<br />

carriera cinematografica); il<br />

tenero neonato Owen (interpretato a<br />

turno dai gemelli Porter, Brandon e<br />

Taylor); il venticinquenne Charlie<br />

(Matthew Fox), il quale cerca di calarsi<br />

nella figura paterna. Nel corso del<br />

serial ambientato a San Francisco, le<br />

paure, le speranze e i contrasti di cia­<br />

170<br />

scuno vengono portati alla luce da un<br />

punto di vista esclusivo: quello <strong>dei</strong> figli.<br />

Annientando le figure materne e<br />

paterne, bandendo le solite prediche<br />

moralistiche da happy end, la serie<br />

mette in scena le psicologie credibili<br />

di alcuni giovani alle prese con la vita<br />

di tutti i giorni: le relazioni con l’altro<br />

sesso, le vicissitudini scolastiche, i<br />

primi lavori part-time, l’affitto da pagare,<br />

l’impegno sociale, la prima volta,<br />

i contrasti e la solidarietà tra fratelli.<br />

Tra i momenti cruciali del serial:<br />

Kirsten Bennett (Paula Devicq), la tata<br />

di Owen, si fidanza con Charlie e va<br />

a vivere sotto lo stesso tetto <strong>dei</strong> cinque<br />

protagonisti; una delle conquiste di<br />

Bailey muore per overdose di cocaina;<br />

il ristorante di famiglia viene salvato<br />

dal fallimento grazie all’aiuto del<br />

nonno Jacob (Carroll O’Connor); Julia<br />

si sposa in Nevada con Griffin (Jeremy<br />

London), per poi trasferirsi due<br />

mesi in Europa; a Charlie viene diagnosticato<br />

il morbo di Hodgkin, mentre<br />

la fidanzata Daphne (Jennifer<br />

Aspen) scopre di essere incinta (il primo<br />

riuscirà a curarsi, la seconda lascerà<br />

la città dopo la maternità); Bailey<br />

e Charlie si contendono la custodia<br />

di Owen: alla fine toccherà al più giovane<br />

prendersene cura. Oltre al Golden<br />

Globe del ’96, la serie si è aggiudicata<br />

un ALMA Award, un Humanitas<br />

Prize, 2 Young Star Awards (entrambi<br />

andati a Lacey Chabert). Sono diversi<br />

i volti noti che sfilano nella serie: Brittany<br />

Murphy, Carroll O’Connor, Kate<br />

Hudson, Karen Black, Samaire Armstrong<br />

e, nei panni di sé stessi, i<br />

R.E.M. Christopher Keyser e Amy<br />

Lippman sono i produttori esecutivi;<br />

Steven Cahill e Christopher Klatman<br />

firmano le musiche originali e il tema<br />

musicale “Everybody Wants To Be<br />

Closer to Me”. Le riprese sono state


171 Cisco Kid<br />

effettuate all’UCLA di Los Angeles, a<br />

Culver City e a San Francisco. Il personaggio<br />

di Sarah Reeves (Jennifer<br />

Love Hewitt), la fidanzata di Bailey,<br />

ha dato vita nel 1999 allo spin-off Cenerentola<br />

a New York.<br />

Cinque ragazze e un miliardario<br />

(Rags to Riches) Con: Joseph Bologna,<br />

Kimiko Gelman, Tisha Campbell,<br />

Bridget Michele, Blanca DeGarr, Heidi<br />

Zeigler, Douglas Seale. Produzione:<br />

Usa, 1987, sit-com/musicale, colore<br />

(21/60’).<br />

Ambientata nel 1961, la serie si distingue<br />

per i numerosi intermezzi<br />

musicali, con canzoni attuali alternate<br />

a classici brani rock degli anni Sessanta.<br />

La storia è quella del vivace<br />

miliardario Nick Foley (Joseph Bologna),<br />

che per impressionare un cliente<br />

decide di adottare un gruppo di cinque<br />

ragazze orfane, diverse l’una dall’altra<br />

come le Spice Girls: l’asiatica<br />

Rose (Kimiko Gelman); Marva (Tisha<br />

Campbell), quella di colore; la<br />

bionda Diane (Bridget Michele); la<br />

mascolina Patti (Blanca DeGarr); la<br />

piccola Mickey (Heidi Zeigler). Douglas<br />

Seale interpreta John Clapper, il<br />

maggiordomo inglese di casa Foley.<br />

Oltre a essere l’ideatore della serie,<br />

Bernie Kukoff firma da produttore<br />

esecutivo in compagnia di Leonard<br />

Hill e Andrew Schneider; tra i molti<br />

compositori musicali c’è da notare la<br />

presenza di Chris Carter, il creatore di<br />

X-Files.<br />

Cinque signore Buchanan, Le<br />

(The 5 Mrs. Buchanans) Con: Judith<br />

Ivey, Harriet Sansom Harris, Charlotte<br />

Ross, Beth Broderick, Eileen Heckart.<br />

Produzione: Usa, 1994, sit-com, colore<br />

(17/30’).<br />

Ambientata nella fittizia Mercy, nel­<br />

l’Indiana, la serie ruota attorno a quattro<br />

donne completamente differenti<br />

che hanno solo due legami in comune:<br />

hanno tutte sposato un Buchanan e ciascuna<br />

di loro, per un motivo o per l’altro,<br />

non sopporta la suocera. Alex (Judith<br />

Ivey) è un’ebrea femminista di<br />

New York; la trasandata Vivian (Harriet<br />

Sansom Harris) è una ricca casalinga<br />

con due figli gemelli sulle spalle;<br />

Bree (Charlotte Ross) arriva dalla California<br />

e si è sposata da poco; l’ex barista<br />

Delilah (Beth Broderick) è salita<br />

all’altare con un predicatore. Tutte<br />

hanno a che fare con la crudele e sarcastica<br />

suocera, la settantenne Emma<br />

Buchanan (Eileen Heckart), che cerca<br />

di rendere loro la vita difficile. Ognuna<br />

delle protagoniste ha la sua particolare<br />

stravaganza oppure nasconde qualche<br />

scheletro nell’armadio: Alex è stata arrestata<br />

nel 1974 per aver acceso un<br />

falò a Central Park; Vivian si mette a<br />

posto la coscienza servendo da bere in<br />

un’associazione umanitaria; la madre<br />

di Bree per ben 19 anni ha interpretato<br />

Campanellino nelle sfilate della Disney;<br />

Delilah ha lavorato come lapdancer<br />

e ha posato nuda per “Playmen”;<br />

Emma ha la mania di dipingere<br />

a mano riproduzioni della natività.<br />

Marc Cherry e Jamie Wooten sono i<br />

creatori e produttori esecutivi del serial.<br />

Steven Cahill firma le musiche<br />

originali. Il nome di Bree è stato ripescato<br />

da Marc Cherry 10 anni dopo, in<br />

Desperate Housewives, con il personaggio<br />

di Bree Van De Kamp.<br />

Cisco Kid (The Cisco Kid) Con:<br />

Duncan Renaldo, Leo Carillo. Produzione:<br />

Usa, 1950, western, colore<br />

(156/30’).<br />

CULT<br />

Uno <strong>dei</strong> western più longevi della televisione<br />

è nato dalla fantasia di O.


Città degli angeli, La<br />

Henry – nel breve racconto The Caballero’s<br />

Way – per poi prendere vita in<br />

una serie di film muti e, con l’avvento<br />

del sonoro, nella pellicola Old Arizona<br />

(1929, inedita in Italia), che procurò<br />

uno <strong>dei</strong> primi Oscar della storia a Warner<br />

Baxter; dopo una versione radiofonica<br />

nel 1943, è la volta del piccolo<br />

schermo grazie alla produzione della<br />

Ziv Tv di Fred Ziv: Duncan Renaldo<br />

cavalca nei panni messicani di Cisco,<br />

affiancato dal gioviale compagno d’avventure<br />

il cicciottello Pancho (Leo Carillo).<br />

Agli occhi della legge i due sono<br />

ricercati per alcuni crimini mai specificati;<br />

agli occhi delle vittime di soprusi<br />

che incontrano sulla strada rappresentano<br />

una coppia di giustizieri che li<br />

aiuta a risolvere le loro disgrazie. Cisco<br />

è un eroe sui generis: vestito sempre<br />

impeccabilmente con sombrero e<br />

abito nero ricamato, stende i malvagi<br />

con la pistola e le donne con il sorriso.<br />

Le musiche messicane della serie sono<br />

state composte a Tokyo da Albert<br />

Glasser. Nonostante all’epoca tutti i<br />

network trasmettessero in bianco e nero,<br />

la serie è stata la prima ad essere girata<br />

a colori. Il cavallo di Cisco si chiama<br />

Diablo, quello di Pancho è Loco. In<br />

conteporanea al <strong>telefilm</strong> è nato il fumetto<br />

disegnato dall’argentino José<br />

Luis Salinas sulla scorta delle sceneggiature<br />

dell’americano Rod Reed. Nel<br />

1994 è stato girato un film-tv con<br />

Jimmy Smits nei panni di Cisco e<br />

Cheech Marin in quelli di Pancho.<br />

Città degli angeli, La (City of Angels)<br />

Con: Wayne Rogers, Elaine Joyce,<br />

Clifton Jones, Philip Sterling. Produzione:<br />

Usa, 1976, poliziesco, colore<br />

(13/30’).<br />

Due anni dopo l’uscita cinematografica<br />

di Chinatown di Polanski, i produttori<br />

Philip DeGuere e William F. Phil­<br />

172<br />

lips traducono sul piccolo schermo le<br />

atmosfere hard-boiled della Los Angeles<br />

anni ’30. Al posto di Jack Nicholson<br />

entra in scena Wayne Rogers<br />

(M.A.S.H.) nei panni dell’investigatore<br />

privato Jake Axminster. Tre “angeli<br />

custodi” sorvegliano le indagini “a<br />

muso duro” del detective che sfoggia<br />

cravatte variopinte tra intrighi politici<br />

e scandali nell’alta società: la bionda<br />

segretaria Marsha (Elaine Joyce), il tenente<br />

Murray Quint (Clifton Jones) e<br />

l’avvocato Michael Brimm (Philip<br />

Sterling). L’ufficio del protagonista è<br />

situato al Bradbury Building; per spostarsi<br />

da un capo all’altro della città il<br />

nostro guida una piccola Bugatti. Il serial<br />

è ideato da Stephen J. Cannell e<br />

Roy Huggins (quest’ultimo altresì<br />

produttore); Jo Swerling è il produttore<br />

esecutivo. Il tema musicale è composto<br />

da Nelson Riddle.<br />

Città in controluce, La (Naked<br />

City) Con: James Franciscus, John<br />

McIntire, Harry Bellaver, Horace Mc-<br />

Mahon, Paul Burke, Nancy Malone.<br />

Produzione: Usa, poliziesco, 1958, b/n<br />

(39/30’; 99/60’).<br />

“Ci sono otto milioni di storie in questa<br />

città: eccovi una di esse”: la serie<br />

ideata da Stirling Silliphant si apre<br />

esattamente con lo slogan d’apertura<br />

del film di Jules Dassin La città nuda<br />

(1948), al quale il serial si ispira dieci<br />

anni dopo. La città in questione è New<br />

York, dove vivono e indagano il detective<br />

Jim Halloran (James Franciscus),<br />

in forze al 65esimo distretto; il tenente<br />

Dan Muldoon (John McIntire), suo superiore;<br />

il sergente Frank Arcaro<br />

(Harry Bellaver). Nella seconda stagione<br />

McIntire lasciò il set (Muldoon<br />

muore in uno spettacolare incidente in<br />

cui la sua auto esplode schiantandosi<br />

contro un’auto-cisterna di benzina) e


173 Clarissa<br />

venne sostituito da Horace McMahon<br />

dietro il distintivo del tenente tutto<br />

d’un pezzo Mike Parker. Tra gli altri<br />

interpreti: Paul Burke è il detective<br />

Adam Flint; Nancy Malone veste i<br />

panni di Libby, la ragazza di Flint. Il titolo<br />

originale, Naked City, è tratto da<br />

un libro di fotografie di Arthur H. Fellig,<br />

divenuto popolare con il soprannome<br />

di “Weegee”. Herbert H. Leonard è<br />

il produttore esecutivo della serie che<br />

si avvale di numerose guest-stars; tra<br />

di loro, Robert Redford, Peter Falk, Eli<br />

Wallach, Leslie Nielsen, Telly Savalas,<br />

James Caan, Walter Matthau, Robert<br />

Duvall, James Coburn, Christopher<br />

Walken, Gene Hackman, Martin<br />

Sheen e, al loro primo ruolo da protagonisti<br />

sul piccolo schermo, Dustin<br />

Hoffman, Peter Fonda, Jon Voight.<br />

George Durning, Ned Washington,<br />

Billy May e Nelson Riddle sono i compositori<br />

della colonna sonora, gli ultimi<br />

due altresì del tema musicale “Somewhere<br />

In The Night”.<br />

Civil wars (Id.) Con: Mariel Hemingway,<br />

Peter Onorati, Alan Rosenberg,<br />

Debi Mazar. Produzione: Usa,<br />

1991, legale, colore (36/60’).<br />

La serie creata da William M. Finkelstein<br />

vede protagonisti un gruppo di<br />

avvocati che si occupa di questioni familiari<br />

e di pratiche di divorzio. Tra di<br />

loro: Sydney Guilford (Mariel Hemingway);<br />

il suo nuovo socio, Charlie<br />

Howell (Peter Onorati) e il suo ex, Eli<br />

Levinson (Alan Rosenberg). Debi Mazar<br />

interpreta la segretaria Denise Iannello.<br />

Sidney e Charlie intraprendono<br />

in seguito una relazione extra-lavorativa;<br />

Denise si sposa ma poi decide di ricorrere<br />

allo studio per la separazione;<br />

tra i casi afforntati spicca quello di una<br />

donna che vuole divorziare dal marito<br />

che si crede Elvis Presley. Un episodio<br />

ha suscitato scalpore in America: l’avvocatessa<br />

Guilford accetta di posare<br />

nuda per un fotografo (gli spettatori<br />

americani videro buona parte del di<br />

dietro della Hemingway). Quando il<br />

network ABC ha deciso la cancellazione<br />

della serie, Rosenberg e Mazar si<br />

sono trasferiti, con i rispettivi personaggi,<br />

in L.A. Law – Avvocati a Los<br />

Angeles. Steven Bochco è il produttore<br />

esecutivo del <strong>telefilm</strong> insieme allo<br />

stesso Finkelstein. Donald Markowitz<br />

compone la colonna sonora.<br />

Clan <strong>dei</strong> cinque, Il Vedi La banda<br />

<strong>dei</strong> cinque.<br />

Clarissa (Clarissa explains it all)<br />

Con: Melissa Joan Hart, Jason Zimbler,<br />

Elisabeth Hess, Joe O’Connor,<br />

Sean O’Neal. Produzione: Usa, 1991,<br />

sit-com, colore (65/30’).<br />

Prima di diventare un idolo <strong>dei</strong> teenagers<br />

con Sabrina, vita da strega<br />

(1996), una Melissa Joan Hart ai tempi<br />

più “buzzica” veste i panni della tredicenne<br />

Clarissa Darling, attorno alla<br />

quale ruotano un’adolescenza e una<br />

famiglia da sit-com: l’annoiato fratello<br />

Ferguson (Jason Zimbler), la mamma<br />

danarosa Janet (Elisabeth Hess), il padre<br />

architetto Marshall (Joe O’Connor).<br />

A completare il cast, l’outsider<br />

Sean O’Neal nei panni di Sam Anders,<br />

l’amico della porta accanto che spesso<br />

entra nella camera di Clarissa arrampicandosi<br />

con una scala fino alla finestra<br />

della protagonista. Quest’ultima, che<br />

non si perde una puntata di 21 Jump<br />

Street e scrive per il giornalino scolastico<br />

“Thomas Tupper Times”, talvolta<br />

si rivolge direttamente ai telespettatori<br />

guardando in camera; di Ferguson,<br />

ad esempio, dice: “Mi è stato sul sedere<br />

fin dal giorno in cui è nato!”. Andy<br />

Bamberger, Marjorie Cohn, Albie He­


Classe di ferro<br />

cht, Herb Scannell e Mitchell Kriegman<br />

formano il quintetto di produttori<br />

esecutivi. La Hart si è aggiudicata 3<br />

Young Artist Awards per la sua interpretazione.<br />

Le riprese sono state effettuate<br />

a Orlando, in Florida. Willa Bassen,<br />

Anthony Battaglia e Rachel Sweet<br />

sono i compositori della colonna sonora.<br />

James Van Der Beek (Dawson’s<br />

Creek) compare in un cameo. Una nota<br />

finale: l’ultima puntata doveva fungere<br />

da spin-off per una serie mai realizzata<br />

intitolata Clarissa, nella quale la<br />

protagonista, trasferitasi a New York,<br />

sarebbe dovuta diventare una giornalista<br />

del “Daily Post”.<br />

Classe di ferro Con: Giampiero Ingrassia,<br />

Massimo Reale, Paolo Sassanelli,<br />

Guido Venitucci, Pierluigi Cuomo,<br />

Adriano Pappalardo, Rocco Papaleo,<br />

Luca Amorosino, Luca Venantini,<br />

Francesco Apolloni. Produzione: Italia,<br />

1989, sit-com, colore (24/60’).<br />

Un’allegra brigata di commilitoni sfila<br />

davanti alla telecamera di Bruno Corbucci<br />

nel corso di un <strong>telefilm</strong> che<br />

sdrammatizza la naja e la noia militari.<br />

Rispondono all’appello sull’attenti: il<br />

furbo Antonio Scibetta (Giampiero Ingrassia),<br />

il figlio di papà Giampiero<br />

Montini (Massimo Reale), il latin-lover<br />

Gabriele Serra (Paolo Sassanelli),<br />

l’intellettuale Mario Bertolazzi (Guido<br />

Venitucci), il nobile napoletano Ulderico<br />

Dell’Anno (Pierluigi Cuomo),<br />

il sergente maggiore Roberto Scherone<br />

(Adriano Pappalardo), una sorta di<br />

Rambo con il cuore tenero. E poi l’ingegnoso<br />

Cardarelli (Luca Amorosino),<br />

l’ex acrobata De Zan (Francesco<br />

Apolloni), il simpatico Melloni (Rocco<br />

Papaleo), Di Tosto (Luca Venantini),<br />

che “vuo’ far l’americano”. Tra<br />

“zingarate” alla Amici miei e missioni<br />

fallimentari, i nostri incontrano una se-<br />

174<br />

rie di donne belle e impossibili; tra le<br />

altre che si alternano a interpretarle,<br />

Eva Grimaldi e Karina Huff. Il produttore<br />

della serie è Turi Vasile. La sigla è<br />

cantata da Jovanotti, il quale in tempi<br />

recenti ha fatto “outing”, pentendosi di<br />

quanto composto (“l’ho scritta quando<br />

facevo il militare, perché mi avevano<br />

promesso 15 giorni di licenza”). La<br />

canzone “Helela”, è eseguita da Adriano<br />

Pappalardo; la colonna sonora è firmata<br />

da Fabio Frizzi. Leo Benvenuti e<br />

Piero De Bernardi sono gli ideatori.<br />

Classe per Silvia, Una (Sylvia – Eine<br />

klasse für sich; Sylvia – In a class of<br />

her own) Con: Uschi Glas, Horst Sachtleben,<br />

Stefan Hunstein. Produzione:<br />

Germania, 1998, drammatico, colore<br />

(1/90’; 13/60’).<br />

Una professoressa che insegna la vita:<br />

questo vorrebbe essere Sylvia Waldmann<br />

(Uschi Glas), la quale si distingue<br />

dai cinici colleghi per la sensibilità<br />

che porta in cattedra. Più che interrogare<br />

i suoi studenti, Sylvia li scruta, indovina<br />

le loro ansie e paure, cerca di<br />

capire e risolvere i loro problemi (tra<br />

quelli affrontati, l’aborto, la droga, la<br />

violenza sessuale). Forse a causa della<br />

solitudine (dopo essersi separata dal<br />

marito è tornata a insegnare nella città<br />

natale), Sylvia “adotta” la sua classe e<br />

viceversa. Tra gli altri personaggi che<br />

gravitano attorno alla protagonista: il<br />

direttore Bieber (Horst Sachtleben) e<br />

Albert Schreiner (Stefan Hunstein).<br />

La serie è prodotta dalla CBM – in collaborazione<br />

con la Betafilm – per SAT.1.<br />

Cleopatra 2525 (Id.) Con: Gina Torres,<br />

Victoria Pratt, Jennifer Sky, Patrick<br />

Kake, Danielle Cormack, Joel<br />

Tobeck. Produzione: Usa, 2000, fantascienza,<br />

colore (28/60’).<br />

Nel 2525 l’unica speranza di veder la


175 Cliente, Il<br />

luce è rappresentata da tre guerrigliere<br />

agghindate come le nostre Letterine.<br />

Tra cinque secoli e un quarto gli umani<br />

saranno costretti a vivere sottoterra, in<br />

una sorta di girone dantesco dove a seconda<br />

<strong>dei</strong> livelli passi da posti apparentemente<br />

paradisiaci a inferni dove<br />

regna il caos assoluto, tra labirinti e<br />

tunnel senza fine. In superficie regnano<br />

i Bailies, mostruose creature volanti<br />

che dominano il pianeta; tra gli abitanti<br />

del sottosuolo si mischiano esseri<br />

metà uomini e metà animali nati dall’ingegneria<br />

genetica, nonché robot –<br />

detti Betrayer – che spiano la razza<br />

umana per prevenire qualsiasi ribellione.<br />

Tra coloro che tentano di combattere<br />

la dittatura si distinguono le guerrigliere<br />

Hel (Gina Torres) e Sarge (Victoria<br />

Pratt): la prima, dopo che la sua<br />

famiglia è stata sterminata mentre cercava<br />

di ribellarsi alla “vita al buio”, ha<br />

promesso a sé stessa di vendicarsi in<br />

nome della libertà e agisce grazie a una<br />

voce misteriosa che riceve da un marchingegno<br />

impiantato nella mascella;<br />

la seconda si contraddistingue per le<br />

sue tecniche di combattimento avanzate<br />

con le quali affronta anche i più temibili<br />

avversari. A loro due si unisce<br />

Cleopatra (Jennifer Sky), un’aspirante<br />

attrice e lap-dancer a tempo perso che<br />

è stata ibernata nel 2001 dopo essere<br />

caduta in coma in seguito a un intervento<br />

di chirurgia estetica mal riuscito:<br />

se Hel e Sarge le insegnano a combattere<br />

e a sopravvivere nel mondo del futuro,<br />

lei ricambia con lezioni di seduzione<br />

e “trucchetti” da ragazza di vita.<br />

Tra gli altri personaggi ricorrenti:<br />

Mauser (Patrick Kake), l’uomo-robot<br />

che fornisce armi avveniristiche al trio<br />

protagonista; la pericolosa Raina (Danielle<br />

Cormack), dotata di una straordinaria<br />

telepatia; il sinistro Creegan<br />

(Joel Tobeck), a capo di una gang che<br />

vuole impossessarsi del sottosuolo. A<br />

metà strada tra Mad Max e Passaparola<br />

(quando le tre ribelli affrontano i nemici<br />

sembra quasi che stiano ballando<br />

gli stacchetti del quiz condotto da<br />

Gerry Scotti), il <strong>telefilm</strong> volutamente<br />

trash vanta la firma di Sam Raimi, il<br />

quale compare come produttore esecutivo<br />

insieme ai fedeli Bob Tapert e<br />

R.J. Stewart (questi ultimi, già insieme<br />

al cineasta dietro le quinte di Xena –<br />

Principessa guerriera, sono invece gli<br />

ideatori). La colonna sonora è composta<br />

da Joseph LoDuca. Le riprese sono<br />

state effettuate ad Auckland, in Nuova<br />

Zelanda. La serie si è aggiudicata nel<br />

2001 un ALMA Award, assegnato a Gina<br />

Torres.<br />

Cliente, Il (The Client) Con: JoBeth<br />

Williams, John Heard, Ossie Davis,<br />

David Barry Gray, Polly Hollyday.<br />

Produzione: Usa, 1995, legale, colore<br />

(20/60’).<br />

Dopo l’adattamento cinematografico<br />

del film di Joel Schumacher, nel 1994,<br />

il best-seller omonimo di John Grisham<br />

si trasferisce in televisione. I<br />

principali protagonisti del romanzo<br />

sopravvivono anche sul piccolo schermo:<br />

Regina “Reggie” Love (JoBeth<br />

Williams) è un avvocato di Atlanta che<br />

dopo aver toccato il fondo (del bicchiere)<br />

per gravi problemi personali è<br />

in cerca di un riscatto; la sua specialità<br />

è occuparsi di coloro che non possono<br />

difendersi: i bambini. Intorno all’eroina<br />

della serie ruotano le figure del procuratore<br />

distrettuale Roy Foltrigg<br />

(John Heard), il bonario giudice di colore<br />

Harry Roosevelt (Ossie Davis,<br />

che compariva nello stesso ruolo anche<br />

nel film), il prezioso assistente tuttofare<br />

Clint McGuire (David Barry<br />

Gray) e mamma Love (Polly Hollyday),<br />

con la quale condivide la casa e


Clinica della Foresta Nera, La<br />

le confidenze. John Grisham è consulente<br />

della produzione; un poker di<br />

produttori esecutivi firma un serial sospeso<br />

tra il giallo e le cause sociali (imperdibile<br />

la puntata in cui Reggie assume<br />

la difesa di un ragazzino di colore<br />

espulso da una scuola privata per aver<br />

dato fuoco alla bandiera degli Stati<br />

Uniti: tre cause al prezzo di una...): Arnon<br />

Milchan (già dietro le quinte del<br />

film), Robert Nathan (E.R.), Michael<br />

Filerman e Judith Paige Mitchell. Maria<br />

Pia De Meo, che aveva doppiato<br />

Susan Sarandon nella pellicola, presta<br />

la sua voce alla nuova protagonista televisiva.<br />

Stephen Graziano compone<br />

la colonna sonora.<br />

Clinica della Foresta Nera, La<br />

(Schwarzwaldklinik) Con: Klausjürgen<br />

Wussow, Sascha Hehn, Barbara Wussow,<br />

Heidelinde Weis, Gaby Dohm,<br />

Holger Petzold, Alf Marholm, Volker<br />

Brandt, Karl Walter Diess, Franz Rudnick.<br />

Produzione: Germania, 1985,<br />

medico, colore (67/60’; 3/90’).<br />

Nella clinica del professor Klaus<br />

Brinkmann (Klausjürgen Wussow),<br />

chirurgo e oncologo, si avvicendano<br />

casi umani che coinvolgono dottori e<br />

pazienti al di sopra di ogni emotività<br />

medica e di ogni amplomb tedesco.<br />

Forse anche per questo, il successo è<br />

stato clamoroso. Il serial mescola abilmente<br />

due ingredienti cari al pubblico<br />

germanico: il feuilleton medico (l’Artzroman)<br />

e il mélo circoscritto in un<br />

ambiente idilliaco (come in Heimat, il<br />

capolavoro cinematografico di Edgar<br />

Reitz prodotto l’anno precedente). Tra<br />

coloro che operano in corsia: l’infermiera<br />

Elke (Barbara Wussow), il dottor<br />

Udo Brinkmann (Sascha Hehn), la<br />

dottoressa Elena Bach (Heidelinde<br />

Weis), l’infermiera Christa (Gaby<br />

Dohm), il dottor Rens (Holger Pet­<br />

176<br />

zold), il manager Muehlmann (Alf<br />

Marholm), i dottori Schuebel (Volker<br />

Brandt), Schaefer (Karl Walter Diess)<br />

e Wolter (Franz Rudnick). La prima<br />

serie della ZDF è ideata da Herbert Lichtenfeld,<br />

autore de Il medico di campagna;<br />

le prime dodici puntate sono dirette<br />

da Alfred Vohrer, già dietro la cinepresa<br />

di <strong>telefilm</strong> polizieschi quali<br />

Derrick e Il commissario Koster;<br />

Wolfgang Rademann firma da produttore;<br />

Hans Hammerschmidt compone<br />

la colonna sonora. Tra le guest-stars di<br />

un certo appeal in Germania: Nadja<br />

Tiller, Karin Baal, Maria Schell e Christian<br />

Kohlund.<br />

Clown, Il (Der Clown) Con: Sven<br />

Martinek, Diana Frank, Thomas Anzerhofer,<br />

Volkmar Kleinert. Produzione:<br />

Germania, 1998, poliziesco, colore<br />

(44/60’; 1/90’).<br />

Il protagonista della serie è una sorta di<br />

super-agente del W.I.P.A. (World Intelligence<br />

Police Agency) che entra in<br />

azione con la maschera da clown ogniqualvolta<br />

la polizia brancola nel buio:<br />

dato per morto in un attentato, Max<br />

Zander (Sven Martinek) diventa un<br />

acerrimo nemico del crimine e non disdegna<br />

di usare tutti i mezzi, anche<br />

quelli al limite della legge, per far<br />

trionfare la giustizia. Il suo travestimento<br />

trae origine dal ritrovamento di<br />

una maschera da clown sul luogo dell’omicidio<br />

del suo migliore amico; in<br />

realtà la vera radice del nostro è il fumetto<br />

omonimo dal quale il serial trae<br />

spunto. Nel corso delle indagini, Zander<br />

viene affiancato dalla bella giornalista<br />

Claudia (Diana Frank), dallo spericolato<br />

pilota d’elicotteri Dobbs<br />

(Thomas Anzerhofer) e da Ludowski<br />

(Volkmar Kleinert), funzionario dell’LKA.<br />

Girata a Düsseldorf e dintorni,<br />

la serie, costata intorno al milione e


177 Code name: Eternity<br />

mezzo di marchi a puntata, si avvale<br />

delle imprese da stunt-men della Action<br />

Concept dello specialista Hermann<br />

Joha, il quale si diletta alla regia<br />

delle scene d’azione. Per riprendere le<br />

situazioni più spettacolari la produzione<br />

ha impiegato fino a 17 telecamere,<br />

tra cui la cosiddetta Crash-box, una<br />

scatola in acciaio con vetro blindato<br />

che protegge la cinepresa, rendendola<br />

praticamente indistruttibile.<br />

Cobra Investigazioni (Cobra) Con:<br />

Michael Dudikoff, James Tolkan, Allison<br />

Hossack. Produzione: Usa, 1993,<br />

poliziesco, colore (22/60’).<br />

Stephen J. Cannell firma una serie d’azione<br />

con Michael Dudikoff nei panni<br />

di Robert “Scandal” Jackson, un ex<br />

marine esperto di arti marziali che viene<br />

“arruolato” nelle file di un’associazione<br />

segreta che combatte le ingiustizie<br />

con l’effigie e il nome di COBRA.<br />

L’artefatto è simile a quelli de L’uomo<br />

da sei milioni di dollari (1974) e di Supercar<br />

(1982): dopo che lo hanno dato<br />

per morto in una sparatoria, Scandal<br />

subisce una plastica faciale e ottiene<br />

una nuova identità grazie al miliardario<br />

“invisibile” Quentin Avery. A capo<br />

di questa sorta di agenzia iper-tecnologica<br />

c’è il calvo Dallas Cassel (James<br />

Tolkan), un ex agente dell’FBI coadiuvato<br />

dall’agente Danielle LaPoint (Allison<br />

Hossack), la bella figlia di Avery.<br />

Oltre a Cannell, i creatori della serie<br />

sono Steven Long Mitchell e Craig W.<br />

Van Sickle, che compaiono altresì nelle<br />

vesti di produttori esecutivi. La base<br />

dell’agenzia si trova a Bay City, in California.<br />

Le musiche originali sono di<br />

Larry Brown e Gerald O’Brien.<br />

Code name: Eternity (Id.) Con:<br />

Andrew Gillies, Cameron Bancroft,<br />

Ingrid Kavelaars, Hannes Jaenicke,<br />

Gordon Currie, Joseph Baldwin, Olivier<br />

Gruner. Produzione: Francia/Canada/Usa,<br />

1999, fantastico, colore<br />

(26/30’).<br />

La storia inizia con un uomo nudo che<br />

viene investito da un camper: ma non<br />

si tratta di un esibizionista di campagna,<br />

quanto di un alieno arrivato sulla<br />

Terra per fermare i piani diabolici dell’extraterrestre<br />

malvagio David Banning<br />

(Andrew Gillies). L’ignudo Ethaniel<br />

(Cameron Bancroft) riceve l’assistenza<br />

della bella psicologa Laura<br />

Keating (Ingrid Kavelaars): l’E.T. che<br />

ha sembianze umane da modello deve<br />

riacquistare la memoria dopo l’impatto<br />

e acclimatarsi con la nostra atmosfera;<br />

nel frattempo Laura scopre che per<br />

sventare il complotto di Banning devono<br />

rintracciare il brillante scienziato<br />

Thorber (Hannes Jaenicke), il fratello<br />

di Ethaniel che dopo aver scoperto il<br />

piano per annientare l’umanità si è dato<br />

alla fuga. Tra coloro che la “strana<br />

coppia” incontra nella loro corsa contro<br />

il tempo (Banning è avvantaggiato<br />

dal fatto di essersi mischiato tra i terrestri<br />

già da alcuni anni): il mini-robot<br />

indistruttibile Dent (Gordon Currie),<br />

capace di autoridursi a dimensioni microscopiche;<br />

il cospiratore Byder (Joseph<br />

Baldwin); l’alleato alieno Tawrens<br />

(Olivier Gruner). Inutile dire che<br />

la comunanza d’intenti di Laura ed<br />

Ethaniel sfocerà in una passione del<br />

primo tipo. La vera “invasione”, più<br />

che quella d’altri mondi, risulta essere<br />

quella <strong>dei</strong> produttori esecutivi (ben<br />

8!): Dimitri Logothetis, James Margellos,<br />

Peter Mohan, Steve Levitan,<br />

Paul Bronfman, Robert Nador, Eve<br />

Vercel, Konstantin Thoeren. Amin<br />

Bhatia e Trevor Morris compongono<br />

la colonna sonora. Le riprese sono state<br />

effettuate a Toronto, nella regione<br />

canadese dell’Ontario.


Code name: Foxfire<br />

Code name: Foxfire (Code name:<br />

Foxfire) Con: Joanna Cassidy, Sheryl<br />

Lee Ralph, Robin Johnson, John Mc-<br />

Cook, Henry Jones. Produzione: Usa,<br />

1985, poliziesco, colore (6/60’).<br />

COTTO<br />

Prendete tre agenti in gonnella che rispondono<br />

a un capo maschio: no, non<br />

parliamo di Charlie’s Angels (1976)<br />

ma della serie che ne ricalca malamente<br />

il plot; nonostante la NBC abbia sempre<br />

negato le similitudini, il <strong>telefilm</strong> è<br />

stato lanciato nei promo con una voce<br />

fuori-campo che tuonava: “la squadra<br />

al femminile più bollente dai tempi<br />

di… sapete di chi”. Joanna Cassidy interpreta<br />

Liz “Foxfire” Towne, una ex<br />

agente della CIA che recluta altre due<br />

colleghe per occuparsi di casi governativi<br />

delicati e top-secret; Sheryl Lee<br />

Ralph veste i panni di Maggie Bryan,<br />

un’ex ladra esperta in combattimenti e<br />

autodifesa; Robin Johnson ha il ruolo<br />

di Danny O’Toole, l’autista del trio;<br />

John McCook è Larry Hutchins, il fratello<br />

del Presidente con il quale si rapportano<br />

i tre “vice-angeli”; Henry Jones<br />

dà vita a Phillips, l’aiutante di Hutchins.<br />

Come le loro antenate di metà<br />

anni ’70, anche le tre agenti della decade<br />

successiva si travestono a seconda<br />

delle missioni: dal casual al sexy con<br />

nonchalance. “Foxfire” è appena uscita<br />

di prigione per un crimine mai commesso<br />

quattro anni prima: nel corso degli<br />

episodi Liz va altresì alla ricerca del<br />

fidanzato che ritiene responsabile della<br />

sua detenzione nelle carceri di Bogotá.<br />

In un’intervista a “Tv Guide”, Sheryl<br />

Lee Ralph ha risposto all’inevitabile<br />

paragone con le Charlie’s Angels: “noi<br />

tentiamo di essere più credibili e reali”.<br />

E anche più veloci, visto che sono andate<br />

in onda per sole sei puntate…<br />

Codice d’emergenza (L.A. Firefi­<br />

178<br />

ghters) Con: Christine Elise, Jarrod<br />

Emick, Brian Leckner,Alexandra Edison,<br />

Carlton Wilborn, Michael Gallagher,<br />

Alexandra Paul, Miguel Sandoval.<br />

Produzione: Usa, 1996, avventura,<br />

colore (13/60’).<br />

CULT<br />

Il fuoco cammina con loro. Con i<br />

membri di una squadra di pompieri<br />

specializzati in interventi d’urgenza e<br />

in S.O.S. La campanella che suona,<br />

pochi minuti per prepararsi e poi via,<br />

verso quella zona della città dove il<br />

cielo si colora di rosso acceso. Decisioni<br />

da prendere in frazioni di secondo,<br />

sapendo che il minimo errore può<br />

costare il più delle volte la vita: propria,<br />

<strong>dei</strong> compagni e di coloro che devono<br />

essere tratti in salvo. E sotto una<br />

divisa “ignifuga” che deve rimanere<br />

impermeabile alle emozioni esterne,<br />

batte il cuore di un gruppo di giovani<br />

eroi che a volte devono “spegnere” il<br />

fuoco delle proprie passioni. Personalità<br />

complesse, diverse tra loro; sempre<br />

sotto pressione, pronti a entrare in<br />

azione e ad abbandonare in un attimo<br />

delusioni, invidie, gelosie: sotto il tetto<br />

della Stazione 132 di Los Angeles, vive<br />

e lavora un manipolo di pompieri<br />

scelti che oltre a essere colleghi sono<br />

anche amici. Fanno parte della squadra:<br />

il capo carismatico Jack Malloy<br />

(Jarrod Emick), eroe a tutto tondo che<br />

sa conquistarsi il rispetto e l’ammirazione<br />

<strong>dei</strong> compagni d’avventura; l’esperta<br />

Erin Coffey (Christine Elise),<br />

sicura di sé e indipendente come il<br />

nuovo femminismo comanda; J.B.<br />

Baker (Brian Leckner), per il quale<br />

salvare vite è come una missione spirituale;<br />

la passionale Kay Rizzo<br />

(Alexandra Edison), tra gli elementi<br />

più preparati del gruppo; il motivato<br />

Ray Grimes (Carlton Wilborn), che<br />

cerca nella squadra quella famiglia che


179 Codice “R”<br />

non ha mai avuto; la recluta Lenny Rose<br />

(Michael Gallagher), che cerca di<br />

ovviare alle carenze con l’entusiasmo.<br />

A tutti loro si aggiunge in seguito T.K.<br />

Martin (Alexandra Paul, la Stephanie<br />

Holden di Baywatch, che per questo<br />

ruolo lasciò il serial on the beach).<br />

Esterno al gruppo lavora invece l’ex<br />

pompiere Bernie Ramirez (Miguel<br />

Sandoval), che ora indaga sulle cause<br />

degli incendi e sui colpevoli di quelli<br />

dolosi. Gordon Greisman è nel contempo<br />

creatore, sceneggiatore e produttore<br />

di una serie girata con un realismo<br />

che cerca di mettere in scena le<br />

storie di ordinaria quotidianità che<br />

vengono affrontate dai pompieri a<br />

“stelle e strisce”; la premiata ditta Robert<br />

Papazian-James Hirsh è la coppia<br />

di produttori esecutivi. Nel corso delle<br />

loro imprese, i nostri non trovano solo<br />

fiamme: incendiari della mala, aspiranti<br />

suicidi, vittime di incidenti stradali,<br />

tragedie in fondo a un canyon, nubi<br />

tossiche, epidemie coleriche al confine<br />

con il Messico. E come se non bastasse,<br />

l’incubo più minaccioso per<br />

tutti coloro che vivono a Los Angeles:<br />

il terremoto. La colonna sonora è composta<br />

da Jon Hassell e Pete Scaturro. In<br />

America la serie è stata cancellata per<br />

gli ascolti deludenti dopo sei puntate.<br />

Codice Jericho (Jericho) Con: Don<br />

Francks, John Leyton, Marino Mase.<br />

Produzione: Usa, 1966, guerra, colore<br />

(16/60’).<br />

Una delle serie meno famose sulla Seconda<br />

guerra mondiale racconta di un<br />

terzetto di agenti delle Forze alleate<br />

che operano nelle retroguardie tedesche.<br />

Don Francks interpreta Franklin<br />

Shepard, un americano esperto in tattiche<br />

di guerra ed ex capitano dell’American<br />

Army Intelligence; John Leyton<br />

è Nicholas Gage, un asso inglese delle<br />

demolizioni in servizio per la marina<br />

di Sua Maestà; Marino Mase veste i<br />

panni del francese Jean-Gaston André,<br />

assai preparato per quanto concerne le<br />

munizioni dopo essersi addestrato nell’areonautica<br />

del suo paese. Dan Melnick<br />

e Norman Felton sono i produttori<br />

del serial che vanta le musiche di Lalo<br />

Schifrin (Missione impossibile), che<br />

per l’occasione ha variato di poco la<br />

musica che aveva composto per una<br />

serie precedente (The Plot).<br />

Codice mistero (Tales from the<br />

Darkside) Con: interpreti vari. Produzione:<br />

Usa, 1984, orrore, colore<br />

(92/30’).<br />

Serie antologica dell’orrore con pennellate<br />

di umorismo firmata, diretta e<br />

prodotta da George Romero, cineasta-cult<br />

de Il ritorno <strong>dei</strong> morti viventi<br />

(1985). Non priva di analogie con Ai<br />

confini della realtà, la serie ha dato<br />

vita a un film in quattro episodi – I<br />

delitti del gatto nero (1990) – in cui<br />

compare Christian Slater, già gueststar<br />

del <strong>telefilm</strong>. In originale il <strong>telefilm</strong><br />

è narrato dalla voce “fuori campo”<br />

da Paul Sparer. Le musiche originali<br />

sono composte da John Harrison<br />

e Ken Lauber. Per gli amanti del genere,<br />

gli effetti speciali sono curati<br />

Joe LaPenna; alcuni episodi si ispirano<br />

a racconti di maestri del brivido<br />

come Stephen King, Harlan Ellison,<br />

Clive Barker, Sir Arthur Conan Doyle.<br />

Jodie Foster dirige una puntata. La<br />

stella del basket Kareem Abdul-Jabbar<br />

compare in un cameo. In Italia il<br />

serial è andato in onda anche con il titolo<br />

Salto nel buio.<br />

Codice “R” (Code R) Con: James<br />

Houghton, Marty Kove, Tom Simcox,<br />

Ben Davidson, Robbie Rundle, Susanne<br />

Reed, W.T. Zacha. Produzione:


Codice rosso fuoco<br />

Usa, 1977, avventura, colore (13/60’).<br />

COTTO<br />

Imitazione malriuscita di Squadra<br />

Emergenza (1972), la serie racconta di<br />

un’altra équipe “multisalvataggio”:<br />

l’unità di Channel Island, nel sud della<br />

California. Ne fanno parte il capopompieri<br />

Rick Wilson (James Houghton),<br />

il capo <strong>dei</strong> guardiacoste George<br />

Baker (Marty Kove), il capo della polizia<br />

Walt Robinson (Tom Simcox),<br />

Ted Milbank (Ben Davidson), Bobby<br />

Robinson (Robbie Rundle), il figlio<br />

decenne di Walt. L’unica presenza<br />

femminile di rilievo è quella di Suzy<br />

(Susanne Reed), responsabile dell’ufficio<br />

e segretaria di Wilson, Baker e<br />

Robinson. Afare da punto di ritrovo di<br />

tutti i protagonisti è il Lighthouse Bar<br />

gestito da Harry (W.T. Zacha). Edwin<br />

Self firma come produttore. La colonna<br />

sonora è affidata a Lee Holdridge.<br />

Codice rosso fuoco Vedi Codice<br />

“R”.<br />

Codice 07: Varsavia (07 zglos sie<br />

morderca dziala noca) Con: Bronislaw<br />

Cieslak. Produzione: Polonia,<br />

1986, spionaggio, colore (13/60’).<br />

L’agente segreto polacco Borewicz<br />

(Bronislaw Cieslak) è il collega sfigato<br />

di Bond: non per niente, nel titolo<br />

originale gli hanno pure tolto uno<br />

“0” rispetto al codice identificativo<br />

della spia di Sua Maestà. Neanche la<br />

voce originale fuori campo di Leon<br />

Niemczyk riesce a spiegare ai telespettatori<br />

il motivo di una serie spionistica<br />

girata perlopiù a Varsavia. Ma un motivo<br />

top-secret deve pur esserci: in attesa<br />

di una conferma, il “cotto” è scongiurato.<br />

Colby, I (The Colbys) Con: John James,<br />

Charlton Heston, Stephanie Bea­<br />

180<br />

cham, Katherine Ross, Barbara<br />

Stanwick, Tracy Scoggins, Maxwell<br />

Caulfield, Claire Yarlett, Emma<br />

Samms. Produzione: Usa, 1985, drammatico,<br />

colore (49/60’).<br />

COTTO<br />

Cercando di replicare il successo di<br />

California, lo spin-off di Dallas, i produttori<br />

di Dynasty mettono in scena un<br />

serial che nelle prime settimane si<br />

chiama Dynasty II: the Colbys. I protagonisti<br />

ruotano attorno alla figura di<br />

Jeff Colby (John James). Tra di loro<br />

nella magione Belvedere: Charlton<br />

Heston è il magnate Jason Colby, il padre<br />

di Jeff; Stephanie Beacham interpreta<br />

la moglie Sable Scott; Katherine<br />

Ross veste i panni di Francesca, la sorella<br />

di Sable e madre di Jeff; Barbara<br />

Stanwyck è per una stagione Constance,<br />

la sorella di Jason; Tracy Scoggins<br />

compare nel ruolo di Monica, la primogenita<br />

di Jason e Sable; Maxwell<br />

Caulfield e Claire Yarlett sono rispettivamente<br />

Miles e Bliss, gli altri figli<br />

della coppia; Emma Samms ricopre il<br />

ruolo della “resuscitata” Fallon Carrington,<br />

creduta morta in Dynasty e<br />

che ora torna in scena per sposare Miles<br />

e, in seguito, Jeff Colby. In una delle<br />

puntate più improbabili della storia<br />

della televisione, Fallon viene rapita<br />

dagli extraterrestri: i fans la ritrovano<br />

la stagione successiva sana, libera e, si<br />

fa per dire, con i piedi per terra. Tra i<br />

momenti più memorabili spicca quello<br />

in cui Fallon mette al mondo una figlia<br />

e Jeff e Miles si chiedono chi sarà <strong>dei</strong><br />

due il padre. Nonostante sia una derivazione<br />

di Dynasty, si registrano poche<br />

“visite” da parte <strong>dei</strong> protagonisti<br />

del serial-genitore: a tal proposito,<br />

Joan Collins (la perfida Alexis) dichiarò<br />

a “Tv Guide” di non voler avere<br />

nulla a che fare con i Colby. Aaron<br />

Spelling, Esther Shapiro, Richard Sha­


181 Cold Case – Omicidi irrisolti<br />

piro e Douglas S. Cramer sono i produttori<br />

esecutivi. Bill Conti è l’autore<br />

della colonna sonora.<br />

Cold Case – Omicidi irrisolti<br />

(Cold Case) Con: Kathryn Morris,<br />

John Finn, Danny Pino, Jeremy Ratchford,<br />

Thom Barry. Produzione: Usa,<br />

2003, poliziesco, colore (46/60’).<br />

Tu chiamali se vuoi “cold case”, “casi<br />

freddi”: sono quelli che giacciono negli<br />

archivi da anni senza un colpevole<br />

e che, rispolverati a distanza di tempo,<br />

sotto una nuova e più distaccata prospettiva,<br />

aprono inedite strade investigative.<br />

Come recita lo slogan di lancio<br />

della serie: “La speranza sopravvive<br />

perché la verità non muore mai”. Più<br />

che una detective, Lily Rush (Kathryn<br />

Morris) è una “sommelier” del brivido:<br />

lascia decantare gli omicidi per anni<br />

o decenni, ne annusa il sapore e gli<br />

aromi sedimentati, ne ricostruisce la<br />

cornice storica e la provenienza, infine<br />

li serve in tavola con il colpevole a<br />

temperatura ambiente. Come in tutti i<br />

<strong>telefilm</strong> di Bruckheimer, è il tempo<br />

che scandisce il ritmo delle indagini e<br />

delle sceneggiature: nel filone di C.S.I.<br />

bisogna fare in fretta perché le tracce<br />

lasciate sul luogo del crimine possono<br />

dissolversi rapidamente; in Senza<br />

traccia (2002) dopo appena 48 ore la<br />

persona scomparsa può essere considerata<br />

svanita per sempre; qui sono i<br />

frequenti ping-pong temporali e le accurate<br />

ricostruzioni storiche e sociali a<br />

procedere di pari passo con le indagini<br />

a ritroso, per di più supportate da tecniche<br />

scientifiche che all’epoca degli<br />

omicidi erano di là da venire. La nostra<br />

assurge perciò al ruolo di “investigatrice<br />

del flashback”, a una sorta di detective<br />

“in retromarcia”. Al fianco della<br />

Rush, unica donna della Squadra Omicidi<br />

di Philadelphia: il tenente John<br />

Stillman (John Finn), per Lily più figura<br />

paterna che superiore; il partner<br />

di indagini Scott Valens (Danny Pino),<br />

in scena dal settimo episodio; il detective<br />

Nick Vera (Jeremy Ratchford), il<br />

duro di turno pronto a torchiare un testimone<br />

reticente o un assassino che si<br />

rifiuta di confessare; il saggio Will<br />

Jeffries (Thom Barry), la memoria<br />

storica del dipartimento, capace di ricordare<br />

ogni singolo dettaglio <strong>dei</strong> casi<br />

affrontati. Rivangare nel passato a distanza<br />

di anni può talvolta riaccendere<br />

la follia omicida di serial killer che<br />

speravano di averla fatta franca: scatta<br />

quindi l’indagine parallela per scoprire<br />

e proteggere eventuali testimoni<br />

che avevano taciuto la verità. Di notevole<br />

impatto risulta la colonna sonora,<br />

condita <strong>dei</strong> brani originali dell’anno in<br />

cui sono stati commessi gli omicidi: e<br />

così, se l’assasssinio è avvenuto nel<br />

1971, si ascolta “Have You Ever Seen<br />

The Rain” <strong>dei</strong> Creedence Clearwater<br />

Revival; nel 1976 tocca a “More Than<br />

A Feeling” <strong>dei</strong> Boston, seguito da<br />

“Dancing Queen” degli Abba e da<br />

“Last Dance” di Donna Summer; nel<br />

1981 si alternano “Urgent” <strong>dei</strong> Foreigner<br />

e “Bette Davis Eyes” di Kim Carnes;<br />

nel 1983 è la volta di “Owner Of<br />

A Lonely Heart” degli Yes, di “True”<br />

degli Spandau Ballet, di “Total Eclipse<br />

Of The Heart” di Bonnie Tyler; nel<br />

1984 si riconoscono le note di “Hold<br />

Me Now” <strong>dei</strong> Thompson Twins, e così<br />

via... La serie, che si è aggiudicata 2<br />

ASCAP Awards, è ideata da Meredith<br />

Stiehm, la quale firma altresì da produttore<br />

esecutivo in compagnia di Jerry<br />

Bruckheimer, Jonathan Littman, Shaun<br />

Cassidy. Il tema musicale, “Nara”, è<br />

composto da E.S. Posthumus, affiancato<br />

per la restante colonna sonora da<br />

Michael A. Levine. Emilio Estevez dirige<br />

la sesta e la quindicesima puntata


Colditz 182<br />

del secondo ciclo. Gli episodi sono stati<br />

girati tra Philadelphia e Los Angeles.<br />

Non sono in pochi coloro che hanno<br />

notato più di un’analogia con il serial<br />

canadese Cold Squad (1998), in cui gli<br />

scaffali <strong>dei</strong> casi insoluti venivano riaperti<br />

a Vancouver, città “cold” per eccellenza.<br />

Colditz (Id.) Con: Robert Wagner,<br />

Jack Hedley, Richard Hefter, Christopher<br />

Neame, Dan O’Herlihy,<br />

Edward Hardwicke, Paul Chapman,<br />

David McCallum, Geoffrey Palmer,<br />

Peter Penry-Jones, Anthony Valentine,<br />

Bernard Hepton. Produzione: Gran<br />

Bretagna/Usa, 1972, guerra, colore<br />

(28/60’).<br />

Truce e claustrofobico dramma che<br />

racconta le vicissitudini di alcuni detenuti<br />

nel castello tedesco di Colditz,<br />

dall’arrivo <strong>dei</strong> primi prigionieri inglesi<br />

dopo Dunkerque, fino alla liberazione<br />

da parte degli americani nel 1945. La<br />

fortezza era diventata una sorta di prigione<br />

speciale dove le SS segregavano<br />

importanti personalità politiche ad alto<br />

rischio. Tra i protagonisti: il tenentecolonnello<br />

John Prestin (Jack Hedley),<br />

il capitano Tim Downing (Richard<br />

Hefter), il tenente Dick Player (Christopher<br />

Neame), il tenente colonnello<br />

Max Dodd (Dan O’Herlihy), il capitano<br />

Pat Grant (Edward Hardwicke), il<br />

capitano George Brent (Paul Chapman),<br />

il tenente Simon Carter (David<br />

McCallum), DOC (Geoffrey Palmer), il<br />

pilota Peter Muir (Peter Penry-Jones),<br />

il maggiore Horst Mohn (Anthony Valentine),<br />

il tenente canadese Phil Carrington<br />

(Robert Wagner). Bernard<br />

Hepton interpreta il comandante di<br />

Colditz. Molte vicende raccontate nel<br />

serial ideato da Gerard Glaister sono<br />

realmente accadute, narrate in un libro<br />

del maggiore Pat Reid che ispirò il<br />

film di Guy Hamilton The Colditz<br />

Story (1955, inedito in Italia). Glaister<br />

firma altresì da produttore. Nonostante<br />

la serie sia una coproduzione americana,<br />

non è mai stata trasmessa negli<br />

Stati Uniti. La puntata finale, divisa in<br />

due parti, è stata distribuita nei cinema<br />

inglesi con il titolo Escape from<br />

Colditz.<br />

Cold Squad (Id.) Con: Julie Stewart,<br />

Matthew Bennett, Tahmoh Penikett,<br />

Joy Tanner, Michael Hogan, Hiro Kanagawa.<br />

Produzione: Canada, 1998,<br />

poliziesco, colore (85/60’).<br />

La serie, tra le più longeve del piccolo<br />

schermo canadese in tempi recenti, ha<br />

senza ombra di dubbio ispirato la statunitense<br />

Cold Case (2003): anche qui<br />

vengono ripresi in esame casi insoluti<br />

dimenticati in archivio; a freddo, i delitti<br />

possono essere esaminati da una<br />

prospettiva diversa, un crimine viene<br />

analizzato da un’altra angolazione, più<br />

distaccata e oggettiva: spesso quella<br />

giusta. A rispolverare piste e indizi del<br />

passato ci pensano il navigato sergente<br />

Ali McCormick (Julie Stewart), i detective<br />

Len Harper (Matthew Bennett),<br />

Ray Chase (Tahmoh Penikett),<br />

Jill Stone (Joy Tanner), Tony Logozzo<br />

(Michael Hogan), James Kai (Hiro<br />

Kanagawa). I produttori esecutivi sono<br />

Anne Marie La Traverse, Peter Mitchell,<br />

Julia Keatly e Matt MacLeod,<br />

gli ultimi due anche ideatori del serial<br />

insieme a Philip Keatley. La colonna<br />

sonora è composta da Terry Frewer.<br />

Nel 2000 la serie – giunta in Italia solo<br />

nel 2004 – si è aggiudicata un Gemini<br />

Award e un Leo Award. La differenza<br />

sostanziale con il <strong>telefilm</strong> americano<br />

al quale ha fornito l’ispirazione è l’ambientazione:<br />

se nella serie firmata da<br />

Jerry Bruckheimer i detective si muovono<br />

per le vie di Philadelphia, qui sia­


183 Colletti bianchi<br />

mo nella Vancouver <strong>dei</strong> grandi spazi<br />

cold. In Italia la serie è passata anche<br />

con il titolo Turno di notte.<br />

Collaborators, The (Id.) Con: Michael<br />

Kane, Donald Pilon, Paul Harding,<br />

Toby Tarnow. Produzione: Canada,<br />

1973, poliziesco, colore (20/60’).<br />

Nel Canada <strong>dei</strong> grandi spazi e <strong>dei</strong> tempi<br />

rallentati i crimini vengono alla luce<br />

con azioni congiunte tra medici patologi<br />

e investigatori della polizia. E così<br />

i colpevoli vengono ammanettati dal<br />

sergente tutto istinto e distintivo Jim<br />

Brewer (Michael Kane), supportato<br />

dalle perizie del dottor Charles Erickson<br />

(Paul Harding) e dalla sua assistente<br />

Liz Roman (Toby Tarnow). Il<br />

racconto si sviluppa linearmente dal<br />

luogo dell’omicidio alle perizie, dalle<br />

indagini alla scoperta del criminale.<br />

Harding ha lasciato il set dopo 10 puntate<br />

in quanto invidioso del fatto che il<br />

personaggio di Brewer si prendesse<br />

tutti i meriti; lo stesso Kane ha abbandonato<br />

la serie per motivi di salute dopo<br />

3 episodi del secondo ciclo; il suo<br />

posto è stato preso da Donald Pilon nel<br />

ruolo del sergente Richard Tremblay,<br />

più riflessivo rispetto a Brewer. La casa<br />

di produzione è la CBC (Canadian<br />

Broadcasting Corporation); l’ideatore<br />

Richard Gilbert firma altresì da produttore<br />

esecutivo insieme a Brian<br />

Walker.<br />

College Con: Federica Moro, Lara<br />

Wendel, Raffaella Monti, Cristina<br />

Giani, Jessi Calzà, Lucio Gardin, Fabrizio<br />

Bracconeri, Gerard Bonn, Keith<br />

Van Hoven, Daniele Giarratana, Nico<br />

Davenia, Anna Teresa Rossini, George<br />

Hilton. Produzione: Italia, 1990, sitcom,<br />

colore (14/60’).<br />

STRACOTTO<br />

In un paesino della Toscana convivono<br />

i cadetti della base militare Admiral<br />

Academy e le ragazze dell’istituto femminile<br />

Victoria College. Tra scherzi,<br />

goliardate, fughe d’amore e travestimenti,<br />

i rappresentanti di entrambe le<br />

istituzioni fanno a gara nel combinarne<br />

di tutti i colori. Tra loro, le collegiali<br />

Arianna (Federica Moro), Beatrice<br />

(Lara Wendel), Cinzia (Raffaella Monti),<br />

Samantha (Cristina Giani) e Vally<br />

(Jessi Calzà); vestono invece l’uniforme<br />

Alberto (Lucio Gardin), Carletto<br />

(Fabrizio Bracconeri), Diego (Gerard<br />

Bonn), Marco (Keith Van Hoven), Paul<br />

(Daniele Giarratana) e Roccia (Nico<br />

Davenia). La preside Ricci (Anna Teresa<br />

Rossini) e il colonnello Madison<br />

(George Hilton) sorvegliano i rispettivi<br />

ragazzi. La serie, che prende spunto<br />

dall’omonimo film di Castellano e Pipolo<br />

del 1984, è diretta dai figli Lorenzo<br />

Castellano e Federico Moccia: il primo<br />

ha girato le scene ambientate nel<br />

collegio femminile, il secondo quelle<br />

nell’accademia militare. Il produttore<br />

del <strong>telefilm</strong> è Gianni Di Clemente.<br />

College Vedi Henry e Kipp.<br />

Colletti bianchi Con: Giorgio Faletti,<br />

Franco Oppini, Laura Lattuada,<br />

Connie Nielsen, Fabio Sartor, Giorgio<br />

Vignali, Teo Teocoli. Produzione: Italia,<br />

1988, sit-com, colore (12/60’).<br />

In una “Milano da bere”, un gruppo di<br />

impiegati di una grande società di assicurazioni<br />

s’imbatte in situazioni di ordinaria<br />

normalità. L’altruista Guido<br />

Guastoni (Giorgio Faletti), giunto dalla<br />

campagna per respirare l’aria (e lo<br />

smog) di città, guida un gruppo di white<br />

collars all’ombra della Madonnina:<br />

Ugo Armanini (Franco Oppini) si è<br />

convertito ai formidabili anni ’80 portandosi<br />

dietro le insicurezze <strong>dei</strong> ’70;<br />

Anna Conconi (Laura Lattuada) è una


Colomba solitaria<br />

donna in carriera senza vita privata,<br />

per la quale “gli uomini sono come i<br />

dessert”; la single convinta Marilù<br />

Bacchetta (Connie Nielsen), di professione<br />

p.r.; Michele Milani (Fabio Sartor)<br />

è un “natural born loser”, un perdente<br />

nato; Giuseppe Maritozzi (Giorgio<br />

Vignali) è un romano pentito che<br />

vive a Milano come un newyorkese;<br />

Carlo Sgarbi (Teo Teocoli) è sempre<br />

sull’orlo di una crisi di nervi. Cosimo<br />

Schiavone e Antonino Antonucci Ferrara<br />

sono i produttori esecutivi di una<br />

serie che vanta due parentele DOC: il<br />

direttore della fotografia Dario Di Palma<br />

è il fratello dell’arcinoto Carlo;<br />

Anna Zinnemann (che ricopre un ruolo<br />

secondario) è la nuora del regista<br />

Fred, dietro la cinepresa di film come<br />

Mezzogiorno di fuoco.<br />

Colomba solitaria (Lonesome Dove:<br />

the Series; Lonesome Dove: the<br />

Outlaw Years) Con: Scott Bairstow,<br />

Christianne Hirt, Paul Le Mat, Eric<br />

McCormack, Diahann Carroll, Paul<br />

Johansson. Produzione: Canada, 1994,<br />

western, colore (44/60’).<br />

Dopo il successo della mini-serie Lonesome<br />

Dove (che nel 1989 divenne il miglior<br />

ascolto americano per una fiction<br />

del genere dopo Nord e Sud) e del suo<br />

sequel (Return to Lonesome Dove), entrambi<br />

tratti da un romanzo di Larry<br />

McMurtry, le vicende western traslocano<br />

in un serial ad hoc. Il protagonista<br />

diventa Newt Call (Scott Bairstow),<br />

che in un primo tempo di cognome faceva<br />

Dobbs salvo poi cambiarlo quando<br />

il padre Woodrow gli rivelò la vera<br />

paternità: Newt giunge a Curtis Wells,<br />

un piccolo paese del Montana dove trova<br />

l’amore di Hannah Peale (Christianne<br />

Hirt), destinata a sposarlo. Tra coloro<br />

che gravitano attorno alla coppia: il<br />

direttore di giornale Josiah Peale (Paul<br />

184<br />

Le Mat), padre di Hannah; il colonnello<br />

Francis Clay Mosby (Eric McCormack),<br />

un ex ufficiale della Confederazione<br />

che nutre un’attrazione ossessiva<br />

per Hannah; Ida Grayson (Diahann<br />

Carroll), la donna di colore che compra<br />

l’hotel locale e lo battezza “Colomba<br />

solitaria” (Lonesome Dove); Austin<br />

Peale (Paul Johansson), il fratello di<br />

Hannah. Ogni episodio della serie si<br />

apre nel 1925, con la figura di un vecchio<br />

(mai ripreso in volto) che prende<br />

un libro da uno scaffale e inizia a raccontare.<br />

Il <strong>telefilm</strong>, girato nei dintorni<br />

di Alberta, Calgary e nella British Columbia,<br />

nel secondo ciclo è stato rinominato<br />

in originale Lonesome Dove:<br />

the Outlaw Years. Terry Frewer compone<br />

la colonna sonora.<br />

Colombo (Columbo) Con: Peter<br />

Falk. Produzione: Usa, 1968/1971,<br />

poliziesco, colore (45/70’; 23/90’).<br />

SUPERCULT<br />

Il tenente Colombo, per quei pochi che<br />

ancora non lo sapessero, è un detective<br />

della sezioni omicidi del dipartimento<br />

di polizia di Los Angeles. Egli viene<br />

chiamato allorquando avviene un delitto<br />

nell’alta società, nelle eleganti<br />

villette di Beverly Hills o nelle faraoniche<br />

piscine adiacenti. A bordo del<br />

suo “macinino”, una vecchia e sobbalzante<br />

automobile con la capotte che fa<br />

acqua da tutte le parti, giunge sul luogo<br />

del delitto; con l’impermeabile sdrucito<br />

e logoro scende dalla vettura e lancia<br />

un’occhiata in giro; dopo essersi<br />

grattato la testa, dopo che la cenere del<br />

sigaro scadente gli è caduta sul trench<br />

già malridotto, Colombo, con l’occhio<br />

buono che gli rimane, cucina a fuoco<br />

lento l’assassino. L’aspetto dimesso,<br />

l’approccio impacciato e umile nei<br />

confronti <strong>dei</strong> sospettati, fanno sì che il<br />

colpevole cada nell’errore di sottova­


185 Colombo<br />

lutare l’investigatore. In realtà il detective<br />

ha già teso la trappola: dopo una<br />

serie di domande apparentemente innocue<br />

se non stupide, inizia a studiare<br />

la personalità di chi ha di fronte, a indagare<br />

su moventi, alibi, orari. Tutti gli<br />

episodi seguono un percorso obbligato<br />

e collaudato: all’inizio i telespettatori<br />

assistono a un delitto quasi perfetto; poi<br />

la tenacia del tenente smonta l’omicidio<br />

pezzo per pezzo, per arrivare infine<br />

al sospettato numero uno, inchiodato<br />

sia dalla minuziosa ricostruzione <strong>dei</strong><br />

fatti che dall’assillante presenza di Colombo.<br />

Ogni puntata diventa così un<br />

“duetto”: dopo il sopralluogo di rito<br />

l’investigatore inizia un crescendo di<br />

botta e risposta con il probabile assassino,<br />

fino allo smascheramento finale.<br />

Alla fine la vera “vittima” risulta l’assassino.<br />

Ribaltando gli schemi classici<br />

del poliziesco, abbattendo il muro del<br />

whodunnit (quando il colpevole viene<br />

svelato solo alla fine, come in Ellery<br />

Queen), ogni puntata del serial è un<br />

gioco barocco di variazioni sul tema,<br />

come disse Omar Calabrese “un exercice<br />

de style alla Queneau”. Premiato 4<br />

volte con l’Emmy Award e una volta<br />

con il Golden Globe, eletto da “Time”<br />

come “sbirro televisivo per eccellenza”,<br />

Peter Falk presta il volto a uno <strong>dei</strong><br />

poliziotti più leggendari del piccolo<br />

schermo. Ma forse non tutti sanno che<br />

l’attore venne scelto solo dopo alcune<br />

vicissitudini: i creatori della serie, i<br />

compagni d’università Richard Levinson<br />

e William Link, fecero interpretare<br />

la prima puntata – in onda all’interno<br />

del Sunday Mistery Hour – da Bert<br />

Freed, quindi da Thomas Mitchell; all’epoca<br />

il protagonista non si chiamava<br />

ancora Colombo ma Fisher; quando la<br />

Universal mostrò interesse nel soggetto,<br />

i due ideatori pensarono a Lee J.<br />

Cobb e a Bing Crosby, impossibilitati<br />

tuttavia per altri impegni (il miliardario<br />

Crosby declinò l’offerta perché non<br />

avrebbe potuto continuare a giocare a<br />

golf con una certa regolarità). Falk-Colombo<br />

debuttò alla televisione americana<br />

il 20 febbraio del 1968, usando per<br />

tutto il primo ciclo la stessa camicia, le<br />

stesse scarpe, la stessa cravatta, gli stessi<br />

pantaloni e, naturalmente, lo stesso<br />

impermeabile. Nel 1975 l’attore riuscì<br />

a strappare un contratto di 125.000 dollari<br />

a puntata. Nel 1990 il tenente Colombo<br />

ha allungato le indagini a due<br />

ore; Falk è diventato altresì sceneggiatore<br />

e regista; la produzione ha scelto<br />

una strada vincente: pochi episodi ma<br />

buoni. Nel 1992 l’investigatore ha<br />

comprato un nuovo impermeabile in<br />

una sequenza da incorniciare. Per i feticisti<br />

del caso, il «macinino» con cui<br />

Colombo sopraggiunge sui luoghi <strong>dei</strong><br />

delitti è una Peugeot del 1959, targata<br />

044APD. Al tema musicale jazz di Dave<br />

Grusin che caratterizza la prima<br />

puntata del ’68 si è preferito quello che<br />

Billy Goldenberg compose per il secondo<br />

episodio. Tra i molti produttori<br />

esecutivi che si sono succeduti nelle<br />

stagioni, firmano, oltre allo stesso Falk:<br />

Richard Levinson, William Link, Dean<br />

Hargrove, Roland Kibbee, Richard<br />

Alan Simmons, Jon Epstein, Peter S.<br />

Fischer. Nel corso della programmazione<br />

ricordiamo qualche indagine memorabile:<br />

quella di Un giallo da manuale,<br />

diretta da Steven Spielberg, in<br />

cui uno scrittore di gialli progetta di uccidere<br />

un suo collega; l’episodio con<br />

Ray Milland, che tenta di rimettere in<br />

scena un “delitto perfetto” alla Hitchcock;<br />

le puntate che vedono protagonisti<br />

tre volti assai popolari tra i telespettatori,<br />

ovvero William Shatner e Leonard<br />

Nimoy di Star Trek e Patrick Mc-<br />

Goohan de Il Prigioniero; quella dove<br />

il sospettato ha il volto di Vincent Price


Colonnello March<br />

o quella dove Falk “duetta” con l’amico<br />

John Cassavetes. Tra le altre gueststars<br />

che si susseguono sul set della serie,<br />

si notano Faye Dunaway, Gena<br />

Rowlands, Lee Grant, Ida Lupino,<br />

Myrna Loy, Donald Pleasence, Richard<br />

Basehart, Honor Blackman, Leslie<br />

Nielsen, Martin Landau, Julie<br />

Newmar, Vera Miles, Martin Sheen,<br />

Johnny Cash, Dick Van Dyke, Robert<br />

Vaughn, Patrick Macnee, George Hamilton,<br />

Janet Leigh, Sal Mineo, Ricardo<br />

Montalbán, Jamie Lee Curtis, Kim<br />

Cattrall e, nei panni di sé stesso, Little<br />

Richard. Fino a oggi non sono ancora<br />

stati svelati due misteri su Colombo:<br />

quale sia il suo nome di battesimo e chi<br />

sia quella santa donna di sua moglie.<br />

Anche se in America quest’ultima ha<br />

preso vita nel 1979 in una serie ad hoc<br />

(Kate Loves a Mystery – Mrs.<br />

Columbo, inedita in Italia) con il volto<br />

di Kate Mulgrew: si scopre che la dolce<br />

metà del tenente – il quale, di riflesso,<br />

viene sempre citato ma non compare<br />

mai – è una reporter free-lance del<br />

“Weekly Advertiser” con l’hobby del<br />

giallo; l’altra rivelazione riguarda la<br />

sfera familiare della “strana coppia”<br />

con l’entrata in scena di Jenny (Lili<br />

Haydn), la giovane figlia <strong>dei</strong> due investigatori<br />

sui generis.<br />

Colonnello March (Colonel March<br />

of Scotland Yard) Con: Boris Karloff,<br />

Ewan Roberts, Eric Pohlmann. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1955, thriller/fantastico,<br />

b/n (26/30’).<br />

CULT<br />

Si tratta del primo investigatore televisivo<br />

di “storie di ordinaria paranormalità”:<br />

Boris Karloff veste l’impermeabile<br />

del colonnello March, il detective di<br />

Scotland Yard nato dalla penna di Carter<br />

Dickson (pseudonimo di John Dickson<br />

Carr), che l’attore aveva già interpretato<br />

186<br />

nel 1952 in un film (Colonel March Investigates).<br />

Nella prima puntata il nostro<br />

spiega il suo motto investigativo:<br />

dietro l’apparenza si nasconde sempre<br />

un’altra verità. Nonostante la benda nera<br />

sull’occhio sinistro, March, nel suo<br />

ufficio della sezione D-3, ne vede di tutti<br />

i colori. Come nei romanzi, il protagonista<br />

si trova ad affrontare casi che sfiorano<br />

i confini della realtà, sorta di X-Files<br />

ante-litteram: tra gli altri, uomini invisibili,<br />

fantasmi, extraterrestri, morti inspiegabili<br />

e, addirittura, l’abominevole<br />

uomo delle nevi nel centro di Londra. Al<br />

fianco del protagonista al Dipartimento<br />

Denunce Anomale compare l’ispettore<br />

Ames (Ewan Roberts), che controbilancia<br />

la perspicacia di March con spunti<br />

comici; in alcuni episodi Ames viene<br />

sostituito dal commissario Goron (Eric<br />

Pohlmann) della polizia francese. Donald<br />

Ginsberg firma da produttore esecutivo.<br />

La colonna sonora è affidata a<br />

Edwin Astley e John Lanchberry.<br />

Colorado (Centennial) Con: Robert<br />

Conrad, Richard Chamberlain, Clint<br />

Walker, Raymond Burr, Sally Kellerman,<br />

Barbara Carrera, Richard Crenna,<br />

Chad Everett, Alex Karras. Produzione:<br />

Usa, 1978, western/drammatico,<br />

colore (25/60’).<br />

La trasposizione in 25 puntate del romanzo<br />

di James Michener (Centennial)<br />

è costata esattamente 25 milioni<br />

di dollari, uno a episodio. Nella prima<br />

puntata compare lo stesso Michener, il<br />

quale chiede ai telespettatori se siano<br />

al corrente di come sia stata importante<br />

la terra che oggi calpestano. Nella<br />

cittadina di Centennial nel Colorado si<br />

susseguono, dalla metà del Settecento<br />

alla fine degli anni ’70, volti e generazioni<br />

in cerca di soldi, libertà, qualcuno<br />

anche di un assassino di cent’anni<br />

prima. La storia inizia con l’insedia­


187 Commissariato Saint Martin, Il<br />

mento <strong>dei</strong> primi indiani Arapaho per<br />

poi saltare al XVIII secolo, con l’arrivo<br />

<strong>dei</strong> primi pionieri, quasi a stabilire una<br />

continuità territoriale tra i due plot;<br />

poi, attraverso altre tappe significative<br />

della storia del West, si arriva ai giorni<br />

nostri non senza qualche rilettura critica<br />

del mito americano. Tra i personaggi<br />

portanti della saga: il francese Pasquinel<br />

(Robert Conrad), lo scozzese<br />

Alexander McKeag (Richard Chamberlain),<br />

Joe Bean (Clint Walker),<br />

Bockweiss (Raymond Burr), Lise<br />

(Sally Kellerman), Clay Basket (Barbara<br />

Carrera), il colonnello Skimmerhorn<br />

(Richard Crenna), l’ufficiale<br />

dell’esercito Maxwell Mercy (Chad<br />

Everett) e il contadino tedesco Hans<br />

Brumbaugh (Alex Karras). Timothy<br />

Dalton compare nei panni di Oliver<br />

Seccombe. John Wilder è il produttore<br />

esecutivo; John Addison firma la colonna<br />

sonora che non si risparmia in<br />

fanfare. La serie è stata girata tra il Colorado,<br />

l’Ohio, il Texas e il Kentucky.<br />

Combat (Combat!) Con: Vic Morrow,<br />

Rick Jason, Dick Peabody, Steven<br />

Rogers, Conlan Carter, Jack Hogan,<br />

Tom Lowell. Produzione: Usa,<br />

1962, guerra, colore (161/60’).<br />

CULT<br />

Gli antenati della Band of brothers<br />

combattono nella serie più longeva degli<br />

anni Sessanta sulla Seconda guerra<br />

mondiale: più di Codice Jericho<br />

(1966), Pattuglia del deserto (1966),<br />

Garrison Commando (1967) e gli inediti<br />

The Gallant Men (1962), Twelwe<br />

O’Clock High (1964) e Convoy<br />

(1965). Come il Platoon di Spielberg,<br />

anche il serial scritto, diretto e prodotto<br />

da Robert Altman racconta le imprese<br />

di una truppa dell’esercito americano<br />

attraverso l’Europa dopo lo sbarco<br />

del D-Day. Tra i commilitoni: il ser­<br />

gente Chip Saunders (Vic Morrow), il<br />

tenente Gil Hanley (Rick Jason), Littlejohn<br />

(Dick Peabody), Kirby (Jack<br />

Hogan), Nelson (Tom Lowell), il giovane<br />

medico Doc Walton (Steven Rogers)<br />

e il più esperto Doc (Conlan Carter).<br />

Una settimana prima che iniziassero<br />

le riprese tutto il cast è stato spedito<br />

in un campo militare di addestramento<br />

per rendere tutti gli interpreti<br />

più credibili. Alcune sequenze di combattimento<br />

tratte dai documentari sulla<br />

Seconda guerra mondiale sono state<br />

inserite in sede di montaggio: ma più<br />

che le scene d’azione, il serial, tra i più<br />

riusciti sul secondo conflitto, punta a<br />

descrivere come i soldati al centro delle<br />

vicende tentino di conservare la propria<br />

dignità di uomini. Robert Pirosh è<br />

l’ideatore del <strong>telefilm</strong>; Gene Levitt affianca<br />

Altman alla produzione, mentre<br />

László Benedek, Richard Donner, Ted<br />

Post e lo stesso Vic Morrow sono tra<br />

gli altri registi che si alternano dietro la<br />

macchina da presa; Selig J. Seligman<br />

firma da produttore esecutivo. La colonna<br />

sonora è curata da Leonard Rosenman.<br />

Molte le guest-stars in marcia:<br />

tra le altre sfilano John Cassavetes,<br />

Charles Bronson, Robert Duvall,<br />

Frankie Avalon, Telly Savalas, Mickey<br />

Rooney, Sal Mineo, James Caan, Leonard<br />

Nimoy, Alida Valli, Lee Marvin,<br />

James Coburn, Harry Dean Stanton,<br />

Wayne Rogers, Bill Bixby, James<br />

Franciscus, Dennis Hopper.<br />

Commissariato Saint Martin, Il<br />

(P.J.) Con: Bruno Wolkowitch,Charles<br />

Schneider, Marc Betton, Valérie Bagnou-<br />

Beido, Raphaëlle Bruneau, Guillaume<br />

Cramoisan, Emmanuelle Bach, Driss<br />

El Haddoui, Thierry Desroses. Produzione:<br />

Francia, 1997, poliziesco, colore<br />

(80/60’).<br />

Eccola qui, la serie a cui l’italiano Di­


Commissario a Roma, Un<br />

stretto di polizia (2000) deve molto,<br />

anzi moltissimo: come al decimo Tuscolano<br />

di Roma, anche nel quartiere<br />

parigino di Saint Martin si affrontano,<br />

insieme ai casi investigativi, piccoli e<br />

grandi casi umani. “Un <strong>telefilm</strong> poliziesco<br />

senza eroi e quasi privo di crimini<br />

di sangue”, ha scritto “Le Monde”.<br />

Ai furti, alle rapine, alle violenze<br />

sessuali o sui minori, ai traffici di droga<br />

o di immigrati, ai controlli sugli<br />

sfratti si alternano i problemi personali<br />

di un gruppo di poliziotti anti-eroi, i<br />

quali cercano, spesso a fatica, di restare<br />

lucidi e oggettivi. Il capitano della<br />

squadra è Vincent Fournier (Bruno<br />

Wolkowitch), uomo riservato molto<br />

apprezzato dai colleghi; il simpatico<br />

tenente Bernard Léonetti (Charles<br />

Schneider), migliore amico di Fournier,<br />

ha perso fiducia in sé stesso dopo<br />

il divorzio; il commissario Henri<br />

Meurteaux (Marc Betton) è un ex alcolizzato<br />

che ha ritrovato l’equilibrio in<br />

un centro di disintossicazione; l’indaffarata<br />

segretaria Nadine Lemercier<br />

(Valérie Bagnou-Beido) è madre di<br />

una bambina avuta da un ex tossicodipendente<br />

dal quale si è separata; la più<br />

giovane della squadra, l’agente Chloè<br />

Matthieu (Raphaëlle Bruneau), originaria<br />

del sud della Francia, fatica a inserirsi<br />

nel gruppo (anche per le idee razziste che<br />

la contraddistinguono); il comandante<br />

Franck Lamougies (Guillaume Cramoisan)<br />

proviene dalla polizia minorile; il<br />

capitano Agathe Monnier (Emmanuelle<br />

Bach) è una donna dinamica che tiene a<br />

salvaguardare la propria libertà; Karim<br />

(Driss El Haddoui) succede a Nadine<br />

con la sua carica di umorismo; il tenente<br />

Alain Porret (Thierry Desroses) è sindacalista<br />

e padre di famiglia non integerrimo.<br />

La prima serie europea a portare in<br />

scena gli insegnamenti dell’americana<br />

Hill Street giorno e notte (1981) – l’a­<br />

188<br />

pripista del genere poliziesco che accendeva<br />

i riflettori del realismo sia all’interno<br />

del distretto che durante le indagini<br />

on the road – è ideata e prodotta<br />

da Gérard Vergez, Christian François,<br />

Benoît d’Aubert, Christian Bonnet,<br />

Brigitte Coscas. Una coincidenza senza<br />

dubbio involontaria: se Distretto di<br />

polizia è ambientato al decimo Tuscolano,<br />

il quartiere di Saint Martin si trova<br />

al decimo arrondissement. Il forte<br />

ritardo con il quale il serial è arrivato in<br />

Italia, dopo 7 anni dal suo avvio francese,<br />

si fa sentire in alcune situazioni<br />

di contorno (per cercare informazioni,<br />

ad esempio, nel <strong>telefilm</strong> si usa spesso il<br />

Minitel, il sistema di navigazione on<br />

line che in Francia aveva preceduto<br />

l’avvento di Internet). Le riprese del<br />

distretto sono state effettuate negli studi<br />

Telfrance a Perray-en-Yvellnes. Le<br />

iniziali del titolo originale stanno per<br />

Police Judiciaire.<br />

Commissario a Roma, Un Con:<br />

Nino Manfredi, Françoise Fabian, Nadia<br />

Rinaldi, Christine Lemler, Barbara<br />

Scoppa, Jacques Barbot, Dario Cantarelli,<br />

Sophie Carle, Giorgio Tirabassi,<br />

Jacques Stany, Cinzia De Ponti, Roberta<br />

Manfredi, Renato Mori. Produzione:<br />

Italia, 1993, poliziesco, colore<br />

(11/60’).<br />

Il commissario Franco Ami<strong>dei</strong> (Nino<br />

Manfredi) si appresta ad andare in pensione:<br />

paziente e bonario, nella sua lunga<br />

carriera ne ha viste di tutti i colori,<br />

cercando di non trascurare mai quella<br />

sensibilità che in un lavoro del genere<br />

rischia di cedere il passo al cinismo. E<br />

così eccolo alle prese con una serie di<br />

casi al limite della legalità, tra norme e<br />

codici che “ai suoi tempi erano diversi”,<br />

tra interrogatori fuori dalla norma. In<br />

parallelo, Ami<strong>dei</strong> ritrova la tranquillità<br />

domestica con la sua famiglia: la mo­


189 Commissario Corso, Il<br />

glie Renata (Françoise Fabian), la domestica<br />

Albina (Nadia Rinaldi), le due<br />

figlie Francesca (Christine Lemler) e<br />

Chiara (Barbara Scoppa), il nipotino di<br />

colore Simone (Jacques Barbot), il prediletto<br />

del commissario. La serie è ideata<br />

da Dido Castelli, Luca D’Ascanio e<br />

Luca Manfredi, il figlio di Nino impegnato<br />

altresì quale regista. Tra gli altri<br />

interpreti ricorrenti del serial: Dario<br />

Cantarelli, Sophie Carle, Giorgio Tirabassi,<br />

Jacques Stany, Cinzia De Ponti,<br />

Roberta Manfredi (l’altra figlia di Nino),<br />

Renato Mori. La colonna sonora è<br />

composta da Gabriele Ducros.<br />

Commissario caso, Il (Kommissar<br />

Zufall) Con: interpreti vari. Produzione:<br />

Germania, 1985, poliziesco, colore<br />

(12/60’).<br />

Quando si dice il… caso. Dodici storie<br />

gialle con protagonista la fatalità, il destino,<br />

l’evento inatteso che inganna i<br />

colpevoli di un crimine o porta i detective<br />

ad acciuffarli. Senza il caso, appunto,<br />

probabilmente non verrebbero<br />

mai presi. Quasi una versione tedesca<br />

e più rigorosa de L’ora di Hitchcock<br />

(1955). Produce la ARD.<br />

Commissario Cordier (Les Cordier,<br />

juge et flic) Con: Pierre Mondy,<br />

Bruno Madinier, Antonella Lualdi.<br />

Produzione: Francia, 1993, poliziesco,<br />

colore (57/90’).<br />

CULT<br />

Reduce da un successo straordinario in<br />

patria, questo <strong>telefilm</strong> francese ha avuto<br />

poca visibilità in Italia. Impostato<br />

sui crismi del classico poliziesco francese,<br />

il serial vede protagonista il commissario<br />

Cordier (Pierre Mondy), il<br />

quale conduce le sue indagini con abilità<br />

e a “muso duro”. Nel corso delle<br />

flic-story, egli si trova a confrontarsi<br />

con il figlio Bruno (Bruno Madinier),<br />

giovane magistrato idealista e decisamente<br />

politically correct. Il più delle<br />

volte le “scintille” tra i due portano a<br />

una reciproca e fruttuosa collaborazione<br />

in nome della giustizia. Il rapporto<br />

si stempera tra le mure domestiche,<br />

dove spicca la presenza di Lucia (Antonella<br />

Lualdi), moglie e mamma italiana<br />

che riesce a mettere d’accordo la<br />

coppia di investigatori. I produttori<br />

della serie sono Jean-Marc Diamedo e<br />

Alain Robillard, quest’ultimo impegnato<br />

altresì quale sceneggiatore. L’idea<br />

del serial appartiene ad Alain Page.<br />

La colonna sonora è composta da<br />

Nicolas Jorelle.<br />

Commissario Corso, Il Con: Diego<br />

Abatantuono, Chiara Caselli, Rosario<br />

Maggio. Produzione: Italia, 1991, poliziesco,<br />

colore (12/60’).<br />

La serie è incentrata sul personaggio<br />

del commissario Corso (Diego Abatantuono),<br />

(anti)eroe metropolitano contro<br />

la microcriminalità. Nel corso delle<br />

sue indagini il poliziotto s’imbatte in<br />

storie dal risvolto umano, in scenari assolutamente<br />

comuni e personaggi ordinari.<br />

Il protagonista, separato con un figlio<br />

di 11 anni, vive con la madre premurosa<br />

e brontolona (interpretata da<br />

Rosalia Maggio), ama il buon vino, è<br />

appassionato di calcio, detesta la violenza<br />

e non usa mai la rivoltella (“le pistole<br />

mi fanno schifo”); deciso ma misurato,<br />

corretto e formale con i sospettati,<br />

Corso non risparmia humour e battute<br />

di spirito anche nei momenti di<br />

maggiore tensione (“meglio un poliziotto<br />

vivo che un eroe morto”). Una<br />

Milano anonima fa da sfondo alle sue<br />

indagini. Chiara Caselli è tra le altre<br />

presenze fisse del cast. Marco Videtta<br />

firma il soggetto e la sceneggiatura;


Commissario De Vincenzi, Il<br />

Stefano Mainetti compone la colonna<br />

sonora, mentre Jan Hammer compone<br />

la musica della sigla.<br />

Commissario De Vincenzi, Il Con:<br />

Paolo Stoppa. Produzione: Italia,<br />

1974, poliziesco, colore (6/60’).<br />

Il commissario De Vincenzi, nato dalla<br />

penna di Augusto De Angelis, è uno<br />

come tanti nell’Italia fascista degli anni<br />

’30, un antieroe di cinquant’anni<br />

che nutre una profonda fede nella giustizia,<br />

un poliziotto piccolo piccolo<br />

dotato di grande umanità. Paolo Stoppa<br />

regala al protagonista un profilo<br />

credibile nel corso di una serie che<br />

mette in scena gialli tipicamente italiani,<br />

lontani mille miglia dagli stereotipi<br />

americani. Tra gli attori che Stoppa-De<br />

Vincenzi incontra lungo due cicli: Leo<br />

Gullotta, Anna Maria Guarnieri, Eros<br />

Pagni, Pino Colizzi, Lia Tanzi, Pamela<br />

Villoresi, Carlo Croccolo, Ilaria Occhini.<br />

La regia è di Mario Ferrero. Le<br />

scenografie sono affidate a Sergio Palmieri<br />

nel primo ciclo e a Luciana Del<br />

Greco nel secondo.<br />

Commissario Köster, Il (Der Alte)<br />

Con: Siegfried Lowitz, Michael Ande,<br />

Jan Hendriks, Henning Schultes. Produzione:<br />

Germania, 1977, poliziesco,<br />

colore (99/60’; 1/90’).<br />

Non solo Derrick. La Polizei tedesca<br />

annovera nelle sue fila un altro commissario<br />

dall’intelligenza alla Sherlock<br />

Holmes ma dalla freddezza di un iceberg.<br />

Forse anche per questo la serie ha<br />

ricevuto uno straordinario plauso solo<br />

in patria. Il <strong>telefilm</strong> nasce nel 1976 come<br />

una nuova produzione destinata a<br />

sostituire il fortunato Der Kommissar.<br />

Prodotta come Derrick da Helmut Ringelmann,<br />

la serie annovera lo stesso cast<br />

tecnico del serial con Horst Tappert.<br />

Le vicende sono ambientate a Monaco<br />

190<br />

e Köster (Siegfried Lowitz) è a capo<br />

della Seconda Squadra Omicidi del capoluogo<br />

bavarese. Le sceneggiature<br />

sono frutto di più autori e non, come era<br />

fino ad allora accaduto, opera di un solo<br />

scrittore; con gli anni si afferma<br />

Volker Vogeler come autore principale.<br />

Sulla scia del successo di Derrick e del<br />

precedente Der Kommissar, gli autori<br />

puntano ancora una volta sul delitto a<br />

sfondo sociale: l’assassinio è contorno<br />

di un’analisi sociologica che mostra<br />

spaccati di borghesia tedesca medio-alta.<br />

Completano il cast Jan Hendriks nei<br />

panni del commissario Martin Brenner<br />

e Henning Schultes in quelli di Millinger,<br />

il capo di Köster. Nell’ultima stagione<br />

Lowitz ha rinunciato al ruolo e il<br />

suo personaggio viene ucciso nella<br />

centesima puntata, lasciando il posto a<br />

un nuovo protagonista: Rolf Schimpf<br />

diventa il commissario Leo Kress. Al<br />

suo fianco resta Michael Ande nello<br />

stesso ruolo di Gerd Heymann, l’eterno<br />

assistente sulla scia di Fritz Wepper-<br />

Harry Klein con Derrick. Peter Thomas<br />

è l’autore del tema musicale.<br />

Commissario Kress, Il (Der Alte)<br />

Con: Rolf Schimpf, Michael Ande,<br />

Charles Muhamed Huber, Markus<br />

Bottcher. Produzione: Germania, 1985,<br />

poliziesco, colore (306/60’).<br />

Solo in Italia la serie si differenzia da<br />

quella che vedeva protagonista il commissario<br />

Koster: in effetti si tratta del<br />

seguito delle vicende allorquando quest’ultimo<br />

viene ucciso nella centesima<br />

puntata, uno stratagemma per nascondere<br />

l’insoddisfazione dell’attore<br />

Siegfried Lowitz. Leo Kress (Rolf<br />

Schimpf) arriva da Augusta per dirigere<br />

la Seconda Squadra Omicidi di Monaco<br />

di Baviera, composta dall’ex assistente<br />

di Koster, Gerd Heymann<br />

(Michael Ande), dal commissario di


191 Commissario Quandt, Il<br />

colore Henry Johnson (Charles Muhamed<br />

Huber) e dal poliziotto della<br />

scientifica Werner Riedmann (Markus<br />

Bottcher). Non mancano finali senza<br />

soluzione e senza colpevoli. Il produttore<br />

è Helmut Ringelmann, lo stesso di<br />

Derrick. Il tema musicale è composto<br />

da Eberhard Schöner.<br />

Commissario Moulin della polizia<br />

giudiziaria, Il (Commissaire<br />

Moulin... police judiciaire) Con: Yves<br />

Rénier, Clément Michu, Guy Montagné,<br />

Jean-Pierre Kérien, Jean-Luc<br />

Moreau, Francis Lax, Diane Simenon,<br />

Annie Balestra. Produzione: Francia,<br />

1976, poliziesco, colore (19/90’).<br />

Il commissario Moulin (Yves Rénier)<br />

è a capo di una squadra della polizia<br />

giudiziaria. Al suo fianco nel primo ciclo:<br />

l’ispettore Galland (Clément Michu),<br />

braccio destro di Moulin; Guyomard<br />

(Guy Montagné), Rocard (Jean-<br />

Pierre Kérien) e Alex (Jean-Luc Moreau).<br />

Il personaggio di P.J. (Francis<br />

Lax), che debutta nella seconda stagione,<br />

è ideato dall’apprezzato scrittore di<br />

polizieschi Paul Andréota: egli dona al<br />

serial un poliziotto nouvelle vague in<br />

jeans e scarpe da tennis (alla Starsky&Hutch).<br />

Non mancano le figure<br />

femminili di Poupette (Diane Simenon)<br />

e di Baba (Annie Balestra), quest’ultima<br />

in forze dal terzo ciclo. Dopo<br />

aver esordito il 4 agosto del 1976 su<br />

TF1, la serie ha avuto un’interruzione<br />

nel 1982, per poi riprendere nel 1989.<br />

Claude Boissol è co-ideatore del <strong>telefilm</strong><br />

insieme ad Andréota. François de<br />

Roubaix compone la colonna sonora.<br />

Commissario Navarro (Navarro)<br />

Con: Roger Hanin, Sam Karmann,<br />

Jacques Martial, Christian Rauth, Daniel<br />

Rialet, Emmanuelle Boidron, Olivia<br />

Brunaux, Jean-Claude Caron,<br />

Jean-Marie Mistral, Bernard Larmande,<br />

Françoise Armelle. Produzione:<br />

Francia/Svizzera, 1989, poliziesco,<br />

colore (98/90’).<br />

Il commissario Navarro (Roger Hanin)<br />

conosce Parigi meglio delle sue<br />

tasche, con le sue stradine, i suoi colori,<br />

i suoi bassifondi, le sue diverse etnie.<br />

Con i suoi crimini da sventare, con<br />

i suoi malviventi da acciuffare. Uno<br />

<strong>dei</strong> poliziotti più implacabili della capitale<br />

francese della fiction viene assistito<br />

dagli ispettori Barrada (Sam Karmann),<br />

Bain-Marie (Jacques Martial),<br />

René Auquelin (Christian Rauth), Joseph<br />

Blomet (Daniel Rialet). Emmanuelle<br />

Boidron interpreta Yolande, la<br />

figlia convivente del protagonista dopo<br />

la misteriosa scomparsa della moglie<br />

di Navarro. Completano la galleria<br />

<strong>dei</strong> personaggi: Cécile Vattier (Olivia<br />

Brunaux), Borelli (Jean-Claude<br />

Caron), Martin (Jean-Marie Mistral),<br />

Carlo (Bernard Larmande) e Gaby<br />

(Françoise Armelle). La flic-serie è<br />

prodotta da Pierre Grimblat, altresì<br />

ideatore con Tito Topin. Il tema musicale,<br />

composto da Laurent Grangier e<br />

Lucien Zabuski, è eseguito da Zabu;<br />

Serge Perathoner è l’autore della colonna<br />

sonora.<br />

Commissario Quandt, Il (Ein<br />

Mord für Quandt) Con: Martin Armknecht,<br />

Horst Pinnow. Produzione:<br />

Germania, 1996, poliziesco, colore<br />

(17/60’; 1/90’).<br />

Quandt (Martin Armknecht) è un giovane<br />

commissario della Squadra Omicidi<br />

di Berlino. Con l’aria ingenua e un<br />

po’ naïf, egli si muove da un caso all’altro<br />

in scooter – per la precisione a<br />

bordo di una Aprilia – riuscendo sempre<br />

a incastrare il colpevole grazie ai<br />

suoi metodi d’indagine: in Germania il<br />

protagonista è stato soprannominato


Commissario Rex, Il<br />

“il nipote del tenente Colombo” per<br />

quel modo astruso di porre le domande<br />

e per la mania di parlare del suo capo<br />

così come il personaggio interpretato<br />

da Peter Falk tirava in ballo la moglie.<br />

Tutti gli episodi iniziano e terminano<br />

con una sosta dall’amico Paule (Horst<br />

Pinnow), un benzinaio che chiosa la<br />

puntata con una sorta di “morale della<br />

storia”. Karl Heinz Willschrei e Alexander<br />

Steffen firmano da produttori.<br />

Peter Braker compone la sigla iniziale;<br />

Nikolaus Glowna, Axel Donner e Wolf<br />

Wolff sono gli autori della colonna sonora.<br />

Commissario Rex, Il (Kommissar<br />

Rex; A Cop’s Best Friend) Con: Tobias<br />

Moretti, Karlo Mrakovics, Wolf<br />

Bachnofner, Fritz Muliar, Gerhard<br />

Zemann, Gedeon Burkhard, Alexander<br />

Pschill, Elke Winkens. Produzione:<br />

Austria/Germania, 1994, poliziesco,<br />

colore (117/60’; 1/90’).<br />

Sul podio della popolarità televisiva a<br />

“quattro zampe” Rex sale di diritto insieme<br />

a Lassie e Rin Tin Tin. La nascita<br />

del <strong>telefilm</strong> rasenta la leggenda: tutto<br />

ha inizio quando gli sceneggiatori e<br />

ideatori austriaci Peter Hajek e Peter<br />

Moser decisero di ambientare un poliziesco<br />

a Vienna come reazione alla<br />

violenza dilagante che affliggeva molte<br />

capitali europee; dopo aver deciso<br />

che il protagonista sarebbe stato un<br />

giovane e affascinante detective dai<br />

modi spicci, rimaneva da scegliere chi<br />

affiancargli; dopo aver pensato a una<br />

partner femminile o a un collega più<br />

anziano, i due si dissero che il primo<br />

che avesse varcato la soglia dell’ufficio<br />

sarebbe stato preso in considerazione;<br />

il caso volle che a entrare nella<br />

stanza fosse il pastore tedesco <strong>dei</strong> vicini...<br />

Nell’episodio-pilota, Capolinea<br />

Vienna, Rex è un cane poliziotto al<br />

192<br />

quale viene ucciso il padrone-addestratore;<br />

Richard Moser (Tobias Moretti)<br />

è invece un detective che ha sacrificato<br />

tutto per la professione, non<br />

ultimo il matrimonio. Gli autori uniscono<br />

i loro destini di solitudine: Rex<br />

si sta lasciando morire di inedia; Moser<br />

è in preda a una crisi esistenziale. E<br />

così il primo diventa l’inseparabile<br />

compagno di avventure del secondo:<br />

come un maggiordomo gli porta la colazione,<br />

il giornale, il telefonino; si improvvisa<br />

baby-sitter e giocatore di<br />

scacchi; con il suo fiuto sgomina bande<br />

di dinamitardi, spacciatori, truffatori.<br />

Il collega “peloso” conquista subito<br />

la simpatia <strong>dei</strong> colleghi e <strong>dei</strong> collaboratori<br />

dell’investigatore: Ernst Stockinger<br />

detto “Stocki” (Karlo Mrakovics),<br />

affetto da una vera e propria fobia<br />

per i cani, si affeziona ben presto a<br />

Rex pur non perdonandogli mai certi<br />

dispetti, come quello di rubargli il panino<br />

con la salsiccia. Stocki rappresenta<br />

l’antitesi di Moser: fuori dalla sede<br />

della polizia ha una felice vita coniugale<br />

e conduce un’esistenza tranquilla;<br />

il poliziotto protagonista, dopo gli<br />

struggimenti per essere stato lasciato<br />

dalla moglie, si è “sposato” con Rex, il<br />

quale non disdegna scenate di gelosia,<br />

come quando il bipede amico invita<br />

una bella veterinaria a casa. Tra gli altri<br />

personaggi del <strong>telefilm</strong>: Peter Hollerer<br />

(Wolf Bachnofner), secondo assistente<br />

del detective, dall’aria svagata<br />

ma di una lucidità unica sul lavoro;<br />

Max Koch (Fritz Muliar), la guida paterna<br />

di Moser, colui che lo ha spronato<br />

a entrare in polizia; il dottor Leo<br />

Graf (Gerhard Zemann), il medico legale<br />

al quale si rivolge l’investigatore<br />

in casi disperati. Il vero nome di Rex è<br />

in realtà Reginald Von Ravenhost, nato<br />

a Ingolstadt (Germania) il primo<br />

giugno del ’91; il suo peso forma è di


193 Commissario Rex, Il<br />

38 chilogrammi, raggiunti in base a<br />

una dieta composta dai suoi piatti preferiti<br />

(petto di pollo, cuore lesso, hot<br />

dogs e formaggio, soprattutto il Gouda);<br />

Reginald possiede anche talento<br />

musicale e ha inciso un disco dal titolo<br />

Weihnachten mit Rex (Natale con<br />

Rex), in cui canta, ululando e abbaiando,<br />

“Jingle Bells”. In realtà, sul set, i<br />

Rex sono due: uno per i primi piani e<br />

uno per le scene d’azione. Il merito<br />

della bravura del protagonista “di primo<br />

pelo” è da riconoscere alla sua addestratrice,<br />

l’americana Teresa Ann<br />

Miller, che insieme al padre Karl gestisce<br />

la Animal Action, una delle più famose<br />

scuole di “animali da palcoscenico”;<br />

la Miller è stata insignita di numerosi<br />

Patsy – l’Oscar per i quadrupedi<br />

– per Beethoven, Poliziotto a quattro<br />

zampe e Balla coi lupi; la filosofia<br />

della maestra di Rex, che sul set lo ha<br />

soprannominato “Beejay”, è quella di<br />

allenare gli animali facendoli divertire.<br />

Gli spostamenti del cane fino al set<br />

avvengono su furgoni diversi, in modo<br />

da distrarre eventuali malintezionati.<br />

La perfetta simbiosi del cane con Moretti<br />

è dovuta al fatto che quest’ultimo<br />

è un convinto animalista che possiede<br />

egli stesso un pastore tedesco di nome<br />

Pico, che per poco non ha ottenuto la<br />

parte da coprotagonista (troppo poco<br />

ubbidiente sul set). Insignito del Telegatto<br />

’98, venduto in cento paesi nel<br />

mondo, il <strong>telefilm</strong> propone in ogni<br />

puntata due racconti paralleli: la detective-story<br />

e l’amicizia tra Rex e Moser.<br />

Quest’ultimo, come Derrick, ha una<br />

vita sentimentale disastrosa: dopo un<br />

breve flirt con una poliziotta che non<br />

poteva che chiamarsi Sissi s’innamora<br />

della veterinaria suddetta, che però si<br />

deve trasferire inAmerica. Una sfortuna<br />

che culmina con il suo assassinio,<br />

salutato dai telespettatori come un<br />

lutto familiare. Il posto del protagonista<br />

è stato preso da Gedeon Burkhard<br />

nei panni del detective Alexander<br />

Brandther: la puntata del suo esordio è<br />

stata vista in Germania da nove milioni<br />

di spettatori, segno che invertendo<br />

gli attori intorno a Rex il successo del<br />

pubblico non cambia. Nello stesso episodio,<br />

intitolato E tutto ricomincia, fa<br />

la sua comparsa Maddalena Crippa<br />

nelle vesti di Lucia Amato, un magistrato<br />

italiano che indaga su un giro di<br />

mafia a Vienna. Intervistata da “Repubblica”<br />

sulle doti di Rex, l’attrice<br />

italiana, tra le guest-stars della serie alla<br />

stessa stregua di Helmut Berger e<br />

Senta Berger, ha confermato quello<br />

che pensano molti telespettatori: “un<br />

cane bellissimo, preparato, professionale.<br />

Perfetto”. Dopo la morte del primo<br />

interprete di Rex nell’estate del<br />

1998, al fianco di Brandther è comparso<br />

un altro attore a quattro zampe: si<br />

chiama Rhett Butler – come il protagonista<br />

di Via col vento – e all’epoca dell’esordio<br />

aveva due anni e mezzo e pesava<br />

30 chili. Successivamente entrano<br />

in scena gli ispettori Marc Hoffman<br />

(Alexander Pschill) e Niki Herzog<br />

(Elke Winkens), destinati a frequentarsi<br />

anche intimamente: tanto per capirci,<br />

nella puntata del loro ingresso finiscono<br />

a letto in una scena più degna di<br />

Rexxx. Tutte le puntate sono scritte da<br />

Hajek e Moser a mano, rigorosamente<br />

con la penna stilografica; i due<br />

ideatori-sceneggiatori sono soliti<br />

spremersi le meningi tra le 13 e le 17,<br />

nel loro ufficio posto in una villa d’inizio<br />

’900 immersa in un grande parco.<br />

Per ogni episodio sono necessarie<br />

2 settimane e mezzo di riprese. La colonna<br />

sonora del <strong>telefilm</strong> è composta<br />

da Gerd Schuller. La popolarità di<br />

Rex ha dato vita anche a un clone, al<br />

limite del plagio, in Russia: nella se­


Commissario Scali, Il<br />

rie Return of Muchstar sono protagonisti<br />

un pastore tedesco e il suo amico<br />

poliziotto...<br />

Commissario Scali, Il (The Commish)<br />

Con: Michael Chiklis, Theresa Saldana,<br />

Kaj-Erik Eriksen, Geoffrey<br />

Nauffts, Alex Bruhanski, Nicholas<br />

Lea, Gina Belafonte, Phil Peters, John<br />

Cygan, Melinda McGraw, Jason<br />

Schombing, Ian Tracey. Produzione:<br />

Usa, 1991, poliziesco, colore (110/60’;<br />

3/90’).<br />

Basato vagamente sulla figura di Tony<br />

Schembri, il (vero) capo della polizia<br />

di Rye a New York, il serial racconta le<br />

gesta del commissario trentottenne<br />

Tony Scali (Michael Chiklis) di Eastbridge,<br />

uno spicchio a nord della<br />

“Grande Mela”. Alla mano, dai metodi<br />

poco ortodossi, dalla pistola difficile,<br />

il protagonista sembra avere una virtù<br />

rara a molti altri detective televisivi:<br />

capire le persone sul lavoro come nella<br />

vita privata. Forse ha messo a frutto la<br />

sua esperienza decennale di pattugliamento<br />

on the road in divisa; proprio<br />

per questo non si tira certo indietro<br />

quando c’è da sostituire un agente impossibilitato<br />

a svolgere il turno di notte.<br />

Quando torna a casa dopo una dura<br />

giornata di lavoro, il nostro si prodiga<br />

a dialogare con la moglie Rachel (Theresa<br />

Saldana) e il figlio David (Kaj-<br />

Erik Eriksen), di dieci anni e istruito<br />

alla religione giudaica. Poco importa<br />

se qualche ora prima un suo collega è<br />

stato ucciso, come avviene quando il<br />

detective Stan Kelly (Geoffrey Nauffts)<br />

muore sul campo. Nella squadra investigativa<br />

di Scali lavorano tra gli altri:<br />

Irv Wallerstein (Alex Bruhanski), che<br />

coordina le indagini; gli agenti Ricky<br />

Caruso (Nicholas Lea) e Carmela Pagan<br />

(Gina Belafonte), che lavorano in<br />

coppia; Phil Peters (che nella vita di<br />

194<br />

tutti i giorni è il marito di Theresa Saldana)<br />

è il sergente William Frawley.<br />

Nel corso delle stagioni si susseguono<br />

i detective Paulie Pentangeli (John Cygan),<br />

Cyd Madison (Melinda Mc-<br />

Graw), Lopez (Jason Schombing),<br />

Hibbs (Ian Tracey). Sul finire del secondo<br />

ciclo Tony e Rachel hanno una<br />

bimba, Sarah. La serie, interamente girata<br />

a Vancouver, è creata da Stephen<br />

J. Cannell e Stephen Kronish, che firmano<br />

anche quali produttori esecutivi<br />

insieme a David Levinson. La coppia<br />

Glen Morgan-Jim Wong (X-Files) è<br />

supervisore della produzione. Mike<br />

Post è autore delle musiche con Walter<br />

Murphy. Telly Savalas, Ernest Borgnine<br />

e Rod Steiger compaiono quali guest-stars.<br />

Commissario Zorn, Il (Der Ermittler)<br />

Con: Oliver Stokowski, Rainer<br />

Luxem, Charlotte Bellman, Patrick Rapold,<br />

Henning Schimke, Joanne Gläsel,<br />

Carina Wiese. Produzione: Germania,<br />

2001, poliziesco, colore (24/60’).<br />

Paul Zorn (Oliver Stokowski) è un<br />

commissario della Squadra Omicidi di<br />

Amburgo che, udite udite, ha una vita<br />

privata: è rappresentata dalla figlia<br />

adolescente Hanna (Charlotte Bellman),<br />

di cui si occupa da solo dopo la<br />

separazione dalla moglie. Zorn emerge<br />

per un’ulteriore differenza con gli<br />

altri colleghi tedeschi della fiction: la<br />

stretta relazione professionale che si<br />

sviluppa con il suo capo, il dirigente<br />

della Omicidi Henning Peters (Rainer<br />

Luxem). Per le sue indagini il nostro si<br />

avvale dell’aiuto del giovane agente<br />

Tim Rasch (Patrick Rapold) e del simpatico<br />

Benno Eickelkamp (Henning<br />

Schimke), esperto nell’analisi e nell’interpretazione<br />

degli indizi. Tra le<br />

presenze femminili si fanno notare i<br />

personaggi di Eva Klaussner (Joanne


195 Compagni di Eleusis, I<br />

Gläsel) e Carola (Carina Wiese). Georg<br />

Althammer, Oliver Behrmann, Eckard<br />

Düsberg e Joke Kromschröder firmano<br />

da produttori. Nikolaus Glowna, Siggi<br />

Müller, Joachim-C. Redeker sono gli autori<br />

della colonna sonora. Nel 2001 la serie<br />

si è aggiudicata un German Television<br />

Award e 2 Deutschen Fernsehpreis.<br />

Compagni di Baal, I (Les Compagnons<br />

de Baal) Con: Jacques Champreux,<br />

René Dary, Claire Nadeau,<br />

Germaine Ledoyen, Gérard Zimmerman,<br />

René Lefèvre, Raymond Bussières,<br />

Jean Martin, Jean Herbert. Produzione:<br />

Francia, 1968, thriller, colore<br />

(7/60’).<br />

CULT<br />

Una società segreta, conosciuta con il<br />

nome I compagni di Baal, sopprime<br />

uno dopo l’altro i testimoni che sono<br />

entrati in contatto con essa. Come si<br />

apprende nel corso delle puntate, “i<br />

compagni di Baal, a quanto si suppone,<br />

furono fondati da Nostradamus<br />

verso il 1550. Degli indizi fanno pensare<br />

che la società sia esistita dai primi<br />

anni dell’Impero o fino alla Restaurazione.<br />

Dapprima dedicata alle scienze<br />

occulte, si è poi rivolta verso scopi più<br />

materiali, diventando infine una società<br />

a delinquere. Uno <strong>dei</strong> suoi ultimi<br />

capi fu l’enigmatico Conte di Saint-<br />

Germain”. Tutti gli adepti della congregazione<br />

segreta sono a conoscenza<br />

di due domande chiave (e delle relative<br />

risposte) per riconoscersi: all’interrogativo<br />

“Chi è il primo <strong>dei</strong> Re?” i<br />

compagni rispondono che “il primo<br />

<strong>dei</strong> Re è Baal, il demone tricefalo che<br />

regna sulla parte orientale dell’Inferno”;<br />

alla domanda sucessiva, “Quante<br />

legioni ha al suo comando?”, la risposta<br />

esatta è “66”. Alla morte di uno <strong>dei</strong><br />

suoi colleghi, il giovane giornalista<br />

Claude Leroy (Jacques Champreux),<br />

di “France Midi”, inizia le sue indagini<br />

sulla congregazione. Tra gli altri protagonisti<br />

della serie: René Dary interpreta<br />

il commissario Lefranc; Claire Nadeau<br />

è Françoise Cordier; Germaine<br />

Ledoyen veste i panni di Mme Robin;<br />

Gérard Zimmerman è Pierrot; René<br />

Lefèvre presta il volto a Pépère; Raymond<br />

Bussières assume l’identità di<br />

Diogène; Jean Martin è il malvagio<br />

Hubert de Mauvouloir; Jean Herbert<br />

assume il ruolo di Joseph. La serie è<br />

creata dallo stesso Champreux, nipote<br />

del cineasta Louis Feuillade, esponente<br />

di punta del cinema muto francese;<br />

tanto per concludere le parentele, il regista<br />

del <strong>telefilm</strong> è Pierre Prévert, il<br />

fratello del più noto Jacques. Champreux<br />

ha dichiarato che il <strong>telefilm</strong> è<br />

“un gioco di generi in cui emerge il gusto<br />

del fantastico e della sorpresa; la<br />

rappresentazione aggiornata delle società<br />

segrete medievali” I sotterranei<br />

sono stati ambientati nelle grotte di<br />

Naours, nei pressi di Amiens. Roger<br />

Blin compare come guest-star.<br />

Compagni di Eleusis, I (Les Compagnons<br />

d’Eleusis) Con: Marcel Dalio,<br />

Bernard Alane, Hubert Gignioux,<br />

Thérèse Liotard, Yves Bureau, Catherine<br />

Sellers, Jean-Pierre Chevallier,<br />

Pierre Tabard. Produzione: Francia,<br />

1975, thriller, colore (6/60’; 30/15’).<br />

CULT<br />

Ingegnosa serie venata di messaggi<br />

sotterranei in tutti i sensi: sotto le strade<br />

di Parigi si nasconde e trama nell’ombra<br />

una società parallela che si basa<br />

sull’utopia, sull’alchimia e su quell’armonia<br />

ipotizzata ai tempi di Eleusis<br />

nell’Antica Grecia. L’organizzazione<br />

segreta fondata da Mafel (Marcel<br />

Dalio), anagramma di Nicolas Flame,<br />

architetta una macchinazione infernale.<br />

Tra i personaggi ricorrenti che


Compagni di scuola<br />

si ritrovano coinvolti nell’intrigo: Vincent<br />

(Bernard Alane), Verdier (Hubert<br />

Gignioux), Sophie (Thérèse Liotard),<br />

Durand (Yves Bureau), Emmanuelle<br />

(Catherine Sellers), il reporter di turno<br />

(Jean-Pierre Chevallier), Beaumont<br />

(Pierre Tabard). Sceneggiato dallo<br />

scrittore di romanzi gialli-spionistici<br />

Alain Paige, il serial è realizzato da<br />

Claude Grinberg, al quale si devono le<br />

atmosfere oniriche e, per dirla con le<br />

sue parole, “una costruzione labirintica,<br />

dove tutti gli enigmi sono destrutturati<br />

in puzzle”. La colonna sonora è<br />

composta da Georges Delerue.<br />

Compagni di scuola (Time of Your<br />

Life) Con: Scott William Armstrong,<br />

Kara Feifer, Jason Cavalier, David<br />

Lipper, Alan Keiping, Richard Raybourne,<br />

Shandelle Deanne, Karen Petersen,<br />

Ara Carrera, Lana Higgins.<br />

Produzione: Canada, 1988, drammatico,<br />

colore (130/30’).<br />

Una sorta di “Peyton Place per teenagers”,<br />

ovvero “un Beverly Hills alla<br />

canadese”: con il taglio delle soap<br />

operas, il <strong>telefilm</strong> racconta le vicissitudini<br />

mai serene di un gruppo di liceali<br />

apparentemente troppo annoiati. Tra<br />

i ragazzi “ribelli senza causa”: James<br />

Warren (Scott William Armstrong), il<br />

quale finisce arrestato per droga nella<br />

puntata-pilota (ma, professandosi innocente,<br />

esce su cauzione); Lisa<br />

Greenberg (Kara Feifer), la quale rifiuta<br />

in più di un’occasione le attenzioni<br />

di James; il complessato e alcolizzato<br />

Mickey Sheffer (Jason Cavalier),<br />

amante degli animali e in rotta con la<br />

madre; l’irascibile Kevin Waters (David<br />

Lipper), acerrimo nemico di James;<br />

lo spacciatore Eddie Saunders<br />

(Alan Keiping), il quale scommette<br />

con l’amico Matt Peters (Richard Raybourne)<br />

su chi di loro due uscirà per pri­<br />

196<br />

mo con la bella Jesse Draygon (Shandelle<br />

Deanne); Charlie Warren (Karen Petersen),<br />

la sorella di James e miglior<br />

amica di Jesse; Christine Hutchinson<br />

(Ara Carrera), una vecchia fiamma di<br />

James; la pettegola Helen Reardon<br />

(Lana Higgins), la quale tenterà il suicidio<br />

durante i festeggiamenti di capodanno.<br />

La serie, antecedente di due anni<br />

rispetto a Beverly Hills 90210, nonché<br />

la prima a parlare di giovani alle<br />

prese con problemi sociali come la<br />

droga e l’alcolismo, è diretta e prodotta<br />

da Harry Jacobs.<br />

Compagni di scuola Con: Massimo<br />

Lopez, Imma Piro, Carlina Torta,<br />

Vito Di Bella, Luigi Petrucci, Carlotta<br />

Miti, Paolo Sassanelli, Paola Tiziana<br />

Cruciani, Raffaello Balzo, Camilla Filippi,<br />

Laura Chiatti, Riccardo Scamarcio,<br />

Damiano Russo, Cristiana Capotondi,<br />

Brando De Sica, Valeria Valeri.<br />

Produzione: Italia, 2001, drammatico,<br />

colore (26/60’).<br />

COTTO<br />

Tipica ambientazione scolastica dove<br />

si consumano confronti generazionali,<br />

flirt tra i banchi, lezioni di vita ancor<br />

prima di quelle che prevede il programma<br />

del Ministero dell’Istruzione.<br />

Tratta da un format spagnolo (Compañeros),<br />

alla stessa stregua di Un medico<br />

in famiglia e Giornalisti, la serie<br />

comincia con la riapertura del liceo<br />

Giacomo Leopardi dopo le vacanze.<br />

Tra le novità: la nuova professoressa di<br />

lettere Marisa Ferrero (Imma Piro), già<br />

collega del professore di storia-filosofia<br />

nonché vicepreside Felice Salina<br />

(Massimo Lopez), quest’ultimo segretamente<br />

innamorato di lei; la seconda<br />

nuova, annunciata dalla preside Teresa<br />

Crespo (Carlina Torta), riguarda la necessità<br />

di ospitare alcune classi della<br />

scuola elementare vicina, in via di ri­


197 Condo<br />

strutturazione, affidate al maestro Gustavo<br />

Giglio (Vito Di Bella); la terza<br />

sorpresa concerne il professore di matematica<br />

Tommaso Cirese (Luigi Petrucci),<br />

quando sua figlia Francesca<br />

(Carlotta Miti) torna a casa dopo anni<br />

di lontananza con un rapporto fallito<br />

alle spalle e un bambino di 4 anni da<br />

crescere. Tra gli altri personaggi: il<br />

professore di scienze Giovanni Salina<br />

(Paolo Sassanelli), fratello di Felice; la<br />

bidella Milva Filangeri (Paola Tiziana<br />

Cruciani); i figli della Ferrero, il liceale<br />

diciottenne Ettore (Raffaello Balzo)<br />

– per il quale perde la testa Arianna<br />

(Camilla Filippi) – e il decenne Emilio;<br />

tra gli studenti, la spigliata Valeria<br />

(Laura Chiatti), il complicato Michele<br />

(Riccardo Scamarcio), l’imbranato<br />

Marco (Damiano Russo), la fatua<br />

Martina (Cristiana Capotondi), il coscienzioso<br />

Pietro (Brando De Sica).<br />

Valeria Valeri è la signora Salina. Le riprese<br />

sono state effettuate allo studio<br />

20 di Cinecittà, dove sono stati ricostruiti<br />

gli interni e gli esterni del liceo.<br />

Carlo Principini firma da produttore<br />

esecutivo. La colonna sonora è composta<br />

da Andrea Guerra. Il serial ha subito<br />

la denuncia di Carlo Verdone, il<br />

quale ha fatto causa per via del titolo<br />

omonimo al suo film del 1988. Se lo<br />

sceneggiatore Sandro Petraglia ha predicato<br />

“verosimiglianza senza basarci<br />

sui rapporti sociologici pubblicati dai<br />

settimanali italiani”, il <strong>telefilm</strong> è stato<br />

tuttavia sorpassato dalla cronaca: mentre<br />

la serie andava in onda, i liceali sfilavano<br />

per strada contro la riforma della<br />

Moratti e occupavano il Tasso di Roma.<br />

Petraglia si era già occupato di tematiche<br />

scolastiche in fiction precedenti<br />

(Mery per sempre, La scuola, Auguri<br />

professore e Don Milani tra le altre).<br />

Con affetto, tuo Sidney (Love, Sid­<br />

ney) Con: Tony Randall, Swoosie<br />

Kurtz, Kaleena Kiff, Chip Zien, Barbara<br />

Bryne. Produzione: Usa, 1981,<br />

sit-com, colore (44/30’).<br />

Dura la vita da single. E così Sidney<br />

Shorr (Tony Randall), un cartellonista<br />

di New York, decide di dividere il suo<br />

appartamento di otto stanze a Manhattan<br />

in tre: con Laurie Morgan (Swoosie<br />

Kurtz), un’attrice che lotta per<br />

emergere e la di lei giovane figlia Patti<br />

(Kaleena Kiff). Dopo alcuni episodi<br />

Laura trova lavoro nei panni di una<br />

protagonista di soap-opera. Attorno ai<br />

“tre cuori in affitto” ruotano le figure<br />

del direttore creativo Jason Stoller<br />

(Chip Zien) e della signora Gaffney<br />

(Barbara Bryne), la moglie del sovrintendente<br />

del palazzo attratta inutilmente<br />

da Sidney. Il rapporto che s’instaura<br />

tra Sidney e Laurie assomiglia a<br />

quello tra un fratello e una sorella,<br />

mentre con Patti il protagonista assume<br />

il ruolo dello zio indulgente. Per<br />

Tony Randall si tratta di un’altra convivenza<br />

da sit-com dopo quella de La<br />

strana coppia (1970). Nonostante il <strong>telefilm</strong><br />

sia ambientato nella “Grande<br />

Mela”, solo la prima stagione è girata<br />

realmente a New York. La serie creata<br />

da Oliver Hailey è una sorta di sequel<br />

del film-tv del 1980 Sidney Shorr: a<br />

Girl’s Best Friend (con protagonisti<br />

sempre Randall e Kiff); con una differenza<br />

significativa: nella pellicola Sidney<br />

era omosessuale; i dirigenti dell’NBC<br />

– nonostante il parere contrario<br />

degli autori – imposero invece la condizione<br />

dell’eterosessualità (anche se<br />

mai manifesta) ai produttori George<br />

Eckstein, Rod Parker e Hal Cooper.<br />

Condo (Id.) Con: McLean Stevenson,<br />

Brooke Alderson, Mark Schubb,<br />

Marc Price, Luis Avalos, Yvonne Wilder,<br />

Julie Carmen, James Victor. Pro­


Condominio, Il<br />

duzione: Usa, 1993, sit-com, colore<br />

(13/30’).<br />

Prendete due famiglie – una WASP e<br />

l’altra di origini ispaniche – e fatele vivere<br />

porta a porta in un condominio<br />

della California del Sud: avrete materiale<br />

in abbondanza per una sit-com<br />

sull’inquieto vivere. Da una parte i<br />

Kirkridge: il capo-famiglia James (interpretato<br />

da McLean Stevenson, alla<br />

sua sesta situation-comedy in 15 anni),<br />

la moglie Margaret “Kiki” (Brooke<br />

Alderson), il primogenito Scott (Mark<br />

Schubb) e suo fratello Billy (Marc Price);<br />

dall’altra i Rodriguez: Jesus “Jessie”<br />

(Luis Avalos) è nel business del<br />

giardinaggio; al suo fianco, la moglie<br />

Maria (Yvonne Wilder) e la figlia Linda<br />

(Julie Carmen). Il <strong>telefilm</strong> contiene<br />

un variazione sul tema di Romeo e<br />

Giulietta: Linda e Scott si innamorano<br />

e si sposano. James Victor interpreta<br />

José Montoya, il padre di Maria. Paul<br />

Junger Witt e Tony Thomas firmano da<br />

produttori esecutivi.<br />

Condominio, Il Con: Laura Freddi,<br />

Claudio Lippi, Fanny Cadeo. Produzione:<br />

Italia, 2004, sit-com, colore<br />

(35/15’).<br />

“È un esperimento nuovo, realizzato<br />

in soli due giorni di prove e registrazioni,<br />

a costi contenuti”: così Maurizio<br />

Costanzo, che ha lanciato questa mini<br />

sit-com all’interno della sua Buona<br />

Domenica (edizione 2004-05). Scritta<br />

da Enrico Vaime, la serie vede protagonista<br />

l’amministratore condominiale<br />

Laura (Laura Freddi), la quale si vede<br />

piombare in casa lo squattrinato zio<br />

Claudio (Claudio Lippi), destinato ad<br />

accasarsi in pianta stabile dalla nipote.<br />

Attorno alla strana coppia di conviventi<br />

ruotano i personaggi di Fanny<br />

(Fanny Cadeo), un’estetista amica di<br />

Laura e, a rotazione, i ragazzi del<br />

198<br />

Grande Fratello 4: la scalmanata Serena<br />

(Serena Garitta), personal trainer<br />

di Laura; il portiere Bob (Roberto Minicozzi);<br />

il barista Bruno (Bruno Del<br />

Turco); il dottor Tommy (Tommaso<br />

Vianello), il quale ha uno studio nel<br />

condominio che condivide con l’infermiera<br />

Katia (Katia Pedrotti); Ascanio<br />

(Ascanio Pacelli), fratello di Bruno;<br />

Patrick (Patrick Ray Pugliese) e Carolina<br />

(Carolina Marconi). Il regista e il<br />

produttore della sit-com sono gli stessi<br />

di Buona Domenica, rispettivamente<br />

Beppe Recchia e Orietta Amati.<br />

Con la Fenice sul tappeto magico<br />

(The Phoenix and the carpet) Con:<br />

Tamzin Neville, Max Harris, Jane Forster,<br />

Gary Russell, Trisha Mortimer,<br />

Hilary Mason. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1976, avventura/fantastico, colore<br />

(6/30’).<br />

Dal romanzo omonimo del 1904 di<br />

Edith Nesbit, la serie ambientata nell’epoca<br />

vittoriana racconta le avventure<br />

“ai confini della realtà” di un poker<br />

di ragazzi che salgono a bordo di un<br />

tappeto magico e fanno amicizia con<br />

una fenice uscita da un uovo gigante.<br />

La fenice invita i ragazzi a salire a bordo<br />

del tappeto, il quale li fa volare fino<br />

in India, dove si imbattono in strani<br />

personaggi. Tuttavia, la trasvolata non<br />

è sempre facile: i giovani protagonisti<br />

– che sono Anthea (Tamzin Neville),<br />

Robert (Max Harris), Jane (Jane Forster)<br />

e Cyril (Gary Russell) – sono<br />

guardati a vista dalla governante Eliza<br />

(Trisha Mortimer) e dall’odiosa signora<br />

Biddle (Hilary Mason). Dorothea<br />

Brooking è il produttore che cura l’adattamento<br />

televisivo; quest’ultimo ha<br />

conosciuto un remake nel 1997.<br />

Conquista di Luke, La (Luke’s<br />

kingdom) Con: Oliver Tobias, James


199 Cop Rock<br />

Condon, Gerard Maguire, Elisabeth<br />

Crosby, Helen Morse. Produzione:<br />

Australia/Gran Bretagna, 1976, avventura,<br />

colore (13/60’).<br />

Luke Firbeck (Oliver Tobias) vive in<br />

un mondo tutto suo: un “regno” nell’entroterra<br />

australiano già raccontato<br />

nel romanzo omonimo di E.V. Timms<br />

dal quale è tratta la serie. Al fianco del<br />

protagonista si schierano i familiari<br />

con i quali si è trasferito dal Regno<br />

Unito nel 1829: il papà vedovo Jason<br />

(James Condon), il fratello Samuel<br />

(Gerard Maguire) e, soprattutto, la sorella<br />

Jassy (Elisabeth Crosby). Quando<br />

arrivano nella terra <strong>dei</strong> canguri, nel<br />

New South Wales, i Firbeck scoprono<br />

che la loro terra è stata assegnata per<br />

errore ad altri (che non la vogliono cedere):<br />

per sopravvivere si affidano alle<br />

capacità di Luke, il quale non disdegna<br />

di travalicare spesso la legge contro le<br />

minacce di aborigeni e malviventi.<br />

Helen Morse interpreta Kate. Tony Essex<br />

firma da produttore esecutivo il <strong>telefilm</strong><br />

che vanta la pregevole regia di<br />

Peter Weir. Francis Essex, fratello di<br />

Tony, è l’autore della colonna sonora.<br />

Per completare le 13 puntate ci sono<br />

voluti due anni di riprese.<br />

Conte di Montecristo, Il (The<br />

Count of Monte Cristo) Con: George<br />

Dolenz, Faith Domergue, Robert<br />

Cawdron, Nick Cravat. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1956, avventura, b/n<br />

(39/30’).<br />

Dopo le riduzioni cinematografiche, il<br />

romanzo di Alexandre Dumas approda<br />

in televisione. George Dolenz interpreta<br />

l’eroe-protagonista: Edmond Dantès,<br />

accusato ingiustamente di essere un cospiratore<br />

bonapartista, viene arrestato<br />

la sera del suo fidanzamento e rinchiuso<br />

per vent’anni nel castello d’If, dal<br />

quale fuggirà per vendicarsi <strong>dei</strong> suoi<br />

accusatori. Faith Domergue interpreta<br />

la Principessa Anna; Robert Cawdron<br />

è Rico; Nick Cravat veste i panni di Jacopo.<br />

Rispetto al romanzo di Dumas,<br />

Dantès viene dipinto come una sorta di<br />

Robin Hood sempre pronto a difendere<br />

gli oppressi in giro per l’Europa. Il<br />

serial, girato tra Hollywood e l’Inghilterra,<br />

si avvale di alcuni set utilizzati<br />

per il film omonimo di Rowland V.<br />

Lee del 1934. Hal Roach jr. è il produttore<br />

esecutivo della serie ITC. Sidney<br />

Marshall e Dennis Vance sono gli altri<br />

produttori. Una curiosità: George Dolenz<br />

è il padre di Mickey, futura star de<br />

I Monkees (1966).<br />

Coppia in giallo (The Wilde Alliance)<br />

Con: John Stride, Julia Foster, Patrick<br />

Newell, John Lee. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1978, poliziesco, colore<br />

(13/60’).<br />

Un anno prima di Cuore e batticuore,<br />

sulle orme de L’uomo ombra, una coppia<br />

inglese tenta di risolvere i gialli che<br />

bussano inevitabilmente alla porta.<br />

John Stride e Julia Foster, ripresi nella<br />

loro elegante magione nello Yorkshire,<br />

sono rispettivamente Rupert e Amy<br />

Wilde: il primo, guarda caso, è uno<br />

scrittore di romanzi noir. Nel corso<br />

delle indagini, che sembrano ispirarsi<br />

ai libri di Rupert, sono affiancati da<br />

Bailey (Patrick Newell) e Christopher<br />

Bridgewater (John Lee), l’agente letterario<br />

di Rupert. David Cunliffe firma<br />

da produttore esecutivo per la ITV.<br />

Cop Rock (Id.) Con: Ronny Cox,<br />

Larry Joshua, Peter Onorati, Mick<br />

Murray, Ron McLarty, Anne Bobby,<br />

David Gianopoulos, James McDaniel,<br />

Barbara Bosson. Produzione: Usa,<br />

1990, poliziesco/musicale, colore<br />

(11/60’).<br />

CULT


Cops – squadra speciale<br />

L’originale idea di mischiare rock e<br />

azione è venuta a Steven Bochco e William<br />

M. Finkelstein, i creatori di una<br />

serie che in ogni episodio propone una<br />

cinquina di brani musicali originali.<br />

Oltre a essere il compositore di “Under<br />

the Gun”, la canzone-tema del serial<br />

che vinse anche un Emmy, Randy<br />

Newman firma tutte le musiche della<br />

puntata-pilota; il veterano Mike Post e<br />

Greg Edmondson scrivono invece sui<br />

pentagrammi degli episodi successivi.<br />

La particolarità del <strong>telefilm</strong> risiede nel<br />

fatto che la maggior parte delle performance<br />

musicali sono state registrate in<br />

diretta nel corso delle riprese e sono interpretate<br />

dagli attori stessi. Tra di loro:<br />

Ronny Cox è il capo della polizia Roger<br />

Kendrik; Larry Joshua interpreta il<br />

capitano John Hollander; Peter Onorati<br />

mostra il distintivo dell’investigatore<br />

Vincent LaRusso; Mick Murray e Ron<br />

McLarty sono rispettivamente i detective<br />

Joseph Gaines e Ralph Ruskin;<br />

Anne Bobby è l’agente Vicki Quinn, la<br />

moglie di Ruskin; David Gianopoulos<br />

veste la divisa dell’agente Andy Campo,<br />

compagno di pattuglia di Quinn;<br />

James McDaniel è l’agente Franklin<br />

Rose; Barbara Bosson interpreta Louise<br />

Plank, il corrotto sindaco di Los Angeles,<br />

la città dove sono ambientate tutte<br />

le vicende. Una delle caratteristiche<br />

del <strong>telefilm</strong> è che cantano tutti: poliziotti,<br />

malviventi, avvocati, politici;<br />

quando un gruppo di detective capita<br />

nel ghetto <strong>dei</strong> neri, si sente una voce<br />

che intona un rap: “in these streets, we<br />

got the power”. La serie è stata valutata<br />

tra le più costose della storia della televisione:<br />

1 milione e 800.000 dollari a<br />

episodio. Steven Bochco firma altresì<br />

come produttore esecutivo in compagnia<br />

di Gregory Hoblit.<br />

Cops – squadra speciale (Die Mo­<br />

200<br />

torrad-Cops: Hart am Limit) Con:<br />

Matthias Paul, Jens-Peter Nuenemann,<br />

Yvonne De Bark. Produzione:<br />

Germania, 1999, poliziesco, colore<br />

(22/60’).<br />

Dopo i poliziotti tedeschi spericolati<br />

su quattroruote di Squadra Speciale<br />

Cobra 11 (1996), la new wave germanica<br />

lancia tre detective motociclisti<br />

che smessa la divisa indossano caschi<br />

integrali e tute paraurti. La task-force è<br />

formata da due uomini e una donna:<br />

Tom Geiger (Matthias Paul), la mente<br />

del gruppo, non perde mai la calma e<br />

riesce sempre a trovare una soluzione;<br />

Kai Sturm (Jens-Peter Nuenemann) è<br />

coraggioso e di poche parole; la sexy e<br />

adrenalinica Sunny Labonne (Yvonne<br />

De Bark) sembra la replicante della<br />

protagonista del film Lola corre<br />

(1998). Più on the road per le vie di<br />

Colonia che seduti in ufficio, i tre<br />

sgommano contro ogni tipo di illegalità,<br />

non disdegnando di inseguire in<br />

moto i malviventi all’interno di un<br />

grande magazzino, su e giù per le scale,<br />

sopra un ponte levatoio o dietro un<br />

Cessna in fase di decollo. Geiger è in<br />

sella a una BMW Cruiser, Sturm a una<br />

Ducati 900, Sunny a una Cagiva Enduro.<br />

La colonna sonora è composta da<br />

Justin Caine Burnett, Matthias Weber<br />

e Hans Zimmer, quest’ultimo autore<br />

anche del tema musicale.<br />

Corky, il ragazzo del circo (Circus<br />

Boy) Con: Mickey Braddock, Robert<br />

Lowery, Noah Beery jr., Guinn Williams.<br />

Produzione: Usa, 1956, avventura,<br />

b/n (49/30’).<br />

Telefilm circense per ragazzi che racconta<br />

le vicende del dodicenne Corky<br />

(Mickey Braddock), i cui genitori sono<br />

morti in un incidente. Al suo fianco,<br />

Big Tim Champion (Robert Lowery),<br />

il proprietario del circo che adotta il ra­


201 Corri e scappa Buddy<br />

gazzo; zio Joey (Noah Beery jr.), uno<br />

<strong>dei</strong> clown; il manovale Pete (Guinn<br />

Williams). A Corky viene affidata la<br />

cura dell’elefantino Bimbo. Braddock<br />

ha trovato in seguito fortuna con il cognome<br />

di Dolenz (vedi I Monkees),<br />

quello che risultava realmente sulla<br />

sua carta d’identità. Herbert B. Leonard<br />

firma da produttore. Il tema musicale<br />

è composto da Hal Hopper e Victor<br />

McLeod.<br />

Coronet Blue (Id.) Con: Frank Converse,<br />

Joe Silver, Brian Bedford. Produzione:<br />

Usa, 1967, avventura, colore<br />

(13/60’).<br />

CULT<br />

Una delle serie più insolite degli anni<br />

’60 racconta di un uomo che ha perso<br />

la memoria e vaga in cerca della propria<br />

identità e del proprio passato.<br />

Frank Converse interpreta Michael<br />

Alden, colpito da amnesia in seguito a<br />

un attentato ai suoi danni; preoccupato<br />

di rifarsi una vita, in perenne apprensione<br />

di capire perché qualcuno<br />

vuole ucciderlo, il protagonista ricorda<br />

solo due parole: “Coronet Blue”.<br />

Lo aiutano nelle ricerche Max (Joe<br />

Silver), il suo nuovo amico barista e<br />

Fratello Antonio (Brian Bedford), un<br />

monaco altruista. Anche se il serial ha<br />

debuttato sulla CBS nel 1967, divenendo<br />

una delle serie più popolari di quell’anno,<br />

ben undici episodi erano già<br />

stati girati nel 1965: i dirigenti del<br />

network indugiarono due anni prima<br />

di trasmetterli. La produzione decise<br />

per il the end prima che il mistero del<br />

titolo fosse risolto: la scelta di Converse<br />

di lasciare il set per accettare la<br />

parte in NYPD è risultata in tal senso<br />

determinante. Molte guest-stars si<br />

succedono nel corso del serial: tra di<br />

loro, Candice Bergen, Alan Alda, Susan<br />

Hampshire e Jon Voight. Il tele­<br />

film, interamente girato a New York, è<br />

prodotto da Herbert Brodkin. Laurence<br />

Rosenthal firma le musiche di una<br />

serie “memorabile”.<br />

Corpo speciale: Sandbagger<br />

(The Sandbaggers) Con: Roy Marsden,<br />

Richard Vernon, Dennis Burgess,<br />

Ray Lonnen, Diane Keen, Bob<br />

Sherman, Jana Sheldon, Jerome Willis,<br />

Michael Cashman, Elizabeth Bennett.<br />

Produzione: Gran Bretagna,<br />

1978, spionaggio, colore (20/60’).<br />

I “Sandbaggers” sono detti confidenzialmente<br />

i membri del SIF (Special Intelligence<br />

Force), una squadra di spionaggio<br />

inglese fondata direttamente<br />

dal governo. A capo del team si erge il<br />

duro e determinato Neil Burnside<br />

(Roy Marsden), il quale riceve gli ordini<br />

delle missioni dal misterioso C<br />

(interpretato sia da Richard Vernon<br />

che da Dennis Burgess). Gli agenti segreti<br />

che entrano in azione anche a costo<br />

della vita per la sicurezza nazionale<br />

sono: Willie Caine (Ray Lonnen),<br />

Laura Dickens (Diane Keen), Jeff<br />

Ross (Bob Sherman), Karen Milner<br />

(Jana Sheldon), Matthew Peele (Jerome<br />

Willis), Mike Wallace (Michael<br />

Cashman), Diane Lawler (Elizabeth<br />

Bennett). L’ideatore della serie è Ian<br />

MacKintosh; David Cunliffe firma da<br />

produttore esecutivo. Molte missioni<br />

vedono gli 007 di Sua Maestà infiltrarsi<br />

nell’allora Germania dell’Est.<br />

Corri e scappa Buddy (Run, Buddy,<br />

Run) Con: Jack Sheldon, Bruce<br />

Gordon, Jim Connell, Nick Georgiade,<br />

Gregg Palmer. Produzione: Usa,<br />

1966, sit-com, colore (16/30’).<br />

Tre anni dopo Il fuggiasco, anche Jack<br />

Sheldon è costretto a scappare, questa<br />

volta in una sit-com: è Buddy Overstreet,<br />

un tranquillo contabile costretto


Corruptors,The<br />

alla fuga dopo che ha sentito per caso<br />

alcune rivelazioni della malavita in un<br />

bagno turco. Bruce Gordon, che già<br />

aveva dato il volto al gangster Frank<br />

Nitti ne Gli intoccabili, interpreta Mr.<br />

Devere, il capo <strong>dei</strong> malviventi soprannominato<br />

“Mr. D”; Jim Connell è Junior,<br />

il figlio scemo di quest’ultimo;<br />

Nick Georgiade e Gregg Palmer sono<br />

rispettivamente Wendell e Harry, seguaci<br />

di Devere e imbranati inseguitori<br />

di Buddy. Le musiche di Jerry Fielding<br />

e di Morton Stevens scandiscono<br />

i chilometri del “fuggitivo per ridere”.<br />

David Susskind, Leonard Stern, Dan<br />

Melnick e Jack Elinson formano il<br />

quartetto di produttori.<br />

Corruptors, The (Target: The corruptors)<br />

Con: Stephen McNally, Robert<br />

Harland. Produzione: Usa, 1961,<br />

poliziesco, b/n (35/60’).<br />

Serie d’inchiesta giornalistica che vede<br />

protagonista una coppia di paladini<br />

della libertà tipica degli anni ’60: Paul<br />

Marino (Stephen McNally) è un reporter<br />

che indaga, con tanto di strilli in prima<br />

pagina, sui loschi traffici della metropoli;<br />

il fedele Jack Flood (Robert<br />

Harland) s’infiltra nel sottobosco per<br />

fornire a Marino le prove e la documentazione<br />

necessarie per illustrare<br />

gli articoli, i quali svariano dalle gang<br />

mafiose al racket della prostituzione,<br />

dal “pizzo” alle truffe ai danni di associazioni<br />

di carità. John H. Burrows firma<br />

da produttore. Rudy Schrager è<br />

l’autore della sigla iniziale. Peter Falk<br />

e Walther Matthau compaiono da guest-stars<br />

nella prima puntata; a seguire,<br />

sfilano i volti noti di Ed Begley, Jack<br />

Klugman, Edward Asner, Robert Vaughn,<br />

Barbara Eden, Martin Balsam,<br />

Kevin McCarthy.<br />

Corsie in allegria (Nurses) Con:<br />

202<br />

Stephanie Hodge, Mary Jo Keenen,<br />

Jeff Altman, Arnetia Walker, Ada Maris,<br />

Kenneth David Gilman, Carlos La-<br />

Camara, Markus Flanagan, David Rasche,<br />

Loni Anderson. Produzione: Usa,<br />

1991, sit-com/medico, colore (68/30’).<br />

Al terzo piano del Community Medical<br />

Center di Miami lavora un gruppo<br />

di infermieri degni di una sit-com.<br />

Stephanie Hodge interpreta la divorziata<br />

Sandy Miller; Mary Jo Keenen<br />

veste il camice della fobica Julie Milbury,<br />

da poco in corsia; Jeff Altman è<br />

Greg Vincent; Arnetia Walker entra<br />

nel ruolo della capo-infermiera Annie<br />

Rollin; Ada Maris è la latino-americana<br />

Gina Cuevas. Accanto al quintetto<br />

protagonista: Kenneth David Gilman<br />

presta il volto al dottor Hank Kaplan,<br />

l’unico competente in medicina; Carlos<br />

LaCamara è Paco Ortiz; Markus<br />

Flanagan assume l’identità di Luke. A<br />

completare il cast: David Rasche interpreta<br />

Jack Trenton, un criminale che<br />

sconta la pena prestando servizi alla<br />

comunità in infermeria; Loni Anderson<br />

è Casey MacAfee, l’amministratrice<br />

dell’ospedale. Tra le guest-stars<br />

spiccano le presenze di Adam West e<br />

Salma Hayek. La serie è creata da Susan<br />

Harris, la quale è altresì produttrice<br />

con Paul Junger Witt e Tony Thomas;<br />

dopo Cuori senza età (1985) e Il<br />

cane di papà (1988), è la terza situation-comedy<br />

ideata dalla Harris girata<br />

in Florida.<br />

Corte d’Assise (Schwurgericht)<br />

Con: Jenny Gröllman, Rita Langyel,<br />

Oliver Stritzel, Christian Wittman.<br />

Produzione: Germania, 1995, poliziesco/legale,<br />

colore (24/90’).<br />

Anche se in Italia sono giunti solo gli<br />

episodi con protagonista Jenny Gröllman,<br />

la serie racconta le vicende di sei<br />

procuratori di Stato di Corte d’Assise:


203 Corte di Alice, Alla<br />

l’attrice interpreta la procuratrice<br />

Katharina Dorn presso la Corte d’Assise<br />

di Monaco. Con femminilità e senso<br />

di responsabilità, la donna si divide tra<br />

il suo lavoro e la figlia adolescente<br />

Franziska (Rita Langyel). Tra gli altri<br />

interpreti: Oliver Stritzel è Herbert<br />

Hunziger, Christian Wittman presta il<br />

volto a Günther Roth.<br />

Corte di Alice, Alla (This is Wonderland)<br />

Con: Cara Pifko, Michael Riley,<br />

Michael Healey, Tom Rooney, Gina<br />

Wilkinson, Sergio Di Zio, Tony Nappo,<br />

Yanna McIntosh, Vik Sahay, Michael<br />

Murphy, Eric Peterson, Janet-<br />

Laine Green, Alison Sealy-Smith, Ned<br />

Vukovic, Mung-Ling Tsui, James Kidnie,<br />

Siu Ta, Jayne Eastwood. Produzione:<br />

Canada, 2004, legale, colore<br />

(26/60’).<br />

Questa sorta di Ally McBeal alla canadese<br />

racconta, secondo le parole di uno<br />

degli ideatori Dani Romain, “le storie<br />

di chi quotidianamente si ritrova invischiato<br />

nel complesso sistema giudiziario,<br />

con le sue regole e le sue figure,<br />

spesso anche noiose o normali, talvolta<br />

divertenti e assurde, che non sempre<br />

vengono descritte nelle serie di prima<br />

serata”. Non è un caso che l’epicentro<br />

di tutte le vicende sia il gotico e pittoresco<br />

tribunale di Toronto, la Old City<br />

Hall, nella quale Romain e il co-ideatore<br />

George F. Walker capitarono insieme<br />

per caso e dove ebbero la prima<br />

illuminazione per il successivo sviluppo<br />

della serie. Di questa è protagonista<br />

la sensibile e coraggiosa avvocatessa<br />

Alice De Raey (Cara Pifko), nemica<br />

dell’intolleranza e dotata di un’ironia<br />

che le permette di sopravvivere alle<br />

cause perse. Dentro e fuori dall’aula la<br />

affiancano il collega Elliot Sacks (Michael<br />

Riley), dal look svaccato alla Eddie<br />

Shoestring (1979) e sofferente di<br />

crisi maniacali, che a volte si presentano<br />

anche durante le arringhe; un altro<br />

caso da analisi, lo stratega legale James<br />

Ryder (Michael Healey), il quale<br />

alterna momenti di simpatia ad altri di<br />

struggimento; l’ironico procuratore<br />

David Kaye (Tom Rooney); l’ex avvocato<br />

della difesa, ora procuratrice, Anna-Lynn<br />

Monteal (Gina Wilkinson),<br />

bella e sagace; il giovane procuratore<br />

Marcus Weekes (Sergio Di Zio) e il di<br />

lui collega Portella (Tony Nappo), il<br />

quale si occupa perlopiù di cause legate<br />

alla droga; la veterana e stressata<br />

Zona Robinson (Yanna McIntosh), supervisore<br />

del consiglio legale; l’inesperto<br />

avvocato difensore Anil Sharma<br />

(Vik Sahay), il quale si affida ai<br />

consigli di Sacks (con evidenti risultati<br />

catastrofici); lo sgangherato giudice<br />

Maxwell Fraser (Michael Murphy),<br />

che vive di espedienti, con le sue perenni<br />

scarpe da ginnastica sotto la toga;<br />

il giudice dal cuore d’oro Declan<br />

Malone (Eric Peterson), incarnazione<br />

del lato umano della giustizia; le giudici<br />

in gonnella Serkies (Janet-Laine<br />

Green) e Vaughn (Alison Sealy-Smith);<br />

ildottor Nauman (Ned Vukotic), lo psichiatra<br />

del tribunale che fa sempre gli<br />

straordinari; il giudice di pace Chan<br />

(Ming-Ling Tsui), che affronta con filosofia<br />

zen anche le cause più incasinate;<br />

l’altro giudice di pace Kranyek<br />

(James Kidnie), meno incline alla calma;<br />

la neo-avvocatessa Nancy Dao<br />

(Siu Ta), catapultata in aula con la sua<br />

stridente onestà; Rondelle “Ronnie”<br />

Sacks (Jayne Eastwood), la generosa<br />

madre di Elliott che nasconde un segreto<br />

nel suo passato. Bernard Zukerman<br />

è il terzo ideatore della serie accanto<br />

ai già citati Walker e Romain: i<br />

tre sono anche produttori esecutivi, affiancati<br />

in quest’ultima veste da Michael<br />

Prupas. La colonna sonora è cu­


Corte Suprema<br />

rata da Varouje. Nel 2005 Michael<br />

Murphy si è aggiudicato un Gemini<br />

Award per la sua interpretazione.<br />

Corte Suprema (First Monday)<br />

Con: Joe Mantegna, James Garner,<br />

Charles Durning, Hedy Burgess,<br />

Randy Vasquez, Christopher Wiehl,<br />

Joe Flanigan, Camille Saviola, James<br />

McEachin, James Karen, Gail Strickland,<br />

Stephen Markle, Lyman Ward,<br />

Linda Purl, Rachel Grate, Brandon<br />

Davies. Produzione: Usa, 2002, legale,<br />

colore (13/60’).<br />

Tanto per intenderci, più Frank Capra<br />

che West Wing. Archi in crescendo e<br />

spirito democratico alle stelle nel <strong>telefilm</strong><br />

di Donald P. Bellisario, che fa in<br />

un certo senso da trait d’union fra<br />

J.A.G. – Avvocati in divisa (1995) e<br />

Navy N.C.I.S. – Unità Anticrimine<br />

(2003). Protagonista di questo serial è<br />

il procuratore idealista Joe Novelli<br />

(Joe Mantegna), il quale si trasferisce<br />

con le sue bretelle d’ordinanza a Washington<br />

per sedere sulla scottante ma<br />

ambita poltrona della Corte Suprema<br />

quale giudice a latere. È lui che spesso<br />

fa pendere l’ago della bilancia nelle<br />

decisioni della corte, equamente divisa<br />

fra quattro liberali e altrettanti conservatori,<br />

questi ultimi capitanati dal<br />

giudice Thomas Brankin (James Garner)<br />

e dall’amico invalido Henry Hoskins<br />

(Charles Durning). Nello staff di<br />

Novelli emergono tre giovani cancellieri<br />

entusiasti: l’ardimentosa liberale<br />

Ellie Pearson (Hedy Burgess), il garbato<br />

conservatore Miguel Mora<br />

(Randy Vasquez) e il novellino Jerry<br />

Klein (Christoher Wiehl); Julian Lodge<br />

(Joe Flanigan) è l’altezzoso capocancelliere<br />

che si invaghisce di Ellie.<br />

Gli altri giudici coinvolti sono Esther<br />

Weisenberg (Camille Saviola), Jerome<br />

Morris (James McEachin), Micheal<br />

204<br />

Bancroft (James Karen), Deborah<br />

Szwark (Gail Strickland), Theodore<br />

Snow (Stephen Markle), Brian Chandler<br />

(Lyman Ward). Ogni episodio si incentra<br />

su due o tre casi di fronte ai quali<br />

la Corte deve pronunciarsi; il voto finale<br />

spetta sempre a Novelli, il quale<br />

viene tirato per la giacchetta da conservatori<br />

e liberali finendo poi per seguire<br />

la propria coscienza. In una puntata<br />

non riesce a salvare un condannato alla<br />

sedia elettrica alla luce di nuove prove<br />

e così promette di rivedere i casi degli<br />

altri 8 detenuti nel braccio della morte;<br />

in un’altra si discute della liceità di<br />

aborto per un’adolescente che rifiuta<br />

l’aiuto <strong>dei</strong> genitori. Nel suo nuovo incarico,<br />

Novelli può contare sull’appoggio<br />

della famiglia: la moglie Sarah<br />

(Linda Purl), la quale abbandona il suo<br />

lavoro di venditrice di immobili per<br />

via del conflitto di interessi con il ruolo<br />

del marito, e i due figli adolescenti<br />

Beth (Rachel Grate) e Andrew (Brandon<br />

Davies). Alcuni veri procuratori<br />

compaiono da guest-stars nei panni di<br />

sé stessi: tra gli altri, Barry Scheck,<br />

Johnie Cochran, Gerry Spence, Vincent<br />

Bugliosi, Marcia Clark. Tra i volti<br />

noti, si nota il magnate del porno Larry<br />

Flynt. Il titolo originale della serie,<br />

First Monday, si riferisce al giorno<br />

d’apertura della sessione annuale della<br />

Corte Suprema, che è il primo lunedì<br />

d’ottobre. Paul Levine è il co-ideatore<br />

insieme a Bellisario; Larry Moskowitz<br />

e Chas Flyd Johnson frmano da produttori<br />

esecutivi aggiunti. La colonna<br />

sonora è curata a quattro mani da Bruce<br />

Broughton e James Stemple. Le riprese<br />

sono state effettuate a Los Angeles.<br />

Una curiosità non da poco per i<br />

cultori <strong>dei</strong> serial di Bellisario: la figura<br />

del senatore Edward Sheffield, interpretato<br />

da Dean Stockwell, è apparsa<br />

successivamente in J.A.G. – Avvocati


205 Cosby indaga<br />

in divisa, dal primo episodio dell’ottavo<br />

ciclo.<br />

Corvo, Il (The Crow: Stairway to<br />

Heaven) Con: Mark Dacascos, Sabine<br />

Karsenti, John Pyper-Ferguson,<br />

Marc Gomes, Katie Stuart. Produzione:<br />

Canada, 1998, poliziesco, colore<br />

(22/60’).<br />

COTTO<br />

Prima di accettare la parte, Mark Dacascos<br />

deve averci pensato un po’ su:<br />

vista la fine misteriosa di Brandon Lee<br />

nel corso delle riprese del primo capitolo<br />

cinematografico (Il Corvo – The<br />

Crow, 1994), vista l’atmosfera dark<br />

che accompagna le gesta del protagonista,<br />

vista la figura nichilista alla quale<br />

doveva dar vita, l’attore non poteva<br />

certo essere superstizioso. E così ritorna<br />

dall’aldilà nei panni di pelle del chitarrista<br />

rock Eric Draven, paladino di<br />

una giustizia terrena che assicura la pace<br />

<strong>dei</strong> morti: così era anche nel fumetto<br />

omonimo del 1981 di James O’Barr.<br />

Top Dollar (John Pyper-Ferguson) è il<br />

malvagio che tiene in pugno la città di<br />

Port Columbia; Daryl Albrecht (Marc<br />

Gomes) è lo scettico detective che viene<br />

aiutato dal “corvo”; Shelly Webster<br />

(Sabine Karsenti) è la fidanzata che<br />

Draven doveva sposare il giorno dopo<br />

il loro omicidio; Sarah Mohr (Katie<br />

Stuart) è l’intraprendente ragazzina<br />

che aiuta il nostro a combattere i suoi<br />

demoni. Ma il tutto sembra una parodia<br />

del film (neanche del primo, de Il<br />

Corvo 2 del 1996): le atmosfere notturne<br />

del grande schermo lasciano il<br />

posto a molte riprese diurne dove il vistoso<br />

trucco facciale del “corvo” sembra<br />

squagliarsi come neve al sole. Tuttavia,<br />

una ragione per vedere un paio<br />

di puntate c’è: la presenza-cameo di<br />

Don Most, l’ex Ralph Malph di Happy<br />

Days, nei panni del dottor John Dor­<br />

sett. Bryce Zabel firma da produttore<br />

esecutivo la serie che attutisce la violenza<br />

delle due pellicole. Peter Manning<br />

Robinson compone la colonna<br />

sonora. Le riprese sono state effettuate<br />

a Vancouver (Canada).<br />

Cosby (Id.) Con: Bill Cosby, Phylicia<br />

Rashad, Teyah Crystal Keymah, Doug<br />

E. Doug, Madeline Kahan. Produzione:<br />

Usa, 1996, sit-com, colore (96/30’).<br />

Ispirandosi liberamente a una popolare<br />

sit-com inglese (One Foot in the<br />

Grave), Bill Cosby torna in scena da<br />

comico dopo il successo de I Robinson<br />

(1984). Questa volta indossa i panni di<br />

Hilton Lucas, vittima di un ridimensionamento<br />

aziendale che lo ha lasciato<br />

a casa e che, giorno dopo giorno, gli<br />

fa scoprire una nuova realtà: quella di<br />

un’America anni ’90. A confortarlo<br />

nella sua nuova “scoperta” ci pensa la<br />

moglie Ruth (interpretata dalla “fedele”<br />

Phylicia Rashad, già partner di Cosby<br />

ne I Robinson). Acompletare il nucleo<br />

familiare fanno la loro comparsa la<br />

figlia Erica (Teyah Crystal Keymah),<br />

studentessa di cucina nonché prezioso<br />

aiuto nel bar di Ruth, il Flower Cafe;<br />

Griffin (Doug E. Doug), un giovane<br />

amico vicino di casa trattato come uno<br />

di famiglia; Pauline (Madeline Kahan),<br />

amica e socia di Ruth. Oltre a comporre<br />

il tema musicale con Benny Golson,<br />

Cosby firma altresì da produttore esecutivo,<br />

con lo pseudonimo di Dr. William<br />

H. Cosby, insieme a Marcy Carsey,<br />

Tom Werner, Caryn Mandabach,<br />

Peter Tortorici, Dennis Klein e Norman<br />

Steinberg. La serie ha vinto un Emmy<br />

Award nel 1997 e tre Image Awards<br />

(uno nel ’97 e due nel ’99). William<br />

Shatner compare in un cameo.<br />

Cosby indaga (The Cosby Mysteries)<br />

Con: Bill Cosby, James Naugh­


Cose dell’altro mondo<br />

ton, Rita Moreno, Lynn Whitfield,<br />

Dante Beze. Produzione: Usa, 1994,<br />

poliziesco, colore (18/60’).<br />

A dieci anni dal successo de I Robinson,<br />

dopo due anni di assenza dal piccolo<br />

schermo, Bill Cosby torna in televisione<br />

nei panni di Guy Hanks, un criminologo<br />

che dopo aver vinto una fortuna<br />

alla lotteria si ritira dall’attività.<br />

Ma la sua straordinaria capacità nel risolvere<br />

casi complessi gli fa abbandonare<br />

le pantofole per assistere le indagini<br />

della polizia di New York. Tra gli<br />

altri interpreti del serial: James Naughton<br />

è il detective Adam Sully, collega<br />

di vecchia data di Hanks; Rita Moreno<br />

ricopre il ruolo di Angie Corea, la<br />

governante di Guy; Lynn Whitfield<br />

veste i panni di Barbara Lorenz, la fidanzata<br />

del protagonista; Dante Beze è<br />

Dante, un giovane che vuole diventare<br />

un criminologo di fama come Hanks.<br />

William Link (Colombo) e David<br />

Black (Law and Order) sono i produttori<br />

esecutivi del <strong>telefilm</strong> insieme allo<br />

stesso Cosby, che firma con lo pseudonimo<br />

di William H. Cosby jr. L’attore è<br />

altresì l’autore della colonna sonora in<br />

compagnia di Craig Handy. Jeff Jarvis<br />

ha scritto su “Tv Guide”: “molte star,<br />

quando invecchiano, si dedicano inspiegabilmente<br />

ai serial gialli. Così è<br />

successo per Angela Lansbury, Andy<br />

Griffith, Dick Van Dyke; ora tocca a<br />

Bill Cosby, che rimane sempre un<br />

grande attore nonostante un ennesimo<br />

<strong>telefilm</strong> in cui si cerca l’assassino”.<br />

Cose dell’altro mondo (Out of this<br />

World) Con: Maureen Flannigan,<br />

Donna Pescow, Doug McClure, Joe<br />

Alaskey, Buzz Belmondo. Produzione:<br />

Usa, 1987, sit-com/fantastico, colore<br />

(96/30’).<br />

Una sit-com sci-fi di basso costo vede<br />

protagonista una teenager californiana<br />

206<br />

figlia di madre terrestre e padre alieno.<br />

Maureen Flannigan interpreta Evie<br />

Garland, ragazza dotata di poteri paranormali:<br />

è in grado di fermare il tempo,<br />

creare oggetti e trasportare se stessa<br />

da un posto all’altro. Donna Pescow<br />

è Donna Garland, la mamma della ragazza<br />

che gestisce una scuola per ragazzi<br />

“extra-normali”; Burt Reynolds<br />

presta la voce originale a Troy, il papà<br />

extraterrestre che vive sul pianeta Antareus<br />

e parla con sua figlia tramite un<br />

cubo di cristallo. Doug McClure veste<br />

i panni dell’ex attore Kyle Applegate,<br />

il sindaco di Marlowe, la cittadina della<br />

California dove si svolgono le vicende;<br />

Joe Alaskey è Beano Froelich,<br />

il fratello di Donna che, oltre a essere<br />

al corrente <strong>dei</strong> poteri di Evie, è proprietario<br />

di una clinica per dimagrire;<br />

Buzz Belmondo è semplicemente<br />

Buzz, il quale prende i discorsi alla lettera.<br />

Dal secondo ciclo i super-poteri<br />

della protagonista vengono messi in<br />

disparte, a favore della sua vita scolastica<br />

e amorosa. L’astronauta Scott<br />

Carpenter ha partecipato come assistente<br />

tecnico del serial. Tra le gueststars,<br />

due protagonisti di Happy Days<br />

quali Scott Baio (che di qualche episodio<br />

è pure regista) e Tom Bosley. Bob<br />

Booker è il produttore esecutivo e l’ideatore<br />

della serie, in quest’ultima veste<br />

insieme a John Boni. Il tema musicale,<br />

“Swinging on a Star” è una canzone<br />

del 1944.<br />

Così così (Another Day) Con: David<br />

Groh, Joan Hackett, Lisa Lindgren, Al<br />

Eisenmann, Hope Summers. Produzione:<br />

Usa, 1978, sit-com, colore<br />

(13/30’).<br />

Una coppia, due figli e la suocera, tutti<br />

sotto lo stesso tetto: ce n’è abbastanza<br />

per una sit-com familiare che vede<br />

protagonisti Don (David Groh) e


207 Costola di Adamo, La<br />

Ginny (Joan Hackett) Gardner, il primo<br />

direttore pubblicitario, la seconda<br />

impiegata presso un’agenzia di assicurazioni;<br />

i figli Kelly (Lisa Lindgren) e<br />

Mark (Al Eisenmann); Olive Gardner<br />

(Hope Summers), la madre invadente<br />

di Don. Al centro della sit-com emerge<br />

il desiderio del capo-famiglia di vivere<br />

alla grande, spesso al di sopra delle<br />

proprie possibilità finanziarie: yuppie<br />

dentro ma senza soldi per permetterselo.<br />

La serie creata da James Komack è<br />

prodotta da Paul Mason. Paul Williams<br />

è il compositore e cantante del<br />

tema musicale.<br />

Così è la vita (That’s Life) Con:<br />

Heather Paige Kent, Paul Sorvino, Ellen<br />

Burstyn, Debi Mazar, Kristin<br />

Bauer, Kevin Dillon, Sonny Marinelli,<br />

Peter Firth, Danielle Harris. Produzione:<br />

Usa, 2000, drammatico, colore<br />

(36/60’).<br />

All’età di 32 anni la sarcastica barista<br />

italo-americana Lydia DeLucca (Heather<br />

Paige Kent) sceglie di dare una svolta alla<br />

sua monotona vita nel New Jersey:<br />

molla il compagno di sempre e decide<br />

di tornare all’università. Il nuovo corso<br />

non incontra l’approvazione <strong>dei</strong> familiari<br />

e degli amici: il fidanzato (ormai<br />

ex) Lou Buttafucco (Sonny Marinelli)<br />

pensa che Lydia perda il suo<br />

tempo; papà Frank (Paul Sorvino)<br />

sembra più interessato alle partite <strong>dei</strong><br />

New York Giants; mamma Donny (Ellen<br />

Burstyn) preferirebbe un matrimonio<br />

risolutore, possibilmente con copia<br />

di nipotini; le migliori amiche, la<br />

parrucchiera Jackie (Debi Mazar) e<br />

Candie (Kristin Bauer), già Miss New<br />

Jersey, pensano che Lydia sia diventata<br />

pazza; il fratello poliziotto Paulie<br />

(Kevin Dillon) non manca occasione<br />

di prenderla in giro... La nostra incontra<br />

problemi anche all’università, so­<br />

prattutto con il professore di psicologia<br />

Victor Leski (Peter Firth), un<br />

ubriacone con il quale intrattiene una<br />

relazione, salvo poi essere mollata<br />

quando rifiuta di servirgli da bere all’Afterlife,<br />

il locale dove lei lavora come<br />

cameriera. Successivamente, Lydia<br />

apre con il fratello un ristorante (il<br />

“Cucina DeLucca”); Paulie, non senza<br />

difficoltà, si innamora di Plum Wilkinson<br />

(Danielle Harris), cacciata di casa<br />

dopo essere stata scoperta a letto con<br />

lui, e se la sposa. Anita W. Addison,<br />

Henry Bromell, Maddy Horne, Frank<br />

Renzulli e Lynn Marie Latham firmano<br />

da produttori esecutivi la serie, girata<br />

a Los Angeles e giunta in Italia solo<br />

nel 2004. Il tema musicale del primo<br />

ciclo, “That’s Life”, è composto da<br />

Dean Kay e Kelly Gordon; quello del<br />

secondo (“Learning As I Go”) dalla<br />

coppia Steve Punklett-Spencer Proffer<br />

ed è cantato dalla stessa Heather Paige<br />

Kent. Doug Savant (Melrose Place),<br />

Paolo Seganti (Largo Winch) e Clarence<br />

Clemons (il sassofonista della E<br />

Street Band di Bruce Springsteen),<br />

compaiono da guest-stars.<br />

Costa <strong>dei</strong> barbari, La Vedi Barbary<br />

Coast.<br />

Costola di Adamo, La (Adam’s<br />

Rib) Con: Ken Howard, Blythe Danner,<br />

socia di uno studio di avvocati.<br />

Ron Rifkin, Edward Winter, Dena<br />

Dietrich. Produzione: Usa, 1973, sitcom,<br />

colore (12/30’; 1/60’).<br />

Il film omonimo del 1949 di George<br />

Cukor con la coppia Spencer Tracy-<br />

Katharine Hepburn diventa serial. Al<br />

posto <strong>dei</strong> due mitici attori, nei panni di<br />

due avvocati da poco sposi: Ken<br />

Howard è Adam Bonner, assistente<br />

del procuratore distrettuale; Blythe<br />

Danner interpreta la moglie Amanda


Coupling 208<br />

Bonner, socia di uno studio di avvocati.<br />

Tra gli altri protagonisti: Ron<br />

Rifkin è Roy Mendelsohn, un altro assistente<br />

del procuratore; Edward Winter<br />

veste i panni dell’avvocato Kid<br />

Kipple; Dena Dietrich ricopre il ruolo<br />

di Grace Peterson, la segretaria di<br />

Amanda. Molti episodi riguardano il<br />

diritto delle donne (non per niente il<br />

50% degli autori è contraddistinto dal<br />

gentil sesso); una puntata è il remake<br />

del film, con Adam e Amanda uno<br />

contro l’altro in aula: il primo accusa<br />

una donna di aver sparato al marito fedifrago,<br />

la seconda la difende. Ruth<br />

Gordon e Garson Kanin sono i creatori<br />

del <strong>telefilm</strong> insieme a Peter Hunt, il<br />

quale compare anche nelle vesti di<br />

produttore e regista. La colonna sonora<br />

è composta da Perry Botkin jr.; autore<br />

altresì del tema musicale “Two<br />

People” insieme a Gil Garfield.<br />

Coupling (Id.) Con: Sarah Alexander,<br />

Jack Davenport, Gina Bellman,<br />

Kate Isitt, Ben Miles, Richard Coyle,<br />

Richard Mylan. Produzione: Gran<br />

Bretagna, 2000, sit-com, colore<br />

(28/30’).<br />

Un po’ Friends (1994), un po’ Sex and<br />

the City (1998), con l’aggiunta del sarcasmo<br />

tipicamente inglese: sarà riduttivo,<br />

ma è quello che appare di primo<br />

acchito alla visione di questa sit-com,<br />

che racconta le vicende di un gruppo di<br />

ragazzi thirtysomething alla ricerca<br />

dell’amore (del sesso) e della felicità<br />

(anche per una notte). Sei personaggi<br />

single in cerca di relazioni convincenti,<br />

ritorni di fiamma, sveltine nel bagno,<br />

incontri che più al buio non si<br />

può: con il taglio disincantato e disinibito<br />

della fiction più attuale, il <strong>telefilm</strong><br />

accende in realtà i riflettori sull’unica<br />

àncora di salvezza della società di oggi,<br />

ovvero l’amicizia, che da sola può<br />

alleviare i piccoli e i grandi drammi.<br />

Sul divano o al pub, si incontrano in<br />

circolo i vari personaggi: la sexy e disinibita<br />

Susan Walker (Sarah Alexander),<br />

donna in carriera in attesa di un figlio<br />

dal fidanzato Steve Taylor (Jack<br />

Davenport), considerato dai suoi amici<br />

la voce della ragione nonostante il<br />

suo “animo bastardo” (è uscito per la<br />

prima volta con Susan mentre stava intrattendendo<br />

una relazione sessuale<br />

con Jane); quest’ultima rifiuta di essere<br />

scaricata da Steve e, da abile manipolatrice,<br />

continua a propinargli sesso<br />

a volontà, salvo cadere in depressione<br />

quando non è al centro dell’attenzione;<br />

l’insicura e vanitosa Sally Harper (Kate<br />

Isitt), la migliore amica di Susan,<br />

che lavora come estetista ed è ossessionata<br />

dall’età che avanza e dal pericolo<br />

delle rughe; l’unico che riesce a<br />

darle “conforto” è lo sgamato Patrick<br />

Maitland (Ben Miles), il quale probabilmente<br />

non è il più intelligente del<br />

gruppo ma, quando è con l’altro sesso,<br />

confida in altri “argomenti”; Jeff Murdoch<br />

(Richard Coyle) è letteralmente<br />

“un adolescente intrappolato in un corpo<br />

di adulto”, perennemente insoddisfatto<br />

di sé stesso e con un rapporto<br />

edipico mai risolto che lo rende un<br />

“paranoico del sesso”. Più avanti, al<br />

posto di Jeff entra in scena Oliver Morris<br />

(Richard Mylan), tornato single dopo<br />

sette anni, che ha acquistato di fresco<br />

un megatelevisore che gli permette<br />

di gustarsi meglio i film porno e, forse,<br />

di dimenticare la fidanzata che, con<br />

spirito assai crudele, lo definiva “un<br />

incrocio tra un fratello e una sorella”.<br />

Ottime le critiche della stampa inglese:<br />

“C’era davvero bisogno di un’altra<br />

sit-com interpretata da un gruppo di<br />

ragazzi che fanno sesso, pensano al<br />

sesso e parlano di sesso? Dopo aver visto<br />

la serie, assolutamente sì” (The


209 Cowboy in Africa<br />

Mirror”); “Arguta e ben scritta, perfidamente<br />

divertente”, secondo “The<br />

Guardian”; anche se, nota “The Times”:<br />

“Il tono è decisamente più disincantato<br />

e audace rispetto a quello che siamo<br />

abituati per una fiction inglese di prima<br />

serata”. Il <strong>telefilm</strong>, ideato e scritto<br />

da Steven Moffat e prodotto da Sophie<br />

Clarke-Jervoise, Geoffrey Perkins e<br />

Beryl Vertue, si è aggiudicato il Silver<br />

Rose di Montreaux (2001) e, in patria,<br />

un British Comedy Award (2003); in<br />

America è stato tradotto in una serie televisiva<br />

omonima che avrebbe dovuto<br />

raccogliere l’eredità di Friends sulla<br />

NBC, salvo poi rivelarsi un flop e venire<br />

cancellato dopo 4 episodi. La colonna<br />

sonora è composta da Simon Brint. Tra<br />

i volti noti di passaggio, la giornalista<br />

editorialista Mariella Frostrup nei panni<br />

di sé stessa.<br />

Cover Up (Id.) Con: Jennifer O’­<br />

Neill, Jon-Erik Hexum, Richard Anderson,<br />

Mykel T. Williamson, Antony<br />

Hamilton, Ingrid Anderson, Irena Ferris,<br />

Dana Sparks, Kimberly Foster.<br />

Produzione: Usa, 1984, avventura, colore<br />

(22/60’).<br />

Si tratta di una rivisitazione di Le spie<br />

(1965), la fortunata serie di spionaggio<br />

americana che raccontava le avventure<br />

di due agenti segreti che andavano in<br />

giro per il mondo a realizzare “missioni<br />

impossibili”. Qui la coppia di 007<br />

assume l’identità di Dani Reynolds<br />

(Jennifer O’Neill) e di Mac Harper<br />

(Jon-Erik Hexum): la prima si spaccia<br />

per una fotografa di moda, il secondo<br />

per il suo fotomodello preferito. In<br />

realtà Mac è un ex berretto verde multilingue<br />

con cintura nera di karate; Dani<br />

è rimasta vedova dopo l’omicidio<br />

del marito e si è arruolata in cerca di riscatto.<br />

Con la scusa di viaggiare in<br />

continuazione per i servizi fotografici,<br />

i due hanno il compito di salvare, a<br />

ogni latitudine, gli americani che si<br />

trovano in pericolo. Inutile dire, vista<br />

l’ambientazione, che la coppia si circonda<br />

di (vere) modelle mozzafiato:<br />

Ingrid Anderson, Irena Ferris, Dana<br />

Sparks e Kimberly Foster interpretano<br />

rispettivamente le fotomodelle Gretchen,<br />

Billie, Ashley e Kim. Richard<br />

Anderson è Henry Towler, il capo <strong>dei</strong><br />

due protagonisti; Mykel T. Williamson<br />

veste i panni di Rick, l’assistente di<br />

Dani. Il 12 ottobre del 1984 Hexum,<br />

giocando con una pistola di scena, si<br />

sparò accidentalmente alla testa, morendo<br />

pochi giorni dopo; il suo cuore<br />

venne trapiantato in un paziente che<br />

versava in critiche condizioni; al termine<br />

dell’episodio successivo, Richard<br />

Anderson lesse un tributo al collega<br />

ma pronunciò male il suo nome.<br />

Dopo la morte di Hexum i produttori<br />

lo hanno sostituito con l’attore australiano<br />

Anthony Hamilton, che assume<br />

l’identità di Jack Striker. Glen A. Larson<br />

è il creatore e produttore esecutivo<br />

della serie. Le musiche sono di J.A.C.<br />

Redford e Morton Stevens. La copertura<br />

dell’agenzia fotografica di moda è<br />

stata riutilizzata in Acapulco H.E.A.T.<br />

(1993).<br />

Cowboy in Africa (Id.) Con: Chuck<br />

Connors, Tom Nardini, Ronald Howard,<br />

Gerald B. Edwards. Produzione:<br />

Usa, 1967, avventura, colore (26/60’).<br />

Serie avventurosa che racconta la<br />

“nuova vita” del cowboy da rodeo Jim<br />

Sinclair (Chuck Connors), che decide<br />

di mollare le gare per trasferirsi in<br />

Kenya, dove lo attende un ambizioso<br />

progetto nella natura selvaggia: un safari<br />

per la cattura degli animali feroci.<br />

Tom Nardini interpreta John Henry,<br />

l’amico navajo che accompagna Jim<br />

nella trasferta africana; Ronald Ho­


Creature grandi e piccole<br />

ward veste i panni del comandante<br />

Hayes, il miliardario che ha ingaggiato<br />

Sinclair; Gerald B. Edwards è Samson,<br />

il ragazzo keniota di dieci anni<br />

che stringe amicizia con Jim e John.<br />

Co-protagonista nel <strong>telefilm</strong> è anche<br />

una docile zebra chiamata originariamente<br />

Pajama, così tranquilla da farsi<br />

montare in groppa da una scimmia. La<br />

serie è stata girata in gran parte in Africa,<br />

mentre in America le riprese sono<br />

state effettuate a Los Angeles. Anne<br />

Baxter e Louis Gossett jr. compaiono<br />

quali guest-stars. La società di Ivan<br />

Tors contrassegna il <strong>telefilm</strong> che si<br />

ispira ad altri due titoli firmati dal<br />

produttore: il serial Daktari e la pellicola<br />

Africa, Texas Style (inedita in<br />

Italia).<br />

Creature grandi e piccole (All<br />

Creatures Great and Small) Con: Christopher<br />

Timothy, Robert Hardy, Peter<br />

Davison, Carol Drinkwater. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1978, avventura,<br />

colore (88/60’; 3/90’).<br />

James Herriott (Christopher Timothy)<br />

è un veterinario del 1930 che fa praticantato<br />

nello Yorkshire Dales al fianco<br />

di Siegfried Farnon (Robert Hardy) e<br />

del di lui fratello, l’inetto Tristan (Peter<br />

Davison). Dopo una serie di avventure<br />

che coinvolgono in parallelo uomini<br />

e animali, dopo il matrimonio di<br />

Herriot con Helen Alderson (Carol<br />

Drinkwater), il protagonista e Tristan<br />

partono per la guerra. L’ideatore della<br />

serie è Johnny Byrne; Bill Sellars firma<br />

da produttore; Jack Watkinson è<br />

stato ingaggiato sul set quale consulente<br />

veterinario. Il serial trae origine<br />

dal romanzo omonimo di James Herriott<br />

e da un film del 1974 (All Creatures<br />

Great and Small, inedito in Italia);<br />

nel 1978 la pellicola ha conosciuto un<br />

seguito con It Shouldn’t Happen to a<br />

210<br />

Vet (anch’essa inedita); nel 1988 è stato<br />

girato un sequel sul piccolo schermo<br />

che racconta gli anni dopo la guerra<br />

con l’entrata in scena di un veterinario<br />

scozzese. Nonostante le vicende siano<br />

ambientate nella cittadina di Darrowby,<br />

le riprese sono state effettuate<br />

ad Askrigg. Bill Sellars firma da produttore.<br />

Créatures du bon Dieu, Les (Id.)<br />

Con: interpreti vari. Produzione: Francia/Italia,<br />

1967, sit-com, b/n.<br />

Prodotta dalla francese ORTF e dall’italiana<br />

Mondial Films, la sit-com è andata<br />

in onda in patria anche con il titolo<br />

di Histoires d’animaux. Tra le gueststars,<br />

Achille Zavatta, Jean Richard,<br />

Patrick Préjean e Jacques Préboist.<br />

Crescere che fatica (Boy Meets<br />

World) Con: Ben Savage, William<br />

Russ, Betsy Randle, Will Friedle, Lily<br />

Nicksay, William Daniels, Rider<br />

Strong, Lee Norris, Danielle Fishel,<br />

Anthony Tyler Quinn, Danny Mc-<br />

Nulty. Produzione: Usa, 1993, sit-com,<br />

colore (158/30’).<br />

La storia è quella dell’undicenne Cory<br />

Matthews (Ben Savage), alle prese<br />

con i primi turbamenti adolescenziali e<br />

i primi compiti in classe. Al suo fianco<br />

sotto il tetto di casa: il padre Alan (William<br />

Russ), a capo di un supermercato;<br />

la madre Amy (Betsy Randle); Eric<br />

(Will Friedle), il fratello maggiore di<br />

Cory; la sorellina Morgan (Lily Nicksay).<br />

Fuori dalle mura domestiche,<br />

fanno la loro comparsa: il professor<br />

George Feeny (William Daniels), che<br />

abita di fianco ai Matthews; Shawn<br />

Turner (Rider Strong), il migliore amico<br />

del protagonista; i compagni di<br />

classe Minkus (Lee Norris) e Topanga<br />

(Danielle Fishel), quest’ultima destinata<br />

a diventare la fidanzatina di Cory.


211 Crime Story<br />

Nel secondo ciclo gli studenti passano<br />

alle medie, mentre Feeny diventa il vice-preside<br />

della scuola. Al cast si aggiungono<br />

in corsa Anthony Tyler<br />

Quinn nei panni di Jonathan Turner, il<br />

padre di Shawn e Danny McNulty in<br />

quelli di Harley Kiner, il bullo della<br />

classe. I produttori esecutivi della serie<br />

sono David Kendall, Bob Young e Michael<br />

Jacobs, quest’ultimo altresì cocreatore<br />

insieme ad April Kelly. La colonna<br />

sonora è affidata a Ray Colcord.<br />

Yasmine Bleeth (Baywatch) interpreta<br />

sé stessa in una puntata. La scuola al<br />

centro delle vicende è la John Adams<br />

High School di Los Angeles. Ben Savage<br />

è il fratello minore di Fred, protagonista<br />

di quel Blue Jeans (1988) che<br />

sembra avere più di una “parentela”<br />

con questa serie.<br />

Cribb (Id.) Con: Alan Dobie, William<br />

Simons, David Waller. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1980, poliziesco, colore<br />

(13/60’; 1/90’).<br />

Tratto dai romanzi di Peter Lovesey, il<br />

serial racconta le indagini del sergente<br />

della polizia di Scotland Yard Cribb<br />

(Alan Dobie) nella Londra Vittoriana<br />

del XIX secolo, quando per le strade<br />

scorrazzava Jack lo Squartatore. Al<br />

fianco dell’impassibile protagonista,<br />

tra le fila del Criminal Investigation<br />

Department, si fanno notare: il detective<br />

Thackeray (William Simons) e<br />

l’ispettore-capo Jowett (David Waller).<br />

June Wyndham-Davies e Peter<br />

Eckersley producono per la Granada<br />

Television una serie che tenta di ricostruire<br />

fedelmente l’ambientazione<br />

descritta nei racconti dello zelante Lovesey.<br />

Tanto per dire, trova spazio anche<br />

la figura dell’elefante Jumbo, vedette<br />

del Circo Barnum che all’epoca<br />

faceva tappa in città. Il <strong>telefilm</strong> è stato<br />

anticipato da un film-tv nel 1979.<br />

Cri-Cri Vedi Arriva Cristina.<br />

Crime Story (Id.) Con: Dennis Farina,<br />

Anthony Denison, Stephen Lang,<br />

Darlanne Flugel, Bill Smitrovich, Steve<br />

Ryan, Bill Campbell, Paul Butler,<br />

John Santucci. Produzione: Usa, 1986,<br />

poliziesco, colore (43/60’).<br />

SUPERCULT<br />

“Dopotutto i polizieschi non si differenziano<br />

molto uno dall’altro. Ma una<br />

cosa è certa: Crime Story è il migliore<br />

di tutti”: così il “Time” all’indomani<br />

della prima puntata in onda in America<br />

nel settembre del 1986. In realtà il <strong>telefilm</strong><br />

firmato da Michael Mann (Miami<br />

Vice) è una sorta di lungometraggio a<br />

puntate che vede protagonisti un polizotto,<br />

i suoi uomini e i gangster che<br />

combattono quotidianamente. La serie<br />

si apre a Chicago nel 1963, dove il tenente<br />

Mike Torello (Dennis Farina), a<br />

capo della squadra speciale anticrimine,<br />

ha un solo scopo nella vita: quello<br />

di incastrare Ray Luca (Anthony Denison),<br />

un giovane turco che sta acquistando<br />

sempre più potere nella malavita<br />

organizzata, un delinquente senza<br />

legge che non rispetta neanche quella<br />

<strong>dei</strong> clan da cui proviene. “Sarò ovunque<br />

tu vada e se succederà qualcosa ai<br />

miei ragazzi l’ultima faccia che vedrai<br />

sarà la mia”, minaccia Torello rivolgendosi<br />

a Luca. Proprio la lotta a tutto<br />

campo del tenente contro l’astuto criminale<br />

diventa il leit motiv del serial:<br />

tanto è passionale e ossessionato dalla<br />

giustizia il primo, tanto è freddo e determinato<br />

il secondo. I confini tra il<br />

Bene e il Male svaniscono: Torello minaccia<br />

fisicamente i testimoni, picchia<br />

la moglie Julie (Darlanne Flugel) in<br />

scenate di gelosia, mente pur di incastrare<br />

i colpevoli; una sorta di anti-eroe<br />

con la faccia butterata (come quella di<br />

Edward James Olmos in Miami Vice di


Crimini misteriosi<br />

Mann), che piange la morte di un collega<br />

giurando vendetta. Pur di ammanettare<br />

Luca, il protagonista coinvolge<br />

anima e corpo i suoi uomini: il sergente<br />

Danny Krycheck (Bill Smitrovich),<br />

gli investigatori Nate Grossman (Steve<br />

Ryan), Joey Indelli (Bill Campbell),<br />

Walter Clemmons (Paul Butler).<br />

Stephen Lang interpreta il pubblico<br />

ministero David Abrams, un avvocato<br />

liberal; John Santucci veste i panni di<br />

Paulie Taglia, il braccio destro di Ray<br />

Luca. A metà della prima stagione Torello<br />

divorzia dalla moglie; Luca e Taglia<br />

lasciano Chicago per Las Vegas.<br />

David Caruso compare nel ruolo di<br />

Johnny O’Donnell, Jon Polito è Phil<br />

Bartoli. Il primo ciclo si chiude in modo<br />

rocambolesco: inseguiti dai federali,<br />

i due malviventi si rifugiano in quello<br />

che dovrebbe essere un posto sicuro<br />

nel Nevada, salvo poi scoprire che la<br />

zona viene utilizzata per alcuni esperimenti<br />

nucleari; Luca fugge allora in un<br />

paese del Sudamerica, sempre inseguito<br />

dall’infaticabile Torello. Prima<br />

di diventare attore Dennis Farina ha<br />

vestito per diciotto anni la divisa di poliziotto<br />

a Chicago; John Santucci è stato<br />

un criminale vero. Ma non sono le<br />

due sole note autobiografiche: il soggetto<br />

è scritto da Chuck Adamson, ex<br />

detective della polizia di Chicago ed<br />

ex capo di Farina. L’ottima fotografia<br />

di James Contner; le ambientazioni<br />

notturne e piovose di Chicago contrapposte<br />

a quelle luccicanti di Las Vegas,<br />

teatri di scontri non solo a fuoco, ma<br />

anche di struggenti conflitti interiori;<br />

le musiche DOC di Todd Rundgren (Del<br />

Shannon reinterpreta “Runaway” nella<br />

sigla iniziale); i cameo di Julia Roberts,<br />

Kevin Spacey, Christian Slater,<br />

Miles Davis, Paul Anka, Vincent Gallo<br />

e Pam Grier: sono alcuni degli ingredienti<br />

che fanno di questo <strong>telefilm</strong>, co­<br />

212<br />

stato un milione e mezzo di dollari a<br />

puntata, un piccolo gioiello sottovalutato.<br />

Tra i vari registi che si alternano:<br />

lo stesso Micheal Mann (nel 21esimo<br />

episodio), Mimi Leder, Gary Sinise e<br />

David Soul (gli ultimi due compaiono<br />

anche da guest-stars). La puntata-pilota,<br />

diretta da Abel Ferrara, è un capolavoro<br />

da videoteca.<br />

Crimini misteriosi (Unsub) Con:<br />

David Soul, M. Emmet Walsh, Joe<br />

Maruzzo, Jennifer Hetrick. Produzione:<br />

Usa, 1989, poliziesco, colore<br />

(8/60’).<br />

La tecnologia al servizio della polizia<br />

per scovare i colpevoli, partendo dal<br />

presupposto che un delitto non è mai<br />

perfetto e una traccia viene sempre lasciata:<br />

il <strong>telefilm</strong> racconta i casi presi<br />

in esame dalla sezione di Scienze<br />

Comportamentali del Dipartimento di<br />

Giustizia, che vanta i mezzi e le tecniche<br />

più all’avanguardia per incastrare i<br />

serial killer. David Soul (Starsky&Hutch)<br />

interpreta Wes Grayson<br />

detto “Westy”, che viene affiancato da<br />

Ned Platt (M. Emmet Walsh), Tony<br />

D’Agostino (Joe Maruzzo) e Ann Madison<br />

(Jennifer Hetrick). Il titolo originale<br />

del serial – Unsub – è l’abbreviazione<br />

di “Unknown Subject”, il termine<br />

con il quale Grayson e colleghi indicano<br />

i criminali nei loro rapporti. La<br />

serie prodotta e scritta da Stephen J.<br />

Cannell è stata girata interamente a<br />

Vancouver e anticipa di più di una decade<br />

le indagini al microscopio di<br />

C.S.I. - Scena del crimine (2000): forse<br />

non è un caso che Paul Guilfoyle, colui<br />

che avrebbe poi interpretato il capitano<br />

Jim Brass al fianco di Grissom,<br />

compaia da guest-star nella puntatapilota.<br />

La colonna sonora e il tema musicale<br />

sono composti da Mike Post.<br />

David J. Burke firma da produttore


213 Crossing Jordan<br />

esecutivo. Kevin Spacey illumina la<br />

serie con un cameo.<br />

Crisis,The (Kraft Suspense Theatre)<br />

Con: interpreti vari. Produzione: Usa,<br />

1963, thriller, colore (60/60’).<br />

Serie antologica di suspense ricca di<br />

star teatrali in trasferta da Broadway e<br />

volti noti cinematografici. Un giovane<br />

Robert Altman dirige tre episodi. Roy<br />

Huggins firma da produttore. Tra le<br />

guest-stars del serial fanno la loro<br />

comparsa Tippi Hedren, Lee Marvin,<br />

Lloyd Bridges, Vera Miles, Gena<br />

Rowlands e Gloria Swanson. Bernard<br />

Herrmann compone la colonna sonora<br />

di una puntata; Franz Waxman e John<br />

Williams stendono note sugli altri pentagrammi.<br />

L’incontro tra Williams e<br />

Altman fece iniziare un sodalizio di<br />

coppia che si rinnovò nei film Images<br />

(1972) – che procurò al compositore<br />

una nomination all’Oscar – e Il lungo<br />

addio (1973). Il titolo originale annovera<br />

la presenza del nome della catena<br />

alimentare che in America ha sponsorizzato<br />

la serie. Le riprese sono state<br />

effettuate a Hollywood. Una puntata<br />

della serie ha successivamente dato vita<br />

al <strong>telefilm</strong> I giorni di Bryan (1965).<br />

Cristina Vedi Arriva Cristina.<br />

Cristina, l’Europa siamo noi Con:<br />

Cristina D’Avena, Giulia Franzoso,<br />

Elena Todesco, Gianni Mantesi, Miriam<br />

Crotti, Giancarlo Ratti, Gianluca<br />

Franciosi, Andrea Ferrario, Graziella<br />

Porta, Francesca Vettori, Tosawi Zoia<br />

Piovani, Giancarlo Teodori, Sabrina<br />

Paravicini, Emanuela Giordano, Luigi<br />

Rosa, Sante Calogero. Produzione:<br />

Italia, 1991, sit-com/musicale, colore<br />

(36/30’).<br />

Dopo Arriva Cristina, Cristina e Cri-<br />

Cri, Cristina D’Avena cambia città e<br />

cast. Delle tre serie precedenti “sopravvive”<br />

la sola Francesca (Giulia<br />

Franzoso), la sorella di Cristina. Le<br />

due ragazze vanno a vivere a casa del<br />

nonno di Giulia (Elena Todesco), l’amica<br />

inseparabile di Francesca. Nonno<br />

Leo (Gianni Mantesi) è un appassionato<br />

di enigmistica e di aviazione;<br />

nonna Arabella (Miriam Crotti) è<br />

un’ex insegnante di pianoforte. La loro<br />

casa diventa il punto di ritrovo di tutti i<br />

protagonisti: Gianni (Giancarlo Ratti),<br />

il figlio di Arabella e Leo; Tommy<br />

(Gianluca Franciosi), il figlio undicenne<br />

di Gianni; Alex (Andrea Ferrario),<br />

l’amico di Cristina; Ida (Graziella Porta),<br />

la colf; Margherita (Francesca Vettori),<br />

che ha una figlia undicenne, Caterina<br />

(Tosawi Zoia Piovani). Edoardo<br />

(Giancarlo Teodori) è il direttore di<br />

una rete televisiva dove lavorano tra<br />

gli altri Susy (Sabrina Paravicini), Maria<br />

Pia (Emanuela Giordano), Jim<br />

(Luigi Rosa) e Ugo (Sante Calogero).<br />

Come per le altre tre serie, Alessandra<br />

Valeri Manera e Stefano Vicario firmano<br />

l’ideazione e la sceneggiatura.<br />

Crossing Jordan (Id.) Con: Jill Hennessy,<br />

Miguel Ferrer, Ravi Kapoor,<br />

Kathryn Hahn, Steve Valentine, Jerry<br />

O’Connell, Mahershalalhashbaz Ali,<br />

Ken Howard, Alex McKenna, Susan<br />

Gibney, Lorraine Toussaint, Michael T.<br />

Weiss. Produzione: Usa, 2001, poliziesco,<br />

colore (79/60’).<br />

Jordan Cavanaugh (Jill Hennessy) è<br />

una sorta di figlia seriale di Quincy<br />

(1976): anche lei medico legale che non<br />

si ferma alle autopsie da obitorio e finisce<br />

per spingersi in indagini oltre l’apparenza.<br />

Dopo aver gettato alle ortiche<br />

la carriera avviata a Los Angeles, la nostra<br />

torna nella natia Boston sotto l’ala<br />

protettiva del mentore dottor Garret<br />

Macy (Miguel Ferrer), il quale non può


C-16 F.B.I. 214<br />

che assecondare la di lei sete di giustizia<br />

nei confronti delle vittime che le<br />

vengono assegnate (in realtà, anche<br />

per quelle che non le vengono sottoposte).<br />

Per Jordan spesso anche l’evidenza<br />

nasconde un buco nero, le leggi<br />

hanno sempre una via di fuga che permette<br />

di scovare il colpevole. Il dottor<br />

Mahesh Vijayaraghavensatyanaryanamurthy<br />

detto “Bug” (Ravi Kapoor) è un<br />

timido entomologo di Liverpool invaghito,<br />

non corrisposto, di Jordan; Lily<br />

Lebowski (Kathryn Hahn) è la patologa<br />

che ha intrecciato una relazione con<br />

Macy (è finita quando lui è tornato dalla<br />

ex moglie per un breve periodo); il dottor<br />

Nigel Townsend (Steve Valentine) è<br />

il criminologo inglese dallo humour tagliente<br />

e una conoscenza pressoché<br />

universale; il detective Woody Hoyt<br />

(Jerry O’Connell) è sovente al fianco di<br />

Jordan non solo per aiutarla nei casi che<br />

affronta: nel giorno del suo compleanno<br />

lui le regala un anello di diamanti ma<br />

lei lo rifiuta, preferendo una meno complicata<br />

amicizia; il dottor Trey Sanders<br />

(Mahershalalhashbaz Ali) è un praticante<br />

che abbandona la serie dopo la<br />

prima stagione; Max Cavanaugh (Ken<br />

Howard) è il padre di Jordan, un poliziotto<br />

in pensione che nasconde uno<br />

scheletro nell’armadio: l’omicidio mai<br />

risolto della moglie, la madre della protagonista,<br />

quando questa era bambina;<br />

Abby (Alex McKenna) è la figlia con<br />

problemi di droga di Macy; Renee Walcott<br />

(Susan Gibney) è la procuratrice distrettuale<br />

che si scontra in più di un’occasione<br />

con Jordan; Elaine Duchamps<br />

(Lorraine Toussaint) è assegnata contro<br />

la sua volontà dalla Walcott all’ufficio<br />

di Macy. Nel corso delle puntate, Jordan<br />

viene a capo dell’assassinio della<br />

madre, avvenuto nel 1979: la donna rimase<br />

vittima di un giro di corruzione<br />

che vedeva coinvolti suo padre e il fra­<br />

tellastro scomparso James Horton (Michael<br />

T. Weiss). La serie ideata e prodotta<br />

da Tim Kring s’ispira in realtà alle<br />

gesta di Michael Baden, il patologo forense<br />

di New York divenuto celebre per<br />

aver acceso i riflettori sui casi di Nicole<br />

Simpson, Sunny von Bulow e Jon Benet<br />

Ramsey; Baden è tra l’altro consulente<br />

tecnico del <strong>telefilm</strong>, che ha subito<br />

una pausa nella stagione 2003-2004 per<br />

via della gravidanza di Jill Hennessy ed<br />

è tornato in onda sull’NBC il 9 marzo<br />

2004. Ferrer cura talvolta anche la regia.<br />

La colonna sonora e il tema musicale<br />

sono composti da Wendy (Melvoin)<br />

e Lisa (Coleman). Tra le gueststars<br />

di passaggio: Leslie Bibb, Gina<br />

Gershon, Henry Winkler, Sandra<br />

Bernhard, Chris Noth, Lindsay Frost,<br />

Mariel Hemingway. Nel settimo episodio<br />

del quarto ciclo si registra un crossover<br />

con Las Vegas: Jordan si trasferisce<br />

a indagare nella capitale americana<br />

del divertimento a “stelle e strisce”. Il<br />

<strong>telefilm</strong> si è aggiudicato un tris di ASCAP<br />

Awards. Ospite del terzo Telefilm Festival,<br />

Jill Hennessy ha tracciato un identikit<br />

del personaggio da lei interpretato:<br />

“Jordan è una donna forte e testarda,<br />

tanto da risultare talvolta antipatica.<br />

Tuttavia non è stato difficile interpretarla:<br />

è ribelle e indipendente come me”.<br />

C-16 F.B.I. (Id.) Con: Eric Roberts,<br />

D.B. Sweeney, Zach Grenier, Christine<br />

Tucci, Morris Chestnut, Angie Harmon.<br />

Produzione: Usa, 1997, poliziesco,<br />

colore (13/60’).<br />

Acapo della 16esima Squadra della Divisione<br />

Criminale dell’F.B.I. di Los Angeles<br />

– detta in gergo C-16 – c’è il duro<br />

John Olansky (Eric Roberts). Look alla<br />

Serpico, modi spicci per scavalcare la<br />

burocrazia, apparentemente tutto d’un<br />

pezzo, egli è a capo di un team affiatato<br />

e preparato: l’effemminato Scott Stod­


215 C.S.I.:Miami<br />

dard (D.B. Sweeney); lo scafato Jack<br />

DiRado (Zach Grenier); la mamma single<br />

Annie Rooney (Christine Tucci); le<br />

reclute Mal Robinson (Morris Chestnut)<br />

e Amanda Reardon (Angie Harmon);<br />

tutti loro sono chiamati ad affrontare<br />

casi delicati di rapimento, terrorismo,<br />

rapine con ostaggi, avvalendosi<br />

delle armi più moderne e le più avanzate<br />

apparecchiature tecnologiche. Se<br />

quasi tutti gli episodi si concludono con<br />

sparatorie ed esplosioni, le prime puntate<br />

sono state trasmesse dalla ABC come<br />

se fossero in cinemascope. Michael<br />

Duggan, Brad Grey e Michael E. Robin<br />

firmano da produttori esecutivi. David<br />

Bergeaud compone la tambureggiante<br />

colonna sonora.<br />

C.S.I.: Miami (Id.) Con: David Caruso,<br />

Kim Delaney, Emily Procter, Rory<br />

Cochrane, Adam Rodriguez, Khandi<br />

Alexander, Sofia Milos, Jonathan Togo.<br />

Produzione: Usa, 2002, poliziesco,<br />

colore (72/60)’.<br />

CULT<br />

Dall’altra parte dell’America, a 4600<br />

miglia da Las Vegas, si muore lo stesso.<br />

Una pallottola in fronte, una coltellata a<br />

tradimento, un salto dal quinto piano e<br />

finisci di respirare come nella città delle<br />

mille luci. Ma a Miami è tutta un’altra<br />

storia. Certo, anche sotto le palme di<br />

Ocean Drive si isola la scena del crimine<br />

per le indagini della Scientifica, anche<br />

qui i cadaveri possono “parlare”<br />

grazie alle tracce lasciate sul luogo del<br />

delitto, ma quando arriva Horatio Caine<br />

è meglio farsi da parte… Lo spin-off di<br />

C.S.I.: Scena del crimine vede protagonista<br />

un rinato David Caruso in stato di<br />

grazia: il detective a cui dà vita non è<br />

strano: è solo stronzo di natura, gli viene<br />

naturale. Quando arriva sul luogo del<br />

crimine si toglie gli occhiali da sole,<br />

lancia un’occhiata al cadavere, scruta<br />

l’orizzonte con le mani sui fianchi e poi<br />

gira i tacchi. Cosa pensi, nessuno lo sa.<br />

Forse ha capito, forse sta riflettendo da<br />

dove partire. Più che polverine magiche<br />

e lenti d’ingrandimento, lui sfodera<br />

l’intuito, l’esperienza, il fiuto. Annusa<br />

la scia <strong>dei</strong> sospetti, delle ipotesi, scava<br />

nel passato di vittime e conoscenti; come<br />

un segugio addenta la preda e non la<br />

molla più. Interroga gli informatori a<br />

“muso duro”, pesta i piedi ai politici e<br />

alle persone in vista, pigia l’acceleratore<br />

anche a costo di fondere il motore.<br />

Un bulldozer: nessuno lo ferma. Televisivamente<br />

parlando, sembra la versione<br />

no-glamour di Sonny Crockett, un altro<br />

detective che a Miami (Vice) ne ha viste<br />

di tutti i colori. Dopo il detective John<br />

Kelly di NYPD – New York Police Department<br />

(1993), Caruso dà vita a un altro<br />

investigatore sui generis, forse il più<br />

cinico (ma solo in apparenza) della fiction<br />

seriale più recente. Per le vie della<br />

città, Caine sguinzaglia i suoi fedeli collaboratori:<br />

la bella Calleigh Duquesne<br />

(Emily Procter) è una esperta di balistica<br />

che parla alla perfezione lo spagnolo,<br />

lingua assai utile nelle indagini; Tim<br />

Speedle (Rory Cochrane) scarpina on<br />

the road alla ricerca d’informazioni e<br />

soffiate; Eric Delko (Adam Rodriguez)<br />

è la massima autorità per cercare un ago<br />

nelle acque della Florida. Accanto a loro<br />

si stagliano le figure del coroner fuori<br />

di testa Alex Woods (Khandi Alexander)<br />

e, soprattutto, di Megan Donner<br />

(Kim Delaney, già al fianco di Caruso<br />

in NYPD), di ritorno all’Unità C.S.I. dove<br />

incontra nuovamente Caine, con il<br />

quale riallaccia un rapporto non proprio<br />

idilliaco. Stando ai gossip, anche tra<br />

Delaney e Caruso non correva buon<br />

sangue: Donner finisce ben presto per<br />

trasferirsi e il suo posto viene preso dalla<br />

detective Yelina Salas (Sofia Milos) e<br />

dal nuovo arrivato Ryan Wolfe (Jo­


C.S.I.: Scena del crimine<br />

nathan Togo). Già sesto programma più<br />

visto della stagione 2002-2003 in America<br />

(al primo posto si è piazzata la serie-madre<br />

C.S.I.: Scena del crimine),<br />

C.S.I.: Miami presenta alcune differenze<br />

rispetto al <strong>telefilm</strong> da cui trae origine.<br />

Se a Las Vegas s’indossano i guanti per<br />

verificare il DNA e svolgere le autopsie,<br />

a Miami si preferisce “sporcarsi le mani”<br />

sul campo, basandosi più sull’esperienza<br />

umana che su quella scientifica.<br />

Di riflesso, Grissom e Caine sono all’opposto:<br />

tanto è freddo e compassato<br />

il primo, tanto risulta passionale e irascibile<br />

il secondo; li unisce apparentemente<br />

solo un aspetto: la solitudine che<br />

li porta a tuffarsi a capofitto nel lavoro.<br />

Se all’ombra delle slot-machine i protagonisti<br />

sono ritratti quasi esclusivamente<br />

sui luoghi <strong>dei</strong> delitti o in laboratorio,<br />

sotto il sole di Miami i personaggi appaiono<br />

più ombreggiati, più a tutto tondo<br />

e con più sfumature. Il cast tecnico è<br />

praticamente identico a quello di C.S.I.:<br />

Scena del crimine: la serie è ideata da<br />

Anthony E. Zuiker, Carol Mendelsohn<br />

e Ann Donahue, altresì produttori esecutivi<br />

al fianco di Jerry Bruckheimer,<br />

Nancy Miller, Jonathan Littman, David<br />

Black e Sam Strangis. Se nel serial originario<br />

il tema musicale era la classica<br />

“Who Are You” degli Who, anche per<br />

lo spin-off si è scelta una canzone del<br />

gruppo di Pete Townshend (“Won’t Get<br />

Fooled Again”); la colonna sonora originale<br />

è curata da Graeme Revell e David<br />

E. Russo. I personaggi di Warrick<br />

Brown (Gary Dourdan) e Catherine<br />

Willows (Marg Helgenberger) fanno da<br />

trait d’union con la serie-madre. La<br />

top-model Heidi Klum compare nei<br />

panni di sé stessa in un episodio; tra gli<br />

altri volti noti si riconoscono Paolo Seganti,<br />

Amber Tamblyn, Virginia Madsen,<br />

Maria Conchita Alonso, Holly Valance,<br />

Sonia Braga, Sandrine Holt, Eric<br />

216<br />

Roberts. Il <strong>telefilm</strong> si è aggiudicato un<br />

Emmy Award (per la migliore fotografia),<br />

un ASCAP Award, un Image Award,<br />

un Golden Reel Award, un ASC (American<br />

Society of Cinematographers)<br />

Award e un People’s Choice Award<br />

(quale miglior serie drammatica del<br />

2003), il premio assegnato dal pubblico<br />

americano al termine di ogni stagione.<br />

Così la stampa americana al debutto: “è<br />

l’unica certezza vincente nella stagione”<br />

(“The New York Times”); “teso e<br />

duro, esplosivo e pieno di colpi di scena,<br />

almeno come il predecessore” (“Variety”);<br />

“si distingue dal serial da cui ha<br />

tratto origine per il maggiore miscuglio<br />

etnico e le scenografie più coinvolgenti,<br />

nonché per un cast più amalgamato”<br />

(“Usa Today”); “un vero e proprio calcio<br />

nello stomaco” (“Newsweek”). Da<br />

una costola della serie è nato nel 2004 lo<br />

spin-off C.S.I.: New York.<br />

C.S.I.: Scena del crimine (C.S.I. –<br />

Crime Scene Investigation) Con: William<br />

L. Petersen, Marg Helgenberger,<br />

Gary Dourdan, Jorja Fox, George Eads,<br />

Paul Guilfoyle. Produzione: Usa, 2000,<br />

poliziesco, colore (117/60’).<br />

CULT<br />

Dall’altra parte di Las Vegas, mentre<br />

nei cento Casinò della città qualcuno<br />

punta le proprie speranze e la propria<br />

vita su un numero, qualcun altro la vita<br />

l’ha persa davvero. Il destino ha già fatto<br />

il suo gioco. Ha lasciato sul tavolo un<br />

corpo inerme e qualche dettaglio apparentemente<br />

insignificante: una stanza<br />

sottosopra che suppone la lotta prima<br />

dell’omicidio, la serratura scardinata,<br />

un bicchiere con i bordi segnati dal rossetto,<br />

un vetro in frantumi… Rien ne va<br />

plus, a parte qualche indicazione minuscola<br />

il più delle volte invisibile a occhio<br />

umano. Tracce. Pezzi di un puzzle<br />

che loro conoscono bene. Quando di­


217 C.S.I.: Scena del crimine<br />

stendono i nastri gialli per delimitare la<br />

scena del crimine, quel perimetro diventa<br />

il loro regno. Non un punto d’arrivo,<br />

ma di partenza. Scrutano, osservano,<br />

sentono, annusano. Ogni più piccolo<br />

dettaglio per loro è fondamentale.<br />

Briciole, granelli di sabbia, gocce, pulviscoli.<br />

Acciuffano i serial-killer e compagnia<br />

brutta per un pelo: letteralmente.<br />

Per loro il delitto non è mai perfetto.<br />

“Quelli del DNA”, come vengono soprannominati,<br />

sono un gruppo di detective<br />

della Scientifica di Las Vegas che<br />

sfoderano le lenti d’ingrandimento sui<br />

luoghi di crimini efferati: il loro primo<br />

compito è ricostruire la dinamica dell’omicidio,<br />

verificare che il corpo non<br />

sia stato portato lì dopo il delitto, annotare<br />

anomalie di procedura, analizzare<br />

eventuali tracce di DNA da fazzoletti,<br />

forchette, rossetti, capelli, saliva, cenere…<br />

Sono l’ultima parola delle vittime,<br />

il testamento <strong>dei</strong> loro ultimi istanti di vita.<br />

Devono dare vita a una sagoma di<br />

gesso disegnata sull’asfalto prima che il<br />

vento e il tempo cancelli il suo ricordo.<br />

Prima che il caso venga archiviato. O<br />

prima che il killer colpisca di nuovo. A<br />

capo del C.S.I. (acronimo di Crime<br />

Scene Investigation) spicca il veterano<br />

tutto casa e ufficio Gil Grissom (William<br />

L. Petersen), in forze al Criminalistics<br />

Bureau da Las Vegas da 17 anni; è<br />

anche merito suo se i laboratori della<br />

Scientifica della città sono diventati i<br />

più titolati dopo quelli di Los Angeles<br />

(dove peraltro aveva fatto parlare di sé<br />

diventando, a soli 22 anni, il più giovane<br />

coroner della zona); il suo motto<br />

professionale – “se vuoi entrare alla<br />

Scientifica devi analizzare tutti i dettagli”<br />

– è anche quello di vita: dicono che<br />

Grissom non potrebbe fare altro, “sarebbe<br />

come togliere un pesce dall’acqua<br />

per vederlo morire”. Tra chi lo conosce<br />

meglio c’è senz’altro l’affasci­<br />

nante Catherine Willows (Marg Helgenberger),<br />

ex ballerina di lap-dance<br />

che ha conosciuto Grissom in gioventù<br />

diventando la sua assistente; con una figlia<br />

a carico e un matrimonio fallito alle<br />

spalle, Catherine lavora in quella sezione<br />

“perché mi fa sentire come una bambina<br />

che tenta di mettere insieme tutti i<br />

pezzi del puzzle”; non sono poche le<br />

volte che s’interroga, una volta tornata a<br />

casa dopo un’indagine particolarmente<br />

cruenta, su quale futuro spetta alla sua<br />

bambina innocente. Il nero dagli occhi<br />

azzurri Warrick Brown (Gary Dourdan)<br />

è un analista trentaduenne con la passione<br />

per il proprio lavoro; il solo del<br />

gruppo a essere nato e cresciuto a Las<br />

Vegas, in gioventù ha lavorato nei casinò<br />

come croupier: sa cosa vuol dire<br />

puntare e rischiare, ma si è dimenticato<br />

cosa significhi perdere; conosce ogni<br />

angolo e volto della città meglio di<br />

chiunque altro ma non ha mai saputo<br />

chi era suo padre. Proveniente da San<br />

Francisco, la trentunenne Sara Sidle<br />

(Jorja Fox) è l’ultima arrivata del gruppo:<br />

è la più sensibile, la più problematica,<br />

è una “scommessa personale” di<br />

Grissom; il lavoro per lei è una fuga:<br />

dalla gente, dai genitori, dal passato;<br />

forse per questo ci si butta anima e corpo,<br />

più di chiunque altro al C.S.I. Il trentaduenne<br />

Nick Stokes (George Eads),<br />

ultimo figlio di sette di due avvocati di<br />

Dallas, ha la legge nel sangue; per lui<br />

essere nel C.S.I. è un compromesso: tra<br />

l’essere detective di polizia ordinario e<br />

avvocato ha scelto la strada di mezzo;<br />

più degli altri lavora con l’istinto, non<br />

ha un’agenda, si ficca spesso nei guai;<br />

con Sara rappresenta l’ala impulsiva e<br />

intuitiva del gruppo, riuscendo ad arrivare<br />

laddove la scienza e il DNA a volte<br />

falliscono. Atutti loro si unisce in più di<br />

un’occasione il Capitano Jim Brass<br />

(Paul Guilfoyle), un tempo a capo del


C.S.I.: Scena del crimine<br />

C.S.I. e ora assegnato alla Squadra omicidi:<br />

visti i suoi “clienti”, Brass chiede<br />

spesso una mano agli ex colleghi quando<br />

le piste convenzionali e gli informatori<br />

conducono in vicoli ciechi. Oltre a<br />

una sfilza di premi (tra i quali un Tv<br />

Guide Award – il premio che la Bibbia<br />

della tv a “stelle e strisce” assegna ogni<br />

anno alla miglior serie debuttante – 2<br />

Emmy Awards, un Golden Satellite<br />

Award, un Saturn Award, un ASC<br />

Award, 2 Golden Reel Awards, un Image<br />

Award e 3 People’s Choice Awards),<br />

il <strong>telefilm</strong> è stato il programma più visto<br />

in America nelle stagioni 2001-2002,<br />

2002-2003, 2003-2004, 2004-2005. In<br />

Italia si è aggiudicato il Telegatto, ha<br />

vinto il sondaggio dell’Accademia <strong>dei</strong><br />

Telefilm quale “migliore serie del<br />

2003” nonché nel 2004 il titolo di “miglior<br />

<strong>telefilm</strong> degli anni 2000” nella votazione,<br />

sempre promossa dall’Accademia,<br />

in occasione <strong>dei</strong> 50 anni della tv<br />

italiana; nella stagione 2004-2005 è risultato<br />

il “miglior serial straniero” nel<br />

referendum via sms lanciato da “Tv<br />

Sorrisi e Canzoni” in concomitanza del<br />

terzo Telefilm Festival. Entusiastiche le<br />

critiche: “è la versione high-tech delle<br />

indagini di Sherlock Holmes – ha scritto<br />

Matt Roush proprio su “Tv Guide” –<br />

Quelli del C.S.I., con i loro marchingegni<br />

che ti fanno vedere quello che occhio<br />

nudo non percepisce, sono i primi<br />

detective post-mortem del piccolo<br />

schermo”; così “Entertainment<br />

Weekly”: “gli autori di C.S.I. sanno come<br />

catturare il telespettatore: e poi hanno<br />

fatto diventare cool lavorare alla<br />

Scientifica, una cosa che prima del serial<br />

faceva vomitare al solo pensiero”.<br />

Un successo che ha varcato il confine<br />

americano ed è approdato in Europa:<br />

“se vi siete annoiati di E.R. – scrive l’inglese<br />

‘The Guardian’ – provate a sintonizzarvi<br />

su C.S.I.: oltre alla medicina<br />

218<br />

potete sollazzarvi nel giallo e in una Las<br />

Vegas assolutamente inedita. Non c’è<br />

nulla di meglio”. “Il vero protagonista<br />

del <strong>telefilm</strong> è la prova – commenta l’ideatore-produttore<br />

della serie Anthony<br />

Zuiker – è lei che incastra i colpevoli o ti<br />

dice come sono andati realmente i fatti.<br />

Una volta trovata, il gioco è fatto; se sai<br />

dove guardare, ogni crimine diventa facile<br />

da risolvere. Come dice spesso<br />

Grissom, ‘anche i cadaveri possono<br />

parlare’. La serie vuol fare emergere<br />

che senza le prove, a volte non si può<br />

parlare neanche di omicidio”. Applaudita<br />

per il suo realismo, la serie si è avvalsa<br />

<strong>dei</strong> veri detective della Scientifica<br />

di Las Vegas per la stesura delle sceneggiature;<br />

il personaggio di Gil Grissom si<br />

ispira a uno di loro: Daniel Holstein, veterano<br />

con oltre 20 anni di indagini sulle<br />

spalle nella capitale americana del divertimento.<br />

Guardata al microscopio,<br />

tutta l’equipe risulta di notevole livello:<br />

a cominciare dai produttori esecutivi<br />

Jerry Bruckheimer, Ann Donahue e Carol<br />

Mendelsohn. C.S.I. non è la prima<br />

serie della tv ad analizzare i crimini dal<br />

punto di vista scientifico (si veda, oltre<br />

a Quincy, anche Crimini misteriosi),<br />

tuttavia la serie raggiunge apici inediti<br />

per una serie televisiva: “mai visto nulla<br />

di più realistico in tv – ha scritto ‘Variety’–<br />

neanche in New York Police Department”.<br />

A colpire il telespettatore<br />

sono anche gli effetti speciali utilizzati<br />

per mostrare, per esempio, come una<br />

pallottola penetra nel cranio: “non c’è<br />

nulla di morboso o orripilante – spiega<br />

Zuiker – abbiamo usato una ricostruzione<br />

e una precisione degne di una facoltà<br />

di Anatomia unite a un impatto visivo<br />

alla MTV”. L’unica concessione allo<br />

spettacolo è fornito dalle luci gettate<br />

ad arte sui luoghi <strong>dei</strong> crimini e delle indagini:<br />

accecanti nel deserto appena<br />

fuori città, tenui all’alba quando si spe­


219 Cuore contro cuore<br />

gne l’insegna dell’ultimo casinò, al<br />

neon durante le autopsie, calde e avvolgenti<br />

nei topless-bar e nei locali della<br />

perdizione, circoscritte e dipananti nella<br />

notte, rivelatrici quando la prova o il<br />

colpevole sono a un passo. La colonna<br />

sonora è composta da John M. Keane;<br />

la canzone-tema è la sempreverde<br />

“Who Are You” (1978) degli Who. Ariprova<br />

del forte impatto mediatico raggiunto<br />

dal <strong>telefilm</strong>, c’è da segnalare la<br />

scelta degli U2 di promuovere il loro<br />

single “Vertigo” nel centesimo e centunesimo<br />

episodio, definendola “una<br />

strada per arrivare a un pubblico che<br />

probabilmente non conosce il nuovo<br />

singolo”. Quentin Tarantino ha scritto e<br />

diretto la doppia puntata finale del quinto<br />

ciclo, in cui Stokes si ritrova in una situazione<br />

assai simile a quella in cui finisce<br />

Black Mamba in uno <strong>dei</strong> due episodi<br />

di Kill Bill: sepolto vivo in una bara.<br />

Il successo della serie ha generato ben 2<br />

spin-off: C.S.I.: Miami (2002) e C.S.I.:<br />

New York (2004). Nell’estate del 2004,<br />

al microscopio sono stati esaminati i<br />

compensi degli attori: Jorja Fox e Georges<br />

Eads si sono visti recapitare una lettera<br />

di licenziamento – poi revocato<br />

grazie a successivi accordi – per aver<br />

chiesto un aumento di stipendio di ben<br />

100.000 dollari a puntata (per gli addetti<br />

del fisco, Petersen guadagnava in quel<br />

periodo oltre mezzo milione di dollari a<br />

episodio). Tra i volti noti di passaggio si<br />

riconoscono: Jolene Blalock, Dakota<br />

Fanning, Marcia Cross, Megan Gallagher,<br />

Evan Rachel Wood, Elisabeth<br />

Berkley, Brian Austin Green, Doug Savant<br />

e, nei panni di sé stesso, Tony Curtis;<br />

Melinda Clarke e Kelly Rowan di<br />

The O.C. (2002) appaiono nello stesso<br />

episodio (l’ottavo del secondo ciclo);<br />

Anthony Zuiker si diverte a mostrarsi<br />

qua e là: nella decima puntata della seconda<br />

stagione veste ad esempio i panni<br />

del cassiere del casinò. Non sono in pochi<br />

coloro che hanno paragonato il rapporto<br />

platonico di Grissom e Willows<br />

con quello del “terzo tipo” che si era instaurato<br />

tra Mulder e Scully: un X-Files<br />

del primo tipo, quindi, con un gruppo di<br />

detective con i piedi ben piantati per terra<br />

e una lente d’ingrandimento sempre<br />

pronta nel taschino. “Do not cross over”<br />

si legge sui nastri gialli che sventolano<br />

sui luoghi <strong>dei</strong> rilevamenti dopo l’omicidio;<br />

ma per i telespettatori che non vogliano<br />

perdersi le detective-story che<br />

“superano tutto quello che si è visto in<br />

passato” (“New York Times”, 20 dicembre<br />

2000), l’imperativo è uno solo:<br />

“let’s cross over”, e che la suspense che<br />

attraversa la serie sia con voi.<br />

Cuore contro cuore Con: Isabella<br />

Ferrari, Ennio Fantastichini, Valentina<br />

Sperlì, Sofia El Manjaoui, Nicolò Diana,<br />

Carlotta Natoli, Yari Gugliacci, Victoria<br />

Cabello, Stefano Pesce, Chiara De<br />

Bonis, Rocco Papaleo. Produzione: Italia,<br />

2004, legale, colore (24/60’).<br />

STRACOTTO<br />

La lotta quotidiana di un gruppo di avvocati<br />

per la tutela <strong>dei</strong> diritti <strong>dei</strong> propri<br />

clienti è risultata perdente per “cause di<br />

forza maggiore”, ossia gli ascolti tv non<br />

soddisfacenti. L’inaspettato flop è firmato<br />

da Pietro Valsecchi, deus ex macchina<br />

di Distretto di Polizia, vede protagonista<br />

Francesca De Luca (Isabella<br />

Ferrari, già nel cast originario del serial<br />

poliziesco del 2000), un avvocato civilista<br />

che lavora nell’affermato studio<br />

del marito Claudio Donati (Ennio Fantastichini),<br />

tanto brillante sul lavoro<br />

quanto cinico nella vita privata. Francesca,<br />

un’idealista dotata di grande umanità,<br />

scopre che il marito la tradisce con<br />

Silvia (Valentina Sperlì); lascia allora<br />

Claudio e porta con sé i due figli, la<br />

quattordicenne Marta (Sofia El


Cuore e batticuore<br />

Majaoui) e Luca (Nicolò Diana), di otto<br />

anni, aprendo uno studio tutto suo.<br />

Scoppia una guerra fra marito e moglie:<br />

a chi verrà dato l’affidamento <strong>dei</strong> due<br />

bambini? I due studi legali entrano in<br />

competizione, fra avvocati quotidianamente<br />

alle prese con divorzi, figli abbandonati,<br />

uomini in fuga dalle proprie<br />

responsibilità e donne che usano i bambini<br />

contro i mariti. Francesca si trova<br />

di fronte a mille difficoltà economiche;<br />

sola, offesa, piena di rancore e stupore<br />

nel vedere l’uomo che amava trasformato<br />

in un nemico, prova tutta la sofferenza<br />

che finora aveva cercato di gestire<br />

con la freddezza della professionista.<br />

La maggior parte <strong>dei</strong> giovani dello studio<br />

del marito – nonostante l’ovvia penalizzazione<br />

economica – decide presto<br />

di seguire Francesca nell’avventura<br />

di ricominciare da zero. Al suo fianco:<br />

Alessandra Vinci (Carlotta Natoli), abile<br />

avvocato civilista; il giovane procuratore<br />

Andrea Mori (Yari Gagliucci); la<br />

strampalata segretaria Alice (Victoria<br />

Cabello); l’investigatore privato Marco<br />

Valle (Stefano Pesce); Serena Maggi<br />

(Chiara De Bonis), una praticante da<br />

poco laureata e Rocco Amato (Rocco<br />

Papaleo), un timido psicologo infantile.<br />

Tutti gli episodi raccontano storie<br />

ispirate a fatti reali rielaborate ad hoc<br />

dagli sceneggiatori, anche se il plot<br />

centrale è praticamente identico a In<br />

tribunale con Lynn (1999). La produzione<br />

è firmata, oltre che da Valsecchi,<br />

da Camilla Nesbitt per Taodue. Si legge<br />

nella cartella stampa del serial “made in<br />

Italy”: “l’intreccio fra la storia privata<br />

di Francesca e Claudio, e le storie <strong>dei</strong><br />

clienti di lei, dimostra che nessuno è<br />

immune dalla violenza nelle relazioni<br />

d’amore, neanche chi se ne occupa per<br />

professione”. Confortante.<br />

Cuore e batticuore (Hart to Hart)<br />

220<br />

Con: Robert Wagner, Stefanie Powers,<br />

Lionel Stander. Produzione: Usa, 1979,<br />

avventura/poliziesco, colore (110/60’;<br />

8/90’).<br />

Due coniugi miliardari e affascinanti<br />

nascondono un hobby: vestire i panni<br />

da detective privati in una serie di indagini<br />

ad alto rischio. Lo fanno, tanto per<br />

dirla con il titolo con il quale il serial è<br />

passato in Francia, “pour l’amour du risque”.<br />

Non che il lavoro manchi loro:<br />

Jonathan Hart (Robert Wagner) è un<br />

uomo d’affari, azionista di importanti<br />

società finanziarie e proprietario di una<br />

compagnia di navigazione; sua moglie<br />

Jennifer (Stefanie Powers) è un’autrice<br />

di best-seller. L’attrazione per il giallo è<br />

pari a quella tra i due protagonisti, che<br />

sembrano usciti da una sophisticatedcomedy<br />

anni ’40, la reincarnazione di<br />

Nick e Nora Chandler (William<br />

Powell-Myrna Loy) ne L’uomo ombra:<br />

tra un bacio e un martini, la coppia di investigatori<br />

“per caso” scopre i delitti e<br />

smaschera i colpevoli. Ad assisterli nelle<br />

investigazioni non manca il fedele<br />

maggiordomo-cuoco-autista Max<br />

(Lionel Stander, che per questo ruolo ha<br />

vinto un Golden Globe nel 1983), il<br />

quale in più di un’occasione salva i coniugi<br />

Hart da pericolose situazioni. Il<br />

terrier della coppia si chiama Freeway,<br />

ma il suo vero nome era Charlie Gray<br />

ed era di proprietà di Bob Blair. Il soggetto<br />

è di Sidney Sheldon; Aaron Spelling<br />

e Leonard Goldberg sono i produttori<br />

esecutivi; Mark Snow firma il tema<br />

musicale, Roger Nichols la colonna sonora.<br />

Robert Englund, Natalie Wood,<br />

Ed Harris, Beverly Garland, Ray Milland,<br />

Capucine, Tippi Hedren, Cesar<br />

Romero, Julie Newmar, Abbe Lane,<br />

Rossano Brazzi, Adam West, Fred<br />

Dryer, Patrick Macnee e Mimi Rogers<br />

compaiono da guest-stars; i tennisti<br />

Martina Navratilova e Vijay Armitrai si


221 Cuori senza età<br />

presentano nei panni di sé stessi. Originariamente<br />

la serie doveva intitolarsi<br />

Double Twist. Dal 1993 al 1996 sono<br />

stati prodotti 8 film-tv: alla fine del<br />

quinto è scomparso Lionel Stander.<br />

Cuori al Golden Palace (The Golden<br />

Palace) Con: Rue Deveraux, Betty<br />

White, Estelle Getty, Cheech Marin,<br />

Billy Sullivan, Don Cheadle. Produzione:<br />

Usa, 1992, sit-com, colore (27/30’).<br />

La serie è lo spin-off di Cuori senza età<br />

(1985). Mentre la loro amica Dorothy si<br />

sposa di nuovo, Blanche (Rue Deveraux),<br />

Rose (Betty White) e Sophia<br />

(Estelle Getty) – soprannominate le<br />

“Golden Girls” – comprano un hotel<br />

déco di 42 stanze a Miami Beach e lo<br />

gestiscono in prima persona, tra decisioni<br />

da manager e ricette in cucina.<br />

Blanche diventa la responsabile, Rose<br />

la governante, Sophia la regina <strong>dei</strong> fornelli.<br />

Il personale dell’albergo è composto<br />

da: Chuy Castillos (Cheech Marin),<br />

lo chef messicano che ha imparato<br />

a cucinare nell’esercito; il facchino Oliver<br />

Webb (Billy Sullivan); il competente<br />

receptionist di colore Roland Wilson<br />

(Don Cheadle). George Burns interpreta<br />

sé stesso in un episodio. Susan Harris,<br />

già creatrice di Cuori senza età, è<br />

l’ideatrice anche del sequel; identico<br />

anche il team produttivo: Paul Junger<br />

Witt, Tony Thomas, Marc Sotkin e la<br />

stessa Harris firmano quali produttori<br />

esecutivi.<br />

Cuori senza età (The Golden Girls)<br />

Con: Bea Arthur, Betty White, Rue Mc-<br />

Clanahan, Estelle Getty. Produzione:<br />

Usa, 1985, sit-com, colore (180/30’).<br />

La vita non finisce a cinquant’anni, anzi.<br />

Partendo da questo presupposto tre<br />

anziane signore vivono sotto lo stesso<br />

tetto a Miami godendosi la bella vita e<br />

dividendo l’affitto. Dorothy (Bea Ar­<br />

thur), divorziata e iperattiva, è la leader<br />

del terzetto; Rose (Betty White) è tanto<br />

smemorata quanto simpatica; Blanche<br />

(Rue McClanahan) è la più inquieta e<br />

sempre in cerca di avventure sessuali.<br />

Non è un caso che le iniziali del nome<br />

completo di quest’ultima formino BED<br />

(Blanche Elisabeth Deveraux), intendendo<br />

il letto non certo quale luogo per<br />

dormire. Estelle Getty veste i panni di<br />

Sophia, la madre di Dorothy, pronta a<br />

commentare con sarcasmo e senza peli<br />

sulla lingua il comportamento da teenager<br />

del tris di ultracinquantenni. Più<br />

di un episodio vede le quattro protagoniste<br />

sedute attorno al tavolo della cucina<br />

a divorare un cheesecake e a parlare<br />

di argomenti scottanti come la<br />

morte, l’omosessualità, l’AIDS, l’aborto,<br />

le dentiere, la caduta del seno. Alla<br />

fine della serie Dorothy sposa lo zio di<br />

Blanche, interpretato da Leslie Nielsen;<br />

le altre tre aprono un hotel nello<br />

spin-off Cuori al Golden Palace<br />

(1992). Bea Arthur e Rue McClanahan<br />

avevano già recitato insieme nella sitcom<br />

Maude. Per interpretare una donna<br />

di vent’anni più anziana, Estelle<br />

Getty si è dovuta sottoporre a un’ora di<br />

make-up al giorno. Susan Harris firma<br />

il successo del serial più popolare in<br />

America nella stagione 1985-1986,<br />

vincitore di ben 10 Emmy Awards, 4<br />

ASCAP Awards, 3 American Comedy<br />

Awards, 2 DGAAwards, 2 Q Awards e 4<br />

Golden Globes. Tra le guest-stars:<br />

George Clooney, Quentin Tarantino<br />

(nelle vesti di un sosia di Elvis Presley)<br />

e, nei panni di sé stessi, Burt Reynolds,<br />

Julio Iglesias, Sonny Bono e Bob Hope.<br />

Oltre a esserne l’ideatrice, la Harris<br />

firma il <strong>telefilm</strong> quale produttore esecutivo<br />

in compagnia di Paul Junger<br />

Witt, Tony Thomas e Marc Sotkin. Andrew<br />

Gold e George Aliceson Tipton<br />

compongono a quattro mani la colon­


Curro Jiménez<br />

na sonora; il tema musicale, “Thank<br />

You for Being a Friend”, è cantato da<br />

Cynthia Fee. La sit-com è stata soprannominata<br />

in patria “Miami Nice” in<br />

contrapposizione a Miami Vice, trasmesso<br />

in contemporanea sempre dall’NBC.<br />

Aparte Cuori al Golden Palace,<br />

la serie ha dato vita nel 1998 a un secondo<br />

spin-off (Il cane di papà) e a una<br />

versione inglese (Brighton Belles) rivelatasi<br />

un flop.<br />

Curro Jiménez (Id.) Con: Sancho<br />

Gracia, Álvaro de Luna, José Sancho.<br />

Produzione: Spagna, 1978, avventura,<br />

colore.<br />

La serie, tra le più popolari di sempre in<br />

patria, racconta le imprese da bandolero<br />

del leggendario Curro Jiménez (Sancho<br />

Gracia), ladro gentiluomo che ruba<br />

ai ricchi per dare ai poveri. Al suo fianco<br />

nel corso delle scorribande compaiono<br />

i fedeli El Algarrobo (Álvaro de<br />

Luna), forte come il carrubo e El Estudiante<br />

(José Sancho), l’eterno studente.<br />

Paco Romero è tra i produttori del serial<br />

firmato dalla Telestar (in coproduzione<br />

con la RTVE, Radio Televisión Española).<br />

Juan Jos García Caffi e Waldo de<br />

los Ríos sono gli autori della colonna<br />

sonora.<br />

Custer (The Legend of Custer) Con:<br />

Wayne Maunder, Michael Dante, Slim<br />

Pickens, Peter Palmer, Robert F. Simon,<br />

Grant Woods. Produzione: Usa,<br />

1967, western, colore (17/60’).<br />

Il leggendario generale a capo del Settimo<br />

Cavalleggeri irrompe in televisione<br />

con il volto di Wayne Maunder, anche<br />

se dovette battere in “ritirata” per i deludenti<br />

ascolti in America. La storia comincia<br />

nel 1868, quando il giovane<br />

George A. Custer, assurto al grado di<br />

generale, viene retrocesso per aver disubbidito<br />

agli ordini e reintegrato al co­<br />

222<br />

mando del Settimo Cavalleria stanziato<br />

presso Fort Hays, nel Kansas. La serie è<br />

stata cancellata prima che Custer e i<br />

suoi potessero raggiungere Little Big<br />

Horn: il racconto s’interrompe nel<br />

1875, l’anno prima della morte del protagonista<br />

nella memorabile battaglia<br />

con i sioux. Tra gli altri protagonisti del<br />

<strong>telefilm</strong> creato da Samuel Peeples e David<br />

Weisbart: Michael Dante, il capo<br />

sioux Cavallo Pazzo; Slim Pickens, lo<br />

scout California Joe Milner; Peter Palmer,<br />

che è il sergente James Bustard,<br />

dapprima tra le fila della Confederazione;<br />

Robert F. Simon interpreta il generale<br />

A.H. Terry, il quale non vede di<br />

buon occhio i metodi anti-convenzionali<br />

di Custer; Grant Woods è il capitano<br />

Myles Keogh, di origini irlandesi.<br />

Frank Glicksman e Robert L. Jacks sono<br />

i produttori del serial. Richard Markowitz,<br />

Josep Mullendore e Leith Stevens<br />

si alternano alla colonna sonora.<br />

Cyberkidz (Id.) Con: Robert Z’Dar,<br />

Nina Ragaz, Sheila Melody, Ty Donaldson.<br />

Produzione: Usa, 1996, avventura/fantastico,<br />

colore (13/30’).<br />

COTTO<br />

Tre campioncini <strong>dei</strong> videogame sono<br />

chiamati a difendere la Terra dalle forze<br />

del Male; con i loro super-poteri,<br />

più che altro mentali, varcano spesso<br />

la soglia della realtà virtuale. Il terzetto<br />

<strong>dei</strong> giovani protagonisti è composto da<br />

Danica (Nina Ragaz), Cooper (Sheila<br />

Melody) e dal terzo eroe adolescente<br />

che ha il volto di Ty Donaldson. La serie<br />

è ideata da Edwin Larson e Robert<br />

Pfitzner. Con il suo volto de paura,<br />

Robert Z’Dar introduce ogni episodio.<br />

La produzione vanta tre costumisti di<br />

scena (una media di uno per ogni protagonista):<br />

responsabile di tale scelta<br />

“ai confini della realtà” è la United<br />

Productions.


Dakota (The Dakotas) Con: Larry<br />

Ward, Chad Everett, Jack Elam, Michael<br />

Green. Produzione: Usa, 1963,<br />

western, b/n (19/60’).<br />

Ambientato nel Dakota, questo serial<br />

western venne concepito dai dirigenti<br />

dell’ABC per sostituire un altro <strong>telefilm</strong><br />

di genere, Cheyenne. Larry Ward interpreta<br />

lo sceriffo Frank Ragan. Attorno<br />

alla sua stella ruotano i vice: il<br />

giovane Del Stark (Chad Everett), l’ex<br />

pistolero J.D. Smith (Jack Elam) e il<br />

goffo Vance Porter (Michael Green).<br />

William T. Orr firma da produttore<br />

esecutivo. Lee Van Cleef, Telly Savalas<br />

e Dennis Hopper sono tra le gueststars<br />

a cavallo. Le riprese sono state<br />

effettuate negli studi di Burbank, in<br />

California.<br />

Daktari (Id.) Con: Marshall Thompson,<br />

Cheryl Miller, Yale Summers,<br />

Hari Rhodes, Hedley Mattingly, Ross<br />

Hagen, Erin Moran. Produzione: Usa,<br />

1966, avventura, colore (89/60’).<br />

Nella lingua swahili “Daktari” significa<br />

dottore: non è un caso che questa<br />

serie di avventura sia ambientata in<br />

Africa, al Centro Studi del comportamento<br />

animale di Wameru. Ne è protagonista<br />

il dottor Marsh Tracy (Marshall<br />

Thompson), un veterinario conservazionista,<br />

insieme alla figlia Paula<br />

(Cheryl Miller). Per la tutela delle specie<br />

animali si battono anche Jack Dane<br />

(Yale Summers) e l’africano Mike<br />

(Hari Rhodes); completano il cast il<br />

guardiacaccia Hedley (Hedley Mattin­<br />

gly), la guida di safari Bart Jason (Ross<br />

Hagen) e l’orfanella di sei anni Jenny<br />

Jones (Erin Moran), presa in custodia<br />

da Tracy. Il serial vanta anche due “animali<br />

da palcoscenico”: Clarence il leone<br />

strabico (in più di un’occasione il telespettatore<br />

guarda attraverso i suoi<br />

occhi in soggettiva) e lo scimpanzé<br />

Judy. Il <strong>telefilm</strong> è stato girato al California’s<br />

Africa, il centro nei pressi di<br />

Los Angeles dove Ralph Helfer e Ivan<br />

Tors hanno riunito 500 animali, molti<br />

<strong>dei</strong> quali “aspiranti attori”. “Invece che<br />

interagire con loro fiscamente, ho sempre<br />

privilegiato l’intesa mentale”, ha<br />

raccontato Helfer. Lo stesso Tors, ideatore-produttore<br />

esecutivo del serial, ha<br />

curato la produzione del film del 1965<br />

Clarence the Cross-Eyed Lion (inedito<br />

in Italia), che vedeva sempre protagonisti<br />

Thompson e Miller e dal quale è<br />

tratta la serie. Il batterista Shelly Manne<br />

è l’autore di una colonna sonora<br />

“tribale”. La serie ha senz’altro ispirato<br />

Cowboy in Africa (1967), un’altra<br />

produzione di Tors.<br />

Dallas (Id.) Con: Larry Hagman, Patrick<br />

Duffy, Victoria Principal, Jim<br />

Davis, Barbara Bel Geddes, Linda<br />

Gray, Charlene Tilton, Steve Kanaly,<br />

Ken Kercheval, David Wayne, Mary<br />

Crosby, Morgan Brittany. Produzione:<br />

Usa, 1978, drammatico, colore<br />

(357/60’; 4/90’).<br />

CULT<br />

È tra i dieci programmi televisivi più<br />

visti di tutti i tempi, il primo serial a


Dallas 224<br />

conquistare il prime-time americano<br />

dopo l’exploit degli intrighi di Peyton<br />

Place, la seconda serie drammatica –<br />

dopo Marcus Welby – a raggiungere la<br />

vetta degli ascolti a “stelle e strisce”<br />

(stagione 1980-1981): il feuilleton<br />

creato da David Jacobs, in onda per la<br />

prima volta sulla CBS il 2 aprile 1978,<br />

doveva durare solo 5 settimane. Ma in<br />

quegli anni il Texas stava vivendo il<br />

suo boom economico grazie al prezzo<br />

del petrolio alle stelle e così la saga<br />

texana prese piede. “Abbiamo creato<br />

una realtà fittizia – ha spiegato il produttore<br />

Leonard Katzman – dove l’unica<br />

verità è quella del petrolio e delle<br />

sue leggi”. Al centro delle vicende ruotano<br />

l’impero della Ewing Oil e, soprattutto,<br />

le malefatte del suo spietato<br />

erede: J.R. (iniziali di John Ross – soprannominato<br />

in Italia Gei Ar – interpretato<br />

da Larry Hagman), definito<br />

senza mezzi termini “l’uomo che tutti<br />

amano odiare”, è il figlio più astuto,<br />

tutto dedito a espandere il suo potere in<br />

un coacervo di corruzione, alcol e belle<br />

donne. A mettere il bastone tra le<br />

ruote alla supremazia degli Ewing ci<br />

pensano i Barnes, che contendono il<br />

mercato a J.R. E quando Bobby, il figlio<br />

più giovane degli Ewing, si innamora<br />

e sposa Pamela Barnes (Victoria<br />

Principal), figlia dell’odiato nemico<br />

d’affari, i critici televisivi tirarono in<br />

ballo Romeo e Giulietta. Alle porte di<br />

Dallas, nella tenuta di South Fork, in<br />

un ranch situato a Braddock County,<br />

convivono più o meno in armonia i<br />

membri della dynasty principale: John<br />

“Jock” (Jim Davis) è il capo-famiglia<br />

degli Ewing, un uomo che si è fatto da<br />

solo; Eleanor “Miss Ellie” Southworth<br />

(Barbara Bel Geddes, che per questo<br />

ruolo ha vinto un Emmy Award nel<br />

1980 e un Golden Globe nel 1982) è<br />

sua moglie, tutta d’un pezzo come il<br />

marito; Sue Ellen (Linda Gray) è la<br />

(non troppo) dolce metà di J.R., che<br />

erediterà dal marito sete d’alcol e di<br />

vendetta; Bobby (Patrick Duffy) è il figlio<br />

più giovane e onesto; Lucy (Charlene<br />

Tilton) è la turbolenta nipote di<br />

Jock; Ray Krebbs (Steve Kanaly), il<br />

tuttofare di casa che ha l’autorizzazione<br />

di vivere a South Fork nonostante<br />

non sia uno Ewing (salvo sorprese successive).<br />

Fuori dai cancelli della magione<br />

gravitano gli altri personaggi<br />

della serie: l’avvocato Cliff Barnes<br />

(Ken Kercheval), il fratello di Pamela;<br />

Willard “Digger” Barnes (David Wayne),<br />

padre di Cliff e Pamela, una volta<br />

partner di Jock e ora suo acerrimo avversario.<br />

Nel corso di poche puntate ne<br />

accadono di tutti i colori: Digger muore<br />

e il figlio Cliff assume l’eredità di tenere<br />

testa agli Ewing; i matrimoni tra<br />

Pamela-Bobby e Sue Ellen-J.R. vanno<br />

a rotoli, entrambi per volere di quest’ultimo<br />

che poi rimedia in corner;<br />

Jock annuncia che Ray Krebbs è il suo<br />

figlio illegittimo; Jim Davis muore nel<br />

marzo del 1981: ai parenti di Jock viene<br />

rivelato che il congiunto è morto in<br />

Sudamerica. Puntata dopo puntata il<br />

serial consolida audience, fino all’episodio<br />

finale della stagione 1979-1980,<br />

in cui avviene il famigerato attentato a<br />

J.R.: “Chi ha sparato a J.R.?”, l’inquietante<br />

interrogativo che apre il ciclo<br />

successivo, è stato svelato davanti a 85<br />

milioni di americani il 21 novembre<br />

del 1980, stabilendo un record assoluto<br />

di ascolti che solo la puntata finale<br />

di M.A.S.H., in onda nel 1983, è riuscita<br />

a superare. Per la cronaca, a sparare<br />

al perfido protagonista non è Sue Ellen,<br />

ma Kristin (Mary Crosby), la sorella<br />

più giovane della moglie di J.R.<br />

che si sentiva tradita dall’amante. Per<br />

aumentare la tensione e mantenere il<br />

segreto sull’aspirante omicida, venne­


225 Dallas<br />

ro girate ben cinque alternative: oltre a<br />

Kristin, impugnarono la pistola davanti<br />

alla telecamera anche Sue Ellen,<br />

Cliff, Ellie e Jock; il filmato prescelto<br />

venne inviato negli studi della CBS solo<br />

poche ore prima della messa in onda.<br />

Inutile dire che J.R. non muore e, dopo<br />

un periodo di convalescenza, torna in<br />

scena più agguerrito che mai. Nel corso<br />

delle stagioni si susseguono altri<br />

colpi di scena; tra i tanti: Kristin viene<br />

ritrovata cadavere nella piscina degli<br />

Ewing; Cliff tenta il suicidio; J.R., Sue<br />

Ellen e Ray Krebbs scampano a un incendio<br />

a South Fork; Bobby si salva da<br />

un ennesimo attentato che doveva colpire<br />

J.R. (in seguito si viene a sapere<br />

che la vittima doveva essere proprio<br />

Bobby) per mano di Katherine Wentworth<br />

(Morgan Brittany), la sorellastra<br />

di Pamela. Le sorprese non mancano<br />

anche dietro le quinte: Bel Geddes<br />

si ammalò e lasciò la serie nel<br />

1984, salvo poi tornare nel 1985 in seguito<br />

agli ascolti in discesa; Donna<br />

Reed, che la sostituì nei panni di “Miss<br />

Ellie”, fece causa alla produzione –<br />

formata dai produttori esecutivi Leonard<br />

Katzman, Philip Capice, Lee Rich<br />

e Calvin Clements jr. – per l’improvvisa<br />

rottura del contratto; Patrick<br />

Duffy dichiarò di volere lasciare il set<br />

nel 1985: Bobby viene (apparentemente)<br />

ucciso a fine stagione mentre<br />

tenta di salvare Pamela da un guidatore<br />

killer (al volante c’è l’inossidabile<br />

Katherine Wentworth); nello stesso<br />

anno Charlene Tilton salutò tutti per<br />

poi tornare sui suoi passi nel 1988. Le<br />

molte assenze incrinarono il successo<br />

della serie: nella hit-parade degli<br />

ascolti, Dallas passò dalla seconda alla<br />

sesta posizione. Larry Hagman e i produttori<br />

convinsero Duffy a tornare a<br />

South Fork in una delle scene più incredibili<br />

della televisione: Bobby “re­<br />

suscita” sotto la doccia e tutta la stagione<br />

precedente si rivela essere un sogno<br />

“bagnato” (l’acqua si è rivelata<br />

una condizione ideale e quantomai “rigenerante”<br />

per l’ex Uomo di Atlantide).<br />

Le partenze, tuttavia, non cessarono:<br />

Victoria Principal, Steve Kanaly<br />

e Linda Gray fecero le valigie. Giunta<br />

al tredicesimo ciclo, la serie vide tra i<br />

protagonisti storici i soli Ken Kercheval<br />

e Larry Hagman, che indossa altresì<br />

il cappello di produttore esecutivo.<br />

Volti e risvolti si moltiplicarono spiazzando<br />

il telespettatore, che non riuscì<br />

più a identificare personaggi interpretati<br />

anche da tre attrici differenti: Priscilla<br />

Beaulieu, l’ex signora Presley,<br />

veste i panni di Jenna Wade, una ex<br />

fiamma di Bobby che in precedenza<br />

aveva i volti di Morgan Fairchild e<br />

Francine Tacker. Tra le curiosità nel<br />

cast “enciclopedico”: Barbara Eden,<br />

già al fianco di Larry Hagman in Strega<br />

per amore, entra in scena nelle vesti<br />

della baronessa LeeAnn de la Vega,<br />

messa incinta anni addietro da J.R. e<br />

pronta a ricattarlo in cambio del controllo<br />

della Ewing Oil; Padraic Duffy,<br />

il figlio di Patrick, compare nel ruolo<br />

di Mark Harris; Brad Pitt e Chazz Palminteri<br />

compaiono quali guest-stars.<br />

Nel gennaio del 1991 il ranch di South<br />

Fork è stato venduto e trasformato in<br />

luogo di culto per i turisti; nello stesso<br />

anno gli intrighi capitalistici sono<br />

sbarcati nell’ex Unione Sovietica, in<br />

onda tutte le mattine alle 9. L’ultima<br />

puntata, la 356esima di una saga scivolata<br />

dal primo al sessantesimo posto<br />

delle classifiche statunitensi, prevede<br />

una Dallas senza J.R., almeno non su<br />

questa terra: in omaggio a La vita è<br />

meravigliosa (1946) di Frank Capra,<br />

egli è in compagnia di un angelo custode<br />

(interpretato da Joel Grey) per ripercorrere<br />

i misfatti della sua vita e,


Dalle 9 alle 5 orario continuato<br />

forse, per pentirsi. Tra i “figli” più o<br />

meno legittimi del serial: uno spin-off<br />

(California), molte imitazioni (Lo zio<br />

d’America su tutte) e due film-tv, uno<br />

ambientato negli anni ’30 (con Dale<br />

Midkiff e Molly Hagan rispettivamente<br />

nei panni <strong>dei</strong> giovani Jock ed Ellie<br />

Ewing) e uno ai giorni nostri (Ritorno<br />

a Dallas), con J.R. più vivo che mai di<br />

ritorno dall’esilio parigino. La colonna<br />

sonora è composta da Jerrold Immel,<br />

sostituito dalla terza stagione da Bruce<br />

Broughton; in Italia è divenuta celebre<br />

la sigla cantata da Lucio Ciarramitano.<br />

Due curiosità: il “vero” John Ross<br />

Ewing, stimabile cittadino di Dallas<br />

stufo di essere scambiato per il malefico<br />

J.R., ha denunciato il suo interprete<br />

definendolo “immondo scarafaggio”;<br />

con la fine della Guerra Fredda e con la<br />

caduta del Muro di Berlino, Larry<br />

Hagman ha ripreso i panni di J.R. –<br />

con tanto di regolare Stetson sulla testa<br />

– per una campagna promozionale in<br />

Romania della Lukoil, industria petrolifera<br />

russa. Secondo l’attore, il serial<br />

ha addirittura contribuito a sconfiggere<br />

il comunismo: un uomo in Romania,<br />

incontrandolo, gli disse piangendo<br />

che J.R. li aveva salvati; Ceausescu –<br />

gli spiegò l’uomo – faceva vedere ai<br />

rumeni la serie per mostrare quanto<br />

fosse corrotta l’America. Ma la gente,<br />

osservando le auto, i vestiti e le belle<br />

donne cacciò il dittatore dal palazzo.<br />

Una lettura più alta, metalinguistica,<br />

del <strong>telefilm</strong> l’ha fornita in Italia Carlo<br />

Freccero (su “Link”, 2004): “Dallas è<br />

il prodotto che fonda la tv commerciale.<br />

Dallas fa capire che la fidelizzazione<br />

nasce con la serialità; inoltre dimostra<br />

che il cinema non è indispensabile<br />

e che può essere sostituito vantaggiosamente<br />

con prodotti studiati per la tv:<br />

coi film il pubblico deve essere conquistato<br />

ogni volta; con la serie lo si<br />

226<br />

aggancia all’inizio e lo si tiene puntata<br />

dopo puntata”. Tornando alla politica,<br />

Hagman, texano come l’ultimo presidente,<br />

ha preso posizione in vista dell’imminente<br />

attacco all’Iraq nel febbraio<br />

2003: “J.R. è molto più intelligente<br />

di George W. Bush. Sarebbe più<br />

giusto inviare 50.000 ispettori anziché<br />

50.000 soldati. Sta portando il paese<br />

nel fascismo, ma non capisce neanche<br />

cosa sia il fascismo”. Nel 2006 lo sbarco<br />

della famiglia Ewing sul grande<br />

schermo: con quello che costa oggi il<br />

petrolio, devono aver pensato i produttori,<br />

non vi è nulla di più drammaticamente<br />

attuale.<br />

Dalle 9 alle 5 orario continuato (9<br />

to 5) Con: Rita Moreno, Rachel Dennison,<br />

Valerie Curtin, Jeffrey Tambor,<br />

Peter Bonerz, Leah Ayres, Sally<br />

Struthers. Produzione: Usa, 1982, sitcom,<br />

colore (118/30’).<br />

Due anni dopo il successo del film<br />

omonimo di Colin Higgins arriva la<br />

sit-com sulle tre segretarie che si ribellano<br />

al capo sessista e dispotico di una<br />

multinazionale dell’Ohio. Del cast cinematografico<br />

non “sopravvive” alcun<br />

interprete: Rita Moreno è Violet<br />

Newstead (interpretata nel film da Lily<br />

Tomlin), impiegata nell’azienda da 12<br />

anni; Rachel Dennison – la sorella non<br />

maggiorata di Dolly Parton – veste i<br />

panni della schietta Doralee Rose, che<br />

sul grande schermo aveva il volto della<br />

sorella maggiore; Valerie Curtin è<br />

Judy Bernley, una nuova assunta che<br />

veste impeccabilmente come Jane<br />

Fonda nella pellicola; il loro boss,<br />

Franklin Hart, è interpretato per qualche<br />

episodio da Jeffrey Tambor, che<br />

poi lascia il posto a Peter Bonerz. Tuttavia<br />

due protagoniste del film lavorano<br />

dietro le quinte del serial: insieme a<br />

Bruce Gilbert, Jane Fonda è la produt­


227 Dangerous minds<br />

trice del primo ciclo, dove compare in<br />

un cameo come guardia notturna; Dolly<br />

Parton firma la sigla musicale del <strong>telefilm</strong><br />

cantata da Phoebe Snow e in seguito<br />

dalla stessa autrice. Prima dell’inizio<br />

della seconda stagione Judy lascia<br />

il posto alla ventenne Linda Bowman<br />

(Leah Ayres), destinata ad andare<br />

a convivere con Violet e Doralee. Successivamente<br />

entra in segreteria anche<br />

Marsha Shrimpton (Sally Struthers),<br />

tanto dolce quanto incapace. Dal secondo<br />

ciclo il produttore diventa James<br />

Komack, seguito da Michael Kagan<br />

e Ava Nelson. Le vicende personali<br />

delle tre segretarie si allargano a tutta<br />

l’azienda e la sit-com sposta il mirino<br />

dal femminismo al centro della pellicola<br />

al rampantismo anni ’80. Patricia<br />

Resnick è l’ideatrice del <strong>telefilm</strong>. Tra<br />

coloro che si alternano alla colonna sonora,<br />

si segnalano Jack Elliott, Dan<br />

Foliart, Howard Pearl.<br />

Dan August (Id.) Con: Burt Reynolds,<br />

Norman Fell, Richard Anderson,<br />

Ned Romero, Ena Hartman. Produzione:<br />

Usa, 1970, poliziesco, colore<br />

(27/60’).<br />

Prima di diventare famoso, Burt Reynolds<br />

gira per le strade di Santa Luisa,<br />

in California, con il distintivo dell’investigatore<br />

Dan August, un giovane<br />

poliziotto dai modi spicci. Sono coprotagonisti<br />

delle sue indagini: il sergente<br />

Charles Wilentz (Norman Fell),<br />

il capo George Untermeyer (Richard<br />

Anderson), il detective Joe Rivera<br />

(Ned Romero), la segretaria del dipartimento<br />

Katy Grant (Ena Hartman). Il<br />

quid in più è rappresentato dal fatto<br />

che August è nato e cresciuto nella cittadina<br />

al centro delle vicende, risultando<br />

assai coinvolto nei casi che affronta.<br />

In America, la serie prodotta da<br />

Quinn Martin è stata “rispolverata”<br />

dopo il successo cinematografico di<br />

Reynolds. Le riprese sono state effettuate<br />

a Los Angeles. Dave Grusin<br />

compone il tema musicale jazz. Harrison<br />

Ford e Martin Sheen compaiono<br />

da guest-stars. Nella puntata-pilota,<br />

Dan August era interpretato da Chris<br />

George.<br />

Dangerous minds (Id.) Con: Annie<br />

Potts, Tamala Jones, Greg Serano, Vicellous<br />

Reon Shannon, Michael Jace,<br />

William Converse-Roberts, Stanley<br />

Anderson. Produzione: Usa, 1996,<br />

drammatico, colore (17/60’).<br />

Tratto dal romanzo autobiografico di<br />

Louanne Johnson My posse don’t do<br />

homework e successivo al film omonimo<br />

del 1995 con Michelle Pfeiffer<br />

(uscito in Italia con il titolo Pensieri<br />

pericolosi), il serial diluisce il plot in<br />

più puntate. La storia ruota attorno alla<br />

classe della tosta Louanne Johnson<br />

(Annie Potts), ex marine che succede a<br />

tre insegnanti d’inglese che non hanno<br />

retto il confronto con gli studenti “ribelli”<br />

della Parkmont Sr. High School<br />

di East Palo Alto (California). La nuova<br />

arrivata risponde per le rime alle<br />

provocazioni, utilizza l’arma dell’ironia,<br />

visita i ghetti dove vivono i suoi<br />

alunni, li difende quando la causa è<br />

giusta, cerca di strapparli alla terribile<br />

lotta tra gang. Tra gli studenti: Callie<br />

Timmons (Tamala Jones) è una ragazza-madre,<br />

Gusmaro Lopez (Greg Serano)<br />

è legato a doppio filo con la sua<br />

banda, Cornelius Hawkins (Vicellous<br />

Reon Shannon) si esprime solo a graffiti,<br />

Jerome Griffin (Michael Jace) è il<br />

boss di un gruppo di teppisti. Tra gli insegnanti:<br />

Hal Gray (William Converse-Roberts)<br />

ha la cattedra di storia;<br />

Bud Bartkus (Stanley Anderson) è il<br />

disilluso professore di informatica. Il<br />

punto di ritrovo della scuola si chiama


Daniel Boone<br />

“Mickey’s Tavern”. Diane Frolov e<br />

Andrew Schneider sono i produttori<br />

esecutivi. Il tema musicale è firmato<br />

da Coolio – già autore della canzone<br />

del film, “Gangsta’s Paradise” – il quale<br />

appare nella puntata-pilota nei panni<br />

dell’insegnante di educazione sessuale;<br />

Lee Curreri (il Bruno Martelli di<br />

Saranno famosi) compone la colonna<br />

sonora originale. La serie è stata girata<br />

a Berkshires, nel Massachusetts.<br />

Daniel Boone (Id.) Con: Fess<br />

Parker, Ed Ames, Pat Blair,Albert Salmi,<br />

Jimmy Dean, Roosevelt Grier,<br />

Darby Hinton, Veronica Cartwright,<br />

Dallas McKennon. Produzione: Usa,<br />

1964, western, b/n-colore (165/60’).<br />

Il <strong>telefilm</strong> ripercorre le gesta di Daniel<br />

Boone, il pioniere che nel 1770 partì<br />

alla conquista del Kentucky. Fess<br />

Parker, che dieci anni prima aveva interpretato<br />

con successo Davy Crockett,<br />

presta il volto a un altro epico<br />

protagonista. Tra gli altri personaggi<br />

del serial ideato da Borden Chase:<br />

Mingo (Ed Ames), un acculturato cherokee<br />

amico di Boone; Rebecca Boone<br />

(Pat Blair), la moglie del protagonista;<br />

i compagni di viaggio Yadkin (Albert<br />

Salmi) e Josh Clements (Jimmy<br />

Dean); Gabe Cooper (Roosevelt<br />

Grier), uno schiavo in fuga; Israel (Darby<br />

Hinton) e Jemina (Veronica Cartwright),<br />

i figli del pioniere; Cincinnatus<br />

(Dallas McKennon), un altro amico di<br />

Boone. Al centro delle vicende: i rapporti<br />

con gli indiani ( sia quelli buoni<br />

che quelli cattivi), le spedizioni avventurose,<br />

i legami con la famiglia e gli<br />

amici. Aaron Rosenberg e Aaron Spelling<br />

sono i produttori esecutivi. Tra le<br />

guest-stars del <strong>telefilm</strong> ambientato<br />

nella regione inesplorata di Boonesborough:<br />

Jodie Foster, Ron Howard, Vincent<br />

Price, Kurt Russell e Barbara Her­<br />

228<br />

shey. Nonostante Vera Matson firmi il<br />

tema musicale, il vero compositore è il<br />

marito Ken Darby. Nel 1977 la CBS ha<br />

proposto senza successo un seguito del<br />

<strong>telefilm</strong> (Young Dan’l Boone, inedito<br />

in Italia).<br />

Dark Angel (Id.) Con: Jessica Alba,<br />

Michael Weatherly, John Savage, Valarie<br />

Rae Miller, Jensen Ackles, Kevin<br />

Durand. Produzione: Usa, 2000, fantascienza,<br />

colore (42/60’; 1/90’).<br />

CULT<br />

La prima serie no global della storia<br />

della televisione è firmata da James<br />

Cameron ed è ambientata nella Seattle<br />

del 2019, dove nulla è più come prima.<br />

Nel 2009, alcuni terroristi hanno lanciato<br />

nella ionosfera una bomba nucleare<br />

che ha gettato l’America nella<br />

preistoria. Sono spariti dalla circolazione<br />

i cellulari (si usano di nuovo le<br />

cabine telefoniche), si va in giro con<br />

macchine poco inquinanti ed economiche<br />

o in mountain-bike, ci si arrabatta<br />

per sopravvivere tra i barboni<br />

con il naso dentro i rifiuti e scatole di<br />

cartone quali dimore. In questa cornice<br />

si muove Max Guevara, un’ex soldatessa<br />

addestrata a combattere e uccidere<br />

che è fuggita dal campo di concentramento<br />

(Manticore) dove veniva forgiata<br />

e modificata geneticamente: ora<br />

è in fuga dal proprio passato con il codice<br />

a barre tatuato sul collo (il numero<br />

identificativo è 452), pony-express di<br />

giorno e giustiziera di notte in una società<br />

orwelliana divisa tra potenti e<br />

sudditi. Max, riflessi e sensualità felini,<br />

non è la sola ribelle: al suo fianco,<br />

un giornalista cibernetico misterioso<br />

di cui si vedono solo gli occhi che lotta<br />

per combattere l’ingiustizia e conquista<br />

le attenzioni di colei che deve nel<br />

contempo fuggire dai suoi addestratori-carcerieri.<br />

Tra le doti dell’eroina che


229 Dark Angel<br />

cavalca la notte in sella alla sua motocicletta<br />

nera (una Kawasaki targata<br />

JG154): forza, velocità e agilità superiori;<br />

vista telescopica notturna; udito<br />

iper-sviluppato; capacità polmonare<br />

superiore (riesce a trattenere il respiro<br />

per più di 4 minuti). Unica controindicazione:<br />

la dipendenza dal Tryptophan,<br />

la droga che deve assumere regolarmente<br />

e senza la quale diventa<br />

debole e febbricitante (ma solo nei primi<br />

episodi). Tra le atmosfere futuristiche<br />

alla Blade Runner e quelle postatomiche<br />

di 1997: fuga da New York, a<br />

metà strada tra George Orwell e William<br />

Gibson, la serie si avvale di effetti<br />

molto speciali e rappresenta un affascinante<br />

affresco della società americana<br />

di oggi vista con gli occhi del domani.<br />

Alcune frasi-slogan che ricordano<br />

quelle de Il Prigioniero, potrebbero<br />

assurgere a inni <strong>dei</strong> cortei studenteschi;<br />

nella puntata-pilota, Max la vede<br />

così: “Dicevano che questo era il paese<br />

della cuccagna, promettevano lavoro<br />

per tutti, adesso la chiamano Depressione,<br />

sono tutti al verde, ma non mi<br />

sembrano poi così depressi…”; “i ricchi<br />

pensano a dipingere le pareti dello<br />

stesso colore del gatto”. Jessica Alba<br />

dà volto e corpo alla giustiziera con il<br />

cognome rivoluzionario, divenuta grazie<br />

a questa serie un idolo <strong>dei</strong> teenager<br />

americani nonché testimonial di bellezza<br />

per L’Oreal; Michael Weatherly<br />

(che sul set del <strong>telefilm</strong> si è fidanzato<br />

con la Alba) è Logan Cale alias “solo<br />

occhi”, colui che si nasconde dietro l’identità<br />

segreta del giornalista che lotta<br />

per la giustizia; John Savage interpreta<br />

Lydecker, a capo del lager dalla quale è<br />

fuggita Max; Valarie Rae Miller veste i<br />

panni di Original Cindy, la migliore<br />

amica di Max nonché rappresentanteerede<br />

di quello che nel 2000 si chiamava<br />

“girl power”; successivamente en­<br />

tra in scena Jensen Ackles nel ruolo di<br />

Alec (come Max, è un X-5 scampato a<br />

Manticore – numero in codice: 494);<br />

Kevin Durand è il freak dal cuore d’oro<br />

Joshua. L’arringa finale di Max, rivolta<br />

al suo popolo di reietti, è degna<br />

del testo di una canzone di Springsteen:<br />

“Dove volete andare? Io ho finito<br />

di scappare, di nascondermi e di<br />

avere paura. Non voglio più vivere come<br />

una miserabile. Non vi siete stufati<br />

di vivere nell’oscurità? Non volete<br />

sentire il sole sulla vostra faccia? Non<br />

volete avere un posto dove poter camminare<br />

per strada senza avere paura?<br />

Loro ci hanno creati e addestrati a essere<br />

soldati e a difendere questo paese.<br />

E allora che si assumano le loro responsabilità,<br />

invece di cercare di spazzarci<br />

via come immondizia. Siamo<br />

stati fatti in America e qui vogliamo rimanere.<br />

Ci chiamano mostri… e chi se<br />

ne frega! Oggi io sono fiera di essere<br />

un mostro e oggi diremo basta a questa<br />

ingiustizia. Chi è con me?”; inutile dire<br />

che un muro di pugni chiusi verso il<br />

cielo è stata la risposta. La serie si è aggiudicata<br />

2 People’s Choice Awards,<br />

un Saturn Award e il titolo di “miglior<br />

debutto” da parte della Bibbia televisiva<br />

americana “Tv Guide”; Jessica Alba<br />

si è portata a casa il Saturn Award,<br />

l’Oscar della fantascienza. “Un filo<br />

d’erba nell’arido deserto”, ha scritto<br />

“Hollywood Reporter” a proposito del<br />

<strong>telefilm</strong>. Charles Eegle è il co-ideatore<br />

della serie insieme a Cameron; i due<br />

firmano altresì da produttori esecutivi<br />

con Rene Echevarria e Jon Ann Fogle.<br />

Le riprese sono state effettuate a Vancouver<br />

(Canada) e dintorni. Il regista<br />

di Terminator 2 e Titanic dirige l’ultima<br />

puntata. Il tema musicale è composto<br />

da Chuck D. e Gary G-Wiz ed è<br />

eseguito dai Public Enemy e MC Lyte,<br />

la colonna sonora è curata da Joel Mc­


Dark Skies – Oscure presenze<br />

Neely. Il numero esteso che si legge<br />

sul collo di Max è 332960073452; tutte<br />

le informazioni su di lei si trovano<br />

nel file X5452. Imperdibile nel prologo<br />

del primo episodio, l’immagine decadente<br />

e graffittata della Torre Space<br />

Needle di Seattle dove sta accovacciata<br />

l’eroina protagonista, distante anni<br />

luce dallo spot molto “global” in cui<br />

Megan Gale si arrampicava fino in cima<br />

per una nota marca di telefonia mobile.<br />

Dark Skies – Oscure presenze<br />

(Dark Skies) Con: Eric Close, Megan<br />

Ward, J.T. Walsh, Jeri Lynn Ryan. Produzione:<br />

Usa, 1996, thriller/fantastico,<br />

colore (17/60’; 1/120’).<br />

“La storia come noi la conosciamo è<br />

tutta una menzogna”: con questa inquietante<br />

affermazione si apre una serie<br />

di fantascienza che prende il via più<br />

di trent’anni fa. Sulla scia del successo<br />

“paranormale” di X-Files, il network<br />

NBC cerca di contrastare la FOX con un<br />

serial incentrato su alieni, complotti<br />

governativi e cospirazioni del silenzio.<br />

Le vicende ruotano intorno alle figure<br />

di John Loengard (Eric Close) e della<br />

compagna Kimberly Sayers (Megan<br />

Ward), entrambi giungono a Washington<br />

dalla California nel 1961 in cerca<br />

di lavoro e del tranquillo “American<br />

way of life”. Invece, si ritrovano loro<br />

malgrado coinvolti nel Majestic-12,<br />

un segreto di Stato altamente top-secret<br />

che riguarda la presenza extraterrestre<br />

sul nostro pianeta. Kimberly trova<br />

un posto nell’ufficio di Jackie Kennedy.<br />

La particolarità del serial risiede<br />

nella rilettura di alcune pagine della<br />

storia a “stelle e strisce” come l’omicidio<br />

Kennedy, la guerra del Vietnam e<br />

l’incidente di Roswell. Accanto ai due<br />

protagonisti, in perenne fuga da spie e<br />

agenti federali che cercano di elimi­<br />

230<br />

narli o di depistarli, si affiancano il capitano<br />

Frank Bach (J.T. Walsh), responsabile<br />

del Majestic, e Juliet Stuart<br />

(Jeri Lynn Ryan), un agente segreto<br />

russo destinata a prendere il posto di<br />

Kim quando questa sarà “convertita”<br />

dagli alieni. Per l’episodio-pilota, della<br />

durata di un’ora e mezza, sono stati<br />

spesi 5 milioni di dollari. Il <strong>telefilm</strong><br />

vanta un glossario di termini che disorientano<br />

il telespettatore “casuale”; tra<br />

le parole-chiave, il “paziente zero”, un<br />

contadino che durante un’autopsia nel<br />

’62 presentò un ganglio alieno nella<br />

bocca, la prima prova dell’invasione<br />

extraterrestre; “A.R.T.”, la tecnica sviluppata<br />

per rimuovere i gangli “d’altri<br />

mondi” dagli umani; il “progetto Blue<br />

Book”, nato per fronteggiare la serie di<br />

avvistamenti civili e militari di UFO negli<br />

anni ’50; gli “esseri grigi”, ovvero<br />

gli alieni; per “Hive”, che si può tradurre<br />

con “sciame”, s’intende la capacità<br />

degli E.T. di comunicare telepaticamente.<br />

James D. Parriott, Joseph<br />

Stern e Bryce Zabel sono i produttori<br />

del serial che nel 1997 ha ricevuto<br />

l’Emmy Award per la grafica e la sequenza-titoli;<br />

Zabel è altresì l’ideatore<br />

insieme a Brent V. Friedman; Mark<br />

Snow compone la colonna sonora; Tobe<br />

Hooper (Non aprite quella porta,<br />

Poltergeist) compare tra i tanti registi<br />

della serie.<br />

Da un giorno all’altro (Any day<br />

now) Con: Annie Potts, Lorraine<br />

Toussaint, Chris Mulkey, Olivia<br />

Friedman, Calvin Devault, Mae<br />

Middleton, Olivia Hack, Shari Dyon<br />

Perry, Maya Elise Goodwin, Dan<br />

Byrd. Produzione: Usa, 1998, drammatico,<br />

colore (88/60’).<br />

Due amiche dell’infanzia diversissime<br />

tra loro riallacciano il legame spezzato<br />

alla fine dell’adolescenza: la bianca e


231 Dawson’s Creek<br />

seducente Mary Elisabeth O’Brien<br />

(Annie Potts) e la timida di colore Rene<br />

Jackson (Lorraine Toussaint) erano<br />

cresciute assieme lungo gli anni ’60 a<br />

Birmingham, nell’Alabama; la loro<br />

amicizia s’interruppe allorquando<br />

Mary restò incinta del bullo locale e<br />

Rene rifiutò di aiutarla. La ragazza<br />

bianca è cresciuta tra molte difficoltà:<br />

si è sposata insieme all’ex ribelle Colliar<br />

Sims (Chris Mulkey), disoccupato<br />

perenne; ha subito la perdita del figlio,<br />

morto annegato all’età di cinque anni e<br />

si trova ad allevare gli adolescenti Kelly<br />

(Olivia Friedman) e Davis (Calvin<br />

Devault); i sogni di diventare una<br />

scrittrice si sono frantumati all’alba.<br />

La ragazza di colore, figlia di un noto<br />

avvocato di diritti civili, aveva lasciato<br />

Birmingham per diventare avvocatessa<br />

a Washington, mettendo da parte il<br />

desiderio di avere una famiglia numerosa.<br />

Ma quando muore James, il padre<br />

di Rene, le due amiche s’incontrano<br />

di nuovo, trent’anni dopo la loro separazione:<br />

la ragazza di colore decide<br />

di mollare il lavoro e di riallacciare<br />

quel legame che sembrava spezzato<br />

per sempre. La serie si avvale di molti<br />

flashback color seppia nell’infanzia<br />

delle due protagoniste: Mary è interpretata<br />

da Mae Middleton quando viene<br />

ritratta da bambina, mentre ha il<br />

volto di Olivia Hack quando diventa<br />

teenager; Shari Dyon Perry e Maya<br />

Elise Goodwin vestono i panni di Rene<br />

nel corso della crescita; Dan Byrd ricopre<br />

il ruolo del giovane Colliar<br />

Sims. Bill Finnegan, Deborah Joy Le-<br />

Vine, Nancy Miller, Sheldon Pinchuck<br />

e Gary A. Randall sono i produttori<br />

esecutivi della serie fortemente voluta<br />

dal network Lifetime, dove si raccontano<br />

“storie di donne per le donne”. Il<br />

tema musicale è “Any day now” di<br />

Bob Hilliard e Burt Bacharach; tra le<br />

canzoni dell’epoca si ascolta, tra gli altri,<br />

Smokey Robinson; la colonna sonora<br />

originale è composta da Susan<br />

Marder.<br />

David Niven Show (The David Niven<br />

Show) Con: David Niven; interpreti<br />

vari. Produzione: Usa, 1959,<br />

drammatico, b/n (13/30’).<br />

Serie antologica drammatica presentata<br />

e, in qualche occasione interpretata,<br />

da David Niven. Vincent Fennelly firma<br />

da produttore. Il <strong>telefilm</strong> ha contraddistinto<br />

la programmazione estiva<br />

dell’NBC nel 1959.<br />

Dave Barrett Vedi Cacciatore, Il.<br />

Davy Crockett (Id.) Con: Fess<br />

Parker. Produzione: Usa, 1954, avventura,<br />

b/n (5/30’).<br />

Fess Parker porta sul piccolo schermo<br />

il leggendario Davy Crockett in un<br />

segmento del programma televisivo<br />

Frontierland, firmato da Walt Disney:<br />

si tratta in pratica della prima mini-serie<br />

nella storia della televisione. Il successo<br />

colse di sorpresa la Disney, che<br />

dovette correre ai ripari per le innumerevoli<br />

richieste di cappelli di procione<br />

da parte del pubblico dopo la trasmissione<br />

(alla stessa stregua <strong>dei</strong> bubblegum<br />

sopra i quali era stampata l’immagine<br />

di Crockett). La popolarità riscontrata<br />

spinse i produttori a lanciare<br />

una coppia di film al cinema, entrambi<br />

composti da due-tre episodi della mini-serie:<br />

Le avventure di Davy Crockett<br />

(1955) e Davy Crockett e i pirati<br />

(1957). In Italia il nome di Parker venne<br />

cambiato da Fess a Fier; l’attore sarebbe<br />

tornato a interpretare un altro<br />

epico protagonista della “nuova fontiera”<br />

in Daniel Boone (1964).<br />

Dawson’s Creek (Id.) Con: James


Dawson’s Creek<br />

Van der Beek, Katie Holmes, Joshua<br />

Jackson, Michelle Williams, Meredith<br />

Monroe, Kerr Smith, John Wesley<br />

Shipp, Mary-Margaret Humes,<br />

Mary Beth Peil, Sasha Alexander,<br />

Chad Murray, Busy Phillips. Produzione:<br />

Usa, 1998, drammatico, colore<br />

(128/60’).<br />

SUPERCULT<br />

Esploso in America come un vero e<br />

proprio fenomeno di costume che ha<br />

coinvolto nel contempo critici e pubblico,<br />

figli e genitori, il serial vanta l’ideazione<br />

e la produzione di Kevin<br />

Williamson, già sceneggiatore <strong>dei</strong><br />

teen-cult cinematografici Scream e<br />

Scream 2, definito dal prestigioso “Entertainment<br />

Weekly” come “una delle<br />

100 persone più creative di Hollywood”.<br />

Nella piccola cittadina di<br />

Capeside, nel Massachusetts, è in arrivo<br />

la nuova stagione della maturità: tre<br />

amici del cuore quindicenni vengono<br />

travolti dalle emozioni più adulte e devono<br />

confrontarsi con situazioni inaspettate<br />

come l’amore, la passione, la<br />

gelosia, l’invidia. Il biondo Dawson<br />

Leery (James Van der Beek) è una sorta<br />

di All American Boy che sogna di diventare<br />

regista; anzi, come un regista:<br />

Steven Spielberg, “che iniziò a girare<br />

quando aveva 13 anni”; conosce a memoria<br />

ogni sequenza della sua filmografia<br />

e non ha mai fatto sesso “perché<br />

nei film di Spielberg non lo si fa mai”;<br />

leale, idealista e sensibile, potrebbe essere<br />

il fratello anni ’90 del Richie Cunningham<br />

di Happy Days; sta girando<br />

un film nel quale ha coinvolto i suoi<br />

due amici, gli unici attori protagonisti<br />

della sua vita. La coetanea Joey Potter<br />

(Katie Holmes) è il simbolo vivente di<br />

quei ragazzi che sono cresciuti troppo<br />

in fretta loro malgrado: ha dovuto affrontare<br />

la morte della madre per un<br />

tumore al seno, sopportare l’infedeltà<br />

232<br />

del padre finito in prigione per traffico<br />

di stupefacenti; vive sul lago con la sorella<br />

incinta e il di lei fidanzato di colore,<br />

ma la sua vera casa è la stanza di<br />

Dawson, nella quale penetra da una<br />

scala esterna. Pacey Witter (Joshua<br />

Jackson) è quello che si dice un conquistatore;<br />

è il miglior amico di Dawson<br />

anche per il fatto che lavora come<br />

commesso nella videoteca cittadina,<br />

ma soprattutto perché è il suo esatto<br />

opposto: outsider nato, vive la vita con<br />

tutti i rischi che essa comporta, seguendo<br />

il cuore prima del cervello; come<br />

quando conquista la nuova professoressa<br />

della scuola senza rendersi<br />

conto delle inevitabili conseguenze.<br />

Jennifer Lindley (Michelle Williams)<br />

è la nuova arrivata; un uragano biondo<br />

che travolge tutto e tutti: in un sol colpo<br />

fa innamorare di sé Dawson e provoca<br />

l’invidia e la gelosia di Joey;<br />

giunta da New York per assistere il<br />

nonno gravemente malato, in fuga da<br />

un passato di scandali, cerca di adattarsi<br />

a una tranquilla vita di provincia e di<br />

convivere con una nonna (Mary Beth<br />

Peil) che cerca di costringerla alle preghiere<br />

prima di cena nonostante lei si<br />

professi atea convinta. Aloro quattro si<br />

aggiungono in corsa i fratelli Andie<br />

(Meredith Monroe) e Jack ‘McPhee<br />

(Kerr Smith), ognuno con i propri fantasmi<br />

nel cassetto: la prima, la nuova<br />

ragazza di Pacey, non riesce a reggere<br />

sulle proprie spalle la responsabilità di<br />

tenere unita la famiglia composta, oltre<br />

che dal fratello, da un padre sempre<br />

assente e da una madre che crede di<br />

parlare con il figlio morto; Jack, dopo<br />

una breve relazione con Joey, si scopre<br />

omosessuale e deve far fronte al genitore<br />

che non ammette un figlio “diverso”.<br />

L’episodio in cui il ragazzo fa “outing”<br />

ha ricevuto il plauso da “Avvenire”:<br />

“il tema è stato trattato con diretta


233 Dawson’s Creek<br />

semplicità e perspicacia [...] Il <strong>telefilm</strong><br />

è risultato onesto nel descrivere la vicenda<br />

di una crisi che certamente non è<br />

limitata al villaggio americano: ha aiutato<br />

a capire, a riflettere, ad aiutare, e<br />

non è poco”. Sullo sfondo si stagliano<br />

alcune figure che contribuiscono a<br />

rendere il serial un affresco realistico<br />

della gioventù d’oggi: i genitori di<br />

Dawson, Mitchell (John Wesley<br />

Shipp) e Gail (Mary-Margaret Humes),<br />

sembrano amarsi come il primo<br />

giorno, l’attrazione sessuale non manca,<br />

ma Joey ha sorpreso la mamma del<br />

suo migliore amico mentre baciava un<br />

collega, portandoli all’inevitabile separazione.<br />

Finito il liceo, le strade <strong>dei</strong><br />

protagonisti sembrano dividersi, ma<br />

l’improvvisa morte del padre di Dawson<br />

in un incidente stradale riporta tutti<br />

a Capeside. Tra i volti nuovi si fanno<br />

notare: Gretchen (Sasha Alexander),<br />

la sorella di Pacey che colpisce il cuore<br />

di Dawson; Charlie (Chad Muttay),<br />

destinato a un tira-e-molla con Jen;<br />

Audrey (Busy Phillips), la compagna<br />

di stanza di Joey attratta da Pacey. Nella<br />

puntata finale, dopo la drammatica<br />

morte di Jen a causa di un problema<br />

congenito al cuore, Joey sceglie Pacey<br />

e va a vivere con lui a New York per la<br />

gioia <strong>dei</strong> “Pjers”, i fans della coppia<br />

che si contrapponevano ai “Djers” (coloro<br />

che tifavano per Dawson-Joey).<br />

Anche Dawson, tuttavia, raccoglie le<br />

sue soddisfazioni: a Los Angeles diventa<br />

produttore della serie autobiografica<br />

The Creek. L’unico <strong>telefilm</strong> ad<br />

aver conquistato ben 4 copertine contemporanee<br />

della “bibbia televisiva”<br />

“Tv Guide” – una per ciascun protagonista<br />

del serial – affronta temi scomodi<br />

e scottanti come il sesso, la masturbazione,<br />

l’infedeltà coniugale, l’omosessualità,<br />

la pornografia, la circoncisione,<br />

la pedofilia, l’alcol, la droga; forse<br />

anche per questo sono stati scelti attori<br />

più grandi <strong>dei</strong> loro personaggi quindicenni:<br />

ai tempi del primo ciclo, Van<br />

der Beek aveva 20 anni, la Holmes 19,<br />

la Williams 17, Jackson 19; forse anche<br />

per questo qualcuno ha gridato allo<br />

scandalo per certe tematiche in prima<br />

serata: “ma nel serial sono descritte<br />

situazioni che sono al centro di qualsiasi<br />

telegiornale”, ha chiosato Paul<br />

Stupin, produttore esecutivo insieme<br />

allo stesso Williamson e a Charles Rosin.<br />

E chi ha insinuato che ci sia una<br />

sceneggiatura autobiografica ha visto<br />

giusto: il serial traspone le vicende<br />

adolescenziali del giovane Kevin Williamson<br />

e <strong>dei</strong> suoi amici a Oriental,<br />

una piccola cittadina del North Carolina<br />

(in realtà la serie è stata girata poco<br />

distante, tra Southport e Wilmington).<br />

Nel 2004 il sondaggio dell’Accademia<br />

<strong>dei</strong> Telefilm lanciato in occasione <strong>dei</strong><br />

50 anni della tv italiana l’ha eletta “miglior<br />

serie drammatica di tutti i tempi”,<br />

preferendola al cult-teen rivale di sempre<br />

Beverly Hills 90210 (1990). Sono<br />

ben tre le canzoni-tema: “Run like<br />

mad” di Jann Arden, “Kiss me” <strong>dei</strong> Six<br />

Pence Non The Richer e “I don’t want<br />

to wait” di Paula Cole (in origine doveva<br />

essere “Hand in my pocket” di<br />

Alanis Morrisette). Forte di una colonna<br />

sonora condita con i più grandi successi<br />

musicali degli ultimi anni (tra gli<br />

altri si ascoltano Pretenders, Chumbawamba,<br />

Savage Garden, Sophie B.<br />

Hawkins, Meredith Brooks, Phish,<br />

Jewel, Semisonic, Garbage, Tori<br />

Amos…) – tanto che l’album tratto dal<br />

<strong>telefilm</strong> ha scalato le classifiche americane<br />

– il serial batte tutti i record di<br />

citazioni cinematografiche: 46 solo<br />

nella puntata-pilota (tra Psyco, Il mostro<br />

della laguna nera e l’auto-riferimento<br />

dello stesso Scream), di cui 16<br />

dedicate a Spielberg e ai suoi film. Co­


Dead man’s gun – La pistola del morto<br />

me quando Dawson chiede cosa gli<br />

stia succedendo, cosa ne sarà di loro,<br />

come mai sia tutto così complicato e<br />

Joey gli risponde che “stiamo crescendo,<br />

tutto qui; in fondo anche Spielberg<br />

ha superato la sindrome di Peter<br />

Pan…”.<br />

Dead man’s gun – La pistola del<br />

morto (Dead man’s gun) Con: interpreti<br />

vari. Produzione: Canada, 1997,<br />

western, colore (44/60’).<br />

Definito “un incrocio tra Bonanza e Ai<br />

confini della realtà”, il serial che rispolvera<br />

il genere western ha un unico<br />

protagonista ricorrente: una pistola a<br />

sei colpi che è stata usata troppo tardi<br />

dall’ultimo proprietario (“la pistola<br />

del morto”, come recita il sottotitolo<br />

italiano); la leggenda vuole che chi ne<br />

entri in possesso acquisti abilità straordinarie,<br />

salvo controindicazioni pericolose<br />

come l’alterazione del carattere<br />

e la vita completamente trasformata.<br />

Alla fine di ogni episodio la pistola abbandonata<br />

attende la prossima “vittima”.<br />

Uno stuolo di volti noti si presta a<br />

premere il grilletto: tra gli altri, Brian<br />

Austin Green nei panni del killer Joe<br />

Dean Bonner; Patrick Duffy in quelli<br />

del playboy Lyman Gage; Michael<br />

York nel ruolo dell’aristocratico tedesco<br />

Fredrich Von Huber; Kate Jackson<br />

è Katherine Morrison, la madre che<br />

vuole vendicare la morte del figlio;<br />

Rick Schroder è il codardo Mathew<br />

Ryan; Meat Loaf ha la parte del fabbro<br />

Aaron Fremont; John Ritter è Harry J.<br />

McDonacle. Henry Winkler, che firma<br />

il <strong>telefilm</strong> altresì da produttore esecutivo,<br />

interpreta Phineas Newman, un<br />

uomo che riconsidera la propria vita<br />

dopo essere stato accusato di un crimine<br />

che non ha commesso. La voce narrante<br />

appartiene in originale a Kriss<br />

Kristofferson. Terry Frewer compone<br />

234<br />

la colonna sonora. La serie che ha vinto<br />

un Gemini Award nel 1999 per la “miglior<br />

direzione artistica” è stata girata<br />

nella regione canadese della British<br />

Columbia, tra Fort Steele, Maple Ridge<br />

e Vancouver.<br />

Dead Zone,The – La zona morta<br />

(The Dead Zone) Con: Anthony Michael<br />

Hall, Nicole de Boer, Chris Bruno,<br />

Sean Patrick Flanery, David Ogden<br />

Stiers, John L. Adams, Kristen<br />

Dalton. Produzione: Usa/Canada,<br />

2002, thriller, colore (55/60’).<br />

La “zona morta”, quella che permette<br />

di vedere la vita delle persone con le<br />

quali si entra in contatto, era firmata<br />

originariamente da Stephen King nel<br />

romanzo best-seller omonimo e diretta<br />

da David Cronenberg nella versione<br />

cinematografica del 1983. Sul piccolo<br />

schermo “tocca” ad Anthony Michael<br />

Hall ereditare il ruolo interpretato sul<br />

grande schermo dal magnetico Christopher<br />

Walken: egli interpreta l’insegnante<br />

Johnny Smith, dapprima pacifico<br />

cittadino di provincia con fidanzata<br />

nuova di zecca e una classe da dirigere;<br />

dopo un incidente automobilistico,<br />

il nostro entra in un coma lungo 6<br />

anni, dal quale si sveglia con una vita<br />

completamente stravolta: la fidanzata<br />

si è sposata con un altro (ci mancherebbe!),<br />

sua madre è morta e lo stesso<br />

Johnny non è più lo stesso (scopre di<br />

avere poteri paranormali che gli permettono<br />

di avere visioni sul passato e<br />

sul futuro delle persone che incontra).<br />

Nicole de Boer interpreta l’ex fidanzata<br />

Sarah; Chris Bruno è lo sceriffo<br />

Walter “Walt” Bannerman; Sean Patrick<br />

Flanery dà vita all’odioso sindaco<br />

Gregory Stillson; David Ogden<br />

Stiers veste i panni del Reverendo Gene<br />

Purdy; Dana Bright (Kristen Dalton)<br />

è la giornalista del “Bangor Daily


235 Dellaventura<br />

News” che s’innamora del protagonista<br />

“visionario”. John L. Adams ha il<br />

ruolo di Bruce Lewis, la “guida mentale”<br />

del protagonista: una figura inedita<br />

sia rispetto al romanzo che al film. Il<br />

Johnny del <strong>telefilm</strong> appare più sorpreso<br />

<strong>dei</strong> propri poteri e meno schizzoidedepresso<br />

in confronto a quello interpretato<br />

da Walken: le visioni di Smith<br />

assomigliano più a quelle di Frank<br />

Black in Millennium (1996) o a quelle<br />

di Sam Waters in Profiler – Intuizioni<br />

mortali (1996) e di Jim Ellison in Sentinel<br />

(1996). Michael e Shawn Piller<br />

curano l’adattamento televisivo e firmano<br />

da produttori esecutivi, in quest’ultima<br />

veste in compagnia di Robert<br />

Lieberman e Lloyd Segan. Jeff Buckley<br />

è l’autore della colonna sonora e<br />

del tema musicale “New Year’s<br />

prayer”. Louis Gossett jr. compare in<br />

un cameo. La serie è stata girata a Vancouver<br />

in Canada (alla stessa stregua<br />

di Millennium, Profiler – Intuizioni<br />

mortali e Sentinel).<br />

Dear John... (Id.) Con: Judd Hirsch,<br />

Jane Carr, Jere Burns, Isabella Hoffman,<br />

Harry Groener, Billie Bird, Susan<br />

Walters, Tom Willett. Produzione:<br />

Usa, 1988, sit-com, colore (90/30’).<br />

Il “Caro John” del titolo si riferisce all’inizio<br />

della lettera che la moglie dell’insegnante<br />

John Lacey (Judd Hirsch,<br />

che per questo ruolo ha vinto un Golden<br />

Globe nel 1989) fa trovare al marito<br />

per lasciarlo. Per la disperazione, il<br />

protagonista si iscrive all’One-Two-<br />

One di Rego Park (New York), un club<br />

di single frequentato tra gli altri da:<br />

Louise Mercer (Jane Carr), la ninfomane<br />

moderatrice inglese; il macho<br />

bugiardo Kirk Morris (Jere Burns);<br />

l’apparentemente composta Kate Mc-<br />

Carron (Isabella Hofmann); il timido<br />

Ralph Drang (Harry Groener); la galli­<br />

na sexy Mrs. Philbert (Billie Bird).<br />

Susan Walters entra nel cast nei panni<br />

di Mary Beth Sutton; Tom Willett<br />

compare come Tom, il fidanzato di<br />

Mrs. Philbert. Con il passare delle<br />

puntate il telespettatore si accorge che<br />

il gruppo di discussione, invece di risolvere<br />

i problemi <strong>dei</strong> suoi iscritti, li<br />

moltiplica. Ed Weinberger, Hal Cooper<br />

e Rod Parker sono il tris di produttori<br />

esecutivi. La serie è l’adattamento<br />

americano di una sit-com britannica<br />

firmata da John Sullivan (Dear<br />

John..., 1986): i primi episodi sono<br />

l’esatta trasposizione delle sceneggiature<br />

inglesi. Il <strong>telefilm</strong> a “stelle e<br />

strisce” è andato in onda nel Regno<br />

Unito con il titolo di Dear John Usa.<br />

Il tema musicale di John Sullivan è<br />

cantato da Wendy Talbot.<br />

Dellaventura (Id.) Con: Danny Aiello,<br />

Ricky Aiello, Anne Ramsai, Byron<br />

Keith Minns. Produzione: Usa, 1997,<br />

poliziesco, colore (14/60’).<br />

Danny Aiello, nomination all’Oscar<br />

per Fa’ la cosa giusta (1989) di Spike<br />

Lee, recita per la prima volta in una serie<br />

per la televisione come investigatore<br />

privato ed esperto in sicurezza personale.<br />

Anthony Dellaventura, questo<br />

è il suo nome, si occupa di quei casi di<br />

cui il dipartimento di polizia di New<br />

York non può o non vuole occuparsi.<br />

La sua squadra è formata da Teddy Naples<br />

(Ricky Aiello, figlio di Danny), ex<br />

poliziotto che nel suo lavoro usa sia i<br />

muscoli che il cervello, la sexy Geri<br />

Zarias (Anne Ramsai), da poco arrivata<br />

a New York e Jonas Deeds (Byron<br />

Keith Minns), un abilissimo perito in<br />

sistemi di sicurezza, capace di introdursi<br />

dappertutto e in qualsiasi momento:<br />

sono abituati a risolvere i casi<br />

velocemente e una volta per tutte, anche<br />

se ciò significa usare metodi “per­


Delphi Bureau<br />

suasivi” o raggiri. Dellaventura offre il<br />

suo aiuto anche se la gente non può pagarlo<br />

(la paga richiesta è di 100 dollari<br />

all’ora). La città di New York ha trovato<br />

il suo “eroe”: non è un caso che il sindaco<br />

della “Grande Mela”, Rudolph<br />

Giuliani, abbia fatto visita sul set della<br />

serie. Tra le curiosità segnaliamo il nome<br />

dello stesso Danny Aiello come<br />

produttore esecutivo accanto a Richard<br />

DiLello. Santo Versace presta la sua<br />

esperienza per quanto riguarda la “consulenza<br />

artistica”. John Delia è l’autore<br />

della colonna sonora. Il ritrovo preferito<br />

di Dellaventura è la Trattoria Spaghetto<br />

gestita dall’amico Frankie Bongiorno<br />

(il quale interpreta sé stesso).<br />

Delphi Bureau (The Delphi Bureau)<br />

Con: Laurence Luckinbill, Anne Jeffreys.<br />

Produzione: Usa, 1972, spionaggio,<br />

colore (8/60’; 1/120’).<br />

Il Delphi Bureau è una non meglio<br />

identificata agenzia governativa addetta<br />

alle ricerche su commissione del<br />

Presidente degli Stati Uniti. La sua sede<br />

operativa è alquanto anomala: una<br />

limousine sempre in movimento. Laurence<br />

Luckinbill interpreta Glenn<br />

Garth Gregory, un agente segreto dalla<br />

memoria formidabile a capo dell’organizzazione;<br />

Anne Jeffreys lo affianca<br />

nei panni dell’assistente Sybil (Sibilla)<br />

Van Loween, ruolo per il quale l’attrice<br />

è stata candidata al Golden Globe<br />

nel 1973. Il serial faceva originariamente<br />

parte della trilogia dell’ABC The<br />

Men (insieme ad Assignment: Vienna e<br />

Jigsaw). Il brano “Hot Buttered Soul”<br />

di Isaac Hayes (Premio Oscar per<br />

Shaft), che apre ogni appuntamento, è<br />

arrivato nella Top 40 <strong>dei</strong> singoli americani;<br />

oltre ad Hayes, la colonna sonora<br />

è composta da Frank De Vol e Harper<br />

MacKay. Sam Rolfe firma da ideatore<br />

e produttore esecutivo. Originaria­<br />

236<br />

mente, il ruolo di Sybil doveva essere<br />

interpretato da Celeste Holm.<br />

Delta (Id.) Con: Delta Burke, Earl<br />

Holliman, Gigi Rice, Beth Grant,<br />

Nancy Giles, Bill Engvall, Joe Urla,<br />

Elisabeth Wilson. Produzione: Usa,<br />

1992, sit-com, colore (21/30’).<br />

Delta Burke interpreta Delta Bishop,<br />

un’aspirante cantautrice country bionda<br />

che si trasferisce a Nashville, per<br />

poi essere assunta in un piccolo bar.<br />

Earl Holliman veste i panni di Darden<br />

Towe, il suo datore di lavoro sotto l’insegna<br />

del Green Lantern; Gigi Rice è il<br />

cugino Lavonne Overton, che ospita a<br />

casa sua Delta; Beth Grant ricopre il<br />

ruolo della parrucchiera Thelma<br />

Wainwright; Nancy Giles e Bill Engvall<br />

sono rispettivamente Connie e<br />

Buck. La serie che ricorda vagamente<br />

il plot di Alice (1976) è stata interrotta<br />

dalla ABC per poi riprendere con alcune<br />

novità: oltre a una protagonista divenuta<br />

bruna, entrano in scena le figure<br />

di Sandy Scott (Joe Urla), l’agente<br />

della cantante e la madre di quest’ultima,<br />

Rosalind Dupree (Elisabeth Wilson).<br />

J.A.C. Redford compone la musica<br />

originale del <strong>telefilm</strong> dove prevalgono<br />

sonorità country e western. Delta<br />

Burke canta tutte le canzoni della serie<br />

a parte il tema musicale – “Climb that<br />

mountain high” – interpretato dalla<br />

country-star Reba McEntire.<br />

Delta Team (Die Aussenseiter; Copernicus<br />

Code; Delta Team – Auftrag<br />

geheim!) Con: Stefanie Schmid, Diego<br />

Wallraff, Stephan Benson, Peer Jäger.<br />

Produzione: Germania, 1999,<br />

spionaggio, colore (13/60’; 1/120’).<br />

Immaginate una società segreta di<br />

quattro elementi addestratissimi che<br />

fanno girare il mondo per il verso giusto:<br />

non per niente è soprannominata


237 Dempsey & Makepeace<br />

“Copernicus Code”. Nella serie tedesca<br />

più high-tech di sempre insieme a<br />

HeliCops (1998), i quattro protagonisti<br />

sono tutti muniti di armi avveniristiche<br />

e ritrovati tecnologici della prossima<br />

generazione. Sandra (Stefanie<br />

Schmid) usa la propria femminilità per<br />

mascherare il cinismo tipicamente maschile<br />

e la capacità extra-sensoriale<br />

che la rende unica e preziosa; Andy<br />

Sanchez (Diego Wallraff) deve la sua<br />

agilità a un passato criminale – che gli<br />

permette d’infiltrarsi con nonchalance<br />

nel sottobosco – e all’addestramento<br />

nell’esercito; Chris (Stephan Benson)<br />

è il più intelligente nonché il genio <strong>dei</strong><br />

computer; a loro si unisce Manfred<br />

Seifert (Peer Jäger). Al di là delle azioni<br />

spettacolari e degli effetti speciali –<br />

come quando il trio deve sventare l’assassinio<br />

di un diplomatico o recuperare<br />

una bomba nucleare in bilico tra due<br />

super-potenze – il <strong>telefilm</strong> si fa notare<br />

per la cura <strong>dei</strong> particolari. Uno su tutti:<br />

il quartier generale <strong>dei</strong> quattro agenti<br />

segreti si trova in un parco della periferia<br />

nebbiosa di Amburgo popolato da<br />

personaggi degni <strong>dei</strong> Fantastici Quattro,<br />

come la donna-serpente e l’Uomo-<br />

Fuoco. Michael Bütow e Dirk R.<br />

Düwel firmano da produttori esecutivi.<br />

Oliver Biehler è l’autore della colonna<br />

sonora techno-pop.<br />

Delvecchio (Id.) Con: Judd Hirsch,<br />

Charles Aid, Michael Conrad, Mario<br />

Gallo, Jay Varela. Produzione: Usa,<br />

1976, poliziesco, colore (22/60’).<br />

Avvocato mancato, il sergente tutto<br />

d’un pezzo Dominick Delvecchio<br />

(Judd Hirsch) è un poliziotto di Los<br />

Angeles che nonostante i metodi duri<br />

agisce secondo giustizia. Al suo fianco:<br />

lo zelante agente Paul Shonski<br />

(Charles Aid); il tenente Macavan<br />

(Michael Conrad), il superiore di Del­<br />

vecchio; Tomaso (Mario Gallo), il padre<br />

del protagonista che lavora come<br />

barbiere e che ancora non si capacita<br />

della decisione del figlio di intraprendere<br />

la carriera di poliziotto; il sergente<br />

Rivera (Jay Varela). William<br />

Sackheim è il produttore esecutivo del<br />

serial che vanta la firma, tra i produttori,<br />

di Steven Bochco. Joseph Polizzi e<br />

Sam Rolfe sono gli ideatori del <strong>telefilm</strong>.<br />

Richard Clements e Billy Goldenberg<br />

compongono la colonna sonora.<br />

Le riprese sono state effettuate<br />

per le strade di Los Angeles. Erik<br />

Estrada compare in un cameo nel tredicesimo<br />

episodio.<br />

Dempsey & Makepeace (Id.) Con:<br />

Michael Brandon, Glynnis Barber,<br />

Ray Smith, Tony Osoba. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1985, poliziesco, colore<br />

(30/60’).<br />

Il tenente James Dempsey (Michael<br />

Brandon) della polizia di Brooklyn<br />

viene spedito a Londra dopo aver ucciso<br />

per errore un collega nel corso di<br />

un’indagine sulla corruzione: in Inghilterra<br />

entra a far parte del gruppo<br />

speciale SI10, al fianco del sergente di<br />

buone maniere Harriet Makepiece<br />

(Glynnis Barber), proveniente dall’alta<br />

società e laureata in scienze a Cambridge.<br />

I due sono “sorvegliati” dal superiore<br />

Gordon Spikings (Ray Smith);<br />

Tony Osoba indossa i gradi del sergente<br />

Chas Jarvis. Il serial si basa sul contrasto<br />

tra le due differenti scuole di polizia:<br />

Dempsey, veterano del Vietnam<br />

,trova i metodi di Scotland Yard lenti e<br />

privi di mordente; i nuovi colleghi lo<br />

considerano uno yankee perennemente<br />

attaccato alla sua Magnum 357. La<br />

relazione tra Dempsey e Makepiece,<br />

dopo un iniziale antagonismo, sfocia<br />

in un’inevitabile attrazione fatale: la<br />

fantasia è diventata realtà anche fuori


Denise 238<br />

dal set, visto che la coppia Brandon-<br />

Barber si è sposata al termine delle riprese.<br />

Nick Elliott firma da produttore<br />

esecutivo. Tony Wharmby è l’ideatore<br />

della serie che non ha mai spiegato il<br />

motivo per cui una nobile come Makepiece<br />

abbia deciso di fare carriera nella<br />

polizia. La colonna sonora è curata da<br />

Alan Parker; il tema musicale, “Blind<br />

Eye”, è suonato dalla South Bank Orchestra.<br />

Denise Vedi Tutti al college.<br />

Denjiman (Denshi Sentai Denjiman)<br />

Con: Shin’ichi Yûki, Kenji Ohba, Eiichi<br />

Tsuyama, Naoya Uchida, Akira<br />

Koizumi, Machiko Soga, Kousuke<br />

Kayama. Produzione: Giappone,<br />

1977, avventura/fantastico, colore<br />

(56/30’).<br />

Ecco chi sono gli antenati <strong>dei</strong> Power<br />

Rangers (1993): come loro sembrano<br />

usciti da una festa di Carnevale con il<br />

fine di sconfiggere le forze del male<br />

con tute colorate e caschi integrali. Il<br />

pokerissimo di protagonisti ha la facoltà<br />

di trasformarsi in Denji e ciascuno<br />

di loro sfodera un potere ad hoc: Ippei<br />

Akaki (Shin’ichi Yûki) assume il<br />

colore rosso ed è esperta di karate;<br />

Daigorou Oume (Kenji Ohba) si tinge<br />

di blu ed è diplomato in ginnastica; Jun<br />

Kiyama (Eiichi Tsuyama) adotta il<br />

giallo e colpisce in volo; Tatsuya Midorikawa<br />

(Naoya Uchida) è di verde<br />

vestita e tira di boxe; Akira Momoi<br />

(Akira Koizumi) si avvolge nel rosa<br />

femminile e sferra attacchi in demivolée<br />

(era una tennista professionista).<br />

Insieme, uno sull’altro come un gruppo<br />

di acrobati circensi, sono praticamente<br />

invincibili (diventano un robot<br />

con spadone trancia-nemici). Gli eroiarlecchini<br />

rispediscono al mittente<br />

d’altri mondi le intenzioni di conquista<br />

e distruzione della Regina Hedrian<br />

(Machiko Soga) e del Generale Hedrer<br />

(Kousuke Kayama). Per i feticisti del<br />

caso, la premessa risale a 3000 anni<br />

addietro, quando i malvagi fecero<br />

esplodere la stella Denji, salvo poi scoprire<br />

che alcuni abitanti di quel pianeta<br />

avevano trovato scampo sulla Terra<br />

(guarda caso, tutti in Giappone). A far<br />

loro da tutore è un cane (naturalmente<br />

Denji); i cinque si avvalgono di un<br />

ventaglio di macchinari degni di Batman:<br />

tra gli altri, un sidecar (Denji-<br />

Machine), una jeep (Denji-Buggy),<br />

una veloce imbarcazione (Denji-<br />

Craft). La produzione è curata dalla<br />

Toei Company. La colonna sonora è<br />

composta da Michiaki Watanabe.<br />

Desperate Housewives – I segreti<br />

di Wisteria Lane (Desperate<br />

Housewives) Con: Teri Hatcher, Felicity<br />

Huffman, Marcia Cross, Eva Longoria,<br />

Nicollette Sheridan, James Denton,<br />

Steven Culp, Joy Lauren, Shawn<br />

Pyfrom, Ricardo Antonio Chivara,<br />

Mark Moses, Cody Casch, Andrea<br />

Bowen, Doug Savant, Jesse Metcalfe,<br />

Christine Estabrook, Harriet Sansom<br />

Harris, Shane Kinsman, Brent Kinsman,<br />

Zane Huett, Roger Bart, Lupe<br />

Ontiveros, Dylan Cline, Bob Gunton,<br />

Jordan Cline, Jolie Jenkins, Heather<br />

Stephens, Alfre Woodard, Mehcad<br />

Brooks. Produzione: Usa, 2004, drammatico,<br />

colore (23/60’).<br />

“Ho trascorso la mia giornata come<br />

tutte le altre, lustrando in silenzio la<br />

routine della mia vita, affinché brillasse<br />

di perfezione”. Finito di lucidare,<br />

però, Mary Alice Young sceglie di spararsi<br />

un colpo, mandando in frantumi<br />

l’immagine perfetta così faticosamente<br />

costruita. Perché nel quartiere dove<br />

viveva insieme alle sue amiche, vige<br />

una regola non scritta: “Non devono


239 Desperate Housewives – I segreti di Wisteria Lane<br />

pensare che non siamo felici”. Inizia<br />

così la serie-evento degli ultimi anni,<br />

chiamata (ed evocata) dai media per<br />

rimpiazzare il vuoto lasciato da Sex<br />

and the City nel 2004. In realtà, come<br />

ha finemente notato Guia Soncini:<br />

“Sex and the City, naturalmente, non<br />

c’entra niente. Non che la balzana idea<br />

sia originale, quelli che ne hanno straparlato<br />

hanno copiato da deliranti interpretazioni<br />

americane. […] A voler<br />

proprio fare <strong>dei</strong> paragoni, in DH c’è<br />

qualcosa di Six feet under (il prologo),<br />

qualcosa di Melrose Place (un paio di<br />

attori, e le doppiezze del quartiere),<br />

molto di Peyton Place e di Twin Peaks<br />

(gli inconfessabili segreti della linda e<br />

ordinata provincia americana) e poi ci<br />

sono dettagli, atmosfere, attimi che o li<br />

cogliete oppure è inutile spiegarveli”.<br />

Il primo dettaglio imperdibile è il prologo,<br />

con la voce fuori campo di Mary<br />

Alice (Brenda Strong) che dopo esser<br />

passata a miglior vita diventa l’osservatrice<br />

e l’anima-guida di tutte le vicende<br />

ambientate a Wisteria Lane, dove<br />

risiede un pokerissimo di casalinghe<br />

disperate a ragion veduta: la divorziata<br />

in astinenza Susan Mayer (Teri<br />

Hatcher), mamma imbranata con figlia<br />

a carico più saggia di lei; l’ex manager<br />

Lynette Scavo (Felicity Huffman),<br />

la quale ha sacrificato la propria<br />

carriera per accudire quel trio di pesti<br />

rompiballe che sono i suoi figli (più<br />

poppante sputa-pappa di 18 mesi): tra<br />

una crisi isterica e l’altra, è perennemente<br />

in dubbio sull’utilizzo delle maniere<br />

forti, che invece non lesina al<br />

marito; la perfettina ultra-WASP Bree<br />

Van De Camp (Marcia Cross), una capace<br />

di interrompere un rapporto sessuale<br />

se la salsa sta per cadere sul pavimento<br />

e che, giustamente, subisce<br />

l’ammutinamento <strong>dei</strong> figli e il tradimento<br />

del marito; l’ex modella viziata<br />

Gabrielle Solis (Eva Longoria), abituata<br />

ad avere tutto quello che vuole –<br />

un marito ricchissimo, una casa-magione,<br />

macchine lussuose – compreso<br />

un giardiniere minorenne come amante;<br />

la divorziata mangiauomini Edie<br />

Britt (Nicollette Sheridan), per la quale<br />

il sesso è una forma di socializzazione.<br />

Fanno da corollario alle loro “disperazioni”:<br />

il nuovo vicino bellimbusto<br />

Mike Delfino (James Denton), che<br />

in realtà nasconde, tra i tanti scheletri<br />

nell’armadio, un passato da galeotto<br />

con tanto di pistola e dollaroni (lo scoprirà<br />

a sue spese la dirimpettaia Susan);<br />

Rex Van De Camp (Steven<br />

Culp), il consorte di Bree con inclinazioni<br />

sado-maso che chiede il divorzio<br />

dalla moglie (ma costei cova vendetta,<br />

tremenda vendetta); i figli tormentati<br />

della coppia, la quindicenne Danielle<br />

(Joy Lauren) e il diciassettenne Andrew<br />

(Shawn Pyfrom), leader pentita<br />

del club delle vergini della scuola la<br />

prima, sociopatico cannaiolo con tendenze<br />

gay il secondo ; il rude e gelosissimo<br />

Carlos (Ricardo Antonio Chivara),<br />

il quale a furia di regali costosi<br />

compra, se non la fedeltà di Gabrielle,<br />

almeno la sua riconoscenza; Paul<br />

Young (Mark Moses), il misterioso vedovo<br />

di Mary Alice che nasconde segreti<br />

inconfessabili più che altro sotto<br />

terra; suo figlio Zach (Cody Casch), un<br />

mezzo psicopatico che svela alcuni<br />

misteri tenuti a tacere dal padre e per<br />

questo entra in conflitto con lui; Julie<br />

(Andrea Bowen), la quattordicenne figlia<br />

consigliera e complice di Susan<br />

(almeno fino a quando non si mette<br />

con Zach); Tom (Doug Savant), il marito<br />

“sperminator” di Lynette spesso<br />

assente per lavoro (non è lui, del resto,<br />

a portare i pantaloni in casa Scavo);<br />

John (Jesse Metcalfe), il giardiniere<br />

diciassettenne <strong>dei</strong> Solis che dopo aver


Desperate Housewives – I segreti di Wisteria Lane<br />

tagliato il prato si dedica a “diserbare”<br />

i desideri di Gabrielle; l’impicciona<br />

vicina Martha Huber (Christine Estabrook),<br />

destinata a fare una pessima fine<br />

per poi essere rimpiazzata dall’acuta<br />

sorella Felicia Tilman (Harriet Sansom<br />

Harris); l’altrettanto curiosa Juanita<br />

Solis (Lupe Ontiveros), l’insopportabile<br />

madre di Carlos, che scopre<br />

la relazione della nuora con il giardiniere<br />

ma viene stirata dall’auto guidata<br />

da Andrew Van De Camp prima che<br />

possa rivelarlo (si risveglia dopo 5 mesi<br />

di coma ma ruzzola giù dalle scale<br />

finendo tra i più); le tre pesti e mezzo<br />

<strong>dei</strong> coniugi Scavo, ovvero Porter (Shane<br />

Kinsman), Preston (Brent Kinsman),<br />

Parker (Zane Huett) e la piccola<br />

Penny (Dylan e Jordan Cline); il farmacista<br />

feticista George Williams<br />

(Roger Bart), invaghito di Bree fino all’ossessione;<br />

i Taylor, ovvero Dierdre<br />

(Jolie Jenkins), la madre biologica di<br />

Zach uccisa da Mary Alice; la sorella<br />

Kendra (Heather Stephens), la zia di<br />

Zach scambiata da Susan per una ex di<br />

Mike; il capo-famiglia Noah (Bob<br />

Gunton), il quale sarebbe il Padrino di<br />

una famiglia mafiosa che vedeva Mike<br />

Delfino, fidanzato di Dierdre, nel ruolo<br />

del braccio destro (quest’ultimo sarebbe<br />

quindi il padre biologico di Zach);<br />

Betty Applewhite (Alfre Woodard),<br />

la prima casalinga afro-americana<br />

di Wisteria Lane – è entrata in<br />

scena nell’ultima puntata del primo ciclo<br />

dopo le critiche di razzismo mosse<br />

ai produttori della serie – mamma single<br />

con forti valori religiosi e un figlio<br />

a carico, Matthew (Mehcad Brooks), il<br />

quale è schiacciato dalla sua educazione<br />

un tantino oppressiva. Mary Alice<br />

narra e chiosa le vicende dall’aldilà,<br />

ma al contrario di William Holden/Joe<br />

Gillis in Viale del tramonto (1950), la<br />

persona defunta non racconta solo<br />

240<br />

quello che è successo prima della dipartita<br />

ma accompagna le vicende delle<br />

sue ex amiche anche dopo, quando<br />

queste “cercano un futuro migliore se<br />

mai riusciranno a dimenticare il passato”.<br />

Come ne I segreti di Twin Peaks<br />

(1990), dove scoprire chi avesse ucciso<br />

Laura Palmer era solo un pretesto<br />

per sollevare il velo delle ipocrisie di<br />

provincia (e in fondo ammettere che<br />

tutti erano – siamo? - un po’ colpevoli),<br />

così a Wisteria Lane non interessa<br />

tanto capire perché Mary Alice si sia<br />

uccisa; quest’ultima appare in realtà la<br />

più lungimirante e la più oggettiva di<br />

tutti, con le sue acute osservazioni in<br />

apertura e chiusura degli episodi. “La<br />

voce fuori campo che accompagna le<br />

avventure parla di dramma allegorico<br />

– ha scritto Aldo Grasso sul “Corriere<br />

della Sera” – sottolinea con ironia i<br />

modi in cui si manifesta la disperazione,<br />

suggerisce le evidenze attraverso<br />

cui gli autori manifestano il proprio<br />

punto di vista. Tutti i modi di raccontare<br />

sono leciti, ma c’è più vibrazione in<br />

una storia le cui immagini non vogliono<br />

soltanto dire quello che mostrano<br />

ma rimandano ad altro, a un mondo<br />

nascosto, ad alcuni significati inesauribili.<br />

Nella serie, a differenza della<br />

nostra fiction, ogni personaggio ha almeno<br />

una doppia personalità, se non<br />

una doppia vita, per raccontare la quale<br />

si attinge a piene mani dalla grande<br />

letteratura, dal grande cinema, dal teatro.<br />

[…] Sia chiara una cosa: un <strong>telefilm</strong><br />

che ha per protagoniste cinque casalinghe<br />

non parla necessariamente di<br />

casalinghitudine, così come I Soprano<br />

non parla necessariamente di mafia.<br />

Le avventure di Edie, Lynette, Bree,<br />

Gabrielle e Susan raccontano, ancora<br />

una volta, lo smarrimento che ci assale<br />

quando sospiriamo al ricordo delle nostre<br />

ambizioni, delle nostre infatuazio­


241 Desperate Housewives – I segreti di Wisteria Lane<br />

ni, della velenosa quiete cui non volevamo<br />

credere e che oggi, invece, ci avvolge.<br />

[…] Desperate Housewives è la<br />

grandezza casalinga della tv”. Sulla<br />

stessa linea Stefania Carini su “Telefilm<br />

Magazine”: “Tutta la potenza del<br />

serial è racchiusa nel contrasto fra le<br />

immagini che vediamo e le parole che<br />

ascoltiamo. È la perfezione delle facciate<br />

delle case, inondate da un sole luminoso,<br />

e l’interno di quelle stesse case,<br />

in cui avvengono cose che è meglio<br />

celare. È la voce della morta che dice<br />

“mio marito aveva altre cose in mente,<br />

cose non in superficie”, è la macchina<br />

da presa che intanto si immerge nella<br />

piscina, è quello stesso marito che poco<br />

dopo, nella notte, in quella stessa piscina<br />

senza acqua, scava una buca e riporta<br />

alla luce un segreto di famiglia. Il<br />

mondo di Wisteria Lane è ricoperto da<br />

uno smalto lucido sotto il quale si nascondono<br />

bugie, misteri e forse la verità.<br />

Basta scalfirlo un po’, neanche<br />

poi così tanto, per trovare una profonda<br />

inquietudine e una disperata infelicità”.<br />

“È Cogne, ma in America”, ha<br />

chiosato Guia Soncini su “Il Foglio”.<br />

Carlo Freccero su “Il Giornale”, invece,<br />

ha osservato: “L’ambientazione è<br />

contemporanea ma la storia potrebbe<br />

benissimo svolgersi negli anni ’50­<br />

’60, gli anni del melodramma, di Scandalo<br />

al sole, <strong>dei</strong> Peccatori di Peyton<br />

Place. Ed è come se l’America riprendesse<br />

le fila del suo discorso da lì. Con<br />

Bush sono tornati di attualità temi tipici<br />

degli anni ’50: famiglia, patria, religione,<br />

valori tradizionali. Con una differenza.<br />

Il melodramma negli anni che<br />

precedono la contestazione ha nel sentimento,<br />

nell’amore, la sua chiave di<br />

autenticità e di riscatto. Il dramma nasce<br />

dall’obbedienza alle convenzioni,<br />

dall’ipocrisia che impedisce di raggiungere<br />

la felicità e di realizzare i pro­<br />

pri impulsi naturalmente buoni e idealizzati.<br />

Desperate Housewives arriva<br />

dopo American Beauty e dopo Twin<br />

Peaks. Sotto la crosta di perbenismo<br />

non ci sono veri sentimenti, ma piuttosto<br />

delitti inconfessabili”. La chiosa di<br />

Isabella Angius su “Il Riformista” –<br />

“Sta di fatto che l’America newyorkese<br />

della libertà romantica ha ceduto il<br />

posto al mancato American dream della<br />

famiglia perfetta, dal sapore repubblicano<br />

alla Desperate Housewives,<br />

forse nuova versione di Dynasty”– fa il<br />

paio con quella di Susan Reimer sul<br />

“Baltimore Sun”: “Con questa serie<br />

abbiamo dato ai musulmani una ragione<br />

in più per odiarci”. Per il “New<br />

York Daily News” le protagoniste “sono<br />

eccitanti e tremende come nessuno”;<br />

il “New York Post” ha evidenziato<br />

che “sembra una trama del 1961,<br />

con tutte le donne nullafacenti e dipendenti,<br />

solo apparentemente, dagli uomini.<br />

La recitazione è ai massimi livelli,<br />

la suspense pure”; per “Variety” si<br />

tratta di “un matrimonio riuscito tra la<br />

dark-comedy e la soap-opera”. Il 15<br />

novembre 2004 la serie è balzata alle<br />

cronache per uno spot trasmesso<br />

dall’ABC prima di un atteso match di<br />

football americano: nel promo, si vedeva<br />

il giocatore <strong>dei</strong> Philadelphia Eagles<br />

Terrell Owens che si attardava negli<br />

spogliatoi, mentre Nicollette Sheridan,<br />

coperta solo da un asciugamano,<br />

tentava di convincerlo a darle un po’di<br />

attenzione; fallito ogni altro mezzo, la<br />

donna lasciava cadere anche l’asciugamano,<br />

avvinghiadosi nuda al giocatore<br />

che rinunciava a raggiungere i<br />

compagni già in campo. L’idea del<br />

network di promuovere il <strong>telefilm</strong> tra il<br />

pubblico sportivo in maniera così<br />

“spinta” ha suscitato una valanga di<br />

proteste, tanto che l’ABC ha dovuto<br />

scusarsi ufficialmente e la squadra a


Desperate Housewives – I segreti di Wisteria Lane<br />

cui apparteneva Owens ha preso le distanze<br />

(“Dopo aver visto lo spot ci siamo<br />

pentiti di aver collaborato”). Il 2<br />

maggio del 2005 il <strong>telefilm</strong> è stato addirittura<br />

citato da Laura Bush in un discorso<br />

ufficiale che ha fatto clamore<br />

durante il quale la First Lady ha raccontato<br />

una tipica serata tra lei e il marito<br />

George W. Bush: “Alle nove in<br />

punto ‘Mister Vita Eccitante’ è già addormentato<br />

profondamente e io guardo<br />

alla tv Desperate Housewives insieme<br />

a Lynne Cheney. Signore e Signori,<br />

io sono una casalinga disperata!”. Nel<br />

maggio 2005 la realtà ha superato la<br />

fantasia quando Cody Casch è stato arrestato<br />

per possesso illegale di marijuana.<br />

L’ideatore Marc Cherry ha<br />

svelato a “Telefilm Magazine” il segreto<br />

del successo: “Molti mi chiedono<br />

come sia possibile che una serie che<br />

racconta così bene il mondo delle donne<br />

sia stata pensata e scritta da un uomo.<br />

Be’, forse il fatto che io sia gay mi<br />

ha aiutato in questo. Sono sempre stato<br />

affascinato dall’universo femminile e<br />

ho sempre avuto tantissime amiche,<br />

una circostanza che non capita spesso<br />

agli uomini eterosessuali”. Cherry è<br />

anche autore e produttore esecutivo, in<br />

quest’ultima veste al fianco di Charles<br />

Pratt jr., Michael Edelstein, Tom Spezialy<br />

e Kevin Murphy. Il serial si è aggiudicato<br />

2 Golden Globes, 2 Emmy<br />

Awards, un Golden Satellite Award, un<br />

Art Directors Guild, 2 Screen Actors<br />

Guild Awards e un People’s Choice<br />

Award. In Italia, in occasione del terzo<br />

Telefilm Festival, il <strong>telefilm</strong> è stato votato<br />

dai critici televisivi quale “miglior<br />

serie della stagione 2004-2005”. Il tema<br />

musicale è composto da Danny<br />

Elfman (e si sente); la restante colonna<br />

sonora è curata tra gli altri da Peter<br />

Gordon, Robb Navrides, Pieter A.<br />

Schlosser, Steve Jablonsky, Steve Bar-<br />

242<br />

tek. Due curiosità: Brenda Strong aveva<br />

prestato il proprio volto e la propria<br />

voce fuori campo a un’altra defunta in<br />

un <strong>telefilm</strong>: in Everwood (2002) ha dato<br />

breve vita a Julia Brown, la moglie<br />

del protagonista che muore in un incidente<br />

stradale nella puntata-pilota; originariamente,<br />

Mary Alice Young doveva<br />

essere interpretata da Sheryl Lee,<br />

alias la ripescata morta ammazzata<br />

Laura Palmer ne I segreti di Twin<br />

Peaks (1990). Sempre nella puntatazero,<br />

il giardiniere John Rowland aveva<br />

il volto di Kyle Searles, mentre il<br />

ruolo di Rex Van De Kamp è andato a<br />

Michael Reilly Burke. Succoso il gioco<br />

delle coincidenze e degli intrecci all’interno<br />

del cast: Sheridan, Savant e<br />

Cross avevano già calcato lo stesso set<br />

nella soap-opera California (1979);<br />

gli ultimi due si sono rivisti anche in<br />

Melrose Place (1992), dove era sceneggiatore<br />

e produttore esecutivo<br />

Charles Pratt jr.; nel film Transamerica<br />

- contemporaneo a DH ma girato<br />

poco prima dell’avvio del serial - Felicity<br />

Huffman interpreta una transgender<br />

che si chiama Sabrina Osbourne<br />

detta “Bree” (come la Van De Kamp);<br />

sempre il nome di Bree è stato ripescato<br />

da Le cinque signore Buchanan<br />

(1994), una sorta di Desperate Housewives<br />

ante litteram firmata dallo<br />

stesso Cherry; originariamente la parte<br />

di Susan Mayer era stata proposta a<br />

Sela Ward, la quale ha rifiutato per<br />

l’improvvisa perdita della madre: l’attrice<br />

si è rifatta partecipando a un altro<br />

<strong>telefilm</strong> con la parola “House” presente<br />

nel titolo, ovvero Dr. House – Medical<br />

Division (2004). Tra le guest-stars<br />

si fanno notare Richard Roundtree,<br />

Ryan O’Neal, Marlee Matlin, Bob<br />

Newhart. E se mai si volesse girare una<br />

versione italiana della serie, Aldo<br />

Grasso ha individuato sul “Corsera” la


243 Detective in corsia, Un<br />

candidata ideale: “C’è una sola persona<br />

che incarna le quattro protagoniste,<br />

e c’è una sola, fulgente vicina di casa<br />

che si fa in quattro per noi. Il nostro<br />

DH si chiama Verissimo e a interpretare<br />

la splendida parte della casalinga disperata<br />

c’è da una vita Cristina Parodi.<br />

Cristina è soprattutto Bree Van De<br />

Kamp, la moglie perfetta, l’impeccabile,<br />

cotonata, padrona di casa (ha scritto<br />

persino libri di galateo), tutta casa e lavoro,<br />

sempre inappuntabile mentre prepara<br />

la colazione per i figli, cura i fiori<br />

nel fine settimana, ritira gli abiti in tintoria,<br />

scrive i testi del suo programma,<br />

si sottopone mite al trucco e alla sartoria.<br />

Ma appena Cristina ha sentore che<br />

troppa perfezione possa nuocerle e le<br />

attiri quell’odioso nomignolo di “frigidaire”<br />

ecco chiamare l’amico direttore<br />

per un servizio osé. Così Bree, davanti<br />

al fotografo, diventa Gabrielle Solis,<br />

tutta una promessa di sesso, notti a luci<br />

rosse. Ma se poi c’è da presentare la serata<br />

impegnativa, magari alla presenza<br />

di alti prelati, allora Cristina si trasforma<br />

in Lynette Scavo, la manager che<br />

preferisce ritirarsi a casa a occuparsi <strong>dei</strong><br />

tre figli “rinunciando” a una carriera di<br />

grande prestigio. Come se non bastasse,<br />

Cristina trova anche il tempo per vestire<br />

i panni di Susan Mayer, l’incendiaria, la<br />

tenera indifesa, l’infelice piantata dal<br />

marito che ha altro per la testa. Grazie,<br />

disperata, suburbana, nostra casalinga<br />

Cristina”.<br />

Detective Anni ’30 (Banyon) Con:<br />

Robert Forster, Joan Blondell, Richard<br />

Jaeckel, Julie Gregg. Produzione: Usa,<br />

1972, poliziesco, colore (15/60’).<br />

Un investigatore privato indaga nella<br />

Los Angeles degli anni ’30, con immancabili<br />

cravatte a fiori, a venti dollari<br />

al giorno (più le spese): Robert<br />

Forster veste il trench di Miles Ba­<br />

nyon. Al suo fianco, l’aiutante Peggy<br />

Revere (Joan Blondell), a capo di una<br />

scuola di segretarie che fornisce a<br />

Banyon una nuova (e sempre bella) assistente<br />

in ogni puntata; il tenente Pete<br />

McNeil (Richard Jaeckel); la fidanzata<br />

cantante Abby Graham (Julie Gregg),<br />

la quale chiede inutilmente al detective<br />

protagonista di sposarla. La produzione<br />

è affidata a Quinn Martin. Le<br />

musiche sono di Laurence Rosenthal;<br />

il tema musicale è composto da<br />

Johnny Mandel. Le riprese sono state<br />

effettuate negli studi di Burbank, in<br />

California.<br />

Detective in corsia, Un (Diagnosis<br />

Murder) Con: Dick Van Dyke, Barry<br />

Van Dyke, Victoria Rowell, Charlie<br />

Schlatter, Scott Baio, Michael Tucci,<br />

Charmin Lee. Produzione: Usa, 1993,<br />

poliziesco/medico, colore (178/60’;<br />

5/90’).<br />

Thriller e medicina; bisturi e lente<br />

d’ingrandimento: il dottor Mark Sloan<br />

(Dick Van Dyke), oltre a indossare il<br />

camice lungo le corsie del Community<br />

General Hospital, è consulente medico<br />

del dipartimento di polizia dove lavora<br />

il figlio poliziotto Steve (Barry Van<br />

Dyke, figlio di Dick). Gli Sloan sono<br />

coadiuvati dalla patologa Amanda<br />

Bentley (Victoria Rowell). Completano<br />

il cast: Scott Baio nei panni del dottor<br />

Jack Stewart e Michael Tucci in<br />

quelli di Norman Briggs, l’amministratore<br />

dell’ospedale. Dopo un paio di<br />

stagioni, Jack se ne va e apre un ambulatorio<br />

a Vail, in Colorado; il suo camice<br />

passa al dottor Jessie Travis (Charlie<br />

Schlatter), un entusiastico internista<br />

già amico del dottor Sloan; quest’ultimo<br />

non è più membro regolare<br />

del Community anche se si è messo a<br />

insegnare medicina ai tirocianti dell’ospedale;<br />

Amanda divorzia e riassume


Detective in gamba, Una<br />

il cognome da ragazza (Livingston);<br />

Steve viene affiancato dalla detective<br />

Cheryl Banks (Charmin Lee). Il dottor<br />

Sloan era apparso per la prima volta in<br />

America all’interno di Due come noi<br />

nel 1991, per poi debuttare da solo nel<br />

film-tv della CBS Diagnosis of Murder<br />

(1992). La serie è creata da Joyce Burditt;<br />

Fred Silverman, Dean Hargrove,<br />

Lee Goldberg, Mark Masuoka e lo<br />

stesso Dick Van Dyke firmano da produttori<br />

esecutivi. La colonna sonora è<br />

curata da John M. Keane. Tra le molte<br />

guest-stars che fanno capolino: Fred<br />

Dryer, Elisabeth Berkley, Concetta<br />

Tomei, Morgan Fairchild, Jeri Ryan,<br />

Piper Laurie, Hunter Tylo, Robert<br />

Stack, Erik Estrada, Jane Seymour,<br />

Stephen J. Cannell, Barbara Bain, Patrick<br />

Macnee, Robert Vaughn, Elliott<br />

Gould, Marina Sirtis, George Takei,<br />

George Lazenby, Adam West e Angie<br />

Dickinson nei panni di una “capitana”<br />

di polizia; in un episodio, reduci da<br />

Happy Days (1974), appaiono in un<br />

sol colpo Erin Moran, Pat Morita e<br />

Don Most. Una puntata del serial è stata<br />

girata sul set di Febbre d’amore grazie<br />

alla “mediazione” di Victoria<br />

Rowell, star della soap opera.<br />

Detective in gamba, Una (Leg<br />

Work) Con: Margaret Colin, Patrick<br />

James Clarke, Frances McDormand.<br />

Produzione: Usa, 1987, poliziesco, colore<br />

(10/60’).<br />

Appena smessi gli abiti di procuratore<br />

distrettuale nel serial Foley Square<br />

(1986, inedito in Italia), Margaret Colin<br />

ritorna in scena l’anno successivo in<br />

quelli di Claire McCarron, una ex assistente<br />

di un procuratore distrettuale di<br />

Manhattan diventata investigatrice privata.<br />

La detective protagonista, ripresa<br />

periodicamente a fare shopping selvaggio,<br />

a ad andare in rosso con la carta di<br />

244<br />

credito, si candida a essere la più spendacciona<br />

della sua categoria. Patrick James<br />

Clarke interpreta il fratello Fred<br />

McCarron, il quale lavora presso l’ufficio<br />

informazioni della polizia di New<br />

York; Frances McDormand è Willie Pipal,<br />

il contatto di Claire presso il procuratore.<br />

Le riprese sono state effettuate<br />

per le strade della “Grande Mela”, sulle<br />

quali sgomma la Porsche della protagonista.<br />

Il titolo originale non si riferisce<br />

al lavoro di gambe per ottenere informazioni<br />

o allo scarpinare nel corso<br />

delle indagini, quanto alle estremità<br />

della McCarron esaltate da minigonne<br />

vertiginose. Nonostante siano state girate<br />

10 puntate, la CBS ne ha trasmesse<br />

solo sei.<br />

Detective in pantofole (Detective<br />

in the House) Con: Judd Hirsch, Cassie<br />

Yates, Meeno Peluce, Mandy Ingber,<br />

R.J. Williams, Jack Elam. Produzione:<br />

Usa, 1985, avventura, colore<br />

(6/60’).<br />

Un ingegnere lascia la professione per<br />

diventare l’assistente di un quotato investigatore<br />

privato: Judd Hirsch interpreta<br />

Press Wyman, aspirante detective.<br />

Al suo fianco tra un’indagine e l’altra:<br />

la moglie-insegnante Diane (Cassie<br />

Yates), i figli Todd (Meeno Peluce),<br />

Deborah (Mandy Ingber) e Dunc (R.J.<br />

Williams). Jack Elam veste invece il<br />

trench di Nick Turner, il detective professionista<br />

in pensione che insegna il<br />

mestiere a Wyman. S. Bryan Hickox si<br />

occupa della produzione.<br />

Detective Monk (Monk) Con: Tony<br />

Shalhoub, Bitty Schram, Traylor<br />

Howard, Ted Levine, Jason Gray-<br />

Stanford. Produzione: Usa, 2002, poliziesco,<br />

colore (61/60’).<br />

Adrian Monk è un detective D.O.C.,<br />

ovvero affetto da Disturbo Ossessivo


245 Detective Monk<br />

Compulsivo. Dopo la morte della moglie<br />

giornalista in un attentato dinamitardo<br />

a lui destinato, il protagonista è<br />

rimasto vittima di mille fobie e paranoie<br />

che tuttavia non gli impediscono<br />

di essere il vanto della Squadra Omicidi<br />

di San Francisco, grazie alla sua intelligenza<br />

e a una sensibilità fuori dall’ordinario<br />

che gli permettono di far<br />

luce anche sui casi più complicati.<br />

Monk – interpretato da uno strepitoso<br />

Tony Shalhoub – è ossessionato dall’igiene<br />

(se gli capita di stringere la mano<br />

a qualcuno non si dà pace fino a che<br />

non riesce a lavarsela), dall’ordine<br />

(passa buona parte della notte a pulire<br />

meticolosamente il suo appartamento<br />

e custodisce la biancheria in buste di<br />

plastica rigorosamente sigillate), soffre<br />

di acrofobia (paura dell’altezza),<br />

nictofobia (paura del buio) e demofobia<br />

(paura della folla). Quasi ovvio che<br />

la sua assistente sia anche la sua infermiera:<br />

Sharona Fleming (Bitty Schram)<br />

è pronta con l’ansiolitico quando<br />

Monk ha una paranoia delle sue, come<br />

quando non resiste all’impulso di toccare<br />

con il palmo della mano tutti i parchimetri<br />

della zona; successivamente,<br />

angelo custode del detective diventa la<br />

mamma single ed ex barista Natalie<br />

Teeger (Traylor Howard). Viste le sue<br />

condizioni (“Qualcuno sta cercando di<br />

uccidere mio marito e voi mi mandate<br />

Rain Man?”, si chiede perplessa la<br />

moglie di un politico scampato a un attentato<br />

quando vede il protagonista all’opera),<br />

il dipartimento di polizia in<br />

un primo momento lo aveva sospeso in<br />

attesa della guarigione, ma il capitano<br />

Leland Stottlemeyer (Ted Levine) non<br />

può fare a meno dell’aiuto di Monk e<br />

lo richiama in servizio nelle vesti di<br />

consulente. Chi non vede bene la presenza<br />

del bizzarro detective sulle scene<br />

del crimine è l’infastidito tenente<br />

Randall Fischer (Jason Gray-Stanford),<br />

l’aiutante del capitano. In effetti, al confronto<br />

Colombo, di cui Monk è l’unico<br />

vero erede, sembra un sano di mente:<br />

tanto diversi nello stile di vita (casinista<br />

e sbadato il primo, ordinato e pulito<br />

il secondo), tanto simili nelle indagini<br />

in cui distraggono i colpevoli con i loro<br />

tic che inducono a sottovalutarli. Se i<br />

colleghi e gli indagati lo considerano<br />

un po’ picchiatello, la migliore definizione<br />

del nostro investigatore la fornisce<br />

chi lo conosce meglio, Sharona<br />

Fleming: Monk in realtà “è un detective<br />

zen”. In patria sono state ottime le<br />

critiche al serial: “Se qualcuno cerca<br />

un po’di humour nelle indagini televisive,<br />

non deve far altro che guardare<br />

l’arguto ma buffo Monk. Era da tempo<br />

che non si rideva a crepapelle di un detective,<br />

anche se il suo personaggio supera<br />

di gran lunga in efficacia i casi di<br />

routine che affronta” (“Tv Guide”);<br />

“La gioia non è tanto di vedere il protagonista<br />

risolvere i delitti, ma quella di<br />

vederlo risolvere le sue paure” (“Usa<br />

Today”); “Se dapprima le nevrosi di<br />

Monk appaiono un intralcio all’indagine,<br />

in seguito diventano la chiave<br />

vincente” (“The Hollywood Reporter”).<br />

Per prepararsi alla parte, Shalhoub<br />

ha frequentato per settimane uno psicoterapeuta<br />

di Los Angeles; le manie<br />

che contraddistinguono il protagonista<br />

colpiscono, nei soli Stati Uniti, 5 milioni<br />

di persone: “Sono stato molto attento<br />

– ha commentato l’attore di origini<br />

libanesi – a non prendermi gioco<br />

di una condizione che limita la vita di<br />

tanta gente; di questo le associazioni<br />

<strong>dei</strong> malati mi hanno dato atto, anche se<br />

non esiste nella realtà un individuo che<br />

soffra contemporaneamente di tutti i<br />

disturbi da cui è affetto il mio personaggio”.<br />

L’ideatore della serie è Andy<br />

Breckman, il quale firma altresì da


Detective per amore<br />

produttore esecutivo con lo stesso<br />

Shalhoub e in compagnia di David Hoberman<br />

e John Romano. Randy Newman<br />

è l’autore del tema musicale “It’s<br />

A Jungle Out There”; Jeff Beal e Patrick<br />

Williams curano la restante colonna<br />

sonora. Tra le guest-stars si riconoscono<br />

John Turturro (nei panni di<br />

Ambrose Monk, il fratello di Adrian),<br />

Andrew McCarthy, Lolita Davidovich,<br />

Gary Cole, Tim Curry, Carmen Electra,<br />

James Brolin. Il <strong>telefilm</strong> si è aggiudicato<br />

5 Emmy Awards, un Golden Globe,<br />

un ASCAP Award, 2 Screen Actors<br />

Guild Awards; la maggior parte <strong>dei</strong> riconoscimenti<br />

sono andati nelle mani<br />

di Shalhoub (un Emmy Award, un<br />

Golden Globe e l’accoppiata di SAGA).<br />

Le riprese sono state effettuate tra San<br />

Francisco e Los Angeles e tra Toronto<br />

e Vancouver, in Canada.<br />

Detective per amore (Finder of Lost<br />

Loves) Con: Tony Franciosa, Deborah<br />

Adair, Anne Jeffreys, Larry Flash<br />

Jenkins. Produzione: Usa, 1984, drammatico,<br />

colore (23/60’).<br />

Alberto Castagna, alias il Dottor Stranamore,<br />

ha avuto un antenato: il vedovo<br />

Cary Maxwell (Tony Franciosa)<br />

gestisce un’agenzia che ha il compito<br />

di ricongiungere mariti e mogli sull’orlo<br />

del divorzio, di riaccendere vecchie<br />

fiamme mai spente. Per Maxwell<br />

lavorano Daisy Lloyd (Deborah<br />

Adair), la sorella della sua ultima moglie;<br />

Rita Hargrove (Anne Jeffreys) assolve<br />

i doveri dell’ufficio; Lyman<br />

Whittaker (Larry Flash Jenkins) funge<br />

da fattorino e chauffeur. Il co-protagonista<br />

del <strong>telefilm</strong> è Oscar, il computer<br />

che rintraccia e riallaccia i pezzi di<br />

cuori sparsi dal destino. Dionne<br />

Warwick canta il tema musicale del serial.<br />

Il creatore Gail Parent ha tratto l’idea<br />

della serie da un articolo su un vero<br />

246<br />

“rappacificatore di coppie” in servizio<br />

su una linea aerea americana. Ogni<br />

episodio narra una coppia o un tris di<br />

storie “strappacuore”, allegando a ciascuna<br />

di esse l’inevitabile happy ending.<br />

Aaron Spelling firma da produttore<br />

un altro <strong>telefilm</strong> <strong>dei</strong> buoni sentimenti<br />

dopo Love Boat (1977) e Fantasilandia<br />

(1978). Douglas Cramer è<br />

l’altro produttore esecutivo; la colonna<br />

sonora è composta da Artie Kane.<br />

Detective per due: Sam e Sally<br />

Vedi Sam & Sally.<br />

Detective per signora (Detective<br />

de señoras; A ladies’ detective) Con:<br />

Fernando Lúpiz, Cesar Pierri. Produzione:<br />

Argentina, 1990-1991, sit-com,<br />

colore (69/60’).<br />

COTTO<br />

Uno è un cucadores da strapazzo<br />

squattrinato che s’improvvisa detective<br />

privato per correre dietro alle sottane,<br />

l’altro è un tranquillo contabile che<br />

vive in hotel: l’amicizia e le divergenze<br />

tra i due danno vita a una sit-com<br />

sconclusionata che sfocia nel trash. In<br />

più di un’occasione Lucas (Fernando<br />

Lúpiz) e Miguel (Cesar Pierri) si trovano<br />

di fronte a donne semivestite in<br />

una girandola di equivoci e scambi di<br />

persona. La serie ideata da Hugo Moser,<br />

che in patria ha inaugurato il filone<br />

detto “telecomedia policial”, è passata<br />

tristemente alle cronache per l’incidente<br />

mortale di cui è rimasto vittima<br />

Pierri sul set. La sit-com, prodotta dalla<br />

Televisión federal (Telefe), si è aggiudicata<br />

il premio Martin Fierro.<br />

Detectives (Robert Taylor’s Detectives;<br />

The Detectives Starring Robert<br />

Taylor) Con: Robert Taylor, Tige Andrews,<br />

Lee Farr, Russell Thorsen,<br />

Mark Goddard, Adam West. Produzio­


247 Detective Stryker<br />

ne: Usa, 1959, poliziesco, b/n (67/30’;<br />

30/60’).<br />

Nella “Grande Mela” opera una squadra<br />

di investigatori dal fiuto sopraffino.<br />

Li comanda ad arte il capitano Matt<br />

Holbrook (Robert Taylor); tra di loro: i<br />

tenenti Johnny Russo (Tige Andrews),<br />

Jim Conway (Lee Farr) e Otto Lindstrom<br />

(Russell Thorsen), i sergenti Chris<br />

Ballard (Mark Goddard) e Steve<br />

Nelson (Adam West). Succede raramente<br />

che Holbrook, Russo, Conway<br />

e Lindstrom indaghino sullo stesso caso.<br />

Il primo, vedovo e totalmente dedito<br />

al lavoro, si concede un flirt fugace<br />

con la reporter Lisa Bonay, interpretata<br />

dall’attrice tedesca Ursula Thiess<br />

(nonché moglie di Robert Taylor). Gli<br />

episodi della serie si allungano da<br />

mezz’ora a un’ora nella penultima stagione,<br />

in onda in America nel 1961.<br />

Arthur Gardner, Arnold Laven e Jules<br />

V. Levy formano il tris di produttori<br />

esecutivi. Herschel Burke Gilbert<br />

compone le musiche originali. Nella<br />

serie si riconoscono anche alcuni volti<br />

familiari: Angie Dickinson, Edward<br />

G. Robinson, Martin Landau, Telly<br />

Savalas, Diane Ladd, Bruce Dern, Vera<br />

Miles.<br />

Detective School (Id.) Con: James<br />

Gregory, Randolph Mantooth,<br />

LaWanda Page, Jo Ann Harris, Melinda<br />

Naud, Douglas V. Fowley, Pat<br />

Proft, Taylor Negron. Produzione:<br />

Usa, 1979, sit-com, colore (13/30’).<br />

Nata come riempitivo estivo – e all’epoca<br />

s’intitolava in esteso Detective<br />

School – One flight up – la sit-com ha<br />

conosciuto vita propria dal 31 luglio<br />

del 1979. James Gregory interpreta<br />

Nick Hannigan, un detective privato<br />

con anni di appostamenti alle spalle<br />

che ora insegna tecniche d’indagine in<br />

una scuola fatiscente di aspiranti inve­<br />

stigatori “per caso”. Tra di loro: il<br />

commesso Eddie Dawkins (Randolph<br />

Mantooth), la casalinga Charlene<br />

Jenkins (LaWanda Page), la segretaria<br />

Teresa Cleary (Jo Ann Harris), la modella<br />

Maggie Ferguson (Melinda<br />

Naud), il damerino Robert Redford<br />

(Douglas V. Fowley), il venditore porta-a-porta<br />

Leo Frack (Pat Proft), il<br />

concierge Silvio DaSalvo (Taylor Negron).<br />

Bernie Kukoff, Jeff Harris e<br />

Caryn Sneider firmano da produttori<br />

esecutivi. Peter Matz è l’autore della<br />

colonna sonora.<br />

Detective Stryker (B.L. Stryker)<br />

Con: Burt Reynolds, Ossie Davis, Michael<br />

O. Smith, Rita Moreno, Alfie<br />

Wise, Dana Kaminski. Produzione:<br />

Usa, 1989, poliziesco, colore (12/60’).<br />

Già segmento dell’appuntamento ABC<br />

Monday Mystery Movie, la serie vede<br />

protagonista Burt Reynolds nei panni<br />

di B.L. (Buddy Lee) Stryker, un ex poliziotto<br />

di New Orleans ed ex veterano<br />

del Vietnam che si è ritirato nella sua<br />

casa galleggiante sulle acque di Palm<br />

Beach, in Florida. In realtà c’è poco<br />

tempo per l’ozio, visto che viene interpellato<br />

di continuo per risolvere crimini<br />

e misfatti locali. Nel corso delle indagini<br />

lo affiancano: l’amico Oz Jackson<br />

(Ossie Davis), un ex pugile; Mc-<br />

Gee (Michael O. Smith), capo della<br />

polizia di Palm Beach; Kimberly Baskin<br />

(Rita Moreno), ex moglie di B.L.;<br />

il genio del computer Oliver Wardell<br />

(Alfie Wise), proprietario della residenza<br />

sull’acqua dove vive il protagonista;<br />

l’aspirante attrice Lyynda Lennox<br />

(Dana Kaminski), che aiuta<br />

Stryker nella gestione del suo ufficio.<br />

Christopher Crowe è l’ideatore della<br />

serie. Tom Selleck (Magnum P.I.) firma<br />

da produttore esecutivo del serial<br />

insieme allo stesso Reynolds; que­


Devlin&Devlin<br />

st’ultimo si diletta anche dietro la macchina<br />

da presa. Tra le guest-stars che<br />

impreziosiscono il serial: Carol Alt,<br />

Eriq La Salle, Kristy Swanson e Julianne<br />

Moore (la quale compare nei<br />

credits con il nome Julie Anne Moore).<br />

Devlin&Devlin (The Devlin Connection)<br />

Con: Rock Hudson, Jack Scalia,<br />

Louis Giambalvo, Leigh Taylor-<br />

Young, Takayo, Herb Jefferson jr. Produzione:<br />

Usa, 1982, drammatico, colore<br />

(13/60’).<br />

Rock Hudson è il protagonista di una<br />

detective-story nei panni di Brian Devlin,<br />

un ex ufficiale dell’esercito che dirige<br />

il Performing Arts Center di Los<br />

Angeles. In una delle prime puntate<br />

Devlin incontra Nick Corsello (Jack<br />

Scalia), un giovane investigatore che in<br />

seguito si rivela essere suo figlio: dopo<br />

essere stato allevato dalla madre e aver<br />

sbarcato il lunario come racattapalle,<br />

all’età di 28 anni ha capito che la sua<br />

vocazione è quella delle indagini private;<br />

il padre, un po’ per spirito d’avventura<br />

e un po’ per recuperare il tempo<br />

perduto, decide di affiancare il figlio.<br />

Tra un’indagine e l’altra, ai due protagonisti<br />

si affiancano l’incapace tenente<br />

Earl Borden (Louis Giambalvo); l’efficiente<br />

cuoca-governante di Brian, la signora<br />

Watanabe (Takayo); Otis Barnes<br />

(Herb Jefferson jr.), il proprietario di<br />

nightclub amico di Nick, e la bella Lauren<br />

Dane (Leigh Taylor-Young), la segretaria<br />

di Devlin padre. La serie ideata<br />

da John Wilder ha avuto vita breve: dopo<br />

pochi mesi dal primo ciak, Hudson è<br />

stato sottoposto a un delicato intervento<br />

di cardiochirurgia. Patrick Williams<br />

scrive le note della colonna sonora.<br />

Dharma&Greg (Id.) Con: Jenna Elfman,<br />

Thomas Gibson, Mimi Kennedy,<br />

Alan Rachins, Susan Sullivan, Mit­<br />

248<br />

chell Ryan, Joel Murray, Shae D’lyn.<br />

Produzione: Usa, 1997, sit-com, colore<br />

(119/30’).<br />

Gli opposti si attraggono in una sitcom<br />

in cui la figlia di una coppia di<br />

hippy s’innamora e si sposa a Las Vegas<br />

con un rampollo dell’alta società<br />

con sangue blu nelle vene: Dharma<br />

Finklestein (Jenna Elfman) e Greg<br />

Montgomery (Thomas Gibson) consumano<br />

tutto al primo incontro (colpo<br />

di fulmine e matrimonio), tra lo sconcerto<br />

<strong>dei</strong> rispettivi genitori e conoscenti.<br />

In realtà il fulcro della serie si<br />

basa sulla movimentata convivenza<br />

della “strana coppia”: Dharma alterna<br />

l’attività di istruttrice di yoga di giorno<br />

con quella di dog-sitter alla sera; Greg<br />

è fresco di laurea ad Harvard ed è un<br />

promettente assistente procuratore<br />

conquistato dall’energia della mogliettina.<br />

Come se non bastassero le<br />

differenze tra i due sposini, Dharma è<br />

ebrea, mentre Greg è membro convinto<br />

della Chiesa episcopale. In mezzo (e<br />

in salotto) irrompono i genitori bohemien<br />

di Dharma – Abby (Mimi Kennedy),<br />

appassionata di ricette indiane e<br />

meditazione trascendentale e Larry<br />

(Alan Rachins), che a causa <strong>dei</strong> troppi<br />

spinelli perde spesso la memoria –<br />

nonché quelli assai più nobili di Greg,<br />

Kitty (Susan Sullivan) e Edward (Mitchell<br />

Ryan), i quali dopo aver mangiato<br />

i cibi salutisti di Dharma solitamente<br />

chiamano un taxi e vanno a cena al<br />

ristorante; tutti e quattro, alla notizia<br />

delle nozze, hanno un mezzo collasso.<br />

Non mancano i migliori amici di entrambi<br />

i novelli sposi: Pete (Joel Murray),<br />

il collega di Greg e Jane (Shae<br />

D’lyn), confidente di Dharma. Gli<br />

ideatori Chuck Lorre e Dottie Dartland<br />

firmano altresì da produttori esecutivi<br />

con Brian Medavoy, Erwin More, Bill<br />

Prady e Regina Stewart. Sebbene la


249 Diario di Giulietta, Il<br />

sit-com che ha vinto un People’s Choice<br />

Award nel 1998 sia ambientata a<br />

San Francisco, gli interni sono stati girati<br />

a Los Angeles. Da non perdere l’episodio<br />

in cui la coppia protagonista<br />

adotta per qualche giorno un trovatello<br />

di colore che scatena i pregiudizi di<br />

Greg e della sua famiglia. Dennis C.<br />

Brown stende le note della colonna sonora.<br />

Tra le molte guest-stars che fanno<br />

capolino: Bob Dylan, Pat Benatar,<br />

K.D. Lang, T-Bone Burnett (tutti e<br />

quattro i musicisti nei panni di sé stessi),<br />

Morgan Fairchild, Drew Carey, Jane<br />

Seymour, Juliette Lewis, Ed Begley<br />

jr., Claudia Schiffer, Ed Asner e Kevin<br />

Sorbo. La sit-com ha lanciato nello<br />

star-system a “stelle e strisce” il volto<br />

acqua e sapone di Jenna Elfman, vincitrice<br />

di 2 Tv Guide Awards e di un Golden<br />

Globe. La serie si è aggiudicata<br />

anche un Artios e un Genesis Award.<br />

Diagnosi Con: Philippe Leroy; interpreti<br />

vari. Produzione: Italia, 1975,<br />

medico, colore (6/60’).<br />

Philippe Leroy interpreta una sorta di<br />

Dottor Kildare di casa nostra, un chirurgo<br />

che oltre allo stetoscopio sfoggia<br />

la lente d’ingrandimento da detective.<br />

Tra interventi in sala operatoria e<br />

smascheramenti del colpevole, ruota<br />

una serie di volti noti: tra gli altri, Vittorio<br />

Mezzogiorno, Pamela Villoresi,<br />

Mara Venier, Oreste Lionello. La sceneggiatura<br />

è curata da Arnaldo Bagnasco,<br />

Fabrizio Trecca, Mario Cajano<br />

(quest’ultimo è impegnato altresì<br />

quale regista).<br />

Diamonds (Id.) Con: Nick Campbell,<br />

Peggy Smithart, Tony Rosato,<br />

Alan Feiman. Produzione: Canada,<br />

1997, poliziesco, colore (45/60’).<br />

Nick Campbell e Peggy Smithart sono<br />

Mike Devitt e Christina Towne, che<br />

quando erano sposati recitavano nei<br />

panni di investigatori privati nella serie<br />

Diamonds. Ora, dopo il divorzio,<br />

hanno lasciato il set e sono diventati,<br />

oltre che ottimi amici, detective a tutti<br />

gli effetti (la loro agenzia si chiama<br />

“Two of Diamonds”). Il loro rapporto<br />

cera di imitare (senza successo) quello<br />

della coppia di Moonlight (1985): lui è<br />

impulsivo e segue l’istinto, lei è più razionale<br />

e si affida alla logica. Tra gli altri<br />

personaggi di questa serie canadese<br />

girata a Toronto: il tenente Lou Gianetti<br />

(Tony Rosato) e Darryl (Alan Feiman),<br />

l’ex mago degli effetti speciali<br />

che risulta utile alla coppia in situazioni<br />

senza vie di fuga. Basata su un’idea<br />

del 1987 di Keith Johnson, la serie è<br />

prodotta da Robert Lantos e Stephen J.<br />

Roth. La colonna sonora è affidata a<br />

Dominic Troiano.<br />

Diario di Giulietta, Il Con: Claudia<br />

Tempestilli, Mary Jacch, Ermanno<br />

Anfossi, Gianni Mantesi, Maria Perciavalle.<br />

Produzione: Italia, 1954, avventura,<br />

b/n (21/30’).<br />

Si tratta della prima produzione televisiva<br />

italiana destinata ai ragazzi o, come<br />

suggeriva il “Radiocorriere” dell’epoca,<br />

“per ragazze”. Seguendo le orme del<br />

personaggio nato nell’omonimo romanzo<br />

di Giana Anguissola, Claudia<br />

Tempestilli veste i panni di Giulietta,<br />

una ragazza sognatrice di sedici anni<br />

che racconta le sue esperienze in un diario,<br />

“l’età più difficile e più bella, piena<br />

di presagi, di piccoli sogni e di molti timori”.<br />

Sfogliando le pagine, la nostra<br />

vive e racconta i suoi rapporti con i genitori<br />

(lui un industriale burbero e severo,<br />

lei una casalinga dolce), con i due<br />

fratelli Pippo e Totta, con i compagni di<br />

classe, con l’amica Fiammetta, con la<br />

sua fervida immaginazione. Mary Jacch,<br />

Ermanno Anfossi, Gianni Mantesi e


Diciott’anni – Versilia 1966<br />

Maria Perciavalle sono tra gli altri interpreti<br />

che ruotano attorno alla protagonista.<br />

La sceneggiatura è firmata a quattro<br />

mani da Siena e Montanari.<br />

Diciott’anni – Versilia 1966 Con:<br />

Gianmarco Tognazzi, Luca Lionello,<br />

Laurentina Guidotti, Pierluigi Misasi,<br />

Gilda Portante, Margherita Buy, Aldina<br />

Martano, Mario Maranzana, Patrizia<br />

De Clara, Renzo Rinaldi, Sergio<br />

Ciulli. Produzione: Italia, 1987, drammatico,<br />

colore (18/30’).<br />

La nostalgia fa Sessanta in una serie<br />

ambientata nell’estate del 1966 in Versilia.<br />

Un gruppo di diciottenni si ritrova<br />

a confrontarsi con temi più o meno<br />

seri in una cornice epocale di grandi<br />

mutamenti: la società sta cambiando<br />

dopo il boom economico, il Concilio<br />

Vaticano II ha dato uno scossone non<br />

soltanto in chiave di spiritualità; il ’68<br />

è vicino e appaiono i primi hippies. In<br />

questo contesto viene ritratta una compagnia<br />

di amici alle prese con piccole<br />

grandi vicende quotidiane: Marco<br />

(Gianmarco Tognazzi), è l’unico di loro<br />

ad avere una villa a disposizione visto<br />

che i genitori sono in vacanza all’estero;<br />

Fabrizio (Luca Lionello) è l’organizzatore<br />

di turno, mentre nel “tempo<br />

libero” aiuta lo zio al bar dello stabilimento<br />

balneare; Flora (Laurentina<br />

Guidotti) è la più piccola del gruppo e<br />

vorrebbe apparire più grande della sua<br />

età; Mino (Pierluigi Misasi) è un ragazzo<br />

posato, attento alle evoluzioni<br />

sociali degli altri paesi; la bella Tiziana<br />

(Gilda Portante) va in cerca di una situazione<br />

affettiva stabile; Chicca<br />

(Margherita Buy) è una ragazza impegnata<br />

con idee chiare e precise. Tra gli<br />

adulti, emergono le figure di Leda (Aldina<br />

Martano), madre di Chicca e proprietaria<br />

della pensione Miramare,<br />

spesso in contrasto con la figlia; O­<br />

250<br />

svaldo (Mario Maranzana), maresciallo<br />

<strong>dei</strong> vigili urbani a Viareggio,<br />

burbero con il cuore d’oro; Lina (Patrizia<br />

De Clara), moglie di Osvaldo<br />

tutta casa e negozio; Arturo (Renzo<br />

Rinaldi), gestore dello stabilimento<br />

Rodi, il quartier generale <strong>dei</strong> ragazzi;<br />

Don Gino (Sergio Ciulli), prete bonario<br />

e simpatico amante della musica<br />

moderna. Se la sigla d’apertura –<br />

Stessa spiaggia, stesso mare di Piero<br />

Focaccia – è in linea con il revival del<br />

serial, meno comprensibile risulta<br />

quella finale, I maschi di Gianna Nannini.<br />

Gli interni sono stati girati al<br />

Centro di Produzione di Torino. La serie<br />

segue il successo del bis cinematografico<br />

di Vanzina Sapore di mare,<br />

ambientato a Forte <strong>dei</strong> Marmi tra il<br />

1964 e il 1965.<br />

Dick Barton: agente speciale<br />

(Dick Barton: Special Agent) Con:<br />

Tony Vogel, Anthony Heaton, James<br />

Cosmo, John Gantrel, John G. Heller.<br />

Produzione: Gran Bretagna, 1979, avventura/spionaggio,<br />

colore (26/15’).<br />

La serie narra le avventure di Dick<br />

Barton (Tony Vogel), un veterano della<br />

Seconda guerra mondiale diventato<br />

una sorta di agente speciale che combatte<br />

il crimine. Al suo fianco si schierano<br />

Snowey White (Anthony Heaton)<br />

e Jock Anderson (James Cosmo),<br />

suoi ex commilitoni. John Gantrel interpreta<br />

Sir Richard Marley, colui che<br />

ingaggia per primo Barton per ritrovargli<br />

la figlia e il figlio; John G. Heller<br />

veste i panni di Melganik, il più acerrimo<br />

nemico del protagonista. Terence<br />

Baker e Lewis Rudd sono i produttori<br />

esecutivi del <strong>telefilm</strong> che trae origine<br />

da un serial radiofonico in onda, con un<br />

audience di 15 milioni di ascoltatori,<br />

tra il 1946 e il 1951: Barton era interpretato<br />

da Noel Johnson, il quale rice­


251 Dick Tracy<br />

veva 2000 lettere a settimana e dava vita<br />

a un personaggio meno “terra terra”<br />

di quello interpretato da Vogel.<br />

Dick Powell (The Dick Powell Show;<br />

The Dick Powell Theatre) Con: Dick<br />

Powell; attori vari. Produzione: Usa,<br />

1961, drammatico, colore (60/60’).<br />

Serie antologica drammatica presentata<br />

da Dick Powell, alla sua ultima apparizione<br />

prima della scomparsa: l’ultima<br />

puntata introdotta dall’attore è<br />

stata trasmessa il primo gennaio 1963,<br />

il giorno prima della sua morte. Uno<br />

degli episodi più memorabili, scritto<br />

da Richard Alan Simmons, racconta di<br />

un camionista, interpretato da Peter<br />

Falk, che fa salire a bordo una donna<br />

incinta (Inger Stevens): Falk vinse un<br />

Emmy per la sua interpretazione. Dopo<br />

la morte di Powell alcuni volti noti<br />

lo hanno sostituito nei panni del presentatore:<br />

tra di loro spicca la presenza<br />

di John Wayne. Tra le guest-stars: June<br />

Allyson (la moglie di Powell), Telly<br />

Savalas, Lee Marvin, Gena Rowlands,<br />

Charles Boyer, Ronald Reagan e Robert<br />

Mitchum (quest’ultimo nei panni<br />

di sé stesso). Aaron Spelling e lo stesso<br />

Powell firmano da produttori. Risulta<br />

coinvolgente il tema musicale di Richard<br />

Shores che fa da collante a tutte<br />

le storie: intitolato Nervous, prevede<br />

un crescendo di percussioni, fiati e un<br />

assolo di sax tenore. La serie ha vinto<br />

un Golden Globe nel 1963 quale migliore<br />

programma dell’anno. In America<br />

il serial è andato in onda anche con<br />

il titolo The Dick Powell Theatre. In un<br />

episodio Powell interpreta il detective<br />

Amos Burke, il futuro protagonista,<br />

con il volto di Gene Barry, di La legge<br />

di Burk (1963). Sam Peckinpah compare<br />

tra i registi.<br />

Dick Tracy (Id.) Con: Ralph Byrd,<br />

Joe Devlin, Angela Greene. Produzione:<br />

Usa, 1950, avventura/poliziesco,<br />

b/n (130/30’).<br />

L’11 ottobre del 1931, mentre i film sui<br />

gangster impazzano al cinema e i giornali<br />

sono pieni di notizie di cronaca nera,<br />

il “Chicago Tribune” ospita un nuovo<br />

fumetto: disegnato da Chester<br />

Gould, si tratta della prima striscia poliziesca<br />

estremamente realistica. Dick<br />

(diminutivo di Richard, che in gergo<br />

americano significa detective) è un poliziotto<br />

tutto d’un pezzo ma non è un<br />

super-uomo: più di una volta gli capita<br />

di essere messo KO da avversari più<br />

forti e assai intelligenti; Tracy risponde<br />

alla violenza con la violenza, mosso<br />

da un’antica vendetta (i gangster hanno<br />

ucciso il padre della sua futura sposa).<br />

Il disegno assai originale di Gould<br />

– definito da qualcuno come “il Grosz<br />

<strong>dei</strong> fumetti” – dotato di un taglio molto<br />

cinematografico, porta il poliziotto dal<br />

cappello a larghe falde ad uscire dalle<br />

strips: dopo aver esordito alla radio nel<br />

1935, debutta al cinema nel 1937 con<br />

una serie di film in cui è protagonista<br />

Ralph Byrd. Lo stesso attore interpreta<br />

ancora una volta Tracy in una serie televisiva<br />

anni ’50 che termina nel ’52,<br />

l’anno della morte di Byrd. Al suo<br />

fianco nel serial: Joe Devlin è Sam<br />

Catchem, il partner di avventure di<br />

Tracy; Angela Greene veste i panni di<br />

Trueheart, la moglie dell’eroe. Per i<br />

fans del personaggio creato da Gould,<br />

il <strong>telefilm</strong> ha originato due serie di cartoon<br />

(nel 1961 e nel 1971), una parodia<br />

a fumetti (Fearless Fosdick di Al<br />

Capp) e un kolossal hollywoodiano<br />

nel ’90, con Warren Beatty quale protagonista-regista.<br />

Per la cronaca, il fumetto<br />

di Gould apparve per la prima<br />

volta in Italia sull’“Illustrazione <strong>dei</strong> ragazzi”<br />

(26 luglio 1945), per poi passare<br />

sulle pagine di “Robinson” (dal 27


Dick Turpin 252<br />

settembre 1945 al 12 aprile 1947) e<br />

trovare la consacrazione con la pubblicazione<br />

su “Linus” nel 1965.<br />

Dick Turpin (Id.) Con: Richard O’­<br />

Sullivan, Michael Deeks, David<br />

Dakar, Christopher Benjamin. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1979, avventura,<br />

colore (30/30’).<br />

La leggenda del bandito inglese Dick<br />

Turpin diventa un serial televisivo grazie<br />

al volto di Richard O’Sullivan. La<br />

storia ha inizio quando Turpin, tornato<br />

a Flanders dopo il servizio militare,<br />

scopre che la sua eredità è stata dilapidata<br />

da un proprietario terriero senza<br />

scrupoli: da qui la sua decisione di diventare<br />

una sorta di Robin Hood del<br />

XVIII secolo. Tra coloro che il nostro<br />

incontra on the road: il giovane alleato<br />

Nick Smith detto “Swiftnick” (Michael<br />

Deeks), il capitano Spiker (David<br />

Dakar) e il malvagio di turno, Sir<br />

John Glutton (Christopher Benjamin).<br />

La serie ideata da Richard Carpenter è<br />

prodotta da Sidney Cole e Paul Knight<br />

per la London Weekend Television<br />

(LWT). La colonna sonora è composta<br />

da Dennis King. Charles Crichton, il<br />

regista di Un pesce di nome Wanda<br />

(1988), compare dietro la macchina da<br />

presa. Tra le guest-stars si fanno notare<br />

Ed Bishop (il comandante Stryker di<br />

UFO), Patrick Macnee (Agente speciale)<br />

e Donald Pleasence.<br />

Dick Van Dyke (The Dick Van Dyke<br />

Show) Con: Dick Van Dyke, Mary Tyler<br />

Moore, Morey Amsterdam, Rose<br />

Marie, Carl Reiner, Richard Deacon,<br />

Jerry Paris, Anna Morgan Guilbert,<br />

Larry Matthews. Produzione: Usa,<br />

1961, sit-com, b/n (158/30’).<br />

CULT<br />

Dopo un inizio zoppicante – tanto che<br />

nella prima stagione non è riuscita a<br />

entrare nella classifica <strong>dei</strong> 35 programmi<br />

più visti d’America – la sitcom<br />

è diventata in seguito uno degli<br />

appuntamenti più popolari di metà anni<br />

’60. La serie si segnala altresì per essere<br />

stata tra le prime a raccontare di<br />

due personaggi che lavorano in televisione;<br />

Rob Petrie (Dick Van Dyke) è<br />

capo-sceneggiatore del varietà tv The<br />

Alan Brady Show, sua moglie Laura<br />

(Mary Tyler Moore) è un’ex ballerina:<br />

sia Van Dyke che la Moore sarebbero<br />

tornati a interpretare ruoli del piccolo<br />

schermo successivamente (il primo in<br />

Le pazze storie di Dick Van Dyke nel<br />

1971, la seconda in Mary Tyler Moore<br />

Show nel 1970). Tra gli altri personaggi<br />

che ruotano attorno alla coppia: lo<br />

spiritoso sceneggiatore di commedie<br />

Buddy Sorrell (Morey Amsterdam); la<br />

cacciatrice di mariti – anch’essa sceneggiatrice<br />

– Sally Rogers (Rose Marie);<br />

la star vanitosa dello show, Alan<br />

Brady (Carl Reiner); il produttore Mel<br />

Cooley (Richard Deacon), cognato di<br />

Brady; il dentista Jerry Helper (Jerry<br />

Paris), il vicino <strong>dei</strong> Petrie a New Rochelle;<br />

Millie (Anna Morgan Guilbert),<br />

la moglie di Jerry; Richie (Larry<br />

Matthews), il giovane figlio della coppia<br />

protagonista. Saltuariamente compare<br />

anche Jerry Van Dyke, il fratello<br />

di Dick, nei panni di Stacy Petrie, il<br />

fratello di Rob. Ideata da Carl Reiner,<br />

la serie che ha vinto 6 Emmy Awards e<br />

2 Golden Globe conta una puntata-pilota<br />

– trasmessa il 19 luglio 1960 sulla<br />

CBS – in cui lo stesso Reiner interpreta<br />

Rob e Barbara Britton veste i panni di<br />

Laura. La produzione della sit-com<br />

vanta la supervisione di Sheldon Leonard;<br />

molti <strong>dei</strong> 158 episodi sono stati<br />

scritti da Bill Persky e Sam Denoff, in<br />

seguito divenuti produttori insieme a<br />

Danny Thomas e allo stesso Reiner.<br />

Quest’ultimo è tornato nel ruolo di


253 Diego al 100%<br />

Alan Brady in un episodio di Innamorati<br />

pazzi trasmesso in America nel<br />

febbraio del 1995. Jerry Paris compare<br />

più di una volta anche dietro la macchina<br />

da presa; più di rado, invece,<br />

Leonard e l’instancabile Reiner, il<br />

quale è arrivato addirittura a prestare la<br />

sua voce originale per gli annunci <strong>dei</strong><br />

voli in aeroporto. La canzone tema –<br />

“Bupkiss” – è firmata da Sam Denoff,<br />

la colonna sonora è composta da Earle<br />

H. Hagen. Garry Marshall, in seguito<br />

dietro le quinte di Happy Days e qui tra<br />

gli sceneggiatori della sit-com, compare<br />

in un episodio nei panni di un barista.<br />

La CBS ha trasmesso una puntataretrospettiva<br />

– The Dick Van Dyke<br />

Show Remembered – il 23 maggio<br />

1994.<br />

Dieci sono pochi (Just the Ten of<br />

Us) Con: Bill Kirchenbauer, Deborah<br />

Harmon, Heather Langenkamp, Brooke<br />

Theiss, Jamie Luner, Jo Ann Willette,<br />

Heidi Zeigler, Matt Shakman, Jeremy<br />

e Jason Korstjens, Frank Bonner.<br />

Produzione: Usa, 1988, sit-com, colore.<br />

(47/30’)<br />

Dopo essere stato licenziato per tagli al<br />

personale dall’istituto superiore dove<br />

insegnava da dodici anni, Graham<br />

Lubbock (Bill Kirchenbauer) decide<br />

di accettare un nuovo incarico in una<br />

scuola cattolica di Eureka, in California.<br />

Insieme alla moglie incinta Elizabeth<br />

(Deborah Harmon), lo seguono<br />

nella nuova vita i rimanenti figli: la<br />

primogenita Marie (Heather Langenkamp),<br />

la civettuola Wendy<br />

(Brooke Theiss), l’obesa Cindy (Jamie<br />

Luner), la colta Constance (Jo Ann<br />

Willette), la geniale Sherry (Heidi Zeigler),<br />

l’oppresso Graham Jr. (Matt<br />

Shakman), il trottellerante Harvey (interpretato<br />

dai gemelli Jeremy e Jason<br />

Korstjens). Insieme al cane Hooter e al<br />

bebè in arrivo sono dieci. All’inizio solo<br />

Graham Jr. e Hooter sembrano felici<br />

di cambiar aria, poi la voglia di rifarsi<br />

una vita contagia tutta la famiglia che<br />

si ritrova in un paese, come afferma<br />

spesso il capo-famiglia, “dove si può<br />

lasciare la porta aperta anche di notte”.<br />

Frank Bonner è Padre Hargis, il direttore<br />

della scuola. Dan Guntzelman e<br />

Steve Marshall sono i creatori-produttori<br />

della serie che in realtà è uno spinoff<br />

di Genitori in blue jeans (1985)<br />

grazie al personaggio-collante di<br />

Graham. Matt LeBlanc (Friends)<br />

compare da guest-star in più di una<br />

puntata. Il tema musicale – “Doin’It<br />

The Best I Can” – è cantato da Bill<br />

Medley. Una curiosità “tagliente” lega<br />

quattro interpreti della serie a Freddie<br />

Krueger: la Langenkamp è stata protagonista<br />

del primo, del terzo e dell’ultimo<br />

capitolo della saga di Nightmare<br />

(rispettivamente nel 1984, 1987 e<br />

1994); Jo Ann Willette appare nella<br />

prima scena diNightmare 2 - La rivincita<br />

(1985); Brooke Theiss ha partecipato<br />

a Nightmare 4 - Il non risveglio<br />

(1988); il personaggio di Graham Jr.<br />

tiene appeso in camera un poster di<br />

Freddy Krueger.<br />

Diego al 100% Con: Diego Abatantuono,<br />

Marco Baldi, Lucia Vasini,<br />

Marcello Romolo, Valerio Staffelli,<br />

Maurizio (Icio) De Romedis. Produzione:<br />

Italia, 1985, sit-com, colore<br />

(20/30’).<br />

Un Abatantuono con la cadenza ancora<br />

“eccezzziunale” è protagonista e<br />

ideatore di una sit-com autoprodotta<br />

dai canali che un tempo formavano il<br />

network Euro-Tv (la serie in oggetto<br />

era tra le perle della programmazione:<br />

veniva proposta bisettimanalmente in<br />

prima serata). La storia ruota attorno al<br />

bar di periferia dell’amico Marco


Difesa ad oltranza<br />

(Marco Baldi), dove trova dimora nel<br />

retrobottega il “ras del quartiere” Diego<br />

(Abatantuono), definito dallo stesso<br />

interprete come “un personaggio<br />

positivo, fondamentalmente buono, è<br />

un po’ come tanti giovani che vorrebbero<br />

fare qualcosa di importante ma<br />

non ci riescono”. Le storie che lo vedono<br />

protagonista coinvolgono anche la<br />

cassiera Jole (Lucia Vasini), più simpatica<br />

che bella. L’attore “terrunciello”<br />

dà vita altresì a Minniti, un impresario<br />

che tratta nani e ballerine, “un<br />

po’come il Woody Allen in Broadway<br />

Danny Rose, ma soprattutto come<br />

l’Alberto Sordi di Una vita difficile,<br />

l’italiano viscido che si arrabatta in<br />

mille modi”. Tra gli altri volti in scena<br />

si notano Marcello Romolo e un Valerio<br />

Staffelli non ancora “tapiroforo”; la<br />

sit-com è scritta da Maurizio (Icio) De<br />

Romedis, il quale compare anche sul<br />

set nei panni di un rappresentante di<br />

commercio. Abatantuono, che ha elaborato<br />

l’idea della serie insiema all’impresario<br />

Maurizio Totti, si diletta<br />

anche alla regia con la cilena Pamela<br />

Cantuarias. Le riprese sono state effettuate<br />

allo Studio One di Milano.<br />

Difesa ad oltranza (Owen Marshall:<br />

Counselor at Law) Con: Arthur<br />

Hill, Lee Majors, Reni Santoni, David<br />

Soul, Joan Darling, Christine Matchett.<br />

Produzione: Usa, 1971, legale,<br />

colore (6/60’).<br />

Un procuratore vedovo che lavora a<br />

Santa Barbara è protagonista di un serial<br />

che si va ad aggiungere ai numerosi<br />

<strong>telefilm</strong> “legali” di moda negli anni<br />

’70. Arthur Hill interpreta Owen Marshall,<br />

affiancato da un gruppo di soci e<br />

colleghi: Jess Brandon (Lee Majors,<br />

che in quel periodo appariva in contemporanea<br />

ne L’uomo da sei milioni<br />

di dollari), Danny Paterno (Reni San­<br />

254<br />

toni) e Ted Warrick (David Soul).<br />

Completano il cast Joan Darling nei<br />

panni della segretaria Frieda Krause e<br />

Christine Matchett in quelli di Melissa,<br />

la figlia dodicenne del protagonista.<br />

Gli ideatori della serie sono David Victor<br />

e Jerry McNeely, quest’ultimo docente<br />

di legge all’Università del Wisconsin;<br />

Victor firma altresì da produttore<br />

esecutivo. Steven Spielberg compare<br />

dietro la macchina da presa di un<br />

episodio. Susan Sarandon, Tom Selleck<br />

e John Travolta sono tra le gueststars<br />

che si alternano sul set. In alcune<br />

puntate da cross-over Marshall entra<br />

indirettamente in contatto con l’affine<br />

Marcus Welby: in un’occasione difende<br />

il padre di un paziente del dottore, in<br />

un altro episodio assume la difesa del<br />

dottor Kiley in una causa di paternità.<br />

Di fronte alla legge Con: interpreti<br />

vari. Produzione: Italia, 1967, legale,<br />

b/n (19/30’).<br />

Una serie anomala per raccontare i diversi<br />

modi di porsi di fronte alla legge,<br />

da colpevoli, da vittime, da testimoni.<br />

Curato da Diego Fabbri e Vico Faggi,<br />

non privo di lunghi monologhi rivolti<br />

in camera, l’appuntamento manifesta<br />

l’intenzione di trattare problemi giuridici<br />

e di attualità con intenti didattici.<br />

Tra gli attori spiccano le presenze di<br />

Turi Ferro, Arnoldo Foà, Carlo Reali,<br />

Riccardo Garrone, Ivo Garrani, Paolo<br />

Ferrari, Nino Castelnuovo, Gabriele<br />

Lavia, Vittorio Mezzogiorno. L’episodio<br />

L’infedele è stato scritto da Oreste<br />

Del Buono.<br />

Dimensione Alpha (Otherworld)<br />

Con: Sam Groom, Gretchen Corbett,<br />

Tony O’Dell, Jonna Lee, Brandon<br />

Crane, Chris Hebert, Jonathan Banks.<br />

Produzione: Usa, 1985, fantascienza,<br />

colore (8/60’).


255 Dio vede e provvede<br />

Un altro mondo. È quello che vede<br />

coinvolta una “tipica famiglia americana<br />

del Sud della California” in visita<br />

alle piramidi egizie allorquando si ritrova<br />

al centro di un vortice misterioso<br />

che la trascina in un universo parallelo,<br />

dove nulla è quello che sembra. Fanno<br />

parte della comitiva: il capo-famiglia<br />

Hal Sterling (Sam Groom), sua moglie<br />

June (Gretchen Corbett), il primogenito<br />

diciottenne Trace (Tony O’Dell), la<br />

figlia diciassettenne Gina (Jonna Lee)<br />

e l’undicenne Smith (interpretato da<br />

Brandon Crane e Chris Hebert). Jonathan<br />

Banks è il comandante Nuveen<br />

Kroll, il malvagio che perseguita gli<br />

Sterling nell’“altro mondo”. Nell’altra<br />

dimensione, gli Sterling si imbattono<br />

in una sorta di inferno dantesco, con<br />

tanto di gironi: c’è la zona adibita a miniera<br />

in cui abitano e lavorano gli androidi,<br />

una società in cui le famiglie si<br />

sono ribellate alla legge, il villaggio in<br />

cui ai nuovi arrivati viene tolta la vita<br />

per assicurare agli altri l’eterna giovinezza.<br />

Per tutta la serie i protagonisti<br />

cercano, senza trovarla, una via d’uscita;<br />

la “porta” tra questo e l’altro<br />

mondo è causata da uno strano allineamento<br />

<strong>dei</strong> pianeti. Non pochi spunti<br />

del serial sono stati ripresi nel fantakolossal<br />

cinematografico Stargate<br />

(1994). Paul Michael Glaser, lo Starsky<br />

televisivo, è tra i registi della serie<br />

ideata e prodotta da Philip De Guerre e<br />

Roderick Taylor. La colonna sonora e<br />

il tema musicale sono composti da<br />

Sylvester Levay. La piramide dove avviene<br />

il salto temporale è quella di<br />

Cheope.<br />

Dinosauri (Dinosaurs) Con: interpreti<br />

vari. Produzione: Usa, 1991, sitcom,<br />

colore (65/30’).<br />

Sit-com anomala ambientata all’epoca<br />

<strong>dei</strong> dinosauri, per la precisione nel<br />

60.000.003 a.C. La premessa è che in<br />

quegli anni gli esseri del Giurassico<br />

non si preoccupavano affatto della loro<br />

estinzione e conducevano vita mondana,<br />

trattando i pochi cavernicoli come<br />

bestie feroci. Il risultato è una satira<br />

palese della società umana con tutti i<br />

suoi difetti e i suoi luoghi comuni, come<br />

nelle puntate in cui si parla di tasse<br />

o di astio tra suoceri. I dinosauri al centro<br />

delle vicende sono interpretati da<br />

attori umani in costume, mentre le loro<br />

espressioni facciali sono create tramite<br />

un processo di “audio animatronics”;<br />

tutti i protagonisti sono doppiati in originale<br />

da attori diversi da quelli in scena.<br />

Fanno parte della storia: il 44enne<br />

megalosauro Earl Sinclair, il quale lavora<br />

per una compagnia che disbosca<br />

foreste per costruirci città; la moglie<br />

sensibile e pragmatica Fran; i figli<br />

Robbie, di “soli” quattordici anni, la<br />

materialistica Charlene, di dodici e il<br />

piccolo Baby; nonna Ethyl, la mamma<br />

di Fran; Roy Hess, il miglior amico di<br />

Earl; B.D. Richfield, il capo tirannico<br />

del protagonista. Baby passa le ore davanti<br />

alla tv a guardare un serial che<br />

s’intitola Mr. Ugh: al contrario della<br />

serie Mister Ed, dove a parlare era un<br />

cavallo, qui a emettere suoni è un uomo<br />

delle caverne. I cognomi di Earl,<br />

Roy e B.D. sono stati scelti con una ragione:<br />

Sinclair, Hess e Richfield sono<br />

marche di benzina “estinte” nel tempo.<br />

La serie, nata da un’idea di Jim Henson<br />

(il papà <strong>dei</strong> Muppets autore anche<br />

degli effetti speciali realizzati alla<br />

Henson Productions’Creature Shop di<br />

Londra) è prodotta dal figlio Brian<br />

Henson e da Michael Jacobs, il quale<br />

firma da creatore insieme a Bob<br />

Young.<br />

Dio vede e provvede Con: Angela<br />

Finocchiaro, Marisa Laurito, Antonio


Dipartimento S<br />

Catania, Nathalie Guetta, Evelina Gori,<br />

Giovanna Rotellini, Zuleika dos<br />

Santos, Dario Vergassola, Mauro Pirovano,<br />

Stefano Masciarelli, Antonella<br />

Attili. Produzione: Italia, 1996, sitcom,<br />

colore (12/60’).<br />

COTTO<br />

Dopo il successo del ciclo di film-tv<br />

omonimi, le comiche avventure di<br />

Suor Amelia (Angela Finocchiaro) diventano<br />

una serie televisiva in cui, come<br />

spesso accade, gli episodi vengono<br />

accorpati in coppia per la prima serata.<br />

Al centro delle vicende ci sono Amelia<br />

e il suo doppio: Giuditta, sorella gemella<br />

che la suora crede in Australia<br />

nonché fonte inesauribile di guai. Quest’ultima<br />

vuole assolutamente convincere<br />

la sorella a lasciare il convento<br />

dopo che uno zio ha promesso alle due<br />

gemelle un’eredità di un milione di<br />

dollari solo a patto che Amelia desista<br />

dalla sua vocazione. Da questo presupposto<br />

nasce una storia ricca di equivoci<br />

e scambi di persona che coinvolgono<br />

la Madre Superiora (Marisa<br />

Laurito), il malavitoso detto “il Principe”<br />

(Antonio Catania), Suor Letizia<br />

(Nathalie Guetta), Suor Gemma (Evelina<br />

Gori), Suor Delfina (Giovanna<br />

Rotellini), Suor Tikonokono (Zuleika<br />

dos Santos), Erminio (Dario Vergassola),<br />

Nasello (Mauro Pirovano) e una<br />

schiera di guest-stars: tra le altre, Lino<br />

Toffolo, Marina Massironi e Demetra<br />

Hampton. Stefano Masciarelli interpreta<br />

il notaio; Antonella Attili veste i<br />

panni di Ida. Rispetto ai film-tv, del cast<br />

originale “sopravvive” la sola Finocchiaro.<br />

In più di un’occasione Suor<br />

Amelia si rivolge alla Madonna come<br />

faceva Don Camillo-Fernandel con<br />

Gesù: nella cartella stampa si legge<br />

che, tra i crismi della serie, ci sono<br />

quelli di “non cadere nel blasfemo e<br />

toccare momenti di contenuto spiritua­<br />

256<br />

le in un contesto sempre brillante”. Enrico<br />

Oldoini, già dietro la cinepresa del<br />

primo ciclo, è il regista del <strong>telefilm</strong> in<br />

compagnia del debuttante Paolo Costella,<br />

sceneggiatore con lo stesso Oldoini.<br />

Le riprese sono state effettuate<br />

lungo 23 settimane nel centro di Roma,<br />

tra la chiesa di Via <strong>dei</strong> Lucchesi e<br />

l’Almo Collegio Capranica. Alessandro<br />

Jacchia firma da produttore esecutivo;<br />

le musiche originali sono di Claudio<br />

Capponi.<br />

Dipartimento S (Department S)<br />

Con: Peter Wyngarde, Joel Fabiani,<br />

Rosemary Nicols, Dennis Alaba Peters.<br />

Produzione: Gran Bretagna,<br />

1970, poliziesco/spionaggio, colore<br />

(28/60’).<br />

La Missione Impossibile inglese racconta<br />

le avventure di un gruppo di detective<br />

specializzati nello sventare crimini<br />

internazionali d’alto livello per<br />

ordine del governo di Sua Maestà. Tra<br />

di loro: lo scrittore di gialli Jason King<br />

(Peter Wyngarde), il quale non manca<br />

di chiedersi come si sarebbe comportato<br />

Mark Caine, il detective al centro<br />

<strong>dei</strong> suoi romanzi; l’americano Stewart<br />

Sullivan (Joel Fabiani), che si diverte<br />

a smontare le fantasiose teorie di<br />

King; Annabelle Hurst (Rosemary Nicols)<br />

l’affascinante esperta di computer;Sir<br />

Curtis Seretse (Dennis Alaba<br />

Peters), lo zio di Annabelle a capo della<br />

squadra. Il Dipartimento S di cui<br />

fanno parte i protagonisti è una sezione<br />

speciale dell’Interpol con base a<br />

Parigi. Tra i casi affrontati, spiccano<br />

quelli dell’aereo sparito per sei giorni<br />

o il manichino che distrugge automobili.<br />

Il produttore Monty Berman è altresì<br />

l’ideatore, insieme a Dennis<br />

Spooner, della serie che nel 1971 ha<br />

dato vita allo spin-off Jason King, in<br />

cui il romanziere dalle camicie psiche­


257 Disokkupati<br />

deliche e dalle mini-cravatte assurge a<br />

unico detective di storie più realistiche.<br />

Anthony Hopkins compare in un<br />

cameo. Le riprese sono state effettuate<br />

nei mitici studi Pinewood. La colonna<br />

sonora è composta da Edwin Astley.<br />

Diritto di difesa (Id.) Con: Remo Girone,<br />

Martina Colombari, Giulio Base,<br />

Piera Degli Espositi, Michele Venitucci,<br />

Samuela Sardo, Carlo Giuseppe<br />

Gabardini, Stefania Spugnini. Produzione:<br />

Italia, 2003, legale, colore<br />

(26/60’).<br />

STRACOTTO<br />

Definito alla conferenza stampa di<br />

presentazione “un prodotto trendy ed<br />

elegante” dal Direttore di Rai Fiction<br />

Agostino Saccà, il serial è il primo in<br />

Italia a raccontare le modifiche del nostro<br />

Codice di procedura penale, in base<br />

alle quali si consente agli avvocati la<br />

facoltà di investigare indipendentemente<br />

dalla Procura (il disegno di legge<br />

prendeva il nome del padre di tutti<br />

gli avvocati televisivi: Perry Mason).<br />

La storia ruota attorno a uno studio legale<br />

situato in un palazzo del centro<br />

storico di Roma, gestito dal principe<br />

del foro Cosimo Valieri (Remo Girone),<br />

altresì docente universitario di<br />

procedura penale. Tra cause giudiziarie<br />

e casi personali, si muovono: Chiara<br />

Barbieri (Martina Colombari), determinata<br />

e battagliera avvocatessa penalista;<br />

Massimo Gillardi (Giulio Base),<br />

affascinante ed elegante avvocato<br />

specializzato in Diritto societario; Silvia<br />

Malatesta (Piera Degli Espositi), la<br />

quale si batte in aula per quanto riguarda<br />

il Diritto di famiglia. Accanto a loro<br />

quattro, apparentemente avulsi da<br />

qualsiasi gerarchia, l’investigatore privato<br />

Fabio Galli (Michele Venitucci)<br />

sfodera la lente d’ingrandimento nei<br />

casi che necessitano un approfondi­<br />

mento d’indagine. In seconda linea,<br />

una schiera di giovani avvocati, collaboratori<br />

e praticanti: tra di loro spiccano<br />

la 23enne Matilde Soavi (Samuela<br />

Sardo), praticante pasticciona appena<br />

laureatasi; il simpatico avvocato trentenne<br />

Matteo Rossi (Carlo Giuseppe<br />

Gabardini), non ancora associato e pignolo<br />

fino all’esasperazione; Grazia<br />

Martini (Stefania Spugnini), la storica<br />

segretaria di Valieri. Il motto dello studio<br />

è: “assistere un imputato significa<br />

difendere il suo diritto contro il rischio<br />

del pregiudizio”. La serie ha richiesto<br />

oltre 300 location e altrettanti attori<br />

(tra quelli fissi, ricorrenti e di passaggio);<br />

più di 2500 le comparse. Per documentarsi,<br />

Martina Colombari ha frequentato<br />

aule di tribunali e ha passato<br />

in rassegna molta fiction con protagoniste<br />

avvocatesse (“sono stata assolutamente<br />

conquistata dall’interpretazione<br />

di Susan Sarandon ne Il cliente”).<br />

Gli ideatori del <strong>telefilm</strong> sono<br />

Mauro Casiraghi, Nicola Lusardi, Ivan<br />

Orano e Renato Pezzini; gli sceneggiatori<br />

Anna Mittone, Luca Rossi e lo<br />

stesso Casiraghi hanno affermato di<br />

essersi ispirati al ricordo di Perry Mason,<br />

“anche se abbiamo dovuto fare i<br />

conti con la situazione processuale italiana”;<br />

alla presentazione, Rossi ha<br />

chiosato che “si tratta di una derivazione<br />

del legal-thriller di Grisham, pur<br />

con i limiti di budget”. Chissà la faccia<br />

del produttore Enzo Tarquini...<br />

Disokkupati Con: Pierfrancesco Loche,<br />

Adolfo Margiotta, Sabrina Impacciatore,<br />

Paolo Ferrari, Stefano Masciarelli,<br />

Francesca Reggiani. Produzione:<br />

Italia, 1997, sit-com, colore (40/30’).<br />

COTTO<br />

Più che di una serie si tratta di un esperimento:<br />

un misto di sit-com e varietà<br />

ideato da Pierfrancesco Loche e scritto


Distretto di polizia<br />

dalle autrici del programma satirico<br />

Avanzi. Lo stesso Loche interpreta il<br />

dottor Ignazio Settimo Porcu, laureato<br />

dal 1988 ma ancora disoccupato. Stessa<br />

condizione per i suoi due coinquilini,<br />

Speranzo Zammataro (Adolfo<br />

Margiotta) e Caterina (Sabrina Impacciatore):<br />

il trio divide l’appartamento<br />

di Amelio Spina (Paolo Ferrari), un<br />

pensionato che ha subaffittato tutti gli<br />

angoli della sua casa, ripostiglio compreso.<br />

A tutti loro si affiancano il tassista<br />

Mario (Stefano Masciarelli), che<br />

misura il traffico in base alla “scala<br />

Rutelli” e, in apposite “finestrelle” che<br />

si aprono sullo schermo, l’Osservatore<br />

di Pavia, il quale ha il compito di controllare<br />

gli equilibri politici e la par<br />

condicio di quanto viene detto. Nel cast,<br />

reduce dalla “tv delle ragazze”, fa la<br />

sua comparsa Francesca Reggiani.<br />

Paolo Silvestri è autore delle musiche.<br />

Distretto di polizia Con: Isabella<br />

Ferrari, Giorgio Tirabassi, Carlotta Natoli,<br />

Ricky Memphys, Serena Bonanno,<br />

Simone Corrente, Giovanni Ferreri,<br />

Lorenzo Flaherty, Ivana Monti, Lavinia<br />

Guglierman, Tony Sperandeo,<br />

Cristina Moglia, Roberto Nobile, Marco<br />

Mazzocca, ROberto Citran, Stefania<br />

Orsola Garello, Claudia Pandolfi,<br />

Giorgio Pasotti, Giulia Michelini, Giuseppe<br />

Cederna, Stefano Pesce, Francesco<br />

Vitello, Fabrizio Contri. Produzione:<br />

Italia, 2000, poliziesco, colore<br />

(100/60’).<br />

Dopo che la mafia gli ha ucciso il marito,<br />

il commissario Giovanna Scalise<br />

(Isabella Ferrari) viene trasferita dalla<br />

Sicilia a un distretto di Roma, in attesa<br />

del maxi-processo che giudicherà gli<br />

assassini. Nel suo nuovo incarico al<br />

decimo Tuscolano, si trova di fronte<br />

l’ispettore capo Roberto Ardenzi<br />

(Giorgio Tirabassi); la moglie Angela<br />

258<br />

(Carlotta Natoli), psicologa e collaboratrice<br />

del commissariato; Mauro Belli<br />

(Ricky Memphys), amico d’infanzia<br />

di entrambi; Nina Moretti (Serena Bonanno),<br />

giovane agente scelto innamorata<br />

del collega Luca Benvenuti (Simone<br />

Corrente); il vice sovrintendente<br />

Ingargiola (Giovanni Ferreri), dai verbali<br />

perlopiù incomprensibili; lo stravagante<br />

ispettore Walter Manrico (Lorenzo<br />

Flaherty), con la sua personale<br />

rete d’informatori. Nella vita di Giovanna<br />

ruotano anche gli affetti familiari:<br />

la mamma Caterina (Ivana Monti), i<br />

figli Livia (Lavinia Guglierman) di 14<br />

anni e il piccolo Federico. Nel secondo<br />

ciclo la Scalise cerca di rifarsi una vita<br />

affettiva con l’ispettore Walter Manrico,<br />

mentre l’ombra del passato incombe<br />

con la figura del malavitoso Vito<br />

Tonnara (Tony Sperandeo), in cerca di<br />

vendetta dopo che suo figlio è morto in<br />

carcere; Valeria Ruggero (Cristina<br />

Moglia) è il nuovo agente scelto;<br />

emergono maggiormente i profili dell’agente<br />

Antonio Parmesan (Roberto<br />

Nobile), la memoria storica del distretto<br />

e del simpatico piantone Ugo Lombardi<br />

(Marco Mazzocca). Alla fine<br />

della seconda stagione Angela muore:<br />

sembra caduta accidentalmente da un<br />

tetto per salvare lo psicopatico Fernando<br />

Monti (Roberto Citran); in realtà un<br />

video amatoriale svelerà che è stata<br />

spinta per vendetta da Carla (Stefania<br />

Orsola Garello), la sorella di Fernando.<br />

Dopo la gravidanza e dopo aver<br />

partorito, la Scalise e Manrico si trasferiscono:<br />

al Tuscolano arriva la più<br />

emotiva Giulia Corsi (Claudia Pandolfi),<br />

donna d’azione che nasconde nella<br />

vita privata un dolore che condivide<br />

solo con la sorella minore Sabina<br />

(Giulia Michelini) e con il fidanzato<br />

Paolo Libero (Giorgio Pasotti), che<br />

vorrebbe offrirle la serenità che cerca.


259 District,The<br />

La Scalise-Ferrari torna in un episodio<br />

della terza stagione in cui esplode un<br />

pacco-bomba al Distretto (il mittente è<br />

la solita Carla Monti). Tra le guest star,<br />

Pietro Taricone interpreta un pesce<br />

piccolo della malavita, mentre l’ex<br />

pornostar Selen veste i panni di se stessa.<br />

Nel quarto ciclo, contraddistinto<br />

dall’assassinio di Libero, entrano in<br />

scena le figure di Luigi Greco (Giuseppe<br />

Cederna), Valerio (Stefano Pesce),<br />

Corrado Esposito (Francesco Vitello)<br />

e del prof. De Santis (Fabrizio<br />

Contri). La serie ha registrato un sospetto<br />

di censura nei confronti dell’agente<br />

Benvenuto, sparito dal distretto<br />

dopo le perplessità ricevute dall’Ufficio<br />

relazioni esterne della Polizia di<br />

Stato sulla sua più che presunta omossessualità.<br />

Pietro Valsecchi è l’ideatore<br />

del <strong>telefilm</strong> insieme a Simone De<br />

Rita, mentre firma da produttore con<br />

Camilla Nesbitt. Le musiche sono<br />

composte da Pivio e Aldo De Scalzi.<br />

Raoul Bova compare da guest-star nei<br />

panni del marito ucciso di Giovanna<br />

Scalise. Nel 2004, in occasione del<br />

sondaggio lanciato dall’Accademia<br />

<strong>dei</strong> Telefilm per i 50 anni della tv in Italia,<br />

Distretto di polizia è stata eletta<br />

“miglior serie italiana di tutti i tempi”.<br />

District,The (Id.) Con: Craig T. Nelson,<br />

Jayne Brook, Roger Aaron<br />

Brown, Justin Theroux, Lynne Thigpen,<br />

Elisabeth Marvel, Sean Patrick<br />

Thomas, Segun Ajaga, William Turner,<br />

Daphnee Duplaix, Jonathan LaPaglia,<br />

Wayne Duvall, David O’Hara,<br />

Gregalan Wiliams, Kristen Wilson,<br />

Rita S. Jett, Ving Rhames, Joseph C.<br />

Phillips, John Amos, Jaclyn Smith.<br />

Produzione: Usa, 2000, polizieso, colore<br />

(88/60’).<br />

È sempre deleterio trasmettere in ritardo<br />

una serie televisiva che di sguincio<br />

parla di politica e attualità sociale, soprattutto<br />

in tempi recenti, quando le<br />

sceneggiature <strong>dei</strong> telfilm sembrano<br />

tratte direttamente dai telegiornali.<br />

Non sfugge a questa considerazione il<br />

serial, giunto in Italia dopo 4 anni dal<br />

debutto americano, che racconta gli<br />

sforzi (vani) delle autorità di Washington<br />

D.C. di abbassare il tasso di criminalità,<br />

tre volte superiore alla media<br />

nazionale. In realtà il serial si ispira alla<br />

figura di Jack Maple, il capo della<br />

polizia di New York scelto nel 1994<br />

dal sindaco Rudolph Giuliani per ridurre<br />

il numero di omicidi commessi<br />

nella Grande Mela. Non è un caso che<br />

lo stesso Maple firmi il <strong>telefilm</strong> al fianco<br />

dell’ideatore Terry George. La serie<br />

racconta la storia di Jack Mannion<br />

(Craig T. Nelson), il nuovo capo della<br />

polizia di Washington fortissimamente<br />

voluto dal vicesindaco Mary Ann<br />

Mitchell (Jayne Brook), favorevolmente<br />

impressionata dai risultati da lui<br />

raggiunti a Boston e Newark, che in<br />

quanto a criminalità non sono certo <strong>dei</strong><br />

posti idilliaci. Noncurante dell’ostilità<br />

che gli dimostrano i nuovi colleghi – a<br />

partire dal vice Joe Noland (Roger<br />

Aaron Brown), il quale anelava al suo<br />

posto – Mannion non indugia ad applicare<br />

i suoi metodi alternativi all’MPD<br />

(Metro Police Department). Affiancato<br />

da Nick Pierce (Justin Theroux),<br />

a capo delle relazioni pubbliche,<br />

il nostro riorganizza l’intero dipartimento,<br />

mentre a Ella Farmer<br />

(Lynne Thigpen), un’impiegata dell’ufficio<br />

statistica, affida un ingegnoso<br />

sistema computerizzato in grado, tra<br />

l’altro, di assegnare i singoli casi ai detective<br />

più indicati a risolverli. Nello<br />

staff di Mannion, poco incline all’umorismo,<br />

spiccano anche: l’agente<br />

Nancy Parras (Elisabeth Marvel), responsabile<br />

dell’ufficio amministrati­


Divisi dalla legge<br />

vo; il giovane e intelligente ex marine<br />

Temple Page (Sean Patrick Thomas);<br />

il suo partner di pattuglia, l’irlandese<br />

Danny “Mac” McGregor (David<br />

O’Hara), ex poliziotto della Royal Ulster<br />

Constabulary. Dopo alcuni episodi<br />

di ambientamento, Mannion conquista<br />

il rispetto di tutti, Noland compreso.<br />

Si susseguono poi molti colpi di<br />

scena: Ella ottiene la custodia del nipote<br />

Ricky (interpretato dapprima da<br />

Segun Ajaga, quindi da William Turner)<br />

dopo che sua madre è stata uccisa<br />

dal marito; la fidanzata di Temple, l’infermiera<br />

Giselle (Daphnee Duplaix),<br />

viene uccisa da uno squilibrato in corsia;<br />

Ella scopre di avere ancora il tumore<br />

al seno che 5 anni prima pensava<br />

di aver sconfitto: il suo posto viene<br />

preso dal cinico detective Kevin Debreno<br />

(Jonathan LaPaglia), con il quale<br />

Temple si scazza in più di un’occasione;<br />

Nancy, che dapprima fila con<br />

Mac, subisce le attenzioni del sergente<br />

Phil Brandeer (Wayne Duvall); Ella<br />

conosce su un bus il maneggione Clive<br />

Rodgers (Gregalan Williams), se ne<br />

innamora e si sposa. Nella terza stagione,<br />

Kendall Truman (Kristen Wilson)<br />

diventa la nuova addetta stampa di<br />

Mannion e Ferris Gluck (Rita S. Jett)<br />

la sua nuova assistente amministrativa;<br />

Jack incontra non poche difficoltà<br />

con il procuratore generale Troy Hatcher<br />

(Ving Rhames), così come con il<br />

nuovo sindaco Morgan Douglas (Joseph<br />

C. Phillips), sostituto del predecessore<br />

Etan Baker (John Amos), estimatore<br />

della prima ora di Mannion.<br />

Quest’ultimo fa parlare di sé anche<br />

fuori del dipartimento, quando si intrattiene<br />

con la procuratrice per i diritti<br />

civili Vanessa Cavanaugh (Jaclyn<br />

Smith). Alla fine, le trame per far fuori<br />

Mannion hanno successo: invocando<br />

un errore procedurale, lo licenziano, e<br />

260<br />

il suo posto viene preso da Noland.<br />

Non è la sola disgrazia: Jack riceve<br />

una telefonata da Rodgers che lo informa<br />

della morte di Ella per infarto (l’attrice<br />

Lynne Thigpen è morta realmente<br />

durante le riprese per un attacco di<br />

cuore). Prima che la serie chiuda i battenti,<br />

Vanessa riesce a far riassumere<br />

Mannion, argomentando che il suo licenziamento<br />

è basato su un’intercettazione<br />

telefonica che viene definita illegale.<br />

Tra i registi che si alternano dietro<br />

la macchina dapresaperunepisodio,<br />

si notano Jonathan LaPaglia e Craig C.<br />

Nelson. Entrambi firmano anche come<br />

produttori esecutivi insieme all’ideatore<br />

Terry George e a James Chory, Denise<br />

Di Novi, Lynn Marie Latham, Pam<br />

Veasey, John Wirth. La colonna sonora è<br />

curata da Mark Morgan, Michael Hoenig,<br />

Ragnar Rosinkranz, Kevin Bassinson.<br />

Tra i volti noti di passaggio si<br />

riconoscono: Deborah Farentino, Nastassja<br />

Kinski, Ernest Borgnine, John<br />

Savage, Doug Savant e, a distanza di<br />

pochi episodi, Benjamin McKenzie e<br />

Melinda Clarke di The O.C. (2002). La<br />

serie è stata girata tra Washington e<br />

Los Angeles.<br />

Divisi dalla legge (The Antagonists)<br />

Con: Lauren Holly, David Andrews,<br />

Matt Roth, Lisa Jane Persky, Brent<br />

Jennings. Produzione: Usa, 1991, legale,<br />

colore (8/60’; 1/90’).<br />

Kate Ward (Lauren Holly) è una giovane<br />

accusatrice, Jack Scarlett (David<br />

Andrews) è un giovane procuratore<br />

della difesa: la prima segue la legge alla<br />

lettera, il secondo si affida all’istinto<br />

e a metodi poco convenzionali; la turbolenta<br />

relazione che si instaura tra i<br />

due è al centro di un serial ambientato a<br />

Los Angeles lungo solo nove episodi<br />

senza appelli. Tra gli altri personaggi<br />

ricorrenti del <strong>telefilm</strong>: Clark Munsin­


261 Doc<br />

ger (Matt Roth), il giovane studente di<br />

legge che fa da assistente a Jack; Joanie<br />

Rutledge (Lisa Jane Persky), l’amica di<br />

Kate; Marvin Thompson (Brent Jennings),<br />

l’assistente del procuratore distrettuale<br />

a capo della coppia protagonista.<br />

L’ideatore del <strong>telefilm</strong> è Daniel<br />

Pyne; William Sackheim firma da produttore<br />

esecutivo. La colonna sonora è<br />

composta da Michael Convertino.<br />

Division, The – Cinque donne<br />

speciali (The Division) Con: Bonnie<br />

Bedelia, Nancy McKeon, Lisa Vidal,<br />

Tracey Needham, Lela Rochon. Produzione:<br />

Usa, 2001, poliziesco, colore<br />

(88/60’).<br />

Dal network Lifetime, in onda con<br />

“storie di donne per le donne”, ecco la<br />

serie che indaga sulla vita privata e<br />

professionale di un pokerissimo di detective<br />

in gonnella su e giù per San<br />

Francisco. L’ispettrice Jinny Exstead<br />

(Nancy McKeon) è un’alcolizzata che<br />

non disdegna di sostituire gli uomini a<br />

ogni cambio di lenzuola; la collega<br />

Magdalena “Magda” Ramirez (Lisa<br />

Vidal) è una mamma single; l’investigatrice<br />

Candace “C.D.” DeLorenzo<br />

(Tracey Needham) ha perso il partner<br />

di ronda da 8 mesi e non si è ancora ripresa<br />

(soprattutto nei confronti del<br />

marito che la aspetta con ansia a casa<br />

ogni sera); Angela Reide (Lela Rochon)<br />

è l’unica ad avere una cultura<br />

universitaria; il capitano Kate Mc-<br />

Cafferty (Bonnie Bedelia) è una<br />

mamma single che ha intrecciato una<br />

relazione con un procuratore distrettuale.<br />

L’ideatrice Deborah Joy LeVine<br />

firma altresì da produttore esecutivo.<br />

Oltre che a San Francisco, le riprese<br />

sono state effettuate nella Sun<br />

Valley di Los Angeles e a Vancouver<br />

in Canada. Il <strong>telefilm</strong> ha vinto il Prism<br />

Award nel 2001.<br />

Doc (Id.) Con: Barnard Hughes, Elizabeth<br />

Wilson, Mary Wickes, Irwin<br />

Corey, Judy Kahan, John Harkins,<br />

Herbie Faye, Audra Lindley, Ray Vitte,<br />

Lisa Mordente, David Ogden<br />

Stiers. Produzione: Usa, 1975, sitcom/medico,<br />

colore (31/30’).<br />

Un medico di New York è al centro di<br />

una sit-com: Barnard Hughes è il dottor<br />

Joe Bogert, che nel primo ciclo è un<br />

medico generico privato con otto figli<br />

grandi. Attorno alla sua figura ruotano:<br />

la moglie Annie (Elizabeth Wilson);<br />

l’infermiera Beatrice Tully (Mary<br />

Wickes); il tassista Happy Miller (interpretato<br />

dal comico Irwin Corey),<br />

paziente abituale; Laurie Fenner (Judy<br />

Kahan), la figlia di Joe e Annie; Fred<br />

Fenner (John Harkins) è il suo pomposo<br />

consorte; Mr. Goldman (Herbie<br />

Faye), un altro paziente. Nel secondo<br />

ciclo Bogert, divenuto vedovo, lavora<br />

alla clinica Westside Community. Il<br />

cast della prima serie scompare per lasciare<br />

il posto a nuovi protagonisti: Janet<br />

Scott (Audra Lindley); il tecnico di<br />

laboratorio Woody Henderson (Ray<br />

Vitte); la centralinista Teresa Ortega<br />

(Lisa Mordente); il direttore della clinica,<br />

Stanley R. Moss (David Ogden<br />

Stiers). La serie è creata da Ed Weinberger<br />

e Stan Daniels, i quali firmano<br />

anche da produttori esecutivi; Daniels<br />

è anche l’autore del tema musicale; Richard<br />

DeBenedictis e Patrick Williams<br />

sono tra gli altri compositori della colonna<br />

sonora.<br />

Doc (Id.) Con: Billy Ray Cirus, Tyler<br />

Garcia Posey, Richard Leacock, Andrea<br />

Robinson, Derek McGrath, Ron<br />

Lea, Ruth Marshall. Produzione: Usa,<br />

2001, medico, colore (88/60’).<br />

STRACOTTO<br />

Non ne esistono più di uomini così:<br />

capaci di mollare tutto nel Montana e


Doc Elliot 262<br />

trasferirsi a New York per una donna.<br />

L’idealista e capellone dottor Cassidy<br />

(interpretato dalla popstar Billy Ray<br />

Cirus), dopo aver trovato lavoro al<br />

Manhattan HMO (Health Maintenance<br />

Organization), rimane deluso di cuore<br />

e si ritrova da solo nella “Grande Mela”.<br />

In realtà sembra più uno degli Eagles<br />

che un dottore a cui affidare la<br />

propria salute. Ma quando una donna<br />

in fin di vita gli chiede di prendersi cura<br />

del figlio, “Doc” ritrova fiducia con<br />

l’adozione di Raul (Tyler Garcia Posey).<br />

Tra gli altri personaggi di contorno:<br />

l’amico poliziotto Nate Jackson<br />

(Richard Leacock), l’infermiera<br />

Nancy Nichol (Andrea Robinson), i<br />

dottori Derek Herbert (Derek Mc-<br />

Grath) e Oliver Crane (Ron Lea),<br />

l’amministratrice dell’ospedale Donna<br />

DeWitt (Ruth Marshall). La serie è<br />

ideata da Dave Alan Johnson e Gary R.<br />

Johnson, i quali sono anche produttori<br />

esecutivi. Le riprese sono state effettuate<br />

a Toronto, in Canada. Il tema musicale<br />

è opera dello stesso Billy Ray<br />

Cyrus; la colonna sonora è composta<br />

da Jack Lenz.<br />

Doc Elliot (Id.) Con: James Franciscus,<br />

Neva Patterson, Noah Beery jr.,<br />

Bo Hopkins. Produzione: Usa, 1973,<br />

drammatico, colore (14/60’).<br />

Un medico di dichiarata fama lascia la<br />

redditizia attività di New York per trasferirsi<br />

in una cittadina rurale del Colorado<br />

del sud: James Franciscus interpreta<br />

il dottor Benjamin Elliot, che<br />

decide di aiutare il prossimo “sul campo”<br />

lasciando il Bellevue Hospital per<br />

un più pratico camper equipaggiato<br />

con apparecchiature mediche di pronto<br />

intervento. Nel corso della sua<br />

“nuova vita” a Gideon, il protagonista<br />

stringe rapporti con Margaret “Mags”<br />

Brimble (Neva Patterson), la padrona<br />

di casa e vedova del medico locale; il<br />

negoziante Barney Weeks (Noah<br />

Beery jr.); il pilota Eldred McCoy (Bo<br />

Hopkins). Earle H. Hagen e Marvin<br />

Hamlisch sono gli autori della colonna<br />

sonora del serial “buonista” (il secondo<br />

cura altresì il tema musicale);<br />

Lee Rich e Sandor Stern formano invece<br />

la coppia di produttori.<br />

Doctor, Doctor (Id.) Con: Matt<br />

Frewer, Beau Gravitte, Julius Carry<br />

III, Maureen Mueller, Audrie J. Neenan,<br />

Sarah Abrell, Dakin Matthews,<br />

Inga Swenson, Tony Carreiro. Produzione:<br />

Usa, 1989, sit-com/medico, colore<br />

(40/30’).<br />

Si tratta della prima serie girata a Rhode<br />

Island. Ne è protagonista Matt<br />

Frewer (Max Headroom) nel camice<br />

del dottor Mike Stratford, un medico<br />

professionista anti-convenzionale che<br />

opera al Northeast Medical Partners di<br />

Providence. Al suo fianco in corsia: il<br />

dottor Grant Linowitz (Beau Gravitte),<br />

il dottor Abe Butterfield (Julius Carry<br />

III), la dottoressa Deirdre Bennett<br />

(Maureen Mueller), l’infermiera Faye<br />

Barylski (Audrie J. Neenan). Sarah<br />

Abrell interpreta la presentatrice televisiva<br />

Pia Bismark, che conduce un programma<br />

quotidiano sul network che<br />

ospita uno spazio di consigli medici curati<br />

dal dottor Stratford. Tra gli altri personaggi<br />

che compaiono di tanto in tanto<br />

nel serial: Harold (Dakin Matthews) e<br />

Connie (Inga Swenson), i genitori del<br />

protagonista; Richard (Tony Carreiro),<br />

il fratello gay di Stratford. Il <strong>telefilm</strong> è<br />

creato da Norman Steinberg, il quale<br />

compare occasionalmente dietro la<br />

macchina da presa.<br />

Doctor Who (Id.) Con: William<br />

Hartnell, Patrick Troughton, Jon<br />

Pertwee, Tom Baker, Peter Davison,


263 Doctor Who<br />

Colin Baker, Sylvester McCoy, Paul<br />

McGann, Carole Ann Ford, Frazer Hines,<br />

Katy Manning, Elisabeth Sladen,<br />

Lousie Jameson, Mary Tam, Lalla<br />

Ward, Janet Fielding, Sarah Sutton,<br />

Nicola Bryant, Bonnie Langford,<br />

Sophie Aldred. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1963, avventura/fantascienza,<br />

b/n-colore (679/30’; 15/60’+ 4/60’;<br />

1/90’).<br />

SUPERCULT<br />

“Avete mai pensato di viaggiare nel<br />

tempo e nello spazio? Be’, io sono un<br />

cittadino dell’universo”: ecco la dichiarazione<br />

d’intenti del Doctor Who,<br />

una delle figure televisive con più fans<br />

nel mondo. Proveniente dal pianeta<br />

Gallifrey, il 750enne protagonista ha la<br />

capacità di viaggiare nel tempo, nello<br />

spazio e di assumere qualsiasi sembianza:<br />

per dovere di ospitalità adotta<br />

quella terrestre. E così questa sorta di<br />

“Highlander ante-litteram” trasforma<br />

una cabina telefonica inglese della polizia<br />

in una sorta di macchina del tempo<br />

che gli consente di incontrare Marco<br />

Polo, di essere coinvolto nella sfida<br />

dell’OK Corral, di visitare l’epoca<br />

preistorica, ma anche di viaggiare nel<br />

futuro del pianeta Peladon, dove sopravvive<br />

una società medioevale. Egli<br />

è per definizione un Time Lord, capace<br />

di viaggiare nel passato e nel futuro<br />

attraverso una macchina chiamata<br />

TARDIS (Time And Relative Dimension<br />

In Space), la quale ha l’aspetto esteriore<br />

delle Police Box britanniche, utilizzate<br />

dai poliziotti quando non esistevano<br />

ancora le comunicazioni via radio.<br />

La “macchina del tempo” utilizza<br />

un sistema simile a quello <strong>dei</strong> trasduttori<br />

di materia, mentre il viaggio spazio-temporale<br />

avviene attraverso il Time-Vortex,<br />

che sfrutta la teoria circolare<br />

del tempo con l’origine al centro (la<br />

creazione dell’universo è l’Evento<br />

Uno); ogni volta che viene alterato il<br />

passato, si crea un nuovo futuro parallelo;<br />

ognuno di noi possiede la propria<br />

PEW (Personal Event Wave), che descrive<br />

la nostra vita dalla nascita a oggi.<br />

Il nostro vive un’esistenza da rinnegato,<br />

poiché è stato cacciato dal pianeta<br />

natale per avere cercato di salvare la<br />

Terra, venendo così meno alla promessa<br />

di non-interferenza. Ora agisce solo<br />

in situazioni di emergenza, ovvero<br />

quando il futuro del nostro pianeta è in<br />

serio pericolo. La sua origine extraterrestre<br />

emerge dal fatto che possiede<br />

due cuori e può sopportare temperature<br />

estreme. Accompagnato da splendide<br />

fanciulle che gli rendono meno faticosi<br />

i viaggi spazio-temporali, poco<br />

incline alla lotta fisica, dotato di una<br />

buona dose di autoironia, nel corso degli<br />

anni Doctor Who è stato interpretato<br />

da otto attori differenti con la spiegazione<br />

che egli ha la possibilità di rigenerarsi<br />

dodici volte. Eccoli in ordine<br />

di apparizione con tanto di “segni particolari”:<br />

William Hartnell (il primo<br />

“dottore”, il più misterioso, un simpatico<br />

ed eccentrico vecchietto che può<br />

diventare terribilmente brillante, soprattutto<br />

quando deve combattere i<br />

Daleks, creature viventi simili a robot;<br />

nei suoi viaggi è accompagnato dalla<br />

nipote Susan, interpretata da Carole<br />

Ann Ford), Patrick Troughton (più comico<br />

ed estroverso del predecessore,<br />

affronta i Ciberniani, che non hanno<br />

nulla di umano a parte il cervello; la<br />

sua compagna più famosa è Janie, una<br />

ragazza scozzese del XVIII secolo con il<br />

volto di Frazer Hines), Jon Pertwee<br />

(soprannominato il “dandy” per via<br />

delle sue giacche di velluto, ha l’onore<br />

di essere il primo “dottore” a colori e<br />

l’onere di combattere il Maestro, un altro<br />

Signore del Tempo che vuole uccidere<br />

Who per dominare l’universo; a


Don Fumino 264<br />

bordo della sua automobile gialla detta<br />

Bessi fa spesso salire Jo Grant – interpretata<br />

da Katy Manning – un’assistente<br />

assegnatagli dalla UNIT, United<br />

Nations Intelligence Taskforce), Tom<br />

Baker (l’unico a essere arrivato in Italia<br />

è – televisivamente parlando – il più<br />

longevo di tutti; ha senso dell’umorismo,<br />

grande moralità e una sciarpa colorata<br />

lunga 20 piedi: tra le sue missioni<br />

c’è quella di balzare nel passato per<br />

evitare la creazione <strong>dei</strong> Daleks; tra i<br />

suoi compagni di viaggio, oltre al cane-robot<br />

K9, annovera ben tre presenze<br />

femminili come la giornalista Sarah<br />

Jane Smith, la guerriera Leela e la signora<br />

del Tempo Romana, interpretate<br />

rispettivamente da Elisabeth Sladen,<br />

Lousie Jameson e Mary Tam/Lalla<br />

Ward), Peter Davison (il più giovane e<br />

quello che si ficca nei guai con più facilità<br />

nonostante l’aiuto dell’hostess<br />

australiana Tegan Jovanka – che ha il<br />

volto di Janet Fielding – e dalla principessa<br />

aliena Nyssa, interpretata da Sarah<br />

Sutton), Colin Baker (il più instabile:<br />

la sua psiche è stata leggermente<br />

danneggiata durante l’ultima rigenerazione;<br />

al suo fianco c’è Peri – ruolo assunto<br />

da Nicola Bryant – la prima<br />

compagna americana del protagonista),<br />

Sylvester McCoy (il suo humour<br />

britannico si mischia a storie che non<br />

disdegnano tinte dark; le sue ancelle<br />

più famose sono Mel – interpretata da<br />

Bonnie Langford – e Ace, portata in<br />

scena da Sophie Aldred), Paul Mc-<br />

Gann (il primo “dottore” con passaporto<br />

a “stelle e strisce”, è apparso soltanto<br />

in un film-tv). Sebbene Pertwee<br />

sia tra i più popolari, Tom Baker detiene<br />

il primato d’ascolti nella natia Inghilterra,<br />

dove il serial prodotto dalla<br />

BBC è stato trasmesso con quindici anni<br />

di ritardo. Una schiera di produttori<br />

esecutivi si è formata nel corso degli<br />

anni e delle diverse versioni: Verity<br />

Lambert, Innes Lloyd, Peter Bryant,<br />

Derrick Sherwin, Barry Letts, Philip<br />

Hinchcliffe, Graham Williams, John<br />

Nathan-Turner, Philip David Segal,<br />

Joe Wright, Alex Beaton. La colonna<br />

sonora è composta da Ron Grainer. La<br />

serie si suddivide in 157 storie lungo<br />

695 episodi (in Italia se ne sono viste<br />

solo 7 lungo 26 puntate). In onda in più<br />

di cento paesi, il <strong>telefilm</strong> è riuscito a<br />

“viaggiare” sugli schermi francesi solo<br />

nel 1988: un errore della sua macchina<br />

spazio-temporale o una cecità<br />

del tutto transalpina? Il successo della<br />

serie ha dato vita a due pellicole interpretate<br />

da Peter Cushing: una di esse –<br />

Daleks: il futuro tra un milione di anni<br />

(1966) – è arrivata anche in Italia. Nel<br />

2005 “è nato” il nono Doctor Who con<br />

il volto di Christopher Eccleston, mentre<br />

la “velina” che lo accompagna su e<br />

giù per il tempo, Rose Tyler, ha il volto<br />

di Billie Piper, la quale è piuttosto somigliante<br />

alla nostra Martina Stella.<br />

Tra i tanti record del serial creato da<br />

Sidney Newman emerge quello del<br />

programma televisivo con il maggior<br />

numero di pubblicazioni ad hoc: ben<br />

1500! Essere un Whovian – come si<br />

chiamano i fans del fanta-cult – necessita<br />

un’ampia biblioteca...<br />

Don Fumino Con: Renzo Montagnani,<br />

Pippo Santonastaso, Isa Gallinelli,<br />

Luisa Rovati. Produzione: Italia,<br />

1993, sit-com, colore (26/30’).<br />

Dieci anni dopo il successo di Amici<br />

miei, Renzo Montagnani dà vita a Don<br />

Libero, un parroco di provincia dal<br />

temperamento collerico: non per niente<br />

si è meritato l’appellativo di “Don<br />

Fumino”. Ambientata in un piccolo<br />

paese toscano, San Giorsolè, la sitcom<br />

esalta la verve dell’attore nell’interpretare<br />

un personaggio dai modi


265 Don Matteo<br />

sbrigativi alla Don Camillo allorquando<br />

c’è da risolvere piccole diatribe tra i<br />

parrocchiani. Brontolone, ruvido e aggressivo,<br />

Don Fumino non disdegna<br />

colorite espressioni toscane e non perde<br />

mai l’occasione di lanciare battute<br />

umoristiche (come quando nota che<br />

una mosca entrata in chiesa deve averla<br />

scambiata per una... moschea). Vestito<br />

con la classica tonaca nera sulla<br />

quale sfoggia una lunghissima sciarpa<br />

rossa, il nostro “è un prete un po’ moderno<br />

e un po’ all’antica – come recita<br />

la sigla d’apertura – se ne accorge se tu<br />

fai il furbino e allora ti sistema per benino”.<br />

Tra gli altri personaggi della sitcom:<br />

il ragioniere De Lollis (Pippo<br />

Santonastaso), “sagrestano part-time”,<br />

imbranato e un po’ tonto, vittima designata<br />

dell’irascibile Don Fumino;<br />

Bianca (Isa Gallinelli), sorella del parroco<br />

appassionata di telenovelas e pessima<br />

cuoca; la nipote Valentina (Luisa<br />

Rovati), ragazza con la testa sulle spalle.<br />

La serie vanta un “tormentone”: il<br />

dialogo-monologo di Don Fumino con<br />

la statua del paese, in cui il protagonista<br />

commenta, tra il buon senso e l’indignazione,<br />

i temi di questo “mondo<br />

fuori dal mondo” (dalla teledipendenza<br />

all’inquinamento, dalla condizione<br />

degli anziani ai politici ladroni). I ventisei<br />

episodi diretti da Romolo Siena,<br />

tutti girati in interni, ripropongono con<br />

i toni della farsa gli stereotipi della<br />

commedia all’italiana. Il soggetto e la<br />

sceneggiatura sono scritti a sei mani da<br />

Dino Verde, Marcella Coscia e Marco<br />

Elia. La produzione è affidata alla Solaris<br />

Cinematografica.<br />

Don Luca Con: Luca Laurenti, Paolo<br />

Ferrari, Barbara Di Bartolo, Jacopo<br />

Sarno, Marisa Merlini, Mavi Felli,<br />

Gianni Fantoni. Produzione: Italia,<br />

2001, sit-com, colore (40/30’).<br />

Più Don Fumino che Don Camillo,<br />

Luca Laurenti dà vita al viceparroco<br />

Don Luca, personaggio di riferimento<br />

della piccola comunità di San Fedele<br />

alle porte di Milano, dove la parrocchia<br />

è più frequentata del bar dello<br />

sport. Il protagonista, che fin da bambino<br />

diceva “da grande farò il prete”, è<br />

sempre pronto a dispensare consigli e<br />

rimproveri ai suoi parrocchiani e a ricevere,<br />

in cambio, pettegolezzi. Al suo<br />

fianco, quale contraltare razionale e<br />

tradizionale, si piazza il parroco Don<br />

Lorenzo (Paolo Ferrari); a movimentare<br />

la vita del paese arrivano Chiara<br />

(Barbara Di Bartolo), simpatica nipote<br />

di Don Lorenzo e Mirko (Jacopo Sarno),<br />

il figlio di Chiara; Marisa Merlini<br />

veste i panni di Palmira, l’immancabile<br />

perpetua. Nel secondo ciclo spariscono<br />

Chiara e il figlio, per lasciare<br />

posto a Maddalena (Mavi Felli), l’ex<br />

fidanzata del protagonista quando non<br />

indossava la tonaca, nonché a Silvano<br />

(Gianni Fantoni), capo-scout 35enne.<br />

Alcune passioni di Laurenti accompagnano<br />

anche la figura che interpreta:<br />

Don Luca ama giocare a calcio, va in<br />

moto e alterna all’organo il “Requiem”<br />

di Mozart a “Smoke on the water”<br />

<strong>dei</strong> Deep Purple; del suo personaggio,<br />

Laurenti ha detto che “è un<br />

pretino che fa casini come me, se fossi<br />

prete sarei anche più allegro”. La sitcom<br />

è ideata da Paolo Bassetti. Monica<br />

Zischka firma da produttore esecutivo.<br />

La colonna sonora è composta da<br />

Silvio Amato. L’interno della parrocchia<br />

è stato ricostruito negli studi<br />

Link-up di Milano, mentre la facciata<br />

della chiesa è quella di San Cristoforo<br />

sui Navigli.<br />

Don Matteo Con: Terence Hill, Gastone<br />

Moschin, Nino Frassica, Fausto<br />

Galassi, Flavio Insinna, Natalie Guet­


Donna, Una 266<br />

ta, Renato Carpentieri, Milena Miconi,<br />

Sara Santonastasi. Produzione: Italia,<br />

1999, poliziesco, colore (72/60’).<br />

“Un detective al servizio di Dio”, “un<br />

sacerdote al servizio della giustizia”:<br />

così è stato etichettato Don Matteo<br />

Bondini, il protagonista della serie<br />

che ha il volto dell’ex Trinità Terence<br />

Hill. Ex missionario dal carattere generoso<br />

e altruista, Don Matteo sfoggia<br />

un’intuizione “divina” e una profonda<br />

conoscenza dell’animo umano, soprattutto<br />

di coloro che sono portati alla<br />

violenza e ai delitti. Tutto ha inizio<br />

quando il nostro, cappellano nel braccio<br />

della morte di un carcere del Sudamerica,<br />

viene trasferito nella città dove<br />

è nato e dove si è formata la sua vocazione<br />

religiosa. Avolerne il trasferimento<br />

è lo stesso Vescovo (Gastone<br />

Moschin, in seguito sostituito da Renato<br />

Carpentieri), che da sempre stima<br />

Don Matteo e che lo proteggerà in<br />

più di un’occasione contro le critiche<br />

di troppa spregiudicatezza. Tra gli altri<br />

personaggi ricorrenti del <strong>telefilm</strong>: il<br />

maresciallo Cecchini (Nino Frassica),<br />

il capitano Anceschi (Flavio Insinna),<br />

la perpetua Natalina (Natalie Guetta)<br />

e il barbiere del paese (Fausto Galassi).<br />

Tra i volti noti di passaggio si riconoscono<br />

Corrine Clery, Fabio Testi,<br />

Novello Novelli, Katia Ricciarelli,<br />

Cloris Brosca ed Andy Luotto. Successivamente<br />

entrano in scena il nuovo<br />

sindaco (interpretato da Milena<br />

Miconi) e la piccola Camilla (Sara<br />

Santostasi), la quale si presenta come<br />

la “figlia” di Don Matteo (in realtà la<br />

mamma, prima di morire, aveva affidato<br />

la bambina al sacerdote). Tra<br />

giallo e commedia, sulle orme del Padre<br />

Brown di Chesterton, il detective<br />

con la tonaca si muove in bicicletta<br />

per le strade di una provincia benestante<br />

che cela una strisciante corru­<br />

zione; la missione di Don Matteo diventa,<br />

oltre a quella di smascherare i<br />

colpevoli, riportare la società sulla<br />

retta via. Per Terence Hill si è trattato<br />

dell’esordio senza doppiatore in una<br />

fiction italiana. Sul sito ufficiale della<br />

serie è stato adibito lo spazio “La posta<br />

di Don Matteo”, dove alcuni sacerdoti<br />

umbri rispondono a domande di<br />

varia spiritualità e confortano nei casi<br />

di dubbi sulla fede. Prodotto dalla Lux<br />

Vide, il serial è stato girato per le stradine<br />

medievali di Gubbio (il prete detective<br />

è stato scelto quale testimonial<br />

per promuovere la raccolta differenziata<br />

<strong>dei</strong> rifiuti nel comune umbro);<br />

alcune scene sono state ambientate nel<br />

penitenziario di Civitavecchia. La colonna<br />

sonora è curata da Pino Donaggio.<br />

Sulla serie ha scritto per “Corriere<br />

della Sera Magazine” Rosa Alberoni:<br />

“Terence Hill, con la sua bicicletta,<br />

con il suo sorriso bonario, gli occhi<br />

celesti, scintillanti di quella bontà tipica<br />

del prete di campagna, è diventato<br />

l’icona del sacerdote che tutti vorremmo<br />

avere, sempre e ovunque, anche<br />

nei quartieri delle grandi città. È l’icona<br />

del Padre che conosce i suoi figli,<br />

ne comprende lo stato d’animo dai gesti,<br />

dalla mimica del volto, dalle sfumature<br />

del tono di voce, perciò non si<br />

lascia ingannare dalle apparenze o da<br />

ciò che la comunità dice di ciascuno di<br />

loro”.<br />

Donna, Una (Mujer, casos de la vida<br />

real) Con: Silvia Pinal; interpreti vari.<br />

Produzione: Messico, 1989, drammatico,<br />

colore (13/60’).<br />

Basata su un soggetto originale di Carmen<br />

Daniels, la serie racconta casi veri<br />

di donne emancipate, sedotte e abbandonate,<br />

illuse o concrete. Ogni puntata<br />

è introdotta da Silvia Pinal, la quale<br />

firma altresì da produttore.


267 Donna della tua vita, La<br />

Donna bionica, La (The Bionic Woman)<br />

Con: Lindsay Wagner, Richard<br />

Anderson, Martin E. Brooks. Produzione:<br />

Usa, 1976, avventura/fantastico,<br />

colore (58/60’; 3/90’).<br />

COTTO<br />

Lo spin-off de L’uomo da sei milioni<br />

da dollari vede quale protagonista<br />

Lindsay Wagner nei panni di Jaime<br />

Sommers, la fidanzata del protagonista<br />

che acquista poteri speciali e un <strong>telefilm</strong><br />

su misura. Questo è avvenuto<br />

per sollevazione popolare dopo che la<br />

Sommers finiva uccisa nella serie originale:<br />

con un escamotage degno dell’ingegneria<br />

genetica, viene spiegato<br />

che la donna non era affatto morta, ma<br />

solo ibernata fino al giorno in cui la<br />

chirurgia bionica sarebbe stata in grado<br />

di riportarla in vita. Il serial rappresenta<br />

uno <strong>dei</strong> rari casi di trasmigrazione<br />

da un network a un altro: nel 1977<br />

la donna bionica è saltata con i suoi<br />

superpoteri dall’ABC alla rete NBC. Per<br />

la cronaca, la protagonista di bionico<br />

ha le gambe, il braccio e l’orecchio destri.<br />

Nella vita di tutti i giorni Jamie lavora<br />

come insegnante in una base aerea<br />

californiana. Aconoscere la doppia<br />

identità dell’eroina sono Oscar Goldman<br />

(Richard Anderson) e il dottor<br />

Rudy Wells (Martin E. Brooks), che<br />

compaiono anche ne L’uomo da sei<br />

milioni di dollari e fanno parte dell’OSI<br />

(Office of Scientific Information). Oltre<br />

che con malviventi, ingiustizie e<br />

minacce del “terzo tipo”, la protagonista<br />

deve lottare con le zampe d’elefante<br />

anni ’70 che le impediscono l’aerodinamicità<br />

nei molteplici zompi al ralenti<br />

di cui è infarcito il serial. La Wagner<br />

è tuttavia più espressiva del super-fidanzato-eroe<br />

Lee Majors, il quale<br />

fa visita all’amata bionica in più di<br />

un episodio; la “strana coppia” si è ricongiunta<br />

successivamente in tre film­<br />

tv (The Return of the Six Million Dollar<br />

Man and the Bionic Woman nel<br />

1987; Bionic Showdown nel 1989;<br />

Bionic Ever After nel 1994). La serie è<br />

creata da Kenneth Johnson; Harve<br />

Bennett è lo stesso produttore esecutivo<br />

del <strong>telefilm</strong> originario, qui al fianco<br />

di Lionel E. Siegel. La produzione non<br />

si è fatta mancare nulla e dopo la concessione<br />

femminista è arrivato anche il<br />

riconoscimento per gli animalisti: la<br />

protagonista viene affiancata talvolta<br />

da un “cane bionico”, un pastore tedesco<br />

dotato di super-poteri; il quadretto<br />

si completa infine con l’introduzione<br />

di un “ragazzo bionico”. Tra le gueststars<br />

si riconoscono Helen Hunt, Tippi<br />

Hedren, Stefanie Powers, Julie Newmar.<br />

Jerry Fielding è l’autore del tema<br />

musicale; Hal Mooney compone la colonna<br />

sonora. Alla fine delle riprese<br />

Lindsay Wagner, che per questo ruolo<br />

ha vinto un Emmy Award nel 1977, ha<br />

rilasciato un’intervista a “Tv Guide”<br />

nella quale ha confessato candidamente<br />

di aver accettato il ruolo per soldi<br />

(per la cronaca: 500.000 dollari a puntata).<br />

Donna della tua vita, La (La mujer<br />

de tu vida) Con: interpreti vari. Produzione:<br />

Spagna, 1988, drammatico, colore<br />

(7/60’).<br />

Un poker di donne che ti cambiano la<br />

vita: quattro presenze femminili al<br />

centro di una serie vagamente onirica<br />

in cui spiccano le presenze di Antonio<br />

Banderas, Carmen Maura e Victoria<br />

Abril. I primi due sono protagonisti<br />

dell’episodio La donna felice, dove<br />

Banderas interpreta Antonio, il quale<br />

si ritrova a essere ingiustamente accusato<br />

di un omicidio e, per forza di cose,<br />

cambia vita con l’aiuto di una donna<br />

(che ha il volto della Maura). Ne La<br />

donna inaspettata, un uomo che deve


Donna esplosiva, La<br />

sposarsi il giorno dopo si ritrova su un<br />

treno che viaggia in tutt’altra direzione<br />

rispetto al luogo del matrimonio;<br />

una donna lo aiuterà a farlo tornare indietro;<br />

Antonio Resines e Maria Barranco<br />

danno vita alla coppia protagonista.<br />

Ne La donna fredda, due rivali in<br />

amore e sul lavoro – sono entrambi<br />

presentatori, ma su reti televisive concorrenti<br />

– si ritrovano con una morta<br />

tra le mani (con Ana Obregon, Ricard<br />

Borrás ed El Gran Wyoming). Victoria<br />

Abril veste i panni de La donna lunatica,<br />

storia in una notte di una folle passione<br />

destinata a durare anche dopo<br />

l’alba. Fernando Trueba, il regista di<br />

Belle époque (1992), dirige il secondo<br />

episodio e firma da produttore la serie<br />

che in realtà contava in originale sette<br />

puntate (in Italia ne sono giunte solo<br />

quattro) e un sequel nel 1992.<br />

Donna esplosiva, La (Weird science)<br />

Con: John Mallory Asher, Michael<br />

Manasseri, Vanessa Angel, Lee Tergensen.<br />

Produzione: Usa, 1994, sitcom/fantastico,<br />

colore (70/30’).<br />

COTTO<br />

Tratta dal film omonimo del 1985 di<br />

John Hughes, la sit-com ne ripropone<br />

il plot con la “benedizione” di John<br />

Landis: due adolescenti nerd, Gary<br />

(John Mallory Asher) e Wyatt (Michael<br />

Manasseri), creano al computer<br />

la donna <strong>dei</strong> loro sogni; Lisa (Vanessa<br />

Angel) è bellissima, simpatica, esaudisce<br />

tutti i loro desideri e, in più, insegna<br />

ai due ragazzi alcuni trucchetti<br />

della vita reale. Lee Tergensen interpreta<br />

Chet. Nonostante la produzione<br />

di Landis (affiancato dai produttori<br />

esecutivi Robert K. Weiss e Leslie<br />

Belzberg), la sit-com non aggiunge<br />

nulla rispetto alla pellicola (anzi). La<br />

colonna sonora è composta da Danny<br />

Elfman e Peter Bernstein. Tra le guest­<br />

268<br />

stars: Denise Richards, Adam West<br />

(Batman), Larry Poindexter e l’ex<br />

playmate Carrie Stevens (Miss Giugno<br />

’97 di “Playboy”). Vanessa Angel<br />

è più bella rispetto alla Kelly LeBrock<br />

del film, ma meno affascinante.<br />

Donna in carriera (Working Girl)<br />

Con: Sandra Bullock, Judy Prescott,<br />

George Newbern, Nana Visitor, Edye<br />

Byrde, B.J. Ward, David Schramm,<br />

Tom O’Rourke. Produzione: Usa,<br />

1990, sit-com, colore (12/30’).<br />

Dopo il successo dell’omonimo film<br />

del 1988 di Mike Nichols, nasce una<br />

sit-com che vede Sandra Bullock al<br />

posto di Melanie Griffith. La futura<br />

protagonista di Speed veste i panni<br />

della segretaria Tess McGill, che riesce<br />

a diventare dirigente del marketing<br />

presso l’industria Trask di New York.<br />

La affiancano l’amica-complice-collega<br />

Lana (Judy Prescott), il rivale<br />

Everett Rutledge (George Newbern),<br />

il proprietario A.J. Trask (Tom O’-<br />

Rourke), il capo Bryn Newhouse (Nana<br />

Visitor), la segretaria di quest’ultimo,<br />

Libby Wentworth (Edye Byrde).<br />

B.J. Ward e David Schramm interpretano<br />

Fran e Joe, i genitori di Tess. Tom<br />

Patchett e Kenneth Kaufman sono la<br />

coppia di produttori esecutivi del serial.<br />

La colonna sonora vanta la firma<br />

di Carly Simon. Originariamente, per<br />

il ruolo da protagonista era stata scelta<br />

Nancy McKeon.<br />

Donna poliziotto, Una (Decoy; Policewoman<br />

Decoy) Con: Beverly Garland.<br />

Produzione: Usa, 1957, poliziesco,<br />

b/n (39/30’).<br />

È stata la prima serie televisiva a portare<br />

in scena una donna poliziotto, scevra<br />

<strong>dei</strong> risvolti femministi di molte<br />

colleghe a venire: Beverly Garland interpreta<br />

la scaltra Casey Jones, detecti­


269 Doppia coppia<br />

ve di New York che non disdegna d’infiltrarsi<br />

nel sottobosco della malavita.<br />

Non sono in pochi coloro che hanno<br />

notato una certa similitudine con il<br />

successivo Pepper Anderson, agente<br />

speciale (1974). Nel cast si nota un<br />

giovane Tomas Milian. La produzione<br />

è firmata dalla Pyramid.<br />

Donne pericolose (Dangerous Women)<br />

Con: Kelli Van Londerself, Maria<br />

Rangel, Melanie Vincz, Lynn Hamilton,<br />

Valerie Wildman, Katherine<br />

Justice, Stephen Liska, Randy Mancuso.<br />

Produzione: Usa, 1991, drammatico,<br />

colore (52/60’).<br />

Serial carcerario ambientato in una<br />

prigione femminile. Tra le detenute:<br />

la teenager Holly Warner (Kelli Van<br />

Londerself), accusata di omicidio;<br />

Maria Trent (Maria Rangel), la quale<br />

ha ucciso il marito; la prostituta Crystal<br />

Fox (Melanie Vincz); Cissie<br />

Johnson (Lynn Hamilton), Faith<br />

Cronin (Valerie Wildman), Rita Jones<br />

(Katherine Justice). Fuori dalle<br />

sbarre compaiono il poliziotto Jack<br />

Fisher (Stephen Liska) e l’elettricista<br />

Randy Carter (Randy Mancuso).<br />

Una volta uscite di carcere, le sette<br />

detenute si ritrovano a casa di Faith<br />

nel tentativo di rifarsi una vita. La serie<br />

prodotta da Peter Pinnie e Reg<br />

Watson è girata a Glendale, in California.<br />

Le musiche sono di Marc e<br />

Ray Ellis.<br />

Doogie Howser (Doogie Howser<br />

M.D.) Con: Patrick Harris, James B.<br />

Sikking, Belinda Montgomery, Max<br />

Casella, Lawrence Pressman, Mitchell<br />

Anderson, Kathryn Layng, Lisa Dean<br />

Ryan, Lucy Boryer, Rif Hutton,<br />

Markus Redmond, Robyn Lively. Produzione:<br />

Usa, 1989, sit-com, colore<br />

(119/30’).<br />

Il produttore Steven Bochco, ideatore<br />

della serie insieme a David E. Kelley,<br />

mette in scena la storia di un bambino<br />

prodigio: il sedicenne Douglas “Doogie”<br />

Howser (Patrick Harris) è il dottore<br />

più giovane d’America, medico interno<br />

presso l’Eastman Medical Center:<br />

ha finito il liceo di Princeton a dieci<br />

anni e si è laureato in medicina a<br />

quattordici. James B. Sikking e Belinda<br />

Montgomery sono i genitori del<br />

“fenomeno”, ovvero il dottor David<br />

Howser e Katherine; Max Casella è<br />

Vinnie Delpino, l’amico di Doogie;<br />

Lawrence Pressman è il dottor Canfield,<br />

a capo del personale ospedaliero;<br />

Mitchell Anderson veste il camice del<br />

dottor Jack McGuire; Kathryn Layng è<br />

l’infermiera Curly Spaulding; Lisa<br />

Dean Ryan interpreta Wanda Plenn, la<br />

fidanzata del protagonista; Lucy<br />

Boryer è invece Janine, la ragazza di<br />

Vinnie; Rif Hutton è il dottor Welch.<br />

Alla fine della seconda stagione entra<br />

in scena Markus Redmond nei panni di<br />

Raymond Alexander, un inserviente<br />

dell’ospedale; lo stesso personaggio<br />

era apparso nel primo ciclo quale ladro<br />

in un negozio. Con l’evolversi delle<br />

puntate, Doogie va a vivere da solo allorquando<br />

Wanda cambia città per andare<br />

a studiare al college; Michele<br />

(Robyn Lively) diventa la sua nuova<br />

fidanzata; Vinnie diventa regista. La<br />

colonna sonora è composta da Mike<br />

Post, fedele collaboratore musicale di<br />

Bochco.<br />

Doppia coppia (Yes, Dear) Con:<br />

Jean Louisa Kelly, Anthony Clark, Liza<br />

Snyder, Mike O’Malley, Anthony Bain,<br />

Michael Bain, Coonor Merkovich, Keenan<br />

Merkovich, Joel Homan, Blake<br />

Draut, Easton Draut, Hunter Draut,<br />

Christopher Berry, Nicolas Berry,<br />

Alexander Shapiro, Shawn Shapiro.


Doppia sentenza<br />

Produzione: Usa, 2000, sit-com, colore<br />

(96/30’).<br />

Non è certo originale il plot che prevede<br />

la convivenza, nella stessa sit-com,<br />

di due coppie sposate di Los Angeles:<br />

la diversità sta nel ritrarli nei loro modi<br />

diversi di essere genitori. La serie vive<br />

sul continuo scontro di filosofie pedagogiche,<br />

modi di vivere la coppia e di<br />

intendere la vita. Da una parte c’è la<br />

nevrotica Kim Warner (Jean Louisa<br />

Kelly) e il marito in carriera Greg<br />

(Anthony Clark); dall’altra la serafica<br />

sorella di Kim, Christine (Liza Snyder),<br />

con il consorte Jimmy Hughes<br />

(Miker O’Malley), disoccupato dalla<br />

lingua tagliente. Se Kim e Greg sono<br />

ossessionati dal desiderio di essere <strong>dei</strong><br />

genitori perfetti per il loro Sam (interpretato<br />

dai gemelli Anthony e Michael<br />

Bain), Christine e Jimmy vivono in<br />

maniera più rilassata e disincantata il<br />

rapporto con i loro due piccoli, Dominik<br />

(a cui danno vita nelle prime due<br />

puntate i gemellini Connor e Keenan<br />

Merkovich, in seguito sostituiti da Joel<br />

Homan) e Logan (nella puntata-pilota<br />

ha il volto di Blake, Easton e Hunter<br />

Draut, poi di Christopher e Nicolas<br />

Berry, infine di Alexander e Shawn<br />

Shapiro). Con il passare delle puntate,<br />

Jimmy trova lavoro come guardia di<br />

sicurezza, mentre Greg viene promosso<br />

a direttore esecutivo dopo aver fatto<br />

vincere la squadra del suo studio a una<br />

partita di softball. Billy (Billy Gardell)<br />

è il migliore amico di Jimmy che lavora<br />

per un certo tempo come attore nella<br />

serie The District (in onda in contemporanea<br />

a Doppia coppia sulla CBS).<br />

Nella stagione finale, Kim scopre di<br />

essere incinta e dà alla luce Emily. Nonostante<br />

i critici americani l’abbiano<br />

bollata come “la peggiore sit-com<br />

esordiente della stagione 2000-2001”,<br />

la serie, che vanta una sorta di record<br />

270<br />

in quanto a gemelli utilizzati sul set<br />

(ben 11!), si è aggiudicata 2 ASCAP<br />

Awards, nel 2003 e nel 2004. Alan Kirschenbaum<br />

e Greg Garcia firmano da<br />

ideatori e produttori esecutivi. La colonna<br />

sonora spetta a Rick Marotta.<br />

Tra le guest-stars si riconoscono Don<br />

Most (il Ralph di Happy Days) e, nei<br />

panni di sé stessi, la modella Heidi<br />

Klum e il granitico Chuck Norris.<br />

Doppia sentenza (Softly Softly; Softly<br />

Softly – Task Force) Con: Stratford<br />

Johns, Frank Windsor, Norman Bowler,<br />

Garfield Morgan, Robert Keegan,<br />

David Lloyd. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1966, poliziesco, colore (200/60’).<br />

Spin-off della serie inedita Z Cars, che<br />

con i suoi 667 episodi era diventata in<br />

patria un cult dell’indagine per fiction.<br />

Il sequel del 1966 vede in pista i capidetective<br />

Charlie Barlow (Stratford<br />

Johns) e John Watt (Frank Windsor). Il<br />

primo è legato al Ministero degli Interni,<br />

il secondo è il capo di un dipartimento<br />

investigativo criminale vicino a<br />

Londra; li accomuna la professionalità<br />

e la modernità d’indagine quando si<br />

gettano sulle tracce <strong>dei</strong> criminali; entrambi<br />

sono affascinati dai più famosi<br />

delitti del passato e si chiedono quale<br />

potrebbe essere il risultato se gli stessi<br />

omicidi fossero avvenuti oggi; non a<br />

caso hanno già sperimentato le loro<br />

teorie sulla scorta di un profilo attuale<br />

di Jack lo Squartatore. Nel corso del serial<br />

vengono presi in rassegna crimini<br />

commessi dall’Inghilterra medioevale<br />

al tardo XVIII secolo, fino a giungere<br />

nella Germania di Hitler nel 1933: in<br />

ciascun caso la persona sospettata è<br />

stata processata, cinque furono trovate<br />

colpevoli; la coppia di detective riesce<br />

invece a scovare prove differenti e a<br />

fornire un’altra verità, la cosiddetta<br />

“doppia sentenza”. Tra gli altri perso­


271 Doris Day Show<br />

naggi che ruotano attorno ai due protagonisti:<br />

gli ispettori Harry Hawkins<br />

(Norman Bowler) e Gwyn Lewis (Garfield<br />

Morgan), i sergenti Blackitt (Robert<br />

Keegan) ed Evans (David Lloyd).<br />

La serie girata a Liverpool è prodotta<br />

dalla BBC e ideata da Elwyn Jones. David<br />

E. Rose, Leonard Lewis e Geraint<br />

Morris firmano da produttori. In originale,<br />

il <strong>telefilm</strong> ha cambiato titolo dal<br />

69esimo episodio: da Softly Softly a<br />

Softly Softly – Task Force. Stratford<br />

Johns ha dato vita nel 1971 a un altro<br />

spin-off in Barlow at Large (inedito in<br />

Italia), mentre nella serie Second Verdict<br />

(1976) – mai giunta sui nostri teleschermi<br />

– si è ricongiunto a Walt-<br />

Windsor per altri misteri da indagare .<br />

Doppia vita di Henry Phyfe, La<br />

(The Double Life of Henry Phyfe) Con:<br />

Red Buttons, Fred Clark, Parley Baer,<br />

Zeme North, Marge Redmond. Produzione:<br />

Usa, 1966, sit-com/spionaggio,<br />

colore (17/30’).<br />

STRACOTTO<br />

Imitazione palese e mal riuscita di Get<br />

Smart, in onda in America un anno dopo<br />

la serie di Mel Brooks. Red Buttons<br />

interpreta Henry Phyfe, un ragioniere<br />

pasticcione che viene ingaggiato dall’Intelligence<br />

americano per impersonare<br />

un agente nemico morto: U-31.<br />

Fred Clark è Hannahan, il superiore di<br />

Henry nella sua attività top-secret;<br />

Parley Baer veste i panni di Mr. Hamble,<br />

il capo nel suo lavoro dietro la<br />

scrivania; Zeme North è Judy, Kimball<br />

la ragazza del protagonista che<br />

non sa nulla della sua seconda vita;<br />

Marge Redmond ricopre il ruolo di<br />

Florence, la futura suocera dell’agente<br />

segreto-contabile. L’ideatore Luther<br />

Davis firma altresì da produttore esecutivo<br />

insieme a David Levy. Vic<br />

Mizzy è l’autore della colonna sonora.<br />

Doppio gioco a San Francisco<br />

(Foul Play) Con: Deborah Raffin,<br />

Barry Bostwick, Richard Romanus,<br />

Mary Jo Catlett. Produzione: Usa,<br />

1981, avventura/spionaggio, colore<br />

(10/60’).<br />

COTTO<br />

Un detective e la sua ragazza si ritrovano<br />

al centro di complotti e intrighi<br />

su e giù per San Francisco: il plot è lo<br />

stesso del film Gioco sleale (Foul<br />

Play) di Colin Higgins (1978), a cui si<br />

ispira il serial sospeso tra il thriller e<br />

la commedia. Deborah Raffin interpreta<br />

la bibliotecaria Gloria Mundy,<br />

Barry Bostwick è il boyfriend-detective<br />

Tucker Pendleton, sergente di polizia.<br />

Tra gli altri personaggi della serie:<br />

il capitano Lombardi (Richard<br />

Romanus) e Stella (Mary Jo Catlett),<br />

collega di Gloria. John D. Jefferies Sr.<br />

si occupa della produzione. Nella pellicola<br />

che ha ispirato il <strong>telefilm</strong> si parlava<br />

di una cospirazione per uccidere<br />

il Papa; la coppia protagonista era interpretata<br />

da Goldie Hawn e Chevy<br />

Chase.<br />

Doris Day Show (The Doris Day<br />

Show) Con: Doris Day, Denver Pyle,<br />

Tod Starke, Philip Brown, McLean<br />

Stevenson, Bernie Kopell, Kaye Ballard,<br />

John Denher. Produzione: Usa,<br />

1968, sit-com, colore (128/30’).<br />

Doris Day è una delle poche celebrità<br />

di celluloide ad aver raccolto fortuna<br />

anche sul piccolo schermo. La sit-com<br />

traduce in televisione il suo mito “acqua<br />

e sapone” mettendola al centro di<br />

quattro ambientazioni diverse nei<br />

panni della vedova Doris Martin. Nel<br />

primo ciclo la vediamo trasferirsi con<br />

i due figli, Toby (Tod Starke) e Billy<br />

(Philip Brown), nella fattoria dello zio<br />

Buck (Denver Pyle). Nella seconda<br />

stagione, pur continuando a vivere in


Dorothy 272<br />

campagna, eccola trovare lavoro come<br />

segretaria in un giornale di San<br />

Francisco, il “Today’s World”: nel cast<br />

si aggiunge McLean Stevenson nei<br />

panni di Michael Stevenson, il capo di<br />

Doris. Nel terzo anno la protagonista<br />

lascia la fattoria (Denver Pyle abbandona<br />

la serie) e trova un appartamento<br />

in città, sopra un ristorante italiano gestito<br />

da Louie e Angie Palucci (interpretati<br />

rispettivamente da Bernie Kopell<br />

e Kaye Ballard). Nella quarta stagione,<br />

che in realtà assembla due cicli,<br />

Doris acquista indipendenza: i figli<br />

ormai cresciuti lasciano casa, lei diventa<br />

redattrice e single d’assalto sulla<br />

scia del successo di Mary Tyler<br />

Moore. Nell’ultima tranche della sitcom<br />

creata da Jim Fritzell entra in scena<br />

l’editore Sy Bennett (John Denher).<br />

Terry Melcher, la figlia di Doris Day, è<br />

il produttore esecutivo della serie “divisa<br />

in quattro” insieme alla mamma e<br />

a Don Genson. Nel corso del serial la<br />

protagonista intona più di una volta<br />

“Que sera sera” (“Whatever Will Be,<br />

Will Be”), la canzone scritta da Jay Livingston<br />

e Ray Evans che l’ha resa celebre.<br />

Un retroscena: Doris Day accettò<br />

la parte dopo aver scoperto che il<br />

marito, deceduto nel 1968, aveva dilapidato<br />

il suo patrimonio lasciandola in<br />

bancarotta.<br />

Dorothy (Id.) Con: Dorothy Loudon,<br />

Russell Nype, Priscilla Morrill, Kenneth<br />

Gilman, Linda Manz, Elissa<br />

Leeds, Susan Brecht, Michele Greene.<br />

Produzione: Usa, 1979, sit-com, colore<br />

(4/30’).<br />

Nel 1979, mentre la NBC propone L’albero<br />

delle mele, la CBS risponde con<br />

Dorothy, un’altra serie ambientata in<br />

un college femminile. Per la precisione,<br />

l’Hannah Huntley School, dove la<br />

divorziata Dorothy Banks (Dorothy<br />

Loudon), ex star di Broadway, insegna<br />

musica e arte drammatica. Russell Nype<br />

interpreta Mr. Foley, il direttore della<br />

scuola. Il corpo docente è formato<br />

tra gli altri dall’insegnante di francese<br />

Lorna Cathcart (Priscilla Morrill) e dal<br />

professore di biologia T. Jack Landis<br />

(Kenneth Gilman). Tra le studentesse:<br />

l’erudita Frankie Sumter (Linda<br />

Manz), Cissy (Elissa Leeds), Meredith<br />

(Susan Brecht) e Margo (Michele<br />

Greene). Nick Arnold, Madelyn Davis<br />

e Bob Carroll jr. sono i creatori della<br />

serie; gli ultimi due firmano altresì da<br />

produttori esecutivi con Frank Konigsberg.<br />

Bill Dyer e Billy Goldenberg<br />

sono gli autori del tema musicale cantato<br />

dalla stessa Dorothy Loudon.<br />

Dottore per tutti, Un (Family Medical<br />

Center) Con: Todd Cameron<br />

Brown, Nathaniel Guzek, Bettina Rae,<br />

David Wagner. Produzione: Usa, 1988,<br />

medico, colore.<br />

Veri casi medici vengono reinterpretati<br />

tra la cronaca e la didattica, con tanto<br />

di discussione finale. Ralph Edwards è<br />

il produttore della serie. Tra gli interpreti,<br />

Todd Cameron Brown, Nathaniel<br />

Guzek, Bettina Rae e David Wagner.<br />

Dottoresse, Le (Doctor’s Daughters)<br />

Con: Jack Watling, Richard Murdoch,<br />

Victoria Burgoyne, Lesley Duff,<br />

Bridget Armstrong, Norman Chappell.<br />

Produzione: Gran Bretagna,<br />

1981, sit-com/medico, colore (6/30’).<br />

Nella cittadina di Mitrebury, presso<br />

l’Old Chapterhouse Surgery, è giunta<br />

l’ora di una nuova generazione di medici.<br />

Figuratevi la faccia <strong>dei</strong> dottori<br />

Roland Carmichael (Jack Watling) e<br />

Biggin Hill (Richard Murdoch), i quali,<br />

dopo 35 anni di onorato servizio, si<br />

vedono arrivare le sexy-dottoresse Fay


273 Dottori a Los Angeles<br />

Liston (Victoria Burgoyne) e Lucy<br />

Drake (Lesley Duff), abituate a operare<br />

in reggiseno. A loro due, tanto per<br />

creare ancor più scompiglio in ospedale<br />

e in città, si aggiungono l’ostetricaginecologa<br />

Liz Arkdale (Bridget Armstrong)<br />

e Mr. Windows (Norman<br />

Chappell), il factotum dell’ospedale.<br />

Bill Fraser veste il camice del dottor<br />

Freddie Fellows-Smith. La sit-com inglese<br />

è scritta da Richard Gordon, già<br />

sceneggiatore di Dottori in allegria e<br />

dietro il cui pseudonimo si cela il dottor<br />

Gordon Ostlere, autore di numerosi<br />

romanzi di successo basati sulle esperienze<br />

personali in corsia. La serie,<br />

prodotta e diretta da Stuart Allen, ha in<br />

qualche modo ispirato la puntata-pilota<br />

della sit-com americana Is There a<br />

Doctor in the House? (1971), in cui<br />

viene assunta per sbaglio al posto di un<br />

dottore una bella dottoressa .<br />

Dottore tra le nuvole, Un (Der<br />

Bergdoktor) Con: Gerhart Lippert,<br />

Harald Krassnitzer, Walther Reyer,<br />

Enzi Fuchs, Anita Zagaria, Jutta Speidel,<br />

Carin C. Tietze. Produzione: Germania,<br />

1993, drammatico/medico, colore<br />

(92/60’).<br />

Il <strong>telefilm</strong> è basato su una serie di racconti<br />

editi dalla Bastei-Verlag. Lo stimato<br />

dottor Thomas Burgner (Gerhart<br />

Lippert), medico chirurgo di Monaco,<br />

rinuncia a un posto in una clinica rinomata<br />

per trasferirsi nel piccolo paese di<br />

Sonnenstein, dove diventa medico condotto.<br />

Dal 60esimo episodio il dottor<br />

Justus Hallstein (Harald Krassnitzer)<br />

succede al dottor Burgner, che muore<br />

con la moglie sotto una slavina. Tra gli<br />

altri interpreti del serial: Walther Reyer<br />

è il dottor Pankraz Obermayr, Enzi Fuchs<br />

veste i panni di Franzi, Anita Zagaria<br />

ha lo stetoscopio della dottoressa Sabina<br />

Spreti, Jutta Speidel è Rosi, Carin<br />

C. Tietze è Traudl. Produce la NDF<br />

(Neue Deutsche Film GmbH).<br />

Dottori agli antipodi (Young Doctors)<br />

Con: Michael Beecher, Alan Dale,<br />

Alfred Sandor, Peta Toppano, Cornelia<br />

Frances, Abigail Rogan, Tottie<br />

Goldsmith, Tim Page, Gwen Plumb.<br />

Produzione: Australia, 1976, medico,<br />

colore (1396/30’).<br />

Serie medica sulle vite dentro e fuori i<br />

camici di un gruppo di dottori e infermieri<br />

australiani. Tra i protagonisti in<br />

corsia all’Alfred Memorial Hospital di<br />

Sydney: i dottori Brian Denham (Michael<br />

Beecher), Forrest (Alan Dale),<br />

Raymond Shaw (Alfred Sandor), Gail<br />

Henderson (Peta Toppano); Sorella<br />

Scott (Cornelia Frances); Hilary Templeton<br />

(Abigail Rogan), Toni Sheffield<br />

(Tottie Goldsmith), Graham Steele<br />

(Tim Page), Ada (Gwen Plumb). Il serial<br />

è prodotto dalla Grundy; Reg Watson<br />

firma da produttore esecutivo. La<br />

colonna sonora è composta da The<br />

Executives.<br />

Dottori a Los Angeles (L.A. Doctors)<br />

Con: Ken Olin, Matt Craven,<br />

Rick Roberts, Sheryl Lee, Deirdre O’-<br />

Connell, Melora Walters. Produzione:<br />

Usa, 1998, medico, colore (24/60’).<br />

Vivere e curare a Los Angeles: potrebbe<br />

essere il sottotitolo di questa serie<br />

medica che invece di accendere i riflettori<br />

sugli interventi in corsia predilige<br />

restringere il campo su un poker di<br />

medici che aprono uno studio polispecialistico.<br />

I quattro giovani protagonisti,<br />

ciascuno con le proprie esperienze<br />

personali e professionali, si trovano<br />

spesso – soprattutto all’avvio dell’attività<br />

– a scontrarsi con il sistema sanitario<br />

americano. Per il vanitoso scapolo<br />

dottor Roger Cattan (Ken Olin), la professione<br />

è anche un pretesto per com­


Dottori con le ali<br />

binare appuntamenti galanti; il dottor<br />

Tim Lonner (Matt Craven) è invece felicemente<br />

sposato con figli; il dottor<br />

Evan Newman (Rick Roberts) ha appena<br />

divorziato e deve aiutare il figlio<br />

che non ha ancora accettato la separazione<br />

<strong>dei</strong> genitori; la sensibile dottoressa<br />

Sarah Church (Sheryl Lee), unica<br />

presenza femminile del quartetto, è<br />

una ginecologa che affronta il lavoro<br />

come una vera e propria missione. Tra<br />

gli altri personaggi che ruotano attorno<br />

allo studio: l’infermiera Susan Blum<br />

(Deirdre O’Connell) e la segretaria Felicity<br />

(Melora Walters). Ideata da John<br />

Lee Hancock, la serie ha vinto un People’s<br />

Choice Award nel 1999; lo stesso<br />

Hancock firma da produttore esecutivo<br />

insieme a Michelle Ashford, Scott<br />

Brazil e Mark Johnson. La colonna sonora<br />

è composta da Jeff Beal e Jeff Rona,<br />

quest’ultimo autore altresì del tema<br />

musicale. Il cestista Dennis Rodman e<br />

Whoopi Goldberg compaiono da guest-stars<br />

nei panni di sé stessi.<br />

Dottori con le ali (Flying Doctors)<br />

Con: Liz Burch, Keith Eden, Sarah<br />

Chadwick, Brett Climo, John Frawley,<br />

Robert Grubb, Melita Jurisic, Andrew<br />

McFarlane, David Reyne. Produzione:<br />

Australia, 1984, medico/avventura,<br />

colore (221/30’).<br />

Nella terra <strong>dei</strong> canguri un’équipe di<br />

medici ha la sua base a Cooper Crossing,<br />

località immaginaria ai confini<br />

tra il Nuovo Galles del sud e il Queensland.<br />

Quando anche i secondi diventano<br />

decisivi per salvare una vita, lungo<br />

scenari da favola, i dottori del<br />

Royal Flying Doctor Service si spostano<br />

a bordo di piccoli aerei in condizioni<br />

proibitive. Tra i protagonisti con il<br />

camice: i dottori Chris Randall (Liz<br />

Burch), Harry Sinclair (Keith Eden),<br />

Rowie Lang (Sarah Chadwick), David<br />

274<br />

Ratcliffe (Brett Climo), Frank Turner<br />

(John Frawley), Geoff Standish (Robert<br />

Grubb), Magda Heller (Melita Jurisic),<br />

Tom Callaghan (Andrew Mc-<br />

Farlane), Guy Reid (David Reyne). La<br />

serie girata a Minyp (nella regione australiana<br />

di Victoria) è prodotta da<br />

Oscar Whitbread, Ian Bradley ed Hector<br />

Crawford. Garry McDonald firma<br />

la colonna sonora.<br />

Dottori in allegria (Doctor in the<br />

House) Con: Barry Evans, Robin<br />

Nedwell, Ernest Clark, George Layton,<br />

Jeffrey Davis, Martin Shaw, Simon<br />

Cuff, Richard O’Sullivan. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1969, sitcom/medico,<br />

colore (26+2/30’).<br />

CULT<br />

Prima di Benny Hill e di Mr. Bean la<br />

comicità inglese fa prove tecniche di<br />

trasmissione con una serie ironico-demenziale<br />

alla Monty Python ambientata<br />

nell’ospedale più pazzo del Regno<br />

Unito, il fittizio St. Swithin’s Teaching<br />

Hospital di Londra. Qui alcuni giovani<br />

medici appena laureati prendono lezioni<br />

da specialisti sessuomani attratti,<br />

più che da pazienti in fin di vita, da avvenenti<br />

infermiere in minigonna. Vanno<br />

su e giù per le corsie: Michael A.<br />

Upton (Barry Evans); il professor Loftus<br />

(Ernest Clark), che insegna anatomia;<br />

Duncan Waring (Robin<br />

Nedwell); Paul Collier (George Layton);<br />

Dick Stuart-Clark (Jeffrey Davis);<br />

Huw Evans (Martin Shaw); David<br />

Briddock (Simon Cuff); il dottor<br />

Lawrence Bingham (Richard O’Sullivan).<br />

Tratto da una serie di racconti<br />

umoristici di Richard Gordon, che riscosse<br />

un discreto successo negli anni<br />

’50 e che ispirò un film e sei sequel con<br />

Dirk Bogarde, il serial prodotto da<br />

Humphrey Barclay per la London<br />

Weekend Television (LWT) è andato in


275 Dottor Simon Locke<br />

onda in Italia alla fine degli anni ’70,<br />

dieci anni dopo la trasmissione in Inghilterra,<br />

facendolo risultare inevitabilmente<br />

datato e penalizzandone un<br />

successo che forse avrebbe meritato in<br />

più larga misura. L’analogia con la comicità<br />

<strong>dei</strong> Monty Python non è casuale:<br />

John Cleese e Graham Chapman<br />

firmano da sceneggiatori alcune puntate<br />

della sit-com; il secondo aveva<br />

preso parte all’ultimo capitolo della<br />

saga cinematografica (Doctor in Trouble,<br />

1970).<br />

Dottor Kildare (Dr. Kildare) Con:<br />

Richard Chamberlain, Raymond Massey,<br />

Jud Taylor, Steven Bell, Lee<br />

Kurty, Jean Inness. Produzione: Usa,<br />

1961, medico, b/n - colore (132/60’;<br />

58/30’).<br />

CULT<br />

Una delle serie mediche più popolari<br />

della televisione deve la sua fortuna al<br />

personaggio del dottor James Kildare<br />

(Richard Chamberlain), protagonista<br />

di molti film (dal 1938) e di una trasmissione<br />

radiofonica (nel 1939). In<br />

realtà è nato dalla fantasia di Max<br />

Brand – psuedonimo di Frederick<br />

Schiller Faust – autore di una serie di<br />

romanzi negli anni Trenta. Sulla scorta<br />

delle esperienze dell’eminente urologo<br />

George Winthrop Fish (1895­<br />

1977). Al cinema fu la Paramount che<br />

decise per prima di portare le avventure<br />

del giovane medico: ne La figlia<br />

perduta (1937) era protagonista Joel<br />

McCrea; la Mgm rese popolare il personaggio<br />

nel film Il giovane dottor<br />

Kildare (1938), con il volto di Lew Ayres<br />

ad aprire una saga di altri otto titoli,<br />

l’ultimo <strong>dei</strong> quali – La vittoria del dottor<br />

Kildare – risale al 1942.<br />

Anche nella trasposizione televisiva<br />

anni ’60 Kildare esercita il suo internato<br />

al Blair General Hospital, un<br />

grande ospedale metropolitano dove<br />

si intrecciano casi clinici e umani. Paladino<br />

<strong>dei</strong> buoni sentimenti, sempre<br />

pronto a dare una parola di conforto e<br />

a infondere coraggio, Kildare ha dalla<br />

sua una sceneggiatura che prevede<br />

sempre l’happy end. Tra gli altri personaggi<br />

del <strong>telefilm</strong>: il dottor Leonard<br />

Gillespie (Raymond Massey), il medico<br />

veterano che sprona Kildare come<br />

un figlio; i dottori Gerson (Jud Taylor)<br />

e Lowry (Steven Bell); le infermiere<br />

Lawton (Lee Kurty) e Fain (Jean Inness).<br />

Con il passare del tempo, le storie<br />

sono diluite in più puntate, con lo<br />

scopo di creare più attesa nello spettatore<br />

(capita ad esempio di assistere a<br />

casi medici che vengano risolti dopo<br />

sei episodi). Norman Felton è il produttore<br />

esecutivo del serial che, in onda<br />

sulla NBC dal 21 settembre 1961,<br />

dovette vedersela con la concorrenza a<br />

colpi di bisturi di Ben Casey, un’altra<br />

serie medica trasmessa dall’ABC dal 2<br />

ottobre dello stesso anno: una sorta di<br />

anticipazione della sfida televisiva tra<br />

medici di metà anni ’90 (vedi Chicago<br />

Hospital e E.R.). Jerry Goldsmith firma<br />

il pentagramma della sigla iniziale<br />

(“Three Stars Will Shine Tonight”) –<br />

che nella versione vocale cantata dallo<br />

stesso Chamberlain raggiunse la Top<br />

ten americana nel 1963 – nonché gli<br />

spartiti di cinque <strong>dei</strong> primi sette episodi;<br />

le musiche delle altre puntate sono<br />

di Harry Sukman e di Pete Rugolo.<br />

Daniela Bianchi e James Mason compaiono<br />

da guest-stars. Nel 1972 è stato<br />

girato un remake (Il giovane Dottor<br />

Kildare) con Mark Jenkins nel camice<br />

del protagonista. Chamberlain è tornato<br />

a rivestire il ruolo di un dottore nel<br />

serial Medico alle Hawaii (1989), di<br />

ambientazione esotica.<br />

Dottor Simon Locke (Dr. Simon


Dove corri Joe?<br />

Locke) Con: Jack Albertson, Sam<br />

Groom, Nuala Fitzgerald, Len Birman.<br />

Produzione: Canada/Usa, 1971,<br />

medico, colore (78/30’).<br />

COTTO<br />

Serie medica ambientata a basso costo<br />

nell’ospedale della cittadina di Dixon<br />

Mills in Canada. Tra coloro in camice:<br />

il medico generico Andrew Sellers<br />

(Jack Albertson); il giovane collega<br />

che affianca quest’ultimo, il dottor Simon<br />

Locke (Sam Groom); Mrs. Louise<br />

Winn (Nuala Fitzgerald), che oltre a<br />

essere infermiera intasca l’affitto di<br />

Sellers e Locke. Len Birman interpreta<br />

Dan Palmer, il capo della polizia locale.<br />

Wilton Schiller firma da produttore<br />

esecutivo. Dopo una stagione il dottor<br />

Locke si trasferisce in una metropoli e<br />

nel 1972 dà vita allo spin-off poliziesco<br />

Police Surgeon. Leslie Nielsen,<br />

William Shatner, Martin Sheen, Leslie<br />

Nielsen e Susan Strasberg compaiono<br />

da guest stars. In più di un’occasione<br />

accade di vedere le giraffe <strong>dei</strong> microfoni<br />

in scena, tanto che “Variety”<br />

ha scritto che “è impossibile che un telespettatore<br />

possa guardare questa serie<br />

due volte”. La produzione era a così<br />

basso costo che Albertson non aveva<br />

neanche un camerino; i cespugli gli fecero<br />

spesso da paravento. I tagli economici<br />

impedirono altresì all’attore di<br />

visionare il girato quotidiano: quando<br />

vide il risultato in onda si licenziò dal<br />

set nonostante i produttori gli ricordassero<br />

che aveva un contratto da rispettare.<br />

“Nessuna giuria al mondo potrà<br />

convincermi a restare dopo quello a<br />

cui ho assistito!”, fu la sdegnata risposta<br />

di Albertson.<br />

Dove corri Joe? (Run, Joe, Run)<br />

Con: Arch Whiting, Chad States. Produzione:<br />

Usa, 1974, avventura, colore<br />

(26/30’).<br />

276<br />

A metà strada tra Il fuggiasco e Lassie,<br />

la serie racconta le imprese a quattro<br />

zampe di Joe, un pastore tedesco che,<br />

dopo esser stato accusato ingiustamente<br />

di aver attaccato il suo istruttore<br />

presso il Corpo militare K-9, si dedica<br />

ad aiutare il prossimo on the road. Nel<br />

corso della prima stagione Arch Whiting<br />

veste i panni del suo padrone, il<br />

sergente William Corey; nel secondo<br />

ciclo Joe viene affiancato dal più giovane<br />

Josh McCoy (Chad States). Il vero<br />

nome di Joe è Heinrich. La serie è<br />

stata prodotta dapprima da Robert<br />

Williams e Bill Schwartz, in seguito da<br />

Dick O’Connor.<br />

Dove vai Bronson? (Then Came<br />

Bronson) Con: Michael Parks. Produzione:<br />

Usa, 1969, avventura, colore<br />

(26/60’).<br />

Michael Parks è il protagonista di un<br />

serial quasi esclusivamente on the<br />

road nell’anno di Easy Rider (1969).<br />

Jim Bronson è un ex reporter senza<br />

troppe illusioni che attraversa il paese<br />

a bordo della motocicletta donatagli<br />

dal suo miglior amico, morto suicida.<br />

Nella sua ricerca sul “senso della vita”,<br />

nella sua conversione “francescana”,<br />

il nostro si arrabatta in umili lavori<br />

per sopravvivere, nonché per la benzina<br />

necessaria a portarlo lontano:<br />

ogni episodio, una nuova città. Il produttore<br />

è Herbert F. Solow, dietro al<br />

successo di serial-cult come Star Trek<br />

e Missione Impossibile, nonché creatore<br />

de L’uomo di Atlantide. Tra i volti<br />

noti, lungo la strada si riconoscono<br />

Jack Klugman, Penny Marshall, Dabney<br />

Coleman, Kurt Russell, Beverly<br />

Garland.<br />

Down Home (Id.) Con: Judith Ivey,<br />

Dakin Matthews, Eric Allan Kramer,<br />

Gedde Watanabe, Ray Baker, Tim


277 Dragnet<br />

Scott. Produzione: Usa, 1990, sit-com,<br />

colore (19/30’).<br />

La sit-com racconta di Kate McCrorey<br />

(Judith Ivey), una dirigente d’azienda<br />

di Manhattan che decide di mollare tutto<br />

e tornare nella natia Hadley Cove,<br />

nel Texas, per risollevare gli affari del<br />

padre. Dakin Matthews interpreta<br />

Walt, il papà della protagonista, proprietario<br />

del McCrorey’s Landing, un<br />

pontile per la pesca con annesso un bar.<br />

Eric Allan Kramer è Drew, il fratello<br />

scemo di Judith che lavora per il padre;<br />

Gedde Watanabe è Tran Van Din, un<br />

immigrato asiatico assunto come aiutante<br />

di Walt; Ray Baker veste i panni<br />

di Wade Prescott, l’ex fidanzato che nel<br />

frattempo ha fatto fortuna; Tim Scott è<br />

Grover, il sindaco della cittadina. Barton<br />

Dean è il creatore della serie; Christopher<br />

Lloyd il produttore esecutivo<br />

insieme a Dan Fauci e allo stesso Dean;<br />

Ted Danson (il protagonista di Cin Cin)<br />

compare come coproduttore; Steward<br />

Levin è l’autore della colonna sonora.<br />

Downtown (Id.) Con: Michael Nouri,<br />

Blair Underwood, Millicent Martin,<br />

Mariska Hargitay, Robert Englund,<br />

Virginia Capers, David Paymer. Produzione:<br />

Usa, 1986, poliziesco, colore<br />

(13/60’).<br />

Un poliziotto di Los Angeles viene incaricato<br />

di sorvegliare l’attività di<br />

quattro ragazzi usciti di prigione sulla<br />

parola; il poker di giovani contraccambia<br />

aiutando l’investigatore nelle sue<br />

indagini. Michael Nouri interpreta il<br />

detective John Forney; Blair Underwood<br />

(successivamente nel cast di<br />

L.A. Law) è il fuggitivo Terry Corsaro;<br />

Millicent Martin veste i panni dell’imbroglione<br />

Harriet Conover, nella cui<br />

villa vivono tutti e quattro i ragazzi;<br />

Mariska Hargitay (la figlia di Jayne<br />

Mansfield) è la problematica Jesse<br />

Smith; Robert Englund (il Freddy<br />

Krueger di Nightmare) presta il volto<br />

all’impostore Dennis Shotoffer. Tra gli<br />

altri personaggi del serial: l’assistente<br />

sociale Delia Bonner (Virginia Capers)<br />

e il capitano Kiner (David Paymer),<br />

il capo di Forney. Rueben Leder<br />

firma da produttore esecutivo.<br />

Dragnet (Id.) Con: Jack Webb, Barton<br />

Yarborough, Barney Phillips, Ben<br />

Alexander, Dorothy Abbott, Marjie<br />

Millar, Harry Morgan. Produzione:<br />

Usa, 1952-1967, poliziesco, b/n-colore<br />

(374/30’; 1/90’).<br />

CULT<br />

Uno <strong>dei</strong> serial polizieschi più famosi<br />

in America, apripista del genere che<br />

bussa al realismo, ha preso il via alla<br />

radio nel 1949 per poi trasferirsi sul<br />

piccolo schermo con il volto di Jack<br />

Webb nei panni del sergente Joe Friday,<br />

un poliziotto di Los Angeles che<br />

non sembra avere vita privata. Nel<br />

corso delle indagini di taglio documentaristico,<br />

il protagonista si dimostra<br />

zelante e si rivolge ai testimoni e<br />

ai sospettati con una cortesia da maggiordomo:<br />

alla fine, il colpevole è<br />

sempre servito. Oltre a recitare, Webb<br />

dirige più di un episodio e presta la voce<br />

(originale) anche come narratore.<br />

Molti casi presi in considerazione sono<br />

tratti dalla realtà con l’annuncio finale<br />

“la storia che avete appena visto è<br />

vera; la voce fuori campo racconta infine<br />

le vicende processuali <strong>dei</strong> colpevoli<br />

con tanto di sentenza definitiva. I<br />

nomi sono stati cambiati per proteggere<br />

gli innocenti”; l’enfasi della verosimiglianza<br />

caratterizzerà alcune produzioni<br />

successive di Webb come<br />

Adam12 e Squadra Emergenza. Nella<br />

prima puntata Friday viene affiancato<br />

dal sergente Ben Romero (Barton Yarborough),<br />

che viene ucciso nella ter­


Dream On 278<br />

za; quindi è la volta del sergente Ed Jacobs<br />

(Barney Phillips), che dura una<br />

stagione. Successivamente al suo fianco<br />

compare l’agente Frank Smith (Ben<br />

Alexander), che riesce a portare quella<br />

ventata di ironia che fa decollare la serie.<br />

Alla fine del <strong>telefilm</strong> Smith diventa<br />

sergente e Friday viene promosso a tenente.<br />

Non mancano alcuni personaggi<br />

femminili che denotano un’attrazione<br />

per il protagonista (che non ricambia);<br />

tra i più convincenti, Ann Baker<br />

(Dorothy Abbott) e Sharon Maxwell<br />

(Marjie Millar). Nel 1954 è stato girato<br />

un film omonimo per il grande schermo<br />

che è uscito in Italia con il titolo<br />

Mandato di cattura. Nel ’67 Webb torna<br />

in scena con il tesserino di Joe Friday<br />

che, inspiegabilmente, è ancora<br />

sergente. In onda fino al ’70, il serial<br />

assunse in patria l’abbreviazione temporale<br />

dell’anno di trasmissione (Dragnet<br />

’67, Dragnet ’68...), come a voler<br />

sottolineare le infiltrazioni sociali che<br />

caratterizzano le trame: le rivolte studentesche<br />

e le droghe hanno trasformato<br />

la serie in una sorta di telegiornale.<br />

Ogni puntata si apre con la presentazione<br />

del protagonista – “il mio nome<br />

è Friday: sono un poliziotto” – per<br />

poi raccontare i fatti nei minimi particolari,<br />

ora per ora. Harry Morgan, che<br />

già aveva lavorato con Webb nel film<br />

Città nera (1950), copre le spalle al<br />

protagonista nei panni dell’agente Bill<br />

Gannon. O.J. Simpson appare in un<br />

cameo. Webb compare altresì nelle vesti<br />

di produttore e sceneggiatore con lo<br />

pseudonimo di John Randolph. Il tema<br />

musicale del <strong>telefilm</strong>, firmato da Walter<br />

Schumann, è diventato popolare almeno<br />

come il suo protagonista: nel<br />

1953 è entrato nella Top Ten <strong>dei</strong> dischi<br />

più venduti, la prima sigla televisiva a<br />

ricevere questo onore in America; nello<br />

stesso anno usciva la versione riar­<br />

rangiata “St. George and the Dragonet”<br />

di Stan Freberg, l’unica parodia<br />

musicale di una sigla a vendere milioni<br />

di copie e raggiungere il numero uno<br />

delle classifiche. Nel 1987, nel corso<br />

del Saturday Night Live, Dan Aykroyd<br />

ha fatto il verso al personaggio interpretato<br />

da Webb: l’ex blues brother interpretava<br />

il nipote (scemo) di Joe Friday,<br />

Tom Hanks era il suo aiutante,<br />

Harry Morgan compariva come il loro<br />

superiore, il capitano Gannon; nello<br />

steso anno fu prodotto anche l’adattamento<br />

cinematografico (La retata).<br />

Nel 1989 è stata girata una nuova versione<br />

del serial (The New Dragnet)<br />

con Jeff Osterhage nei panni del nuovo<br />

protagonista, il sergente Vic Daniels.<br />

Nel 2002, in The Shield, il detective<br />

Shane Vendrell ha lo stesso numero di<br />

distintivo di Joe Friday: il 714. Nel<br />

2003 è stato prodotto un remake <strong>dei</strong><br />

giorni nostri (L.A. Dragnet), con Ed<br />

O’Neill nel ruolo di Joe Friday ed<br />

Ethan Embry in quello del collega<br />

Frank Smith.<br />

Dream On (Id.) Con: Brian Benben,<br />

Wendy Malick, Denny Dillon, Jeffrey<br />

Joseph, Chris Demetral. Produzione:<br />

Usa, 1990, sit-com, colore (120/30’).<br />

CULT<br />

Spiega John Landis: “Si trattava di utilizzare<br />

un ampio ventaglio di immagini<br />

antecedenti al 1960 in bianco e nero,<br />

pezzi da antologia appartenenti alla<br />

MCAUniversal. Pezzi da museo nobilitati<br />

dalla presenza di talenti eccezionali,<br />

star di prima grandezza. Si trattava<br />

di una sfida dove non volevo fare un<br />

programma di semplice montaggio...<br />

Così è nato Dream On”. Le parole del<br />

cineasta di film cult come Animal<br />

House e Blues Brothers, qui nelle vesti<br />

di produttore e regista di più di un episodio,<br />

trovano conferma in quelle de­


279 Dr. House – Medical Division<br />

gli ideatori-autori David Crane e Marta<br />

Kauffman: “abbiamo visionato più<br />

di 50 filmati solo per la prima puntata e<br />

altri 200 per le altre 13 della prima stagione”.<br />

Se vi chiedete il perché allora<br />

non conoscete Martin Tupper (Brian<br />

Benben), cresciuto a pane e televisione<br />

(come si racconta nella sigla che descrive<br />

la sua adolescenza davanti al<br />

piccolo schermo, dove lo hanno “parcheggiato”<br />

da quando era poppante).<br />

A 37 anni è diventato un modesto editore<br />

di Manhattan, ma le sue passioni<br />

rimangono sempre il cinema e la tv,<br />

tanto è vero che il suo cervello è permeato<br />

dalle immagini delle quali si è<br />

“nutrito” da piccolo. Agli stimoli e alle<br />

situazioni reali, Tupper risponde con<br />

associazioni mentali legate a sequenze<br />

sapientemente scelte e montate, di pellicole<br />

in bianco e nero, spezzoni pubblicitari<br />

e varietà d’un tempo. Piccoli<br />

frame, brevi flash che emergono da un<br />

inconscio che confonde fiction e<br />

realtà. Martin e il telespettatore vedono<br />

così scorrere i volti di Bette Davis,<br />

Joan Crawford, Tony Curtis, Ronald<br />

Reagan, Jane Wyman (prima signora<br />

Reagan), Nancy Davis (seconda signora<br />

Reagan), Lee Marvin, James<br />

Stewart, Groucho Marx, tanto per citarne<br />

alcuni. Tra un blob e l’altro il<br />

protagonista interagisce con una serie<br />

di personaggi in carne e ossa: l’ex moglie<br />

psicoterapeuta Judith (Wendy<br />

Malick), l’incombente segretaria Toby<br />

(Denny Dillon), l’anchorman televisivo<br />

Eddie (Jeffrey Joseph) e il figlio Jeremy<br />

(Chris Demetral), che gli insegna<br />

cosa voglia dire essere un bambino<br />

oggi. Oltre a loro si sussegue una<br />

schiera di belle donne più o meno spogliate<br />

che fanno scatenare la fantasia di<br />

Martin, aspirante dongiovanni nonostante<br />

l’insicurezza che lo contraddistingue.<br />

È difficile infatti stare dietro a<br />

tutte queste presenze femminili: si alternano<br />

la dolce, l’irrequieta, la castratrice,<br />

la vamp, la folle, l’insaziabile, la<br />

capricciosa, l’arrendevole; l’inconscio<br />

di Martin, con le sue schegge cine-televisive,<br />

deve fare un gran lavoro. Come<br />

si sarebbe comportato Alan Ladd,<br />

cosa avrebbe fatto Humphrey Bogart,<br />

come avrebbe reagito Charlton Heston?<br />

Il nostro s’interroga sui miti del<br />

passato, ma quando torna alla realtà<br />

c’è una partner che gli chiede il test<br />

dell’AIDS o di finire a letto con una sua<br />

amica. “Mentre scrivevamo l’episodio<br />

– spiega la coppia di autori David Crane-Marta<br />

Kauffman – abbiamo cercato<br />

uno spezzone che si adattasse al<br />

pensiero di Martin in quel momento.<br />

Altre volte siamo partiti dal filmato<br />

per costruire la storia. Una volta abbiamo<br />

notato che esistevano molte sequenze<br />

dove i divi bevevano il caffè,<br />

così abbiamo inventato una storia dove<br />

la caffeina nuoceva al protagonista”.<br />

Non mancano le guest-stars in<br />

carne e ossa: Ricardo Montalbán e<br />

Yvonne De Carlo compaiono in alcuni<br />

cameo mentre Martin ricorda gli show<br />

televisivi che li vedeva protagonisti al<br />

vertice delle rispettive carriere; David<br />

Bowie, Eva Gabor, Tippi Hedren, James<br />

Woods, Mimi Rogers, Elisabeth<br />

Shue, Salma Hayek, la futura coppia<br />

di Friends Courteney Cox-Matthew<br />

Perry e lo stesso Landis sono tra i tanti<br />

volti noti che colorano il serial; Sylvester<br />

Stallone interpreta sé stesso in<br />

un episodio. Kevin S. Bright, Leslie<br />

Belzberg e Robert K. Weiss formano il<br />

tris di produttori esecutivi; Michael<br />

Skloff, il marito di Marta Kauffman,<br />

firma il tema musicale e il resto della<br />

colonna sonora.<br />

Dr. House – Medical Division<br />

(House, M.D.) Con: Hugh Laurie,


Dr. House – Medical Division<br />

Omar Epps, Jennifer Morrison, Jesse<br />

Spencer, Robert Sean Leonard, Lisa<br />

Edelstein. Produzione: Usa, 2004, medico,<br />

colore (22/60’).<br />

La medicina come indagine, come<br />

viaggio all’interno, prima che del corpo,<br />

dell’animo umano. Il <strong>telefilm</strong> post-<br />

E.R. – Medici in prima linea (1994) è<br />

una sorta di remake zen del film Viaggio<br />

allucinante (1966), filtrato attraverso<br />

il grandangolo visionario di<br />

C.S.I. – Scena del crimine (2000). Non<br />

per niente il burbero e schivo dottor<br />

Gregory House (Hugh Laurie) assomiglia<br />

vagamente a Gil Grissom: nonostante<br />

i suoi comportamenti antisociali<br />

e le sue maniere talvolta brutali, è<br />

dotato di un intuito così spiccato da essersi<br />

conquistato il rispetto di tutti,<br />

compreso quello <strong>dei</strong> pazienti ai quali<br />

raramente rivolge la parola; il suo motto<br />

professionale la dice lunga: “Sono<br />

diventato medico per curare le malattie,<br />

non le persone”. Più i casi e le lastre<br />

sono di difficile interpretazione,<br />

più House si ingegna indagando ai limiti<br />

della diagnostica, trovando alla fine<br />

quasi sempre la soluzione che gli altri<br />

luminari non avevano colto. Claudicante<br />

proprio a causa di una diagnosi<br />

sbagliata (è costretto ad aiutarsi con un<br />

bastone), il nostro ha riunito attorno a<br />

sé il miglior team di giovani medici<br />

specializzati nell’analisi di cartelle cliniche<br />

dalla diagnosi misteriosa: il neurologo<br />

Eric Foreman (Omar Epps), il<br />

quale nasconde un segreto nelle pieghe<br />

del proprio passato; l’immunologa<br />

Allison Cameron (Jennifer Morrison);<br />

l’esperto in medicina intensiva, il dottor<br />

Robert Chase (Jesse Spencer). L’unico<br />

amico apparente di House è l’oncologo<br />

James Wilson (Robert Sean<br />

Leonard), al quale si rivolge in casi disperati.<br />

Un rapporto controverso e ambiguo<br />

è quello che si instaura tra il pro­<br />

280<br />

tagonista e la dottoressa Lisa Cuddy<br />

(Lisa Edelstein), amministratrice e decano<br />

dell’ospedale, la quale redarguisce<br />

House quando travalica, in più di<br />

una occasione, le regole della medicina<br />

convenzionale, pur ammettendo<br />

che i risultati conseguiti da lui sono i<br />

più brillanti dell’intero staff ospedaliero.<br />

Come spiegare altrimenti l’irruzione<br />

in casa di una paziente in cerca di<br />

indizi? O il trattamento di botta-e-risposta<br />

ai quali vengono sottoposti i<br />

malati per vedere come reagiscono? “I<br />

metodi possono apparire sospetti, ma i<br />

suoi risultati non lo sono”, si legge nella<br />

cartella stampa di lancio della serie.<br />

Entusiastiche le critiche in patria: “Si<br />

può arguire che si tratta di uno tre migliori<br />

serial medici del 21esimo secolo,<br />

con Desperate Housewives la migliore<br />

serie drammatica degli ultimi<br />

tempi, il più riuscito <strong>telefilm</strong> medico<br />

dal debutto di E.R.” (“Washington Post”);<br />

“È una sorta di partita a scacchi<br />

con la malattia, in cui un dottore per<br />

una volta non carino finisce per dare<br />

scacco matto”, recita “Time Magazine”;<br />

secondo il “New York Post” è<br />

“una serie con un cast di serie A e una<br />

sceneggiatura di prima classe”; “Un<br />

tripudio di sarcasmo grazie all’interpretazione<br />

di Laurie, il quale dà vita a<br />

un misantropo di grande efficacia”,<br />

commenta “People”; “È la cura per le<br />

serie mediche convenzionali”, questo<br />

il parere di “Tv Guide”; “The Hollywood<br />

Reporter” saluta la serie affermando:<br />

“Finalmente un dottore televisivo<br />

affascinante almeno quanto le<br />

malattie che diagnostica”. Il <strong>telefilm</strong> è<br />

ideato da David Shore. Bryan Singer<br />

dirige la puntata-pilota e compare in<br />

un cameo nei panni di sé stesso, nel dodicesimo<br />

episodio. Singer e Shore sono<br />

altresì produttori esecutivi in compagnia<br />

di Paul Attanasio e Katie Ja­


281 Due assi per un turbo<br />

cobs. La colonna sonora vanta la firma<br />

di Jon Ehrlich, affiancato da Jason Derlatka<br />

e Christopher Hoag; il tema musicale<br />

è la canzone “Teardrop” <strong>dei</strong> Massive<br />

Attack. Tra le guest-stars in corsia<br />

si riconoscono Carmen Electra e Sela<br />

Ward. Una curiosità: Omar Epps aveva<br />

già indossato il camice nel 1996, in una<br />

decina di puntate di E.R. – Medici in<br />

prima linea: là il dottor Dennis Gant<br />

usciva di scena con un suicidio.<br />

Dr. Quinn, Medicine Woman Vedi<br />

La signora del West.<br />

Duchessa di Duke Street, La (The<br />

Duchess of Duke Street) Con: Gemma<br />

Jones, Christopher Cazenove, John<br />

Rapley, June Brown, John Cater, Holly<br />

De Jong, Mary Healey, Victoria<br />

Pluncknett, Sammie Winmill, Donald<br />

Burton. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1976, drammatico, colore (31/60’).<br />

La domestica Louisa Trotter (Gemma<br />

Jones) cerca soddisfazioni culinarie<br />

tentando di diventare la regina <strong>dei</strong> fornelli<br />

al Bentink Hotel, al centro di tutte<br />

le vicende ambientate nel 1900: la storia<br />

è tratta vagamente dalla vita di Rosa<br />

Lewis, una cuoca che divenne direttrice<br />

del prestigioso Cavendish Hotel<br />

di Jermyn Street a Londra. Sono coprotagoniste<br />

le figure dell’ammirato<br />

spasimante Charlie Tyrrell (Christopher<br />

Cazenove), Mr. e Mrs. Leyton<br />

(interpretati da John Rapley e June<br />

Brown), il facchino Starr (John Cater),<br />

Violet (Holly De Jong), Mrs. Cochrane<br />

(Mary Healey), la cameriera gallese<br />

Mary (Victoria Plucknett) ed Ethel<br />

(Sammie Winmill). Donald Burton interpreta<br />

Augustus Trotter, colui che<br />

sposa la protagonista salvo divorziare<br />

e lasciarla nei guai finanziari. Tutti i<br />

piatti che sfilano nel corso delle puntate<br />

sono stati “benedetti” dallo chef Mi­<br />

chael Smith. John Hawkesworth firma<br />

da ideatore la serie che il “Sun” ha definito<br />

“un giusto mix di nostalgia e realismo”.<br />

Richard Beynon è il produttore<br />

esecutivo. Alexander Faris è autore<br />

della colonna sonora. Il team ideativocreativo<br />

è lo stesso di Su e giù per le<br />

scale (1970): anche qui si nota il confronto<br />

tra la working-class e la borghesia,<br />

sebbene tutte le differenze sembrino<br />

venir meno davanti a una cena con i<br />

fiocchi.<br />

Due americane scatenate (The<br />

American Girls) Con: Priscilla Barnes,<br />

Debra Clinger, David Spielberg,<br />

William Prince. Produzione: Usa,<br />

1978, avventura, colore (11/60’).<br />

Sulla scia del successo femminile delle<br />

Charlie’s Angels (1976), due affascinanti<br />

redattrici del magazine televisivo<br />

fittizio “The American Report” si<br />

lanciano in strada alla ricerca di scoop,<br />

ingiustizie e casi di denuncia sociale a<br />

bordo del loro camper: Becky<br />

Tomkins (Priscilla Barnes) è la veterana<br />

della coppia; la giovane Amy Waddell<br />

(Debra Clinger), reporter fresca di<br />

college, è stata scelta dopo aver ottenuto<br />

un’intervista con il Presidente<br />

Nixon. David Spielberg interpreta<br />

Francis X. Casey, il produttore del programma;<br />

William Prince è Jason Cook<br />

il presentatore dello show che ricorda<br />

il leggendario 60 Minutes della CBS.<br />

Harve Bennet e Harris Katleman sono<br />

i produttori esecutivi del <strong>telefilm</strong>;<br />

Mike Lloyd Ross e Lane Slate formano<br />

la coppia di ideatori.<br />

Due assi per un turbo Con: Renato<br />

D’Amore, Christian Fermont, Philippe<br />

Leroy, Alba Mottura. Produzione: Italia,<br />

1987, avventura, colore (12/60’).<br />

La serie ideata da Luciano Perugia racconta<br />

i viaggi on the road di due ca­


Due avvocati nel West<br />

mionisti sempre al bivio tra l’avventura<br />

e casi gialli. Il plot è stato in realtà ripreso<br />

dal <strong>telefilm</strong> brasiliano Carga Pesada<br />

(1979). Alla coppia di guidatori<br />

formata da Franco (Renato D’Amore)<br />

e Vanni (Christian Fermont), si affiancano<br />

lo scafato Orazio (Philippe Leroy)<br />

e l’amica camionista Gio’ (Alba<br />

Mottura). Adolfo Celi compare in una<br />

puntata da guest-star. Il <strong>telefilm</strong> non<br />

lesina in location esterne, facendo<br />

viaggiare i due protagonisti da Venezia<br />

a Mosca, da Budapest alla Tunisia. Le<br />

musiche sono di Detto Mariano.<br />

Due avvocati nel West (Dundee<br />

and The Culhane) Con: John Mills,<br />

Sean Garrison. Produzione: Usa,<br />

1967, western, colore (13/60’).<br />

Due avvocati con personalità e nazionalità<br />

diverse vagano insieme per il<br />

West, sul finire del diciannovesimo secolo:<br />

questo il plot di una serie che vede<br />

protagonisti l’inglese Dundee (John<br />

Mills) e l’americano Culhane (Sean<br />

Garrison). Nonostante il loro ufficio si<br />

trovi a Sausalito, nella baia di San<br />

Francisco, i due preferiscono aiutare i<br />

clienti sul campo, in paesi dove spesso<br />

ci si fa giustizia da soli. Il direttore della<br />

CBS di allora rivelò nel 1968 a “Tv<br />

Guide” che dopo essere rimasto entusiasta<br />

della puntata-pilota restò deluso<br />

degli episodi successivi, cancellando il<br />

serial dopo 4 mesi di programmazione.<br />

David Rose, già autore delle colonne<br />

sonore di serial-western come Bonanza,<br />

compone il tema musicale del<br />

<strong>telefilm</strong>. Sam Rolfe e David Victor sono<br />

i produttori esecutivi.<br />

240 Robert (240-Robert) Con: Mark<br />

Harmon, John Bennett Perry, Joanna<br />

Cassidy, Lew Saunders, Joe Al Nicassio,<br />

Thomas Babson, Steve Tannen,<br />

Stephan Burns, Pamela Hensley. Pro­<br />

282<br />

duzione: Usa, 1979, avventura, colore<br />

(16/60’).<br />

La serie accende le sirene dell’Unità<br />

Pronto Emergenza del Dipartimento<br />

degli sceriffi della contea di Los Angeles,<br />

realmente esistente anche nelle<br />

cronache (la cosiddetta E.S.D. –<br />

Emergency Service Detail). Ne fanno<br />

parte i vice-sceriffi Dwayne “Thib”<br />

Thibideaux (Mark Harmon), T.R.<br />

“Trap” Applegate (John Bennett<br />

Perry), la bella pilota d’elicotteri Morgan<br />

Wainwright (Joanna Cassidy); di<br />

contorno, C.B. (Lew Saunders), Roverino<br />

(Joe Al Nicassio), Terry (Thomas<br />

Babson) e Kestenbaum (Steve Tannen);<br />

la loro missione è quella di salvare<br />

cittadini in pericolo (possibilmente<br />

in maniera spettacolare su moto, navi,<br />

fuoristrada e, naturalmente, in elicottero).<br />

Successivamente, al fianco di<br />

Thib e Trap entrano in scena Brett<br />

Cueva (Stephan Burns), compagno<br />

d’azione di Trap e la pilota Sandy Harper<br />

(Pamela Hensley). Rick Rosner è<br />

l’ideatore e produttore esecutivo della<br />

serie. Matthew Perry (Friends) appare<br />

in un cameo. La colonna sonora è<br />

composta da un poker di musicisti: Pete<br />

Carpenter, Ken Heller, Mike Post e<br />

J.A.C. Redford.<br />

Due come noi (Jake and the<br />

Fatman) Con: William Conrad, Joe<br />

Penny, Alan Campbell, Lu Leonard,<br />

Olga Russell. Produzione: Usa, 1987,<br />

poliziesco, colore (106/60’).<br />

L’obeso Jason Lochinvor “J.L.” McCabe<br />

(William Conrad) è un pubblico ministero;<br />

Jake Styles (Joe Penny) è il detective<br />

che lo affianca nel corso delle<br />

cause e delle indagini: una coppia di paladini<br />

della giustizia protagonista di un<br />

serial che nell’evolversi delle puntate<br />

ha spostato il set dalla California alle<br />

Hawaii, per poi concludersi nuovamen­


283 Due gemelle e una tata<br />

te sulle coste californiane. Ai due protagonisti<br />

si affiancano il principiante Derek<br />

Mitchell (Alan Campbell), che assiste<br />

McCabe; la segretaria di quest’ultimo<br />

in California, Gertrude (Lu Leonard)<br />

e quella alle Hawaii, Lisbeth<br />

Berkeley-Smythe (Olga Russell). Fa<br />

parte del cast anche Max, un cucciolo di<br />

bulldog che appartiene a McCabe e che<br />

denota una certa somiglianza con il proprietario.<br />

Il tema musicale è composto<br />

da Richard DeBenedictis; alla colonna<br />

sonora collaborano Morton Stevens,<br />

Bruce Babcock e Steven Bramson.<br />

Dean Hargrove, ideatore del serial insieme<br />

a Joel Steiger, è altresì produttore<br />

esecutivo accanto a Fred Silverman,<br />

David Moessinger e Ed Waters.<br />

Due di cuori Vedi Diamonds.<br />

Due figli a noleggio (One Big Family)<br />

Con: Danny Thomas, Michael<br />

DeLuise, Anastasia Fielding, Kim Gillingham,<br />

Alison McMillan, Anthony<br />

Starke, Gabriel Damon. Produzione:<br />

Usa, 1986, sit-com, colore (25/30’).<br />

Il comico Jake Hatton (Danny Thomas)<br />

ha abbandonato le scene per ritirarsi a<br />

vita morigerata. Ma la pace viene infranta<br />

quando sotto il suo tetto a Seattle<br />

vengono a convivere i cinque nipoti dopo<br />

la morte del fratello: il diciassettenne<br />

Brian (Michael DeLuise), la diciannovenne<br />

Marianne (Anastasia Fielding),<br />

la quattordicenne Kate (Alison McMillan),<br />

Roger (Gabriel Damon) di otto anni;<br />

il ventitreenne Don (Anthony<br />

Starke) e sua moglie Jan (Kim Gillingham).<br />

Paul Junger e Tony Thomas firmano<br />

da produttori esecutivi.<br />

Due gemelle e una tata (Two of a<br />

kind) Con: Mary Kate Olsen, Ashley<br />

Olsen, Christopher Sieber, Sally<br />

Wheeler, David Valcin, Jean Speegle<br />

Howard, Rance Howard. Produzione:<br />

Usa, 1998, sit-com, colore (22/30’).<br />

Quattro anni dopo Sweet Valley High è<br />

ancora tempo di gemelle con Mary<br />

Kate e Ashley Olsen, già debuttanti ne<br />

Gli amici di papà (1987) e vagamente<br />

rassomiglianti alla nostra Martina<br />

Stella. Dopo la morte della madre, avvenuta<br />

quattro anni prima, le gemelle<br />

undicenni Ashley (Ashley Olsen) e<br />

Mary Kate Burke (Mary Kate Olsen)<br />

hanno dovuto abbandonare anzitempo<br />

bambole e amenità adolescenziali per<br />

dare una mano a papà Kevin (Christopher<br />

Sieber), professore di college<br />

iper-protettivo nei confronti delle figlie.<br />

Essendo quest’ultimo spesso impegnato,<br />

decide di trovare una babysitter:<br />

dapprima sceglie malamente<br />

l’anziana e conservatrice Mrs. Baker<br />

(Jean Speegle Howard), successivamente<br />

si fa convincere ad assumere la<br />

studentessa 28enne Carrie Moore<br />

(Sally Wheeler), spirito libero allieva<br />

di babbo Kevin e sorta di manna dal<br />

cielo per le due scatenate gemelline.<br />

Per togliersi dai piedi Mrs. Baker, le<br />

diaboliche Ashley e Mary Kate s’ingegnano<br />

a presentarle il vicino di casa –<br />

Mr. Fillmore (Rance Howard) – il quale<br />

la distrarrà dalle sue mansioni di tata.<br />

David Valcin interpreta l’idraulico<br />

Eddie Fairbanks, amico spiritoso del<br />

professore. Gli ideatori Howard Adler<br />

e Bob Griffard firmano altresì da produttori<br />

esecutivi con Thomas L. Miller,<br />

Robert L. Boyett e Michael Warren.<br />

Jean Speegle Howard e Rance<br />

Howard sono i genitori del regista Ron<br />

Howard, l’ex Richie Cunningham di<br />

Happy Days. Nonostante la sit-com<br />

sia ambientata a Chicago, le riprese sono<br />

avvenute negli studi di Burbank, in<br />

California. Steven Chesne, Jesse Frederick<br />

e Bennett Salvay compongono<br />

a sei mani la colonna sonora. Le due


Due gemelle per un maggiordomo<br />

284<br />

attrici gemelle sono tornate in scena Con: Lisa Patrick, Hugh Maguire,<br />

nel 2001, con la sit-com Due gemelle Kimberly Farr, Chris Young, David<br />

per un maggiordomo.<br />

Moscow, Lightfield Lewis. Produzione:<br />

Usa, 1989, sit-com, colore (9/30’).<br />

Due gemelle per un maggiordo­ Una bellissima baby-sitter australiana<br />

mo (So little time) Con: Mary Kate viene ingaggiata da una coppia “in car­<br />

Olsen, Ashley Olsen, Eric Lutes, Clairiera” per accudire la loro figlioletta,<br />

re Carey, Taylor Negron, Jesse Head. causando l’“arrapamento” <strong>dei</strong> due fra­<br />

Produzione: Usa, 2001, sit-com, colotelli adolescenti: questo il plot della sere<br />

(32/30’).<br />

rie che vede protagonista Lisa Patrick<br />

Dopo il debutto ne Gli amici di papà nei panni della “tata” Lisa Wells. Ed<br />

(1987) e l’affermazione con Due ge­ (Hugh Maguire) e Sarah (Kimberly<br />

melle e una tata (1998), la consacrazio­ Farr) Matthews sono i genitori di<br />

ne di Mary Kate e Ashley Olsen – forti Danny (Chris Young) e Peter (David<br />

di un impero economico all’insegna del Moscow). Lightfield Lewis interpreta<br />

merchandise (bambole, video, libri, li­ Gator, l’amico <strong>dei</strong> due ragazzi. La prinee<br />

d’abbigliamento, giornali) – avviema sequenza della sit-com si avvale di<br />

ne rispettivamente nei panni delle sorel­ un vecchio hit musicale degli anni ’60:<br />

le Riley e Chloe Carlson, figlie di una “So Happy Together”. Le vicende so­<br />

coppia di separati che le due gemelle<br />

tentano di far riappacificare con inevino<br />

ambientate nel New Jersey.<br />

tabili spunti comici. Riley assomiglia al Due onesti fuorilegge (Alias Smith<br />

padre Grant (Eric Lutes), introspettiva e and Jones) Con: Peter Duel, Ben<br />

avulsa dal mondo esterno (come quan­ Murphy, Roger Davis, Sally Field.<br />

do l’ossessionante Larry Slotnick, in­ Produzione: Usa, 1971, western, coloterpretato<br />

da Jesse Head, tenta in tutti i re (50/60’).<br />

modi di conquistarla); di contro, Chloe Western allegro anni ’70 sulla scia del<br />

è il ritratto sputato di mamma Macy film Butch Cassidy (1969) su due fuori­<br />

(Claire Carey), sempre al centro dell’atlegge che in attesa dell’amnistia decitenzione<br />

<strong>dei</strong> ragazzi e fiera di esserlo. dono di assumere nuove identità: Peter<br />

Con l’aiuto dell’eccentrico cameriere Duel (il cui vero cognome è Deuel,<br />

Manuelo Del Valle (Taylor Negron), le cambiato per comodità dai tempi di<br />

due sorelle le tentano tutte per riunire Amore in soffitta) interpreta Hanni­<br />

sotto lo stesso tetto i genitori (lei, donna bal Heyes, alias Joshua Smith; Ben<br />

di successo di una linea di moda, vive in Murphy è Kid Curry, alias Thaddeus<br />

una magione sulla spiaggia di Malibu; Jones. In seguito entra in scena una pre­<br />

lui, più umile, abita in una sorta di basenza femminile a ravvivare il duetto:<br />

racca sull’oceano). Ariprova del “peso” Sally Field ha il ruolo dell’amabile Cle­<br />

delle due gemelle, Mary Kate e Ashley mentine Hale. Il 30 dicembre 1971<br />

Olsen firmano la sit-com da produtto­ Duel si suicidò dopo 37 episodi, proprio<br />

ri esecutivi (insieme a Mark Blutman, mentre stava guardando il <strong>telefilm</strong> a ca­<br />

Robert Thorne e Eric Cohen, quesa sua. Roger Davis lo sostituì sul set a<br />

st’ultimo ideatore della serie con partire dal 3 febbraio 1972. Vera Miles,<br />

Tonya Hurley).<br />

Louis Gossett jr., Adam West e Ida Lupino<br />

sono tra le guest-stars del serial<br />

Due mamme in casa (Live-In) creato e prodotto da Glen A. Larson.


285 Due per tre<br />

Due papà da Oscar (Brother’s keeper)<br />

Con: William Ragsdale, Justin<br />

Cooper, Sean O’ Bryan, Bess Meyer.<br />

Produzione: Usa, 1998, sit-com, colore<br />

(23/30’).<br />

La tranquilla vita a due di un padre e di<br />

un figlio viene sconvolta e rivoluzionata<br />

dall’arrivo del fratello del primo,<br />

ribelle star del football che chiede<br />

ospitalità in salotto. Porter Waide<br />

(William Ragsdale), pacifico professore<br />

di Storia di San Francisco, viene<br />

distolto dai tomi letterari e dai programmi<br />

educativi allorquando suona<br />

la porta di casa: è suo fratello Bobby<br />

(Sean O’ Bryan), scatenato giocatore<br />

del football americano della NFL giunto<br />

in città per firmare un contratto milionario<br />

con la squadra locale; unica<br />

clausola: mettere la testa a posto e trovare<br />

un “tutor” che possa garantire<br />

l’assenza di scandali e casini. Chi, se<br />

non il serafico e responsabile Waide,<br />

può mettere una buona parola? Oltretutto,<br />

il fratello “buono” divide la casa<br />

con Oscar (Justin Cooper), il figlio di<br />

otto anni tutto casa-scuola che dopo<br />

l’avvento dello zio Bobby si candiderà<br />

a diventare il ras del quartiere. Bess<br />

Meyer interpreta Dena Draeger, l’agente<br />

di Bobby che saluta la convivenza<br />

fraterna come una “benedizione”.<br />

L’ideatore Donald Todd firma altresì<br />

da produttore esecutivo insieme a Jonathan<br />

Axelrod e James Widdoes. La<br />

colonna sonora è composta da Jonathan<br />

Wolff. Tra le guest-stars:<br />

Henry Kissinger (nei panni di sé stesso),<br />

gli ex giocatori di football Dan<br />

Dierdorf (<strong>dei</strong> St. Louis Cardinals) e<br />

Boomer Esiason (quarterback <strong>dei</strong><br />

Cincinnati Bengals e <strong>dei</strong> Phoenix Cardinals),<br />

il cestista Karl Malone, Elisabeth<br />

Berkeley (3 anni dopo Showgirls<br />

al cinema) nonchè il duo Jack Klugman-Tony<br />

Randall in un episodio in<br />

cui si fa il verso alla loro sit-com La<br />

strana coppia (1970).<br />

Due pazzi scatenati (Stir crazy)<br />

Con: Larry Riley, Joseph Guzaldo,<br />

Marc Silver, Jeannie Wilson. Produzione:<br />

Usa, 1985, poliziesco, colore<br />

(9/60’).<br />

Basata (molto vagamente) sul film del<br />

1980 Nessuno ci può fermare, la sitcom<br />

vede protagonista la coppia di<br />

amici Harry Fletcher (Larry Riley) e<br />

Skip Harrington (Joseph Guzaldo): i<br />

due lasciano New York per inseguire il<br />

loro personalissimo “sogno americano”<br />

(aprire una catena di gelaterie a<br />

Glendale, nel Texas). Sfortunatamente,<br />

mentre cercano di racimolare la<br />

somma necessaria, vengono accusati<br />

ingiustamente di un omicidio e condannati<br />

a 132 anni di prigione, dalla<br />

quale riescono a scappare con alle costole<br />

il cowboy tatuato Crawford<br />

(Marc Silver ha sostituito Royce Applegate<br />

dopo la puntata-pilota), il vero<br />

omicida a piede libero, nonché il capitano<br />

Betty (Jeannie Wilson ha preso il<br />

posto di Polly Holliday dopo il primo<br />

episodio), deciso a riportarli dietro le<br />

sbarre. La serie, più che il remake del<br />

film con Gene Wilder e Richard Pryor,<br />

sembra la versione non-sense de Il fuggiasco<br />

(1963). Bruce Jay Friedman è<br />

l’ideatore della sit-com prodotta da<br />

Larry Tucker e Larry Rosen. Jennifer<br />

Tilly compare in un cameo.<br />

Due per tre Con: Johnny Dorelli, Loretta<br />

Goggi, Marta Forghieri, Alessandro<br />

Sacco, Margherita Lombardo, Rosanna<br />

Ruffini, Sabrina Marciano. Produzione:<br />

Italia, 1997, sit-com, colore<br />

(60/30’).<br />

Due per tre fa cinque: due genitori e<br />

tre figli sotto lo stesso tetto in una sitcom<br />

che segna il ritorno della premia­


Due poliziotti a Chicago<br />

ta ditta Johnny Dorelli-Loretta Goggi<br />

dopo alcuni anni di assenza dalla televisione<br />

e dopo il successo teatrale della<br />

commedia Bobbi sa tutto di Pietro<br />

Garinei. Al centro delle vicende c’è<br />

una coppia sposata da molti anni ma<br />

che si ama ancora come il primo giorno<br />

e che non si esime dall’usare il gioco<br />

e lo scherzo per ravvivare il rapporto<br />

coniugale; i due si prestano altresì al<br />

rapporto dialettico con i tre figli, pronti<br />

a mettersi in discussione e alternare<br />

comprensione a fermezza. Fanno parte<br />

della famiglia protagonista: Giorgio<br />

Antonioli (Johnny Dorelli), un avvocato<br />

civilista dotato di buon senso sul<br />

lavoro, meno lucido quando deve affrontare<br />

problemi familiari; Elena<br />

(Loretta Goggi), architetto per titolo<br />

ma madre a tempo pieno, romantica ed<br />

estroversa nonché efficiente mediatrice<br />

tra le esigenze della prole e i principi<br />

un po’ all’antica del marito; la diciassettenne<br />

Martina (Marta Forghieri),<br />

alle prese con i tradizionali dilemmi<br />

adolescenziali; Niki (Margherita<br />

Lombardo), la più piccola <strong>dei</strong> tre figli,<br />

perdutamente innamorata del padre e<br />

con la battuta sempre pronta; Leo<br />

(Alessandro Sacco), l’unico maschietto<br />

che risulta sopraffatto dall’irruenza<br />

femminile delle sorelle (ma che gode<br />

dell’affetto speciale della mamma, la<br />

quale lo definisce il suo “cocco preferito”).<br />

Tra gli altri personaggi della serie:<br />

Vanna (Sabrina Marciano), la segretaria<br />

un po’ svampita di Giorgio e<br />

Cesira (Rosanna Ruffini), la ex tata di<br />

Elena ora impiegata come colf, la quale<br />

dopo tanti anni di servizio è diventata<br />

parte integrante della famiglia Antonioli.<br />

Tutti gli episodi sono stati girati<br />

negli studi della Link Up di Milano,<br />

dove la scenografa Monica De Paoli<br />

ha ricostruito sei ambienti: un grande<br />

soggiorno, lo studio di Giorgio, la cu­<br />

286<br />

cina e le tre camere da letto. Nanni<br />

Mandelli è il produttore esecutivo della<br />

sit-com; Augusto Martelli è l’autore<br />

della colonna sonora.<br />

Due poliziotti a Chicago (Due<br />

South) Con: Paul Gross, David Marciano,<br />

Leslie Nielsen, Callum Keith Rennie,<br />

Beau Starr, Tony Craig, Camilla<br />

Scott. Produzione: Canada/Usa, 1994,<br />

poliziesco, colore (68/60’; 2/90’).<br />

Uno arriva da lontano, dalla regione<br />

del Tuktoyuktuk in Canada; l’altro conosce<br />

da vicino tutti i segreti di Chicago,<br />

le sue strade, i suoi volti. Il primo è<br />

un poliziotto canadese a cavallo con<br />

tutte le peculiarità necessarie per diventare<br />

tale: onestà, fedeltà, amor della<br />

verità. Il secondo è un detective della<br />

polizia che usa metodi poco ortodossi<br />

e che una volta conosciutolo ti fa<br />

chiedere: “come ha fatto un uomo così<br />

a vivere tanto a lungo?”. Giunto a Chicago<br />

per risolvere il mistero della morte<br />

del padre, la Guardia Canadese Benton<br />

Fraser (Paul Gross) trova sulla sua<br />

strada il poliziotto Ray Vecchio (David<br />

Marciano), dalla morale flessibile<br />

come un ramoscello. Insieme, nel corso<br />

delle indagini, incappano in una storia<br />

di corruzione che li rende uniti per<br />

la giustizia. Caso dopo caso, la “strana<br />

coppia” impara a conoscersi, a rispettarsi,<br />

ad aiutarsi. Se uno predica la legge<br />

e il rispetto delle regole in uniforme,<br />

l’altro razzola male in abiti casual<br />

e usa tutti i mezzi per arrivare a scoprire<br />

i colpevoli: insieme, sebbene su<br />

strade diverse, inseguono la giustizia<br />

per le vie della “città del vento”. Tra<br />

azione e introspezione psicologica, tra<br />

indagini e sentimenti, arricchito da una<br />

colonna sonora con tutti gli hit degli<br />

ultimi anni, il <strong>telefilm</strong> vanta la firma di<br />

Paul Haggis quale ideatore-produttore<br />

esecutivo. Nel cast della serie spicca la


287 Duetto<br />

presenza di Leslie Nielsen, nei panni<br />

di una Guardia Canadese (è il sergente<br />

Duncan “Buck” Frobisher). Oltre al<br />

collega americano, Fraser viene affiancato<br />

dal cane-lupo Diefenbaker, il<br />

quale, nonostante sia affetto da sordità,<br />

gli salva la vita in più di un’occasione;<br />

l’unica passione di Vecchio è invece la<br />

sua macchina, una Buick Riviera del<br />

1971. Quest’ultimo viene sostituito in<br />

corsa nella terza stagione da Stanley<br />

“Ray” Kowalski (Callum Keith Rennie);<br />

Beau Starr interpreta il capitano<br />

Harding Welsh; Tony Craig è il detective<br />

Louis Guardino; Camilla Scott veste<br />

i panni dell’ispettore Meg Thatcher.<br />

“Un programma brillante, il miglior<br />

show della stagione”, così il<br />

“Daily Mirror”; “Paul Gross è perfetto<br />

nella parte ed è molto divertente”, così<br />

il “Washington Post”: le critiche americane<br />

hanno accolto il serial con plausi<br />

e ovazioni. Non da meno è stato il<br />

pubblico: è stata la serie canadese più<br />

vista di tutti i tempi in patria, la prima a<br />

essere trasmessa nel prime-time americano.<br />

Spiega Paul Haggis: “Volevano<br />

un ‘ibrido’ tra commedia, azione e<br />

spunti drammatici: noi abbiamo optato<br />

per il 63% di divertimento e il restante<br />

37 per tutto il resto”. Le musiche originali<br />

sono di Jack Lentz, John Mc-<br />

Carthy e Jay Semko. Amy Stewart<br />

compare in un cameo, così come Mark<br />

Ruffalo, Melina Kanakaredes e Maria<br />

Bello. Una curiosità non da poco:<br />

quella che vedete nel serial non è Chicago:<br />

la “città del vento” è stata interamente<br />

ricostruita a Toronto. La serie è<br />

andata in onda in Italia anche con il titolo<br />

originale (Due South).<br />

Due poliziotti a Palm Beach Vedi<br />

Omicidi d’elite.<br />

Due ragazzi e una chitarra (Boone)<br />

Con: Tom Byrd, Greg Webb, Barry<br />

Corbin, Elisabeth Huddle, Kitty Moffat,<br />

Amanda Peterson, William Edward<br />

Phipps, Ronnie Claire Edwards, David<br />

Roberts. Produzione: Usa, 1983, drammatico/musicale,<br />

colore (13/60’).<br />

Il giovane Boone Sawyer (Tom Byrd),<br />

a dispetto delle umili origini contadine<br />

che lo legano alla cittadina rurale di<br />

Trinity (Tennessee), a due passi da Nashville,<br />

coltiva sogni da cantante di<br />

musica country nel fatidico 1953; con<br />

la chitarra a tracolla e i sogni in tasca<br />

affronta l’avventura per affermarsi<br />

non senza difficoltà. I genitori, che<br />

hanno perso l’altro figlio nel corso della<br />

Seconda guerra mondiale, non lo assecondano:<br />

il padre Merit (Barry Corbin),<br />

proprietario di un garage e la madre<br />

affettuosa Faye (Elisabeth Huddle)<br />

lo vorrebbero accasato e con la laurea,<br />

al massimo erede dell’attività del babbo;<br />

gli danno una mano, invece, il “ribelle”<br />

motociclista Rome Hawley<br />

(Greg Webb), l’amico del cuore che lo<br />

accompagna nelle performance musicali;<br />

le sorelle Susannah (Kitty Moffat),<br />

la maggiore e Squirt (Amanda Peterson),<br />

la minore; gli zii Linc (William<br />

Edward Phipps) e Dolly (Ronnie<br />

Claire Edwards), i quali gestiscono un<br />

saloon – il Linc’s Orchid Lounge – dove<br />

si esibiscono spesso Boone e Rome;<br />

Mr. Johnson (David Roberts), un vecchio<br />

chitarrista blues di colore che fornisce<br />

preziosi consigli a Boone. La serie<br />

ideata da Earl Hamner (Una famiglia<br />

americana) è prodotta da Lynn<br />

Guthrie.<br />

Due South Vedi Due poliziotti a Chicago.<br />

Duetto (Duet) Con: Matthew Laurance,<br />

Mary Page Keller, Chris Lemmon,<br />

Alison LaPlaca, Jodi Thelen, Arleen


Dynasty 288<br />

Sorkin, Larry Poindexter. Produzione:<br />

Usa, 1987, sit-com, colore (78/30’).<br />

Due trentenni s’incontrano e s’innamorano:<br />

la serie comincia con un colpo<br />

di fulmine tra l’aspirante scrittore<br />

Ben Coleman (Matthew Laurance) e la<br />

ristoratrice Laura Kelly (Mary Page<br />

Keller). La loro relazione prosegue a<br />

zig-zag tra conoscenti più o meno bizzarri:<br />

la coppia yuppie in crisi formata<br />

da Richard (Chris Lemmon) e Linda<br />

Phillips (Alison LaPlaca); Jane (Jodi<br />

Thelen), la stravagante sorellina di<br />

Laura; Geneva (Arleen Sorkin), la domestica<br />

sexy di casa Phillips; il principale<br />

di Laura, Hayden Cooper (Larry<br />

Poindexter); Reuben, il cane di Ben.<br />

Nel corso della seconda stagione la<br />

coppia protagonista si sposa e Ben riesce<br />

a pubblicare il suo primo libro (destinato<br />

a diventare un best-seller); Richard<br />

lascia il lavoro di venditore per<br />

diventare pianista professionista, la<br />

moglie Linda mette al mondo un bambino.<br />

Successivamente Ben e Laura<br />

partono per la luna di miele; al loro ritorno<br />

la sit-com ideata e prodotta da<br />

Susan Seeger e Ruth Bennett sposta i<br />

riflettori sui Phillips e in particolare su<br />

Linda, che diventa agente immobiliare.<br />

In seguito ai cambiamenti di rotta,<br />

Matthew Laurance e Jodi Thelen lasciarono<br />

il cast della serie che, per lanciare<br />

i nuovi protagonisti, è sfociata<br />

nello spin-off Open House (inedito in<br />

Italia). Tra i “tormentoni” della sitcom,<br />

Ben sogna spesso in bianco e nero<br />

di diventare come Sam Spade.<br />

Dynasty (Id.) Con: John Forsythe,<br />

Linda Evans, Joan Collins, Pamela<br />

Sue Martin, Emma Samms, Al Corley,<br />

Jack Coleman, John James, Lloyd Bochner,<br />

Bo Hopkins, Pamela Bellwood,<br />

Katy Kurtzman, Lee Bergere, Wayne<br />

Northrop, Peter Mark Richman, James<br />

Farentino, Heather Locklear, Gordon<br />

Thomson, Kathleen Beller, Geoffrey<br />

Scott, Paul Burke, Diahann Carroll,<br />

Catherine Oxenberg, Karen Cellini,<br />

Billy Dee Williams, William Campbell,<br />

Christopher Cazenove, Kate O’-<br />

Mara, Richard Anderson, Pat Crowley,<br />

Ted McGinley, George Hamilton,<br />

Rock Hudson. Produzione: Usa, 1981,<br />

drammatico, colore (219/60’; 2/90’).<br />

L’unico degno avversario di Dallas è<br />

nato tre anni dopo J.R. e famiglia sulla<br />

ABC per contrastare gli ascolti della<br />

CBS (di riflesso, in Italia, venne acquistato<br />

da Retequattro per arginare la popolarità<br />

degli Ewing su Canale 5). Come<br />

quella del serial concorrente, la<br />

storia accende i riflettori sugli intrighi,<br />

gli amori e i tradimenti di una famiglia<br />

di magnati anch’essa operante nel<br />

mercato petrolifero; in pratica cambia<br />

la città di residenza, non più Dallas ma<br />

Denver. A capo della dynasty si staglia<br />

la figura di Blake Carrington (a George<br />

Peppard, che lo interpretò nella<br />

puntata-pilota, venne preferito John<br />

Forsythe, considerato più credibile nel<br />

ruolo dello spietato finanziere); la bella<br />

moglie Krystle Jennings (Linda<br />

Evans) è una divorziata che sposa Forsythe<br />

nel primo episodio. Poi l’ambigua<br />

Fallon Carrington (interpretata<br />

dapprima da Pamela Sue Martin,<br />

quindi da Emma Samms), la figlia di<br />

Blake; il fratello idealista e bisessuale<br />

di quest’ultima, Steven Carrington<br />

(prima con il volto di Al Corley, poi<br />

con quello di Jack Coleman: il personaggio<br />

venne eliminato nel corso di<br />

un’esplosione allorquando Corley<br />

protestò con i produttori; quando si decise<br />

di reinserire Steven, venne spiegato<br />

che il figlio di Blake non era morto<br />

ma solo gravemente ustionato, tanto<br />

da permettergli una plastica facciale);<br />

Jeff Colby (John James) è un giovane


289 Dynasty<br />

politico che ha sposato Fallon (la coppia<br />

in seguito divorzierà); nel coacervo<br />

di relazioni s’inserisce anche Cecil<br />

Colby (Lloyd Bochner), un rivale<br />

d’affari di Blake. Tra gli altri personaggi<br />

che ruotano nei pressi di Denver:<br />

Matthew Blaisdel (Bo Hopkins),<br />

il geologo <strong>dei</strong> Carrington nonché ex<br />

partner di Krystle, ora sposato con<br />

l’instabile Claudia (Pamela Bellwood)<br />

e padre dell’adolescente Lindsay<br />

(Katy Kurtzman); il domestico<br />

della famiglia protagonista, Joseph<br />

Anders (Lee Bergere) e lo chauffeur di<br />

turno, Michael Culhane (Wayne<br />

Northrop); Andy Laird (Peter Mark<br />

Richman), procuratore di Blake. Alla<br />

fine della prima stagione irrompe come<br />

un tuono la figura di Alexis Carrington<br />

(che ha il volto dell’attrice inglese<br />

Joan Collins), sorta di J.R. in<br />

gonnella che aspira a riconquistare<br />

Blake e a distruggere con tutti i mezzi<br />

Krystle (inutile dire che Alexis è diventato<br />

il personaggio più popolare<br />

del serial). In seguito entrano in scena<br />

le figure dello psichiatra Nick Toscanni<br />

(James Farentino), che ha in cura<br />

Claudia Blaisdel; Sammy Jo Dean<br />

(Heather Locklear), la nipote di Krystle<br />

che sposa Steven Carrington salvo<br />

poi lasciarlo dietro ricompensa di<br />

Alexis (Steven sposa successivamente<br />

Claudia Blaisdel); Adam Carrington<br />

(Gordon Thomson), il ritrovato figlio<br />

di Blake e Alexis (venne spiegato che<br />

era stato rapito in tenera età); Kirby<br />

Anders (Kathleen Beller), la figlia del<br />

maggiordomo che convola a nozze<br />

con Jeff Colby dopo il suo divorzio<br />

con Fallon; il tennista Mark Jennings<br />

(Geoffrey Scott), ex marito di Krystle;<br />

il politico Neil McVane (Paul Burke);<br />

Dominique Deveraux (Diahann Carroll),<br />

che si scopre essere la figlia illegittima<br />

del padre di Blake; Amanda<br />

(interpretata in successione da Catherine<br />

Oxenberg e, per un solo ciclo, da<br />

Karen Cellini), la figlia di Alexis;<br />

Brady Lloyd (Billy Dee Williams), il<br />

marito di Dominique; Luke Fuller<br />

(William Campbell), l’amante di Steven;<br />

Ben Carrington (Christopher Cazenove);<br />

Caress (Kate O’Mara), sorella<br />

scrittrice di Alexis (nella realtà Joan<br />

Collins aveva, come il suo personaggio,<br />

una sorella autrice di best-seller);<br />

il senatore Buck Fallmont (Richard<br />

Anderson), la moglie Emily (Pat<br />

Crowley) e il figlio Clay (Ted McGinley),<br />

destinato a sposare Sammy Jo.<br />

Rock Hudson compare nel suo ultimo<br />

ruolo televisivo nei panni di Daniel<br />

Reece, che intreccia una relazione con<br />

Krystle. Uno <strong>dei</strong> finali di stagione più<br />

fantasiosi di sempre – divenuto popolare<br />

in America con il soprannome di<br />

“Moldavian massacre” – vede tutti i<br />

protagonisti riuniti in Moldavia, in occasione<br />

del matrimonio di Amanda;<br />

all’improvviso irrompe un gruppo di<br />

terroristi che fa fuoco sui presenti; il<br />

ciclo successivo si apre con la notizia<br />

che tutti sono sopravvissuti (ma non fu<br />

così per il serial, che da quella puntata<br />

conobbe la sua discesa di ascolti in<br />

America). In parallelo è stato lanciato<br />

lo spin-off I Colby, con i personaggicollanti<br />

di Jeff Colby e Fallon Carrington;<br />

Joan Collins, che doveva apparire<br />

anch’essa nella serie “cugina”, rifiutò<br />

dopo una disputa finanziaria con la<br />

produzione (le venne addirittura proposto<br />

di interpretare la regina di Moldavia!).<br />

Oltre al rapimento bluff di<br />

Adam Carrington, i produttori escogitarono<br />

quello di Krystle, sostituita da<br />

un clone del tutto identico (Linda<br />

Evans si è sdoppiata nella parte): in seguito<br />

si scopre che i mandatari del sequestro<br />

sono stati Sammy Jo e Joel<br />

Abrigore (George Hamilton). Nell’ul­


Dynasty 290<br />

tima stagione Alexis sfratta Blake e<br />

Krystle dalla magione al 173 in Essex<br />

Drive. Stephanie Beacham trasloca da<br />

I Colby per l’ultimo saluto alla serie<br />

ideata da Richard ed Esther Shapiro,<br />

altresì produttori esecutivi in compagnia<br />

di Elaine Rich, Douglas S. Cramer<br />

e dell’immancabile Aaron Spelling.<br />

Tra i volti di passaggio si notano<br />

quelli di Kabir Bedi, Concetta Tomei,<br />

Linda Thorson, Helmut Berger, Charl­<br />

ton Heston e Barbara Stanwyck; nei<br />

panni di sé stessi fanno capolino<br />

Henry Kissinger e l’ex Presidente Gerald<br />

R. Ford. Bill Conti è l’autore del<br />

tema musicale. Il serial ha vinto 5<br />

Emmy Awards e 2 People’s Choice<br />

Awards. Nolan Miller è lo stilista di<br />

tutti i costumi, “colpevole” del guardaroba<br />

più costoso di tutta la televisione<br />

americana (intorno ai 10.000 dollari<br />

a puntata).


È arrivato Mr. John Con: Tonia<br />

Schmitz, Aldo Wirz, Giulio Narciso,<br />

Rino Genovese, Anna Maria Ackerman,<br />

Pino Cuomo. Produzione: Italia,<br />

1966, avventura/fantastico, b/n.<br />

La tranquilla famiglia Rossi deve vedersela<br />

con l’arrivo di un robot giunto<br />

in dono dall’America, tanto efficiente<br />

quanto combina-guai. Il soggetto e la<br />

sceneggiatura sono di Nelli e Vinti.<br />

Nel cast: Tonia Schmitz, Aldo Wirz,<br />

Giulio Narciso, Rino Genovese, Anna<br />

Maria Ackerman, Pino Cuomo.<br />

Eddie, il cane parlante (100 Deeds<br />

for Eddie McDowd) Con: Brandon<br />

Gilberstadt, William Francis McGuire,<br />

Catherine MacNeal, Morgan Kibby,<br />

Melanee Murray, Richard Moll, Jason<br />

Dohring. Produzione: Usa/Canada,<br />

1999, sit-com, colore (40/30’).<br />

Il manesco e prepotente diciassettenne<br />

Eddie McDowd (Jason Dohring) è il<br />

terrore della scuola, fino a quando il<br />

misterioso Drifter (Richard Moll) lo<br />

trasforma in un cane che viene adottato<br />

da Justin Taylor (Brandon Gilberstadt),<br />

l’ultima vittima a cadere sotto le<br />

grinfie del bullo nonché l’unico a poter<br />

interloquire con l’Eddie canino. Quest’ultimo,<br />

per ritornare “umano”, deve<br />

compiere 100 buone azioni per poter<br />

espiare le proprie colpe; il vero “contrappasso”,<br />

tuttavia, è la convivenza<br />

forzata con la famiglia Taylor, ovvero<br />

papà Doug (William Francis McGuire),<br />

mamma Lisa (Catherine Mac-<br />

Neal) e sorella Gwen (Morgan Kibby).<br />

Il protagonista a quattro zampe, tra un<br />

consiglio e un’opera di bene, ha pure il<br />

tempo di innamorarsi della barboncina<br />

Gigi. Tra gli altri personaggi ricorrenti<br />

della serie spicca la vicina inglese <strong>dei</strong><br />

Taylor, Tori Sloan (Melanee Murray).<br />

Mitchel Katlin è l’ideatore della sitcom<br />

che non è riuscita ad andare oltre<br />

la sessantesima buona azione di Eddie<br />

(lasciandolo così a quattro zampe per<br />

sempre). Il vero nome del pastore australiano<br />

di 5 anni che ha fatto le veci<br />

(e le feci...) dell’Eddie trasformato in<br />

cane è Rowdy, addestrato sul set dal<br />

proprietario Cristie Miele. I produttori<br />

sono Steven Berman, John Lynch,<br />

Tommy Lunch, Robert C. Mora, Aaron<br />

Staudinger, Gary L. Stephenson,<br />

Darren Wadyko. Seth Green ha doppiato<br />

in originale Eddie nella prima<br />

stagione, Jason Hervey nella seconda.<br />

Il tema musicale del primo ciclo è<br />

“You Got Me” di The Hippos, mentre<br />

dal secondo si ascolta “Who Let The<br />

Dogs Out” di Baha Men; la colonna<br />

sonora originale è composta da Andrew<br />

R. Powell.<br />

Eddie Shoestring detective privato<br />

(Shoestring) Con: Trevor Eve,<br />

Michael Medwin, Doran Godwin, Liz<br />

Crowther. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1979, poliziesco, colore (26/60’).<br />

CULT<br />

Uno <strong>dei</strong> detective privati più sui generis<br />

della televisione è inglese, porta i<br />

baffi, sfoggia una cravatta perennemente<br />

allentata e ha un tic: disegnare


Edgar Wallace<br />

su un taccuino i profili di coloro che gli<br />

stanno di fronte. Il suo nome è Eddie<br />

Shoestring (Trevor Eve) ed è un giovane<br />

programmatore di computer che in<br />

seguito a un esaurimento nervoso ha<br />

lasciato il suo lavoro per diventare disc-jockey<br />

nella piccola radio locale<br />

Radio West, da dove lancia appelli del<br />

tipo: “telefonatemi, raccontatemi il<br />

vostro caso e io indagherò per voi”.<br />

Shoestring risolve piccoli casi di cronaca<br />

locale nella Gran Bretagna di fine<br />

anni ’70 presentandosi come un ingenuo<br />

(Colombo docet) in grado di risvegliarsi<br />

quando c’è da individuare il<br />

colpevole. Lo affiancano nel corso del<br />

serial girato a Bristol: la giovane avvocatessa<br />

Erica Bayliss (Doran Godwin);<br />

Don Stachley (Michael Medwin),<br />

il proprietario del network radiofonico<br />

e Sonia (Liz Crowther). Negli<br />

inseguimenti automobilistici il nostro<br />

ha il più delle volte la peggio: la<br />

sua scassata Ford Cortina di seconda<br />

mano rimane spesso al palo. Quando<br />

Shoestring risolve il caso, lo racconta<br />

in diretta con i nomi cambiati per proteggere<br />

le vittime e gli innocenti. La<br />

serie creata da Robert Banks Stewart è<br />

prodotta da quest’ultimo e da Richard<br />

Harris; Banks Stewart ha definito il<br />

protagonista da lui ideato come “maniaco<br />

e irriverente”. Dopo il successo<br />

del <strong>telefilm</strong> in patria, la radio locale di<br />

Bristol ha deciso di chiamarsi Radio<br />

West.<br />

Edgar Wallace (Edgar Wallace Mystery<br />

Package) Con: interpreti vari.<br />

Produzione: Gran Bretagna, poliziesco,<br />

1960, colore (39/60’).<br />

Tre film originariamente concepiti per<br />

il grande schermo diventano invece<br />

una serie televisiva. Tutte le vicende<br />

sono ispirate ai racconti gialli di Edgard<br />

Wallace. Nonostante le pellicole<br />

292<br />

siano state girate in Inghilterra, la loro<br />

destinazione finale doveva essere il<br />

mercato americano.<br />

Edoardo VII principe di Galles<br />

(Edward the Seventh) Con: Timothy<br />

West, Annette Crosbie, John Gielguld,<br />

Robert Hardy, Cheryl Campbell, Deborah<br />

Grant, Jane Lapotaire, Charles<br />

Sturridge. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1975, biografico, colore (13/60’).<br />

“È tutto costruito con abile maestria,<br />

ma con quel tocco inglese che può irritare<br />

un americano”: così scrisse il settimanale<br />

a “stelle e strisce” “Tv Guide”<br />

all’indomani dell’esordio del serial in<br />

America, una delle pietre miliari della<br />

fiction inglese. La storia è quella che<br />

ricostruisce meticolosamente la vita<br />

dell’erede della Regina Vittoria sulla<br />

scorta della biografia scritta da Philip<br />

Magnus. Edoardo ha il volto di Timothy<br />

West; Annette Crosbie interpreta<br />

la Regina Vittoria; John Gielguld è<br />

Benjamin Disraeli; Robert Hardy veste<br />

i panni del principe Alberto; Cheryl<br />

Campbell sale a corte nel ruolo della<br />

principessa Beatrice; Deborah Grant è<br />

Alessandra di Danimarca; Jane Lapotaire<br />

dà vita all’Imperatrice Maria di<br />

Russia. Charles Sturridge interpreta<br />

Edoardo da giovane, quando veniva<br />

soprannominato Bertie. Le riprese sono<br />

state effettuate, con tanto di permesso<br />

della Regina; tra Osbourne House,<br />

Sandringham e altre proprietà di Sua<br />

Maestà. La serie, prodotta da Cecil<br />

Clarke e John Gorrie per la ATV, ha vinto<br />

nel ’75 due BAFTA (British Academy<br />

of Film and Television). La colonna<br />

sonora è composta da Cyril Ornadel.<br />

Effetti collaterali (Side effects) Con:<br />

Albert Schultz, Joseph Ziegler, Jovanni<br />

Sy, Nadia Capone, Anna Pappas,


293 Eischied<br />

Jennifer Dale. Produzione: Canada,<br />

1994, medico, colore (29/60’).<br />

I veri “effetti collaterali” sono stati<br />

quelli di andare in onda lo stesso anno<br />

di E.R. – Medici in prima linea: impossibile<br />

il confronto tra il dottor Ross e il<br />

dottor Greene con i colleghi canadesi.<br />

I dottori Noah Knelman (Albert<br />

Schultz), Jim Barker (Joseph Ziegler),<br />

Donald Chen (Jovanni Sy) e le dottoresse<br />

Diane Camilleri (Nadia Capone),<br />

Gayle Politis (Anna Pappas) e Liz<br />

Anderson (Jennifer Dale) ce la mettono<br />

tutta a far dimenticare i medici di<br />

Chicago… I temerari ideatori sono<br />

Guy Mullally e Brenda Greenberg;<br />

quest’ultima è altresì produttore insieme<br />

a Douglas Wilkinson e David Barlow.<br />

Micky Erbe e Maribeth Solomon<br />

compongono la colonna sonora.<br />

E giustizia per tutti (Equal Justice)<br />

Con: George DiCenzo, Cotter Smith,<br />

Joe Morton, Debrah Farentino, Barry<br />

Miller, Jane Kaczmarek, James Wilder,<br />

Jon Tenney, Sarah Jessica Parker,<br />

Kathleen Lloyd, Lynn Whitfield. Produzione:<br />

Usa, 1990, legale, colore<br />

(13/60’).<br />

I legali dell’ufficio di un procuratore<br />

distrettuale di Pittsburgh sono al centro<br />

di un serial in cui si accavallano<br />

cause processuali e legami personali.<br />

George DiCenzo è il procuratore distrettuale<br />

Arnold Bach; Cotter Smith<br />

interpreta il vice-capo Gene Rogan;<br />

Joe Morton è Michael James; Debrah<br />

Farentino veste i panni di Julie Janovich;<br />

Barry Miller è il maschilista Peter<br />

“Briggs” Brigman; Jane Kaczmarek<br />

copre il ruolo di Linda Bauer, a capo<br />

dell’unità che si occupa di reati sessuali;<br />

James Wilder è Christopher Searls;<br />

Jon Tenney interpreta Peter Bauer; Sarah<br />

Jessica Parker dà vita all’accusatrice<br />

tutta d’un pezzo Jo Ann Harris. Tra<br />

gli altri personaggi ricorrenti del serial:<br />

Jessie Rogan (Kathleen Lloyd), la<br />

moglie di Gene e la presentatrice televisiva<br />

Maggie Mayfield (Lynn Whitfield).<br />

Thomas Carter, David A. Simons<br />

e Christopher Knopf formano il<br />

trio di ideatori e produttori esecutivi.<br />

La colonna sonora è composta da Joseph<br />

Vitarelli. Per questa serie Barry<br />

Miller ha vinto il Golden Globe nel<br />

1991 quale “miglior attore non protagonista”.<br />

Il titolo italiano del <strong>telefilm</strong><br />

richiama la pellicola omonima di Norman<br />

Jewison del 1979 (…E giustizia<br />

per tutti), con Al Pacino nei panni di un<br />

avvocato idealista.<br />

Eischied (Id.) Con: Joe Don Baker,<br />

Alan Oppenheimer, Alan Fudge, Eddie<br />

Egan, Suzanne Lederer, Vincent<br />

Bufano, Joe Cirillo. Produzione: Usa,<br />

1979, poliziesco, colore (13/60’).<br />

A capo <strong>dei</strong> detective della Polizia di<br />

New York non poteva che esserci un<br />

“duro” come Earl Eischied (Joe Don<br />

Baker), il quale conosce a memoria il<br />

codice penale e tutte le strade per aggirarlo:<br />

pur di ottenere giustizia, il nostro<br />

non si intimorisce nel pestare i piedi a<br />

politici e personalità cittadine, compromettendo<br />

quella carriera alla quale<br />

si dedica anima e corpo. Tra i colleghi<br />

al distretto, tutti dediti al distintivo<br />

quanto il loro capo: il capitano Finnerty<br />

(Alan Oppenheimer), il commissario<br />

Kimbrough (Alan Fudge), il capo-ispettore<br />

e amico Ed Parks (interpretato<br />

dall’ex poliziotto Eddie Egan),<br />

la coppia di agenti speciali Carol Wright<br />

(Suzanne Lederer) e Rick Alessi<br />

(Vincent Bufano), il detective Malfitano<br />

(Joe Cirillo). L’unico momento di<br />

vita privata di Eischied è rappresentato<br />

dal gatto P.C. (il cui vero nome è Waldo<br />

Kitty). Il cognome del protagonista<br />

viene pronunciato in originale come


Ellen 294<br />

“Eye-shyed”. La serie, caduta in patria<br />

sotto i colpi di Dallas, segue un film-tv<br />

del 1978 – To kill a cop – sempre con<br />

Baker nei panni di Eischied. David<br />

Gerber firma da produttore esecutivo.<br />

John Cacavas e Roger Webb stendono<br />

un tappeto di note sull’“asfalto che<br />

scotta”.<br />

Ellen (Ellen; These Friends of Mine)<br />

Con: Ellen DeGeneres, Arye Gross,<br />

Holly Fulger, Maggie Wheeler, David<br />

Anthony Higgins, Joely Fisher, Clea<br />

Lewis, Jeremy Piven. Produzione:<br />

Usa, 1994, sit-com, colore (109/30’;<br />

1/60’).<br />

La sit-com, più volte paragonata in<br />

America a Seinfeld per essere intessuta<br />

<strong>dei</strong> piccoli problemi quotidiani, è divenuta<br />

famosa per la dichiarazione di<br />

omosessualità della sua protagonista,<br />

interpretata da una gay dichiarata. Ellen<br />

DeGeneres è Ellen Morgan, proprietaria<br />

del caffè letterario Buy the<br />

Book di Los Angeles, il quale propone<br />

una sfilza di appuntamenti che più che<br />

invitare alla lettura sollecitano la risata.<br />

Al fianco di Ellen si affiancano dapprima<br />

Adam Greene (Arye Gross), il<br />

convivente che divide il suo appartamento;<br />

l’amica Holly (Holly Fulger) e<br />

Anita (Maggie Wheeler), la fidanzata<br />

di Adam. Nel secondo ciclo gli ultimi<br />

due personaggi vengono cancellati,<br />

sostituiti da Joe (David Anthony Higgins),<br />

l’aiutante di Ellen alla libreria e<br />

Paige Clark (Joely Fisher), la nuova<br />

amica della protagonista; Clea Lewis<br />

si aggiunge in corsa al cast nei panni di<br />

Audrey Penney, la noiosa vicina di casa<br />

di Ellen; Gross ha lasciato il set<br />

(Adam si trasferisce a Londra) e Jeremy<br />

Piven è entrato in scena nel ruolo<br />

di Spence Kovak, il nuovo convivente.<br />

Nel terzo ciclo la libreria viene distrutta<br />

da un terremoto; nel quarto la prota­<br />

gonista decide di mettere ordine nella<br />

propria vita. Ellen scopre di essere<br />

omosessuale nel corso di un party al<br />

quale partecipano i volti noti di Demi<br />

Moore, Oprah Winfrey (nei panni della<br />

terapista alla quale Ellen confida la<br />

sua inclinazione), Gina Gershon, Melissa<br />

Etheridge e Laura Dern, quest’ultima<br />

“causa scatenante” dell’animo<br />

gay di Ellen: l’episodio al quale hanno<br />

assistito 42 milioni di americani – trasmesso<br />

dall’ABC il 30 aprile 1997 – ha<br />

raddoppiato la consueta platea televisiva<br />

della serie e ha coinciso con la<br />

contemporanea dichiarazione di omosessualità<br />

della DeGeneres, innamorata<br />

della collega Anne Heche con tanto<br />

di apparizione della coppia al talk<br />

show di Oprah Winfrey. La puntata ha<br />

suscitato critiche e clamore in America,<br />

provocando il ritiro di alcuni spot<br />

da parte della Chrysler e l’etichetta di<br />

“DeGenerate” e “gay-centric” affibiata<br />

dai più acerrimi accusatori anche<br />

verso la società di produzione – la Touchstone<br />

Television – sussidiaria della<br />

Disney. La ABC ha comunque venduto<br />

gli spazi pubblicitari dell’episodio a<br />

300.000 dollari l’uno; le associazioni<br />

gay hanno organizzato feste in diverse<br />

città americane per seguire insieme<br />

l’evento; nello stato dell’Alabama, dove<br />

le tv locali si sono rifiutate di trasmettere<br />

la puntata, il collegamento è<br />

avvenuto via satellite. La serie creata<br />

da Neal Marlens, Carol Black e David<br />

S. Rosenthal è scritta e prodotta dalla<br />

stessa DeGeneres, in quest’ultimo<br />

ruolo in compagnia <strong>dei</strong> produttori esecutivi<br />

Mark Driscoll, Eileen Heisler,<br />

DeAnn Heline, Vic Kaplan, Dava Savel<br />

e gli stessi ideatori Marlens e<br />

Black. Alla musica originale di W.G.<br />

Snuffy Walden si aggiunge il brano<br />

“The Promise” <strong>dei</strong> Texas. La sit-com<br />

girata tra Burbank e Los Angeles in


295 Ellery Queen<br />

California ha vinto tre Emmy Awards,<br />

di cui uno assegnato a Emma Thompson<br />

per una breve apparizione nei<br />

panni di sé stessa. Tra le altre gueststars<br />

della serie: Glenn Close, Cindy<br />

Crawford, Helen Hunt, Jennifer Aniston,<br />

Woody Harrelson, Angie Dickinson<br />

e, nei panni di loro stesse, Mary<br />

Tyler Moore e Joan Jett; Anne Heche,<br />

la fidanzata della DeGeneres, compare<br />

in due episodi.<br />

Ellen Burstyn Show (The Ellen<br />

Burstyn Show) Con: Ellen Burstyn,<br />

Megan Mullally, Jesse Tendler, Elaine<br />

Stritch, Berry Sobel. Produzione: Usa,<br />

1986, sit-com, colore (13/30’).<br />

Sit-com lungo quattro generazioni che<br />

vivono sotto lo stesso tetto a Baltimora.<br />

Ellen Burstyn interpreta una scrittrice<br />

vedova che insegna scrittura<br />

creativa al college; Megan Mullally è<br />

la venticinquenne divorziata Molly<br />

Ross, sua figlia; Jesse Tendler è Nick,<br />

il figlio di 5 anni di Molly; Elaine Stritch<br />

veste i panni di Sydney Brewer, la<br />

mamma scorbutica di Ellen; Berry Sobel<br />

è lo studente Tom Heinz. Il tema<br />

musicale ,“Nothing in the world like<br />

love”, è composto da Artie Butler.<br />

Ellery Queen (Id.) Con: Jim Hutton,<br />

David Wayne, Tom Reese, John Hillerman,<br />

Ken Swofford. Produzione:<br />

Usa, 1975, poliziesco, colore (26/60’;<br />

1/75’).<br />

CULT<br />

Jim Hutton veste i panni dello scrittore<br />

di gialli Ellery Queen, nato a sua volta<br />

dalla penna <strong>dei</strong> cugini Frederic Dannay<br />

e Manfred Bennington Lee. “Il logico<br />

successore di Sherlock Holmes”<br />

scrisse il “Times” recensendo nel 1930<br />

Poltrona n. 30; “il Magellano della<br />

moderna detective story” avrebbe<br />

scritto 25 anni più tardi Rex Stout: nel<br />

1970, poco prima che morisse Manfred<br />

B. Lee, si stimava che nei soli Stati<br />

Uniti 29 <strong>dei</strong> loro libri avessero venduto<br />

oltre mezzo milione di copie ciascuno;<br />

di questi, ben 13 erano quelli<br />

che avevano superato il milione. Basate<br />

sull’ormai classica domanda cinepoliziesca<br />

del whodunit? (non si conosce<br />

l’assassino fino alla rivelazione finale),<br />

le sue investigazioni esordirono<br />

alla radio nel 1939 per poi prendere<br />

forma in televisione nel 1950 (The Adventures<br />

of Ellery Queen, con Richard<br />

Hart), nel 1954 (The Adventures of Ellery<br />

Queen/Mystery Is My Business,<br />

con Hugh Marlowe), nel 1958 (The<br />

Further Adventures of Ellery Queen,<br />

con Georges Nader) e nel 1971 (Don’t<br />

Look Behind, con Peter Lawford). Ma<br />

il personaggio che aiuta il padre ispettore<br />

Richard Queen (David Wayne)<br />

nella risoluzione di casi in cui il sospetto<br />

omicida è sempre circoscritto a<br />

una decina di persone diventa famoso<br />

con il volto di Hutton e con la serie di<br />

metà anni ’70 che lo vede protagonista.<br />

Tom Reese interpreta il sergente<br />

Velie. Nel corso della quarta stagione<br />

vengono inseriti due personaggi che<br />

non apparivano nei romanzi originali:<br />

il detective radiofonico Simon Brimmer<br />

(John Hillerman) e il giornalista<br />

Frank Flannigan (Ken Swofford). Gli<br />

indizi disseminati nel corso dell’episodio<br />

sono ora rivelanti ora fuorvianti<br />

per il telespettatore, il quale viene<br />

coinvolto in prima persona alla stessa<br />

stregua del lettore <strong>dei</strong> best-seller della<br />

coppia Lee-Dannay: il giovane Ellery,<br />

una volta capito chi è il colpevole, si rivolge<br />

verso la telecamera chiedendo<br />

se si è scoperto anche oltre lo schermo<br />

chi è l’assassino. “È tutto chiaro”,<br />

esclama il più delle volte prima della<br />

risoluzione finale; solo che il più delle<br />

volte lo è solo per lui. Richard Levin­


Emil 296<br />

son e William Link sono nel contempo<br />

ideatori e produttori esecutivi del serial<br />

ambientato negli anni ’40 a New<br />

York; Elmer Bernstein e Hal Mooney<br />

firmano le musiche originali. Tra le<br />

guest-stars si riconoscono Joan Collins,<br />

Farley Granger, Ida Lupino, Tom<br />

Bosley, Larry Hagman, Dick Van Patten,<br />

Sal Mineo, Dana Andews, Vincent<br />

Price, Vera Miles, Mel Ferrer.<br />

Emil (Emil i Lönneberga) Con: Jan<br />

Ohlsson, Allan Edwall, Emy Storm,<br />

Lena Wisborg, Björn Gustafson,<br />

Maud Hansson, Carsta Löck. Produzione:<br />

Svezia/Germania, 1975, avventura,<br />

colore (13/60’; 3/90’).<br />

Il piccolo Emil (Jan Ohlsson) di cinque<br />

anni, spesso accompagnato dal fedele<br />

porcellino, ne combina di tutti i<br />

colori. Come quella volta che i genitori<br />

Anton (Allan Edwall) e Alma (Emy<br />

Storm) inciampano in una cesta piena<br />

di granchi o come quando Emil fa finire<br />

per sbaglio il padre in una gigantesca<br />

trappola per topi. Tra gli altri protagonisti<br />

del serial: Ida (Lena Wisborg),<br />

Alfred Drängen (Björn Gustafson),<br />

Lina Pigan (Maud Hansson) e Krösa-<br />

Maja (Carsta Löck). La voce narrante<br />

originale appartiene ad Astrid Lindgren.<br />

Olle Nordemar firma da produttore<br />

esecutivo; le musiche sono composte<br />

da Georg Riedel.<br />

Emma e il nonno (Emma & Grandpa)<br />

Con: Emma Helmer, Alan Mason.<br />

Produzione: Gran Bretagna, 1984, avventura,<br />

colore (11/30’).<br />

Serie naturalistica su una bambina di<br />

sei anni che vive piccole grandi avventure<br />

nei boschi circostanti il cottage del<br />

nonno, nella campagna inglese. Emma<br />

(Emma Helmer) e l’uomo (Alan Mason),<br />

in compagnia dell’inseparabile<br />

labrador Cindy, scoprono così dove la­<br />

sciano le uova i volatili, seguono i sentieri<br />

delle rane, imparano dove cresce<br />

il grano. Il serial, che promuove il<br />

triangolo tra nipoti, anziani e natura, è<br />

stato girato nella regione del Sussex ed<br />

è prodotto dalla società Grasshopper,<br />

premiata al MIFED per il messaggio<br />

pseudo-pedagogico che accompagna<br />

le avventure di Emma.<br />

Emmanuelle: The Tv Series (Id.)<br />

Con: Marcela Walerstein, George Lazenby.<br />

Produzione: Francia, 1993, avventura/erotico,<br />

colore (7/60’).<br />

Dopo aver dato scandalo nei due romanzi<br />

di Emmanuelle Arsan (pseudonimo<br />

della tailandese Marayat Kramsaseddinsh<br />

Virajjakam), il personaggio<br />

che fa del sesso una filosofia di vita<br />

si trasferisce sul piccolo schermo dopo<br />

aver visto la luce letteraria nel 1965:<br />

Emmanuelle ha il volto della ventenne<br />

Marcela Walerstein, mentre Sylvia<br />

Kristel, colei che l’aveva interpretata<br />

al cinema nei primi quattro capitoli<br />

della saga – Emmanuelle (1973), Emmanuelle<br />

l’antivergine (1975), Goodbye<br />

Emmanuelle (1977), Emmanuelle<br />

4 (1984) – compare da guest-star.<br />

George Lazenby ha il ruolo di Mario, il<br />

“tutore” delle avventure della protagonista.<br />

Rispetto ai racconti su carta, sopravvive<br />

la cultura cosmopolita dell’eroina<br />

sessualmente emancipata in<br />

omaggio al classico binomio tra erotismo<br />

ed esotismo. E così Emmanuelle<br />

viaggia, alla ricerca del piacere, dall’India<br />

ad Anversa, da Hong Kong alla<br />

Grecia, da Bali a New York, dal Tibet a<br />

Venezia. Alain Siritzky firma da produttore.<br />

La colonna sonora è composta<br />

da Pierre Bachelet. Tra le note di produzione<br />

si legge che gli attori e le attrici<br />

erano così abituati a rimanere nudi<br />

sul set che solitamente non si rivestivano<br />

neanche per il pranzo.


297 È proibito ballare<br />

E.N.G. – Presa diretta (E.N.G.)<br />

Con: Sara Botsford, Mark Humphrey,<br />

Art Hindle, Jonathan Welsh, Neil Dainard,<br />

Karl Pruner, Cynthia Belliveau,<br />

J.H. Millington, Mary Beth Rubens,<br />

George R. Robertson, Sherry Miller,<br />

Lisa LaCroix. Produzione: Canada,<br />

1989, drammatico, colore (94/60’).<br />

La storia on the air ruota attorno alle<br />

vicende <strong>dei</strong> dipendenti del network canadese<br />

Channel 10, tra edizioni straordinarie,<br />

dirette e amori dietro le quinte,<br />

tutti in nome degli indici di ascolto.<br />

Tra i protagonisti: Sara Botsford è la<br />

produttrice Ann Hildebrandt, Mark<br />

Humphrey indossa i panni del cameraman<br />

Jake Antonelli, Art Hindle è il<br />

nuovo direttore “acchiappa-audience”<br />

Mike Fennell, Jonathan Welsh entra in<br />

scena come Eric MacFarlane, Neil<br />

Dainard è il giornalista paralizzato<br />

J.C. Callahan, Karl Pruner assume l’identità<br />

del reporter Dan Watson,<br />

Cynthia Belliveau è Terri Morgan,<br />

J.H. Millington assume il ruolo di Seth<br />

Miller, Mary Beth Rubens presta il<br />

volto a Bobbi Katz, George R. Robertson<br />

è il manager Kyle Copeland,<br />

Sherry Miller compare come Jane Oliver,<br />

Lisa LaCroix è Kelly Longstreet.<br />

La serie, girata a Toronto, nell’Ontario,<br />

è prodotta da Jennifer Black, Bob<br />

Carney e Jeff King. Il <strong>telefilm</strong> non è<br />

giunto a quota 100 puntate a causa di<br />

quegli ascolti decrescenti che causavano<br />

gli incubi al direttore di Channel 10.<br />

Enos (Id.) Con: Sonny Shroyer, Samuel<br />

E. Wright, John Denher, John<br />

Milford, Leo V. Gordon. Produzione:<br />

Usa, 1980, poliziesco, colore (20/30’).<br />

COTTO<br />

Enos (Sonny Shroyer), l’incapace vice-sceriffo<br />

di Hazzard, lascia la contea<br />

per rispondere all’invito della polizia<br />

di Los Angeles per uno stage. Turk<br />

Adams (Samuel E. Wright) diventa il<br />

suo nuovo collega di avventure; il tenente<br />

Broggi (John Denher) impartisce<br />

loro ordini e rimproveri; non meno<br />

autoritari sono il capitano Dempsey<br />

(John Milford) e il sergente Kick (Leo<br />

V. Gordon). Il <strong>telefilm</strong> viene raccontato<br />

attraverso le lettere che il protagonista<br />

scrive all’amata Daisy Duke, la<br />

quale compare a fargli visita nel settimo<br />

episodio; in ogni puntata Enos<br />

chiosa quanto gli succede con tipici<br />

detti del sud. Quando lo spin-off è stato<br />

cancellato per i bassi ascolti, nel 1981,<br />

Enos ha fatto ritorno nella sua amata<br />

Hazzard. Paul R. Picard e Gy Waldron<br />

firmano da produttori esecutivi. Dennis<br />

McCarthy è l’autore della colonna<br />

sonora.<br />

È proibito ballare Con: Nestor Garay,<br />

Arnaldo Ninchi, Carla Cassola,<br />

Davide Celli, Enrico Salimbeni, Valeria<br />

Cavalli, Blas Roca Rey, Vincenzo<br />

Crocitti. Produzione: Italia, 1989, sitcom,<br />

colore. (65/30’)<br />

La mano di Pupi Avati, curatore della<br />

serie, si nota nella descrizione delicata<br />

e affettuosa di un mondo giovanile di<br />

provincia, nello stile sommesso e nella<br />

recitazione spontanea degli interpreti.<br />

Nel locale Al&Al (dalle iniziali <strong>dei</strong><br />

due gestori Aldo e Alberto) si ritrova<br />

una piccola folla di personaggi; soprattutto<br />

di sera, quando si esibisce un<br />

complesso di giovani jazzisti (il divieto<br />

di ballare del titolo si riferisce appunto<br />

al jazz, intesa come musica da<br />

ascoltare). Personaggi ricorrenti del<br />

serial sono i due boss del club, che oltre<br />

a essere soci sono amici per la pelle:<br />

Aldo (Nestor Garay), mite e goffo,<br />

pessimo cuoco e pessimo barman, è<br />

spesso vittima degli scherzi degli avventori;<br />

Alberto (Arnaldo Ninchi) è invece<br />

sicuro di sé, ancora playboy no­


Equipaggio tutto matto, Un<br />

nostante l’età che avanza, generoso e<br />

disponibile, eletto quale confidente da<br />

tutti i clienti. A loro due si aggiungono<br />

Clara (Carla Cassola), la moglie di Aldo;<br />

Davide (Davide Celli), il figlio sovrappeso<br />

di Aldo e Clara; Salimbeni<br />

(Enrico Salimbeni), il compagno di<br />

scuola di Davide; Marta (Valeria Cavalli),<br />

studentessa di psicologia che si<br />

mantiene lavorando come cameriera<br />

del locale; Andrea (Blas Roca Rey), ex<br />

studente di conservatorio fidanzato<br />

con Marta; Riccardo (Vincenzo Crocitti),<br />

impiegato di banca. Tra litigi di<br />

coppia, scherzi, equivoci e piccoli problemi,<br />

la serie tende a mettere in scena<br />

quella verosimiglianza della quale<br />

Avati è garante. La colonna sonora è<br />

composta da G. Tommaso.<br />

Equipaggio tutto matto, Un<br />

(McHale’s Navy) Con: Ernest Borgnine,<br />

Joe Flynn, Tim Conway, Carl Ballantine,<br />

Gary Vinson, Bob Hastings,<br />

Billy Sands, Gavin MacLeod, Edson<br />

Stroll, John Wright, Yoshio Yoda, Simon<br />

Scott, Jay Novello, Dick Wilson.<br />

Produzione: Usa, 1962, sit-com/avventura,<br />

b/n (138/30’; 2/60’).<br />

L’ambientazione – il Sud Pacifico nel<br />

corso della Seconda guerra mondiale –<br />

non ispirerebbe certo il buon umore: a<br />

strappare la risata è un cast di caratteristi<br />

di “navigata” esperienza. Ernest<br />

Borgnine è il tenente Quinton McHale,<br />

al comando di un equipaggio di inetti<br />

che rischiano di far affondare più<br />

la loro nave che quella <strong>dei</strong> nemici. Joe<br />

Flynn veste la divisa dell’infuriato capitano<br />

Wallace Binghamton, il superiore<br />

di McHale; Tim Conway è il<br />

guardiamarina Chuck Parker, che viene<br />

scelto dal capitano per sferzare gli<br />

uomini nella (vana) speranza di farli<br />

diventare eroi. Il resto del matto equipaggio<br />

annovera: Lester Gruber (Carl<br />

298<br />

Ballantine), “Christy” Cristopher (Gary<br />

Vinson), il tenente Carpenter (Bob<br />

Hastings), “Tinker” Bell (Billy Sands),<br />

Happy Haines (Gavin MacLeod, destinato<br />

in seguito a diventare capitano<br />

di un’altra nave “televisiva”: Love<br />

Boat), Virgil Edwards (Edson Stroll),<br />

Willy Moss (John Wright) e Fuji (Yoshio<br />

Yoda), il cuoco giapponese. All’inizio<br />

della quarta stagione arriva l’ordine<br />

di trasferirsi dall’isola di Taratupa<br />

in Italia, vicino alla città di Voltafiore.<br />

Entrano nel cast il generale Bronson<br />

(Simon Scott), il maggiore Lugatto<br />

(Jay Novello) e l’italiano Dino Barone<br />

(Dick Wilson). Immaginate la reazione<br />

<strong>dei</strong> marinai quando sale a bordo come<br />

guest-star Raquel Welch. Con i<br />

suoi 138 episodi, è una delle sit-com<br />

militari più longeve della storia. Axel<br />

Stordhal, ex capo-orchestra di Frank<br />

Sinatra, è l’autore del tema musicale.<br />

Edward J. Montagne e Si Rose sono i<br />

produttori del serial in onda da principio<br />

all’interno del contenitore Alcoa<br />

Premiere con il titolo Seven Against<br />

the Sea, per poi dare vita a due film<br />

(uno, Marinai, topless e guai del 1964,<br />

è arrivato anche in Italia).<br />

Eredità <strong>dei</strong> Guldenburg, L’ (Das<br />

Erbe der Guldenburgs) Con: Karl<br />

Heinz Vosgerau, Brigitte Horney, Christiane<br />

Horbiger, Katharina Bohm, Jochen<br />

Horst, Wolf Roth, Jurgen Goslar,<br />

Ruth-Maria Kubitschek, Susanne Uhlen,<br />

Iris Berben. Produzione: Germania,<br />

1987, drammatico, colore<br />

(39/60’).<br />

Dynasty alla tedesca in una serie che<br />

racconta gli intrighi di due famiglie<br />

avversarie: i Guldenburg e i Balbeck. I<br />

Guldenburg vivono in un castello nello<br />

Schleswig-Holstein e si sollazzano<br />

nell’agio della nobile borghesia, dividendosi<br />

tra la Costa Azzurra e le uni­


299 E.R. – Medici in prima linea<br />

versità di Oxford e Amburgo. L’eredità<br />

del titolo entra in gioco alla morte<br />

di Martin (Karl Heinz Vosgerau), che<br />

perisce in seguito a un incidente stradale;<br />

per la spartizione dell’immenso<br />

patrimonio i componenti della famiglia<br />

sono disposti a tutto, a scandali, ripicche<br />

e perfidie di varia disumanità.<br />

Tra gli aspiranti eredi: Herta (Brigitte<br />

Horney), Christine (Christiane Horbiger),<br />

Susanne (Katharina Bohm),<br />

Alexander (Jochen Horst), Thomas<br />

(Wolf Roth) e Max (Jurgen Goslar).<br />

Tra i Balbeck: Margot (Ruth-Maria<br />

Kubitschek), Kitty (Susanne Uhlen)<br />

ed Evelyn (Iris Berben). La diatriba tra<br />

le due famiglie si complica quando<br />

Thomas si invaghisce di Kitty. La serie<br />

è prodotta da Gerd Bauer e Dieter<br />

Steinhoff. La colonna sonora è composta<br />

da Eberhard Schoner.<br />

E.R. – Medici in prima linea (E.R.)<br />

Con: Anthony Edwards, George Clooney,<br />

Sherry Stringfield, Eriq La Salle,<br />

Noah Wyle, Julianna Margulis, William<br />

H. Macy, CCH Pounder, Rick<br />

Rossovich, Gloria Reuben, Ming-Na<br />

Wen, Christine Elise, Amy Aquino,<br />

Alex Kingston, Kellie Martin, Ron Eldard,<br />

Laura Innes, John Aylward, Christine<br />

Harnos, Bruce Nozick, James Farentino,<br />

Rose Gregorio, Michael Beach,<br />

Maria Bello, Jorja Fox, Kathleen<br />

Wilholte, Lisa Nicole Carson, Paul<br />

McCrane, Goran Visnjic, Maura Tierney,<br />

Mekhi Phifer, Sharif Atkins, Parminder<br />

Nagra, Linda Cardellini, Scott<br />

Grimes, Shane West. Produzione: Usa,<br />

1994, medico, colore (246/60’).<br />

SUPERCULT<br />

Creato dallo scrittore Michael Crichton,<br />

ex studente di medicina ad Harvard<br />

nonché regista di Coma profondo<br />

(1978), il serial medico più popolare<br />

dell’ultimo decennio è andato in onda<br />

in America sulla NBC un giorno dopo<br />

Chicago Hospital della CBS, anch’esso<br />

ambientato in un ospedale di Chicago.<br />

In realtà la lotta degli ascolti a colpi di<br />

bisturi è finita con la netta vittoria del<br />

serial ideato dal romanziere: secondo<br />

nella classifica generale degli ascolti<br />

nel primo anno di programmazione, il<br />

<strong>telefilm</strong> che vanta tra i produttori Steven<br />

Spielberg si aggiudicò il migliore<br />

risultato di tutti i tempi per una serie<br />

drammatica al debutto, nonché il più<br />

alto piazzamento degli ultimi dieci anni<br />

prima del 1994. All’Emergency<br />

Room del Cook County General Hospital,<br />

dove il sangue schizza e la telecamera<br />

non si limita a descrivere cuffiette<br />

e mascherine, il personale medico<br />

si destreggia tra crisi cardiache e<br />

crisi personali, tra casi clinici e casi<br />

umani: tra gli altri, il dottor Mark Greene,<br />

detto “Ciccio” (Anthony Edwards),<br />

aiuto primario molto qualificato, combattuto<br />

tra il lavoro che lo assorbe e la<br />

mancanza di vita privata; se riesce a risolvere<br />

al meglio i casi di pronto intervento,<br />

non sempre trova una soluzione<br />

per quelli fuori dall’ospedale; il dottor<br />

Douglas Ross (George Clooney), pediatra<br />

playboy dall’innegabile charme<br />

che in più di un’occasione rinnega il<br />

protocollo ospedaliero; la dottoressa<br />

Susan Lewis (Sherry Stringfield); il<br />

dottor Peter Benton (Eriq La Salle), assistente<br />

chirurgo al quarto anno, perfezionista<br />

e schivo a mostrare le proprie<br />

emozioni; il giovane dottor John Carter<br />

(Noah Wyle), che ha effettuato il tirocinio<br />

con Benton; Carol Hathaway<br />

(Julianna Margulis), infermiera caposala<br />

che con la calma e le proprie qualità<br />

professionali riesce a risolvere<br />

qualsiasi caos o burocrazia; dopo un<br />

tentato suicidio, per lei i pazienti vengono<br />

prima di tutto; il dottor David<br />

Morgenstern (William H. Macy), pri­


E.R. – Medici in prima linea<br />

mario del Pronto Soccorso; la dottoressa<br />

Angela Hicks (CCH Pounder),<br />

chirurgo; il dottor John Taglieri (Rick<br />

Rossovich), ortopedico; Jeanie Boulet<br />

(Gloria Reuben), assistente medico<br />

che contrae l’AIDS; la dottoressa Deb<br />

Chen (Ming-Na Wen), studentessa di<br />

medicina; Harper Tracy (Christine Elise),<br />

studentessa del terzo anno; la dottoressa<br />

Janet Coburn (Amy Aquino),<br />

ostetrica-ginecologa; la psichiatra Nina<br />

Pomerantz (Jami Gertz); la dottoressa<br />

Elisabeth Corday (Alex Kingston),<br />

giunta dall’Inghilterra per specializzarsi<br />

in chirurgia; la studentessa<br />

idealista Lucy Knight (Kellie Martin),<br />

poi uccisa da uno psicopatico in corsia;<br />

il paramedico Raymond “Shep”<br />

Shepherd (Ron Eldard); la dottoressa<br />

Kerry Weaver (Laura Innes), che con<br />

la sua abilità in situazioni critiche riesce<br />

a conquistarsi, se non l’affetto, almeno<br />

il rispetto <strong>dei</strong> colleghi (salvo poi<br />

cercare di nascondere la propria omosessualità<br />

all’interno dell’ospedale);<br />

Donald Anspaugh (John Aylward), il<br />

capo dell’ospedale; il dottor Al Boulet<br />

(Michael Beach), il quale contrae<br />

l’AIDS; la dottoressa Anna Del Amico<br />

(Maria Bello), protagonista di una breve<br />

ma intensa relazione con Carter (il<br />

personaggio di Anna, seppur di breve<br />

durata, è fra i più rimpianti dagli appassionati<br />

della serie); la fredda dottoressa<br />

Maggie Doyle (Jorja Fox). Fuori<br />

dal Pronto Soccorso fanno la loro<br />

comparsa Jennifer Simon-Greene<br />

(Christine Harnos), ex moglie di Mark<br />

che in seguito sposa Craig (Bruce Nozick);<br />

Ray Ross (James Farentino), il<br />

padre di Doug; Helen Hathaway (Rose<br />

Gregorio), la madre di Carol; Chloe<br />

Lewis (Kathleen Wilholte), sorella di<br />

Susan. Dal quarto ciclo fa la sua comparsa<br />

l’assai cinico dottor Robert Romano<br />

detto “Missile” (interpretato da<br />

300<br />

Paul McCrane), per il quale il County<br />

General è tutta la vita (e la morte: dopo<br />

aver perso il braccio sinistro in un incidente<br />

d’elicottero durante un’operazione<br />

di soccorso, nel corso della decima<br />

stagione verrà ucciso da un altro<br />

elicottero piovuto dal tetto dell’ospedale<br />

che tanto amava). Nella sesta stagione<br />

debutta il personaggio dell’infermiera<br />

Abby Lockart (Maura Tierney),<br />

destinata a intrecciare una relazione<br />

altalenante con Carter. Poi, nell’ottavo<br />

ciclo, fanno il loro ingresso<br />

l’arrogante ma assai capace dottor<br />

Gregory Pratt (Mekhi Phifer), una sorta<br />

di erede del dottor Benton, e lo scrupoloso<br />

e tollerante dottor Michael Gallant<br />

(Sharif Atkins), medico dell’esercito<br />

che decide di partire per l’Iraq.<br />

Nella decima stagione, il Cook County<br />

apre le sue porte alla tirocinante Neela<br />

Rasgotra (Parminder Nagra), dapprima<br />

timida ma poi in grado di farsi valere;<br />

l’infermiera, con figlio a carico,<br />

Samantha Taggar detta “Sam” (Linda<br />

Cardellini), alter ego di Abby e nuovo<br />

amore di Kovac; l’insopportabile e disattento<br />

dottor Archie Morris (Scott<br />

Grimes), il quale si dimostra più interessato<br />

agli spinelli che ai pazienti.<br />

Nell’undicesimo ciclo è infine la volta<br />

del giovane dottor Ray Barnett (Shane<br />

West), tutto punk-rock, ragazze e tatuaggi.<br />

In corsia e fuori, tra un’operazione<br />

e un intervento, i medici protagonisti<br />

cuciono e scuciono, oltre ai pazienti,<br />

relazioni sentimentali “a cuore<br />

aperto”. Tra le altre: quella che lega<br />

Ross a Carol; quella tra Benton e Jeanie<br />

nonché tra il primo e Carla (Lisa<br />

Nicole Carson), dalla quale nasce un<br />

figlio sordo. Eriq La Salle ha chiesto e<br />

ottenuto che venisse modificata la sceneggiatura<br />

del legame tra il suo personaggio<br />

ed Elisabeth Corday: mentre<br />

Benton era duro e insofferente nel rap­


301 E.R. – Medici in prima linea<br />

porto con le prime due, entrambe di<br />

colore, si doveva dimostrare estremamente<br />

affettuoso e disponibile con la<br />

terza, di pelle bianca; “dobbiamo stare<br />

attenti al messaggio che arriva agli<br />

afroamericani – ha motivato l’attore ai<br />

produttori – dobbiamo adottare lo stesso<br />

comportamento nei confronti delle<br />

persone di colore e di quelle di pelle<br />

bianca”; detto fatto, Benton e Corday<br />

si sono lasciati. Proprio La Salle, con i<br />

suoi oltre 8 milioni di dollari (14 miliardi<br />

e mezzo di lire) all’anno, è diventato<br />

uno <strong>dei</strong> divi tv più pagati d’America,<br />

alle spalle di Anthony Edwards<br />

e Noah Wyle, gli altri due attori della<br />

serie che sono stati reclutati per 35 milioni<br />

di dollari a triennio; di contro,<br />

trenta secondi di pubblicità all’interno<br />

del serial sono arrivati a costare, nel<br />

2000, 600.000 dollari (oltre un miliardo<br />

e 200 milioni di vecchie lire). George<br />

Clooney, che nel 1984 era nel cast<br />

di P/S – Pronto Soccorso (E/R), è stato<br />

il primo attore della televisione ad aver<br />

partecipato a due serie differenti con lo<br />

stesso titolo originale; la partenza del<br />

suo personaggio ha gettato nello<br />

sconforto le fans più agguerrite, solo in<br />

parte consolate dall’entrata in scena di<br />

un nuovo medico, il dottor Luka Kovac<br />

(interpretato dal croato Goran Visnjic),<br />

rubacuori come il predecessore.<br />

Ha destato scalpore e commozione la<br />

sofferta dipartita del dottor Greene per<br />

un tumore al cervello, seguita in America<br />

da ben 37 milioni di telespettatori:<br />

dopo aver scoperto di avere solo pochi<br />

mesi di vita, Greene decide di concedersi<br />

un’ultima vacanza alle Hawaii<br />

con la figlia quattordicenne per riallacciare<br />

i rapporti interrotti; un ultimo desiderio<br />

prima di spirare nel sonno, tra<br />

le braccia dell’amata Corday. La popolarità<br />

del serial è dimostrata dall’avventura<br />

accaduta a Noah Wyle in ae­<br />

reo: quando un passeggero si è sentito<br />

male e il comandante ha chiesto se ci<br />

fossero medici a bordo, tutti i passeggeri<br />

si sono voltati verso l’interprete<br />

del dottor Carter, il quale di medicina<br />

ne sapeva ben poco. Oltre allo stesso<br />

Crichton e a Spielberg, firmano da<br />

produttori esecutivi Carol Flint, Lydia<br />

Woodward e John Wells, tutti e tre reduci<br />

dal successo di China Beach<br />

(1988); Wells, in particolare, è anche<br />

coideatore della serie nonché regista di<br />

un episodio. Dietro la cinepresa c’è da<br />

segnalare la presenza di Quentin Tarantino<br />

in una puntata e di Anthony<br />

Edwards per tre volte; Mimi Leder, regista<br />

di più di un episodio, ha scelto<br />

Clooney per la sua opera prima al cinema<br />

(The Peacemaker, 1997). Alan Alda,<br />

indimenticabile medico sui generis<br />

in M.A.S.H., compare nel camice del<br />

dottor Lawrence, il quale confessa di<br />

soffrire del morbo di Alzheimer; Rebecca<br />

De Mornay ricopre il ruolo di<br />

Elaine, la fidanzata di Carter affetta da<br />

un tumore al seno; Sally Field dà vita<br />

alla madre instabile di Abby; Thandie<br />

Newton è Makemba “Kem” Likasu, la<br />

bella africana che rapisce il cuore del<br />

dottor Carter, allorquando egli, più per<br />

dimenticare Abby che per spirito umanitario,<br />

raggiunge Kovac in Congo.<br />

Tra gli altri volti noti di passaggio in<br />

corsia: Scottie Pippen, Vingh Rames,<br />

Andrea Parker, William H. Macy,<br />

Lucy Liu, Piper Laurie, Megan Gallagher,<br />

Marg Helgenberger, Mena Suvari,<br />

Kirsten Dust, Mariska Hargitay,<br />

George Eads, Eva Mendes, Mickey<br />

Rooney, Marlee Matlin, Amy Stewart,<br />

Dakota Fanning, James Belushi, Tom<br />

Bosley, Julie Delpy, Lori Petty,<br />

Edward Asner, Bob Newhart, Ray<br />

Liotta, Cynthia Nixon. La colonna sonora,<br />

che ha vinto un Emmy Award nel<br />

1995, è composta da Marty Davich e


Eroe da quattro soldi, Un<br />

James Newton Howard. Tra i numerosi<br />

riconoscimenti al serial, 21 Emmy<br />

Awards, 11 ASCAP Awards, 2 ASC<br />

Awards, 4 Artios, 4 DGA Awards, 5<br />

Image Awards, 4 Golden Reel Awards,<br />

un Peabody Award, 6 People’s Choice<br />

Awards, 3 Tv Guide Awards, un TCA<br />

Award, 7 Q Awards e un Golden Globe.<br />

L’idea di una storia su un Pronto<br />

Soccorso venne a Crichton nel corso<br />

degli anni di praticantato al Massachusetts<br />

General Hospital; originariamente<br />

la prima stesura si chiamava E.W.<br />

(Emergency Ward): “Volevo scrivere<br />

qualcosa che fosse il più possibile vicino<br />

alla realtà, raccontare la medicina<br />

in maniera alquanto realistica, quasi<br />

documentaristica”, disse in seguito lo<br />

scrittore che firma il serial altresì da<br />

produttore esecutivo; dapprima E.R.<br />

doveva diventare un film diretto da<br />

Spielberg, amico di vecchia data di<br />

Crichton, ma quando quest’ultimo<br />

parlò al cineasta di Jurassic Park il regista<br />

accantonò i medici per accendere<br />

i riflettori sui dinosauri; finalmente,<br />

nell’ottobre del 1993, Tony Thomopoulos<br />

della Amblin Television riportò<br />

in auge l’idea proponendo di farne un<br />

serial televisivo. La prima sceneggiatura,<br />

che prevedeva 87 scene e più di<br />

100 ruoli parlanti, intrisa di termini<br />

tecnici e di riprese con la steadycam,<br />

denotò l’ambizione di un serial che<br />

bussava nel contempo alla realtà, al cinema<br />

e alla soap. Lo schema del serial<br />

è quasi fisso; il colpo di scena non è<br />

mai unico; non esiste un inizio, un climax<br />

e una fine; l’andamento somiglia<br />

al tracciato di un elettrocardiogramma;<br />

le porte con la scritta “please keep<br />

doors closed at all times” si aprono di<br />

botto, la barella irrompe, le presentazioni<br />

sono secche, “allenatore di<br />

hockey, 37 anni, schiacciato contro la<br />

sponda del campo, possibile lacerazio­<br />

302<br />

ne dell’anca”; i tempi morti non esistono;<br />

“6 unità di 0 negativo, emocromo,<br />

controlli ematici”. I dialoghi sono serrati,<br />

restituiscono il dramma senza mai<br />

indugiare sul dolore; lo stacco dalle lacrime<br />

della madre sul corpo esanime<br />

del figlio è fulmineo. Medici e infermieri<br />

sono ritratti come persone piene<br />

di problemi e contraddizioni; il realismo<br />

cede il passo alla credibilità. “La<br />

maggior parte <strong>dei</strong> serial medici racconta<br />

le vicissitudini <strong>dei</strong> pazienti” – ha<br />

affermato Wells – “la nostra serie punta<br />

invece sui dottori”. Il 25 settembre<br />

1997 la NBC ha trasmesso un episodio<br />

dal vivo: per via del fuso orario coast<br />

to coast, è stato girato due volte, con<br />

alcune differenze tra un’edizione e<br />

l’altra. Il 12 dicembre del 2002 il vero<br />

County General Hospital ha chiuso i<br />

battenti dopo quasi ottant’anni di onorata<br />

carriera, nel giorno in cui la NBC<br />

trasmetteva un episodio natalizio ambientato<br />

nell’ospedale più popolare<br />

dell’immaginario. Il 23 settembre<br />

2004 il serial ha conosciuto in patria la<br />

sua prima storica sconfitta negli ascolti<br />

del giovedì, la serata più contesa dai<br />

pubblicitari per via del massimo bacino<br />

settimanale di utenti in ascolto: per<br />

la cronaca, la serie medica ha totalizzato<br />

19,7 milioni di spettatori, contro<br />

Senza traccia sulla CBS che ne ha ottenuti<br />

21,5 milioni (ma E.R. ha prevalso<br />

nella fascia demografica più contesa<br />

dagli sponsor, quella tra i 18 e i 49 anni).<br />

Sempre nel 2004, E.R. – Medici in<br />

prima linea è risultata la “migliore serie<br />

medica di sempre” nel sondaggio<br />

promosso dall’Accademia <strong>dei</strong> Telefilm<br />

in occasione <strong>dei</strong> 50 anni della tv<br />

italiana.<br />

Eroe da quattro soldi, Un (The<br />

Hero) Con: Richard Mulligan, Mariette<br />

Hartley, Bobby Horan, Victor Fren­


303 Eroi di Hogan, Gli<br />

ch, Joey Baio. Produzione: Usa, 1966,<br />

sit-com, colore (16/30’).<br />

Un <strong>telefilm</strong> nel <strong>telefilm</strong>: la storia ruota<br />

attorno alla figura di Sam Garret (Richard<br />

Mulligan), tanto eroe nel serialwestern<br />

Jed Clayton-U.S. Marshal,<br />

tanto individuo goffo e inetto fuori dal<br />

set. Mariette Hartley interpreta la moglie<br />

Ruth; Bobby Horan è il figlio<br />

Paul; Victor French bussa alla porta<br />

nei panni del vicino Fred Gilman; Joey<br />

Baio è Burton, il figlio di Fred. Oltre a<br />

essere il creatore della serie, Leonard<br />

Stern firma da produttore esecutivo,<br />

insieme a Daniel Melnick e David<br />

Susskind.<br />

Eroi di Hogan, Gli (Hogan’s Heroes)<br />

Con: Bob Crane, Robert Clary, Richard<br />

Dawson, Ivan Dixon, Kenneth<br />

Washington, Larry Hovis, Werner<br />

Klemperer, John Banner, Cynthia<br />

Linn, Sigrid Valdis, Leon Askin,<br />

Howard Caine, Nita Talbot. Produzione:<br />

Usa, 1965, sit-com, colore<br />

(168/30’).<br />

CULT<br />

Nonostante il luogo – un campo di<br />

concentramento nel corso della Seconda<br />

guerra mondiale – il <strong>telefilm</strong> assume<br />

i toni della sit-com. Allo Stalag 13<br />

non sono i tedeschi a dettar legge, ma il<br />

colonnello dell’aviazione americana<br />

Robert Hogan (Bob Crane), a capo di<br />

una pattuglia di “eroi per caso” che riescono<br />

a tramutare la detenzione in un<br />

soggiorno turistico. Agli ordini di Hogan<br />

rispondono: il caporale francese<br />

nonché cuoco Louis LeBeau (interpretato<br />

da Robert Clary, internato da bambino<br />

in un campo di concentramento<br />

nazista), il caporale inglese Peter<br />

Newkirk (Richard Dawson), i caporali<br />

americani James Kinchloe (Ivan<br />

Dixon) e Richard Baker (Kenneth Washington),<br />

il sergente Andrew Carter<br />

(Larry Hovis). Nel corso del serial, i<br />

simpatici prigionieri si dimostrano più<br />

furbi <strong>dei</strong> loro carcerieri, i quali vengono<br />

beffati praticamente in ogni puntata:<br />

i nostri riescono a comunicare con<br />

gli Alleati grazie a una radio nascosta<br />

in un buco, si muovono indisturbati attraverso<br />

un tunnel sotterraneo, tranciano<br />

le linee telefoniche tedesche, costruiscono<br />

un laboratorio efficientissimo,<br />

si prendono gioco <strong>dei</strong> secondini,<br />

cucinano prelibati piatti francesi; addirittura,<br />

arrivano a mettere un microfono<br />

dietro il ritratto di Hitler. Alla fine,<br />

la fuga è un miraggio quasi inutile. E<br />

così i veri “prigionieri” diventano il<br />

colonnello Wilhelm Klink (Werner<br />

Klemperer), terrorizzato di essere<br />

mandato al fronte russo al minimo errore<br />

e il suo fedele e inetto aiutante, il<br />

sergente Hans Schultz (John Banner,<br />

che per ironia della sorte vanta origini<br />

ebree). I veri cattivi sono il generale<br />

Albert Burkhalter (Leon Askin), il superiore<br />

della Gestapo con il vizio per le<br />

donne, nonché il maggiore Wolfgang<br />

Hochstetter (Howard Caine), devotissimo<br />

alla causa del Führer. Marya (Nita<br />

Talbot) è la bella spia russa che aiuta<br />

in più di un’occasione Hogan, del quale<br />

si è invaghita segretamente. Completano<br />

l’appello: Helga (Cynthia<br />

Linn) e Hilda (Sigrid Valdis), le segretarie<br />

di Klink. Bernard Fein e Albert S.<br />

Ruddy sono i creatori della serie che si<br />

è aggiudicata 2 Emmy Awards;<br />

Edward H. Feldman firma la produzione<br />

esecutiva per la Bing Crosby<br />

Productions; Bob Crane s’impegna<br />

anche dietro le quinte con la sua casa<br />

produttrice (la Bob Crane Enterprises);<br />

Jerry Fielding è l’autore della colonna<br />

sonora e del tema musicale “Hogan’s<br />

Heroes”. Le riprese sono state<br />

effettuate a Culver City, nei Desilu<br />

Studios. L’idea del serial è tratta da


Erotic Tales 304<br />

film di genere come Stalag 17 (1953)<br />

di Billy Wilder e La grande fuga<br />

(1963) di John Sturges. La NBC ha cercato<br />

di duplicare il boom del <strong>telefilm</strong><br />

con Campo 44, in cui un gruppo di soldati<br />

americani e inglesi si ritrova prigioniero<br />

in una base italiana durante la<br />

seconda guerra mondiale, facendosi<br />

beffe <strong>dei</strong> carcerieri al pari di Hogan:<br />

per (nostra) fortuna è andata in onda<br />

soltanto la puntata-pilota, il 9 settembre<br />

1967. Nel 2003 la serie è tornata in<br />

auge quando Silvio Berlusconi ha paragonato<br />

il sergente Shultz a un parlamentare<br />

tedesco quasi omonimo<br />

(Martin Scultz) che lo aveva criticato<br />

durante il discorso inaugurale del semestre<br />

di presidenza italiana nel Parlamento<br />

Europeo (“un bonaccione a cui<br />

ne combinano di tutti i colori”, lo ha<br />

definito il premier italiano). Per i fans<br />

del <strong>telefilm</strong> risulta imperdibile Auto<br />

Focus, la pellicola del 2002 di Paul<br />

Schrader sulla vita tutta “sesso, droga<br />

e videotapes” di Bob Crane.<br />

Erotic Tales (Tales of Erotica; Erotic<br />

Tales) Con: interpreti vari. Produzione:<br />

Usa, 1996, drammatico, colore<br />

(4/60’).<br />

Un poker di fantasie erotiche viene<br />

raccontato attraverso gli occhi di quattro<br />

registi (Bob Rafelson, Ken Russell,<br />

Susan Seidelman, Melvin Van Peebles).<br />

Tra gli interpreti spicca la presenza<br />

di Mira Sorvino. La serie è vietata<br />

ai minori di 18 anni, più per il linguaggio<br />

disinvolto che per le immagini<br />

esplicite.<br />

Esprimi un desiderio (You wish)<br />

Con: John Ales, Harley Jane Kozak,<br />

Alex McKenna, Nathan Lawrence,<br />

Jerry Van Dyke. Produzione: Usa,<br />

1997, sit-com/fantastico, colore<br />

(13/30’).<br />

Quando la divorziata Jillian Apple<br />

(Harley Jane Kozak) ha comprato quel<br />

tappeto indiano viola per il salotto non<br />

avrebbe mai immaginato di risvegliare<br />

un genio di 2000 anni che ci dormiva<br />

dentro. E così, sopraffatta dai figli adolescenti<br />

Mickey (Alex McKenna) e<br />

Travis (Nathan Lawrence), accetta di<br />

ospitare il capelluto genio che ha il<br />

volto di John Ales; i sogni di Jillian di<br />

una vita tranquilla si infrangono ancor<br />

di più quando a casa Apple bussa alla<br />

porta Max (Jerry Van Dyke), il nonno<br />

dell’ospite <strong>dei</strong>... desideri. Jeff Sherman<br />

e Stephen Sustarsic firmano da<br />

produttori esecutivi. Ray Colcord è<br />

l’autore della colonna sonora. Nel settimo<br />

episodio del primo ciclo avviene<br />

una sorta di cross-over con Sabrina,<br />

vita da strega (1996): Sabrina Spellman<br />

(Melissa Joan Hart) rivaleggia a<br />

colpi di magia con il genio del tappeto<br />

viola.<br />

È successo che… Con: Alessia<br />

Lionello. Produzione: Italia, 1975, avventura,<br />

colore (8/30’).<br />

Più che una serie vera e propria si tratta<br />

di una fiction in fieri, un primo esempio<br />

artigianale di televisione interattiva:<br />

le avventure della piccola Lilla<br />

(Alessia Lionello), settenne alle prese<br />

con piccoli problemi quotidiani, vengono<br />

proiettate a un pubblico di bambini<br />

che commentano le situazioni<br />

proposte, scegliendo fra i tre possibili<br />

finali. Virgilio Sabel è il curatore del<br />

programma.<br />

Eurocops (Id.) Con: Diego Abatantuono,<br />

Heiner Lauterbach, Fernando<br />

Guillén, Bertrand Lacy, Patrick Rainal,<br />

John Beinfield. Produzione: Austria/Francia/Germania/GranBretagna/Italia/Spagna/Svizzera,<br />

1988, poliziesco,<br />

colore (70/60’).


305 Evening Shade<br />

Una coproduzione europea per dimostrare<br />

come viene fatta rispettare la<br />

legge nei diversi paesi del Vecchio<br />

Continente e come viene narrata la fiction<br />

dalle principali televisioni europee;<br />

vicende comuni di delitti che diventano<br />

lo spunto per mostrare tipologie<br />

sociali e culturali <strong>dei</strong> diversi Paesi<br />

coinvolti: questo il progetto di una serie<br />

che racconta le indagini di alcuni<br />

poliziotti, ciascuno operativo nella<br />

propria nazione. Su tutte, emergono le<br />

figure <strong>dei</strong> commissari Corso (Diego<br />

Abatantuono), Thomas Dorn (Heiner<br />

Lauterbach), Velasco (Fernando Guillén),<br />

Luc Rousseau (Bertrand Lacy),<br />

Nicolas Villard (Patrick Rainal), Jackson<br />

(John Beinfield). Mario Adorf interpreta<br />

Heinrich Hartolz. Le televisioni<br />

coinvolte nel progetto sono, oltre<br />

alla Rai, la spagnola RTVE, l’inglese<br />

Channel Four, la tedesca ZDF, la francese<br />

France 2 e l’austriaca ORF. In Italia<br />

il serial è andato in onda anche con<br />

il titolo di Poliziotti d’Europa.<br />

Evasioni celebri, Le (Les évasions<br />

célèbres) Con: Georges Descrières,<br />

Robert Etcheverry, Michel Duchaussoy,<br />

Jacques Fabbri, Louis Velle, Ugo<br />

Pagliai, Gianni Garko, Carlo Catanen,<br />

Lajos Balazsovitz, Michel Baloh, Peter<br />

Huszti, Zoltan Latinovits, Claire<br />

Wauthion. Produzione: Francia/Italia/Austria/Ungheria/Svizzera/Belgio,<br />

1972, storico, colore (13/60’).<br />

Tredici evasioni celebri suddivise più<br />

o meno equamente nei paesi che hanno<br />

collaborato a questa coproduzione di<br />

origine storica. In Francia evadono il<br />

duca di Beaufort (Georges Descrières),<br />

il conte di Lavalette (Robert Etcheverry),<br />

Latude (Michel Duchaussoy),<br />

lo schiavo Léon (Jacques Fabbri)<br />

e M. de La Pivadière (Louis Velle); in<br />

Italia Casanova (Ugo Pagliai), Benve­<br />

nuto Cellini (Gianni Garko) e Bartolomeo<br />

Colleoni (Carlo Catanen); in Ungheria<br />

il principe Rakoczi (Lajos Balazsovitz),<br />

il colonnello Jenatsch (Michel<br />

Baloh) e l’ispettore Lamb (Peter<br />

Huszti); in Polonia il barone di Kempelen<br />

(Zoltan Latinovits). Tra gli altri<br />

personaggi di contorno spicca l’unica<br />

presenza femminile: Jacqueline di Baviera<br />

(Claire Wauthion). Jean-Pierre<br />

Bourtayre, Piero Piccioni e Geza<br />

Berky sono tra i compositori della colonna<br />

sonora.<br />

Evening Shade (Id.) Con: Burt Reynolds,<br />

Marilu Henner, Jay R. Ferguson,<br />

Melissa Renee Martin, Candace<br />

Hutson, Jacob Parker, Hal Holbrook,<br />

Elisabeth Ashley, Linda Gehringer,<br />

Charles Durning, Ann Wedgeworth,<br />

Ossie Davis, Michael Jeter, Charlie<br />

Dell, Alexa Vega. Produzione: Usa,<br />

1990, sit-com, colore (96/30’; 2/60’).<br />

La prima serie televisiva di una rete<br />

nazionale americana girata in Arkansas<br />

è una sit-com ambientata a Evening<br />

Shade, cittadina apparentemente<br />

tranquilla popolata da personaggi eccentrici.<br />

A cominciare da Wood Newton<br />

(Burt Reynolds), l’allenatore della<br />

squadra di football locale, i Mules;<br />

senza dimenticare la di lui moglie Ava<br />

(Marilu Henner), candidata a diventare<br />

pubblico ministero; i figli Taylor<br />

(Jay R. Ferguson), il primogenito,<br />

Molly (interpretata dapprima da Melissa<br />

Renee Martin, quindi da Candace<br />

Hutson) e Will (Jacob Parker), il più<br />

piccolo <strong>dei</strong> tre. Tra gli altri abitanti:<br />

Evan Evans (Hal Holbrook), il padre<br />

di Ava che è altresì l’ideatore del giornale<br />

“Evening Shade Argus”; la sorella<br />

di quest’ultimo, Freida Evans (Elisabeth<br />

Ashley); la spogliarellista Fontana<br />

Beausoleil (Linda Gehringer), destinata<br />

a sposare Evan; il dottore Har­


Everwood 306<br />

lan Ellridge (Charles Durning) e la<br />

moglie Merleen (Ann Wedgeworth);<br />

Ponder Blue (Ossie Davis), proprietario<br />

del ristorante Barbecue Villa, ritrovo<br />

di tutti i protagonisti; l’insegnante<br />

di matematica Herman Stiles (Michael<br />

Jeter, che per questo ruolo ha vinto un<br />

Emmy Award e un Q Award), nonché<br />

assistente incapace di Newton sul<br />

campo; Nub Oliver (Charlie Dell).<br />

Wood e Ava hanno un quarto bambino,<br />

Emily (interpretato nelle ultime stagioni<br />

da Alexa Vega). La sit-com è<br />

ideata da Linda Bloodworth-Thomason,<br />

la quale firma anche da produttore<br />

esecutivo in compagnia di Harry Thomason<br />

e Burt Reynolds. Quest’ultimo,<br />

che per la sua interpretazione ha vinto<br />

due Emmy Awards e un Q Award,<br />

compare nei credits altresì da sceneggiatore<br />

e regista saltuario.<br />

Everwood (Id.) Con: Treat Williams,<br />

Vivien Cardone, Gregory Smith,<br />

Emily VanCamp, Chris Pratt, Tom<br />

Amandes, Merrilyn Gann, Debra<br />

Mooney, John Beasley, Stephanie Niznik,<br />

Mike Erwin, Sarah Lancaster, Sarah<br />

Drew, Scott Wolf. Produzione: Usa,<br />

2002, drammatico, colore (67/60’).<br />

Come in Un medico tra gli orsi, un<br />

dottore di città si trasferisce in un paesino<br />

sperduto, rimanendo affascinato<br />

dai luoghi incontaminati e cercando di<br />

far breccia negli animi degli schivi cittadini<br />

locali. Se il protagonista del <strong>telefilm</strong><br />

del 1990 veniva mandato tra i<br />

monti per fare praticantato, il neurochirurgo<br />

di fama mondiale Andrew<br />

Brown detto “Andy” (Treat Williams)<br />

lascia New York dopo la perdita della<br />

moglie Julia per trasferirsi con i figli<br />

in Colorado, a Everwood, una località<br />

incastonata tra le Montagne Rocciose.<br />

Potendo vivere di rendita grazie ai<br />

guadagni accumulati con la sua presti­<br />

giosa carriera, il dottor Brown apre<br />

uno studio che offre assistenza medica<br />

gratuita, gettando nell’incredulità i residenti<br />

che fino ad allora erano costretti<br />

a pagare il dottor Harold Abbott<br />

(Tom Amandes), il quale impedisce<br />

alla moglie Rose (Merrilyn Gann) e ai<br />

figli Amy (Emily VanCamp) e Bright<br />

(Chris Pratt) di fraternizzare con i<br />

Brown. I figli di Andy reagiscono diversamente<br />

al trasferimento: la piccola<br />

e sensibile Delia (Vivien Cardone)<br />

non sembra avere difficoltà ad adattarsi;<br />

suo fratello Ephram (Gregory<br />

Smith) è ancora sotto choc per la perdita<br />

della madre e fatica a rifarsi una<br />

vita. Quest’ultimo, poi, durante accesi<br />

dibattiti che hanno stupito la critica,<br />

rimprovera al padre di aver sempre<br />

trascurato lui e la sorella (nella puntata-pilota<br />

Ephram, rivolgendosi ad<br />

Andy, arriva a urlargli: “Vorrei che<br />

fossi morto tu e non la mamma!”). Tra<br />

la popolazione di Everwood si fanno<br />

anche notare: Edna Abbott Harper<br />

(Debra Mooney), la madre di Harold<br />

che chiede ad Andy di poter lavorare<br />

per lui come infermiera; il marito Irv<br />

(John Beasley), conducente di bus;<br />

Nina Feeney (Stephanie Niznik), la<br />

nuova e affascinante vicina <strong>dei</strong><br />

Brown. Tra gli intrecci, degni di Peyton<br />

Place (1964), emerge la relazione<br />

impossibile tra Ephram e Amy; il figlio<br />

di Andy scopre però che la fidanzata<br />

è ancora legata in maniera ossessiva<br />

a Colin Hart (Mike Erwin), in coma<br />

dopo un incidente stradale; per<br />

Amy l’arrivo del dottor Brown in città<br />

è una sorta di miracolo: Andy accetta,<br />

anche se controvoglia, di operare Colin,<br />

ma se riesce a salvarlo in un primo<br />

intervento, non può nulla la seconda<br />

volta; Amy cade in depressione e inizia<br />

a fare uso di stupefacenti. A riaccendere<br />

i contrasti tra padre e figlio ci


307 E vissero infelici per sempre<br />

pensa la nuova governante di casa<br />

Brown, Madison Kellner (Sarah Lancaster):<br />

nonostante la differenza d’età<br />

e il parere contrario di Andy, costei fa<br />

coppia fissa con Ephram; quando poi<br />

Madison annuncia al dottore di essere<br />

incinta, lui le offre di pagarle le spese<br />

per lasciare Everwood e per tenere segreta<br />

la gravidanza. Due volti noti illuminano<br />

la serie con il passare degli<br />

episodi: Marcia Cross dà vita alla dottoressa<br />

Linda Abbott, la sorella di Harold,<br />

che dopo aver intrecciato una relazione<br />

con Andy rivela di essere sieropositiva<br />

e lascia la cittadina; Scott<br />

Wolf indossa il camice del dottor Jake<br />

Hartman, il quale prende in affitto lo<br />

studio del dottor Abbott. Nel terzo ciclo<br />

entra in scena Hannah (Sarah<br />

Drew), la coinquilina temporanea di<br />

Nina che stringe amicizia con Ephram<br />

e Amy. In alcuni flashback, la moritura<br />

Julia Brown è interpretata da Brenda<br />

Strong (successivamente suicida<br />

dalla voce fuori campo in Desperate<br />

Housewives – I segreti di Wisteria Lane,<br />

2004). L’ideatore Greg Berlanti è<br />

anche il produttore esecutivo della serie<br />

insieme a Mickey Liddell e Rina<br />

Mimoun. Kathy Bates dirige il secondo<br />

episodio del primo ciclo. La serie si<br />

è aggiudicata nel 2003 un Genesis<br />

Award e un Young Artist Award, quest’ultimo<br />

consegnato a Gregory<br />

Smith. All’esordio del serial sugli<br />

schermi italiani Aldo Grasso ha scritto<br />

sul “Corriere della Sera” che “come<br />

ogni <strong>telefilm</strong> americano che si rispetti,<br />

Everwood mette in scena la quotidianità<br />

evitando prediche, moralismi, posti<br />

al sole e scuole per diventare famosi.<br />

[…] È la versione domestica di<br />

Twin Peaks”; Antonio Dipollina, su<br />

“La Repubblica”, ha commentato: “È<br />

di un livello tale da rimanere sbalorditi<br />

per l’impianto di scrittura di base.<br />

Reduci da fiction italiane aderenti alla<br />

realtà (quelle in cui per non spaventare<br />

il telespettatore si dice buongiorno<br />

e poi si passano i dieci minuti successivi<br />

a spiegare cosa vuol dire buongiorno),<br />

sembra di essere nel giardino<br />

incantato <strong>dei</strong> <strong>telefilm</strong>. Con il coraggio<br />

di puntare al racconto di realtà e psicologie<br />

da un lato sempre spiazzante e<br />

sorprendente. Liberi tutti di considerare<br />

pretenziosa la serie”; per Alessandra<br />

Comazzi de “La Stampa”, si tratta<br />

invece di “un delizioso insieme di<br />

buonismo e cattivismo, di politicamente<br />

corretto e di pensiero divergente.<br />

C’è tutto, e tutto scorre. Come le<br />

acque delle Montagne Rocciose”.<br />

Blake Neely è l’autore della colonna<br />

sonora. Tra le guest-stars, nella serie<br />

fanno capolino Melinda Clarke, John<br />

Savage e Anne Heche. Le riprese hanno<br />

avuto come sfondo i paesaggi da<br />

sogno dello Utah, tra Park City, Salt<br />

Lake City, Springville, Ogden e Pleasant<br />

Grove (in quest’ultima località è<br />

ambientato il centro di Everwood);<br />

nella puntata-pilota alcune scene sono<br />

state girate anche a Calgary e Canmore,<br />

nella regione canadese di Alberta.<br />

E vissero infelici per sempre<br />

(Unhappily Ever After) Con: Geoff<br />

Pierson, Stephanie Hodge, Kevin<br />

Connolly, Nikki Cox, Justin Berfield,<br />

Joyce Van Patten. Produzione: Usa,<br />

1995, sit-com, colore (26/30’).<br />

Ron Leavitt, ideatore di Sposati con figli<br />

(1987), è il cocreatore insieme ad<br />

Arthur Silver di questa sit-com che in<br />

America hanno soprannominato “Unmarried…with<br />

Children”: la storia è<br />

quella di una coppia di divorziati che<br />

bisticcia di continuo nella totale indifferenza<br />

<strong>dei</strong> tre figli. Jack Malloy<br />

(Geoff Pierson) è un venditore di macchine<br />

usate; Jennie (Stephanie Hodge)


Evo di Eva, L’ 308<br />

è l’ex moglie; alle loro litigate assistono<br />

i tre figli, il primogenito Ryan (Kevin<br />

Connolly), Tiffany (Nikki Cox) e il<br />

più giovane Ross (Justin Berfield). A<br />

tutti loro si unisce Maureen Slattery<br />

(Joyce Van Patten), la mamma di Jennie.<br />

Con il passare delle puntate Jack<br />

va a vivere da solo; Ross gli regala il<br />

suo coniglio di pezza, Mr. Floppy, che<br />

ha la particolarità di avere il dono della<br />

parola (ma quando Jack si ritrova da<br />

solo). Alan Trautman è il burattinaio<br />

che muove Mr. Floppy. Leavitt e Silver<br />

firmano altresì da produttori esecutivi<br />

con Sandy Sprung, Kevin Curran<br />

e Marcy Vosburgh. Ray Charles è<br />

l’autore del tema musicale; Jonathan<br />

Wolff compone la colonna sonora.<br />

Gary Coleman (Il mio amico Arnold)<br />

compare da guest-star. In un episodio<br />

Jennie muore, salvo ricomparire da<br />

fantasma ficcanaso; lo sgradimento dimostrato<br />

dal pubblico per la sua evanescenza<br />

ha costretto i produttori a riportarla<br />

in vita.<br />

Evo di Eva, L’ (All that glitters) Con:<br />

Lois Nettleton, Anita Gillette, Barbara<br />

Baxley, Vanessa Brown, Jessica Walter,<br />

Eileen Brennan, Marte Boyle<br />

Slout, Louise Shaffer, Chuck Mc-<br />

Cann, Wes Parker, David Haskell,<br />

Gary Sandy, Linda Gray. Produzione:<br />

Usa, 1977, sit-com, colore (65/30’).<br />

Illuminante e satirica sit-com transgender<br />

su una compagnia – la Globatron<br />

Corporation – dove le donne occupano<br />

i posti di comando e gli uomini<br />

fanno da segretari. Tra le prime: l’esecutiva<br />

Christina Stockwood (Lois Nettleton),<br />

Nancy Bankston (Anita Gillette),<br />

L.W. Carruthers (Barbara Baxley),<br />

Peggy Horner (Vanessa Brown), l’agente<br />

Joan Hamlyn (Jessica Walter),<br />

Ma Packer (Eileen Brennan), Grace<br />

Smith (Marte Boyle Slout), Andrea<br />

Martin (Louise Shaffer); tra i secondi:<br />

Bert (Chuck McCann), il marito casalingo<br />

di Christina; l’aspirante attore<br />

Glen (Wes Parker), il consorte di<br />

Nancy; Michael McFarland (David<br />

Haskell); Dan Kincaid (Gary Sandy),<br />

il segretario con il “sederino più bello<br />

dell’azienda”. Tra di loro si muove<br />

ammiccante il transessuale Linda<br />

Murkland (Linda Gray). La sit-com<br />

ideata da Norman Lear è prodotta da<br />

Stephanie Sills. La colonna sonora è<br />

curata da Ray Brown, Bobby Knight e<br />

Shelly Manne; il tema musicale cantato<br />

da Kenny Rankin è firmato da Alan<br />

e Marilyn Bergman.<br />

Executive Suite (Id.) Con: Mitchell<br />

Ryan, Sharon Acker, Leigh McCloskey,<br />

Wendy Phillips, Stephen Elliott,<br />

Gwyda DonHowe, Byron Morrow,<br />

Madlyn Rhue, Percy Rodriguez, William<br />

Smithers, Patricia Smith, Joan<br />

Prather, Paul Lambert, Brenda Sykes,<br />

Richard Cox, Trisha Noble, Carl<br />

Weintraub, Scott Marlowe. Produzione:<br />

Usa, 1976, drammatico, colore<br />

(19/60’).<br />

La vita quotidiana che si svolge alla<br />

Cardway Corporation è al centro di un<br />

serial ambientato a Los Angeles. Il numeroso<br />

cast comprende: Mitchell<br />

Ryan dietro la scrivania di Dan Walling,<br />

il presidente della compagnia;<br />

Sharon Acker interpreta Helen Walling,<br />

sua moglie; Leigh McCloskey è<br />

Brian Walling, il loro figliol prodigo;<br />

Wendy Phillips nei panni di Stacey<br />

Walling, la figlia radicale; Stephen Elliott<br />

nell’ufficio del vice-presidente<br />

reazionario Howell Rutledge; Gwyda<br />

DonHowe è Astrid Rutledge, l’astuta<br />

moglie; Byron Morrow è l’alcolizzato<br />

Pearce Newberry; Madlyn Rhue nelle<br />

vesti di Hilary Madison, l’unica donna<br />

che occupa una poltrona al piano della


309 EZ Streets<br />

direzione; Percy Rodriguez è Malcom<br />

Gibson, l’unico socio di colore; William<br />

Smithers interpreta il galante Anderson<br />

Galt; Patricia Smith è la problematica<br />

moglie di quest’ultimo; Joan<br />

Prather è Glory Dalessio, la segretaria<br />

di Galt nonché la sua amante; Paul<br />

Lambert riveste il ruolo del dirigente<br />

Tom Dalessio, il padre di Glory; Brenda<br />

Sykes è Summer Johnson, la compagna<br />

di stanza di Glory che si innamora<br />

di Brian Walling; Richard Cox<br />

compare come Mark Desmond, un<br />

giovane dirigente; Trisha Noble è<br />

Yvonne Holland, che si fa passare per<br />

la moglie di Mark; Carl Weintraub entra<br />

in scena come Harry Ragin; Scott<br />

Marlowe è la spia industriale Nick Coslo.<br />

Basato vagamente su un racconto<br />

di Cameron Hawley, il serial è prodotto<br />

da Don Brinkley e, in seguito, da Buck<br />

Houghton; Norman Felton e Stanley<br />

Rubin sono i produttori esecutivi.<br />

Extra (Id.) Con: Julie Buckfield,<br />

Abby Simpson, Toby Walton, Javier<br />

Marzan. Produzione: Gran Bretagna/Italia,<br />

2005, sit-com, colore (26/30’).<br />

È la prima sit-com di lingua inglese a<br />

essere apparsa sugli schermi nazionali<br />

in versione originale senza sottotitoli:<br />

lo scopo è quello didattico, secondo un<br />

progetto fortemente voluto dalla Rai<br />

Educational di Giovanni Minoli, nonché<br />

un’idea di Channel 4 e Double Exposure.<br />

L’esperimento italiano arriva<br />

dopo quelli testati da Channel 4 con<br />

francese, tedesco e spagnolo: attraverso<br />

i meccanismi della commedia degli<br />

equivoci e le esagerate reazioni, la serie<br />

si rivela uno strumento ideale per lo<br />

studente che vuole apprendere la lingua<br />

divertendosi. L’apprendimento<br />

passa attraverso le avventure di vita<br />

quotidiana <strong>dei</strong> quattro prtagonisti: Annie<br />

(Julie Buckfield), Bridget (Abby<br />

Simpson), Nick (Toby Walton) e Hector<br />

(Javier Marzan), tutti tra i 19 e i 22<br />

anni, i quali condividono, oltre che lo<br />

stesso tetto a Londra, storie d’amore,<br />

conflitti, crisi esistenziali più o meno<br />

serie. La chiave per rendere facile l’interesse<br />

anche a chi l’inglese non lo mastica<br />

sta nel fatto che Hector è uno straniero<br />

e ha una conoscenza solo basilare<br />

dell’inglese, con un conseguente<br />

rallentamento della parlantina da parte<br />

degli altri tre (in più, la prima parte del<br />

<strong>telefilm</strong> è indirizzata agli spettatori che<br />

sanno la lingua in maniera basic, mentre<br />

il secondo passa a un livello più<br />

avanzato). La sit-com è prodotta e<br />

scritta da Louise Clover. Andrew<br />

Bethell firma da produttore esecutivo.<br />

Minoli ha commentato l’iniziativa come<br />

“una sfida che rientra nel ruolo primario<br />

del servizio pubblico: quello<br />

della formazione”.<br />

EZ Streets (Id.) Con: Ken Olin, Joe<br />

Pantoliano, Jason Gedrick, Mike Starr,<br />

Sarah Trigger, Debrah Farentino, R.D.<br />

Call, Richard Portnow, John Finn.<br />

Produzione: Usa, 1996, poliziesco, colore<br />

(13/60’).<br />

SUPERCULT<br />

Ognuno ha le proprie leggi, ognuno ha<br />

la propria strada per farle rispettare.<br />

Con questo presupposto nasce una delle<br />

serie poliziesche che più di ogni altra<br />

abbatte il confine tra il Bene e il<br />

Male. Cameron Quinn (Ken Olin) è un<br />

investigatore dai sani principi che si<br />

batte per la giustizia: i suoi trent’anni<br />

lo rendono ancora calmo e determinato<br />

in una città infestata dalle bande che<br />

si vantano di crimini e misfatti nei bar<br />

di periferia, come quello di avere ucciso<br />

un suo collega. Tra di loro spicca il<br />

boss malavitoso Jimmy Murtha (Joe<br />

Pantoliano), a capo di una gang della<br />

mafia irlandese che si fa chiamare


EZ Streets 310<br />

“Easy’s”(in slang “E-Z”) e che controlla<br />

il territorio di Alphabet City dalla<br />

E alla Z Street; Murtha è il dio della<br />

zona: decide lui chi può parlare e chi<br />

può respirare, chi può vivere e chi può<br />

morire. Il gangster ha due spalle: Daniel<br />

Rooney (Jason Gedrick) e Mickey<br />

Kinnear (Mike Starr). Il primo, accusato<br />

di un crimine mai commesso, ha<br />

trovato la sua casa a E Street; vorrebbe<br />

tornare dalla moglie Elli (Sarah Trigger)<br />

e dalla figlia, ma sa che nessuno<br />

può tradire Murtha, che nessun amore<br />

può essere più forte del legame che lo<br />

lega a Jimmy; a meno che non voglia<br />

fare il morto lungo il fiume. Theresa<br />

Conners (Debrah Farentino) è un procuratore<br />

dall’accentuata sensualità<br />

mantenuta da Murtha; quando arriva<br />

nella zona di Alphabet City con la sua<br />

candida BMW bianca sa che tutti la osservano<br />

mentre scende dall’auto con i<br />

suoi vestiti di Armani: tira un respiro<br />

profondo perché è di nuovo a casa, nella<br />

sua casa, nella zona che l’ha vista<br />

crescere, figlia di un brav’uomo che<br />

non sa che oggi è più disonesta <strong>dei</strong><br />

malviventi che inchioda. Michael “Fivers”<br />

Dugan (R.D. Call) è un gangster<br />

vecchia maniera che è passato con<br />

nonchalance dal racket alla droga; le<br />

sue lunghe mani arrivano dappertutto,<br />

anche alla porta del sindaco; l’unica<br />

porta alla quale non deve bussare è<br />

quella di Murtha. In questa “giungla<br />

d’asfalto” si muovono con determinazione<br />

il detective Quinn e il collega<br />

Collero (Richard Portnow): alle dipendenze<br />

del capitano Geary (John Finn),<br />

il loro scopo è eliminare la corruzione<br />

alla radice, usare qualsiasi mezzo: anche<br />

farsi corrompere, diventare come<br />

coloro che combattono strenuamente,<br />

diventare amici di quelli che hanno ucciso<br />

un uomo in divisa. Creata e prodotta<br />

da Paul Haggis (Due poliziotti a<br />

Chicago), la serie è un avvincente<br />

spaccato sulla corruzione metropolitana;<br />

un affascinante <strong>telefilm</strong> a tema su<br />

un gruppo di uomini che vengono ritratti<br />

a tutto tondo, ciascuno con i propri<br />

dubbi e le proprie certezze, tutti<br />

quanti sulla frontiera che divide il Bene<br />

dal Male. Tra le curiosità del serial<br />

c’è da notare il comune background<br />

“poliziesco” di molti interpreti: Ken<br />

Olin era il detective Harry Garibaldi in<br />

Hill Street giorno e notte; Joe Pantoliano,<br />

Debrah Farentino, John Finn e Richard<br />

Portnow hanno tutti partecipato,<br />

chi più chi meno, a NYPD-New York<br />

Police Department; Mike Starr ha fatto<br />

la sua comparsa in Crime Story. Rod<br />

Steiger appare quale guest-star nella<br />

puntata-pilota per interpretare il padre<br />

di Quinn, ex poliziotto corrotto per il<br />

quale vale il motto “solo le persone di<br />

cui ti fidi ti possono tradire”; John<br />

O’Donahue, consulente tecnico del <strong>telefilm</strong>,<br />

si presta in un cameo nel ruolo<br />

del genitore di Mickey. Oltre ad Haggis,<br />

Mark Harris e David Latt firmano<br />

da produttori esecutivi; la colonna sonora<br />

è curata da Mark Isham. Sebbene<br />

la serie sia stata girata a Los Angeles<br />

per gli interni (all’Old Postal Annex<br />

Building) e a Detroit e a Chicago per<br />

gli esterni, la città nella quale si muovono<br />

i protagonisti non viene mai citata.<br />

Haggis, di origini irlandesi, spiega il<br />

motivo per cui EZ Streets è il primo serial<br />

a indagare sulla mafia di San Patrizio:<br />

“Perché nella mia gente c’è quel<br />

senso di senza tempo che pervade la<br />

nostra storia: in bilico tra passato e futuro<br />

non ci resta che vivere il presente”.


Faber l’investigatore (Der Fahnder)<br />

Con: Klaus Wennemann, Dietrich<br />

Mattausch, Hans-Jürgen Schatz, Dieter<br />

Pfaff, Barbara Freier. Produzione:<br />

Germania, 1985, poliziesco, colore<br />

(90/60’; 1/90’).<br />

Uno <strong>dei</strong> primi <strong>telefilm</strong> tedeschi diversi<br />

da Derrick racconta le vicende di Faber<br />

(Klaus Wennemann), un poliziotto<br />

in borghese della squadra investigativa<br />

che agisce con metodi non sempre<br />

conformi alla legge e ai regolamenti.<br />

L’immancabile assistente, Max Kuhn<br />

(Hans-Jürgen Schatz), questa volta è<br />

un nipote raccomandato del procuratore<br />

che non nasconde la sua indole carrierista;<br />

non sono certo idilliaci i rapporti<br />

con il commissario Rick (Dietrich<br />

Mattausch), con il quale Faber si<br />

scontra quasi in ogni episodio; il collega<br />

Otto (Dieter Pfaff) gli propone invece<br />

“offerte speciali” di oggetti dalla<br />

non specificata provenienza. Barbara<br />

Freier interpreta Susanne, la compagna<br />

del nostro. Nonostante il serial sia<br />

girato interamente a Monaco, in una<br />

periferia buia che nasconde criminali<br />

di ogni genere, il capoluogo bavarese<br />

non viene mai citato e, addirittura, le<br />

auto <strong>dei</strong> protagonisti sono dotate di<br />

targhe con la fantomatica scritta “G-<br />

Stadt”, come a voler accentuare la teoria<br />

che le storie al centro del <strong>telefilm</strong><br />

non hanno una residenza precisa ma<br />

che potrebbero succedere ovunque.<br />

Facciaffittasi Con: Valentina Cortese,<br />

Gianni Cavina, Vittorio Caprioli,<br />

Franca D’Amato, Lidia Broccolino.<br />

Produzione: Italia, 1987, sit-com, colore<br />

(6/60’).<br />

Scritta e ideata da Maurizio Costanzo<br />

(con Alberto Silvestri e Josè Maria<br />

Sanchez), la serie racconta le tragicomiche<br />

avventure di Gina (Valentina<br />

Cortese) e Leo Grandi (Gianni Cavina),<br />

madre e figlio ambedue attori,<br />

seppure con differenti affermazioni artistiche:<br />

la prima è stata una diva famosa,<br />

addirittura un’ex bambina prodigio<br />

ora ritiratasi dalle scene; il trentacinquenne<br />

Leo, pur essendo dotato di un<br />

indubbio talento, è sempre in attesa di<br />

una grande occasione che lo renda il<br />

degno figlio di sua madre. Proprio<br />

quest’ultima gli fornisce l’idea per<br />

sfondare: mettere un annuncio sui<br />

giornali. Detto fatto, il giorno dopo i<br />

maggiori quotidiani recano l’inserzione<br />

“attore professionista affitta propria<br />

faccia per qualunque parte in cinema,<br />

teatro, TV e nella vita”. Se il mondo<br />

dello spettacolo non si accorge minimamente<br />

dell’annuncio, le proposte<br />

per interpretare un ruolo qualsiasi nella<br />

realtà sono numerose; e così Leo si<br />

trasforma a richiesta, interpretando<br />

ogni volta un personaggio diverso. Attorno<br />

ai due protagonisti ruotano le figure<br />

dell’avvocato Frezza (Vittorio<br />

Caprioli), Mimì (Franca D’Amato) e<br />

Doris (Lidia Broccolino). La serie prodotta<br />

da Giulio Scanni si avvale delle<br />

musiche di Carlo e Paolo Rustichelli.<br />

Falciatori di margherite, I (Les


Falcon Crest 312<br />

faucheurs de marguerites) Con: Bruno<br />

Pradal, Roger Pigaut, Jean-Pierre Moulinot,<br />

Clément Michu, Philippe Rouleau,<br />

Walter Rilla, Didier Flamant, Suzanne<br />

Gabriello. Produzione: Francia/Germania/Canada,<br />

1974, avventura,<br />

colore (14/30’).<br />

Si tratta della prima serie interamente<br />

dedicata ai pionieri dell’aviazione.<br />

L’eroe principale è Édouard Dabert<br />

(Bruno Pradal), che diventa protagonista<br />

di una saga protrattasi per altri tre<br />

cicli: Le temps de as (1978), L’adieu<br />

aux as (1982) e La conquête du ciel<br />

(1982). Tra gli altri personaggi più o<br />

meno ricorrenti: il capitano Ferber<br />

(Roger Pigaut), M. Perrier (Jean-Pierre<br />

Moulinot), Jules Joly (Clément Michu),<br />

Blériot (Philippe Rouleau), Zeppelin<br />

(Walter Rilla), Latham (Didier<br />

Flamant) e Blandine (Suzanne Gabriello).<br />

Jean-Louis Lignerat e Jean<br />

Vermorel sono gli ideatori della serie.<br />

Michel Magne e Claude Germain formano<br />

la coppia di autori musicali.<br />

Falcon Crest (Id.) Con: Jane Wyman,<br />

Robert Foxworth, Abby Dalton,<br />

Lorenzo Lamas, Margaret Ladd, Susan<br />

Sullivan, Jamie Rose, Billy R. Moses,<br />

Chao-Li Chi, Nick Ramus, Mario<br />

Marcelino, Stephen Elliott, Ana Alicia,<br />

Carlos Romero, David Selby,<br />

Shannon Tweed, Sarah Douglas, Mel<br />

Ferrer, Roy Thinnes, Cliff Robertson,<br />

Mary Kate McGeehan, Laura Johnson.<br />

Produzione: Usa, 1981, drammatico,<br />

colore (227/60’).<br />

Per chi negli anni ’80 si è “ubriacato”<br />

di serie-saghe familiari, i vigneti di<br />

Falcon Crest vantano la denominazione<br />

di origine controllata dell’ideatore<br />

Earl Hamner (Una famiglia americana).<br />

Ambientato tra le vigne della California<br />

del nord, nella fittizia Tuscany<br />

Valley, il serial fa scorrere buon vino e<br />

cattivo sangue tra i protagonisti: su tutti,<br />

la determinata e calcolatrice Angela<br />

Channing (Jane Wyman), a capo dell’azienda-famiglia.<br />

Al suo fianco un<br />

“esercito” di parenti e serpenti: il nipote<br />

Chase Gioberti (Robert Foxworth),<br />

che arriva a Falcon Crest dopo la misteriosa<br />

morte del padre, il fratello di<br />

Angela; Julia Cumson (Abby Dalton),<br />

la figlia divorziata della tenutaria;<br />

Lance Cumson (Lorenzo Lamas) è il<br />

figlio di Julia; Emma Channing (Margaret<br />

Ladd), la squilibrata figlia di Angela;<br />

la scrittrice Maggie Gioberti (Susan<br />

Sullivan), la moglie di Chase; Victoria<br />

(Jamie Rose) e Cole (Billy R.<br />

Moses), i figli della coppia; Chao-Li<br />

Chi (Chao-Li Chi), il domestico <strong>dei</strong><br />

Channing; il viticoltore Gus Nunoz<br />

(Nick Ramus); Mario (Mario Marcelino),<br />

il figlio di Gus; l’editore Douglas<br />

Channing (Stephen Elliott), l’ex marito<br />

di Angela; la schematica Melissa<br />

Agretti (Ana Alicia), che porta all’altare<br />

Lance; Carlo Agretti (Carlos Romero)<br />

è il padre di Melissa che diventa il<br />

rivale di Angela e che finirà ucciso da<br />

Julia; Richard Channing (David<br />

Selby) si rivela come il figlio illegittimo<br />

di Douglas, suo successore nelle<br />

vesti di editore del “Globe” di San<br />

Francisco, destinato a diventare il nemico<br />

numero uno <strong>dei</strong> Channing e a<br />

sposare Maggie dopo la morte di Chase;<br />

Diana Hunter (Shannon Tweed),<br />

l’assistente di Richard in seguito sostituita<br />

da Pamela Lynch (Sarah Douglas);<br />

l’avvocato Philip Erikson (Mel<br />

Ferrer), che mette la fede al dito di Angela;<br />

Nick Hogan (Roy Thinnes), che<br />

sposa Victoria Gioberti; il neurochirurgo<br />

Michael Ranson (Cliff Robertson),<br />

cugino di Chase; Linda (Mary<br />

Kate McGeehan) che dice il suo “sì” a<br />

Cole Gioberti; Terry Hartford (Laura<br />

Johnson), la sorella di Maggie. In onda


313 Fallen Angels<br />

in America nella fascia oraria lasciata<br />

libera da Dallas sulla CBS, la serie eleva<br />

alla massima potenza la cupidigia e<br />

la malvagità di J.R. e compagni: in un<br />

crescendo di omicidi, attentati e sgarri<br />

mafiosi, nell’ultima stagione i Channing<br />

sembrano gli eredi <strong>dei</strong> Corleone<br />

de Il Padrino. Non mancano di certo le<br />

guest-stars: Lana Turner appare occasionalmente<br />

nei panni di Jacqueline<br />

Perrault, la madre di Chase uccisa accidentalmente<br />

alla fine della seconda<br />

stagione; Gina Lollobrigida entra in<br />

scena per un ciclo nel ruolo di Francesca<br />

Gioberti, la sorellastra di Angela;<br />

la pop-star Apollonia Kotero sfoggia<br />

ben 72 capi di lingerie nelle (ridotte)<br />

vesti di Apollonia; Kim Novak è la misteriosa<br />

Kit Marlowe; Cesar Romero<br />

calca il set come Peter Stavros, il futuro<br />

marito di Angela. Altri volti noti sono<br />

quelli di E.G. Marshall, Dana Andrews,<br />

Mariska Hargitay. In America<br />

la serie ha raggiunto il picco di ascolti<br />

con l’episodio sul terremoto che colpisce<br />

la zona delle vicende. Nel corso<br />

delle stagioni, tra attori che vanno e<br />

vengono, i legami e i tradimenti tra i<br />

protagonisti lasciano spazio a intrighi<br />

e atmosfere thrilling per dare ossigeno<br />

agli ascolti. Al compositore Bill Conti,<br />

già autore della colonna sonora di Dynasty,<br />

Earl Hammer chiese di riprodurre<br />

una musica “barocca italiana”;<br />

Mark Snow e Alexander Courage sono<br />

tra gli altri musicisti impiegati nel serial.<br />

Joanne Brough, Michael Filerman<br />

e Jeff Freilich firmano da produttori<br />

esecutivi. Gli esterni della serie sono<br />

stati girati presso la Spring Mountain<br />

Vineyards di St. Helena, in California:<br />

una zona che in seguito ha prodotto<br />

ben due vini con il marchio DOC di Falcon<br />

Crest.<br />

Fallen Angels (Id.) Con: interpreti<br />

vari. Produzione: Usa, 1993, poliziesco,<br />

b/n-colore (6/30’).<br />

CULT<br />

Fallen Angels: angeli caduti. Per indurci<br />

in tentazione, forse per salvarci,<br />

quasi sicuramente per ucciderci. Angeli<br />

con la pistola, pronti a baciarci per<br />

poi pugnalarci alle spalle; a lasciarti da<br />

solo su questa terra, un vero inferno; a<br />

renderti complice di una truffa, per poi<br />

lasciarti con un pugno di mosche in<br />

mano, mentre ti salutano sventolando<br />

nella loro i bigliettoni. Angeli che<br />

compaiono e svaniscono come fantasmi,<br />

in fondo a un bicchiere di whisky,<br />

nel fumo di una sigaretta, nell’attimo<br />

di uno sparo; angeli che bussano alla<br />

porta del cuore, che irrompono come<br />

poliziotti senza mandato; angeli senza<br />

scrupoli, che guardano il tuo cadavere<br />

dall’alto... Una serie di cortometraggi<br />

d’autore ideati e prodotti da Sydney<br />

Pollack che si ispirano ad alcuni racconti<br />

brevi <strong>dei</strong> più noti scrittori hard<br />

boiled: sei puntate con il noir anni ’40;<br />

sei appuntamenti con interpreti del calibro<br />

di Gary Oldman, Meg Tilly, Tom<br />

Hanks, Bruno Kirby, Joe Mantegna,<br />

Isabella Rossellini, Laura Dern, James<br />

Woods, Gary Busey, Peter Gallagher,<br />

Diane Lane, Gabrielle Anwar. Sei appuntamenti<br />

per sei registi DOC: Phil<br />

Joanou, Tom Cruise, Tom Hanks, Steven<br />

Soderbergh, Jonathan Kaplan,<br />

Alfonso Cuaron. Atmosfere notturne e<br />

piovose, dark ladies che uccidono più<br />

con la passione che con la rivoltella,<br />

furti e rapine, inganni pericolosi, piani<br />

per uccidere il partner per riscuotere i<br />

soldi dell’assicurazione: questi gli ingredienti<br />

di una serie che traduce in televisione<br />

brevi storie di Raymond<br />

Chandler, James Ellroy, Cornell Woolrich,<br />

Jim Thompson, Jonathan Craig,<br />

William Campbell Gault. Più che una<br />

serie televisiva sembra di assistere a


Famiglia Acquaverde, La<br />

pillole di cinema di serie A in cui Pollack<br />

– insieme ai produttori William<br />

Horberg, Lindsay Doran e Steve Golin<br />

– si diverte a riunire un gruppo di amici-colleghi<br />

all’insegna di un filone letterario<br />

che da sempre irrora i campi di<br />

celluloide. I fallen angels compiono<br />

un volo su quell’universo corrotto immaginato<br />

per primo da Dashiell Hammett<br />

sul finire degli anni ’20, dove sesso,<br />

dollari e passioni erano i tre lati<br />

equilateri di un triangolo mortale. In<br />

Tutti amavano Delia, da un racconto di<br />

William Campbell Gault, il poliziotto<br />

Pat Kelley (Gary Oldman) trova il cadavere<br />

della bella Delia (Gabrielle<br />

Anwar), sua ex moglie; indagando sulla<br />

sua vita e i suoi amanti, Kelley incontra<br />

Lois (Meg Tilly); dirige Phil<br />

Joanou (Stato di grazia, Analisi finale).<br />

Ne La regina di cuori, opera prima<br />

da regista di Tom Cruise sulla scorta di<br />

un racconto di Jim Thompson, un uomo<br />

(Peter Gallagher) perde tutti i soldi<br />

ma incontra una dark-lady con il volto<br />

di Isabella Rossellini. Ne L’interrogatorio<br />

di Jonathan Craig, Joe Mantegna<br />

è un poliziotto corrotto che finisce male<br />

davanti alla cinepresa di Steven Soderbergh<br />

(Sesso, bugie e videotape). In<br />

A modo mio, tratto da un romanzo di<br />

James Ellroy, Gary Busey è un investigatore<br />

privato sulle tracce di una bionda<br />

misteriosa che ha fatto innamorare<br />

di sé il gangster James Woods e il magnate<br />

Tim Matheson; dirige Jonathan<br />

Kaplan (Abuso di potere, Sotto<br />

accusa). Ne Il primo amore di Cornell<br />

Woolrich, una donna (Laura Dern) si<br />

innamora di un uomo sospettato di<br />

omicidio (Alan Rickman); il regista è<br />

Alfonso Cuaron (Great Expectations).<br />

Ne L’attesa di Raymond Chandler, il<br />

poliziotto di un hotel (Bruno Kirby)<br />

incontra una donna triste e sensuale<br />

(Marg Helgenberger) che aspetta l’im­<br />

314<br />

minente uscita di prigione del suo uomo;<br />

Tom Hanks dirige l’episodio e<br />

compare in un cameo. Peter Bernstein<br />

ricama di note jazz tutta la superba colonna<br />

sonora.<br />

Famiglia Acquaverde, La Con:<br />

Carlo Dapporto, Marisa Vernati, Picci<br />

Manzari, Iva Lombardi, Marisa Tavera,<br />

Andrea Bianchi. Produzione: Italia,<br />

1956, sit-com, b/n (7/60’).<br />

Le divertenti vicissitudini quotidiane<br />

della famiglia Acquaverde sono al centro<br />

di un prototipo di sit-com all’italiana<br />

con Carlo Dapporto nei duplici panni<br />

di interprete-regista. Tra gli altri attori<br />

coinvolti nella serie: Marisa Vernati,<br />

Picci Manzari, Iva Lombardi, Marisa<br />

Tavera, Andrea Bianchi. Il soggetto<br />

e la sceneggiatura sono di Nicola<br />

Manzari.<br />

Famiglia Addams, La (The Addams<br />

Family) Con: Carolyn Jones,<br />

John Astin, Jackie Coogan, Ted Cassidy,<br />

Blossom Rock, Ken Weatherwax,<br />

Lisa Loring, Felix Silla. Produzione:<br />

Usa, 1964, sit-com/grottesco,<br />

b/n (64/30’; 1/90’).<br />

CULT<br />

Gli Addams credono di essere normali.<br />

Tra bare che vengono imbandite per<br />

il pranzo di Natale, ragnatele giganti,<br />

coltivazioni di piante carnivore, gambe<br />

umane appese come trofei, stanze<br />

popolate da fantasmi, vampiri e compagnia<br />

brutta, allo 000 di North Cemetary<br />

Lane ne accadono di tutti i colori<br />

(nonostante nel <strong>telefilm</strong> regni il bianco<br />

e nero). I personaggi creati nel 1937 da<br />

Charles Addams per la rivista “New<br />

Yorker” diventano il nucleo familiare<br />

più bizzarro del piccolo schermo e acquistano<br />

identità (nel fumetto originale<br />

non avevano nomi). Ne fanno parte<br />

il capo famiglia Gomez (John Astin),


315 Famiglia americana, Una<br />

flemmatico e con il sigaro in bocca nonostante<br />

il museo degli orrori in cui vive,<br />

seguace del tango che reagisce con<br />

stupore anglosassone quando scopre<br />

che il comportamento degli Addams<br />

suscita il terrore nel vicinato; la lugubre<br />

moglie “dark” Morticia (Carolyn<br />

Jones), sempre vestita di nero; i di loro<br />

figli, i pestiferi Mercoledì (Lisa Loring)<br />

e Pugsley (Ken Weatherwax); la<br />

strampalata nonna Ester (Blossom<br />

Rock), la mamma di Gomez; il diabolico<br />

zio Fester (Jackie Coogan), con<br />

l’hobby delle bombe e degli ordigni<br />

nucleari; il mastodontico maggiordomo<br />

Lurch (Ted Cassidy), che fa sembrare<br />

Frankenstein un poppante; l’amorfo<br />

cugino Itt (Felix Silla). E poi<br />

“mano”, una mano sinistra mozzata<br />

che fa capolino da una scatola nera seminando<br />

il panico tra i malcapitati che<br />

fanno visita in casa Addams; l’arto, a<br />

volte accompagnato dall’avambraccio,<br />

è quello di Ted Cassidy tranne<br />

quando la mano compariva nella stessa<br />

scena con Lurch: in quel caso era<br />

l’assistente alla regia Jack Voglin a dare...<br />

una mano. Riuscita satira <strong>dei</strong> valori<br />

dell’“American way of life”, gioiello<br />

dello humour nero e della comicità<br />

demenziale, il serial trasmesso per la<br />

prima volta in America il 18 settembre<br />

del 1964 ha raggiunto un successo tale<br />

da ispirarne due trasposizioni cinematografiche<br />

(nel 1991 – La Famiglia<br />

Addams – e nel 1993 – La Famiglia<br />

Addams 2 – entrambe con Raul Julia<br />

nei panni di Gomez e Anjelica Huston<br />

in quelli di Morticia) e un cartone animato<br />

firmato da Hanna-Barbera, in cui<br />

Jodie Foster doppia in originale Pugsley.<br />

Nel 1977, come spesso accade in<br />

America, tutti i protagonisti della serie<br />

sono stati chiamati a una “rimpatriata”<br />

nell’episodio Halloween with the Addams<br />

Family, in onda il 30 ottobre sul-<br />

l’NBC: si è trattato della “prima volta” a<br />

colori della famiglia più dark della tv.<br />

David Levy è il produttore esecutivo e<br />

l’ideatore del <strong>telefilm</strong> che ha conosciuto<br />

un sequel nel 1998 ne La nuova<br />

Famiglia Addams. Vic Mizzy firma<br />

l’indimenticabile musichetta della sigla,<br />

dove tutti i protagonisti ritmano il<br />

ritornello schioccando le dita; il compositore,<br />

autore altresì di tutti i commenti<br />

musicali, ha associato a ogni<br />

personaggio uno stile diverso (il flauto<br />

dolce per Morticia, il merengue per<br />

Gomez...). I film tratti dal serial riprendono<br />

la musica ma non il testo abbinato<br />

(che per la cronaca recitava: “they’re<br />

creepy and they’re kooky, mysterious<br />

and spooky, they’re altogether<br />

ooky: the Addams Family...”).<br />

Famiglia americana, Una (The<br />

Waltons) Con: Richard Thomas, Jon<br />

Walmsley, Judy Norton, Eric Scott,<br />

Mary Elisabeth McDonough, David<br />

W. Harper, Kami Cotler, Michael<br />

Learned, Ralph Waite, Will Geer, Ellen<br />

Corby. Produzione: Usa, 1972,<br />

drammatico, colore (221/60’; 6/90’).<br />

Si tratta della prima serie drammatica<br />

degli anni ’70. I giorni sono quelli del<br />

post-Woodstock, in pieno Vietnam e<br />

alla vigilia del Watergate. La storia,<br />

quella di una famiglia americana della<br />

Virginia negli anni della Depressione,<br />

è autobiografica: l’ideatore Earl Hamner<br />

jr. è nato nei pressi di Schuyler<br />

(Virginia) e molte vicende raccontate<br />

nel serial sono basate su esperienze<br />

personali; non è un caso che sia la voce<br />

originale dello stesso Hamner ad aprire<br />

e chiudere ogni episodio. Nato come<br />

uno speciale natalizio dal titolo<br />

The Homecoming (in onda il 19 dicembre<br />

1971), preceduto nel 1963 dalla<br />

pellicola Quella nostra estate (con<br />

Henry Fonda e Maureen O’Hara), il


Famiglia a tutto gas, Una<br />

<strong>telefilm</strong> divenne tale dopo che i dati di<br />

ascolto vennero recapitati sulle scrivanie<br />

<strong>dei</strong> dirigenti della CBS. La famiglia<br />

Walton è assai numerosa: undici<br />

elementi di cui sette ragazzi-fratelli,<br />

interpretati dagli stessi attori dello speciale:<br />

John “John-Boy” (Richard Thomas),<br />

Jason (Jon Walmsley), Mary Ellen<br />

(Judy Norton), Ben (Eric Scott),<br />

Erin (Mary Elisabeth McDonough),<br />

James Robert “Jim-Bob” (David W.<br />

Harper), Elisabeth (Kami Cotler). I<br />

ruoli <strong>dei</strong> quattro adulti sono stati ricoperti<br />

da nuovi interpreti: mamma Olivia<br />

(Michael Learned, Emmy Award<br />

nel 1976 quale “miglior attrice protagonista”);<br />

papà John (Ralph Waite);<br />

nonno Zeb (Will Geer) e nonna Esther<br />

(Ellen Corby, vincitrice di Emmy<br />

Award nel 1976 e di un Golden Globe<br />

nel 1974 quale “miglior attrice non<br />

protagonista”). Nel corso delle stagioni,<br />

tra premi e ottime critiche, i personaggi<br />

subiscono delle salutari evoluzioni<br />

anche fuori dalle mura domestiche:<br />

John-Boy, aspirante scrittore come<br />

Earl Hamner, si iscrive all’università,<br />

diventa giornalista e poi corrispondente<br />

da Londra; Jason viaggia on<br />

the road come pianista; Mary Ellen,<br />

dopo aver fatto da bambinaia, si sposa<br />

e ha una bambina tutta sua; Erin trova<br />

lavoro come segretaria; Olivia scopre<br />

di avere la tubercolosi (quando la<br />

Learned abbandonò il set nel 1978 riservandosi<br />

solo alcune sporadiche apparizioni,<br />

produttori e sceneggiatori<br />

fecero ammalare di tbc il suo personaggio,<br />

per poi ricoverarlo in un sanatorio).<br />

A causa di un collasso, Ellen<br />

Corby dovette rimanere a casa per un<br />

anno e mezzo; peggior sorte toccò a<br />

Will Geer che morì nel ’78 (la prima<br />

puntata dopo la sua scomparsa si apre<br />

con i preparativi del funerale di nonno<br />

Zeb). Earl Hamner firma altresì da<br />

316<br />

produttore esecutivo insieme a Lee Rich.<br />

La colonna sonora è composta da<br />

Jerry Goldsmith, Arthur Morton e<br />

Alexander Courage. Sissy Spacek,<br />

Ron Howard e Jennifer Jason Leigh<br />

sono tra le guest-stars del serial che ha<br />

vinto un Peabody Award nel 1972 per<br />

“la drammatica interpretazione della<br />

vita durante la Depressione”. Singolare<br />

il fatto che la serie, a causa delle<br />

morti <strong>dei</strong> suoi attori più adulti, finì per<br />

diventare una fiction di giovani protagonisti<br />

e durò oltre la Depressione<br />

stessa.<br />

Famiglia a tutto gas, Una (Brotherly<br />

Love) Con: Joey Lawrence,<br />

Matthew Lawrence, Andrew Lawrence,<br />

Melinda Culea, Michael McShane,<br />

Liz Vassey. Produzione: Usa, 1995,<br />

sit-com, colore (40/30’).<br />

Fratelli nella vita, fratelli per fiction. I<br />

consanguinei Joey, Matthew e Andrew<br />

Lawrence convivono sullo stesso set:<br />

il ventenne Joe Roman (Joey Lawrence)<br />

torna a casa dopo la morte del padre<br />

– un pilota automobilistico – per<br />

aiutare la matrigna nell’impresa di<br />

Philadelphia che si occupa di personalizzare<br />

le automobili; a Joe si affiancano<br />

i fratellastri Matt (Matthew Lawrence),<br />

di quindici anni e Andy (Andrew<br />

Lawrence), di sette anni, che<br />

adora i travestimenti e i costumi. Melinda<br />

Culea interpreta Claire Roman,<br />

la madre di Matt e Andy; Michael Mc-<br />

Shane e Liz Vassey sono rispettivamente<br />

gli impiegati Lloyd e Lou Joey.<br />

Nel secondo ciclo Claire ricomincia ad<br />

avere appuntamenti con il dispiacere<br />

<strong>dei</strong> figli; Joe e Lou sono attratti l’uno<br />

dall’altra ma preferiscono rimanere<br />

buoni amici; Lloyd si sposa. Gli ideatori<br />

Jim Vallely e Jonathan Schmock<br />

firmano altresì da produttori esecutivi<br />

con Paul Junger Witt e Tony Thomas.


317 Famiglia Bradford, La<br />

Joey Lawrence è l’interprete del tema<br />

musicale.<br />

Famiglia Benvenuti, La Con: Enrico<br />

Maria Salerno, Valeria Valeri, Giusva<br />

Fioravanti, Claudio Gora, Leopoldo<br />

Trieste, Giulio Platone, Jole Fierro,<br />

Gigi Ballista, Antonio Casagrande,<br />

Graziano Giusti, Gianni Musi, Bice<br />

Valori. Produzione: Italia, 1968, sitcom,<br />

colore (13/60’).<br />

Una famiglia della media borghesia<br />

italiana degli anni ’60 è protagonista di<br />

una serie che affronta problemi quotidiani<br />

e conflitti generazionali. Ne fanno<br />

parte il padre architetto (Enrico Maria<br />

Salerno), la madre casalinga (Valeria<br />

Valeri), i due figli (Giusva Fioravanti,<br />

Claudio Gora) e una governante.<br />

Sullo sfondo, un’Italia in fermento,<br />

che ha conosciuto il boom economico<br />

ma che deve anche fronteggiare le prime<br />

proteste giovanili: un’Italia che dopo<br />

qualche anno avrebbe visto Fioravanti<br />

protagonista di ben altri scenari.<br />

Tra gli altri volti che bussano a casa<br />

Benvenuti, quelli di Leopoldo Trieste,<br />

Giulio Platone, Jole Fierro, Gigi Ballista,<br />

Antonio Casagrande, Graziano<br />

Giusti, Gianni Musi. La famiglia protagonista<br />

affronta piccole e grandi<br />

questioni con umorismo rassicurante e<br />

buoni sentimenti lungo due cicli di<br />

successo. Il secondo, in cui entra in<br />

scena anche Bice Valori, ha superato<br />

gli ascolti del primo. Il soggetto, la<br />

sceneggiatura e la regia sono affidati<br />

ad Alfredo Giannetti. Le musiche sono<br />

composte da Armando Trovajoli.<br />

Famiglia Bowman, La (The Good<br />

Life) Con: John Caponera, Eve Gordon,<br />

Shay Astar, Jake Patellis, Justin<br />

Berfield, Drew Carey, Monty Hoffman.<br />

Produzione: Usa, 1994, sit-com,<br />

colore (13/30’).<br />

La sit-com racconta le gesta di John<br />

Bowman (John Caponera), un impiegato<br />

presso un grande magazzino di<br />

Chicago che si divide tra il lavoro e la<br />

famiglia, formata dalla moglie Maureen<br />

(Eve Gordon) e dai figli adolescenti<br />

Melissa (Shay Astar), Paul (Jake<br />

Patellis) e Bob (Justin Berfield). In ufficio<br />

il protagonista deve vedersela<br />

con i colleghi Drew (Drew Carey) e<br />

Tommy (Monty Hoffman). Tra i “tormentoni”<br />

della serie spicca l’ambizione<br />

di Maureen di diventare una sceneggiatrice<br />

d’avanguardia nonostante<br />

l’incomprensione di chi le sta intorno.<br />

Adam West, l’ex Batman televisivo,<br />

compare nei panni di sé stesso. Kevin<br />

Curran, Jeff Martin e Suzanne Martin<br />

formano il tris di ideatori del serial; Jonathan<br />

Wolff compone la colonna sonora.<br />

Famiglia Bradford, La (Eight Is<br />

Enough) Con: Dick Van Patten, Diana<br />

Hyland, Grant Goodeve, Lani O’-<br />

Grady, Laurie Walters, Susan Richardson,<br />

Dianne Kay, Willie Aames,<br />

Connie Newton, Adam Rich, Betty<br />

Buckley, Joan Prather, Brian Patrick<br />

Clarke, Ralph Macchio. Produzione:<br />

Usa, 1977, sit-com/drammatico, colore<br />

(112/60’; 2/90’).<br />

Tratta dall’autobiografia di Tom Braden,<br />

un giornalista di Washington, la<br />

serie racconta le vicissitudini della famiglia<br />

(televisiva) più famosa degli<br />

anni ’70. Dick Van Patten è Tom<br />

Bradford, giornalista del “Register”<br />

di Sacramento in California; Diana<br />

Hyland veste i panni della moglie<br />

Joan. I figli sono addirittura otto: David<br />

(Grant Goodeve), Mary (Lani O’-<br />

Grady), Joannie (Laurie Walters), Susan<br />

(Susan Richardson), Nancy (Dianne<br />

Kay), Tommy (Willie Aames), Elisabeth<br />

(Connie Newton) e Nicholas


Famiglia Brady, La<br />

(Adam Rich). La loro età, che varia dai<br />

sette anni di Nicholas ai ventitré di David,<br />

impegna i genitori a risolvere alcune<br />

situazioni proprie della pubertà e<br />

dell’adolescenza, non senza aspetti comici<br />

e occasioni di divertimento. Nello<br />

specifico, nella casa bianca al 1436 di<br />

Oak Street la variopinta prole che<br />

muove 16 zampe d’elefante è così<br />

composta: il primogenito, il ventitreenne<br />

David, un imprenditore nato, è<br />

anche il primo ad andare a vivere da<br />

solo; la ventunenne Mary, la più studiosa,<br />

che aspira a diventare dottoressa<br />

e fa colazione con la pizza fredda; la<br />

ventenne Joanie, che oltre ad avere gli<br />

stessi occhi della madre, ha ereditato il<br />

suo sorriso e la sua sensibilità, e che<br />

abbandona il sogno del palcoscenico<br />

per diventare reporter televisiva; la diciottenne<br />

Nancy, talmente carina da<br />

essere ingaggiata per uno spot in tv (rifiutando<br />

però quello in cui doveva<br />

comparire a seno scoperto); la diciannovenne<br />

Susan, la più dolce ma anche<br />

la più insicura, che passa da un lavoro<br />

a un altro prima di tentare di entrare in<br />

polizia; il quattordicenne Tommy, il<br />

più ribelle degli otto, con sogni da<br />

rockstar e in perenne disaccordo con il<br />

padre; la quindicenne Elisabeth, che<br />

studia danza ed è assai timida con i ragazzi,<br />

i quali la prendono in giro per<br />

via dell’apparecchio ai denti; Nicholas,<br />

sette anni, il più piccolo di casa<br />

Bradford ma già con le sue belle responsabilità<br />

sulle spalle (gli viene affidato<br />

il monitoraggio dell’acqua domestica<br />

durante un periodo di siccità che<br />

ha colpito la zona). Dopo poche puntate,<br />

tuttavia, Tom rimane vedovo: Diana<br />

Hyland morì improvvisamente di<br />

tumore nel 1977. Sul finire della prima<br />

stagione Betty Buckley si unisce al cast<br />

nei panni di Abby Abbott, un’insegnante<br />

anch’essa vedova che dopo<br />

318<br />

aver conquistato la fiducia <strong>dei</strong> figli ne<br />

sposa il padre. Nel terzo ciclo i matrimoni<br />

sono addirittura tre, due sul set e<br />

uno nel backstage: David sposa Janet<br />

McArthur (Joan Prather), Susan dice<br />

sì a Merle Stockwell (Brian Patrick<br />

Clarke), un giocatore di baseball; Connie<br />

Newton sposa lo scenografo del <strong>telefilm</strong><br />

e assume il suo cognome,<br />

Needham. Nella puntata-pilota Mark<br />

Hamill interpretava David, Nancy<br />

aveva il volto di Kimberly Beck, il<br />

ciuffo di Tommy era quello di Chris<br />

English, la ribelle di casa era in origine<br />

Elisabeth (veniva arrestata per possesso<br />

di stupefacenti). Nella penultima<br />

stagione entra in scena Ralph Macchio<br />

nei panni del nipote tormentato di<br />

Abby, Jeremy Andretti. Un giovane<br />

Don Johnson interpreta in un episodio il<br />

fidanzato di Mary; Rosanna Arquette,<br />

Robin Williams, Heather Locklear ed<br />

Eric Stoltz compaiono quali gueststars.<br />

Sul finire degli anni ’80 sono state<br />

proposte dall’NBC due réunion: una per<br />

il compleanno del quindicenne Tom,<br />

l’altra per le seconde nozze di David.<br />

La serie prodotta da Greg Strangis è<br />

creata da Lee Rich, Philip Capice e Lee<br />

Mendelson, i quali firmano altresì da<br />

produttori esecutivi; le musiche originali<br />

sono di Earle Hagen; Grant Goodeve<br />

canta il tema musicale “Eight Is<br />

Enough”. Il <strong>telefilm</strong> si è aggiudicato 4<br />

Young Artist Awards: 2 come “miglior<br />

serial per famiglie”, 2 andati ad Adam<br />

Rich.<br />

Famiglia Brady, La (The Brady<br />

Bunch) Con: Robert Reed, Florence<br />

Henderson, Maureen McCormick,<br />

Barry Williams, Eve Plumb, Christopher<br />

Knight, Susan Olsen, Michael<br />

Lookinland, Ann B. Davis, Robbie Rist.<br />

Produzione: Usa, 1969, sit-com, colore<br />

(117/30’; 1/90’).


319 Famiglia Brock, La<br />

La serie narra le vicende da sit-com<br />

dell’architetto Mike Brady (Robert<br />

Reed), che dopo la morte della moglie<br />

si sposa con la vedova Carol (Florence<br />

Henderson). La coppia convive sotto<br />

lo stesso tetto a Los Angeles con i rispettivi<br />

figli, i quali hanno un’età<br />

compresa tra i 7 e i 14 anni: Marcia<br />

(Maureen McCormick), Greg (Barry<br />

Williams), Jan (Eve Plumb), Peter<br />

(Christopher Knight), Cindy (Susan<br />

Olsen) e Bobby (Michael Lookinland);<br />

i tre maschi sono figli di Carol,<br />

le tre ragazze sono figlie di Mike. Gli<br />

spunti di sit-com sono favoriti dai (soli)<br />

due bagni per otto e dalle file per telefonare<br />

(papà Mike decide a un certo<br />

punto di installare un telefono a gettone).<br />

Ann B. Davis interpreta Alice<br />

Nelson, la padrona di casa che dà una<br />

mano alla coppia nel gestire il menage<br />

familiare; Robbie Rist entra in scena<br />

negli ultimi sei episodi nei panni di<br />

Oliver, il nipote di otto anni di Carol.<br />

Sherwood Schwartz è il creatore e<br />

produttore esecutivo della serie. Il serial,<br />

vero e proprio cult “a stelle e strisce”,<br />

ha provocato un ampio ventaglio<br />

di declinazioni: una serie animata<br />

(The Brady Kids), un varietà (The<br />

Brady Bunch Hour), due sequel nel<br />

1981 (The Brady Brides) e nel 1990<br />

(The Bradys), una valanga di pubblicazioni<br />

tra le quali un’autobiografia di<br />

Barry Williams (Growing Up Brady),<br />

un film (The Brady Bunch Movie), alcune<br />

rappresentazioni teatrali itineranti<br />

(The Real Live Brady Bunch), uno<br />

spettacolo tv ad hoc (Bradymania) in<br />

onda in prima serata sull’ABC il 19<br />

maggio del 1993. Tra lo stupore <strong>dei</strong><br />

fans americani, gli stessi che nel 1971<br />

scrivevano una media di 6500 lettere a<br />

settimana all’indirizzo di Williams,<br />

Robert Reed si dissociò dall’esaltare<br />

la serie prima di morire prematura­<br />

mente nel 1992. Vincent Price, Marion<br />

Ross, Abbe Lane ed E.G. Marshall<br />

sono tra le guest-stars. Il tema<br />

musicale, composto da Sherwood<br />

Schwartz e Frank DeVol, è cantato<br />

nella prima stagione dalla Peppermint<br />

Trolley Company.<br />

Famiglia Brock, La (Picket Fences)<br />

Con: Tom Skerritt, Kathy Baker, Holly<br />

Marie Combs, Zelda Rubinstein, Fyvush<br />

Finkel, Kelly Connell, Lauren<br />

Holly, Costas Mandylor, Justin Shenkarow,<br />

Adam Wylie, Ray Walston.<br />

Produzione: Usa, 1992, drammatico,<br />

colore (88/60’).<br />

CULT<br />

Sottovalutato dai programmatori italiani,<br />

il serial è diventato un mito in<br />

America. Vincitore di numerosi Emmy<br />

Awards (gli Oscar televisivi) quale<br />

miglior serie drammatica, per il miglior<br />

attore e attrice protagonisti, il <strong>telefilm</strong><br />

è stato paragonato dai critici<br />

americani nientemeno che a Twin<br />

Peaks. Al centro delle vicende c’è il<br />

nucleo familiare che ruota attorno alla<br />

figura dello sceriffo Jimmy Brock<br />

(Tom Skerritt) nella fittizia cittadina di<br />

Rome nel Wisconsin. Una comunità<br />

apparentemente tranquilla nasconde<br />

segreti e scandali come nelle migliori<br />

tradizioni seriali. Tra gli scottanti temi<br />

affrontati: pedofilia, nazismo, omosessualità,<br />

religione e un parricidio. E<br />

così rimangono coinvolti nella ragnatela<br />

di intrighi Jill Brock (Kathy<br />

Baker), medico di Rome e moglie di<br />

Jimmy; i figli della coppia, l’attraente<br />

ventenne Kimberly (Holly Marie<br />

Combs) e i giovani Matthew e Zachary<br />

(Justin Shenkarow e Adam Wylie).<br />

Non mancano le figure di contorno: la<br />

saggia segretaria del distretto di polizia<br />

Ginny (Zelda Rubinstein), il pittoresco<br />

avvocato delle cause perdute


Famiglia cercasi<br />

Douglas Wambaugh (Fyvush Finkel),<br />

l’eccentrico coroner Carter Pike (Kelly<br />

Connell), la bella Maxine (Lauren<br />

Holly) e Kenny (Costas Mandylor),<br />

braccio destro e sinistro dello sceriffo<br />

Brock. Ray Walston incarna il giudice<br />

Henry Bone, il quale rappresenta la coscienza<br />

di tutto il paese. Contraddistinto<br />

da accelerazioni improvvise, ricco<br />

di infiltrazioni di generi diversi (il poliziesco,<br />

la soap, la satira), il serial non<br />

disdegna approfondimenti socio-politici<br />

che da noi sono stati penalizzati da<br />

una programmazione tardiva e insensata<br />

rispetto a quella americana. Tanto<br />

per mangiarsi le mani, basti leggere la<br />

critica del prestigioso settimanale “Tv<br />

Guide: “a Rome si mischiano l’amore,<br />

l’amicizia, la morte, la frustrazione, la<br />

noia, insomma la vita. Un miracolo. È<br />

difficile trovare un posto simile in televisione”.<br />

La serie mischia temi seri a<br />

episodi bizzarri, definiti in patria<br />

“twinpeakesque” come quando si cerca<br />

un serial-killer che congela le vittime<br />

mentre ai genitori di un ragazzo<br />

malato di leucemia viene negata la<br />

possibilità di ibernarlo criogeneticamente;<br />

imperdibile la puntata in cui<br />

una donna obesa uccide accidentalmente<br />

con il proprio peso il marito nel<br />

sonno o quella in cui il sindaco è convinto<br />

di aver ucciso un autostoppista<br />

senza un braccio o l’episodio in cui lo<br />

stesso primo cittadino viene ritrovato<br />

morto ghiacciato (nel tentativo di rimuovere<br />

il cadavere finisce decapitato!).<br />

Le riprese sono state effettuate a<br />

Monrovia, in California. David E.<br />

Kelley è l’ideatore e il produttore esecutivo<br />

del <strong>telefilm</strong>, lo stesso di Chicago<br />

Hospital: a tal proposito risulta da<br />

videoteca, dal punto di vista del metalinguaggio,<br />

la puntata della terza stagione<br />

in cui Jill, in cerca di una consulenza<br />

medica, si rivolge al dottor Jef­<br />

320<br />

frey Geiger dell’ospedale Chicago<br />

Hope, in “visita” dalla serie che in quel<br />

periodo andava in onda in America<br />

contemporaneamente. Stewart Levin<br />

si occupa delle musiche originali e del<br />

tema musicale al pianoforte. Tra le<br />

guest-stars compaiono James Coburn,<br />

Marlee Matlin, Concetta Tomei, Megan<br />

Gallagher, Louis Gossett jr. e Michelle<br />

Pfeiffer, la quale – galeotto il set<br />

del <strong>telefilm</strong> – ha sposato Kelley nel novembre<br />

del 1993.<br />

Famiglia cercasi (Almost Home)<br />

Con: Connie Ray, Olivia Burnette, Lee<br />

Norris, Rachel Duncan, Perry King,<br />

Brittany Murphy, Jason Marsden. Produzione:<br />

Usa, 1993, sit-com, colore<br />

(13/30’).<br />

Sequel rivisitato di Un raggio di luna<br />

per Dorothy Jane (1991), la sit-com<br />

vede ancora protagonista la divorziata<br />

Millicent Torkelson (Connie Ray) e i<br />

suoi tre figli – Dorothy Jane (Olivia<br />

Burnette), Chuckie Lee (Lee Norris) e<br />

Mary Sue (Rachel Duncan) – in trasferta<br />

da Oklahoma a Seattle, dove la<br />

donna diventa governante del vedovo<br />

Brian Morgan (Perry King) e <strong>dei</strong> suoi<br />

due figli, Molly (Brittany Murphy) e<br />

Gregory (Jason Marsden). Le due pesti<br />

– che papà Brian ha soprannominato<br />

Belzebù e Mefistofele – vantano un<br />

singolare record: una crisi isterica per<br />

ognuna delle sei tate che si sono succedute.<br />

Un giovane Ben Affleck è tra le<br />

guest-stars della serie prodotta da Michael<br />

Jacobs.<br />

Famiglia come le altre, Una (Life<br />

Goes On) Con: Christopher Burke,<br />

Bill Smitrovich, Patti LuPone, Kellie<br />

Martin, Monique Lanier, David Byrd,<br />

Ray Buktenica, Tommy Puett, Tanya<br />

Fenmore, Al Ruscio, Penny Santon,<br />

Tracey Needham, Mary Page Keller,


321 Famiglia del 3° tipo, Una<br />

Leigh Ann Orsi, Chad Lowe, Andrea<br />

Friedman. Produzione: Usa, 1989,<br />

drammatico, colore (83/60’).<br />

È la prima serie a essere andata in onda<br />

nel prime time americano con un protagonista<br />

affetto dalla sindrome di Down.<br />

Christopher Burke interpreta il diciottenne<br />

Charles “Corky” Thacher, figlio<br />

di Drew (Bill Smitrovich) e Libby (Patti<br />

LuPone). Kellie Martin veste i panni<br />

di Becca, la sorella più piccola di Corky<br />

la quale mostra un certo imbarazzo per<br />

essere allo stesso livello scolastico del<br />

fratello; Monique Lanier è Paige, la figlia<br />

avuta da Drew dal precedente matrimonio.<br />

Nel corso della prima stagione<br />

quest’ultimo abbandona l’impiego<br />

di caposquadra edile per aprire un ristorante,<br />

David Byrd entra in scena nelle<br />

vesti di Hans, lo chef del locale. Di tanto<br />

in tanto fanno la loro comparsa: Jerry<br />

Berkson (Ray Buktenica), il boss di<br />

Libby; Tyler Benchfield (Tommy<br />

Puett), il boyfriend occasionale di Becca<br />

che finisce ucciso in un incidente<br />

d’auto; Maxie (Tanya Fenmore), amica<br />

di Becca; Sal e Teresa Giordano (interpretati<br />

rispettivamente da Al Ruscio e<br />

Penny Santon), i genitori di Libby. Nella<br />

seconda stagione Paige lascia il tetto<br />

familiare: Tracey Needham sostituisce<br />

Monique Lanier nei panni di Paige, che<br />

però compare solo saltuariamente;<br />

Libby scopre di essere incinta all’età di<br />

41 anni; la sorella più giovane di quest’ultima,<br />

Gina (Mary Page Keller) entra<br />

nel menage familiare a dare una mano<br />

insieme alla figlia Zoe (Leigh Ann<br />

Orsi). Tra le più importanti novità c’è da<br />

segnalare quella dello studente Jesse<br />

McKenna (Chad Lowe), l’amico sieropositivo<br />

di Becca che in seguito contrae<br />

l’AIDS. Tra i colpi di scena successivi:<br />

Corky compie una fuga d’amore con<br />

Amanda Swanson (Andrea Friedman),<br />

anch’essa affetta dalla sindrome di<br />

Down. Michael Braverman è il produttore<br />

esecutivo e l’ideatore del serial.<br />

John Beal e Craig Safan firmano la colonna<br />

sonora; il tema musicale è la celebre<br />

“Ob-la-di Ob-la-da” <strong>dei</strong> Beatles,<br />

cantata da Patti Lupone e da tutto il cast.<br />

Elisabeth Berkley, Dean Cain, Shannen<br />

Doherty e Lisa Kudrow sono tra le guest-stars<br />

del <strong>telefilm</strong>.<br />

Famiglia del 3° tipo, Una (3 rd Rock<br />

from the Sun) Con: John Lithgow, Kristen<br />

Johnston, Joseph Gordon-Levitt,<br />

French Stewart, Jane Curtin, Simbi<br />

Khali, Elmarie Wendel, Wayne Knight.<br />

Produzione: Usa, 1996, sit-com/fantastico,<br />

colore (139/30’).<br />

CULT<br />

Sono partiti da altri mondi per mettere<br />

piede tra di noi. Anzi: mischiarsi a noi,<br />

“travestiti” da umani per capire meglio<br />

la nostra civiltà, i nostri istinti, i nostri<br />

desideri, le nostre frustrazioni, i nostri<br />

pochi pregi e i nostri molti difetti. La<br />

loro missione possibile è quella di farci<br />

morire tutti: naturalmente dal ridere…<br />

Tutto ha inizio quando un poker<br />

di alieni parte da un piccolo e insignificante<br />

pianeta (il terzo a partire dal Sole)<br />

per studiare i curiosi comportamenti<br />

di quei bipedi chiamati umani. Mai<br />

avrebbero pensato, percorrendo la Via<br />

Lattea, di imbattersi in una civiltà con<br />

una così alta densità di svitati. Per capire<br />

quelle strambe creature al meglio<br />

diventa necessario frequentarle in prima<br />

persona, mischiandosi a loro nella<br />

vita di tutti i giorni o, ancor meglio, diventando<br />

come loro: i quattro extraterrestri<br />

decidono di trasformarsi in umani<br />

in tutto e per tutto allorquando vanno<br />

a vivere sotto lo stesso tetto come<br />

una qualsiasi famigliola della middleclass<br />

americana. L’Alto Comandante<br />

assume le sembianze e la carta di identità<br />

di Dick Solomon (John Lithgow),


Famiglia del 3° tipo, Una<br />

professore universitario di fisica che<br />

ha il difetto di prendere tutto alla lettera;<br />

la Vice-Comandante del quartetto<br />

ha il volto di Sally Solomon (Kristen<br />

Johnston), incapace di capire perché<br />

sulla Terra le donne siano inferiori agli<br />

uomini e pronta a far valere il suo spirito<br />

femminista dell’“altro mondo”;<br />

sebbene più vecchio del Comandante,<br />

il terzo membro del gruppo entra nelle<br />

vesti dell’adolescente Tommy (Joseph<br />

Gordon-Levitt), i cui ormoni terrestri<br />

stanno per esplodere da un momento<br />

all’altro; Harry (French Stewart) è colui<br />

che più di tutti è rimasto folgorato e<br />

ossessionato dalla nuova civiltà e non<br />

perde un minuto di quello che si muove<br />

in quel rudimentale marchingegno<br />

che gli umani chiamano televisione.<br />

Tra i primi approcci <strong>dei</strong> Solomon con<br />

la nuova realtà terrestre c’è da segnalare<br />

il “colpo di fulmine” tra Dick e la<br />

professoressa Mary Albright (Jane<br />

Curtin), sua collega di ateneo nonché<br />

esempio vivente di attrazione del “terzo<br />

tipo”. Per lei il Comandante posticiperà<br />

la data di ritorno sul proprio pianeta<br />

per verificare quello strano procedimento<br />

d’unione detto matrimonio.<br />

Tra i “sorvegliati” speciali dalla famiglia<br />

spaziale sfilano altresì Nina<br />

Campbell (Simbi Khali), assistente<br />

universitaria che diventa la confidente<br />

della coppia di docenti; Mrs. Dubcek<br />

(Elmarie Wendel), l’eccentrica padrona<br />

di casa che affitta ai Solomon il proprio<br />

attico; l’agente di polizia Don<br />

(Wayne Knight), il quale cerca disperatamente<br />

un incontro del “primo tipo”<br />

con Sally, di cui si è invaghito follemente.<br />

Ambientato nella fittizia cittadina<br />

di Rutherford nell’Ohio, ritratto<br />

sferzante dell’“American way of life”<br />

di provincia, il <strong>telefilm</strong> getta sul tappeto<br />

piccoli e grandi temi apparentemente<br />

poco trattati dalle sit-com “stelle e<br />

322<br />

strisce”: la guerra, la desensibilizzazione<br />

della violenza, la disparità del<br />

salario, gli idoli dello sport; tutto viene<br />

filtrato attraverso gli occhi ingenui e<br />

innocenti di quattro protagonisti “alieni”<br />

a tutto questo. Con un immancabile<br />

dubbio che assale il telespettatore: i<br />

veri “marziani” sono quelli d’altri<br />

mondi o quelli fuori dal mondo? “È<br />

come se Carl Sagan incontrasse i Fratelli<br />

Marx”, hanno dichiarato i coniugi<br />

Bonnie e Terry Turner, ideatori della<br />

serie; “non c’è nulla di più alieno della<br />

verità”, ha commentato all’unisono la<br />

coppia reduce dai successi, nelle vesti<br />

di autori, del mitico Saturday Night Live.<br />

Per la sua originalità e per la venatura<br />

di umorismo dissacrante la serie<br />

ha vinto 8 Emmy Awards e 2 Golden<br />

Globe; particolarmente apprezzata è<br />

risultata l’interpretazione di Lithgow,<br />

che nel suo esordio in un ruolo da protagonista<br />

televisivo si è aggiudicato<br />

due Emmy e il Globe. Oltre ai Turner,<br />

firmano da produttori esecutivi Caryn<br />

Mandabach, Bill Martin, Mike Schiff,<br />

Tom Werner e Marcy Carsey: questi<br />

ultimi due già dietro le quinte <strong>dei</strong> successi<br />

de I Robinson e Pappa e ciccia;<br />

la Carsey in particolare è stata l’ideatrice<br />

di Mork e Mindy, un’altra sitcom<br />

del “terzo tipo” che proponeva un<br />

plot analogo: l’impatto di un alieno,<br />

interpretato da un emergente Robin<br />

Williams, con la nostra folle civiltà.<br />

La colonna sonora è composta da Ben<br />

Vaughn. Una schiera di guest-stars<br />

impreziosisce la sit-com: tra le altre,<br />

l’ex Monty Python John Cleese, William<br />

Shatner e George Takei di Star<br />

Trek, Tom Cruise, Kathy Bates, David<br />

Hasselhoff, le top-model Cindy<br />

Crawford, Angie Everhart, Nikki Tyler,<br />

Christy Turlington, il cantante<br />

John Raitt e, nei panni di loro stessi, il<br />

cestista Dennis Rodman, Elvis Co­


323 Famiglia Hogan, La<br />

stello, Neil Diamond e Mark Hamill<br />

(Guerre stellari).<br />

Famiglia dolce famiglia (Die<br />

glückliche Famiglie) Con: Maria<br />

Schell, Susanna Wellenbrink, Julia<br />

Heinemann, Maria Furtwängler, Siegfried<br />

Rauch, Elisabeth Welz. Produzione:<br />

Germania, 1987, drammatico,<br />

colore (52/60’).<br />

Nella tentacolare Gräfelfing, un piccolo<br />

borgo alle porte di Monaco di Baviera,<br />

vive la famiglia Behringer. Maria<br />

(Maria Schell) è la madre e il punto<br />

di riferimento della casa, impegnata<br />

nel crescere le tre figlie: Tamara detta<br />

“Tami” (Susanna Wellenbrink) è la più<br />

piccola e ha 10 anni; la diciassettenne<br />

Alexandra (Julia Heinemann), per tutti<br />

“Alex”, nutre un senso di ribellione<br />

verso la scuola; la primogenita Katja<br />

(Maria Furtwängler) ha 22 anni e studia<br />

all’università di Monaco. Accanto<br />

alla mamma-chioccia emergono le figure<br />

del giovane marito Florian (Siegfried<br />

Rauch) e della domestica Ema<br />

(Elisabeth Welz). Oltre a occuparsi in<br />

prima fila della famiglia, Maria lavora<br />

come redattrice freelance per una rivista<br />

femminile, mentre Florian è un ingegnere<br />

al quale si prospetta il trasferimento<br />

in Texas: accettare significherebbe<br />

cambiare completamente vita e<br />

rinunciare alla tranquilla vita di provincia<br />

germanica. Quasi un thriller esistenziale.<br />

La produzione è TNF (Tele-<br />

Norm-Film). La colonna sonora è<br />

composta da Nick Baumeister. La serie<br />

è passata anche con l’improbabile<br />

titolo all’inglese Happy Family.<br />

Famiglia Drombusch, La (Diese<br />

Drombusch) Con: Witta Pohl, Hans<br />

Peter Korff, Sabine Kaack, Susanne<br />

Schäfer, Mick Werup, Eike Hagen<br />

Schweikhardt, Jacques Hipplewith,<br />

Marion Kracht, Grete Wurm, Günter<br />

Strack, Peter Buchholz, Heinz Gerhard<br />

Lück, Christiane Pauli. Produzione:<br />

Germania, 1983, drammatico, colore<br />

(21/60’; 17/90’; 1/120’).<br />

Il serial racconta le vicende quotidiane,<br />

al limite della normalità, della famiglia<br />

Drombusch di Darmstadt, dove possiede<br />

un negozio di antiquariato. La serie<br />

ha riscontrato un ottimo successo in patria,<br />

tanto che dopo i primi 21 episodi<br />

da un’ora la produzione optò per il formato<br />

da un’ora e mezza; l’ultima puntata<br />

è di due ore. Fanno parte del numeroso<br />

nucleo familiare: Vera (Witta<br />

Pohl), Siegfried (Hans Peter Korff),<br />

Marion (interpretata in successione da<br />

Sabine Kaack e da Susanne Schäfer),<br />

Chris (Mick Werup), Thomi (Eike Hagen<br />

Schweikhardt), Ricky (Jacques<br />

Hipplewith), Tina Reibold-Drombusch<br />

(Marion Kracht), la nonna di famiglia<br />

(Grete Wurm) e lo zio Ludwig<br />

(Günter Strack). Al di fuori del focolare<br />

domestico si muovono: Gerd Schräpper<br />

(Peter Buchholz), il signore e la signora<br />

Reibold (Heinz Gerhard Lück,<br />

Christiane Pauli). L’ideatore della serie<br />

è Robert Stromberger; Eugen Thomass<br />

compone la colonna sonora.<br />

Famiglia Hogan, La (Valerie; Valerie’s<br />

Family; The Hogan Family) Con:<br />

Valerie Harper, Josh Taylor, Jason Bateman,<br />

Danny Ponce, Jeremy Licht,<br />

Sandy Duncan, Edie McClurg, Christine<br />

Ebersole, Steve Witting, Willard<br />

Scott, Lisa Rinna. Produzione: Usa,<br />

1986, sit-com, colore (110/30’).<br />

Quando ha debuttato sugli schermi<br />

americani, nel 1986, la sit-com raccontava<br />

le vicissitudini di Valerie Hogan<br />

(Valerie Harper), madre di tre figli<br />

nonché moglie di un pilota di aerei<br />

sempre fuori città. Nel ciclo seguente<br />

l’uomo viene licenziato e così passa


Famiglia Holvak, La<br />

più tempo a casa, costringendo i produttori<br />

a cambiare il titolo originale da<br />

Valerie a Valerie’s Family; quando Valerie<br />

muore tragicamente in un incidente<br />

stradale, è la volta di The Hogan<br />

Family. Oltre alla Harper, fanno parte<br />

del cast: Josh Taylor nei panni del pilota-marito<br />

Michael Hogan, Jason Bateman<br />

è il primogenito David, Danny<br />

Ponce e Jeremy Licht interpretano rispettivamente<br />

i gemellini Willie e<br />

Mark. Sandy Duncan entra in scena<br />

come Sandy Hogan, la sorella divorziata<br />

di Michael che aiuta il fratello a<br />

crescere i ragazzi dopo la scomparsa<br />

di Valerie. Tra gli altri personaggi più<br />

o meno ricorrenti del serial: la vicina<br />

Patty Poole (Edie McClurg); l’amica<br />

di Valerie, Barbara Goodwin (Christine<br />

Ebersole); l’amico di David, Burt<br />

Weems (Steve Witting); Peter (Willard<br />

Scott), il marito di Patty. Nel corso<br />

delle puntate, il personaggio che<br />

subisce più innovazioni è quello di<br />

David: dapprima si iscrive al college<br />

di Northwestern pur continuando a vivere<br />

a casa, quindi si trova una stupenda<br />

fidanzata, Annie (Lisa Rinna). La<br />

serie è passata alla storia per essere<br />

stata la prima situation-comedy ad<br />

aver pronunciato la parola “preservativo”<br />

(condom) alla tv americana: per<br />

la cronaca, correva l’anno 1987 e l’episodio<br />

s’intitolava Bad Timing; altre<br />

puntate parlano esplicitamente di pornografia<br />

e AIDS. I produttori esecutivi<br />

Thomas L. Miller e Robert L. Boyett<br />

(che già avevano lavorato insieme in<br />

Happy Days, Laverne&Shirley e<br />

Mork&Mindy), ebbero il loro bel da<br />

fare con la spietata concorrenza: mentre<br />

la NBC mandava in onda La famiglia<br />

Hogan, la CBS contro-programmava<br />

in contemporanea la sit-com<br />

City, con Valerie Harper nei panni di<br />

una donna-manager e con Lu Anne<br />

324<br />

Ponce (la sorella di Danny Ponce) in<br />

quelli della di lei figlia. Tra i volti noti<br />

di passaggio: Elisabeth Berkley, Josie<br />

Bissett, Tiffani-Amber Thiessen.<br />

Charles Fox è l’autore della colonna<br />

sonora e, insieme a Stephen Geyer,<br />

della canzone-tema – “Together Through<br />

The Years” – cantata da Roberta<br />

Flack. Tutte le vicende hanno luogo a<br />

Oak Park nell’Illinois.<br />

Famiglia Holvak, La (The Family<br />

Holvak) Con: Glenn Ford, Julie Harris,<br />

Lance Kerwin, Elisabeth Cheshire,<br />

Cynthia Hayward, Ted Gehring, William<br />

McKinney. Produzione: Usa,<br />

1975, drammatico, colore (13/60’).<br />

Glenn Ford è protagonista della sua seconda<br />

serie televisiva dopo il flop della<br />

prima (Lo sceriffo del Sud, 1971). Ispirato<br />

dal successo di Una famiglia americana<br />

(1972), il <strong>telefilm</strong> si basa sulle<br />

pagine di Ramey, un racconto di Jack<br />

Ferris che narra le vicissitudini di un<br />

pastore e della sua famiglia nell’America<br />

del Sud degli anni ’30. L’indimenticabile<br />

interprete di Gilda e de Il grande<br />

caldo veste i panni del Reverendo<br />

Tom Holvak, sposato con Elisabeth<br />

(Julie Harris) e papà del tredicenne<br />

Ramey (Lance Kerwin) e Julie Mae<br />

(Elisabeth Cheshire), di otto anni. Tra<br />

gli altri personaggi che fanno da contorno:<br />

Ida (Cynthia Hayward), l’aiutante<br />

del Reverendo; il negoziante<br />

Chester Purdle (Ted Gehring); il poliziotto<br />

Jim Shanks (William McKinney).<br />

Dean Hargrove e Roland Kibbee<br />

firmano da produttori esecutivi. La colonna<br />

sonora è composta da Richard<br />

DeBenedictis e Lee Holdridge. David<br />

Carradine compare in un cameo.<br />

Famiglia in giallo, Una Con: Ugo<br />

Tognazzi, Sebastiano Nardone, Andreé<br />

Ferréol, Luca Lionello, Claudia


325 Famiglia Partridge, La<br />

Mazil. Produzione: Italia/Francia,<br />

1991, avventura, colore (2/60’).<br />

L’ultima interpretazione televisiva di<br />

Ugo Tognazzi prima della scomparsa<br />

lo vede impegnato nei panni del Commissario<br />

Andreoli. Il protagonista centellina<br />

gli indizi, le prove, le testimonianze,<br />

ma indaga anche e soprattutto<br />

sulla psicologia <strong>dei</strong> personaggi, confrontandosi<br />

con il suo vice (Sebastiano<br />

Nardone) e tenendo conto <strong>dei</strong> consigli<br />

della moglie Giovanna (Andréa Ferréol);<br />

nelle sue inchieste, Andreoli<br />

s’imbatte spesso nel figlio giornalista<br />

(Luca Lionello), trovandosi così nel<br />

dubbio se mantenere il segreto professionale<br />

o spifferare qualche notizia<br />

sulle indagini in corso. Acompletare la<br />

formazione del nucleo familiare si aggiunge<br />

la figlia del Commissario, interpretata<br />

da Claudia Mazil. Il serial è<br />

ideato da Rodolfo Sonego. La colonna<br />

sonora è composta da Luigi Ceccarelli.<br />

A causa della prematura morte di<br />

Tognazzi, sono stati girati solo due<br />

episodi.<br />

Famiglia Mulligan, La (Mulligan’s<br />

Stew) Con: Lawrence Pressman, Elinor<br />

Donahue, Johnny Doran, Julie<br />

Anne Haddock, K.C. Martel, Christopher<br />

Ciampa, Suzanne Crough,<br />

Lory Kochheim, Sunshine Lee. Produzione:<br />

Usa, 1977, drammatico, colore<br />

(8/60’).<br />

La storia di “nove persone e due bagni”<br />

vede protagonisti una coppia, i loro<br />

tre figli e i quattro nipoti (questi ultimi<br />

vengono a vivere sotto lo stesso tetto<br />

dopo la morte <strong>dei</strong> genitori in un incidente<br />

aereo). Lawrence Pressman è<br />

Mike Mulligan, insegnante e allenatore<br />

di football a Birchfield, nella California<br />

del Sud; Elinor Donahue veste<br />

i panni della moglie Jane; Johnny Doran<br />

è il primogenito Mark; Julie Anne<br />

Haddock interpreta la figlia Melinda;<br />

K.C. Martel è Jimmy, il figlio più piccolo;<br />

a loro si aggiungono i nipoti<br />

Adam (Christopher Ciampa), Stevie<br />

(Suzanne Crough), Polly (Lory Kochheim)<br />

e l’orfano vietnamita adottato<br />

Kimmy Nguyen (Sunshine Lee) di<br />

cinque anni. Joanna Lee firma la produzione<br />

del serial finito al 109esimo<br />

posto degli ascolti nella stagione<br />

1977-’78.<br />

Famiglia Partridge, La (The Partdridge<br />

Family) Con: Shirley Jones,<br />

David Cassidy, Susan Dey, Danny<br />

Bonaduce, Brian Forster, Susanne<br />

Crough, David Madden. Produzione:<br />

Usa, 1970, sit-com/musicale, colore<br />

(96/30’).<br />

Una madre rimasta vedova con cinque<br />

figli sulle spalle decide di fondare un<br />

complesso di rock’n’roll “tutto in famiglia”:<br />

il serial, vagamente ispirato<br />

alla storia della band anni ’60 <strong>dei</strong><br />

Cowsills, racconta la scalata al successo<br />

di un nucleo familiare che dalla disperazione<br />

passa agli applausi di un<br />

tour attraverso la California. Ogni tappa<br />

implica un turbinio di incontri, sorprese,<br />

problemi, risate. Shirley Jones è<br />

la mamma-rock Shirley Partridge; David<br />

Cassidy è il sedicenne Keith; Susan<br />

Dey interpreta la quindicenne Laurie;<br />

Danny Bonaduce è il decenne<br />

Danny; Brian Forster veste i panni di<br />

Chris (interpretato per un anno da Jeremy<br />

Gelbwaks), di sette anni; Suzanne<br />

Crough è Tracy, di cinque anni. David<br />

Madden presta il volto a Reuben<br />

Kincaid, il loro manager. Il <strong>telefilm</strong> ha<br />

contribuito a far diventare un idolo<br />

delle teenagers David Cassidy e il disco<br />

con la colonna sonora del serial è<br />

andato a ruba in America (specialmente<br />

il singolo “I Think I Love You”, che<br />

ha venduto più di 4 milioni di copie).


Famiglia Potter, La<br />

Sul vinile, tuttavia, “sopravvivono”<br />

solo le voci originali di Shirley Jones e<br />

di Cassidy: gli altri componenti della<br />

famiglia sono stati sostituiti da cantanti<br />

e suonatori professionisti. Bob Claver<br />

e Paul Junger Witt sono i produttori<br />

esecutivi della serie ideata da Bernard<br />

Slade. La colonna sonora è composta<br />

da Hugo Montenegro; il primo<br />

tema musicale, “When We’re Singin”,<br />

è composto da Wes Farrell; il secondo,<br />

“Come On, Get Happy”, da Danny<br />

Jansen. Tra le guest-stars: la coppia<br />

Farraw Fawcett-Jaclyn Smith (in trasferta<br />

da Charlie’s Angels), Mark Hamill,<br />

Richard Pryor e Jodie Foster. Una<br />

versione a cartone animato, in cui si<br />

immagina che la famiglia Partridge<br />

suoni nello spazio nel 2200, è stata<br />

prodotta da Hanna-Barbera. Nel gennaio<br />

del 2005 il prestigioso “Tv Guide”<br />

ha proclamato David Cassidy “il<br />

più grande teen-idol di tutti i tempi”,<br />

proprio in virtù della grande popolarità<br />

raggiunta col <strong>telefilm</strong>.<br />

Famiglia Potter, La (The Tom Ewell<br />

Show) Con: Tom Ewell, Marilyn Erskine,<br />

Mabel Albertson, Cindy Robbins,<br />

Sherry Alberoni, Eileen Chesis.<br />

Produzione: Usa, 1960, sit-com, b/n<br />

(32/30’).<br />

Tom Ewell, indimenticabile spalla di<br />

Marilyn Monroe in Quando la moglie<br />

è in vacanza, è il protagonista di una<br />

sit-com girata cinque anni dopo il film<br />

di Billy Wilder. Egli interpreta Tom<br />

Potter, un agente di beni immobili di<br />

Las Palmas (California) che diventa<br />

“prigioniero” casalingo di cinque donne:<br />

la moglie Fran (Marilyn Erskine),<br />

mamma Irene (Mabel Albertson), le figlie<br />

Carol (Cindy Robbins) di quindici<br />

anni, Debbie (Sherry Alberoni) di undici<br />

e Cissy (Eileen Chesis) di sette. La<br />

primogenita è più furba e intelligente<br />

326<br />

rispetto alla sua età; la seconda sta scrivendo<br />

un giornale di gossip intitolato<br />

“The Debbie Daily”; la più piccola è<br />

solita entrare in casa dalla finestra del<br />

soggiorno. Di loro papà Tom dice che<br />

“sono tre regine, ognuna per un verso,<br />

fino a quando non vengono a chiedere<br />

i soldi per uscire…”. Lo stesso Ewell è<br />

tra i produttori di questa situation comedy<br />

in bianco e nero. Autore del tema<br />

musicale è Jerry Fielding. Una curiosità:<br />

in alcune puntate Cissy appare<br />

bionda come le sorelle, in altre mora…<br />

Famiglia quasi normale, Una<br />

(Der ganz normale Wahnsinn) Con:<br />

Towje Kleiner, Monika Schwarz, Ilse<br />

Neubauer, Barbara Valentin, Alexander<br />

May, Christine Kaufmann, Helmut<br />

Fischer, Herb Andress. Produzione:<br />

Germania, 1979, drammatico, colore<br />

(12/60’).<br />

Una piccola ammaccatura sulla macchina:<br />

è il pretesto per Maximilian<br />

Ganz (Towje Kleiner) e Gloria<br />

Schimpf (Monika Schwarz), da poco<br />

separati, per riavvicinarsi. Ma le differenze<br />

caratteriali e i contrattempi sembrano<br />

insormontabili nonostante<br />

l’aiuto di coloro che gli stanno attorno:<br />

Henni (Ilse Neubauer), Aline<br />

(Barbara Valentin), Vito (Alexander<br />

May), Violetta (Christine Kaufmann),<br />

Lino (Helmut Fischer), Herb (Herb<br />

Andress). La serie vanta le firme<br />

D.O.C. di Helmut Ringelmann quale<br />

produttore e di Herbert Reinecker tra<br />

gli autori.<br />

Famiglia Robinson, La (Swiss Family<br />

Robinson) Con: Martin Milner,<br />

Pat Delany, Willie Aames, Eric Olson,<br />

Cameron Mitchell, Helen Hunt. Produzione:<br />

Usa, 1975, avventura, colore<br />

(24/60’).<br />

Basata su un romanzo di Johann Wyss,


327 Famiglia Stevenson, La<br />

la serie racconta le avventure di una famiglia<br />

del 1800 che va a vivere su<br />

un’isola tropicale dopo un naufragio,<br />

tra pirati e animali feroci. Martin Milner<br />

è Karl Robinson, Pat Delany interpreta<br />

la moglie Lotte, Willie Aames ed<br />

Eric Olson sono rispettivamente i figli<br />

Fred ed Ernie. Cameron Mitchell è il<br />

capitano della Marina Jeremiah Worth;<br />

Helen Hunt veste i panni di Helga Wagner,<br />

una ragazzina adottata dai Robinson.<br />

Irwin Allen è il produttore della<br />

serie che conta anche su una versione<br />

foto-copia battente bandiera canadese<br />

(Le avventure della famiglia Robinson,<br />

1976), con cast diverso ed episodi<br />

lunghi mezz’ora (e non più di<br />

un’ora), nonché su due precedenti cinematografici:<br />

Come Robinson Crusoe<br />

(1940) e Robinson nell’isola <strong>dei</strong><br />

corsari (1960). Nonostante Allen non<br />

volesse un <strong>telefilm</strong> a guisa di “disaster<br />

of the week”, quasi in ogni puntata i<br />

Robinson affrontano una calamità naturale:<br />

dai tifoni ai maremoti, dai terremoti<br />

all’eruzione del vulcano locale,<br />

ma senza il budget <strong>dei</strong> disaster-movie<br />

dell’epoca. Frank Langella compare in<br />

un cameo.<br />

Famiglia si fa per dire, Una (Accidental<br />

Family) Con: Jerry Van Dyke,<br />

Lois Nettleton, Susan Benjamin, Teddy<br />

Quinn, Ben Blue, Larry D. Mann.<br />

Produzione: Usa, 1967, sit-com, colore<br />

(16/30’).<br />

Il comico di Las Vegas Jerry Webster<br />

(Jerry Van Dyke), rimasto vedovo da<br />

poco, possiede una fattoria in California<br />

dove vivono la divorziata Susannah<br />

Kramer (Lois Nettleton) e la di lei<br />

figlia Tracy (Susan Benjamin), le quali<br />

si occupano del figlio dell’attore quando<br />

lo showman calca i palcoscenici.<br />

Teddy Quinn interpreta Sandy, l’erede<br />

di Webster; completano il cast: Ben<br />

Blue nei panni di Ben McGrath, lo zio<br />

di Susannah che funge da aiutante;<br />

Larry D. Mann in quelli di Marty, il<br />

manager del protagonista. La sit-com<br />

è prodotta dalla società di Sheldon<br />

Leonard.<br />

Famiglia Smith, La (The Smith Family)<br />

Con: Henry Fonda, Janet Blair,<br />

Darleen Carr, Ronny Howard, Michael-James<br />

Wixted. Produzione: Usa,<br />

1971, poliziesco/drammatico, colore<br />

(39/30’).<br />

Henry Fonda è il protagonista di un serial<br />

che racconta in parallelo le indagini<br />

e la vita familiare del sergente Chad<br />

Smith, in forza alla polizia di Los Angeles<br />

da un quarto di secolo. Ogni<br />

giorno lo attendono a casa la moglie<br />

Betty (Janet Blair) e i tre figli: la studentessa<br />

diciottenne Cindy (Darleen<br />

Carr), la primogenita; il quindicenne<br />

Bob (interpretato da un poco più che<br />

teenager Ronny Howard, tre anni prima<br />

di diventare il Richie Cunningham<br />

di Happy Days); Brian (Michael-James<br />

Wixted), il più piccolo <strong>dei</strong> tre con i<br />

suoi sette anni. Quest’ultimo, nell’edizione<br />

originale, ha assunto un inspiegabile<br />

accento inglese: gli unici che<br />

potrebbero spiegarne il motivo sono di<br />

diritto Edmund Hartmann e Don Fedderson,<br />

rispettivamente creatore e produttore<br />

esecutivo della serie. Mike Minor<br />

canta la sigla iniziale, Primrose<br />

Lane, composta da Wayne Skanklin e<br />

G. Callendar.<br />

Famiglia Stevenson, La (The Gregory<br />

Hines Show) Con: Gregory Hines,<br />

Brandon Hammond, Mark Tymchyshyn,<br />

Robin Riker, Bill Cobbs,<br />

Wendell Pierce, Judith Shelton, Angelique<br />

Parry. Produzione: Usa, 1997,<br />

sit-com, colore (22/30’).<br />

Dopo la recente scomparsa della mo­


Famiglia tutto pepe, Una<br />

glie, avvenuta 18 mesi prima dell’inizio<br />

della sit-com, il vedovo Ben Stevenson<br />

(Gregory Hines) è diventato il<br />

migliore amico del figlio dodicenne<br />

Matty (Brandon Hammond): in realtà<br />

ad avere più bisogno di sostegno è proprio<br />

Ben, editore della Oak Park Press<br />

di Chicago, una piccola casa editrice<br />

diretta dalla “strana coppia” sempre in<br />

lite Alex Butler (Mark Tymchyshyn) e<br />

Nicole Moran (Robin Riker). Non<br />

mancano le visite di famiglia, come<br />

quelle del barcollante papà James (Bill<br />

Cobbs) e dell’indaffarato fratello Carl<br />

(Wendell Pierce), i quali, per il bene di<br />

Ben, organizzano fallimentari appuntamenti<br />

al buio ed esternano i loro improbabili<br />

consigli; a complicare le cose<br />

ci si mette anche Angela Rice (Judith<br />

Shelton), la contabile del vedovo<br />

protagonista, il quale alla fine si ritrova<br />

con una vita sociale meno elettrizzante<br />

di quella del figlio Matty (quest’ultimo<br />

si fidanza con la coetanea<br />

Paige, interpretata da Angelique<br />

Parry). Nat Bernstein, Mitchel Katlin e<br />

Fran Saperstein firmano da produttori<br />

esecutivi; Rick Cutler compone la colonna<br />

sonora. Tra le guest-stars “giganteggia”<br />

l’ex cestista Kareem Abdul-Jabbar<br />

nei panni di sé stesso. Le riprese<br />

sono state effettuate a Culver<br />

City (California).<br />

Famiglia tutto pepe, Una (True<br />

Colors) Con: Stephanie Faracy, Cleavon<br />

Little, Brigid Conley Walsh, Claude<br />

Brooks, Adam Jeffries, Nancy<br />

Walker. Produzione: Usa, 1991, sitcom,<br />

colore (46/30’).<br />

A Baltimora, nel Maryland, accade<br />

che un uomo di colore e una donna<br />

bianca, entrambi con figli sulle spalle,<br />

s’innamorino e si sposino. Come in<br />

una sorta di remake anni ’90 di Indovina<br />

chi viene a cena?, la sit-com accen­<br />

328<br />

de i riflettori sulla vita in comune della<br />

maestra Ellen Freeman (Stephanie<br />

Faracy), del dentista Ron Freeman<br />

(Cleavon Little) e <strong>dei</strong> rispettivi figli:<br />

l’attivista Katie (Brigid Conley Walsh),<br />

nata dal precedente matrimonio di<br />

Ellen; Terry (Claude Brooks) e Lester<br />

(Adam Jeffries), frutto dell’ultima relazione<br />

di Ron. Nancy Walker interpreta<br />

Sara Bower, la madre di lei che<br />

non vede di buon occhio il matrimonio<br />

“misto”. La serie ideata e prodotta<br />

da Michael J. Neithorn è stata lanciata<br />

dalla Fox con lo slogan “niente a che<br />

vedere con la famiglia Brady”. La colonna<br />

sonora è composta da Gordon<br />

Lustig e Lennie Niehaus.<br />

Family Hour Festival (Id.; Family<br />

Theater) Con: interpreti vari. Produzione:<br />

Usa, 1974, avventura, colore<br />

(67/60’).<br />

Serie di speciali di un’ora rivolti ai ragazzi<br />

under 16: sono baby-avventure<br />

volte a riunire tutta la famiglia davanti<br />

al piccolo schermo.<br />

Family Tree, The (Id.) Con: Anne<br />

Archer, Frank Converse, James Spader,<br />

Martin Hewitt, Melora Hardin, Jonathan<br />

Hall Kovacs. Produzione: Usa,<br />

1983, drammatico, colore (6/60’).<br />

La serie racconta i drammi e le risate di<br />

due divorziati che decidono di sposarsi<br />

condividendo figli, gioie e dolori. Ne<br />

sono protagonisti: Annie Benjamin Nichols<br />

(Anne Archer), un’agente per la<br />

compravendita di beni immobili; il marito<br />

Kevin (Frank Converse), proprietario<br />

di una compagnia edilizia; Jake (James<br />

Spader), il figlio di Kevin; il primogenito<br />

Sam (Martin Hewitt), Tess (Melora<br />

Hardin) e il non udente Toby (interpretato<br />

da Jonathan Hall Kovacs, sordo<br />

veramente), ovvero i figli di Annie. Il<br />

serial è creato da Carol Evan McKeand,


329 Fantasilandia<br />

reduce da un’altra serie familiare di successo<br />

come In casa Lawrence.<br />

Famous Five, The (Id.) Con: Jemima<br />

Rooper, Marco Williamson, Paul<br />

Child, Laura Petela, Christopher<br />

Good, Mary Waterhouse, Elsie Kelly,<br />

Robert Crombie. Produzione: Gran<br />

Bretagna/Germania, 1996, avventura,<br />

colore (26/30’).<br />

Tratta dalla fortunata collana omonima<br />

di romanzi firmati da Enid Blyton,<br />

la serie, remake de La banda <strong>dei</strong> cinque<br />

(1978), racconta le avventure di<br />

quattro ragazzi e del loro cane Timmy.<br />

Nel 1953, George (Jemima Rooper),<br />

Julian (Marco Williamson), Dick<br />

(Paul Child) e Anne (Laura Petela)<br />

uniscono le forze per crearsi un mondo<br />

a parte, al limite del fantastico e del mistero.<br />

Tra gli altri personaggi che ruotano<br />

intorno ai cinque protagonisti: zio<br />

Quentin (Christopher Good), zia Frances<br />

(Mary Waterhouse), Joan (Elsie<br />

Kelly) e Alf (Robert Crombie). Dan<br />

Maddicott, Peter Moth, Peter Murphy,<br />

Michael Smeaton e Ian Warren firmano<br />

da produttori esecutivi il serial girato<br />

in Inghilterra. Joe Campbell e Paul<br />

Hart compongono la colonna sonora.<br />

Gillian Baverstock, la figlia della Blyton,<br />

ha curato l’adattamento televisivo<br />

<strong>dei</strong> romanzi della madre. Il vero nome<br />

di Timmy è Connal. Jason Connery, il<br />

figlio di Sean, compare da guest-star.<br />

Fanelli Boys, I (The Fanelli Boys)<br />

Con: Ann Guilbert, Joe Pantoliano,<br />

Ned Eisenberg, Christopher Meloni,<br />

Andy Hirsch, Richard Libertini, Vera<br />

Lockwood. Produzione: Usa, 1991,<br />

sit-com, colore (20/30’).<br />

Sit-com americana su una famiglia di<br />

italo-americani che si riunisce sotto lo<br />

stesso tetto: Ann Guilbert interpreta<br />

Theresa, la figura matriarcale rimasta<br />

vedova. Attorno a lei si accomodano i<br />

quattro fratelli protagonisti: Dominic<br />

Fanelli detto “Dom” (Joe Pantoliano),<br />

il malvivente di turno; Anthony (Ned<br />

Eisenberg), direttore di un’impresa funeraria<br />

che rischia di portare la famiglia<br />

alla bancarotta (ha contratto debiti<br />

per 25.000 dollari); Frankie (Christopher<br />

Meloni), l’atleta del gruppo<br />

che ha scoperto la fidanzata in flagrante<br />

delicto; lo studente di college Ronnie<br />

(Andy Hirsch), il quale si è invaghito<br />

di una donna ebrea della stessa<br />

età di sua madre. Richard Libertini interpreta<br />

padre Angelo Lombardi, il fratello<br />

di Theresa; Vera Lockwood è Philamena,<br />

l’amica di mamma Fanelli.<br />

Kathy Speer, Terry Grossman, Mort<br />

Nathan e Barry Fanaro formano il<br />

poker di ideatori e produttori esecutivi<br />

della serie.<br />

Fantasilandia (Fantasy Island)<br />

Con: Ricardo Montalbán, Herve Villechaize,<br />

Christopher Hewett. Produzione:<br />

Usa, 1978, fantastico, colore<br />

(156/60’).<br />

Su un’isola tropicale i sogni della vostra<br />

vita possono esaudirsi quasi magicamente:<br />

questo il plot di un serial “ai<br />

confini della realtà” che in America<br />

raggiunse lo stesso successo di Love<br />

Boat, che lo anticipava nella programmazione<br />

dell’ABC il sabato sera. Ogni<br />

episodio racconta l’esaudirsi di duetre<br />

desideri. C’è l’obeso che vuole essere<br />

considerato un sex-symbol in<br />

un’orgia di modelle in bikini, c’è il<br />

venditore porta a porta che vuole piazzare<br />

il colpo della vita, c’è il capo-famiglia<br />

che vuole evadere dalla routine<br />

per qualche giorno. Ricardo Montalbán<br />

è Mr. Roarke, il proprietario di<br />

quest’isola paradisiaca dove sbarcano<br />

non poche guest-stars: tra di loro, Michelle<br />

Pfeiffer (al suo esordio assoluto


Fantasmi 330<br />

da attrice), Sonny Bono, Sammy Davis<br />

jr., Cyd Charisse, Ed Begley jr.,<br />

Gene Barry, Vera Miles, Tom Ewell,<br />

Lucie Arnaz, Desi Arnaz jr., Ray Milland,<br />

Eva Gabor, Leslie Nielsen, Cesar<br />

Romero, Lola Falana, Scott Baio, Joseph<br />

Cotten, Janet Leigh, Frankie Avalon,<br />

Joan Collins, Adam West, Don<br />

Most, Nicole Eggert, Sherman Hemsley,<br />

Rossano Brazzi, Linda Blair, Bo<br />

Hopkins, Tanya Roberts, Andy Griffith,<br />

Heather Locklear, Lorenzo Lamas,<br />

Van Johnson, Cybill Shepherd,<br />

Sandra Dee, Ron Ely, Julie Newmar,<br />

LeVar Burton, Yvonne Craig, Tom Jones,<br />

Geena Davis e un’infante Tori<br />

Spelling, la figlia di quell’Aaron Spelling<br />

che firma da produttore esecutivo,<br />

in compagnia di Leonard Goldberg, un<br />

ennesimo successo dopo la “nave dell’amore”.<br />

Herve Villechaize interpreta<br />

Tattoo, l’aiutante di Roarke in seguito<br />

sostituito da Lawrence (Christopher<br />

Hewett). Nelle ultime puntate, tra incantesimi<br />

e pozioni magiche, emerge<br />

l’elemento fantastico: tra un viaggio<br />

nel tempo e l’altro, Roarke difende l’isola<br />

nientemeno che da Mefistofele! Il<br />

tema musicale è affidato a Laurence<br />

Rosenthal. Montalbán compare saltuariamente<br />

anche dietro la macchina<br />

da presa. Gene Levitt è l’ideatore del<br />

<strong>telefilm</strong> girato tra le Hawaii e la California<br />

che nel 1998 ha avuto un sequel<br />

senza successo con Malcom Mc-<br />

Dowell nei panni di Mr. Roarke.<br />

Fantasmi (Haunted) Con: Matthew<br />

Fox, Russell Hornsby, John F. Mann,<br />

Lynn Collins, Michael Irby. Produzione:<br />

Usa, 2002, thriller/fantastico, colore<br />

(12/60’).<br />

Per ironia della sorte, a causa degli<br />

ascolti non esaltanti, in America è diventata<br />

la prima serie-fantasma della<br />

stagione 2002-2003. Il <strong>telefilm</strong> raccon­<br />

ta la “doppia vita” del poliziotto Frank<br />

Taylor (Matthew Fox): doppia nel senso<br />

di resurrezione fisica e morale, visto<br />

che dopo il rapimento del figlio il suo<br />

matrimonio è andato a rotoli e il nostro<br />

ha deciso di lasciare la polizia per diventare<br />

un detective privato. Proprio in<br />

un caso di rapimento che ricorda da vicino<br />

quello del figlio, Frank, pur riuscendo<br />

a uccidere il pedofilo colpevole,<br />

rimane ferito molto gravemente. Ritornato<br />

in vita, si accorge di vedere presenze<br />

ultraterrene che di volta in volta lo<br />

aiutano nei casi che affronta o che gli<br />

mettono i bastoni fra le ruote (tra gli spiriti<br />

ostili, diventa costante la presenza<br />

del maniaco da lui ucciso, Simon Dunn,<br />

interpretato da John F. Mann). Tra le<br />

presenze in carne e ossa al suo fianco:<br />

l’ex collega Marcus Bradshaw (Russell<br />

Hornsby), promosso a detective; l’ex<br />

moglie Jessica Manning (Lynn Collins),<br />

assistente del procuratore distrettuale;<br />

l’amico e consigliere Dante (Michael<br />

Irby), l’unico in grado di comprendere<br />

le situazioni “ai confini della<br />

realtà” che vedono protagonista Frank.<br />

A dire il vero, ad accorgersi della giostra<br />

<strong>dei</strong> fantasmi ci sarebbe anche il cane<br />

Gus, una sorta di antifurto a quattro<br />

zampe. Gli ideatori Andrew Cosby e<br />

Rick Ramage firmano anche da produttori<br />

esecutivi, in quest’ultima veste in<br />

compagnia di Keith Addis, Emilie Levisetti<br />

e Scott Shepherd. Musiche spettrali<br />

del mago del genere, Mark Snow.<br />

Le riprese del serial sono state effettuate<br />

a Los Angeles.<br />

Fantastico mondo di Mr. Monroe,<br />

Il (My World and Welcome to It)<br />

Con: William Windon, Joan Hotchkis,<br />

Lisa Gerritsen, Harold J. Stone, Henry<br />

Morgan. Produzione: Usa, 1969, sitcom/fantastico,<br />

colore (26/30’).<br />

CULT


331 Fantomas<br />

Ispirata vagamente alla vita dell’umorista<br />

ed ex cartoonist del “New<br />

Yorker” James Thurber, una delle sitcom<br />

più bizzarre di sempre racconta le<br />

gesta, i pensieri e i cartoon di John<br />

Monroe (William Windon), scrittore e<br />

fumettista del giornale “Manhattanite”.<br />

La serie che ha vinto due Emmy<br />

Awards nel 1970 si contraddistingue<br />

per l’uso di sequenze animate per descrivere<br />

i sogni e le aspettative di Mr.<br />

Monroe. Nel suo mondo ideale egli è<br />

trattato come un re; nella vita reale è<br />

invece frustrato dal lavoro e soggiogato<br />

dalle donne di famiglia. Al fianco<br />

del protagonista a Westport (Connecticut)<br />

ruotano: la moglie Ellen (Joan<br />

Hotchkis); la figlia Lydia (Lisa Gerritsen);<br />

il capo Hamilton Greeley (Harold<br />

J. Stone); il collega Phil Jensen<br />

(Henry Morgan). Mel Shavelson è il<br />

creatore del <strong>telefilm</strong> insieme allo stesso<br />

Thurber; Sheldon Leonard firma da<br />

produttore esecutivo; Danny Arnold<br />

compare come produttore. Gli inserti<br />

animati della sit-com sono firmati da<br />

DePatie-Freleng, autori altresì del cartone<br />

animato della Pantera Rosa. La<br />

prima idea del serial apparve sulla NBC<br />

l’8 giugno del 1959 in Christabel, inteso<br />

come pilota della serie The Secret<br />

Life of John Monroe; in questa prima<br />

versione Arthur O’Connell interpretava<br />

John, Georgann Johnson vestiva i<br />

panni di Ellen. Aquesto primo approccio<br />

seguì una seconda puntata pilota in<br />

onda il 20 marzo del 1961 sulla CBS:<br />

The Secret Life of James Thurber, con<br />

Orson Bean nelle vesti del protagonista.<br />

Molti anni dopo questi due tentativi<br />

ispirarono due sit-com della CBS:<br />

Pen’n’Jnc (1981) e The People Next<br />

Door (1989). Nel 1972, Shavelson ha<br />

diretto e co-sceneggiato con Arnold il<br />

film con Jack Lemmon e Barbara<br />

Harris Oggi sposi: sentite condo­<br />

glianze, il quale s’ispira vagamente alla<br />

serie e vede tra le presenze del cast<br />

Lisa Gerritsen.<br />

Fantastico ranch del picchio<br />

giallo, Il (Sítio do Picapau Amarelo)<br />

Con: Catarina Abdala, Suzana Abranches,<br />

Reny de Oliveira, Carlos Isaias<br />

Adib, Júlio César, Romeu Evaristo,<br />

Francisco Nagem, Myriam Pérsia, Ary<br />

Coslov. Produzione: Brasile, 1977, avventura,<br />

colore (475/30’).<br />

Tratto dal romanzo di Monteiro Lobato,<br />

il <strong>telefilm</strong> racconta le fantasiose e<br />

campagnole avventure di un gruppo di<br />

bambini in un ranch popolato da animali<br />

e sogni colorati. Tra coloro che<br />

fanno il “girotondo”: Cuca (Catarina<br />

Abdala), Emilia (interpretata dapprima<br />

da Suzana Abranches, quindi da<br />

Reny de Oliveira), Carteiro (Carlos<br />

Isaias Adib), Pedrinho (Júlio César),<br />

Saci (Romeu Evaristo), Elias (Francisco<br />

Nagem), Tonica (Myriam Pérsia),<br />

Jabuti (Ary Coslov). Il libro di Lobato<br />

era già stato tradotto in televisione nel<br />

1956, sempre battente bandiera verdeoro.<br />

La serie è stata prodotta da Reynaldo<br />

Boury per Rede Globo ed è tra le<br />

più longeve del piccolo schermo brasileiro.<br />

Fantomas (Fantômas) Con: Helmut<br />

Berger, Jacques Dufilho, Pierre Malet,<br />

Gayle Hunnicut, Jean-Paul Zehnacker.<br />

Produzione: Francia/Germania/-<br />

Austria, poliziesco, 1980, colore<br />

(4/90’).<br />

CULT<br />

Una delle creature più surrealiste del<br />

Male, nata nel 1911 dalla fantasia di<br />

Marcel Allain e Pierre Souvestre, appare<br />

per la prima volta in televisione<br />

diretta da Claude Chabrol e Juan Luis<br />

Buñuel: Fantomas ha il volto mefistofelico<br />

di Helmut Berger. Jacques Du­


Faraday 332<br />

filho interpreta l’ispettore Juve, sulle<br />

tracce dell’imprendibile criminale;<br />

Pierre Malet è Fandor; Gayle Hunnicut<br />

veste i panni di Lady Beltham;<br />

Jean-Paul Zehnacker è Lupart. Pierre<br />

Grimblat firma da produttore esecutivo<br />

la serie creata da Bernard Revon; la<br />

colonna sonora è composta da Georges<br />

Delerue.<br />

Faraday (Faraday and Company)<br />

Con: Dan Dailey, James Naughton,<br />

Geraldine Brooks, Sharon Gless. Produzione:<br />

Usa, 1973, poliziesco, colore<br />

(6/90’).<br />

Ennesimo segmento dell’appuntamento<br />

Wednesday Mystery Movie, Faraday<br />

si alternava a Banacek e ad altre<br />

serie poliziesche sull’NBC di inizi anni<br />

’70. Il protagonista è Frank Faraday<br />

(Dan Dailey), un detective privato che<br />

torna negli Stati Uniti dopo ventotto<br />

anni trascorsi nelle prigioni caraibiche<br />

per un clamoroso errore giudiziario.<br />

James Naughton interpreta Steve Faraday,<br />

il figlio che Frank non ha mai visto<br />

e che ora diventa il suo partner investigativo;<br />

Geraldine Brooks veste i panni<br />

di Lou Carson, l’ex segretaria nonché<br />

la madre di Steve che Frank voleva<br />

sposare un quarto di secolo prima;<br />

Sharon Gless è Holly Barrett, la fidanzata<br />

di Steve che assume l’incarico di<br />

nuova segretaria. Soap opera a parte, è<br />

la prima serie americana che presenta<br />

un padre e un figlio illegittimo nei ruoli<br />

di protagonisti. Leonard Stern firma da<br />

produttore esecutivo. Jerry Fielding è<br />

l’autore della colonna sonora.<br />

Faro incantato, Il (Round the Twist)<br />

Con: Richard Moir, Tamsin West, Sam<br />

Vandenberg, Rodney McLennan. Produzione:<br />

Australia, 1989, avventura,<br />

colore (52/30’).<br />

La famiglia Twist decide di trasferirsi<br />

dalla città alla campagna, dove trova<br />

residenza presso un faro abbandonato<br />

che si rivela infestato dai fantasmi. Il<br />

nucleo familiare è formato dal signor<br />

Twist (Richard Moir), dai gemelli di<br />

13 anni Linda (Tamsin West) e Pete<br />

(Sam Vandenberg) e dal fratellino di 9<br />

anni, Bronson (Rodney McLennan).<br />

La serie, che ha avuto un sequel nel<br />

1992 con gli stessi protagonisti, fa luce<br />

su un susseguirsi di avventure giovanili<br />

ambientate nella regione australiana<br />

di Victoria. Patricia Edgar firma da<br />

produttore esecutivo il <strong>telefilm</strong> che si<br />

basa sulle memorie autobiografiche<br />

dello scrittore Paul Jennings. Il tema<br />

musicale, “Round the Twist”, è cantato<br />

da Tamsin West ed è composto da<br />

Andrew Duffield.<br />

Fastlane (Id.) Con: Peter Facinelli,<br />

Tiffani Thiessen, Bill Bellamy, Big<br />

Boy (Kurt Alexander). Produzione:<br />

Usa, 2003, poliziesco, colore (22/60’).<br />

Proteggere, servire la legge, sgommare<br />

e travestirsi a Los Angeles. Una “strana<br />

coppia” di poliziotti viene “assemblata”<br />

dal tenente sexy Wilhelmina “Billie”<br />

Chambers (Tiffani Thiessen), una<br />

che sembra usare le manette per ben altri<br />

motivi che l’arresto. Van Ray (Peter<br />

Facinelli) ha appena subito la perdita<br />

del compagno di pattuglia durante<br />

un’operazione; Deaqon “Deaq” Hayes<br />

(Bill Bellamy) è il fratello minore del<br />

collega di Ray che arriva dalla narcotici<br />

di New York per vendicarne la morte:<br />

Van e Deaq insieme diventano due<br />

“Serpico” pronti a entrare in azione en<br />

travesti, con pistoloni, vestiti e marchingegni<br />

che sembrano comprati dal<br />

rigattiere e, soprattutto, al volante di<br />

macchine che al confronto quella di<br />

Starsky e Hutch sembra un carro da<br />

morto. Il climax della serie consiste<br />

nella preparazione delle missioni,


333 Fattoria <strong>dei</strong> giorni felici, La<br />

quando i due “svaligiano” il Candy<br />

Store, il magazzino stracolmo di cianfrusaglie<br />

vintage confiscate durante le<br />

retate della polizia e gestito dalla sexy<br />

Billie , che permetterà ai due di non<br />

farsi riconoscere. L’informatore di turno<br />

è Aquarius (Big Boy, alias Kurt<br />

Alexander), proprietario di un club<br />

dalle… orecchie lunghe. Con l’aspirazione<br />

a diventare lo Starsky&Hutch<br />

(1975) o il Miami Vice (1984) del nuovo<br />

millennio, con una strizzatina d’occhio<br />

a Fast and Furious (2001) in<br />

quanto a sgommate e scene spettacolari<br />

on the road, la serie è ideata da<br />

McG e John McNamara, altresì produttori<br />

esecutivi con Daniel Rappaport.<br />

La colonna sonora, più che altro<br />

a base di Hip-Hop, è composta da Cameron<br />

Allan e Charlie Clouser; il tema<br />

musicale è eseguito da Snoop Dog.<br />

Forse non è un caso che tra le varie<br />

guest-stars (Paul Gleason, Isaac<br />

Hayes, Jenny McCarthy, Mischa Barton,<br />

Naomi Campbell e George Hamilton<br />

nei panni di sé stesso) emerga<br />

Antonio Fargas, l’ex Huggy Bear di<br />

Starsky&Hutch. La serie si è aggiudicata<br />

un Emmy Award nel 2004 per “la<br />

miglior direzione di stuntmen”. Le riprese<br />

sono state effettuate in California,<br />

tra Los Angeles, Santa Clarita e gli<br />

studi Burbank.<br />

Fattoria <strong>dei</strong> giorni felici, La<br />

(Green Acres) Con: Eddie Albert, Eva<br />

Gabor, Pat Buttram, Tom Lester,<br />

Frank Cady, Alvy Moore, Hank Patterson,<br />

Sid Melton, Mary Grace Canfield.<br />

Produzione: Usa, 1965, sit-com,<br />

colore (170/30’).<br />

È tra i tanti serial bucolici della CBS che<br />

promuovevano la vita di campagna<br />

quale valvola di sfogo a quella metropolitana.<br />

La serie è addirittura ambientata<br />

ad Hooterville (Illinois), già ribal­<br />

ta di Petticoat Junction (e non è un caso<br />

che molti interpreti del <strong>telefilm</strong> analogo<br />

del 1963 compaiano occasionalmente<br />

ne La fattoria <strong>dei</strong> giorni felici).<br />

La storia è quella <strong>dei</strong> coniugi Douglas,<br />

che decidono di abbandonare New<br />

York per trasferirsi in una fattoria di<br />

160 acri: l’avvocato Oliver (Eddie Albert)<br />

è entusiasta; la moglie Lisa (Eva<br />

Gabor, sorella di Zsa Zsa) è disperata<br />

perché non potrà più dedicarsi allo<br />

shopping a Park Avenue. Tra coloro<br />

che gravitano attorno alla coppia protagonista:<br />

Mr. Haney (Pat Buttram), il<br />

rivenditore locale dalla parlantina<br />

sciolta che cerca di rifilare qualsiasi<br />

cosa ai Douglas; Eb Dawson (Tom Lester),<br />

l’aiutante di Oliver e Lisa; il negoziante<br />

Sam Drucker (Frank Cady);<br />

l’agricoltore Hank Kimball (Alvy<br />

Moore); l’allevatore di maiali Fred<br />

Ziffel (Hank Patterson), proprietario<br />

di Arnold Ziffel, “il porcellino più furbo<br />

della città” con tanto di sottotitoli<br />

<strong>dei</strong> suoi pensieri e appassionato telespettatore<br />

delle news di Walter<br />

Cronkite; il carpentiere Alf Monroe<br />

(Sid Melton); Ralph Monroe (Mary<br />

Grace Canfield), sorella e partner in<br />

affari di Alf. Arnold è addestrato dal<br />

suo stesso proprietario, Frank Inn. Il<br />

<strong>telefilm</strong> è prodotto da Jay Sommers<br />

(altresì creatore) e da Paul Henning<br />

(produttore esecutivo anche di serie similari<br />

come Petticoat Junction e Beverly<br />

Hillbillies): il serial è nato dall’incontro<br />

<strong>dei</strong> due, allorquando il primo<br />

propose al secondo di tradurre in<br />

televisione la serie del 1950 Granby’s<br />

Green Acres, a sua volta ispirata dal romanzo<br />

del 1942 di S.J. Perelman Acres<br />

and Pain. Vic Mizzy è l’autore del tema<br />

musicale country. Tutto il cast è<br />

stato riunito in un film-tv che la CBS<br />

ha trasmesso nel maggio del 1990. Il<br />

porcellino ha vinto un poker di Ameri­


Fattoria <strong>dei</strong> prati verdi, La<br />

can Humane Association’s Patsy<br />

Awards, l’Oscar degli animali. La serie<br />

è andata in onda in Italia anche con<br />

il titolo La fattoria <strong>dei</strong> prati verdi.<br />

Fattoria <strong>dei</strong> prati verdi, La Vedi La<br />

fattoria <strong>dei</strong> giorni felici.<br />

Faust squadra omicidi (Faust)<br />

Con: Heiner Lauterbach, Jeannine<br />

Rauch. Produzione: Germania, 1994,<br />

poliziesco, colore (24/60’).<br />

Faust è un commissario capo della<br />

squadra omicidi di Amburgo che sfrutta<br />

la sua capacità nei travestimenti infiltrandosi<br />

nella malavita locale. La serie<br />

vede nel ruolo di protagonista Heiner<br />

Lauterbach, il quale aveva esordito<br />

come poliziotto televisivo nel <strong>telefilm</strong><br />

Eurocops (1988): in quella circostanza<br />

interpretava il commissario Thomas<br />

Dorn. Accanto a Faust compare la soave<br />

Verena Severin (Jeannine Rauch).<br />

La produzione è a cura della Odeon<br />

Film per ZDF e SRG.<br />

F.B.I. (The F.B.I.) Con: Efrem Zimbalist<br />

jr., Philip Abbott, Lynn Loring,<br />

Stephen Brooks. Produzione: Usa,<br />

1965, poliziesco, colore (240/60’).<br />

Uno <strong>dei</strong> pochissimi <strong>telefilm</strong> che mette<br />

sotto una buona luce l’operato del Federal<br />

Bureau of Investigation, tanto da<br />

ricevere il supporto e l’aiuto del direttore<br />

Edgard J. Hoover. I casi al centro<br />

degli episodi sono basati su fatti realmente<br />

accaduti e prendono in considerazione<br />

crimini di ogni genere. In onda<br />

nel 1965, due anni dopo la sospensione<br />

della fortunata serie Gli Intoccabili,<br />

F.B.I. non ottenne lo stesso successo<br />

del <strong>telefilm</strong> che raccontava le gesta<br />

dell’agente federale Elliot Ness. Ne sono<br />

protagonisti: Efrem Zimbalist jr. nei<br />

panni dell’ispettore Lewis Erskine, un<br />

uomo integerrimo e dallo scarso hu­<br />

334<br />

mour; Philip Abbott è l’agente Arthur<br />

Ward; Stephen Brooks interpreta il<br />

collega Jim Rhodes; Lynn Loring è<br />

Barbara Erskine, la figlia di Lewis della<br />

quale si innamora Rhodes. Al termine<br />

di alcuni episodi Zimbalist appare<br />

con alcune foto di ricercati dell’F.B.I.<br />

per dimostrare la veridicità delle storie<br />

e per chiedere un aiuto ai telespettatori<br />

per la loro cattura. A riprova del<br />

beneplacito del Federal Bureau, alcune<br />

scene sono state girate all’interno<br />

del quartier generale di Washington.<br />

Quinn Martin è il produttore esecutivo.<br />

Philip Abbott compare anche dietro la<br />

macchina da presa. Il tema musicale è<br />

composto da Bronislaw Kaper; la colonna<br />

sonora è firmata da Richard<br />

Markowitz. Tra le molte guest-stars<br />

che si succedono: Robert Duvall, Burt<br />

Reynolds, Bruce Dern, Leslie Nielsen,<br />

Gene Hackman, Telly Savalas, Martin<br />

Sheen, James Caan, Jeff Bridges, Diane<br />

Keaton, Michael Douglas, Tom Selleck,<br />

Charles Bronson e Harvey Keitel.<br />

Sarà un caso, ma la serie è stata sospesa<br />

nel 1974, in seguito allo scetticismo<br />

che ha colpito l’opinione pubblica<br />

americana dopo il “Watergate”. Negli<br />

anni ’80 è stato girato un sequel (F.B.I.<br />

Oggi), con protagonista Mike Connors<br />

(Mannix) nei panni dell’investigatore<br />

federale Ben Slater.<br />

FBI – Franco Bertolazzi Investigatore<br />

Con: Ugo Tognazzi, Umberto<br />

Spadaro, Margot Trooger, Claudia Butenuth,<br />

Benjamin Lev. Produzione:<br />

Italia, 1970, poliziesco, colore (6/60’).<br />

Ugo Tognazzi dirige sé stesso in una<br />

serie poliziesca giallo-rosa in cui interpreta<br />

un detective privato italiano alla<br />

Colombo, confusionario ma efficace.<br />

Nel corso delle indagini gli danno una<br />

mano il suocero Domenico (Umberto<br />

Spadaro), la moglie Ines (Margot


335 Felicity<br />

Trooger), i figli Claretta (Claudia Butenuth)<br />

e Daniele (Benjamin Lev). Tra<br />

i casi affrontati: la sparizione di una<br />

promessa sposa il giorno delle nozze,<br />

una catena di furti, una rapina a mano<br />

armata e alcuni tentativi di corruzione.<br />

Tra i volti noti che compaiono nel serial<br />

si notano quelli di Franco Fabrizi,<br />

Marco Ferreri, Stefano Satta Flores ed<br />

Enzo Cannavale. Il soggetto e la sceneggiatura<br />

della serie sono firmati da<br />

Age e Scarpelli.<br />

F.B.I. oggi (Today’s F.B.I.) Con: Mike<br />

Connors, Joseph Cali, Carol Potter,<br />

Rick Hill, Harold Sylvester. Produzione:<br />

Usa, 1981, poliziesco, colore.<br />

COTTO<br />

Quindici anni dopo F.B.I. un sequel<br />

tenta di ripeterne il successo sempre<br />

con il beneplacito del Federal Bureau.<br />

Mike Connors, l’ex Mannix, interpreta<br />

Ben Slater, un agente federale con<br />

ventun anni di esperienza sulle spalle<br />

che ha il compito di coordinare l’attività<br />

di quattro giovani colleghi: Nick<br />

Frazier (Joseph Cali), un asso nell’infiltrarsi<br />

tra le file nemiche; Maggie<br />

Clinton (Carol Potter), tiratrice scelta<br />

ed esperta psicologa; Al Gordean<br />

(Rick Hill), spericolato arrampicatore;<br />

Dwayne Thompson (Harold Sylvester),<br />

ex ufficiale della Marina. I cinque<br />

protagonisti sono così zelanti che<br />

“Tv Guide” ha scritto che “potrebbero<br />

vendere latte negli spot che interrompono<br />

il <strong>telefilm</strong>”. La produzione è firmata<br />

da Christopher Morgan.<br />

F.B.I. – Protezione famiglia (Cover<br />

me – Based on the true life of an<br />

F.B.I. family) Con: Peter Dobson, Melora<br />

Hardin, Cameron Richardson,<br />

Antoinette Picatto, Michael Angarano.<br />

Produzione: Usa, 2000, poliziesco, colore<br />

(25/60’).<br />

“Quando ho rivelato come sono cresciuto,<br />

la gente non ci credeva. Qualcuno<br />

mi chiese perché non mi sia ribellato<br />

o abbia rifiutato, ma può un ragazzo<br />

nato in un circo rifiutarsi di lanciarsi<br />

con il trapezio…?”: così l’undicenne<br />

Chance, il più piccolo della<br />

“stramba” famiglia Arno protagonista<br />

del <strong>telefilm</strong> che racconta la loro vera<br />

storia. Sì, perché gli Arno sembrano<br />

normali, ma sotto sotto sono tutti infiltrati<br />

dell’F.B.I. con l’intento di smascherare<br />

organizzazioni criminali e<br />

mafiose. A cominciare dal capo-famiglia<br />

Danny (Peter Dobson), agente del<br />

Federal Bureau che per proteggere i<br />

propri cari li assolda in blocco “in prima<br />

linea”: la moglie Barbara (Melora<br />

Hardin), oltre ad allevare tre figli adolescenti<br />

e a preparare lo stufato, si<br />

sbatte a incastrare narcotrafficanti o<br />

spie pericolose; non sono da meno la<br />

sedicenne Celeste (Cameron Richardson),<br />

incurabile romantica; la spavalda<br />

quindicenne Ruby (Antoinette Picatto)<br />

e il dispettoso undicenne Chance<br />

(Michael Angarano). L’ideatore Shaun<br />

Cassidy firma altresì da produttore<br />

esecutivo, in quest’ultima veste in<br />

compagnia di Philip Gerson e David<br />

Eick. La colonna sonora è affidata a<br />

Jon Ehrlich. Le riprese sono state effettuate<br />

tra San Diego (California) e<br />

Salt Lake City (Utah). Per promuovere<br />

la serie, la rete Usa Network ha lanciato<br />

un concorso in cui il vincitore estratto<br />

si aggiudicava una valigetta da “perfetta<br />

spia” del valore di 5000 dollari,<br />

contenente un computer portatile, un<br />

camcorder, una fotocamera digitale,<br />

un palmare, un lettore DVD e, immancabile,<br />

un binocolo che avrebbe fatto<br />

rodere dall’invidia James Bond.<br />

Felicity (Id.) Con: Keri Russell, Scott<br />

Speedman, Scott Foley, Amy Jo John­


Felix 336<br />

son, Tangi Miller, Amanda Foreman,<br />

Greg Grunberg, Erich Anderson, Eve<br />

Gordon, Ian Gomez. Produzione: Usa,<br />

1998, drammatico, colore (84/60’).<br />

CULT<br />

Uno <strong>dei</strong> <strong>telefilm</strong> generazionali più delicati<br />

e intensi degli ultimi anni segue il<br />

passaggio dalla provincia alla città,<br />

dall’adolescenza alla maturità, della<br />

diciassettenne Felicity Porter (Keri<br />

Russell). Giunta dalla California a<br />

New York sulle orme del bramato Ben<br />

Covington (Scott Speedman), la nostra<br />

affronta nel contempo gli studi e<br />

questioni di cuore: tra le ultime, spicca<br />

la relazione con Noel Crane (Scott Foley),<br />

destinata a trascinarsi per un bel<br />

po’; se il primo sembra rifiutarla, il secondo<br />

se ne innamora (ma è già fidanzato<br />

con una ragazza di Chicago). Le<br />

conviventi di Felicity nella Grande<br />

Mela sono le coetanee Julie Emrick<br />

(Amy Jo Johnson), arrivata a New<br />

York per cercare la sua vera madre;<br />

Elena Tyler (Tangi Miller), di umili<br />

origini ma svezzata dalla vita e l’evanescente<br />

Meghan (Amanda Foreman).<br />

Sean Blumberg (Greg Grunberg) è l’amico<br />

arrivista di Ben e il proprietario<br />

dell’esclusivo loft di Soho dove convivono;<br />

Edward e Barbara Porter (interpretati<br />

rispettivamente da Erich Anderson<br />

ed Eve Gordon) sono i genitori<br />

della protagonista; Ian Gomez è Javier<br />

Clemente Quintata, il capo di Felicity<br />

al ristorante dove lavora part-time. Tra<br />

i vari intrecci e sviluppi: la ragazza di<br />

Noel si trasferisce da Boston e Felicity<br />

decide di perdere la verginità con uno<br />

studente d’arte; Julie si mette con Ben<br />

ma quest’ultimo s’invaghisce alla fine<br />

della protagonista; Javier chiude il locale<br />

e si trasferisce in Spagna con il<br />

suo amante. Il taglio introspettivo della<br />

serie è esaltato dalle considerazioni<br />

che Felicity registra in audiocassetta e<br />

spedisce alla sua amica Sally a Santa<br />

Fe al termine di ogni puntata. Gli ideatori<br />

J.J. (Jeffrey) Abrams e Matt Reeves<br />

sono altresì produttori esecutivi al<br />

fianco di Ron Howard, Brian Grazer,<br />

Tony Krantz, Jennifer Levin, Laurie<br />

McCarthy, Ed Redlich. Il tema musicale<br />

composto da Larry Klein e dallo<br />

stesso Abrams è cantato da Amy Jo<br />

Johnson; tra le canzoni che sfilano nella<br />

colonna sonora si ascoltano tra gli<br />

altri Sarah McLachlan, Peter Gabriel,<br />

Lauryn Hill, i Pretenders, i R.E.M.,<br />

Eagle Eye Cherry. La top-model Tyra<br />

Banks compare da guest-star, così come<br />

John Ritter e, nei panni di sé stesso,<br />

Lionel Richie. Per gli amanti del gossip,<br />

Jennifer Garner – al fianco di<br />

Abrams nel successivo Alias (2001) e<br />

qui nel ruolo di Hannah, la fidanzata di<br />

Noel – ha conosciuto sul set il suo futuro<br />

marito Scott Foley, salvo poi divorziare<br />

dopo due anni e mezzo di matrimonio.<br />

La serie ha vinto un Emmy<br />

Award, un ALMA Award, un Artios e un<br />

Golden Globe, quest’ultimo assegnato<br />

alla meritevole Keri Russell.<br />

Felix (Felix – A Family’s Best<br />

Friend/Felix – ein Freund fürs Leben)<br />

Con: Alexander Pelz, Elisabeth Niederer,<br />

Marc Diele, Nadine Neumann.<br />

Produzione: Germania, 1997, avventura,<br />

colore (13/60’).<br />

Sull’onda del successo de Il commissario<br />

Rex, un altro cane che abbaia con<br />

accento tedesco. Tutto ha inizio il giorno<br />

del trasloco della famiglia Konig,<br />

che ha deciso di trasferirsi a Bonn. Nel<br />

corso del viaggio, un San Bernardo attraversa<br />

loro la strada: dopo le prime<br />

perplessità, i quattro familiari decidono<br />

di farlo salire a bordo e di iniziare<br />

con lui una nuova vita. Giorno dopo<br />

giorno Felix fa amicizia con il giovane<br />

Tim (Marc Diele) e la sorella Julia


337 Ferris Bueller<br />

(Nadine Neumann), nonché con la<br />

mamma Ellen (Elisabeth Niederer) e<br />

con il capo-famiglia, l’avvocato Arnold<br />

Konig (Alexander Pelz). Giorno<br />

dopo giorno, il cagnone protagonista si<br />

adopera per conquistare la loro fiducia:<br />

come quella volta che salva Tim<br />

da un incendio, o come quell’altra in<br />

cui ritorna a casa con una neonata abbandonata,<br />

per non parlare di quando<br />

si innamora di una barboncina con tanto<br />

di pedigree o di quando libera alcuni<br />

suoi colleghi “di pelo” dalla minaccia<br />

della vivisezione. Tra un’avventura e<br />

l’altra, Felix diventa il compagno insostituibile<br />

della vita <strong>dei</strong> Konig, costretti<br />

ad ammettere che con la sua presenza<br />

anche una città come Bonn sembra diventare<br />

un luna-park pieno di divertimenti.<br />

Felix è interpretato dall’americano<br />

Gator, già star acclamata del secondo<br />

capitolo cinematografico di<br />

Beethoven. La serie è prodotta da RTL.<br />

Fenice, La (The Phoenix) Con: Judson<br />

Scott, Richard Lynch, E.G. Marshall.<br />

Produzione: Usa, 1982, fantastico,<br />

colore (5/60’).<br />

Judson Scott è il protagonista di una<br />

serie fantasy che racconta le gesta di<br />

Bennu, un essere misterioso che è stato<br />

spedito sulla terra 1500 anni fa. La sua<br />

missione è alquanto singolare: trovare<br />

la donna che salverà lui e i terrestri. Richard<br />

Lynch veste i panni di Preminger,<br />

un agente federale che insegue<br />

Bennu credendolo un vecchio astronauta;<br />

E.G. Marshall è invece il dottor<br />

Frazier, uno scienziato ricercatore.<br />

Mark Carliner firma da produttore. La<br />

colonna sonora è composta da Arthur<br />

B. Rubenstein.<br />

Fermate il colpevole Con: Giancarlo<br />

Zanetti, Stefano Santospago,<br />

Maria Grazia Grassini, Isabella Gold­<br />

man, Sergio Graziani, Lorenza Guerrieri.<br />

Produzione: Italia, 1979, poliziesco,<br />

colore (10/30’).<br />

Come ne Gli ultimi cinque minuti<br />

(1958-1975), il racconto s’interrompe<br />

prima della scoperta del colpevole, in<br />

questo caso prima che metta in atto il<br />

suo piano omicida: la linea passa alla<br />

Domenica In di Corrado il quale, oltre<br />

ad avere tre concorrenti in studio, interpella<br />

i telespettatori che da casa forniscono<br />

l’identikit di chi “deve essere<br />

fermato”. Le dieci vicende – scritte da<br />

Mario Casacci e Alberto Ciambricco –<br />

si svolgono tutte a Villa Drago, sul Lago<br />

di Como, tra il 1850 e il 1970. “È un<br />

luogo singolare che abbiamo inventato<br />

noi – ha scritto la coppia di autori già<br />

dietro il bianco trench del tenente Sheridan<br />

– in cui nell’arco di oltre un secolo<br />

si sono svolte storie molto diverse<br />

tra loro, ma con una comune dinamica<br />

che sfocia in una situazione culminante:<br />

sta per essere consumato un delitto<br />

o se n’è messa a punto l’esecuzione”.<br />

Giancarlo Zanetti, Stefano Santospago,<br />

Maria Grazia Grassini, Isabella<br />

Goldman, Sergio Graziani e Lorenza<br />

Guerrieri è il cast fisso che di volta in<br />

volta interpreta personaggi diversi in<br />

epoche successive. Dopo le risposte<br />

<strong>dei</strong> concorrenti, il racconto filmato riprende<br />

e si conclude con la verifica di<br />

chi era in effetti il colpevole da fermare.<br />

“In queste dieci storie – chiosano<br />

Casacci e Ciambricco – non compare<br />

mai la polizia: semmai gli inquirenti<br />

sono i telespettatori”.<br />

Ferris Bueller (Id.) Con: Charlie<br />

Schlatter, Brandon Douglas, Sam<br />

Freed, Cristine Rose, Richard Riehle,<br />

Amy Dolenz, Jennifer Aniston. Produzione:<br />

Usa, 1990, sit-com, colore<br />

(13/30’).<br />

Il film di John Hughes Una pazza gior­


15/Love 338<br />

nata di vacanza (1986) diventa serial<br />

grazie alla riduzione televisiva di John<br />

Masius, vincitore di due Emmy Award<br />

per la serie A cuore aperto (1982). Protagonista<br />

è sempre Ferris Bueller<br />

(Charlie Schlatter prende il posto di<br />

Matthew Broderick, protagonista della<br />

pellicola), studente della Ocean<br />

Park High School di Santa Monica.<br />

Scanzonato, intelligente, disponibile,<br />

generoso, irresistibile: il diciassettenne<br />

Ferris vive la sua vita e quella di chi<br />

gli sta intorno da leader assoluto. Tutti<br />

lo seguono, tutti lo adorano. Tutti tranne<br />

il preside della scuola, Ed Rooney<br />

(Richard Riehle) e la sorella maggiore<br />

Jeannie (Jennifer Aniston), invidiosa<br />

delle gesta del fratello. Sei a caccia di<br />

un pass per il parcheggio? Vorresti<br />

cambiare corso? Vorresti conoscere le<br />

domande del compito in classe di domani?<br />

Non c’è problema, ci pensa Ferris.<br />

Ad aiutarlo nelle sue avventure gli<br />

fa da spalla il fedele Cameron (Brandon<br />

Douglas), mentre i genitori Bill e<br />

Barbara Fueller (Sam Freed e Cristine<br />

Rose) sorvegliano con compiacenza<br />

l’eroe che si ritrovano tra le mura domestiche.<br />

Amy Dolenz interpreta<br />

Sloan Peterson, la ragazza <strong>dei</strong> desideri<br />

di Ferris. La sit-com è andata in onda<br />

anche con il titolo di Su e giù per il college;<br />

si tratta della seconda serie del<br />

1990 – insieme a Parker Lewis – a essere<br />

tratta dal film di John Hughes.<br />

15/Love (Id.) Con: Vadim Schneider,<br />

Jaclyn Linetsky, Laurence Leboeuf,<br />

Meaghan Rath, Max Walker, Sarah-<br />

Jeanne Labrosse, Amanda Crew,<br />

Nwamiko Madden, Thierry Ashanti,<br />

Charles Powell. Produzione: Canada/Francia,<br />

2004, drammatico, colore<br />

(26/30’).<br />

Riflettori accesi sugli allievi della Cascadia<br />

Academy, la prestigiosa scuola<br />

di tennis della regione canadese del<br />

Quebec. Tra uno smash e un matchpoint,<br />

l’amore arriva quasi sempre in<br />

demi-volée, con gli ormoni che rimbalzano<br />

come palline da tennis. Uniche<br />

controindicazioni dell’accademia:<br />

la retta salatissima (48.000 dollari,<br />

molto più di quanto alcuni possano<br />

permettersi), il coprifuoco (alle 23), la<br />

tolleranza zero sui contatti e gli scambi<br />

con l’altro sesso (ma, come si è già accennato,<br />

i ragazzi trovano comunque il<br />

modo per flirtare). I protagonisti della<br />

serie franco-canadese sono le compagne<br />

di stanza Meghan O’Connor (Jaclyn<br />

Linetsky), ligia alle regole dell’accademia,<br />

e il talento naturale Adena<br />

Stiles (Meaghan Rath); Sebastien<br />

Dube (Vadim Schneider), il quale nasconde<br />

le sue umili origini e ha il padre<br />

che lavora sodo per pagargli la retta;<br />

Cody Meyers (Laurence Leboeuf); il<br />

belloccio californiano Squib Furlong<br />

(Max Walker), con alcuni scheletri<br />

nell’armadio; la ricca dodicenne prodigio<br />

Sunny Capuduca (Sarah-Jeanne<br />

Labrosse); il presuntuoso Cameron<br />

White (Nwamiko Madden); la bella<br />

Tannis McTaggart (Amanda Crew),<br />

con una volontà di ferro e una gran voglia<br />

di imporsi. A tutti loro si uniscono<br />

il coach Artie Gunnerson (Thierry<br />

Ashanti) e il presidente della Cascadia,<br />

Harold Bates (Charles Powell). Come<br />

in Phenom (1993), il tennis è visto come<br />

una metafora della vita, anche se in<br />

questo caso sono stati i personaggi reali<br />

a essere colpiti dallo smash del destino:<br />

Schneider e Linetsky sono deceduti in<br />

un incidente stradale l’8 settembre<br />

2003. Derek Schreyer e Karen Troubetzkoy<br />

sono gli ideatori della serie che<br />

firmano altresì da produttori esecutivi<br />

assieme a Olivier Brémond e Arnie<br />

Gelbart. La colonna sonora è composta<br />

da Ned Bouhalassa e da Spek.


339 Filo nel passato, Un<br />

Fifty/Fifty (Partners in crime) Con:<br />

Lynda Carter, Loni Anderson, Walter<br />

Olkewicz, Leo Rossi, Eileen Heckart.<br />

Produzione: Usa, 1984, poliziesco, colore<br />

(13/60’).<br />

Raymond Dashiell Caulfield, un investigatore<br />

privato che passa a miglior vita,<br />

lascia in eredità l’attività di San<br />

Francisco alle sue due ex mogli: la fotografa<br />

freelance Carole Stanwyck<br />

(Lynda Carter) e la suonatrice di viola<br />

Sydney Kovack (Loni Anderson). Al<br />

loro fianco, l’assistente Harmon Shane<br />

(Walter Olkewicz), il tenente Vronsky<br />

(Leo Rossi) e Jeanine (Eileen Heckart),<br />

la madre del defunto che possiede una<br />

libreria del mistero. La serie è andata in<br />

onda in Italia anche con il titolo di In<br />

due s’indaga meglio. Ken Heller compone<br />

la colonna sonora.<br />

Figli dell’ispettore, I Con: Fabio Testi,<br />

Natasha Hovey. Produzione: Italia,<br />

1985, avventura/poliziesco, colore.<br />

Tratta dai racconti di Piero Marcolini,<br />

la serie racconta le indagini di Flip, Ric<br />

e Fabi, i tre figli dell’ispettore interpretato<br />

da Fabio Testi: dallo spaccio di<br />

droga ai segreti industriali, il trio di<br />

giovani protagonisti si muove per le<br />

strade di Verona. Natasha Hovey è tra<br />

le altre presenze fisse del cast.<br />

Figli del vento, I (Born to the Wind)<br />

Con: Emilio Delgado, AMartinez, Rose<br />

Portillo, Will Sampson, Linda Redfearn,<br />

Guillermo San Juan, Dehl Berti.<br />

Produzione: Usa, 1982, avventura, colore<br />

(4/60’).<br />

I figli del vento del titolo sono un piccolo<br />

gruppo di indiani americani al<br />

centro di un serial on the road ambientato<br />

nel 1800, prima dell’arrivo <strong>dei</strong><br />

“visi pallidi”. Tra gli altri protagonisti:<br />

Emilio Delgado è Toro bianco (White<br />

Bull), A Martinez interpreta Lupo cat­<br />

tivo (Low Wolf), Rose Portillo veste i<br />

panni di Stella di fuoco (Star Fire),<br />

Will Sampson è Orso dipinto (Painted<br />

Bear), Linda Redfearn prende il nome<br />

di Donna della prateria (Prairie Woman),<br />

Guillermo San Juan è Due Falchi<br />

(Two Hawks), Dehl Berti interpreta<br />

Una piuma (One Feather). I.C. Rapoport<br />

è il produttore della serie. La<br />

musica originale è composta da Bob<br />

Summers.<br />

Filo nel passato, Un (Nowhere<br />

Man) Con: Bruce Greenwood. Produzione:<br />

Usa, 1995, avventura, colore<br />

(25/60’; 1/90’).<br />

Serie che coniuga la fuga on the road<br />

de Il fuggiasco (1963) con la ricostruzione-indagine<br />

del passato propria di<br />

Coronet Blue (1967): Thomas Veil<br />

(Bruce Greenwood) è un fotoreporter<br />

di Chicago che si ritrova la vita sconvolta<br />

da un giorno all’altro. Tutto ha<br />

inizio quando il nostro esce da una mostra<br />

<strong>dei</strong> suoi lavori fotografici per andare<br />

al ristorante con la moglie; ritornando<br />

dal bagno, Veil scopre che la<br />

consorte è scomparsa e il loro tavolo è<br />

stato occupato da un’altra coppia; rientrato<br />

a casa, viene a conoscenza che la<br />

moglie è sposata con un altro uomo; il<br />

migliore amico finge di non conoscerlo;<br />

la carta di credito è stata annullata;<br />

alla mostra sparisce un’immagine, intitolata<br />

Hidden Agenda, che riproduceva<br />

un’esecuzione avvenuta in una<br />

giungla in America Centrale. Con il<br />

passare delle ore, il protagonista realizza<br />

di essere al centro di un intrigo internazionale<br />

(alla Hitchcock) e inizia una<br />

fuga disperata conscio che per uscirne<br />

vivo deve ritrovare quella scheggia del<br />

passato che l’ha compromesso a tal<br />

punto. Tobe Hooper è tra i registi della<br />

serie. L’ideatore Lawrence Hertzog e<br />

Stan Rogow firmano da produttori ese­


Finalmente soli<br />

cutivi. Mark Snow stende un tappeto di<br />

note lungo la fuga del protagonista.<br />

Carrie-Anne Moss appare in un cameo.<br />

Un episodio è il remake della serie Il<br />

prigioniero, a cui il <strong>telefilm</strong> s’ispira per<br />

quanto riguarda la paranoia strisciante:<br />

Veil viene condotto in un villaggio-prigione<br />

per tutti quelli come lui, uomini<br />

senza un passato e senza un gran futuro.<br />

“Tv Guide” ha eletto la serie quale<br />

“coolest cult hit” del 1995. Le riprese<br />

sono state effettuate a Portland, nell’Oregon.<br />

Tobe Hooper è tra i registi.<br />

Finalmente soli Con: Gerry Scotti,<br />

Maria Amelia Monti, Rosalina Neri,<br />

Alessandro De Padova, Elisabetta<br />

Saccani, Nicola Pistoia, Graziella Porta,<br />

Marta Iacopini. Produzione: Italia,<br />

1999, sit-com, colore (90/30’).<br />

Sfuggito dalla figura materna interpretata<br />

da Delia Scala in Io e la mamma<br />

(1996), Gigi Mantelli (Gerry Scotti)<br />

decide di sposarsi in uno spin-off che<br />

prevede, oltre alla consorte, l’ingombrante<br />

presenza di una suocera ficcanaso.<br />

Il protagonista, dopo aver dato<br />

una radicale svolta alla sua vita, si ritrova<br />

a convivere, oltre che con la moglie<br />

Alice (Maria Amelia Monti), con<br />

la soffocante suocera Wanda (Rosalina<br />

Neri), gelosa della figlia e della sua intimità;<br />

sebbene non abiti con la coppia<br />

di sposini, la madre della moglie diventa<br />

opprimente a tal punto che Gigi<br />

si rifiuta di chiamarla “mamma” e le si<br />

rivolge con il “Lei”. Il protagonista<br />

trova tuttavia conforto tra le braccia<br />

della tenera mogliettina che, come<br />

suggerisce il nome, vive un po’ in un<br />

suo “paese delle meraviglie”: impiegata<br />

in un’agenzia di viaggio, Alice è<br />

talmente distratta da mandare turisti in<br />

bermuda in Alaska e quelli con i passamontagna<br />

alle Maldive. Successivamente,<br />

mentre Gigi prosegue la sua at­<br />

340<br />

tività di dentista, Alice trova lavoro come<br />

tassista. La coppia, quando è “finalmente<br />

sola”, dà i suoi frutti: la convivenza<br />

si fa più numerosa con l’arrivo<br />

<strong>dei</strong> figli Riccardino (Alessandro De<br />

Padova) e Nicoletta (Elisabetta Saccani).<br />

A rovinare ancora di più la quiete<br />

<strong>dei</strong> Mantelli ci pensano anche il vicino<br />

Spartaco (Nicola Pistoia) e la portinaia<br />

dello stabile (interpretata da Graziella<br />

Porta). Marta Iacopini veste i panni di<br />

Silvia, l’assistente di Gigi. Il produttore<br />

esecutivo della sit-com è Nanni<br />

Mandelli; come in Io e la mamma, le<br />

musiche sono affidate a Flavio Premoli<br />

della PFM.<br />

Firehouse Squadra 23 (Firehouse)<br />

Con: James Drury, Richard Jaeckel,<br />

Mike DeLano, Bill Overton, Scott<br />

Smith, Brad Davis. Produzione: Usa,<br />

1974, avventura, colore (13/30’).<br />

Un anno dopo la chiusura del fortunato<br />

Squadra emergenza, un serial riaccende<br />

i riflettori (e le fiamme) su un’equipe<br />

di pompieri di Los Angeles: se nella<br />

serie precedente si raccontavano le imprese<br />

della Squadra 51, qui diventa<br />

protagonista l’Unità 23. Ne fanno parte<br />

un gruppo di uomini senza paura: il<br />

capitano Spike Ryerson (James<br />

Drury), il vice Hank Myers (Richard<br />

Jaeckel), i pompieri Sonny Capito<br />

(Mike DeLano), Cal Dakin (Bill Overton),<br />

Scotty Smith (Scott Smith) e Billy<br />

DelZell (Brad Davis). Sebbene nessuno<br />

della produzione lo abbia mai<br />

ammesso, il <strong>telefilm</strong> trae origine dal<br />

romanzo-verità best-seller Report<br />

from Engine Co. 82 del 1972. Aaron<br />

Spelling, Leonard Goldberg e Richard<br />

Berg formano il tris di produttori esecutivi.<br />

Billy Goldenberg è l’autore della<br />

colonna sonora.<br />

Fitz (Id.) Con: Robert Pastorelli, Ca­


341 Flamingo Road<br />

rolyn McCormick, Josh Hartnett, R.<br />

Lee Ermey, Angela Featherstone. Produzione:<br />

Usa, 1997, poliziesco, colore<br />

(16/60’).<br />

Brillante criminologo sui luoghi <strong>dei</strong><br />

delitti, Gerry “Fitz” Fitzgerald (Robert<br />

Pastorelli) conduce una vita privata da<br />

dimenticare nel fondo di una delle sue<br />

molte bottiglie scolate. Nonostante<br />

riesca a penetrare nella mente <strong>dei</strong> criminali<br />

più inafferrabili, non ce la fa a<br />

decifrare la psiche più complicata di<br />

tutte: la sua. E così la relazione con la<br />

moglie Judith (Carolyn McCormick) e<br />

il figlio Michael (Josh Hartnett) risulta<br />

spesso tesa. Non meno controversi i<br />

rapporti in ufficio con il detective<br />

Danny Watlington e il tenente Fry (R.<br />

Lee Ermey); l’unica per la quale Fitz<br />

nutre rispetto è l’ambiziosa investigatrice<br />

Hannah Tyler (Angela Featherstone),<br />

la quale ricambia con l’attrazione.<br />

La serie è il remake americano<br />

del <strong>telefilm</strong> inglese Cracker (1993,<br />

inedito in Italia), in cui Eddie Coltrane<br />

interpretava il protagonista. James<br />

Steven Sadwith e Scott M. Siegler firmano<br />

da produttori esecutivi.<br />

Fitzpatricks, I (The Fitzpatricks)<br />

Con: Bert Kramer, Mariclare Costello,<br />

Clark Brandon, Kristy McNichol, Michele<br />

Tobin, Sean Marshall, Derek<br />

Wells, Helen Hunt. Produzione: Usa,<br />

1977, drammatico, colore (13/60’).<br />

Una delle molte serie familiari della<br />

stagione 1977-1978 racconta il menage<br />

<strong>dei</strong> Fitzpatrick, una famiglia della<br />

middle-class di Flint, nel Michigan.<br />

Ne fanno parte: Mike Fitzpatrick (Bert<br />

Kramer), che lavora in una acciaieria;<br />

la moglie Maggie (Mariclare Costello),<br />

incinta del quinto figlio. Gli altri<br />

quattro sono il sedicenne Sean (Clark<br />

Brandon), il quindicenne Jack (Kristy<br />

McNichol), la quattordicenne Mau­<br />

reen (Michele Tobin) e il decenne Max<br />

(Sean Marshall). Completano il cast:<br />

Derek Wells nei panni di R.J., l’amico<br />

di colore di Max; Helen Hunt in quelli<br />

della bella vicina teenager Kerry. Detroit<br />

è il nome del cane di famiglia.<br />

John Sacret Young, creatore della serie,<br />

compare saltuariamente dietro la<br />

macchina da presa; Philip Mandelker<br />

firma da produttore esecutivo; John<br />

Rubinstein e Fred Werner sono gli autori<br />

della colonna sonora.<br />

Five Mile Creek (Id.) Con: Jay Kerr,<br />

Rod Mullinar, Liz Burch, Louise Caire<br />

Clark, Priscilla Weems, Nicole Kidman.<br />

Produzione: Australia, 1984, avventura,<br />

colore (39/60’).<br />

Basata sul romanzo di Louis L’Amour<br />

The Cherokee Trail, la serie è ambientata<br />

nell’Australia dell’Ottocento,<br />

quando la terra <strong>dei</strong> canguri era sogno di<br />

pionieri in cerca di miniere d’oro. Con<br />

Madigan (Jay Kerr) e Jack Taylor (Rod<br />

Mullinar) istituiscono una linea di diligenze<br />

da Port Nelson a Wiga; Kate<br />

Wallace (Liz Burch) organizza una stazione<br />

intermedia a Five Mile Creek:<br />

qui conosce l’americana Maggie Scott<br />

(Louise Caire Clark), reduce da un<br />

naufragio con la figlia Hanna (Priscilla<br />

Weems); tra le due donne si instaura un<br />

rapporto di amicizia e collaborazione.<br />

Nicole Kidman compare nei panni di<br />

Annie. Il serial è girato tra Melbourne e<br />

le Frenchs Forest di Sydney. Douglas<br />

Netter firma da produttore esecutivo.<br />

Flamingo Road (Id.) Con: Howard<br />

Duff, Morgan Fairchild, Mark Harmon,<br />

John Beck, Cristina Raines,<br />

Woody Brown, Kevin McCarthy, Barbara<br />

Rush, Cynthia Sikes, Stella Stevens,<br />

Peter Donat. Produzione: Usa,<br />

1981, drammatico, colore (37/60’;<br />

1/90’).


Flash 342<br />

Basato sul romanzo omonimo del<br />

1949 di Robert Wilder, anticipato dal<br />

film Viale Flamingo (1949) di Michael<br />

Curtiz e da un film-tv nel 1980,<br />

il serial avvia la narrazione a partire<br />

dalla fine del tv-movie. Nella città di<br />

Truro, nella Florida del Sud, televisivamente<br />

a metà strada tra Dallas e<br />

Peyton Place, sono iscritti all’anagrafe:<br />

lo sceriffo Titus Semple (Howard<br />

Duff), il boss locale a conoscenza di<br />

molti misfatti della zona; la figlia<br />

Constance (Morgan Fairchild), che<br />

cambia gli uomini come fazzoletti;<br />

Fielding Carlyle (Mark Harmon), destinato<br />

a sposare Constance; l’imprenditore<br />

Sam Curtis (John Beck); la<br />

cantante di bordello Lane Ballou (Cristina<br />

Raines), che sposa Sam; Skipper<br />

Weldon (Woody Brown), il fratello di<br />

Constance; Claude Weldon (Kevin<br />

McCarthy); Eudora Weldon (Barbara<br />

Rush), la moglie di Claude; Sandy<br />

Swanson (Cynthia Sikes); la signora<br />

Lute-Mae Sanders (Stella Stevens), di<br />

cui Costance – come viene rivelato – è<br />

la figlia illegittima. Elmo Tyson (Peter<br />

Donat) è il direttore del “Clarion”, il<br />

giornale di Truro che, visti gli intrighi<br />

che la animano, assomiglia a “Novella<br />

2000”. Il climax della serie si raggiunge<br />

con l’arrivo del tycoon Michael Tyrone<br />

(David Selby), il quale finisce a<br />

letto sia con Constance che con Lute-<br />

Mae. In un crescendo di passioni, corruzione,<br />

giochi politici e finanziari,<br />

anche in questo feuilleton <strong>dei</strong> primi<br />

anni ’80 i cattivi sono i padroni della<br />

scena e, soprattutto, <strong>dei</strong> retroscena.<br />

Flamingo Road è la via principale,<br />

quella che attraversa la città e i suoi vizi.<br />

La traduzione televisiva del romanzo<br />

è ideata da Rita Lakin. Edward<br />

H. Feldman, Michael Fillerman e<br />

Lee Rich sono i produttori esecutivi.<br />

La colonna sonora è firmata da Char­<br />

les Albertine, Gerald Fried e Elliot<br />

Kaplan.<br />

Flash (The Flash) Con: John Wesley<br />

Shipp, Amanda Pays, Joyce Hayser,<br />

Robert Shayne, Mike Genovese, Alex<br />

Desert, Deborah May. Produzione:<br />

Usa, 1990, avventura/fantastico, colore<br />

(21/60’; 1/120’).<br />

L’uomo mascherato più veloce del<br />

mondo sfreccia come un lampo in televisione.<br />

Flash nasce ufficialmente nel<br />

gennaio del 1940 grazie alla matita di<br />

Harry Lampert; ma la versione più famosa<br />

è quella del 1956 di Carmine Infantino,<br />

che disegna le vicissitudini di<br />

Barry Allen, un tranquillo scienziato<br />

della polizia criminale che viene contaminato<br />

durante un esperimento da<br />

una mistura chimica isotopica. È l’inizio<br />

del mito: dovendo rincorrere un<br />

autobus, Allen si accorge di superarlo<br />

a velocità supersonica mentre i suoi<br />

piedi fanno scintille. I tentativi di ritornare<br />

normale non hanno esiti positivi;<br />

neanche la collega e confidente Tina<br />

McGee riesce a trovare un antidoto.<br />

Ma dopo pochi giorni suo fratello viene<br />

ucciso da una banda di malviventi e<br />

così lo scienziato decide di diventare<br />

Flash, un lampo di giustizia nella notturna<br />

e piovosa Central City, assai simile<br />

alla “Bat-maniana” Gotham City.<br />

Ogni super-eroe che si rispetti ha un<br />

costume degno del nome che porta:<br />

Flash veste una tuta aderente rossa<br />

fuoco con lo stemma di un lampo sul<br />

petto. Nella versione televisiva del fumetto<br />

l’uomo che abbatte la barriera<br />

del suono raggiungendo le 620 miglia<br />

all’ora s’incarna in John Wesley Shipp<br />

(popolare attore di soap quali Sentieri<br />

e Santa Barbara), mentre Tina, l’unica<br />

a conoscere la doppia identità di Allen,<br />

ha il bel volto di Amanda Pays. Successivamente<br />

il segreto di Allen/Flash


343 Flipper<br />

viene rivelato anche alla detective privata<br />

Megan Lockhart (Joyce Hyser) e<br />

a Reggie (Robert Shayne), il non vedente<br />

che riconosce Barry dalla voce.<br />

A completare il cast: il tenente Warren<br />

Garfield (Mike Genovese), il superiore<br />

di Allen; Julio Mendez (Alex Desert),<br />

l’assistente di Barry al laboratorio;<br />

Ruth Werneke (Deborah May), capo<br />

del laboratorio di Tina. Se la puntata-pilota<br />

è costata 6 milioni di dollari,<br />

25 mila dollari è valso il costume firmato<br />

da Robert Short, già creatore <strong>dei</strong><br />

trucchi di E.T. e premio Oscar per<br />

quelli di Beetlejuice. Sulla rossa tuta<br />

sono stati applicati complicati meccanismi<br />

su 30 sezioni diverse, dotate tutte<br />

di giunture in foamglas; il vestito di<br />

Flash ha evidenziato tuttavia un difetto:<br />

si consumava in fretta e a ogni puntata<br />

se ne sono resi necessari almeno 6.<br />

La “colpa” del trapasso in carne e ossa<br />

è <strong>dei</strong> produttori esecutivi Danny Bilson<br />

e Paul De Meo, che rispetto al fumetto<br />

hanno apportato qualche modifica:<br />

la love-story tra il protagonista e<br />

la bella Tina, che nelle strips sfocia nel<br />

matrimonio, si poggia più che altro<br />

sulla complicità; il fedele aiutante Kid<br />

Flash viene lasciato negli albi a riposare.<br />

La colonna sonora è affidata a<br />

Danny Elfman, che l’anno prima aveva<br />

accompagnato di note il Batman cinematografico<br />

di Tim Burton. Mark<br />

Hamill, l’ex Luke Skywalker di Guerre<br />

stellari, tenta di rivoluzionare la sua<br />

immagine nei panni del malvagio<br />

Trickster.<br />

Flesh ‘n’ Blood (Id.) Con: Lisa Darr,<br />

David Keith, Meghan Andrews, Chris<br />

Stacy, Perry Anzilotti, Peri Gilpin.<br />

Produzione: Usa, 1991, sit-com, colore<br />

(12/30’).<br />

Una sorta di Carramba, che sorpresa!<br />

a Baltimora, dove l’assistente di un<br />

procuratore distrettuale incontra dopo<br />

decenni il fratello che, da bambino, gli<br />

era stato sottratto per via di un’adozione.<br />

E così Rachel Brennan (Lisa Darr)<br />

riabbraccia il fratello terra-terra Arlo<br />

Weed (David Keith), che nel corso della<br />

lontananza ha messo al mondo i figli<br />

Beauty (Meghan Andrews) e King<br />

(Chris Stacy). Tra gli altri personaggi<br />

ricorrenti, si segnalano le figure di<br />

Marty Travers (Perry Anzilotti), collega<br />

di Rachel e la segretaria di quest’ultima,<br />

Irene (Peri Gilpin), che s’invaghisce<br />

di Arlo. Il tema musicale è composto<br />

e interpretato da Leon Russell e<br />

David Keith.<br />

Flipper (Flipper) Con: Brian Kelly,<br />

Luke Halpin, Tommy Norden, Ulla<br />

Stromstedt. Produzione: Usa, 1964,<br />

avventura, colore (88/30’).<br />

Uno degli animali più popolari del piccolo<br />

schermo deve la sua nascita al<br />

produttore Ivan Tors, specializzato in<br />

riprese acquatiche (vedi Avventure in<br />

fondo al mare). Flipper – “the seagoing<br />

equivalent of Lassie”, come ha<br />

scritto Alex McNeil in Total Television<br />

– è un delfino dalla straordinaria intelligenza<br />

che nuota nelle acque della riserva<br />

marina Coral Key Park in Florida.<br />

Qui intreccia le sue avventure con<br />

il capo del centro, Porter “Po” Ricks<br />

(Brian Kelly), i figli Sandy (Luke Halpin),<br />

di 15 anni e il decenne Bud<br />

(Tommy Norden), nonché con la biochimica<br />

Ulla Norstrand (Ulla Stromstedt).<br />

Sebbene nella serie si dichiari<br />

che Flipper è un maschio, il protagonista<br />

è interpretato da una delfina di nome<br />

Susie. Il serial ha conosciuto un sequel<br />

omonimo nel 1995, più incentrato<br />

su tematiche a sfondo sociale. Henry<br />

Vars compone il tema musicale e la colonna<br />

sonora. Burt Reynolds compare<br />

in un cameo.


Flipper 344<br />

Flipper (Id.) Con: Brian Wimmer,<br />

Colleen Flynn, Payton Haas, Jessica<br />

Alba, Gus Mercurio, Elizabeth Morehead,<br />

Scott Michaelson, Anja Coleby,<br />

Darrin Klimek, Tiffany Lamb,<br />

Craig Marriott, Laura Donaldson. Produzione:<br />

Usa, 1995, avventura, colore<br />

(44/60’).<br />

Sono passati più di trent’anni, eppure<br />

Flipper naviga ancora negli oceani televisivi<br />

alla ricerca di quel “cibo” che<br />

non si trova in nessun fondale: l’amicizia.<br />

Nel 1964, il suo antenato marino<br />

aveva imparato che uomini e delfini<br />

potevano comunicare senza parole: il<br />

cuore e l’istinto spiegavano più di ogni<br />

discorso. I gesti, gli sguardi, una carezza,<br />

un fruscio di pinna: tutto poteva<br />

servire per avvicinare due specie all’apparenza<br />

diverse ma in realtà molto<br />

simili. Oggi, nella Florida del Sud è dislocato<br />

uno degli istituti di ricerca marina<br />

più importanti e attrezzati del<br />

mondo, specializzato nello studio sulle<br />

capacità <strong>dei</strong> delfini di captare messaggi<br />

sonori. A capo del gruppo di scienziati<br />

e studiosi c’è il biologo marino<br />

Keith Ricks (Brian Wimmer), un uomo<br />

che vive più nell’acqua che sulla<br />

terraferma e che ha iniziato ad amare il<br />

mare proprio grazie alla leggenda di<br />

Flipper, il delfino che parlava agli uomini.<br />

Al suo fianco nelle ricerche, la<br />

scienziata Pam Blondel (Colleen<br />

Flynn), esperta in ecologia marina <strong>dei</strong><br />

delfini. La dottoressa, una donna attraente<br />

e divorziata, si è appena trasferita<br />

insieme al figlio quattordicenne<br />

Mike (Payton Haas), uno spirito ribelle<br />

come molti suoi coetanei. Nel corso<br />

del suo nuovo soggiorno, il ragazzo<br />

conosce una ragazzina del posto, Maya<br />

(Jessica Alba), che gli trasmette l’amore<br />

per il mare e per le creature che lo<br />

abitano. Tra loro e con loro nuota felice<br />

Flipper, pronto a fare rotta verso l’isti­<br />

tuto oceanografico appena giunge un<br />

segnale, un S.O.S., un’avventura da vivere<br />

da protagonista e sulla cresta dell’onda,<br />

per poi scoprire che anche fuori<br />

dall’acqua ci sono “branchi di squali”.<br />

L’inquinamento marino, la pesca illegale<br />

con esplosivi, la comunicazione<br />

tra bambini autistici e i delfini: questi<br />

alcuni degli argomenti di un <strong>telefilm</strong><br />

che aldilà, dell’avventura accende i riflettori<br />

su temi sociali. Girato tra la<br />

Florida (Miami e Key West), l’Honduras,<br />

le Bahamas e l’Australia, il serial<br />

che coniuga avventura e amore per gli<br />

animali si avvale delle più moderne<br />

tecnologie di ripresa sia sopra che sotto<br />

il livello del mare. Per “catturare” la<br />

bellezza e la naturalezza <strong>dei</strong> delfini,<br />

nonché per salvaguardarli e per non disturbare<br />

il loro ecosistema, la produzione<br />

ha fatto miracoli: alcune controfigure<br />

sono state disegnate al computer<br />

per sostituirle nelle scene più pericolose,<br />

mentre copie “animatroniche” (sorta<br />

di pupazzi con una complicata struttura<br />

biomeccanica) sono state impiegate<br />

in studio per ricostruire i momenti<br />

più difficoltosi da riprendere. L’istituto<br />

oceanografico al centro della storia è il<br />

Dolphin Research Center di Grass<br />

Key, in Florida. Per girare le situazioni<br />

più spettacolari con il delfino sono stati<br />

mobilitati ben tre set di ripresa: uno<br />

sott’acqua (per le scene marine), uno<br />

su una piattaforma galleggiante (per riprendere<br />

l’emersione) e uno aereo (per<br />

il tuffo di Flipper). La coppia Wimmer-<br />

Flynn è già collaudata: i due si erano<br />

incontrati sul set del <strong>telefilm</strong> China<br />

Beach e su quello del film Surgelati<br />

speciali. I due giovani protagonisti,<br />

Payton Haas e Jessica Alba, sono invece<br />

al loro debutto assoluto. Nel secondo<br />

ciclo – intitolato Le nuove avventure<br />

di Flipper – il delfino nuota al fianco<br />

della barca di salvataggio di Cap Daul­


345 Follyfoot<br />

ton (Gus Mercurio), della figlia biologa<br />

Jenn (Elizabeth Morehead) e degli<br />

aiutanti Dean Gregson (Scott Michaelson)<br />

e Holly Myers (Anja Coleby); l’azione<br />

si sposta a Bal Harbour Key; del<br />

cast originario sopravvive solo Jessica<br />

Alba (Maya è stata adottata da Pam);<br />

successivamente entrano in scena<br />

Mark Delany (Darrin Klimk), la vedova-biologa<br />

Alex Hampton (Tiffany<br />

Lamb) e i di lei figli Chris (Craig Marriott)<br />

e Jackie (Laura Donaldson). William<br />

Schwartz e Greg Strangis firmano<br />

da produttori esecutivi. Il regista è<br />

Tommy Lee Wallace. La colonna sonora<br />

è curata dalla coppia Cory Lerios-<br />

John D’Andrea, già insieme per le musiche<br />

del serial Baywatch (1989).<br />

Flo (Id.) Con: Polly Hollyday, Jim B.<br />

Baker, Sudie Bond, Joyce Bulifant,<br />

Leo Burmester, Stephen Keep, Lucy<br />

Lee Flippin, Geoffrey Lewis, Terry<br />

Wills, Mickey Jones. Produzione:<br />

Usa, 1980, sit-com, colore (29/30’).<br />

Spin-off di Alice (1976), il serial racconta<br />

la nuova vita dell’ex cameriera<br />

Flo Castleberry (Polly Hollyday) una<br />

volta uscita dalla serie originaria. In<br />

viaggio per cercare lavoro a Houston,<br />

la nostra decide di fermarsi nella natia<br />

Cowtown (Texas), dove apre un bar<br />

tutto suo e lo chiama “Flo’s Yellow<br />

Rose”. Tra coloro che vi fanno visita:<br />

Farley Waters (Jim B. Baker), il primo<br />

proprietario del locale; Velma (Sudie<br />

Bond), la mamma di Flo; Miriam<br />

(Joyce Bulifant), amica d’infanzia<br />

della protagonista; il pettegolo meccanico<br />

Randy (Leo Burmester); il pianista<br />

Les Kincaid (Stephen Keep); la<br />

sorella introversa Fran (Lucy Lee<br />

Flippin); il barista maschilista Earl<br />

Tucker (Geoffrey Lewis); l’ex fidanzato<br />

Wendell Tubbs (Terry Wills); il<br />

cliente abituale Chester (Mickey Jo­<br />

nes). Hoyt Axton canta il tema musicale<br />

composto da Fred Werner. Jim<br />

Mulligan è il produttore esecutivo<br />

della sit-com.<br />

Flying Kiwi, The (Id.) Con: Siegfried<br />

Rauch, Estelle Woods, Peter Nicoll,<br />

George Henare, Judy Stairmand,<br />

Antony Blackett. Produzione: Australia/Nuova<br />

Zelanda, 1979, avventura,<br />

colore (26/30’).<br />

Il professor Larry Fischer (Siegfried<br />

Rauch) torna con i figli in Nuova Zelanda,<br />

nella casa che ha ereditato dalla<br />

moglie defunta. Per traslocare i nostri<br />

usano la vecchia auto “Kiwi”, appartenuta<br />

ad alcuni falsari che ci avevano<br />

nascosto le matrici <strong>dei</strong> soldi. Insieme<br />

al padre, i ragazzi iniziano a scoprire la<br />

cultura Maori e le tradizioni neozelandesi.<br />

Ai giovani fratelli Deborah<br />

(Estelle Woods) e Peter Fischer (Peter<br />

Nicoll), si uniscono i coetanei Ratu<br />

Rewiri (George Henare), Miriana Karaka<br />

(Judy Stairmand) e Marriott (Antony<br />

Blackett).<br />

Follyfoot (Id.) Con: Desmond<br />

Llewelyn, Arthur English, Steve Hodson,<br />

Gillian Blake. Produzione: Gran<br />

Bretagna, 1971, avventura/drammatico,<br />

colore (39/60’).<br />

Follyfoot è una fattoria realmente esistente<br />

a Whariedale nello Yorkshire,<br />

dove vengono ricoverati i cavalli malati:<br />

nel serial è gestita dal Colonnello<br />

(Desmond Llewelyn), un eccentrico<br />

ex ufficiale che si è ritirato a vita di<br />

campagna con il Pigro (Arthur English),<br />

un ex pugile, nonché con Steve<br />

(Steve Hodson) e la nipote Dora (Gillian<br />

Blake), lasciata alla sua responsabilità<br />

dopo che i genitori sono dovuti<br />

partire per il Sud Africa a causa degli<br />

impegni diplomatici del padre. Le avventure<br />

vertono sul rapporto delicato


Forever Knight<br />

che si instaura tra i quattro protagonisti,<br />

così come quello che si sviluppa<br />

tra il poker di personaggi e i cavalli. La<br />

serie, realmente girata nello Yorkshire<br />

tra Leeds e Harrogate, è basata sul romanzo<br />

Cobbler’s Dream (1963) di<br />

Monica Dickens, la nipote di Charles.<br />

Tony Essex firma da produttore esecutivo.<br />

Il tema musicale, “The Lightening<br />

Tree”, è eseguito dal gruppo The<br />

Settlers ed è entrato nelle classifiche<br />

inglesi nel 1971.<br />

Forever Knight (Id.) Con: Geraint<br />

Wyn Davies, John Kapelos, Nigel<br />

Bennett, Deborah Duchene, Gary Farmer,<br />

Catherine Disher, Natsuko Ohama,<br />

Lisa Ryder. Produzione: Canada,<br />

1992, fantastico, colore (71/60’).<br />

Serie fino all’ultimo “morso” sulle vicissitudini<br />

di Nick Knight (Geraint<br />

Wyn Davies), un vampiro del XIII secolo<br />

che si pente di 700 anni di malefatte<br />

per diventare un poliziotto <strong>dei</strong><br />

giorni nostri a Toronto. Impiegato alla<br />

squadra omicidi, Knight si muove di<br />

notte con l’odioso (e divertente) collega<br />

Don Schanke (John Kapelos): non è<br />

un caso che le vittime sulle quali indaga<br />

la coppia presentino tutte due forellini<br />

sul collo. Il protagonista associa i<br />

delitti in cui si imbatte a LaCroix (Nigel<br />

Bennett), colui che nella Parigi del<br />

1228 lo ha reso immortale istigandolo<br />

a succhiare il sangue di poveri innocenti.<br />

In una sorta di lotta senza tempo,<br />

i due immortali hanno un legame comune:<br />

la bella Janette (Deborah Duchene),<br />

ex fiamma di Knight e ora<br />

partner criminale di LaCroix. Tra i<br />

mortali del <strong>telefilm</strong>: il capitano di polizia<br />

Stonetree (Gary Farmer), il quale<br />

aiuta l’eccentrico detective per cercare<br />

di sedare le voci su un serial-killer dal<br />

canino facile; la patologa Natalie<br />

Lambert (Catherine Disher), la quale è<br />

346<br />

l’unica a conoscere la verità sul protagonista<br />

e cerca di donargli quella mortalità<br />

da lui agognata; la collega d’indagine<br />

Tracey Vetter (Lisa Ryder).<br />

Natsuko Ohama entra in scena nei<br />

panni del nuovo superiore di Knight, il<br />

capitano Amanda Cohen. La serie<br />

creata da James D. Parriott e Barney<br />

Cohen è interamente girata a Toronto.<br />

Parriott firma altresì da produttore esecutivo<br />

con Jon Slan. Fred Mollin compone<br />

la colonna sonora del serial. Per<br />

chi ama il genere, gli effetti speciali sono<br />

curati da Michael Kavanagh.<br />

Formula 1 (Formule 1) Con: Daniel<br />

Gélin, Manuel Gélin, Serge Dupire,<br />

Barbara Cupisti, Denis Savignat. Produzione:<br />

Francia/Canada/Portogallo,<br />

1987, avventura, colore (13/60’).<br />

Uomini, donne e motori sono al centro<br />

di una serie che racconta i dietro le<br />

quinte <strong>dei</strong> circuiti automobilistici: Joseph<br />

Sainclar (Daniel Gélin) e il figlio<br />

Luc (Manuel Gélin) hanno la passione<br />

per la Formula 1 e possiedono una scuderia.<br />

Daniel Hardy (Serge Dupire) è il<br />

primo pilota, canadese del Québec.<br />

Quando quest’ultimo s’infortuna in un<br />

incidente, Joseph chiede al figlio di sostituirlo.<br />

A loro si aggiunge Carla Di<br />

Lorenzo (Barbara Cupisti), una fotografa<br />

italiana che ha messo gli occhi su<br />

Luc. Denis Savignat interpreta Chazelles.<br />

Jean-Daniel Verhaeghe e Claude<br />

Heroux sono i produttori del serial,<br />

Nardo Castillo e Paul Planchon gli<br />

ideatori. Alain Prost compare in un cameo<br />

nei panni di sé stesso.<br />

Forti di Forte Coraggio, I (F Troop)<br />

Con: Ken Berry, Forrest Tucker, Larry<br />

Storch, Melody Patterson, Edward<br />

Everett Horton, Frank DeKova, Larry<br />

Storch. Produzione: Usa, 1965, sitcom/western,<br />

colore-b/n (65/30’).


347 Frank’s Place<br />

Un gruppo di cavalleggeri idioti e di<br />

indiani inetti è al centro di un serial che<br />

mette in farsa il genere western. Ken<br />

Berry è il capitano Wilton Parmenter,<br />

che nel 1866 viene assegnato al comando<br />

di Forte Coraggio nel Kansas<br />

dopo una promozione immeritata ricevuta<br />

nel corso della Guerra Civile. La<br />

fortezza si ritrova accerchiata da tutte<br />

le parti dai nativi americani. Forrest<br />

Tucker interpreta il sergente Morgan<br />

O’Rourke, commerciante di souvenir<br />

indiani a cui sta sempre “incollato” il<br />

fedele caporale Randolph Agarn (Larry<br />

Storch); Melody Patterson, che aveva<br />

solo sedici anni quando la serie ebbe<br />

inizio, veste i panni della pistolera<br />

Wrangler Jane; Larry Storch è il caporale<br />

Randolf Agarn, l’aiutante di O’-<br />

Rourke. Completano il cast Edward<br />

Everett Horton nel ruolo di Roaring<br />

Chicken (ovvero Pollo Ruggente), lo<br />

stregone degli Hekawi e Frank DeKova<br />

sotto le penne di Aquila Selvaggia,<br />

il capo-tribù. Il <strong>telefilm</strong> è creato da Richard<br />

Bluel e prodotto da Hy Averback<br />

e da William T Orr; Jon Slan firma da<br />

produttore esecutivo. La canzone-tema,<br />

“Cheyenne”, è composta da William<br />

Lava; Fred Mollin è tra gli autori<br />

della colonna sonora. Vincent Price<br />

compare, in un cameo, nei panni di un<br />

vampiro. La serie ha anticipato di soli<br />

3 giorni la messa in onda de Gli eroi di<br />

Hogan, in cui il rapporto tra carcerieri<br />

e prigionieri viene messo in ridicolo e<br />

sostanzialmente ribaltato.<br />

Fox (Crazy like a fox) Con: Jack Warden,<br />

John Rubinstein, Penny Peyser,<br />

Robby Kiger, Lydia Lei, Patricia Ayame<br />

Thomson, Robert Hanley. Produzione:<br />

Usa, 1984, poliziesco, colore<br />

(35/60’; 1/90’).<br />

Padre e figlio uniti controvoglia per<br />

risolvere crimini e misfatti: Jack War­<br />

den interpreta lo scompigliato detective<br />

privato Harry Fox, cui dà una mano<br />

il figlio Harrison (John Rubinstein),<br />

un giovane procuratore che<br />

non ama molto le indagini sul campo.<br />

Né tanto meno penetrare nelle abitazioni<br />

altrui senza mandato, farsi sparare<br />

addosso da loschi ceffi, tirare il<br />

padre fuori di prigione... Tra gli altri<br />

protagonisti del serial: Penny Peyser<br />

interpreta Cindy, la moglie di Harrison;<br />

Robby Kiger è Josh; Lydia Lei e<br />

Patricia Ayame Thomson si susseguono<br />

nelle vesti di Allison Ling, la segretaria<br />

del figlio di Harry; Robert<br />

Hanley è il tenente Walker della polizia<br />

di San Francisco, la città dove si<br />

svolgono tutte le vicende. Dal serial<br />

prodotto da Michael Baugh è stato anche<br />

realizzato un film per la televisione<br />

(Still Crazy Like a Fox) interamente<br />

girato in Inghilterra.<br />

Frank’s Place (Id.) Con: Tim Reid,<br />

Daphne Maxwell Reid, Robert Harper,<br />

Francesca P. Roberts, Frances E.<br />

Williams, Tony Burton, Don Yesso,<br />

Charles Lampkin, Lincoln Kilpatrick,<br />

William Thomas jr., Virginia Capers.<br />

Produzione: Usa, 1987, sit-com, colore<br />

(22/30’).<br />

Una delle serie più chiacchierate in<br />

America nella stagione 1987-1988 accende<br />

i riflettori su una comunità di colore<br />

a New Orleans; peccato che la<br />

pubblicità ricevuta non sia stata uguale<br />

al seguito di pubblico: il serial è stato<br />

cancellato dopo solo un anno. La storia<br />

è quella di Frank Parrish (Tim Reid,<br />

premiato con l’Image Award per la sua<br />

interpretazione), un docente di Boston<br />

che insegna storia del Rinascimento<br />

italiano: dopo aver ricevuto in eredità<br />

dal padre un ristorante nella Louisiana,<br />

il professore decide di lasciare la cattedra<br />

per trasferirsi a New Orleans, a ri­


Fra nonni e nipoti<br />

scoprire le sue origini. Tra gli altri personaggi<br />

del <strong>telefilm</strong>: l’imprenditrice di<br />

pompe funebri Hanna Griffin (Daphne<br />

Maxwell Reid, la moglie di Tim Reid),<br />

tra gli assidui frequentatori del locale e<br />

destinata a intrecciare una relazione<br />

con Parrish; Si “Bubba” Weisberger<br />

(Robert Harper) è uno <strong>dei</strong> pochi clienti<br />

“bianchi”; le cameriere Anna-May<br />

(Francesca P. Roberts) e Miss Marie<br />

Walker (Frances E. Williams); lo chef<br />

Big Arthur (Tony Burton) e l’assistente<br />

Shorty LaRoux (Don Yesso); il barista<br />

Tiger Shepin (Charles Lampkin); il<br />

Reverendo Deal (Lincoln Kilpatrick);<br />

il tuttofare Cool Charles (William<br />

Thomas jr.); Bertha Griffin-Lamour<br />

(Virginia Capers), madre di Hanna e<br />

anch’essa nel campo delle pompe funebri.<br />

Pur avendo i crismi della sitcom,<br />

la serie affronta temi drammatici<br />

come il suicidio e la droga; in America<br />

il mix di commedia e dramma è stato<br />

etichettato negli anni ’80 con il termine<br />

di “dramadies”. Il serial è girato<br />

con una sola telecamera, senza pubblico<br />

in sala e risate in sottofondo. Il ristorante<br />

“Chez Louisiane” è stato collocato<br />

nella zona abitata in prevalenza<br />

dalla comunità nera, quasi all’opposto<br />

del turistico Quartiere Francese. Hugh<br />

Wilson firma la paternità del <strong>telefilm</strong> e<br />

la produzione esecutiva, quest’ultima<br />

in compagnia dello stesso Tim Reid,<br />

con il quale aveva già lavorato dieci<br />

anni prima in WKRP in Cincinnati. La<br />

colonna sonora comprende la canzone<br />

di Louis Armstrong “Do You Know<br />

What It Means to Miss New Orleans”.<br />

La serie ha vinto due Emmy Awards e<br />

un Humanitas Prize.<br />

Fra nonni e nipoti (Parenthood)<br />

Con: Ed Begley jr., Jayne Atkinsons,<br />

Elliott Slade, Thora Birch, Zachary<br />

LaVoy, Maryedith Burrell, Leonardo<br />

348<br />

DiCaprio, Bess Meyer, David Arquette,<br />

Susan Norman, Ken Ober, Ivyann<br />

Schwan, William Windom, Sheila<br />

MacRae, Mary Jackson. Produzione:<br />

Usa, 1990, sit-com, colore (11/30’;<br />

1/60’).<br />

La sit-com è basata sul film del 1989<br />

Parenti, amici e tanti guai e racconta le<br />

vicissitudini di una famiglia <strong>dei</strong> giorni<br />

d’oggi tra imprevisti e incomprensioni.<br />

Il nucleo familiare è formato dalla<br />

coppia Gil (Ed Begley jr.) e Karen<br />

Buckman (Jayne Atkinsons), dai figli<br />

Kevin (Elliott Slade), di dieci anni,<br />

Taylor (Thora Birch), di otto e l’ansiogeno<br />

Justin (Zachary LaVoy) di quattro.<br />

Maryedith Burrell è Helen, la sorella<br />

divorziata di Gil; Leonardo Di-<br />

Caprio interpreta Garry, il figlio tredicenne<br />

di quest’ultima, mentre Bess<br />

Meyer veste i panni di Julie, l’altra figlia<br />

di Helen; David Arquette indossa<br />

la tuta dell’imbianchino Tod Hawks, il<br />

nuovo marito di Helen; Susan Norman<br />

è Susan Buckman-Merrick, l’altra sorella<br />

di Gil, mentre Ken Ober la affianca<br />

nel ruolo del marito Nathan Merrick;<br />

Ivyann Schwan presta il volto a<br />

Patty, la figlia di quattro anni che<br />

Nathan sta cercando di fare diventare<br />

un genio. Tra gli altri personaggi ricorrenti<br />

della sit-com: Frank (William<br />

Windom) e Marilyn (Sheila MacRae),<br />

i genitori di Gil; nonna Greenwell<br />

(Mary Jackson). Tre ragazzi della serie<br />

– Slade, LaVoy e Schwan – avevano<br />

già preso parte alla pellicola diretta da<br />

Ron Howard, il quale firma la sit-com<br />

da ideatore-produttore esecutivo insieme<br />

a Lowell Ganz e Babaloo Mandel,<br />

già dietro le quinte del film; Carla Fry,<br />

Allan Arkush, David Tyson King,<br />

Russ Woody e Brian Grazer sono tra<br />

gli altri produttori. Steve Martin, che<br />

sul grande schermo aveva dato vita a<br />

Gil, compare in un cameo.


349 Frasier<br />

Frasier (Id.) Con: Kelsey Grammer,<br />

John Mahoney, David Hyde Pierce,<br />

Jane Leeves, Peri Gilpin, Dan Butler,<br />

Mercedes Ruehl. Produzione: Usa,<br />

1993, sit-com, colore (264/30’).<br />

CULT<br />

Kelsey Grammer trasloca con il suo<br />

personaggio – lo psichiatra Frasier<br />

Crane di Cin Cin (1982) – da Boston a<br />

Seattle, in una sit-com tutta sua. Chiamato<br />

a presentare uno show radiofonico<br />

presso il network KACL, Frasier si ritrova<br />

sul groppone il padre Martin detto<br />

“Marty” (John Mahoney), vedovo,<br />

irascibile, ex poliziotto invalido e, quel<br />

che è peggio, deciso a seguire il figlio<br />

nel suo trasferimento. Tra gli altri protagonisti<br />

della serie: David Hyde Pierce<br />

è Niles, il fratello minore di Frasier,<br />

anch’egli psichiatra (come del resto la<br />

madre di entrambi); Jane Leeves interpreta<br />

Daphne Moon, l’infermiera che<br />

cura la salute di papà Marty; Peri Gilpin<br />

veste i panni del produttore radiofonico<br />

Roz Doyle; Dan Butler, il<br />

quale si diletta anche dietro la macchina<br />

da presa, è Bulldog Briscoe, il presentatore<br />

effeminato delle notizie<br />

sportive; Mercedes Ruehl entra in scena<br />

come Kate Costas, il manager della<br />

radio. Altrettanto famoso quanto i suoi<br />

colleghi bipedi si è rivelato Moose, il<br />

Jack Russell terrier che ha il pelo di<br />

Eddie, il cane di Martin che ha il vizio<br />

di fissare Frasier. Il nome di Roz Doyle<br />

è stato scelto dagli ideatori della serie –<br />

David Angell, Peter Casey e David<br />

Lee – in memoria di una collega deceduta<br />

per un tumore al seno; Angell ha<br />

trovato la morte a bordo del Boeing<br />

767 che si è schiantato contro la Torre<br />

Sud nell’attentato dell’11 settembre<br />

2001 al World Trade Center di New<br />

York; oltre ai creatori, firmano da produttori<br />

esecutivi: Rob Hanning, Christopher<br />

Lloyd, Kelsey Grammer, Joe<br />

Keenan, Sam Johnson, Dan O’Shannon,<br />

Chris Marcil, Lori Kirkland e Jon<br />

Sherman. I personaggi di Diane (Shelley<br />

Long), Sam (Ted Danson), Woody<br />

(Woody Harrelson) e Lilith (Bebe<br />

Neuwirth) vengono a far visita al loro<br />

amico di Cin Cin. La colonna sonora è<br />

composta da Bruce Miller; il tema musicale<br />

è cantato dallo stesso Kelsey<br />

Grammer, divenuto nel corso delle riprese,<br />

con i 3 milioni di dollari che intascava<br />

a puntata, l’attore più pagato<br />

delle serie tv. Le riprese sono state effettuate<br />

a Los Angeles nonostante<br />

l’appartamento di Frasier, presso l’Elliott<br />

Bay Towers, abbia una vista panoramica<br />

su Seattle. Tra i momenti più<br />

divertenti spiccano i battibecchi tra<br />

Niles e la ricca moglie snob Maris, la<br />

quale non viene mai inquadrata: i due<br />

in seguito divorziano (lei tenta addirittura<br />

di farlo morire di sete!) e una volta<br />

single Niles si lancia senza successo<br />

alla conquista di Daphne. Uno <strong>dei</strong><br />

“tormentoni” della sit-com sono le telefonate<br />

che arrivano nel corso del<br />

programma di Frasier: in America il<br />

pubblico si dilettava a indovinare quale<br />

personaggio famoso si celasse dietro<br />

la cornetta; tra coloro che hanno<br />

prestato la loro voce originale, Linda<br />

Hamilton (la quale compare anche in<br />

carne e ossa alla stessa stregua di Brittany<br />

Murphy, Andy Garcia, Michael<br />

Keaton e Patrick Macnee), Christopher<br />

Reeve, Joe Mantegna, Piper<br />

Laurie, Henry Mancini, Mary Tyler<br />

Moore, James Spader, Sandra Dee,<br />

Ben Stiller, Eric Stoltz, Halle Berry,<br />

John McEnroe, Bonnie Raitt, Gloria<br />

Estefan, Stephen King, Daryl Hannah,<br />

John Turturro, Sydney Pollack, Paul<br />

Simon e Art Garfunkel (il quale rimane<br />

al telefono per un giorno intero!),<br />

Kevin Bacon, Macaulay Culkin, Carly<br />

Simon, John Lithgow, Tom Hulce,


Fred Astaire 350<br />

Mel Brooks, Mary Elisabeth Mastrantonio,<br />

Billy Cristal, Ed Harris, Laura<br />

Dern, Ray Liotta, Jodie Foster, Katarina<br />

Witt, Gillian Anderson e David Duchovny,<br />

Tea Leoni, John Cusack,<br />

Cindy Crawford, John Waters e Ron<br />

Howard; Larry King compare nei panni<br />

di sé stesso; Bill Gates si è lasciato<br />

prendere in giro nel 200esimo episodio:<br />

il re del software interviene di persona<br />

spiegando, tra la noia e l’impazienza<br />

di Frasier, i dettagli <strong>dei</strong> prodotti<br />

Microsoft (l’azienda era partner dell’NBC,<br />

il network che trasmetteva in<br />

America la sit-com). Altre stars hanno<br />

prestato il loro volto nella serie: Jennifer<br />

Beals, Anthony LaPaglia, Jennifer<br />

Tilly, Patrick Stewart, Felicity Huffman,<br />

Elvis Costello, Bob Hoskins,<br />

Dean Cain, Megan Mullally, Virginia<br />

Madsen, Eva Marie Saint, Teri Hatcher.<br />

Le buone critiche e le ardite citazioni<br />

letterarie di cui sono infarcite le<br />

sceneggiature hanno sospinto la serie a<br />

vincere ben 37 Emmy Awards, 3 Golden<br />

Globes, 2 Humanitas Prize, 2 People’s<br />

Choice Awards, 9 American Comedy<br />

Awards, 5 Artios, 2 DGA Awards,<br />

un GLAAD Media Awards, 3 Golden<br />

Satellite Awards, un Peabody Award, 5<br />

Television Critics Association Awards<br />

e 12 Viewers for Quality Television.<br />

Fred Astaire (Alcoa Premiere; Fred<br />

Astaire Presents) Con: Fred Astaire.<br />

Produzione: Usa, 1961, drammatico,<br />

b/n (66/60’).<br />

Serie antologica dai toni drammatici<br />

presentata e recitata (saltuariamente)<br />

da Fred Astaire. Tra le molte gueststars<br />

che si alternano nelle puntate:<br />

Lee Marvin, Robert Redford, Ernest<br />

Borgnine, Elizabeth Montgomery,<br />

Telly Savalas, James Stewart, Charlton<br />

Heston. John Ford compare tra i registi.<br />

Il serial è prodotto da Revue Stu­<br />

dios. In una puntata, Astaire intrepreta<br />

un diavolo a sei volti.<br />

Freddy’s Nightmares (Id.) Con:<br />

Robert Englund, Ian Patrick Williams.<br />

Produzione: Usa, 1988, orrore, colore<br />

(44/60’).<br />

Sogno o son morto? L’amletico dilemma<br />

horror ha pervaso la serie cinamatografica<br />

più “tagliente” dell’ultimo<br />

decennio: i nightmares di Freddy<br />

Krueger hanno popolato gli incubi di<br />

milioni di teenagers di tutto il mondo,<br />

diventando un fenomeno di costume<br />

oltre che di celluloide. Dal subconscio<br />

alla realtà, dal cinema alla televisione,<br />

protagonista è sempre Robert Englund,<br />

l’attore che ha legato a doppio<br />

filo la propria carriera al destino del<br />

terribile mostro uncinato. Un maglione<br />

sdrucito a coste orizzontali, un cappellaccio<br />

da spaventapasseri calato su<br />

un volto deturpato dalle bruciature,<br />

una risata sardonica e soprattutto un<br />

guanto artigliato e omicida: Freddy ritorna<br />

dal passato per gettare nel panico<br />

e nel sangue la tranquilla cittadina di<br />

Springwood. Il tenente Blocker (Ian<br />

Patrick Williams) tenta di contrastarlo.<br />

Bicchieri d’acqua che si tingono di<br />

rosso sangue, pareti che trasudano fango<br />

e poltiglia, dottori che al posto del<br />

bisturi hanno sferraglianti artigli luccicanti:<br />

tra sogno e realtà, humour nero e<br />

splatter, il serial si avvale della firma di<br />

Wes Craven, il papà cinematografico<br />

di Freddy Krueger nonché regista<br />

D.O.C. del nuovo cinema horror (Sotto<br />

shock e Scream tra gli altri film). La regia<br />

è affidata ai migliori cineasti americani<br />

del genere: da Tobe Hooper (il<br />

regista di Poltergeist e Non aprite<br />

quella porta) a Mick Garris (Nightmare-istinto<br />

omicida), da Renny Harlin<br />

(Nightmare 4) a Tim Hunter e allo stesso<br />

Englund. In America alcuni genitori


351 Friends<br />

hanno denunciato che i propri figli non<br />

riuscivano a dormire dopo aver visto il<br />

<strong>telefilm</strong>: i produttori sono corsi ai ripari<br />

aprendo ogni appuntamento con la<br />

scritta “tutti coloro che rimarranno uccisi<br />

in questa puntata sono maggiorenni”;<br />

tuttavia, la critica a “stelle e<br />

strisce” ha bollato la serie come “la più<br />

violenta del 1989”. Jeff e Bill Freilich,<br />

Robert Shaye e Scott A. Stone sono i<br />

produttori esecutivi; Nicholas Pike<br />

compone il tema musicale. George Lazenby<br />

compare da guest-star.<br />

Freebie and the Bean (Id.) Con:<br />

Hector Elizondo, Tom Mason, William<br />

Daniels, Mel Stewart. Produzione:<br />

Usa, 1980, sit-com/poliziesco, colore<br />

(9/60’).<br />

Tratta dal film omonimo del 1975 (in<br />

Italia è uscito con il titolo Una strana<br />

coppia di sbirri), la sit-com perde la<br />

vena cinica e grottesca della pellicola<br />

di cinque anni prima. La coppia cinematografica<br />

Alan Arkin-James Caan<br />

viene sostituita da Hector Elizondo e<br />

Tom Mason, rispettivamente nei panni<br />

<strong>dei</strong> poliziotti in borghese dell’introverso<br />

Don “the Bean” Delgado e lo scafato<br />

Tim “Freebie” Walker. Tra le figure<br />

di contorno su e giù per San Francisco,<br />

il procuratore distrettuale Walter<br />

Cruikshack (William Daniels) e “Axle”<br />

(Mel Stewart), il meccanico della<br />

polizia che fa gli starordinari (la coppia<br />

protagonista distrugge quasi<br />

un’autovettura a indagine).<br />

Free Spirit (Id.) Con: Corinne Bohrer,<br />

Franc Luz, Paul Scherrer, Alyson<br />

Hannigan, Edan Gross. Produzione:<br />

Usa, 1989, sit-com/fantastico, colore<br />

(14/30’).<br />

Remake della sit-com anni ’70 Vita da<br />

strega, la serie vede protagonista Corinne<br />

Bohrer nei panni di Winnie<br />

Goodwin, un’affascinante strega bionda<br />

che trova lavoro in una famiglia del<br />

Connecticut in cui è venuta a mancare<br />

la figura materna. Franc Luz interpreta<br />

l’avvocato Thomas J. Harper, il capofamiglia<br />

che è altresì l’unico a non conoscere<br />

la doppia identità della domestica<br />

tuttofare. Completano il cast, nei<br />

panni <strong>dei</strong> figli di Harper: Paul Scherrer<br />

in quelli del quindicenne Robb, Alyson<br />

Hannigan in quelli della tredicenne<br />

Jessie ed Edan Gross nelle vesti del<br />

decenne Gene. La sit-com è prodotta<br />

da E. Duke Vincent. La famiglia protagonista<br />

ha cambiato nome in corsa, da<br />

Haggarty a Harper; nel 1989 la ABC si<br />

trovò così a gestire due sit-com contemporanee,<br />

entrambe con protagonista<br />

una famiglia Harper: accanto alla<br />

suddetta, Homeroom differiva per via<br />

di un cast all black.<br />

Friends (Id.) Con: Jennifer Aniston,<br />

Courteney Cox, Lisa Kudrow, Matt Le-<br />

Blanc, Matthew Perry, David Schwimmer,<br />

Heather Tom. Produzione: Usa,<br />

1994, sit-com, colore (232/30’).<br />

La sit-com più popolare d’America<br />

nell’ultimo decennio accende i riflettori<br />

su un sestetto di ventenni insoddisfatti<br />

che abitano a New York e si ritrovano<br />

al Central Perk Café. Come ha<br />

scritto il critico televisivo Aldo Grasso<br />

sul “Corriere della Sera”: “I sei personaggi<br />

non cercano l’autore ma l’interlocutore,<br />

uno con cui spartire, a parole,<br />

l’insoddisfazione. Di tutto: <strong>dei</strong> modi e<br />

delle mode che li circondano. Questo<br />

malessere diffuso diventa così un sentimento<br />

universale, la versione giovanilistica<br />

della nausea o della noia, alimenta<br />

la solidarietà della scontentezza<br />

e lo spleen esistenziale”. Tra i protagonisti:<br />

la cameriera Rachel Green (Jennifer<br />

Aniston), bionda e sexy; Monica<br />

Geller (Courteney Cox), convivente di


Friends 352<br />

Rachel, perfezionista ai limiti della<br />

sopportazione e aspirante chef attratta<br />

dagli uomini più maturi di lei; la cantautrice<br />

new ager Phoebe Buffay (interpretata<br />

da Lisa Kudrow, che compare<br />

talvolta nei panni della sorella gemella<br />

Ursula, già vista in Innamorati<br />

pazzi); l’aspirante attore Joey Tribbiani<br />

(Matt LeBlanc), in cerca di un ruolo<br />

che lo faccia emergere; il convivente di<br />

quest’ultimo, Chandler Bing (Matthew<br />

Perry), simpatico ma con problemi di<br />

relazione con l’altro sesso; il paleontologo<br />

nevrotico Ross Geller (David<br />

Schwimmer), il fratello divorziato di<br />

Monica, il più serio <strong>dei</strong> sei. Ross e Rachel<br />

diventano più che “amici”, anche<br />

se il primo ha un’altra fidanzata (Julie,<br />

interpretata da Heather Tom) e ha appena<br />

avuto un bambino dalla ex moglie,<br />

la quale lo ha lasciato per mettersi<br />

con una donna. Successivamente gli<br />

altri passi fondamentali della sit-com<br />

sono: quando finisce il legame tra Rachel<br />

e Ross quest’ultimo decide di sposarsi<br />

con l’inglese Emily (che originariamente,<br />

invece che da Helen Baxendale,<br />

doveva essere interpretata da Patsy<br />

Kensit), salvo poi pronunciare il nome<br />

della ex durante la cerimonia di<br />

nozze, gettando così le basi per il successivo<br />

divorzio; Monica e Chandler<br />

intraprendono una relazione, che nelle<br />

loro intenzioni doveva rimanere segreta<br />

(ma infine, dopo una stagione, la<br />

coppia sale sull’altare); Ross e Rachel<br />

si sposano durante uno spericolato<br />

weekend a Las Vegas, ma dopo aver<br />

convenuto entrambi sul proprio stato<br />

di ebbrezza, divorziano. Tra le numerose<br />

guest-stars del serial: Tom Selleck<br />

(che ha intrecciato una breve relazione<br />

con Courteney Cox), Julia Roberts<br />

(che ha avuto un flirt con Matthew<br />

Perry), Isabella Rossellini, Sheryl<br />

Fenn, Eliott Gould, Robin Williams,<br />

Mira Sorvino, Bill Gates, Billy Cristal,<br />

George Clooney, Noah Wyle, Brooke<br />

Shields, Jean-Claude Van Damme,<br />

Bruce Willis, Sean Penn, Gary Oldman,<br />

Winona Ryder, Denise Richards,<br />

Susan Sarandon, Jeff Goldblum,<br />

Ralph Lauren, Rebecca Romijn Stamos,<br />

Ben Stiller, Chrissie Hynde, Brad<br />

Pitt (l’attore, ai tempi marito della Aniston,<br />

interpreta Will, un ex compagno<br />

di liceo che finisce per detestare Rachel<br />

al punto di fondare un club contro<br />

di lei, il quale crea scompiglio nel<br />

Giorno del Ringraziamento), David<br />

Arquette (il consorte della Cox), Elle<br />

McPherson e nientemeno che la duchessa<br />

di York Sarah Ferguson, fan dichiarata<br />

del <strong>telefilm</strong>. Imperdibile il cameo<br />

di Kathleen Turner nel ruolo del<br />

padre transessuale di Chandler che è<br />

diventato donna; Lea Thompson dà vita<br />

a Caroline Duff, la protagonista di<br />

Caroline in the city (1995); Helen<br />

Hunt e Leila Kenzie sono di passaggio<br />

nelle rispettive vesti di Jamie e Fran,<br />

interpretate in Innamorati pazzi<br />

(1992). Alla fine, Rachel scopre di avere<br />

due sorelle – la prima interpretata da<br />

Reese Witherspoon, la seconda da Christina<br />

Applegate – nonché di essere incinta<br />

di Ross: la nascita di Emma, seguita<br />

da 35 milioni di telespettatori<br />

americani, ha riservato un colpo di scena<br />

con la proposta involontaria di matrimonio<br />

da parte di Joey (quest’ultimo<br />

ha raccolto da terra un anello perduto<br />

da Ross e lo ha consegnato a Rachel, la<br />

quale ha scambiato il gesto per un invito<br />

all’altare e ha accettato...). L’ultimo<br />

e attesissimo episodio, visto da 54 milioni<br />

di americani (uno spot di 30 secondi<br />

valeva la cifra record di 2 milioni<br />

di dollari), è diventato un evento tale<br />

da richiamare una folla assiepata davanti<br />

al maxischermo allestito per l’occasione<br />

in Times Square. Rachel è in


353 Friends<br />

partenza per un nuovo lavoro a Parigi;<br />

Monica e Chandler diventano genitori<br />

di due gemelli; Ross cerca di far cambiare<br />

idea a Rachel, ma quando sembra<br />

tutto inutile lei gli si dichiara sulla segretaria<br />

telefonica, per poi abbracciarlo<br />

e dirgli: “Questa volta è per sempre”.<br />

Sulla “bibbia” televisiva “Tv<br />

Guide”, l’editorialista Damian J. Holbrook<br />

si è sperticato in un’ultima lode:<br />

“Cari amici, per 10 anni, tra le tragedie<br />

e le calamità che hanno colpito il nostro<br />

paese, ci avete dato un motivo per<br />

sorridere e una serie da amare”. Tra i<br />

commenti italiani spicca quello di<br />

Guia Soncini su “Il Foglio”: “C’è una<br />

ragione se Friends è stata la serie di<br />

maggior successo mondiale degli ultimi<br />

anni, ed è che Friends è un prodotto<br />

perfetto. Perfettamente medio. Magari<br />

(sicuramente) meno appassionante di<br />

West Wing e meno immaginifico di Ally<br />

McBeal, ma inappuntabile. Friends<br />

non è un prodotto per il grande pubblico:<br />

Friends è il grande pubblico”. Marta<br />

De Cinti, su “Il Riformista”, ha notato<br />

anch’essa che “Friends è stato una<br />

sorta di viaggio in una realtà parallela<br />

positiva, divertente e ben congegnata;<br />

disegnata cioè attraverso un’attenta<br />

cura <strong>dei</strong> dettagli, spesso facilmente riconoscibili<br />

(per esempio la cornice<br />

sulla porta viola), mai eccessivamente<br />

sofisticati. Insomma, la serie ha permesso<br />

una immedesimazione molto<br />

democratica. A questa logica non è<br />

sfuggita nemmeno New York. […] Lì<br />

dove Sex and the City ha dato all’immaginario<br />

collettivo un senso di sofisticata<br />

high society, Friends ha restituito<br />

un senso di familiarità e protezione,<br />

ha dato a New York l’aspetto di casa”.<br />

Il boom della sit-com è stato tale<br />

da aprire la strada in America, sul finire<br />

del ’95, a una lunga lista di serial similari;<br />

tanto per citarne alcuni: Can’t<br />

Hurry Love, The Drew Carey Show,<br />

First Time Out, Partners, The Single<br />

Guy. Per quasi tutti i protagonisti la popolarità<br />

raggiunta ha consentito di<br />

aprire loro le porte del cinema e di<br />

chiedere un compenso che dapprima si<br />

aggirava sui 100.000 dollari a puntata,<br />

per poi lievitare a 250.000 nelle stagioni<br />

intermedie e infine svettare a un milione<br />

tondo a testa per il nono ciclo.<br />

Non per niente la sit-com è entrata a<br />

pieno titolo tra le fiction miliardarie: la<br />

notizia che la NBC abbia pagato alla<br />

Warner 5 milioni di dollari (quasi 10<br />

miliardi di lire) a episodio per trasmettere<br />

fino al 2002 le avventure <strong>dei</strong> sei<br />

protagonisti ha fatto il giro del mondo;<br />

si tratta di una delle somme più alte<br />

mai pagate nella storia della tv, di poco<br />

inferiore ai 5 milioni e mezzo di dollari<br />

a puntata pagati sempre dalla NBC per<br />

Seinfeld e meno della metà rispetto ai<br />

13 milioni di dollari a episodio sborsati<br />

dallo stesso network sempre alla Warner<br />

per rinnovare l’accordo per trasmettere<br />

E.R. (in realtà le due somme<br />

non sono distanti se paragonate al costo<br />

per ora <strong>dei</strong> due <strong>telefilm</strong>). David<br />

Schwimmer è l’unico attore tra i protagonisti<br />

a essere stato scelto senza un<br />

provino. Il Central Perk si ispirerebbe a<br />

un piccolo locale chiamato Danal, sulla<br />

10ª strada della Grande Mela. Tra i<br />

“tormentoni” della sit-com spicca la<br />

canzone-cantilena intonata (sarebbe<br />

più giusto dire “stonata”) da Phoebe e<br />

intitolata “Gatto rognoso”, la cui prima<br />

strofa recita: “Gatto rognoso, bel gattone,<br />

tu puzzi come un caprone…”. La<br />

Malaysia ha censurato l’undicesimo<br />

episodio dell’ottavo ciclo perché<br />

“comprende scene di sesso e di promiscuità<br />

tra giovani, nonché volgarità al<br />

di fuori dell’istituzione del matrimonio<br />

e un incitamento alla prostituzione”.<br />

Nel 2003 è stato pubblicato su “Pedia­


Frontiera 354<br />

trics” uno studio in cui si evince che le<br />

avventure di Rachel e amici, se commentate<br />

con un adulto, possono costituire<br />

un’utile lezione di educazione<br />

sessuale tra i giovani. Il bacio tra Ross<br />

e Rachel è stato giudicato nel febbraio<br />

2005 dal prestigioso “Tv Guide” il più<br />

hot di tutta la storia del piccolo schermo<br />

(per la cronaca, ha battuto quello<br />

scambiato da padre Ralph e Maggie in<br />

Uccelli di rovo). La canzone-tema della<br />

serie, “I’ll Be There for You”, cantata<br />

dai Rembrandts, è stata per sette settimane<br />

al vertice della hit-parade di<br />

“Billboard” ed è composta da Michael<br />

Skloff. Quest’ultimo è il marito di<br />

Marta Kauffman, che firma il serial da<br />

creatore e produttore insieme a David<br />

Crane, il quale compare altresì in più di<br />

un cameo: tutti e tre avevano ricoperto<br />

gli stessi ruoli nel serial Dream On<br />

(1990). Tra i molti riconoscimenti, la<br />

sit-com si è aggiudicata 6 Emmy<br />

Awards, un Golden Satellite Award, un<br />

Golden Globe, 5 People’s Choice<br />

Awards e 11 ASCAP Awards. Nel 2004<br />

la NBC ha gettato la ciambella di salvataggio<br />

ai telespettatori “naufraghi”<br />

della sit-com con lo spin-off Joey, in<br />

cui Trebbiani si trasferisce a Los Angeles<br />

in cerca di successo nel mondo dello<br />

spettacolo.<br />

Frontiera (Frontier) Con: Walter<br />

Coy. Produzione: Usa, 1955, western,<br />

b/n (30/30’).<br />

Serial-western anomalo che sminuisce<br />

e ridimensiona il mito <strong>dei</strong> pistoleri<br />

della Grande Frontiera, forse per il<br />

fatto che molte delle storie raccontate,<br />

più che leggende, sono realmente accadute.<br />

Worthington Miner è il produttore<br />

della serie presentata da Walter<br />

Coy, il quale non disdegna di recitare<br />

saltuariamente. Ogni episodio si<br />

apre con il seguente attacco: “Questo<br />

è il West, la terra dove tutto ha inizio.<br />

Questa è la storia di uomini e donne di<br />

frontiera. Questo è quello che è sucesso…<br />

andando verso il West”.<br />

Frontiera del drago, La (The Water<br />

Margin; Suikoden) Con: Atsuo Nakamura,<br />

Yoshiyo Matsuo, Isamu Nagato,<br />

Ryohei Uchida, Sanae Tsuchida, Teruhiko<br />

Aoi. Produzione: Giappone,<br />

1973, avventura, colore (26/60’).<br />

Basata sul romanzo popolare cinese<br />

del quattordicesimo secolo Shiu Hu<br />

Chuan, a firma di Luo Guanzhong e<br />

Shi Nai, la serie contrappone due antieroi:<br />

Lin Chung (Atsuo Nakamura) è<br />

un ufficiale della Guardia Imperiale,<br />

uno degli uomini meno onorevoli della<br />

città; l’astuto e persecutore Kao<br />

Chiu è invece il prediletto dall’Imperatore<br />

ed è stato nominato comandante<br />

supremo. Quest’ultimo desidera<br />

Hsiao Lan (Yoshiyo Matsuo), la moglie<br />

di Lin Chung, il quale viene prontamente<br />

sospeso dal servizio e arrestato<br />

quando si ribella a Kao Chiu. Nel<br />

frattempo Hsiao si toglie la vita piuttosto<br />

che soccombere ai desideri di<br />

Chiu. Chung trova alleati in un gruppo<br />

di pericolosi individui: il gigantesco<br />

sorvegliante Lu Ta (Isamu Nagato), il<br />

ladro Chu Wu (Ryohei Uchida), l’impetuoso<br />

spadaccino Hu Sanjang (Sanae<br />

Tsuchida) e il fuorilegge tatuato<br />

Shi Chin (Teruhiko Aoi). Con costoro<br />

Lin Chung mette a punto la vendetta,<br />

incitando alla ribellione contro le<br />

guardie imperiali i villaggi sulle rive<br />

del fiume Liang Shan Po. Il serial è<br />

prodotto da Kensuke Ishino, Toshio<br />

Kato, Kazuo Morikawa. Originariamente<br />

la novella era apparsa in una<br />

declinazione manga di Mitsuteru<br />

Yokoyama sulla rivista “Kibo Life”.<br />

Per la cronaca, la storia narrata da<br />

Guanzhong-Nai ha conosciuto altresì


355 Fuga di Logan, La<br />

due versioni cinematografiche, entrambe<br />

inedite in Italia: Seven Blows<br />

of the Dragon (1972) e All Men Are<br />

Brothers: Blood of the Leopard<br />

(1972). Il tema musicale della serie,<br />

curato da Godiego, ha raggiunto il<br />

trentacinquesimo posto delle classifiche<br />

inglesi nell’ottobre del 1977.<br />

Fuga dallo spazio (Something Is<br />

Out There) Con: Joe Cortese, Maryam<br />

D’Abo, Gregory Sierra. Produzione:<br />

Usa, 1988, fantascienza, colore<br />

(12/60’).<br />

Tratto dal film-tv in due parti Something<br />

Is Out There, il serial racconta le<br />

vicende della “strana coppia” formata<br />

dal cinico poliziotto di Los Angeles<br />

Jack Breslin (Joe Cortese) e dalla sexy<br />

Ta’ra (Maryam D’Abo), un’aliena che<br />

riesce a leggere nel pensiero impegnata<br />

nella caccia di uno “xenomorfo”,<br />

una creatura malefica che può assumere<br />

qualsiasi forma umana dopo essere<br />

sfuggita dalla sua astronave. Nel corso<br />

della serie Jack e Ta’ra intrecciano una<br />

relazione nonostante quest’ultima, fasciata<br />

in tutine super-aderenti, si accontenti<br />

di guardare le mani dell’uomo,<br />

in quanto sul pianeta della donna<br />

sono considerate le parti più seducenti<br />

del partner. Gregory Sierra interpreta il<br />

capitano Victor Maldonado. L’ideatore<br />

Frank Lupo e John Ashley firmano<br />

da produttori esecutivi.<br />

Fuga di Logan, La (Logan’s Run)<br />

Con: Gregory Harrison, Heather Menzies,<br />

Donald Moffat, Randy Powell.<br />

Produzione: Usa, 1977, fantascienza,<br />

colore (13/60’; 1/90’).<br />

Serie sci-fi che si basa sul film omonimo<br />

dell’anno precedente (1976), tratto<br />

a sua volta dal romanzo di William F.<br />

Nolan e George Clayton Johnson. Nel<br />

<strong>telefilm</strong>, al posto di Michael York di-<br />

venta protagonista Gregory Harrison,<br />

ma il plot è lo stesso, una sorta de Il fuggiasco<br />

del futuro: nel 2319, due secoli<br />

dopo che la guerra atomica ha spazzato<br />

via il mondo conosciuto, in una megalopoli<br />

chiusa in asettiche cupole il potere<br />

totalitario impone una vita programmata<br />

e la morte a trent’anni, età in<br />

cui si viene “terminati”. Due giovani,<br />

Logan 5 (Harrison) e Jessica 6 (Heather<br />

Menzies), fuggono per unirsi alla<br />

Resistenza e combattere il “Grande<br />

Fratello”. Alla coppia, che si muove a<br />

bordo di un piccolo mezzo volante, si<br />

unisce Rem (Donald Moffat), il compagno<br />

androide di fuga; sulle loro tracce<br />

si getta Francis 7 (Randy Powell),<br />

che come ricompensa per la loro cattura<br />

riceve la promessa di sedere nel concilio<br />

degli anziani, una sorta di congregazione<br />

segreta i cui membri hanno la<br />

possibilità di vivere oltre i trent’anni e,<br />

in realtà, di governare la metropoli.<br />

Nonostante il successo in quegli anni di<br />

film come Guerre Stellari e Incontri<br />

ravvicinati del terzo tipo, la serie è stata<br />

sospesa a metà della prima stagione. La<br />

città dove si svolgono tutte le vicende è<br />

denominata in originale Domed City,<br />

“la città delle cupole”. Ivan Goff e Ben<br />

Roberts sono gli ideatori e produttori<br />

esecutivi del serial: il primo lo ha descritto<br />

come “una trasposizione futuristica<br />

del travaglio di Adamo ed Eva”;<br />

Leonard Katzman firma da produttore.<br />

Bruce Broughton, Jerold Immel e Laurence<br />

Rosenthal sono gli autori della<br />

colonna sonora. Tra libro, film e serial<br />

esistono alcune differenze: nel romanzo<br />

l’età in cui si viene “terminati” è<br />

quella di 21 anni; sulla carta la storia si<br />

svolge nel XXII secolo (l’anno è il<br />

2116), nella pellicola diventa il XXIII<br />

(anno 2274), mentre nel <strong>telefilm</strong> tocca<br />

al XXIV (2319); nell’opera letteraria il<br />

protagonista si chiama Logan 3 ed è


Fuggiasco, Il 356<br />

agli sgoccioli della sua vita da ventunenne;<br />

nel film Logan assume il numero<br />

5 e 26 anni d’età (ma può vivere fino<br />

a 30); nel serial Logan 5 ha 27 anni.<br />

Una curiosità: in Francia gli identificativi<br />

numerici di Logan e Francis sono<br />

stati inspiegabilmente modificati: al<br />

primo è stato associato il numero 23, al<br />

secondo il 14.<br />

Fuggiasco, Il (The Fugitive) Con:<br />

David Janssen, Barry Morse, Bill Raisch,<br />

Diane Brewster. Produzione: Usa,<br />

1963, avventura, b/n-colore (120/60’).<br />

SUPERCULT<br />

Una delle serie più famose in America<br />

racconta la disperata fuga di un uomo<br />

innocente accusato dell’omicidio della<br />

moglie. David Janssen interpreta il<br />

dottor Richard Kimble, il quale, condannato<br />

a morte ingiustamente, riesce<br />

a fuggire rocambolescamente nel corso<br />

di un incidente ferroviario. Nei successivi<br />

quattro anni il protagonista passa<br />

il suo tempo, oltre che a nascondersi,<br />

a cercare indizi e prove sull’uomo<br />

senza un braccio che ha visto uscire da<br />

casa sua la notte dell’omicidio. Ma<br />

Kimble è inseguito a sua volta dal caparbio<br />

tenente Philip Gerard (Barry<br />

Morse), convinto della colpevolezza<br />

del “fuggiasco” salvo poi ricredersi<br />

nella puntata finale, in onda in America<br />

il 29 agosto del 1967 risultando l’episodio<br />

più visto fino al 1976 sul piccolo<br />

schermo a “stelle e strisce”: con il 72 %<br />

di share, venne superato solo 13 anni dopo,<br />

con la puntata di Dallas in cui si svelava<br />

chi aveva sparato a J.R. Tra gli altri<br />

protagonisti del serial, Bill Raisch nei<br />

panni di Fred Johnson, il vero colpevole,<br />

e Diane Brewster in quelli di Helen,<br />

la moglie di Kimble che compare nella<br />

prima puntata e in alcuni flashback. Alla<br />

fine il vero assassino viene catturato,<br />

salvo poi a riuscire egli stesso a fuggi­<br />

re; Kimble e Gerard si gettano insieme<br />

alle sue calcagna; sarà proprio Gerard<br />

a uccidere il colpevole, mentre questi<br />

sta per gettare Kimble dall’alto di un<br />

luna-park dopo aver confessato. Quinn<br />

Martin è il produttore della serie ideata<br />

da Roy Huggins. La voce originale del<br />

narratore, quella che definisce il protagonista<br />

“una vittima innocente di una<br />

giustizia cieca”, appartiene a William<br />

Conrad, il futuro protagonista di Cannon.<br />

László Benedek, già regista de Il<br />

selvaggio (1954), compare dietro la<br />

macchina da presa di un episodio, alla<br />

stessa stregua di Sydney Pollack; Ida<br />

Lupino dirige anch’essa una puntata.<br />

Pete Rugolo è l’autore del palpitante<br />

tema musicale. Tra le guest-stars che<br />

Kimble incontra on the road si notano:<br />

Vera Miles, Robert Duvall, Leslie<br />

Nielsen, Telly Savalas, Ron Howard,<br />

Angie Dickinson, Kurt Russell, John<br />

Cassavetes, Martin Balsam. Il fuggiasco<br />

televisivo è divenuto Il fuggitivo<br />

cinematografico nel 1993, con il volto<br />

di Harrison Ford; Tommy Lee Jones,<br />

nei panni del tenente Gerard (che però<br />

non si chiama più Philip ma Sam), ha<br />

vinto l’Oscar; la madre di David Janssen,<br />

Berenice Janssen, compare in un<br />

cameo nel film. Nell’ottobre del 2000<br />

ha esordito in America un remake della<br />

serie, con Tim Daly nelle vesti di Kimble<br />

e Mykelti Williamson in quelle di<br />

Gerard.<br />

Fuggitivo, Il (The fugitive) Con: Tim<br />

Daly, Mykelti Williamson, Stephen<br />

Lang, Kelly Rutherford. Produzione:<br />

Usa, 2000, poliziesco, colore (22/60’).<br />

Ancora in fuga. Dal mito televisivo anni<br />

’60, dalla tv al cinema, per poi tornare<br />

sul piccolo schermo: il dottor Kimble<br />

è ancora on the road per discolparsi<br />

di un crimine che non ha commesso,<br />

per dimostrare la sua innocenza dal­


357 Fulmine<br />

l’accusa di uxoricidio. Nella versione<br />

aggiornata del serial-cult del 1963 (Il<br />

fuggiasco), il dottor Richard Kimble<br />

(Tim Daly) è ancora on the run dopo<br />

essere stato accusato di aver ucciso la<br />

moglie Maggie (che ha il volto di Kelly<br />

Rutherford). Sulle sue tracce si getta<br />

il tenente Philip Gerard (Mykelti Williamson),<br />

il quale crede più di tutti della<br />

colpevolezza del dottore. Nel corso<br />

della sua fuga, Kimble va alla ricerca<br />

delle prove che lo scagionino, per<br />

esempio cercando di rimettere insieme<br />

le schegge del flashback che ruota attorno<br />

alla sera dell’omicidio, indagando<br />

sull’uomo senza un braccio (interpretato<br />

da Stephen Lang) che ha realmente<br />

ucciso la moglie del protagonista.<br />

Sebbene si basi sui personaggi<br />

creati a suo tempo da Roy Huggins, rispetto<br />

alla serie anni ’60 e al film del<br />

1993 con Harrison Ford il remake del<br />

2000 propone alcune novità e differenze:<br />

Gerard è di colore; l’incidente che<br />

libera Kimble non è più ferroviario ma<br />

autostradale; il padre della moglie assolda<br />

un killer per uccidere il presunto<br />

uxoricida; il protagonista diventa una<br />

sorta di eroe con molti seguaci, i quali<br />

gli dedicano addirittura un sito Internet.<br />

Il plot di ogni puntata segue un canovaccio<br />

ricorrente: il “fuggitivo” viene<br />

spesso a contatto con persone più<br />

disperate di lui (le quali però non hanno<br />

il coraggio di “fuggire” dalla situazione<br />

che le opprime, non concepiscono<br />

la fuga come una necessità), che lo<br />

mettono nei guai o che gli chiedono un<br />

aiuto; il killer che lo insegue minaccia<br />

coloro che ospitano Kimble in cambio<br />

della sua cattura; in più di un’occasione<br />

emerge la professionalità medica<br />

del ricercato nel curare feriti e malati<br />

che gli cadono ai piedi. Anche Gerard<br />

ha la sua croce: non essere riuscito a<br />

salvare la moglie dall’annegamento.<br />

Rispetto alla prima trasposizione, lungo<br />

120 puntate in cui si prendeva a pretesto<br />

la fuga di Kimble per raccontare<br />

anche l’America e la sua provincia, il<br />

nuovo serial predilige l’opera “salvifica”<br />

e “redentrice” del nostro verso coloro<br />

che incontra; non è un caso che, se<br />

il <strong>telefilm</strong> del passato si avvaleva di<br />

molte guest-stars, quello più recente<br />

prediliga volti volutamente anonimi.<br />

Ha destato sconcerto il finale anomalo<br />

(il “cacciatore di taglie” spara al dottor<br />

Kimble e al vero killer della moglie del<br />

“fuggitivo”, ma i titoli di coda partono<br />

prima che si capisca dove finirà il<br />

proiettile); in realtà i produttori avevano<br />

pensato a un epilogo del genere<br />

convinti di poter girare il secondo ciclo,<br />

senza però fare i conti con i tagli<br />

della CBS. La serie in questione riattualizza<br />

comunque il claim che accompagnava<br />

Kimble negli anni ’60: “una vittima<br />

innocente di una giustizia cieca”.<br />

John McNamara, lo stesso Roy Huggins,<br />

R.W. Goodwin (altresì regista<br />

occasionale) e la coppia Arnold Kopelson-Anne<br />

Kopelson (già dietro le<br />

quinte del film del ’93), firmano da<br />

produttori esecutivi. Louis Febre compone<br />

la tambureggiante colonna sonora<br />

originale, mentre il tema degli anni<br />

’60 che “ricorre” appartiene a James<br />

Newton Howard.<br />

Fulmine (Thunder) Con: Clint Ritchie,<br />

Melissa Converse, Melora Hardin,<br />

Justin Randi. Produzione: Usa,<br />

1977, avventura, colore (13/60’).<br />

Ventidue anni dopo Furia, lo zoccolo<br />

duro <strong>dei</strong> telespettatori appassionati di<br />

avventure equine ha di che gioire con<br />

Fulmine, uno stallone nero che vive in<br />

un ranch del Southwest. Tra i bipedi<br />

che lo riempiono di affetto ci sono il<br />

proprietario di casa, Bill Prescott<br />

(Clint Ritchie); la moglie veterinaria


Funny Face 358<br />

Anne (Melissa Converse); la figlia<br />

Cindy (Melora Hardin), la più vicina a<br />

Fulmine; il figlio Willie (Justin Randi).<br />

La serie, girata a Bishop (California), è<br />

prodotta e firmata dallo stesso team<br />

che aveva fatto scalpitare Furia nel<br />

1955. Il cavallo protagonista, addestrato<br />

dal proprietario Bobby J. Davenport,<br />

si chiamava in realtà Ott ed era<br />

così docile da farsi cavalcare dai bambini<br />

senza bisogno della sella. Nei credits<br />

del cast compare anche il mulo<br />

Cupcake, inseparabile compagno di<br />

Cindy e Willie, addestrato sempre da<br />

Davenport.<br />

Funny Face (Id.) Con: Sandy Duncan,<br />

Valorie Armstrong, Henry Beckman,<br />

Kathleen Freeman. Produzione:<br />

Usa, 1971, sit-com, colore (13/30’).<br />

Sandy Duncan, una delle attrici più<br />

promettenti all’inizio degli anni ’70, è<br />

la studentessa modello Sandy Stockton,<br />

che alterna lo studio all’attività di<br />

testimonial presso un’agenzia di pubblicità.<br />

Tra gli altri personaggi di contorno<br />

della sit-com, Alice McCraven<br />

(Valorie Armstrong) è l’amica-vicina<br />

del protagonista. Nelle prime puntate,<br />

Henry Beckman e Kathleen Freeman<br />

interpretano i proprietari della casa di<br />

Sandy. La produzione della serie ha subito<br />

numerose interruzioni per via di un<br />

delicato intervento agli occhi a cui si è<br />

sottoposta Sandy Duncan. Jerry Davis<br />

firma da produttore esecutivo. Patrick<br />

Williams è l’autore della colonna sonora.<br />

Nonostante la sit-com non abbia fatto<br />

sfracelli, l’anno sucessivo è stato<br />

prodotto il sequel The Snady Duncan<br />

Show, in cui sopravvive solo il personaggio<br />

di Sandy Stockton.<br />

Fuorilegge (Outlaws) Con: Rod<br />

Taylor, William Lucking, Richard<br />

Roundtree, Charles Napier, Patrick<br />

Houser, Christine Belford. Produzione:<br />

Usa, 1986, avventura/fantastico/poliziesco,<br />

colore (12/60’).<br />

La seconda serie western con lo stesso<br />

titolo originale – la prima, The Outlaws,<br />

risale al 1960 – prevede una premessa<br />

sci-fi: nel lontano 1899, uno<br />

sceriffo è sulle tracce di quattro fuorilegge;<br />

capitati per caso in una strana<br />

tempesta elettrica, i cinque protagonisti<br />

vengono “teletrasportati” nella<br />

Houston del 1986, dove con i soldi delle<br />

rapine comprano un ranch e aprono<br />

l’agenzia investigativa Double Eagle.<br />

Fanno parte del pokerissimo: lo sceriffo<br />

Jonathan Grail (Rod Taylor),<br />

Harland Pike (William Lucking), Isaiah<br />

McAdame (Richard Roundtree),<br />

Wolf Lucas (Charles Napier), Billy<br />

Pike (Patrick Houser), il fratello più<br />

giovane di Harland. Christine Belford<br />

interpreta Maggie Randall, una moderna<br />

vice-sceriffo nonché vicina di<br />

casa <strong>dei</strong> cinque protagonisti. Shannen<br />

Doherty compare in un cameo. Lideatore<br />

Nicholas Corea firma da produttore<br />

esecutivo. Joseph Conlan è l’autore<br />

della colonna sonora.<br />

Furia (Fury; The Brave Stallion) Con:<br />

Bobby Diamond, Peter Graves, William<br />

Fawcett, Roger Mobley, Jimmy<br />

Baird. Produzione: Usa, 1955, avventura,<br />

b/n (116/30’).<br />

La storia dell’amicizia fraterna tra un<br />

giovane orfano e Furia, uno stallone<br />

nero dotato di spiccata intelligenza e<br />

fedeltà, è diventata un classico nell’adolescenza<br />

di molti. Bobby Diamond<br />

interpreta Joey Newton, il ragazzo che<br />

condivide la sua adolescenza con l’amico<br />

cavallo nei dintorni di Capitol<br />

City; Peter Graves veste i panni di Jim<br />

Newton, il proprietario del Broken<br />

Wheel Ranch che accoglie Joey dopo<br />

la morte <strong>dei</strong> genitori e gli affida le cure


359 F/X-The Illusion<br />

di Furia nel West degli anni ’50; William<br />

Fawcett è l’anziano e saggio Pete.<br />

Packy (Roger Mobley) e Pee Wee<br />

(Jimmy Baird) sono gli amichetti di<br />

Joey, conquistati anch’essi dall’intelligenza<br />

equina. Sulle pagine del “Corriere<br />

della Sera”, il critico televisivo Aldo<br />

Grasso ha individuato alcuni elementi<br />

di richiamo: “Furia si propone scopi<br />

formativi: la campagna è l’ultimo rifugio<br />

di un universo valoriale che comincia<br />

ad avere i primi cedimenti in città. Il<br />

cavallo funziona come ‘deus ex machina’:<br />

interviene per risolvere situazioni<br />

che si sono incrinate o per un pericolo o<br />

per un’ingiustizia o per un incidente.<br />

Dove non arrivano gli uomini, arriva la<br />

natura, ‘impersonata’, appunto, dal cavallo.<br />

Che, materialmente, mette in<br />

contatto il ragazzo con gli adulti”. Uno<br />

<strong>dei</strong> <strong>telefilm</strong> più amati dai ragazzi italiani<br />

viene tutt’oggi ricordato non tanto<br />

per i suoi protagonisti quanto per la sigla<br />

cantata da Mal, intitolata “Furia cavallo<br />

del West”; la canzone scritta dai<br />

fratelli Guido e Maurizio De Angelis,<br />

che recita “Furia cavallo del West/che<br />

beve solo caffè/per mantenere il suo<br />

pelo il più nero che c’è”, vendette oltre<br />

un milione e 300 mila copie solo nel<br />

primo mese, conobbe una versione da<br />

discoteca, ma condizionò la carriera<br />

dell’ex cantante <strong>dei</strong> Primitives, colui<br />

che di recente ha commentato tanto<br />

successo con “Furia mi ha rovinato la<br />

vita”. Il cavallo, il cui vero nome era<br />

Beauty, è stato addestrato dallo stesso<br />

proprietario, Ralph McCutcheon; l’equino<br />

percepiva un salario di 1500 dollari<br />

a settimana; per addestrarlo, il suo<br />

istruttore usava 10 parole chiave alle<br />

quali associava le istruzioni specifiche<br />

a seconda delle scene; nel corso della<br />

serie Furia si è avvalso di 4 controfigure<br />

per i ciak più pericolosi (una di loro,<br />

ad esempio, era specializzata nell’apri­<br />

re le porte con un calcio). Lo stuntman<br />

Whitey Hughes ha indossato i camperos<br />

di Bobby Diamond/Joey Newton<br />

nelle situazioni ad alto rischio (nei primi<br />

episodi è toccato a una ragazza,<br />

Steffi Epper). Produzione a cura di<br />

Leon Fromkess. Le riprese sono state<br />

effettuate all’Iverson Ranch di Chatsworth,<br />

in California.<br />

F/X-The Illusion (F/X: The Series)<br />

Con: Cameron Daddo, Kevin Dobson,<br />

Christina Cox, Richard Waugh, Tony<br />

Nappo, Carrie-Anne Moss, Sherry<br />

Miller. Produzione: Usa, 1996, poliziesco,<br />

colore (39/60’; 1/90’).<br />

Tratto dal film FX-Effetto mortale<br />

(1986) e dal sequel Replay di un omicidio<br />

(1991), il serial ne ripropone il plot a<br />

dieci anni di distanza dal primo capitolo:<br />

nella trasposizione televisiva diventa<br />

protagonista Rollie Tyler (Cameron<br />

Daddo), esperto di quegli effetti speciali<br />

cinematografici che risultano utili al<br />

Dipartimento della polizia di New York<br />

per attirare in trappola i malviventi. Tra<br />

coloro che gravitano attorno a Rollie: il<br />

detective Leo McCarthy (Kevin Dobson),<br />

l’amico che gli ha proposto di prestare<br />

la sua capacità al servizio della<br />

giustizia; l’assistente sui pattini Angela<br />

“Angie” Ramirez (Christina Cox);<br />

Marvin Van Duren (Richard Waugh), il<br />

capo del protagonista; il detective Anthony<br />

“Tony” Rizzo (Tony Nappo); Lucinda<br />

Scott (Carrie-Anne Moss); Colleen<br />

O’Malley (Sherry Miller). Tra gli<br />

altri marchingegni ideati da Rollie spicca<br />

il cane elettrico Blue, capace di abbaiare<br />

a comando e ad azzannare i malviventi.<br />

Stephen Downing e Jay Firestone<br />

firmano da produttori esecutivi la<br />

serie girata a Toronto, in Canada. Christophe<br />

Beck è l’autore della colonna sonora.<br />

Maria Conchita Alonso compare<br />

da guest-star.


Galactica (Battlestar Galactica)<br />

Con: Lorne Greene, Richard Hatch,<br />

Dirk Benedict, Herb Jefferson jr., Maren<br />

Jensen, Noah Hathaway, Tony<br />

Swartz, Laurette Spang, John Colicos.<br />

Produzione: Usa, 1978, fantascienza,<br />

colore (24/60’).<br />

STRACOTTO<br />

La serie si ispira al successo di Guerre<br />

stellari (1977): non è un caso che uno<br />

<strong>dei</strong> produttori sia John Dykstra, responsabile<br />

degli effetti speciali del<br />

film; non è un caso che la FOX e Lucas<br />

fecero causa all’ABC individuando ben<br />

34 similitudini tra il serial e la pellicola<br />

dell’anno precedente (ma l’accusa di<br />

plagio venne giudicata infondata). La<br />

storia racconta le vicende degli abitanti<br />

di Galactica che, per sfuggire lo sterminio<br />

da parte <strong>dei</strong> malvagi Cyloni,<br />

fanno rotta verso la Terra – la tredicesima<br />

colonia – a bordo di un’enorme<br />

astronave spaziale a capo di una carovana<br />

di 220 navicelle. Tra i protagonisti:<br />

Adamo (Lorne Greene), il comandante<br />

della nave; il figlio Apollo (Richard<br />

Hatch); l’impetuoso Starbuck<br />

(Dirk Benedict, che in seguito ha preso<br />

in giro i Cyloni nella sigla di A-Team);<br />

Boomer (Herb Jefferson jr.); Athena<br />

(Maren Jensen), figlia di Adama addetta<br />

alle comunicazioni; Boxey<br />

(Noah Hathaway), il figlio adottivo del<br />

comandante; Jolly (Tony Swartz);<br />

Cassiopea (Laurette Spang). John Colicos<br />

dà volto al conte Baltar, il traditore<br />

degli umani passato al soldo <strong>dei</strong> Cyloni.<br />

L’incipit che apre ogni episodio<br />

racconta come si è giunti a quel punto:<br />

“l’avventura umana come noi la conosciamo,<br />

dagli albori della Preistoria attraverso<br />

le esperienze degli Egizi, <strong>dei</strong><br />

Greci e <strong>dei</strong> Romani, passando per l’oscuro<br />

Medioevo e lo splendido Rinascimento,<br />

fino all’Era Atomica, è solo<br />

un piccolo tratto della strada dell’Uomo.<br />

Dallo sbarco del primo uomo sulla<br />

Luna nel secondo millennio dell’Era<br />

Cristiana, lo spazio non è più nemico.<br />

Anzi, forse rappresenta l’unica possibilità<br />

di sopravvivenza per la specie<br />

umana”. Il <strong>telefilm</strong> ha potuto contare<br />

su un considerevole budget (circa un<br />

milione di dollari ogni ora, un record<br />

per un <strong>telefilm</strong> dell’epoca): la puntatapilota<br />

Battaglie nella galassia e il doppio<br />

episodio L’attacco <strong>dei</strong> Cyloni sono<br />

addirittura giunti in Italia come pellicole<br />

cinematografiche. Glen A. Larson,<br />

che dichiarò di essersi ispirato<br />

nientemeno che alla Bibbia, firma da<br />

ideatore e produttore esecutivo. Stu<br />

Phillips compone la colonna sonora<br />

eseguita dalla Los Angeles Philarmonic<br />

Orchestra. Fred Astaire e Ray Millard<br />

compaiono da guest-star. La serie,<br />

costata un milione di dollari a<br />

puntata, nel 1980 ha generato uno<br />

spin-off: in Galactica 80 l’azione si<br />

trasferisce sulla Terra. Nel 2003 è stata<br />

lanciata in America la mini-serie<br />

Battlestar Galactica che dopo il successo<br />

ha dato vita l’anno dopo a un<br />

nuovo serial omonimo: in quella che è<br />

più una rivisitazione che un seguito<br />

del <strong>telefilm</strong> originale, si svela che i


361 Gang della mano rossa, La<br />

Cyloni furono ideati dall’uomo per<br />

essere utilizzati come operai, salvo<br />

poi ribellarsi ai loro creatori-padroni.<br />

In pratica, un inno al comunismo “del<br />

terzo tipo”.<br />

Galactica 80 (Galactica 1980) Con:<br />

Lorne Greene, Herb Jefferson jr., Kent<br />

McCord, Barry Van Dyke, Allan Miller,<br />

Patrick Stuart. Produzione: Usa,<br />

1980, fantascienza, colore (10/60’).<br />

COTTO<br />

Sequel senza molta fortuna di Galactica,<br />

la serie fantascientifica sposta le<br />

vicende dallo spazio profondo al pianeta<br />

Terra, governato trent’anni dopo<br />

dai malvagi Cyloni. Il capitano Adamo<br />

(Lorne Greene) e Boomer (Herb Jefferson<br />

jr.) sono gli unici “sopravvissuti”<br />

del serial originario. A loro si affiancano<br />

il capitano Troy (Kent Mc-<br />

Cord), il tenente Dillon (Barry Van<br />

Dyke), il colonnello Sydell (Allan<br />

Miller), il dottor Zee (Patrick Stuart),<br />

un genio di 14 anni. La storia ruota attorno<br />

agli sforzi di nascondere un<br />

gruppo di bambini della Galactica sulla<br />

Terra; l’impresa non è facile in<br />

quanto i fanciulli, nati e cresciuti in un<br />

ambiente artificiale, sono dotati di poteri<br />

fisici straordinari. Glen A. Larson<br />

è il produttore esecutivo del serial nonché<br />

l’autore del tema musicale, composto<br />

a quattro mani con Stu Phillips;<br />

gli effetti speciali sono affidati come<br />

nella serie originaria a John Dykstra;<br />

Jean-Pierre Dorléac firma i costumi<br />

che nell’80 ricevettero una nomination<br />

agli Emmy Awards.<br />

Gang degli Orsi, La (The Bad News<br />

Bears) Con: Jack Warden, J. Brennan<br />

Smith, Tricia Cast, Billy Jacoby, Corey<br />

Feldman, Meeno Peluce, Shane<br />

Butterworth, Christoff St. John, Gregg<br />

Forrest, Rad Daly, Catherine Hicks,<br />

Sparky Marcus, Phillip R. Allen. Produzione:<br />

Usa, 1979, sit-com, colore<br />

(26/30’).<br />

Che botte se incontri gli Orsi (The Bad<br />

News Bears), il film del 1976 con Walter<br />

Matthau, diventa una sit-com con<br />

protagonista Jack Warden: egli interpreta<br />

Morris Buttermaker, un ex addetto<br />

delle pulizie di una piscina che<br />

per evitare la prigione diventa allenatore<br />

di baseball. Ma non di una squadra<br />

qualsiasi: è a capo di un gruppo di ragazzi<br />

problematici che si trasformano<br />

con la competizione. Tra coloro che<br />

scendono nel “diamante”: Mike Engelberg<br />

(J. Brennan Smith), il ricevitore<br />

dalla fisionomia suina; la lanciatrice<br />

primadonna Amanda Wurlitzer (Tricia<br />

Cast); Rudi Stein (Billy Jacoby), Regi<br />

(Corey Feldman), Tanner (Meeno Peluce),<br />

Lupus (Shane Butterworth), Ahmad<br />

Abdul Rahim (Christoff St. John),<br />

Kelly (Gregg Forrest) e, ultimo arrivato,<br />

Josh (Rad Daly). Intorno al campo<br />

da gioco compaiono: la dottoressa<br />

Emily Rappant (Catherine Hicks), direttrice<br />

della scuola di tutti i ragazzi<br />

protagonisti, la W. Wendell Weaver<br />

School; Ogilvie (Sparky Marcus), il<br />

manager degli Orsi; Roy Turner (Phillip<br />

R. Allen), l’allenatore <strong>dei</strong> Leoni, la<br />

squadra avversaria. Arthur Silver e<br />

Bob Brunner sono i produttori esecutivi<br />

della sit-com. David Michael Frank<br />

compone la colonna sonora. La serie è<br />

stata preceduta da altre due pellicole:<br />

Gli Orsi interrompono gli allenamenti<br />

(1977) e Gli Orsi vanno in Giappone<br />

(1978).<br />

Gang della mano rossa, La (The<br />

Red Hand Gang) Con: Matthew Laborteaux,<br />

J.R. Miller, Jolie Newman,<br />

James Bond, Johnny Brogna. Produzione:<br />

Usa, 1977, avventura, colore<br />

(12/60’).


Garrison Commando<br />

Cinque giovani detective sono al centro<br />

di una serie d’azione per ragazzi. Il<br />

pokerissimo di protagonisti è composto<br />

da Frankie (Matthew Laborteaux),<br />

J.R. (J.R. Miller), Joanne (Jolie Newman),<br />

Doc (James Bond) e Li’l Bill<br />

(Johnny Brogna).<br />

Garrison Commando (Garrison’s<br />

Gorillas) Con: Chris Cary, Rudy Solari,<br />

Brendon Boone, Cesare Danova,<br />

Ron Harper. Produzione: Usa, 1967,<br />

avventura, colore (26/60’).<br />

Ispirato a Quella sporca dozzina di<br />

Aldrich, un serial realizzato in tempi<br />

da record (l’anno è sempre il 1967) ne<br />

ripropone il plot: nel corso della Seconda<br />

guerra mondiale, quattro galeotti<br />

(e non più dodici, come nella<br />

pellicola) vengono reclutati dall’esercito<br />

americano per alcune missioni disperate;<br />

in cambio della loro cooperazione<br />

riceveranno la libertà. Il poker<br />

che accetta lo “scambio” è formato dal<br />

borseggiatore Goniff (Chris Cary), il<br />

ladro Casino (Rudy Solari), l’accoltellatore<br />

di origini indiane Chief<br />

(Brendon Boone), il detenuto Actor<br />

(Cesare Danova). Se nel film la “sporca<br />

dozzina” era capitanata da Lee<br />

Marvin, il poker televisivo risponde<br />

agli ordini di Ron Harper nella divisa<br />

del tenente Craig Garrison. Pur avendo<br />

sede in Inghilterra, il quartetto di<br />

eroi “per necessità” si sposta per tutta<br />

l’Europa, spesso dietro le linee nemiche.<br />

Selig J. Seligman firma come<br />

produttore esecutivo, Richard Caffey<br />

quale produttore. La colonna sonora è<br />

curata da Leonard Rosenman. Telly<br />

Savalas, già tra i protagonisti della<br />

pellicola, compare nel primo episodio<br />

del <strong>telefilm</strong>. La serie è stata tra i primi<br />

programmi televisivi americani trasmessi<br />

nella Repubblica Popolare Cinese;<br />

tuttavia, nel 1981, il serial venne<br />

362<br />

cancellato “per gli effetti nocivi sulla<br />

gioventù cinese”.<br />

Gavilan (Id.) Con: Robert Urich, Patrick<br />

Macnee, Kate Reid. Produzione:<br />

Usa, 1982, avventura, colore (13/60’).<br />

Un ex agente della CIA diventa un<br />

oceanografo ma continua ad accettare<br />

gli incarichi che gli assegnano i principali<br />

di una volta: questo l’originale<br />

plot del serial che vede protagonista<br />

Robert Urich nei panni di Robert Gavilan.<br />

Al suo fianco compare l’ex<br />

Agente speciale Patrick Macnee nelle<br />

vesti di assistente; Kate Reid è Marion<br />

“Jaws” Jaworski, decana dell’Istituto<br />

Oceanografico DeWitt. Leonard<br />

Goldberg, Nicholas Corea, John<br />

Cutts e David Levinson sono i produttori<br />

esecutivi della serie che ha<br />

stabilito un record negativo in America:<br />

è stato il primo programma a venire<br />

cancellato nella stagione 1982­<br />

1983.<br />

Geena Davis Show (Id.) Con: Geena<br />

Davis, Peter Horton, John Francis<br />

Daley, Esther Scott, Makenzie Vega,<br />

Mimi Rogers, Kim Coles, Haralnd<br />

Williams. Produzione: Usa, 2000, sitcom,<br />

colore (22/30’).<br />

Dopo una prima incursione nella sitcom<br />

nel 1985 con Sara (inedita in Italia),<br />

Geena Davis ci riprova, ma di<br />

nuovo non fa centro nei panni di una<br />

donna in carriera che si trasforma all’improvviso<br />

in una mamma di periferia.<br />

L’attrice interpreta Teddie Cochran,<br />

un’organizzatrice di eventi a<br />

Manhattan che finisce per convivere<br />

nei sobborghi con lo scrittore Max<br />

Ryan (Peter Horton). Quest’ultimo è<br />

vedovo e con due pesi sulle spalle: il<br />

tredicenne “fuori di testa” Carter (John<br />

Francis Daley) e la lunatica Eliza<br />

(Makenzie Vega) di 5 anni; i tentativi


363 Genio criminale di Mr. Reeder, Il<br />

di relazionarsi con loro da parte dell’isterica<br />

Teddie sono i momenti più divertenti<br />

della serie. Tra gli altri personaggi<br />

ricorrenti, si fanno notare la domestica<br />

di colore Gladys (Esther<br />

Scott)); Hillary (Mimi Rogers) e Judy<br />

(Kim Coles), le migliori amiche di<br />

Teddie; Alan (Harland Williams), il<br />

collega della protagonista. La sit-com<br />

si contraddistingue per i molti doppi<br />

sensi anche sessuali (in una puntata<br />

Teddie, poco avvezza alla cucina, sforna<br />

una torta a forma di… pene): non è<br />

un caso che l’ideatore della serie sia<br />

Terri Minsky, tra gli sceneggiatori di<br />

Sex and the City (1998). Il primo ciclo<br />

si conclude con il matrimonio fra Teddie<br />

e Max: la ABC ha deciso di risparmiare<br />

sul viaggio di nozze salutando<br />

per sempre i due novelli sposi. La serie<br />

è stata in realtà girata a Los Angeles.<br />

Minsky firma anche come produttore<br />

esecutivo, in compagnia di Gene<br />

Stein, Nina Wass e David Flebotte. La<br />

colonna sonora è composta da Jonathan<br />

Wolff e Becky Kneubuhl.<br />

Drew Carey compare nei panni di sé<br />

stesso.<br />

Gemelli Edison, I (Edison Twins)<br />

Con: Marnie McPhail, Andrew Sabiston,<br />

Sunny Besen Thrasher, Corey<br />

Haim, Ailsa Craig, Michael Fantini,<br />

Samantha Follows, Brian George, Robert<br />

Desroster, Judith Norman, Milton<br />

Cheylov. Produzione: Canada, 1982,<br />

avventura, colore (13/60’).<br />

Due fratelli prodigio si servono della<br />

propria intelligenza per risolvere di<br />

volta in volta problemi e misteri. Nel<br />

corso delle loro avventure Annie<br />

(Marnie McPhail) e Tom (Andrew Sabiston)<br />

Edison coinvolgono il fratello<br />

minore Paul (Sunny Besen Thrasher) e<br />

i compagni di classe Larry (Corey<br />

Haim), Brenda (Ailsa Craig), Joey<br />

(Michael Fantini) e Gayle (Samantha<br />

Follows). Brian George interpreta il<br />

sergente Paganee; Robert Desroster e<br />

Judith Norman sono rispettivamente<br />

Mr. e Mrs. Edison, i genitori <strong>dei</strong> due<br />

gemelli protagonisti. Milton Cheylov<br />

è Lance. Ian McDougail e Brian<br />

Walker sono i produttori della serie canadese.<br />

Gemini Man (Id.) Con: Ben Murphy,<br />

Katherine Crawford, William Sylvester.<br />

Produzione: Usa, 1976, avventura/fantastico,<br />

colore (11/60’; 1/90’).<br />

Un uomo impiegato in un centro di ricerca<br />

acquista il dono dell’invisibilità,<br />

ma solo per un massimo di quindici<br />

minuti al giorno. Ben Murphy interpreta<br />

il protagonista, Sam Casey, un<br />

investigatore dell’organizzazione governativa<br />

Intersect: un giorno, nel corso<br />

di una missione subacquea, viene<br />

colpito da alcune radiazioni che gli donano<br />

la possibilità di non apparire;<br />

Katherine Crawford è la dottoressa<br />

Abby Lawrence, attratta da Casey e<br />

con l’hobby di farsi rapire; William<br />

Sylvester veste i panni di Leonard Driscoll,<br />

direttore dell’agenzia di Casey.<br />

Harve Bennett, già responsabile <strong>dei</strong><br />

successi de L’uomo da sei milioni di<br />

dollari (1974) e La donna bionica<br />

(1976), produce un serial che tenta di<br />

proseguire il plot di un altro <strong>telefilm</strong><br />

dell’NBC – The invisible man – sospeso<br />

nel ’75 dopo soli undici episodi. Il tris<br />

di ideatori della serie è formato da Leslie<br />

Stevens, Steven Bochco e dallo<br />

stesso Bennett. Lee Holdridge e Mark<br />

Snow sono gli autori della colonna sonora.<br />

Kim Basinger compare in un cameo<br />

e per fortuna si vede tutta intera.<br />

Genio criminale di Mr. Reeder, Il<br />

(The Mind of J.D. Reeder) Con: Hugh<br />

Burden, Mona Bruce, Willoughby


Genio dell’annaffiatoio, Il<br />

Goddard, Gillian Lewis. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1969, poliziesco, colore<br />

(16/60’).<br />

Le indagini anni ‘20 del detective di<br />

buone maniere J.D. Reeder (Hugh<br />

Burden), alle dipendenze del pubblico<br />

ministero, sono al centro di un serial tipicamente<br />

british. Vestito dimessamente<br />

e dalle origini poco nobili, il nostro<br />

sorprende con intuizioni geniali<br />

degne di Holmes. Tra coloro che affiancano<br />

l’investigatore: Mrs. Houchin<br />

(Mona Bruce), Sir Jason Toovey<br />

(Willoughby Goddard) e Miss Belman<br />

(Gillian Lewis). Lloyd Shirley è il produttore<br />

esecutivo della serie che si<br />

ispira vagamente ai racconti di Edgar<br />

Wallace pubblicati nel 1925.<br />

Genio dell’annaffiatoio, Il Vedi<br />

Scusami genio.<br />

Genio per Penelope, Un (The Genie<br />

from Down Under) Con: Alexandra<br />

Milman, Rhys Muldoon, Glenn<br />

Medrum, Anna Galvin, Monica Maughan,<br />

Mark Mitchell, Fletcher Humphrys,<br />

Kylie Belling, Ian McFadyen.<br />

Produzione: Australia, 1996, sitcom/fantastico,<br />

colore (26/30’).<br />

Tutto ha inizio quando la tredicenne<br />

Penelope Townes (Alexandra Milman)<br />

scopre di avere due geni – padre<br />

e figlio, uno l’opposto dell’altro – rinchiusi<br />

in un baule nell’attico di casa:<br />

Bruce (Rhys Muldoon) e Baz (Glenn<br />

Medrum) esaudiscono i desideri della<br />

loro nuova padrona (di casa), ma non<br />

sempre nella maniera in cui Penelope<br />

se li aspetta. Tra gli altri protagonisti<br />

della serie: Anna Galvin intepreta<br />

Lady Diana Townes, la madre di Penelope;<br />

Monica Maughan è Miss Mossop;<br />

Mark Mitchell e Fletcher Humphrys<br />

sono rispettivamente Otto e<br />

Conrad von Meister; Kylie Belling è<br />

364<br />

Trish Emu; Ian McFadyen ha il ruolo<br />

di Lord “Bubbles” Uppington-Smythe.<br />

Patricia Edgar e Anna Home firmano<br />

da produttori esecutivi. Rhys<br />

Muldoon e Alexandra Milman cantano<br />

il tema musicale.<br />

Geni per caso (Wicked Science)<br />

Con: André de Vanny, Bridget Neval,<br />

Benjamin Schmideg, Saskia Burmeister,<br />

Anya Trybala, Brook Sykes, Emma<br />

Leonard, Robert Van Mackelenberg.<br />

Produzione: Australia, 2003,<br />

fantastico/sit-com, colore (26/30’).<br />

Strani i quindicenni d’oggi: ricevono il<br />

super-potere che li rende iper-intelligenti<br />

e una delle prime cose a cui pensano<br />

è trovare il metodo per farsi crescere<br />

la barba! Il fin troppo quieto<br />

Toby Johnson (André de Vanny) e la<br />

scorbutica coetanea Elisabeth Hawke<br />

(Bridget Neval) vengono investiti da<br />

un raggio magnetico che li rende “cervelloni”<br />

adolescenti: Toby si ingegna<br />

per creare feromoni che lo rendano irresistibile<br />

e acquisisce la capacità di<br />

suonare la chitarra come Jimi Hendrix<br />

per far rimanere le ragazze a bocca<br />

aperta; Elisabeth si prende invece la rivincita<br />

sulle invidiose compagne della<br />

Sandy Bay School, rischiando talvolta<br />

di passare il limite <strong>dei</strong> suoi super-poteri<br />

se non intervenisse Toby. Alla fine,<br />

tra i due scoppia la battaglia per la supremazia.<br />

Tra le altre figure ricorrenti:<br />

Russell (Benjamin Schmideg), il migliore<br />

amico di Toby; Dina (Saskia<br />

Burmeister), acerrima nemica di Elisabeth;<br />

la bella Bianca (Anya Trybala),<br />

per la quale batte il cuore di Toby;<br />

l’attaccabrighe Garth (Brook Sykes) e<br />

la noiosa Verity (Emma Leonard), entrambi<br />

alleati di Elisabeth; Mr. Tesslar<br />

(Robert Van Mackelenberg), il quale<br />

non riesce a comprendere come mai<br />

Toby sia cambiato così tanto negli ulti­


365 George<br />

mi tempi… L’ideatore Jonathan M.<br />

Shiff firma altresì da produttore esecutivo,<br />

in quest’ultima veste in compagnia<br />

di Nicole Kebb e Arne Lohmann.<br />

La serie si è aggiudicata un AFI Award<br />

nel 2004.<br />

Genitori in blue jeans (Growing<br />

Pains) Con: Alan Thicke, Joanna<br />

Kerns, Kirk Cameron, Tracey Gold,<br />

Jeremy Miller, Ashley Johnson, Julie<br />

McCullough, Leonardo DiCaprio. Produzione:<br />

Usa, 1985, sit-com, colore<br />

(166/30’; 1/90’).<br />

Due genitori moderni e in blue jeans di<br />

Long Island si trovano ad affrontare<br />

l’adolescenza scoppiettante <strong>dei</strong> loro<br />

tre figli e mezzo. Lo psichiatra Jason<br />

Seaver (Alan Thicke) e la giornalista<br />

Maggie (Joanna Kerns) fanno del loro<br />

meglio per spiegare il senso della vita<br />

al primogenito Mike (Kirk Cameron),<br />

alla sensibile Carol (Tracey Gold), al<br />

più piccolo Ben (Jeremy Miller) e alla<br />

nascitura Chrissy (interpretata da Ashley<br />

Johnson). La balia di quest’ultima,<br />

Julie (Julie McCullough), s’innamora<br />

di Mike, il quale, dopo averle chiesto<br />

la mano salvo poi ripensarci, decide di<br />

andare a New York per imparare a recitare;<br />

una volta tornato si porta con sé il<br />

senzatetto quindicenne Luke Brower,<br />

che ha il volto dell’emergente Leonardo<br />

DiCaprio. La serie riesce ad accendere<br />

i riflettori su temi delicati quali il<br />

suicidio, la droga, il razzismo e l’alcolismo<br />

senza cadere nella retorica. Tracey<br />

Gold, che divenne gravemente<br />

anoressica nel corso delle riprese, fu<br />

eliminata dal cast con la spiegazione<br />

che Carol era andata a studiare a Londra.<br />

Tra le guest-stars del serial: due di<br />

Beverly Hills (Jennie Garth e Brian<br />

Austin Green), una di Harlem contro<br />

Manhattan (Dana Plato), e poi ancora<br />

Heather Graham, Heather Lan­<br />

gerkamp, Matthew Perry, Hilary<br />

Swank e un giovane Brad Pitt. Neal<br />

Marlens è nel contempo creatore e<br />

produttore esecutivo della sit-com che<br />

ha dato vita allo spin-off Dieci sono<br />

pochi grazie al personaggio-collante<br />

di Graham Lubbock (Bill Kirchenbauer).<br />

Il tema musicale “As Long As<br />

We Got Each Other” è cantato da B.J.<br />

Thomas e Jennifer Warnes. Nell’ultima<br />

puntata, Maggie riceve la proposta<br />

di diventare l’addetta stampa di un<br />

senatore a Washington: tutta la famiglia<br />

si trasferisce nella capitale eccetto<br />

Mike, divenuto nel frattempo un attore<br />

e Carol, impegnata nel college.<br />

La sit-com ha fatto notizia per le<br />

10.000 lettere che il quattordicenne<br />

Kirk Cameron riceveva ogni mese.<br />

Nel 2000 è stata girata una réunion:<br />

nel film-tv Genitori in blue jeans – The<br />

Movie, Jason e Maggie riuniscono la<br />

famiglia per festeggiare l’anniversario<br />

di matrimonio; si scopre così che Mike<br />

si è sposato, Carol è diventata avvocatessa,<br />

Chrissy studia cinema, mentre<br />

Ben non ha ancora trovato la sua<br />

strada.<br />

George (Id.) Con: George Foreman,<br />

Sheryl Lee Ralph, Cleandre Norman,<br />

Pablo Irlando, Doniell Spencer, La-<br />

Crystal Cooke, Larry Gilliard jr., Tony<br />

T. Johnson, Lauren Robinson, Anne<br />

Haney. Produzione: Usa, 1993, sitcom,<br />

colore (9/30’).<br />

Sit-com con protagonista l’ex peso<br />

massimo George Foster (interpretato<br />

dall’ex pugile George Foreman), il<br />

quale dopo aver appeso i guantoni al<br />

chiodo decide di dare una mano alla<br />

moglie Maggie (Sheryl Lee Ralph),<br />

consigliere scolastico alla Monroe High<br />

School. Tra bambini-pesti peggio<br />

di qualsiasi gancio, George, dotato di<br />

determinazione e ironia, inaugura il


George e Mildred<br />

doposcuola di boxe denominato TKO,<br />

al quale partecipano pugili in erba: il<br />

“duro” Daniel Hickok (Cleandre Norman),<br />

il capriccioso Mauricio Butler<br />

(Pablo Irlando), la brillante Shasta Roberta<br />

Rhodes (Doniell Spencer), la logorroica<br />

Vanessa Jasso (LaCrystal<br />

Cooke), il complessato Lathan Basmore<br />

(Larry Gilliard jr.). Tra gli altri<br />

personaggi ricorrenti: i figli di George<br />

e Maggie, George jr. detto “Bubba”<br />

(Tony T. Johnson) e Virginia detta<br />

“Vee” (Lauren Robinson); Juanita<br />

Holman (Anne Haney) è la scontrosa<br />

governante. L’ex pugile Tony Danza<br />

firma da produttore esecutivo.<br />

George e Mildred (George and Mildred)<br />

Con: Brian Murphy, Yootha Joyce,<br />

Norman Eshley, Sheila Fearn, Nicholas<br />

Bond-Owen, Alvin Elgar, Reginald<br />

Mash. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1976, sit-com, colore (38/30’).<br />

SUPERCULT<br />

Lo spin-off di Un uomo in casa ha riscosso<br />

in Italia più successo della serie<br />

originaria. Gran merito va ai due protagonisti<br />

che, rispetto alla sit-com<br />

principale del 1973, si sono trasferiti in<br />

periferia, al 46 di Peacock Crescent,<br />

Hampton Wick: Brian Murphy è<br />

George Roper, un affittacamere taccagno<br />

che vive nell’ozio e per il quale il<br />

massimo degli hobby è nutrire il pappagallino<br />

a un metro dalla poltrona o<br />

cambiare canale per seguire la partita<br />

in tv; Yootha Joyce è la moglie Mildred,<br />

frustrata dall’impotenza sessuale<br />

del marito e dotata di capigliature che<br />

giustificano agli occhi <strong>dei</strong> telespettatori<br />

l’immobilità del consorte sotto le<br />

lenzuola. Tra i motivi <strong>dei</strong> quotidiani litigi<br />

tra i due, sposati nonostante tutto<br />

da 25 anni: la suocera di lei che minaccia<br />

visite ogni settimana; la macchina<br />

di lui che cade a pezzi ogniqualvolta<br />

366<br />

viene accesa; i Fourmile, vicini invadenti<br />

(per George) o fonte di svago<br />

(per Mildred) a seconda <strong>dei</strong> punti di vista,<br />

ovvero il capo-famiglia Jeffrey<br />

(Norman Eshley), sua moglie Ann<br />

(Sheila Fearn) e il figlio teppista Tristram<br />

(Nicholas Bond-Owen); Ethel<br />

(Avril Elgar), la sorella materialista di<br />

Mildred e il cognato Humphrey (Reginald<br />

Marsh). La coppia protagonista<br />

dà vita a una sit-com di battute fulminanti<br />

dove il sarcasmo inglese trova la<br />

sua migliore residenza a cavallo degli<br />

anni ’70 e ’80. Ottimo altresì il doppiaggio:<br />

la risatina di George e la distorsione<br />

del nome del medesimo in<br />

“Giuorge” da parte di Mildred sono diventati<br />

“tormentoni” negli anni di trasmissione.<br />

La serie creata da Johnnie<br />

Mortimer e Brian Cooke, prodotta e<br />

diretta da Peter Frazer-Jones per la<br />

Thames, ha dato vita a un adattamento<br />

teatrale nell’estate del ’77 al Pier<br />

Theatre a Bournemouth (con Murphy<br />

e Joyce in scena), a un film di scarsa<br />

fortuna diretto da Frazer-Jones con gli<br />

stessi interpreti nel 1980, nonché a una<br />

versione americana: I Roper, lo spinoff<br />

di Tre cuori in affitto, che a sua volta<br />

è l’adattamento “a stelle e strisce” di<br />

Un uomo in casa, vede i due protagonisti<br />

abitare al 46 di Peacock Drive a<br />

Chevia Hills. La sit-com, della quale<br />

era previsto il proseguimento, è stata<br />

interrotta a causa della prematura<br />

scomparsa di Yootha Joyce, avvenuta<br />

il 24 agosto 1980, quattro giorni prima<br />

del suo cinquantatreesimo compleanno.<br />

John Hawksworth e Roger Webb<br />

firmano la colonna sonora.<br />

Get Smart Vedi Get Smart – Un detective<br />

tutto da ridere.<br />

Get Smart – Agente speciale Vedi<br />

Get Smart – Un detective tutto da ridere.


367 Get Smart – Un detective tutto da ridere<br />

Get Smart – Un agente tutto da<br />

ridere Vedi Get Smart – Un detective<br />

tutto da ridere.<br />

Get Smart – Un detective tutto<br />

da ridere (Get Smart) Con: Don<br />

Adams, Barbara Feldon, Edward Platt,<br />

Robert Karvelas, Dick Gautier, Dave<br />

Ketchum, Victor Fench. Produzione:<br />

Usa, 1965, sit-com/spionaggio, b/ncolore<br />

(138/30’).<br />

SUPERCULT<br />

Una delle serie più divertenti di metà<br />

anni ’60, creata da Mel Brooks insieme<br />

a Buck Henry, è una delle poche a<br />

non ritrarre un nucleo familiare quanto<br />

un gruppo di spie che sembrano i figli<br />

scemi di 007. In particolare uno:<br />

Maxwell Smart (Don Adams), alias<br />

l’agente 86 della CONTROL, una sorta di<br />

super-intelligence (ma non troppo)<br />

che ha base a Washington, al 123 di<br />

Main Street. Inetto ma fortunato, incapace<br />

ma super-equipaggiato, Smart<br />

sembra una sorta di Mr. Bean ante-litteram<br />

quando tenta di telefonare dal<br />

microfono impiantato nel tacco della<br />

scarpa destra o quando va a letto con il<br />

pigiama anti-proiettile. Nonostante la<br />

sua demenza, il protagonista riesce<br />

sempre a sventare i piani del KAOS,<br />

un’organizzazione di malvagi che ricorda<br />

la Spectre <strong>dei</strong> film di Bond. Barbara<br />

Feldon interpreta l’agente 99, la<br />

collega intelligente e brillante di 86: i<br />

due, dopo essersi fidanzati, si sposano<br />

e hanno due gemellini. Edward Platt<br />

veste i panni del loro superiore, noto<br />

solo come “Taddeo, il Capo”, il quale<br />

non riesce a capire se l’imbecillità di<br />

86 sia semplicemente una straordinaria<br />

copertura tattica. Tra gli altri interpreti<br />

del <strong>telefilm</strong>: Robert Karvelas è<br />

l’agente Larrabee, l’assistente del Capo<br />

che si dimostra ancora più idiota di<br />

86; Dick Gautier interpreta il robot<br />

Hymie, dal nome ebraico e transfuga<br />

dal KAOS alla CONTROL per amore di<br />

Smart, il quale non lo tratta affatto come<br />

un automa; Dave Ketchum assume<br />

l’identità dell’agente 13, capace di nascondersi<br />

nei posti più improbabili;<br />

Victor Fench quella di 44. Smart riceve<br />

anche l’aiuto del cane Fang, conosciuto<br />

in codice come agente K-13.<br />

Tra i “tormentoni”, la spia più idiota<br />

del piccolo schermo, quando si ritrova<br />

in situazioni bizzarre, chiede ai telespettatori<br />

“ci credereste?”. La serie ha<br />

vinto un Golden Globe quale “miglior<br />

programma del 1966” e 7 Emmy<br />

Awards, di cui tre assegnati a Don<br />

Adams. Il <strong>telefilm</strong>, in onda in America<br />

sulla NBC, era stato rifiutato dapprima<br />

dalla ABC in quanto giudicato “poco<br />

divertente”. Leonard Stern firma da<br />

produttore esecutivo insieme ad Arne<br />

Sultan. Irving Szathmary è il curatore<br />

della colonna sonora al fianco di Vic<br />

Mizzy. Tra le guest-stars di turno si<br />

succedono: Ernest Borgnine, Leonard<br />

Nimoy, James Caan, Bob Hope, Martin<br />

Landau, Barbara Bain, Tom Bosley<br />

e Vincent Price. Adams è tornato a vestire<br />

il ruolo di Smart in un film del<br />

1980 (The Nude Bomb), oltre a doppiare<br />

in originale un personaggio <strong>dei</strong><br />

cartoon come L’Ispettore Gadget, che<br />

dal punto di vista dell’inettitudine non<br />

ha nulla da invidiare all’agente 86. Nel<br />

1989 la ABC ha trasmesso il film-tv Get<br />

Smart Again, nel quale viene riunito<br />

tutto il cast tranne Edward Platt (deceduto<br />

nel 1974): la CONTROL è stata<br />

smantellata, ma quando il KAOS torna a<br />

minacciare l’umanità Smart rimette in<br />

piedi l’organizzazione. Nel 1995 una<br />

nuova versione del serial è stata proposta<br />

dalla Fox: Smart diventa “il Capo”<br />

della CONTROL, l’agente 99 fa carriera,<br />

il figlio della coppia segue le orme del<br />

padre. In Italia, il <strong>telefilm</strong> vanta il re­


Gialli di Edgar Wallace, I<br />

cord di varietà nella titolazione: oltre a<br />

Get Smart – Un detective tutto da ridere,<br />

si segnalano i titoli alternativi: Get<br />

Smart, Get Smart – Un agente tutto da<br />

ridere, Un poliziotto da ridere, Get<br />

Smart – Agente speciale, Agente 86<br />

Max Smart, Agente speciale 86, Agente<br />

speciale 86 – Un disatro in licenza,<br />

Prendete Smart.<br />

Gialli di Edgar Wallace, I (Edgar<br />

Wallace Mystery Package; Edgar Wallace<br />

Mystery Hour) Con: interpreti vari.<br />

Produzione: Gran Bretagna, 1960,<br />

poliziesco, b/n (39/60’).<br />

Basati sui romanzi gialli dell’inglese<br />

Edgar Wallace (1875-1932), i racconti<br />

filmati sono nati originariamente per<br />

tre pellicole che, non trovando distribuzione<br />

sul mercato americano, sono<br />

state successivamente tradotte in una<br />

serie televisiva. Jack Greenwood è il<br />

produttore del serial.<br />

Gialli insoliti di William Irish, I<br />

(Histoires insolites) Con: Maurice Ronet,<br />

Jean Carmet, Andréa Ferréol, Joséphine<br />

Chaplin, Valérie Mairesse,<br />

Laurent Malet, Elisabeth Huppert,<br />

Marc Porel, Jacques Spiesser, Henri<br />

Marteau, Juliette Mills, Bernard Fresson.<br />

Produzione: Francia 1979, poliziesco,<br />

colore (6/60’).<br />

Tratti dai romanzi di William Irish (altrimenti<br />

noto come Cornell Woolrich,<br />

tra i padri della letteratura noir), i sei<br />

episodi del serial puntano sull’angoscia<br />

e il thriller grazie a un ventaglio di<br />

nomi di prima fila: tra gli altri, Yves<br />

Boisset, Maurice Ronet, Pierre Granier-Deferre,<br />

Pierre Grimblat, Claude<br />

Chabrol e Gilles Grangier. Tra gli interpreti,<br />

oltre allo stesso Ronet: Jean<br />

Carmet, Andréa Ferréol, Joséphine<br />

Chaplin, Valérie Mairesse, Laurent<br />

Malet, Elisabeth Huppert, Marc Porel,<br />

368<br />

Jacques Spiesser, Henri Marteau, Juliette<br />

Mills, Bernard Fresson. La serie<br />

è prodotta dalla Hamster Films di Nicolas<br />

Traube, Gaspard de Chavignac e<br />

Jacques Salles, società sinonimo di<br />

qualità che non disdegnava di tradurre<br />

sul piccolo schermo autori e opere letterarie<br />

di culto.<br />

Giallo della poltrona, Il (Armchair<br />

Thriller) Con: interpreti vari. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1969, thriller,<br />

b/n-colore (26/60’).<br />

Anche se si tratta di un revival della serie<br />

antologica del 1956 (intitolata in<br />

originale Armchair Theatre, ovvero la<br />

prima fiction drammatica di un certo<br />

rilievo in onda su una tv nazionale inglese,<br />

la ITV), la sola sigla merita la visione:<br />

un’ombra che entra in una stanza<br />

per poi accomodarsi su una sedia<br />

posta al centro. Da segnalare le musiche<br />

di Andy Mackay, il sassofonista<br />

<strong>dei</strong> Roxy Music. La produzione è a cura<br />

della Thames.<br />

Gianni e il magico Alverman<br />

(Johan en de Alverman) Con: Frank<br />

Aendenboom, Rosemarie Bergmans,<br />

Cyriel Van Bent, Dolf De Winter. Produzione:<br />

Belgio, 1965, avventura, b/n<br />

(16/30’).<br />

Altro che The Blair Witch Project.<br />

Ambientata intorno alla metà del<br />

’600, la serie racconta le vicende di<br />

Gianni Keleszoon (Frank Aendenboom),<br />

neolaureato in medicina all’università<br />

di Bruxelles, in vacanza<br />

presso lo zio proprietario di una casetta<br />

con annesso mulino ad acqua nella<br />

contea di Gand. Qui il giovane conosce<br />

Rosita (Rosemarie Bergmans),<br />

bellissima fanciulla figlia di Don Cristobal<br />

de Bodadilla (Cyriel Van Bent),<br />

per cui lavora l’inquietante domestico<br />

indiano Otorongo (Dolf De Winter).


369 Giochi del diavolo, I<br />

Infatuato della ragazza, disperata per<br />

la scomparsa del suo pappagallo,<br />

Gianni si offre di andarne alla ricerca<br />

addentrandosi nel bosco: qui s’imbatte<br />

nello stravagante Alverman, un<br />

ometto che saltella come un grillo e<br />

pronuncia formule magiche; un folletto<br />

che, con incantesimi magici, aiuta il<br />

giovane a superare le diverse prove<br />

che deve affrontare per sposare Rosita<br />

(la canzoncina divenuta famosa recita<br />

“Don Cristobal, io voglio sposare tua<br />

figlia”). Otorongo getta la maschera e<br />

si rivela perfido antagonista di Gianni.<br />

Un’inquietante atmosfera fantasy permea<br />

tutta la serie, concepita come una<br />

fiaba dai crismi classici (il bosco, le<br />

prove per raggiungere la meta, la bella<br />

di turno, la casetta, il “diverso” che diventa<br />

cattivo). Il serial è prodotto dalla<br />

RTB, la televisione belga di lingua<br />

fiamminga. In Italia il <strong>telefilm</strong> è andato<br />

in onda cinque anni dopo l’anno di<br />

produzione.<br />

Gianni e Pinotto (The Abbott and<br />

Costello Show) Con: Bud Abbott, Lou<br />

Costello, Sid Fields, Hillary Brooke,<br />

Bobby Barber, Joe Besser, Gordon Jones,<br />

Joe Kirk, Joan Shawlee, Milt<br />

Bronson. Produzione: Usa, 1952, sitcom,<br />

b/n (52/30’).<br />

Bud Abbott e Lou Costello, alias l’irascibile<br />

Gianni e il simpatico ciccione<br />

Pinotto, una delle coppie di comici più<br />

popolari d’America, propongono il<br />

meglio delle loro gag cinematografiche<br />

lungo 38 film all’insegna della comicità<br />

burlesque e slapstick. Al loro<br />

fianco compaiono Sid Fields nei panni<br />

del padrone di casa mangia-sigari; Hillary<br />

Brooke è la ragazza di Lou che vive<br />

in un altro stabile; Joe Besser è<br />

Stinky, l’amico di Lou; Gordon Jones<br />

indossa la divisa del poliziotto Mike;<br />

Joe Kirk, il cognato di Costello, inter­<br />

preta Mr. Bacigalupe, un eclettico ambulante;<br />

Joan Shawlee, Milt Bronson e<br />

Bobby Barber interpretano più di un<br />

ruolo. Il tormentone della serie è quello<br />

di trovare i soldi per pagare l’affitto.<br />

Per sbarcare il lunario Bud e Lou si improvvisano<br />

camerieri, attacchini, disinfestatori,<br />

venditori porta a porta,<br />

sandwich-men sui pattini, aspiranti<br />

poliziotti... Alcuni episodi sono dettati<br />

dall’omaggio al cinema muto e comico<br />

di Buster Keaton. L’atmosfera sul<br />

set era talmente elettrizzante che il regista<br />

Jean Yarborough riprese di nascosto<br />

gli scherzi che Costello organizzava<br />

fuori scena alla troupe. Il produttore<br />

Alex Gottlieb è stato sostituito<br />

da Pat Costello, il fratello di Lou. Gli<br />

sketches sono girati all’Hal Roach di<br />

Hollywood, inaugurato vent’anni prima<br />

da Stan Laurel e Oliver Hardy. La<br />

canzone “The Jazz Babies Ball” è stata<br />

usata come tema musicale del secondo<br />

ciclo. Alla fine della serie televisiva la<br />

coppia di protagonisti girò ancora un<br />

paio di film prima del divorzio artistico<br />

avvenuto nel 1956 e della morte di<br />

Costello nel 1959. Nel 1966 è stato<br />

prodotto un cartone animato tratto dal<br />

serial in cui Abbott doppia se stesso.<br />

Giochi del diavolo, I Con: interpreti<br />

vari. Produzione: Italia, 1981, fantastico,<br />

colore (7/60’).<br />

Come recita il sottotitolo, la serie curata<br />

da Roberta Carlotto verte su “storie<br />

fantastiche dell’Ottocento”, il più delle<br />

volte tratte da romanzi o racconti ad<br />

hoc di E.T.A. Hoffmann, R.L. Stevenson,<br />

H.G. Wells, Henry James. La colonna<br />

sonora è composta da Luis Bacalov.<br />

La produzione è C.E.P. L’episodio<br />

La venere d’Ille (1978) è diretto da<br />

Mario e Lamberto Bava. Tra gli interpreti<br />

si notano Barbara De Rossi, Gabriele<br />

Ferzetti e Daria Nicolodi.


Giochi segreti a Las Vegas<br />

Giochi segreti a Las Vegas (Hearts<br />

Are Wild) Con: David Beecroft, Catherine<br />

Mary Stewart, Jon Polito. Produzione:<br />

Usa, 1992, drammatico, colore<br />

(6/60’).<br />

Al Caesar’s Palace di Las Vegas si giocano<br />

i destini delle persone alla roulette.<br />

In realtà sono in pochi quelli che<br />

riescono a uscirne vincitori. Tra coloro<br />

che girano tra i tavoli da gioco: il proprietario<br />

Jack Thorpe (David Beecroft);<br />

Kyle Hubbard (Catherine Mary<br />

Stewart), direttrice delle relazioni esterne<br />

e Leon “Pepe” Pepperman (Jon<br />

Polito). Eric Roth è l’ideatore della serie<br />

che appare come una sorta di rivisitazione<br />

di Love Boat (1977) e Hotel<br />

(1983); E. Duke Vincent firma da produttore<br />

esecutivo. Mickey Rooney è<br />

tra le guest-stars del <strong>telefilm</strong> che nella<br />

colonna sonora vanta “Viva Las Vegas”<br />

di Elvis Presley. Tra gli altri volti<br />

noti compare in un cameo Ricardo<br />

Montalbán, protagonista di quel Fantasilandia<br />

(1978) che ricorda la formula<br />

“il destino fa il suo gioco” al centro<br />

di questa serie.<br />

Giornale di bordo di Aimaro, Il<br />

Con: Doi e Aimaro Malingri. Produzione:<br />

Italia, 1977, avventura, colore<br />

(13/30’).<br />

Il piccolo Aimaro (Doi e Aimaro Malingri)<br />

annota sul suo diario le impressioni<br />

e le esperienze di un lungo viaggio<br />

dalle Azzorre all’Italia, a bordo di<br />

un due alberi. Filippo De Luigi è il regista<br />

della serie che potrebbe intitolarsi<br />

Il bambino e il mare.<br />

Giornalino di Gian Burrasca, Il<br />

Con: Rita Pavone, Valeria Valeri, Ivo<br />

Garrani, Milena Vukotic, Paola Bucchi,<br />

Bice Valori, Alida Cappellini, Arnoldo<br />

Foà, Elsa Merlini, Mario Maranzana,<br />

Paolo Ferrari. Produzione: Italia,<br />

370<br />

1964, sit-com/musicale, b/n (8/60’).<br />

SUPERCULT<br />

Contro la solita minestra, “viva la pappa-pappa,<br />

col pomo-pomo-pomo-pomodoro”:<br />

dietro il tormentone musicale<br />

che ha caratterizzato la metà degli<br />

anni ’60 si potrebbe ricamare a lungo,<br />

così come dietro una serie che, nonostante<br />

fosse destinata ai più giovani,<br />

nascondeva in sé i fermenti della ribellione<br />

sessantottina. Liberamente ispirata<br />

all’omonimo lavoro del 1912 di<br />

Vamba (alias Luigi Bertelli), diretta<br />

con maestria da Lina Wertmüller, questa<br />

sorta di rivista musicale mette in<br />

scena le biricchinate dell’impertinente<br />

monello lentigginoso Giannino Stoppani,<br />

detto “Gian Burrasca” per via <strong>dei</strong><br />

guai che combina. Con il volto indovinato<br />

di Rita Pavone, il protagonista<br />

smaschera con le sue marachelle l’ipocrisia<br />

e i falsi moralismi di una società<br />

conservatrice e bacchettona. E così<br />

Gianburrasca mette in difficoltà il padre<br />

(Ivo Garrani) e la madre (Valeria<br />

Valeri); rende vani i pettegolezzi delle<br />

tre sorelle, Virginia (Milena Vukotic),<br />

Luisa (Paola Bucchi) e Ada (Alida<br />

Cappellini); sbugiarda le promesse<br />

elettorali dell’avvocato socialista Varalli<br />

(Arnoldo Foà); fa conoscere gli<br />

imbrogli del repressivo collegio Pierpaolo<br />

Pierpaoli, gestito dall’odiosa direttrice<br />

(interpretata da Bice Valori, la<br />

quale è stata costretta a recitare in ginocchio<br />

per ridursi la statura), che serve<br />

ai suoi piccoli ospiti acqua sporca<br />

anziché minestra. Se Vamba puntava<br />

l’indice contro il conformismo dell’educazione<br />

borghese <strong>dei</strong> primi del ’900,<br />

la versione della Wertmüller accende i<br />

riflettori sugli aspetti più eversivi del<br />

personaggio. Il tutto confezionato con<br />

una cura formale straordinaria, dal frequente<br />

uso <strong>dei</strong> carrelli alle coreografie,<br />

senza dimenticare la presenza di attori


371 Giorni del Padrino, I<br />

di prestigio anche nei ruoli di secondo<br />

piano (Elsa Merlini interpreta Zia Bettina,<br />

Mario Maranzana è Capitani,<br />

Paolo Ferrari veste i panni del dottor<br />

Collalto). Le musiche di Nino Rota sono<br />

eseguite dall’Orchestra diretta da<br />

Luis Bacalov. La canzone “Viva la<br />

pappa col pomodoro” è rimasta in<br />

classifica per quindici settimane. Nel<br />

gennaio del 2002 Rita Pavone ha riportato<br />

in vita Gian Burrasca in uno<br />

speciale in onda su Canale 5 in cui l’ex<br />

interprete di Giannino veste i panni<br />

della direttrice della scuola, mentre il<br />

ruolo principale è stato affidato al decenne<br />

Duccio Cecchi.<br />

Giornalisti Con: Fabrizio Contri, Valeria<br />

Cavalli, Rocco Papaleo, Gabriella<br />

Pession, Vittoria Piancastelli, Giovanni<br />

Esposito, Elodie Treccani, Francesco<br />

Bonelli, Marjò, Valeria Ciangottini,<br />

Enrica Rosso, Alessia Fugardi,<br />

Gianmarco Provaroni, Francesca Di<br />

Giovanni, Novello Novelli, Pierfrancesco<br />

Poggi. Produzione: Italia, 2000,<br />

drammatico, colore (23/60’).<br />

STRACOTTO<br />

Nell’improbabile e fittizia redazione<br />

de “Il Cronista” si alternano scoop e<br />

vicende personali, notizie da prima pagina<br />

e intrecci privati: tanto che gli<br />

stessi giornalisti protagonisti, spinti da<br />

una passione professionale fuori dal<br />

comune, faticano a separare i due scenari.<br />

Tratta dal format spagnolo Periodistas,<br />

la serie mette in scena un gruppo<br />

di cronisti che, almeno all’origine,<br />

doveva trasmettere credibilità: Luca<br />

Ferrari (Fabrizio Contri), caporedattore<br />

pieno di ideali che predilige il lavoro<br />

sul campo; la vicedirettrice Laura della<br />

Seta (Valeria Cavalli), per la quale il<br />

giornalismo è tutta la vita; il caposervizio<br />

Andrea Castelli (Rocco Papaleo),<br />

ex sessantottino amico fraterno di Fer­<br />

rari e ora suo braccio destro; la redattrice<br />

femminista Anna Restella (Gabriella<br />

Pession); Sabina Salvini (Vittoria<br />

Piancastelli), preziosa e insostituibile<br />

segretaria di redazione; Antonio<br />

Panizza (Giovanni Esposito), stagista<br />

fuori corso visti i suoi trent’anni; la<br />

dolce e solare Chiara Denza (Elodie<br />

Treccani), fotoreporter; il fotografo<br />

farfallone Lorenzo Domina (Francesco<br />

Bonelli); l’affascinante redattrice<br />

Ari Sanchez (Marjò). A tutti loro si aggiungono<br />

le figure di: Caterina (Valeria<br />

Ciangottini), la madre di Laura; Silvia<br />

(Enrica Rosso), la moglie trascurata<br />

di Ferrari che accudisce i figli Giulia<br />

(Alessia Fugardi), diciassettenne con<br />

testa sulle spalle e Matteo (Gianmarco<br />

Provaroni), di sette anni; Martina<br />

(Francesca Di Giovanni), la figlia di<br />

sei anni di Chiara. Tra gli altri interpreti:<br />

Novello Novelli è Oreste, l’usciere<br />

del giornale; Pierfrancesco Poggi veste<br />

i panni di Alberto Franceschi, cronista<br />

arrivista. Carlo Principini firma<br />

da produttore esecutivo; la colonna sonora<br />

è curata da Pino Donaggio. Interpellato<br />

a proposito della serie, Giorgio<br />

Bocca ha commentato: “È un ritratto<br />

falso: in Italia nessun reporter, o quasi,<br />

rischia più la vita”.<br />

Giorni del Padrino, I (The Gangster<br />

Chronicles: An American Story) Con:<br />

Michael Nouri, Joe Penny, Brian Benben,<br />

Kathleen Lloyd, Chad Redding,<br />

Madeleine Stowe, Alan Arbus, Richard<br />

Castellano, Joseph Mascolo,<br />

Markie Post. Produzione: Usa, 1981,<br />

poliziesco/drammatico, colore (13/60’).<br />

Lanciato dall’NBC come “una reale<br />

messa in scena del drammatico sviluppo<br />

della criminalità organizzata in<br />

America”, il serial si ispira al successo<br />

della saga cinematografica de Il Padrino<br />

di Francis Ford Coppola. Due per­


Giorni di Bryan, I<br />

sonaggi della serie, Salvatore “Lucky”<br />

Luciano (Michael Nouri) e Benny<br />

“Bugsy” Siegel (Joe Penny) sono realmente<br />

esistiti; il terzo, Michael Lasker<br />

(Brian Benben), è figlio della fiction.<br />

Tra gli altri interpreti del <strong>telefilm</strong>:<br />

Kathleen Lloyd è Stella Siegel, la moglie<br />

di Bugsy; Chad Redding interpreta<br />

Joy Osler, l’amante di Luciano; Madeleine<br />

Stowe veste i panni di Ruth<br />

Lasker, la dolce metà di Michael; Alan<br />

Arbus è Goodman; Richard Castellano<br />

ha la parte di Joe “Boss” Masseria;<br />

Joseph Mascolo ricopre il ruolo di Maranzano;<br />

Markie Post indossa le giarrettiere<br />

della prostituta Chris Brandon.<br />

La voce narrante originale appartiene<br />

a E.G. Marshall.<br />

Giorni di Bryan, I (Run for Your<br />

Life) Con: Ben Gazzara. Produzione:<br />

Usa, 1965, avventura/drammatico, colore<br />

(86/60’).<br />

Dopo aver fatto scappare Il fuggiasco,<br />

Roy Huggins produce la storia di un<br />

uomo di 35 anni che apprende la tragica<br />

notizia di avere solo due anni di vita<br />

e decide di andare in giro ad aiutare<br />

gli altri. Ben Gazzara interpreta il protagonista,<br />

l’avvocato benestante Paul<br />

Bryan. Anche se nella puntata-pilota<br />

il nostro riceve la “sentenza” di non<br />

aver più di un paio di anni a disposizione,<br />

la serie ne dura tre. I produttori<br />

hanno sfogliato i libri di medicina per<br />

trovare una malattia plausibile, non<br />

contagiosa e che mantenesse in forze<br />

Bryan: alla fine hanno optato per la<br />

leucemia mielitica. Pete Rugolo, il<br />

compositore della colonna sonora, è<br />

lo stesso de Il fuggiasco (1963). Tra le<br />

guest-stars di passaggio: Ernest Borgnine,<br />

Tippi Hedren e Barbara Hershey.<br />

La puntata-pilota è andata in onda<br />

all’interno della serie antologica<br />

The Crisis (1963).<br />

372<br />

Giorno d’estate, Un Con: Lidia<br />

Broccolino, Marco Perutz, Teo, Eliana<br />

Miglio, Titti Cercelletta. Produzione:<br />

Italia, 1988, avventura, colore (4/60’).<br />

“È un sogno a occhi aperti dove è possibile<br />

vedere di tutto, dal balletto alla<br />

canzone di successo”: l’ideatore-produttore<br />

Elio P. Palumbo spiega così<br />

una serie che tende a porre la fiction<br />

quale cornice di “numeri” musicali.<br />

Ne sono protagonisti cinque giovani<br />

che decidono di passare insieme le vacanze<br />

estive tra Sicilia, Puglia e Liguria:<br />

Camilla (Lidia Broccolino), Luca<br />

(Marco Perutz), Brando (Teo), Federica<br />

(Eliana Miglio) e Noemi (Titti Cercelletta)<br />

s’imbattono di volta in volta<br />

in avventure e volti noti, come quelli di<br />

Donatella Rettore, Fausto Leali, Tony<br />

Esposito, Milk and Coffee.<br />

Giorno per giorno (One Day at a<br />

Time) Con: Bonnie Franklin, Mackenzie<br />

Phillips, Valerie Bertinelli, Pat<br />

Harrington, Richard Masur, Mary<br />

Louise Wilson, John Putch, Nanette<br />

Fabray, Michael Lembeck, Boyd Gaines.<br />

Produzione: Usa, 1975, sit-com,<br />

colore (209/30’).<br />

La storia è quella di Ann Romano<br />

(Bonnie Franklin), una donna divorziata<br />

che cerca di rifarsi una vita con le<br />

figlie Julie (Mackenzie Phillips) e Barbara<br />

(Valerie Bertinelli, che per questo<br />

ruolo ha vinto due Golden Globes).<br />

Quando la serie inizia, il tris di protagoniste<br />

si è appena trasferito a Indianapolis;<br />

con il passare delle stagioni le<br />

due ragazze crescono ed evidenziano<br />

personalità opposte: Julie è forte e ribelle,<br />

Barbara educata e di buone maniere.<br />

Tra gli altri personaggi di rilievo<br />

del <strong>telefilm</strong> decennale: il sovrintendente<br />

del palazzo, il macho Dwayne<br />

Schneider (Pat Harrington, che per la<br />

sua interpretazione ha vinto un Emmy


373 Giovani cowboys<br />

nel 1984 e un Golden Globe nell’81);<br />

il vicino David Kane (Richard Masur),<br />

un ex fidanzato di Ann che le aveva<br />

chiesto di sposarlo; la cameriera<br />

Ginny (Mary Louise Wilson); Bob<br />

Morton (John Putch), il fedele ragazzo<br />

di Barbara; Katherine Romano (Nanette<br />

Fabray), la mamma di Ann. Dopo<br />

quattro stagioni Julie sposa Max Horvath<br />

(Michael Lembeck), un assistente<br />

di volo con aspirazioni da scrittore; nel<br />

ciclo seguente la ragazza esce di scena:<br />

Mackenzie Phillips ha lasciato il<br />

set per la sua dipendenza dalla cocaina<br />

ed è rientrata in scena quando Ann e<br />

Barbara si sono trasferite a Houston,<br />

dove mamma Romano apre un’agenzia<br />

tutta sua e la sorella sposa Mark<br />

Royer (Boyd Gaines), uno studente di<br />

odontotecnica. Successivamente Julie<br />

abbandona ancora il serial con la spiegazione<br />

che va a vivere in un’altra città<br />

con il marito e la figlia Annie. La serie<br />

è creata da Whitney Blake e Allan Manings;<br />

Norman Lear firma da produttore<br />

esecutivo; Jeff e Nancy Barry sono<br />

i compositori del tema musicale.<br />

Due anni prima di interpretare Luke<br />

Skywalker in Guerre Stellari, Mark<br />

Hamill compare in un cameo.<br />

Giovane Dr. Kildare, Il (The Young<br />

Dr. Kildare) Con: Mark Jenkins, Gary<br />

Merrill, Marsha Mason. Produzione:<br />

Usa, 1972, medico, colore (24/30’).<br />

COTTO<br />

Più che un sequel si tratta di un remake:<br />

una decade dopo, il nuovo dottor<br />

James Kildare ha il volto di Mark<br />

Jenkins, aspirante erede anni ’70 di Richard<br />

Chamberlain. Gary Merrill veste<br />

il camice del dottor Leonard Gillespie,<br />

sua guida spirituale; Marsha Mason<br />

è l’infermiera Marsha Lord. Joseph<br />

Gantman è il produttore esecutivo<br />

della serie.<br />

Giovane Maverick, Il (Young Maverick)<br />

Con: Charles Frank, Susan Blanchard,<br />

John Dehner. Produzione: Usa,<br />

1979, western, colore (8/60’).<br />

COTTO<br />

Sequel di Maverick (1957) senza fortuna<br />

e senza James Garner: ne è protagonista<br />

il giovane Ben Maverick<br />

(Charles Frank), ben educato, istruito<br />

a Harvard e restio alla violenza come i<br />

(più famosi) cugini Bart e Bret (vedi<br />

Maverick). Tra gli altri protagonisti:<br />

Nell McGarrahan (Susan Blanchard),<br />

l’amica di Ben che spera di sposarlo, e<br />

l’arcigno sceriffo Edge Troy (John<br />

Dehner), il quale prende in custodia il<br />

ragazzo. Robert Van Scoyk è il produttore<br />

esecutivo del serial-western. James<br />

Garner compare nella prima puntata<br />

nel ruolo di Bret Maverick; James<br />

Woods è tra le guest-stars del <strong>telefilm</strong>.<br />

Se i rispettivi personaggi sognavano di<br />

salire all’altare, Susan Blanchard e<br />

Charles Frank erano moglie e marito<br />

nella vita reale.<br />

Giovani avvocati (Young Lawyers)<br />

Con: Lee J. Cobb, Zalman King, Judy<br />

Pace, Philip Clark. Produzione: Usa,<br />

1970, legale, colore (24/60’).<br />

Presso il Neighborhood Law Office di<br />

Boston lavora un gruppo di giovani avvocati<br />

sotto la guida esperta di un vecchio<br />

procuratore. David Barrett (Lee J.<br />

Cobb) coordina i casi e le cause da affrontare;<br />

sotto la sua egida si muovono<br />

gli studenti di legge Aaron Silverman<br />

(Zalman King), l’idealista di turno; l’educata<br />

Pat Walters (Judy Pace) e il WA­<br />

SP Chris Blake (Philip Clark). Matthew<br />

Rapf è il produttore della serie. Lalo<br />

Schifrin compone il tema musicale.<br />

Martin Sheen, Eli Wallach e Richard<br />

Dreyfuss sono tra le guest-stars.<br />

Giovani cowboys (The Cowboys)


Giovani ribelli<br />

Con: Diana Douglas, Jim Davis, Robert<br />

Carradine, A Martinez, Mitch Brown,<br />

Kerry MacLane, Clint Howard, Sean<br />

Kelly, Clay O’Brien, Moses Gunn. Produzione:<br />

Usa, 1974, western, colore<br />

(12/30’).<br />

Nel 1974, due anni dopo l’uscita del<br />

film I Cowboys, western atipico con<br />

un John Wayne ranchero, un serial ne<br />

riprende in parte il plot e quattro interpreti.<br />

La storia, tratta da un romanzo di<br />

William Dale Jennings, ruota attorno<br />

alle vicende di sette ragazzi senzatetto<br />

che vanno a lavorare in un ranch gestito<br />

da una vedova. Kate Andersen (Diana<br />

Douglas) è colei che apre le porte ai<br />

sette giovani protagonisti nel New<br />

Mexico: Marshall Bill Winter (Jim<br />

Davis), Slim (Robert Carradine), Cimarron<br />

(A Martinez), Jimmy (Sean<br />

Kelly), Homer (Kerry MacLane), Steve<br />

(Clint Howard), Hardy (Mitch<br />

Brown), Weedy (Clay O’Brien). Jebediah<br />

Nightlinger (Moses Gunn) è il<br />

cuoco di colore che vigila sui ragazzi.<br />

Carradine, Martinez, Kelly e O’Brien<br />

facevano parte anche del cast del film:<br />

i primi due interpretano gli stessi personaggi<br />

della pellicola, Kelly e O’-<br />

Brien indossano invece nuovi panni<br />

svestendo quelli cinematografici di<br />

Bob e Hardy. David Dortort è il produttore<br />

esecutivo; Harry Sukman e<br />

John Williams sono i compositori di<br />

turno.<br />

Giovani ribelli (Young Rebels) Con:<br />

Rick Ely, Lou Gossett jr., Alex Henteloff,<br />

Hilarie Thompson, Philippe Forquet.<br />

Produzione: Usa, 1970, avventura,<br />

colore (15/60’).<br />

Serie storica d’avventura sulle gesta di<br />

un gruppo di giovani guerriglieri ribelli<br />

di Chester (Pennsylvania), divenuto<br />

celebre nel 1777 con il nome fittizio di<br />

Yankee Doodle Society. Ne fanno par­<br />

374<br />

te gli “under 30” Jeremy Larkin (Rick<br />

Ely), il figlio del sindaco; Isak Poole<br />

(Lou Gossett jr.), fabbro di colore che<br />

ha conquistato la libertà; Henry<br />

Abington (Alex Henteloff), appassionato<br />

di teorie scientifiche e fan di<br />

Benjamin Franklin; Elisabeth Coates<br />

(Hilarie Thompson), femminista ante<br />

litteram. Philippe Forquet interpreta il<br />

giovane generale Lafayette, uno <strong>dei</strong><br />

pochi outsider del gruppo a conoscere<br />

la vera identità <strong>dei</strong> suoi membri. La serie<br />

ideata da Harve Bennett, che cerca<br />

di innestare i principi della gioventù<br />

degli anni ’60 nel corso della Rivoluzione<br />

Americana, è prodotta dalla<br />

Screen Gems e da Jon Epstein.<br />

Girlfriends Vedi Amiche nemiche.<br />

Girlfriends (Id.) Con: Tracee Ellis<br />

Ross, Golden Brooks, Jill Marie Jones,<br />

Persia White, Reggie Hayes. Produzione:<br />

Usa, 2000, sit-com, colore<br />

(98/30’).<br />

Sorta di Sex and the City (1998) in versione<br />

all black, con un poker di protagoniste<br />

trentenni afro-americane che<br />

disquisiscono, dall’alto <strong>dei</strong> loro tacchi<br />

a spillo, su uomini, sesso, relazioni e<br />

disastri amorosi. Nel <strong>telefilm</strong>-culto<br />

ambientato a New York era Carrie a fare<br />

da portavoce e da collante, nella calda<br />

Los Angeles a raccontare in soggettiva<br />

le vicende ai telespettatori c’è<br />

Joan Clayton (Tracee Ellis Ross), procuratore<br />

legale dello studio Goldberg,<br />

Swedelson, McDonald e Lee. Se nella<br />

carriera professionale è una favola,<br />

nella vita privata la nostra colleziona<br />

flop a catena che condivide con le tre<br />

amiche del cuore (spezzato): Maya<br />

Wilkes (Golden Brooks), l’assistente<br />

personale di Joan allo studio legale,<br />

sposata senza entusiasmi; Toni Childs<br />

(Jill Marie Jones), egocentrica vendi­


375 Giudice Amy<br />

trice di immobili di lusso; la convivente<br />

Lynn Searcy (Persia White), perenne<br />

studentessa di College mai laureata.<br />

L’unico confidente maschile di Joan si<br />

rivela William Dent (Reggie Hayes), il<br />

giovane procuratore che vanta una vita<br />

privata altrettanto disastrosa. In una<br />

giostra di relazioni e tira-e-molla, spiccano<br />

l’abbaglio di Joan per un sex-addicted<br />

e il matrimonio finale di Toni<br />

con un chirurgo plastico. La sit-com<br />

vanta la firma di Kelsey Grammer (che<br />

compare nei panni di sé stesso nel nono<br />

episodio del primo ciclo) quale produttore<br />

esecutivo, unitamente a Rudy<br />

Hornish e Mara Brock Akil. La colonna<br />

sonora è composta da Camara<br />

Kambon.<br />

Girovagando nel passato (A.J.’s<br />

Time Travelers) Con: John Patrick<br />

White, Jeremiah Birkett, Julie St. Claire,<br />

Patty Maloney, Teresa Jones, Wayne<br />

Thomas Yorke, Larry Cedar, John<br />

Crane. Produzione: Usa, 1995, avventura/fantastico,<br />

colore (40/30’).<br />

Ametà degli anni ’90 si viaggia ancora<br />

su è giù per il tempo, questa volta capitanati<br />

da A.J. Malloy (John Patrick<br />

White). Al suo fianco, Pulse (Jeremiah<br />

Birkett), Maria (Julie St. Claire), B.I.T.<br />

(Patty Maloney), Betty (Teresa Jones),<br />

Joe (Wayne Thomas Yorke), Warp/Ollie<br />

(Larry Cedar), Fly (John Crane).<br />

Giudice, Il (The Judge) Con: Bob<br />

Shield, John Achorn. Produzione:<br />

Usa, 1986, legale, colore (655/30’).<br />

Sull’onda del successo di The people’s<br />

court (1981), il programma che ha<br />

ispirato il nostro Forum su Retequattro,<br />

la serie vede protagonista Bob<br />

Shield nella toga del giudice Robert<br />

Franklin di fronte a casi realmente accaduti<br />

ma sceneggiati ad hoc ed interpretati<br />

da attori. Tra gli altri personaggi<br />

ricorrenti spicca l’assistente del procuratore<br />

a cui dà vita John Achorn. Barry<br />

Cahn firma da produttore esecutivo.<br />

Giudice Amy (Judging Amy) Con:<br />

Amy Brenneman, Karle Warren, Richard<br />

T. Jones, Jillian Armenante, Tyne<br />

Daly, Dan Futterman, Marcus Giamatti,<br />

Jessica Tuck, Robin Gammel.<br />

Produzione: Usa, 1999, drammatico,<br />

colore (138/60’).<br />

La legale d’azienda Amy Gray (Amy<br />

Brenneman) è una giovane donna divorziata,<br />

madre della piccola Lauren<br />

(Karle Warren), che lascia New York<br />

per assumere l’incarico di giudice del<br />

tribunale per i minori nella città di<br />

Hartford, nel Connecticut. Insieme ad<br />

Amy lavorano l’assistente Bruce Van<br />

Exel (Richard T. Jones) e l’anziana<br />

cancelliere Donna Kozlowski-Pant<br />

(Jillian Armenante). Nella vita privata,<br />

la protagonista si confronta con la madre<br />

vedova Maxine (Tyne Daly), assistente<br />

sociale per i minori; il fratello<br />

maggiore Peter (Marcus Giamatti),<br />

sposato con Gillian (Jessica Tuck); il<br />

fratellino Vincent (Dan Futterman),<br />

scrittore e sognatore. Robin Gammel è<br />

il giudice Salinger. Le storie narrate<br />

nel serial si basano su fatti realmente<br />

affrontati dalla madre della Brenneman,<br />

Frederica, una delle prime donne<br />

giudice della Corte Suprema degli Stati<br />

Uniti; la figlia, oltre che a esserne<br />

l’interprete e l’ideatrice (in quest’ultima<br />

veste con Bill D’Elia), firma la serie<br />

da produttore esecutivo insieme a<br />

Barbara Hall, Joseph Stern e Connie<br />

Tavel. Tra le vicende più ricorrenti affrontate<br />

dal giudice, sempre divisa tra<br />

il rispetto della legge e le ragioni del<br />

cuore, figurano da un lato l’adozione e<br />

l’affidamento, dall’altro violenze familiari<br />

e tentativi di stupro; ma capitano<br />

anche storie toccanti e credibili co­


Giudice di notte<br />

me il bambino sordomuto che non<br />

vuole essere separato dal fratello perché<br />

gli ricorda ogni sera di dare da<br />

mangiare ai pesci (“ora moriranno tutti.<br />

E quando sarà triste, chi gli terrà la<br />

mano?”), o la zitella agée che ha deciso<br />

di perdere la verginità e chiede ad<br />

Amy i consigli per un’esperienza “memorabile”.<br />

Il giudice Amy affronta,<br />

più che cause legali, dubbi dell’anima,<br />

ferite aperte, questioni sociali; il più<br />

delle volte si trova a dover scegliere il<br />

meno peggio; se prima di spegnere la<br />

luce non avrà rimorsi di coscienza,<br />

sarà un giorno fortunato. È una sorta di<br />

sorella maggiore, molto più responsabile,<br />

di Ally McBeal. Tra le guest-stars<br />

di passaggio nella serie si riconoscono:<br />

Tom Welling, Marlee Matlin,<br />

Adam Brody, Rachel Wilson, Sharon<br />

Gless, Concetta Tomei, Angie Dickinson.<br />

Peter Himmelman è l’autore della<br />

colonna sonora e del tema musicale.<br />

Numerosi i premi vinti dal serial, tra i<br />

quali un Emmy Award, un Genesis<br />

Axard, un Viewers for Quality Television<br />

Award, 3 Tv Guide Awards (2 a<br />

Brenneman, uno a Daly) e 3 ASCAP<br />

Awards. Della serie hanno scritto Guia<br />

Soncini su “Il Foglio” (“è un <strong>telefilm</strong><br />

da studiare […] riesce a non essere<br />

melenso […] Accadono miracoli: meditate,<br />

sceneggiatori italiani, meditate”)<br />

e Michele Anselmi su “Il Giornale”<br />

(“Amy incarna con dolce determinazione<br />

la qualità di un’America –<br />

problematica e onesta – che ci piace<br />

vedere al cinema. Ed è proprio la qualità<br />

cinematografica della serie, con le<br />

sue divagazioni, le sue fotografie in<br />

bianco e nero che ‘fissano’un’emozione,<br />

a fare la differenza”).<br />

Giudice di notte (Night Court) Con:<br />

Harry Anderson, Karen Austin, Selma<br />

Diamond, Richard Moll, John Larro­<br />

376<br />

quette, Paula Kelly, Ellen Foley,<br />

Markie Post, Charlie Robinson. Produzione:<br />

Usa, 1984, sit-com, colore<br />

(193/30’).<br />

CULT<br />

A New York esiste di tutto: anche un<br />

tribunale speciale di Manhattan aperto<br />

di notte che processa per direttissima<br />

le persone più stravaganti che hanno a<br />

che fare con la giustizia by night. E lo<br />

staff che accoglie questa varia umanità<br />

di delinquenti, pazzoidi, divorziati e<br />

topi d’appartamento non è meno folle<br />

di coloro che compaiono alla sbarra. A<br />

partire dal giudice Harry T. Stone<br />

(Harry Anderson, già in Cin Cin), dai<br />

metodi poco ortodossi: appassionato<br />

di magia, non disdegna di cimentarsi<br />

in qualche giochetto in aula; nel tempo<br />

rimanente cerca di scavare nella personalità<br />

<strong>dei</strong> sospettati per essere certo<br />

della loro pazzia. Anche Stone non è<br />

da meno: lui stesso è finito in prigione<br />

in gioventù per aver rubato una macchina<br />

con la quale è finito in una drogheria;<br />

nutre una passione smodata per<br />

il cantante Mel Tormè, tanto da voler<br />

sposare la prima donna che condividerà<br />

il suo fanatismo; scopre che suo<br />

padre è uno psicopatico che bazzica il<br />

tribunale. I suoi sistemi anticonvenzionali<br />

conquistano subito chi gli sta<br />

attorno: Lana Wagner (Karen Austin),<br />

un cancelliere scrupolosissimo segretamente<br />

innamorata di Stone; Dan<br />

Fielding (John Larroquette), un viceprocuratore<br />

distrettuale cinico e pieno<br />

di sé; Liz Williams (Paula Kelly),<br />

un’avvocatessa d’ufficio assai impetuosa;<br />

la bella procuratrice Christine<br />

Sullivan (Markie Post), talmente sensibile<br />

da mettersi a piangere quando<br />

perde una causa; l’avvocatessa Billie<br />

Young (Ellen Foley), la quale sostituisce<br />

l’uscente Williams; Mac Robinson<br />

(Charlie Robinson), chiamata a far la


377 Giuste sentenze<br />

staffetta con Lana Wagner in aula; gli<br />

uscieri “Bufalo” (Richard Moll) e Selma<br />

(Selma Diamond), che osservano<br />

con stupore come il giudice Harry amministri<br />

la giustizia. Il creatore e produttore<br />

Reinhold Weege ha firmato i<br />

successi di M.A.S.H. e Mary Tyler<br />

Moore Show. La serie, che si è aggiudicata<br />

7 Emmy Awards, si chiude con<br />

un colpo di scena del “terzo tipo”: il rapimento<br />

di Bufalo da parte degli alieni<br />

in rotta verso Giove. Nell’ultima puntata<br />

piovono offerte di ingaggio per<br />

Stone: tra le altre, quella di diventare<br />

portavoce della Nike o quella di seguire<br />

da manager l’idolo Mel Tormè.<br />

Harry Anderson compare anche dietro<br />

la macchina da presa. Jack Elliott è<br />

l’autore della colonna sonora. Michael<br />

J. Fox, Lou Ferrigno, Robert Englund,<br />

Fran Drescher, Sela Ward, Teri Hatcher,<br />

Johnny Carson, Marion Ross e<br />

Pam Grier sono tra le guest-stars. Mel<br />

Tormè compare in un cameo nei panni<br />

di sé stesso, per la gioia di Stone.<br />

Giudice istruttore, Il Con: Erland<br />

Josephson. Produzione: Italia, 1990,<br />

poliziesco, colore (6/60’).<br />

Le azioni giudiziarie del giudice Ferdinando<br />

Imposimato, compresi i dubbi<br />

circa possibili errori di procedura,<br />

sono al centro di un serial in cui il magistrato<br />

è interpretato da Erland Josephson,<br />

attore svedese caro a Ingmar<br />

Bergman. Il protagonista si muove tra<br />

delitti privati, sequestri di persona,<br />

traffico di stupefacenti, terrorismo.<br />

La regia asciutta di Florestano Vancini<br />

e Gian Luigi Calderone esalta uno<br />

<strong>dei</strong> primi esempi italiani di fictionrealtà<br />

televisiva, la quale si poggia<br />

sulle sceneggiature di Ennio De Concini<br />

e Silvana Buzzo. La serie si avvale<br />

della presenza cameo di Vittorio<br />

Gassman.<br />

Giulia (Julia) Con: Diahann Carroll,<br />

Marc Copage, Lloyd Nolan, Laurene<br />

Tuttle, Michael Link, Betty Beaird,<br />

Hank Brandt, Mary Wickes. Produzione:<br />

Usa, 1968, sit-com, colore (86/30’).<br />

È la prima serie americana ad avere<br />

avuto una protagonista di colore: la<br />

storia è quella di una vedova che cerca<br />

di allevare il proprio figlio tra mille<br />

difficoltà e cento risate. La cantanteattrice<br />

Diahann Carroll interpreta l’infermiera<br />

Giulia (Julia in originale)<br />

Baker, impiegata presso un’azienda<br />

aerospaziale di Los Angeles (suo marito<br />

è rimasto ucciso in Vietnam); Marc<br />

Copage veste i panni del figlio Corey,<br />

che all’epoca del primo ciak aveva sei<br />

anni. Tra gli altri protagonisti: Lloyd<br />

Nolan è il dottor Morton Chegley, il<br />

capo di Giulia; Laurene Tuttle ricopre<br />

il ruolo di Hannah Yarby, capo-infermiera;<br />

Michael Link è Earl J. Waggerdon,<br />

il miglior amico di Corey; Betty<br />

Beaird e Hank Brandt sono Marie e<br />

Leonard Waggerdon, i genitori di Earl;<br />

Mary Wickes è Melba Chegley, la moglie<br />

del dottor Chegley. Hal Kanter firma<br />

da creatore e produttore della sitcom.<br />

Jeff Alexander è l’autore della<br />

colonna sonora. Il personaggio interpretato<br />

da Diahann Carroll fu criticato<br />

dalla comunità di colore per non essere<br />

rappresentativo della condizione di disagio<br />

razziale dell’epoca. Jodie Foster<br />

compare in un cameo; Bob Hope fa capolino<br />

nei panni di sé stesso.<br />

Giuste sentenze (The Wright Verdicts)<br />

Con: Tom Conti, Margaret Colin,<br />

Aida Turturro. Produzione: Usa,<br />

1995, legale, colore (7/60’).<br />

Charles Wright (Tom Conti) è un avvocato<br />

inglese che opera nella Grande<br />

Mela da 15 anni; Sandy Hamor (Margaret<br />

Colin) è un’ex investigatrice della<br />

polizia che ora lavora come detecti­


Giustizia oscura<br />

ve privato; Lydia (Aida Turturro) è<br />

l’efficiente segretaria. Dick Wolf è il<br />

creatore e produttore esecutivo della<br />

serie che vede la sua forza nelle difficoltà<br />

incontrate dal protagonista di origini<br />

British per le strade di New York.<br />

Giustizia oscura Vedi I giustizieri<br />

della notte.<br />

Giustiziere della strada, Il (The<br />

Highwayman) Con: Sam Jones, Jacko,<br />

Jane Badler, Tim Russ, Claudia Christian,<br />

Jack Ging. Produzione: Usa,<br />

1988, avventura, colore (10/60’).<br />

La vera star del <strong>telefilm</strong> è un enorme tir<br />

a diciotto ruote dotato <strong>dei</strong> più moderni<br />

optional high-tech, guidato da due autisti<br />

che hanno il beneplacito del governo<br />

americano: il giustiziere della<br />

strada (in originale, the highwayman;<br />

interpretato da Sam Jones) e il suo amico-collega<br />

australiano Jetto (Jacko).<br />

Una misteriosa ragazza di nome Dawn<br />

(Claudia Christian) è il contatto tra il<br />

protagonista e il Dipartimento della<br />

Giustizia: in realtà è un’agente governativa<br />

che lavora sotto copertura come<br />

disc-jockey; in seguito, viene rimpiazzata<br />

dalla collega Tanya Winthrop (Jane<br />

Badler). Tim Russ è l’utile meccanico<br />

D.C. Montana. Il superiore del<br />

giustiziere è l’ammiraglio Conte (Jack<br />

Ging). Nella puntata-pilota della serie<br />

compariva il solo Jones, affiancato da<br />

G. Gordon Liddy, Jimmy Smits e dal<br />

lottatore di wrestling Roddy “Rowdy”<br />

Piper. Per quelli in caccia di curiosità,nella<br />

parte posteriore del tir campeggia<br />

lo slogan “If you love something,<br />

set it free”. Glen A. Larson è<br />

“al volante” del serial quale produttore<br />

esecutivo e autore del tema musicale<br />

(in quest’ultima veste con Stu Phillips).<br />

William Conrad, già voce narrante<br />

ne Il fuggiasco (1963) nonché prota­<br />

378<br />

gonista di Cannon (1971), racconta<br />

fuori campo, nella versione americana,<br />

le gesta <strong>dei</strong> protagonisti. Rob Bowman,<br />

futuro regista di X-Files (film e<br />

serie), compare dietro la macchina da<br />

presa in alcuni episodi. Una particolarità:<br />

la cabina di guida si può trasformare<br />

in un elicottero nei casi di estrema<br />

emergenza. Nel film-tv del 1987<br />

che ha ispirato la serie, il mega-tir vantava<br />

l’optional di diventare invisibile!<br />

La serie ha senz’altro ispirato il <strong>telefilm</strong><br />

18 Wheels of Justice (2000, inedito<br />

in Italia), in cui un bestione a 18 ruote<br />

ancor più avveneristico viene guidato<br />

da un agente del governo per debellare<br />

le ingiustizie on the road.<br />

Giustiziere di New York, Il (The<br />

Equalizer) Con: Edward Woodward,<br />

Robert Lansing, William Zabka, Steven<br />

Williams, Ron O’Neal, Chad Redding,<br />

Keith Szarabajka, Richard Jordan,<br />

Maureen Anderman. Produzione:<br />

Usa, 1985, poliziesco, colore (88/60’).<br />

È la versione moderna del serial western<br />

del ’57 Have Gun Will Travel, in<br />

cui Richard Boone interpretava un<br />

giustiziere solitario che si metteva a disposizione<br />

di chi aveva bisogno di aiuto.<br />

Ambientata a New York, la rivisitazione<br />

di metà anni ’80 vede protagonista<br />

l’ex agente governativo Robert<br />

McCall (interpretato dall’attore inglese<br />

Edward Woodward, vagamente somigliante<br />

a Michael Caine), il quale<br />

mette annunci sul giornale per prestare<br />

i suoi servigi a persone in difficoltà. Il<br />

suo compito è quello di riequilibrare<br />

(equalize) le situazioni di ordinaria ingiustizia;<br />

in realtà McCall intende riscattarsi<br />

da un passato non proprio<br />

limpido. Tra gli altri personaggi della<br />

serie: Control (Robert Lansing), l’ex<br />

superiore di MacCall; Scott (William<br />

Zabka), il figlio teenager del “giusti­


379 Glendora<br />

ziere”; il tenente di polizia Burnett<br />

(Steven Williams); il tenente Smalls<br />

(Ron O’Neal); il sergente Alice Shepard<br />

(Chad Redding); Mickey Kostmayer<br />

(Keith Szarabajka), il giovane<br />

assistente del protagonista. Nell’estate<br />

1987, proprio nell’anno in cui ha vinto<br />

il Golden Globe quale miglior attore<br />

televisivo dell’anno, Woodward è stato<br />

colpito da un infarto e ha dovuto rescindere<br />

il contratto: al suo posto è entrato<br />

in scena Richard Jordan nei panni<br />

di Harley Gage, ex collega di McCall;<br />

al suo fianco compare Pete O’Phelan<br />

(Maureen Anderman), un altro ex<br />

agente federale che lavora in un locale.<br />

La serie è creata da Richard Lindheim<br />

e Michael Sloan; Stuart Cohen e James<br />

Duff McAdams sono tra i produttori<br />

esecutivi; l’ex batterista <strong>dei</strong> Police,<br />

Stewart Copeland, è tra gli autori della<br />

colonna sonora techno-pop. Tobe<br />

Hooper è tra i registi del serial che prevede<br />

un’ampia galleria di guest-stars:<br />

tra le altre, Christian Slater, Kevin<br />

Spacey, Adam Ant, Steve Buscemi, lo<br />

stesso Stewart Copeland, Ed Lauter,<br />

Meat Loaf, Tomas Milian, Robert Mitchum,<br />

Tony Musante, Lori Petty,<br />

Amanda Plummer, Telly Savalas.<br />

Giustizieri della città, I Vedi Hardcastle<br />

and McCormick.<br />

Giustizieri della notte, I (Dark Justice)<br />

Con: Ramy Zada, Bruce Abbott,<br />

Clayton Prince, Dick O’Neill, Begona<br />

Plaza, Viviane Vives, Janet Gunn, Carrie<br />

Anne Moss, Kit Kincannon. Produzione:<br />

Usa/Spagna, 1991, poliziesco,<br />

colore (66/60’).<br />

In onda nella fascia notturna della<br />

CBS Crime Time after Prime Time, la<br />

serie ricorda vagamente Hardcastle<br />

and McCormick (1983) e, ancor di più,<br />

film di denuncia sull’ingiustizia ame­<br />

ricana come Condannato a morte per<br />

mancanza di indizi (1983): anche qui<br />

un giudice decide di far rispettare le<br />

leggi a modo suo. Ramy Zada e Bruce<br />

Abbott interpretano uno dopo l’altro<br />

Nicholas Marshall, di giorno giudice<br />

in tribunale, di notte giustiziere motociclista.<br />

Tutto ha inizio quando la moglie<br />

e la figlia del protagonista vengono<br />

uccise e i colpevoli vengono rilasciati<br />

per un cavillo: da quel momento<br />

nasce la seconda vita dell’uomo di legge.<br />

Nel corso delle sue avventure notturne,<br />

Marshall viene affiancato da Jericho<br />

“Gibs” Gibson (Clayton Prince),<br />

Arnold “Moon” Willis (Dick O’Neill)<br />

e Cat Duran (Begona Plaza), che dirige<br />

tra l’altro una scuola materna. Dopo<br />

che quest’ultima finisce uccisa, il suo<br />

posto viene prima preso dalla figura di<br />

Maria Marti (Viviane Vives), quindi<br />

da Kelly Cochran (Janet Gunn). Tra gli<br />

altri personaggi ricorrenti entrano in<br />

scena Tara McDonald (Carrie Anne<br />

Moss), la segretaria di Marshall e il<br />

procuratore Ken Horton (Kit Kincannon).<br />

Coprodotta da America e Spagna,<br />

la serie ideata da Jeff Freilich è<br />

stata girata in gran parte a Barcellona;<br />

in Italia è passata anche con il titolo di<br />

Giustizia oscura. James Cappe è il supervisore<br />

della produzione; Ashley<br />

Irwin compone la colonna sonora.<br />

Glendora (The Quest) Con: Perry<br />

King, Ray Vitte, Karen Austin, Noah<br />

Beery jr., Ralph Michael, John Rhys<br />

Davies, Michael Billington. Produzione:<br />

Usa, 1982, avventura, colore<br />

(14/60’; 1/90’).<br />

Vagamente ispirato al successo del<br />

film I predatori dell’arca perduta<br />

(1981), il serial racconta di quattro<br />

americani destinati al trono del regno<br />

di Glendora, che rischia di venire assorbito<br />

dalla Francia nel tredicesimo


Glitter 380<br />

secolo. Il fotoreporter playboy Dan<br />

Underwood (Perry King), l’artista della<br />

truffa Cody Johnson (Ray Vitte), la<br />

venditrice di scarpe Carrie (Karen Austin)<br />

e il poliziotto in pensione Art<br />

(Noah Beery jr.): chi di loro si dimostrerà<br />

più scaltro? Chi di loro ce la<br />

farà? Ralph Michael interpreta Charles<br />

Phillipe, il re di Glendora che sta<br />

per lasciare lo scettro; John Rhys Davies<br />

è Sir Edward, l’aiutante “regale”;<br />

Michael Billington veste i panni del<br />

conte esiliato Louis Dardinay, che trama<br />

contro l’avvento degli yankees. In<br />

ogni puntata il poker di aspiranti re si<br />

sottopone a una prova attitudinale.<br />

Jaunita Bartlett firma da ideatore e<br />

produttore esecutivo, in quest’ultima<br />

veste al fianco di Stephen J. Cannell.<br />

Glitter (Id.) Con: Arthur Hill, David<br />

Birney, Morgan Brittany, Christopher<br />

Mayer, Dianne Kay, Timothy Patrick<br />

Murphy, Tracy Nelson, Arte Johnson,<br />

Millie Slavin. Produzione: Usa, 1984,<br />

drammatico, colore (14/60’).<br />

Negli uffici del settimanale di tendenza<br />

“Glitter”, chi ci lavora sembra uscito<br />

da una delle sue tante rubriche di<br />

gossip. Tra amori e amorazzi si divincolano<br />

l’editore Charles Hardwick<br />

(Arthur Hill); il reporter Sam Dillon<br />

(David Birney); la giornalista Kate<br />

Simpson (Morgan Brittany), la figlia<br />

di Hardwick; i cronisti Pete Bozak<br />

(Christopher Mayer) e Jennifer Douglas<br />

(Dianne Kay); il fattorino Chip<br />

(Timothy Patrick Murphy); la centralinista<br />

Angela (Tracy Nelson); il fotografo<br />

Clive Richlin (Arte Johnson);<br />

Ellen (Millie Slavin), la segretaria dell’editore.<br />

In bilico tra commedia e cronaca,<br />

la serie è stata definita dal suo<br />

produttore – Duane Poole – come “uno<br />

schizofrenico ritratto della realtà”.<br />

Schizofrenico come il pubblico ameri­<br />

cano, che ha relegato il <strong>telefilm</strong> firmato<br />

da Aaron Spelling al 94esimo posto<br />

<strong>dei</strong> serial in onda in prima serata nella<br />

stagione 1984-’85. Ginger Rogers<br />

compare in un cameo. Più di un critico<br />

ha visto nella serie una sorta di trasposizione<br />

pungente di quello che poteva<br />

accadere nella redazione del settimanale<br />

“People”.<br />

Glory Days (Id.) Con: Spike Alexander,<br />

Evan Mirand, Nicholas Kallsen,<br />

Brad Pitt, Robert Costanzo, Beth Broderick,<br />

Frederick Coffin, Sam Jenkins.<br />

Produzione: Usa, 1990, drammatico,<br />

colore (6/60’).<br />

La storia è quella di quattro amici che<br />

si sono appena laureati alla Kensington<br />

High School. Fanno parte del<br />

poker: il poliziotto principiante Dave<br />

Rutecki (Spike Alexander); il fraterno<br />

Fopiano (Evan Mirand); Peter “T-Bone”<br />

Trigg (Nicholas Kallsen), fanatico<br />

di rock’n’roll; Walker Lovejoy (interpretato<br />

da un non ancora famosissimo<br />

Brad Pitt), un fuoricorso con aspirazioni<br />

da giornalista al “Century Post”.<br />

Tra gli altri interpreti del serial: Robert<br />

Costanzo sfoggia il distintivo del tenente<br />

V.T. Krantz, il capo di Rutecki;<br />

Beth Broderick veste i panni di Sheila<br />

Jackson, l’editore di Lovejoy; Frederick<br />

Coffin è Jim, il padre di quest’ultima;<br />

Sam Jenkins ricopre il ruolo di<br />

Sherry Jensen, la fidanzata del bellone<br />

<strong>dei</strong> quattro (indovinate chi...). Patrick<br />

Hasburgh è il creatore della serie; Michael<br />

Nemirsky firma da produttore;<br />

Peter Bernstein è l’autore della colonna<br />

sonora. Il <strong>telefilm</strong> è stato girato a<br />

Vancouver.<br />

Goggle Five (Dai Sentai Goggle Five)<br />

Con: Ryoji Akagi, Junichi Kasuga,<br />

Shigheru Ishii, Sanpei Godai, Megumi<br />

Okawa. Produzione: Giappone,


381 Good Grief<br />

1982, fantascienza, colore (50/30’).<br />

Il professor Hongo dell’Istituto di Ricerche<br />

Scientifiche per il Futuro seleziona<br />

cinque guerrieri per difendere la<br />

Terra dal diabolico Impero Scientifico<br />

di Deathdark. Con l’aiuto <strong>dei</strong> computer<br />

dell’Istituto, dotati di veicoli da battaglia<br />

che possono combinarsi tra loro<br />

per formare il gigantesco Goggle Robot,<br />

i cinque eroi, ognuno rappresentante<br />

dello spirito di una cultura terrestre,<br />

affrontano l’esercito di mostri<br />

sintetici di Deathdark per poi scontrarsi<br />

con il supremo Imperatore Taboo.<br />

Nelle loro uscite carnevalesche si fanno<br />

notare: il Goggle rosso (Ryoji Akagi),<br />

rappresentante delle popolazioni<br />

dell’Atlantico; il Goggle nero (Junichi<br />

Kasuga), simbolo vivente delle tradizioni<br />

asiatiche; il Goggle blu (Shigheru<br />

Ishii) fa vivere la gloria dell’Egitto;<br />

il Goggle giallo (Sanpei Godai) riporta<br />

in vita il continente perduto noto come<br />

Mu; il Goggle rosa (Megumi Okawa)<br />

eredita la forza <strong>dei</strong> Maya e degli Aztechi.<br />

La serie, ideata da Saburo Yade, è<br />

una produzione Toei Co. Ltd. e Tv<br />

Asahi. La colonna sonora è di Michiaki<br />

Watanabe.<br />

Goletta di Capitan McGill, La<br />

(The Rovers) Con: Edward Hepple,<br />

Noel Trevarthen, Rowena Wallace.<br />

Produzione: Australia, 1969, avventura,<br />

colore (39/30’).<br />

Sull’onda lunga delle serie d’avventura<br />

australiane degli anni ’60, questo <strong>telefilm</strong><br />

propone le vicissitudini del Capitan<br />

McGill (Edward Hepple) e <strong>dei</strong><br />

fedeli compagni di navigazione Bob<br />

Wild (Noel Trevarthen) e Rusty Collins<br />

(Rowena Wallace).<br />

Good and Evil (Id.) Con: Teri Garr,<br />

Margaret Whitton, Marian Seldes,<br />

Brooke Theiss, Marius Weyers, Mark<br />

Blankfield, Lane Davies, Lane Smith,<br />

Mary Gillis, Seth Green, Sherman<br />

Howard, William Shockley. Produzione:<br />

Usa, 1991, sit-com, colore (22/30’).<br />

Creata da Susan Harris (Cuori senza<br />

età), la sit-com racconta di due sorelle<br />

caratterialmente all’opposto che abitano<br />

a Seattle: Denise Sandler (Teri<br />

Garr) è una donna in carriera dai facili<br />

costumi; Genny (Margaret Whitton) è<br />

una vedova biochimico sulla via…<br />

della santità. Marian Seldes interpreta<br />

mamma Charlotte; Brooke Theiss è<br />

Caroline, la figlia di Genny muta dalla<br />

morte del padre (la ragazzina rompe<br />

però il silenzio nell’ultima puntata);<br />

Marius Weyers dà vita al marito<br />

scomparso di Denise che ricompare in<br />

scena dopo essere stato ibernato sul<br />

Monte Everest; Mark Blankfield è<br />

George, lo psichiatra cieco che cerca<br />

di concupire Genny; Lane Davies veste<br />

i panni del dottor Eric Haan, anch’egli<br />

corteggiatore di Genny; Lane<br />

Smith è Harlan Shell, invaghito di<br />

Charlotte; Mary Gillis si siede dietro<br />

la scrivania di Mary, la segretaria di<br />

Denise; Seth Green interpreta David,<br />

il figlio teenager di Denise; Sherman<br />

Howard ricopre il ruolo di Roger, l’assistente<br />

di Denise; William Shockley<br />

è Sonny. La federazione americana<br />

<strong>dei</strong> non vedenti ha protestato con tanto<br />

di picchetto per la messa in ridicolo<br />

del personaggio di George, che distrugge<br />

qualsiasi cosa con il suo bastone;<br />

l’ABC ha risposto che “nessun<br />

personaggio della sit-com è credibile”.<br />

Tony Thomas e Paul Junger Witt<br />

sono i produttori esecutivi che affiancano<br />

Susan Harris.<br />

Good Grief (Id.) Con: Howie Mandel,<br />

Joel Brooks, Wendy Schaal, Sheldon<br />

Feldner, Tom Poston. Produzione:


Good Morning, Miss Bliss<br />

Usa, 1990, sit-com, colore (13/30’).<br />

Nonostante racconti le gesta di due cognati<br />

impegnati a gestire un’agenzia di<br />

pompe funebri, la Sincerity Mortuary,<br />

si tratta di una sit-com da morire... dal<br />

ridere. Howie Mandel interpreta l’esuberante<br />

Ernie Lapidus, da poco unitosi<br />

all’attività di famiglia a Dacron, nell’Ohio;<br />

Joel Brooks è invece il posato<br />

parente-collega Warren Pepper. Wendy<br />

Schaal veste i panni di Debbie, la<br />

moglie di Ernie (nonché sorella di<br />

Warren); Sheldon Feldner è Raoul,<br />

l’eccentrico assistente di Ernie; Tom<br />

Poston entra in scena come Ringo<br />

Prowley, un vecchio amico del padre<br />

di Ernie che spera che quest’ultimo gli<br />

possa offrire un lavoro. Stu Silver è il<br />

creatore della serie che in originale<br />

s’intitola “buon cordoglio”; lo stesso<br />

Silver ricopre il ruolo di produttore<br />

esecutivo in compagnia di Larry Brezner<br />

e David Steinberg. Sorta di antenata<br />

di Six feet under (2001), la serie è<br />

stata girata in California, tra Hollywood<br />

e Northridge. L’ultimo episodio<br />

del <strong>telefilm</strong> è diretto da Jerry<br />

Lewis.<br />

Good Morning, Miss Bliss (Id.)<br />

Con: Hayley Mills, Mark-Paul Gosselaar,<br />

Dustin Diamond, Lark Voorhies,<br />

Dennis Haskins. Produzione: Usa,<br />

1987, sit-com, colore (13/30’).<br />

Si tratta del prequel di Bayside School<br />

(1989), con protagonista il personaggio<br />

di Miss Carrie Bliss (Hayley Mills),<br />

insegnante vedova da un anno attorno<br />

alla quale ruota un gruppo di<br />

adolescenti californiani al JFK Junior<br />

High nell’Indiana: tra gli altri, il rubacuori<br />

Zack Morris (Mark-Paul Gosselaar),<br />

lo sfigato Samuel “Screech”<br />

Powers (Dustin Diamond), la lolita Lisa<br />

Turtle (Lark Voorhies). Dennis Haskins<br />

interpreta il preside Richard Bel­<br />

382<br />

ding. Dopo aver insegnato storia per<br />

11 anni, Miss Bliss è diventata popolare<br />

per i suoi metodi d’insegnamento<br />

poco ortodossi: “i problemi <strong>dei</strong> miei<br />

studenti sono anche problemi miei” è<br />

il suo motto di... classe. Tutto il cast è<br />

stato confermato nel sequel del 1989.<br />

Carla Gugino compare tra le gueststars.<br />

La sit-com è una produzione<br />

Buena Vista.<br />

Good Times (Id.) Con: Esther Rolle,<br />

John Amos, Jimmie Walker, Bernadette<br />

Stanis, Ralph Carter, Ja’Net Du-<br />

Bois, Johnny Brown, Moses Gunn, Janet<br />

Jackson, Ben Powers. Produzione:<br />

Usa, 1974, sit-com, colore (133/30’).<br />

È stato il primo spin-off di uno spinoff:<br />

la serie è una derivazione di Maude<br />

(1972), a sua volta “figlia” di Arcibaldo<br />

(1971). Ambientato a Chicago,<br />

il <strong>telefilm</strong> racconta di una famiglia di<br />

colore che tira avanti: Esther Rolle interpreta<br />

Florida Evans, colei che in<br />

Maude ricopriva il ruolo della domestica;<br />

John Amos è James, il marito perennemente<br />

disoccupato. Non manca<br />

un tris di figli sui generis: il primogenito<br />

J.J. (Jimmie Walker), che parla<br />

quasi esclusivamente in slang; Bernadette<br />

Stanis è Thelma, la figlia teenager;<br />

Ralph Carter interpreta Michael,<br />

il più piccolo ma anche il più serio <strong>dei</strong><br />

tre. Tra gli altri personaggi che bussano<br />

alla porta della famiglia protagonista:<br />

la vicina Willona Woods (Ja’net<br />

DuBois) e il custode Mr. Bookman<br />

(Johnny Brown). Amos ha lasciato la<br />

serie dopo poche stagioni: venne spiegato<br />

che James aveva trovato lavoro<br />

nel Mississippi ma che era rimasto ucciso<br />

in un incidente automobilistico; il<br />

suo posto è stato preso da Moses Gunn<br />

nelle vesti di Carl Dixon, il nuovo<br />

compagno di Florida. Dopo poco anche<br />

Esther Rolle ha abbandonato il set


383 Grande barriera, La<br />

con la scusa che il suo personaggio si<br />

trasferiva con il nuovo partner in Arizona.<br />

I tre ragazzi rimangono a Chicago<br />

con la supervisione della vicina; Janet<br />

Jackson entra nel cast nei panni di<br />

Penny, una ragazza disadattata che<br />

viene adottata da Willona. In seguito<br />

Esther Rolle è tornata sui suoi passi per<br />

ricomparire nelle ultime puntate;<br />

Thelma sposa Keith Anderson (Ben<br />

Powers), un idolo del football. La serie,<br />

creata da Eric Monte e Michael<br />

Evans (che interpretava Lionel ne I<br />

Jefferson), vanta una schiera di produttori<br />

esecutivi che si sono alternati<br />

nel corso delle stagioni; in ordine di<br />

apparizione: Norman Lear, Allan Manings,<br />

Austin e Irma Kalish, Norman<br />

Paul. Il tema musicale gospel è firmato<br />

da Marilyn e Alan Bergman in collaborazione<br />

con Dave Grusin. Tra i volti<br />

noti di passaggio troviamo Philip Michael<br />

Thomas, Luis Gossett jr., Charlotte<br />

Rae, Debbie Allen, Jay Leno,<br />

Gary Coleman.<br />

Gorilla, Il (Le gorille) Con: Karim<br />

Allaoui, François Périer. Produzione:<br />

Francia/Germania/Italia/Spagna/Australia,<br />

1990, poliziesco, colore<br />

(13/90’).<br />

Dopo esser nato dalla penna del romanziere<br />

A.L. (Antoine Louis) Dominique,<br />

dopo le trasposizioni cinematografiche<br />

del 1958 (Le gorille vous salue<br />

bien, con Lino Ventura) e del 1962<br />

(Le gorille a mordu l’archevêque, con<br />

Roger Hanin), l’agente di polizia Geo<br />

Paquet detto “il gorilla” sbarca in televisione<br />

con il volto di Karim Allaoui,<br />

fisicamente perfetto nel ruolo ma poco<br />

disposto alla parodia strisciante voluta<br />

dagli sceneggiatori. Tra i personaggi di<br />

contorno spicca la figura di Berthomieu,<br />

interpretato da François Périer.<br />

Edouard Molinaro, l’ex “gorilla” Ro­<br />

ger Hanin e il “nostro” Vittorio Sindoni<br />

compaiono dietro la macchina da<br />

presa. Piero Montanari è l’autore della<br />

colonna sonora.<br />

Grande avventura, La (The Great<br />

Adventure) Con: interpreti vari. Produzione:<br />

Usa, 1963, avventura, colore<br />

(26/60’).<br />

Van Heflin introduce ogni storia di<br />

questa ambiziosa serie antologica e storica<br />

prodotta da John Houseman. Bernard<br />

Hermann firma la musica di due<br />

episodi. Lee Marvin, Joseph Cotten,<br />

Ron Howard, Lloyd Bridges e Brian<br />

Keith sono tra le guest-stars del <strong>telefilm</strong><br />

che si avvale del contributo della<br />

National Education Association.<br />

Grande barriera, La (Barrier Reef)<br />

Con: Joe James, George Assang, Harold<br />

Hopkins, Ken James, Tina Cornioley,<br />

Ihab Nafa, Rowena Wallace,<br />

Susannah Brett. Produzione: Australia,<br />

1971, avventura/spionaggio, colore<br />

(39/30’).<br />

È stata la prima serie della televisione<br />

ad avvalersi di riprese a colori sottomarine<br />

girate realmente in luoghi naturali,<br />

ovvero la Grande Barriera del<br />

North Queensland. Qui veleggia la<br />

“New Endeavour”, sull’onda di ricerche<br />

scientifiche e salvataggi segretissimi<br />

per conto della General Trust<br />

Corporation; l’equipaggio può contare<br />

sul sofisticato sistema elettronico “Minus<br />

Five” – Minus Identification Nuclear<br />

Undersea Seismography Mark V<br />

– in grado di analizzare geologicamente<br />

tutto quello che succede sotto il livello<br />

del mare. A bordo si danno da fare:<br />

il capitano Ted King (Joe James),<br />

l’assistente Jack Meuraki (George Assang),<br />

la ciurma d’assalto composta da<br />

Steve Gabo (Harold Hopkins) e Kip<br />

Young (Ken James), la radiofonista


Grande lotteria, La<br />

Kelly Clarke (Tina Cornioley), il dottor<br />

Paul Hanna (interpretato dall’egiziano<br />

Ihab Nafa), scienziato del governo<br />

spedito sull’imbarcazione dal Consiglio<br />

Scientifico, in seguito sostituito<br />

dapprima dalla collega Tracey Deane<br />

(Rowena Wallace), quindi da Elisabeth<br />

Grant (Susannah Brett). Il vero<br />

protagonista della serie è tuttavia il veliero:<br />

lungo 135 piedi, pesa 220 tonnellate<br />

ed è stato costruito nel 1919 a<br />

Svenberg, in Danimarca; nel corso<br />

della Seconda guerra mondiale è stato<br />

colpito da una mina sulla costa scandinava,<br />

per poi essere riparato nel 1945 e<br />

giungere in Australia nel 1965; la produzione<br />

della serie ha speso 100 mila<br />

dollari per la messa a punto dell’imbarcazione<br />

(compresa l’aria condizionata,<br />

le nuove vele, le docce in tutte le<br />

cabine, i filtri per la desalinizzazione…);<br />

nel <strong>telefilm</strong> la “New Endeavour”<br />

è capace di raggiungere i 100<br />

chilometri orari e può contare su un<br />

mini-sommergibile a due posti (costruito<br />

in Italia!), radar avveniristici,<br />

missili dell’ultima generazione. Due<br />

episodi della serie sono stati riscritti ad<br />

hoc sul contemporaneo ciclone Ada<br />

che stava spazzando le isole Hayman,<br />

Daydream e South Molle. In principio<br />

il <strong>telefilm</strong> doveva intitolarsi Minus Five,<br />

come il marchingegno che anima la<br />

“New Endeavour”. Il più costoso serial<br />

mai prodotto all’epoca in Australia<br />

è ideato da Lee Robinson e John Mc-<br />

Callum, quest’ultimo altresì produttore<br />

esecutivo con Bob Austin. Sebbene<br />

tutte le riprese siano state effettuate<br />

presso la Grande Barriera, la prima<br />

puntata è stata girata nei dintorni di<br />

Canberra.<br />

Grande lotteria, La ($weepstake$)<br />

Con: Edd Byrnes. Produzione: Usa,<br />

1979, avventura, colore (10/60’)<br />

384<br />

Che cosa fareste se vinceste un milione<br />

di dollari alla lotteria? Quali sarebbero<br />

le vostre reazioni? Come cambierebbe<br />

la vostra vita? È quello che si<br />

chiede e mette in scena un serial che<br />

anticipa di qualche anno Lottery, dal<br />

plot assai simile. In ogni puntata si affrontano<br />

12 finalisti, mentre le telecamere<br />

si concentrano su tre di essi, su<br />

come spenderebbero la vincita, sulle<br />

loro attese, gioie e delusioni. Edd Byrnes<br />

è colui che consegna la vincita.<br />

Thomas L. Miller è il creatore della serie<br />

insieme a Robert Dozier, che firma<br />

altresì da produttore esecutivo. Patrick<br />

Macnee compare quale guest-star.<br />

Grande teatro del West, Il (The<br />

Guns of Will Sonnett) Con: Walter<br />

Brennan, Dack Rambo. Produzione:<br />

Usa, 1967, western, colore (45/30’).<br />

Sul finire degli anni ’60 il produttoreguru<br />

Aaron Spelling cavalca la moda<br />

western per raccontare le gesta di Will<br />

Sonnett (Walter Brennan), una ex guida<br />

della Cavalleria che si ritrova ad allevare<br />

e addestrare il nipote dopo che il<br />

padre di quest’ultimo se ne è andato<br />

per diventare un pistolero. Dack Rambo<br />

interpreta il giovane Jeff Sonnett,<br />

deciso a ritrovare papà Jim anche a costo<br />

di girare tutto il West. Jason Evers<br />

compare occasionalmente nei panni<br />

del genitore scomparso (la serie, ambientata<br />

intorno al 1870, è stata interrotta<br />

prima che venisse rintracciato).<br />

Walter Brennan canta la sigla composta<br />

da Hugo Friedhofer.<br />

Grande vallata, La (The Big Valley)<br />

Con: Barbara Stanwyck, Richard<br />

Long, Peter Breck, Charles Briles,<br />

Linda Evans, Lee Majors, Napoleon<br />

Whiting. Produzione: Usa, 1965, western,<br />

colore (112/60’).<br />

Nata come risposta dell’ABC al succes­


385 Grandi domani<br />

so di Bonanza (NBC), la serie racconta<br />

la saga familiare <strong>dei</strong> Barkley nel 1870,<br />

presso il loro ranch di 30.000 acri nella<br />

(grande) vallata di San Joaquin, in California.<br />

Sebbene il possedimento sia<br />

più piccolo di quello del serial concorrente<br />

(Ponderosa misurava 600.000<br />

acri), esso vanta una miniera, un vigneto,<br />

un campo di aranci e un servitore<br />

di colore. A capo del clan svetta la<br />

determinata vedova Victoria (Barbara<br />

Stanwyck), simbolo della dissoluzione<br />

della famiglia patriarcale; al suo<br />

fianco i cinque figli: l’avvocato Jarrod<br />

(Richard Long), l’impetuoso Nick<br />

(Peter Breck), l’introverso Eugene<br />

(Charles Briles), la bella Audra (Linda<br />

Evans) e Heath (Lee Majors), il figlio<br />

illegittimo metà indiano avuto dal marito<br />

di Victoria. Completa il cast Napoleon<br />

Whiting nei panni del domestico<br />

Silas. Il serial annovera un tris di produttori<br />

esecutivi: Arthur Gardner, Arnold<br />

Laven e Jules V. Levy. A.I. Bezzerides<br />

e Louis F. Edelman sono gli<br />

ideatori della serie che vanta la colonna<br />

sonora del trombettista jazz George<br />

Duning e di Lalo Schifrin. Charles<br />

Bronson, Ron Howard, Richard Dreyfuss,<br />

Dennis Hopper, Bruce Dern,<br />

Martin Landau, Leslie Nielsen, William<br />

Shatner sono tra le guest-stars<br />

che bussano a casa Barkley.<br />

Grandi detective, I (The great detective)<br />

Con: Douglas Campbell, James<br />

Duggan, Eve Crawford, Moya<br />

Fenwick, Sandy Webster. Produzione:<br />

Canada, 1979, poliziesco, colore<br />

(6/60’).<br />

Storie poliziesche canadesi con protagonista<br />

assoluto l’ispettore Cameron<br />

(Douglas Campbell). Ai suoi comandi<br />

risponde il sergente Striker<br />

(James Duggan), mentre Molly (Eve<br />

Crawford), Madame Durant (Moya<br />

Fenwick) e Chisholm (Sandy Webster)<br />

sono le tre presenze femminili.<br />

Tra i casi affrontati da Cameron: il ritrovamento<br />

del cadavere di uno sconosciuto,<br />

un rapimento per un riscatto<br />

di diamanti e gli strani decessi all’interno<br />

di un ospedale. Tim Williams<br />

firma da produttore.<br />

Grandi domani Con: Marco Giallini,<br />

Irene Ferri, Francesco Paolantoni,<br />

Alice Mistroni, Simone Piccioni, Germana<br />

Bonaparte, Annamaria Torniai,<br />

Primo Reggiani, Michele Alhaique,<br />

Stella Rotondaro, Fathy Elgharbawy,<br />

Sahil Kumar, Giulia Bevilacqua, Massimiliano<br />

Varrese, Giovanna Rei, Milena<br />

Mancini, Oriella Dorella, Giovanni<br />

Esposito, Susy Del Giudice, Roberta<br />

Paioletti, Raffaella Mennoia,<br />

Mariolina De Fano. Produzione: Italia,<br />

2005, drammatico, colore (24/60’).<br />

In realtà è un capolavoro. Un mirabile<br />

saggio di danza, sulle punte, tra Saranno<br />

famosi, Paso adelante e Amici di<br />

Maria De Filippi (che non a caso si<br />

chiamava originariamente Saranno<br />

famosi, tanto per chiudere il cerchio).<br />

Nel comunicato stampa di lancio si<br />

legge: “Dopo il successo del format<br />

Amici, la Fascino, società di produzione<br />

di Maurizio Costanzo e Maria De<br />

Filippi, ha intrapreso la strada della<br />

fiction per sviluppare lo stesso appassionante<br />

tema: l’Accademia dello<br />

Spettacolo”. La serie, infatti, è ambientata<br />

all’interno di una scuola romana<br />

che forma giovani talenti nella<br />

“Santa Trinità” <strong>dei</strong> “volemo esse’ famosi”:<br />

danza, canto e recitazione. A<br />

dirigere la scuola sono Dante (Marco<br />

Giallini), insegnante di recitazione<br />

nonché anima artistica dell’Accademia,<br />

il quale vive la recitazione come<br />

utopia e come liberazione, e Lucia<br />

(Irene Ferri), affascinante ma implaca­


Grandi domani<br />

bile amministratrice, intelligente e<br />

brillante anche se le sue decisioni sono<br />

mosse da un impercettibile senso di disaffezione<br />

verso il mondo degli artisti.<br />

Tra i professori spicca Virgilio (Francesco<br />

Paolantoni), docente di Storia<br />

dello Spettacolo, che nutre una totale<br />

sfiducia nel bagaglio culturale <strong>dei</strong> ragazzi<br />

e non manca di farlo notare. Tra<br />

gli altri esponenti del corpo docente<br />

emergono: Francesca (Alice Mistroni),<br />

la brava ma fragile insegnante di<br />

canto; è una cantante a metà tra il jazz e<br />

la musica leggera che ha avuto i suoi<br />

momenti di popolarità e successo a<br />

fianco del suo amico musicista Gianni<br />

(Simone Piccioni), ma ha dovuto fare<br />

presto i conti con il panico da palcoscenico<br />

che le ha causato non pochi<br />

problemi. Viola (Germana Bonaparte),<br />

l’insegnante di danza di trent’anni,<br />

ha raggiunto un’età critica per una ballerina:<br />

insegnare nella scuola, malgrado<br />

possa rappresentare una situazione<br />

professionale di prestigio, significa<br />

per lei vivere accompagnata da inquietudini;<br />

è la più giovane tra i professori,<br />

tanto che gli studenti appena iscritti<br />

continuano a scambiarla per una di loro.<br />

Odelia (Annamaria Torniai), l’insegnante<br />

più anziana della scuola, che si<br />

dedica alla musica, è una donna dalla<br />

natura spirituale, quasi eterea, che non<br />

insegna propriamente musica, bensì –<br />

idea di Dante – “ascolto alla musica”.<br />

6 gli studenti di cui si seguono le vicende<br />

scolastiche e private: Simone<br />

(Primo Reggiani) ha condotto, insieme<br />

all’amico di sempre Andrea (Michele<br />

Alhaique), una vita sregolata, ai<br />

margini della legalità, fino a quando<br />

arriva per caso alla Scuola delle Arti<br />

accompagnando un’amica; alla scuola<br />

ci capita il giorno prima di entrare in<br />

carcere per scontare una pena passata<br />

in giudicato, in fuga da loschi perso­<br />

386<br />

naggi con i quali ha contratto un debito<br />

di denaro; quel giorno Simone decide<br />

di fingersi un altro, un po’ per gioco e<br />

un po’ per disperazione, e la sua prova<br />

di recitazione risulta così convincente<br />

che Dante fa l’impossibile per toglierlo<br />

dal carcere e farlo iscrivere alla<br />

scuola. Sara (Stella Rotondaro), la studentessa<br />

di canto il cui vero nome è<br />

Sarasvati, è di origini indiane: il suo<br />

babbo Naren (Fathy Elgharbawy) si è<br />

trasferito in Italia per aprire un ristorante<br />

insieme all’amata moglie che<br />

però è morta prematuramente lasciandolo<br />

a occuparsi della figlia e del fratellino<br />

undicenne Rajiv (Sahil Kumar);<br />

Naren è molto legato alle tradizioni<br />

indiane, per questo tiene costantemente<br />

sotto controllo Sara, che invece<br />

vorrebbe vivere la sua vita e dare<br />

sfogo all’innata passione per il canto,<br />

in cui riesce a sprigionare un talento<br />

fuori dal comune. La più giovane del<br />

gruppo è Paola (Giulia Bevilacqua),<br />

proveniente da una famiglia piuttosto<br />

modesta e “figlia” della televisione più<br />

recente: sogna il grande salto attraverso<br />

la passione per la recitazione, ma i<br />

suoi modelli sono le showgirls della tv,<br />

senza distinzioni fra veline, conduttrici,<br />

ballerine, eccetera: tanto, più o meno<br />

tutte fanno un po’di tutto. Il ballerino<br />

Furio (Massimiliano Varrese) è tanto<br />

schivo quanto determinato: ha un<br />

unico obiettivo, diventare il più grande<br />

ballerino di danza classica; si iscrive<br />

alla scuola per ricavarne il meglio ma<br />

non è mai contento di sé; il suo carattere<br />

solitario offusca talvolta il suo talento.<br />

Rebecca (Valeria Mancini) è anche<br />

lei un’aspirante ballerina, nonché –<br />

fondamentale per attirare l’attenzione<br />

di Furio – figlia dell’étoile di successo<br />

Silvia (Oriella Dorella): segue le orme<br />

della madre su un piano di conflittualità<br />

che la rende tenace nonostente un


387 Grani di pepe, I<br />

carattere fragile e timido. Il vero outsider<br />

del gruppo studentesco è il trentacinquenne<br />

Matteo (Giovanni Esposito),<br />

un barzellettiere nato, sposato con<br />

Monica (Susy Del Giudice) e padre di<br />

una bimba di 5 anni, Aurelia (Roberta<br />

Paioletti); a un certo punto della sua vita,<br />

prima che potesse essere troppo tardi<br />

– per certi versi, era già troppo tardi:<br />

l’Accademia non potrebbe accettare i<br />

maggiori di 26 anni – si presenta alla<br />

scuola: è ammesso come uditore alle<br />

lezioni di recitazione e la sua presenza<br />

all’interno dell’istituzione è stata conquistata<br />

più dall’insistenza che non<br />

dalla sua reale bravura. Tra le figure di<br />

contorno: Elena (Giovanna Rei), figlia<br />

<strong>dei</strong> proprietari e barista della scuola, la<br />

quale coltiva il sogno della recitazione<br />

e intanto è la regina incontrastata <strong>dei</strong><br />

pettegolezzi; la segretaria Marina<br />

(Raffaella Mennoia), l’unica ad apprezzare<br />

l’arrivo della rigorosa Lucia;<br />

Domenica (Mariolina De Fano), la<br />

madre di Matteo che spera sempre di<br />

“raddrizzare” il figlio verso scelte di<br />

vita più sicure. Nonostante si punti<br />

molto sulle coreografie e le esibizioni<br />

canore, la regia vira sul montaggio serrato<br />

che sacrifica l’immagine corale<br />

(si riveda Saranno famosi, please).<br />

Puntata memorabile risulta quella in<br />

cui Matteo riesce a partecipare al Maurizio<br />

Costanzo Show (Costanzo interpreta<br />

sé stesso sul palco del Teatro Parioli,<br />

insieme a Demo Morselli e la sua<br />

band): nonostante sia l’occasione della<br />

vita, il giovane aspirante famoso ha un<br />

battibecco con il conduttore e decide<br />

di rinunciare al pezzo comico che aveva<br />

preparato con tanta cura. Il dietro le<br />

quinte della serie meritava forse un<br />

reality show: più di 3000 i provinati<br />

lungo 7 mesi di casting; prima del ciak,<br />

i ragazzi si sono preparati per 5 mesi<br />

(ogni giorno, 4 ore di danza, 2 di canto,<br />

un’ora e mezzo di recitazione); circa<br />

270, tra staff tecnico e artistico, le persone<br />

che hanno lavorato per 40 settimane<br />

alla realizzazione della serie; la<br />

scenografia, che ha visto la nascita di<br />

una vera e propria scuola con aula recitazione,<br />

sala di danza e di canto, bar,<br />

atrio con imponente scalinata e servizi<br />

igienici – ricostruita minuziosamente<br />

nelle dimensioni reali di spazio e<br />

profondità – ha coperto, nel complesso,<br />

tutti i 2000 metri quadrati del Teatro<br />

10 di Cinecittà: un ambiente ricostruito<br />

in 3 mesi di lavoro, per cui sono<br />

state utilizzate ben 2 tonnellate di ferro.<br />

Il concept del <strong>telefilm</strong> è firmato da<br />

Maurizio Costanzo e Pietro Valsecchi,<br />

mentre la realizzazione è curata dallo<br />

stesso Costanzo con Roberto Pace<br />

(“Io e Costanzo siamo entrambi appassionati<br />

di Saranno famosi”, ha confessato<br />

Pace a “Tv Sorrisi e Canzoni”).<br />

Umberto Massa è il produttore esecutivo.<br />

Un “diventato famoso” come<br />

Alex Britti ha firmato il tema musicale<br />

della sigla; la colonna sonora originale<br />

è composta da Ludovico Fulci.<br />

Non entusiastiche le critiche: “È il tipico<br />

esempio di fiction basata su un<br />

progetto pedagogico senza pedagogia,<br />

secondo una tendenza molto presente<br />

nella tv italiana d’oggi. […] La<br />

tensione etica si scinde in modo schematico<br />

in due poli opposti, con una visione<br />

riduttiva e moralista”, così Aldo<br />

Grasso sul “Corriere della Sera”.<br />

“Ogni studente deve eccellere nella<br />

propria materia e deve almeno cavarsela<br />

nelle altre. E anche a Grandi domani<br />

non fanno eccezione a questa regola:<br />

nel canto e nella danza vanno<br />

bene, è la recitazione che li frega”:<br />

questo il commento di Marta De Cinti<br />

su “Il Riformista”.<br />

Grani di pepe, I (Pfefferkörner)


Grizzly Adams<br />

Con: Anna-Elena Herzog, Vijessna<br />

Ferkic, Ishsan Ay, Julian Paeth, Aglaja<br />

Brix. Produzione: Germania, 1999,<br />

avventura/poliziesco, colore (52/30’).<br />

Arriva da Amburgo un pokerissimo di<br />

amici con la passione per le investigazioni:<br />

sono soprannominati “i grani di<br />

pepe”. Jana (Anna-Elena Herzog), Natascha<br />

(Vijessna Ferkic), Cem (Ihsan<br />

Ay) e Fiete (Julian Paeth) hanno 11 anni,<br />

Vivi (Aglaja Brix) solo 8. Insieme<br />

formano un quintetto determinato e<br />

curioso, degno <strong>dei</strong> predecessori e coetanei<br />

inglesi de La banda <strong>dei</strong> cinque<br />

(1978) o <strong>dei</strong> connazionali al centro di<br />

Rottamopoli (1978). Al termine delle<br />

lezioni, i cinque protagonisti si ritrovano<br />

nel vecchio magazzino di spezie<br />

della Overbeck&Consorten, la ditta di<br />

famiglia <strong>dei</strong> fratelli Fiete e Vivi, un posto<br />

misterioso e affascinante che eleggono<br />

a quartier generale del loro piccolo<br />

club di indagini. Lì, tra montagne<br />

di caffè, tè e paprika, i piccoli detective<br />

si siedono sul pavimento a discutere i<br />

casi, ipotizzare le piste, dar via all’azione.<br />

I loro obiettivi sono trafficanti<br />

di animali, spacciatori di droga, dare<br />

aiuto agli amici – piccoli o grandi – che<br />

si trovano nei guai. In parallelo scorrono<br />

le storie personali di ciascun protagonista,<br />

ovvero le insicurezze e i piccoli<br />

problemi di bambini come tanti.<br />

Fiete è il più sensibile <strong>dei</strong> cinque, quello<br />

che per primo scopre l’emozione<br />

dell’amore; Vivi, la più piccola, sogna<br />

di diventare una scrittrice di gialli; Jana<br />

vive con la madre dopo la separazione<br />

<strong>dei</strong> genitori; l’integrazione etnica<br />

in un paese come la Germania, che<br />

conta ormai folte comunità straniere,<br />

ha i volti di Cem (di origine turca, è rimasto<br />

orfano dopo la morte <strong>dei</strong> genitori<br />

in un incidente d’auto) e Natascha<br />

(arriva dalla Lettonia e vive ad Amburgo<br />

da tre anni). Il <strong>telefilm</strong>, prodotto da<br />

388<br />

NDR e KinderKanal, ha conquistato<br />

immediatamente il Goldener Telix, il<br />

premio della critica tedesca dedicato ai<br />

programmi per ragazzi. Eva-Maria Eiter<br />

e Stefan Knauss firmano da produttori<br />

esecutivi. Le musiche sono curate<br />

da Mario Schneider.<br />

Grizzly Adams (The Life and Times<br />

of Grizzly Adams) Con: Dan Haggerty,<br />

Denver Pyle, Don Shanks. Produzione:<br />

Usa, 1977, avventura, colore<br />

(34/60’).<br />

Accusato di un crimine mai commesso,<br />

James “Grizzly” Adams (Dan Haggerty)<br />

decide di rifugiarsi nelle foreste<br />

del Northwest per vivere da solo, in armonia<br />

con la natura: vestito con l’essenziale,<br />

egli disdegna la caccia per la<br />

pesca. Il suo migliore amico diventa un<br />

grande orso grigio (grizzly) soprannominato<br />

Ben (nella realtà l’animale si<br />

chiama Bozo), con il quale condivide<br />

cibo e avventure. Adams ha anche due<br />

compagni “umani”: Mad Jack (Denver<br />

Pyle), che assume altresì il ruolo del<br />

narratore e l’indiano Nakuma (Don<br />

Shanks), fratello di sangue del protagonista.<br />

Il produttore esecutivo Charles<br />

E. Sellier aveva firmato come tale anche<br />

il film omonimo dal quale è tratta la<br />

serie, sempre con Haggerty in prima fila<br />

(l’attore è stato scelto originariamente<br />

in quanto vantava un passato da addestratore<br />

di orsi). Leonard B. Kaufman<br />

e Jim Simmons sono tra gli altri<br />

produttori del serial che nel 1982 ha dato<br />

origine anche a un film-tv. Il personaggio<br />

al centro delle vicende è realmente<br />

esistito, rifugiatosi in Sierra Nevada<br />

nel 1812 per amore degli animali;<br />

il vero Ben è morto intorno al 1850 nello<br />

zoo di San Francisco che Adams<br />

aveva aperto per salvare i suoi “compagni”<br />

d’avventura. Bon Summers compone<br />

la colonna sonora.


389 Guardian, The<br />

Guardia del corpo (Pointman)<br />

Con: Jack Scalia, Sandra Thigpen,<br />

Kathy Trageser. Produzione: Usa,<br />

1995, avventura, colore (22/60’).<br />

COTTO<br />

L’investitore finanziario di Wall Street<br />

Constance “Connie” Harper (Jack<br />

Scalia) finisce in prigione per frode.<br />

Qui decide di cambiare vita e aiutare<br />

gli altri una volta uscito dal carcere; il<br />

suo nuovo quartier generale diventa un<br />

locale che si affaccia sul mare della<br />

Florida; in più di un’occasione veste i<br />

panni della guardia del corpo al volante<br />

della sua Mercedes convertibile.<br />

Sandra Thigpen e Kathy Trageser completano<br />

il cast nelle vesti, rispettivamente,<br />

di Vivian e Jennifer. Maurice<br />

Hurley è il produttore esecutivo del <strong>telefilm</strong><br />

ideato da Maurice Hurley e Joel<br />

Surnow. Mike Post e Dale Menten<br />

compongono il tema musicale del serial.<br />

Le riprese sono state effettuate a<br />

Jacksonville, in Florida.<br />

Guardian, The (Id.) Con: Simon<br />

Baker, Dabney Coleman, Alan Rosenberg,<br />

Charles Malik Whitfield, Wendy<br />

Moniz, Raphael Sbarge, Erica Leerhsen.<br />

Produzione: Usa, 2001, legale,<br />

colore (67/60’).<br />

SUPERCULT<br />

La vita tutto lusso e frenesia dell’avvocato<br />

Nick Fallin (Simon Baker), giovane<br />

leone del foro di Pittsburgh per lo<br />

studio paterno “Fallin & Associates”,<br />

subisce una svolta determinante quando<br />

viene trovato in possesso illegale di<br />

droga, reato che prevede la detenzione<br />

in carcere. Soltanto grazie all’influenza<br />

del padre Burton (Dabney Coleman),<br />

Nick riesce a evitare la galera: la<br />

sentenza di condanna viene commutata<br />

in 1500 ore di servizio sociale. Il tribunale<br />

lo assegna alla Children’s Legal<br />

Services, un’organizzazione che<br />

fornisce gratuitamente assistenza legale<br />

ai minori in difficoltà: la dirige<br />

Alvin Masterson (Alan Rosenberg),<br />

un avvocato di sani principi che guida<br />

il nostro alla scoperta di una realtà distante<br />

anni luce dai facoltosi clienti di<br />

un tempo che chiedevano scappatoie<br />

legali in vista di lucrose fusioni aziendali.<br />

Nick si trasforma in un vero e proprio<br />

“guardiano” <strong>dei</strong> diritti <strong>dei</strong> minori.<br />

Al fianco del giovane avvocato nel suo<br />

nuovo incarico, anche il collega idealista<br />

di colore James Mooney (Charles<br />

Malik Whitfield) e Luise “Lulu” Archer<br />

(Wendy Moniz), di cui Nick si invaghisce;<br />

sul fronte paterno, si stagliano<br />

le figure degli ex colleghi Jake<br />

Straka (Raphael Sbarge) e Amanda<br />

Bowles (Erica Leerhsen). Con il passare<br />

delle puntate, le cause sociali lasciano<br />

il passo alle relazioni personali:<br />

il legame tra Lulu e Nick è in questo<br />

senso emblematico (dopo un lungo tira<br />

e molla, Lulu sposa un altro, ma il matrimonio<br />

dura poco anche per via dell’epilessia<br />

del marito; quando ritorna<br />

da Nick, Lulu rimane vittima di un incidente<br />

stradale, ma dopo poche puntate<br />

si rimette in sesto e i due sono sorpresi<br />

a far l’amore in ufficio; la “telenovela”<br />

sembra concludersi quando<br />

Lulu accetta un lavoro in California...).<br />

L’happy ending non è sempre<br />

assicurato per i casi di cui Nick e colleghi<br />

si occupano: come avviene per<br />

Lawrence, un ragazzo malato di neurofibromatosi<br />

che ha la mamma prostituta<br />

e il patrigno con precedenti per aggressione;<br />

il vero padre si fa vivo troppo<br />

tardi e il tribunale affida Lawrence<br />

a un istituto per minori; Nick non può<br />

far altro che regalargli anonimamente<br />

una Play Station. Oppure si consideri<br />

la struggente storia della sedicenne<br />

che uccide la madre gravemente malata<br />

e costretta a letto, per poi scoprire


Guerra <strong>dei</strong> mondi, La<br />

che anche lei soffre della stessa malattia,<br />

che le rimane poco tempo di vita e<br />

deve scegliere una famiglia alla quale<br />

affidare la propria bambina. Simon<br />

Baker è bravissimo nel rendere un personaggio<br />

ora sfuggente ora intrappolato<br />

dalla cause che affronta: spesso<br />

Nick si ritrova a scegliere la strada meno<br />

dolorosa. Farrah Fawcett interpreta<br />

in più di una puntata Mary Gressler, la<br />

testimone di cui si innamora Burton in<br />

un processo che vede implicato Nick.<br />

L’ideatore della serie, nonché produttore<br />

esecutivo insieme a Michael Pressman<br />

e Mark Johnson, è David Hollander.<br />

Il tema musicale, “Empire In<br />

My Mind”, è eseguito e cantato da Jacob<br />

Dylan e i suoi Wallflowers; Jon<br />

Ehrlich collabora alla restante colonna<br />

sonora. Tra i premi assegnati alla serie:<br />

3 ASCAP Awards (dal 2002 al 2004) e<br />

un Family Television Award (nel<br />

2002). Simon Baker compare in un<br />

episodio anche dietro la macchina da<br />

presa; tra gli altri registi saltuari spicca<br />

il nome di Emilio Estevez. Le riprese<br />

sono state effettuate, oltre che a Pittsburgh,<br />

a Los Angeles e a Toronto, in<br />

Canada.<br />

Guerra <strong>dei</strong> mondi, La (War of the<br />

Worlds) Con: Jared Martin, Lynda Mason<br />

Green, Philip Akin, Richard Chaves,<br />

Adrian Paul, Denis Forest, Catherine<br />

Fisher. Produzione: Usa, 1988,<br />

fantascienza, colore (44/60’).<br />

STRACOTTO<br />

Dal romanzo alla radio, dal cinema alla<br />

televisione. L’iter di un super-classico<br />

della fantascienza approda sul<br />

piccolo schermo trentacinque anni<br />

dopo la pellicola del ’53 e mezzo secolo<br />

dopo l’allarme radiofonico di<br />

Orson Welles. La serie comincia laddove<br />

il film di Haskin era finito: gli<br />

extraterrestri che sembravano neutra­<br />

390<br />

lizzati definitivamente non sono affatto<br />

scomparsi; nascosti per anni nel<br />

ventre della Terra, ora ritornano più<br />

spietati e agguerriti che mai. Il loro<br />

obiettivo è quello di cancellare l’umanità<br />

dalla faccia del pianeta e sostituirla<br />

con esseri mutanti che assorbono<br />

l’anima <strong>dei</strong> terrestri alla stessa stregua<br />

de L’invasione degli ultracorpi. Nella<br />

sigla d’apertura, mani prensili e viscide<br />

tengono la Terra in pugno. La “resistenza”<br />

degli umani vede in prima fila<br />

un poker di eroi: il dottor Blackwood<br />

(Jared Martin), i cui genitori caddero<br />

vittime dell’invasione aliena del ’53;<br />

la biologa Suzanne McCullough<br />

(Lynda Mason Green); l’esperto di<br />

informatica Norton Drake (Philip<br />

Akin); il tenente colonnello Paul<br />

Ironhorse (Richard Chaves). Mentre<br />

“Le Cose” dilagano, l’incredulità delle<br />

alte sfere militari e di Washington<br />

rende vani gli sforzi di Blackwood e<br />

compagni. La gerarchia mutante stabilisce<br />

il proprio quartier generale nel<br />

sottosuolo e decreta la fine del mondo<br />

umano. Denis Forest e Catherine Fisher<br />

sono rispettivamente Malzor e<br />

Mana, i due alieni malvagi. A metà<br />

strada tra I Visitors e I sopravvissuti, il<br />

serial creato e prodotto da Greg Strangis<br />

vede l’esordio di Adrian Paul,<br />

l’immortale Highlander televisivo,<br />

nei panni di John Kincaid. Le musiche<br />

sono affidate a Billy Thorpe, che compare<br />

in una puntata nei panni di Billy<br />

Carlos.<br />

Guerra di Tom Grattan, La (Tom<br />

Grattan’s war) Con: Michael Howe,<br />

Sally Adcock. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1968, avventura, colore<br />

(24/30’).<br />

Nel corso della Prima guerra mondiale,<br />

il giovanissimo Tom Grattan (Michael<br />

Howe) viene mandato a vivere in


391 Guerrieri Ninja, I<br />

campagna dai parenti, nello Yorkshire:<br />

tra spie, sabotatori e altre avventure,<br />

il ragazzo farà anche la conoscenza<br />

di Julie (Sally Adcock). Regia di pregio<br />

a cura di Stephen Frears. David C.<br />

Rea e Audley Southcott firmano da<br />

produttori.<br />

Guerra e pace (War and Peace)<br />

Con: Anthony Hopkins, David Swift,<br />

Morag Hood, Alan Dobie, Anthony<br />

Jacobs, Donald Douglas. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1972, drammatico, colore<br />

(20/60’).<br />

L’adattamento televisivo in 20 ore del<br />

romanzone omonimo di Leo Tolstoj è<br />

stato trasmesso in America in nove<br />

parti. Tra i protagonisti: David Swift è<br />

Napoleone; Anthony Hopkins interpreta<br />

Pierre; Morag Hood veste i panni<br />

di Natasha; Alan Dobie è Andreij;<br />

Anthony Jacobs assume il ruolo del<br />

principe Nikolaij; Donald Douglas è<br />

lo Zar Alessandro I. Jack Pulman è il<br />

curatore della trasposizione televisiva<br />

della BBC che giunge una decade<br />

dopo il primo tentativo in bianco e nero<br />

– sempre inglese, datato 1963, lungo<br />

due ore e mezzo – a opera della<br />

Granada. David Conroy firma da produttore.<br />

Guerra fra galassie (Uchukara no<br />

messaji: Ginga taisen) Con: Hiroyuki<br />

Sanada, Ryo Nishida, Akira Oda. Produzione:<br />

Giappone, 1979, fantascienza,<br />

colore (27/60’).<br />

Dopo il successo di Guerre stellari, il<br />

film giapponese Uchukara no messaji<br />

(interpretato nel 1978 dal famoso attore-stuntman<br />

nipponico Sonny Chiba)<br />

conosce la traduzione televisiva in<br />

una serie che si svolge alcuni anni dopo<br />

la pellicola. I tre giovani Hayato<br />

(Hiroyuki Sanada), Ryu (Ryo Nishida)<br />

e Baru (Akira Oda), formano il tris<br />

di eroi che deve combattere l’Impero<br />

Gavana del malvagio Roxeya XIII, del<br />

tutto simile alla Morte Nera. La resistenza<br />

contro i Gavaniani avviene a<br />

colpi di karate e di effetti speciali;<br />

Hayato e Ryu hanno la capacità di trasformarsi<br />

in due invincibili guerrieri,<br />

Meteora e Fantasma. Alcuni episodi<br />

del serial sono stati assemblati per formare<br />

un lungometraggio che in America<br />

è uscito con il titolo Swords of the<br />

Space Ark. La serie – nota Oltreoceano<br />

come Message from Space e passata<br />

in Francia come San Ku Kai – è<br />

creata da Shotaro Ishinomori e Toru<br />

Hirayama.<br />

Guerrieri Ninja, I (Hattori Hanzô:<br />

Kage no Gundan) Con: Sonny Chiba.<br />

Produzione: Giappone, 1980, avventura,<br />

colore (106/60’).<br />

Una sorta di Kill Bill ante litteram?<br />

Sonny Chiba (non a caso tra i volti del<br />

film di Tarantino) si mette il velo – nel<br />

senso della tipica divisa nera da ninja –<br />

randellando i nemici con abili colpi di<br />

arti marziali e sciabolate da pelo e contro-pelo:<br />

Hattori Hanzô è a capo di uno<br />

squadrone di guerrieri dallo sguardo<br />

killer. La violenza delle loro azioni,<br />

come spesso accade nei <strong>telefilm</strong> giapponesi,<br />

è al limite dell’esasperazione<br />

cartoon. Nel primo ciclo, ambientato<br />

nel 1651, Hanzô appartiene alla terza<br />

generazione di una famiglia di Shogun:<br />

caduto in disgrazia, accetta di addestrare<br />

un manipolo di ninja utilizzati<br />

in missioni di spionaggio; nella seconda<br />

stagione l’azione si sposta nel 1752<br />

e Chiba veste i panni di Shinpachi, un<br />

ristoratore che si ribella a gamba tesa<br />

contro il governo; dal terzo ciclo si<br />

compie un flashback nel 1657, quando<br />

il ninja Hanzô Tarao viene assoldato<br />

sia in lotte intestine tra Shogun che in<br />

avventure dove l’effetto sorpresa è più


Guglielmo Tell<br />

determinante di un calcio in faccia. Le<br />

approssimative ricostruzioni storiche<br />

sono compensate dalla maestria di<br />

Chiba nelle strepitose scene di combattimento.<br />

La serie è prodotta da Yoshiyuki<br />

Kuroda.<br />

Guglielmo Tell (William Tell; The<br />

Adventures of William Tell) Con: Conrad<br />

Phillips, Jennifer Jayne, Richard<br />

Rogers, Willoughby Goddard. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1958, avventura,<br />

b/n (39/30’).<br />

Girata realmente in Svizzera, la serie<br />

inglese racconta le imprese in bianco e<br />

nero del leggendario eroe elvetico, interpretato<br />

per l’occasione da Conrad<br />

Phillips. Come nel romanzo originale<br />

di Johann von Schiller, egli si batte per<br />

la libertà di Altdorf, minacciata dall’arrivo<br />

degli austriaci. Accanto a colui che<br />

nel XIV secolo difende il suo paese dagli<br />

invasori, Jennifer Jayne ricopre il<br />

ruolo di Hedda Tell; Richard Rogers è<br />

Walter Tell; Willoughby Goddard veste<br />

i panni di Gessler, a capo degli austriaci.<br />

Leslie Arliss e Ralph Smart sono<br />

i produttori della serie girata in parte<br />

in Snowdonia. Una seconda trasposizione<br />

televisiva delle gesta di Guglielmo<br />

Tell è stata prodotta negli anni ’80<br />

(Le nuove avventure di Guglielmo Tell)<br />

con protagonista Will Lyman nelle vesti<br />

di colui che “riesce a conficcare una<br />

freccia nella mela posta sul capo di suo<br />

figlio”. David Whitfield canta il tema<br />

musicale. Michael Caine e Christopher<br />

Lee compaiono da guest-star.<br />

Gunsmoke (Id.) Con: James Arness,<br />

Amanda Blake, Dennis Weaver, Milburn<br />

Stone, Ken Curtis, Burt Reynolds,<br />

Roger Ewing, Buck Taylor, Glenn<br />

Strange. Produzione: Usa, 1955, western,<br />

b/n-colore (233/30’; 402/60’).<br />

CULT<br />

392<br />

Il serial detiene due record: è il <strong>telefilm</strong><br />

western più longevo della storia della<br />

televisione e la serie più lunga in assoluto,<br />

in onda nel prime-time americano,<br />

sempre con gli stessi protagonisti.<br />

L’esordio avviene da principio alla radio,<br />

nel 1952: William Conrad, futuro<br />

protagonista di Cannon, dà voce a<br />

Matt Dillon, sceriffo tutto d’un pezzo<br />

di Dodge City, cittadina di frontiera<br />

nel Kansas post-secessione. Nel 1955,<br />

dopo il successo di questa sorta di antieroe<br />

in una delle trasmissioni radiofoniche<br />

più violente di quegli anni, il<br />

produttore dello show Norman Macdonnell<br />

decide di trasferire le gesta<br />

dell’uomo con la stella sul petto in televisione.<br />

Dopo il rifiuto di John Wayne,<br />

che tuttavia introduce il primo episodio<br />

spiegando ai telespettatori che<br />

stanno per assistere a un nuovo genere<br />

televisivo – quello che la critica definì<br />

il primo vero “western adulto” del piccolo<br />

schermo – la produzione si indirizzò<br />

verso un volto nuovo e scelse James<br />

Arness quale protagonista: sconosciuto<br />

ai più a parte una partecipazione<br />

ne La cosa da un altro mondo (1950),<br />

l’attore era il fratello di Peter Graves,<br />

che nello stesso anno debuttava in un<br />

altro classico televisivo come Furia.<br />

Accanto allo sceriffo, i produttori affiancarono<br />

tre nuovi personaggi: Miss<br />

Kitty Russell (Amanda Blake), proprietaria<br />

del saloon Long Branch e del<br />

cuore di Dillon (anche se il loro rapporto<br />

non è mai stato precisato); Chester<br />

B. Goode (Dennis Weaver), l’aiutante<br />

zoppo del protagonista; Doc (Galen)<br />

Adams (Milburn Stone), l’irritabile<br />

dottore della cittadina. Stone è rimasto<br />

nel cast fino alla fine del serial, a<br />

parte una breve pausa dovuta a problemi<br />

di cuore; Blake ha retto “solo” per<br />

19 stagioni. La prima sequenza dopo<br />

l’introduzione di Wayne vede Dillon


393 Gunsmoke<br />

nel cimitero di Dodge City, luogo dal<br />

quale lo sceriffo introduce ogni episodio<br />

del primo ciclo. La serie conquistò<br />

il primato di ascolti nel corso della sua<br />

terza stagione (1957-’58), per rimanere<br />

al primo posto nei quattro anni successivi.<br />

Alla fine del 1961 le puntate si<br />

sono allungate da mezz’ora a un’ora,<br />

facendo scendere l’audience. Dopo<br />

aver annunciato la sua voglia di andarsene<br />

già dal 1962, Dennis Weaver lasciò<br />

il cast nel 1964: Ken Curtis, che<br />

già aveva preso parte a qualche episodio<br />

come comparsa, prese il suo posto<br />

nei panni di Festus Haggen, il nuovo<br />

vice-sceriffo. Tra gli altri personaggi<br />

che ruotano attorno al quartetto di protagonisti:<br />

il sangue misto Quint Asper<br />

(Burt Reynolds); il giovane Thad<br />

Greenwood (Roger Ewing); l’armaiolo<br />

Newly O’Brian (interpretato da<br />

Buck Taylor, che in precedenza aveva<br />

rivestito il ruolo di un killer in un doppio<br />

episodio). Glenn Strange compare<br />

più di una volta come barista del Long<br />

Branch. Norman Macdonnell è rimasto<br />

il produttore del serial dal 1955 al<br />

1964, per poi abbandonare dopo alcune<br />

divergenze con Arness, che anno<br />

dopo anno volle avere più voce nei diversi<br />

passaggi produttivi; a Macdonnell<br />

sono succeduti Philip Leacock e<br />

John Mantley. Secondo quest’ultimo,<br />

l’anno d’inizio delle vicende narrate<br />

nella trasposizione televisiva è il 1873.<br />

Nella stagione 1966-’67, la prima che<br />

vede i protagonisti a colori, la serie<br />

ideata da Charles Marquis Warren ha<br />

rischiato di venire cancellata: William<br />

Paley, il presidente della CBS, intervenne<br />

spostando la programmazione in un<br />

giorno più adatto, con il risultato che il<br />

<strong>telefilm</strong> fu tra le dieci trasmissioni più<br />

viste di quella stagione e delle sei successive.<br />

Il tema musicale della serie è<br />

composto da Rex Koury e Glenn<br />

Spencer; alla colonna sonora collabora<br />

altresì Richard Shores. Tra le molte<br />

guest-stars in ballo: Charles Bronson,<br />

Aaron Spelling, Martin Landau, Lee<br />

Van Cleef, Jon Voight, Dennis Hopper,<br />

Bette Davis, Richard Dreyfuss, Jodie<br />

Foster, Harrison Ford e Nick Nolte.<br />

Dopo 233 puntate da mezz’ora e 402 da<br />

un’ora, il serial, noto in Italia anche con il<br />

titolo di Storie del vecchio West, ha chiuso<br />

i battenti per poi sopravvivere in cinque<br />

film-tv: in Gunsmoke: Return to<br />

Dodge (in onda in America nel 1987)<br />

Dillon diventa un cacciatore del Colorado<br />

e Miss Kitty si trasferisce a New Orleans;<br />

in Gunsmoke: the Last Apache<br />

(1990), il protagonista scopre di aver<br />

messo al mondo una figlia; tre film per il<br />

piccolo schermo sono stati prodotti tra il<br />

1992 e il 1994.


Hagen (Id.) Con: Chad Everett,<br />

Arthur Hill, Aldine King, Carmen Zapata.<br />

Produzione: Usa, 1980, poliziesco,<br />

colore (9/60’).<br />

Un cacciatore di taglie e un procuratore<br />

di San Francisco uniscono le forze<br />

lungo una serie di casi da risolvere:<br />

Chad Everett è il caccia-taglie avventuroso<br />

Paul Hagen, Arthur Hill interpreta<br />

l’avvocato scrupoloso Carl Palmer.<br />

Tra gli altri protagonisti: Aldine<br />

King veste i panni di Jody, la segretaria<br />

di Palmer. Carmen Zapata è Mrs. Chavez,<br />

la governante del procuratore.<br />

Everett è impegnato altresì quale produttore<br />

insieme a Frank Glicksman.<br />

Charles Larson è l’ideatore della serie.<br />

George Romanis compone la colonna<br />

sonora.<br />

Hai paura del buio? (Are You<br />

Afraid of the Dark?) Con: Jason Alisharan,<br />

Ross Hull, Raine Pare-Coull,<br />

Jodie Resther, Nathaniel Moreau, Jacob<br />

Tierney, Daniel DeSanto, Joanna<br />

Garcia. Produzione: Canada, 1992,<br />

avventura, colore (91/30’).<br />

Un gruppo di ragazzi si trova nel bosco<br />

per raccontarsi davanti al falò storie di<br />

fantasmi e altri “piccoli brividi”. Nella<br />

comitiva di teenagers soprannominata<br />

“Midnight society” figurano tra gli altri:<br />

Frank (Jason Alisharan), Gary<br />

(Ross Hull), Bette Ann (Raine Pare-<br />

Coull), Kiki (Jodie Resther), David<br />

(Nathaniel Moreau), Eric (Jacob Tierney),<br />

Tucker (Daniel DeSanto) e Sam<br />

(Joanna Garcia). I panorami da cartoli­<br />

na sono quelli del Québec, in Canada.<br />

Tra i volti noti, spicca quello di Neve<br />

Campbell. La produzione è Nickelodeon.<br />

Happy Days (Id.) Con: Ron Howard,<br />

Henry Winkler, Tom Bosley, Marion<br />

Ross, Erin Moran, Anson Williams,<br />

Donny Most, Al Molinaro, Scott Baio,<br />

Pat Morita. Produzione: Usa, 1974,<br />

sit-com, colore (255/30’).<br />

SUPERCULT<br />

I favolosi anni ’50. Gli anni <strong>dei</strong> jukebox,<br />

del rock’n’roll, della musica di<br />

Buddy Holly ed Elvis Presley; gli anni<br />

della “grease” sui capelli, <strong>dei</strong> balli universitari<br />

di fine anno, delle pomiciate<br />

nei drive-in; <strong>dei</strong> giubbotti di pelle con<br />

il bavero alzato, del chewing-gum<br />

schiacciato sotto il banco, <strong>dei</strong> primi televisori<br />

accesi nei salotti. I giorni di<br />

un’America politically correct, di una<br />

provincia americana sana e rassicurante<br />

dove si respirava il profumo delle<br />

torte di mele fatte in casa e dove i cattivi<br />

s’impomatavano di brillantina e si<br />

facevano chiamare “Teddy boys”. Nato<br />

nella stagione 1974-’75 sull’onda di<br />

un revival degli anni ’50 che stava contaminando<br />

produzioni cinematografiche<br />

e televisive, il serial doveva da<br />

principio raccontare la vita dell’All<br />

American boy Richie Cunningham<br />

(Ron Howard), ingenuo e goffo studentello<br />

della Jefferson High School<br />

di Milwaukee, nello stato del Wisconsin.<br />

Ma il successo raccolto da un personaggio<br />

di “contorno” spinge i pro­


395 Happy Days<br />

duttori ad allargare il campo di ripresa<br />

su un’America apparentemente felice,<br />

dove non esiste la “guerra fredda” e<br />

dove l’omicidio Kennedy non sarebbe<br />

mai potuto avvenire. E così, nel giro di<br />

poche puntate, l’eroe della serie diventa<br />

Arthur Fonzarelli detto Fonzie<br />

(Henry Winkler, che per questo ruolo<br />

ha vinto due Golden Globes): giubbotto<br />

di pelle, duro ma con il cuore d’oro,<br />

pollice alzato o verso per decretare<br />

l’ok o il diniego, questo meccanico dai<br />

modi spicci (soprattutto con le ragazze<br />

che gli cadono ai piedi) si rivela essere<br />

il “maestro di vita” per Richie, i suoi<br />

amici “pivelli” e, un po’, per tutti i telespettatori.<br />

Ma il successo di Happy<br />

Days va cercato anche nei personaggi<br />

secondari: la famiglia Cunningham,<br />

perbene fino alla nausea, è composta<br />

dai coniugi Howard (Tom Bosley) e<br />

Marion (Marion Ross), nonché dalla<br />

sorellina Joanie (Erin Moran) detta<br />

“sottiletta”; l’idiota Potsie Weber (Anson<br />

Williams); il ridanciano Ralph<br />

Malph (Donny Most), che si autodefinisce<br />

“l’uomo più divertente del mondo”;<br />

Arnold alias Matsuo Takahashi<br />

(Pat Morita), di origini giapponesi, il<br />

proprietario di Arnold’s, il diner in forse<br />

più famoso dell’immaginario, dove<br />

le cameriere prendono le ordinazioni<br />

sugli schettini con l’immancabile cicca<br />

in bocca e la matita dietro l’orecchio;<br />

Alfred DelVecchio detto “Al”<br />

(Al Molinaro), destinato a prendere il<br />

posto di Arnold nella gestione del locale<br />

al centro delle vicende. Successivamente<br />

entra a far parte del cast Scott<br />

Baio nei panni di Charles Arcola detto<br />

“Chachi”, il cugino di Fonzie che s’innamora<br />

di Joanie e la trascina in un serial<br />

tutto loro (Jenny e Chachi); il <strong>telefilm</strong><br />

ideato da Garry Marshall ha dato<br />

vita ad altri due spin-off: Laverne e<br />

Shirley (1976), dove si accendono i ri­<br />

flettori sulle due protagoniste del titolo,<br />

operaie in una fabbrica di tappi di<br />

bottiglie di birra e Mork e Mindy<br />

(1978), in cui l’extraterrestre Mork-<br />

Robin Williams, mandato sulla terra<br />

per rapire Richie, acquista una sit-com<br />

tutta sua. Quando Ron Howard e<br />

Donny Most decisero di lasciare la serie<br />

la produzione inventò che Richie e<br />

Ralph si erano arruolati in Marina; il<br />

giovane Cunningham si fa vivo saltuariamente<br />

per telefono con la neo-mogliettina<br />

Lori Beth (Lynda Goodfriend),<br />

destinata a dare alla luce Richie<br />

jr.. Non mancano le apparizioni<br />

nelle vesti di guest stars di numerose<br />

rockstar, come quella di Suzi Quatro<br />

nei panni di Leather Tuscadero, una diva<br />

del rock; Tom Hanks appare in un<br />

cameo nella puntata 216; tra gli altri<br />

ospiti di passaggio si fanno notare<br />

Frankie Avalon nei panni di sé stesso,<br />

Cheryl Ladd, Dick Van Patten, Morgan<br />

Fairchild, Larry Poindexter, Katherine<br />

Kelly Lang. Prima della fine, Richie<br />

torna a Milwaukee per poi tentare fortuna<br />

come scrittore a Hollywood mentre<br />

Lori Beth è in attesa di un altro figlio,<br />

Fonzie compra casa – abbandona<br />

il monolocale sopra il garage <strong>dei</strong> Cunningham<br />

– e adotta un orfano; Joanie e<br />

Chachi finalmente si sposano; Howard<br />

e Marion, con entrambi i figli accasati,<br />

ringraziano i telespettatori di aver fatto<br />

parte della loro famiglia. Thomas L.<br />

Miller, Edward K. Milkis e lo stesso<br />

Marshall firmano da produttori esecutivi.<br />

L’idea del film American Graffiti<br />

venne a George Lucas quando vide la<br />

puntata-pilota del serial, in onda in<br />

America il 25 febbraio del 1972 con il<br />

titolo Love and the Happy Day all’interno<br />

dell’antologia Love, American<br />

Style: nel primo “giorno felice”<br />

Howard Cunningham era interpretato<br />

da Harold Gould, mentre “sottiletta”


Happy Family<br />

Joanie aveva il volto di Susan Naher.<br />

La scelta di ambientare la storia negli<br />

anni ’50 è stata spiegata così da Marshall:<br />

“Se metti in piedi una trasmissione<br />

sui giovani senza parlare di spinelli<br />

e sesso, la gente dice che non è realistica.<br />

Ambientando tutto nel passato ti<br />

puoi permettere di non affrontare certi<br />

temi. È stato un grande vantaggio.<br />

Quando Richie si limita a desiderare di<br />

dare il bacio della buonanotte, diventa<br />

credibile perché a quei tempi il senso<br />

morale era diverso”. Di notevole impatto<br />

anche la colonna sonora fifties curata<br />

da Charles Fox, dalla canzone<br />

“Happy Days” cantata da Pratt&Mc-<br />

Clain, Brother Love e da Anson Williams<br />

(che vendette 120.000 copie in<br />

sole due settimane e raggiunse il quinto<br />

posto delle classifiche di “Billboard”<br />

nel 1976) alla versione originale di<br />

“Rock Around the Clock” di Bill Haley<br />

& His Comets, senza dimenticare gli<br />

hit anni ’50 e ’60 di Fats Domino, Connie<br />

Francis, Johnnie Ray, Kay Starr. La<br />

casa della famiglia Cunningham è situata<br />

a Los Angeles, al 565 di Cahuenga<br />

Boulevard. Nel 1983 tutto il cast del<br />

<strong>telefilm</strong> ha fatto visita in parata a<br />

Milwaukee, alla presenza di 150 mila<br />

cittadini; a Tom Bosley-Howard Cunningham<br />

sono state consegnate le chiavi<br />

della città. Nel corso della serie, Fonzie<br />

passa con disinvoltura dal sellino<br />

dell’Harley Davidson, di casa a<br />

Milwaukee, a quello di una Triumph, il<br />

modello che gli permette di compiere il<br />

record nel salto di bidoni (14). Nel<br />

1998 l’attento fan club italiano ha scovato<br />

un ciclo “fantasma” – il decimo, il<br />

penultimo – mai trasmesso in Italia,<br />

successivamente programmato da Canale<br />

5. Nel 1999 ha debuttato a Londra<br />

l’Happy Days Musical, con Henry<br />

Winkler quale consulente creativo. A<br />

riprova del successo evergreen del se-<br />

396<br />

rial emergono due titoli significativi attribuiti<br />

dal sondaggio dell’Accademia<br />

<strong>dei</strong> Telefilm nel 2004, in occasione <strong>dei</strong><br />

50 anni della tv italiana e a 30 dal debutto<br />

della serie: Fonzie è risultato “il<br />

personaggio più indimenticabile <strong>dei</strong> <strong>telefilm</strong><br />

di tutti i tempi”, mentre i Cunningham<br />

sono stati scelti come “la famiglia<br />

preferita di sempre”.<br />

Happy Family Vedi Famiglia dolce<br />

famiglia.<br />

Hardball (Id.) Con: Rose Marie,<br />

Dann Florek, Alexandra Wentworth,<br />

Steve Hytner, Bruce Greenwood, Mike<br />

Starr, Joe Rogan, Chris Browning<br />

Alexandra Wentworth. Produzione:<br />

Usa, 1994, sit-com, colore (9/30’).<br />

I Pionieri (The Pioneers), una sfortunata<br />

squadra di baseball, è al centro di una<br />

sit-com che in America è andata in onda<br />

solo per un mese e mezzo. Rose Marie è<br />

Mitzi Balzer, la burbera e sboccata proprietaria<br />

del team; Dann Florek interpreta<br />

Ernest Talbot, il nuovo presidente;<br />

Alexandra Wentworth è Lee Emory, responsabile<br />

delle pubbliche relazioni;<br />

Steve Hytner assume il ruolo di Brad<br />

Coolidge, il direttore generale. Tra coloro<br />

che scendono in campo: Bruce<br />

Greenwood calca il diamante nei panni<br />

del lanciatore Dave Logan; Mike Starr<br />

in quelli del catcher obeso Mike Widmer;<br />

Joe Rogan in quelli del centrale<br />

venticinquenne Frank Valente, ingaggiato<br />

per 6 milioni di dollari a stagione;<br />

Chris Browning in quelli di Lloyd Macomb,<br />

l’altro lanciatore. Lee Emory<br />

(Alexandra Wentworth) è l’addetta<br />

stampa che ha il suo bel da fare a tenere<br />

la squadra lontana dai gossip e dalle critiche<br />

negative. Kevin Curran e Jeff<br />

Martin formano la coppia di creatori e<br />

produttori esecutivi del serial. Le musiche<br />

originali sono di Jonathan Wolff.


397 Harlem contro Manhattan<br />

Hardcastle and McCormick (Id.)<br />

Con: Brian Keith, Daniel Hugh-Kelly.<br />

Produzione: Usa, 1983, poliziesco, colore<br />

(67/60’).<br />

Un giudice in pensione fuori dal comune<br />

decide di “adottare” un giovane<br />

presunto delinquente: nasce così un<br />

sodalizio contro le storie di ordinaria<br />

ingiustizia. Il primo diventa la mente,<br />

il secondo il braccio lungo della legge.<br />

Brian Keith (Tre nipoti e un maggiordomo)<br />

è il giudice 65enne Milton<br />

Hardcastle, che ha gettato la toga alle<br />

ortiche per far rispettare la legge anche<br />

fuori dall’aula giudiziaria; Daniel Hugh-Kelly<br />

è l’atletico Mark McCormick,<br />

che tra i suoi pregi annovera<br />

quello di essere un asso del volante. Il<br />

creatore della serie è Stephen J. Cannell<br />

(A-Team), impegnato altresì come<br />

produttore con Jo Swerling jr. Le musiche<br />

originali sono composte da Mike<br />

Post e Stephen Geyer. Roger E. Young,<br />

già regista <strong>dei</strong> pilot di Magnum P.I. e<br />

Lou Grant, è dietro la macchina da<br />

presa della puntata-pilota. Tra i “tormentoni”<br />

sono da non perdere le magliette<br />

shock indossate da Hardcastle,<br />

spesso abbinate a bermuda grunge,<br />

(tra le altre, quelle con gli slogan del tipo<br />

“find’em and hang’em” oppure<br />

“blast’em, tonto!”).<br />

Harlem contro Manhattan (Diff’rent<br />

Strokes) Con: Conrad Bain, Gary Coleman,<br />

Todd Bridges, Dana Plato, Charlotte<br />

Rae, Nedra Volz, Mary Jo Catlett,<br />

Dixie Carter, Mary Mobley, Danny<br />

Cooksey. Produzione: Usa, 1978, sitcom,<br />

colore (189/30’).<br />

Il ricco industriale Philip Drummond<br />

(Conrad Bain) promette alla domestica<br />

di adottare i suoi due figli di colore<br />

e di ospitarli nella sua casa di Park<br />

Avenue dopo che lei sarà morta. Non<br />

l’avesse mai fatto: i due ragazzini si ri­<br />

velano due pesti, in particolare il piccolo<br />

Arnold (Gary Coleman) di otto<br />

anni. Ma con il passare del tempo, i<br />

due fratellini imparano a fidarsi del<br />

patrigno e a conoscere Kimberly (Dana<br />

Plato), la figlia naturale di Drummond.<br />

Se Todd Bridges veste i panni<br />

del tredicenne fratello coscienzioso<br />

Willis, Charlotte Rae indossa quelli<br />

della governante tuttofare Mrs. Edna<br />

Garrett, che in seguito lascia la sitcom<br />

per dar vita allo spin-off L’albero<br />

delle mele: il suo posto viene preso<br />

dapprima da Adelaide Brubaker (Nedra<br />

Volz), quindi da Pearl Gallagher<br />

(Mary Jo Catlett). Coleman, il vero<br />

mattatore della serie, capace di intenerire<br />

o di fulminare grazie a una mimica<br />

da attore adulto, ha cominciato a recitare<br />

nella serie all’età di dieci anni, ma<br />

per una malattia congenita la sua crescita<br />

fisica si è arrestata facendolo apparire<br />

per sempre bambino. Lungo i<br />

189 episodi, la serie creata da Jeff Harris,<br />

Bernie Kukoff e Herbert Kenwith<br />

tocca temi anche seri come la pedofilia<br />

e la droga (in una puntata dove<br />

compare in un cameo Nancy Reagan).<br />

Dopo alcune stagioni il signor Drummond<br />

s’innamora della vedova Maggie<br />

McKinney (interpretata prima da<br />

Dixie Carter, quindi da Mary Mobley):<br />

dopo averla sposata, suo figlio<br />

Sam (Danny Cooksey) va a vivere sotto<br />

lo stesso tetto di Arnold, dando vita<br />

ad inevitabili contrasti comici. La futura<br />

popstar Janet Jackson appare più<br />

di una volta nelle vesti di Charlene<br />

Dupree, la ragazza di Willis; Muhammed<br />

Ali è la guest-star di un episodio.<br />

Tra i “tormentoni” emerge quel “che<br />

cavolo stai dicendo?” che esprime lo<br />

stupore di Arnold; il confidente di quest’ultimo,<br />

più che il fratello Willis, si<br />

rivela essere Abramo: un pesciolino<br />

nero che non sempre la pensa come


Harry e gli Henderson<br />

Arnold. Il tris di protagonisti teenager<br />

ha fatto parlare di sé anche dopo la<br />

chiusura della serie: Gary Coleman,<br />

che per la sua interpretazione si è aggiudicato<br />

una coppia di Young Artist<br />

Awards, ha intentato causa ai genitori<br />

e al manager per aver condotto male i<br />

suoi affari e per aver dilapidato il capitale,<br />

ed è stato condannato a 90 giorni<br />

di carcere per aver preso a pugni un<br />

fan che gli chiedeva l’autografo; Dana<br />

Plato, dopo aver abbandonato il <strong>telefilm</strong><br />

perché incinta, posò per “Playboy”<br />

poco più che maggiorenne e venne<br />

arrestata per furto prima di intraprendere<br />

il tunnel della droga che l’ha<br />

uccisa nel maggio del 1999, a soli 34<br />

anni; Todd Bridges, anch’egli dedito<br />

ad alcol e droga dopo la fine del serial,<br />

è stato condannato per porto abusivo<br />

di armi e per aver accoltellato un suo<br />

inquilino. In Italia molti episodi della<br />

situation-comedy prodotta da Norman<br />

Lear insieme a Budd Grossman, Blake<br />

Hunter e Howard Leeds, sono andati<br />

in onda con il titolo Il mio amico Arnold.<br />

Al Burton, Gloria Loring e Alan<br />

Thicke compongono a sei mani la colonna<br />

sonora e il tema musicale. Oltre<br />

allo spin-off L’albero delle mele<br />

(1979), la serie ha dato vita a un crossover<br />

con Hello, Larry (1979, inedito<br />

in Italia), in cui Drummond acquista<br />

un network radiofonico di Portland<br />

per aiutare economicamente il protagonista<br />

– Larry Adler – un suo ex compagno<br />

d’armi: in realtà la “mossa” doveva<br />

servire all’NBC per convogliare<br />

più pubblico sulla sit-com ambientata<br />

in Oregon, in onda subito dopo Harlem<br />

contro Manhattan.<br />

Harry e gli Henderson (Harry and<br />

the Hendersons) Con: Bruce Davison,<br />

Molly Cheek, Zachary Bostrom, Carol-Ann<br />

Plante, Gig Rice, David Co­<br />

398<br />

burn, Kevin Peter Hall, Dawan Scott,<br />

Brian Steele. Produzione: Usa, 1991,<br />

sit-com, colore (72/30’).<br />

Una famiglia di Seattle incontra per<br />

caso uno scimmione di nome Harry<br />

che entra, oltre che nella loro casa, in<br />

quella che una volta era una vita monotona.<br />

La sit-com tratta dal film del<br />

1987 Bigfoot e i suoi amici vede protagonisti:<br />

Bruce Davison nel ruolo del<br />

capo famiglia George Henderson;<br />

Molly Cheek interpreta sua moglie<br />

Nancy; Zachary Bostrom e Carol-Ann<br />

Plante vestono i panni <strong>dei</strong> figli Ernie e<br />

Sarah. Gig Rice interpreta Samantha<br />

Glick, la reporter locale; David Coburn<br />

è il biologo Walter Potter, esperto<br />

in Bigfoot (in zoologia appartiene alla<br />

specie degli Sasquatch). Quando un<br />

tabloid rivela l’esistenza di Harry in<br />

casa Henderson, George scrive al Presidente<br />

chiedendo che venga considerato<br />

specie protetta: l’inquilino della<br />

Casa Bianca acconsente e il Bigfoot<br />

protagonista può continuare la sua<br />

convivenza. Come nella pellicola, Kevin<br />

Peter Hall indossa la pelliccia della<br />

creatura; quando Hall è morto nel<br />

1991 il suo posto è stato preso da<br />

Dawan Scott, il quale ha lasciato in seguito<br />

il ruolo a Brian Steele, colui che<br />

fino ad allora aveva doppiato in originale<br />

l’animale. Zachary Bostrom ha<br />

vinto un Young Artist Award nel1992.<br />

Hilary Swank compare in un cameo<br />

nel tredicesimo episodio. Lin Oliver e<br />

Alan Moskowitz sono i produttori esecutivi<br />

della serie creata da William<br />

Dear, William E. Martin ed Ezra D.<br />

Rappaport. Léon Redbone è l’autore e<br />

il cantante del tema musicale (“Your<br />

Feets Too Big”).<br />

Harry & Madison (Harry’s Mad)<br />

Con: Gareth Parrington, Jackie Lye,<br />

Mike Walling, Amy Butterworth, Ri­


399 Hawaii missione speciale<br />

chard Castillo. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1993, sit-com, colore (36/30’).<br />

Sit-com per ragazzi tratta dal best-seller<br />

di Dick King-Smith (Harry’s Mad,<br />

1984). Harry Holdsworth (Gareth Parrington)<br />

è un ragazzo che eredita da un<br />

eccentrico zio americano un pappagallo<br />

grigio di origini africane di nome<br />

Madison, che oltre a parlare correttamente<br />

elargisce consigli, canta, intrattiene,<br />

filosofeggia: il pennuto diventa<br />

insomma il protagonista assoluto, capace<br />

altresì di sconvolgere la vita <strong>dei</strong><br />

genitori di Harry, Angie (Jackie Lye) e<br />

John (Mike Walling). Nel terzo ciclo<br />

Parrington lascia il set (Harry va a studiare<br />

fuori città), rimpiazzato dalla decenne<br />

Hattie (Amy Butterworth) – figlia<br />

adottiva della zia di Angie – e dal<br />

dodicenne di colore Jools (Richard Castillo);<br />

il centro delle vicende diventa<br />

l’albergo che i genitori di Harry si mettono<br />

a gestire, il Madison Guest House.<br />

Nella quarta stagione Harry torna, con<br />

il diploma in mano, al posto di Jools.<br />

Lewis Rudd, Clive Parsons e Davina<br />

Belling firmano da produttori esecutivi.<br />

Dick King-Smith è l’ideatore.<br />

Harry-O (Id.) Con: David Janssen,<br />

Henry Darrow, Anthony Zerbe, Paul<br />

Tulley, Keye Luke, Les Lannom. Produzione:<br />

Usa, 1974, poliziesco, colore<br />

(44/60’).<br />

La serie racconta le indagini di Harry<br />

Orwell, un poliziotto che è diventato<br />

investigatore privato dopo che gli<br />

hanno sparato alla schiena. David<br />

Janssen interpreta lo “sfigato” protagonista,<br />

costretto a inseguire i criminali<br />

con il bus quando la macchina lo<br />

lascia sistematicamente a terra e che<br />

ha quasi sempre la peggio negli scazzottamenti<br />

con i banditi. A metà della<br />

prima stagione Harry si trasferisce<br />

da San Diego a Los Angeles. Nel<br />

corso <strong>dei</strong> casi, Harry entra in contatto<br />

con l’investigatore Manny Quinlan<br />

(Henry Darrow), della polizia di<br />

San Diego; il tenente K.C. Trench<br />

(Anthony Zerbe, che per questo ruolo<br />

ha vinto un Emmy Award nel 1976),<br />

della polizia di Los Angeles e con il<br />

sergente Don Roberts (Paul Tulley). A<br />

loro si aggiungono il dottor Fong<br />

(Keye Luke) e Lester Hodges (Les<br />

Lannom), criminologi “per caso”. Il<br />

<strong>telefilm</strong> si ispira al film-tv del 1974<br />

Smile Jenny, You’re Dead (inedito in<br />

Italia). Howard Rodman è il creatore<br />

del serial; Jerry Thorpe firma da produttore<br />

esecutivo; Billy Goldenberg,<br />

autore delle musiche di Kojak, scrive<br />

il tema musicale. Tra le guest-stars<br />

presenti: Martin Sheen, Jodie Foster,<br />

Anne Archer, Kurt Russell, Larry<br />

Hagman e, nei panni della vicina di<br />

casa, Farrah Fawcett.<br />

Havoc (Havoc; When Havoc Struck)<br />

Con: Glenn Ford. Produzione: Gran<br />

Bretagna, 1977, drammatico, colore<br />

(13/30’).<br />

Glenn Ford presenta e ricostruisce le<br />

storie di disastri spettacolari coadiuvato<br />

dalle immagini d’archivio di Sherman<br />

Grinberg. La serie, dal taglio semi-documentaristico,<br />

si avvale delle<br />

testimonianze <strong>dei</strong> sopravvissuti alle<br />

tragedie. Produzione ITC.<br />

Hawaii missione speciale (One<br />

West Waikiki) Con: Cheryl Ladd, Richard<br />

Burgi, Paul Gleason, Elsie Sniffen,<br />

Ogie Zulueta. Produzione: Usa,<br />

1994, poliziesco, colore (24/60’).<br />

Cheryl Ladd interpreta la dottoressa<br />

Dawn “Holli” Holliday, la versione<br />

femminile di Quincy. Tutto ha inizio<br />

quando “Holli”, ispettore medico di<br />

Los Angeles in trasferta alle Hawaii<br />

per una conferenza, viene incaricata di


Hawaii Paradise<br />

un caso che le farà capire che quello è<br />

il suo habitat naturale. Richard Burgi<br />

ha in mano il distintivo del tenente<br />

Mack Wolfe, reduce da una sospensione;<br />

Paul Gleason è il capitano David<br />

Herzog; Elsie Sniffen è l’investigatore<br />

Nui Shaw, il “segugio” di Holli nel<br />

corso delle indagini; Ogie Zulueta presta<br />

il volto a Kimo, il collega di Wolfe.<br />

Nonostante cresca l’attrazione sessuale<br />

tra Holli e Mack, la coppia non<br />

“consuma” mai. La serie è creata e<br />

prodotta da Glen A. Larson, esperto di<br />

location hawaiiane dai tempi di Magnum<br />

P.I. (1980). Le musiche sono<br />

composte da Kevin Gilbert.<br />

Hawaii Paradise (The Byrds of Paradise)<br />

Con: Timothy Busfield, Seth<br />

Green, Jennifer Love Hewitt, Ryan<br />

O’Donohue, Elisabeth Lindsey, Andy<br />

Bumatai, Alani Apio, Elsa Awaya, Robert<br />

Kekaula, Lani Opunui-Ancheta.<br />

Produzione: Usa, 1994, drammatico,<br />

colore (13/60’).<br />

Serie drammatica sulla trasferta di un<br />

professore di Yale che, dopo la morte<br />

della moglie, si sposta con i tre figli da<br />

New Haven alle Hawaii, dove diventa<br />

il preside di una scuola privata. Timothy<br />

Busfield è il vedovo Sam Byrd;<br />

Seth Green, Jennifer Love Hewitt e<br />

Ryan O’Donohue sono i tre figli del<br />

protagonista, rispettivamente il sedicenne<br />

Harry, la quindicenne Franny e<br />

l’undicenne Zeke; Elisabeth Lindsey<br />

interpreta Healani Douglas, decana<br />

degli studenti alla Palmer School;<br />

Andy Bumatai veste i panni del professore<br />

Tony Argabrita, mentre Alani<br />

Apio insegna inglese nel ruolo di Alan<br />

Akana; Elsa Awaya è Crystal; Robert<br />

Kekaula e Lani Opunui-Ancheta sono<br />

rispettivamente Sonny e Manu, i domestici<br />

di casa Byrd. Il cantante folk<br />

Arlo Guthrie compare nei panni del-<br />

400<br />

l’hippie 45enne Alan Moon. Charles<br />

H. Eglee e Channing Gibson sono gli<br />

ideatori della serie; Steven Bochco e<br />

Stephen Cragg firmano da produttori<br />

esecutivi. La colonna sonora è composta<br />

da Mike Post. La serie è stata girata<br />

a Oahu, nelle isole Hawaii.<br />

Hawaii Squadra Cinque Zero<br />

(Hawaii Five-O) Con: Jack Lord, James<br />

MacArthur, Kam Fong, Zulu, Richard<br />

Denning, Maggi Parker, Peggy<br />

Ryan, Khigh Dhiegh. Produzione: Usa,<br />

1968, poliziesco, colore (284/60’;<br />

5/90’).<br />

In onda in America dal 1968 al 1980, è<br />

la serie poliziesca più longeva della televisione.<br />

La storia è quella di una<br />

squadra speciale della polizia hawaiana<br />

di Honolulu che risponde del suo<br />

operato direttamente al governatore.<br />

Nel corso degli anni i volti <strong>dei</strong> protagonisti<br />

cambiano ciclicamente, altri si<br />

aggiungono in corsa. Acapo dell’organizzazione<br />

c’è Steve Garrett (Jack<br />

Lord): di lui si sa solo che è uno scapolo<br />

che ama il mare. Ai suoi ordini “top<br />

secret” rispondono: Danny “Dano”<br />

Williams (James MacArthur), l’assistente<br />

di Garrett e Kono (Zulu); May<br />

(Maggi Parker) e Jenny (Peggy Ryan)<br />

si susseguono quali segretarie del capo-squadra;<br />

Chin Ho Kelly (interpretato<br />

da Kam Fong) viene ucciso dopo<br />

qualche stagione. Richard Denning<br />

compare nei panni del governatore<br />

Keith Jameson; Khigh Dhiegh interpreta<br />

Wo Fat, il nemico numero uno di<br />

Garrett che viene arrestato nell’ultima<br />

puntata. L’ambientazione esotica del<br />

<strong>telefilm</strong>, girato in gran parte in esterni,<br />

ha contribuito al successo di un serial<br />

che in Italia non ha mai trovato una<br />

collocazione di prim’ordine. Tra i punti<br />

di forza va senz’altro segnalato il tema<br />

musicale di Morton Stevens, il


401 Hazell<br />

quale, oltre ad aver vinto due Emmy<br />

Awards, compare in un episodio della<br />

terza stagione al fianco della cantante<br />

Nancy Wilson. La serie è creata da<br />

Leonard Freeman, che firma anche<br />

quale produttore esecutivo: dopo la<br />

sua morte nel 1973, alla produzione si<br />

sono alternati Bill Finnegan, Bob<br />

Sweeney, Philip Leacock, Richard<br />

Newton; non è un segreto che lo stesso<br />

Jack Lord sia stato partecipe ad alcune<br />

decisioni produttive. Bruce Broughton,<br />

Fred Steiner, Pete Rugolo e Jerrold<br />

Immel sono tra i compositori che<br />

stendono note lungo la colonna sonora.<br />

Tra le guest-stars si fanno notare:<br />

Martin Sheen (che appare in due ruoli<br />

differenti), Donald Pleasence, Kurt<br />

Russell, Bo Hopkins, gli italiani Rossano<br />

Brazzi e Luciana Paluzzi. Il quartier<br />

generale <strong>dei</strong> protagonisti è situato<br />

presso lo Iolani Palace di Honolulu,<br />

dove un tempo si amministrava la giustizia<br />

hawaiiana.<br />

Hawk l’indiano (Hawk) Con: Burt<br />

Reynolds, Wayne Grice, Leon Janney.<br />

Produzione: Usa, 1966, poliziesco,<br />

colore (17/60’).<br />

Burt Reynolds è il protagonista assoluto<br />

della serie nei panni del tenente<br />

di origini indiane John Hawk, assegnato<br />

all’ufficio del procuratore distrettuale<br />

di New York. Tra gli altri<br />

personaggi ricorrenti: il detective<br />

Dan Carter (Wayne Grice), occasionale<br />

partner delle indagini a “muso<br />

duro” di Hawk e Gorten (Leon Janney),<br />

l’informatore di turno. Alan<br />

Sloane è l’ideatore del serial che si<br />

snoda dai marciapiedi esclusivi di<br />

Park Avenue alle case popolari di West<br />

Side; Hubbell Robinson firma da<br />

produttore esecutivo; Kenyon Hopkins<br />

e Nelson Riddle compongono le<br />

musiche originali. Il <strong>telefilm</strong> segna il<br />

debutto assoluto di Reynolds, anch’egli<br />

di origini indiane, come regista in<br />

qualche episodio. In America la serie<br />

ha conosciuto il successo con le repliche<br />

sulla NBC nel 1976, dopo la popolarità<br />

conquistata dall’attore sul grande<br />

schermo in film come Quella sporca<br />

ultima meta (1974) e Un gioco<br />

estremamente pericoloso (1975).<br />

Hawkins (Id.) Con: James Stewart,<br />

Strother Martin. Produzione: Usa,<br />

1973, legale, colore (8/60’).<br />

James Stewart torna in televisione<br />

due anni dopo l’insuccesso della sitcom<br />

Jimmy Stewart per vestire i panni<br />

di Billy Jim Hawkins, un onesto e<br />

semplice avvocato di provincia in<br />

quel di Beauville, nel West Virginia.<br />

Il caratterista Strother Martin lo affianca<br />

nei panni del cugino R.J.<br />

Hawkins, che di tanto in tanto aiuta il<br />

parente nel corso delle sue indagini.<br />

La serie è firmata dalla Arena Productions;<br />

Norman Felton è il produttore<br />

esecutivo; Jerry Goldsmith compone<br />

la colonna sonora. In America la critica<br />

lodò il tentativo di costruire un<br />

personaggio nelle corde del grande<br />

attore, come il precedente Jimmy<br />

Stewart (1971): tuttavia, anche questa<br />

serie si rivelò un insuccesso di pubblico<br />

anche se permise a Stewart di<br />

vincere un Golden Globe nel 1974.<br />

Hazell (Id.) Con: Nicholas Ball, Desmond<br />

McNamara, Roddy McMillan.<br />

Produzione: Gran Bretagna, 1978, poliziesco,<br />

colore (22/60’).<br />

Curiosa e intrigante serie inglese che<br />

mutua i crismi dell’hard boiled americano.<br />

Dopo essersi ritirato dalla polizia<br />

all’età di 30 anni per un’anca malmessa,<br />

James Hazell (Nicholas Ball)<br />

ha affogato la depressione nell’alcol e<br />

ha mandato a gambe all’aria il matri­


Hazzard 402<br />

monio. Ritornato a galla, è diventato<br />

un investigatore privato che indaga<br />

con l’aiuto del cugino Tel (Desmond<br />

McNamara) e dell’agente scozzese del<br />

CID “Choc” Minty (Roddy McMillan).<br />

Nonostante schegge di violenza qua e<br />

là, il detective protagonista appare ironico<br />

e fuori dalla convezioni British,<br />

con la sua voce fuori campo che commenta<br />

le disgrazie esistenziali contrapposte<br />

ai successi investigativi. La<br />

serie si basa sui romanzi del manager<br />

calcistico Terry Venables e di Gordon<br />

Williams, quest’ultimo curatore dell’adattamento<br />

televisivo. June Roberts<br />

e Tim Aspinall sono i produttori. Il sassofonista<br />

<strong>dei</strong> Roxy Music, Andy<br />

Mackay, firma la colonna sonora;<br />

Maggie Bell è la cantante della sigla<br />

d’apertura.<br />

Hazzard (The Dukes of Hazzard)<br />

Con: John Schneider, Tom Wopat,<br />

Catherine Bach, Sorrell Booke, James<br />

Best, Denver Pyle, Sonny Shroyer,<br />

Byron Cherry, Christopher Mayer.<br />

Produzione: Usa, 1979, avventura, colore<br />

(147/60’; 2/120’).<br />

CULT<br />

Forse la vera star del <strong>telefilm</strong> è la Dodge<br />

Charger del ’69, la potente macchina<br />

che sfreccia su e giù per la contea di<br />

Hazzard con una bandiera della Confederazione<br />

disegnata sul tetto. A bordo,<br />

i due cugini protagonisti: Bo Duke<br />

(John Schneider) e Luke Duke (Tom<br />

Wopat) pigiano sull’acceleratore del<br />

loro “Generale Lee”, come hanno soprannominato<br />

il bolide arancione che<br />

li porta ovunque ci siano i guai. Ogni<br />

tanto salta in macchina anche la cugina<br />

Daisy Duke (Catherine Bach), che con<br />

i suoi short di jeans entra di diritto nella<br />

top-ten <strong>dei</strong> personaggi televisivi più<br />

sexy dell’immaginario; con il suo fascino<br />

la bella Daisy riesce in più di<br />

un’occasione a coprire le gesta <strong>dei</strong> turbolenti<br />

cugini. In realtà anche i nullafacenti<br />

Bo e Luke hanno una “missione”:<br />

mettere il bastone tra le ruote a<br />

Jefferson Davis Hogg detto “Boss”<br />

(Sorrell Booke), il corrotto politico a<br />

capo di Hazzard, e al suo inetto braccio<br />

destro, lo sceriffo Rosco Coltrane (James<br />

Best). Quartiere generale <strong>dei</strong> tre<br />

cugini è la fattoria di zio Jesse (Denver<br />

Pyle), sempre sul piede di guerra e dalla<br />

carabina facile. Sonny Shroyer interpreta<br />

l’incapace vice-sceriffo Enos<br />

Strate, innamorato perdutamente di<br />

Daisy e che, in cambio di dieci secondi<br />

con lei, chiude un occhio sulle malefatte<br />

<strong>dei</strong> cugini-compari. Ogni episodio<br />

promette inseguimenti perdifiato,<br />

incidenti spettacolari, capottamenti<br />

entusiasmanti, con il risultato che ogni<br />

settimana furono impiegati almeno tre<br />

“Generali Lee”, per un totale che si aggirò<br />

intorno alle 300 unità; il più delle<br />

volte l’auto era talmente malridotta<br />

che bisognava mandarla a rottamare; i<br />

produttori, in tal senso, incontrarono<br />

non poche difficoltà. Quando giunse la<br />

popolarità, Wopat e Schneider cominciarono<br />

a criticare le sceneggiature e a<br />

pretendere una percentuale sulla vendita<br />

<strong>dei</strong> gadgets che andavano a ruba<br />

negli Stati Uniti. Per una stagione lasciarono<br />

il serial con la spiegazione<br />

che Bo e Luke erano andati a gareggiare<br />

nel circuito automobilistico NA­<br />

SCAR; il loro posto venne preso da<br />

due nuovi cugini Duke, Coy (Byron<br />

Cherry) e Vance (Christopher Mayer).<br />

Quando gli ascolti crollarono in picchiata<br />

venne richiamata la coppia originaria,<br />

che fece sparire quella “replicante”.<br />

Waylon Jennings, che ha scritto<br />

e cantato la sigla originale “Good<br />

Ol’ Boys”, è altresì la voce narrante in<br />

tutta la serie, doppiata in Italia da Elio<br />

Pandolfi. Roy Orbison interpreta sé


403 Heidi<br />

stesso in un cameo. Le riprese in esterni<br />

sono state effettuate a Covington,<br />

nella Georgia. Il <strong>telefilm</strong> ideato da Gy<br />

Waldron ha generato due spin-off:<br />

Enos (1980) e The Dukes (1983), quest’ultima<br />

la versione a cartoni animati<br />

di Hazzard e <strong>dei</strong> suoi protagonisti.<br />

Paul R. Picard firma quale produttore<br />

esecutivo. Nel 1997 è stata girata una<br />

classica réunion; nel 2000, il film-tv<br />

the Hazzard in Hollywood vede Bo e<br />

Luke cercare fortuna nella mecca del<br />

cinema con lo scopo di guadagnare i<br />

soldi necessari per costruire un ospedale.<br />

Nel 2005 il “Generale Lee” è arrivato<br />

sul grande schermo nel film diretto<br />

da Jay Chandrasekhar: Bo e Luke<br />

sono stati interpretati rispettivamente<br />

da Seann William Scott e Johnny<br />

Knoxville; Jessica Simpson ha dato vita<br />

a una biondissima Daisy; Burt Reynolds<br />

ha incarnato Boss; Willie Nelson<br />

si è calato nella parte di zio Jesse. La<br />

contea di Hazzard, per quei pochi che<br />

non lo sapessero, è “a est del Mississippi<br />

e a sud dell’Ohio”.<br />

Heart of the City (Id.) Con: Robert<br />

Desiderio, Jonathan Ward, Christina<br />

Applegate, Dick Anthony Williams,<br />

Branscombe Richmond, Kario Salem,<br />

Robert Alan Browne. Produzione:<br />

Usa, 1986, poliziesco, colore (13/60’).<br />

Le vicende private di un gruppo di poliziotti<br />

di Los Angeles si alternano alle<br />

loro indagini. Ecco così in scena, ad<br />

esempio, la storia del detective Wes<br />

Kennedy (Robert Desiderio), il quale<br />

si ritrova ad accudire due figli adolescenti<br />

dopo che la moglie è stata uccisa<br />

e che per questo motivo è costretto al<br />

turno di notte. Jonathan Ward e Christina<br />

Applegate interpretano i due figli<br />

di Kennedy, il quindicenne arrapato<br />

Kevin e la quattordicenne ribelle Robin;<br />

Dick Anthony Williams è il capi­<br />

tano Ed Van Duzer; Branscombe Richmond<br />

veste i panni del sergente Luke<br />

Halui; Kario Salem e Robert Alan<br />

Browne sono rispettivamente i detective<br />

Rick Arno e Stanley. Michael Zinberg<br />

e Arthur Kean firmano da produttori<br />

esecutivi. La colonna sonora è<br />

composta da Patrick Williams.<br />

Hec Ramsey (Id.) Con: Richard<br />

Boone, Rick Lenz, Harry Morgan.<br />

Produzione: Usa, 1972, western, colore<br />

(10/90’).<br />

Come Banacek e Colombo anche Hec<br />

Ramsey (Richard Boone) deve i suoi<br />

natali a quella fucina di gialli e polizieschi<br />

che è stato il Mystery Movie<br />

dell’NBC: egli è un ufficiale di polizia<br />

che si avvale di tecniche scientifiche e<br />

metodi moderni nella cittadina western<br />

di New Prospect, nell’Oklahoma.<br />

Nonostante la pistola nella fondina<br />

le vere “armi di Ramsey risultano i<br />

marchingegni per rilevare le impronte<br />

digitali, le lenti d’ingrandimento, le<br />

cartine tornasole che inchiodano i colpevoli.<br />

Rick Lenz interpreta Oliver B.<br />

Stamp, il giovane capo della polizia;<br />

Harry Morgan è Doc Coogan, il medico<br />

della comunità. Douglas Benton<br />

firma da produttore esecutivo. La colonna<br />

sonora è composta da Lee Holdridge,<br />

Laurence Rosenthal e Fred<br />

Steiner.<br />

Heidi (Id.) Con: Katia Polletin, René<br />

Deltgen, Lisa Helwig, Sonja Sutter,<br />

Stefan Arpagaus, Henry van Lyck,<br />

Kathi Böhm, Hanspeter Blumer. Produzione:<br />

Germania/Svizzera, 1977,<br />

avventura, colore (26/30’).<br />

A Heidi “sorridono i monti e le caprette<br />

fanno ciao” anche sul piccolo schermo:<br />

dopo il cartone animato giapponese<br />

di culto del 1974, il romanzo originale<br />

omonimo di Johanna Spyri diven­


Heights, The 404<br />

ta televisivo con il volto di Katia Polletin<br />

nelle vesti (simil-tirolesi) della protagonista.<br />

In realtà l’attrice non è stata<br />

la prima a interpretare in tv l’eroina<br />

che abita in una baita sulle Alpi con i<br />

nonni: nel 1956 era toccato a Verinha<br />

Darci in un serial di produzione brasiliana<br />

(inedito in Italia), nel 1960 fu<br />

chiamata Vera Lùcia in un <strong>telefilm</strong> dall’accento<br />

spagnoleggiante (per fortuna,<br />

anch’esso mai giunto sui nostri teleschermi).<br />

Nella serie di fine anni ’70<br />

sono confermati tutti i personaggi<br />

ideati dalla Spyri: il nonno (René Deltgen)<br />

e la nonna (Lisa Helwig) di Heidi,<br />

la signorina Rottermeier (Sonja Sutter),<br />

Peter (Stefan Arpagaus), Sebastian<br />

(Henry van Lyck), Klara Sesemann<br />

(Kathi Böhm), il maestro <strong>dei</strong> ragazzi<br />

(Hanspeter Blumer). Producono<br />

la tedesca ARD e la svizzera DSR.<br />

Heights, The (Id.) Con: Shawn<br />

Thompson, Cheryl Pollack, Charlotte<br />

Ross, Alex Désert, Zachary Throne,<br />

Ken Garito, Jamie Walters, Tasia Valenza,<br />

Ray Aranha. Produzione: Usa,<br />

1992, drammatico/musicale, colore<br />

(13/60’).<br />

Aaron Spelling mette in scena una sorta<br />

di Beverly Hills musicale (e proletario)<br />

su un gruppo rock di periferia in<br />

cerca del successo e del riscatto sociale.<br />

Ne fanno parte: il cantante J.T.<br />

Banks (Shawn Thompson), la sassofonista<br />

Rita (Cheryl Pollack), la chitarrista<br />

Hope (Charlotte Ross), il bassista<br />

Stan Lee (Alex Désert), il tastierista<br />

Lenny Schaefer (Zachary Throne), il<br />

batterista Dizzy Mazelli (Ken Garito)<br />

e Alex O’Brien (Jamie Walters). Tasia<br />

Valenza interpreta Jodie Abramowitz,<br />

la fidanzata di Dizzy; Ray Aranha è<br />

Mike Lee, il padre di Stan che gestisce<br />

una sala. Tutti provenienti dalla<br />

working-class, ciascuno con i propri<br />

problemi personali e la propria personalità,<br />

i componenti della band si<br />

esprimono al meglio suonando insieme<br />

sul palco. Sebbene la serie sia risultata<br />

un flop, la canzone che fa da tema<br />

musicale – “How Do You Talk to an<br />

Angel?” – è arrivata ai primi posti della<br />

classifica discografica americana.<br />

Successo personale per Jamie Walters:<br />

reduce da Beverly Hills, dopo questo<br />

<strong>telefilm</strong> ha debuttato quale cantante<br />

solista. Tra gli altri protagonisti che<br />

cantano con la propria voce: Désert,<br />

Thompson, Throne e Ross. Il serial, girato<br />

a Vancouver, è ideato da Eric Roth<br />

e Tony Spiridakis; E. Duke Vincent firma<br />

da produttore esecutivo in compagnia<br />

di Roth e Spelling. La serie è molto<br />

simile e contemporanea alla canadese<br />

Catwalk, dove Jamie Walters compare<br />

quale guest-star cantante.<br />

Helena Con: Paola Onofri, Alfredo<br />

Pea, Loes Kamma, Stefania Spugnini,<br />

Renato Mori. Produzione: Italia,<br />

1986, drammatico/poliziesco, colore<br />

(22/60’).<br />

Helena Rosselli (Paola Onofri) diventa<br />

giornalista per caso dopo l’assassinio<br />

del padre magistrato, ucciso da un<br />

commando di terroristi. Di lì a poco<br />

viene assunta in un periodico che voleva<br />

intervistarla in quanto figlia della<br />

vittima; dopo un breve praticantato,<br />

Helena inizia ad andare a caccia di notizie<br />

scottanti che in più di un’occasione<br />

la ficcano nei guai. Oltre a essere<br />

coinvolta in scoop a sfondo giallo, la<br />

protagonista si occupa di situazioni di<br />

disagio, come quando aiuta un bambino<br />

fuggito da casa o due anziane sorelle<br />

abbandonate a sé stesse. Tra un articolo<br />

e l’altro Helena vive gomito a gomito<br />

con il resto della redazione: il giovane<br />

fotoreporter Paolo (Alfredo Pea);<br />

la fredda e un po’ cinica Beba (Loes


405 HeliCops<br />

Kamma), la caposervizio; Gabriella<br />

(Stefania Spugnini), responsabile della<br />

posta; il direttore Rivero Martini<br />

(Renato Mori), irascibile dal cuore<br />

d’oro. La serie si ispira a un fumetto<br />

omonimo di Robin Wood, pubblicato<br />

in Italia da “Lancio story”. Pier Danio<br />

Forni è il produttore esecutivo di un <strong>telefilm</strong><br />

che conta 80 location a Roma e<br />

nel resto d’Italia, nonché 5 ambienti ricostruiti<br />

a Cinecittà. I ritmi da videoclip<br />

sono esaltati dalla regia di Giancarlo<br />

Soldi e dello stesso Pier Danio<br />

Forni. Tra le guest-stars si fanno notare<br />

Helmut Berger, Renato Rascel e<br />

Paola Borboni. Ron è autore delle musiche<br />

di un serial che potrebbe essere<br />

definito “la versione anni ’80 delle Avventure<br />

di Laura Storm”.<br />

Helen e i suoi amici (Hélène et les<br />

garçons) Con: Hélène Rolles, Cathy<br />

Andrieu, Rochelle Redfield, Patrick<br />

Puydebat, David Proux, Sebastien Roch,<br />

Philippe Vasseur, Patrick Puydebat,<br />

David Proux, Sebastien Roch,<br />

Philippe Vasseur. Produzione: Francia,<br />

1992, sit-com, colore (270/30’).<br />

È bella e simpatica, sprizza energia da<br />

tutti i pori, adora la musica rock, è<br />

francese come la situation-comedy<br />

della quale è protagonista: Hélèn Girard<br />

(Helene Rolles), già tra le protagoniste<br />

di Primi baci, è una ragazza di<br />

vent’anni. È dolce, gentile, simpatica,<br />

ama gli animali; ha abbandonato il focolare<br />

domestico per andare a vivere<br />

da sola in un campus universitario.<br />

Qui conosce compagni e compagne di<br />

studi, ma anche di avventure, amori,<br />

risate, gelosie e, soprattutto, musica.<br />

Sì, perché la giovane ha una passione<br />

in comune con tutti i suoi nuovi amici:<br />

il rock. E l’amore per le sette note la<br />

porta a fondare una band. Tra una prova<br />

in garage e un concerto, tra una le­<br />

zione di filosofia e il ritrovo al bar, tra<br />

gli esercizi in palestra e una notte in<br />

bianco prima degli esami, Helen e i<br />

suoi amici incontrano l’amore, con<br />

tutti i pregi e i difetti della passione<br />

adolescenziale. Situazioni divertenti,<br />

scherzi tra compagni, invidie tra amiche,<br />

discussioni tra ragazzi, problemi<br />

giovanili di sempre: questi gli ingredienti<br />

dello spin-off del fortunato Primi<br />

baci, il <strong>telefilm</strong> francese che negli<br />

ultimi anni ha conteso la popolarità all’americano<br />

Beverly Hills. Accompagnano<br />

Helen nel corso delle sue vicissitudini<br />

due ragazze e quattro ragazzi.<br />

Cathy (Cathy Andrieu) e Johanna (Rochelle<br />

Redfield) dividono la stanza<br />

con la protagonista: la prima è bruna,<br />

vivace, disinibita, adora ridere ed essere<br />

corteggiata da più di un ragazzo;<br />

la seconda è originaria del Texas e ha<br />

quell’accento che le dona fascino; è<br />

tanto sentimentale quanto volubile. Il<br />

poker di ragazzi è cosi composto. Nicolas<br />

(Patrick Puydebat) è al primo<br />

anno di lettere ma la sua passione è la<br />

musica, in particolare la chitarra; è<br />

bello, romantico e perdutamente innamorato<br />

di Helen. Etienne (David<br />

Proux) è il miglior amico di Nicolas; è<br />

sportivo, dinamico, suona il basso ed è<br />

innamorato di Cathy. Christian (Sebastien<br />

Roch) è il simpaticone del gruppo<br />

e anche il batterista; ama le moto e<br />

l’ironia: il suo mito femminile è Isabelle<br />

Adjani ma si deve accontentare<br />

di Johanna. José (Philippe Vasseur) è<br />

l’ultimo arrivato e l’unico che non<br />

suona e non studia: è un cameriere che<br />

frequenta gli studenti del college e ha<br />

un debole per Helen. La colonna sonora<br />

che scandisce le avventure <strong>dei</strong> giovani<br />

protagonisti è composta da Jean-<br />

François Porry e Gérard Salasses.<br />

HeliCops (HeliCops – Einsatz über


Hello, Larry 406<br />

Berlin) Con: Christoph M. Ohrt, Doreen<br />

Jacobi, Mathias Matz, Peter Simonischek,<br />

Christoph Grunert, Dietrich<br />

Hollinderbäumer, Brigitte Kramer.<br />

Produzione: Germania, 1998, poliziesco,<br />

colore (1/120’; 13/60’).<br />

La giustizia viene dall’alto. Nel cielo<br />

sopra Berlino vola una squadra speciale<br />

della Polizei addestrata ad agire con<br />

rapidità e in silenzio. Consci che il crimine<br />

va sventato di sorpresa, i componenti<br />

di questa speciale task-force aerea<br />

sono addestrati alla perfezione ed<br />

equipaggiati con le più moderne tecnologie.<br />

A cominciare dal velivolo che<br />

consente loro di muoversi da un capo<br />

all’altro della città in pochi minuti: un<br />

elicottero dell’ultima generazione –<br />

modello AK1 – una sorta di macchina<br />

da guerra dotata di quegli optional che<br />

farebbero invidia anche agli americani<br />

Apache. Tanto per dire: sensori ultrasensibili<br />

per intercettare conversazioni<br />

chiave nonché per captare qualsiasi rumore<br />

sospetto, compreso il ticchettio<br />

di una bomba; radar infrarossi che segnalano<br />

sviluppi di calore oltre la norma,<br />

decisivi per sventare attentati dinamitardi;<br />

pulsori elettromagnetici in<br />

grado di mandare in cortocircuito<br />

qualsiasi tipo di apparecchiatura elettrica<br />

a distanza; silenziatori nel motore<br />

per consentire di sorprendere dall’alto<br />

l’obiettivo; mitragliatrici di precisione<br />

al laser; fumogeni e bombe da sganciare<br />

a seconda del grado di intervento.<br />

Tra coloro che salgono a bordo e fanno<br />

parte della squadra speciale “HeliCops”:<br />

Charly (Christoph M. Ohrt), Jenny<br />

(Doreen Jacobi), Rubelli (Mathias<br />

Matz), Hagen Dahlberg (Peter Simonischek),<br />

Thorwald (Christoph Grunert),<br />

Koch (Dietrich Hollinderbäumer),<br />

la dottoressa Jokostra (Brigitte<br />

Kramer). La serie si segnala per essere<br />

la prima, battente bandiera tedesca, ad<br />

avere introdotto l’alta tecnologia nel<br />

montaggio, alternando riprese live dell’elicottero<br />

protagonista con sequenze<br />

ricostruite al computer (l’80% del <strong>telefilm</strong>);<br />

inoltre, sono state installate due<br />

telecamere da 35 mm nella cabina di<br />

pilotaggio per esaltare le acrobazie aeree<br />

dal punto di vista del pilota; per alcune<br />

scene particolarmente rischiose<br />

sono stati utilizzati due modellini di<br />

elicotteri in scala 1:14 e 1:10. Gli effetti<br />

speciali, curati dalla Nitrofilm e dalla<br />

Scanline Productions, hanno fatto sì<br />

che, nonostante le numerose esplosioni<br />

nel corso del serial, i berlinesi non si<br />

accorgessero di nulla. La serie, girata<br />

lungo 10 mesi, è prodotta da Beatrice<br />

Kramm; Curt Cress e Chris Weller<br />

compongono la colonna sonora.<br />

Hello, Larry (Id.) Con: McLean Stevenson,<br />

Joanna Gleason, George<br />

Memmoli, Kim Richards, Donna<br />

Wilkes, Krista Errickson, Ruth<br />

Brown, Shelley Fabares. Produzione:<br />

Usa, 1979, sit-com, colore (41/30’).<br />

Quando il quarantaquattrenne deejay<br />

Larry Alder (McLean Stevenson) decide<br />

di trasferirsi da Los Angeles a<br />

Portland, nell’Oregon, si porta dietro i<br />

problemi esistenziali e le due figlie<br />

adolescenti. Nella nuova stazione radiofonica<br />

– la KLOW – Morgan Winslow<br />

(Joanna Gleason) diventa la produttrice<br />

del suo talk-show telefonico,<br />

mentre Earl (George Memmoli) è l’obeso<br />

tecnico del suono dietro il vetro.<br />

Se al lavoro va tutto a gonfie vele, non<br />

succede lo stesso tra le mura domestiche:<br />

la tredicenne Ruthie (Kim Richards)<br />

e la sedicenne Diane (interpretata<br />

dapprima da Donna Wilkes, quindi<br />

da Krista Errickson) sono sotto la<br />

custodia di Larry dopo il divorzio e<br />

hanno bisogno di più attenzione. Entra<br />

così in scena Leona Wilson (Ruth


407 Hercules<br />

Brown), la vicina di casa (e professoressa)<br />

che tenta di riorganizzare la confusa<br />

vita familiare degli Alder; di tanto<br />

in tanto bussa altresì alla porta Marion<br />

(Shelley Fabares), l’ex moglie del protagonista.<br />

Successivamente fa il suo<br />

ingresso sul set Meadowlark Lemon,<br />

l’ex giocatore di basket degli Harlem<br />

Globetrotters, nei panni di sé stesso<br />

quale proprietario di un negozio di<br />

sport. In onda dopo Harlem contro<br />

Manhattan (1978) sulla NBC e firmata<br />

dalla stessa casa di produzione – la<br />

Tandem Productions – la sit-com ha<br />

goduto del cross-over del personaggio<br />

di Philip Drummond (Conrad Bain): si<br />

è spiegato che il patrigno di Arnold e<br />

Larry erano commilitoni sotto le armi<br />

e la società di Drummond aveva acquistato<br />

la radio dove Alder lavorava; l’escamotage<br />

per promuovere la serie<br />

ideata da Dick Bensfield non ha dato i<br />

frutti sperati, facendo chiudere i battenti<br />

a Hello, Larry dopo 41 puntate.<br />

Dick Bensfield, Perry Grant e George<br />

Tibbles sono i produttori esecutivi.<br />

John LaSalle e Tom Smith sono gli autori<br />

del tema musicale.<br />

Henry e Kip (Bosom Buddies) Con:<br />

Peter Scolari, Tom Hanks, Wendie Jo<br />

Sperber, Telma Hopkins, Donna<br />

Dixon, Holland Taylor. Produzione:<br />

Usa, 1980, sit-com, colore (38/30’).<br />

I protagonisti del serial sono Henry<br />

Desmond (Peter Scolari) e Kip Wilson<br />

(Tom Hanks, qui al suo debutto televisivo),<br />

i quali lavorano presso l’agenzia<br />

pubblicitaria di New York “Gentry e<br />

Mishkin”. Quando il condominio in<br />

cui vive la coppia viene demolito, la<br />

collega Amy Cassidy (Wendie Jo Sperber)<br />

aiuta i due a prendere appartamento<br />

nel suo edificio, il Susan B. Anthony<br />

Hotel a Broadway. Tutto andrebbe liscio<br />

se non fosse che il palazzo risulta<br />

riservato alle sole donne: Henry e Kip<br />

sono costretti a travestirsi e a spacciarsi<br />

come le rispettive sorelle, Hildegard e<br />

Buffy. I (le) due pagano solo 150 dollari<br />

al mese di affitto e sono circondati da<br />

belle ragazze: inizialmente solo Amy<br />

conosce la loro vera identità. Il primo<br />

ciclo è incentrato sulle avventure di<br />

Henry e Kip e sulle traversie per mantenere<br />

la loro doppia identità; il primo<br />

si innamora della bella vicina Isabelle<br />

Hammond (Telma Hopkins), il suo<br />

amico dell’infermiera Sonny Lumet<br />

(Donna Dixon), la compagna di stanza<br />

di Amy. Nella seconda stagione la doppia<br />

vita <strong>dei</strong> due protagonisti diventa secondaria:<br />

Henry, Kip e Amy comprano<br />

lo studio di produzione dello zio di<br />

Henry per 2000 dollari e lasciano l’agenzia<br />

dove lavorano. Quando scoprono<br />

che hanno ereditato 17.000 dollari<br />

di debito, il loro ex boss, Ruth Dunbar<br />

(Holland Taylor), li aiuta come socio.<br />

La canzone della sigla, “My Life”, è<br />

cantata da Billy Joel; la colonna sonora<br />

è composta a quattro mani da Dan Foliart<br />

e Howard Pearl. Chris Thompson,<br />

il creatore della serie, firma altresì da<br />

produttore esecutivo in compagnia di<br />

Thomas L Miller, Edward K Milkis e<br />

Robert L Boyett. Joe Mantegna e, nei<br />

panni di se stessa, Penny Marshall,<br />

compaiono quali guest-stars.<br />

Hercules (Hercules – The Legendary<br />

Journeys) Con: Kevin Sorbo, Michael<br />

Hurst, Anthony Quinn. Produzione:<br />

Usa, 1995, avventura/mitologico/fantastico,<br />

colore (111/60’; 5/90’).<br />

“C’era un tempo in cui la Storia lasciava<br />

spazio a miti e leggende. Un tempo<br />

in cui gli dèi giocavano con gli uomini<br />

come i gatti con i topi. Un’epoca in cui<br />

le divinità erano malvage e crudeli e<br />

infliggevano alle genti sofferenze terrificanti.<br />

Per secoli l’umanità non ebbe


Here We Go Again<br />

scampo. Ma un giorno, all’orizzonte,<br />

comparve lui e la vita vinse la morte...”:<br />

inizia così il <strong>telefilm</strong> sull’eroe<br />

più epico dell’immaginario. Nato da<br />

una bellissima donna mortale e da<br />

Zeus, re di tutti gli dèi, Hercules è dotato<br />

di una forza straordinaria, di un<br />

coraggio insuperabile, ma altresì della<br />

vulnerabilità delle passioni umane.<br />

Nel corso della serie, il nostro sceglie<br />

di combattere per la giustizia contro<br />

personaggi mostruosi, che sembrano<br />

usciti da incubi primordiali, dalle caverne<br />

del nostro immaginario, dagli<br />

anfratti di leggende che non trovano<br />

spazio nella Storia. Giganti maligni,<br />

ciclopi indistruttibili, serpenti enormi,<br />

uomini-rettile, donne preistoriche. Ma<br />

più di tutti i nemici, Hercules deve temere<br />

l’ira di Hera, la regina degli dèi<br />

gelosa del tradimento di Zeus e che vede<br />

nel figliastro un’onta da lavare nel<br />

sangue. Metà uomo e metà dio, Hercules<br />

vive in un’epoca precedente a Noè,<br />

all’avvento <strong>dei</strong> Greci e <strong>dei</strong> Romani, in<br />

un mondo contraddistinto da foreste<br />

incontaminate, picchi innevati, laghi e<br />

mari infiniti. Una sorta di paradiso, se<br />

non fosse per quelle creature del Male<br />

che, annoiate dalla calma che regna<br />

sulla Terra, vogliono movimentare l’esistenza<br />

con il gioco che preferiscono:<br />

la Morte. Al fianco del biondo protagonista,<br />

scende di tanto in tanto dall’Olimpo<br />

il vecchio Zeus, che consiglia<br />

il figlio e lo protegge dalla potenza<br />

degli dèi e dalla vulnerabilità degli uomini.<br />

Le armi per abbattere i nemici,<br />

gli insegna il re di tutti i dèi, sono solo<br />

due: il coraggio e l’intelligenza. Girato<br />

quasi esclusivamente in Nuova Zelanda,<br />

ricco di effetti molto speciali, il <strong>telefilm</strong><br />

si avvale della firma DOC del cineasta<br />

Sam Raimi quale produttore esecutivo<br />

(insieme a Christian Williams e<br />

Robert Tapert), una vera e propria ga­<br />

408<br />

ranzia per quello che concerne il cinema<br />

fantastico. Le più moderne tecniche<br />

di grafica computerizzata e gli ultimi ritrovati<br />

in materia di make-up sono stati<br />

impiegati per dar vita a mostri, demoni<br />

e creature che abitano un mondo sospeso<br />

tra mito, fantasia e realtà. Azione,<br />

sentimento, lotte epiche e un pizzico<br />

d’amore e di romanticismo: questi gli<br />

ingredienti di una serie che prolunga<br />

sul piccolo schermo la leggenda di un<br />

personaggio che ha attraversato indenne<br />

(e con successo) fumetti, cartoni animati,<br />

film e serial tv. L’aitante e biondissimo<br />

Kevin Sorbo veste i panni dell’eroe<br />

protagonista, una sorta di fratello<br />

minore di Conan il barbaro e figlio legittimo<br />

anni ’90 di Steve Reeves, il primo<br />

Hercules cinematografico. “Ho<br />

cercato di interpretare il mio ruolo dotandolo<br />

di quell’umanità che forse i<br />

miei predecessori cinematografici avevano<br />

ignorato”, ha affermato Sorbo circa<br />

il suo personaggio. Michael Hurst<br />

interpreta il fedele Iolaus; il vecchio<br />

leone Anthony Quinn presta il volto a<br />

Zeus, padre spirituale, dentro e fuori<br />

dal set, del giovane Kevin-Ercole Sorbo.<br />

La serie ideata da Christian Williams,<br />

vincitrice di 3 ASCAP Awards, ha<br />

dato vita a uno spin-off e a un prequel:<br />

Xena (1995), la versione femminile di<br />

Hercules, è interpretata da Lucy Lawless,<br />

che compare in più di una puntata<br />

nel serial originario; in Young Hercules<br />

(1998) si racconta la gioventù e gli anni<br />

accademici del giovane semi-dio. Joseph<br />

LoDuca compone la colonna sonora.<br />

L’ex pornostar Traci Lords appare<br />

in un cameo nei panni di Luscious<br />

Deluxe.<br />

Here We Go Again (Id.) Con: Larry<br />

Hagman, Diane Baker, Dick Gautier,<br />

Nita Talbot, Chris Beaumont, Leslie<br />

Graves, Kim Richards. Produzione:


409 High Incident<br />

Usa, 1973, sit-com, colore (13/30’).<br />

Lanciata dalla CBS come situation-comedy<br />

in grado di contrastare Arcibaldo<br />

(in onda sull’ABC), la serie vede<br />

protagonista un Larry Hagman reduce<br />

dal successo di Strega per amore<br />

(1965) e non ancora sotto il cappello<br />

texano di J.R. Qui veste i panni di Richard<br />

Evans, un architetto divorziato<br />

che decide di risposarsi. Diane Baker<br />

è Susan Standish, anch’essa separata e<br />

destinata a salire all’altare con Evans;<br />

Dick Gautier interpreta Jerry Standish,<br />

l’ex marito di Susan, un ristoratore<br />

che abita di fianco alla nuova coppia;<br />

Nita Talbot è Judy Evans, l’ex moglie<br />

di Richard, direttrice della rivista di<br />

cinema “Screen World”; Chris Beaumont<br />

dà il volto a Jeff, il figlio di Richard<br />

e Judy, che vive con quest’ultima<br />

dopo il divorzio; Leslie Graves e<br />

Kim Richards sono Cindy e Jan, le figlie<br />

di Jerry e Susan che condividono<br />

lo stesso tetto della mamma. Le vicende<br />

sono ambientate a Encino, in California.<br />

Il serial è creato da Bob Kaufman;<br />

Charles Fries firma da produttore<br />

esecutivo. Peter Allen e Carole<br />

Bayer Sager firmano a quattro mani il<br />

tema musicale cantato da loro stessi.<br />

Hidden city Vedi La leggenda della<br />

città perduta.<br />

High Incident (Id.) Con: David<br />

Keith, Cole Hauser, Blair Underwood,<br />

Lisa Vidal, Matt Craven, Aunjanue Ellis,<br />

Matthew Beck, Louis Mustillo,<br />

Wendy Davis. Produzione: Usa, 1996,<br />

poliziesco, colore (32/60’).<br />

Devono “proteggere e servire”, ma a<br />

quale prezzo? Questa la domanda di<br />

fondo della serie ideata da Steven<br />

Spielberg. Nel fittizio distretto di periferia<br />

di El Camino, ai bordi di un’anonima<br />

città della California del Sud, si<br />

incrociano le vite, le carriere e le chiamate<br />

via radio di un gruppo di poliziotti.<br />

Un plotone di anti-eroi che soffrono,<br />

litigano, sparano; che non sempre riescono<br />

a staccare la spina alla fine del<br />

turno di lavoro; che indagano su casi di<br />

adozioni difficili, delinquenza minorile,<br />

spaccio di crack, dipendenza dall’alcol.<br />

Stilisticamente concepito come<br />

un <strong>telefilm</strong> anni ’90, in cui i racconti<br />

e le sceneggiature sono sempre<br />

più avvinghiati al realismo e alla cronaca,<br />

sulla scia <strong>dei</strong> successi di N.Y.P.D<br />

Blue, E.R., Law & Order, Avvocati a<br />

Los Angeles, il <strong>telefilm</strong> dispiega un<br />

ventaglio di protagonisti con volti e risvolti<br />

anche drammatici: il tormentato<br />

sergente Jim Marsh (David Keith) ha<br />

divorziato tre volte e si dimentica<br />

spesso i suoi struggimenti nel taschino<br />

della divisa; l’agente Randy Willitz (il<br />

debuttante Cole Hauser), suo partner<br />

di ronda, è un’ansiosa recluta con voglia<br />

di mettersi in mostra; l’agente<br />

Mike Rhoades (Blair Underwood) è<br />

stato trasferito dal cuore della metropoli<br />

in un distretto lontano dai riflettori;<br />

l’agente Jessica Helgado (Lisa Vidal),<br />

compagna di turno di Rhoades, è<br />

nativa di El Camino e la sua voglia di<br />

aiutare gli altri non sempre viene vista<br />

favorevolmente dai superiori; l’agente<br />

Lenny Gayer (Matt Craven) non riesce<br />

a sconfiggere il turbamento per l’omicidio<br />

di un collega; l’agente Leslie<br />

Joyner (Aunjanue Ellis, al suo debutto<br />

tv), la nuova partner di Gayer, è divisa<br />

tra le adozioni e la carriera; l’agente<br />

Terry Hagar (Matthew Beck) nasconde<br />

acume e intelligenza dietro un look<br />

da rockstar; l’agente Russell Topps<br />

(Louis Mustillo), collega e miglior<br />

amico di Hagar, crede all’analogia tra<br />

il cinema e la vita; l’agente Lynette<br />

White (Wendy Davis) è la vedova del<br />

collega di Gayer. Eric Bogosian, dive­


Highlander 410<br />

nuto celebre per l’interpretazione in<br />

Talk Radio di Oliver Stone, affianca<br />

Spielberg nelle vesti di creatore della<br />

serie insieme a Dave Alan Johnson e<br />

Michael Pavone; produttore esecutivo,<br />

sempre in compagnia di Spielberg,<br />

è Ann Donahue; il coproduttore<br />

esecutivo Charles Haid, interprete di<br />

Andy Renko in Hill Street giorno e<br />

notte – il serial che per tematiche sociali<br />

e crudo realismo forse più si avvicina<br />

ad High Incident – è regista di<br />

alcune puntate. Spielberg ha voluto<br />

ambientare la serie nei dintorni di<br />

Los Angeles e a Chatsworth, in California.<br />

Lo stesso cineasta è regista<br />

di alcuni episodi pur non volendo<br />

comparire nei credits che scorrono a<br />

fine puntata.<br />

Highlander (Highlander – The Series)<br />

Con: Adrian Paul, Alexandra<br />

Vandernoot, Stan Kirsch, Lisa Howard,<br />

Jim Byrnes, Elizabeth Gracen,<br />

Peter Wingfield. Produzione: Canada/Francia,<br />

1992, avventura/fantastico,<br />

colore (119/60’).<br />

Le leggende non hanno mai fine. Sopravvivono<br />

di generazione in generazione,<br />

conservando quel ragionevole<br />

dubbio che le contraddistingue dalla<br />

storia. E i loro protagonisti vivono per<br />

sempre, sfidando i secoli. L’eroe più<br />

immortale di tutti, il mitico personaggio<br />

portato sul grande schermo da Christopher<br />

Lambert, sopravvive in televisione<br />

riproponendo gli ingredienti<br />

della fortunata saga cinematografica.<br />

E proprio Lambert torna nella puntatapilota<br />

del serial nei panni dell’immortale<br />

Connor MacLeod, nelle vesti di<br />

tutore del neo-discendente Duncan<br />

(Adrian Paul), il nuovo highlander, divenuto<br />

immortale nel 1622. Tessa<br />

Noel (Alexandra Vandernoot) tinge<br />

d’amore e sentimento l’avventura del<br />

giovane Duncan; Richie Ryan (Stan<br />

Kirsch) affianca il protagonista quale<br />

figlio adottivo sulla via dell’immortalità.<br />

Girato tra il Canada e la Francia,<br />

tra il presente e il passato, tra flashback<br />

ed effetti speciali, dal ’700 inglese all’epoca<br />

della Cina imperiale, il serial<br />

porta in scena una sorta di fiaba senza<br />

età sull’eterna lotta tra il Bene e il Male<br />

arricchendola di una nota romantica e<br />

tragica: l’impossibile amore tra un immortale<br />

e una donna vulnerabile agli<br />

anni che passano. Nella terza stagione<br />

Tessa muore, uccisa da un rapinatore;<br />

la dottoressa Anne Lindsey (Lisa<br />

Howard) prende il suo posto nel cuore<br />

dell’Immortale Duncan; Joe Dawson<br />

(Jim Byrnes) entra in scena come<br />

membro de “Gli osservatori”, un gruppo<br />

di mortali che controllano l’attività<br />

degli highlanders. Nel quarto ciclo si<br />

aggiungono le figure dell’immortale<br />

Amanda (interpretata da Elizabeth<br />

Gracen, Miss America nel 1982, che<br />

ha dato vita con il suo personaggio allo<br />

spin-off del 1998 Highlander: the Raven),<br />

un’ex fiamma di Duncan e<br />

Methos (Peter Wingfield), l’highlander<br />

con più anni sulle spalle. Nel cast<br />

della prima serie compaiono sei star<br />

della musica: la rocker Joan Jett; Vanity,<br />

ex “pupilla” di Prince; il cantante<br />

<strong>dei</strong> Fine Young Cannibals, Roland<br />

Gift; Martin Kemp, bassista degli<br />

Spandau Ballet; Roger Daltrey, cantante<br />

degli storici Who; la soul-singer<br />

prediletta da Ray Charles, Dee Dee<br />

Bridgewater. Tra gli altri volti noti si<br />

fanno notare: Kabir Bedi, Romina<br />

Mondello, Sheena Easton, Molly<br />

Parker, Sandra Bernhard, Peta Wilson<br />

(la futura Nikita televisiva), Ed Bishop<br />

(UFO) e l’ex pornostar Traci Lords<br />

(nei panni di una veggente). Bill Panzer<br />

e Peter Davis sono i produttori esecutivi<br />

del serial insieme a Marla Gin­


411 Hill Street giorno e notte<br />

sburg, Christian Charret e Michael S.<br />

Davis. Adrian Paul compare saltuariamente<br />

dietro la macchina da presa. La<br />

colonna sonora è affidata ai Queen<br />

dell’“immortale” Freddie Mercury,<br />

quando ancora nel pieno delle forze intonava,<br />

quasi profeticamente, “who<br />

wants to live forever”...<br />

Hiller and Diller (Id.) Con: Kevin<br />

Nealon, Richard Lewis, Jordan Baker,<br />

Faryn Einhorn, Jonathan Osser, Jill<br />

Berard, Kyle Sabihy, Allison Mack,<br />

Eugene Levy. Produzione: Usa, 1997,<br />

sit-com, colore (18/30’).<br />

La serie firmata da Ron Howard è in<br />

realtà una sit-com nella sit-com. Ted<br />

Hiller (Kevin Nealon) e Neil Diller<br />

(Richard Lewis) sono due sceneggiatori<br />

di situation-comedy che fanno<br />

coppia da 15 anni e che sembrano inscenare<br />

le prove generali anche fuori<br />

dal set. I due sono infatti all’opposto:<br />

Ted è il marito esemplare di Jeanne<br />

(Jordan Baker) e il papà affettuoso dell’intelligente<br />

Lizzie (Faryn Einhorn),<br />

dell’ardimentoso Josh (Jonathan Osser)<br />

e della graziosa Allison (Jill Berard);<br />

Neil, invece, è un egocentrico da<br />

primato perennemente sull’orlo di una<br />

crisi di nervi: mentre il suo secondo<br />

matrimonio sta andando a rotoli, deve<br />

accudire l’adolescente Zane (Kyle Sabihy)<br />

e la sexy Brooke (Allison<br />

Mack). Gordon Schermerhorn (Eugene<br />

Levy), il sarcastico capo della coppia<br />

di sceneggiatori, completa il quadretto<br />

da (doppia) sit-com. Oltre a<br />

Howard, firmano da produttori esecutivi:<br />

Lowell Ganz, Brian Grazer, Tony<br />

Krantz, Babaloo Mandel, Tracy Newman,<br />

Jonathan Stark. La colonna sonora<br />

è composta da Ray Colcord. In Italia<br />

la serie che è stata cancellata in America<br />

dopo solo 14 episodi (anche se la<br />

produzione è riuscita a chiuderne 18),<br />

è giunta solo sul finire del 2003.<br />

Hill Street giorno e notte (Hill<br />

Street Blues) Con: Daniel J. Travanti,<br />

Veronica Hamel, Michael Conrad,<br />

Bruce Weitz, James B. Sikking, Joe<br />

Spano, Taurean Blacque, Kiel Martin,<br />

René Enríquez, Michael Warren,<br />

Charles Aid, Betty Thomas, Ed Marinaro,<br />

Barbara Bosson, Barbara Babcock,<br />

Robert Hirschfeld, Jon Cypher,<br />

Trinidad Silva, George Wyner, Lisa<br />

Sutton, Ken Olin, Mimi Kuzyk, Robert<br />

Prosky, Debi Richter, Dennis<br />

Franz, Peter Jurasik, Robert Clohessy,<br />

Megan Gallagher. Produzione: Usa,<br />

1981, poliziesco, colore (146/60’).<br />

SUPERCULT<br />

È la serie capostipite <strong>dei</strong> <strong>telefilm</strong> polizieschi<br />

che raccontano le gesta <strong>dei</strong><br />

protagonisti con crudo realismo: non è<br />

un caso che spicchi la firma di Steven<br />

Bochco, lo stesso di NYPD, il quale<br />

definì il serial “un grande spettacolo,<br />

pazzo, commovente, pieno di calore e<br />

confusione, che non parla tanto di delitti<br />

e criminali quanto di poliziotti visti<br />

come esseri umani”. Tutto inizia nel<br />

1980, quando il presidente dell’NBC<br />

Fred Silverman chiamò Bochco e Michael<br />

Kozoll, invitandoli a studiare un<br />

serial che raccontasse le vite di alcuni<br />

poliziotti, i loro dubbi, i loro affetti, le<br />

loro piccole storie quotidiane. La coppia<br />

di produttori accettò alla sola condizione<br />

di avere la totale libertà d’agire.<br />

Nel corso del casting vennero scelti<br />

attori professionisti, ma nessuno di dichiarata<br />

fama; Bochco e Kozoll, oltre a<br />

delineare personaggi a tutto tondo, dove<br />

non esistevano buoni-buoni e cattivi-cattivi,<br />

mettono in scena indagini<br />

che non sempre si concludono in un<br />

episodio o che, spesso, non si concludono<br />

affatto. I riflettori si accendono


Hill Street giorno e notte<br />

su un distretto collocato nel quartiere<br />

più emarginato di una grande (e indefinita)<br />

città: qui fanno il loro ingresso il<br />

capitano Frank Furillo (Daniel J. Travanti),<br />

che intreccia una storia d’amore<br />

con l’avvocatessa Joyce Davenport<br />

(Veronica Hamel); il sergente Phil<br />

Esterhaus (Michael Conrad, deceduto<br />

nel 1983), che ogni giorno raccomanda<br />

ai colleghi “state attenti là fuori!”; il<br />

trasandato investigatore Mick Belker<br />

(Bruce Weitz), che non disdegna di<br />

picchiare i malviventi che cattura; il<br />

reazionario tenente Howard Hunter<br />

(James B. Sikking), a capo di una<br />

squadra SWAT; il compassionevole detective<br />

Henry Goldblume (Joe Spano);<br />

il poliziotto in borghese Neal Washington<br />

(Taurean Blacque) e l’edonistico<br />

collega di pattuglia Johnny<br />

“J.D.” LaRue (Kiel Martin); il sensibile<br />

tenente Ray Calletano (René Enríquez),<br />

fiero di essere eletto “poliziotto<br />

ispanico dell’anno”; l’equilibrato<br />

Bobby Hill (Michael Warren) e il collega<br />

Andy Renko (Charles Aid), una<br />

sorta di cowboy metropolitano; la poliziotta<br />

Lucy Bates (Betty Thomas),<br />

destinata a essere promossa sergente e<br />

a sostituire Esterhaus dopo la scomparsa<br />

di Michael Conrad; Joe Coffey<br />

(Ed Marinaro) la affianca nel corso<br />

delle indagini; Fay Furillo (Barbara<br />

Bosson), l’ex moglie in crisi di Frank;<br />

Grace Gardener (Barbara Babcock),<br />

l’amante di Esterhaus; Leo Schnitz<br />

(Robert Hirschfeld), addetto al bancone<br />

d’ingresso del distretto; il capo della<br />

polizia Fletcher Daniels (Jon<br />

Cypher), politicamente attivo e ambizioso;<br />

Jesus Martinez (Trinidad Silva),<br />

a capo di una gang locale nota come<br />

Diablos; il pubblico ministero Irwin<br />

Bernstein (George Wyner); la poliziotta<br />

Robin Tataglia (Lisa Sutton), che<br />

sposa Belker; i detective Harry Gari­<br />

412<br />

baldi (Ken Olin) e Patsy Mayo (Mimi<br />

Kuzyk); il sergente Stan Jablonski<br />

(Robert Prosky); Daryl Ann Renko<br />

(Debi Richter), la moglie di Andy; il<br />

simpatico tenente Norman Buntz<br />

(Dennis Franz); il trascurato Sid Thurston<br />

(Peter Jurasik) detto “snitch” (la<br />

spia), l’informatore di Buntz; l’agente<br />

Pat Flaherty (Robert Clohessy) e la poliziotta<br />

Tina Russo (Megan Gallagher).<br />

Furillo e la Davenport si sono<br />

sposati sui teleschermi americani nel<br />

1983; Debi Richter e Charles Haid lo<br />

erano già al di fuori del set, così come<br />

Barbara Bosson e Steve Bochco. Prima<br />

di vestire i panni di Norman Buntz,<br />

Dennis Franz era comparso nel serial<br />

dietro il distintivo del detective Sal Benedetto,<br />

che finiva ucciso; lo stesso attore<br />

sarebbe stato in seguito protagonista<br />

di NYPD, quello che i critici hanno<br />

definito “l’Hill Street degli anni ’90”.<br />

Non sono stati pochi coloro che hanno<br />

paragonato la serie a Barney Miller<br />

(1975): se quest’ultima era una sitcom<br />

con alcuni momenti di serietà,<br />

Hill Street giorno e notte è un <strong>telefilm</strong><br />

drammatico con alcuni spunti divertenti.<br />

Alcuni attori del cast avevano già<br />

lavorato con Bochco in Paris, un serial<br />

poliziesco di fine anni ’70: Mike Warren<br />

tra i protagonisti, Barbara Babcock,<br />

Taurean Blacque, Michael Conrad,<br />

James B. Sikking e Bruce Weitz in<br />

ruoli occasionali. Esterhaus uscì di<br />

scena il 2 febbraio 1984 per un attacco<br />

di cuore che lo colpì mentre faceva l’amore<br />

a 55 anni; in realtà Michael Conrad<br />

morì di un cancro che lo accompagnava<br />

da un anno. Il realismo che permea<br />

la serie viene accentuato dalle luci<br />

basse, dai rumori fuori scena e dalla<br />

musica di Mike Post, definita dallo<br />

stesso compositore “sarcastica” ed<br />

eseguita con piano, sintetizzatori e<br />

violini. Premiata con 26 Emmy A­


413 Hollywood safari<br />

wards, di cui due alla colonna sonora,<br />

la serie ha dato vita nel 1987 a uno<br />

spin-off sui generis con Beverly Hills<br />

Buntz, in cui il personaggio interpretato<br />

da Dennis Franz diventa un investigatore<br />

privato. Nell’albo <strong>dei</strong> riconoscimenti,<br />

si contano anche 4 DGA<br />

Awards, 3 Golden Globes, 3 Humanitas<br />

Prizes, un Peabody Award, un Image<br />

Award e 4 Viewers for Quality Television<br />

Awards. Tra le guest-stars del<br />

serial: David Caruso – in seguito nel<br />

cast di NYPD – Mimi Rogers, Linda<br />

Hamilton, Danny Glover, Edward James<br />

Olmos, Ron Silver, Brent Spiner,<br />

Chris Noth, Chazz Palminteri, Tim<br />

Robbins e Andy Garcia. Sebbene la<br />

città al centro delle vicende non venga<br />

mai nominata, le riprese in esterni del<br />

distretto sono della stazione di polizia<br />

di Maxwell Street a Chicago.<br />

His & Hers (Id.) Con: Martin Mull,<br />

Stephanie Faracy, Richard Kline, Lisa<br />

Picotte, Blake Soper, Blair Tefkin.<br />

Produzione: Usa, 1990, sit-com, colore<br />

(19/30’).<br />

Due consulenti matrimoniali si sposano<br />

mettendo in pratica i consigli che<br />

solitamente danno ai loro clienti: questo<br />

l’originale plot della sit-com che<br />

vede protagonisti il dottor Doug Lambert<br />

(Martin Mull) e la dottoressa Reggie<br />

Hewitt (Stephanie Faracy). Tra un<br />

litigio e l’altro, fanno comparsa nel<br />

corso del loro ménage: l’avvocato Jeff<br />

Spector (Richard Kline), amico di<br />

Doug; Mandy (Lisa Picotte), la centralinista<br />

della coppia in ufficio; Noah<br />

(Blake Soper), il laconico figlio teenager<br />

del dottor Lambert che vive sotto<br />

lo stesso tetto del papà e della nuova<br />

mamma. L’altra figlia di Doug, interpretata<br />

da Blair Tefkin, vive con l’ex<br />

moglie del protagonista. Patricia Jones<br />

e Donald Reiker sono i creatori e i pro­<br />

duttori esecutivi della serie, in quest’ultima<br />

veste al fianco di Gary David<br />

Goldberg. Tra i “tormentoni” spicca<br />

l’ansia di Reggie a fronte dell’incapacità<br />

di rimanere incinta.<br />

Hollywood Beat (Id.) Con: Jack<br />

Scalia, Jay Acovone, Edward Winter,<br />

John Matuszak. Produzione: Usa,<br />

1985, poliziesco, colore (14/60’).<br />

Con l’approvazione del “guru” Aaron<br />

Spelling, una coppia di poliziotti penetra<br />

nel sottobosco della metropoli grazie<br />

a una serie di travestimenti da fare<br />

invidia a Serpico o all’agente Pepper.<br />

Insomma, una sorta di Starsky&Hutch<br />

dieci anni dopo, tanto per citare uno<br />

<strong>dei</strong> successi polizieschi firmati dallo<br />

stesso Spelling; oppure una serie-clone<br />

di Miami Vice l’anno sucessivo dell’esordio<br />

di Sonny e Tubbs. Jack Scalia<br />

e Jay Acovone sono rispettivamente<br />

Nick McCarren e Jack Rado, i due<br />

protagonisti; Edward Winter è il capitano<br />

Wes Biddle; John Matuszak interpreta<br />

George Grinsky, il gestore gay<br />

del bar che funge da quartier generale<br />

alla coppia di trasformisti. Robert Englund<br />

appare quale guest-star.<br />

Hollywood safari (Id.) Con: Sam J.<br />

Jones, David Lago, Tommy Devers,<br />

Caryn Richman. Produzione: Usa,<br />

1997, avventura, colore (22/60’).<br />

Che Hollywood fosse una giungla, una<br />

gabbia dorata piena di belve feroci, già<br />

lo si sapeva; ma che servissero gli addestratori<br />

per fare recitare certi “attori”…<br />

La famiglia Johnson si dedica<br />

anima e corpo a far imparare le parti cinematografiche<br />

a una vasta schiera di<br />

animali da palcoscenico come il cane<br />

Muddy o la scimmia Plato. Il nucleo<br />

familiare comprende l’impavido Josh<br />

(David Lago) e suo fratello Peter<br />

(Tommy Devers), un genio del com­


Homicide 414<br />

puter; il capofamiglia Troy (Sam J. Jones)<br />

e sua moglie Jayne (Caryn Richman),<br />

il primo addestratore di fama<br />

mondiale, la seconda veterinaria chiamata<br />

a riportare ordine in una famiglia<br />

in cui gli ospiti a quattrozampe sono<br />

all’ordine del giorno. Henry Charr e<br />

Jess Mancilla firmano da produttori<br />

esecutivi.<br />

Homicide (Homicide: Life on the<br />

street) Con: Ned Beatty, Richard Belzer,<br />

Daniel Baldwin, Melissa Leo,<br />

Clark Johnson, Jon Polito, Kyle Secor,<br />

Andre Braugher, Yaphet Kotto, Isabella<br />

Hofmann, Michelle Forbes, Jon Seda,<br />

Callie Thorne, Reed Diamond, Peter<br />

Gerety. Produzione: Usa, 1993, poliziesco,<br />

colore (122/60’).<br />

CULT<br />

Tratta dal libro del reporter David Simon<br />

Homicide: a year on the killing<br />

streets, la serie accende i riflettori sulla<br />

realtà dura e cruda che si snoda per le<br />

vie di Baltimora. Meno nevrotico e<br />

isterico rispetto al contemporaneo<br />

NYPD – New York Police Department,<br />

girato perlopiù per le strade come la<br />

nuova moda reality impone, il <strong>telefilm</strong><br />

che segna il debutto del cineasta Barry<br />

Levinson dietro le quinte televisive<br />

predilige i profili a tutto tondo <strong>dei</strong> protagonisti,<br />

tralasciando inseguimenti o<br />

scene d’azione e mantenendo alta la<br />

tensione emotiva nonostante i molti<br />

cambi di cast. Il compito <strong>dei</strong> quattro<br />

detective principali è quello di cancellare<br />

i casi irrisolti segnati in rosso sul<br />

tabellone all’ingresso del distretto al<br />

centro delle vicende; una volta conclusi<br />

e archiviati saranno annotati con<br />

l’inchiostro nero (ma molti rimarranno<br />

insoluti sino alla fine del serial). Il<br />

poker di investigatori on the road è<br />

formato dal pacioso Stanley Bolander<br />

(Ned Beatty), dal cinico John Munch<br />

(Richard Belzer), dal brillante Beau<br />

Felton (Daniel Baldwin), dall’ambiziosa<br />

Kay Howard (Melissa Leo); a loro<br />

si aggiungono il frustrato Meldrick<br />

Lewis (Clark Johnson) e il suo pigro<br />

compagno d’indagini Steve Crosetti<br />

(Jon Polito); la recluta Tim Bayliss<br />

(Kyle Secor), che si conquista il rispetto<br />

del veterano Frank Pembleton (Andre<br />

Braugher) sul campo; il tenente Al<br />

Giardello (Yaphet Kotto) è una sorta di<br />

carrarmato che “spara” ordini e non<br />

ammette rifiuti. Tra i fatti salienti del<br />

serial: la morte di Crosetti nella seconda<br />

stagione; Bolander, Felton e<br />

Howard scampano per miracolo a un<br />

attentato dinamitardo; gli stessi Bolander<br />

e Felton perdono il distintivo quando<br />

combinano casini durante una convention<br />

della polizia in un hotel (in seguito<br />

viene rinvenuto il corpo decapitato<br />

di Felton nel corso di un’indagine);<br />

Megan Russert (Isabella Hofmann)<br />

diventa il primo capitano donna<br />

del distretto ma alla fine viene retrocessa<br />

e decide di rassegnare le dimissioni;<br />

Pembleton viene colpito da infarto<br />

e rientra in servizio solo dopo una<br />

stagione; entra in scena il medico della<br />

Scientifica Julianna Cox (Michelle<br />

Forbes), assai critica sull’operato <strong>dei</strong><br />

colleghi poliziotti; tra i nuovi arrivi si<br />

segnalano il duro e scafato Paul Falsone<br />

(Jon Seda), la determinata Laura<br />

Ballard (Callie Thorne), il gioviale<br />

Mike Kellerman (Reed Diamond) e il<br />

veterano Stuart Garthy (Peter Gerety);<br />

Kellerman e Pembleton si dimettono<br />

dopo un complicato caso su uno spacciatore<br />

che porterà a una sparatoria in<br />

cui rimane vittima un giudice (Pembleton<br />

diventerà un investigatore privato);<br />

nell’ultimo ciclo, Giardello viene<br />

promosso a capitano mentre Munch,<br />

fortemente sospettato di aver ucciso<br />

il responsabile dell’attentato dina­


415 Hooperman<br />

mitardo ai colleghi, sposa la sua fidanzata.<br />

Paul Attanasio è l’ideatore del serial<br />

che si è aggiudicato 4 Emmy<br />

Awards, un Humanitas Prize, 3 Television<br />

Critics Association Awards, un<br />

Viewers for Quality Television Award;<br />

Levinson firma da produttore esecutivo<br />

insieme a Tom Fontana. Lo stesso<br />

Levinson, che compare in una puntata<br />

nei panni di sé stesso, dirige due episodi,<br />

mentre tra gli altri noti dietro la cinepresa<br />

si distinguono Kathryn Bigelow<br />

(per tre episodi), Steve Buscemi<br />

(anch’esso guest-star sul set), Kathy<br />

Bates, Peter Medak e John McNaughton.<br />

Robin Williams e Patricia Arquette<br />

impreziosicono la serie con i rispettivi<br />

cameo. La colonna sonora è composta<br />

da Douglas J. Cuomo, Jeff Rona,<br />

Tom Hajdu e Andy Milburn (gli ultimi<br />

due autori altresì del tema musicale).<br />

Nel corso delle stagioni non mancano<br />

alcuni cross-over con Law&Order – I<br />

due volti della giustizia (1990). Nel<br />

2000 è stato girato un film per la tv intitolato<br />

Homicide: The movie, in cui ritornano<br />

in scena tutti i personaggi “sopravvissuti”<br />

e in cui Giardello si candida<br />

a diventare sindaco di Baltimora.<br />

Hondo (Id.) Con: Ralph Taeger, Noah<br />

Beery jr., Gary Clarke, Kathie Brown,<br />

Buddy Foster, Michael Pate. Produzione:<br />

Usa, 1967, western, colore<br />

(17/60’).<br />

Tratto dal film omonimo del 1953 con<br />

John Wayne, a sua volta trasposizione<br />

di un racconto di Louis L’Amour, il serial<br />

racconta le avventure del portaordini<br />

della cavalleria Hondo Lane<br />

(Ralph Taeger) nell’Arizona del 1869.<br />

Già capitano della Confederazione,<br />

Hondo ha convissuto in passato con gli<br />

Apache sposando la figlia del capotribù,<br />

in seguito massacrata in un agguato<br />

dell’esercito. Al suo fianco a<br />

Fort Lowell: il braccio destro Buffalo<br />

Baker (Noah Beery jr.); il giovane capitano<br />

Richards (Gary Clarke), il superiore<br />

del protagonista; la vedova Angie<br />

Dow (Kathie Brown), alla quale Hondo<br />

ha ucciso il marito; Johnny (Buddy<br />

Foster), il giovane figlio di Angie; il<br />

capo Apache Vittoro (Michael Pate).<br />

Andrew Fenady firma da produttore.<br />

Richard Markowitz è l’autore della colonna<br />

sonora.<br />

Honey West (Id.) Con: Anne Francis,<br />

John Ericson, Irene Hervey. Produzione:<br />

Usa, 1965, poliziesco, colore<br />

(30/30’).<br />

Anne Francis interpreta Honey West,<br />

un detective privato al femminile con<br />

tanto di cintura nera di judo che eredita<br />

l’attività dopo la morte del padre. Sorta<br />

di James Bond in gonnella, la nostra<br />

si avvale di una variopinta galleria di<br />

gadget: tra di essi spicca il rossetto con<br />

la ricetrasmittente incorporata. John<br />

Ericson veste i panni di Sam Bolt, il<br />

suo assistente; Irene Hervey quelli di<br />

zia Meg; non manca un cucciolo di<br />

ocelot di nome Bruce. Il personaggio<br />

di Honey West era comparso per la prima<br />

volta in un episodio de La legge di<br />

Burke (prima versione), in onda in<br />

America il 21 aprile del 1965; la stessa<br />

Francis è tornata quale guest-star in<br />

una puntata del sequel del <strong>telefilm</strong> con<br />

Gene Barry il 21 gennaio 1994. Joseph<br />

Mullendore ricama di note jazz le indagini<br />

glamour della protagonista in una<br />

delle colonne sonore orchestrali più<br />

riuscite del periodo. Aaron Spelling è il<br />

produttore esecutivo di questo spin-off<br />

ideato da G.G. Fickling. Ida Lupino firma<br />

qualche episodio da regista. Per la<br />

sua interpretazione, Anne Francis ha<br />

vinto il Golden Globe nel 1966.<br />

Hooperman (Id.) Con: John Ritter,


Hopalong Cassidy<br />

Barbara Bosson, Clarence Felder, Felton<br />

Perry, Joseph Gian, Sydney Walsh,<br />

Alix Elias, Debrah Farentino, Dan<br />

Lauria. Produzione: Usa, 1987, poliziesco,<br />

colore (42/30’).<br />

Gli ideatori-produttori Steven Bochco<br />

e Terry Louise Fisher portano in scena<br />

le gesta tragicomiche del detective<br />

Harry Hooperman (John Ritter), poliziotto<br />

di San Francisco con cane a carico<br />

di nome Bijoux: lo eredita, insieme<br />

all’appartamento in cui vive, dalla proprietaria<br />

di casa, finita uccisa nel primo<br />

episodio. Nel corso delle indagini,<br />

il protagonista viene affiancato da: il<br />

capitano C.Z. Stern (interpretato da<br />

Barbara Bosson, la moglie di Bochco);<br />

l’ispettore Bobo Pritzger (Clarence<br />

Felder); l’ispettore Clarence McNeil<br />

(Felton Perry); il poliziotto gay Rick<br />

Silardi (Joseph Gian); il collega di<br />

quest’ultimo, Mo DeMott (Sydney<br />

Walsh), il quale tenta in continuazione<br />

di sedurre Silardi; il caporeparto Betty<br />

Bushkin (Alix Elias); Susan Smith<br />

(Debrah Farentino), la governante del<br />

palazzo di Hooperman con la quale il<br />

detective instaura una relazione. Poco<br />

incline a sfoderare la pistola, il nostro<br />

assomiglia al personaggio del tenente<br />

Goldblume di Hill Street giorno e notte<br />

(1981). Nel corso del <strong>telefilm</strong>, Susan<br />

rimane incinta ma lascia la città<br />

dopo l’aborto. Dan Lauria appare saltuariamente<br />

nei panni di Lou Stern, il<br />

marito di C.Z. Bijoux, un terrier Jack<br />

Russell, è “interpretato” da Britches.<br />

Mike Post compone la colonna sonora.<br />

Mark Hamill, il Luke Skywalker di<br />

Guerre stellari (1977), compare nei<br />

panni di un produttore; Norman Fell,<br />

già al fianco di Ritter in Tre cuori in affitto<br />

(1977), è tra le guest-stars nel ruolo<br />

di un ventriloquo.<br />

Hopalong Cassidy (Id.) Con: Wil­<br />

416<br />

liam Boyd, Edgar Buchanan. Produzione:<br />

Usa, 1949, western, b/n (52/30’).<br />

Dopo aver interpretato il personaggio<br />

di Hopalong Cassidy in una serie di<br />

film western tra il ’35 e il ’48, William<br />

Boyd acquista i diritti del girato e lo fa<br />

diventare un serial che esordisce sulla<br />

NBC nel ’49. Il protagonista dai capelli<br />

grigi veste sempre di nero e cavalca<br />

uno stallone bianco di nome Topper;<br />

Edgar Buchanan interpreta Red Connors,<br />

il fedele compagno di avventure<br />

di “Hoppy” (come è stato soprannominato<br />

il cowboy in patria). La coppia di<br />

giustizieri ha come quartier generale<br />

un ranch a Crescent City. Topper è stato<br />

addestrato da Mike Nimeth, il quale<br />

aveva già lavorato con l’equino in alcune<br />

apparizioni circensi. Dave Kahn<br />

firma le musiche della colonna sonora.<br />

Il successo ottenuto dal serial ha “costretto”<br />

Boyd a risalire in sella per altri<br />

film, in onda in America nella stagione<br />

1951-’52.<br />

Hope & Gloria (Id.) Con: Cynthia<br />

Stevenson, Jessica Lundy, Enrico Colantoni,<br />

Alan Thicke, Robert Garrova,<br />

JoNell Kennedy. Produzione: Usa,<br />

1995, sit-com, colore (35/30’).<br />

La versione anni ’90 di Kate&Allie<br />

(ma anche, vagamente, del Mary Tyler<br />

Moore Show) vede la convivenza porta<br />

a porta di due vicine che diventano<br />

amiche e confidenti in uno stabile di<br />

Pittsburgh. Hope Davidson (Cynthia<br />

Stevenson) si è appena separata e lavora<br />

come produttrice di un talk-show<br />

su un’emittente locale; Gloria Utz<br />

(Jessica Lundy) è una sfrontata parrucchiera<br />

che si è separata due volte<br />

dallo stesso uomo e che ora ha trovato<br />

un posto, grazie ad Hope, nel suo stesso<br />

network. Enrico Colantoni interpreta<br />

Louis Utz, l’ex (bi) marito di<br />

Gloria; Alan Thicke veste i panni di


417 Horizon<br />

Dennis Dupree, lo stupido presentatore<br />

del programma di Channel 5 The<br />

Dennis Dupree Show; Robert Garrova<br />

è Sonny, il figlio di cinque anni di<br />

Louis e Gloria; JoNell Kennedy ha il<br />

ruolo di Sheryl, dello staff della trasmissione.<br />

Bill e Cherie Steinkellner<br />

firmano da ideatori e produttori esecutivi,<br />

in quest’ultima veste al fianco di<br />

Jeanette Collins e Mimi Friedman.<br />

Adam West e Burt Reynolds compaiono<br />

da guest-stars nei panni di sé<br />

stessi; Lisa Kudrow fa la sua sortita in<br />

un cameo nelle vesti di Phoebe Buffay,<br />

il personaggio già portato sui set<br />

di Innamorati pazzi (1992) e Friends<br />

(1994). La sit-com è andata in onda in<br />

Italia anche con il titolo di Una ragazza<br />

americana DOC.<br />

Horizon (Higher Ground) Con: Joe<br />

Lando, Hayden Christensen, Anne<br />

Marie Loder, Jim Byrnes, A.J. Cook,<br />

Kyle J. Downes, Kandyse McClure,<br />

Meghan Ory, Jewel Staite, Jorgito Vargas.<br />

Produzione: Usa, 2000, drammatico,<br />

colore (22/60’).<br />

Con il senno di poi, stupisce che una<br />

serie con due “figaccioni” come Joe<br />

Lando e Hayden Christensen non sia<br />

decollata. Il primo, reduce dall’exploit<br />

de La signora del West (1993), veste i<br />

panni di Peter Scarbrow, un ex manager<br />

di Wall Street caduto nella tossicodipendenza,<br />

divenuto poi il severo preside<br />

della Mount Horizon High<br />

School, una struttura scolastica che accoglie<br />

adolescenti da riportare sulla<br />

retta via o a cui tendere la mano, nella<br />

cornice <strong>dei</strong> paesaggi selvaggi e incontaminati<br />

del Pacific Northwest. Christensen,<br />

due anni prima di debuttare<br />

nella saga di Star Wars con la spada di<br />

Anakin Skywalker (ne L’attacco <strong>dei</strong><br />

cloni nel 2002 e ne La rivincita <strong>dei</strong> Sith<br />

nel 2005), ricopre il ruolo del ribelle<br />

sedicenne Scott Barringer, fuggito da<br />

un passato da dimenticare (la matrigna<br />

ha cercato di sedurlo). Tra gli altri personaggi<br />

che vogliono o devono rifarsi<br />

una vita all’Horizon: Sophie Becker<br />

(Anne Marie Loder), la quale ha conosciuto<br />

Scarbrow nei corsi di riabilitazione<br />

ed è diventata la sua assistente;<br />

Frank Markasian (Jim Byrnes), il fondatore<br />

della scuola, che ha perso il figlio<br />

a causa di un’overdose di eroina;<br />

la bionda Shelby Merrick (A.J. Cook),<br />

passata dalla droga alla prostituzione<br />

per cercare di cancellare dalla propria<br />

testa il ricordo degli abusi del patrigno;<br />

la riccia Ezra Friedkin (Kule J. Downes),<br />

anche lei con problemi di tossicodipendenza;<br />

Katherine Ann Cabot detta<br />

“Kat” (Kandyse McClure), una ragazza<br />

nera senza autostima cresciuta<br />

da una famiglia di bianchi; Juliette<br />

“Jules” Waybourne (Meghan Ory), in<br />

bilico tra la bulimia e le automutilazioni;<br />

Daisy Lipenowski (Jewel Staite),<br />

vittima a sua volta di abusi e divenuta<br />

per reazione sempre più scontrosa e intrattabile;<br />

Augusto “Auggie” Ciceros<br />

(Jorgito Vargas), di origini latinoamericane,<br />

è rimasto invischiato in un giro<br />

di gang dalle pistole facili. La vetta<br />

della serie – in tutti i sensi – si raggiunge<br />

con le scalate che Scarbrow impone<br />

ai suoi allievi, tanto per cavare fuori da<br />

loro quell’altruismo e quel gioco di<br />

squadra che non hanno mai conosciuto.<br />

Alla fine, quello che ne esce meglio<br />

è lo stesso Peter: nell’ultima puntata<br />

chiede la mano di Sophie, non per avere<br />

aiuto ma per portarla all’altare. Gli<br />

illustri critici televisivi Timbroks ed<br />

Earle Marsh hanno definito la serie<br />

“un Dawson’s Creek nella foresta”. Gli<br />

ideatori Michael Braverman e Matthew<br />

Hastings firmano altresì da produttori<br />

esecutivi, in quest’ultima veste in<br />

compagnia dello stesso Joe Lando, di


Ho sposato tutta la famiglia<br />

Douglas Schwartz e Harold Tichenor.<br />

Hastings è anche autore del tema musicale,<br />

mentre i Ferocious Fish curano<br />

una colonna sonora ricca di assoli di<br />

chitarra elettrica. Gli splendidi paesaggi<br />

sono stati ripresi nella regione canadese<br />

della British Columbia, nei dintorni<br />

di Vancouver.<br />

Ho sposato tutta la famiglia (Ich<br />

Heirate eine Familie) Con: Peter<br />

Weck, Thekla Carola Wied, Julia Biedermann,<br />

Timmo Niesner, Tarek<br />

Helmy. Produzione: Germania, 1983,<br />

drammatico, colore (17/30’).<br />

Thekla Carola Wied interpreta Angelika<br />

Graf detta “Angie”, una donna divorziata<br />

che vive con i figli Tanjia (Julia<br />

Biedermann), Markus (Timmo<br />

Niesner) e Tom (Tarek Helmy). La<br />

donna si divide tra la vecchia e piccola<br />

casa dove abita e la boutique di moda<br />

dove lavora. Il cambio di marcia avviene<br />

quando a una festa Angie conosce<br />

casualmente Werner Schumann<br />

(Peter Weck): i due iniziano a frequentarsi<br />

fin quando lei decide di trasferirsi<br />

a casa di lui con i tre figli. La vita ordinata<br />

e regolare da scapolo di Werner<br />

subisce una sorta di rivoluzione… Peter<br />

Weck è anche il regista della serie.<br />

Hot Bet Con: Marc Gellard, Cristina<br />

Rinaldi, Christine Angelheart. Produzione:<br />

Italia, 1991, avventura/erotico,<br />

colore (5/30’).<br />

Dopo il successo – più d’immagine<br />

che di ascolti e critiche – di Valentina<br />

(1989), aridaje con l’erotismo soft all’italiana.<br />

Il giornalista inglese Michael<br />

Cassidy (Marc Gellard) si trasferisce<br />

a Roma e si abbandona alla “dolce<br />

vita” lungo un jet set popolato da<br />

modelle e viveur tiratardi. Nonostante<br />

l’amore per la bella Loretta (Cristina<br />

Rinaldi), l’uomo che usa più il pene<br />

418<br />

che la penna passa da un’avventura a<br />

un’altra; ma un giorno incontra la<br />

splendida dottoressa Susan Spencer<br />

(Christine Angelheart), una psicologa<br />

con la quale si finge addirittura impotente<br />

pur di rendersi interessante ai<br />

suoi occhi (e non solo a quelli). Tra le<br />

guest-stars discinte appare Veronika<br />

Logan. Una delle attrici che ha partecipato<br />

al <strong>telefilm</strong> non ha mai ammesso di<br />

avervi partecipato ma non vi diremo<br />

chi sia.<br />

Hotel (Id.) Con: James Brolin, Anne<br />

Baxter, Connie Sellecca, Shea Farrell,<br />

Nathan Cook, Heidi Bohay, Michael<br />

Spound, Shari Belafonte-Harper,<br />

Efrem Zimbalist jr., Michelle Phillips,<br />

Valerie Landsburg, Susan Walters, Ty<br />

Miller. Produzione: Usa, 1983, drammatico,<br />

colore (114/60’; 1/120’).<br />

Così gira il mondo, come le porte girevoli<br />

del St. Gregory Hotel di San Francisco.<br />

Il produttore esecutivo Aaron<br />

Spelling trasferisce sulla terraferma le<br />

storie parallele di Love Boat dotandole<br />

di maggior credibilità nonostante gli<br />

immancabili happy end. Il serial è tratto<br />

dal popolare romanzo omonimo di<br />

Arthur Hailey, già trasposto in fiction<br />

nel film del 1967 Intrighi al Grand<br />

Hotel. Sotto gli occhi del direttore Peter<br />

McDermott (James Brolin), al ritmo<br />

delle musiche di Henry Mancini,<br />

ne succedono di tutti i colori: nelle<br />

stanze dell’albergo si consumano<br />

drammi e gioie che il più delle volte<br />

coinvolgono anche il personale di servizio,<br />

il quale deve fare gli straordinari<br />

per rimettere le cose a posto. Tra gli altri:<br />

la vice-direttrice Christine Francis<br />

(Connie Sellecca), destinata a intrecciare<br />

una relazione sentimentale con<br />

McDermott; Mark Danning (Shea<br />

Farrell), a capo dell’accoglienza clienti;<br />

il capo della sicurezza Billy Griffin


419 Hotel Alexandria<br />

(Nathan Cook), un ex truffatore; la receptionist<br />

Megan Kendall (Heidi<br />

Bohay); il nuovo marito di quest’ultima,<br />

il fattorino Dave Kendall (Michael<br />

Spound); la direttrice del banco<br />

informazioni, Julie Gillette (interpretata<br />

da Shari Belafonte-Harper, la figlia<br />

di Harry Belafonte). Il serial doveva<br />

lanciare l’esordio televisivo di Bette<br />

Davis nel ruolo della proprietaria,<br />

Laura Trent, ma per problemi di salute<br />

la diva partecipò soltanto alla puntatapilota.<br />

Il suo posto venne preso, per<br />

ironia della sorte, da Anne Baxter, che<br />

conosceva fin troppo bene la Davis:<br />

nel 1950, nel film Eva contro Eva,<br />

erano state l’una contro l’altra per<br />

contendersi gli applausi sul palcoscenico;<br />

la Baxter interpreta così Victoria<br />

Cabot, la cognata della Trent che<br />

dirige l’hotel in sua assenza; nel dicembre<br />

del 1985 l’attrice morì prematuramente<br />

(e con lei Victoria); un<br />

ritratto del suo personaggio venne appeso<br />

come tributo su una delle pareti<br />

del St. Gregory; nel testamento la Cabot<br />

lasciava il 51% dell’albergo a Mc-<br />

Dermott – il quale nomina direttrice<br />

Christine Francis e vice di quest’ultima<br />

Megan Kendall – mentre il 49%<br />

andava alla famiglia. Da quel punto in<br />

poi le storie virano verso la lotta di<br />

potere che gravita attorno all’albergo:<br />

esordiscono in scena i personaggi di<br />

Charles Cabot (Efrem Zimbalist jr.)<br />

ed Elisabeth Bradshaw Cabot (Michelle<br />

Phillips), la nuova concierge; a<br />

loro si aggiungono, nella stagione finale,<br />

quelli di Cheryl Dolan (Valerie<br />

Landsburg), addetta alla reception;<br />

della collega di bancone Ryan Thomas<br />

(Susan Walters); del nuovo fattorino<br />

Eric Lloyd (Ty Miller). Sul set<br />

scoppiò l’amore tra la coppia Heidi<br />

Bohay-Michael Spound, che si sposò<br />

nel 1988. Douglas S. Cramer è il pro­<br />

duttore esecutivo che affianca Spelling.<br />

Oltre a comporre la colonna sonora,<br />

Henry Mancini firma altresì il<br />

tema musicale. Ginger Rogers, Elizabeth<br />

Taylor, Heather Locklear, Robert<br />

Vaughn, Ron Ely, Martin Landau, Lorenzo<br />

Lamas, Vera Miles, Bo<br />

Hopkins, Shelley Winters, Beverly<br />

Garland, Alec Baldwin, Patrick Macnee,<br />

Marion Ross, Tom Bosley, George<br />

Clooney, Sarah Jessica Parker, Lola<br />

Falana, Bianca Jagger, Kim Delaney,<br />

Johnny Depp, Martin Balsam,<br />

Tippi Hedren e la figlia del produttore,<br />

Tori Spelling, compaiono quali gueststars.<br />

Gli esterni della serie sono stati<br />

girati al Fairmont Hotel di San Francisco.<br />

Hotel Alexandria (Id.) Con: interpreti<br />

vari. Produzione: Italia/Usa,<br />

1998, drammatico, colore (6/60’).<br />

Nato come progetto sperimentale di<br />

fiction tra il Vecchio e il Nuovo Continente,<br />

come collaborazione tra Rai e<br />

indipendenti americani, tra due autori<br />

con esperienze completamente diverse,<br />

il serial è costituito da sei episodi<br />

autonomi tutti ambientati nell’albergo<br />

decaduto di Los Angeles del titolo,<br />

divenuto celebre negli anni ’20 per<br />

aver ospitato divi del muto come<br />

Charlie Chaplin e Rodolfo Valentino.<br />

Le sei puntate, scritte, dirette e prodotte<br />

a quattro mani dall’italiano Andrea<br />

Barzini e dall’americano James<br />

Merendino, raccontano temi scottanti<br />

della cronaca sociale americana: dall’amore<br />

inter-razziale allo strozzinaggio,<br />

dall’emarginazione ai pericoli di<br />

Internet, dal giornalismo-spettacolo<br />

all’immigrazione clandestina. Nel<br />

corso della serie si succedono i volti<br />

noti di Valeria Golino, Giuliana De<br />

Sio, Stefano Dionisi, Yvonne Sciò,<br />

James Duvall e Carla Gugino.


Hotel della bella Marianna, L’<br />

Hotel della bella Marianna, L’<br />

(Hotel “Zur schönen Marianne”)<br />

Con: Nadja Tiller, Kurt Buecheler.<br />

Produzione: Germania, 1977, drammatico,<br />

colore (14/30’).<br />

È il seguito della serie del 1974 Die<br />

schönen Marianne (inedita in Italia),<br />

ambientata nello stesso hotel di Amburgo<br />

che ora viene gestito, tra problemi<br />

economici e debiti ingenti, da Marianne<br />

Schindler (Nadja Tiller) e dal<br />

marito Robert (Kurt Buecheler). La<br />

coppia affronta piccole storie quotidiane,<br />

come quando rinviene un trovatello<br />

sulla porta dell’albergo o quando un<br />

cliente deruba gli altri ospiti e accusa il<br />

personale di servizio. L’ipoteca sull’hotel<br />

diventa alla fine insostenibile: i<br />

due vendono l’immobile e lasciano la<br />

città; Robert decide di separarsi ma il<br />

carattere forte di Marianne rimetterà le<br />

cose a posto. La serie è prodotta dalla<br />

ARD.<br />

Houston Knights – Due duri da<br />

brivido (Houston Knights) Con: Michael<br />

Paré, Michael Beck, Robyn<br />

Douglass, James Crittenden, Brian<br />

Mitchell, Efrain Figuerroa, Nancy<br />

Everhard, Madlyn Rhue, John Hancock,<br />

D. Franki Horner. Produzione:<br />

Usa, 1987, poliziesco, colore (31/60’).<br />

Gli Starsky & Hutch degli anni ’80<br />

sgommano per le strade di Houston<br />

con lo stesso fracasso <strong>dei</strong> colleghi di<br />

Los Angeles ma con meno street-appeal.<br />

Il sergente Joey La Fiamma (Michael<br />

Paré) – un cognome, un programma<br />

– si è trasferito da Chicago<br />

dopo aver combinato casini a non finire<br />

e con una schiera di “picciotti” alle<br />

calcagna; il nuovo collega è il parigrado<br />

Levon Lundy (Michael Beck), che<br />

con la calma da bradipo è il suo esatto<br />

opposto. Nonostante si scontrino sui<br />

metodi, i due poliziotti mostrano di ri­<br />

420<br />

spettarsi profondamente. Tra coloro<br />

che gravitano al distretto: il tenente<br />

Joanne Beaumont (Robyn Douglass),<br />

il superiore della coppia protagonista;<br />

i sergenti Joe-Bill McCandless (James<br />

Crittenden), Nat Holliday (Brian Mitchell),<br />

Estaban Gutierrez (Efrain Figuerroa),<br />

la sexy agente Carol (soprannominata<br />

in originale “Legs”, ovvero<br />

“gambe”, interpretata da Nancy<br />

Everhard) e la disabile Annie (Madlyn<br />

Rhue), finita su una sedia a rotelle dopo<br />

che le hanno sparato in pattuglia alcuni<br />

anni prima. Clarence “Chicken”<br />

(John Hancock), gestore del locale<br />

preferito dai protagonisti quando non<br />

sono in servizio, funge altresì da informatore<br />

sulle “soffiate” più fresche della<br />

città. Nel poco tempo libero, Lundy<br />

frequenta la vedova Jamie Kincaid (D.<br />

Franki Horner), con figlia dodicenne a<br />

carico e il fantasma del marito poliziotto<br />

ucciso durante una ronda ancora nell’armadio.<br />

Il produttore esecutivo Jay<br />

Bernstein firma altresì da ideatore, in<br />

quest’ultima veste insieme a Michael<br />

Butler. LeVar Burton (Star Trek – The<br />

Next generation) e Daniel McVicar<br />

(Beautiful) compaiono da guest-stars.<br />

Houston Pronto Soccorso (Cutter<br />

to Houston) Con: Jim Metzler,Alec<br />

Baldwin, Shelley Hack, K Callan, Susan<br />

Styles. Produzione: Usa, 1983,<br />

medico, colore (9/60’).<br />

La serie è ambientata nella cittadina di<br />

Cutter, nel Texas, a un’ora di volo e a<br />

60 miglia da Houston con i suoi 5231<br />

abitanti. Qui, al Cutter Community<br />

Hospital, lavorano tre medici con differenti<br />

personalità e aspirazioni: il dottor<br />

Andy Fenton (Jim Metzler), un medico<br />

generico cresciuto professionalmente<br />

in provincia; il dottor Hal Wexler<br />

(Alec Baldwin), che ha accettato di<br />

vestire il camice in quell’ospedale do­


421 Hudson Street<br />

po essere rimasto coinvolto in uno<br />

scandalo metropolitano (ha prescritto<br />

illegalmente alcune medicine); la chirurgo<br />

Beth Gilbert (Shelley Hack), relegata<br />

a Cutter dai suoi superiori di<br />

Houston “per imparare il senso della<br />

responsabilità”. Tra gli altri personaggi<br />

ricorrenti, quelli delle infermiere<br />

Connie (K Callan) e Patty (Susan Styles).<br />

Il serial prodotto da Michael Rhodes<br />

ha registrato gli ascolti più bassi<br />

per la CBS nella stagione 1983-1984.<br />

Le musiche sono firmate da J.A.C.<br />

Redford.<br />

Huckleberry Finn e i suoi amici<br />

(Huckleberry Finn and His Friends)<br />

Con: Ian Tracey, Sammy Snyders, Blu<br />

Mankuma, Holly Findlady, Brigitte<br />

Horney. Produzione: Canada/Germania,<br />

1979, avventura, colore (26/30’).<br />

Le classiche avventure di Huckleberry<br />

Finn, memorabile eroe letterario nato<br />

dalla penna di Mark Twain, trovano la<br />

loro traduzione televisiva nel 1979 in<br />

un serial prodotto a metà tra Germania<br />

e Canada. Il protagonista ha il volto di<br />

Ian Tracey. Tra coloro che lo affiancano<br />

compare anche Tom Sawyer (Sammy<br />

Snyders); tra gli altri, Jim (Blu Mankuma)<br />

e Becky Thatcher (Holly Findlady).<br />

Brigitte Horney interpreta la zia<br />

di Huckleberry. Il poker di produttori<br />

esecutivi è formato da Thomas Wagner,<br />

Herb Perdum, Robert Stabler e James<br />

Westwell. Ted Ottley compone la musica<br />

originale del <strong>telefilm</strong> girato interamente<br />

a Vancouver, in Canada. In originale<br />

il serial ha avuto anche il titolo di<br />

Mark Twain Theatre, mentre in Germania<br />

è passato con Die abenteuer von<br />

Tom Sawyer und Huckleberry Finn. Il<br />

personaggio nato letterariamente nel<br />

1884 aveva già un volto nel 1960: quello<br />

di Tony Randall nel film di Michael<br />

Curtiz Le avventure di Huck Finn.<br />

Hudson Street (A.E.S. Hudson<br />

Street) Con: Gregory Sierra, Allan<br />

Miller, Stefan Gierasch, Ray Stewart,<br />

Rosana Soto, Susan Peretz, Ralph<br />

Manza, Bill Cort. Produzione: Usa,<br />

1978, sit-com/medico, colore (5/30’).<br />

Creata dallo stesso team di Barney<br />

Miller (1975), questa sit-com medica<br />

vede protagonista Gregory Sierra, già<br />

tra i volti della serie di tre anni prima:<br />

egli interpreta il dottor Antonio<br />

“Tony” Menzies, uno <strong>dei</strong> tanti lunatici<br />

in corsia al pronto soccorso di un ospedale<br />

di New York situato in Hudson<br />

Street. Al suo fianco, il dottor Glick<br />

(Allan Miller), lo psichiatra che, visto<br />

il personale medico e il livello <strong>dei</strong> pazienti,<br />

risulta sempre utile; J. Powell<br />

Karbo (Stefan Gierasch), il burocratico<br />

amministratore dell’ospedale; le<br />

infermiere Newton (Ray Stewart), dichiaratamente<br />

omosessuale e Rosa<br />

(Rosana Soto), incinta dell’ottavo figlio;<br />

Foshko (Susan Peretz) e Stanke<br />

(Ralph Manza), rispettivamente autista<br />

e paramedico dell’ambulanza; il<br />

dottor Jerry Mackler (Bill Cort), medico<br />

interno. La sigla A.E.S. del titolo<br />

originale sta per Adult Emergency<br />

Services. Danny Arnold, Tony<br />

Sheehan e Chris Hayward sono gli<br />

ideatori della serie; Arnold, che firma<br />

altresì da produttore esecutivo, rispolvererà<br />

l’idea di una sit-com medica in<br />

un ospedale di Hudson Street in Stat<br />

(1991, inedita in Italia). Jack Elliott e<br />

Allyn Ferguson sono gli autori della<br />

colonna sonora.<br />

Hudson Street (Id.) Con: Tony Danza,<br />

Lori Loughlin, Jerry Adler, Christine<br />

Dunford, Tom Gallop, Jeffrey Anderson-Gunter,<br />

Frankie J. Galasso,<br />

Shareen Mitchell. Produzione: Usa,<br />

1995, sit-com, colore (22/30’).<br />

Sit-com di coppia in cui il poliziotto


Hunger, The 422<br />

divorziato Tony Canetti (Tony Danza)<br />

intreccia una relazione con Melanie<br />

Clifford (Lori Loughlin), reporter di<br />

un giornale liberal che è stata assegnata<br />

alla cronaca nera. Jerry Adler interpreta<br />

il tenente Al Teischer, il superiore<br />

di Canetti; Christine Dunford e Tom<br />

Gallop sono rispettivamente gli agenti<br />

Kirby McIntire e Regelski; Jeffrey Anderson-Gunter<br />

è Winston Silvira, il cameriere<br />

giamaicano del ristorante frequentato<br />

dalla coppia protagonista che<br />

in seguito diventa un poliziotto “infiltrato”;<br />

Frankie J. Galasso veste i panni<br />

di Mickey, il figlio di Tony; Shareen<br />

Mitchell ricopre il ruolo di Lucy, l’ex<br />

moglie del poliziotto. Danza, che interpreta<br />

il suo terzo personaggio di nome<br />

Tony dopo Taxi e Who’s the Boss, è<br />

altresì impegnato come produttore esecutivo<br />

in compagnia di Randi<br />

Mayem Singer, il quale è nel contempo<br />

l’ideatore del <strong>telefilm</strong>. Lori Loughlin<br />

e il suo personaggio abbandonano<br />

il set a metà serial. Jonathan Wolff è<br />

autore della colonna sonora. Sebbene<br />

la serie sia ambientata a Hoboken nel<br />

New Jersey, città natale di Frank Sinatra,<br />

le riprese sono state effettuate a<br />

Culver City, in California.<br />

Hunger, The (Id.) Con: Terence<br />

Stamp, David Bowie; interpreti vari.<br />

Produzione: Usa/Canada/Gran Bretagna,<br />

1997, thriller/erotico, colore<br />

(44/30’).<br />

Eros e thanatos nella serie-remake del<br />

film dra-cult Miriam si sveglia a mezzanotte<br />

(1986): il regista di allora, Tony<br />

Scott, firma da produttore esecutivo insieme<br />

al più noto fratello Ridley una<br />

compilation di storie sospese tra il brivido<br />

e l’erotismo. Terence Stamp introduce<br />

le puntate della prima stagione, in<br />

cui emerge che i vampiri sono esseri<br />

estremamente sensuali; David Bowie,<br />

che della pellicola era protagonista insieme<br />

a Catherine Deneuve e Susan Sarandon,<br />

fa da trait d’union quale presentatore<br />

delle storie del secondo ciclo.<br />

Tra le guest-stars che impreziosiscono<br />

la serie: Giovanni Ribisi, Eric Roberts,<br />

Jennifer Beals, Giannina Facio (moglie<br />

di Ridley Scott). Tra i registi si notano<br />

Russell Mulcahy e Jake Scott (fratello<br />

di Tony e Ridley). Oltre ai due fratelli<br />

Scott, la produzione è curata da Jeff Fazio,<br />

Bruce Moccia, Paul E. Painter e<br />

Robin Spry. Una schiera di musicisti si<br />

alterna alla colonna sonora: Nick<br />

Amour, Andy Carroll, Michelle Curran,<br />

Michael Hewer, FM Le Sieur, Will<br />

Parnell, The Tiger Lillies, John Waddell.<br />

Le riprese sono state effettuate tra<br />

Londra e Montreal.<br />

Hunter (Id.) Con: James Franciscus,<br />

Linda Evans, Ralph Bellamy. Produzione:<br />

Usa, 1977, spionaggio, colore<br />

(13/60’).<br />

Dopo l’omonimo del 1952, si tratta del<br />

secondo <strong>telefilm</strong> con questo nome in<br />

onda sulla CBS, prima dell’Hunter interpretato<br />

da Fred Dryer sulla NBC. James<br />

Franciscus veste i panni di James<br />

Hunter, il proprietario di un negozio di<br />

libri di Santa Monica che viene assoldato<br />

da una squadra speciale governativa<br />

impegnata in casi di spionaggio.<br />

Tra gli altri personaggi ricorrenti della<br />

serie compaiono la partner-modella<br />

Marty Shaw (Linda Evans) e Mr. Baker<br />

(Ralph Bellamy), il capo di Hunter. Il<br />

<strong>telefilm</strong> è creato da William Blinn. Philip<br />

Capice e Lee Rich sono i produttori<br />

esecutivi della serie. La colonna sonora<br />

è composta da Richard Shores. In Italia<br />

il serial è andato in onda anche con il titolo<br />

di Agente speciale Hunter.<br />

Hunter (Id.) Con: Fred Dryer, Stepfa­


423 Hustle – I signori della truffa<br />

nie Kramer, Darlanne Flugel, Lauren<br />

Lane, Courtney Barilla, Arthur Rosenberg,<br />

John Amos, Bruce Davison,<br />

Charles Hallahan, James Whitmore jr.,<br />

Garrett Morris. Produzione: Usa, 1984,<br />

poliziesco, colore (153/60’; 3/120’).<br />

Si tratta della terza serie americana con<br />

lo stesso titolo: già nel 1952 e nel 1977<br />

la CBS trasmetteva due <strong>telefilm</strong> dallo<br />

stesso nome, entrambi di spionaggio.<br />

L’Hunter anni ’80, quello della NBC firmato<br />

da Stephen J. Cannell, vede protagonista<br />

il sergente di polizia Rick Hunter,<br />

interpretato dall’ex giocatore di<br />

football Fred Dryer. Al suo fianco nelle<br />

indagini lungo le strade di Los Angeles<br />

c’è il sergente Dee Dee McCall (Stepfanie<br />

Kramer). Originariamente i due<br />

protagonisti formano una coppia di detective<br />

che affronta i casi a muso duro<br />

nei sobborghi della città, raggiungendo<br />

i colpevoli con metodi non sempre ortodossi.<br />

Nella seconda stagione, dopo<br />

aver sfiorato la chiusura per la concorrenza<br />

di Dallas, il serial cambia faccia<br />

grazie al nuovo produttore esecutivo<br />

Roy Huggins (che aveva già collaborato<br />

con Cannell in Agenzia Rockford dal<br />

1974): le investigazioni si spostano nei<br />

quartieri alti, i profili di Hunter e Mc-<br />

Call si smussano e la loro relazione<br />

prende piede. Dopo sei cicli la Kramer<br />

annunciò di voler lasciare il set per intraprendere<br />

la carriera musicale: Mc-<br />

Call si sposa in una puntata speciale e<br />

lascia la polizia. Joanne Malinski (Darlanne<br />

Flugel) diventa la nuova partner<br />

di Hunter, subito sostituita dal sergente<br />

Chris Novak (Lauren Lane); Courtney<br />

Barilla interpreta Allison, la giovane figlia<br />

di quest’ultima. Tra gli altri personaggi<br />

ricorrenti del serial: i capitani Lester<br />

Cain (Arthur Rosenberg), Dolan<br />

(John Amos), Wyler (Bruce Davison) e<br />

Charlie Devane (Charles Hallahan),<br />

che si susseguono a capo di Hunter; il<br />

sergente Bernie Terwilliger (James<br />

Whitmore jr.); l’informatore Sporty James<br />

(Garrett Morris). La musica è firmata<br />

dalla premiata ditta Mike Post-Pete<br />

Carpenter, che già aveva lavorato insieme<br />

a Cannell in Agenzia Rockford.Il<br />

serial vanta una schiera di produttori<br />

esecutivi: oltre allo stesso Dryer e a<br />

Stephen J. Cannell, George Geiger,<br />

Frank Lupo, Roy Huggins e Lawrence<br />

Kubik. Tra i cameo, si segnalano quelli<br />

di George Clooney, Chaka Khan, Dennis<br />

Franz, Robert Englund, Dennis Farina,<br />

Kabir Bedi, Brent Spiner, Gary Sinise,<br />

Erik Estrada e Robert Vaughn.<br />

Dryer compare dietro la macchina da<br />

presa in un episodio. Nel 1995 e nel<br />

2002 sono stati realizzati due film-tv<br />

con protagonista la coppia Dryer-Hallahan;<br />

nel 2003 è stata la volta della pellicola<br />

televisiva, prologo di una miniserie<br />

di 5 episodi prodotta nello stesso<br />

anno, in cui al fianco di Hunter ritorna<br />

Dee Dee McCall.<br />

Hustle – I signori della truffa (Hustle)<br />

Con: Adrian Lester, Robert Vaughn,<br />

Robert Glenister, Jaime Murray,<br />

Marc Warren. Produzione: Gran Bretagna,<br />

2004, poliziesco, colore<br />

(12/60’).<br />

SUPERCULT<br />

Questa perla di <strong>telefilm</strong> è comparsa all’improvviso<br />

sugli schermi italiani senza<br />

alcuna promozione: forse lo si teneva<br />

in cassaforte temendo un furto... Eppure<br />

si tratta del “colpo” più brillante<br />

che la fiction “di rapina” abbia compiuto<br />

recentemente, anche più di Ocean’s<br />

Eleven (2001) di Steven Soderbergh, il<br />

film che ha rinfrescato il genere. In<br />

realtà, la serie in questione è una sorta di<br />

rivisitazione al fulmicotone de La stangata<br />

(1971), impreziosita da una sceneggiatura<br />

vibrante e da una parure di<br />

genialate (di sceneggiatura, di regia e di


Hyperion Bay<br />

stile), che solo una mente criminale inglese<br />

poteva concepire, come quella<br />

che vede i protagonisti rivolgersi al telespettatore<br />

guardando direttamente in<br />

camera, mentre la scena alle loro spalle<br />

cade nel buio. Al centro delle vicende<br />

c’è un gruppo di truffatori che rubano<br />

solo a chi se lo merita: il capobanda di<br />

colore è l’affascinante Mickey Stone<br />

detto “Bricks” (Adrian Lester), mago<br />

assoluto delle truffe, il quale concepisce<br />

i colpi come opere d’arte; appena uscito<br />

di prigione, rimette insieme la banda:<br />

Albert Stroller (Robert Vaughn) è il veterano<br />

del gruppo e il mentore di<br />

Mickey; tra un party nell’alta società e<br />

un bicchiere di champagne, individua i<br />

polli miliardari da spennare, avendo cura<br />

che abbiano – oltre che soldi e diamanti<br />

in cassaforte – tali scheletri nell’armadio<br />

da indurli a pensarci una dozzina<br />

di volte prima di denunciare la rapina<br />

subita. Ash Morgan (Robert Glenister)<br />

è il tecnico di turno che compie i<br />

sopralluoghi e studia le possibili vie di<br />

fuga (all’inizio spillava soldi alle compagnie<br />

di assicurazione piombando davanti<br />

alle vetture in corsa, fingendo<br />

traumi ossei che in realtà vantava già<br />

prima). La bellissima e determinata<br />

Stacie Monroe (Jaime Murray), a metà<br />

strada tra la Emma Peel di Agente speciale<br />

(1961) e la Eva Kant di Diabolik,<br />

usa il fascino come una chiave inglese e<br />

si cala spesso nel ruolo dell’esca che arpiona<br />

i... boccaloni. L’ultimo arrivato è<br />

il giovane sbruffone Danny Blue (Marc<br />

Warren), che da scaltro borseggiatore<br />

vuole fare il salto di qualità: chiede a<br />

“Bricks” di prendere lezioni, non sapendo<br />

di entrare a far parte di una gang<br />

dai solidi principi etici e morali. L’idea<br />

della serie è venuta al regista Bharat<br />

Nalluri sul set del <strong>telefilm</strong> inglese di<br />

spionaggio Spooks (2002, inedito in Ita­<br />

424<br />

lia) ed è stata subito supportata dal produttore<br />

esecutivo Jane Featherstone<br />

che ha coinvolto anche Tony Jordan.<br />

Simon Rogers compone sia la colonna<br />

sonora che il tema musicale. La regia,<br />

che mutua il linguaggio <strong>dei</strong> videoclip,<br />

è affidata, oltre che a Nalluri, a Robert<br />

Bailey e Minkie Spiro. Le riprese in<br />

esterni sono state tutte effettuate per le<br />

strade più trendy di Londra oppure in<br />

aree lontane dall’abituale flusso turistico.<br />

Hyperion Bay (Id.) Con: Mark-Paul<br />

Gosselaar, Dylan Neal, Raymond J.<br />

Barry, Christina Moore, Sydney Penny,<br />

Bart Johnson, Chaka Forman, Carmen<br />

Electra, Cassidy Rae. Produzione: Usa,<br />

1998, drammatico, colore (17/60’).<br />

La premessa per raccontare un coacervo<br />

di legami, intrighi e passioni è quella<br />

di un uomo di successo, Dennis<br />

Sweeny (Mark-Paul Gosselaar), che<br />

torna nella sua città natale per risollevarne<br />

le sorti. In realtà rispolvera antichi<br />

dissapori e passioni mai sopite: tra<br />

coloro che ne rimangono coinvolti, il<br />

fratello più grande Nick (Dylan Neal),<br />

Frank e Amy Sweeney (interpretati rispettivamente<br />

da Raymond J. Barry e<br />

Christina Moore), Jennifer Ward (Sydney<br />

Penny), Nelson Tucker (Bart Johnson),<br />

Marcus (Chaka Forman), la sexy<br />

Sarah Hicks (Carmen Electra), Trudy<br />

Carson (Cassidy Rae). Hyperion Bay è<br />

sulla costa californiana. La serie è ideata<br />

da Joseph Dougherty, impegnato anche<br />

nelle vesti di produttore esecutivo<br />

insieme a Frank South. Se la colonna<br />

sonora è composta da Michael Tavera,<br />

la canzone-tema – “Hard Times Come<br />

Easy” – è firmata da Richie Sambora e<br />

Richie Supa, mentre nel corso delle<br />

puntate si ascolta “I Will Wait” degli<br />

Hootie and the Blowfish.


Immortale, L’ (The Immortal) Con:<br />

Christopher George, David Brian,<br />

Don Knight. Produzione: Usa, 1970,<br />

avventura/fantastico, colore (15/60’).<br />

Una sorta di Highlander ante-litteram<br />

è al centro di un serial che si ispira vagamente<br />

a un romanzo di James Gunn<br />

(The Immortals). Il protagonista, Ben<br />

Richards (Christopher George), è un<br />

pilota automobilistico che un giorno<br />

scopre che il suo sangue contiene certi<br />

miracolosi anticorpi che lo rendono<br />

immortale. Il suo scopo diventa quello<br />

di ritrovare il fratello Jason, misteriosamente<br />

scomparso, per capire se anch’egli<br />

è dotato dello stesso gruppo<br />

sanguigno. Tra gli altri personaggi ricorrenti:<br />

Arthur Maitland (David<br />

Brian), un riccone che cerca Richards<br />

dopo la scoperta del segreto di lunga<br />

vita e Fletcher (Don Knight), l’uomo<br />

incaricato da Maitland di trovare l’immortale.<br />

Antony Wilson è il produttore<br />

esecutivo della serie ideata da Robert<br />

Specht, anticipata da un film-tv interpretato<br />

sempre da George nel 1969 e<br />

seguita da una rivisitazione omonima<br />

nel 2000. La colonna sonora è composta<br />

da Dominic Frontiere.<br />

Impareggiabile giudice Franklin,<br />

L’ (The Tony Randall Show) Con:<br />

Tony Randall, Devon Scott, Penny<br />

Peyser, Brad Savage, Allyn Ann<br />

McLerie, Barney Martin, Zane Lasky,<br />

Hans Conried, Diana Muldaur, Rachel<br />

Roberts. Produzione: Usa, 1976, sitcom,<br />

colore (44/30’).<br />

Tony Randall interpreta Walter Franklin,<br />

un giudice della Corte Suprema<br />

che vive e lavora a Philadelphia. Sebbene<br />

sia vedovo, il protagonista non è<br />

mai solo: può infatti contare sull’affetto<br />

<strong>dei</strong> figli Roberta (interpretata dapprima<br />

da Devon Scott, quindi da<br />

Penny Peyser) e Oliver (Brad Savage);<br />

sul lavoro si imbatte nella compassata<br />

segretaria Janet Reubner (Allyn Ann<br />

McLerie), lo stenografo ed ex poliziotto<br />

Jack Terwilliger (Barney Martin),<br />

l’aggressivo cancelliere Mario Lanza<br />

(Zane Lasky), che nella seconda stagione<br />

diventa accusatore. Sempre nel<br />

secondo ciclo, Hans Conried entra in<br />

scena nei panni di Ryan Franklin, il padre<br />

del giudice; Diana Muldaur fa battere<br />

il cuore del protagonista nella toga<br />

del giudice Eleanor Hooper. Rachel<br />

Roberts, nel ruolo della governante<br />

Bonnie McClennan, completa il cast<br />

della sit-com ideata e prodotta da Tom<br />

Patchett e Jay Tarses. Le musiche sono<br />

di Patrick Williams, già dietro le note<br />

di Mary Tyler Moore e Lou Grant: egli<br />

è altresì il compositore preferito dalla<br />

MTM, la casa di produzione del serial.<br />

Michael Keaton compare in un cameo.<br />

Impareggiabile Glynis, L’ (Glynis)<br />

Con: Glynis Johns, Keith Andes,<br />

George Mathews. Produzione: Usa,<br />

1963, sit-com, b/n (14/30’).<br />

Una scrittrice ha l’hobby delle indagini<br />

poliziesche: Glynis Johns interpreta<br />

Glynis Granville, una sorta di “signora<br />

in giallo anni ’60”. Volenti o nolenti,


Inafferrabile Rainer, L’<br />

vengono coinvolti nei casi da risolvere<br />

il marito procuratore Keith Granville<br />

(Keith Andes) e Chick Rogers (George<br />

Mathews), un poliziotto in pensione<br />

che aiuta di tanto in tanto la protagonista.<br />

Glynis è una sorta di Agatha Christie<br />

senza una rotella: conserva una<br />

cuffia per la doccia in automobile,<br />

compra solo pigiami con tre righe al<br />

marito per paura che ingrassi, mentre<br />

quando lo deve svegliare usa la frase<br />

magica “caro, farai tardi alla tua partita<br />

di golf!”; il posto preferito dove trova<br />

ispirazione per i suoi libri è la vasca da<br />

bagno della casa di San Diego. La produzione<br />

è firmata da Jess Oppenheimer<br />

e Edward Feldman per Desilu.<br />

George Duning è l’autore del tema<br />

musicale.<br />

Inafferrabile Rainer, L’ (Rainer;<br />

L’inafferrabile Rainer) Con: Louis<br />

Velle, Sabine Azéma. Produzione: Italia/Francia/Spagna/Svizzera/Lussemburgo,<br />

1979, avventura/poliziesco, colore<br />

(8/60’).<br />

Sulle orme di Arsenio Lupin, anche<br />

l’imprendibile Rainer, interpretato da<br />

Louis Velle, ruba e inganna solo chi se<br />

lo merita. Ricercato dalla polizia di<br />

mezza Europa – non per niente si tratta<br />

di una coproduzione europea – il protagonista<br />

è un maestro di travestimenti<br />

e un genio del crimine. Nel corso delle<br />

avventure lo affianca moralmente a distanza<br />

Lorenza (Sabine Azéma). Philippe<br />

Baraduc firma da produttore esecutivo.<br />

Claude Bolling è l’autore della<br />

colonna sonora.<br />

Inafferrabili, Gli (The Rogues) Con:<br />

David Niven, Charles Boyer, Gig<br />

Young, Gladys Cooper, John Williams,<br />

Robert Coote. Produzione: Usa,<br />

1964, avventura, b/n (30/60’).<br />

Una famiglia di ladri alla Arsenio Lu­<br />

426<br />

pin che truffano i truffatori e imbrogliano<br />

gli imbroglioni, il cui motto di<br />

vita è “l’onore prima dell’onestà”. Il<br />

successo della serie giallo-rosa, vincitrice<br />

del Golden Globe nel ’65, va cercato<br />

nella bravura <strong>dei</strong> tre protagonisti,<br />

che donano al serial tutta la loro verve<br />

di attori da sophisticated-comedy. Il<br />

serial cerca di proporre una comicità<br />

anglo-american-francese: David Niven<br />

è l’inglese Alexander “Alec” Fleming,<br />

con il quale si rapportano tutti i<br />

personaggi del serial; Charles Boyer<br />

veste i panni di Marcel St. Clair, il cugino<br />

francese di Alec; Gig Young interpreta<br />

Tony Fleming, il cugino americano.<br />

Tra gli altri protagonisti:<br />

Gladys Cooper è Margaret, la zia di<br />

Alec; John Williams interpreta l’ispettore<br />

Briscoe di Scotland Yard; Robert<br />

Coote è Timmy Fleming, un cugino inglese.<br />

La serie è ideata da Collier<br />

Young. La colonna sonora è composta<br />

da Nelson Riddle (in molti hanno notato<br />

alcune assonanze con le sue note in<br />

Batman, il <strong>telefilm</strong> del quale ha firmato<br />

il pentagramma due anni dopo). Tra<br />

le guest-stars: Walter Matthau, Telly<br />

Savalas, Ida Lupino e Raquel Welch.<br />

Firma il tutto la Four Star Productions.<br />

In casa Lawrence (Family) Con:<br />

Sada Thompson, James Broderick,<br />

Elaine Heilveil, Meredith Baxter Birney,<br />

Gary Frank, Jeff Maitland, Quinn<br />

Cummings, Kristy McNichol. Produzione:<br />

Usa, 1976, drammatico, colore<br />

(86/60’).<br />

Quella che in origine doveva essere<br />

una mini-serie in sei puntate divenne<br />

un serial a tutti gli effetti dopo l’ottimo<br />

gradimento ricevuto all’indomani della<br />

trasmissione sull’ABC. La storia è<br />

quella di una famiglia medio-borghese<br />

residente a Pasadena, in California. Ne<br />

fanno parte: Douglas Lawrence (Ja­


427 Inchieste del Commissario Maigret, Le<br />

mes Broderick), avvocato; sua moglie<br />

Kate (Sada Thompson), mamma sensibile<br />

nei confronti <strong>dei</strong> tre figli; Nancy<br />

(interpretata dapprima da Elaine Heilveil,<br />

poi da Meredith Baxter Birney),<br />

divorziata con un figlio a carico; Willie<br />

(Gary Frank), aspirante scrittore;<br />

Buddy (Kristy McNichol, che per questo<br />

ruolo ha vinto due Emmy Awards),<br />

con tutti i problemi della sua adolescenza.<br />

Le aspirazioni, le difficoltà, le<br />

gioie e i rapporti interpersonali di ciascun<br />

componente vengono analizzati<br />

puntata dopo puntata, anticipando la<br />

tendenza di molti <strong>telefilm</strong> anni ’80.<br />

Non per niente il produttore esecutivo<br />

è Aaron Spelling, che riprenderà il<br />

plot, aggiustandolo e attualizzandolo,<br />

in serie quali Beverly Hills e Melrose<br />

Place; Leonard Goldberg e Mike Nichols<br />

firmano da produttori al fianco<br />

di Spelling. John Rubinstein, che compare<br />

nei panni di Jeff Maitland, l’ex<br />

marito di Nancy, che la donna ha scoperto<br />

a letto con l’amante, firma le musiche<br />

del serial ideato da Jay Presson<br />

Allen. Nelle ultime puntate i Lawrence<br />

adottano l’orfana undicenne Annie<br />

Cooper, interpretata da Quinn Cummings.<br />

Helen Hunt compare in un cameo.<br />

Inchiesta a quattro mani (Un Juge,<br />

un Flic) Con: Michel Duchaussoy,<br />

Pierre Santini, Michèle André, Laurent<br />

de Bonna, Jean Lanier, Simone<br />

Rieutor, Juliette Robichez, Cyrille<br />

Brisse. Produzione: Francia/Belgio/-<br />

Svizzera, 1977, poliziesco, colore<br />

(12/60’).<br />

Il giudice Walder de Neuville (Michel<br />

Duchaussoy) e il commissario Villequier<br />

(Pierre Santini) uniscono le forze<br />

all’interno del SILI (Service d’Information<br />

et de Liaison Interministériel), un<br />

dipartimento della cancelleria che in­<br />

daga sulle truffe e i crimini d’alto rango.<br />

La forza del serial ideato da Henri<br />

Viard sta nel rapporto conflittuale che<br />

si instaura tra i due uomini di legge: aristocratico<br />

e raffinato il giudice, di più<br />

modeste origini il poliziotto. Intorno ai<br />

due protagonisti gravitano le rispettive<br />

famiglie: la signora de Neuville (Michèle<br />

André), il figlio della coppia<br />

(Laurent de Bonna), il padre di Walder<br />

(Jean Lanier); la signora Villequier (Simone<br />

Rieutor), la figlia (Juliette Robichez)<br />

e il figlio (Cyrille Brisse) del<br />

commissario. La colonna sonora è<br />

composta da Georges Garvarentz.<br />

Inchieste del Commissario Maigret,<br />

Le (Le nuove inchieste del Commissario<br />

Maigret) Con: Gino Cervi,<br />

Andreina Pagnani. Produzione: Italia,<br />

1964, poliziesco, b/n (16/60’).<br />

SUPERCULT<br />

Nonostante l’accento emiliano, Gino<br />

Cervi si cala perfettamente nei panni<br />

del commissario Maigret, nato nel<br />

1929 dai romanzi dello scrittore francese<br />

Georges Simenon. Pipa in bocca,<br />

bretelle e gilet, amante del buon<br />

vino, modi bruschi sul lavoro e pudicamente<br />

tenero nei rapporti coniugali<br />

con la moglie Louise, interpretata da<br />

Andreina Pagnani, l’attore bolognese<br />

si è immedesimato talmente nella figura<br />

dell’ispettore parigino che lo<br />

stesso Simenon esclamò “è veramente<br />

il mio Maigret”; Cervi ribatté che<br />

“con questo poliziotto nato in provincia<br />

sento di condividere molte cose”:<br />

il commissario è in effetti un medioborghese<br />

dai gusti semplici e genuini<br />

originario di Saint-Fiacre sur Matignon.<br />

Tra i volti che si susseguono<br />

nel corso <strong>dei</strong> quattro cicli della serie:<br />

Franco Volpi, Oreste Lionello, Ugo<br />

Pagliai, Daniele Tedeschi, Gian Maria<br />

Volonté, Loretta Goggi, Gianni


Inchieste dell’ispettore Lavardin, Le<br />

Garko, Leopoldo Trieste, Andrea<br />

Checchi, Leopoldo Mastelloni. Gli<br />

episodi del serial si sono sempre piazzati<br />

tra i dieci programmi più visti<br />

dell’anno. All’epoca delle riprese<br />

Cervi aveva 63 anni, mentre la carta<br />

d’identità del detective <strong>dei</strong> romanzi<br />

ne segnava 45: una tintura a capelli e<br />

barba coprì la differenza d’età. La regia<br />

è firmata da Mario Landi. La riduzione<br />

televisiva è curata da Diego<br />

Fabbri e Romildo Craveri. Il secondo<br />

ciclo della serie è andato in onda con<br />

il titolo de Le nuove inchieste del<br />

Commissario Maigret. Nel 1967, nel<br />

bel mezzo del successo televisivo, la<br />

coppia Cervi-Landi ha portato l’ispettore<br />

francese sul grande schermo<br />

con Maigret a Pigalle, versione cinematografica<br />

di un episodio a sua volta<br />

tratto da Maigret al night club di Simenon.<br />

Inchieste dell’ispettore Lavardin,<br />

Le (Les dossiers de l’Inspecteur<br />

Lavardin) Con: Jean Poiret. Produzione:<br />

Francia, 1988, poliziesco, colore<br />

(4/90’).<br />

Dopo i film Una morte di troppo<br />

(1984) e Ispettore Lavardin (1986), il<br />

personaggio ideato da Dominique<br />

Roulet e diretto da Claude Chabrol approda<br />

in televisione con la stessa intenzione:<br />

smascherare i delitti morali<br />

della piccola borghesia di provincia.<br />

Jean Poiret passa con disinvoltura dal<br />

grande al piccolo schermo nei panni di<br />

Jean Lavardin, detective dai metodi<br />

poco ortodossi. Chabrol firma la regia<br />

e la sceneggiatura. Michel Portal è<br />

l’autore della colonna sonora. Maria<br />

de Me<strong>dei</strong>ros e Bruno Cremer compaiono<br />

da guest-stars.<br />

Inchieste di Boston Blackie, Le<br />

(Boston Blackie) Con: Kent Taylor,<br />

428<br />

Lois Collier, Frank Orth. Produzione:<br />

Usa, 1951, poliziesco, b/n (58/30’).<br />

“Nemico di coloro che lo fanno diventare<br />

nemico, amico di coloro che non<br />

hanno amici”: questo il motto di Boston<br />

Blackie (Kent Taylor), in lotta perenne<br />

per la giustizia. Insieme all’amica Mary<br />

Wesley (Lois Collier) e al cane Whitey,<br />

Blackie risolve molti crimini prima della<br />

polizia di Los Angeles. Frank Orth<br />

interpreta l’ispettore Faraday. Prodotto<br />

dalla Ziv Tv, il <strong>telefilm</strong> anni ’50 segue a<br />

ruota il successo di una serie di film con<br />

Chester Morris nei panni di Blackie girati<br />

negli anni Quaranta e di una traduzione<br />

radiofonica nel 1940. In realtà<br />

Boston è nato dalla penna di Jack Boyle<br />

sulle pagine di “Cosmopolitan” nei primi<br />

anni del 1900 (anche se il protagonista<br />

potrebbe trarre origine da Blackie<br />

Daw, un elegante truffatore al centro di<br />

alcuni romanzi di George Randolph<br />

Chester scritti nel 1908).<br />

Inchieste di Padre Dowling, Le<br />

(Father Dowling Mysteries) Con: Tom<br />

Bosley, Tracy Nelson, Mary Wickers,<br />

James Stephens, Regina Krueger. Produzione:<br />

Usa, 1989, poliziesco, colore<br />

(45/60).<br />

Un prete con l’hobby delle indagini e il<br />

vizio della curiosità è al centro della<br />

serie che porta in televisione la figura<br />

di Padre Dowling, nato dalla penna di<br />

Ralph McInerny. Tom Bosley (Happy<br />

Days) presta il volto a Frank Dowling,<br />

un pastore della chiesa di St. Michael’s<br />

Parish di Chicago che tra una Messa e<br />

l’altra indaga su crimini e misfatti. Sorella<br />

Stephanie (Tracy Nelson) alterna<br />

al rosario la lente d’ingrandimento nei<br />

panni dell’assistente del prete-detective;<br />

Marie Gillespie (Mary Wickers) è<br />

la massaia di turno; Padre Philip Prestwick<br />

(James Stephens) viene scelto<br />

dal vescovo per controllare la doppia


429 Incredibile Hulk, L’<br />

attività dell’investigatore con la tonaca;<br />

il sergente Clancy (Regina Krueger),<br />

ammanetta i colpevoli scovati dal<br />

prete detective. Dean Hargrove – altresì<br />

ideatore insieme a Joel Steiger – e<br />

Fred Silverman formano la coppia di<br />

produttori esecutivi; Richard DeBenedictis<br />

compone il tema musicale.<br />

Incredibile Hulk, L’ (The Incredible<br />

Hulk) Con: Bill Bixby, Lou Ferrigno,<br />

Jack Colvin. Produzione: Usa, 1978,<br />

avventura/fantastico, colore (83/60’;<br />

3/120’).<br />

COTTO<br />

Il dottor David Bruce Banner (Bill<br />

Bixby) fa la gioia <strong>dei</strong> sarti della zona:<br />

tutte le volte che si arrabbia si trasforma<br />

in Hulk (interpretato da Lou Ferrigno,<br />

già Mr. America), un mostro dalla<br />

pelle verde e dalla forza fisica dirompente<br />

che prima di entrare in azione si<br />

straccia le vesti diventate bermuda e<br />

camicie per poppanti. Il fumetto Marvel<br />

Comics della premiata ditta Stan<br />

Lee-Jack Kirby, pubblicato per la prima<br />

volta nel maggio del ’62, diventa<br />

<strong>telefilm</strong> partendo dai medesimi antefatti<br />

(gli stessi di molti super-eroi): lo<br />

scienziato investito da radiazioni che<br />

gli fanno subire una mutazione. La polemica<br />

antimilitaristica delle strips<br />

viene tuttavia stemperata: l’eroe in<br />

questione viene lanciato contro i malviventi<br />

e le ingiustizie di fine anni ’70.<br />

Al bando anche i personaggi che circondavano<br />

Hulk nei fumetti (l’amico<br />

Rick Jones, la compagna Betsy Ross e<br />

il generale Talbot), alla stessa stregua<br />

<strong>dei</strong> super cattivi che avevano reso Batman<br />

(1966) ancora più camp. Jack<br />

Colvin interpreta Jack McGee, il reporter<br />

del “National Register” che crede<br />

Hulk un assassino, che nutre <strong>dei</strong> sospetti<br />

sulla doppia identità del dottor<br />

Banner ma non ha alcuna prova per di­<br />

mostrarlo. Gli zompi al ralenti dell’omone<br />

verde sono assai simili a quelli<br />

de La donna bionica (1976): non è un<br />

caso che il produttore esecutivo, Kenneth<br />

Johnson, sia lo stesso per entrambi<br />

i serial. “Non volevamo tradurre in<br />

tv l’ennesimo fumetto – ha spiegato<br />

Johnson – abbiamo piuttosto messo<br />

l’accento sulle problematiche psicologiche<br />

della doppia identità alla Dottor<br />

Jekyll e Mr. Hyde”. Lo schema della<br />

serie è preso in prestito dal <strong>telefilm</strong> Il<br />

fuggiasco (1963): anche Banner-Hulk<br />

sono in fuga (da McGee), in ogni episodio<br />

aiutano qualcuno in difficoltà<br />

(così come il dottor Kimble), sanno<br />

che la loro salvezza dipende da una<br />

strada alternativa (in questo caso una<br />

sostanza che riesca a controllare gli<br />

impulsi del protagonista, mentre Kimble<br />

per scagionarsi dall’accusa di uxoricidio<br />

doveva trovare il vero assassinio).<br />

Colvin e Bixby sono altresì registi<br />

di qualche puntata. Joe Harnell<br />

compone la colonna sonora. Sebbene<br />

nel <strong>telefilm</strong> il super-eroe non pronunci<br />

alcuna parola, Hulk avrebbe dovuto<br />

parlare in alcuni spot inglesi, salvo essere<br />

fermato in extremis dall’Universal<br />

“con il fine di non rovinare la sua<br />

immagine” (al posto della sua voce<br />

vennero inseriti <strong>dei</strong> sottotitoli). Tra le<br />

guest-stars di passaggio si riconoscono<br />

Sherman Hemsley e Kim Cattrall.<br />

Se il comunicato stampa dell’MCA recitava<br />

che “la serie vuole trattare filosoficamente<br />

un punto mai raggiunto:<br />

la difficoltà dell’uomo nel controllare i<br />

demoni dell’anima”, il quotidiano inglese<br />

“The Sun” gli rispose per le rime<br />

nel 1978: “non sembrava possibile che<br />

potesse esistere una fiction più stupida<br />

de L’uomo di Atlantide, invece...”.<br />

Nello stesso anno della fine della serie<br />

– nel 1992 – l’NBC ha prodotto una versione<br />

a cartoni animati; il serial conta


Incredibile Michael, L’<br />

tuttavia tre film-Tv sucessivi al “the<br />

end”: nel 1988 (in cui il nostro incontra<br />

il collega super-eroe Thor), nel 1989<br />

(questa volta il gigante verde s’imbatte<br />

in Daredevil) e nel 1990 (nel quale si<br />

ipotizza la morte di Hulk con l’idea di<br />

farlo risorgere in un sucessivo tv-movie<br />

che non si è mai girato per via della<br />

scomparsa di Bill Bixby); nell’estate<br />

del 2003 il super-eroe di Stan Lee é<br />

zompato sul grande schermo con il<br />

volto di Eric Bana, davanti alla cinepresa<br />

di Ang Lee.<br />

Incredibile Michael, L’ (Now and<br />

again) Con: Eric Close, Dennis Haysbert,<br />

Margaret Colin, Heather Matarazzo,<br />

John Goodman. Produzione:<br />

Usa, 1999, poliziesco/fantastico, colore<br />

(22/60’).<br />

Quando l’assicuratore newyorkese<br />

Michael Wiseman (John Goodman) è<br />

ridotto in fin di vita per un incidente<br />

nella metropolitana, accetta che prima<br />

di morire il suo cervello venga impiantato<br />

nel corpo di un agente segreto del<br />

governo (Eric Close), biogeneticamente<br />

costruito in laboratorio dal dottor<br />

Theodore Morris (Dennis Haysbert).<br />

Ma c’è una clausola da rispettare:<br />

Michael non potrà più avere contatti<br />

con le persone che ama – l’adorata<br />

moglie Lisa (Margaret Colin) e la figlia<br />

adolescente Heather (Heather Matarazzo)<br />

– a meno di mettere a rischio<br />

la loro vita. L’ideatore Glenn Gordon<br />

Caron, produttore esecutivo insieme a<br />

Ronald L. Schwary, è altresì sceneggiatore<br />

e regista saltuario. La serie, che<br />

mischia romanticherie alla Ghost con<br />

spunti da biogenetica futuristica degne<br />

de L’uomo da sei milioni di dollari e<br />

Robocop, ha vinto 3 Saturn Awards –<br />

gli Oscar della fantascienza – nel<br />

2000. Douglas J. Cuomo compone la<br />

colonna sonora. Tra i super-poteri<br />

430<br />

sfoggiati dal cyber Michael: può trattenere<br />

il respiro per 6 minuti e 11 secondi,<br />

piegare mitragliatrici a mani<br />

nude, sollevare le persone con un solo<br />

dito. Il suo tallone di Achille (la sua<br />

kriptonite...) è l’esposizione ai flash<br />

luminosi che se si succedono con una<br />

certa frequenza rischiano di farlo cadere<br />

in coma. Inutile dire che il protagonista<br />

alla fine cede ai sentimenti e<br />

tenta di riallacciare i rapporti con moglie<br />

e figlia diventando il loro angelo<br />

custode.<br />

Indagini di Miss Sophie, Le<br />

(Sophie – Schlauer als die Polizei;<br />

Miss Sophie’s instinct) Con: Enzi Fuchs,<br />

Jörg Hube, Martin Benrath. Produzione:<br />

Germania, 1997, poliziesco,<br />

colore (13/60’; 1/90’).<br />

Curiosa serie tedesca che innesta indagini<br />

e atmosfere tipicamente British<br />

nella ricerca della verità: Miss Sophie<br />

Mayerhofer (Enzi Fuchs), dopo aver<br />

trascorso 25 anni in Inghilterra, torna a<br />

Regensburg, la sua città natale in Baviera.<br />

In seguito alla morte del padre,<br />

la donna comincia a fare domande<br />

supportata da quell’intuito degno di<br />

Miss Marple che le fa dubitare della<br />

presunta morte naturale del genitore.<br />

L’attività investigatrice di Sophie<br />

scombussola le carte dell’ispettore di<br />

polizia Ludwig Mayerhof (Jörg Hube),<br />

il fratello della protagonista che<br />

non sembra gradire molto che il salotto<br />

di casa sua si sia trasformato in una<br />

sorta di succursale di Scotland Yard.<br />

Al fianco della nostra si schiera anche<br />

Padre Anselm (Martin Benrath), il<br />

quale analizza con minuzia gli indizi<br />

lasciati sui luoghi <strong>dei</strong> delitti. La detective<br />

in gonnella è nata dalla penna della<br />

scrittrice Irene Rodrian. La serie è<br />

prodotta da Neue Deutsche Filmgesellschaft<br />

per SAT 1.


431 Indirizzo permanente<br />

Indagini pericolose (Bodies of Evidence)<br />

Con: Lee Horsley, George<br />

Clooney, Al Fann, Francis X. Mc-<br />

Carthy, Kate McNeil, Michele Scarabelli,<br />

Lorraine Toussaint, Leslie Jordan.<br />

Produzione: Usa, 1992, poliziesco,<br />

colore (15/60’).<br />

Le indagini pericolose sono quelle di<br />

cui si occupa la Squadra Omicidi della<br />

Metropolitan Police Force. Ne fanno<br />

parte il tenente veterano Ben Carroll<br />

(Lee Horsley), i detective Ryan Walker<br />

(George Clooney) e Walt Stratton (Al<br />

Fann), il sergente Tim Houghton<br />

(Francis X. McCarthy) e la figlia di<br />

quest’ultimo, la detective Nora Houghton<br />

(Kate McNeil), la new entry del<br />

gruppo. Fanno da contorno: la giornalista<br />

televisiva Holly Bennett (Michele<br />

Scarabelli); la patologa di turno, la<br />

dottoressa Mary Rocket (Lorraine<br />

Toussaint); Lemar (Leslie Jordan), addetto<br />

al laboratorio. Ciascuno <strong>dei</strong> protagonisti<br />

viene ritratto con evidenti<br />

problemi e sacrifici personali causati<br />

dal lavoro: Carroll con l’ex moglie e<br />

l’accudimento del figlio; Walker si dimostra<br />

troppo coinvolto nei casi che<br />

affronta; Nora è alquanto insicura e indecisa<br />

sul suo futuro in polizia. David<br />

Jacobs è il produttore esecutivo della<br />

serie che ha il ritmo delle musiche di<br />

Christopher Klatman; Jacobs è altresì<br />

l’ideatore al fianco di James L.<br />

Conway. Denise Richards è tra le guest-stars.<br />

Indirizzo permanente (77 Sunset<br />

Strip) Con: Efrem Zimbalist jr., Roger<br />

Smith, Edd Byrnes, Troy Donahue,<br />

Jacqueline Beer, Louis Quinn, Byron<br />

Keith, Richard Long, Joan Staley. Produzione:<br />

Usa, 1958, poliziesco, b/n<br />

206/60’).<br />

Stu Bailey (Efrem Zimbalist jr.) e Jeff<br />

Spencer (Roger Smith) sono una cop­<br />

pia di detective privati che hanno sede<br />

al 77 di Sunset Strip a Hollywood.<br />

Edd Byrnes interpreta Gerald Lloyd<br />

Kookson III detto Kookie, un posteggiatore<br />

dalla parlantina sciolta: il suo<br />

personaggio non doveva originariamente<br />

occupare un ruolo fisso, ma le<br />

reazioni del pubblico americano (soprattutto<br />

tra le teenagers) costrinsero i<br />

produttori a donargli un profilo di primo<br />

piano. Mentre nel 1959 Byrnes,<br />

sull’onda della popolarità, registrava<br />

un disco con Connie Stevens (Kookie,<br />

Kookie: Lend Me Your Comb), Troy<br />

Donahue lo sostituì nei panni del parcheggiatore<br />

di turno. Tra gli altri coprotagonisti<br />

del serial: la centralinista<br />

Suzanne Fabray (interpretata da Jacqueline<br />

Beer, Miss Francia 1954),<br />

l’allibratore e confidente Roscoe<br />

(Louis Quinn), il tenente di Los Angeles<br />

Gilmore (Byron Keith). Richard<br />

Long entra in scena con il distintivo<br />

del detective Rex Randolph<br />

(Long aveva debuttato in questo ruolo<br />

nel serial, inedito in Italia, Bourbon<br />

Street Beat), per poi assumere l’identità<br />

di J.R. Hale, il nuovo sorvegliante<br />

del parcheggio che infarcisce<br />

le frasi di abbreviazioni. Dopo alcune<br />

stagioni tutto il cast viene rinnovato<br />

tranne Zimbalist: egli è ancora Stu<br />

Bailey ma non più al 77 di Sunset<br />

Strip, cancellando in un sol colpo le<br />

certezze del titolo originale e di quello<br />

italiano. Joan Staley è Hannah, la<br />

nuova segretaria. Al posto del familiare<br />

schiocco di dita che caratterizzava<br />

il tema musicale composto da<br />

Mack David e Jerry Livingston (77<br />

Sunset Strip), la serie acquista un<br />

nuova colonna sonora (New Sunset)<br />

composta da Bob Thomson. Nel corso<br />

degli anni si succedono alla produzione,<br />

in ordine di apparizione, Roy<br />

Huggins, Howie Horwitz e William


In due si ama meglio<br />

Conrad, quest’ultimo in procinto di<br />

interpretare Cannon. William T. Orr<br />

firma da produttore esecutivo insieme<br />

all’emergete Jack Webb. Zimbalist<br />

aveva originariamente vestito i<br />

panni di Bailey in un episodio di Conflict,<br />

una serie antologica della Warner<br />

Brothers del 1956. Tra le gueststars<br />

del <strong>telefilm</strong>: Elizabeth Montgomery<br />

(Vita da strega), Lee Van Cleef,<br />

Adam West, James Garner, Roger<br />

Moore, Telly Savalas, Peter Lorre,<br />

William Shatner, DeForest Kelley,<br />

Barbara Bain, Joseph Cotten, Bruce<br />

Dern e, in più di una puntata, Mary<br />

Tyler Moore. La serie ha vinto un<br />

Golden Globe nel 1960 quale miglior<br />

serial dell’anno.<br />

In due si ama meglio (A Fine Romance)<br />

Con: Margaret Whitton, Christopher<br />

Cazenove, Dinah Lenney, Kevin<br />

Moore, Ernie Sabella. Produzione:<br />

Usa, 1989, avventura/commedia, colore<br />

(12/60’).<br />

Lanciata in America come un ritorno<br />

alle commedie demenziali degli anni<br />

’40 (screwball comedy), questa ambiziosa<br />

serie comico-avventurosa si<br />

classificò negli ascolti oltre il centesimo<br />

posto, forse anche perché contrapposta<br />

dalla ABC a I Robinson. Girato in<br />

Europa, il serial vede protagonisti<br />

Margaret Whitton e Christopher Cazenove<br />

nei panni, rispettivamente, di<br />

Louisa Phillips e Michael Trent, una<br />

coppia divorziata che presenta uno<br />

show televisivo in giro per il mondo<br />

(in originale è intitolato Ticket to Ride).<br />

Tra gli altri protagonisti del <strong>telefilm</strong>:<br />

Dinah Lenney interpreta Friday,<br />

Kevin Moore è Miles, Ernie Sabella<br />

entra nella parte di George. Sebbene la<br />

serie abbia ricevuto ottime critiche la<br />

ABC l’ha trasmessa per sole otto settimane.<br />

Anthony Andrews ha interpre­<br />

432<br />

tato Trent nella puntata-pilota (mai andata<br />

in onda). James C. Hart firma da<br />

produttore. Il set si sposta da Parigi a<br />

Budapest, da Dublino a Malta.<br />

In due s’indaga meglio (Agatha<br />

Christie’s Partners in crime) Con: James<br />

Warwick, Francesca Annis,<br />

Arthur Cox. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1980, poliziesco, colore (10/60’;<br />

1/120’).<br />

Tratta da alcuni romanzi brevi di<br />

Agatha Christie, la serie racconta le indagini<br />

a braccetto di Tommy e Tuppence<br />

Beresford (interpretati rispettivamente<br />

da James Warwick e Francesca<br />

Annis), coniugi molto British e assai<br />

benestanti che negli anni ’20 danno<br />

una mano a Scotland Yard tanto per<br />

scacciare la noia. Lei amante <strong>dei</strong> cappelli,<br />

lui affascinante con immancabile<br />

papillon: insieme acciuffano i colpevoli<br />

senza spettinarsi più di tanto.<br />

Arthur Cox veste l’impermeabile dell’ispettore<br />

Marriott. Jack Williams firma<br />

da produttore. Joseph Horovitz è il<br />

curatore della colonna sonora. Dopo il<br />

successo del serial, nel 1982 è stato girata<br />

una puntata-speciale – intitolata in<br />

originale The secret adversary – in cui<br />

si svela come si siano conosciuti i Beresford<br />

e come abbiano unito le forze<br />

per risolvere intrighi gialli.<br />

Infallibili tre, Gli (The New Avengers)<br />

Con: Patrick Macnee, Joanna<br />

Lumley, Gareth Hunt. Produzione:<br />

Gran Bretagna/Francia/Canada, 1976,<br />

avventura/spionaggio, colore (26/60’).<br />

Dieci anni dopo, il seguito ideale di<br />

Agente speciale riaccende i riflettori<br />

sulle avventure di John Steed (Patrick<br />

Macnee). La spia che al posto di pistole<br />

o fucili preferisce bombetta e ombrello<br />

viene affiancata questa volta da<br />

due giovani colleghi: Purdey (Joanna


433 In famiglia e con gli amici<br />

Lumley) e Gambit (Gareth Hunt). La<br />

prima, un’ex ballerina con i capelli a<br />

caschetto, mulina le gambe alla stessa<br />

stregua di Emma Peel e Tara King; il<br />

secondo, con un look alla James Bond,<br />

è un ex mercenario esperto di armi e<br />

Kung fu. Lo spin-off offre sempre trame<br />

a sfondo spionistico, ma meno surreali<br />

e “ai confini della realtà” rispetto<br />

alla serie originaria. Peter Cushing, già<br />

guest-star della serie-madre, regala un<br />

cameo anche in questo serial. Tre episodi<br />

sono girati in Francia, quattro in<br />

Canada. Produce il tutto la premiata<br />

coppia Brian Clemens-Albert Fennell,<br />

la stessa di Agente Speciale (1961). E<br />

proprio alla serie-madre si rifanno alcuni<br />

episodi che vedono il ritorno <strong>dei</strong><br />

Cibernauti o il nuovo battito d’ali degli<br />

uomini-uccelli. In Italia alcune puntate<br />

sono state trasmesse con il titolo Sempre<br />

tre, sempre infallibili. In America il<br />

<strong>telefilm</strong>, che ha debuttato nel 1978, è<br />

stato relegato in orari notturni in quanto<br />

considerato troppo violento. Nel secondo<br />

episodio, L’ultimo <strong>dei</strong> cibernauti,<br />

si rivedono gli androidi che avevano<br />

caratterizzato due avventure di<br />

Agente Speciale; in K come Killer (prima<br />

parte) si rifà viva l’indimenticata<br />

Emma Peel (ma solo grazie all’uso di<br />

filmati scartati dal serial originale).<br />

Mentre la relazione che si instaura tra<br />

Steed e Purdey ricorda da vicino quella<br />

tra il primo ed Emma Peel, l’innesto<br />

del giovane terzo incomodo (Gambit)<br />

relega la spia con la bombetta a un ruolo<br />

di tutor che ha deluso i fans. Come<br />

in Agente Speciale, bisogna aprire una<br />

parentesi sui veicoli impiegati dai protagonisti:<br />

Steed opta per una Jaguar<br />

coupé verde oliva; Purdey per una<br />

gialla MGBSport, quando non sfreccia<br />

in sella a una Triumph TR7 o a due<br />

Honda; Gambit è al volante di una rossa<br />

Jaguar XJS; il terzetto si muove prin­<br />

cipalmente a bordo di una spaziosa<br />

Range Rover (se è bianca è di Gambit,<br />

se è verde appartiene a Steed). Laurie<br />

Johnson compone la colonna sonora.<br />

In famiglia e con gli amici (Thirtysomething)<br />

Con: Mel Harris, Ken<br />

Olin, Timothy Busfield, Patricia Wetting,<br />

Polly Draper, Melanie Mayron,<br />

Peter Horton, Jade Mortimer, Brittany<br />

Craven, Lacey Craven, Luke Rossi,<br />

Jordana “Bink” Shapiro, Lindsay Riddell.<br />

Produzione: Usa, 1987, drammatico,<br />

colore (85/60’).<br />

Una serie drammatica sui cosiddetti<br />

baby-boomers, rivolta ai baby-boomers<br />

e ideata da due baby-boomers, Ed<br />

Zwick e Marshall Herskovitz, già autori<br />

del serial In casa Lawrence (1976). Al<br />

contrario del <strong>telefilm</strong> precedente, incentrato<br />

sulle vicissitudini quotidiane<br />

di una famiglia medio-borghese, qui sono<br />

protagoniste le vicende di alcuni<br />

amici trentenni di lunga data abitanti a<br />

Philadelphia (la città di Zwick e Herskovitz):<br />

due coppie e tre single. Tra di<br />

loro: Hope Murdoch (Mel Harris), moglie<br />

e mamma che ha messo da parte la<br />

sua carriera da scrittrice freelance per<br />

crescere un figlio; il marito pubblicitario<br />

Michael Steadman (Ken Olin); Elliot<br />

Weston (Timothy Busfield), socio<br />

d’affari di Mike; Nancy (Patricia Wetting,<br />

la moglie di Ken Olin), la consorte<br />

di Elliot; Ellyn Warren (Polly Draper),<br />

la miglior amica di Hope nonché amministratrice<br />

municipale; la fotografa Melissa<br />

Steadman (Melanie Mayron), cugina<br />

di Michael; l’insegnante di college<br />

Gary Shepherd (Peter Horton). Tra le figure<br />

che gravitano attorno ai protagonisti:<br />

Jane (interpretata in successione da<br />

Jade Mortimer, Brittany e Lacey Craven),<br />

la giovane figlia di Michael e Hope;<br />

Ethan (Luke Rossi), il figlio di<br />

Nancy ed Elliot; Brittany (che ha il vol­


Infermiere a Los Angeles<br />

to dapprima di Jordana “Bink” Shapiro,<br />

in seguito di Lindsay Riddell). Ottimamente<br />

accolta dalla critica americana,<br />

vincitrice di 13 Emmy Awards, 2 DGA<br />

Awards, 2 Golden Globes, 3 Humanitas<br />

Prizes, un GLAAD Media Award e un Television<br />

Critics Association Award, la<br />

serie ha diviso il pubblico: chi l’ha lodata<br />

incondizionatamente e chi l’ha evitata<br />

per l’eccessiva verbosità. Tra i momenti<br />

salienti del serial: la fine del matrimonio<br />

tra Elliot e Nancy, l’imprevisto<br />

fallimento dell’attività di Michael<br />

ed Elliot, la morte del padre di Michael,<br />

la battaglia di Nancy contro il<br />

tumore alle ovaie, la morte di Gary in<br />

un incidente stradale mentre sta andando<br />

a visitare la moglie in ospedale.<br />

I toni drammatici sono smorzati da alcuni<br />

episodi umoristici, come quello in<br />

cui Hope e Michael decidono di concedersi<br />

una serata da single, o altri di pura<br />

fantasia, come quello in bianco e nero<br />

in cui si fa il verso al Dick Van Dyke<br />

(1961). Edward Zwick, Marshall Herskovitz,<br />

Ken Olin, Melanie Mayron,<br />

Peter Horton e Mel Harris compaiono<br />

saltuariamente anche dietro la macchina<br />

da presa. La coppia Zwick-Herskovitz<br />

è impegnata inoltre nella produzione<br />

(il secondo firma da produttore esecutivo).<br />

Il tema musicale eseguito da<br />

una chitarra acustica è composto da<br />

Snuffy Walden e Stewart Levin. Brad<br />

Pitt, Marg Helgenberger, Angela Bassett<br />

e Patricia Arquette sono tra le gueststars<br />

della serie; l’ideatore-produttore<br />

Marshall Herskovitz compare in una<br />

puntata nei panni di un consulente matrimoniale.<br />

Nel 2001 è stato girato uno<br />

speciale che commemorava il successo<br />

della serie: attorno a un tavolo, i<br />

protagonisti e produttori hanno rivissuto<br />

i momenti salienti del <strong>telefilm</strong> con<br />

tanto di contributi filmati e succosi<br />

dietro le quinte.<br />

434<br />

Infermiere a Los Angeles (Nightingales)<br />

Con: Susan Walters, Kristy<br />

Swanson, Chelsea Field, Roxann<br />

Biggs, Kim Ulrich, Suzanne Pleshette,<br />

Barry Newman. Produzione: Usa,<br />

1989, medico, colore (12/60’;1/90’;<br />

1/120’).<br />

Cinque infermiere alle prime armi sono<br />

protagoniste di una serie medica<br />

firmata da Aaron Spelling (Charlie’s<br />

Angels) e Douglas S. Cramer. Bridget<br />

Loring (Susan Walters) veste il camice<br />

per coprire la sua vera identità, testimone-chiave<br />

in un processo molto<br />

importante; Rebecca (Kristy Swanson)<br />

detta “Becky” arriva dal Missouri;<br />

Samantha (Chelsea Field) detta<br />

“Sam” conosce gli ospedali per i suoi<br />

ricoveri da ex alcolista; la studentessa<br />

Yolanda Puente (Roxann Biggs) detta<br />

“Yo” e la bionda sexy Allyson (Kim<br />

Ulrich) completano il “pokerissimo”<br />

di protagoniste. A loro si aggiungono<br />

Chris Broderick (Suzanne Pleshette),<br />

a capo del reparto infermeria del Wilshire<br />

Community Hospital di Los Angeles<br />

e il dottor Garrett Braden (Barry<br />

Newman), responsabile del personale.<br />

Le cinque infermiere vivono tutte<br />

sotto lo stesso tetto al Nightingale Residence<br />

Hall, dove nelle pause di lavoro<br />

si dilettano in aerobica e shopping<br />

selvaggio. Le associazioni professioniste<br />

di infermiere hanno accusato<br />

Spelling di eccedere nella finzione<br />

e di ritrarle come “Charlie’s Angels<br />

in corsia”. A ben vedere, non<br />

mancano connessioni con un’altra serie<br />

successiva firmata dal popolare<br />

produttore americano: Melrose Place<br />

(1992).<br />

Innamorati pazzi (Mad About You)<br />

Con: Paul Reiser, Helen Hunt, Anne<br />

Ramsay, Tommy Hinkley, Richard<br />

Kind, Leila Kenzie, Lisa Kudrow,


435 In nome della legge<br />

John Pankow. Produzione: Usa, 1992,<br />

sit-com, colore (164/30’; 1/60’).<br />

È una delle sit-com americane più popolari<br />

degli ultimi anni. Paul Raiser (I<br />

miei due papà) ed Helen Hunt (Premio<br />

Oscar per Qualcosa è cambiato) sono<br />

Paul e Jamie Buchman, sposati da appena<br />

cinque mesi. Vivono assieme in<br />

un appartamento di Manhattan amandosi<br />

letteralmente “alla follia”, ovvero<br />

litigando continuamente a causa delle<br />

rispettive nevrosi e paranoie. Paul, regista<br />

di documentari, è un uomo affascinante<br />

e creativo, ma anche cavilloso<br />

e poco determinato; Jamie, donna<br />

in carriera specializzata nelle pubbliche<br />

relazioni, ha un carattere a dir poco<br />

impulsivo. Al turbolento ménage<br />

familiare, contraddistinto da discussioni<br />

su carriere, amici, parenti e insicurezze<br />

personali, partecipano anche<br />

Lisa (Anne Ramsay), la sorella minore<br />

di Jamie Ira (John Pankow), il cugino<br />

confidente di Paul e Jay Selby (Tommy<br />

Hinkley), il miglior amico di Paul.<br />

Tra coloro che bussano più frequentemente<br />

alla porta di casa Buchman ci<br />

sono anche il dottor Mark Devanow<br />

(Richard Kind) e sua moglie Fran<br />

(Leila Kenzie). Lisa Kudrow interpreta<br />

il personaggio di Ursula, la cameriera<br />

del ristorante preferito della coppia<br />

protagonista: nella seconda stagione<br />

l’attrice lascia il set per entrare nel cast<br />

di Friends nei panni della sorella gemella<br />

di Ursula. Nel corso degli anni,<br />

la serie ha collezionato ben 12 Emmy<br />

Awards e 4 Golden Globes, salendo<br />

sul podio delle tre sit-com più premiate<br />

degli anni ’90 insieme a Frasier e<br />

Seinfeld; Helen Hunt, che per la sua<br />

interpretazione ha vinto 3 Emmy e 3<br />

Golden, appare saltuariamente dietro<br />

la macchina da presa. L’esordio americano<br />

ha messo d’accordo giornali<br />

come “Newsweek”, “Time” e “Enter­<br />

tainment Weekly” nell’eleggere la serie<br />

quale “migliore sit-com dell’anno”,<br />

mentre il prestigioso “Tv Guide”<br />

ha individuato nella coppia Reiser-<br />

Hunt “la miglior accoppiata della stagione”.<br />

Tra le numerose guest-stars<br />

del <strong>telefilm</strong>, fanno la loro comparsa<br />

Mel Brooks, Jerry Lewis, Brent Spiner,<br />

Megan Mullally, James Cameron,<br />

Robin Wright, Sydney Pollack, Cyndi<br />

Lauper; nei panni di sé stessi, Al Gore,<br />

Jay Leno, il tennista André Agassi,<br />

Yoko Ono, Kevin Bacon, Michael<br />

Moore, Bruce Willis, Billy Joel e il<br />

sindaco di New York di quel periodo,<br />

Rudolph Giuliani; Jerry Seinfeld, protagonista<br />

della sit-com americana concorrente<br />

Seinfeld, appare in un cameo<br />

nei panni di sé stesso. Oltre a essere il<br />

protagonista, Paul Reiser è il cocreatore<br />

e il coproduttore esecutivo della serie<br />

insieme a Danny Jacobson (nel corso<br />

delle stagioni si affiancano loro come<br />

produttori anche la stessa Helen<br />

Hunt e Victor Levin); Reiser ha definito<br />

la sit-com come “il ritorno a casa di<br />

una coppia dopo un party, il momento<br />

in cui marito e moglie si dicono tutto<br />

senza aspettare di essere a casa”. David<br />

Kitay è l’autore della colonna sonora.<br />

In nome della legge (Mr. District<br />

Attorney) Con: Jay Jostyn, Vicki Viola,<br />

Len Doyle, David Brian, Jackie Loughery.<br />

Produzione: Usa, 1951/1954,<br />

poliziesco, b/n (78/30’).<br />

Ideata da Ed Byron, la serie ha preso<br />

avvio alla radio nel 1939 per poi approdare<br />

in televisione in due versioni.<br />

Nella prima il procuratore distrettuale<br />

non ha nome (in America è stato soprannominato<br />

“The D.A.” – District<br />

Attorney – o “Chief”, “il Capo”), anche<br />

se la sua vita sembra ispirata alle<br />

gesta di Thomas E. Dewey, il procuratore<br />

di New York degli anni ’30 che nel


Insiders 436<br />

1948 corse addirittura per le presidenziali:<br />

nel <strong>telefilm</strong> ha il volto di Jay Jostyn,<br />

che aveva già rivestito il ruolo alla<br />

radio. Al suo fianco: la signorina<br />

Miller (Vicki Viola), la segretaria di<br />

turno e il detective Harrington (Len<br />

Doyle), investigatore in forze all’ufficio<br />

del procuratore. Nel 1954 la Ziv Tv<br />

rinverdì la serie e diede un nome al<br />

protagonista: David Brian interpreta<br />

Paul Garrett. Jackie Loughery subentra<br />

nei panni della signorina Miller. La<br />

prima versione è prodotta e diretta dallo<br />

stesso Ed Byron.<br />

Insiders (The Insiders) Con: Nicholas<br />

Campbell, Stoney Jackson, Gail<br />

Strickland. Produzione: Usa, 1985,<br />

poliziesco, colore (13/60’).<br />

Serial clone di Miami Vice (1984) dove<br />

la coppia protagonista è assai simile<br />

a quella che pattugliava le strade della<br />

Florida: il bianco Nick Fox (Nicholas<br />

Campbell) e l’ex truffatore di colore<br />

(James) Mackey (Stoney Jackson) sono<br />

i due reporter d’assalto del periodico<br />

“Newspoint”. Il primo assomiglia<br />

vagamente a Sting, il secondo a Prince<br />

quando si faceva chiamare ancora così.<br />

Gail Strickland interpreta Alice West,<br />

il loro capo. Come Crockett e<br />

Tubbs, anche Fox e Mackey non disdegnano<br />

di infiltrarsi nella malavita<br />

nel corso di indagini scandite da una<br />

colonna sonora in salsa rock. Alfonse<br />

Ruggiero firma da produttore.<br />

Insight (Id.) Con: Ellwood E. Kieser;<br />

interpreti vari. Produzione: Usa, 1961,<br />

drammatico, b/n (17/60’).<br />

Serie a sfondo religioso, con storie<br />

ora toccanti e ora stucchevoli presentate<br />

da Padre Ellwood E. Kieser, il<br />

quale è impegnato altresì quale produttore<br />

esecutivo al fianco di John<br />

Meredyth Lucas. Una schiera di volti<br />

noti del cinema sfila per testimoniare<br />

la propria “fede” nel mezzo televisivo:<br />

da Walther Matthau a Ed Begley,<br />

da Edward Asner a Vera Miles. Per i<br />

cultori del genere, segnaliamo l’episodio<br />

Sam, in cui il protagonista interpretato<br />

da Jack Albertson è l’unico uomo<br />

in carne e ossa in un mondo abitato da<br />

androidi e macchine: tornato a casa, la<br />

moglie-robot gli comunica che vuole<br />

avere un figlio…<br />

Intoccabili, Gli (The Untouchables)<br />

Con: Robert Stack, Jerry Paris, Abel<br />

Fernández, Nick Georgiade, Anthony<br />

George, Paul Picerni, Steve London,<br />

Neville Brand, Bruce Gordon. Produzione:<br />

Usa, 1959, poliziesco, b/n<br />

(118/60’).<br />

CULT<br />

Le vicende dell’agente federale Eliot<br />

Ness (Robert Stack), che nel 1931 riuscì<br />

a incastrare Al Capone, diventano<br />

<strong>telefilm</strong>. I suoi uomini, passati alla storia<br />

con il soprannome di “Intoccabili”,<br />

devono vedersela con storie di proibizionismo,<br />

gangster dai modi spicci, bische<br />

clandestine e quant’altro scorre<br />

lungo le strade della Chicago anni ’30.<br />

Al fianco di Ness combattono gli<br />

agenti incorruttibili Martin Flaherty<br />

(Jerry Paris), William Youngfellow<br />

(Abel Fernández), Enrico Rossi (Nicholas<br />

Georgiade), Cam Allison (Anthony<br />

George), Lee Hobson (Paul Picerni)<br />

e Jack Rossman (Steve London).<br />

Le prime due serie vennero accusate<br />

dalla comunità italo-americana<br />

– Frank Sinatra in testa – di troppa leggerezza<br />

nell’associare nomi italiani a<br />

gang mafiose; il risultato fu che a partire<br />

dal terzo ciclo tutti i gruppi etnici furono<br />

rappresentati secondo “par condicio”<br />

(compresi i russi: in una puntata<br />

il cattivo di turno si chiama John<br />

Vodka!). Più di un osservatore ha pun­


437 In tribunale con Lynn<br />

tato l’indice sulla troppa violenza (si è<br />

parlato di “weekly bloodbath”); a tal<br />

proposito, “Tv Guide” ha scritto che<br />

“praticamente in ogni episodio c’è chi<br />

si schianta con la macchina, chi viene<br />

ucciso in un parcheggio, chi subisce<br />

un’imboscata nei bassifondi, chi finisce<br />

appeso in una bara di ghiaccio, chi<br />

viene crivellato di colpi da un’auto in<br />

corsa”. Ma le critiche più aspre giunsero<br />

dalle istituzioni delle prigioni americane<br />

per via di certe sceneggiature<br />

che vedevano i secondini in combutta<br />

con Al Capone e i suoi uomini. Prima<br />

di essere cucita addosso a Robert<br />

Stack, che per questo ruolo ha vinto<br />

un Emmy Award nel 1960, la parte di<br />

Eliot Ness venne offerta a Van Johnson<br />

e Van Heflin, i quali rifiutarono.<br />

Robert Redford, James Caan, Telly<br />

Savalas, Lee Marvin, Charles Bronson,<br />

Robert Duvall, Peter Falk, James<br />

Coburn, Martin Landau, Dorothy Malone,<br />

Elizabeth Montgomery e Barbara<br />

Stanwyck compaiono quali guest<br />

stars in alcuni episodi; Al Capone è interpretato<br />

da Neville Brand; tra le figure<br />

gangster spicca quella ricorrente di<br />

Frank Nitti (Bruce Gordon). Le cronache<br />

dell’epoca dicono che Ness, dopo<br />

la cattura di Al Capone, sciolse il suo<br />

gruppo, ma gli “intoccabili” televisivi<br />

continuano la lotta al crimine perseguendo<br />

una vasta schiera di malavitosi:<br />

tra gli altri, spicca la figura di Nate<br />

Selko (interpretato da Peter Falk); in<br />

una puntata in due parti i ostri arrivano<br />

perfino a indagare sul tentato omicidio<br />

del Presidente Franklin D. Roosevelt,<br />

avvento a Miami Beach nel 1933. Nonostante<br />

si prenda qualche licenza rispetto<br />

alle vicende storiche, il <strong>telefilm</strong><br />

tende a essere il più realistico possibile,<br />

supportato dalla voce originale fuori<br />

campo del giornalista radiofonico<br />

Walter Winchell. In un episodio com­<br />

pare Barbara Stanwyck nei panni di un<br />

tenente dell’Ufficio Persone Scomparse.<br />

La serie ha senz’altro ispirato la<br />

versione cinematografica di Brian De<br />

Palma, il quale ha però dotato Ness –<br />

interpretato da Kevin Costner – di<br />

quell’umanità che forse Stack rifuggiva.<br />

Quinn Martin è il produttore esecutivo<br />

insieme a Jerry Thorpe e Leonard<br />

Freeman; la casa di produzione è la<br />

Desilu di Lucille Ball e Desi Arnaz.<br />

Nelson Riddle è l’autore della colonna<br />

sonora.<br />

In tribunale con Lynn (Family<br />

Law) Con: Kathleen Quinlan, Julie<br />

Warner, Dixie Carter, Christopher Mc-<br />

Donald. Produzione: Usa, 1999, drammatico,<br />

colore (68/60’).<br />

Solo chi cade può risorgere: il detto<br />

non vale solo per l’avvocatessa Ally<br />

McBeal. Anche alla collega Lynn Holt<br />

(Kathleen Quinlan), procuratore legale<br />

tenace e di successo, succede che la<br />

vita cominci ad andare a rotoli: il marito<br />

la lascia all’improvviso per un’altra<br />

e in più le soffia tutti i clienti e i collaboratori<br />

che condividevano nello studio<br />

legale; l’unico lascito è un loft che<br />

si affaccia sul nuovo ufficio dell’ex<br />

consorte. Con l’aiuto di Danni Lipton<br />

(Julie Warner), l’ambiziosa socia di<br />

minoranza dello studio, Lynn riesce a<br />

risollevarsi subaffittando l’ufficio a<br />

due legali familiari: la tosta femminista<br />

Randi King (Dixie Carter) e il seduttore<br />

da strapazzo Rex Hamilton<br />

(Christopher McDonald). Tra le cause<br />

affrontate dal poker di avvocati: divorzi<br />

in stile La Guerra <strong>dei</strong> Roses, dispute<br />

di affidi, violenze minorili e, addirittura,<br />

casi di omicidio. Paul Haggis e Anne<br />

Kenney sono gli ideatori e produttori<br />

esecutivi della serie, in quest’ultima<br />

veste in compagnia di Fred Gerber,<br />

Stephen Nathan, David Shore e Mark


Intrighi internazionali<br />

Harris. Jeff Beal, Mark Isham, Bruce<br />

Roberts e David Tobocman sono tra i<br />

compositori che si alternano sul pentagramma<br />

della colonna sonora. Tra le<br />

guest-stars: Tom Bosley e Marion<br />

Ross di Happy Days, Patrick Macnee<br />

di Agente Speciale, David Carradine<br />

di Kung Fu, John Ritter di Tre cuori in<br />

affitto, Dennis Weaver di Uno sceriffo<br />

a New York, nonché Ernest Borgnine,<br />

Sonia Braga e Bo Derek. La serie, vincitrice<br />

di un ASCAP Award e di un Genesis<br />

Award, è girata e ambientata a<br />

Los Angeles. La vera causa che Lynn<br />

Holt dovrebbe affrontare è quella di<br />

plagio nei confronti della serie Cuore<br />

contro cuore (2004): il plot centrale<br />

del <strong>telefilm</strong> italiano è praticamente<br />

identico a quello del serial che la vede<br />

protagonista.<br />

Intrighi internazionali (Europa<br />

Connection) Con: Ray Lovelock, John<br />

Phillip Law, Pier Luigi Misasi. Produzione:<br />

Italia, 1992, poliziesco, colore<br />

(8/60’).<br />

Le indagini sui traffici internazionali<br />

illeciti portano la squadra investigativa<br />

della Guardia di Finanza al centro<br />

della serie in giro per l’Italia (Roma,<br />

Mantova, Livorno, Trieste) e in Europa<br />

(a Lugano, capitale del riciclaggio<br />

finanziario, come a Stoccolma, Parigi,<br />

Nizza). Ambientato nel jet-set, tra studi<br />

legali, banche e grandi alberghi, il<br />

<strong>telefilm</strong> strizza l’occhio al poliziesco<br />

americano mettendo in campo un<br />

grande spiegamento di mezzi tecnici e<br />

militari di cui dispone l’arma più giovane<br />

delle forze dell’ordine italiane:<br />

non è un caso che la Guardia della Finanza<br />

sia sponsor della fiction. I tre<br />

protagonisti della serie – il capitano<br />

Dorio (Ray Lovelock), il colonnello<br />

Ferri (John Phillip Law) e il maresciallo<br />

Cigliano (Pier Luigi Misasi) – si<br />

438<br />

concedono, tra un’indagine e l’altra,<br />

qualche avventura rosa. La serie è prodotta<br />

da Carlo Montarsi (Tiber Cinematografica)<br />

ed Emanuela Guzzardi<br />

(per la Rai). La colonna sonora è composta<br />

da Enrico Ricciardi. Il soggetto,<br />

la sceneggiatura e la regia sono di Fernando<br />

Cicero.<br />

Invasori, Gli (The Invaders) Con:<br />

Roy Thinnes, Kent Smith. Produzione:<br />

Usa, 1967, fantascienza, colore<br />

(43/60’).<br />

CULT<br />

Sul finire degli anni Sessanta, dieci anni<br />

dopo L’invasione degli ultracorpi,<br />

gli alieni sono ancora tra noi. Ne fa le<br />

spese l’architetto David Vincent (Roy<br />

Thinnes), che dopo aver sbagliato<br />

uscita sull’autostrada è testimone dell’atterraggio<br />

di un’astronave di “altri<br />

mondi”. Inutile dire che, tornato sul<br />

posto il mattino seguente, della navicella<br />

non c’è più traccia. Con il passare<br />

<strong>dei</strong> giorni, Vincent scopre che gli extraterrestri<br />

non solo sono già atterrati<br />

ma si sono addirittura sostituiti a noi<br />

grazie alla capacità di assumere qualsiasi<br />

forma di vita. In fuga dal pianeta<br />

natio perché diventato invivibile, essi<br />

stanno cercando di colonizzare l’umanità;<br />

l’unico ostacolo risulta proprio<br />

Vincent, che cerca di convincere chi<br />

gli sta intorno del pericolo. Ma è difficile<br />

documentare la loro presenza:<br />

quando gli alieni vengono uccisi si dematerializzano<br />

in polvere rossa. Sono<br />

anche difficili da distinguere o riconoscere<br />

a parte cinque “segni particolari”:<br />

hanno le unghie più piccole, non<br />

mostrano emozioni (a parte una ragazza,<br />

che per questo rimane uccisa), non<br />

hanno alcun battito cardiaco, non riescono<br />

a piegare il mignolo, ogni 10-12<br />

giorni gli “invasori” devono rigenerarsi<br />

grazie ad appositi macchinari del


439 Investigatori d’Italia<br />

tutto simili alle cabine della doccia.<br />

Kent Smith interpreta il milionario Edgar<br />

Scoville, che si unisce a Vincent<br />

nel corso della resistenza del “terzo tipo”;<br />

coloro che organizzano la lotta<br />

sono detti “i credenti” (the believers).<br />

Larry Cohen è il creatore della serie<br />

che ha ispirato molti <strong>telefilm</strong> sci-fi successivi<br />

basati sulla “paranoia” aliena<br />

senza prove ufficiali (X-Files e Dark<br />

Skies tra i più recenti); Quinn Martin<br />

(Il fuggiasco) firma da produttore esecutivo<br />

un’altra serie su un uomo in fuga<br />

on the road. Dominic Frontière<br />

compone la colonna sonora che si ispira<br />

ai suoi trascorsi tra le note di The<br />

Outer Limits (1963). Nel corso delle<br />

riprese Roy Thinnes ha rivelato di aver<br />

visto realmente un UFO. Gene Hackman<br />

compare in un cameo, alla stessa<br />

stregua di Ed Begley, Edward Asner,<br />

Peggy Lipton, Dabney Coleman, Ted<br />

Knight, Karen Black, Louis Gossett<br />

jr., Barbara Hershey, Barry Morse.<br />

“Gli invasori: extraterrestri provenienti<br />

da un pianeta morente. Loro destinazione:<br />

la Terra. Loro scopo: impadronirsi<br />

del mondo. David Vincent li ha<br />

visti. Tutto cominciò una notte, in una<br />

campagna solitaria, cercando una strada<br />

che non trovò mai. Era troppo stanco<br />

per proseguire il suo viaggio. Tutto<br />

cominciò con l’atterraggio di un UFO di<br />

un’altra galassia. Ora lui sa che gli invasori<br />

sono sulla Terra. Lui sa che hanno<br />

preso sembianze umane. In qualche<br />

modo dovrà convincere il mondo che<br />

l’incubo è già cominciato”: così la narrazione<br />

d’apertura del <strong>telefilm</strong>. Nel<br />

1995 la Fox ha prodotto un film-tv in<br />

due parti (The Invaders) sempre con la<br />

coppia Vincent-Thinnes, anche se il<br />

principale difensore terrestre è interpretato<br />

da Scott Bakula.<br />

Investigatore offresi (Public Eye)<br />

Con: Alfred Burke, Ray Smith, Pauline<br />

Delany, Peter Childs. Produzione:<br />

Gran Bretagna, 1965, poliziesco, b/ncolore<br />

(33/60’).<br />

Alfred Burke è l’ostinato investigatore<br />

privato Frank Marker, cinico e privo di<br />

sense of humour. Pur cadendo spesso<br />

in trappola, anche se la malavita londinese<br />

si fa gioco di lui in più di un’occasione,<br />

il nostro riesce sempre ad averla<br />

vinta. Al suo fianco nel corso delle indagini<br />

che spesso i clienti si dimenticano<br />

di pagare: l’ispettore Firbank (Ray<br />

Smith) l’affittacamere Helen Mortimer<br />

(Pauline Delany) e il detective<br />

Ron Gash (Peter Childs). Nell’ultima<br />

puntata Marker finisce addirittura in<br />

prigione. Lloyd Shirley e Robert Love<br />

sono i produttori esecutivi del serial<br />

ideato da Roger Marshall ed Antony<br />

Marriott; Robert Earley firma la colonna<br />

sonora. I casi affrontati da<br />

Marker lo vedono spostarsi tra Londra,<br />

Birmingham e Brighton. Quando<br />

nel 1970 la serie è diventata a colori, i<br />

produttori, anziché rigirare la sigla iniziale,<br />

hanno aggiunto a quella originale<br />

un filtro color seppia.<br />

Investigatori d’Italia Con: Renzo<br />

Montagnani, Andy Luotto, Elio Pandolfi,<br />

Martine Brochard, Amanda Sandrelli,<br />

Marisa Laurito, Kara Donati.<br />

Produzione: Italia/Francia, 1987, sitcom,<br />

colore (13/60’).<br />

Serie comico-poliziesca ambientata<br />

alla fine del secolo XIX che si basa sul<br />

classico procedere del giallo all’inglese:<br />

delitto, indagine, scoperta del colpevole<br />

con sorpresa finale. L’elemento<br />

da sit-com è costituito dal rapporto che<br />

s’instaura tra il criminologo – il professor<br />

Boato (Renzo Montagnani),<br />

tanto brillante quanto presuntuoso – e<br />

il suo inetto assistente Scipio Avetta<br />

(Andy Luotto), che cerca di combinare


In viaggio nel tempo<br />

i metodi del suo maestro (basati sulla<br />

teoria della fisionomica) con quelli,<br />

più rigorosi, di Scotland Yard. La coppia<br />

si ritrova spesso in un café chantant<br />

dove Boato smette i panni del criminologo<br />

per diventare un indefesso<br />

dongiovanni. Tra gli altri personaggi:<br />

l’ispettore di polizia Ferrante (Elio<br />

Pandolfi), Giovanna (Martine Brochard),<br />

Gina (Amanda Sandrelli), Juliet<br />

(Marisa Laurito), Lili (Kara Donati).<br />

Luciana Tissi firma da produttore.<br />

In viaggio nel tempo (Quantum<br />

Leap) Con: Scott Bakula, Dean<br />

Stockwell. Produzione: Usa, 1989, avventura/fantastico,<br />

colore (97/60’).<br />

Ancora e sempre viaggi nel tempo. Il<br />

protagonista, Sam Beckett (Scott Bakula),<br />

è la sfortunata cavia di un esperimento<br />

che lo proietta indietro di<br />

trent’anni con l’impossibilità di tornare<br />

al presente. E così non gli resta che<br />

assumere di volta in volta identità diverse<br />

per non svelare di essere un uomo<br />

del domani. Diventa via via professore,<br />

pugile, detective privato, pianista,<br />

per poi assumere incarnazioni deliranti,<br />

come quelle di una donna violentata<br />

dal marito, di una Miss in un concorso<br />

di bellezza, di un uomo di colore<br />

vittima di razzismo, di un handicappato,<br />

di una donna in procinto di partorire.<br />

Dean Stockwell interpreta l’Osservatore,<br />

ovvero l’“angelo custude” di<br />

Beckett che in seguito assume il nome<br />

di Al Calavicci. Il compito di quest’ultimo,<br />

che può essere visto solo dal<br />

viaggiatore del tempo, dagli animali e<br />

dai bambini, è quello di fornire le informazioni<br />

su coloro con i quali entra in<br />

contatto il protagonista. Ma a volte anche<br />

Al sbaglia, costringendo il nostro a<br />

improvvisare e a fornire quel brivido in<br />

più al telespettatore troppo avvezzo ai<br />

salti temporali cine-televisivi. Seppure<br />

440<br />

il serial sia permeato di un certo humour,<br />

alcune puntate hanno esiti drammatici,<br />

come quando a Beckett muore<br />

il fratello in Vietnam o quando incontra<br />

Marilyn Monroe o Lee Oswald senza<br />

poter cambiare i loro destini. I telespettatori<br />

hanno la possibilità di vedere il<br />

vero volto di Sam in una sola circostanza,<br />

quando il nostro si pone davanti a<br />

uno specchio. In una puntata Beckett<br />

canta “Imagine” di John Lennon due<br />

anni prima che l’ex Beatle la componesse.<br />

Il protagonista è omonimo del<br />

celebre drammaturgo, scomparso pochi<br />

mesi dopo l’esordio del serial sulla<br />

NBC. Il <strong>telefilm</strong> ha vinto 5 Emmy<br />

Awards, un DGA Award, 5 Viewers for<br />

Quality Television Awards e 2 Golden<br />

Globes, uno a testa tra Bakula e<br />

Stockwell. Donald B. Bellisario è l’ideatore<br />

e produttore esecutivo della serie:<br />

“i viaggi nel tempo di solito provocano<br />

problemi – ha detto Bellisario –<br />

noi li abbiamo voluti eleggere a occasioni<br />

da sfruttare al meglio”. Bakula<br />

firma altresì da regista qualche episodio.<br />

Le musiche originali sono composte<br />

da Mike Post e Velton Ray Bunch.<br />

Brooke Shields appare in un cameo, e<br />

così Teri Hatcher, Marcia Cross, Tom<br />

Selleck, Tia Carrere, Josie Bissett,<br />

Debbie Allen, Eriq La Salle e lo stesso<br />

Donald B. Bellisario. Il <strong>telefilm</strong> è andato<br />

in onda anche con il titolo originale,<br />

Quantum Leap.<br />

Inviato molto speciale, Un Con:<br />

Lino Banfi. Produzione: Italia, 1992,<br />

sit-com, colore (8/60’).<br />

Serie sui generis alle soglie del referenziale<br />

con Lino Banfi nei panni dell’improvvisato<br />

giornalista di telegiornale<br />

Damiano Tarantella, una sorta di<br />

Forrest Gump delle news che nonostante<br />

lo scarso fiuto professionale riesce<br />

a diventare popolare dopo essere


441 Invincibili angeli<br />

divenuto “vittima” di Blob e dopo che<br />

Il processo del lunedì lo ha eletto ospite<br />

fisso. Molti personaggi televisivi<br />

partecipano nei panni di sé stessi: tra<br />

gli altri, Aldo Biscardi, Renzo Arbore,<br />

Pippo Baudo ed Enza Sampò. Tra gli<br />

attori compare anche la figlia di Lino<br />

Banfi, Rossana. La sceneggiatura originale<br />

è firmata a sei mani da Gianfranco<br />

Manfredi, Stefano Sudriè e<br />

Giovanni Romoli.<br />

Invincibili, Gli (The Protectors) Con:<br />

Robert Vaughn, Nyree Dawn Porter,<br />

Tony Anholt, Yasuko Nagazami, Antony<br />

Chino. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1972, poliziesco, colore (26/60’).<br />

Anche gli investigatori privati sanno<br />

organizzarsi e così costituiscono una<br />

rete di private eyes in Europa. Tra gli<br />

altri, fanno parte del gruppo di “invincibili”:<br />

l’inglese Harry Rule (Robert<br />

Vaughn), la contessa italiana Caroline<br />

di Contini (Nyree Dawn Porter) e Paul<br />

Buchet (Tony Anholt), di Parigi. Il primo<br />

vive in una mega-villa con un cane<br />

lupo di nome Gus e l’esperto di arti<br />

marziali Suki (Yasuko Nagazami); la<br />

seconda, ex lady Ogilvy è la vedova di<br />

un italiano che le ha lasciato una dimora<br />

di lusso a Roma e un chaffeur di nome<br />

Chino (Antony Chino); il terzo conosce<br />

Parigi e dintorni come le sue tasche.<br />

Gerry Anderson e Reg Hill sono i<br />

produttori del serial ideato da Lew<br />

Grade. John Cameron compone la colonna<br />

sonora; il tema musicale, “Avenues<br />

and Alleyways”, è cantato da<br />

Tony Christie ed è entrato nelle classifiche<br />

inglesi nel 1973. Robert Vaughn<br />

compare saltuariamente dietro la macchina<br />

da presa.<br />

Invincibili angeli (Wilde Angels)<br />

Con: Birgit Stauber, Eva Habermann,<br />

Susan Uplegger, Michael Hanemann,<br />

Filip Peters. Produzione: Germania,<br />

2003, poliziesco, colore (1/90’; 8/60’).<br />

Il serial, sorta di versione teutonica<br />

delle Charlie’s Angels (1976), porta alla<br />

ribalta il “sorpasso” <strong>dei</strong> <strong>telefilm</strong> tedeschi<br />

su quelli americani in fatto di<br />

inseguimenti stradali. Come e più del<br />

connazionale Squadra Speciale Cobra<br />

11 (1996) – non per niente i produttori<br />

sono gli stessi, Herrmann Joha e Melanie<br />

Mohr per la Action Concept – le<br />

sgommate sono co-protagoniste insieme<br />

alle tre belle giustiziere “per caso”.<br />

Durante una rapina in banca, il destino<br />

unisce la bruna Christina “Chris” Rabe<br />

(Birgit Stauber), la fidanzata del rapinatore<br />

con trascorsi nella prostituzione<br />

e ora in cerca di rivalsa; la bionda poliziotta<br />

Lena Heitmann (Eva Habermann),<br />

di origini borghesi ma votata<br />

alla giustizia; la donna d’affari Franziska<br />

Borgardt (Susan Uplegger), rossa<br />

di capelli e figlia di banchieri incorruttibili.<br />

Acume investigativo e doti fisiche<br />

fuori dal comune sono le credenziali<br />

principali <strong>dei</strong> tre “angeli” <strong>dei</strong><br />

giorni nostri, che non disdegnano l’arma<br />

più sottile di tutte: l’accecante sensualità<br />

che contraddistingue il tris di<br />

protagoniste (del resto, Eva Habermann,<br />

seguita a ruota dalle altre due<br />

colleghe, ha dato scandalo per alcune<br />

pose sexy su una nota rivista tedesca).<br />

Tutte e tre si arrampicano come<br />

Catwoman, mulinano le gambette come<br />

Bruce Lee, si travestono e si infiltrano<br />

come Pepper Anderson, sfoggiano<br />

(persino la donna in carriera Franziska!)<br />

manovre e sorpassi da assi del<br />

volante. Tanto per non lasciarle sole, di<br />

tanto in tanto compare anche qualche<br />

ometto: due in particolare, Wilhelm<br />

Heitmann (Michael Hanemann) e<br />

Martin Grossmann (Filip Peters). La<br />

colonna sonora è composta da Oliver<br />

Kranz, Jaro Messerschmidt e Nik Reich.


Invisible Man, The<br />

Helmut Berger giganteggia da gueststar<br />

nel quarto episodio.<br />

Invisible Man, The (Id.) Con: Vincent<br />

Ventresca, Paul Ben-Victor, Eddie<br />

Jones, Shannon Kenny. Produzione:<br />

Usa, 2000, avventura/fantastico,<br />

b/n-colore (46/60’).<br />

L’uomo invisibile torna a farsi vedere<br />

in tv. Dopo la serie britannica del 1958<br />

(L’uomo invisibile) e quelle del 1975<br />

(battente bandiera a “stelle e strisce”) e<br />

del 1984 (ancora inglese, inedita in Italia),<br />

la quarta versione televisiva del<br />

classico di H.G. Wells è assai liberamente<br />

tratta dall’originale e inserisce<br />

in bella vista l’elemento umoristico. Il<br />

fantasioso inizio prevede l’uscita di<br />

prigione del truffatore Darien Fawkes<br />

(Vincent Ventresca) dopo che il fratello<br />

scienziato gli ha promesso di fargli<br />

fare da cavia in un esperimento sull’invisibilità<br />

commissionato dal governo.<br />

Sfortunatamente, nel bel mezzo dell’operazione<br />

un gruppo di terroristi uccide<br />

il genio che ha inventato il Quicksilver,<br />

la ghiandola sintetica che consente<br />

di rendersi invisibile. Il povero<br />

Darien rimane con il marchingegno<br />

nel collo: si tratta di un dispositivo che,<br />

ogniqualvolta si trovi in difficoltà, genera<br />

mercurio riflettendo la luce e rendendolo<br />

invisibile. Il nostro non può<br />

rimuovere la ghiandola altrimenti andrebbe<br />

incontro a morte sicura e, come<br />

se non bastasse, è vittima di forti mal<br />

di testa che rischiano di portarlo alla<br />

pazzia, e che può mitigare solo grazie a<br />

un antidoto che gli deve essere periodicamente<br />

somministrato. Darien viene<br />

così arruolato dall’Agenzia, un’organizzazione<br />

segreta del governo per<br />

combattere la criminalità: suo partner<br />

di indagini diventa il trasandato e famelico<br />

Robert “Bobby” Hobbes (Paul<br />

Ben-Victor); il loro capo è il grassone<br />

442<br />

noto solo con il soprannome di “Ufficiale”<br />

(in realtà il suo vero nome è<br />

Charles Bowden ed è interpretato da<br />

Eddie Jones); del team fa parte anche<br />

la dottoressa Keeper (in originale si<br />

chiamava Claire Keeply e “The Keeper”<br />

era il suo soprannome: ha il volto<br />

di Shannon Kenny), presente nei momenti<br />

di crisi del protagonista con<br />

l’antidoto necessario. L’ironia latente<br />

si fa notare nelle vicende burocratiche<br />

di contorno: l’Agenzia passa in successione<br />

sotto l’ala dell’Ufficio Caccia<br />

e Pesca, dell’Ufficio degli Indiani, dell’Ufficio<br />

Pesi e Misure; nell’ultimo<br />

episodio riescono finalmente a curare<br />

in maniera definitiva la progressiva<br />

pazzia del protagonista, il quale si trasferisce<br />

all’FBI salvo rifarsi visibile all’Agenzia<br />

quando l’Ufficiale promette<br />

di pagargli gli straordinari. L’ideatore<br />

Matt Greenber è anche produttore esevutivo,<br />

insieme a Jonathan Glassner e<br />

David Levinson. Il tema musicale è<br />

composto da Cliff Schwarz. Le riprese<br />

sono state effettuate a San Diego, in<br />

California.<br />

Io e i miei tre figli (My Three Sons)<br />

Con: Fred MacMurray, Tim Considine,<br />

Don Grady, Stanley Livingston,<br />

William Frawley, Meredith MacRae,<br />

William Demarest, Barry Livingston,<br />

Tina Cole, Beverly Garland, Dawn<br />

Lyn, Ronnie Troup. Produzione: Usa,<br />

1960, sit-com, b/n-colore (380/30’).<br />

Una delle sit-com più longeve del piccolo<br />

schermo americano racconta le<br />

vicissitudini del vedovo Steve Douglas<br />

(Fred MacMurray), ingegnere aerodinamico<br />

della West Coast che deve<br />

crescere i suoi tre figli: il primogenito<br />

diciottenne Mike (Tim Considine), il<br />

quattordicenne Robbie (Don Grady) e<br />

Chip (Stanley Livingston), il più piccolo<br />

di sette anni. A dare un supporto a


443 Io e la scimmia<br />

papà Steve ci pensa l’irascibile suocero<br />

“Bub” O’Casey (William Frawley),<br />

che abita nello stabile del cognato. Nel<br />

dispiegarsi della storia entra in scena<br />

Meredith MacRae nei panni di Sally<br />

Morrison, la fidanzata di Mike; nella<br />

stagione 1964-1965 Frawley si è assentato<br />

per problemi di salute e il suo<br />

posto è stato preso da William Demarest<br />

nel ruolo di Charley O’Casey, lo<br />

zio <strong>dei</strong> ragazzi; Mike sposa Sally e la<br />

coppia lascia il set; nel cast subentra<br />

Barry Livingston (il fratello minore di<br />

Stanley) nella parte di Ernie, un orfano<br />

adottato da Steve; Tina Cole diventa<br />

Katie Miller, la partner di Robbie che<br />

va a vivere in casa Douglas dopo il matrimonio<br />

e che darà alla luce tre gemelli;<br />

successivamente Steve si risposa<br />

con Barbara Harper (Beverly Garland),<br />

insegnante di Ernie al liceo con<br />

figlia a carico, Dodie (Dawn Lyn);<br />

Ronnie Troup è Polly Williams, compagna<br />

di college di Chip destinata a<br />

sposarlo. La sit-com è ideata da George<br />

Tibbles. Don Fedderson firma da<br />

produttore esecutivo la serie che ha<br />

vinto un Golden Globe nel 1962 quale<br />

“miglior show dell’anno”. Frank De<br />

Vol è l’autore della colonna sonora e<br />

del tema musicale. Gloria Swanson,<br />

Zsa Zsa Gabor e Jodie Foster compaiono<br />

tra le guest-stars. La serie è nata<br />

con la “benedizione” della Disney:<br />

Fred MacMurray e Tim Considine si<br />

erano già incontrati sul set del film Geremia,<br />

cane e spia (1959), mentre Don<br />

Grady aveva partecipato al Mickey<br />

Mouse Club (1955). Dei 380 episodi,<br />

184 sono in bianco e nero, i restanti<br />

196 a colori. Nel 1971 la CBS ha lanciato<br />

senza successo lo spin-off Robbie<br />

(inedito in Italia), in cui si immagina la<br />

vita da sit-com del figlio di mezzo dopo<br />

il trasferimento con la famiglia a<br />

San Francisco.<br />

Io e la mamma Con: Delia Scala,<br />

Gerry Scotti, Enzo Garinei, Gea Lionello,<br />

Jacopo Sarno, Mariangela Fremura.<br />

Produzione: Italia, 1996, sitcom,<br />

colore (40/30’).<br />

Delia Scala torna in televisione dopo<br />

un decennio di assenza e battezza il debutto<br />

nella fiction di Gerry Scotti. La<br />

sit-com racconta il rapporto tra Delia<br />

(Delia Scala), una madre intelligente e<br />

spiritosa e Gigi (Gerry Scotti), il figlio<br />

già grande. Tra giochi di parole e battute<br />

a go-go, la relazione è contraddistinta<br />

dalle difficoltà di coabitazione.<br />

Tra gli altri personaggi: Barozzi (Enzo<br />

Garinei), innamorato da tempo di Delia;<br />

la sorella Elena (Gea Lionello) e<br />

suo figlio Paolino (Jacopo Sarno);<br />

Chicca (Mariangela Fremura), la giovane<br />

e affascinante vicina. Il serial nasce<br />

da un’idea di Riccardo Barberi e<br />

Belinda Bellotti. Le musiche sono di<br />

Flavio Premoli (PFM). Gigi Viglione è il<br />

direttore di produzione. Nel 1999 la sitcom<br />

ha dato origine allo spin-off Finalmente<br />

soli, in cui Gigi si sposa con Alice<br />

(Maria Amelia Monti) e va a convivere<br />

con lei, salvo vedersi piombare in salotto<br />

ad ogni occasione mamma Delia.<br />

Io e la scimmia (Me and the Chimp)<br />

Con: Ted Bessell, Scott Kolden, Kami<br />

Cotler, Anita Gillette. Produzione:<br />

Usa, 1972, sit-com, colore (13/30’).<br />

La serie creata e prodotta da Garry<br />

Marshall, che in seguito avrebbe portato<br />

al successo Happy Days e Laverne<br />

e Shirley, è entrata nella Top-ten <strong>dei</strong><br />

flop americani della stagione 1971­<br />

1972. Tutto ha inizio quando il dentista<br />

Mike Reynolds (Ted Bessell) si fa convincere<br />

dai figli ad adottare uno scimpanzé<br />

abbandonato; dopo lo sconcerto<br />

iniziale e le prime difficoltà di convivenza,<br />

anche il tranquillo dottore comincia<br />

ad affezionarsi allo scimmiot­


Io e mio fratello<br />

to. Scott Kolden e Kami Cotler sono rispettivamente<br />

Scott e Kitty, i figli<br />

“colpevoli” dell’arrivo del nuovo coinquilino<br />

nella loro casa di San Pascal<br />

(nella California del Sud); Anita Gillette<br />

è Liz, la moglie del protagonista.<br />

Bottoni, come viene soprannominata<br />

la scimmia al centro delle vicende a<br />

causa della sua mania di pigiare pulsanti,<br />

è interpretata da un primate di tre<br />

anni e mezzo che in realtà si chiama<br />

Jackie: di proprietà di Lou Schumacher,<br />

è stato addestrato sul set da Bob<br />

Riedell. Il plot centrale, quello di un<br />

nucleo familiare che adotta una scimmia,<br />

era già stato al centro di un’altra<br />

sit-com americana: in The Hathaways<br />

(1961, inedita in Italia) la famiglia protagonista<br />

apriva la porta di casa addirittura<br />

a tre scimpanzé. In Italia il <strong>telefilm</strong><br />

è andato in onda anche con il titolo<br />

Il mio amico Bottoni. La colonna sonora<br />

è composta da Charles Fox.<br />

Io e mio fratello (Boston Common)<br />

Con: Anthony Clark, Hedy Burress,<br />

Vincent Ventresca, Traylor Howard,<br />

Steve Paymer. Produzione: Usa, 1996,<br />

sit-com, colore (32/30’).<br />

Trasferitosi dalla Virginia a Boston per<br />

sorvegliare la sorella Wyleen (Hedy<br />

Burress), Boyd Pritchett (Anthony<br />

Clark) si ritrova a collaborare con l’associazione<br />

studentesca, combinandone<br />

di cotte e di crude. Vincent Ventresca<br />

interpreta il professor Jack Reed al<br />

Randolph Harrington College; Traylor<br />

Howard è Joy Byrnes; Steve Paymer<br />

veste i panni di Leonard Prince. Al<br />

fianco <strong>dei</strong> produttori esecutivi David<br />

Kohan e Max Mutchnick, firmano altresì<br />

Marco Antonio Cuadros, Joe Fisch<br />

e Jason M. Solomon. Jonathan<br />

Wolff è l’autore della colonna sonora.<br />

Il cestista Kareem Abdul-Jabbar interpreta<br />

sé stesso in un cameo.<br />

444<br />

Io volerò via (I’ll Fly Away) Con:<br />

Sam Waterston, Regina Taylor, Jeremy<br />

London, Ashlee Levitch, John<br />

Aaron Bennett. Produzione: Usa,<br />

1991, drammatico, colore (38/60’;<br />

1/120’).<br />

Forrest Bedford (Sam Waterston) è un<br />

avvocato dell’America del Sud che deve<br />

abbandonare i suoi privilegi quando<br />

decide di sposare le cause civili della<br />

sua epoca, i turbolenti anni ’50. La<br />

stessa tata di colore <strong>dei</strong> figli del protagonista,<br />

Lilly Harper (Regina Taylor),<br />

viene coinvolta suo malgrado dal vento<br />

di cambiamento. Jeremy London,<br />

Ashlee Levitch e John Aaron Bennett<br />

sono rispettivamente Nathaniel, Francie<br />

e John Bedford, i figli di Forrest.<br />

Tra i momenti più significativi spicca<br />

quello in cui il piccolo John chiede a<br />

Lilly perché le persone di colore siano<br />

considerate diverse. Ian e Jan Sander<br />

firmano a quattro mani la produzione<br />

del serial girato interamente in Georgia,<br />

tra Atlanta e Conyers; W.G.<br />

Snuffy Walden è l’autore della colonna<br />

sonora. Samuel Jackson e Natalie<br />

Cole compaiono quali guest-stars. Oltre<br />

ai tanti riconoscimenti da parte di<br />

associazioni umanitarie, la serie ha<br />

vinto due Golden Globes nel 1993,<br />

uno assegnato a Waterston e l’altro a<br />

Taylor. Nello stesso anno è stato girato<br />

un film-tv in cui la Harper torna a Bryland<br />

- la cittadina al centro delle vicende<br />

seriali – dopo essere divenuta una<br />

scrittrice di successo.<br />

Ironside (Id.) Con: Raymond Burr,<br />

Don Galloway, Barbara Anderson,<br />

Don Mitchell, Joan Pringle. Produzione:<br />

Usa, 1967, poliziesco, colore<br />

(198/60’; 1/90’).<br />

CULT<br />

Raymond Burr torna in televisione un<br />

anno dopo le dimissioni da Perry Ma­


445 Isola di Gilligan, L’<br />

son e fa ancora centro con un’altra serie<br />

poliziesca. Questa volta è Robert<br />

Ironside, ispettore capo della polizia di<br />

San Francisco che ha perso l’uso delle<br />

gambe a causa di un attentato, come si<br />

racconta nella memorabile sigla didascalica.<br />

Diventato consulente della<br />

squadra omicidi, muovendosi autonomamente<br />

su una sedia a rotelle, Ironside<br />

viene assistito dal tenente Ed<br />

Brown (Don Galloway), dall’attraente<br />

sergente Eve Whitfield (Barbara Anderson,<br />

che per questo ruolo ha vinto<br />

un Emmy Award nel 1971) e dall’ex<br />

delinquente di colore Mark Sanger<br />

(Don Mitchell). I ’70 si fanno sentire:<br />

il personaggio interpretato da Don<br />

Mitchell incarna la voglia di riscatto e<br />

di contestazione di quel periodo; San<br />

Francisco è la città con il più alto tasso<br />

di poliziotti televisivi di quegli anni.<br />

Nell’ultima stagione, i produttori esecutivi<br />

Joel Rogosin e Cy Chermak affiancano<br />

al “reazionario” Sanger una<br />

moglie (Diana, interpretata da Joan<br />

Pringle), tanto per calmare i suoi bollenti<br />

spiriti. L’ideatore della serie è<br />

Collier Young, il quale è produttore<br />

esecutivo insieme a Rogosin e Chermak.<br />

Quincy Jones firma il tema musicale<br />

della sigla e compare in un episodio<br />

come proprietario di un jazz club; è<br />

inoltre il primo compositore ad aver<br />

introdotto l’uso del sintetizzatore in<br />

una serie televisiva; in una puntata un<br />

tizio afferma che “la musica di Quincy<br />

Jones è eccezionale” mentre in sottofondo<br />

si odono le note del compositore<br />

di Chicago. Tra le guest-stars del<br />

serial che è andato dapprima in onda<br />

anche con il sottotitolo “a qualunque<br />

costo”: Harrison Ford, Jodie Foster,<br />

Scott Glenn, Marion Ross, David Carradine,<br />

O.J. Simpson, Bill Bixby, Vera<br />

Miles, DeForest Kelley, William Shatner,<br />

Martin Sheen, Tyne Daly, Ron<br />

Ely, David Soul, Sharon Gless, Desi<br />

Arnaz, Leslie Nielsen, Bruce Lee, Myrna<br />

Loy nonché Rod Serling, il creatore<br />

di Ai confini della realtà (1959).<br />

Isola delle 30 bare, L’ (L’île aux<br />

trente cercueils) Con: Claude Jade.<br />

Produzione: Francia, 1979, thriller,<br />

colore (6/60’).<br />

CULT<br />

Tratto da un racconto di Maurice Leblanc,<br />

il padre di Arsenio Lupin, ecco<br />

il viaggio intriso di mistero della 35enne<br />

Véronique d’Hergemont (Claude<br />

Jade), infermiera in un ospedale militare<br />

di Besançon nel 1917, sul finire<br />

della Prima guerra mondiale. Quando<br />

la nostra riceve la notizia dell’assassinio<br />

del marito, creduto morto in un<br />

naufragio 14 anni addietro, decide di<br />

partire alla volta della Bretagna alla ricerca<br />

del padre e del figlio. Tra segreti,<br />

superstizioni, fantasmi del passato e<br />

strani incontri, Véronique approda<br />

nella misteriosa Sarek, soprannominata<br />

“l’isola delle 30 bare” a causa <strong>dei</strong> 30<br />

scogli pericolosi che la circondano:<br />

sarà il capolinea di tutti gli enigmi e la<br />

soglia della follia. L’elemento vincente<br />

della serie risulta tuttavia l’isolamento<br />

in crescendo della protagonista<br />

che culmina nel paesaggio desolato e<br />

angosciante della fittizia Sarek, ricostruita<br />

sulla costa tra Quiberon e Carnac<br />

(definita dagli autori “côté feuilletonnesque”).<br />

Robert Scipion cura l’adattamento<br />

televisivo; Marcel Cravenne<br />

ha seguito l’ottima messa in scena;<br />

Cyril Grize firma da produttore. David<br />

Aubriand e Karl Schäfer sono gli autori<br />

della colonna sonora.<br />

Isola di Gilligan, L’ (Gilligan’s<br />

Island) Con: Bob Denver, Alan Hale<br />

Jr., Jim Backus, Natalie Schafer, Tina<br />

Louise, Russell Johnson, Dawn Wells.


Isola misteriosa e il Capitano Nemo, L’<br />

Produzione: Usa, 1964, sit-com, b/ncolore<br />

(98/30’; 3/90’).<br />

CULT<br />

Una delle serie più popolari in America<br />

negli anni ’60 racconta di sette naufraghi<br />

che si rifanno una vita su un’isola<br />

del Sud Pacifico dopo che la loro nave<br />

è stata distrutta da una bufera nel corso<br />

di un’escursione turistica. Fanno parte<br />

del gruppo: l’inetto Gilligan (Bob<br />

Denver), lo skipper Jonas Grumby<br />

(Alan Hale Jr.), il miliardario Thurston<br />

Howell III (Jim Backus), la moglie Lovey<br />

Howell (Natalie Schafer), la diva<br />

sexy Ginger Grant (Tina Louise), il<br />

professore Roy Hinkley (Russell Johnson),<br />

la sempliciotta Mary Ann Summers<br />

(Dawn Wells). I sopravvissuti,<br />

nonostante gli innumerevoli tentativi<br />

di fuga, rimangono sull’atollo per 15<br />

anni. La serie, che assume i toni della<br />

sit-com, è stata criticata in America per<br />

la sua leggerezza; alcune domande<br />

hanno solleticato il pubblico americano:<br />

come mai, vista la vicinanza dell’isola<br />

alle Hawaii, non si è mai tentata<br />

una traversata? Come fanno gli<br />

Howell ad avere così tanti cambi di vestiti<br />

(sono miliardari, però la loro gita<br />

navale doveva durare solo mezza giornata)?<br />

Come fa un <strong>telefilm</strong> ambientato<br />

su un’isola deserta ad avere così tanti<br />

“ospiti” (tra i quali, due cosmonauti<br />

russi, uno scienziato pazzo, un gruppo<br />

di musica pop)? È innegabile che alcuni<br />

elementi del serial sono stati ripresi<br />

in versione thriller, quarant’anni dopo,<br />

da Lost. Tra i visitatori dell’isola si riconoscono<br />

i volti di Zsa Zsa Gabor e di<br />

un giovanissimo Kurt Russell nei panni<br />

di un ragazzo della giungla.<br />

Sherwood Schwartz è l’ideatore e il<br />

produttore del serial che ha dato origine<br />

a tre film televisivi e ben due versioni<br />

cartoon (The New Adventures of<br />

Gilligan nel 1974 e Gilligan’s Island<br />

446<br />

nel 1982); nel 1981 è stato girato uno<br />

speciale: Harlem Globetrotters on Gilligan’s<br />

Island; nel 2004 dal <strong>telefilm</strong> è<br />

pure stato tratto un reality-show: in<br />

The Real Gilligan’s Island, sette concorrenti<br />

sono stati fatti naufragare su<br />

un’isola per eleggere il miglior... sopravissuto.<br />

George Wyle è l’autore del<br />

tema musicale iniziale cantato dal trio<br />

The Wellingtons; Schwartz firma il testo.<br />

Le riprese esterne sono state girate<br />

alle Hawaii. La nave del naufragio si<br />

chiamava SS Minnow: la guardia costiera<br />

l’ha ufficialmente dichiarata dispersa<br />

ponendo fine alle ricerche. Uno<br />

<strong>dei</strong> “tormentoni” che ha appassionato<br />

il pubblico americano ha riguardato il<br />

mistero sul nome di Gilligan: Bob<br />

Denver ha rivelato in un talk-show dopo<br />

la fine della serie che ne aveva parlato<br />

con l’ideatore Schwartz, convenendo<br />

entrambi che se il personaggio<br />

avesse mai dovuto avere un nome sarebbe<br />

stato “Willie”.<br />

Isola misteriosa e il Capitano<br />

Nemo, L’ (L’ île mystérieuse; La isla<br />

misteriosa; L’isola misteriosa e il Capitano<br />

Nemo) Con: Omar Sharif, Philippe<br />

Nicaud, Gérard Tichy, Ambroise<br />

Mbia, Jess Hahn, Rafael Bardem . Produzione:<br />

Francia/Spagna/Italia, 1973,<br />

avventura/fantastico, colore (6/60’).<br />

Tratto dal romanzo di Jules Verne L’isola<br />

misteriosa, il serial inizia nel<br />

1865, nel corso della guerra di Secessione.<br />

Per sfuggire ai sudisti, cinque<br />

uomini salgono a bordo di una mongolfiera<br />

la quale, nel bel mezzo di una<br />

tempesta, deve effettuare un atterraggio<br />

d’emergenza su un’isola sperduta<br />

dell’oceano. Il giornalista Gedeon<br />

Spillett (Philippe Nicaud), l’ingegnere<br />

Cyrus Smith (Gérard Tichy) e il suo<br />

servitore di colore Nab (Ambroise<br />

Mbia), il marinaio Pencroft (Jess


447 Ispettore Dante<br />

Hahn) e il giovane Harbert (Rafael<br />

Bardem): i cinque sopravvissuti scoprono<br />

ben presto di non essere i soli<br />

abitanti di quel luogo “ai confini della<br />

realtà”. A tutti loro si aggiunge il misterioso<br />

Capitano Nemo (Omar Sharif).<br />

La trasposizione televisiva del romanzo<br />

è stata curata da Juan Antonio<br />

Bardem ed Henry Colpi. La colonna<br />

sonora è composta da Gianni Ferrio.<br />

La serie, girata tra Madrid, le Isole Canarie<br />

e Alicante, non è altro che la versione<br />

allungata del film omonimo di<br />

Juan Antonio Bardem uscito nelle sale<br />

italiane l’anno precedente.<br />

Isole perdute, Le (The Lost Islands)<br />

Con: Ron Haddrick, Tony Hughes, Jane<br />

Vallis, Robert Edgington, Amanda<br />

Ma, Chris Benaud, Ric Hutton. Produzione:<br />

Australia, 1976, avventura, colore<br />

(26/30’).<br />

Un uragano fa naufragare la United<br />

World, una nave con a bordo quaranta<br />

bambini di tutto il mondo. Trentacinque<br />

di loro si salvano trovando scampo<br />

su due isole abitate da una civiltà salvatasi<br />

duecento anni prima. La tribù<br />

primitiva è capeggiata dal minaccioso<br />

“Que” (Ron Haddrick), un tiranno apparentemente<br />

immortale che non vede<br />

di buon occhio l’arrivo <strong>dei</strong> nuovi naufraghi.<br />

Tra di loro si distinguono: Tony<br />

(Tony Hughes), Anna (Jane Vallis),<br />

David (Robert Edgington), Su Ying<br />

(Amanda Ma), Mark (Chris Benaud).<br />

Ric Hutton interpreta il Primo Ministro<br />

Rufus Quad. La serie, girata ad<br />

Hawkesburry River e Narrabeen in<br />

Australia, è prodotta da Roger Mirams,<br />

anche ideatore insieme a Michael<br />

Lawrence. Il tema musicale è<br />

composto da Michael Caulfield.<br />

Ispettore Bluey, L’ (Bluey) Con:<br />

Lucky Grills, John Diedrich, Gerda Ni­<br />

colson, Terry Gill. Produzione: Australia,<br />

1976, poliziesco, colore (39/60’).<br />

Cinque anni dopo Cannon, anch’egli a<br />

metà strada tra Maurizio Costanzo e<br />

Bud Spencer, ecco il collega australiano<br />

extra-large che indaga tra un hotdog<br />

e l’altro. Il sergente Hills detto<br />

“Bluey” (Lucky Grills) è un poliziotto<br />

tutto d’un pezzo: con i suoi 115 chili, a<br />

capo della sezione B, conosce tutti i<br />

trucchi del mestiere per acciuffare<br />

gangster professionisti o piccoli ladruncoli.<br />

Scontroso con i superiori per<br />

via del suo carattere spigoloso, fumatore<br />

e bevitore accanito, Bluey rende la<br />

vita difficile al novellino detective<br />

Gary Dawson (John Diedrich), che<br />

verrà sostituito dal sergente Monica<br />

Rourke (Gerda Nicolson). Terry Gill<br />

interpreta il poliziotto infiltrato Reg<br />

Truscott. La serie girata a Melbourne è<br />

prodotta da Ian Crawford e Ian Jones;<br />

Terry Stapleton ne è l’ideatore. Originariamente<br />

il <strong>telefilm</strong> doveva essere<br />

ambientato a Sidney con John Ewart<br />

quale protagonista.<br />

Ispettore Dante (Dante) Con:<br />

Howard Duff, Alan Mowbray, Tom<br />

D’Andrea, Mort Mills. Produzione:<br />

Usa, 1960, poliziesco, b/n (26/30’).<br />

Howard Duff veste i panni dell’ex giocatore<br />

d’azzardo Willie Dante, ora divenuto<br />

gestore del night-club Dante’s<br />

Inferno di San Francisco: dentro il locale<br />

si muovono più o meno a loro agio<br />

il maitre Stewart Styles (Alan Mowbray);<br />

il barista Biff (Tom D’Andrea),<br />

vecchio amico di Dante; il tenente della<br />

polizia Bob Malone (Mort Mills).<br />

Proprio per il suo passato da biscazziere,<br />

il nostro viene spesso coinvolto in<br />

operazioni di polizia come infiltrato.<br />

Leith Stevens è l’autore della colonna<br />

sonora. La serie è firmata dalla Four<br />

Star e Satyr Productions. In preceden­


Ispettore Derrick, L’<br />

za, Dick Powell aveva interpretato<br />

Dante in molti episodi all’interno della<br />

serie antologica Four Star Playhouse<br />

(1952, inedita in Italia), in cui compariva<br />

altresì Alan Mowbray.<br />

Ispettore Derrick, L’ (Derrick)<br />

Con: Horst Tappert, Fritz Wepper. Produzione:<br />

Germania, 1973, poliziesco,<br />

colore (280/60’; 1/75’).<br />

SUPERCULT<br />

“Girare un serial giallo in Germania?<br />

Sarebbe come ambientare un western<br />

in Albania”. La storia di Derrick, racconta<br />

il produttore Helmut Ringelmann,<br />

comincia così, con la reazione<br />

scettica <strong>dei</strong> dirigenti della ZDF, la seconda<br />

rete tedesca. Senza troppe illusioni,<br />

Ringelmann, l’autore Herbert<br />

Reinecker e due bravi attori provenienti<br />

dal teatro si preparano a girare la<br />

prima puntata, Mitternachtsbus (Pullman<br />

di mezzanotte). L’esordio nell’ottobre<br />

del 1973 con l’episodio Waldweg<br />

(Il sentiero nel bosco) – in Italia<br />

nel 1979 – ha inaugurato 23 anni ininterrotti<br />

di un successo tradotto in 102<br />

lingue, dal cinese al francese, dal turco<br />

all’olandese. Il protagonista Horst<br />

Tappert, diventato attore per caso dopo<br />

la guerra, ha raggiunto una celebrità<br />

mondiale, forse più di Kohl. E proprio<br />

il cancelliere tedesco ha affermato:<br />

“Cerco di non perdere neanche una<br />

puntata di Derrick, un esempio di come<br />

la tv possa offrire gialli pieni di suspense<br />

senza costosi effetti speciali nè<br />

eccessi di violenza. Sicuramente il migliore<br />

prodotto da esportazione dopo<br />

la Volkswagen”. L’ispettore dal quale<br />

tutti vorremmo essere interrogati ha<br />

modi gentili, cerca di capire la psicologia<br />

del colpevole e del sospettato, parla<br />

a bassa voce. Come nei romanzi di<br />

Simenon, conta più di tutto il fattore<br />

umano: la serie accende i riflettori sul­<br />

448<br />

la personalità <strong>dei</strong> personaggi, racconta<br />

storie umane per capire cosa possa<br />

spingere all’omicidio. Sono in pochi<br />

infatti a uccidere con freddezza e premeditazione:<br />

la maggior parte lo fa per<br />

disperazione. E anche quando Derrick<br />

li fa confessare, gli assassini restano<br />

esseri umani. E così il ruolo <strong>dei</strong> comprimari,<br />

a partire dal fedele e meno riflessivo<br />

Harry Klein (Fritz Wepper),<br />

non è mai didascalico: ogni personaggio<br />

viene descritto a tutto tondo, con le<br />

sue diverse sfaccettature. Il muro che<br />

divide nettamente il bene dal male proprio<br />

di molte serie americane viene abbattuto<br />

dal “Maigret tedesco”. L’idea<br />

iniziale prevedeva un serial – originariamente<br />

intitolato Das Revier (Il distretto)<br />

– diviso in due tempi: nel primo<br />

il delitto, nel secondo la soluzione<br />

e le motivazioni psicologiche dell’assassino.<br />

Nessuna novità invece sui<br />

contenuti delle sceneggiature: delitti a<br />

“sfondo sociale” in cui il colpevole<br />

viene da subito rivelato allo spettatore<br />

secondo lo schema che gli americani<br />

hanno definito “inverted detective novel”.<br />

Il <strong>telefilm</strong>, girato in studio e in<br />

esterni (a Monaco di Baviera), deve<br />

forse il successo al taglio europeo, a<br />

quella che Umberto Eco ha definito “la<br />

passione della mediocrità”, con il quasi<br />

annullamento del ritmo e la totale<br />

mancanza di sex appeal <strong>dei</strong> protagonisti:<br />

non per niente, la signora che accompagna<br />

Derrick a teatro nelle prime<br />

puntate scompare come è apparsa,<br />

senza troppe indagini da parte dell’ispettore.<br />

Accanto a Tappert fanno la<br />

loro comparsa guest-stars italiane o<br />

presunte tali: Amedeo Nazzari (che<br />

non è stato doppiato poiché recitava in<br />

italiano), Remo Remotti (nei panni di<br />

un boss mafioso), Claudio Caramaschi;<br />

l’attore Peter Bertram interpreta<br />

invece ben tre personaggi con passa­


449 Ispettore Derrick, L’<br />

porto italiano. Nell’episodio Diciotto<br />

anni dopo compare Siegfried Lowitz<br />

che, smessi i panni de Il commissario<br />

Köster, interpreta un detenuto che esce<br />

di prigione; tra i volti noti si nota Klaus<br />

Maria Brandauer. L’ufficio di Derrick<br />

è l’unico set del serial ricostruito in<br />

studio (a Pucheim, su un’area di 2500<br />

metri quadrati). Tutte le storie al centro<br />

della serie recano la firma di Herbert<br />

Reinecker, sceneggiatore con la passione<br />

per Dostoevskij e Nietzsche, per<br />

il quale vale il motto “siamo tutti assassini<br />

potenziali”. Alcune sceneggiature<br />

sono passate al vaglio critico di<br />

Georg Schmidt, il direttore della Polizia<br />

criminale di Monaco che ha affermato:<br />

“Derrick fornisce un’immagine<br />

positiva della polizia. Si distingue per i<br />

modi corretti ed eleganti. L’obiettivo<br />

era mostrare allo spettatore che la polizia<br />

è garante di uno stato di diritto”.<br />

Qualche numero sulla Derrick-mania:<br />

281 episodi girati, 20 registi e 5000 attori<br />

impiegati, 102 paesi che lo hanno<br />

ospitato in tv, 200 fan-club sorti in<br />

Germania e all’estero, 3 Telegatti (nel<br />

1986, nel 1987 e nel 1990) quale miglior<br />

serie straniera. Di Derrick esiste<br />

anche una recente versione cartoon:<br />

nel film d’animazione Derrick – il dovere<br />

chiama (2004), l’ispettore e il fido<br />

Klein danno la caccia a un serial-killer<br />

che minaccia di uccidere i partecipanti<br />

a un concorso canoro. A tutto questo si<br />

deve aggiungere la Croce al merito<br />

consegnata nel 1977 a Horst Tappert<br />

dal Presidente della Repubblica federale<br />

tedesca, Roman Herzog, e il suicidio<br />

di una donna del Sud-Tirolo costretta<br />

a vivere – a suo dire – accanto a<br />

un marito che non somigliava affatto a<br />

Derrick. Tuttavia, all’inizio la critica<br />

stroncò l’avvento del detective tedesco:<br />

“Der Spiegel” lo definì “inerte e<br />

non ben definito”, Ugo Buzzolan su<br />

“La Stampa” scrisse che “il tenente<br />

Colombo non lo avrebbe assunto<br />

neanche come aiutante”. Ma il pubblico<br />

andò controcorrente e in tempi recenti<br />

Aldo Grasso ha scritto sul “Corriere<br />

della Sera”: “i tipi come Derrick<br />

sono destinati alla gloria imperitura<br />

[…]. La sua forza risiede nell’intuito,<br />

nella capacità psicologica. Non veste<br />

all’ultima moda, ma alla penultima;<br />

non complica le indagini, si fa complice<br />

dell’indagato. Derrick finge di occuparsi<br />

di criminali, in realtà il suo interesse<br />

principale è l’audience. Sa pedinarla<br />

e catturarla”. Se Luca Goldoni<br />

fa notare che “il mondo in cui si muove<br />

Derrick è incantevolmente improbabile.<br />

La sua macchina (n.d.r. una BMW)<br />

non si sporca neppure nei percorsi<br />

sterrati perché il fango tedesco è notoriamente<br />

liofilizzato. I rari inseguimenti<br />

rispettano stop e precedenze”,<br />

Indro Montanelli ha ammirato l’ispettore<br />

perché “il bello di Derrick è proprio<br />

che, dopo averlo visto, lo si dimentica:<br />

non lascia tracce nella memoria,<br />

non crea problemi, non pretende<br />

di trasmettere messaggi”. Oltre all’inseparabile<br />

impermeabile alla Bogart,<br />

il fermacravatta demodè e il fazzoletto<br />

nel taschino, Tappert-Derrick<br />

indossa uno <strong>dei</strong> quattro parrucchini a<br />

sua disposizione sul set; l’attore ha<br />

raccontato che quando fu chiamato da<br />

Ringelmann per interpretare il protagonista,<br />

il produttore gli fece girare<br />

una scena con il toupet e una senza, optando<br />

per la prima soluzione. Les<br />

Humphries è l’autore della sigla musicale;<br />

Frank Duval, Eberhard Schöener<br />

e Martin Böttcher si alternano alla firma<br />

della colonna sonora. Dopo 281<br />

puntate Tappert ha deciso di mollare,<br />

mandando in pensione il suo fortunato<br />

personaggio: “non avrò vita professionale<br />

dopo Derrick” ha confessato l’at­


Ispettore Gideon, L’<br />

tore tedesco più popolare del mondo<br />

“non posso farci nulla, il pubblico mi<br />

identifica con il detective”. E per il saluto<br />

finale dell’ispettore si sono registrati<br />

ascolti record in Germania: più<br />

di 10 milioni di telespettatori per l’ultimo<br />

episodio della sua carriera, intitolato<br />

Addio, Ispettore Derrick, in cui lascia<br />

la squadra omicidi per guidare<br />

l’Europol in Olanda; gli succede idealmente<br />

l’ispettore Siska (interpretato<br />

da Peter Kremer). “In ogni caso” spiega<br />

Ringelmann “Derrick non muore in<br />

azione: il personaggio va semplicemente<br />

in pensione, come uno qualunque.<br />

Con l’anomalia di andarsene senza<br />

promozioni dopo tanti successi, con<br />

il grado di ispettore della Polizei criminale.<br />

Nella vita reale sarebbe diventato<br />

questore se non capo della polizia”.<br />

Tanto vero che nel 1995 la Federazione<br />

tedesca <strong>dei</strong> funzionari della Criminalpol<br />

aveva invano protestato per ottenere<br />

la promozione del loro collega<br />

televisivo da ispettore a commissario.<br />

Tutto il contrario dell’inaspettata protesta<br />

<strong>dei</strong> poliziotti italiani manifestata<br />

tramite l’Unione Sindacale di Polizia<br />

nell’estate del 2004: a loro dire, “i <strong>telefilm</strong><br />

di Derrick sono ormai vecchi come<br />

il cucco, privi di interesse e di riferimenti<br />

attuali, così come il look <strong>dei</strong><br />

suoi protagonisti”; la USP invitava pertanto<br />

la Rai a “cancellare una pietosa<br />

serie antidiluviana e a sostituirla con<br />

uno <strong>dei</strong> tanti sceneggiati polizieschi<br />

italiani, più attuali e, quindi, più interessanti”,<br />

pena “la riunione in massa a<br />

Roma per stracciare i blocchetti degli<br />

abbonamenti Rai”. Ma la vicinanza<br />

con la realtà si è fatta sentire in un episodio<br />

di cronaca vera: Gary Tappert, il<br />

figlio di Horst, è stato arrestato perché<br />

sfuggiva a debiti mai pagati. Difficilmente<br />

la tv tedesca, e non solo quella,<br />

troverà un altro Derrick. “In un mondo<br />

450<br />

dove sullo schermo abbondano gli attori<br />

fast-food” ha accusato Tappert<br />

“pronti a passare da un poliziesco a<br />

una serie ospedaliera, mancano o scarseggiano<br />

serial che consentano ai protagonisti<br />

di mettersi in evidenza”.<br />

Gualtiero Peirce ha scritto su “Repubblica”:<br />

“Con sublime coerenza, Derrick<br />

esce di scena nell’unico modo<br />

possibile, andando in pensione. E in<br />

questo modo, ha scelto un argomento<br />

di grande attualità anche per l’ultima<br />

puntata”.<br />

Ispettore Gideon, L’ (Gideon’s<br />

Way; Gideon C.I.D.) Con: John Gregson,<br />

Daphne Anderson, Alexander Davion.<br />

Produzione: Gran Bretagna,<br />

1964, poliziesco, b/n (26/60’).<br />

Serie avventurosa condita di suspense<br />

e girata con taglio documentaristico<br />

che verte sulle indagini dell’ispettore<br />

George Gideon (John Gregson), dai<br />

modi spicci e dal pugno facile. Intorno<br />

alla sua figura ruotano quelle della<br />

moglie Kate (Daphne Anderson) e del<br />

capo-ispettore David Keen (Alexander<br />

Davion). Donald Sutherland compare<br />

in un cameo. Robert S. Baker, impegnato<br />

altresì quale regista, è il produttore<br />

del <strong>telefilm</strong> insieme a Monty<br />

Berman; John Creasey è l’autore <strong>dei</strong><br />

romanzi dai quali è tratta la serie e il<br />

film del 1958 24 ore a Scotland Yard,<br />

con Jack Hawkins nel trench dell’ispettore<br />

Gideon; Edwin T. Astley<br />

compone la colonna sonora.<br />

Ispettore Maggie (The Gentle Touch)<br />

Con: Jill Gascoine, Nigel Rathbone,<br />

Brian Gwaspari, Paul Moriarty,<br />

Derek Thompson, Kevin O’Shea.<br />

William Marlowe. Produzione: Gran<br />

Bretagna, 1980, poliziesco, colore<br />

(30/60’).<br />

Jill Gascoine interpreta il primo poli­


451 Ispettore Regan, L’<br />

ziotto donna della televisione britannica:<br />

essa veste i panni dell’ispettore<br />

Maggie Forbes. Dopo aver subito la<br />

perdita del marito anch’egli poliziotto,<br />

la nostra contravviene agli ordini di riposo<br />

forzato per gettarsi sulle tracce<br />

degli assassini del consorte, tralasciando<br />

anche i problemi del figlio teenager<br />

Steve (Nigel Rathbone). William Marlowe<br />

la affianca nel ruolo del suo superiore,<br />

l’ispettore-capo Russell. Brian<br />

Gwaspari, Paul Moriarty, Derek<br />

Thompson, Kevin O’Shea sono rispettivamente<br />

i detective Bob Croft, Jake<br />

Barratt, Jimmy Fenton e Peter Philips.<br />

Il serial è girato quasi interamente a<br />

Londra, per le strade variopinte di<br />

Soho e nei dintorni di Covent Garden.<br />

Tony Wharmby e Nick Elliott sono i<br />

produttori esecutivi. Roger Webb è<br />

l’autore della colonna sonora. Nel<br />

1985 Jill Gascoine ha dato vita a uno<br />

spin-off anomalo: ne Gli occhi <strong>dei</strong> gatti<br />

Maggie Forbes si dimette dalla polizia<br />

e guida un tris di agenti speciali tutto<br />

al femminile, a metà strada tra la<br />

versione inglese delle Charlie’s Angels<br />

e il remake all girl de Gli infallibili tre.<br />

Ispettore Morse (Inspector Morse)<br />

Con: John Thaw, Kevin Whateley, James<br />

Grout. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1987, poliziesco, colore (33/60’).<br />

Serie poliziesca inglese ambientata nei<br />

dintorni di Oxford, dove indaga il mite<br />

e arguto ispettore capo Endeavor Morse<br />

(John Thaw), amante <strong>dei</strong> buoni libri,<br />

di poesia, di musica classica e delle<br />

parole crociate. Coadiuvato dal giovane<br />

sergente Lewis (Kevin Whateley),<br />

il protagonista accende i riflettori su<br />

misteri e omicidi in una zona televisivamente<br />

poco battuta dal giallo. Abordo<br />

della sua Jaguar rossa, Morse arriva<br />

sui luoghi <strong>dei</strong> delitti sempre in ritardo;<br />

prima che il nostro trovi un sospetto, il<br />

serial-killer ha già colpito altre due o<br />

tre volte; la soluzione degli enigmi<br />

viene quasi sempre scovata dal fedele<br />

Lewis. James Grout interpreta il sovrintendente<br />

Strange. Danny Boyle<br />

(Trainspotting), Anthony Minghella<br />

(Il paziente inglese) e John Madden<br />

(Shakespeare in Love) sono tra i registi<br />

della serie. Il romanziere Colin Dexter,<br />

che aveva cominciato a scrivere di<br />

Morse già nel 1975, è l’ideatore del serial<br />

(compare addirittura fugacemente<br />

in ogni episodio, facendo il verso a<br />

Hitchcock per le comparsate nei suoi<br />

film); Ted Childs firma da produttore<br />

esecutivo; Barrington Pheloung compone<br />

le musiche originali; il tema musicale<br />

s’ispira, guarda caso al Codice<br />

...Morse. John Gielguld e una giovane<br />

Elizabeth Hurley sono tra le gueststars<br />

del <strong>telefilm</strong> che nel 1992 ha vinto<br />

un British Academy Award. Se sulle<br />

pagine Morse e Lewis erano coetanei,<br />

nella trasposizione televisiva il secondo<br />

è più giovane, sposato con due figli,<br />

più realista e meno intelletuale del primo<br />

(e per questo non disdegna di criticarlo<br />

a viso aperto). Per il cognome del<br />

protagonista Colin Dexter si è ispirato<br />

a Sir Jeremy Morse, a capo della<br />

Lloyds Bank nonchè acerrimo rivale<br />

del romanziere alle parole crociate<br />

(passione condivisa con il personaggio<br />

al quale ha dato vita).<br />

Ispettore Regan, L’ (The Sweeney)<br />

Con: John Thaw, Dennis Waterman,<br />

Garfield Morgan. Produzione: Gran<br />

Bretagna, 1974, poliziesco, colore<br />

(52/60’).<br />

È la serie poliziesca che ha rivoluzionato<br />

il genere in Inghilterra: abbandonata<br />

per sempre l’icona televisiva di<br />

Sherlock Holmes, i poliziotti inglesi di<br />

metà anni ’70 diventano agguerriti come<br />

i criminali che combattono, dicono


Ispettore Sarti, L’<br />

parolacce, usano la violenza. Primo fra<br />

tutti il detective Jack Regan (John<br />

Thaw) della squadra mobile di Scotland<br />

Yard: più che cercare i colpevoli,<br />

li bracca, utilizza i loro stessi metodi,<br />

agisce spesso nell’illegalità, li affronta<br />

a muso duro. A guardarlo bene sembra<br />

uno di loro: dopo essere sceso dalla<br />

sua scassata Ford Granada giallo oro,<br />

il nostro si mischia alla fauna malavitosa<br />

con la sua giacchetta di pelle e la<br />

cravatta perennemente slacciata; per<br />

ottenere informazioni (o semplicemente<br />

per sfogare i propri istinti), non<br />

disdegna di stropicciare le lenzuola di<br />

donne disponibili. Il realismo che accompagna<br />

la serie prevede la possibilità<br />

che Regan e colleghi non acciuffino<br />

i responsabili. Tra coloro che affiancano<br />

il protagonista: il sergente<br />

George Hamilton Carter (Dennis Waterman),<br />

il quale adotta gli stessi metodi<br />

violenti di Regan e il capo-ispettore<br />

Frank Haskins (Garfield Morgan), impotente<br />

e frustrato di fronte alle toste<br />

indagini del nostro. Ian Kennedy Martin<br />

è l’ideatore della serie che è stata<br />

anticipata da un film-tv (Regan).<br />

Lloyd Shirley e George Taylor firmano<br />

da produttori esecutivi. Harry South<br />

compone la colonna sonora. Il <strong>telefilm</strong><br />

si è concluso in patria nel 1978: Regan<br />

viene sospettato di aver intascato alcune<br />

bustarelle; nonostante non ci siano<br />

prove a suo carico, egli decide di gettare<br />

il distintivo alle ortiche.<br />

Ispettore Sarti, L’ Con: Gianni Cavina,<br />

Tiziano Schirinzi, Cristiana Borghi,<br />

Paola Maria Scalondro Produzione:<br />

Italia, 1991, poliziesco, colore<br />

(19/60’).<br />

Sulla scorta <strong>dei</strong> romanzi del giallista<br />

Loriano Macchiavelli, la serie porta in<br />

scena un poliziotto “all’italiana”:<br />

Gianni Cavina veste l’impermeabile<br />

452<br />

dell’ispettore Sarti per le vie di una<br />

Bologna inedita, dark e notturna, piena<br />

di misteri e poco godereccia. Attorno<br />

alla figura del protagonista ruotano<br />

quelle dell’amico informatore intellettual-anarcoide<br />

Rosas (Tiziano Schirinzi),<br />

della misteriosa fidanzata Leda<br />

(Cristiana Borghi), del commissario<br />

Raimondi (Paola Maria Scalondro).<br />

Tra i volti noti che si susseguono, si riconoscono<br />

quelli di Arnoldo Foà, Daniela<br />

Poggi e Nicola Pistoia. Maurizio<br />

Rotundi è regista e sceneggiatore del<br />

primo ciclo.<br />

Ispettore Tibbs, L’ (In the Heat of<br />

the Night) Con: Carroll O’Connor,<br />

Howard Rollins, Joe Don Baker, Denise<br />

Nicholas, Alan Autry, Hugh O’Connor,<br />

Carl Weathers. Produzione: Usa,<br />

1988, poliziesco, colore (142/60’;<br />

4/90’).<br />

Vent’anni dopo l’uscita de La calda<br />

notte dell’Ispettore Tibbs di Norman<br />

Jewison una serie ne fa rivivere i personaggi<br />

nella cittadina di Sparta, nello<br />

stato del Mississippi. Dopo due decenni,<br />

le barriere razziali e di classe tra i<br />

due protagonisti sono finalmente cadute<br />

per agevolare la lotta al crimine.<br />

Nella parte del capo della polizia Billie<br />

Gillespie, che valse l’Oscar a Rod<br />

Steiger, ora c’è Carroll O’Connor (Arcibaldo);<br />

Howard Rollins ricopre il<br />

ruolo del detective di colore Virgil<br />

Tibbs, che fu di Sidney Poitier. Al contrario<br />

del film, il vero protagonista diventa<br />

il poliziotto bianco, al punto che<br />

negli ultimi episodi sparisce addirittura<br />

la figura di Tibbs, impegnato a laurearsi<br />

in giurisprudenza. Per problemi<br />

di cuore, O’Connor venne rimpiazzato<br />

sul finire della serie da Jo Don Baker<br />

nei panni di un ex capitano di polizia in<br />

pensione. L’esplicita denuncia razziale<br />

della pellicola viene quasi ignorata


453 Ivanhoe<br />

nel serial, il quale finisce per apparire<br />

anacronistico. Tra gli altri personaggi<br />

ricorrenti: Harriet Delong (Denis Nicholas),<br />

destinata a sposare Gillespie, i<br />

tenenti Bubba Skinner (Alan Autry) e<br />

Lonnie Janison (interpretato da Hugh<br />

O’Connor, il figlio di Carroll) e il commissario<br />

Hampton Forbes (Carl Weathers).<br />

Le riprese sono effettuate tra la<br />

Louisiana e la Georgia. Joe Gannon è<br />

il produttore del <strong>telefilm</strong> insieme a<br />

Stan Kallis e Hugh Benson; le musiche<br />

originali sono composte da David<br />

Bell, mentre la canzone-tema, scritta<br />

da Quincy Jones con Alan e Marilyn<br />

Bergman, è cantata da Bill Champlin.<br />

O.J. Simpson compare in un episodio;<br />

Larry Hagman è tra i registi del serial<br />

alla stessa stregua di Carroll O’Connor.<br />

Tra gli altri volti noti si fanno notare<br />

Doug Savant, Mariska Hargitay,<br />

Iman, Tippi Hedren, Karen Black,<br />

Stacy Keach, Peter Fonda, Jean Simmons.<br />

I-Taliani Con: Gino Cogliardo,<br />

Edoardo Romano, Mirko Setaro. Produzione:<br />

Italia, 1989, sit-com, colore<br />

(88/30’).<br />

Lanciata come la prima day-comedy<br />

italiana, ovvero una collana di sketch<br />

quotidiani di circa 25 minuti ciascuno,<br />

la serie vuole raccontare l’Italia e gli<br />

italiani nella vita di tutti i giorni, dalla<br />

malasanità al totocalcio, dalla dichiarazione<br />

<strong>dei</strong> redditi ai parcheggiatori<br />

abusivi, dai furti agli sfratti, dalla moda<br />

<strong>dei</strong> week-end intelligenti a quella<br />

delle diete: insomma una sorta di spaccato<br />

pseudo-sociale alla Monty Python<br />

contaminato dalla farsa partenopea<br />

<strong>dei</strong> Trettrè (ovvero Gino Cogliardo,<br />

Edoardo Romano, Mirko Setaro),<br />

che cambiano ruolo ogni giorno e non<br />

disdegnano di interpretare personaggi<br />

femminili. Gerry Scotti, Corrado Te­<br />

deschi ed Enzo Braschi sono tra le<br />

guest-stars delle prime puntate. Antonino<br />

Antonucci Ferrara e Cosimo<br />

Schiavone sono i produttori escutivi; il<br />

soggetto è di Lorenzo Beccati e di<br />

Mirko Setaro.<br />

Italian Restaurant Con: Gigi Proietti,<br />

Nancy Brilli, Tiberio Murgia,<br />

Adriano Pappalardo, Marisa Merlini.<br />

Produzione: Italia, 1994, sit-com, colore<br />

(12/60’).<br />

Gigi Proietti debutta in una sit-com<br />

ambientata nella Grande Mela: tutto<br />

ha inizio quando Giulio Broccoli, un<br />

emigrante romano in procinto di tornare<br />

in Italia, si vede rifilare da un amico<br />

un ristorante sull’orlo del fallimento e,<br />

per di più, taglieggiato dalla mafia. La<br />

mano femminile di Connie Mancuso<br />

(Nancy Brilli), sorella capricciosa e testarda<br />

dell’amico che lo ha incastrato,<br />

saprà rimettere le cose a posto, aiutando<br />

Giulio a pagare i debiti e a gestire il<br />

locale. Nonostante la differenza di caratteri,<br />

inutile dire che i due sono destinati<br />

a innamorarsi e a salire all’altare.<br />

Il caratterista Tiberio Murgia compare<br />

nei panni del nonno di Connie, Salvatore,<br />

ospite fisso non pagante del ristorante.<br />

Tra gli altri volti ricorrenti che<br />

passano sul set si riconoscono quelli di<br />

Adriano Pappalardo (è l’italo-americano<br />

Frank Di Giacomo) e Marisa<br />

Merlini (nel ruolo di Zamira). Tra gli<br />

sceneggiatori spicca la firma di Enrico<br />

Vaime. Natale Massara è l’autore della<br />

colonna sonora.<br />

Ivanhoe (Id.) Con: Roger Moore,<br />

Andrew Keir, John Pike, Robert<br />

Brown. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1958, avventura, b/n (39/30’).<br />

Un giovane e debuttante Roger Moore<br />

si cala nei panni dell’eroe nato dalla<br />

penna di Sir Walter Scott. Al centro


I-Zenborg 454<br />

delle vicende sono le battaglie e gli intrighi<br />

contro i seguaci del principe<br />

Giovanni (Andrew Keir), che cerca di<br />

usurpare il trono al fratello Riccardo<br />

Cuor di Leone. Nel cast John Pike è<br />

Bart, Robert Brown veste i panni di<br />

Gurth. Christopher Lee compare in un<br />

cameo. Peter Rogers e Bernard Coote<br />

firmano da produttori esecutivi; Albert<br />

Elms è l’autore della colonna sonora.<br />

Dopo il successo della serie Moore<br />

passò dai “templari” a Simon Templar.<br />

I-Zenborg (Kyoryu Daisenso Ai-<br />

Zenborg) Con: Yoko Asagami, Kyonosuke<br />

Kami, Junpei Takiguchi, Jun<br />

Hazumi. Produzione: Giappone, 1977,<br />

fantascienza, colore (39/30’).<br />

I dinosauri tornano a terrorizzare il nostro<br />

pianeta dopo essere rimasti addormentati<br />

per millenni nel sottosuolo terrestre;<br />

come se non bastasse, una mutazione<br />

genetica li ha resi ancora più<br />

forti e aggressivi. Per contrastarne l’avanzata,<br />

il dottor Tachibana progetta<br />

l’astronave da combattimento Ai-Zenborg,<br />

ma muore nel corso di un pericoloso<br />

esperimento nel quale rimangono<br />

seriamente feriti anche i suoi due figli,<br />

Ai (Yoko Asagami) e Zen (Kyonosuke<br />

Kami). I due fratelli vengono salvati<br />

dal professor Torii, che li trasforma in<br />

cyborg. La coppia di uomini-robot, pilotando<br />

l’Ai-Zenborg, tenta di impedire<br />

ai dinosauri di raggiungere le metropoli:<br />

ma l’astronave non basta e il professor<br />

Torii crea il Super Ai-Zen, un gigantesco<br />

robot ottenuto dalla fusione<br />

<strong>dei</strong> due corpi cyborg di Ai e Zen. Una<br />

volta debellato Ulul (Junpei Takiguchi),<br />

il capo dell’impero “giurassico”,<br />

dotato di un quoziente d’intelligenza<br />

pari a 300, i due fratelli decidono di lasciare<br />

la Terra alla volta dello spazio.<br />

Dal pianeta Gazaria, infatti, la Regina<br />

del Male (Jun Hazumi) sta preparando<br />

la sua bella invasione aliena. Il serial è<br />

ideato da Noboru Tsuburaya e firmato<br />

dalla sua Tsuburaya Productions, responsabile<br />

di molti <strong>telefilm</strong> sci-fi con<br />

protagonisti dinosauri (tra gli altri, Il<br />

risveglio <strong>dei</strong> dinosauri – Born Free nel<br />

1976 e il successivo Koseidon nel<br />

1978). Tra i produttori sul campo spicca<br />

Takashige Niimi. Un film realizzato<br />

con il montaggio di alcuni episodi è<br />

stato distribuito in America con il titolo<br />

Attack of the Super Monsters.


Jackie e Mike (Chicken Soup) Con:<br />

Jackie Mason, Lynn Redgrave, Rita<br />

Karin, Johnny Pinto, Alisan Porter,<br />

Katherine Erbe, Brandon Magart. Produzione:<br />

Usa, 1989, sit-com, colore<br />

(12/30’).<br />

Una delle serie con i più alti indici d’ascolto<br />

nel 1989 venne cancellata in<br />

America dopo sole otto puntate perché<br />

non riusciva a “tenere” i telespettatori<br />

di Pappa e ciccia (1988), la sit-com<br />

che l’aveva preceduta sulla ABC. Il <strong>telefilm</strong>,<br />

sorta di riadattamento di Bridget<br />

Loves Bernie (1972, inedito in Italia),<br />

racconta le gesta della newyorkese<br />

di fede ebraica Jackie Fisher (Jackie<br />

Mason), la quale, dopo aver perso la<br />

testa per un cattolico irlandese divorziato,<br />

abbandona il lavoro di venditrice<br />

di pigiami. Lynn Redgrave interpreta<br />

la vicina vedova Maddie Peerce,<br />

proprietaria della casa dell’uomo nonché<br />

sua ultima fiamma; Rita Karin veste<br />

i panni di Bea Fisher, la mamma di<br />

Jackie che inorridisce di fronte alla<br />

nuova relazione della figlia; Johnny<br />

Pinto, Alisan Porter e Katherine Erbe<br />

sono i figli di Maddie, rispettivamente<br />

Donnie, Molly e Patty; Brandon Magart<br />

è Mike, il fratello bigotto di Maddie.<br />

Tra i “tormentoni” della sit-com:<br />

quando Jackie sale sul tetto a chiedersi<br />

“il senso della vita”. Il “poker” di<br />

produttori esecutivi è formato da<br />

Marcy Carsey, Saul Turteltaub, Tom<br />

Werner e Bernie Orenstein: alla notizia<br />

della cancellazione della serie il<br />

team produttivo si deve essere dispia­<br />

ciuto oltremodo, soprattutto per le<br />

quattro puntate già girate e rimaste<br />

inedite.<br />

Jack, investigatore privato (Private<br />

Eye) Con: Michael Woods, Josh<br />

Brolin, Bill Sadler, Jane Persky. Produzione:<br />

Usa, 1987, poliziesco, colore<br />

(12/60’).<br />

Dopo aver firmato un manifesto degli<br />

anni ‘80 come Miami Vice, Anthony<br />

Yerkovich e Michael Mann rendono<br />

omaggio agli anni ’50. In una Los Angeles<br />

attraversata dal rock’n’roll, un<br />

ex poliziotto decide di proseguire l’attività<br />

di detective privato iniziata dal<br />

fratello, che è stato ucciso. Accanto al<br />

protagonista, Jack Cleary (Michael<br />

Woods), si affiancano: il “brillantinato”<br />

Johnny Betts (Josh Brolin), che in<br />

più di un’occasione aiuta l’investigatore<br />

nel corso delle indagini; il tenente<br />

Charlie Fontana (Bill Sadler), che una<br />

volta affiancava Cleary nelle file della<br />

polizia; Dottie (Jane Persky), la segretaria<br />

con cicca in bocca del private eye.<br />

La NBC, dopo aver ricevuto numerose<br />

proteste per la violenza della serie prodotta<br />

da Mann e ideata da Yerkovich,<br />

decise di sospenderla a metà della prima<br />

stagione. Per Mann si tratta dell’ennesimo<br />

poliziesco epocale prima<br />

di compiere il grande salto sul grande<br />

schermo: dopo gli anni ’60 al centro di<br />

Crime Story (1986), i Settanta di Starsky<br />

& Hutch (1975) e gli Ottanta di<br />

Miami Vice (1984), mancavano solo<br />

gli anni ’50...


Jack London 456<br />

Jack London (Jack London’s Tales<br />

of Klondike) Con: interpreti vari. Produzione:<br />

Usa, 1982, drammatico, colore<br />

(7/60’).<br />

Orson Welles commenta da narratore<br />

alcune storie drammatiche ispirate ai<br />

racconti di Jack London, interpretate<br />

da un buon numero di guest-stars internazionali:<br />

tra le altre, Robert Carradine,<br />

Scott Hylands, Eva Gabor, Mavor<br />

Moore, John Candy, Neil Munro.<br />

J.A.G. – Avvocati in divisa (JAG)<br />

Con: David James Elliott, Tracey<br />

Needham, Catherine Bell, W.K. Stratton,<br />

Andrea Thompson, John M. Jackson,<br />

Patrick Labyorteaux, Karri Turner,<br />

Nanci Chambers, Tevor Goddard,<br />

Scott Lawrence, Zoe McLellan, Steven<br />

Culp, Cindy Ambuhel, Andrea<br />

Parker, Isabella Hoffman, Paul Collins,<br />

Dean Stockwell. Produzione:<br />

Usa, 1995, avventura, colore (227/60’).<br />

Dopo il successo del film Codice d’onore<br />

(1992) con la coppia Tom Cruise-<br />

Demi Moore, un <strong>telefilm</strong> ne ripropone<br />

il plot: per l’unità J.A.G. – Judge Advocate<br />

General – lavorano due avvocati<br />

della Marina americana, un uomo<br />

e una donna impegnati a risolvere casi<br />

complicati in cui sono necessarie almeno<br />

tre qualità: self-control, discrezione<br />

e diplomazia. Il tenente Harmon<br />

“Harm” Rabb Jr. (David James Elliott)<br />

e il tenente Meg Austin (Tracey<br />

Needham), quest’ultima sostituita nel<br />

secondo ciclo dal maggiore Sarah<br />

MacKenzie detta “Mac” (Catherine<br />

Bell), oltre a indagare su casi di omicidio<br />

e di nonnismo nelle caserme, vengono<br />

spediti nelle “zone calde” del<br />

mondo, dove un passo falso o una parola<br />

sbagliata potrebbero compromettere<br />

la pace. Il futuro capitano Harm è<br />

rimasto orfano a 5 anni, passando i<br />

successivi 30 alla ricerca del padre di­<br />

sperso alla vigilia del Natale del 1969<br />

nei cieli del Vietnam dopo essersi lanciato<br />

con il suo Tomcat; dopo un atterraggio<br />

notturno finito tragicamente<br />

con la morte del suo navigatore, Rabb<br />

ha deciso di diventare avvocato con la<br />

tenace e idealistica convinzione di servire<br />

la giustizia. Volitiva e passionale,<br />

Mac rappresenta il contraltare di<br />

Harm, con quelle intuizioni che compensano<br />

il pragmatismo del collega e<br />

rendono il loro sodalizio inscindibile<br />

anche se non privo di contrasti. Tra gli<br />

altri personaggi spiccano il capitano<br />

Teddy Lindsey (W.K. Stratton), che<br />

successivamente cede il posto al pari<br />

grado Allison Krennick (Andrea<br />

Thompson); il nuovo capo dell’unità<br />

J.A.G. a Washington è l’ammiraglio<br />

Albert Jethro Chegwidden (John M.<br />

Jackson), un ex Navy SEAL che si dimostra<br />

piuttosto collaborativo con i<br />

due protagonisti; l’apparentemente<br />

imbranato ma generoso tenente Bud<br />

Roberts (Patrick Labyorteaux), il quale<br />

perde una gamba in Afghanistan; il<br />

tenente Harriet Sims (Karri Turner);<br />

destinata a diventare la moglie di Roberts;<br />

l’ambizioso tenente Lauren Singer<br />

(che ha il volto di Nancy Chambers,<br />

la moglie di Elliott), soprannominata<br />

la “strega” e che scompare tragicamente<br />

nell’ottavo ciclo; l’avvocato<br />

della Marina australiana Mic Brumby<br />

(Trevor Goddard), il quale intreccia<br />

una relazione con Mac e la porta a un<br />

passo dall’altare (ma quando capisce<br />

che il di lei cuore batte in realtà per<br />

Harm decide di ritornare in patria); il<br />

capitano Sturgis Turner (Scott Lawrence),<br />

un vecchio amico di Harm;<br />

Jennifer Coates (Zoe Mclellan), la sincera<br />

P.O. (Petty Officier) dell’ammiraglio;<br />

l’agente della CIA Clayton Webb<br />

(Steven Culp), amico e rivale di Harm;<br />

la produttrice cinematografica Reneé


457 Jake 2.0<br />

Peterson (Cindy Ambuhel), la quale<br />

contende al tenente Kate Pike (Andrea<br />

Parker) la palma di conquista più sexy<br />

da parte di Harm; l’insegnante Meredith<br />

Cavanaugh (Isabella Hoffmann),<br />

promessa sposa di Chegwidden; il segretario<br />

della Marina Alexander Nelson<br />

(Paul Collins), il quale lascia la<br />

poltrona a Edward Sheffield (Dean<br />

Stockwell). Alcune indagini riguardano<br />

lo spionaggio all’interno del Corpo<br />

<strong>dei</strong> Marines; un episodio è stato girato<br />

a bordo di una portaerei in missione in<br />

Italia, nel Mar Adriatico, dove era in<br />

atto la guerra tra serbi e bosniaci; ha<br />

fatto invece discutere la puntata che ricostruisce<br />

la tragedia del Cermis. Il taglio<br />

d’attualità si è fatto sentire anche<br />

quando il <strong>telefilm</strong> ha affrontato il dopo<br />

11 settembre e quando ha ambientato<br />

due episodi in Afghanistan. Tuttavia la<br />

serie è esplosa con la relazione non più<br />

solo professionale tra Harm e Mac, destinata<br />

a diventare una delle coppie più<br />

“bollenti”, dell’immaginario seriale<br />

più recente. Catherine Bell era da principio<br />

apparsa nel ruolo di Diane, il<br />

grande amore di Harm morta assassinata<br />

nella prima stagione (e a lei Mac<br />

assomiglia come una goccia d’acqua).<br />

Per alcune scene spettacolari il serial<br />

girato prevalentemente a Pasadena<br />

(California) si è avvalso di spezzoni<br />

non utilizzati di film come Firefox,<br />

Top Gun, Allarme rosso e Aquile d’attacco.<br />

Il tema musicale è di Bruce<br />

Broughton. Ernest Borgnine compare<br />

in un cameo. Tra gli altri volti noti di<br />

passaggio si riconoscono Clayton<br />

Norcross, Jo Champa, Gabrielle Carteris,<br />

Ian Ziering, Debrah Farentino,<br />

John Wesley Shipp e, nei panni di sé<br />

stesso, Jay Leno. Tra controfigure e<br />

immagini di repertorio si intravedono<br />

Bill Clinton, Saddam Hussein, Colin<br />

Powell, George W. Bush e Lady Diana.<br />

Donald P. Bellisario firma da produttore<br />

esecutivo ed è anche l’ideatore della<br />

serie, che nel corso degli anni si è aggiudicata<br />

3 ASCAP Awards, 3 Emmy<br />

Awards e un Tv Guide Award. Nel<br />

2004 il <strong>telefilm</strong> ha dato vita allo spinoff<br />

Navy N.C.I.S. – Unità Anticrimine,<br />

in concomitanza con le indagini sulla<br />

morte del tenente Singer nel serial originario.<br />

Jake 2.0 (Id.) Con: Christopher<br />

Gorham, Philip Anthony Rodriguez,<br />

Keegan Connor Tracy, Judith Scott,<br />

Marina Black. Produzione: Usa, 2003,<br />

spionaggio, colore (16/60’).<br />

Ai giorni nostri non sarebbe male poter<br />

interagire con computer e cellulari<br />

solo con la forza del pensiero. Linko,<br />

ergo sum… Il rischio però è quello di<br />

rimanere invischiati nella realtà virtuale<br />

o, peggio, di venir colpiti da un<br />

black-out. Il ventenne Jake Foley (Christopher<br />

Gorham), esperto di computer<br />

dell’NSA – National Security Agency –<br />

rimane vittima di un incidente: durante<br />

uno scontro a fuoco in un laboratorio<br />

top-secret, Jake viene investito da un<br />

siero sperimentale che gli modifica in<br />

meglio la rapidità <strong>dei</strong> movimenti, l’udito<br />

e, soprattutto, lo rende capace di<br />

interagire telepaticamente con i computer.<br />

Una volta saputo <strong>dei</strong> suoi superpoteri,<br />

l’NSA decide di costruire attorno<br />

al nostro una squadra speciale composta<br />

da Kyle Duarte (Philip Anthony<br />

Rodriguez), Diane Hughes (Keegan<br />

Connor Tracy) e Louise Beckett (Judith<br />

Scott). In più di un’occasione il<br />

protagonista si trova indeciso a muovere<br />

il mouse, distratto dalla ragazza<br />

<strong>dei</strong> suoi sogni: Sarah Heywood (Marina<br />

Black) lavora per il Congresso e<br />

potrebbe smascherare la sua attività di<br />

super-eroe wireless. E se fosse quello<br />

che Jake vuole incosciamente? Silvio


Jake & Jason detectives<br />

Horta è l’ideatore della serie che firma<br />

altresì da produttore esecutivo, assieme<br />

a David Greenwalt, Robert<br />

Lieberman, Gina Matthews, Grant<br />

Scharbo. Musiche di Eric Amdahl,<br />

Donny Markowitz, Robert J. Kral. Le<br />

riprese sono state effettuate tra Vancouver<br />

e Toronto, in Canada. Non sono<br />

in pochi coloro che hanno visto nel<br />

plot una certa somiglianza con L’uomo<br />

da sei milioni di dollari (1974):<br />

forse non è un caso che Lee Majors<br />

compaia in un cameo.<br />

Jake & Jason detectives Vedi Due<br />

come noi.<br />

Jambo (Id.) Con: Marshall Thompson.<br />

Produzione: Usa, 1969, avventura,<br />

colore .<br />

Gli animali ritratti nel loro habitat naturale<br />

sono al centro di una serie che<br />

cerca di rinverdire il successo di Daktari,<br />

<strong>telefilm</strong> dal quale prende in prestito<br />

lo scimpanzé Judy e Marshall<br />

Thompson, il quale introduce e racconta<br />

fuori campo tutte le vicende (per<br />

questo motivo, Jambo può essere considerato<br />

una sorta di spin-off “animalesco”<br />

del serial del 1966). La serie è<br />

prodotta da Ivan Tors, già dietro le<br />

quinte di Daktari e del precedente<br />

Cowboy in Africa (1967). Per la cronaca,<br />

“Jambo” nella lingua swahili significa<br />

“Buongiorno”. Il <strong>telefilm</strong>, girato<br />

nel Mozambico tra le tribù Zulu, è stato<br />

il primo a vedere aprire le porte del<br />

Parco Nazionale di Gonarezhou e della<br />

riserva privata di Mala Mala. In cinque<br />

settimane, la troupe è riuscita a girare<br />

50.000 piedi di pellicola: tra le<br />

immagini spiccano un elefante che<br />

corre alla bella velocità di 30 chilometri<br />

orari e un villaggio abbandonato diventato<br />

dimora di un gruppo di leoni<br />

feroci.<br />

458<br />

James (James at 15; James at 16)<br />

Con: Lance Kerwin, Linden Chiles,<br />

Lynn Carlin, David Hubbard, Susan<br />

Meyers, Kim Richards, Deirdre Berthrong.<br />

Produzione: Usa, 1977, drammatico,<br />

colore (22/60’).<br />

La serie racconta le vicissitudini del<br />

giovane sognatore James Hunter<br />

(Lance Kerwin), aspirante fotografo<br />

quindicenne che si trasferisce con i genitori<br />

dall’Oregon a Boston. Linden<br />

Chiles e Lynn Carlin interpretano rispettivamente<br />

Joan e Paul Hunter, la<br />

mamma e il papà del protagonista. Alla<br />

Bunker High Hill, James fa la conoscenza<br />

del saggio Sly Hazeltine (David<br />

Hubbard) e dell’intellettuale Marlene<br />

Mahoney (Susan Meyers); Sandy<br />

(Kim Richards) è la sorella minore del<br />

nostro, Katy (Deirdre Berthrong) è la<br />

maggiore. Nonostante il <strong>telefilm</strong> sia<br />

caratterizzato dall’umorismo, non<br />

mancano temi sociali come l’alcolismo,<br />

la perdita della verginità, la gravidanza,<br />

le malattie veneree. Joseph<br />

Hardy e Martin Manulis sono i produttori<br />

esecutivi del <strong>telefilm</strong> ideato da<br />

Dan Wakefield. J.A.C. Redford firma<br />

le musiche. Tra i “tormentoni” del serial:<br />

le sequenze oniriche di James, in<br />

cui sogna di diventare un’eroe.<br />

Jarod il camaleonte (The Pretender)<br />

Con: Michael T. Weiss, Andrea<br />

Parker, Patrick Bauchau, Pamela Gidley,<br />

Jamie Denton, Jon Gries, Ryan<br />

Merriman, Ashley Peldon. Produzione:<br />

Usa, 1996, avventura/fantastico/<br />

spionaggio, colore (86/60’; 2/120’).<br />

“Esistono tra noi degli individui<br />

straordinari – si ascolta nell’introduzione<br />

– <strong>dei</strong> simulatori capaci di diventare<br />

chiunque vogliano essere”. Jarod<br />

(Michael T. Weiss) è una sorta di essere<br />

super-intelligente dotato fin da bambino<br />

di una esperienza pressoché uni­


459 Jason del comando stellare<br />

versale, tale da permettergli di diventare<br />

di volta in volta pilota aereo, capitano<br />

di nave, dottore, poliziotto, pompiere:<br />

proprio per questo è stato rapito<br />

da fanciullo da un’organizzazione segreta<br />

nota come il Centro, che lo ha<br />

utilizzato come cavia per alcune ricerche<br />

clandestine a fini politico-militari.<br />

Dopo trent’anni egli è riuscito a fuggire<br />

e ha deciso di aiutare le persone in<br />

difficoltà, ma sulle sue tracce si gettano<br />

la determinata Miss Parker (Andrea<br />

Parker) e lo psichiatra-tutore Sydney<br />

Geen (Patrick Bauchau), decisi a riportarlo<br />

all’ovile. Nel corso del suo<br />

vagare, Jarod fa la conoscenza di quel<br />

mondo dal quale è stato segregato per<br />

tanto tempo e cerca di scoprire che fine<br />

abbiano fatto i suoi genitori e quale sia<br />

la sua vera identità. Pamela Gidley si<br />

aggiunge al cast in corsa nei panni di<br />

Brigitte, un’altra agente del Centro<br />

lanciata sulle tracce del camaleontico<br />

protagonista; più enigmatico risulta<br />

Jamie Denton nel ruolo di Mr Lyle;<br />

Jon Gries interpreta l’esperto nerd di<br />

computer; Ryan Merriman e Ashley<br />

Peldon sono rispettivamente Jarod e<br />

Miss Parker da ragazzi, nel corso <strong>dei</strong><br />

soventi flashback sul loro misterioso<br />

passato. Una curiosità: la data dell’ingresso<br />

di Jarod nel Centro è il 1963,<br />

l’anno dell’assassinio di John Kennedy.<br />

Con il passare delle puntate anche<br />

Miss Parker s’imbatte nei propri<br />

scheletri nell’armadio: scopre che Mr.<br />

Lyle è il suo fratello gemello, conosce<br />

la sorte del padre e viene a sapere che<br />

la madre è stata uccisa dal padre di Jarod.<br />

Steven Long Mitchell, ideatore e<br />

produttore della serie insieme a Craig<br />

W. Van Sickle, ha definito il serial “un<br />

thriller umanistico”; Frederick King<br />

Keller, Johanna Persons, Tommy<br />

Thompson e Ian Toynton sono gli altri<br />

produttori esecutivi; John Debney<br />

compone il tema musicale del primo<br />

ciclo, in seguito sostituito da Ray Velton<br />

Bunch e Rick Patterson. Mario Andretti<br />

compare nei panni di sé stesso;<br />

tra gli altri volti famosi si riconoscono<br />

Jennifer Garner, Melinda Clarke e<br />

George Lazenby nei panni del maggiore<br />

Charles, colui che si rivela essere<br />

il vero padre di Jarod. Le riprese sono<br />

state effettuate a Los Angeles. Anson<br />

Williams, l’ex Potsie di Happy days,<br />

compare saltuariamente dietro la macchina<br />

da presa. Un episodio è una sorta<br />

di cross-over con Profiler – Intuizioni<br />

mortali. In uno <strong>dei</strong> due film-Tv del<br />

2001, Jarod fa la conoscenza di sua<br />

madre su un’isola “ai confini della<br />

realtà”.<br />

Jason del comando stellare (Jason<br />

of Star Command) Con: Craig Littler,<br />

Sid Haig, James Doohan, John<br />

Russell, Charlie Dell, Tamara Dobson,<br />

Susan O’Hanlon. Produzione: Usa,<br />

1979, fantascienza, colore (28/30’).<br />

Ambientata nel XXII secolo, la serie<br />

racconta le imprese del giovane esploratore<br />

spaziale Jason (Craig Littler), il<br />

cui Comando Stellare si trova su un<br />

asteroide che è minacciato dal cattivo<br />

monocolare Dragos (Sid Haig). Attorno<br />

alla figura di Jason ruotano quelle<br />

<strong>dei</strong> comandanti Canarvin e Stone (interpretati<br />

rispettivamente da James<br />

Doohan e John Russell), dell’eccentrico<br />

professore-inventore E.J. Parsafoot<br />

(Charlie Dell), dell’aliena dai superpoteri<br />

Samatha (Tamara Dobson), del<br />

capitano Nicole Davidoff (Susan<br />

O’Hanlon) del transistor Wiki e del robot<br />

Peepo. Arthur H. Nadel ha ideato,<br />

prodotto e diretto il serial per la Filmation;<br />

Lou Scheimer e Norm Prescott<br />

firmano da produttori esecutivi. Il <strong>telefilm</strong><br />

è andato originariamente in onda<br />

quale segmento del contenitore Tarzan


Jason King 460<br />

and the Super 7, per poi aquistare uno<br />

“spazio” autonomo dal 15 settembre<br />

1979. Anche se si è trattata di una delle<br />

produzioni più costose del sabato mattina<br />

a “stelle e strisce”, la serie si è avvalsa<br />

di oggetti di scena, set e modellini<br />

di Space Academy (1977, inedita in<br />

Italia), in cui tra l’altro compariva per<br />

la prima volta Peepo; il Comando Stellare<br />

non è altro che una sezione dell’Accademia<br />

Spaziale al centro del serial<br />

precedente.<br />

Jason King (Id.) Con: Peter Wyngarde,<br />

Ann Sharp, Dennis Price, Ronald<br />

Lacey. Produzione: Gran Bretagna,<br />

1971, poliziesco/spionaggio, colore<br />

(26/60’).<br />

Il personaggio di Jason King (Peter<br />

Wyngarde) esce dal Dipartimento S (e<br />

dall’omonimo <strong>telefilm</strong> del 1970) per<br />

prestare il suo acume da scrittore di<br />

gialli nel corso di indagini che coinvolgono<br />

il British Intelligence. Per risolvere<br />

i casi, egli s’ispira ai metodi<br />

usati dal protagonista <strong>dei</strong> suoi romanzi,<br />

Mark Caine. Rispetto alla serie da<br />

cui trae origine, King accentua il suo<br />

profilo dandy e l’inclinazione da playboy<br />

girovago alla Simon Templar. Tra<br />

gli altri personaggi ricorrenti: l’editore<br />

Nicola Harvester (Ann Sharp); Sir<br />

Brian (Dennis Price) e l’assistente Ryland<br />

(Ronald Lacey), i quali minacciano<br />

di arrestare King per evasione<br />

fiscale. Il produttore Monty Berman<br />

firma altresì da ideatore insieme a Derek<br />

Spooner. Laurie Johnson compone<br />

la colonna sonora. Le riprese sono<br />

state effettuate in giro per l’Europa.<br />

Jefferson, I (The Jeffersons) Con:<br />

Sherman Hemsley, Isabel Sanford,<br />

Michael Evans, Roxie Roker, Franklin<br />

Cover, Berlinda Tolbert, Marla Gibbs,<br />

Zara Cully, Paul Benedict, Ned Verti­<br />

mer, Damon Evans, Ebonie Smith, Jay<br />

Hammer. Produzione: Usa, 1975, sitcom,<br />

colore (253/30’).<br />

SUPERCULT<br />

La versione black di Arcibaldo (1971),<br />

di cui è lo spin-off, racconta la vita familiare<br />

<strong>dei</strong> Jefferson, che fatta fortuna<br />

con le lavanderie si trasferiscono dal<br />

Queens ai quartieri alti di Manhattan<br />

East Side. George (Sherman Hemsley)<br />

è intollerante, razzista, taccagno, sospettoso<br />

di tutti; la moglie Louise (Isabel<br />

Sanford, vincitrice di un Emmy<br />

Award nel 1981) cerca di stemperare i<br />

toni accesi del marito e di allacciare<br />

rapporti di buon vicinato con i condomini;<br />

il figlio Lionel (Michael Evans)<br />

s’innamora di Jenny (Berlinda Tolbert),<br />

la figlia <strong>dei</strong> vicini, i Willis: Tom<br />

(Franklin Cover) ed Helen (Roxie<br />

Roker), la prima coppia mista a conquistare<br />

il prime time americano, soprannominati<br />

sarcasticamente “zebre”<br />

dal pungente George. Non manca la figura<br />

della domestica: Marla Gibbs veste<br />

il grembiule della pigra Florence<br />

Johnston, in perenne contrasto con il<br />

padrone di casa. Tra gli altri protagonisti<br />

della sit-com, Paul Benedict è Harry<br />

Bentley, un eccentrico vicino inglese<br />

che chiede a George di camminargli<br />

sulla schiena per sbloccargli il colpo<br />

della strega; Zara Cully interpreta per<br />

tre stagioni mamma Jefferson, che non<br />

disdegna di alzare il gomito e di rimproverare<br />

al figlio di aver sposato quella<br />

“vipera” di Louise; Ned Vertimer è<br />

Ralph Hart, l’ossequioso usciere in<br />

cerca di mance. Dopo alcune puntate<br />

Michael Evans viene sostituito da Damon<br />

Evans (nessuna parentela tra i<br />

due), per poi tornare quattro anni dopo:<br />

nel frattempo Lionel sposa Jenny, con<br />

la quale ha una bambina, Jessica;<br />

quando i due decidono di divorziare, la<br />

ragazza frequenta il liceo e ha il volto


461 Jennifer<br />

di Ebonie Smith. Successivamente entra<br />

in scena Jay Hammer nelle vesti di<br />

Allan Willis, il fratello di Jenny di ritorno<br />

da una comune fonte di litigi tra<br />

George e Tom. Il personaggio di Florence<br />

ha dato vita nel 1981 a un brevissimo<br />

spin-off (Checking in, inedito in<br />

Italia). Sammy Davis jr. compare in un<br />

cameo così come aveva fatto in Arcibaldo;<br />

tra le guest-stars che bussano a<br />

casa Jefferson si riconoscono Gladys<br />

Knight (nei panni di sé stessa), Gary<br />

Coleman (Harlem contro Manhattan),<br />

Louis Gossett jr. e l’idolo del baseball<br />

Reggie Jackson. Forse non tutti sanno<br />

che Roxie Roker, scomparsa nel 1995,<br />

era la madre della rockstar Lenny Kravitz.<br />

Le lavanderie Jackson contano<br />

negozi a Manhattan, nel Bronx, a<br />

Brooklyn, Harlem e nel Queens. George<br />

e Louise sono sposati da 25 anni,<br />

Tom ed Helen da 23. La serie, che vanta<br />

la supervisione di Norman Lear, è<br />

creata da Don Nicholl, Michael Ross e<br />

Bernie West. Ron Leavitt, Jay Moriarty,<br />

Michael G. Moye, Mike Mulligan<br />

e George Sunga firmano da produttori<br />

esecutivi. Oltre che l’Emmy<br />

Award alla Sanford, la sit-com si è aggiudicata<br />

2 Image Awards. Jeff Barry<br />

è l’autore della colonna sonora e del<br />

tema musicale (“Moving on Up”) cantato<br />

da Ja’net DuBois.<br />

Jefferson Keyes (Cool Million)<br />

Con: James Farentino, Adele Mara, Ed<br />

Bernard. Produzione: Usa, 1972, poliziesco,<br />

colore (5/90’).<br />

Il serial è un segmento dell’NBC Mystery<br />

Movie, lo stesso che ha dato vita,<br />

tra gli altri, a Colombo, Banacek e<br />

Quincy. James Farentino incarna l’investigatore<br />

privato Jefferson Keyes,<br />

uno <strong>dei</strong> detective più costosi della storia<br />

della televisione: un milione di dollari<br />

a incarico con l’assicurazione di<br />

portarlo a termine. La sua base operativa<br />

è a Lincoln, nel Nebraska. Adele<br />

Mara veste i panni di Elena, colei che<br />

smista le numerose richieste di aiuto<br />

(nonostante il prezzo); Ed Bernard è<br />

Tony Baylor. Roy Huggins firma da<br />

produttore esecutivo la serie ideata da<br />

Larry Cohen. Pete Rugolo è l’autore<br />

del tema musicale; Billy Goldenberg<br />

collabora alla colonna sonora. John<br />

Badham, il futuro regista de La febbre<br />

del sabato sera (1977), appare dietro<br />

la macchina da presa.<br />

Jennifer (Jennifer Slept Here) Con:<br />

Ann Jillian, John P. Navin jr., Brandon<br />

Maggart, Georgia Engel, Mya Akerling,<br />

Glenn Scarpelli. Produzione:<br />

Usa, 1983, sit-com, colore (13/30’).<br />

Come nella serie degli anni ’50 Topper<br />

(inedita in Italia), una famiglia si trasferisce<br />

in una casa abitata dallo spirito<br />

del precedente proprietario; come nel<br />

serial di allora, il fantasma può essere<br />

visto e sentito solo da un membro del<br />

nucleo familiare. Ann Jillian interpreta<br />

la fu Jennifer Farrell, la presenza dell’aldilà<br />

che, prima di morire nel 1978,<br />

era un’attrice; John P. Navin jr. è Joey<br />

Elliot, il quattordicenne al quale si rivela<br />

consigliandolo nei travagli della<br />

pubertà. Completano il cast: Brandon<br />

Maggart nel ruolo di George, il padre<br />

di Joey nonché avvocato della proprietà<br />

Farrell; Georgia Engel veste i<br />

panni di mamma Susan; Mya Akerling<br />

è Marilyn, la sorella del ragazzo;<br />

Glenn Scarpelli è Marc, il vicino degli<br />

Elliot allorquando si trasferiscono da<br />

New York a Beverly Hills. Tra i pezzi<br />

forti della serie spicca lo splendido<br />

guardaroba indossato dalla sexy Ann<br />

Jillian: anche quando Jennifer attraversa<br />

i muri della casa, i suoi vestiti<br />

non fanno una piega. Larry Tucker e<br />

Larry Rosen firmano da ideatori e pro­


Jenny e Chachi<br />

duttori esecutivi. Tra i compositori<br />

della colonna sonora si segnalano Bill<br />

Payne, Clint Homes, Joey Murcia,<br />

Joey Scarbury (altresì cantante del tema<br />

musicale), Perry Botkin e la stessa<br />

Ann Jillian.<br />

Jenny e Chachi (Joanie Loves Chachi)<br />

Con: Erin Moran, Scott Baio, Al<br />

Molinaro, Ellen Travolta, Art Metrano.<br />

Produzione: Usa, 1982, sit-com,<br />

colore (17/30’).<br />

Joanie “Jenny” Cunningham (Erin Moran)<br />

e Charles “Chachi” Arcola (Scott<br />

Baio), la coppia di fidanzatini di Happy<br />

Days (1974), lasciano Milwaukee e si<br />

trasferiscono a Chicago in un appartamento<br />

e in un <strong>telefilm</strong> tutto loro. Li segue<br />

a ruota Al Delvecchio (Al Molinaro),<br />

il proprietario del diner più famoso<br />

della televisione che sposa la mamma<br />

di Chachi, Luisa (Ellen Travolta,<br />

sorella di John) e apre un ristorante italiano<br />

a Chicago. E proprio qui, Jenny e<br />

il suo fidanzato debuttano a capo di<br />

una band di rock’n’roll che miete un<br />

applauso dopo l’altro anche grazie all’aiuto<br />

dello zio Rico (Art Metrano).<br />

Tra una canzone e l’altra, Jenny e Chachi<br />

affrontano i problemi di chi ha appena<br />

lasciato alle spalle l’adolescenza<br />

e i “giorni felici”. Nonostante un buon<br />

successo iniziale, in America la serie<br />

venne soppressa dopo un anno in seguito<br />

ai deludenti ascolti: Moran, Baio<br />

e Molinaro tornarono a Happy Days la<br />

stagione seguente non prima del matrimonio<br />

tra la coppia del titolo. Nel doppiaggio<br />

italiano Joanie diventa inspiegabilmente<br />

Jenny. Ogni episodio viene<br />

aperto dalla canzone “You Look at<br />

Me”, scritta da Pamela Phillips e James<br />

P. Dunne. Henry Winkler, oltre a<br />

comparire nei panni di Fonzie in un<br />

cameo per la “modica” cifra di<br />

175.000 dollari, debutta alla regia nel­<br />

462<br />

l’episodio Quando dico no è no. Garry<br />

Marshall, Lowell Ganz, Ronny Hallin,<br />

Tom Miller, Ed Milkis e Bob Boyet sono<br />

i produttori esecutivi del terzo spinoff<br />

di Happy Days dopo Laverne e<br />

Shirley (1976) e Mork e Mindy (1978).<br />

Ai tempi delle riprese Scott Baio ed<br />

Erin Moran erano realmente fidanzati.<br />

Jesse (Id.) Con: Christina Applegate,<br />

Eric Lloyd, George Dzundza, David<br />

DeLuise, Bruno Campos, Jennifer<br />

Milmore, Liza Snyder. Produzione:<br />

Usa, 1998, sit-com, colore (42/30’).<br />

Sit-com romantica sulla vita piena di<br />

sogni e di uomini della mamma single<br />

Jesse Warner (Christina Applegate),<br />

residente a Buffalo di New York. Mentre<br />

gli spasimanti girano, l’unico punto<br />

saldo della nostra rimane il figlio decenne<br />

John (Eric Lloyd), adorabile e<br />

difensivo nei confronti della madre soprattutto<br />

di fronte al fidanzato di turno<br />

(quando di solito lo apostrofa con “papino”,<br />

costui fugge a gambe levate).<br />

L’ex marito brontolone di Jesse, John<br />

Warner (George Dzundza), gestisce il<br />

ristorante German-style Der Biergarten,<br />

dove la protagonista lavorava quale<br />

cameriera con vestito a tema. Divertenti<br />

le figure <strong>dei</strong> due fratelli di Jesse:<br />

l’eccentrico capellone John (John<br />

Lehr), il quale all’inizio della sit-com è<br />

un muto alla ricerca di una miglior forma<br />

di comunicazione (in seguito, non<br />

trovandola, decide di parlare) e lo<br />

spiantato-disoccupato Darren (David<br />

DeLuise), che s’ingegna per trovare<br />

un metodo per diventare ricco. L’uomo<br />

che sembra conquistare il cuore<br />

ballerino di Jesse è il vicino di casa<br />

Diego Basquez (Bruno Campos), un<br />

artista cileno di bella presenza; il sogno<br />

ricorrente della protagonista è invece<br />

quello di essere un’infermiera.<br />

Carrie (Jennifer Milmore) e Linda (Li­


463 Jimmy Stewart<br />

za Snyder) sono le amiche del cuore<br />

che lavoravano con Jesse nel ristorante<br />

“crucco”. Tra i produttori esecutivi si<br />

distinguono David Crane, Marta<br />

Kauffman e Kevin Bright di Friends<br />

(insieme a loro, firmano come tali anche<br />

Stephen Nathan e Ira Ungerleider).<br />

La colonna sonora è composta da<br />

Stephen Bertrand, James Jacob Farris<br />

e Michael Skloff (quest’ultimo già autore<br />

musicale di Friends). Le riprese<br />

sono state effettuate a Burbank, in California.<br />

Tra i premi: 2 ASCAPAwards<br />

(nel ’99 e nel 2000), un People’s Choice<br />

Award (nel ’99) e un Tv Guide<br />

Award (sempre nel ’99).<br />

Jessica Novak (Id.) Con: Helen<br />

Shaver, David Spielberg, Andrew Rubin,<br />

Eric Kilpatrick, Nina Wilcox, Lara<br />

Parker, Kenneth Gilman. Produzione:<br />

Usa, 1981, drammatico, colore (6/60’).<br />

Jessica Novak (Helen Shaver) è una<br />

reporter che vive di scoop per le news<br />

del canale KLA-TV: non che glieli chiedano<br />

a tutti i costi, a dire il vero, ma lei<br />

li coglie come funghi per dimostrare di<br />

essere la migliore. Il suo capo, Max<br />

Kenyon (David Spielberg), la spedisce<br />

spesso nei sobborghi a fare reportage<br />

di quint’ordine, ma lei ritorna sempre a<br />

casa con l’osso tra i denti. Rispettata<br />

dai colleghi per la sua tenacia, Jessica<br />

scarpina on the road con il cameraman<br />

Phil Bonelli (Andrew Rubin) e l’assistente<br />

del suono Ricky Duran (Eric<br />

Kilpatrick); allo studio televisivo l’attende<br />

il coordinatore di rete Audrey<br />

Stiles (Nina Wilcox); negli scampoli<br />

di vita privata, la nostra si divide tra<br />

l’amica Katie Robbins (Lara Parker) e<br />

l’avvocato Vince Halloran (Kenneth<br />

Gilman). La serie ideata da Ira Steven<br />

Behr è diventata la notizia del giorno<br />

quando è stata interrotta dopo solo sei<br />

puntate.<br />

JETS – Vite al limite (JETS – Leben<br />

am limit). Con: Andreas Elsholz, Jim<br />

Boeven, Frank Jordan. Produzione:<br />

Germania, 1999, avventura, colore<br />

(12/60’; 1/90’).<br />

Top-gun über alles. Robin Amberg<br />

(Andreas Elsholz), Frank Jäger (Jim<br />

Boeven) e Philip Klein (Frank Jordan)<br />

sognano di diventare gli eroi volanti<br />

più veloci di tutta la Germania. Dopo<br />

un addestramento estenuante, i tre protagonisti<br />

riescono a sedersi ai comandi<br />

di un aereo da caccia che decolla verso<br />

missioni pericolose, dove il coraggio e<br />

la tenacia vengono messi a dura prova.<br />

Il <strong>telefilm</strong> che segue idealmente il connazionale<br />

HeliCops (1998) è stato cancellato<br />

dopo solo 12 puntate: meglio<br />

restare con i piedi per terra. La serie è<br />

prodotta da Michael Schmidl e Michael<br />

Smeaton. La colonna sonora è<br />

composta da Rainer Oleak.<br />

Jimmy Stewart (The Jimmy Stewart<br />

Show) Con: James Stewart, Jonathan<br />

Daly, Julie Adams, Ellen Geer, Kirby<br />

Furlong, Dennis Larson, John McGiver.<br />

Produzione: Usa, 1971, sit-com,<br />

colore (24/30’).<br />

Nel 1971 James Stewart debutta in televisione<br />

da protagonista in una sitcom<br />

tutta sua nei panni di Jim Howard,<br />

un professore di antropologia presso il<br />

Josiah Kessel College di East Valley<br />

(California) che deve confrontarsi con<br />

il gap generazionale che lo divide dagli<br />

studenti e dal figlio ventinovenne P.J.<br />

(Jonathan Daly). Tra gli altri comprimari<br />

del serial: Julie Adams è Martha,<br />

la moglie di Jim; Ellen Geer interpreta<br />

Wendy, la consorte di P.J.; Kirby Furlong<br />

è Jake, il figlio di otto anni di<br />

Wendy e P.J.; Dennis Larson ricopre il<br />

ruolo di Teddy, il figlio, anch’esso di otto<br />

anni, di Jim e Martha (è quindi lo zio<br />

di Jake); John McGiver è Luther Quin­


J.J. Starbuck 464<br />

ce, un collega di facoltà di Howard. Nonostante<br />

il nome di Stewart, la serie<br />

creata e prodotta da Hal Kanter per la<br />

Warner Brothers non ha incontrato il<br />

favore del pubblico in America. Van<br />

Alexander firma le musiche.<br />

J.J. Starbuck (Id.) Con: Dale Robertson,<br />

Jimmy Dean, Shawn Weatherly,<br />

Ben Vereen. Produzione: Usa,<br />

1987, avventura, colore (16/60’).<br />

Nonostante la firma di Stephen J. Cannell,<br />

questa serie di avventura è stato<br />

un autentico flop. La storia è quella di<br />

Jerome Jeremiah Starbuck (Dale Robertson),<br />

un miliardario di San Antonio<br />

che dopo aver fondato le Industrie<br />

Marklee si è inventato un hobby che<br />

non tutti possono permettersi: girare il<br />

paese a bordo della sua Lincoln Continental<br />

convertibile bordeaux e tirare il<br />

freno a mano allorquando sente un grido<br />

di aiuto. Vestito alla texana come<br />

J.R., il nostro non lesina vere e proprie<br />

perle di saggezza (“il Signore non<br />

chiude mai una porta senza aprirne<br />

un’altra”, dichiara tra gli astanti stupefatti<br />

della sua ricchezza morale e di<br />

portafogli). Jimmy Dean affianca il<br />

protagonista nei panni dell’assistente<br />

Charlie Bullets, interpretato nella puntata-pilota<br />

da David Huddleston; di<br />

tanto in tanto fa la comparsa in scena<br />

Jill (Shawn Weatherly), la nipote di<br />

Starbuck. Dopo alcune puntate entra a<br />

far parte del cast Ben Vereen nelle vesti<br />

di E.L. “Tenspeed” Turner, amicoconfidente<br />

del nostro; Vereen aveva<br />

interpretato lo stesso personaggio in<br />

Premiata Agenzia Whitney, un altro<br />

serial firmato da Cannell. Nonostante<br />

la serie sia ambientata a San Antonio e<br />

dintorni, le riprese sono state effettuate<br />

a Vancouver, soprattutto all’UBC<br />

Golf Club. La canzone-tema, “Gone<br />

Again”, è cantata da Ronnie Milsap.<br />

Joe Forrester (Id.) Con: Lloyd Bridges,<br />

Eddie Egan, Taylor Lacher, Pat<br />

Crowley. Produzione: Usa, 1975, poliziesco,<br />

colore (23/60’).<br />

Il veterano Joe Forrester è un poliziotto<br />

di pattuglia con il volto di Lloyd<br />

Bridges in uno <strong>dei</strong> due spin-off tratti da<br />

Sulle strade della California (1973)<br />

insieme a Pepper Anderson agente<br />

speciale (1974). Dopo aver scarpinato<br />

da una vita per le strade della città, Forester<br />

conosce a menadito gli anfratti<br />

più reconditi della “giungla d’asfalto”,<br />

si avvale di una rete d’informatori a<br />

tutto campo, è benvoluto dai colleghi –<br />

anche se a volte lascia correre i crimini<br />

minori – ed è l’unico bianco con distintivo<br />

a poter dialogare con la comunià<br />

di colore. Eddie Egan, già agente di<br />

polizia a New York, interpreta il sergente<br />

Bernie Vincent; Taylor Lacher è<br />

il detective Will Carson. Pat Crowley<br />

presta il volto a Georgia Cameron, che<br />

fa battere il cuore al protagonista. David<br />

Gerber è l’ideatore e il produttore<br />

esecutivo della serie; la coppia Mark<br />

Rodgers-James H. Brown firma la<br />

produzione. Richard Markowitz compone<br />

le musiche originali. Le vicende<br />

si svolgono in una non meglio specificata<br />

“metropoli della California”.<br />

Joe 90 (Id.) Produzione: Gran Bretagna,<br />

1968, avventura/fantastico, colore<br />

(30/30’).<br />

La nona serie di pupazzi firmata da<br />

Gerry Anderson – la sesta contraddistinta<br />

dalla Supermarionation – segna<br />

un cambio di stile e di plot rispetto<br />

ai <strong>telefilm</strong> high-tech precedenti come<br />

Thunderbirds (1965) e Stingray<br />

(1964). Al centro delle vicende c’è Joe<br />

McClaine, un bambino di nove anni<br />

apparentemente normale. In realtà è il<br />

figlio adottivo di uno scienziato illuminato,<br />

il professor Ian McClaine, che


465 Joseph, il tenore<br />

ha scoperto il modo di trasferire particelle<br />

cerebrali da una persona all’altra<br />

grazie al BIG RAT (Brain Impulse Galvanascope<br />

Record And Transfer): il<br />

tutto avviene attraverso un semplice<br />

paio di occhiali che permette di acquisire<br />

la conoscenza necessaria. Come<br />

cavia dell’esperimento viene scelto<br />

Joe, con un look più da secchione che<br />

da eroe post-moderno: all’inizio di<br />

ogni missione, il ragazzo si siede su<br />

una poltrona speciale che si erge roteando<br />

in un’ingabbiatura circolare tra<br />

rumori elettronici e luci psichedeliche;<br />

grazie agli occhiali speciali assurge di<br />

volta in volta al ruolo di astronauta, pilota,<br />

chirurgo, esperto di computer,<br />

salvo poi diventare un agente segreto<br />

del WIN (World Intelligence Network),<br />

un’organizzazione che ha il compito di<br />

equilibrare le potenze nel mondo agli<br />

ordini di Shane Weston. Nel corso delle<br />

avventure, Joe si porta dietro una valigetta<br />

da studente con doppio fondo,<br />

dove nasconde, oltre agli occhiali, una<br />

pistola, una micro-trasmittente e rapporti<br />

top-secret. I creatori Gerry e Sylvia<br />

Anderson pongono fine con questo<br />

<strong>telefilm</strong> alla fortunata idea delle marionette<br />

parlanti nelle vesti di protagonisti.<br />

Reg Hill firma da produttore esecutivo.<br />

Barry Gray compone la colonna<br />

sonora. Sylvia Anderson presta la<br />

voce originale a Mrs. Ada Harris, la<br />

domestica del professor McClaine.<br />

Jo Gaillard (Id.) Con: Bernard Fresson,<br />

Dominique Briand, Günter Meisner,<br />

Ivo Garrani, Patrick Préjean. Produzione:<br />

Francia/Italia/Canada, 1975,<br />

avventura, colore (9/60’).<br />

Jo Gaillard (Bernard Fresson), comandante<br />

del mercantile marsigliese Marie<br />

Aude, affronta in mare avventure di<br />

ogni genere, contro contrabbandieri<br />

senza scrupoli, trafficanti di armi e na-<br />

vi cariche di rifiuti nucleari. Tra coloro<br />

che fanno parte dell’equipaggio: Dumond<br />

(Dominique Briand), Hessling<br />

(Günter Meisner), Murandit (Ivo Garrani)<br />

e il cuoco (Patrick Préjean).<br />

Johnny Ringo (Id.) Con: Don Durant,<br />

Mark Goddard, Karen Scharpe,<br />

Terence de Marney. Produzione: Usa,<br />

1959, western, b/n (38/30’).<br />

Da pistolero a sceriffo. La conversione<br />

di Johnny Ringo (Don Durant) avviene<br />

con il fedele compagno di sempre,<br />

un LeMat Special a due canne: una calibro<br />

6.45 e l’altra degna di un fucile da<br />

caccia. Con la stella sul petto a Velardi,<br />

in Arizona, il nostro comanda il suo vice,<br />

il giovane Cully (Mark Goddard);<br />

conquista la bella del paese, Laura<br />

Thomas (Karen Scharpe); intrattiene<br />

buoni rapporti con Case Thomas (Terence<br />

de Marney), il padre di Laura<br />

nonché proprietario della drogheria locale.<br />

Aaron Spelling firma da produttore.<br />

Laurindo Almeida e Herschel<br />

Burke Gilbert firmano la colonna sonora,<br />

mentre Don Durant è l’autore<br />

cantante del tema musicale. James Coburn,<br />

Ron Howard e Burt Reynolds<br />

sono i volti noti di passaggio. La storia<br />

di Johnny Ringo s’ispira al leggendario<br />

personaggio omonimo che intorno<br />

al 1880 divenne sceriffo dopo aver<br />

scaricato i revolver, anche se si dubita<br />

che le sue imprese assomiglino a quelle<br />

“buoniste” narrate nel <strong>telefilm</strong>.<br />

Joseph, il tenore (Encore! Encore!)<br />

Con: Nathan Lane, Joan Plowright,<br />

Glenne Headly, Trevor Fehrman, James<br />

Patrick Stuart, Ernie Sabella. Produzione:<br />

Usa, 1998, sit-com, colore<br />

(13/30’).<br />

Quando il famoso tenore italiano Joseph<br />

Pinoni (Nathan Lane) è colpito da<br />

un collasso sul palco mentre intona Pa­


Julie Lescaut<br />

gliacci, il dottore che lo visita gli comprime<br />

lo stomaco a tal punto da rovinargli<br />

per sempre le corde vocali. Distrutto<br />

da quanto accaduto, il nostro<br />

decide di tornare nella casa di famiglia<br />

a Napa, in California, dove si estendono<br />

vigneti a perdita d’occhio. Qui riabbraccia,<br />

poco ricambiato: la mamma<br />

Marie (Joan Plowright), la quale gli<br />

chiarisce subito che la primadonna è<br />

lei soltanto; la sorella divorziata Francesca<br />

(Glenne Headly), risentita della<br />

fama ottenuta dal fratello mentre lei tirava<br />

avanti la baracca; il timido Michael<br />

(Trevor Fehrman), il figlio sedicenne<br />

di Francesca che si dimostra<br />

l’unico ad accogliere positivamente il<br />

ritorno di Joseph. A loro si aggiungono:<br />

Claude Bertrand (James Patrick<br />

Stuart), il ricco amico del protagonista<br />

e Leo Wodecki (Ernie Sabella), a capo<br />

<strong>dei</strong> vigneti di famiglia. Nella puntatapilota<br />

Joseph è interpretato da Evan<br />

Mathews, mentre Francesca ha il volto<br />

di Molly Price. I produttori esecutivi<br />

Peter Casey, David Angell e David Lee<br />

sono altresì gli ideatori della sit-com,<br />

in quest’ultima veste con Chuck Ranberg<br />

e Anne Flett-Giordano. Bruce<br />

Miller è l’autore della colonna sonora.<br />

Thomas Harper “doppia” Nathan Lane<br />

nelle esecuzioni vocali operistiche.<br />

Julie Lescaut (Id.) Con: Véronique<br />

Genest, Mouss Diouf, Jérôme Anger,<br />

Renaud Marx, Joséphine Serre, Jennifer<br />

Lauret. Produzione: Francia, 1992,<br />

poliziesco, colore (30/90’).<br />

Uno <strong>dei</strong> polizieschi più amati di Francia<br />

negli anni ’90, tratto da una serie di<br />

romanzi best-seller di Alexis Lecaye,<br />

vede protagonista una sorta di alter<br />

ego femminile del Commissario Navarro<br />

(1989), nonché un’antesignana<br />

d’Oltralpe delle commissarie Giovanna<br />

Scalise e Giulia Corsi di Distretto di<br />

466<br />

polizia (2000). Dopo la separazione<br />

del marito avvocato, l’ispettrice di polizia<br />

Julie Lescaut (Véronique Genest)<br />

chiede e ottiene il trasferimento nella<br />

cittadina di Clairières, nella cosiddetta<br />

banlieue di Parigi. Qui fa la conoscenza<br />

<strong>dei</strong> nuovi colleghi, gli ispettori Justin<br />

N’Gouma (Mouss Diouf) e Trémois<br />

(Jérôme Anger), ai quali si aggiunge<br />

– dal diciassettesimo epidodio<br />

– il detective Kaplan (Renaud Marx).<br />

Mentre le due figlie adolescenti Babou<br />

(Joséphine Serre) e Sarah (Jennifer<br />

Lauret) non sembrano gradire il cambio<br />

di residenza, sul lavoro la “commissaria”<br />

indaga con acume e umanità<br />

sui casi di rapimento, incesto, violenze<br />

domestiche e sessuali, droga e razzismo.<br />

Alexis Lecaye cura anche l’adattamento<br />

di taluni episodi. Jean-Pierre<br />

Guérin e Cristophe Valette firmano da<br />

produttori. Didier Vasseur compone la<br />

colonna sonora. La serie, giunta da noi<br />

solo nel 2004, si è aggiudicata un premio<br />

speciale al Festival del Cinema<br />

Poliziesco di Cognac nel 1997.<br />

Julien Fontanes, magistrato (Julien<br />

Fontanes, magistrat) Con: Jacques<br />

Morel, André Falcon, Jacques<br />

Lalande, Florence Fleury, Antoinette<br />

Moya, Jacques Alric. Produzione:<br />

Francia, 1980, poliziesco/legale, colore<br />

(25/90’).<br />

Julien Fontanes (Jacques Morel) è un<br />

giudice della Sezione Affari criminali<br />

addetto alle richieste di grazia presidenziale<br />

per condannati spesso dimenticati<br />

dalla giustizia: in pratica, rappresenta<br />

l’ultima speranza per chi è innocente<br />

o ha subito un torto giudiziario.<br />

Pacato e grande negoziatore, Fontaines<br />

si ritrova al fianco del bizzoso e<br />

carrierista Le Cardonnois (André Falcon),<br />

direttore della Sezione Affari criminali<br />

e di Taybosc (Jacques Lalande),


467 Jungle Jim<br />

magistrato cinico che giudica Fontaines<br />

troppo lassista. Florence Fleury interpreta<br />

Hélène; Antoinette Moya veste<br />

i panni di Marthe, l’ex fidanzata del<br />

protagonista; Jacques Alric ha il ruolo<br />

di Robert, il marito di Marthe. La serie<br />

ideata da Gilles Perrault e Jean Cosmos<br />

non disdegna di affrontare temi<br />

sociali “forti” come l’abolizione della<br />

pena di morte, la legittima difesa, le<br />

milizie private, il reinserimento nella<br />

società <strong>dei</strong> detenuti, il terrorismo, il<br />

conflitto tra giudici e poliziotti, nonché<br />

casi realmente accaduti in Francia<br />

come l’affaire Bruay-en-Artois e la<br />

pratica Saint-Aubin. La colonna sonora<br />

è composta da Oswald d’Andréa.<br />

Jumborg Ace (Jambogu Eesu) Con:<br />

Naoki Tachibana. Produzione: Giappone,<br />

1973, fantascienza, colore<br />

(50/30’).<br />

Jumborg Ace è un robot originario del<br />

pianeta Emerald, che insieme al suo<br />

giovane pilota (Naoki Tachibana) deve<br />

difendere la Terra dagli assalti alieni.<br />

L’automa era originariamente un aereo<br />

che poteva trasformarsi in un robot; il<br />

pilota, di cui si conosce solo la matricola<br />

– JA3396 – esegue la trasformazione<br />

facendo compiere all’aereo un<br />

“giro della morte” e usando un dispositivo<br />

allacciato al polso. Le armi di<br />

Jumborg Ace sono il raggio Borg/Fin e<br />

la scarica Headbut, con la quale decapita<br />

i mostri avversari. In seguito, l’automa<br />

protagonista viene affiancato<br />

dall’auto-robot Jumborg 9. La serie è<br />

ideata da Hajime Tsuburaya; le musiche<br />

sono affidate a Shunsuke Kikuchi.<br />

Il termine “Jumborg” è la contrazione<br />

di “jumbo” e “cyborg”.<br />

June Allyson Show (The DuPont<br />

Show Starring June Allyson; The June<br />

Allyson Show) Con: June Allyson.<br />

Produzione: Usa, 1959, drammatico,<br />

b/n (56/30’).<br />

Serie drammatica antologica presentata<br />

(e saltuariamente recitata) da June<br />

Allyson e prodotta dal marito, Dick<br />

Powell, con la sua Four Star Films. Le<br />

storie svariano dal melodramma alla<br />

commedia più brillante. Numerose<br />

guest-stars si susseguono al fianco<br />

dell’attrice-presentatrice: tra le altre,<br />

Ginger Rogers, James Mason, David<br />

Niven, Joseph Cotten, Rossano Brazzi<br />

(al suo debutto americano), Bette Davis<br />

e, in una delle sue ultime apparizioni<br />

televisive, Harpo Marx. Nella quarta<br />

puntata, in onda in America il 12 ottobre<br />

1959, la coppia Allyson-Powell<br />

fa il suo debutto artistico davanti alle<br />

telecamere.<br />

Jungle Jim (Id.) Con: Johnny Weissmuller,<br />

Martin Huston, Norman Fredric.<br />

Produzione: Usa, 1955, avventura,<br />

b/n (26/30’).<br />

Serial basato sull’omonima striscia a<br />

fumetti che annovera quale protagonista<br />

l’ex nuotatore olimpionico Johnny<br />

Weissmuller nei panni di un’esperta<br />

guida bianca africana con mansioni di<br />

investigatore: Jim Bradley detto “Jim<br />

della giungla”. Nato nel 1933 dalla<br />

china del disegnatore americano Alex<br />

Raymond, Jim debuttò in carne e ossa<br />

nel ’37 in un serial in dodici puntate<br />

con Grant Whiters. Dopo essere passato<br />

alla radio, il personaggio acquisì popolarità<br />

grazie a Weissmuller, ormai<br />

troppo appesantito per Tarzan ma perfetto<br />

per i pantaloni e la camicia da<br />

escursionista in 16 film prodotti dalla<br />

Columbia. Un successo che si trasferì<br />

dal grande al piccolo schermo; tra gli<br />

altri interpreti della serie: Martin Huston<br />

è Skipper, suo figlio; Norman<br />

Fredric ricopre il ruolo dell’aiutante<br />

Kassim (Fredric è diventato famoso


Justice 468<br />

con il nome di Dean Fredericks). Immancabile<br />

la scimmia di turno, battezzata<br />

con il diminutivo di Tamba. In Italia<br />

il debutto del fumetto avvenne nel<br />

1934 sul settimanale “L’avventuroso”;<br />

nel 1940 fu costretto dalle leggi fasciste<br />

ad assumere il nome autarchico di Geo.<br />

Justice (Id.) Con: Margaret<br />

Lockwood, Philip Stone, Anthony Valentine,<br />

John Stone. Produzione: Gran<br />

Bretagna, 1971, legale, colore (26/60’).<br />

Dopo essersi fatta le ossa (e i reumatismi)<br />

nelle aule giudiziarie del nord Inghilterra,<br />

l’avvocatessa di mezza età<br />

Harriet Peterson (Margaret Lockwood)<br />

si trasferisce a Londra dietro il consi­<br />

glio del suo capo John Gallagher (Philip<br />

Stone). Qui si batte alla sbarra con<br />

l’avversario James Eliot (Anthony Valentine):<br />

la serie, che vanta un vero avvocato<br />

quale consulente alle sceneggiature,<br />

descrive mirabilmente tutte le<br />

sfumature legali pur non tralasciando<br />

l’aspetto umano della protagonista (la<br />

quale non è infallibile e finisce sconfitta<br />

in più di un’occasione). John Stone<br />

interpreta il dottor Ian Moody. Margaret<br />

Lockwood aveva già interpretato<br />

un’avvocatessa nella commedia teatrale<br />

Justice is a woman, nel 1969. James<br />

Mitchell e Edmund Ward sono gli ideatori<br />

e sceneggiatori della serie; Peter<br />

Willes firma da produttore esecutivo.


Karine e Ari (Karine et Ari; The<br />

Babysitter and Her Wonder Dog) Con:<br />

Florence Geanty, François Bourcier,<br />

Anaïs Wagner, Noam Morgensztern.<br />

Produzione: Francia, 1995, sit-com,<br />

colore (52/30’).<br />

Dopo che la moglie lo ha lasciato da<br />

solo con due figli per girare il mondo,<br />

l’astronomo Antoine Richter (François<br />

Bourcier), impegnato oltremisura<br />

e con la testa tra le nuvole per lavoro,<br />

decide di assumere una baby-sitter: la<br />

trova nella giovane Karine (Florence<br />

Geanty), la quale viene accompagnata<br />

dal fedele Basset Hound di nome Ari.<br />

Il genitore non sa che la ragazza ha doti<br />

telepatiche e che il cane possiede la facoltà<br />

di parlare, il tutto per la gioia <strong>dei</strong><br />

figli di Richter, Cerise (Anaïs Wagner)<br />

e Mathieu (Noam Morgensztern). La<br />

sit-com è firmata dalla Alya Productions<br />

insieme a TF1. Il vero nome del<br />

cane protagonista è Ici du Haras De la<br />

Vergne.<br />

Kate e Allie (Kate&Allie) Con: Susan<br />

Saint James, Jane Curtin, Ari<br />

Meyers, Allison Smith, Frederick<br />

Koehler, John Heard, Harley Venton,<br />

Paul Hecht, Gregory Salata, Sam<br />

Freed. Produzione: Usa, 1984, sitcom,<br />

colore (122/30’).<br />

Con i toni della sit-com, la serie racconta<br />

di due amiche del collegio che<br />

vanno a convivere in un appartamento<br />

di Greenwich Village con i rispettivi<br />

figli dopo che i reciproci matrimoni<br />

sono andati a rotoli: Susan Saint James<br />

interpreta la bruna Kate McArdle,<br />

quella con maggiore esperienza e politicamente<br />

attiva; Jane Curtin – vincitrice<br />

dell’Emmy nel 1984 e nel 1985 –<br />

è la bionda e più conservatrice Allie<br />

Lowell; la prima lavora in un’agenzia<br />

di viaggi, la seconda passa da un impiego<br />

part-time all’altro. Tra gli altri<br />

coprotagonisti sotto lo stesso tetto: Ari<br />

Meyers veste i panni di Emma, la figlia<br />

di Kate; Allison Smith (Melrose<br />

Place) e Frederick Koehler sono invece<br />

Jennie e Chip, i figli di Allie. Non<br />

mancano i rispettivi mariti, Max<br />

McArdle (interpretato da due attori<br />

differenti: John Heard e Harley Venton)<br />

e Charles Howell (Paul Hecht).<br />

Gregory Salata entra in scena come l’italo-americano<br />

Ted Bartelo, il nuovo<br />

boyfriend di Kate; Allie s’incontra invece<br />

con lo sportivo Bob Barsky (Sam<br />

Freed, che precedentemente aveva interpretato<br />

altri due ruoli minori nel serial).<br />

Dopo una lunga corte, Allie e<br />

Bob si sposano e invitano Kate ad andare<br />

a vivere con loro nel nuovo condominio;<br />

Emma e Jennie si iscrivono<br />

alla Columbia University; Kate e Allie<br />

intraprendono insieme un’attività. Tra<br />

le guest-stars di passaggio, si riconosce<br />

Ben Stiller. In totale, il <strong>telefilm</strong> si è<br />

aggiudicato 3 Emmy Awards e un Humanitas<br />

Prize. La serie è creata da<br />

Sherry Koben, ispirata dalle riunioni<br />

scolastiche alle quali partecipava, frequentate<br />

da un gran numero di donne<br />

divorziate con figli a carico; fan accanita<br />

del Mary Tyler Moore Show


Katts and Dog<br />

(1970), l’ideatrice del serial ha dichiarato<br />

di voler riproporre un’amicizia<br />

come quella che si era instaurata in<br />

quella sit-com tra Mary e Rhoda. Per<br />

evitare qualsiasi accusa di lesbismo<br />

nei confronti delle due protagoniste la<br />

CBS impose che Kate e Allie venissero<br />

sempre filmate mentre andavano nelle<br />

rispettive camere da letto. Mort Lachman,<br />

Merrill Grant, Bill Persky, Saul<br />

Turteltaub e Bernie Orenstein firmano<br />

da produttori esecutivi. John Leffer e<br />

Ralph Schuckett sono gli autori della<br />

colonna sonora, il primo anche cantante<br />

del tema musicale “Along Comes A<br />

Friend”.<br />

Katts and Dog (Katts and dog; Rin<br />

Tin Tin K-9 Cop) Con: Jesse Collins,<br />

Andrew Bednarski, Ken Pogue,<br />

Chuck Shamata, Dennis Akayama,<br />

Corrine Koslo. Produzione: Canada,<br />

1987, avventura, colore (106/30’).<br />

La storia è quella, a due e a quattro<br />

zampe, dell’agente cinofilo di polizia<br />

Hank Katts (Jesse Collins) e del suo<br />

pastore tedesco Rinty, addestrato a<br />

combattere il crimine nonché lontano<br />

discendente del leggendario Rin Tin<br />

Tin (morto nel 1932). Le vicende hanno<br />

inizio dall’incontro della “strana<br />

coppia” subito dopo il diploma di<br />

Hank presso l’Accademia della Polizia.<br />

In seguito entra a far parte del plot<br />

anche Steve (Andrew Bednarski), il<br />

nipote del poliziotto, il quale viene<br />

adottato da Katts dopo la morte della<br />

madre. Tra gli altri personaggi ricorrenti:<br />

il capitano Cullen Murdoch<br />

(Ken Pogue); il tenente Logan (Chuck<br />

Shamata); Ron Nakemura (Dennis<br />

Akayama); l’agente Connie Boothe<br />

(Corrine Koslo). Il poker di produttori<br />

esecutivi è formato da James Ackerman,<br />

Terry Botwick, Thomas Halleen<br />

e Peck Prior. Paul Zaza firma la colon-<br />

470<br />

na sonora della serie girata tra il Canada<br />

(nell’Ontario) e Parigi. Il <strong>telefilm</strong> è<br />

andato in onda in America con il titolo<br />

Rin Tin Tin K-9 Cop; in Italia anche come<br />

Poliziotto a quattro zampe.<br />

Kazinsky (Kaz) Con: Ron Leibman,<br />

Patrick O’Neal, Mark Whiters, Edith<br />

Atwater, Linda Carlson, Dick O’Neill,<br />

Gloria LeRoy, George Wyner. Produzione:<br />

Usa, 1978, legale, colore<br />

(22/60’).<br />

Per farsi le ossa, un avvocato di Los<br />

Angeles fa il suo bel praticantato in prigione,<br />

dove le persone da difendere<br />

non mancano. Ron Leibman interpreta<br />

l’idealista Martin Kazinski, il protagonista<br />

che dopo molto tempo passato<br />

dietro le sbarre ha iniziato a capire la<br />

mentalità <strong>dei</strong> criminali. Patrick O’Neal<br />

è Samuel Bennett, il procuratore di<br />

successo che ha accettato di assumere<br />

l’intraprendente avvocato; Mark Whiters<br />

è Peter Colcourt, il giovane collega<br />

di Bennett; Edith Atwater veste i panni<br />

della segretaria Fogel; Linda Carlson è<br />

Katie McKenna, la reporter fidanzata<br />

di Kazinski; Dick O’Neill presta il volto<br />

a Malloy, l’informatore del protagonista;<br />

Gloria LeRoy è Mary Parnell,<br />

proprietaria dello Starting Gate, il locale<br />

dove Kazinski si esibisce per hobby<br />

alla batteria; George Wyner interpreta<br />

Frank Revko, assistente del procuratore<br />

distrettuale. Ron Leibman e Don<br />

Carlos Dunaway sono i creatori della<br />

serie; Lee Rich e Marc Merson firmano<br />

quali produttori esecutivi. Fred Karlin<br />

è l’autore della colonna sonora. Antonio<br />

Fargas fa capolino in un cameo.<br />

Nella versione originale il protagonista<br />

viene soprannominato “Kaz”; nell’edizione<br />

italiana, per ovvi motivi, venne<br />

tralasciata questa confidenza.<br />

K2 + 1 (Id.) Con: Alice Kessler, Ellen


471 Kelly<br />

Kessler, Johnny Dorelli. Produzione:<br />

Italia, 1971, avventura, colore (7/60’).<br />

Nel jet set di Montecarlo si muovono<br />

sinuose due ballerine fantasiste, le gemelle<br />

Judy e Kathy (interpretate da<br />

Alice ed Ellen Kessler), entrambe con<br />

il vizio del gioco. Nonostante il tentativo<br />

del loro partner Alberto (Johnny<br />

Dorelli) di dissuaderle a sperperare i<br />

guadagni alla roulette, le due sorelle<br />

non si scoraggiano e finiscono nei guai<br />

quando entrano in possesso di un’apparecchiatura<br />

elettronica in grado di<br />

dominare il gioco. Il soggetto e la sceneggiatura<br />

sono firmati da Francesco<br />

Milizia, Alan Hackney, Biagio Proietti.<br />

Tra le guest-stars si segnala la presenza<br />

di Michele Placido.<br />

Keen Eddie (Id.) Con: Mark Valley,<br />

Julian Rhind-Tutt, Colin Salmon,<br />

Sienna Miller. Produzione: Gran Bretagna/Usa,<br />

2003, poliziesco, colore<br />

(13/60’).<br />

Già ci aveva provato John Wayne in<br />

Ispettore Brannigan, la morte segue la<br />

tua ombra a innestare un detective<br />

americano nello stereotipato ambiente<br />

londinese: come nel film del 1975, anche<br />

il newyorkese Eddie Arlette (Mark<br />

Valley) viene spedito nella capitale inglese<br />

per un’indagine sul narco-traffico.<br />

Mollato dalla fidanzata, accompagnato<br />

dal fedele cagnolino Pete, il nostro<br />

si scontra con le abitudini molto<br />

British <strong>dei</strong> colleghi di Scotland Yard,<br />

Monty Pippin (Julian Rhind-Tutt) e<br />

Nathanial Johnson (Colin Salmon) – il<br />

primo facilmente impressionabile, il<br />

secondo eccessivamente abbottonato<br />

– così come quelle della coinquilina<br />

sexy Fiona Bickerton (Sienna Miller),<br />

la quale conquisterà con la sua impertinenza<br />

il cuore americano. Tra inseguimenti<br />

spettacolari e umorismo inglese<br />

all’ora del tè, Eddie riesce a farsi<br />

apprezzare e a rifarsi una vita. Tra i<br />

“tormentoni” del serial spicca quello<br />

in cui il protagonista sogna ad occhi<br />

aperti la segretaria di Johnson (interpretata<br />

da Rachel Buckley) in situazioni<br />

al limite dell’hard; a lei si rivolge<br />

spesso con l’appellativo di “Miss<br />

Monny Penny” (forse non è un caso<br />

che l’attore Colin Salmon fosse nel cast<br />

di 007 – La morte può attendere). La<br />

trama ricorda a grandi linee un altro <strong>telefilm</strong>:<br />

Dempsey & Makepiece del<br />

1985. Tra i registi compare Simon West,<br />

già dietro la macchina da presa di<br />

Con Air e Tomb Raider al cinema. La<br />

serie è ideata da J.H. Wyman, il quale<br />

firma altresì da produttore esecutivo,<br />

in quest’ultima veste in compagnia di<br />

Warren Littlefield e dello stesso West.<br />

Il vero nome del bull-terrier è Dozer.<br />

Nel corso della colonna sonora si<br />

ascoltano canzoni degli Orbital, <strong>dei</strong><br />

Madness, <strong>dei</strong> New Order, di Daniel<br />

Ash e di Shok.<br />

Kelly (Id.) Con: Charmaine Gorman,<br />

Gil Tucker, Ailsa Piper, Anthony<br />

Hawkins, Matthew Ketteringham,<br />

Alexander Kemp, Joseph Spano. Produzione:<br />

Australia, 1991, avventura,<br />

colore (26/30’).<br />

Il Rex australiano si chiama Kelly ed è<br />

un pastore tedesco-poliziotto che dopo<br />

un incidente va a recuperare le forze a<br />

casa del suo collega bipede nella cittadina<br />

costiera di Fern Cove, nel sud-est<br />

dell’Australia. Qui fa la conoscenza<br />

<strong>dei</strong> diversi componenti del nucleo familiare,<br />

dividendo ilarità e avventure<br />

con i Patterson: Jo (Charmaine Gorman),<br />

Frank (Gil Tucker), Maggie<br />

(Ailsa Piper), Mike (Anthony Hawkins),<br />

Chris (Matthew Ketteringham).<br />

Tra gli altri personaggi ricorrenti:<br />

Danny Foster (Alexander Kemp) e<br />

Brian Horton (Joseph Spano). Memo­


Khan 472<br />

rabile la scena in cui Kelly avverte del<br />

pericolo abbaiando al telefono. La serie<br />

è ideata e prodotta da Jonathan M.<br />

Shiff. Dal <strong>telefilm</strong> è stata tratta una<br />

collana di videocassette (Kelly the Hero),<br />

reperibile sul mercato americano.<br />

Khan (Khan!) Con: Khigh Dhiegh,<br />

Evan Kim, Irene Yah-Ling Sun, Vic<br />

Tayback. Produzione: Usa, 1975, poliziesco,<br />

colore (4/60’).<br />

STRACOTTO<br />

Khan che abbaia non morde, almeno<br />

guardando gli ascolti americani e la<br />

soppressione dopo solo quattro settimane<br />

di programmazione sulla CBS.<br />

Forse i telespettatori hanno colto la<br />

(troppa) somiglianza del detective<br />

protagonista, interpretato da Khigh<br />

Dhiegh – colui che aveva vestito i panni<br />

di Wo Fat in Hawaii Squadra Cinque<br />

Zero (1968) – con Charlie Chan.<br />

Come l’illustre predecessore anche<br />

Khan, investigatore privato nella Chinatown<br />

di San Francisco, si fa accompagnare<br />

nelle indagini dai figli: lo studente<br />

Kim (Evan Kim) e la laureanda<br />

in criminologia Anna (Irene Yah-Ling<br />

Sun) assicurano un mix di tecniche investigative<br />

tradizionali e moderne al<br />

fianco del genitore vecchia maniera; il<br />

tenente Gubbins (Vic Tayback) è il poliziotto<br />

che bussa a casa Khan in cerca<br />

di aiuto. Laurence Heath firma la serie<br />

da produttore. Bruce Broughton e<br />

Morton Stevens sono gli autori della<br />

colonna sonora.<br />

Kingdom, The – Il Regno (Riget;<br />

Riget II) Con: Ernst Hugo Järogård,<br />

Kirsten Rolffles, Søren Pilmark, Holger<br />

Juul Hansen, Baard Owe, Ghita<br />

Nørby, Jens Okking, Birthe Neumann,<br />

Erik Wedersøe, Birgitte Raaberg, John<br />

Hahn-Petersen. Produzione: Danimarca/Francia/Svezia/Germania/Italia,<br />

1994, medico/thriller, colore (11/60’).<br />

CULT<br />

Nell’ospedale di Copenaghen noto<br />

con il soprannome de “Il Regno” per la<br />

sua mastodontica struttura tentacolare<br />

si trema di paura. Dopo che l’incompetente<br />

chirurgo svedese Stig Helmer<br />

(Ernst Hugo Järogård) ha ridotto una<br />

ragazzina in stato catatonico, in corsia<br />

compare il fantasma di una bambina<br />

morta nel 1919: la spiritista dilettante e<br />

ipocondriaca Drusse (Kirsten Rolffles)<br />

indaga al fianco del dottor Krogen<br />

(Søren Pilmark), scoprendo terribili<br />

misteri. Tra gli altri personaggi ricorrenti:<br />

il dottor Moesgaard (Holger<br />

Juul Hansen), il dottor Bondo (Baard<br />

Owe), Rigmor (Ghita Nørby), Bulder<br />

(Jens Okking), la signora Svendsen<br />

(Birthe Neumann), Ole (Erik Wedersøe),<br />

Judith (Birgitte Raaberg), Nivesen<br />

(John Hahn-Petersen). Definito<br />

una sorta di “Twin Peaks ospedaliero”,<br />

“il Belfagor ai tempi di E.R.”, è concepito<br />

da Lars von Trier come una telenovela<br />

gotica e visionaria che dilata i<br />

tempi, il serial compie esperimenti<br />

“transgenici” del tutto rivoluzionari<br />

per la tv o, come scrive il critico cinematografico<br />

Paolo Mereghetti, “stravolge<br />

allegramente le regole del genere<br />

pur rispettandone i meccanismi”.<br />

Forse per questo in alcuni paesi come<br />

l’Italia la serie ha esordito come un<br />

film vero e proprio di oltre 5 ore – comunque<br />

tagliato rispetto alla versione<br />

televisiva – lungo trapianti, aborti e<br />

autopsie, satira e spaventi, trash e<br />

dramma, scienza e soprannaturale, il<br />

tutto condito da uno humour macabro<br />

strisciante; in realtà da noi è arrivata<br />

solo la prima parte – Reiget II ripropone<br />

le stesse atmosfere e gli stessi protagonisti<br />

lungo 286 minuti totali – mentre<br />

la terza è stata cancellata per l’improvvisa<br />

morte di Järogård. Lars von


473 Kirk<br />

Trier, che ha curato la realizzazione insieme<br />

a Morten Arnfred e firma la produzione<br />

con la sua Zentropa Entertainment,<br />

ha scritto la sceneggiatura del<br />

primo ciclo in un mese. Tra i numerosi<br />

riconoscimenti ricevuti dalla fiction si<br />

segnala il Premio Speciale della Giuria<br />

al Festival di Cannes nel 1994. Nel<br />

2004 Stephen King ha firmato un remake<br />

intitolato Kingdom Hospital.<br />

Kingston: dossier paura (Kingston:<br />

Confidential) Con: Raymond<br />

Burr, Art Hindle, Pamela Hensley,<br />

Linda Galloway, Nancy Olson. Produzione:<br />

Usa, 1977, drammatico, colore<br />

(13/60’).<br />

Raymond Burr veste i panni di R.B.<br />

Kingston, un giornalista veterano che<br />

lavora per il Frazier News Group, un<br />

consorzio di testate di San Francisco<br />

che può contare su 26 quotidiani e 9<br />

emittenti radiofoniche e televisive.<br />

Nonostante il ruolo al vertice, il protagonista<br />

non disdegna di sfoderare quel<br />

taccuino che l’ha reso uno <strong>dei</strong> migliori<br />

reporter investigativi in circolazione.<br />

Art Hindle e Pamela Hensley interpretano<br />

rispettivamente i giovani reporter<br />

Tony Marino e Beth Kelly, i quali non<br />

disdegnano di infiltrarsi a caccia dello<br />

scoop; Linda Galloway ha il ruolo di<br />

Linda, la segretaria di Kingston;<br />

Nancy Olson è Jessica Frazier, a capo<br />

della holding mediatica al centro del<br />

<strong>telefilm</strong>. David Victor è il produttore<br />

esecutivo della serie. Henry Mancini e<br />

Pete Rugolo firmano a quattro mani le<br />

musiche originali.<br />

Kirk (Id.) Con: Kirk Cameron, Will<br />

Estes, Courtland Mead, Taylor Fry,<br />

Debra Mooney, Chelsea Noble, Louis<br />

Vanaria. Produzione: Usa, 1995, sitcom,<br />

colore (32/30’).<br />

Kirk Cameron, già protagonista di Ge­<br />

nitori in blue jeans (1985), è l’aspirante<br />

fumettista Kirk, che lascia Milford<br />

(Ohio), la sua cittadina natale, per lanciarsi<br />

nella sfrenata vita metropolitana<br />

di Manhattan. Ha ventidue anni e, nell’attesa<br />

di diventare illustratore di supereroi,<br />

vive da single disegnando le<br />

insegne <strong>dei</strong> negozi. Ha il physique du<br />

rôle, sfodera entusiasmo da tutti i pori<br />

e possiede un appartamento tutto suo:<br />

New York è ai suoi piedi, ogni notte<br />

sarà una festa memorabile, i migliori<br />

anni della sua vita stanno per cominciare<br />

e lui è pronto ad azzannare con<br />

voracità la “Grande Mela”. Ma tra lui e<br />

la mondanità si frappone un piccolo<br />

ma non trascurabile problema: i suoi<br />

tre fratellini. Corey (Will Estes), Russell<br />

(Courtland Mead) e Phoebe (Taylor<br />

Fry), finora curati dalla zia, devono<br />

trovare una sistemazione. Gli viene<br />

detto: “è il tuo turno con i ragazzi” e<br />

Kirk, molto legato ai suoi fratelli, deve<br />

rivedere tutti i suoi piani bellicosi... Da<br />

folle e disinibito single, il protagonista<br />

si trova costretto a impersonare la figura<br />

del morigerato, responsabile e talvolta<br />

bacchettone padre di famiglia,<br />

dando vita a improbabili situazioni da<br />

sit-com. Tra gli altri interpreti del <strong>telefilm</strong>:<br />

Debra Mooney veste i panni di<br />

Sally Jackson, la proprietaria della<br />

nuova casa di Kirk; Chelsea Noble, già<br />

al fianco di Cameron in Genitori in<br />

blue jeans (1985) e per di più sua moglie,<br />

interpreta la bella vicina Elisabeth<br />

Waters; Louis Vanaria è Eddie Balducci,<br />

l’amico del protagonista. Ross<br />

Brown, già tra gli autori de I Robinson<br />

(1984), è il creatore nonché produttore<br />

esecutivo della serie in compagnia di<br />

Charlotte Brown (tra gli autori del<br />

Mary Tyler Moore Show) e della premiata<br />

ditta William Bickley-Michael<br />

Warren (Otto sotto un tetto e Mr. Cooper<br />

tra i loro più recenti successi).


Klondike 474<br />

Klondike Vedi La valle dell’oro.<br />

Kodiak (Id.) Con: Clint Walker, Abner<br />

Biberman, Maggie Blye. Produzione:<br />

Usa, 1974, poliziesco, colore<br />

(13/30’).<br />

Rispetto al calvo e contemporaneo<br />

collega con la “j”, Kodiak è un poliziotto<br />

originario dell’Alaska che in<br />

realtà si chiama Cal McKay (e ha il<br />

volto di Clint Walker). Nel corso delle<br />

indagini si porta dietro l’eschimese<br />

Abraham Lincoln Imhook (Abner Biberman);<br />

quando non riesce a cavare<br />

un ragno dal buco, il nostro si affida alle<br />

“soffiate” dell’informatrice Mandy<br />

(Maggie Blye). Stan Shpetner, che ha<br />

ideato la serie insieme ad Anthony<br />

Lawrence, firma da produttore. Morton<br />

Stevens è l’autore della colonna<br />

sonora. William Shatner compare da<br />

guest-star. La serie è caduta sotto i colpi<br />

del concorrente Sanford and son e,<br />

sicuramente, per colpa dell’assonanza<br />

del nome del protagonista con il più<br />

noto Kojak.<br />

Kojak (Id.) Con: Telly Savalas, Kevin<br />

Dobson, George Savalas, Mark Russell,<br />

Vince Conti, Borah Silver, Dan<br />

Frazer. Produzione: Usa, 1973, poliziesco,<br />

colore (119/60’; 8/90’).<br />

SUPERCULT<br />

Cinico, sarcastico, intelligente, incorruttibile,<br />

il tenente Theo Kojak non ha<br />

peli sulla lingua e neanche in testa: il<br />

cranio rasato più famoso della televisione<br />

appartiene a Telly Savalas, nei<br />

panni dell’investigatore di punta del<br />

tredicesimo distretto di polizia a sud di<br />

Manhattan, tra la prima e la seconda<br />

Avenue. Con l’inseparabile lecca-lecca<br />

in bocca, quando non fuma gli amati<br />

sigari Panatelas, il cinico poliziotto di<br />

origine greca scruta da dietro gli occhiali<br />

fumè gli indizi, le scene del de­<br />

litto, i probabili sospetti; tornato in<br />

centrale sguinzaglia i suoi: il braccio<br />

destro Bobby Crocker (Kevin Dobson);<br />

l’obeso Stavros (interpretato da<br />

George Savalas, il fratello di Telly);<br />

Saperstein, Rizzo e Prince (interpretati<br />

rispettivamente da Mark Russell, Vince<br />

Conti e Borah Silver). Il capitano<br />

Frank McNeil (Dan Frazer) chiama di<br />

tanto in tanto nel suo ufficio Kojak per<br />

chiedergli ragione <strong>dei</strong> suoi metodi non<br />

sempre ortodossi. Più che la pistola il<br />

tenente sfodera una psicologia pressante<br />

nei confronti <strong>dei</strong> presunti colpevoli,<br />

li pedina come un’ombra, anticipa<br />

le loro mosse, li fa cadere in trappola.<br />

Dopo un matrimonio fallimentare,<br />

Kojak si dedica anima e corpo a quella<br />

“giungla d’asfalto” che sembra diventata<br />

il suo habitat naturale, dove i rischi<br />

e i pericoli sono all’ordine del giorno.<br />

Prima di debuttare davanti alla macchina<br />

da presa, Telly Savalas aveva lavorato<br />

dietro le quinte televisive: all’inizio<br />

come produttore di un network di<br />

New York, poi quale direttore del casting.<br />

Il fratello dell’attore, George Savalas,<br />

compare nella sigla delle prime<br />

due stagioni anche con il secondo nome:<br />

Demosthenes. Nonostante il raggio<br />

d’azione del distretto di Kojak sia<br />

circoscritto tra l’Hudson e l’East River,<br />

il <strong>telefilm</strong> spinge il detective anche<br />

ai confini della “Grande Mela”. In<br />

uno <strong>dei</strong> tanti film-tv che hanno protratto<br />

il successo della serie, dal 1985 al<br />

1990, Kojak diventa ispettore, Crocker<br />

assume il ruolo di Pubblico Ministero.<br />

Matthew Rapf è il produttore esecutivo<br />

del serial ideato e prodotto da Abby<br />

Mann. Billy Goldenberg, già autore<br />

delle musiche di molti episodi di Colombo,<br />

firma il tema musicale che accompagna<br />

le indagini del calvo tenente,<br />

apparso per la prima volta nel 1973<br />

all’interno della serie The Marcus Nel­


475 Kristin<br />

son Murders, che si ispirava a fatti<br />

realmente accaduti; nell’ultima stagione<br />

la colonna sonora è composta da<br />

John Cacavas. Per questo ruolo, Savalas,<br />

che si diletta altresì da regista occasionale,<br />

ha vinto due Golden Globes<br />

e un Emmy Award, conquistandosi così<br />

la copertina di “Newsweek”. In tutto<br />

il <strong>telefilm</strong> si è aggiudicato 2 DGA<br />

Awards, 2 Emmy Awards, 3 Golden<br />

Globes. Il miglior riconoscimento, tuttavia,<br />

è stato l’apprezzamento manifestato<br />

dalle forze di polizia per il realismo<br />

del serial. Tra i cameo che impreziosiscono<br />

la serie: Richard Gere,<br />

Danny Aiello, Harvey Keitel, Sylvester<br />

Stallone (è il detective Rick Daley),<br />

Leslie Nielsen, James Woods,<br />

Isabel Sanford, John Ritter, Paul Michael<br />

Glaser, Dabney Coleman, Martin<br />

Balsam, Paul Anka, Antonio Fargas,<br />

Jerry Orbach, Eli Wallach, Morgan<br />

Fairchild, Danny Aiello, William<br />

Hurt, Christopher Walken. Nel 2005<br />

Kojak è diventato di colore, nel <strong>telefilm</strong><br />

che vede l’afro-americano Ving<br />

Rhames ciucciare il leccalecca del pelato<br />

protagonista.<br />

Korg (Korg: 70,000 B.C.) Con: Jim<br />

Malinda, Naomi Pollack, Christopher<br />

Man, Charles Morted, Janelle Pransky.<br />

Produzione: Usa, 1974, avventura,<br />

b/n (16/30’).<br />

Fondamentalmente, una sorta di Una<br />

famiglia americana dell’età della pietra.<br />

Nonostante la firma di William<br />

Hanna e Joseph Barbera quali produttori<br />

esecutivi, la serie, girata in presa<br />

diretta, si avvale di effetti speciali risibili.<br />

La storia è quella di una famiglia<br />

di trogloditi del 70.000 avanti Cristo<br />

con a capo il patriarca Korg (Jim Malinda):<br />

completano il quadretto di<br />

Neanderthal la moglie Mara (Naomi<br />

Pollack) e i figli Tane (Christopher<br />

Man), Tor (Charles Morted) e Ree (Janelle<br />

Pransky). Prima delle riprese, per<br />

dare maggiore credibilità alle ambientazioni,<br />

sono stati consultati l’American<br />

Museum di Storia Naturale di New<br />

York e il County Museum di Los Angeles.<br />

La voce narrante originale “fuori<br />

campo” appartiene a Burgess Meredith.<br />

Koseidon (Kyoryu Sentai Koseidon)<br />

Con: interpreti vari. Produzione: Giappone,<br />

1978, fantascienza, colore<br />

(52/30’).<br />

La pattuglia scientifica Koseidon, in<br />

grado di effettuare viaggi temporali,<br />

deve tornare nella preistoria del nostro<br />

pianeta per salvarlo: alieni ostili sono<br />

giunti sulla Terra di 70 milioni di anni<br />

fa per invaderla, alterando il corso del<br />

tempo. Gli invasori d’altri mondi hanno<br />

la capacità di controllare telepaticamente<br />

i dinosauri, trasformandoli in<br />

potenti avversari del gruppo Koseidon.<br />

Il pilota Go può trasformarsi nel<br />

Cavaliere del Tempo, un guerriero in<br />

grado di aumentare le proprie dimensioni<br />

fino a raggiungere quelle <strong>dei</strong> dinosauri<br />

che deve affrontare; tra le sue<br />

armi più efficaci c’è la capacità di fermare<br />

il corso del tempo per 30 secondi.<br />

La serie è firmata dalla Tsuburaya Productions.<br />

Kristin (Id.) Con: Kristin Chenoweth,<br />

Christopher Durang, Jon Tenney,<br />

Larry Romano, Dale Godboldo, Ana<br />

Ortiz. Produzione: Usa, 2001, sit-com,<br />

colore (13/30’).<br />

Anche se a New York vige la leggenda<br />

che chiunque possa conquistare il successo,<br />

anche se vale il detto “il vino<br />

buono sta nelle botti piccole”, il tentativo<br />

di emergere dall’anonimato da<br />

parte della biondina Kristin Yancey<br />

(Kristin Chenoweth) si risolve in un


Kronos 476<br />

mezzo flop. Proveniente dalla cittadina<br />

di Broken Arrow nell’Oklahoma,<br />

Kristin si presenta a provini o colloqui<br />

con il suo metro e mezzo di altezza, e<br />

spesso si vede indicare l’uscita: ma un<br />

giorno, il Reverendo Thornhill (Christopher<br />

Durang), il padre spirituale<br />

della protagonista, la presenta al manager<br />

sull’orlo della bancarotta<br />

Tommy Ballantine (Jon Tenney). Costui,<br />

in cerca di un rilancio d’immagine,<br />

la assolda quale assistente per<br />

sventolare l’onestà che Kristin incarna,<br />

non sapendo che la ragzza è destinata<br />

a cambiargli la vita e gli affari. Tra<br />

coloro che subiscono l’onda bionda<br />

d’onestà presso la Ballantine Enterprises:<br />

Aldo Bonnadonna (Larry Romano),<br />

il braccio destro di Tommy con<br />

l’accento di Brooklyn; Tyrique Kimbrough<br />

(Dale Godboldo), il portavoce<br />

con le treccine che si dice pronto a risolvere<br />

qualsiasi cosa; la “caliente”<br />

Santa Clemente (Ana Ortiz), direttrice<br />

delle vendite, gelosa della nuova arrivata<br />

e della sua influenza su Ballantine.<br />

L’ideatore John Markus è, insieme<br />

a Earl Pomerantz, anche produttore<br />

esecutivo. Matt Morse è l’autore della<br />

colonna sonora. Dei 13 episodi girati,<br />

l’NBC ne ha mandati in onda solo 7.<br />

Kronos (The Time Tunnel) Con: James<br />

Darren, Robert Colbert, Whit Bissell,<br />

John Zaremba, Lee Meriwether,<br />

Wesley Lau. Produzione: Usa, 1966,<br />

fantascienza, colore (30/60’).<br />

Una macchina del tempo che permette<br />

di viaggiare nel passato e nel futuro:<br />

anche se il plot non è <strong>dei</strong> più originali,<br />

la serie vanta gli effetti speciali di Bill<br />

Abbott (che per questo <strong>telefilm</strong> ha vinto<br />

un Emmy) nonché l’ideazione, produzione<br />

e regia di Irwin Allen (già produttore<br />

esecutivo di <strong>telefilm</strong> sci-fi di<br />

culto come La terra <strong>dei</strong> giganti, Viag­<br />

gio in fondo al mare e l’inedito, in Italia,<br />

Lost in Space), definito “il Jules<br />

Verne della fantascienza televisiva”. Il<br />

serial vede protagonisti due scienziati,<br />

il dottor Tony Newman (James Darren)<br />

e il dottor Doug Phillips (Robert<br />

Colbert), incaricati dal governo di progettare<br />

una sorta di “porta” temporale<br />

in grado di trasportare persone e oggetti<br />

in qualsiasi epoca storica. Tra gli<br />

altri personaggi ricorrenti, il tenente<br />

Heywood Kirk (Whit Bissell), supervisore<br />

del progetto segretissimo denominato<br />

Tic-Toc, al quale lavorano ben<br />

60.000 persone in una struttura sotterranea;<br />

il dottor Raymond Swain (John<br />

Zaremba); il dottor Ann MacGregor<br />

(Lee Meriwether); il sergente maggiore<br />

Jiggs (Wesley Lau), l’ufficiale addetto<br />

alla sicurezza. L’effetto speciale<br />

che ha caratterizzato il <strong>telefilm</strong> è il<br />

tunnel temporale (detto in originale<br />

“corridors of time”), rappresentato da<br />

un vortice che pare voler risucchiare<br />

anche il telespettatore: costato 7 milioni<br />

di dollari al governo americano, esso<br />

non solo permette il viaggio nel<br />

tempo, ma anche di seguire le vicissitudini<br />

<strong>dei</strong> due “crononauti” dai monitor<br />

istallati alla base militare. La serie<br />

è ambientata nel 1968, due anni dopo<br />

la trasmissione originale in America.<br />

La prima puntata vede Newman catapultato<br />

sul Titanic; nei successivi episodi<br />

i due scienziati si ritrovano a vivere<br />

la Guerra civile, la Prima Guerra<br />

Mondiale, la corte di Re Artù, l’epopea<br />

<strong>dei</strong> pirati, la battaglia di Troia, al<br />

fianco di Maria Antonietta, da Pearl<br />

Harbor ad Alamo; in quattro salti nel<br />

tempo la coppia di protagonisti fa la<br />

conoscenza di popoli alieni, forme di<br />

vita ciniche e crudeli sul modello di<br />

Mars Attacks!; ogni puntata finisce<br />

con Newman e Phillips scaraventati in<br />

un’altra epoca, pronti ad affrontare


477 Kung Fu<br />

una nuova avventura nell’episodio seguente,<br />

“in un punto definito <strong>dei</strong> corridoi<br />

infiniti del tempo”. Il tema musicale<br />

è composto da Johnny Williams.<br />

Tra le guest-stars spiccano le presenze<br />

di Dennis Hopper e Robert Duvall. Per<br />

un inspiegabile “salto temporale” la<br />

serie è giunta in Italia solo all’inizio<br />

degli anni ’80, con tanto di sottotitolo<br />

Sfida al passato. Nel 1976 Irwin Allen<br />

ha tentato di riproporre il plot della serie<br />

di dieci anni prima, ma i viaggi nel<br />

tempo di Time Travellers hanno fatto<br />

rimanere i protagonisti con le valigie<br />

in mano nell’unico episodio prodotto.<br />

Kung Fu (Id.) Con: David Carradine,<br />

Philip Ahn, Radames Pera, Keye<br />

Luke. Produzione: Usa, 1972, avventura,<br />

colore (63/60’; 1/120’).<br />

CULT<br />

Filosofia buddista e arti marziali sono<br />

al centro di una serie sui generis che<br />

racconta le gesta (e i pensieri) di Kwai<br />

Chang Caine (David Carradine), un<br />

monaco Shaolin nella Cina di metà<br />

’800. Costretto alla fuga dopo aver ucciso<br />

un uomo della famiglia reale, Caine<br />

non è affatto violento: il più delle<br />

volte porge l’altra guancia, ricorre alle<br />

arti marziali solo quando si deve difendere.<br />

Di poche parole, vestito con<br />

quattro stracci, egli sembra impassibile<br />

agli affronti e per riconquistare la<br />

calma interiore pratica yoga e suona<br />

l’amato flauto. Tra flashback che lo riportano<br />

agli insegnamenti morali <strong>dei</strong><br />

suoi maestri, tra sequenze ralenti alla<br />

Peckinpah che ne esaltano l’agilità, il<br />

protagonista incarna l’eroe post Bruce<br />

Lee (il quale era in predicato per interpretare<br />

Caine): non per niente il discendente<br />

di quest’ultimo, Brandon,<br />

ha debuttato nel film tv della CBS nei<br />

panni del figlio di Kwai Chang. Il passato<br />

di Caine non è più semplicemente<br />

un’etichetta utile a denotare il personaggio:<br />

esso diventa la sua cultura, accompagna<br />

le sue avventure, lo aiuta a<br />

superare le difficoltà che incontra. Il<br />

confronto tra passato e presente, così<br />

come quello tra cultura americana e cinese,<br />

diventa essenziale nella storia e<br />

giustifica lo sguardo perennemente<br />

malinconico del nostro. Tra le figure<br />

ricorrenti della serie: Philip Ahn interpreta<br />

il maestro Kan; Keye Luke dà<br />

volto al maestro Po, il quale istruisce il<br />

nostro a percepire anche il suono delle<br />

cavallette (“Come fanno le sue orecchie<br />

a sentirle?”, chiede l’aspirante<br />

Shaolin. “Come fanno le tue a non<br />

ascoltarle?”, gli ribatte il maestro). Radames<br />

Pera veste la tunica di Caine ragazzo.<br />

Ed Spielman è l’ideatore della<br />

serie accompagnata dalle musiche di<br />

Jim Helms e da uno stuolo di gueststars:<br />

tra le altre, Harrison Ford, Jodie<br />

Foster, Don Johnson, Leslie Nielsen,<br />

George Takei, Robert Urich, Gary Busey,<br />

Stefanie Powers, William Shatner,<br />

Sondra Locke, José Feliciano, i parenti<br />

John, Keith e Robert Carradine. Jerry<br />

Thorpe firma da produttore esecutivo.<br />

Le scene <strong>dei</strong> combattimenti, il più delle<br />

volte girati al rallentatore, sono curate<br />

da David Chow e Kam Yuen. Come<br />

in una sorta di identificazione con<br />

il proprio personaggio, David Carradine<br />

ha sposato il misticismo ‘new age”<br />

di Caine, decidendo di andare a vivere<br />

in una casa isolata sulle colline e rifuggendo<br />

gli sfarzi di Hollywood che avevano<br />

visto protagonista il padre John.<br />

Nei primi anni ’90 l’idea del discendente<br />

è stata ripresa nel sequel Kung<br />

Fu: la leggenda, in cui il figlio di Caine,<br />

Peter (interpretato da Chris Potter),<br />

creduto erroneamente morto in un incendio,<br />

è diventato un arguto detective<br />

della polizia; una volta incontratisi, i<br />

due si alleano contro la criminalità.


Kung Fu: la leggenda<br />

Kung Fu: la leggenda (Kung Fu:<br />

The Legend Continues) Con: David<br />

Carradine, Chris Potter, Robert Lansing,<br />

Marla Schaffel, Kim Chan, William<br />

Dunlop, Nathaniel Moreau. Produzione:<br />

Usa, 1993, poliziesco, colore<br />

(88/60’).<br />

COTTO<br />

Il sequel di Kung Fu (1972) ha ben poco<br />

delle atmosfere new age della serie<br />

originale: la scena si apre quindici anni<br />

dopo l’incendio in cui Kwai Chang<br />

Caine (David Carradine) credeva di<br />

aver perso il figlio; in realtà Peter (Chris<br />

Potter) era scampato alla tragedia e<br />

dopo essere stato adottato è diventato<br />

un abile detective della polizia di Los<br />

Angeles. Quando i due si riabbracciano<br />

decidono di unire le forze contro la<br />

criminalità nonostante le differenze<br />

che li caratterizza: riflessivo e pacifico<br />

il prete Shaolin, reattivo e impulsivo il<br />

figlio poliziotto. Tra un’indagine e<br />

l’altra, tra uno scontro caratteriale e<br />

l’altro, la “strana coppia” ruota attorno<br />

ai personaggi del tenente Paul Blai­<br />

478<br />

sdell (Robert Lansing), il superiore di<br />

Peter; Tyler Smith (Marla Schaffel),<br />

l’ex fidanzata del giovane poliziotto<br />

con il quale s’instaura uno <strong>dei</strong> più<br />

classici “tira e molla”; Lo Si (Kim<br />

Chan), l’amico di Kwai Chang che gestisce<br />

una farmacia a Chinatown;<br />

Frank Strenlich (William Dunlop), il<br />

capo del distretto di polizia. Nathaniel<br />

Moreau interpreta Peter nelle sequenze<br />

in flashback. Nell’ultimo episodio<br />

Peter diventa un monaco Shadin,<br />

mentre Kwai Chang parte in cerca della<br />

madre del figlio. Michael Sloan e<br />

Nigel Watts sono i produttori esecutivi<br />

della serie girata a Vancouver. Jeff<br />

Danna è l’autore della colonna sonora<br />

e del tema musicale. Neve Campbell,<br />

Robert Vaughn, George Lazenby, Patrick<br />

Macnee e Mickey Rooney compaiono<br />

da guest-stars; da notare la<br />

presenza, tra i volti noti di passaggio,<br />

di George Takei, il quale aveva contraddistinto<br />

con un suo cameo anche<br />

la serie originaria.


L.A. Dragnet (Id.) Con: Ed O’Neill,<br />

Ethan Embry, Eva Longoria, Desmond<br />

Harrington, Evan Parke. Produzione:<br />

Usa, 2003, poliziesco, colore (22/60’).<br />

Se Dragnet (1952), capostipite <strong>dei</strong> polizieschi<br />

reality, utilizzava via via l’anno<br />

di messa in onda nel titolo per contestualizzare<br />

le vicende, perché non teletrasportare<br />

il suo protagonista negli<br />

anni 2000? È quello che deve aver<br />

pensato Dick Wolf nell’adattamento<br />

della storica serie degli anni ’50 in cui<br />

il mitico tenente Joe Friday ha il volto<br />

di Ed O’Neill. Sì, dopo mezzo secolo è<br />

ancora tenente: più che un veterano, un<br />

povero diavolo. Eppure l’entusiasmo è<br />

quello di una recluta, l’impegno è degno<br />

di un mastino. Al suo fianco c’è<br />

ancora il fedele detective Frank Smith<br />

(Ethan Embry), almeno per la prima<br />

stagione: dal secondo ciclo – visti gli<br />

ascolti decrescenti in patria – lo sostituisce<br />

la più avvenente Gloria Duran<br />

(Eva Longoria). Con l’immancabile<br />

voce fuori campo che già era presente<br />

nel <strong>telefilm</strong> originario, Friday pattuglia<br />

le strade di Los Angeles in lungo e<br />

in largo, ripulendole dai rapinatori ai<br />

ladri di macchine, dai terroristi ai serial-killer,<br />

fino alle gang di periferia o<br />

ai rapinatori senza scrupoli. Tra i suoi<br />

colleghi alla Squadra Omicidi e Rapine:<br />

i detective Dexter McCarron (Desmond<br />

Harrington), Raymond Cooper<br />

(Evan Parke), Lisa Macias (Roselyn<br />

Sanchez). La vera differenza fra le indagini<br />

del Friday di oggi e quello di ieri<br />

risiede nell’uso più smodato della<br />

tecnologia, con occhi elettronici alla<br />

Grande Fratello che monitorizzano le<br />

zone della città più a rischio o mini-elicotteri<br />

dotati di micro-telecamere che<br />

sorvolano i ghetti. “È stato incredibilmente<br />

eccitante riportare in scena il<br />

poliziesco che ha dato il via al genere.<br />

Più che un remake, si tratta di un<br />

omaggio contemporaneo. Il serial racconta<br />

gli omicidi che di solito finiscono<br />

in prima pagina sul ‘Los Angeles<br />

Times’”. Il tema musicale è una versione<br />

vintage di quello composto da<br />

Walter Schumann nella serie del 1952,<br />

riarrangiato da Miklós Rózsa. Oltre a<br />

curare l’aggiornamento di Dragnet,<br />

Dick Wolf – uno che di proseguimenti<br />

se ne intende, visto il filone di<br />

Law&Order – firma anche come produttore<br />

esecutivo, in compagnia di<br />

Walon Green, Josh Pate, Jonas Pate,<br />

Peter Jankowski, Robert Nathan. Sandra<br />

Bernhard compare tra le gueststars<br />

della serie. Embry e O’Neill avevano<br />

già lavorato insieme sul set del<br />

film Dutch (1991, inedito in Italia).<br />

Ladro, Il (T.H.E. Cat) Con: Robert<br />

Loggia, R.G. Armstrong, Robert Carricart.<br />

Produzione: Usa, 1966, avventura/poliziesco,<br />

colore (26/30’).<br />

Robert Loggia è T.H.E. (Thomas<br />

Hewitt Edward) Cat: gatto di nome e<br />

di fatto, visto che sgattaiola dal suo<br />

passato di ladro, acrobata di circo e<br />

truffatore in un presente che lo vede in<br />

prima linea contro i criminali nei panni<br />

di guardia del corpo. Tra gli altri perso­


Lady Blue 480<br />

naggi del serial: il capitano McAllister<br />

(R.G. Armstrong) e lo zingaro spagnolo<br />

Pepe (Robert Carricart), proprietario<br />

della Casa del Gato, il club dove<br />

Cat riceve gli ingaggi. Una curiosità:<br />

Loggia aveva già interpretato un felino<br />

sui generis in Walt Disney Presents nei<br />

panni dell’eroe western Elfego Baca,<br />

soprannominato “l’uomo dalle nove<br />

vite”. Boris Sagal è il produttore della<br />

serie; il geniale Lalo Schifrin, autore<br />

della musica cult di Missione impossibile<br />

(1966), firma la colonna sonora<br />

jazz. Robert Duvall compare da gueststar.<br />

Lady Blue (Id.) Con: Jamie Rose,<br />

Danny Aiello, Ron Dean, Bruce A.<br />

Young. Produzione: Usa, 1985, poliziesco,<br />

colore (15/60’).<br />

Jamie Rose veste i panni del detective<br />

Katy Mahoney, una poliziotta di Chicago<br />

dai modi spicci che sfoggia una<br />

357 Magnum e non ci pensa due volte<br />

a usarla. Tra gli altri protagonisti:<br />

Danny Aiello è il tenente Terry McNichols,<br />

il superiore di Mahoney; Ron<br />

Dean interpreta il sergente Gianelli;<br />

Bruce A. Young, che già aveva rivestito<br />

il ruolo da poliziotto in Pronto soccorso,<br />

è Cassidy. Nel novembre del<br />

1985 l’associazione National Coalition<br />

on Television Violence denunciò<br />

il serial per la sua crudezza con tanto di<br />

statistica: una media di 50 azioni violente<br />

all’ora; i critici etichettarono la<br />

serie come “Dirty Harriet”, paragonando<br />

la protagonista a Clint Eastwood<br />

e al suo Ispettore Callaghan in<br />

Dirty Harry (Ispettore Callaghan: il<br />

caso Scorpio è tuo!, 1971). Johnny<br />

Depp fa da guest-star in un episodio.<br />

L.A. Heat (Id.) Con: Steven Williams,<br />

Wolf Larson, Reneé Tenison, Dawn<br />

Radenbaugh, Kenneth Tigar, Clay<br />

Banks, Leticia Robles. Produzione:<br />

Usa, 1996, poliziesco, colore (48/60’).<br />

STRACOTTO<br />

I detective August Brooks e Chester<br />

McDonald detto “Chase” sono diversi<br />

come il giorno e la notte: il primo, nelle<br />

forze della polizia di Los Angeles da<br />

sedici anni, risponde alla voce della<br />

coscienza, agendo secondo le regole e<br />

senza rischi; l’altro, più giovane, si<br />

muove seguendo l’impulso delle passioni,<br />

mettendo in pericolo i colleghi<br />

con i quali lavora. Insieme formano<br />

una coppia esplosiva alla Arma letale,<br />

in cui tutte le diversità scompaiono<br />

quando si deve combattere la malavita.<br />

Steven Williams dà il volto al veterano<br />

del duo, impegnato nel contempo<br />

a sconfiggere la criminalità e a sedare<br />

gli impulsi irrazionali del collega.<br />

Wolf Larson, il penultimo Tarzan del<br />

piccolo schermo, veste i panni di un<br />

poliziotto “fuori di testa”, a volte più<br />

pericoloso di qualsiasi criminale. Due<br />

angeli custodi femminili affiancano i<br />

protagonisti: Reneé Tenison interpreta<br />

Kendra Brooks, l’affascinante moglie<br />

di August; la bella Dawn Radenbaugh<br />

è Jodi, la fidanzata di Chase; entrambe<br />

le attrici sono state nel cast della sitcom<br />

Sposati con figli (1987). Tra gli<br />

altri protagonisti: Kenneth Tigar interpreta<br />

il capitano Jensen; Clay Banks<br />

sfoggia il tesserino del tenente Richardson;<br />

Leticia Robles è la detective<br />

Maria Vallejo. L’ex campione mondiale<br />

di boxe Sugar Ray Leonard compare<br />

in un cameo nel corso del serial. Joseph<br />

Merhi e Richard Pepin, creatori<br />

del serial, sono anche produttori esecutivi<br />

con George Shamieh. Una curiosità:<br />

Mehri e Pepin avevano firmato<br />

un film del 1989 intitolato proprio L.A.<br />

Heat, una sorta di western metropolitano.<br />

Girata interamente a Los Angeles,<br />

la serie si avvale di “esplosivi” (e


481 L.A. Law – Avvocati a Los Angeles<br />

costosi) effetti speciali, realizzati dai<br />

più quotati “bombaroli” dello star-system<br />

americano. Joey Travolta, fratello<br />

del più noto John, compare dietro la<br />

macchina da presa di qualche episodio.<br />

Stephen Edwards è tra gli autori<br />

della colonna sonora.<br />

L.A. Law – Avvocati a Los Angeles<br />

(L.A. Law) Con: Richard Dysart,<br />

Alan Rachins, Harry Hamlin, Jill<br />

Eikenberry, Corbin Bernsen, Michael<br />

Tucker, Jimmy Smits, Michele Greene,<br />

Susan Dey, Susan Ruttan, Blair<br />

Underwood, Larry Drake, Diana Muldaur,<br />

Amanda Donohoe, John Spencer,<br />

Cecil Hoffmann, Alan Rosenberg,<br />

Debi Mazar, Alexandra Powers. Produzione:<br />

Usa, 1986, legale, colore<br />

(171/60’; 1/90’).<br />

CULT<br />

Due <strong>dei</strong> nomi più ispirati della realityfiction,<br />

Steven Bochco (Hill Street<br />

giorno e notte) e Terry Louise Fisher<br />

(New York New York), uniscono le forze<br />

per spostare i riflettori su un prestigioso<br />

studio di avvocati di Los Angeles.<br />

I punti in comune con Hill Street<br />

giorno e notte sono molti: un cast corale,<br />

le musiche di Mike Post, storie parallele<br />

nello stesso episodio, humour e<br />

drammaticità alternati come nella vita<br />

di tutti i giorni. Le cause degli avvocati<br />

s’intrecciano con storie di stringente<br />

attualità come l’AIDS, la droga, la pena<br />

capitale, la corruzione, il razzismo,<br />

l’omosessualità l’abuso di minori. E<br />

come nella realtà i protagonisti perdono<br />

più di una causa, sono travolti da<br />

più di una passione, travalicano più di<br />

un principio etico. Tra loro: il paternale<br />

Leland McKenzie (Richard Dysart),<br />

il partner di maggioranza dell’agenzia<br />

McKenzie, Brackman, Chaney & Kusak;<br />

l’egoista Douglas Brackman<br />

(Alan Rachins), il socio gerente il cui<br />

padre ha fondato il prestigioso studio<br />

con McKenzie; l’abile penalista Michael<br />

Kuzak (Harry Hamlin); Ann<br />

Kelsey (Jill Eikenberry), civilista sensibile<br />

e idealista; Arnie Becker (Corbin<br />

Bernsen) è l’avvocato divorzista;<br />

Stuart Markowitz (Michael Tucker) si<br />

occupa di tasse e imposte nella veste di<br />

esperto fiscalista; l’ispanico procuratore<br />

legale Victor Sifuentes (Jimmy<br />

Smits) e Abby Perkins (Michele Greene)<br />

sono tra gli altri soci; Grace Van<br />

Owen (Susan Dey) è l’affascinante vice-procuratore<br />

distrettuale; Roxanne<br />

Melman (Susan Ruttan) è la segretaria<br />

di Becker. Nel corso delle stagioni le<br />

relazioni tra i protagonisti evolvono:<br />

Kuzak s’innamora di Van Owen, si lasciano<br />

per poi tornare insieme; Markovitz<br />

e Kelsey si sposano (nella vita reale<br />

Jill Eikenberry e Michael Tucker<br />

erano già saliti all’altare) e hanno un<br />

bambino dopo aver cercato di adottarne<br />

uno; Arnie Becker si rivela un donnaiolo<br />

che non disdegna alcune clienti.<br />

In seguito entrano in scena due nuovi<br />

personaggi: il giovane socio di colore<br />

Jonathan Rollins (Blair Underwood) e<br />

il fattorino ritardato Benny Stulwicz,<br />

ruolo per il quale Larry Drake ha vinto<br />

un Emmy Award. Afar salire la tensione<br />

non mancano i complotti: il quarto<br />

socio dell’agenzia, Chaney, viene trovato<br />

ucciso nella puntata-pilota; Rosalind<br />

Shays (Diana Muldaur), un potente<br />

procuratore che trama nell’ombra,<br />

viene assassinata in ascensore. Successivamente<br />

entrano nel cast: Amanda<br />

Donohoe e John Spencer nei panni<br />

<strong>dei</strong> procuratori C.J. Lamb e Tommy<br />

Mullaney, Cecil Hoffmann in quelli<br />

del vice-procuratore distrettuale Zoey<br />

Clemmons, la moglie di Mullaney. A<br />

un certo punto escono di scena Hamlin<br />

e Smits (quest’ultimo entrerà nel cast di<br />

N.Y.P.D, un’altra “creatura” di Bochco)


Lancer 482<br />

per lasciare spazio ad Alan Rosenberg<br />

nelle vesti di Eli Levinson, Debi Mazar<br />

in quelle della segretaria Denise Iannello,<br />

Alexandra Powers nel ruolo di Jane<br />

Halliday; i personaggi di Iannello e<br />

Levinson si erano già fatti notare in Civil<br />

Wars (1991), in cui Bochco era il<br />

produttore esecutivo. William M.<br />

Finkelstein (che di Civil Wars era l’ideatore),<br />

l’ex giurista David E. Kelley<br />

(in seguito creatore <strong>dei</strong> serial giudiziari<br />

di successo Ally McBeal e The Practice<br />

- professione avvocati), Gregory<br />

Hoblit e Rick Wallace sono invece i<br />

produttori esecutivi di questo legaldrama.<br />

Mike Post firma il tema musicale.<br />

Elliott Gould, Steve Buscemi,<br />

Megan Gallagher, Kim Delaney, Teri<br />

Hatcher, Concetta Tomei, Tomas Milian,<br />

Eli Wallach, David Schwimmer,<br />

Erik Estrada, Griffin Dunne, Ron Ely,<br />

Lucy Liu, Carrie-Anne Moss, Kevin<br />

Spacey e Christian Slater sono tra le<br />

guest-stars. Molti i riconoscimenti: 12<br />

Emmy Awards e 5 Golden Globes, un<br />

DGA Award, un Television Critics Association<br />

Award, 4 Viewers for Quality<br />

Television Awards, un Image<br />

Award, 3 GLAAD Media Awards. Il <strong>telefilm</strong><br />

è finito in tribunale in tutti i sensi:<br />

a metà delle riprese Louise Fisher, la<br />

quale tra l’altro vantava un passato da<br />

procuratrice, ha fatto causa alla produzione<br />

ottenendo una buonuscita di 50<br />

milioni di dollari.<br />

Lancer (Id.) Con: Andrew Duggan,<br />

James Stacy, Wayne Maunder, Elisabeth<br />

Baur, Paul Brinegar. Produzione:<br />

Usa, 1968, western, colore (51/60’).<br />

COTTO<br />

Si scrive Lancer ma si legge Bonanza:<br />

la serie creata da Samuel Peeples ripropone,<br />

con meno efficacia, i temi<br />

western che hanno fatto la fortuna del<br />

popolare serial degli anni ’60. Fanno<br />

parte del cast: Andrew Duggan, che interpreta<br />

il protagonista Murdoch Lancer,<br />

un rancher della California due<br />

volte vedovo; James Stacy è Johnny<br />

Lancer, il figlio ribelle e pistolero;<br />

Wayne Maunder veste i panni di Scott<br />

Lancer, il figlio perbene e laureato a<br />

Boston; Elisabeth Baur assume il ruolo<br />

dell’affascinante Teresa O’Brien;<br />

Paul Brinegar è l’aiutante Jelly Hoskins.<br />

Alan A. Armer firma come produttore.<br />

L’anno in cui si svolgono le<br />

avventure della famiglia Lancer è il<br />

1870; la regione è la San Joaquin Valley.<br />

Jerome Moross, già autore di alcune<br />

musiche per un altro <strong>telefilm</strong> western<br />

come Gunsmoke (1955), compone<br />

la colonna sonora. Tra le guest-stars<br />

si riconoscono Tom Selleck, Ron<br />

Howard, Stefanie Powers, Cloris Leachman,<br />

Martin Sheen, Beverly Garland,<br />

Bruce Dern. Nel 1970 la serie si è<br />

aggiudicata il prestigioso Spur Award,<br />

il premio assegnato dall’associazione<br />

Western Writers of America.<br />

Lancieri del Bengala, I Vedi 77°<br />

Lancieri del Bengala.<br />

Lancillotto 008 (Lancelot Link, Secret<br />

Chimp) Con: interpreti vari. Produzione:<br />

Usa, 1970, sit-com/spionaggio,<br />

colore (17/60’; 35/30’).<br />

Le scimmie diventano agenti segreti in<br />

una serie anni ’70 che vede protagonista<br />

il primate Lancillotto 008. Al suo<br />

fianco peloso, i compagni di avventure<br />

e di banane Mata Hairi e il comandante<br />

Darwin, a capo dell’A.P.E. (Agency to<br />

Prevent Evil; in inglese “ape” significa<br />

“scimmia”); dotato di un arsenale di<br />

congegni fantascientifici, il terzetto si<br />

batte contro le mire malvagie del diabolico<br />

Barone Van Macello e <strong>dei</strong> suoi<br />

accoliti Creto, Duchessa, Wang Fu, Ali<br />

Assa Seen e il dott. Stranamente, tutti


483 Laredo<br />

riuniti nell’organizzazione senza fine<br />

di bene C.H.U.M.P (Criminal Headquarters<br />

for Undeground Master Plan;<br />

in inglese “chump” significa “sciocco”).<br />

La serie è una dichiarata parodia<br />

<strong>dei</strong> <strong>telefilm</strong> ad alto tasso di gadget spionistici<br />

– da Organizzazione U.NC.L.E.<br />

(1964) a Missione impossibile (1966) –<br />

realizzata utilizzando esclusivamente<br />

scimpanzé (e un orangutan) vestiti come<br />

umani e doppiati successivamente.<br />

Sebbene i primati fossero addestrati,<br />

per simulare il movimento della bocca<br />

durante i dialoghi le labbra degli scimpanzé<br />

venivano spalmati di burro di<br />

arachidi (in alternativa, si provvedeva a<br />

fornire loro qualcosa da masticare). Il<br />

sarcasmo che permea il <strong>telefilm</strong>, ideato<br />

da Stan Burns e Mike Marmer, non è<br />

di… primo pelo: tanto per dire, il nome<br />

“Mata Hairi” è un gioco di parole tra<br />

“Hari” e “hairy”, che in inglese significa<br />

“pelosa”. Non manca una rock band<br />

denominata Evolution Revolution, le<br />

cui canzoni sono state presentate durante<br />

gli intermezzi (in America è stato<br />

addirittura pubblicato un LP con i brani<br />

cantati durante il serial). In Italia ci siamo<br />

dovuti accontentare del tema musicale<br />

di Daiano-Valsiglio cantato da Lino<br />

Toffolo. Nella seconda stagione, il<br />

serial passa dalla durata di un’ora a<br />

puntata a mezz’ora. Per i fans del <strong>telefilm</strong><br />

risulta imperdibile il documentario<br />

del 1999 di Diane Bernard e Jeff<br />

Krulik I created Lancelot Link, in cui la<br />

coppia di ideatori Burns-Marmer racconta<br />

i retroscena e le difficoltà tecniche<br />

legate alla pelosa realizzazione.<br />

Laramie (Id.) Con: John Smith, Robert<br />

Fuller, Hoagy Carmichael, Bobby<br />

Crawford jr., Don Durant, Arch Johnson,<br />

Dennis Holmes, Spring Byington.<br />

Produzione: Usa, 1959, western, b/ncolore<br />

(124/60’).<br />

Serial-western ambientato nel 1870 a<br />

Laramie, nel Wyoming, dove Slim<br />

Sherman (John Smith) e Jess Harper<br />

(Robert Fuller), proprietari di un ranch,<br />

si guadagnano da vivere gestendo<br />

una stazione di diligenze dopo la<br />

morte del padre. Hoagy Carmichael<br />

interpreta Jonesy, il capo-aiutante del<br />

ranch; Bobby Crawford jr. è Andy<br />

Sherman, il fratello quattordicenne di<br />

Slim; Don Durant e Arch Johnson sono<br />

rispettivamente gli aiutanti Gandy<br />

e Wellman; Dennis Holmes è Mike,<br />

un giovane orfano; Spring Byington<br />

veste i panni della governante Daisy<br />

Cooper. Don Williams, John Champion<br />

e Richard Lewis sono i produttori<br />

di una delle prime serie western<br />

“familiari”, lanciata nello stesso anno<br />

di Bonanza. Ernest Borgnine, Charles<br />

Bronson, Bo Hopkins e Lee Van<br />

Cleef prestano le loro facce da western<br />

in un poker di cameo. Tra gli altri<br />

volti noti si riconoscono Vera Miles,<br />

Robert Vaughn, Adam West, Leonard<br />

Nimoy, DeForest Kelley, Cloris<br />

Leachman. L’inglese Cyril J. Mockridge<br />

è l’autore del tema musicale. Le<br />

riprese sono state effettuate in California,<br />

tra il Ray Corrigan Ranch di<br />

Corriganville nella Simi Valley, il<br />

Red Rock Canyon a Cantil e Thousand<br />

Oaks.<br />

Laredo (Id.) Con: Neville Brand, Peter<br />

Brown, William Smith, Robert<br />

Wolders, Philip Carey. Produzione:<br />

Usa, 1965, western, colore (56/60’).<br />

Western atipico spin-off de Il virginiano<br />

(1962) che racconta, finita la Guerra<br />

di secessione, di un gruppo di Texas<br />

Rangers che oltre a combattere i desperados<br />

trovano il tempo per mettersi<br />

i bastoni tra... le zampe <strong>dei</strong> cavalli. Tra<br />

i protagonisti: Neville Brand interpreta<br />

il più anziano Reese Bennett, Peter


Largo Winch 484<br />

Brown è il giovane Chad Cooper, William<br />

Smith veste i panni di Joe Riley,<br />

Robert Wolders è il novellino Erik<br />

Hunter, Philip Carey è il capitano Parmalee,<br />

l’ufficiale in comando. Lee Van<br />

Cleef e Kurt Russell sono tra le gueststars<br />

del serial ideato da Calvin Clements.<br />

Howard Christie e Richard Irving<br />

firmano da produttori esecutivi.<br />

Russ Garcia compone la colonna sonora.<br />

Largo Winch (Id.) Con: Paolo Seganti,<br />

Diego Wallraff, Geordie Johnson,<br />

Sydney Penny, Serge Houde, David<br />

Carradine. Produzione: Francia/Canada/Usa/Germania/Belgio,<br />

2001, avventura/spionaggio (38/60’).<br />

Uno <strong>dei</strong> fumetti più popolari di Francia<br />

– tanto che nel 2002 ha venduto più<br />

di Harry Potter – vede protagonista<br />

l’eroe di origini yugoslave Largo<br />

Winczlaw detto “Winch”, nato nel<br />

1990 dall’immaginazione dell’autore<br />

Jean Van Hamme e dalla china di Philippe<br />

Francq, entrambi di nazionalità<br />

belga. Nella traduzione televisiva, il<br />

ventiseienne “miliardario in blue<br />

jeans” che eredita dal padre la più<br />

grande multinazionale del mondo (il<br />

Gruppo W, il cui valore si aggira sui<br />

385 miliardi di dollari) ha il volto non<br />

troppo affascinante di Paolo Seganti<br />

che, seppure scelto tra 130 attori, risulta<br />

un po’ impacciato nell’impersonare<br />

il giovane playboy avventuriero al<br />

centro delle strips. Il protagonista eredita<br />

anche i molti nemici del padre, tra<br />

i quali spicca il Comitato Adriatico responsabile<br />

della morte del genitore. Al<br />

fianco di Largo nella lotta contro il Comitato<br />

e contro il consiglio d’amministrazione<br />

del Gruppo W, i cui componenti<br />

non approvano la sua decisione<br />

di estirpare l’avidità e la corruzione<br />

che sono pratica comune nella società:<br />

l’amico di vecchia data Simon Ovronnaz<br />

(Diego Wallraff); Georgy Kerensky<br />

(Geordie Johnson), ex agente del<br />

KGB esperto in alta tecnologia; Joy Arden<br />

(Sydney Penny), ex agente della<br />

CIA; John Sullivan (Serge Houde), il<br />

consigliere di suo padre Nèrio Winch<br />

(David Carradine), il quale non ha mai<br />

riconosciuto Largo come suo figlio,<br />

provocando in lui sentimenti contrastanti.<br />

David J. Patterson e Rosine Robiolle<br />

firmano da produttori esecutivi<br />

la serie costata 28 milioni di Euro e girata<br />

tra Montreal e Parigi. Van Hamme<br />

e Francq hanno supervisionato tutte le<br />

sceneggiature, per tutelare lo spirito<br />

della loro opera nella trasposizione televisiva.<br />

La colonna sonora è composta<br />

da Michel Colombier. Sull’onda<br />

del <strong>telefilm</strong> e contando sulle 30 mila<br />

copie vendute del fumetto, in Francia è<br />

stato prodotto un videogioco omonimo,<br />

nonchè una serie di carte telefoniche<br />

e gadget che si sono fatti “Largo”<br />

tra i collezionisti.<br />

Lassie (Id.; The New Lassie) Con:<br />

Jeff Miller, Jan Clayton, George Cleveland,<br />

Jon Provost, Cloris Leachman,<br />

Jon Shepodd, June Lockhart, Hugh<br />

Reilly, Robert Bray, Jed Allan, Jack De<br />

Mave, Larry Wilcox, Will Nipper, Christopher<br />

Stone, Dee Wallace Stone.<br />

Produzione: Usa, 1954-1989, avventura,<br />

b/n-colore (588/30’; 48/30’).<br />

Un bau lungo più di trent’anni. Prima<br />

di esordire sul piccolo schermo nel<br />

1954, il cane più amato di sempre aveva<br />

già abbaiato al cinema (in Torna a<br />

casa, Lassie! nel 1943 e Il coraggio di<br />

Lassie nel 1946) e alla radio (dal 1947<br />

al 1950), grazie all’abilità del proprietario-istruttore<br />

Rudd Weatherwax. Nata<br />

nel 1940 dalla penna di Eric Knight,<br />

nelle prime tre stagioni televisive Lassie<br />

vive nella fattoria della famiglia


485 Laverne e Shirley<br />

Miller a Calverton; il cast è formato da<br />

Jeff Miller nei panni di Tommy Rettig,<br />

Jan Clayton interpreta la madre vedova<br />

Ellen Miller, George Cleveland è<br />

George Miller, l’immancabile nonno.<br />

Dopo tre anni Tommy Rettig diventa<br />

troppo grande per la parte e così gli autori<br />

fanno trasferire l’allegra famigliola<br />

in città: il collie viene affidato alle<br />

cure di un orfano, Timmy Martin (Jon<br />

Provost). Cloris Leachman e Jon Shepodd<br />

(in seguito sostituiti da June<br />

Lockhart e da Hugh Reilly) interpretano<br />

i genitori adottivi del ragazzo, Ruth<br />

e Paul Martin. Nel ciclo seguente i<br />

Martin decidono di trasferirsi in Australia:<br />

siccome i cani che entrano in<br />

quel paese devono sottostare a una<br />

quarantena di sei mesi, Lassie cambia<br />

ancora padrone. L’onore va a Corey<br />

Stewart (Robert Bray), una guardia forestale<br />

che coinvolge il compagno a<br />

quattro zampe in una serie di avventure<br />

dove la natura è coprotagonista.<br />

Quando Bray decide di lasciare il set<br />

altre due guardie forestali prendono il<br />

suo posto: Jed Allan nei panni di Scott<br />

Turner e Jack De Mave nel ruolo di<br />

Bob. Successivamente Lassie diventa<br />

unica protagonista, padrona di sé stessa,<br />

per poi tornare a vivere in una fattoria<br />

(per la precisione, un ranch) gestita<br />

da Keith Holden (Larry Wilcox). Sul<br />

finire degli anni ’80 la ritroviamo a<br />

scodinzolare in casa McCulloch: il suo<br />

padroncino è il decenne Will (Will<br />

Nipper), sorvegliato con gioia dai genitori<br />

Chris (Christopher Stone) e Dee<br />

(Dee Wallace Stone, la vera moglie di<br />

Christopher); Jon Provost, che aveva<br />

interpretato Timmy Martin nei primi<br />

cicli del serial pluritrentennale, veste i<br />

panni dello zio Steve. Nel corso degli<br />

anni Lassie è stata interpretata da almeno<br />

sei cani, tutti maschi; altri collie<br />

sono stati utilizzati quali stunt-dogs<br />

nelle scene più pericolose. La produttrice<br />

esecutiva Bonita Granville è stata<br />

affiancata da Jack Wrather, Robert<br />

Maxwell, William Beauville jr., Rudy<br />

E. Abel, Sherman A. Harris e Robert<br />

Golden. A Quinn Amper e Fred Strittmatter<br />

si devono le musiche che accompagnano<br />

le gesta canine; al primo<br />

tema musicale di Les Baxter è succeduto<br />

quello composto nel 1963 da<br />

Nathan Scott. Una versione a cartoni<br />

animati prodotta da Norm Prescott e<br />

Lou Scheimer nel 1973 ha esaltato lo<br />

spirito ecologista dell’animale più leale<br />

e coraggioso dell’immaginario. Nel<br />

2005 è stato battuto il primo ciak del ritorno<br />

di Lassie al cinema in un film<br />

che vede la presenza, tra gli altri, di Peter<br />

O’Toole.<br />

Laverne e Shirley (Laverne&Shirley)<br />

Con: Penny Marshall, Cindy Williams,<br />

Phil Foster, Eddie Mekka. Produzione:<br />

Usa, 1976, sit-com, colore<br />

(178/30’).<br />

Uno <strong>dei</strong> tre spin-off di Happy Days<br />

(1974) è ambientato ancora negli anni<br />

’50 e sempre a Milwaukee, presso<br />

l’appartamento A del 730 di Hampton<br />

Street. La storia è quella di Laverne<br />

DeFazio (Penny Marshall) e Shirley<br />

Feeney (Cindy Williams), due operaie<br />

di una fabbrica di tappi di bottiglie di<br />

birra che, oltre a vivere sotto lo stesso<br />

tetto, sognano entrambe un principe<br />

azzurro che possa rapirle dalla monotonia.<br />

Laverne ha origini italiane ed è<br />

estremamente cattolica; il suo segno<br />

distintivo è l’iniziale del nome stampata<br />

a caratteri cubitali su tutti i vestiti,<br />

compresa la lingerie. Shirley è un’irlandese<br />

protestante che non mangia il<br />

pollo con la salsa piccante per paura<br />

che le irriti le narici; il suo sogno ricorrente<br />

è quello in cui Ringo Starr si innnamora<br />

finalmente di lei. Fanno da


Lawbreakers 486<br />

contorno alle due protagoniste le figure<br />

del padre di Laverne (Phil Foster),<br />

proprietario di una pizzeria e il boyfriend<br />

occasionale di Shirley, Carmine<br />

Ragusa (Eddie Mekka). Nel sesto ciclo<br />

le due coinquiline si trasferiscono<br />

in California dopo che la fabbrica – la<br />

Shotz Brewery – le ha licenziate per<br />

via dell’automatizzazione del loro lavoro.<br />

La serie si conclude allorquando<br />

Shirley si sposa con un medico di acclarata<br />

fama. In realtà si è trattato di un<br />

escamotage: Cindy Williams aveva<br />

fatto causa alla Paramount, che non le<br />

aveva concesso la diminuzione dell’orario<br />

di lavoro per via della sua gravidanza.<br />

L’enorme successo ottenuto in<br />

America (è stato il secondo serial più<br />

visto nelle stagioni 1975-’76, 1976­<br />

’77 e 1978-’79: in tutte e tre le occasioni<br />

dopo Happy Days), si è rivelato solo<br />

discreto in Italia, forse a causa della<br />

poca fiducia nella programmazione.<br />

Henry Winkler (Fonzie), Ron Howard<br />

(Richie) e Anson Williams (Potsie)<br />

fanno da “collante” con Happy Days.<br />

Anjelica Huston, Art Garfunkel, Mark<br />

Harmon, Jay Leno, Carrie Fisher,<br />

Adam West, James Belushi e Jeff<br />

Goldblum appaiono quali guest-stars;<br />

Ted Danson (Cin Cin) compare nei<br />

panni di un pompiere, Fred Dryer<br />

(Hunter) in quelli di un bagnino.<br />

Penny Marshall, divenuta celebre come<br />

regista nonché sorella dell’ideatore<br />

Garry (lo stesso di Happy Days), è tornata<br />

al fianco di Cindy Williams nel<br />

1995 nel corso dello speciale dell’ABC<br />

The Laverne and Shirley Reunion. In<br />

precedenza, le due figure al centro del<br />

<strong>telefilm</strong> sono state tradotte in due versioni<br />

animate: Laverne and Shirley in<br />

the Army nel 1981 e Laverne and Shirley<br />

with the Fonz nel 1982. Garry Marshall,<br />

creatore della serie con Lowell<br />

Ganz e Mark Rothman, firma altresì<br />

da produttore esecutivo in compagnia<br />

di Edward K. Milkis e Thomas Miller.<br />

Cindy Grecco canta il tema musicale<br />

composto da Charles Fox e Norman<br />

Gimbel: “Making Our Dreams Come<br />

True” ha scalato le classifiche americane.<br />

Le due attrici protagoniste si dilettano<br />

pure dietro la macchina da presa.<br />

L’allora direttore dell’ABC, Fred<br />

Silverman, ha paragonato la sit-com<br />

alla satira di Molière.<br />

Lawbreakers (The Lawbreakers;<br />

Lee Marvin Presents Lawbreakers)<br />

Con: interpreti vari. Produzione: Usa,<br />

1963, poliziesco, b/n (32/30’).<br />

Serie documentaristica che racconta la<br />

vita di veri criminali. Lee Marvin, il<br />

duro <strong>dei</strong> duri, introduce il fuorilegge<br />

del giorno. Maurice Unger firma da<br />

produttore.<br />

Law&Order: Criminal Intent<br />

(Law&Order: Criminal Intent) Con:<br />

Vincent D’Onofrio, Kathryn Erbe, Jamey<br />

Sheridan, Courtney B. Vance, Samantha<br />

Buck. Produzione: Usa, 2001,<br />

poliziesco, colore (89/60’).<br />

Dopo Law&Order: Unità Speciale<br />

(1999), si tratta del secondo serialfranchising<br />

derivato da Law&Order –<br />

I due volti della giustizia (1990). Il <strong>telefilm</strong><br />

si discosta dai precedenti per la<br />

soggettiva del crimine commesso: il<br />

fatto viene raccontato attraverso il<br />

punto di vista di un criminale, di un testimone<br />

o, addirittura, della vittima.<br />

Un po’quello che succedeva al cinema<br />

in Anatomia di un omicidio (1959) di<br />

Otto Preminger. In realtà, più che indagare<br />

sui delitti, i protagonisti scavano<br />

nelle menti di chi ha assistito, commesso<br />

o subito il crimine. Tra di loro a<br />

New York: l’intuitivo detective Robert<br />

Goren (Vincent D’Onofrio), sorta di<br />

moderno Sherlock Holmes ed erede di


487 Law&Order – I due volti della giustizia<br />

Colombo con le sue domande talvolta<br />

senza senso apparente che distraggono<br />

il colpevole mentre cade nella ragnatela;<br />

la sua partner d’indagini Alex Eames<br />

(Kathryn Erbe), donna tutta d’un<br />

pezzo che riesce a districarsi dalla ragnatela<br />

burocratica; l’ambizioso ma<br />

politicamente corretto capitano James<br />

Deakins (Jamey Sheridan); Ron Carver<br />

(Courtney B. Vance), l’assistente<br />

del procuratore distrettuale che risulta<br />

determinante nei cavilli giudiziari. Nel<br />

terzo ciclo entra in scena la detective<br />

Lynn Bishop (Samantha Buck), incaricata<br />

di affiancare Goren al posto di<br />

Alex, costretta da una gravidanza inaspettata<br />

a lavorare dietro una scrivania.<br />

L’ideatore e produttore esecutivo<br />

Dick Wolf aveva firmato come tale anche<br />

i serial precedenti; Rene Balcer,<br />

Peter Jankowski, Fred Berner, Geoffrey<br />

Neigher e Arthur Forney sono gli<br />

altri produttori esecutivi. Mike Post è<br />

l’autore della colonna sonora. Molti i<br />

volti noti di passaggio: fanno la loro<br />

comparsa Griffin Dunne, Brent Spiner,<br />

John Savage, Tatum O’Neal, Rosanna<br />

Arquette. Il detective Leonard<br />

Briscoe (Jerry Orbach) fa da collante<br />

con la serie originaria.<br />

Law&Order – I due volti della<br />

giustizia (Law&Order) Con: Jerry<br />

Orbach, Benjamin Bratt, Chris Noth,<br />

S. Epatha Merkerson, Dann Florek,<br />

George Dzundza, Carey Lowell, Michael<br />

Moriarty, Sam Waterston, Steven<br />

Hill, Paul Sorvino, Richard<br />

Brooks, Jill Hennessy, Dianne West,<br />

Fred Thompson. Produzione: Usa,<br />

1990, poliziesco/legale, colore<br />

(349/60’; 2/90’; 1/120’).<br />

CULT<br />

Nella prima mezz’ora una squadra di<br />

poliziotti della “Grande Mela” scova i<br />

colpevoli, nella seconda un gruppo di<br />

pubblici ministeri cerca di incastrarli e<br />

di incriminarli. La serie apre il filone<br />

portato al successo da NYPD: un linguaggio<br />

crudo e realistico, al limite<br />

della cronaca nera; un ritmo serrato,<br />

supportato da una telecamera a mano;<br />

una schiera di attori-caratteristi bravi e<br />

talvolta affascinanti. La maggior parte<br />

<strong>dei</strong> casi presi in esame non è di facile<br />

lettura: nel corso <strong>dei</strong> processi l’innocenza<br />

e la colpevolezza sono in bilico<br />

sulla bilancia, come nei reati a sfondo<br />

razzista o in quelli commessi per legittima<br />

difesa. Tutti i protagonisti assumono<br />

un alone di mistero: la loro vita<br />

privata viene lasciata sempre ai margini,<br />

sono ripresi esclusivamente nel<br />

corso della loro attività professionale.<br />

Nella prima parte entrano in scena i<br />

detective Lenny Briscoe (Jerry Orbach),<br />

Reynaldo “Rey” Curtis (Benjamin<br />

Bratt), Mike Logan (Chris Noth),<br />

il tenente Anita Van Buren (S. Epatha<br />

Merkerson), il capitano John Cragen<br />

(Dann Florek), il sergente Max Greevey<br />

(George Dzundza); nella seconda<br />

s’impegnano i vice-procuratori generali<br />

Jamie Ross (Carey Lowell), Ben<br />

Stone (Michael Moriarty), Jake Mc-<br />

Coy (Sam Waterston), Claire Kincaid<br />

(Jill Hennessy), Paul Robinette (Richard<br />

Brooks) e il procuratore-capo<br />

Adam Schiff (Steven Hill). Paul Sorvino<br />

interpreta per la prima stagione il<br />

detective Phil Cerreta. Tra i tanti avvicendamenti<br />

del serial, quello di Moriarty<br />

ha suscitato clamore in America:<br />

lasciò il set scagliandosi contro coloro<br />

che accusavano di violenza il <strong>telefilm</strong>,<br />

criticò il telegiornale della NBC (reo di<br />

non aver dato abbastanza spazio alle<br />

sue istanze), annunciò nel programma<br />

Talk Live della CNBC di volersi candidare<br />

alla presidenza degli Stati Uniti,<br />

salvo poi ritrattare due giorni dopo.<br />

Greevey, partner d’indagine di Logan,


Law&Order: unità speciale<br />

finisce ucciso in servizio e il suo posto<br />

viene preso dapprima da Cerreta,<br />

quindi da Briscoe; nel 1995 Logan<br />

esce dalla serie (tre anni dopo Chris<br />

Noth sarebbe diventato Mr. Big in Sex<br />

and the City, per poi ritonare a indossare<br />

il trench di Logan al termine dello<br />

spregiudicato serial al femminile);<br />

Adam Schiff è l’unico personaggio<br />

“sopravvissuto” del cast originario fino<br />

al 2000, sostituito in successione<br />

dal procuratore distrettuale Nora<br />

Lewin (Dianne West) e dal collega<br />

Arthur Branch (Fred Thompson), quest’ultimo<br />

insediatosi dopo la tragedia<br />

delle Torri Gemelle in virtù della sua<br />

linea dura contro il terrorismo. Alcuni<br />

casi si ispirano alle cronache <strong>dei</strong> giornali<br />

e a processi reali, come è avvenuto<br />

nell’episodio che richiama le accuse di<br />

violenza intentate a Myke Tyson. La<br />

serie è creata da Dick Wolf, impegnato<br />

inoltre quale produttore esecutivo<br />

al fianco di Ed Sherin e Rene Balcer.<br />

Oltre a comporre il tema musicale e la<br />

colonna sonora, Mike Post suona la<br />

chitarra nella sigla iniziale. Tra le guest-stars<br />

si fanno notare Cynthia<br />

Nixon, Ron Silver, Aida Turturro,<br />

Paul Guilfoyle, Megan Gallagher, Gil<br />

Bellows, Lisa Nicole Carson, Maura<br />

Tierney, Michelle Trachtenberg, Eli<br />

Wallach, Felicity Huffman, Edie Falco,<br />

Paul McCrane, Julianna Margulies,<br />

Jennifer Garner, Robert Vaughn,<br />

Julia Roberts, Tom Berenger, Tomas<br />

Milian, Sonia Braga. Il sindaco di<br />

New York Michael Bloomberg ha interpretato<br />

sé stesso in una puntata, donando<br />

i 678 dollari dell’onorario a un<br />

fondo a favore delle famiglie di pompieri<br />

e di poliziotti morti in servizio. Il<br />

<strong>telefilm</strong>, girato tra New York, Baltimora,<br />

Hoboken e Brooklyn, ha vinto 6<br />

Emmy Awards, 2 ALMA Awards, un<br />

ASCAP Award, 6 Edgar Allan Poe<br />

488<br />

Awards, un Genesis Award, un Peabody<br />

Award. Nel corso delle stagioni<br />

non mancano alcuni cross-over con la<br />

serie Homicide (1993). Dick Wolf ha<br />

successivamente lanciato una coppia<br />

di “serial-franchising” derivata dal<br />

successo di Briscoe e compagni:<br />

Law&Order: Unità speciale nel 1999<br />

e Law&Order: Criminal Intent nel<br />

2001. A proposito della serie originaria,<br />

il presidente della NBC Don Ohlmeyer<br />

ha detto: “È come assistere a un<br />

intervento a cuore aperto del dottor<br />

Christian Barnard. Tu sai che lui è il<br />

migliore nel suo campo, che è tutto<br />

perfettamente pulito e sterilizzato. Sai<br />

di avere il meglio che ci possa essere.<br />

Ma la forza della serie sta nel far credere<br />

al telespettatore che il paziente sul<br />

lettino dell’operazione sia suo figlio”.<br />

Law&Order: unità speciale<br />

(Law&Order: Special Victims Unit)<br />

Con: Christopher Meloni, Mariska<br />

Hargitay, Dann Florek, Richard Belzer,<br />

Dean Winters, Michelle Hurd,<br />

Stephanie March, Ice-T, B.D. Wong.<br />

Produzione: Usa, 1999, poliziesco, colore<br />

(139/60’).<br />

CULT<br />

Dopo il successo di Law&Order – I<br />

due volti della giustizia (1990), Dick<br />

Wolf lancia l’Unità Speciale di New<br />

York che si occupa perlopiù di reati<br />

sessuali che sembrano ispirarsi alle<br />

cronache <strong>dei</strong> telegiornali. Rispetto alla<br />

serie originaria, si tratta di “una sorellastra,<br />

non una copia”, come ha precisato<br />

l’ideatore Dick Wolf. Maniaci<br />

della porta accanto, rapporti incestuosi,<br />

omicidi passionali tra i banchi dell’università,<br />

violenze tra le mura domestiche:<br />

per i membri della SVU – in<br />

originale, Special Victims Unit – è difficile<br />

occuparsi di casi del genere senza<br />

rimanere intrappolati nella ragnate­


489 Lazarus Man<br />

la <strong>dei</strong> sentimenti, diventa arduo avere<br />

una visione oggettiva <strong>dei</strong> fatti. Il veterano<br />

detective Elliot Stabler (Christopher<br />

Meloni) ne ha viste di tutti i colori,<br />

ma quando torna a casa dalla moglie<br />

e dal figlio non sempre riesce a<br />

chiudere occhio; Olivia Benson (Mariska<br />

Hargitay) nasconde tra le pieghe<br />

del suo passato la ragione per la quale<br />

lavora all’Unità Speciale; il capitano<br />

Donald Cragen (Dann Florek) – outsider<br />

delle prime tre stagioni di<br />

Law&Order – I due volti della giustizia<br />

– affronta con piglio deciso i crimini<br />

commessi e ricorda costantemente<br />

ai suoi uomini i doveri da rispettare; il<br />

sardonico e cinico detective John<br />

Munch (Richard Belzer) si è trasferito<br />

da poco da Baltimora (e da Homicide)<br />

con il suo fiuto investigativo; il suo<br />

partner d’indagini è il novellino Brian<br />

Cassidy (Dean Winters), apparentemente<br />

il più emotivo di fronte ai drammatici<br />

casi affrontati; l’investigatrice<br />

afro-americana Monique Jeffries (Michelle<br />

Hurd), risulta talvolta aggressiva<br />

oltre i limiti (soprattutto con Munch).<br />

Successivamente entra in scena<br />

Alexandra Cabot (Stephanie March),<br />

l’assistente del procuratore distrettuale;<br />

il detective dalla battuta pronta<br />

Odafin “Fin” Tutuola (Ice-T), il nuovo<br />

collega di Munch dopo la dipartita di<br />

Cassidy; lo psichiatra forense George<br />

Huang (B.D. Wong). L’ideatore Dick<br />

Wolf firma altresì da produttore esecutivo<br />

in compagnia di Robert Palm e di<br />

Ted Kotcheff, Peter Jankowski, Arthur<br />

Forney e Judith McCreary. La colonna<br />

sonora è composta da Mike Post. Le riprese<br />

sono state effettuate nella “Grande<br />

Mela” e nel New Jersey. La serie si<br />

è aggiudicata un ASCAPAward, un Golden<br />

Globe, un Image Award e 2 Prism<br />

Awards. Tra i volti noti si riconoscono<br />

Pam Grier, Henry Winkler, John Rit-<br />

ter, Sandra Bernhard, Beverly D’Angelo,<br />

Jacqueline Bisset, Marlee Matlin,<br />

John Savage, Ben Gazzara, la tennista<br />

Serena Williams e la top-model<br />

Angie Everhart; della serie originaria,<br />

il detective Lennie Briscoe è colui che<br />

fa più capolino nei frequenti crossover.<br />

Lazarus Man (Id.) Con: Robert Urich,<br />

Wayne Grace, Natalija Nogulich,<br />

John Christian Graas, Elisabeth Dennehy,<br />

John Dihel. Produzione: Usa,<br />

1996, western, colore (22/60’).<br />

Si alza e cammina mentre la sanguinosa<br />

Guerra civile americana volge al<br />

termine nel 1865: Lazarus (Robert<br />

Urich) riesce a fuggire dalla tomba<br />

nella quale è stato sepolto vivo cercando<br />

di capire i motivi del seppellimento<br />

e, nel contempo, quelli della miracolosa<br />

salvezza. Gli unici indizi del suo<br />

passato sono i vestiti da sudista, una<br />

manciata di oro nordista e un revolver<br />

appartenente all’esercito; l’uomo ricorda<br />

solo di essere stato stordito poco<br />

prima dell’assassinio di Abraham Lincoln<br />

da parte di John Wilkes Booth.<br />

Come in Coronet blue (1967), il nostro<br />

cerca di rimettere insieme i pezzi del<br />

puzzle sospeso tra flashback, ricordi e<br />

misteri. Tra gli altri personaggi incontrati<br />

da Lazarus nel corso delle sue indagini:<br />

Joie DeWinter (Natalija Nogulich)<br />

nel 1865, Davey Patchett (John<br />

Christian Graas), Lizbette Patchett<br />

(Elisabeth Dennehy) e Nat Patchett<br />

(John Dihel). Wayne Grace interpreta<br />

il Maggiore, a capo della cospirazione.<br />

Norman S. Powell e Michael Ogiens<br />

firmano da produttori esecutivi; quest’ultimo<br />

è anche l’ideatore insieme a<br />

Colleen O’Dwyer e Dick Beebe. Durante<br />

la lavorazione del <strong>telefilm</strong> girato<br />

interamente in New Mexico è accaduta<br />

una singolare coincidenza: colpito


Leclerc enquête<br />

da un grave male nel corso delle riprese,<br />

Robert Urich è stato costretto a lasciare<br />

il set ma, come Lazzaro, è riuscito<br />

a riprendersi e a tornare in scena.<br />

Leclerc enquête (L’inspecteur Leclerc<br />

enquête) Con: Philippe Nicaud,<br />

André Valmy, Paul Gay, Robert Dalban.<br />

Produzione: Francia, 1962, poliziesco,<br />

colore (39/30’).<br />

Si tratta della risposta, sempre francese,<br />

al commissario Bourrel de Gli ultimi<br />

cinque minuti: al contrario del collega<br />

di fiction, l’ispettore Leclerc<br />

(Philippe Nicaud) antepone l’azione<br />

all’indagine; giovane e dinamico, dotato<br />

di un’ironia fuori dal comune,<br />

non rimane certo insensibile al fascino<br />

femminile. Nel corso delle sue investigazioni<br />

gli capita di occuparsi <strong>dei</strong><br />

casi più disparati: dai rapimenti al<br />

traffico di stupefacenti, passando altresì<br />

per lo spionaggio. Tra gli altri<br />

personaggi che affiancano Leclerc:<br />

Denys (André Valmy), Galtier (Paul<br />

Gay) e il commissario Brunel (Robert<br />

Dalban). La serie è ideata da Roland<br />

Gritti (pure produttore), Pierre Nivollet<br />

e Marcel Bluwal. Gritti firma anche<br />

da produttore.<br />

Legacy (Id.) Con: Brett Cullen,<br />

Grayson McCouch, Jeremy Garrett,<br />

Lea Moreno, Sarah Rayne, Ron Melendez,<br />

Sharon Leal. Produzione: Usa,<br />

1998, avventura/drammatico, colore<br />

(18/60’).<br />

La serie racconta le vicissitudini <strong>dei</strong><br />

Logan, famiglia di origini irlandesi, all’indomani<br />

della Guerra civile nel<br />

Kentucky. Capeggiati dal vedovo Ned<br />

(Brett Cullen), i figli Sean (Grayson<br />

McCouch), Clay (Jeremy Garrett),<br />

Alice (Lea Moreno) e Lexy (Sarah<br />

Rayne), affiancati dall’adottivo Jeremy<br />

Bradford (Ron Melendez), si di­<br />

490<br />

vidono tra questioni morali e la gestione<br />

della fattoria a Lexington. “È una<br />

serie dedicata all’altruismo,” ha commentato<br />

il produttore esecutivo Chris<br />

Abbott, “ai valori spirituali più che a<br />

quelli materiali”. Sean è l’impulsivo<br />

primogenito che ha rotto la sua relazione<br />

con la figlia del banchiere dopo<br />

essersi innamorato di Marita (Sharon<br />

Leal), la governante di colore; Clay si<br />

sente il meno considerato <strong>dei</strong> fratelli;<br />

Alice e Lexy si confrontano e si confidano<br />

mentre stanno per abbandonare<br />

l’adolescenza. Tra i momenti clou del<br />

serial, quello che vede il colpo di fulmine<br />

tra Alice e il diciasettene Jeremy.<br />

Il serial è stato girato a Richmond, in<br />

Virginia. Claude Desjardins e Loreena<br />

McKennitt compongono a quattro mani<br />

la colonna sonora. Il tema musicale<br />

“The Mummer’s Dance”, è cantato da<br />

Loreena McKennitt.<br />

Legge del Far West, La (Temple<br />

Houston) Con: Jeffrey Hunter, Jack<br />

Elam, Mary Wickes, Frank Ferguson,<br />

Chubby Johnson, James Best.<br />

Produzione: Usa, 1963, western, b/n<br />

(26/60’).<br />

Ennesimo serial-western anni ’60 con<br />

la differenza che a esserne protagonista<br />

è un avvocato dalla pistola facile:<br />

Jeffrey Hunter interpreta il leggendario<br />

Temple Houston, uomo di legge a<br />

tutti gli effetti realmente esistito ai<br />

tempi di Billy the Kid. Al suo fianco, il<br />

fedele George Taggart (Jack Elam);<br />

Ida Goff (Mary Wickes); il giudice<br />

Gurney (Frank Ferguson); Concho<br />

(Chubby Johnson) e Gotch (James Best).<br />

La coppia di produttori esecutivi è<br />

formata da William T. Orr e Jack<br />

Webb. La colonna sonora è composta<br />

da Frank Comstock.<br />

Legge di Bird, La (Gabriel’s Fire)


491 Legge di Burke, La<br />

Con: James Earl Jones, Laila Robins,<br />

Dylan Walsh, Madge Sinclair, Brian<br />

Grant, Chelcie Ross. Produzione: Usa,<br />

1990, poliziesco, colore (22/60’).<br />

James Earl Jones interpreta Gabriel<br />

Bird, un agente di polizia di colore che<br />

si ritrova accusato dell’omicidio del<br />

suo collega bianco e viene condannato<br />

alla prigione a vita nel 1969. Vent’anni<br />

dopo Bird incontra Victoria Heller<br />

(Laila Robins), una potente avvocatessa<br />

che, seguendo il caso della morte di<br />

un detenuto, si interessa alla sua causa<br />

e riesce a farlo scarcerare, per poi farlo<br />

diventare il suo investigatore. Tra gli<br />

altri protagonisti del serial: Dylan<br />

Walsh veste i panni di Louis Kline,<br />

l’assistente di Victoria; Madge Sinclair<br />

è Josephine Austin, una vecchia<br />

amica di Bird che ora gestisce un ristorante;<br />

Brian Grant interpreta Jamil<br />

Duke, il figlio del detenuto morto;<br />

Chelcie Ross entra in scena con il distintivo<br />

del capitano Jack O’Neil, fratello<br />

del collega di Bird che ha intenzione<br />

di provare la sua colpevolezza e<br />

di rimandarlo dietro le sbarre. Jones e<br />

Sinclair hanno dato vita a un sequel<br />

(Pros & Cons) in cui si sposano e si<br />

trasferiscono da Chicago a Los Angeles,<br />

dove Bird diventa investigatore<br />

privato. Gli ideatori della serie sono<br />

Donald R. Boyle, Jacqueline Zambrano<br />

e Coleman Luck, quest’ultimo altresì<br />

produttore esecutivo con Robert<br />

Lieberman. William Olvis è l’autore<br />

della colonna sonora.<br />

Legge di Burke, La (Burke’s law;<br />

Amos Burke, secret agent) Con: Gene<br />

Barry, Regis Toomey, Gary Conway,<br />

Eileen O’Neil, Michael Fox, Leon<br />

Lontoc. Produzione: Usa, 1963-1965,<br />

poliziesco, b/n (64/60’).<br />

Dopo che lo chaffeur filippino gli ha<br />

aperto la porta della Rolls Royce, dopo<br />

aver lasciato una delle sue conquiste<br />

femminili in caldo, il miliardario<br />

Amos Burke (Gene Barry) arriva sul<br />

luogo del delitto in impeccabile giacca<br />

e cravatta regimental; niente di strano,<br />

se non fosse il capo della Omicidi di<br />

Los Angeles… Sorta di contraltare<br />

chic di Colombo, Burke viene affiancato<br />

nel corso delle sue indagini glamour<br />

dal veterano detective Lester<br />

Hart (Regis Toomey) e dal più giovane<br />

Tim Tilson (Gary Conway), dal dottor<br />

George McLeod (Michael Fox), dall’inseparabile<br />

autista tuttofare Henry<br />

(Leon Lontoc) e dall’affascinante sergente<br />

Ames (Eileen O’Neil), che naturalmente<br />

sbava per l’elegante protagonista.<br />

Quasi tutti gli episodi sono intitolati<br />

“Chi ha ucciso…?”, completati<br />

dal nome della vittima di turno; praticamente<br />

in ogni puntata compaiono<br />

guest-stars di grido (se ne sono contate<br />

all’incirca 250): tra le altre, Frank Sinatra<br />

(nell’episodio “Chi ha ucciso<br />

Wade Walker?”, trasmesso in America<br />

il 15 novembre 1963), Jayne Mansfield<br />

(nell’ultimo ruolo drammatico<br />

della sua carriera), Terry Thomas (al<br />

suo debutto nella tv americana), Elizabeth<br />

Montgomery, Zsa Zsa Gabor,<br />

Barbara Eden, Sammy Davis jr., Burgess<br />

Meredith, Ida Lupino, David Niven,<br />

Telly Savalas, Gloria Swanson,<br />

Frankie Avalon, Yvonne De Carlo,<br />

William Shatner, Mickey Rooney, Ed<br />

Begley, Susan Strasberg, John Cassavetes,<br />

Vera Miles, Sal Mineo, Tura Satana<br />

(l’attrice-icona di Russ Meyer), la<br />

“nostra” Luciana Paluzzi e, nella loro<br />

ultima apparizione sul piccolo schermo,<br />

Buster Keaton, William Bendix e<br />

Rhonda Fleming. Alla fine del 1965 i<br />

produttori decisero di far diventare<br />

Burke un agente segreto (apparentemente<br />

per andare nella scia del successo<br />

della serie L’uomo della U.N.C.L.E.,


Legge di Burke, La<br />

in onda sull’NBC nel 1964): tutto il cast<br />

precedente venne lasciato a casa, mentre<br />

entrava in scena l’Uomo (interpretato<br />

da Carl Benton), il superiore di<br />

Burke; la versione spionistica – intitolata<br />

per l’occasione, in originale, Amos<br />

Burke, Secret Agent – cadde sotto i colpi<br />

del concorrente Le spie, in onda sull’NBC.<br />

Il detective debonair sarebbe<br />

tornato in scena in una serie-remake<br />

nel 1994 (si veda la scheda seguente),<br />

sempre con Gene Barry nel doppiopetto<br />

del protagonista ma con cameo meno<br />

splendenti. Il personaggio di Burke<br />

era apparso per la prima volta all’interno<br />

di Dick Powell, con l’episodio<br />

“Who killed Julie Greer?” (in onda il<br />

26 settembre 1961), in cui il protagonista<br />

era interpretato dallo stesso Dick<br />

Powell e tra i volti noti del cast figurava<br />

un “certo” Ronald Reagan. Barry,<br />

che ha vinto un Golden Globe nel<br />

1965, è stato scelto dopo la sua interpretazione<br />

da dandy giramondo ne Il<br />

barone (1965). La Rolls Royce che<br />

porta in giro Burke è un modello Silver<br />

Cloud II e si avvale al suo interno di<br />

vassoio porta-Champagne, telefono,<br />

radio, tv, registratore, alzacristalli elettrici<br />

e, naturalmente, aria condizionata;<br />

nel corso degli episodi si notano targhe<br />

differenti (JEB 495, JZG 063 e<br />

HEK 388), segno che è stata utilizzata<br />

più di una Rolls. La serie double-face è<br />

ideata da Ivan Goff, Ben Roberts ed<br />

Ernest Kinoy; Aaron Spelling, che firma<br />

da produttore, compare nel quinto<br />

episodio (“Chi ha ucciso Julian<br />

Buck?”). Il tema musicale è composto<br />

da Herschel Burke Gilbert, la colonna<br />

sonora da Josep Mullendore. Il <strong>telefilm</strong><br />

che nel ’65 si è aggiudicato un altro<br />

Golden Globe quale “miglior programma<br />

dell’anno” ha dato vita a uno<br />

spin-off: in Honey West (1965), Anne<br />

Francis interpreta la detective privata<br />

492<br />

che il 21 aprile 1965 era comparsa in<br />

una puntata de La legge di Burke.<br />

Legge di Burke, La (Burke’s Law)<br />

Con: Gene Barry, Peter Barton, Danny<br />

Kamekona. Produzione: Usa, 1994,<br />

poliziesco, colore (27/60’).<br />

Trent’anni dopo la serie originale degli<br />

anni ’60 Gene Barry torna nei panni di<br />

Amos Burke, con il vizio di girare a<br />

bordo della sua lussuosa Rolls Royce<br />

tra delitti e assassini. Sembra un<br />

hobby, invece è il suo mestiere: è sempre<br />

il capo della squadra omicidi. Vestito<br />

impeccabilmente in doppiopetto,<br />

antitesi glamour di Colombo, Burke<br />

viene affiancato nelle indagini dal figlio<br />

criminologo Peter (Peter Barton),<br />

affascinante come lo era Amos<br />

trent’anni prima. Danny Kamekona<br />

veste i panni di Henry, l’inseparabile<br />

chauffeur. Come nella serie originale,<br />

anche il sequel vanta una schiera di<br />

cinque o sei guest-stars a episodio:<br />

George Segal, Dom DeLuise e Grant<br />

Show (Melrose Place) compaiono nella<br />

puntata-pilota; Elliott Gould, Robert<br />

Vaughn, Frankie Avalon, James Brolin<br />

e Morgan Fairchild nelle successive.<br />

Anne Francis, apparsa nella prima edizione<br />

nei panni dell’investigatrice privata<br />

Honey West (personaggio che ha<br />

dato vita allo spin-off omonimo nel<br />

1965), è tornata in scena in un episodio<br />

in onda in America il 21 gennaio del<br />

1994. Aaron Spelling e E. Duke Vincent<br />

firmano quali produttori esecutivi<br />

insieme a James L. Conway, impegnato<br />

altresì come sceneggiatore. Tori<br />

Spelling, figlia di Aaron, compare in<br />

un episodio; Jennifer Aniston, Denise<br />

Richards, Mark Hamill, Sherman<br />

Hemsley, Jason Bateman, Marion<br />

Ross e Hunter Tylo sono tra gli altri<br />

volti noti che si susseguono nel <strong>telefilm</strong>,<br />

alla stessa stregua di gran parte


493 Leggenda di Jesse James, La<br />

del cast di Beverly Hills e Melrose Place.<br />

Herschel Burke Gilbert compone il<br />

tema musicale contraddistinto da un<br />

sax squillante e da una voce femminile<br />

che sussurra sensualmente; John E.<br />

Davis è l’autore della colonna sonora.<br />

Legge di McClain, La (McClain’s<br />

Law) Con: James Arness, Marshall<br />

Colt, George DiCenzo, Conchata Ferrell.<br />

Produzione: Usa, 1981, poliziesco,<br />

colore (16/60’).<br />

Dopo aver recitato per vent’anni in<br />

Gunsmoke (1955), James Arness ricompare<br />

in televisione nei panni di<br />

Jim McClain, un poliziotto in pensione<br />

a soli 39 anni per via di una ferita alla<br />

gamba che torna in polizia dopo che<br />

un suo amico pescatore è stato ucciso.<br />

Per scovare gli assassini, McClain getta<br />

l’amo come era solito fare con il<br />

compagno di pesca e aspetta che abbocchino<br />

pesci grandi e piccoli. Marshall<br />

Colt interpreta il giovane Harry<br />

Gates, il suo nuovo compagno con il<br />

quale ha da ridire per i metodi troppo<br />

moderni; George DiCenzo è il tenente<br />

DeNisco, il capo di entrambi; Conchata<br />

Ferrell veste i panni di Vangie Cruise,<br />

l’amica di McClain proprietaria di<br />

un bar. Eric Bercovici è il creatore della<br />

serie, nonché produttore in compagnia<br />

di Robert H. Justman e George<br />

Watters. Le vicende sono ambientate a<br />

San Pedro, in California.<br />

Legge di Shannon, La Vedi Shannon.<br />

Leggenda della città perduta, La<br />

(The legend of the hidden city) Con:<br />

Brendan Pollecutt, Felize Mpela, Gina<br />

Borthwick, David Dukas. Produzione:<br />

Sudafrica, 1997, avventura, colore<br />

(26/30’).<br />

COTTO<br />

La leggenda della “Città perduta” risale<br />

al 1949, quando un esploratore trovò<br />

la morte dopo aver rubato un cimelio<br />

da quella località mai segnata sulle<br />

cartine geografiche. Ai giorni nostri, il<br />

corpo di quell’“Indiana Jones” viene<br />

rinvenuto da un archeologo. Brendan<br />

Pollecutt interpreta il protagonista avventuriero<br />

Dean, affiancato dal fedele<br />

Thabo (Felize Mpela); Gina Borthwick<br />

è la regina Kama, mentre David Dukas<br />

è il principe Julak. Noel Cronin firma<br />

da produttore esecutivo l’ennesima serie<br />

sulle tracce dell’Indy cinematografico:<br />

tra gli altri <strong>telefilm</strong> del genere, si<br />

veda i precedenti I predatori dell’idolo<br />

d’oro (1982), L’uomo di Singapore<br />

(1982), Glendora (1982) e Le avventure<br />

del giovane Indiana Jones (1992).<br />

La colonna sonora è composta da Toby<br />

Langton-Gilkes. Le riprese sono state<br />

effettuate in Sudafrica, tra Johannesburg<br />

e Knysna.<br />

Leggenda di Jesse James, La<br />

(The Legend of Jesse James) Con: Chris<br />

Jones, Allen Case, Ann Doran, Robert<br />

J. Wilke. Produzione: Usa, 1965,<br />

western, b/n (35/30’).<br />

COTTO<br />

Il fuorilegge omicida Jesse James diventa<br />

una sorta di Robin Hood con il<br />

volto di Chris Jones nonché con la “benedizione”<br />

di Don Siegel, che oltre a<br />

essere regista di qualche episodio firma<br />

da produttore con David Weisbart.<br />

Con il fratello Frank (Allen Case), Jesse<br />

rapina i treni per ridare i soldi ai proprietari<br />

<strong>dei</strong> terreni confiscati dalla ferrovia.<br />

Ann Doran interpreta la mamma<br />

<strong>dei</strong> due protagonisti, proprietaria di un<br />

ranch; Robert J. Wilke si appunta la<br />

stella dello sceriffo Sam Corbett, il<br />

quale tenta invano di catturare la coppia<br />

di fratelli. Jerry Goldsmith è autore<br />

della colonna sonora. Tra le guest­


Leggendarie imprese di Wyatt Earp, Le<br />

stars che cavalcano lungo la serie si<br />

notano John Cassavetes, Kurt Russell<br />

e Charles Bronson. L’idea di “convertire”<br />

Jesse James appartiene a Samuel<br />

A. Peeples.<br />

Leggendarie imprese di Wyatt<br />

Earp, Le (Wyatt Earp; The Life and<br />

Legend of Wyatt Earp) Con: Hugh<br />

O’Brian, Myron Healey, Morgan<br />

Woodward, Randy Stuart, Damian<br />

O’Flynn, Trevor Bardette. Produzione:<br />

Usa, 1955, western, b/n (226/30’).<br />

Ufficialmente intitolato in originale<br />

The Life and Legend of Wyatt Earp, è il<br />

serial che ha dato vita, insieme a Gunsmoke<br />

e Cheyenne, a quella che i critici<br />

americani hanno chiamato “l’era del<br />

western adulto”. Non è un caso che nel<br />

1959 ben 27 <strong>telefilm</strong> sulla Nuova Frontiera<br />

andassero in onda nel prime time a<br />

“stelle e strisce”. La serie si basa su un<br />

personaggio realmente esistito, il più<br />

famoso sceriffo del West; come narra la<br />

leggenda “giunto a 80 anni senza essere<br />

mai stato colpito da una pallottola”.<br />

Prima e dopo numerose caratterizzazioni<br />

cinematografiche (tra le altre, ne<br />

Gli indomabili del ’39, in Sfida infernale<br />

del ’47, in Sfida all’O.K. Corral<br />

del ’57, in Tombstone del ’94 e nell’ultimo<br />

Wyatt Earp di Kasdan, sempre del<br />

’94), Wyatt Earp è interpretato da Hugh<br />

O’Brian. Una curiosità: mentre<br />

Earp andava in onda sull’ABC, il<br />

network concorrente proponeva Gunsmoke,<br />

dove era protagonista lo sceriffo<br />

Matt Dillon (William Conrad),<br />

anch’egli con la stella sul petto per le<br />

vie di Dodge City; inutile dire che non<br />

si sarebbero mai incontrati. Tra gli altri<br />

personaggi del serial: l’immancabile<br />

Doc Holliday (Myron Healey) e Shotgun<br />

Gibbs (Morgan Woodward), l’aiutante<br />

dello sceriffo. Dopo alcune stagioni<br />

Earp si trasferisce a Tombstone,<br />

494<br />

nell’Arizona, dove continua a impersonare<br />

la legge con la sua leggendaria pistola<br />

a canne lunghe “Buntline Special”,<br />

in grado di stendere un fuorilegge<br />

dall’altra parte della città. Nel cast entrano<br />

a far parte Randy Stuart nei panni<br />

di Nellie Cashman, la proprietaria del<br />

saloon; Damian O’Flynn come Doc<br />

Goodfellow; Trevor Bardette nelle vesti<br />

di Clanton, il boss corrotto. Il <strong>telefilm</strong><br />

si conclude con l’epica sfida all’O.K.<br />

Corral, in cui Earp sconfigge<br />

Clanton e i suoi seguaci. Hugh O’Brian<br />

è tornato a vestire Wyatt Earp nel 1994,<br />

nel film tv Wyatt Earp: Return to<br />

Tombstone. Robert F. Sisk è il produttore<br />

della serie insieme al produttore<br />

esecutivo Louis F. Edelman. Tra le<br />

guest-stars di passaggio, troviamo Angie<br />

Dickinson, Bo Hopkins, James Coburn,<br />

Ron Ely. La canzone-tema del serial,<br />

composta da Harry Warren, è cantata<br />

a cappella dal quartetto vocale guidato<br />

da Ken Darby.<br />

Legionari dello spazio, I Con: Carlo<br />

Croccolo, Isa Crescenzi, Luigi Castellato,<br />

Antonio Guidi, Ivano Staccioli.<br />

Produzione: Italia, 1966, fantascienza,<br />

b/n (5/30’).<br />

La serie racconta le avventure fantastiche<br />

di un gruppo di legionari dello spazio<br />

incaricati di sconfiggere la perfida<br />

regina Oreussa (Isa Crescenzi), gemella<br />

usurpatrice della sorella Assuero.<br />

Gli eroi della serie, capitanati dal<br />

legionario Pinozzo (Carlo Croccolo),<br />

se la devono vedere anche con il principe<br />

malvagio Rotul (Luigi Castellato),<br />

il quale si specchia nel gemello<br />

buono Lutor; come per la regina<br />

Oreussa e il suo alter ego cattivo, l’interprete<br />

è lo stesso per entrambi i personaggi,<br />

diversi nella grafia del nome<br />

invertita e nel trucco un po’ più pesante.<br />

Vittorio Metz firma il soggetto e la


495 Lezioni di guai<br />

sceneggiatura di una serie che abbonda<br />

in scenari di cartapesta e costumi<br />

naïf.<br />

Legmen (Id.) Con: Bruce Greenwood,<br />

J.T. Terlesky, Don Calfa, Claude<br />

Akins. Produzione: Usa, 1984, poliziesco,<br />

colore (8/60’).<br />

Due studenti di college diventano gli<br />

assistenti di un detective privato, con<br />

tutti gli imprevisti del caso tra belle<br />

donne e pallottole volanti. Bruce<br />

Greenwood interpreta Jack Cage, J.T.<br />

Terlesky è David Taylor, il suo compagno<br />

di stanza e di avventure. Don Calfa<br />

veste il trench dell’investigatore<br />

Oscar Armismendi, proprietario dell’agenzia<br />

Tri-Star Bail Bonds. A quest’ultimo<br />

succede Tom Bannon (Claude<br />

Akins, già in Lobo), il nuovo datore<br />

di lavoro (e di indagini) per la giovane<br />

coppia. Tim Robbins appare in un cameo.<br />

La musica originale è composta<br />

da John Beal. Gli ideatori e produttori<br />

esecutivi della serie sono Bill Dial,<br />

Andrew Mirisch e Richard Chapman.<br />

Lewis & Clark (Id.) Con: Gabe Kaplan,<br />

Guich Koock, Ilene Graff, Amy<br />

Linker, David Hollander, Clifton James,<br />

Wendy Holcombe, Michael Mc-<br />

Manus, Aaron Fletcher. Produzione:<br />

Usa, 1981, sit-com, colore (13/30’).<br />

Gabe Kaplan è il creatore e il protagonista<br />

della sit-com in cui veste i panni<br />

di Stewart Lewis, che dall’agiata New<br />

York decide di trasferirsi con la famiglia<br />

nella sonnecchiosa Luckenbach,<br />

nel Texas, per aprire un saloon. Tra coloro<br />

che portano avanti l’attività del locale<br />

battezzato Nassau County Cafe: il<br />

manager Roscoe Clark (Guich<br />

Koock); Alicia Lewis (Ilene Graff), la<br />

moglie di Stewart; la figlia Kelly<br />

(Amy Linker); il figlio Keith (David<br />

Hollander); il cliente fisso Silas Jones<br />

(Clifton James); la cameriera Wendy<br />

(Wendy Holcombe); il barista John<br />

(Michael McManus); l’ubriacone Lester<br />

(Aaron Fletcher). Nel locale al<br />

centro delle vicende il massimo del divertimento<br />

è assistere alle corse di armadilli.<br />

Lezioni di guai Con: Lorenzo De<br />

Angelis, Fabio Sartor, Elisabetta Coraini,<br />

Sergio Forconi, Natalie Bellingardi,<br />

Leonardo Ruta, Marco Pacifici,<br />

Riccardo De Simone, Andrea Fangio,<br />

Carolina Marcucci. Produzione: Italia,<br />

1999, sit-com, colore (12/30’).<br />

Abbandonata l’idea di lanciarla come<br />

il nuovo Gianburrasca, la serie in effetti<br />

non ha nulla del personaggio interpretato<br />

da Rita Pavone. Ne è protagonista<br />

Giacomo, un ragazzino di 15 anni<br />

interpretato da Lorenzo De Angelis,<br />

che del Giannino di Vamba conserva<br />

solo la simpatica vivacità, mentre per<br />

il resto è un bambino qualunque alle<br />

prese con computer, tv, videogiochi e<br />

giornalini. La famiglia Abati, dichiaratamente<br />

anni ’90, è composta da: papà<br />

Bruno (Fabio Sartor), un architetto che<br />

lavora in casa; mamma Giovanna (Elisabetta<br />

Coraini), una biologa che si<br />

muove tra l’abitazione e il laboratorio;<br />

nonno Franco (Sergio Forconi), un ribelle<br />

che non sopporta le regole; Giulia<br />

e Matteo, i fratelli maggiori del protagonista<br />

(interpretati rispettivamente<br />

da Natalie Bellingardi e Leonardo Ruta).<br />

Fuori dalle mura domestiche si<br />

muove la banda degli amici, dalla quale<br />

emergono le caratterizzazioni<br />

dell’“intellettuale” Giovanni (Marco<br />

Pacifici), del “cicciottello” Luca (Riccardo<br />

De Simone), del “piccolo” Simone<br />

(Andrea Fangio) e di “quella”<br />

(Carolina Marcucci), l’unica femmina<br />

del gruppo. La serie, prodotta da Maurizio<br />

Tini, nasce come un esperimento:


Licia dolce Licia<br />

realizzare un prodotto per ragazzi che<br />

contenga qualche finalità pedagogica;<br />

anche per questo, grazie a una grafica<br />

che strizza l’occhio ai videogame, il<br />

punto di vista rimane sempre quello<br />

del bambino. Le 12 storie, che si svolgono<br />

nell’arco di un anno scolastico,<br />

prendono in considerazione temi come<br />

il razzismo, i primi amori e il paranormale.<br />

I baby-protagonisti sono stati<br />

scelti fra 3000 bambini tra gli 11 e i 12<br />

anni in 50 scuole di Roma.<br />

Licia dolce Licia Vedi Love me Licia.<br />

Lilly e il poliziotto Con: Punny Semeraro,<br />

Gino Mangini, Tina Perna,<br />

Adriana Innocenti. Produzione: Italia,<br />

1957, poliziesco/avventura, b/n (8/30’).<br />

Lilly (Punny Semeraro), una ragazzina<br />

londinese furba e petulante, aiuta<br />

nelle sue indagini il giovane poliziotto<br />

Donovan (Gino Mangini), battendolo<br />

spesso sul tempo nella scoperta <strong>dei</strong><br />

colpevoli. Bruno Corbucci e Giovanni<br />

Grimaldi sono gli autori del soggetto e<br />

della sceneggiatura. Tina Perna e<br />

Adriana Innocenti sono tra gli altri interpreti<br />

ricorrenti.<br />

Linc’s (Id.) Con: Steven Williams,<br />

Pam Grier, Georg Stanford Brown, Joe<br />

Inscoe, Tisha Campbell. Produzione:<br />

Usa, 1998, sit-com, colore (37/30’).<br />

Da Linc si servono aperitivi e battute<br />

sarcastiche, l’happy hour diventa occasione<br />

di gag e prese in giro. Gran<br />

parte del merito di quest’atmosfera alla<br />

Cin Cin (1982) va attribuito al proprietario<br />

Russell “Linc” Lincoln (Steven<br />

Williams), conservatore fino al<br />

midollo che si scontra con la clientela<br />

più liberal di Washington D.C. e dintorni.<br />

Tra gli avventori che vomitano le<br />

loro idiosincrasie al bancone: Eleanor<br />

496<br />

Braithwaite Winthrop (Pam Grier),<br />

Johnnie B. Goode (Georg Stanford<br />

Brown), Harlan Hubbard (Joe Inscoe)<br />

e Rosalee (Tisha Campbell), la figlia<br />

di Linc. La serie è ideata e prodotta da<br />

Tim Reid e Susan Fales. Lionel Cole<br />

strimpella la colonna sonora. Il cestista<br />

Dennis Rodman compare da gueststar.<br />

Le riprese sono state effettuate a<br />

Petersburg, in Virginia.<br />

Linea diretta (WIOU) Con: John<br />

Shea, Harris Yulin, Dick Van Patten,<br />

Phil Morris, Jayne Brook, Joe Grifasi,<br />

Mariette Hartley, Helen Shaver, Kate<br />

McNeil, Scott Harlan, Robin Gammell.<br />

Produzione: Usa, 1990, drammatico,<br />

colore (16/60’).<br />

La vita in diretta del network televisivo<br />

WNDY – soprannominato WIOU dai<br />

suoi dipendenti – è al centro di una serie<br />

ideata da John Eisendrath e<br />

Kathryn Pratt. Tra coloro che vi lavorano:<br />

Hank Zaret (John Shea), il nuovo<br />

direttore delle news; l’anchorman super-pagato<br />

Neal Frazier (Harris Yulin);<br />

Floyd Graham (Dick Van Patten),<br />

addetto alle previsioni del tempo;<br />

l’ambizioso reporter Eddie Bock (Phil<br />

Morris); il produttore Ann Hudson<br />

(Jayne Brook); Tony Pro (Joe Grifasi),<br />

addetto alle pubbliche relazioni; il produttore<br />

esecutivo Liz McVay (Mariette<br />

Hartley); la reporter promossa nuova<br />

conduttrice Kelby Robinson (Helen<br />

Shaver), ex fiamma di Zaret; la nuova<br />

giornalista Taylor Young (Kate Mc-<br />

Neil), appena arrivata da Tampa; il direttore<br />

Ralph (Scott Harlan); Kevin<br />

Doherty (Robin Gammell), il manager.<br />

Rosie Perez compare in quattro<br />

episodi nei panni della presentatrice<br />

sportiva Lucy Hernandez. Gli ideatori<br />

Eisendrath e Pratt firmano altresì da<br />

produttori esecutivi al fianco di Scott<br />

Brazil.


497 Line of fire<br />

Line of fire (Id.) Con: Leslie Bibb,<br />

Leslie Hope, Anson Mount, David<br />

Paymer, Jeffrey D. Sams, Michael<br />

Irby, Julie Ann Emery, Brian Goodman,<br />

Kristen Shaw. Produzione: Usa,<br />

2003, poliziesco, colore (13/60’).<br />

CULT<br />

Non è solo una lotta per la giustizia o<br />

per la supremazia del crimine. No, qui<br />

si travalica nell’onore, nella lealtà, nel<br />

rispetto. In quello che accade quando<br />

cadono gli steccati e diventa una guerra<br />

personale, senza stelle sul petto e<br />

senza tanti sensi di colpa. Come recita<br />

il comunicato di stampa di lancio originale<br />

“è quello che succede quando si<br />

incrociano i membri del crimine organizzato<br />

e gli agenti dell’FBI incaricati<br />

di stare un passo davanti a loro”. Il casus<br />

belli è l’omicidio dell’agente federale<br />

Bert Somers in una strada di Richmond,<br />

in Virginia; a indagare arrivano<br />

di rinforzo i colleghi Paige Van Doren<br />

(Leslie Bibb) – la quale ha perso il marito<br />

nel crollo delle Torri Gemelle e sublima<br />

la perdita gettandosi a capofitto<br />

nel lavoro – e il tranquillo Todd Stevens<br />

(Jeffrey D. Sams), entrambi mossi<br />

da una dedizione e da una rettitudine<br />

morale che va al di là dell’impegno<br />

professionale. Al vertice della sezione<br />

si erge la dura e risoluta agente speciale<br />

Lisa Cohen (Leslie Hope), a capo<br />

dell’agente Amiel MacArthur (Michael<br />

Irby) – colui che si trovava con<br />

Somers al momento dell’omicidio e<br />

ancora sotto choc – e dell’agente Jennifer<br />

Samson (Julie Ann Emery), l’unica<br />

ad avere un briciolo di vita privata<br />

(un marito e due figli che l’attendono<br />

quando torna a casa tardi). Dall’altra<br />

parte della barricata si staglia il carismatico<br />

e spietato boss Jonah Malloy<br />

(David Paymer), il quale gestisce l’organizzazione<br />

malavitosa come un manager<br />

d’azienda, tratta la moglie Janet<br />

(Kristen Shaw) come uno <strong>dei</strong> suoi sottoposti,<br />

cita Machiavelli e distingue tra<br />

“le cose brutte e la crudeltà”; suo braccio<br />

destro è Donovan Stubbin (Brian<br />

Goodman), sempre all’erta per scovare<br />

eventuali infiltrati ed eseguire gli ordini<br />

alla lettera, talvolta dimostrandosi<br />

più realista del re. In mezzo al guado di<br />

sangue si muove Roy Ravelle (Anson<br />

Mount), l’infiltrato dell’FBI che per<br />

rendersi ancor più credibile si è fatto<br />

anni di prigione. Tra i due schieramenti<br />

scoppia una guerra senza quartiere in<br />

cui i buoni si travestono da cattivi. Il<br />

serial deriva idealmente dai due film<br />

antesignani del genere – Il braccio violento<br />

della legge (1971) e Vivere e morire<br />

a Los Angeles (1985) – in cui per<br />

incastrare i colpevoli si perdono talvolta<br />

i riferimenti morali, ma è anche<br />

una sorta de I Soprano (1999) con in<br />

più il punto di vista dell’FBI. Bene ha<br />

scritto Alessandra Comazzi su “La<br />

Stampa”: “In Line of fire il male si interseca<br />

col bene in modo ancor più sincretico:<br />

due, infatti, sono le linee di<br />

sviluppo drammaturgico, una per i detective<br />

e una per i criminali. La narrazione<br />

segue insomma un doppio crinale,<br />

una doppia messa a fuoco. Le scene,<br />

il ritmo, gli impatti, il mescolamento<br />

del privato e del pubblico, giocano<br />

su due fronti: il mondo della legge e<br />

quello della sua trasgressione. Laddove<br />

il mondo della legge porta nel suo<br />

interno la trasgressione; e il mondo<br />

della trasgressione porta nel suo interno<br />

la legge. È dunque assolutorio, questo<br />

<strong>telefilm</strong>, nel modo in cui descrive i<br />

delinquenti? Non lo è. Certo, però, li<br />

umanizza molto. O meglio, come già<br />

facevano I Soprano, descrive quello<br />

del gangster come un mestiere qualunque,<br />

un po’più violento, ma sempre un<br />

mestiere. Con regole ben precise, di<br />

ingaggio, di carriera, di avanzamento,


Lizzie McGuire<br />

di punizione. Le annose e ferree probabilmente<br />

(in questi termini) fasulle regole<br />

del crimine che ben conosciamo<br />

attraverso la letteratura e il cinema, ma<br />

che quest’ultima generazione di <strong>telefilm</strong><br />

rende ancora più domestiche,<br />

quotidiane. […] Ogni cambio di soggetto<br />

(quanto la pubblicità ha influito<br />

sui prodotti televisivi!), viene annunciato<br />

da uno sdoppiamento dello<br />

schermo, come se si aprisse una finestra<br />

di Internet: da una parte l’ultima<br />

inquadratura di un segmento, dall’altra<br />

la prima del segmento nuovo. Una<br />

tecnica che richiama sia la navigazione<br />

sia la docufiction, in questo continuo<br />

traslocare del piccolo schermo dal<br />

vero al falso al verosimile, in una sovrapposizione<br />

sempre più pervasiva,<br />

inquietante e indistinguibile”. La serie<br />

è ideata da Rod Lurie, che è anche produttore<br />

esecutivo in compagnia di<br />

Marc Frydman e Jeff Melvoin. Larry<br />

Groupé è l’autore del tema musicale;<br />

Jon Ernst compone la colonna sonora.<br />

Le riprese sono state effettuate tra Richmond<br />

e Los Angeles. Lori Petty<br />

compare in un cameo. La regia del <strong>telefilm</strong><br />

– curata alternativamente da<br />

Tim Hunter, Greg Yaitanes, Daniel Attias,<br />

Kevin Hooks, Peter Horton, Elodie<br />

Keene e dallo stesso Lurie – dovrebbe<br />

essere materia di studio in tutte<br />

le scuole di fiction che si rispettino.<br />

Lizzie McGuire (Id.) Con: Hilary<br />

Duff, Hallie Todd, Robert Carradine,<br />

Jake Thomas, Lalanie, Adam Lamberg.<br />

Produzione: Usa, 2001, sit-com,<br />

colore (65/30’).<br />

Potrebbe essere la figlia di Ally Mc-<br />

Beal. Anche lei, nonostante la tenera<br />

età, si astrae spesso dal mondo che la<br />

circonda, soprattutto quando si trova<br />

ad affrontare problemi, dilemmi esistenziali,<br />

battiti accellerati di cuore,<br />

498<br />

paure mai affrontate. Anche lei si ritrova<br />

in un universo parallelo di fantasia e<br />

visioni: ma non da sola, con il suo alter<br />

ego animato! La tredicenne Lizzie<br />

McGuire (Hilary Duff) ha fantasia da<br />

vendere: quando deve affrontare un<br />

compito in classe o risolvere una questione<br />

tipica dell’adolescenza entra in<br />

scena la sua sfrontata anima cartoon<br />

(non per niente la serie è firmata dalla<br />

Disney). Come una sorta di compagna<br />

di vita talvolta buona e talvolta cattiva<br />

– alla stessa stregua dell’angioletto/diavoletto<br />

che tentava Ambra in<br />

Non è la Rai – l’“altra” Lizzie sfodera<br />

via via saggezza, sicurezza, cinismo,<br />

isteria, opportunismo, savoir faire.<br />

Mamma Jo (Hallie Todd) e papà Sam<br />

(Robert Carradine) sono tra i più<br />

preoccupati delle “evasioni mentali”<br />

di Lizzie; meno interessato appare<br />

Matt (Jake Thomas), il petulante fratello<br />

decenne dell’eroina con la testa<br />

tra le nuvole; a completare il gruppo irrompono<br />

Miranda (Lalanie), la migliore<br />

amica di Lizzie che la tira spesso<br />

nei guai e Gordo (Adam Lamberg),<br />

l’intelligente di turno. Originariamente<br />

l’ideatore della sit-com, Terry Minsky,<br />

aveva vagliato l’ipotesi che Lizzie<br />

potesse interloquire con la propria coscienza<br />

grazie a una voce fuori campo,<br />

ma in seguito ha deciso che un “angelo<br />

custode” animato potesse rendere al<br />

meglio gli straripanti pensieri di un’adolescente<br />

e rendesse la serie alquanto<br />

unica, con tanto di riprese in 16 millimetri<br />

e sequenze in video8. Stan Rogow,<br />

produttore esecutivo insieme a<br />

Susan Jansen, ha dichiarato che la serie<br />

è “un festival multimediale” che si<br />

ispira, più che ad Ally McBeal, al film<br />

tedesco Lola corre (1998), “pieno di<br />

schegge filmate e pervaso da uno stile<br />

aggressivo in sede di montaggio”. La<br />

serie è diventata talmente popolare da


499 Lois&Clark – Le nuove avventure di Superman<br />

generare un film uscito nelle sale americane<br />

nel maggio 2003, sempre con<br />

Hilary Duff nei panni della protagonista<br />

(un po’ più cresciuta). La colonna<br />

sonora è composta da Marco Marinangeli<br />

e Sam Winans. Tra i registi compaiono<br />

l’ex Potsie di Happy Days, Anson<br />

Williams e lo stesso Robert Carradine;<br />

il fratello David Carradine, l’indimenticabile<br />

interprete della serie<br />

Kung Fu (1972), compare invece nei<br />

panni di sé stesso quale guest-star, alla<br />

stessa stregua di Steven Tyler degli<br />

Aerosmith.<br />

Lobo (The Misadventures of Sheriff<br />

Lobo; Lobo) Con: Claude Akins, Mills<br />

Watson, Brian Kerwin, Leann Hunley,<br />

Cyd Crampton, Janet Lynn Curtis, Nicolas<br />

Coster, Nell Carter, Tara Buckman,<br />

Amy Botwinick. Produzione:<br />

Usa, 1979, avventura, colore (39/60’).<br />

Spin-off della serie Truck Driver, il <strong>telefilm</strong><br />

racconta le gesta di Elroy S. Lobo,<br />

(Claude Akins), lo sceriffo della<br />

contea di Orly. Tra gli altri personaggi:<br />

i vice-sceriffo Perkins (Mills Watson),<br />

che è anche il cognato di Lobo e Birdie<br />

Hawkins (Brian Kerwin); Sarah Cumberland<br />

(Leann Hunley), proprietaria<br />

dell’Orly Hotel; Rose (Cyd Crampton),<br />

la sorella dello sceriffo e moglie<br />

di Perkins; l’attraente Margaret Ellen<br />

(Janet Lynn Curtis). In America, all’inizio<br />

della seconda stagione la serie ha<br />

cambiato nome (da The Misadventures<br />

of Sheriff Lobo a semplicemente<br />

Lobo) e plot: Lobo e i suoi assistenti<br />

diventano poliziotti speciali ad Atlanta.<br />

Tra i nuovi arrivati: il capitano J.C.<br />

Carson (Nicolas Coster), il sergente<br />

Hildy Jones (Nell Carter), le poliziotte<br />

sexy Brandy (Tara Buckman) e Peaches<br />

(Amy Botwinick). In ogni episodio<br />

non mancano mai belle donne e<br />

scontri automobilistici. Il produttore<br />

esecutivo Glen Larson aveva firmato<br />

come tale anche Truck Driver (1979);<br />

Frankie Laine canta la sigla iniziale del<br />

<strong>telefilm</strong> che vuole fare il verso al genere<br />

poliziesco. Raymond Burr fa capolino<br />

come guest-star; compare, nei<br />

panni di sé stesso, anche Dean Martin.<br />

Lois&Clark – Le nuove avventure<br />

di Superman (Lois&Clark: The<br />

New Adventures of Superman) Con:<br />

Teri Hatcher, Dean Cain, Michael<br />

Landes, Justin Whalin, Lane Smith,<br />

Tracy Scoggins, John Shea, K Callan,<br />

Eddie Jones. Produzione: Usa, 1993,<br />

avventura/fantastico, colore (88/60’;<br />

1/90’).<br />

Il serial anni ’90 sulle gesta di Superman<br />

predilige la storia d’amore tra<br />

Lois Lane (Teri Hatcher) e Clark Kent<br />

(Dean Cain), entrambi giornalisti al<br />

“Daily Planet” di Metropolis. La prima<br />

ha occhi solo per il super-uomo e<br />

prega Kent di fissarle un appuntamento<br />

con il suo idolo: la reporter non sa<br />

che Clark è il volto umano di Superman.<br />

Attorno alla coppia ruotano il<br />

giovane giornalista Jimmy Olsen (interpretato<br />

dapprima da Michael Landes,<br />

in seguito da Justin Whalin), lo<br />

scorbutico direttore Perry White (Lane<br />

Smith), la cronista mondana Catherine<br />

“Cat” Grant (Tracy Scoggins) e Lex<br />

Luthor (John Shea), l’acerrimo nemico<br />

di Superman creduto morto alla fine<br />

della prima stagione ma che ricompare<br />

di tanto in tanto. K Callan ed Eddie Jones<br />

interpretano sporadicamente i genitori<br />

adottivi dell’uomo-acciaio:<br />

Martha e Jonathan Kent. Phyllis Coates,<br />

che aveva interpretato Lois nella<br />

prima serie tv sul super-eroe (1951),<br />

veste in una puntata i panni della madre<br />

della giornalista, Ellen Lane. L’aspetto<br />

romantico tra la coppia protagonista<br />

guadagna enfasi con il passare


Longstreet 500<br />

delle puntate: dapprima lei si innamora<br />

di Lex Luthor e arriva a un passo<br />

dall’altare; alla fine della seconda stagione<br />

Lois sospetta che Clark sia Superman<br />

e Kent rivela la sua vera identità<br />

chiedendole la mano; il matrimonio<br />

avviene dopo 35 puntate di fidanzamento.<br />

Il climax si raggiunge però<br />

quando Lois Lane chiede all’eroe:<br />

“Quella nella tasca è kriptonite o sei<br />

solo contento di vedermi?”. Rispetto<br />

alle altre trasposizioni sul super-eroe<br />

emergono due novità non indifferenti:<br />

la storia è ambientata negli anni ’90 e i<br />

genitori di Clark sono entrambi vivi e<br />

vegeti, assumendo il ruolo di confidenti<br />

nei confronti del figlio adottivo.<br />

Non mancano plot più propriamente<br />

fantascientifici: tra viaggi nel tempo,<br />

rapimenti alieni, realtà virtuali e cloni<br />

figli dell’ingegneria genetica, Superman<br />

si ritrova miniaturizzato in un episodio<br />

tratto dal best-seller di Richard<br />

Matheson Tre millimetri al giorno. Se<br />

Deborah Joy Levine cura l’edizione<br />

televisiva anni ’90 del super-eroe ideato<br />

da Jerry Siegel e Joe Schuster, Robert<br />

Singer è il produttore esecutivo<br />

insieme alla stessa Levine, David Jacobs,<br />

Brad Buckner ed Eugenie Ross-<br />

Lemming. La musica originale è composta<br />

da Jay Gruska. Tra le gueststars:<br />

Elliott Gould, Tony Curtis, Roger<br />

Daltrey (Who), Adam West (Batman),<br />

Sherman Hemsley e Isabel<br />

Sanford (protagonisti <strong>dei</strong> Jefferson),<br />

Sonny Bono, Denise Richards, Shelley<br />

Long, Morgan Fairchild, Raquel<br />

Welch. Nell’ultimo episodio Lois e<br />

Clark decidono di avere un super-bimbo<br />

anche se sono “biologicamente incompatibili”.<br />

Longstreet (Id.) Con: James Franciscus,<br />

Marlyn Manson, Mark Richman,<br />

Ann Doran. Produzione: Usa,<br />

1971, poliziesco, colore (24/60’).<br />

James Franciscus è Michael Longstreet,<br />

un detective delle assicurazioni<br />

di New Orleans che diventa cieco dopo<br />

un attentato in cui perde la vita la<br />

moglie. Nonostante la cecità, sfuggendo<br />

al pietismo che rischia di stritolarlo,<br />

l’uomo continua le sue indagini con<br />

l’aiuto di tre angeli custodi: Nikki Bell<br />

(Marlyn Manson), l’insegnante di<br />

Braille che diventa la sua nuova compagna;<br />

Pax, l’inseparabile pastore tedesco<br />

bianco; il bastone elettronico<br />

che misura le distanze tra il nostro e<br />

quello che gli sta attorno. Peter Mark<br />

Richman (conosciuto più semplicemente<br />

come Mark Richman) interpreta<br />

Duke Paige, il datore di lavoro di<br />

Longstreet presso la Great Pacific Casualty<br />

Company; Ann Doran è Mrs.<br />

Kingston, la padrona di casa del protagonista.<br />

Stirling Silliphant firma da<br />

produttore esecutivo. Le musiche originali<br />

sono di Robert Jackson Drasnin,<br />

Billy Goldenberg e Oliver Nelson.<br />

Bruce Lee compare da guest-star nei<br />

panni dell’istruttore di Kung-fu di<br />

Longstreet.<br />

Lord Tramp (Id.) Con: Hugh Lloyd,<br />

Joan Sims, George Moon, Lally Percy.<br />

Produzione: Gran Bretagna, 1977, sitcom,<br />

colore (6/30’).<br />

Il barbone Hughie Wagstaff (Hugh<br />

Lloyd) eredita una cifra astronomica e<br />

una magione di 50 stanze: la premessa<br />

della sit-com si basa sul classico “cambio<br />

di vita” che costringe il protagonista<br />

in abiti non suoi. Hughie non è sicuro<br />

che quelli aristocratici siano meglio<br />

delle vecchie toppe sui gomiti. Tra<br />

gli altri personaggi di contorno: Miss<br />

Pratt (Joan Sims), Tipping (George<br />

Moon) e Lucy (Lally Percy). Lloyd è<br />

l’ideatore della sit-com prodotta da<br />

Peter Croft.


501 Lost<br />

Lorentz e figli (Lorentz und Söhne)<br />

Con: Ernst Schröder, Gerd Baltus, Christine<br />

Wodetzky, Hans Korte, Michael<br />

Roll, Lisa Kreuzer, Volker<br />

Kraeft, Christoph Moosbrugger, Mareike<br />

Carrière, Hannelore Elsner, Gila<br />

von Weitershausen. Produzione: Germania,<br />

1988, drammatico, colore<br />

(11/60’).<br />

Le vite e le viti della famiglia Lorentz,<br />

vignaioli che si tramandano il mestiere<br />

e la passione da generazioni, sono<br />

al centro del serial. Il vecchio Lauritz<br />

(Ernst Schröder) è un uomo sulla sessantina,<br />

vedovo con quattro figli:<br />

Gerhard (Gerd Baltus), il più grande,<br />

aiuta il padre nella conduzione dell’attività<br />

affiancato dalla moglie Elisabeth<br />

(Christine Wodetzky), donna dai<br />

modi risoluti. Tra gli altri che portano<br />

il cognome <strong>dei</strong> Lorentz: Guy (Hans<br />

Korte), Lauritz jr. (Michael Roll), Silvia<br />

(Lisa Kreuzer) e Stephan (Volker<br />

Kraeft). Il più acerrimo concorrente<br />

<strong>dei</strong> Lorentz nell’attività vinicola è<br />

Alexander Reckroth (Christoph Moosbrugger).<br />

Mareike Carrière ha il ruolo<br />

di Simone Dechamps; Hannelore<br />

Elsner è Katharina Haltermann; Gila<br />

von Weitershausen veste i panni di<br />

Gertrud Bienger.<br />

Los Angeles: Ospedale Nord<br />

(The Interns) Con: Broderick Crawford,<br />

Mike Farrell, Elaine Giftos, Christopher<br />

Stone, Sandra Smith, Hal Frederick,<br />

Stephen Brooks. Produzione:<br />

Usa, 1970, medico, colore (24/60’).<br />

Tratto dal film The Interns (inedito in<br />

Italia, il cui titolo è stato ripreso in originale),<br />

il serial ideato da William<br />

Blinn racconta le vicende di un gruppo<br />

di giovani dottori alle prese, più che<br />

con pazienti in fin di vita, con l’irascibile<br />

e intrattabile direttore dell’Ospedale<br />

Nord (in originale: il New North<br />

Hospital). Con il duro Peter Goldstone<br />

(Broderick Crawford) devono vedersela:<br />

Sam Marsh (Mike Farrell), sua<br />

moglie Bobbe (Elaine Giftos), Jim<br />

“Pooch” Hardin (Christopher Stone),<br />

Lydia Thorpe (Sandra Smith), Cal Baron<br />

(Hal Frederick), Greg Pettit<br />

(Stephen Brooks). Bob Claver firma<br />

da produttore esecutivo. In Italia la serie<br />

è andata in onda anche con il titolo<br />

di California Hospital.<br />

Lost (Id.) Con: Matthew Fox, Evangeline<br />

Lilly, Dominic Monaghan, Ian<br />

Somerhalder, Maggie Grace, Naveen<br />

Andrews, Harold Perrineau jr., Malcolm<br />

David Kelley, Jorge Garcia, Josh<br />

Holloway, Daniel Dae Kim, Yoon-jin<br />

Kim, Terry O’Quinn, Emilie de Ravin,<br />

William Mapother, Mira Furlan. Produzione:<br />

Usa, 2004, avventura/thriller,<br />

colore (25/60’).<br />

CULT<br />

Sopravvissuti due volte. Alla vita di<br />

prima, piena di scheletri nell’armadio,<br />

e a quella sull’isola, ancor più pericolosa<br />

e sul filo del rasoio. Due volte perduti:<br />

caduti dalla pentola nella brace.<br />

Quello che succede ai passeggeri del<br />

volo 815 della Oceanic Airlines con<br />

rotta da Sidney a Los Angeles travalica<br />

l’incidente aereo e diventa un caso “ai<br />

confini della realtà”. Su quale isola del<br />

Pacifico del sud sono precipitati i 48<br />

sopravvissuti del disastro? Che razza<br />

di creatura è quella che ha dilaniato in<br />

un sol colpo il co-pilota dell’aereo intrappolato<br />

ancora vivo nella cabina di<br />

pilotaggio finita in cima agli alberi?<br />

Come fa un orso polare a trovarsi su un<br />

atollo tropicale? Che cosa nasconde il<br />

messaggio che si ascolta una volta riattivata<br />

la radio, proveniente dall’isola e<br />

sempre lo stesso da 16 anni? Ma soprattutto:<br />

chi diavolo sono e che cosa<br />

nascondono gli scampati alla tragedia?