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La memoria- sviluppo tipico - Università degli Studi di Messina

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<strong>La</strong> <strong>memoria</strong>


� <strong>La</strong> <strong>memoria</strong>, la capacità <strong>di</strong> ricordare informazioni<br />

a breve e a lungo termine, è una funzione<br />

fondamentale nella vita quoti<strong>di</strong>ana e nessun<br />

processo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento sarebbe possibile<br />

senza il funzionamento dei processi <strong>di</strong><br />

memorizzazione.<br />

� A partire dagli anni ’50, grazie anche allo<br />

<strong>sviluppo</strong> <strong>di</strong> rigorose tecniche <strong>di</strong> indagine, è stata<br />

sostenuta e <strong>di</strong>mostrata l’idea che la <strong>memoria</strong><br />

non sia un processo unitario, ma piuttosto che<br />

sia costituita da più componenti.


Nel 1958….<br />

� Brown: anche una piccola quantità <strong>di</strong><br />

informazione viene presto <strong>di</strong>menticata se non è<br />

seguita da una reiterazione attiva.<br />

� Broadbent: modello <strong>di</strong> <strong>memoria</strong> a breve termine<br />

costituito da 2 sottocomponenti: il sistema “S” un<br />

magazzino contenente informazioni sensoriali<br />

provenienti da <strong>di</strong>verse fonti, che fornisce<br />

informazioni al sistema “P”. Il sistema “P” è<br />

caratterizzato da una capacità <strong>di</strong> elaborazione<br />

limitata, determinata dall’incapacità <strong>di</strong> prestare<br />

attenzione a più fonti contemporaneamente.


Miller e il magico numero 7<br />

� Miller nel 1956 <strong>di</strong>mostrò che nel magazzino <strong>di</strong><br />

<strong>memoria</strong> a breve termine è possibile mantenere<br />

solo 7 unità <strong>di</strong> informazione (più o meno 2).<br />

� Tuttavia la quantità <strong>di</strong> elementi che si possono<br />

ritenere può però aumentare se si adottano<br />

strategie adeguate, fra le quali quelle <strong>di</strong><br />

raggruppamento delle informazioni (chunking).


Modello classico <strong>di</strong> Atkinson e<br />

Shiffrin<br />

� Il modello più noto <strong>di</strong><br />

<strong>memoria</strong> a breve<br />

termine è quello<br />

modale <strong>di</strong> Atkinson e<br />

Shiffrin.<br />

� Il modello è costituito<br />

da 3 componenti.<br />

Processo <strong>di</strong> reiterazione<br />

Input sensoriale<br />

Registro sensoriale<br />

MBT<br />

Magazzino a breve termine<br />

MLT<br />

Magazzino a lungo termine


Registro sensoriale<br />

� Riceve il messaggio attraverso una modalità<br />

preattentiva e precategoriale, poiché non<br />

consente ancora <strong>di</strong> riconoscere il materiale in<br />

entrata.<br />

� Il formato che la traccia assume rispecchia<br />

l’input: è cioè una copia ru<strong>di</strong>mentale e fedele <strong>di</strong><br />

un’immagine visiva, <strong>di</strong> un suono...<br />

� <strong>La</strong> capacità è illimitata ma la traccia permane<br />

per un tempo brevissimo (circa 500-2000 m/s).


Esperimento:<br />

Sperling - 1960<br />

Sperling presentò ad alcuni soggetti tre stringhe <strong>di</strong> lettere per soli 50<br />

millisecon<strong>di</strong> chiedendo loro <strong>di</strong> rievocare quante più lettere possibili.<br />

(tecnica del resoconto totale)<br />

Stringhe <strong>di</strong> lettere presentate ai<br />

soggetti nell'esperimento <strong>di</strong><br />

Sperling:<br />

M<br />

R<br />

Z<br />

T<br />

C<br />

Q<br />

S<br />

N<br />

L<br />

P<br />

B<br />

G


Utilizzando la tecnica del resoconto totale, le persone non<br />

riuscivano a ripetere più <strong>di</strong> 4 o 5 lettere delle 12 presentate.<br />

Sperling decise quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> utilizzare la tecnica del resoconto<br />

parziale: ossia chiedeva alle persone <strong>di</strong> ripetere solo una parte<br />

delle lettere presentate.<br />

Inoltre introdusse un'ulteriore variante: dopo la presentazione delle<br />

lettere i soggetti u<strong>di</strong>vano un suono a seconda della tonalità del<br />

suono essi dovevano riportare le quattro lettere della prima, della<br />

seconda o della terza stringa.<br />

Con questa tecnica le persone erano in grado <strong>di</strong> ripetere almeno 3<br />

lettere su 4 <strong>di</strong> ogni stringa.. questo vuol <strong>di</strong>re che erano riuscite a<br />

vederne almeno 9 con un colpo d'occhio.<br />

Ciò che rese questo esperimento importante fu il fatto che esso<br />

sembrò fornire la prima prova dell'esistenza <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong><br />

<strong>memoria</strong> nel quale l'informazione decade molto rapidamente<br />

che nel sistema <strong>di</strong> <strong>memoria</strong> a breve termine ma che era<br />

ugualmente in grado <strong>di</strong> trattenere una grande quantità <strong>di</strong><br />

informazioni.<br />

Questa parte <strong>di</strong> <strong>memoria</strong> prese il nome <strong>di</strong> <strong>memoria</strong> iconica per<br />

sottolineare la "fedeltà allo stimolo"<br />

<strong>Stu<strong>di</strong></strong> successivi hanno <strong>di</strong>mostrato che la durata <strong>di</strong> un'icona varia dai<br />

200 ai 400 millisecon<strong>di</strong>.


Magazzino a breve termine<br />

� Il messaggio dal registro sensoriale<br />

automaticamente si trasferisce nel<br />

Magazzino a Breve Termine, che lo<br />

recepisce attraverso i processi <strong>di</strong><br />

attenzione.<br />

� Il formato è <strong>di</strong> tipo fonemico.<br />

� Capacità limitata a 7 unità.<br />

� <strong>La</strong> traccia permane nella MBT fino a 30<br />

secon<strong>di</strong>.


Magazzino a lungo termine<br />

� <strong>La</strong> MBT attraverso il rehearsal (ripetizione<br />

subvocalica dello stimolo) trasferisce il<br />

messaggio nella MLT.<br />

� Il formato della traccia nella MLT è<br />

prevalentemente semantico.<br />

� <strong>La</strong> capacità è illimitata e la traccia viene<br />

mantenuta nella MLT da pochi minuti ad<br />

anni.


� Il ruolo del magazzino a breve termine è<br />

centrale nel modello modale. L’appren<strong>di</strong>mento a<br />

lungo termine <strong>di</strong>pende dalla capacità <strong>di</strong><br />

immagazzinamento in questo sistema<br />

temporaneo e si suppone una relazione <strong>di</strong>retta<br />

tra la quantità <strong>di</strong> tempo in cui l’informazione<br />

viene co<strong>di</strong>ficata e risiede nel magazzino a breve<br />

termine e la probabilità che questa venga<br />

trasferita nella MLT.


Baddeley- <strong>La</strong> <strong>memoria</strong> <strong>di</strong> lavoro<br />

� Baddeley definisce la <strong>memoria</strong> <strong>di</strong> lavoro<br />

come un sistema atto a mantenere<br />

temporaneamente e a manipolare<br />

l’informazione durante l’esecuzione <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fferenti compiti cognitivi, come ad<br />

esempio la comprensione,<br />

l’appren<strong>di</strong>mento e il ragionamento.


Sistema multi-componenziale della<br />

Memoria <strong>di</strong> <strong>La</strong>voro (Baddeley e<br />

Hitch)<br />

Loop<br />

articolatorio<br />

Esecutivo<br />

centrale<br />

Taccuino<br />

visuo-spaziale


L’esecutivo centrale<br />

� È un sistema supervisore <strong>di</strong> controllo che<br />

possiede capacità attentive e opera sui dati<br />

provenienti dai due sistemi subor<strong>di</strong>nati.<br />

� Norman e Shallice avevano ipotizzato un<br />

sistema attentivo supervisore (SAS) con<br />

analoghe caratteristiche.<br />

� Ha varie funzioni: selezionare le informazioni<br />

rilevanti per il compito, inibire le informazioni<br />

irrilevanti, focalizzare e <strong>di</strong>videre l’attenzione,<br />

mo<strong>di</strong>ficare le rappresentazioni mentali attivate<br />

sulla base <strong>degli</strong> oggetti percepiti, aggiornare la<br />

memorizzazione delle informazioni in ingresso.


Il loop articolatorio<br />

È costituito da due elementi:<br />

� Un magazzino fonologico (<strong>di</strong> natura passiva),<br />

che ha il compito <strong>di</strong> mantenere in <strong>memoria</strong><br />

l’informazione linguistica per pochi secon<strong>di</strong><br />

prima del suo deca<strong>di</strong>mento.<br />

� Un processo <strong>di</strong> reiterazione (<strong>di</strong> natura attiva)<br />

basato sul linguaggio interno (subvocale) che<br />

permette <strong>di</strong> mantenere viva la traccia mnestica<br />

rimandandola al magazzino.


Il taccuino visuo-spaziale<br />

� Questa componente della Memoria <strong>di</strong> <strong>La</strong>voro<br />

permette sia la ritenzione temporanea <strong>di</strong><br />

informazioni riguardanti il materiale visivo e<br />

spaziale in entrata (ad esempio il ricordo <strong>di</strong><br />

informazioni percettive e la loro posizione nello<br />

spazio) sia la visualizzazione e la manipolazione<br />

<strong>di</strong> immagini mentali.<br />

� All’interno del taccuino è possibile in<strong>di</strong>viduare<br />

una <strong>di</strong>fferenziazione tra <strong>memoria</strong> visiva (visual<br />

cache) e spaziale (inner scribe), per lo più<br />

rappresentate nell’emisfero destro ma con<br />

localizzazioni <strong>di</strong>verse.


Vari esperimenti sulla WM …<br />

� Sottoponendo alcuni soggetti a prove <strong>di</strong><br />

<strong>memoria</strong>, ricorrendo a due compiti concomitanti,<br />

<strong>di</strong> natura simile (verbale-verbale) o <strong>di</strong>versa<br />

(verbale-visivo), emerse con chiarezza che le<br />

prove della stessa natura impegnando le risorse<br />

<strong>di</strong> un medesimo servosistema causano una<br />

peggiore prestazione, rispetto a compiti <strong>di</strong><br />

natura <strong>di</strong>versa.


L’episo<strong>di</strong>c buffer<br />

� Nel 2000 Baddeley aggiunge una nuova<br />

componente al suo modello, al fine <strong>di</strong> superarne<br />

alcuni limiti.<br />

� L’episo<strong>di</strong>c buffer è una componente a capacità<br />

limitata che è in grado <strong>di</strong> immagazzinare<br />

informazioni episo<strong>di</strong>che situate nel tempo e nello<br />

spazio (episo<strong>di</strong>c) e <strong>di</strong> fungere da connessione<br />

temporanea tra i due sistemi <strong>di</strong> <strong>memoria</strong> <strong>di</strong><br />

lavoro (buffer). È inoltre sede <strong>di</strong><br />

rappresentazione consapevole e ricevendo<br />

informazioni dai vari sistemi (esecutivo centrale<br />

e anche dalla MLT) costruisce rappresentazioni<br />

integrate tra loro.


Sviluppi recenti del modello


Un Modello evolutivo della Working<br />

Memory<br />

� Pascual Leone: definisce M-capacity quella riserva <strong>di</strong><br />

energia mentale-attenzionale che viene usata per<br />

l’attivazione <strong>degli</strong> schemi rilevanti per il compito. Questa<br />

capacità è data dal numero massimo <strong>di</strong> schemi<br />

(informazioni) che possono essere simultaneamente<br />

attivati in una singola operazione mentale.<br />

È costante. Rappresenta la quantità <strong>di</strong><br />

operazioni mentali stabilmente acquisite<br />

alla fine del secondo anno <strong>di</strong> età<br />

M-Capacity= e + k<br />

Cresce a partire dai 3 anni<br />

fino all’adolescenza, secondo<br />

gli sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>sviluppo</strong> piagetiani.


Modello dei continua <strong>di</strong> Cornol<strong>di</strong> e<br />

Vecchi<br />

� Il modello dei continua è caratterizzato da<br />

due <strong>di</strong>mensioni principali: il continuum<br />

orizzontale, strettamente connesso alla<br />

tipologia e modalità delle informazioni da<br />

elaborare ed il continuum verticale,<br />

definibile in base al livello <strong>di</strong> elaborazione<br />

(maggiormente attiva o passiva) delle<br />

informazioni da ritenere.<br />

� <strong>La</strong> struttura conica in<strong>di</strong>ca vari sotto-sistemi<br />

a livello passivo o periferico del continuum<br />

orizzontale, in<strong>di</strong>pendenti tra loro: esso<br />

riceve le informazioni sensoriali dal mondo<br />

esterno, ma è connesso con le<br />

rappresentazioni immagazzinate nella MLT.<br />

Nel continuum verticale, con l’aumentare<br />

del livello <strong>di</strong> controllo e <strong>di</strong> elaborazione<br />

dell’informazione, si osserva che i processi<br />

sono progressivamente più in<strong>di</strong>pendenti<br />

dalla modalità con cui l’informazione è<br />

presentata.


Le prove per valutare le capacità<br />

della <strong>memoria</strong> <strong>di</strong> lavoro<br />

� Memoria fonologica<br />

� M. visuo –spaziale<br />

� M. Visuo- spaziale<br />

Span <strong>di</strong> numeri avanti:<br />

3,9,7…1,5,2,8<br />

Visual Pattern test:<br />

Ricorda la configurazione:<br />

Test <strong>di</strong> Corsi:<br />

Ricorda la serie <strong>di</strong> cubi in<strong>di</strong>cata


Lo <strong>sviluppo</strong> <strong>tipico</strong><br />

I fattori alla base dello <strong>sviluppo</strong> della <strong>memoria</strong><br />

sono:<br />

� Aumento della capacità della <strong>memoria</strong><br />

� Sviluppo delle strategie <strong>di</strong> elaborazione<br />

(processing strategies)<br />

� Aumento delle conoscenze<br />

� Cambiamento nella velocità <strong>di</strong> elaborazione<br />

(processing speed)<br />

� Aumento della capacità attentiva e della<br />

meta<strong>memoria</strong>.


<strong>La</strong> capacità della <strong>memoria</strong><br />

� Già nei primissimi mesi <strong>di</strong> vita il neonato è in<br />

grado <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ficare e conservare delle<br />

esperienze.<br />

� A 2 anni i bambini sono in grado <strong>di</strong> riconoscere<br />

all’incirca una dozzina <strong>di</strong> figure o oggetti in un<br />

compito <strong>di</strong> riconoscimento e sanno ricordare due<br />

o più stimoli in un compito <strong>di</strong> rievocazione libera:<br />

mostrano inoltre numerosi ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> eventi della<br />

vita quoti<strong>di</strong>ana.<br />

� A 5 anni i bambini aumentano la loro capacità<br />

nei compiti <strong>di</strong> rievocazione con un incremento <strong>di</strong><br />

circa il 60% rispetto ai bambini <strong>di</strong> 2 anni.


Esempi tipici <strong>di</strong> Rievocazione<br />

� Quali sono i fiumi italiani?<br />

� Qual è il mio numero <strong>di</strong> telefono d’ufficio?<br />

Esempi tipici <strong>di</strong> Riconoscimento<br />

� Il Po è un fiume italiano?<br />

� Il mio numero d’ufficio è 36733699?


Lo <strong>sviluppo</strong> delle strategie<br />

� L’uso <strong>di</strong> strategie specifiche al compito permette<br />

l’aumento della quantità <strong>di</strong> informazioni che è<br />

possibile memorizzare.<br />

Vi sono 4 fasi dello <strong>sviluppo</strong> nella comprensione e<br />

nell’uso <strong>di</strong> strategie:<br />

� Deficit <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione<br />

� Deficit <strong>di</strong> produzione<br />

� Deficienza <strong>di</strong> utilizzo<br />

� Utilizzo maturo e più sofisticato delle strategie<br />

più utili per uno specifico compito


Alcune strategie …<br />

� <strong>La</strong> reiterazione: può essere intesa come un<br />

processo <strong>di</strong> rivitalizzazione (refreshing) <strong>degli</strong><br />

elementi presenti in <strong>memoria</strong> per impe<strong>di</strong>rne il<br />

deca<strong>di</strong>mento. I bambini compiono un<br />

meccanismo <strong>di</strong> ripetizione in modo spontaneo<br />

solo a partire all’età <strong>di</strong> 7 anni.<br />

� Anche la qualità della ripetizione cambia durante<br />

l’infanzia: in un compito <strong>di</strong> rievocazione <strong>di</strong> una<br />

lista <strong>di</strong> parole, i bambini <strong>di</strong> 7-8 anni tendono a<br />

ripetere solo una o due parole per volta, mentre<br />

quelli <strong>di</strong> 10-12 anni ripetono la parola nuova<br />

insieme con le precedenti (ripetizione attiva e<br />

cumulativa).


� <strong>La</strong> rico<strong>di</strong>fica fonologica <strong>di</strong> stimoli visivi<br />

(denominare le figure) migliora il ricordo: i<br />

bambini <strong>di</strong> età inferiore a 8 anni non hanno<br />

sufficienti risorse cognitive e capacità <strong>di</strong><br />

elaborazione per effettuare l’operazione <strong>di</strong><br />

rico<strong>di</strong>fica e sembrano essere più <strong>di</strong>pendenti<br />

dalla modalità <strong>di</strong> presentazione <strong>degli</strong> stimoli.<br />

Bambini quin<strong>di</strong> fino a 7-8 anni co<strong>di</strong>ficano figure<br />

<strong>di</strong> oggetti in modo prevalentemente visivo, al<br />

contrario dopo gli 8 anni tendono ad usare un<br />

approccio fonologico per ricordare le figure.


� Le strategie <strong>di</strong> organizzazione del materiale, tra cui<br />

quella <strong>di</strong> categorizzazione, permettono <strong>di</strong> strutturare le<br />

informazioni in ingresso in base a vari criteri. In<br />

particolare un criterio <strong>di</strong> tipo semantico permette <strong>di</strong><br />

raggruppare i nomi <strong>di</strong> una lista in base alla classe <strong>di</strong><br />

appartenenza (ad esempio nomi <strong>di</strong> animali, <strong>di</strong> frutta,<br />

ecc.)<br />

� Solo i bambini più gran<strong>di</strong>, a partire dalla scolarità<br />

elementare, sono in grado <strong>di</strong> effettuare dei<br />

raggruppamenti <strong>di</strong> tipo semantico.<br />

� <strong>La</strong> strategia <strong>di</strong> organizzazione è utile anche con<br />

materiale più complesso e significativo quale il ricordo <strong>di</strong><br />

un testo.<br />

� Tanto più viene elaborato in modo profondo e<br />

significativo il materiale da ricordare, tanto più efficace<br />

sarà il suo ricordo e quin<strong>di</strong> il suo appren<strong>di</strong>mento<br />

(principio <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà della co<strong>di</strong>fica).


Cambiamento nella conoscenza e<br />

nei contenuti nella MLT<br />

� Col progre<strong>di</strong>re dell’età aumenta e <strong>di</strong>viene<br />

sempre più raffinata e organizzata la<br />

conoscenza immagazzinata nella MLT.<br />

� <strong>La</strong> conoscenza permette ad esempio <strong>di</strong><br />

raggruppare le informazioni in modo significativo<br />

e questo consente <strong>di</strong> ridurre la quantità <strong>di</strong><br />

informazioni da memorizzare.<br />

� Per migliorare il ricordo è importante<br />

l’esperienza e l’esercizio, ma tali conoscenze<br />

sono dominio-specifiche.


Cambiamento nella velocità <strong>di</strong><br />

elaborazione<br />

I cambiamenti nella velocità <strong>di</strong> elaborazione<br />

sembrano essere <strong>di</strong>pendenti dalla maturazione<br />

neurologica e dalla progressiva mielinizzazione<br />

delle fibre nervose.<br />

Un più veloce processo <strong>di</strong> elaborazione permette<br />

<strong>di</strong> ridurre gli effetti del deca<strong>di</strong>mento e<br />

dell’interferenza nella ML:<br />

� Perché consente un tasso <strong>di</strong> reiterazione più<br />

rapido<br />

� Perché consente un aumento della velocità <strong>di</strong><br />

ricerca in <strong>memoria</strong> e <strong>di</strong> recupero <strong>degli</strong> item da<br />

ricordare.


Cambiamento nella capacità<br />

attentiva<br />

� I processi attentivi possono essere<br />

ipotizzati come funzioni proprie<br />

dell’esecutivo centrale, funzioni che<br />

progressivamente si sviluppano con l’età.<br />

Esse sono ritenute essere legate all’attività<br />

dei lobi frontali, che raggiungono la piena<br />

maturazione solo nell’adolescenza.


Lo <strong>sviluppo</strong> della meta<strong>memoria</strong><br />

� È possibile <strong>di</strong>stinguerne due aspetti:<br />

� <strong>La</strong> meta<strong>memoria</strong> come conoscenza dei propri<br />

processi mentali (teoria ingenua della mente e<br />

del suo funzionamento, metaconoscenze del<br />

bambino)<br />

� <strong>La</strong> meta<strong>memoria</strong> come controllo,<br />

autoregolazione <strong>di</strong> questi processi (meccanismi<br />

<strong>di</strong> previsione, pianificazione, monitoraggio e<br />

controllo dei risultati).


� Usando la tecnica del racconto <strong>di</strong> una<br />

favola, Cornol<strong>di</strong> e Orlando hanno preso in<br />

esame alcune idee chiave della<br />

concezione infantile della <strong>memoria</strong>, alla<br />

base <strong>di</strong> un atteggiamento metacognitivo:<br />

questa procedura infatti permette <strong>di</strong><br />

esplorare <strong>di</strong>rettamente le conoscenze del<br />

bambino sulle cause e sui meccanismi del<br />

ricordo e dell’oblio, evitando i problemi<br />

metodologici posti dalle domande<br />

suggestive o dalle risposte casuali.


LA PRINCIPESSA IMPRIGIONATA<br />

C’era una volta una principessa che aveva dato una festa <strong>di</strong><br />

compleanno. Aveva invitato tante persone e anche un bel principe <strong>di</strong><br />

cui si era innamorata. <strong>La</strong> principessa però<br />

aveva <strong>di</strong>menticato <strong>di</strong> invitare la strega, che si arrabbiò e decise <strong>di</strong> fare<br />

un incantesimo. Il principe il giorno dopo andò a trovare la<br />

principessa ma trovò il castello chiuso.<br />

Decise <strong>di</strong> farsi aiutare da un vecchio saggio che sapeva tante cose e<br />

abitava su una montagna. Dopo aver fatto tanta strada trovò<br />

finalmente il vecchio e gli raccontò cosa era successo al castello e<br />

alla principessa. Il vecchio <strong>di</strong>sse: Per liberare la principessa devi<br />

andare davanti alla porta del castello e ripetere a voce alta tre<br />

parole: FIORE, RAMO, FOGLIA. Mi raccomando non <strong>di</strong>menticare le<br />

parole!!


Ai bambini vengono rivolte delle<br />

domande:<br />

� Tu pensi che il principe si ricorderà cosa deve fare? (la<br />

<strong>di</strong>menticanza)<br />

� Se tu fossi stato il principe come avresti cercato <strong>di</strong><br />

ricordare?<br />

� Adesso che il principe è davanti al castello cosa può fare<br />

per farsi venire in mente le parole? (strategie <strong>di</strong><br />

recupero)<br />

� Quando non ti ricor<strong>di</strong> più una cosa, come fai per fartela<br />

tornare in mente? (strategie <strong>di</strong> memorizzazione)


� Le affermazioni dei bambini più piccoli, quando<br />

spiegano le cause delle possibili <strong>di</strong>menticanze<br />

del principe, si concentrano soprattutto sulla<br />

prima fase, quella della co<strong>di</strong>fica delle<br />

informazioni (il principe non ha ascoltato/capito)<br />

e sulle strategie <strong>di</strong> immagazzinamento (non ci<br />

ha pensato con attenzione); quelli più gran<strong>di</strong><br />

aggiungono osservazioni anche sulla fase <strong>di</strong><br />

ritenzione e recupero delle informazioni. Alcune<br />

risposte infine fanno riferimento alle teorie della<br />

decadenza della traccia e dell’interferenza: è<br />

passato molto tempo … ha pensato ad altro..ha<br />

incontrato <strong>degli</strong> amici …


Le capacità mnestiche negli anziani<br />

� Gli stu<strong>di</strong> hanno confermato l’ipotesi <strong>di</strong> una<br />

prestazione carente nei compiti <strong>di</strong><br />

<strong>memoria</strong> <strong>di</strong> lavoro negli anziani, rispetto a<br />

giovani adulti.<br />

� Sembra che non ci siano <strong>di</strong>fferenze<br />

sostanziali tra <strong>memoria</strong> verbale e <strong>memoria</strong><br />

visuo-spaziale, ma tali componenti<br />

peggiorano allo stesso ritmo nell’arco della<br />

vita.


Quali sono i fattori alla base <strong>di</strong> tale<br />

declino?<br />

� Capacità <strong>di</strong> elaborazione cognitiva ridotta.<br />

� Difficoltà <strong>di</strong> controllo cognitivo.<br />

� Minore velocità nell’elaborazione delle<br />

informazioni.<br />

� Minore efficienza nei meccanismi <strong>di</strong><br />

inibizione (soprattutto nella funzione <strong>di</strong><br />

cancellazione).


<strong>La</strong> <strong>memoria</strong> a lungo termine<br />

MLT<br />

Esplicita o <strong>di</strong>chiarativa Implicita o procedurale<br />

Semantica Episo<strong>di</strong>ca<br />

Autobiografica


<strong>La</strong> <strong>memoria</strong> implicita<br />

� È caratterizzata da un ricordo <strong>di</strong> tipo automatico<br />

e non intenzionale.<br />

� Riguarda tutte le conoscenze che posse<strong>di</strong>amo<br />

sullo svolgimento <strong>di</strong> una particolare attività<br />

senza essere necessariamente consapevoli <strong>di</strong><br />

come e quando le abbiamo apprese.<br />

� Ad es. applichiamo le regole grammaticali in<br />

maniera automatica o pigiamo sui tasti del pc<br />

senza guardare, ecc…


<strong>La</strong> <strong>memoria</strong> esplicita<br />

� Il ricordo è <strong>di</strong> tipo intenzionale e deliberato.<br />

Consente <strong>di</strong> definire gli eventi in maniera<br />

proposizionale.<br />

� <strong>La</strong> <strong>memoria</strong> semantica: esprime le nostre<br />

conoscenze del mondo(ad es. la comprensione<br />

del significato delle parole o sapere che Roma è<br />

la capitale d’Italia). È più rigida e cristallizzata,<br />

simbolica, impersonale, descrittiva e<br />

in<strong>di</strong>pendente da riferimenti spazio-temporali.


� <strong>La</strong> <strong>memoria</strong> episo<strong>di</strong>ca si riferisce invece alla<br />

<strong>memoria</strong> <strong>di</strong> specifici eventi, ai quali si è<br />

semplicemente assistito o partecipato<br />

attivamente. È una <strong>memoria</strong> caratterizzata da<br />

chiari riferimenti spazio-temporali; tuttavia il<br />

ricordo spesso è incompleto perché talune<br />

informazioni vengono perdute..<br />

� <strong>La</strong> <strong>memoria</strong> autobiografica (eventi specifici<br />

relativi alla propria vita e spesso caratterizzati da<br />

precisi aloni emozionali) è fortemente riferita a<br />

sé stessi ed è frequentemente accompagnata<br />

da interpretazioni personali.


<strong>La</strong> testimonianza infantile<br />

� Alcuni stu<strong>di</strong> hanno sottolineato come i bambini più piccoli<br />

(età ≤ 6 anni) siano più vulnerabili alle <strong>di</strong>storsioni seguite<br />

all’esposizione a informazioni o a domande fuorvianti e<br />

ciò può produrre falsi ricor<strong>di</strong>.<br />

� Le cause <strong>di</strong> questa suggestionabilità potrebbero essere:<br />

scarsa capacità <strong>di</strong> organizzare le informazioni<br />

dell’originaria traccia mnestica, minore efficienza dei<br />

processi inibitori, <strong>di</strong>fficoltà nel <strong>di</strong>scriminare la fonte<br />

originaria <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong>, l’autorevolezza delle<br />

figure che pongono domande.

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