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Leggi - Riccardo Migliari

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Dispense del Corso di Disegno, tenuto da <strong>Riccardo</strong> <strong>Migliari</strong><br />

nella Facoltà di Architettura ‘Ludovico Quaroni’ della ‘Sapienza’ Università di Roma<br />

nell’Anno Accademico 2009 –2010<br />

La prospettiva<br />

e i suoi strumenti teorici e tecnici<br />

5<br />

1


Fig. 5.1 (in alto) Misura in prospettiva<br />

dell’angolo ��formato da due rette<br />

incidenti r ed s, appartenenti al piano<br />

geometrale �1.<br />

Fig. 5.2 (in basso) Ricostruzione nello<br />

spazio della misura dell’angolo ��formato<br />

da due rette incidenti r ed s,<br />

appartenenti al piano geometrale �1.<br />

Misure di angoli e segmenti<br />

La retta r e la retta a oggettive sono incidenti nel punto P e formano,<br />

nello spazio, angoli (supplementari) che sono generalmente<br />

diversi da quelli formati dalle prospettive r’ e a’ incidenti in P’. Si<br />

pone dunque il problema di misurare questi angoli. Consideriamo<br />

allora le rette proiettanti r° e a°: queste rette hanno per costruzione<br />

la direzione delle corrispondenti rette oggettive (il che è come dire<br />

che sono a quelle parallele) e perciò formano angoli eguali a quelli<br />

formati dalle rette oggettive. Perciò, per compiere la misura che ci<br />

interessa, basta riportare sul piano di quadro, cioè sul disegno, le<br />

rette r° e a°, facendo compiere loro un movimento rigido.<br />

Questo movimento si chiama ribaltamento e interessa il piano individuato<br />

dalle due rette, che, in questo caso, è il piano<br />

dell’orizzonte. La retta intersezione del piano delle due rette con il<br />

quadro è la cerniera del ribaltamento che serve da asse di rotazione<br />

del piano. I due punti di fuga I’r e I’a, che appartengono alla cerniera,<br />

restano fermi durante il ribaltamento, o, se si vuole, ruotano<br />

su sé stessi.<br />

Il centro di proiezione O’ descrive un arco di cerchio che giace in<br />

un piano perpendicolare alla cerniera (come fa la maniglia di una<br />

porta quando la chiudiamo). Questo piano taglia il quadro secondo<br />

una retta perpendicolare alla cerniera che passa per O’° e su questa<br />

retta si porta il centro di proiezione O’ a ribaltamento avvenuto.<br />

Per trovare la posizione di O’, a ribaltamento avvenuto, posizione<br />

che indicheremo con il simbolo O’* (leggi O primo asterisco), basta<br />

misurare la distanza del centro di proiezione dal quadro, cioè la<br />

distanza principale; ma, dato che questa distanza è eguale al raggio<br />

del cerchio omonimo, è evidente che O’* si trova sul cerchio di<br />

distanza, da una parte o dall’altra della cerniera, secondo il verso<br />

del movimento di rotazione (figg. 5.1, 5.2).<br />

Il piano ribaltato trascina nel suo movimento anche le rette r° e a°<br />

che, a ribaltamento avvenuto, si portano in r°* e a°* incidenti in O’*<br />

e descrivono così l’angolo che volevamo misurare in vera forma.<br />

Vogliamo ora risolvere un altro problema, quello di rappresentare in<br />

prospettiva un segmento di lunghezza nota, appartenente ad una<br />

retta perpendicolare al quadro. Le considerazioni che svilupperemo,<br />

tuttavia, sono del tutto generali e si possono applicare, come<br />

vedremo, a qualsiasi retta incidente il quadro, quale che sia la sua<br />

direzione.<br />

cerniera del ribaltamento<br />

2


Consideriamo dunque la retta r, che ha prospettiva r’ (T’r I’r), e<br />

cioè ha traccia nel punto T’r e fuga nel punto I’r. Vogliamo staccare<br />

su questa retta un segmento (T’r-P) lungo un metro, cioè desideriamo<br />

costruire la prospettiva (T’r-P’) di tale segmento.<br />

In primo luogo, bisogna individuare uno degli infiniti piani che appartengono<br />

alla retta r, il che significa trovarne la traccia e la fuga. Dato<br />

che r è lo spigolo tra il pavimento della stanza e la parete destra,<br />

converrà scegliere il primo, cioè il geometrale, o la seconda, che<br />

appartiene ad un piano verticale, perché questi piani sono già rappresentati,<br />

ma, come vedremo tra poco, nulla impedisce di scegliere<br />

un qualsiasi altro piano del fascio che usa retta r come sostegno.<br />

Il piano geometrale, dunque, il pavimento della stanza, ci aiuterà in<br />

questa prima operazione di misura.<br />

Perché abbiamo bisogno di un piano? Perché su questo piano �1, nello<br />

spazio, potremo disegnare una retta m, capace di staccare sulla retta r<br />

e sulla traccia del piano che la contiene, t’�1, segmenti eguali. Disegneremo<br />

dunque la prospettiva m’ della retta m e questa incontrerà la prospettiva<br />

r’ della retta r nella prospettiva P’ del punto P (figg. 5.3, 5.4).<br />

Come sappiamo, la prospettiva di una retta resta individuata quando<br />

se ne conosca la traccia e la fuga, chiediamoci dunque: dove si<br />

trovano questi due punti? Dato che la retta m appartiene, per nostra<br />

scelta, al piano �1, la traccia T’m sarà su t’�1 e la fuga I’m su<br />

i’�1, cioè sull’orizzonte.<br />

Il punto T’m, in particolare, dista da T’r un metro, ovviamente nella<br />

scala della prospettiva, giacché tutto lo spazio che rappresentiamo<br />

ha subito una riduzione. Possiamo staccare questo punto, sulla<br />

traccia t’�1, indifferentemente a destra o a sinistra di T’r.<br />

Occupiamoci ora della fuga I’m.<br />

Osserviamo che i punti T’r, T’m e P costituiscono i vertici di un triangolo<br />

isoscele, essendo i segmenti (T’r-T’m) e (T’r-P) eguali per costruzione.<br />

Osserviamo che i punti I’r, I’m e O’ costituiscono anch’essi i vertici<br />

di un triangolo isoscele, perché, per costruzione, il lato (I’r-I’m) appartiene<br />

all’orizzonte, che è parallelo alla fondamentale, mentre il<br />

lato (I’r-O’) è parallelo al lato (T’r-P) perché appartiene alla retta r°,<br />

proiettante e parallela alla retta r.<br />

Questa osservazione ci permette dunque di affermare quanto segue:<br />

il punto di fuga della retta m, I’m, capace di staccare segmenti eguali<br />

su una retta oggettiva e sulla traccia del piano che la contiene,<br />

dista dalla fuga della retta oggettiva quanto quest’ultima dista<br />

dal centro di proiezione O’.<br />

Fig. 5.3 Misura in prospettiva di un segmento T’r-P, di lunghezza assegnata, su di<br />

una retta r perpendicolare al piano di quadro.<br />

�1<br />

Fig. 5.4 Ricostruzione nello spazio della misura in prospettiva di un segmento T’r-P,<br />

di lunghezza assegnata, su di una retta r perpendicolare al piano di quadro.<br />

3


Ebbene: la distanza (O’-I’r) è nota perché è la distanza principale,<br />

raggio del cerchio di distanza, e dunque il punto I’ m sta sulla fuga<br />

i’�1 e sul cerchio medesimo.<br />

I punti come I’ m, che sono fuga delle rette che ‘misurano’ una retta<br />

oggettiva, si dicono punti di misura e l’enunciato che abbiamo dato<br />

poc’anzi può anche scriversi nella seguente forma semplificata:<br />

il punto di misura dista dal punto di fuga della retta da misurare<br />

tanto quanto quest’ultimo dista dal punto di vista.<br />

Possiamo riassumere il procedimento che permette di misurare<br />

una retta r qualsiasi nella seguente procedura:<br />

1. si sceglie un piano, tra quelli che passano per la retta r, sul<br />

quale operare la misura, ad esempio �;<br />

2. si rappresenta il piano �, disegnandone la traccia t’� e la fuga<br />

i’�;<br />

3. si stacca sulla traccia del piano � la traccia della retta di misura<br />

m, ad una distanza, dalla traccia della retta da misurare,<br />

eguale al segmento che si vuole staccare;<br />

4. si stacca sulla fuga del piano � la fuga della retta di misura ad<br />

una distanza dalla fuga della retta da misurare eguale alla distanza<br />

della medesima dal centro di proiezione O’;<br />

5. si disegna la prospettiva m’ della retta m, che stacca sulla prospettiva<br />

r’ della retta r, la prospettiva P’ del punto che si voleva<br />

costruire.<br />

Supponiamo ora di voler staccare sulla retta oggettiva a una serie<br />

di segmenti eguali in successione: caso frequentissimo, questo,<br />

perché ricorre ogni volta che si debbano rappresentare strutture<br />

regolari dello spazio, come un porticato o anche semplicemente un<br />

pavimento ammattonato. In questo caso non basterà una sola retta<br />

m, ma occorrerà costruirne tante quanti sono i punti da staccare<br />

sulla retta oggettiva (fig. 5.5).<br />

Supponiamo, ancora, di voler staccare sulla retta oggettiva un segmento<br />

P2-P3 a partire da un punto P2 di cui si conosce la prospettiva<br />

P’2. In questo caso basterà costruire il punto di misura I’m per<br />

tracciare la prospettiva m’2 (I’m P’2) della retta m2: la m’2 incontrerà<br />

la traccia del piano scelto per misurare nel punto T’m2, a partire dal<br />

quale si potranno riportare, nella scala del disegno, i segmenti che<br />

si vuole staccare sulla retta oggettiva (fig. 5.5).<br />

Fig. 5.5 Prospettiva di un porticato e di un pavimento ammattonato quadrato.<br />

Misurare su un piano qualsiasi<br />

Come abbiamo già detto, la prima operazione da compiere, quando<br />

si voglia misurare una retta, consiste nello scegliere il piano,<br />

passante per la retta da misurare, nel quale sarà costruita la retta<br />

m. Se decidiamo di assumere, a questo scopo, il piano verticale �,<br />

la traccia della retta m si troverà sulla t’�, la fuga sulla i’�, ad una<br />

distanza da I’r eguale alla distanza di quest’ultimo punto dal centro<br />

di proiezione O’ e perciò eguale alla distanza principale, visto che r<br />

è perpendicolare al quadro.<br />

La retta di misura m sarà, perciò, una retta obliqua che giace nella<br />

parete della stanza (fig. 5.3).<br />

Supponiamo ora che r non sia lo spigolo tra parete e pavimento,<br />

ma una retta del soffitto, pur sempre perpendicolare al quadro, ma<br />

posta in una posizione qualsiasi (fig. 5.6). Dato che abbiamo scelto<br />

di appoggiare la parete di fondo della stanza sul quadro, la traccia<br />

4


Fig. 5.6 Misura di un segmento in prospettiva su un piano � obliquo qualsiasi.<br />

del piano del soffitto, t’�, è nota, e così la traccia della retta T’r, che<br />

gli appartiene.<br />

Scegliamo di misurare su un piano � obliquo qualsiasi: questa scelta,<br />

a volte, è necessaria per aumentare la distanza tra la traccia e<br />

la fuga del piano di misura e ottenere, così facendo, un risultato più<br />

accurato.<br />

Ebbene: la traccia del piano di misura appartiene alla traccia della<br />

retta, T’r, la fuga alla fuga I’r e, dato che traccia e fuga di un piano<br />

sono rette parallele, i’� è determinata. Il resto segue com’è noto.<br />

5

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