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Scarica la guida al Museo Ducati

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La struttura del <strong>Museo</strong> <strong>Ducati</strong><br />

La struttura del <strong>Museo</strong> <strong>Ducati</strong><br />

Questa esposizione permanente tratta l’evoluzione sportiva dell’azienda di Borgo Panig<strong>al</strong>e,<br />

cercando di ricostruirne, tappa dopo tappa, i momenti più significativi.<br />

La visita <strong>al</strong> <strong>Museo</strong> si apre con una esposizione su quanto <strong>Ducati</strong> ha re<strong>al</strong>izzato prima di diventare<br />

un’azienda motociclistica, con una ampia panoramica su <strong>al</strong>cuni dei prodotti re<strong>al</strong>izzati negli<br />

anni Trenta, un doveroso tributo ai fondatori del<strong>la</strong> Società, i fratelli Bruno, Marcello e Adriano<br />

Cav<strong>al</strong>ieri <strong>Ducati</strong>.<br />

La storia inizia con il Cucciolo, primo motore di produzione <strong>Ducati</strong> nel lontano 1946, quando<br />

l’azienda si apre <strong>al</strong> mondo motociclistico.<br />

Quindi si passa <strong>al</strong>l’era Taglioni, cioè l’arrivo in casa <strong>Ducati</strong> del mitico ingegnere cui si<br />

deve l’applicazione del famoso sistema di distribuzione Desmodromica, che ancora oggi<br />

contraddistingue i motori <strong>Ducati</strong>.<br />

Taglioni fu anche l’ideatore delle famose “Marianna” 100 e 125 Gran Sport, regine dei Motogiri<br />

d’It<strong>al</strong>ia intorno <strong>al</strong><strong>la</strong> metà degli anni ‘50.<br />

Proseguendo nell’itinerario si incontra il gruppo di moto che descrive una stagione molto breve<br />

ma intensa, quel<strong>la</strong> dei bicilindrici par<strong>al</strong>leli tri<strong>al</strong>bero da corsa che segnano il debutto di un giovane<br />

pilota di nome Mike Hailwood, di lì a poco leggendario.<br />

Si ritorna poi ai monocilindrici derivati d<strong>al</strong><strong>la</strong> produzione di serie, dove le <strong>Ducati</strong> raccolsero<br />

significativi successi.<br />

La tappa successiva segna l’introduzione dei bicilindrici ad “L” a coppie coniche. Essa è<br />

sicuramente rappresentata da due gloriosi piloti: Paul Smart, vincitore del<strong>la</strong> 200 Miglia di Imo<strong>la</strong><br />

nel 1972 e Mike Hailwood, trionfatore <strong>al</strong> Tourist Trophy del 1978.<br />

Si prosegue con l’arrivo del famoso bicilindrico Pantah con il nuovo motore “a cinghia”, che<br />

nasce sul finire degli anni ‘70 e da cui provengono le due pluripremiate TT2 e 750F1.<br />

La storia continua con l’arrivo nel 1986 del rivoluzionario, e ancora attu<strong>al</strong>e, motore quattro<br />

v<strong>al</strong>vole Desmodromico. Il padre è un uomo il cui nome è da sempre legato <strong>al</strong> marchio <strong>Ducati</strong>,<br />

Gian Luigi (“Gigi”) Mengoli.<br />

E’ con questo nuovo potentissimo motore che <strong>la</strong> <strong>Ducati</strong>, d<strong>al</strong> 1990, colleziona un successo<br />

dopo l’<strong>al</strong>tro nell’insidioso Campionato Superbike, prima con <strong>la</strong> 851, in seguito diventata 888,<br />

poi ancora <strong>la</strong> mitica 916, via via arrivando ai giorni nostri con le attu<strong>al</strong>i moto da competizione.<br />

Il viaggio nel<strong>la</strong> storia delle competizioni del<strong>la</strong> <strong>Ducati</strong> termina ide<strong>al</strong>mente nel “paradiso“ dove<br />

ogni appassionato può visionare l’ultima grande sfida che <strong>Ducati</strong> ha <strong>la</strong>nciato nel 2003 <strong>la</strong><br />

Desmosedici, <strong>la</strong> nuova generazione delle moto da corsa re<strong>al</strong>izzate a Borgo Panig<strong>al</strong>e.<br />

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