29.05.2013 Views

PAF PIANO DI ASSESTAMENTO FORESTALE DEI BENI SILVO

PAF PIANO DI ASSESTAMENTO FORESTALE DEI BENI SILVO

PAF PIANO DI ASSESTAMENTO FORESTALE DEI BENI SILVO

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Avellino, 13 giugno 2012<br />

COMUNE <strong>DI</strong> MONTEFORTE IRPINO<br />

(Provincia di Avellino)<br />

P.A.F<br />

<strong>PIANO</strong> <strong>DI</strong> <strong>ASSESTAMENTO</strong> <strong>FORESTALE</strong><br />

<strong>DEI</strong> <strong>BENI</strong> <strong>SILVO</strong>- PASTORALI<br />

VALIDO PER IL DECENNIO 2012 – 2021<br />

(Legge Regionale n. 11 del 07.05.1996)<br />

RELAZIONE<br />

Il lontanissimo orizzonte montefortese si perde fra la<br />

giogaia delle vette ceduate di castagno e di faggio,<br />

irraggiungibili ed erte montagne che smarrite<br />

rappresentano la grandezza della natura che richiama<br />

l’infinito. Le montagne sono sempre state, nei secoli,<br />

l’icona crociata del terroir, unico e fragile ambiente vitale.<br />

1<br />

il progettista<br />

(dott. Mario Spagnuolo)


I> MANDATO.=<br />

CAPITOLO I<br />

Scaduto il periodo della sua validità di gestione, con deliberazione della Giunta<br />

Comunale n. 170 del 20 novembre 2003 e successiva determina dirigenziale n. 307 del<br />

19 dicembre 2003, il Comune di Monteforte Irpino (AV) conferiva al sottoscritto dott.<br />

agronomo Mario Spagnuolo l'incarico di redigere la revisione del Piano di Assestamento<br />

Forestale (P.A.F.) dei beni silvo-pastorali di proprietà dello stesso Comune la cui validità<br />

decennale è scaduta nel 2003. Quindi il presente progetto disegna una revisione del<br />

primo “Piano Economico”, ormai scaduto da tempo, e programmato nel 1993 dallo<br />

scrivente e che ha avuto la validità per il Piano dei Tagli dal periodo 1994 al 2003, con<br />

ulteriore previsione delle annualità silvane 2004 e 2005. Il presente lavoro mi è stato<br />

affidato dal Comune di Monteforte Irpino (AV) in seguito a un bando pubblico rivolto a<br />

progettisti dott. agronomi e dott. forestali.<br />

Prontamente venne redatta la relazione tecnica preliminare che venne<br />

consegnata al Comune di Monteforte Irpino in data 14.06.2004, nella quale si<br />

precisavano i criteri da seguire nella redazione del Piano di Assestamento Forestale<br />

(P.A.F.). Dopo più di un anno il Comune di Monteforte Irpino ottenne dalla Regione<br />

Campania la concessione del contributo, giusta deliberazione della Giunta Regionale n.<br />

1568 del 18.11.2005. Vale la pena di ricordare, in questa circostanza, che la<br />

convenzione tra lo scrivente e l’Amministrazione Comunale (ing. Salvatore de Maio)<br />

venne sottoscritta in data 18 ottobre 2006, a cui seguì l’inizio dei lavori il 25.10.2006.<br />

La prima revisione di Piano che viene qui elaborata presenta la definizione degli indirizzi<br />

previsti dalle leggi regionali; gli interventi sono in linea di massima con le indicazioni<br />

2


dell’Autorità di Bacino in quanto le scelte fatte non comportano particolari rischi per la<br />

comunità biotica e dell’ambiente fisico, nonché per il sistema degli equilibri idrogeologici,<br />

come è stata rispettosa di aver soddisfatto le finalità della direttiva 92/43/CEE, dato che<br />

il <strong>PAF</strong> dei boschi demaniali di Comune di Monteforte Irpino ha rispettato pienamente gli<br />

obiettivi di conservazione e di salvaguardia della foresta in cui vivono gli habitat naturali<br />

e seminaturali, nonché la flora e la fauna. L’ambiente nel <strong>PAF</strong> è inteso come bene<br />

irriproducibile, da tutelare, migliorare, valorizzare come risorsa economica, un potenziale<br />

strumento di occupazione che pone dei vincoli ma che dà occasione di sviluppo alla<br />

intera comunità provinciale. Il bosco deve essere in grado di adempiere a tutte le sue<br />

funzioni anche in futuro (funzione di protezione, funzione paesaggistica, funzione<br />

turistica-ricreativa e funzione produttiva rivolta a creare o favorire stabili equilibri silvo-<br />

pastorali). Il presente lavoro assestamentale di proprietà del Comune di Monteforte<br />

Irpino è il secondo (1ª revisione) della serie pertanto costituisce un lavoro importante per<br />

la cura del tenimento boscato e per l'assetto tecnico-economico-ambientale che la<br />

gestione sostenibile vuole raggiungere e conseguire. Inoltre, la revisione del <strong>PAF</strong> ha<br />

tenuto conto della Programmazione forestale contenuta nel Programma di Sviluppo<br />

Rurale per la Campania 2007-2013, misure 122-221-223-226-227; esso è strumento per<br />

pianificare gl’interventi nel bosco, conoscendone le caratteristiche, le risorse e le<br />

potenzialità. La revisione decennale dell’indagine del P.A.F. consente di verificare i<br />

cambiamenti nel tempo dell’estensione del territorio boscato, dello stato di salute, delle<br />

condizioni degli habitat forestali, degli incrementi legnosi, dei vincoli esistenti o di quelli<br />

nuovi (S.I.C., Z.P.S., pianificazione relativa al governo delle acque e della difesa del<br />

suolo delle Autorità di Bacino) e così via. Le informazioni derivate dal <strong>PAF</strong> ripercorsi nel<br />

tempo contribuiscono inoltre a monitorare la capacità di captazione del carbonio da<br />

3


parte degli ecosistemi forestali di cui sarà data un’approfondita analisi del territorio con<br />

occhio particolare rivolto alla salvaguardia dell’ambiente, mettendo in evidenza i fattori<br />

più significativi per la proposizione della stessa programmazione.<br />

L’ambiente del P.A.F. ricade nell’ambito territoriale della Zona di Protezione<br />

Speciale (Z.P.S.) del Parco Regionale del Partenio e in due Siti di Interesse<br />

Comunitario:<br />

1. IT8040006 “Dorsale Monti del Partenio” con superficie del SIC di ha 15.641 e<br />

con coordinate geografiche E 14 40 - N 40 57;<br />

2. IT8040017 “Pietra Maula” con superficie del SIC di ha 3.526 e con coordinate<br />

geografiche E 14 38 - N 40 54.<br />

Con tutto ciò la presente revisione, il Piano è stato aggiornato con le nuove<br />

esigenze che sono intervenute a livello di direttive comunitarie in materia di protezione e<br />

conservazione della natura (direttiva Habitat, SIC, ZPS, Rete Natura 2000, eccetera)<br />

che rappresentano le spie di sicurezza del nostro sistema ambientale. Quindi è stato<br />

predisposto un elaborato tecnico agile, di semplice lettura, comprensibile ai più, al solo<br />

scopo di pianificare e impostare l'attività di oggi e del prossimo futuro.<br />

Il cronoprogramma di svolgimento delle indagini di revisione della pianificazione<br />

ha previsto la realizzazione di diversi momenti distinti per successione temporale, ed<br />

ordinatamente:<br />

a. la raccolta di dati bibliografici collegati all'area di indagine, sia pubblicazioni che atti<br />

cartografici;<br />

b. l'acquisizione dei dati climatici storici delle stazioni del Servizio Idrografico dei Lavori<br />

Pubblici (LL. PP.);<br />

4


c. la caratterizzazione delle principali tipologie forestali, compiuta principalmente sulla<br />

base di rilievi diretti in foresta;<br />

d. la definizione delle principali tipologie litologiche, è stata eseguita principalmente<br />

sulla base della Carta Geologica d'Italia a scala 1:100.000 e sulla base di rilievi<br />

diretti;<br />

e. la fotointerpretazione delle ortofotocarte del Comune di Monteforte Irpino, scala<br />

1:10.000, ripresa aerea 2006, per lo studio delle caratteristiche geomorfologiche,<br />

vegetazionali e di copertura del suolo e per una prima definizione delle aree boscate;<br />

f. studio propedeutico per lo svolgimento della relazione preliminare del <strong>PAF</strong>;<br />

g. la campagna di rilevamento delle caratteristiche vegetazionali ed edafiche delle<br />

particelle forestali, con esecuzione di aree di saggio, cavallettamento per pineta e<br />

faggeta, osservazioni per l'analisi dei suoli e di profili rappresentativi delle situazioni<br />

ordinarie;<br />

h. la stesura definitiva del Piano di Assestamento Forestale e la redazione delle relative<br />

planimetrie ad esso allegate che è il risultato di un lungo e macchinoso percorso di<br />

affinamento, sia sotto il profilo tecnico silvo-colturale e paesaggistico, che sotto il<br />

profilo della ricerca di una più amplia condivisione a livello locale ed amministrativo.<br />

Da tutte queste operosità si è potuto ricavare una sequenza di notizie e dati che hanno<br />

organizzato il materiale di base impegnato nel processo di pianificazione eco-sostenibile<br />

delle risorse forestali all’interno del Parco del Partenio nel rispetto dell’interazione fra<br />

giusti obiettivi di tutela e peculiarità degli ecosistemi boschivi.<br />

Ringraziamenti speciali vanno ai miei collaboratori Roberto Savelli (studente in<br />

Scienze Forestali), Mario Vicario (studente in Scienze Forestali), Romina Lombardi<br />

(studentessa in Scienze Forestali), Antonio Capolupo (studente in Scienze Agrarie),<br />

5


Giovanni Capriolo (geometra), e a tanti altri che hanno offerto il proprio impegno in<br />

foresta per portare a temine questo P.A.F. Un grazie particolare al dott. forestale junior<br />

Francesco Carbone per il supporto tecnico, a Sergio Fiore (laureando in Ingegneria) per<br />

la grande e sincera disponibilità, nonché per i suoi puntuali consigli e alla STECTA<br />

(geom. Roberto Fiore e geom. Vincenzo Pesiri) per l’assistenza informatica e per la<br />

campagna di misurazioni ha prodotto una nutrita serie di dati dendrometrici e topografici,<br />

sempre nuovi e stimolanti. Essenziali si sono rivelate le informazioni date dal<br />

sovrintendente capo Gerardo Lombardi del STAPF di Avellino, dall’ing. Martino Pascale<br />

e dal p.a. Antonio De Falco del Settore Patrimonio del Comune di Monteforte I.<br />

6


CAPITOLO II<br />

II> DESCRIZIONE GENERALE DELL’AMBIENTE FISICO.=<br />

La revisione del Piano di Assestamento Forestale nel presente capitolo riesamina<br />

la descrizione fisica del sito territoriale che consta di esposizione geografica dei confini,<br />

della geologia, del substrato pedogenetico e suolo, dell’idrologia e del clima locale.<br />

1) Confini geografici, Caratteristiche idrogeologiche e pedologiche del<br />

bosco comunale.=<br />

Il Comune di Monteforte Irpino è demarcato a nord dalla piana di Mugnano del<br />

Cardinale (fogli catastali 1 e 2) e dal confine montagnoso di Mercogliano (fogli catastali<br />

24-23-22-20-13-12-6 e 3), ad est dalla valle Avellinese (fogli catastali 24-29 e 31), a sud<br />

dal confine di Contrada (foglio catastale 31), da Forino (fogli catastali 30 e 32), da<br />

Moschiano (fogli catastali 32-25 e 15) e ad ovest con il tortuoso confine di Taurano (fogli<br />

catastali 14 e 8) e dalla zona di Visciano di Napoli (foglio catastale 7). Invece l'ambito<br />

territoriale "politicamente" ricade nella Regione Agraria II


irregolare, spesso aspra, per le diverse configurazioni e direzioni delle valli e dei versanti<br />

e per la variabilità delle pendenze e delle esposizioni. Nell'insieme il territorio<br />

montefortese rappresenta un lembo distaccato degli antichi massicci che formano la<br />

struttura del monte Partenio, comunque l'arco montuoso con la sua accidentalità ha dato<br />

verosimilmente il nome di "Monte-forte" allo stesso Comune. I principali gruppi montuosi<br />

sono: Carrafone, Vallicelle, Boschitiello, Conciaturo, Ripe-Rialto, Sicurano, Centapparte,<br />

Esca, Vallerotonda, Scappone, Pizzone. Il monte Pizzone (m. 1.109 s.l.m.) si eleva nella<br />

parte estrema del territorio che sto descrivendo e domina tutti i monti circostanti a<br />

grandissima distanza; sulla vetta si osservavo con meraviglia le grandi opere della<br />

natura, e, in mezzo a quella permanente faggeta ho studiato la composizione di queste<br />

antiche contrade montane. Ai piedi del monte Pizzone si estende un “verde lago<br />

immenso” di cedui di Castanea sativa in mezzo a un vasto bacino di altre montagne che<br />

guardano, grosso modo, a mezzogiorno. Lo stesso logo del Comune di Monteforte<br />

Irpino, nella sua semplice bellezza, sventola sullo stendardo tre monti con sovrastante<br />

croce. In questo agro territoriale, la cerchia dei monti del Partenio, non è vista come<br />

barriera, se non da un punto di vista meteorologico, essa costituisce piuttosto uno<br />

spazio-cerniera attorno al quale si sviluppa uno di quei mondi floristici e faunistici, di cui<br />

parla anche il dott. Pino Eremita 1 , retti da razionale biodiversità e dalla conservazione<br />

degli habitat naturali. E’ polmone verde che consente di emettere massicce quantità di<br />

ossigeno e, allo stesso tempo, di assorbire buona parte della CO2 presente nell'aria. Da<br />

questa osservazione si ricava l’idea del confrontarsi di due tendenze: una tendenza alla<br />

compenetrazione delle popolazioni diverse e una tendenza opposta alla distinzione per<br />

1 Partenio Natura. Flora e Fauna Appenninica della Comunità Montana del Partenio (Pino Eremita). Poligrafica<br />

Ruggiero, 1994<br />

8


cui le stesse piante che si assimilano secondo un habitat comune tendono al contempo<br />

ad accentuare il più possibile i tratti caratteristici della loro specie di appartenenza. Il<br />

conflitto di queste due tendenze è uno dei fattori determinanti della storia vegetale di un<br />

terroir. Infatti la storia floristica e in particolare la questione attuale della biodiversità<br />

locale e generale, distinzione e integrazione possono essere correttamente intese solo<br />

nel loro intrecciarsi e reagire reciprocamente, perché la biodiversità è il meccanismo<br />

propulsore del bosco. Le montagne, in genere, scendono sulla pianura con pendii<br />

piuttosto ripidi. In qualche zona, però, tra la fascia montuosa e la pianura si interpone<br />

una serie di colline che si innalzano fino a 400 - 500 m., come quelle di Portella e del<br />

Vallonalto. La maggior parte dei materiali litologici che costituiscono le sezioni montuose<br />

è formata di rocce calcaree dolomitiche stratificate e di detriti di falda, depositate<br />

durante le varie ere geologiche. Diverse sono le rocce calcaree rappresentate, da quelle<br />

compatte a quelle tenue, che danno cime rilevate ed unite, come nel monte Pizzone (m.<br />

1.109 s.l.m.) e monte Faito (m. 1.097 s.l.m.), a quelle finemente stratificate, come nei<br />

monti Esca (m. 880 s.l.m.) e Montagnelle (m. 919 s.l.m.). Completano la orografia<br />

comunale i rilievi calcarei, costituiti dai monti Valle dell'Olmo (m. 870 s.l.m.), Valle del<br />

Conte (m. 893 s.l.m.), Rialto (m. 909 s.l.m.), Carrafone (m. 852 s.l.m.) dalle cui pendici<br />

scendono diversi canaloni iemali o torrenti e su cui insiste una grande varietà di<br />

paesaggio e di luoghi rocciosi, agronomici e forestali da salvaguardare dal punto di vista<br />

ecologico-ambientale e paesaggistico, veri protagonisti silenti del territorio. Invece nelle<br />

aree vallive o pianeggianti della località Alvanella (m. 402 s.l.m.) predominano i depositi<br />

piroclastici delle colate vesuviane. Con fisionomia propria, che la differenzia dalle altre<br />

zone, si presenta lo sperone di San Martino (m. 612 s.l.m.) di località Portella su cui si<br />

ergono i ruderi dell’imponente fabbrica dell'antico castello feudale, Castrum Montisfortis.<br />

9


Infatti la zona è costituita essenzialmente da materiali argillosi fortemente tettonizzati in<br />

alcune parti. Infine nell'area territoriale prospiciente la zona di Mugnano del Cardinale<br />

prevalgono le forme litologiche del tufo grigio campano.<br />

Il territorio comunale di Monteforte Irpino, a differenza di quello serinese o di quello<br />

taurasino, non è solcato da fiumi, infatti il tenimento è interessato da un reticolo<br />

idrografico caratterizzato soprattutto da corsi d'acqua che quasi tutti hanno regime<br />

torrentizio denominati "canaloni iemali" o "rii", ai quali sono legate la formazione della<br />

valle montefortese e le continue, talvolta, modificazioni del paesaggio. Difatti, il<br />

tenimento di Monteforte Irpino, come tanti altri territori comunali della provincia di<br />

Avellino, è una vasta area in cui le forme di erosione assumono vistose proporzioni e si<br />

inseriscono come elemento caratteristico del paesaggio agrario (Scappone, Monte<br />

Pizzone, Monte Faito, Vallottola del Totaro). Tali fenomeni di erosione e di smottamento<br />

del terreno sono stati favoriti anche dall'intenso disboscamento attuato nel passato per<br />

conquistare spazio alle colture erbacee e ai nocelleti. La realtà orografica mostra<br />

chiaramente come i diversi valloni torrentizi incidono buona parte dell'agro e<br />

particolarmente lo suddividono in tanti comparti, ad ognuno dei quali la tradizione locale<br />

ha attribuito curiosi toponomi, ancora oggi in uso, come la località "Scappone", "Vallone<br />

del Melo", "Valloncello Oscuro", "Pastelle", "Vallone Picciocchi" e "Acqualonga". Tali<br />

canaloni iemali hanno corso breve e nella maggioranza dei casi, sono semplici fiumare,<br />

che si gonfiano all'improvviso dopo le piogge intense, ma poi si riducono ad esili<br />

rigagnoli che con il caldo e con le stagioni asciutte si prosciugano completamente. Tutto<br />

ciò comporta gravi danni al territorio per cui bisogna procedere alla regimentazione delle<br />

acque e alla difesa del suolo che si ottengono anzitutto conservando e tutelando in<br />

montagna la copertura boschiva, ma tuttavia è spesso indispensabile procedere anche a<br />

10


sistemare l'alveo dei canaloni con interventi d'ingegneria naturalistica, briglie, opere<br />

murarie poste trasversalmente al corso del torrente per ridurre la velocità dell'acqua e<br />

quindi annullare l'erosione, e con muri e graticciate che impediscono i movimenti delle<br />

sponde dei torrenti. Però, unitamente alle caratteristiche geo-morfologiche dei versanti,<br />

concorrono in modo rilevante anche i fattori antropici, come il fuoco, il pascolo e i tagli<br />

abusivi. Comunque il sistema idrografico naturale è costituito dal canalone iemale della<br />

"Acqualonga" che segna il confine del territorio comunale di Monteforte Irpino con il<br />

territorio di Visciano di Napoli; dal canalone denominato "iemale" il cui letto per intero<br />

attraversa le località "Esca dei Preti" e "Bruscelline" nel quale s'immettono anche i canali<br />

minori denominati "Laudati" e "Dietrosanti". E' da segnalare gli omonimi canaloni del<br />

Vallone del Melo, il Valloncello Oscuro, Pastelle, Picciocchi e Garofano che solcano,<br />

quasi tutti, con carattere torrentizio e con forte capacità erosiva. Infine, il tenimento<br />

montefortese è solcato dal torrente Fenestrelle che con ampi meandri e con vario<br />

tragitto scarica le sue acque di piene repentine e frequenza di magre estive nel fiume<br />

Sabato. Il torrente, nel corso del suo sviluppo, è alimentato in sinistra dai contributi<br />

provenienti dal Massiccio del Partenio, particolarmente la quota di sorgente è posta a<br />

1528 m. s.l.m., tra i rilievi del Toppa Spino (m. 1414 s.l.m.), Montevergine (m. 1493<br />

s.l.m.) e l’area del Campo Maggiore (m. 1390 s.l.m.) e in destra dai contributi provenienti<br />

dalle montagne poste nel comune di Monteforte Irpino, ove la quota di sorgente è<br />

collocata a m. 1109 s.l.m. (Monte Pizzone). Il bacino idrografico del Torrente Fenestrelle<br />

sottende una superficie di circa 49 kmq a monte della confluenza in destra idraulica con<br />

il Rio S. Oronzo, in località Tufarole, al confine dei limiti comunali di Avellino e Atripalda<br />

e una superficie di circa 74 kmq alla confluenza in sinistra idraulica con il Fiume Sabato,<br />

al confine dei comuni di Avellino, Atripalda e Manocalzati, in località Pianodardine. Il<br />

11


maggiore contributo al deflusso è fornito dal Vallone Acqualeggia, che nasce dal<br />

Massiccio del Partenio, il quale, dopo aver attraversato il Comune di Mercogliano e le<br />

frazioni Torelli e Torrette, si unisce con il Vallone Iemale e con il Valloncello Oscuro<br />

provenienti dalle montagne di Monteforte, in località Tufara - Taverna del Pezzente<br />

(Mercogliano) e insieme, attraversando la frazione di Torrette, si uniscono al torrente<br />

denominato Fenestrelle, proveniente dal Colle Faliesi (955 m.s.l.m.), in località Infornata,<br />

al confine del territorio comunale di Avellino e Monteforte Irpino. Come si evince dalle<br />

allegate carte tematiche, il bacino del Fenestrelle è racchiuso nella parte ovest – nord<br />

ovest dai contrafforti calcarei del Massiccio del Partenio, nella parte ovest – sud ovest<br />

dalla fascia montuosa – collinare dei monti tra Forino, Contrada e Monteforte Irpino e,<br />

infine, nella parte sud - sud est dai colli compresi tra Cesinali e Aiello del Sabato.<br />

2). Caratteristiche climatiche.=<br />

Il clima costituisce il fattore saliente nel controllo della distribuzione delle specie<br />

vegetali sul territorio e della corrispondente vegetazione in quanto interviene nei<br />

processi fisiologici. Ne consegue che esiste una stretta relazione tra tipo floristico-<br />

fisionomico della vegetazione e i principali elementi del clima. I termini di questa<br />

relazione sono di difficile determinazione pertanto è necessario conoscere le risposte<br />

auto-ecologiche delle specie nell’arco dell’intero ciclo vitale allo scopo di interpretare gli<br />

adattamenti acquisiti in rapporto all’ambiente naturale. Il Comune di Monteforte Irpino<br />

presenta un territorio estesamente diversificato sia per le caratteristiche pedologiche che<br />

climatiche. Infatti, si passa da una situazione tipicamente pianeggiante della zona di<br />

Torrette e via Nazionale, al complesso delle colline montefortesi, con altezza compresa<br />

12


tra 400 e 600 m s.l.m., fino alla vera e propria “montagna Mons-fortis”, ad altitudini<br />

anche superiori ai 1000 m. Infatti il Paese è situato prevalentemente in montagna tra i<br />

monti del Partenio che mostra la stagione invernale abbastanza fredda, con inverni<br />

generalmente freddi ed estati calde (temperatura media annua: 13,6 °C ); nebbia<br />

spesso presente; ventilazione scarsa; precipitazioni moderate, in alcuni casi anche a<br />

carattere nevoso. Ormai stanno scomparendo le abbondanti precipitazioni piovane e<br />

nevose di qualche lustro fa: il clima sta cambiando anche sul territorio irpino.<br />

Temperature Medie Annuali<br />

(Dati statistici elaborati su un periodo di trent'anni)<br />

Primavera ventilata e molto variabile; precipitazioni moderate con temporali occasionali.<br />

Estate molto calda e afosa; poca ventilazione e alta umidità; frequenti eventi<br />

temporaleschi anche violenti con fenomeni grandinigeni, spesso nel tardo pomeriggio o<br />

durante la notte. Autunno mite e ventilato; possibili nebbie; precipitazioni scarse, questo<br />

anno forti e frequenti. Le nebbie e le nubi sono determinate dal passaggio del vapor<br />

d’acqua sciolto nell’atmosfera da uno stato invisibile ad una forma visibile; le nubi si<br />

formano nella zona più alta dell’atmosfera, le nebbie si condensano negli strati d’aria più<br />

13


assi a contatto con il suolo. Nell’ambito della nostra regione la nebbia compare in<br />

primavera ed in inverno, si manifesta invece molto raramente in estate. Nelle valli è<br />

molto comune la nebbia invernale discendente dai monti. In generale il fenomeno che<br />

concorre alla formazione delle nebbie segue le leggi dell’umidità relativa, andando a<br />

preferire la stagione e le ore più fredde con conseguente scomparsa nella stagione e<br />

nelle ore più calde. Pertanto il territorio di Monteforte Irpino dal punto di vista climatico è<br />

caratterizzato da un clima di tipo temperato umido; un poco rigido in inverno e presenta<br />

anche nella stagione calda ragguardevoli escursioni nella temperatura quotidiana per i<br />

sensibili abbassamenti della medesima nelle ore della notte. Quindi il clima, se si<br />

esclude la parte più interna dei rilievi dei monti Pizzone e Faito, gruppo Sicurano-<br />

Centapparte, non privi di nevicate, è in tutto il territorio di Monteforte tipicamente<br />

temperato umido, con inverno rigido, specialmente nelle zone meno riparate dai venti<br />

freddi, primavera e tardo autunno piovosi, estate calda, siccitosa e prolungata.<br />

Particolarmente mite è il mese di settembre e, in parte, il mese di ottobre, per cui il vero<br />

inverno incomincia soltanto sulla fine di ottobre-novembre. La temperatura si aggira sui<br />

14° - 16° C.; le minime di gennaio fra i 4° e i 5° C., ma nelle zone più elevate e nelle<br />

conche interne l'aria fredda ristagna a lungo; le massime estive di luglio-agosto oscillano<br />

tra i 25° e i 28° C., raggiungendo talvolta tempera ture di 37°-38° C. Nelle valli l'umido è<br />

costante e frequenti sono le nebbie; geli e brinate caratterizzano la primavera e l'inizio<br />

dell'autunno. Le condensazioni delle evaporazioni nelle ore del mattino e nelle prime ore<br />

del pomeriggio determinano frequenti piogge a carattere torrenziale. Le precipitazioni<br />

sono in genere distribuite in maniera irregolare durante l’anno con punte massime nei<br />

mesi autunnali e valori minimi nel trimestre estivo (precipitazioni medie annue: 1.000<br />

mm); dal luglio al settembre predomina la siccità raramente interrotta da brevi piovaschi.<br />

14


Dominanti sono i venti di nord-ovest; frequenti sono quelli di scirocco che disseccano i<br />

boschi in lunghi periodi di siccità. Tali condizioni del tempo sembrano tradire tutte le<br />

aspettative tradizionali.<br />

Precipitazioni Medie Annue<br />

(Dati statistici elaborati su un periodo di trent'anni)<br />

Ormai l’andamento climatico dei mesi e il termometro in particolare sull'arco montano<br />

sono impazziti. Il mese di Febbraio proprio sul finire degli anni passati non si è smentito.<br />

Corto e amaro con un'improvvisa ondata di freddo intenso in numerose zone dell’Irpinia<br />

dove anche la neve ha fatto la sua ricomparsa. Zero gradi e pioggia mista a neve<br />

persino a Monteforte, dove i monti del Partenio si sono ammantati di bianco. L’anno<br />

2005 è stato l’anno più caldo mai registrato e scientificamente documentato. In linea<br />

generale la distribuzione delle precipitazioni è molto irregolare nel tempo e nello spazio<br />

e la presenza di massime concentrazioni durante la stagione invernale (novembre-<br />

dicembre è il periodo più piovoso) e minime concentrazioni nel periodo estivo (luglio-<br />

15


agosto sono i mesi più secchi), va a confermare un clima dal tipico timbro mediterraneo.<br />

Mesi Stagioni Anno<br />

AVELLINO<br />

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut<br />

Temp. max.<br />

media (°C)<br />

Temp. min.<br />

media (°C)<br />

Piogge<br />

(mm)<br />

Giorni di<br />

pioggia (≥ 1<br />

mm)<br />

Umidità<br />

relativa (%)<br />

Eliofania<br />

assoluta<br />

(ore)<br />

9.7 10.5 13.6 17.4 22.0 26.6 29.7 29.8 25.2 19.9 14.5 11.2 10.5 17.7 28.7 19.9 19.2<br />

2.7 2.8 4.4 6.7 9.5 13.1 15.2 15.2 13.4 10.0 6.3 3.9 3.1 6.9 14.5 9.9 8.6<br />

172 121 114 104 68 49 24 12 76 186 208 220 513 286 85 470 1354<br />

14 10 13 10 7 5 3 3 7 9 14 15 39 30 11 30 110<br />

81 78 75 69 66 61 58 59 67 77 82 83 80.7 70 59.3 75.3 71.3<br />

2.3 3.8 4.1 5.5 7.5 8.6 10.4 10.3 7.3 5.4 3.0 2.3 2.8 5.7 9.8 5.2 5.9<br />

Stazione meteorologica di Avellino (Fonte ISTAT)<br />

Da molto tempo sono adottate nel procedimento di interpretazione del territorio le<br />

fasce fito-climatiche di Pavari (sin dal 1916) ed i cingoli di Schimid-Susmel (sin dal<br />

1980). A seconda dell’appartenenza a queste suddivisioni territoriali, le foreste si<br />

possono attribuire a diverse categorie le cui piante sono inscindibilmente legate<br />

all'ambiente climatico e all'habitat in cui debbono compiere il loro ciclo vitale, per cui in<br />

relazione alle peculiari caratteristiche climatiche innanzi descritte e attraverso l'esame<br />

dei caratteri ecologici della vegetazione arborea ed arbustiva, da un punto di vista<br />

16


fitoclimatico, secondo la classificazione di Aldo Pavari, il territorio rientra nelle tre zone<br />

fitoclimatiche:<br />

1. Sottozona calda del Castanetum, area che interessa le pendici ubicate a quota 600 -<br />

800 m./s.l.m. ove prospera nel senso più lato della parola il castagno da frutto,<br />

terreno utilizzato esclusivamente o principalmente da castagni da frutto, attribuendo<br />

una importanza secondaria alle altre essenze forestali (ceduo di castagno, rovere e<br />

carpino);<br />

2. Sottozona fredda del Castanetum, area che interessa le pendici ubicate a quota fino<br />

800 -1.000 m./s.l.m. ove vive il ceduo di castagno;<br />

3. Sottozona calda del Fagetum, area che viene utilizzata a faggio a quota fino a 1.100<br />

m./s.l.m.<br />

Associando i parametri climatici con la presenza della vegetazione arborea sono<br />

state formulate molte classificazioni fitoclimatiche. Il Pavari ha classificato e suddiviso la<br />

presenza delle specie vegetali in funzione dei seguenti parametri:<br />

• temperatura media annua;<br />

• temperatura media del mese più freddo;<br />

• temperatura media del mese più caldo;<br />

• media delle temperature massime estreme;<br />

• media delle temperature minime estreme;<br />

• precipitazioni annue;<br />

• precipitazioni estive;<br />

• umidità atmosferica relativa media.<br />

Successivamente, alle note sottozone climatiche del Pavari, sono seguite le<br />

larghe fasce climatiche dello Schmid che "seziona" il territorio nelle seguenti nicchie<br />

floristiche: Quercus pubescens che si spinge sino alle quote 600-800 m.<br />

s.l.m., Quercus-Tilia ed Acer che si spinge dalla fascia quotata di m. 600-800<br />

17


s.l.m. a quella 1.000-1100 m. s.l.m. ed infine alla fascia nostrana Fagus-Abies <br />

che supera queste ultime quote. Dunque, per quanto riguarda il climax, o meglio la<br />

definizione della flora potenziale, la zona rientra nel bosco misto della fascia QTA,<br />

Quercus - Tilia - Acer, secondo la classificazione per cingoli dello Schmid, caratterizzata<br />

da Quercus cerris, Quercus pubescens, Acer opalus, Acer campestre, Carpinus betulus,<br />

Fraxinus ornus, Corylus avellana, ecc. Nella scelta delle essenze da utilizzare nel<br />

rimboschimento, dovrà essere tenuto conto di quelle che rientrano in questo cingolo in<br />

quanto le più adatte all'ambiente.<br />

3). Dati delle passate utilizzazioni boschive.=<br />

Nell’arco di durata decennale del vecchio “Piano Economico” la superficie totale<br />

interessata dai prelievi legnosi in bosco ha raggiunto l’estensione complessiva netta di<br />

ettari 203.04.60 di cedui di castagno, a cui è corrisposto il relativo volume totale di<br />

asportazioni legnose in relazione agli assortimenti considerati mc. 68.250. Sul volume<br />

totale l'assortimento maggiormente interessato dalle utilizzazioni forestali risulta la legna<br />

da ardere.<br />

Nel 2003 si è ottenuto un incremento dell'attività di utilizzazione e quindi di produzione<br />

per tutte le categorie di prodotti legnosi, infatti gli assortimenti che hanno fatto registrare<br />

i maggiori incrementi in termini percentuali sono la paleria e la legna da ardere. Il<br />

prelievo medio annuo nel decennio è stato di 3000 mc/anno di legname e 700 mc. di<br />

legna da ardere. Nella tabella n. 1 vengono individuati i quantitativi di legname e legna<br />

da ardere prelevati dal bosco nel decennio 1993-2002, nonché gli ulteriori prelievi<br />

previsti dallo stesso “Piano Economico” sino alle stagioni silvane 2003-04 e 2004-05 che<br />

è giunto quindi a naturale scadenza dopo una quasi completa applicazione.<br />

L’utilizzazione si è verificata anche negli anni successivi, anzi fino ai primi mesi del<br />

18


2009. Comunque da ricerche mercantili è risultato che il legname ritraibile dai boschi di<br />

Monteforte viene impiegato come: paleria, suddivisibile in agricola (Ø max 15 cm), per<br />

bioingegneria (Ø max 25 cm) e pali per telecomunicazioni; tondame da trancia; tondame<br />

da sega, suddivisibile in: tondame da falegnameria (Ø min 20 cm, lunghezza min 2,2 m),<br />

tondame per travatura squadrata (Ø min 17 cm) e morali (Ø min 12 cm), per parquet,<br />

per carpenteria edile, per pannelli di legno massiccio, per imballaggi; tondame da<br />

triturazione suddivisibile per: pannelli di fibre e particelle, tannino, cartiera. Altro:<br />

legname da intaglio, da tornio e per la produzione di doghe per botti.<br />

Quindi la presente revisione si traduce nella redazione di un recente documento<br />

tabellare preparato sulla guida dei dati della pianificazione non più valida essendo<br />

scaduta nell’anno 2005. Per tutto ciò l’esame storica rappresenta lo strumento guida per<br />

le proiezioni future necessarie per il buon governo del bosco. In questo caso sono stati<br />

consultati oltre al precedente P.E. (decennio 1993-2002), le autorizzazione al taglio<br />

rilasciate dalla Comunità Montana “Serinese-Solofrana”, nonché i verbali di assegno al<br />

taglio eseguiti dal Settore Tecnico Amministrativo Provinciale Foreste di Avellino. Così è<br />

nata la “storia delle utilizzazioni passate”, fondata su scrupolose ricerche d'archivio, o<br />

sulla base di documenti conservati in Comune o di testimonianze verbali degli operatori<br />

in foresta. Ma va detto che con puntiglio lo scrivente è risalito alla saga dei prodotti<br />

legnosi del bosco di cui esistono nel decennio di utilizzazione più stagioni silvane. Si è<br />

raccontata la storia del decennio del P.E. ma ora si guarda il presente, perché esso, in<br />

questo caso, è forse più importante del passato e, soprattutto, perché prepara il futuro<br />

del bosco.<br />

Nella tabella n. 1 che segue si riportano i dati degli archivi forestali riguardante<br />

l’anno di taglio delle sezioni, l’età del ceduo al momento del taglio, la superficie<br />

19


produttiva e quella improduttiva, l’entità della produzione stimata e distinta in tronchi-<br />

tronchetti, paleria, legna da ardere e l’incremento medio di massa totale dei boschi.<br />

Diversi dati non sono stati riportati perché i registri preposti alla raccolta risultano sforniti;<br />

lo stesso “libro economico” allegato al P.E. è risultato completamente vuoto di dati.<br />

Sia lo scaduto P.E. che l’attuale P.A.F. dei boschi comunali hanno previsto il governo a<br />

ceduo matricinato allo scopo di produrre principalmente legna da ardere e paleria per<br />

vigneti nel pieno rispetto delle prescrizioni di massima e quindi la pianificazione di<br />

gestione dei boschi ha mantenuto tale governo, questo anche perchè il mercato della<br />

legna da ardere, pur se con qualche flessione, ha conservato sempre un certo interesse.<br />

Le sezioni da destinare al taglio sono state individuate precisamente a rotazione sulla<br />

base del particellare eseguito nel vecchio Piano Economico, escludendo ogni occasione<br />

di taglio di sezioni confinanti. E’ importante rilevare, come emerge dalla tabella, che i<br />

tagli sono stati protratti talvolta oltre il turno prestabilito. Comunque sia il castagno in<br />

prevalenza, come pure l’ontano, il carpino, l’acero e l’orniello, a questa età non hanno<br />

raggiunto dimensioni elevate tali da perdere la capacità pollonifera, quindi il protrarsi del<br />

turno non ha creato troppi problemi. Inoltre esaminando la tabella 1 delle utilizzazioni<br />

passate dei boschi in esame, si nota che quasi tutte le particelle sono state utilizzate ad<br />

una età compresa tra 12 e 14 anni, talvolta anche 18 anni.<br />

Il taglio del bosco nel decennio trascorso è stato interpretato come un’azione necessaria<br />

nei confronti del territorio, in quanto attuato secondo le razionali e ben definite logiche<br />

selvicolturali (regolamentato da rigide normative e soggetto a controlli rigorosi da parte<br />

degli enti delegati), in ogni modo evidenziando una limitazione fondamentale per il<br />

mantenimento delle condizioni di equilibrio dei soprassuoli boscati che la storica “Scuola<br />

di Selvicoltura” del prof. Patrone, irpino di Bagnoli I., denominava la foresta del “capitale<br />

20


legnoso” e i suoi incrementi di volume annuale “interesse sul capitale legnoso”; in altri<br />

termini, compiendo le utilizzazioni non maggiori agli interessi maturali sul capitale, non si<br />

hanno mutamenti sostanziali sul patrimonio. I tagli previsti dalla revisione non<br />

sosterranno solo criteri preminentemente produttivi, mentre sempre di più, saranno<br />

realizzate utilizzazioni che desidereranno di valorizzare la biodiversità dei soprassuoli<br />

con tutti i benefici che ne conseguono (equilibrio dei soprassuoli e dei versanti). La<br />

maggior parte della produzione legnosa si concentra sul legno di castagno da cui<br />

vengono prevalentemente ricavati assortimenti legnosi (tronchi, tronchetti, paleria),<br />

legna da ardere ed altri assortimenti come già riferito.<br />

21


Tabella n. 1: Prospetto delle utilizzazioni passate 2<br />

P.lla Sezione Superficie Superficie Anno Età Tronchi Paleria Legna Massa<br />

n. Forestale Totale Netta del al Tronchetti ardere totale<br />

ha ha Taglio Taglio m³ m³ m³ m³<br />

1a Papaioni 7.50.84 7.29.66 1998 18 122 681 414 1.217<br />

1b Maggeselle 4.98.42 4.98.42 2006 24 650<br />

2 Breccelle 7.20.98 7.10.00 2004 21 115 1095 106 1.316<br />

3 Cirasiello 1° 6.11.68 6.00.00 1998 16 961<br />

4 Cirasiello 2° e 3° 11.76.41 11.60.00 2003 23 201 2340 706 3.247<br />

5 Pantano 1° e 2° 9.67.50 9.60.00 2005 25 100 1480 700 2.280<br />

9 Esca 3° 6.75.00 6.65.00 2006 19 139 935 107 1.181<br />

10 Esca 4° 7.76.00 7.60.00 2007 18 87 1136 646 1.869<br />

12 Esca 6° 6.34.65 6.20.00 2003 23 391 7942 6498 14.831<br />

14 Boschitiello 11.41.80 11.20.00 2004 23 50 2.008 450 2.508<br />

18 Valloncelloscuro 10.67.16 10.50.00 2005 22 53 1873 713 2.639<br />

20 Valle dell’Olmo 2.37.50 2.30.00 2004 18 186 117 303<br />

21 Sicurano 9.08.89 9.00.00 2002 20 92 1473 325 1.890<br />

23 Centapparte 9.87.50 9.70.00 2005 19 1049 613 1.662<br />

32 Vallottola Totaro 1.29.16 1.10.00 2007 18 13 165 93 271<br />

34 Vallone del Melo 13.40.00 12.83.23 2003 17 169 2739 929 3.837<br />

35 Vallone del Melo 2.40.00 2.10.00 2006 17 53 269 134 456<br />

37 Ripa 4° 11.00.90 10.75.69 2009 19 43 1178 597 1.818<br />

38 Ripa 2° e 3° 18.22.70 17.90.00 2006 23 45 2150 701 2.896<br />

39 Ripa 1° 4.81.25 4.70.00 2006 17 97 591 52 740<br />

40 Macchia Pentillo 7.44.43 4.40.00 2004 25 110 430 500 1.040<br />

42 Rialto 4° 6.68.86 6.50.00 2007 18 134 817 73 1.024<br />

44 Piccola Macchia 9.82.33 9.70.00 2007 17 129 1478 610 2.217<br />

46 Fascia Vallicelle 11.37.93 11.10.00 2004 21 59 2024 414 2.497<br />

48 MacchiaVallicelle 3.29.66 3.00.00 2002 22 189 3843 3144 7.176<br />

49 Piana Vallicelle 6.78.75 6.60.60 2006 23 27 680 340 1.047<br />

51 Carrafone 13.43.76 6.00.00 2009 29 16 1361 420 1.797<br />

52 San Giovanni 1.38.68 1.00.00 2002 26 63 1281 1048 2.392<br />

54 Bosco 2.73.10 2.60.00 2004 18 399 188 587<br />

57 Dietrosanti 0.48.22 0.40.00 2002 13 115 1093 693 1.901<br />

203.04.60<br />

Totali 226.14.06<br />

22<br />

2.612 42.696<br />

21.331<br />

2 Di alcune particelle, regolarmente utilizzate, non è stato possibile riscontrare la quantità di massa legnosa prelevata.<br />

68.250


4). Caratteri socio-economici del Comune di Monteforte Irpino.=<br />

L’area comunale assume attualmente un carattere particolarmente strategico<br />

all’interno del territorio provinciale, in quanto a partire dagli ultimi lustri è oggetto di una<br />

programmazione straordinaria che fa riferimento all’impiego di risorse finanziarie di varia<br />

provenienza: abitativa, residenziale, commerciale, industriale, alberghiera, agricola e<br />

forestale. Monteforte Irpino è un Comune a forte antropizzazione particolarmente<br />

concentrata nella zona del centro storico, delle aree rurali e lungo la fascia di Via<br />

Torrette e di Via Nazionale. Si percepisce una città capace di imprimere un carattere al<br />

suo futuro, con una rete di servizi alle imprese tra le più qualificate in rapporto a quanto<br />

si verifica nelle aree limitrofe e nello stesso Comune, e con un’identità sufficientemente<br />

moderna. Comunque l’economia montefortese presenta caratteristiche comuni alla<br />

maggior parte delle aree rurali “urbanizzate”: elementi di buono sviluppo e di sostegno<br />

aiutano le risorse territoriali, ambientali, produttive ed anche umane di sicuro valore,<br />

capaci di fornire un processo di sviluppo completo. In generale, le attività produttive si<br />

presentano adeguatamente differenziate. La struttura produttiva si basa ancora<br />

fondamentalmente sulle attività agricole e selvicolturali, anche in ragione del fatto che<br />

nell'area sta partendo un processo di industrializzazione, e che il terziario è di tipo<br />

tradizionale e non ha assunto ancora i caratteri di settore trainante.<br />

L’indagine socio-economica muove dalla ricognizione delle banche dati realizzate da<br />

enti nazionali e o altri soggetti pubblici che effettuano ricerca e archiviazione di dati, in<br />

particolare: l’ISTAT, per il 14° Censimento generale della popolazione, l’8° Cen simento<br />

dell’industria e dei servizi e il 5° Censimento dell’agricoltura; l’Annuario statistico<br />

regionale della Campania, nonché i dati statistici forniti dalla Camera di Commercio<br />

Industria Artigianato ed Agricoltura di Avellino.<br />

23


In questo contesto, si propone una strategia d’intervento basata sulla valorizzazione e<br />

promozione della risorsa "bosco". Si tratta di un settore ricco di storia ma anche assai<br />

interessante per la biodiversità che esprime. La vegetazione potenziale è rappresentata<br />

da un bosco di latifoglie a dominanza di castagno con presenza di querce, di ontano,<br />

carpini ed olmi. Su qualche vetta vegeta il faggio, mentre in prossimità del castello una<br />

pineta artificiale. Quella reale risente indubbiamente delle diverse forme di gestione del<br />

passato ma si possono ancora rintracciare particelle che mostrano un elevato grado di<br />

naturalità. Salvo le zone rupestri con rocce affioranti, i terreni sono in generale più<br />

profondi ed evoluti. La pianta guida può essere considerata il castagno (Castanea<br />

sativa) che, in effetti, occupa estesi versanti, anche acclivi, che in primavera sono<br />

attraenti in quanto ricchi di geofite a fioritura precoce.<br />

Dai dati ISTAT del 5° Censimento generale dell’agri coltura (2000) è possibile effettuare<br />

una fotografia abbastanza realistica del settore primario. Nel 2000 sono state censite in<br />

Monteforte Irpino 338 aziende agricole, forestali e zootecniche, con una variazione in<br />

diminuzione del 42% rispetto alla situazione accertata con il precedente censimento<br />

agricolo del 1990.<br />

Tabella n. 2 – Aziende, Superficie Agricola Totale e Superficie Agricola Utilizzata. Confronto Censimento<br />

2000-1990 (valori in ettari). Fonte ISTAT - Dati Comunali Censimento Agricoltura<br />

Censimento 2000 Censimento 1990 Variazioni % 2000-1990<br />

Comune Aziende Totale SAU Aziende Tot. SAU Aziende Tot. SAU<br />

Monteforte I n. 338 Ha 1.403,54 Ha 511,35 n. 585 Ha 2.187,25 Ha 930,52 -42,22 -35,83 -45,05<br />

La Superficie Agricola Totale (SAT) è di circa 1.403,54 ha. La superficie investita a<br />

boschi occupa circa il 20% della SAT. La Superficie Agricola Utilizzata (SAU) è di ettari<br />

24


511,35 variamente diversificata: nell'area prevalgono nettamente le colture permanenti,<br />

tra le quali domina nettamente il nocciuolo e il castagno da frutto, che rappresentano il<br />

paesaggio agrario storico soprattutto per la presenza di antichi ecotipi di castagno. Un<br />

castagno con la maiuscola perché, data la secolare tradizione nel territorio, viaggia,<br />

targato “castagna nostrana”, “castagna di Serino”, “castagna di Montemarano” si spera<br />

in una futura Igp (Indicazione d'origine protetta). Ogni abitante di questo territorio<br />

possiede da sempre un appezzamento di terreno dove questa pianta, tra l’agricolo e il<br />

forestale, viene coltivata con grande passione e con tanta cura certosina. A differenza di<br />

quanto accade in altri paesi, la coltivazione del castagneto da frutto (la "farina dei<br />

poveri", non dimentichiamolo) in Monteforte I. è aumentata. Le cultivar più utilizzate<br />

sono quelle del tipo "medio-grosso" per il consumo fresco, difatti si coltivano ecotipi<br />

locali a habitus determinato o indeterminato per la castagna di grandissimo valore<br />

agronomico e di indiscutibili qualità organolettiche. E proprio a seguito di una tradizione<br />

secolare e di saperi locali di indubbio valore culturale che attualmente sono conservati<br />

giacimenti quali: Serinese, Montemarano, Nostrana. C'è ancora chi sostiene che in<br />

agricoltura non sia rimasto nulla da inventare, ma sbaglia.<br />

Purtroppo, non è così per il nocciolo (Corylus avellana). Infatti, sono ancora<br />

numerosissimi i fattori che relegano la corilicoltura solo ad una funzione di raccolta del<br />

prodotto, trascurando l’applicazione delle tecniche razionali e della buona coltivazione,<br />

però i nocelleti svolgono perlomeno un’adeguata funzione paesaggistica, nonostante le<br />

indubbie difficoltà orografiche. La terra montefortese non è sempre facile da lavorare a<br />

causa della propria acclività. L’agricoltore deve faticare per strappare alla terra la<br />

produzione agricola, fatto che ha contribuito allo spopolamento di alcune zone rurali. Per<br />

contro la produzione agricola con un’adeguata politica di valorizzazione ha saputo<br />

25


esprimere prodotti assolutamente tipici, come la nocciuola Mortarella e San Giovanni, in<br />

prevalenza. Comunque dal punto di vista prettamente economico, la coltivazione<br />

corilicola è marginale in quanto il piccolo coltivatore produttore non riesce a bilanciare<br />

costi e ricavi e si trova, perciò, vicino al “punto di chiusura”. Nel breve periodo, anche se<br />

i ricavi riescano a coprire solo i costi variabili di produzione, le imprese tendono a<br />

rimanere sul mercato, specie se hanno elevati costi fissi (manodopera dipendente,<br />

canoni di affitto, ammortamento di impianti realizzati di recente, ecc.), in quanto<br />

perderebbero più denaro se chiudessero completamente. Il prolungarsi di questa<br />

situazione di difficoltà economica può portare però alla chiusura ed è questo il pericolo<br />

che corrono le aziende ascrivibili alla cosiddetta corilicoltura marginale. Infatti, nel lungo<br />

periodo tutti i costi diventano variabili e le imprese saranno disposte a produrre solo se i<br />

prezzi risulteranno uguali o superiori al “punto di pareggio” ossia riusciranno a coprire<br />

tutti i costi di produzione dando luogo a profitti positivi. Pertanto potremmo definire<br />

“marginale” quella corilicoltura in cui è elevato il rischio di abbandono dell’attività da<br />

parte delle imprese produttrici, in quanto i prezzi non riescono a coprire i costi variabili o<br />

totali o, viceversa, i costi non riescono a stare al passo dei primi o per mancanza di<br />

innovazioni capaci di migliorare la competitività per limiti strutturali (ridotte dimensioni<br />

aziendali, vecchiaia delle ceppaie e scarsa produttività delle piante, sesti irregolari, ecc.),<br />

socio-economici (anzianità degli addetti, assenza di successori, difficoltà di reperimento<br />

della manodopera per la raccolta, ecc.) e naturali (pendenze elevate e diffuse erosioni,<br />

ecc.).<br />

La superficie viticola e a seminativo è piuttosto bassa; comunque la conduzione è su<br />

base familiare e la piccola produzione è rivolta all’utilizzo proprio.<br />

26


L’allevamento zootecnico è costituito esclusivamente da un unico allevamento ovino di<br />

piccole dimensioni la cui produzione è orientata all'autoconsumo ed al mercato locale. In<br />

particolare, si evidenzia, la presenza della razza Laticauda, una razza a duplice<br />

attitudine, nei suoi diversi ecotipi, certamente suscettibile di valorizzazione, per la qualità<br />

delle carni e dei prodotti caseari, tradizionalmente diffusa sul territorio, anche perché<br />

connotata soprattutto da rusticità e adattamento ai pascoli del territorio.<br />

Tabella n. 3 – Capi di bestiame delle aziende agricole per specie presenti sul tenimento di Monteforte I.<br />

Avicoli Conigli Ovini Struzzi<br />

381 171 150 8<br />

In termini generali, al di là delle limitazioni di natura strutturale e tecnologica, nel<br />

territorio rurale mancano capacità imprenditoriali ed organizzative: l'incapacità degli<br />

imprenditori agricoli di organizzarsi in forme associative ha rappresentato e tuttora<br />

rappresenta uno dei maggiori ostacoli alla piena valorizzazione delle produzioni<br />

territoriali: le unità produttive si sono sviluppate in modo del tutto indipendente rispetto<br />

agli stimoli provenienti dal mercato, senza peraltro seguire alcuna logica di<br />

programmazione produttiva. Ne consegue che le ridotte dimensioni medie dei fondi non<br />

consentono il raggiungimento di un’adeguata massa critica di produzione, disincentivano<br />

investimenti innovativi e deprimono ancor più i già esigui margini operativi aziendali.<br />

A partire dal 1985 ad oggi, la disponibilità di forza lavoro in Monteforte I. ha subìto<br />

un’accelerazione nel periodo a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 per poi rallentare verso la<br />

fine dell’ultimo decennio: Monteforte I., relativamente al dato di tendenza del tasso di<br />

disoccupazione giovanile, si configura come Comune “anziano”, caratterizzato da un<br />

sistema economico in cui le garanzie all’occupazione già esistente sono maggiori e più<br />

forti rispetto a quelle relative all’ingresso nel mondo del lavoro delle nuove leve. In<br />

27


Monteforte la distribuzione degli occupati per settore di attività è il seguente: agricoltura<br />

3%, industria 15%, edilizia 12%, commercio 19% ed altri servizi 54%. Per quanto<br />

riguarda il riassetto territoriale e lo sviluppo produttivo, la Regione ha, tra l’altro, in<br />

programma progetti che spaziano dalla riqualificazione dell’arco collinare al recupero<br />

delle aree commerciali e industriali dismesse per consentire nuovi insediamenti<br />

produttivi di qualità, alla tutela ambientale attraverso interventi di risanamento<br />

idrogeologico.<br />

La cultura di massa arriva ovunque grazie alla rinforzata possibilità di accedere<br />

alle informazioni. I beni di consumo di cui si dispone in collina sono sostanzialmente gli<br />

stessi della pianura, le tradizionali attività agro-silvo-pastorali in alcune aree sono state<br />

sostituite dal terziario, in altre vengono riproposte con modalità nuove. Il Comune di<br />

Monteforte contribuisce alla formazione del valore aggiunto provinciale; l’industria,<br />

l’artigianato e i servizi hanno registrato un costante aumento produttivo: l’industria ha<br />

trovato nuova linfa nella produzione tecnologica ed è riuscita a mantenere valori<br />

quantitativi e qualitativi di buon livello anche grazie alle nuove frontiere dell’elettronica,<br />

portando con sé un aumento generale della domanda di servizi di vario genere, afferenti<br />

a diverse specificità e ad un mondo in continuo aggiornamento ed evoluzione. In<br />

crescita il processo di terziarizzazione che ha portato anche il settore dei servizi a un<br />

buon livello dell’intera economia, in particolare l’attività del turismo e dei servizi attinenti<br />

l’intermediazione finanziaria e monetaria e le attività di informatica e ricerca.<br />

Affacciata sull’avellinese e sul nolano, Monteforte ha una collocazione strategica<br />

nell’ambito della Regione, facendo da cerniera tra il bacino del Sabato e il cuore del<br />

bacino tirrenico che le gravita alle spalle. Un raggio di 10-20 km. lo separano dai poli<br />

industriali e commerciali del Nolano e di Napoli, capitale del turismo. Muoversi è<br />

28


elativamente facile, lungo il suo arco oblungo e stretto, malgrado la conformazione<br />

preminentemente montuosa del territorio. Così come è facile raggiungere Monteforte da<br />

qualunque altro comune d’Irpinia e della Regione. Una ordinaria rete di comunicazioni<br />

interseca il territorio comunale, rete comunque da migliorare ed integrare, gioca un<br />

ruolo fondamentale nella sua economia e rispetto agli obiettivi di competitività e di<br />

sviluppo sostenibile. Dal territorio di Monteforte si raggiungono per irradiarsi alcuni dei<br />

principali segmenti del sistema stradale irpino ed interprovinciale, regionali:<br />

dall’Autostrada A16, dal raccordo AV-SA , dalla Ex SS 88 di Benevento, dalla SS 7,<br />

dalla SS 7bis e SS 400. Essi costituiscono il collegamento con le principali aree<br />

economiche irpine, salernitane, sannite, casertane, napoletane, regionali e nazionali<br />

(collegano in modo diretto tutta la Provincia Irpina, la Regione Campania, asse Napoli –<br />

Bari, asse Roma – Caserta - Reggio Calabria - Sicilia ). Ma, nonostante tutto, queste<br />

strade devono essere perfezionate sia nelle condizioni di accessibilità che del<br />

godimento da parte delle popolazioni come ha previsto puntualmente il P.T.R. (Piano<br />

Territoriale Regionale pubblicato sul BURC) e suo proposte di modifiche; difatti il “...<br />

PTR, nella logica di perfezionare le condizioni di accessibilità - fruizione, dovrebbe<br />

essere ampliato con la previsione di:<br />

• Realizzazione di un asse viario tra la zona di valico di Monteforte Irpino e l'area di<br />

Torrette di Mercogliano in connessione con la variante sud di Avellino;<br />

• Ampliamento e messa in sicurezza della variante sud della SS7 bis fino ad Atripalda;<br />

• Realizzazione di parcheggi intermodali, per persone e mezzi da realizzarsi, in<br />

prossimità dei principali accessi al sistema urbano;<br />

29


• Realizzazione di un braccio diretto di collegamento del STS con la TAV, attraverso la<br />

costruenda stazione A. V. di Pellizzano, già oggetto di proposta da parte della Provincia<br />

e di alcuni Comuni interessati;<br />

• Collegamento tra i comuni all’interno del STS D. 2 e limitrofi e tra questi e l’università di<br />

Fisciano, mediante la realizzazione di una metropolitana e bus con corsia preferenziale;<br />

• Potenziamento del sistema di trasporto collettivo in sede propria con tecnologie<br />

innovative per il collegamento dei centri urbani di Monteforte Irpino, Mercogliano,<br />

Avellino ed Atripalda, in connessione con la stazione RFI di Avellino/Atripalda...”<br />

Alla rete stradale si affianca, potenziandola per capacità di penetrazione, quella<br />

ferroviaria che si innesca in Irpinia con la direttrice tirrenica ed adriatica, nonché con le<br />

tratte appenniniche che collegano Avellino con Napoli e Benevento all’entroterra<br />

campano e, oltre, che saldano le reti ferroviarie alle reti stradali generando<br />

ragguardevoli sinergie, sia per il traffico commerciale che per quello passeggeri.<br />

L’aeroporto di Napoli e quello nascente nel nolano completano il quadro delle<br />

infrastrutture di trasporto rappresentando un collegamento rapido con altre città italiane<br />

nonché con i maggiori centri europei con cui più intensi sono i rapporti economici.<br />

Tutte le considerazioni e i dati sopra esposti nonché le indicazioni demografiche del<br />

paragrafo seguente evidenziano che il patrimonio silvicolo che caratterizza il Comune di<br />

Monteforte Irpino può svolgere un rilevante ruolo di sviluppo socio-economico<br />

sostenibile, in particolare:<br />

• creando occasioni di occupazione direttamente nelle attività collegate alle filiere dei<br />

prodotti legnosi e non legnosi che “escono” dal bosco ceduo in conversione a<br />

castagneto da frutto, storico ed attuale patrimonio da primato;<br />

30


• ampliando le possibilità di lavoro anche in tutti quei settori che costituiscono indotto alle<br />

diverse attività forestali o in quelli che, viceversa, traggono vantaggio dalle stesse;<br />

• sviluppando un turismo che valorizzi le risorse dell’entroterra, richiamando un flusso di<br />

presenze dalla costa o comunque ponendosi come concreta alternativa allo stesso,<br />

puntando ad una fascia di utenza ampia e sensibile alle tematiche ambientali ed al<br />

richiamo dei valori naturalistici e tradizionali, potendo contare su una rete infrastrutturale<br />

sufficientemente idonea.<br />

Comunque faccio una riflessione in merito al territorio montefortese: ho l’impressione<br />

che il Comune si trova di fronte a un sistema ambientale bloccato perchè buona parte<br />

del territorio montano ricade nel Parco Regionale del Partenio, in due SIC, e in due<br />

Autorità di Bacino, per cui la città dovrà costantemente rispettare questi vincoli mediante<br />

un uso accorto al fine d’imprimere un carattere di sicura sostenibilità, sviluppo al suo<br />

futuro, ragionata difesa e recupero di una risorsa scarsa e tuttavia assai qualificata<br />

come il patrimonio boscato. E valido obiettivo viene perseguito dal <strong>PAF</strong> che è riuscito a<br />

valorizzare i siti più importanti del Parco e a farli divenire parte funzionalmente<br />

integrante del nuovo assetto del territorio. Le cime e i fianchi di questi monti, per<br />

analogia, dovranno ricordare le punte più alte della letteratura, cibo genuino, lontano dai<br />

fast-food e dai ristoranti urbani, aiuteranno a sentirsi sempre meglio.<br />

Abbiamo constatato che il territorio geografico del Comune di Monteforte Irpino è<br />

ben rappresentato e definito entro i suoi discontinui confini naturali. Invece l'ambito<br />

territoriale "politicamente" ricade nella Regione Agraria II


appartiene al comprensorio turistico del "Terminio". Nei confini attuali il comprensorio<br />

montefortese a sua volta viene distinto in territorio parzialmente montano e in territorio<br />

parzialmente ricadente nelle zone di competenza dell'Amministrazione Provinciale di<br />

Avellino. Le zone montane si identificano con i fogli catastali che vanno dal foglio 1 al<br />

foglio 16 e fogli 19-20-21-25 e 26. Le zone comunali che ricadono sotto la giurisdizione<br />

dell'Amministrazione Provinciale sono riportate dai fogli catastali 17-18 e 21 in parte, poi<br />

dai fogli 22-23 e 24 ed infine dal foglio 27 al foglio 32. Quindi nel piano generale di<br />

sviluppo strettamente collegato al territorio, all'attività e ai servizi di carattere generale<br />

bisogna tener conto anche delle linee programmatiche di questi due organismi:<br />

Comunità Montana e Amministrazione Provinciale che favoriscono il finanziamento delle<br />

relative iniziative. Quest'ultimo, in particolare, dovrà essere finalizzato e mirato e, quindi,<br />

non dispersivo all'obbiettivo unificante del sostegno e dello sviluppo dei redditi agricoli,<br />

attraverso il miglioramento dell'efficienza dell'impresa in un'agricoltura tesa ad<br />

assicurare un buon tornaconto ed orientata al mercato regionale.<br />

La neonata Comunità Montana Partenio - Vallo di Lauro è formata dai seguenti Comuni:<br />

Avella (AV), Baiano (AV), Cervinara (AV), Lauro (AV), Mercogliano (AV), Monteforte<br />

Irpino (AV), Montefusco (AV), Moschiano (AV), Mugnano del Cardinale (AV),<br />

Ospedaletto d'Alpinolo (AV), Pannarano (BN), Pietrastornina (AV), Quadrelle (AV),<br />

Quindici (AV), Roccarainola (NA), Rotondi (AV), San Martino Valle Caudina (AV), Santa<br />

Paolina (AV), Sant'Angelo a Scala (AV), Sirignano (AV), Summonte (AV), Taurano (AV),<br />

Torrioni (AV), Visciano (NA).<br />

Dalla ricerca di esempi tabulari della Camera di Commercio di Avellino, da dati<br />

ISTAT e dal 14° Censimento generale della popolazio ne risultano le seguenti<br />

32


informazioni:<br />

Tabella n. 4 - Popolazione residente per sesso e densità nell’anno 2000 (fonte ISTAT).<br />

COMUNE POPOLAZIONE RESIDENTE<br />

MF M F<br />

Monteforte Irpino 8.674 4.357 4.317<br />

33<br />

Densità per Kmq<br />

Qui di seguito si riporta la serie storica di decenni diversi della popolazione negli anni dal<br />

1861 al 2001:<br />

Come si evince sia nel corso del periodo 1881-1931, che in quello più recente<br />

1951-1971 per Monteforte Irpino si registrano decrementi demografici pari,<br />

rispettivamente, a –17,95% e – 13,80%, valori che rivelano la difficile tenuta<br />

demografica del Comune.<br />

325


Tabella n. 5- Famiglie, numero di componenti e componenti permanenti delle convivenze anno 2001 ( ISTAT).<br />

COMUNE<br />

Numero<br />

FAMIGLIE<br />

Componenti Numero<br />

Componenti permanenti<br />

delle convivenze<br />

Monteforte I.<br />

medio di<br />

componenti<br />

per<br />

famiglia<br />

2.854 8.674 3,04<br />

1<br />

Popolazione Monteforte Irpino 1861-2007<br />

Anno Residenti Variazione Note<br />

1861 3.991<br />

1871 4.279 7,2%<br />

1881 4.435 3,6%<br />

1901 4.144 -6,6%<br />

1911 4.026 -2,8%<br />

1921 4.103 1,9%<br />

1931 3.827 -6,7%<br />

1936 4.062 6,1%<br />

1951 4.580 12,8%<br />

1961 4.357 -4,9%<br />

1971 3.726 -14,5% Minimo<br />

1981 4.762 27,8%<br />

1991 7.461 56,7%<br />

2001 8.674 16,3%<br />

2007 10.579 27,7% Massimo<br />

La popolazione residente, in base ai dati comunali aggiornati al 31/12/2007, è di 10.579<br />

persone, di cui maschi 5.351 e femmine 5.228 e risulta divisa in termini di classi di età<br />

secondo la seguente tabella:<br />

34


Abitanti 2001-2007<br />

Popolazione per Età Monteforte Irpino (2007)<br />

Indice di Vecchiaia: 72%<br />

Rapporto tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e quella più giovane (0-14 anni)<br />

Età Maschi Femmine Totale %Totale %Maschi<br />

0-9 606 545 1.151 10,9% 52,6%<br />

10-19 694 614 1.308 12,4% 53,1%<br />

20-29 693 692 1.385 13,1% 50,0%<br />

30-39 927 942 1.869 17,7% 49,6%<br />

40-49 861 853 1.714 16,2% 50,2%<br />

50-59 676 661 1.337 12,6% 50,6%<br />

60-69 482 465 947 9,0% 50,9%<br />

70-79 300 296 596 5,6% 50,3%<br />

80-89 102 127 229 2,2% 44,5%<br />

90-99 9 33 42 0,4% 21,4%<br />

100+ 1 0 1 0,0% 100,0%<br />

Totale 5.351 5.228 10.579<br />

Grafico Età<br />

35


Per Fasce di Età<br />

Età Maschi Femmine Totale %Totale %Maschi<br />

0-14 940 861 1.801 17,0% 52,2%<br />

15-64 3.780 3.701 7.481 70,7% 50,5%<br />

65+ 631 666 1.297 12,3% 48,7%<br />

Totale 5.351 5.228 10.579<br />

Grafico Fasce Età<br />

36


5). Stato degli Usi Civici 3 e vicende storiche interessanti il complesso boschivo.=<br />

Il termine Universitas (Comune) ebbe origine nel medioevo ed indicava<br />

l'organizzazione giuridica nella società civile del Comune alla quale si era pervenuti per<br />

trasformazione interna all'antico municipio. Infatti, l’ordo romano fu sostituito dal<br />

Parlamento, per cui ogni città poteva considerarsi una radunanza di persone su un<br />

medesimo luogo, aventi interessi comuni (L. LOMBAR<strong>DI</strong>, Gli usi civici nelle provincie<br />

napoletane, Cosenza 1882, p.24).<br />

Gli usi civici e le terre di proprietà collettiva è una materia ancora disciplinata,<br />

a livello di legislazione dello Stato, dalla legge 16 giugno 1927, n. 1766, e dal regio<br />

decreto 26 febbraio 1928, n. 332, contenente il relativo regolamento. Intanto, come è<br />

noto, con i decreti del Presidente della Repubblica n. 11 del 1972 e n. 616 del 1977 la<br />

maggior parte delle funzioni amministrative in materia sono state trasferite alle Regioni.<br />

Infatti, anche la Regione Campania ha promulgato lo strumento legislativo, la legge n.<br />

11/1981, recante sul regime degli usi civici e delle terre collettive dei Comuni nei cui<br />

territori è molto diffuso il demanio di uso civico che è destinato istituzionalmente a<br />

soddisfare alcune esigenze dei cittadini che vogliono perseguire obbiettivi di<br />

sostentamento agrosilvocolturale. Dunque, con l'onnicomprensivo termine di , di origine feudataria, venivano indicati veri e propri diritti soggettivi di utilizzare e<br />

di godere alcuni beni immobili (terreni, boschi e fabbricati), con la peculiarità di spettare<br />

a singoli in quanto membri di una collettività, sicché il singolo è utente perché cittadino,<br />

di gravare su beni appartenenti al Comune e di essere inalienabili, inusucapibili,<br />

indivisivibili ed immutabili di destinazione. Comunque il godimento poteva consistere nel<br />

raccogliere legna, far pascolare il bestiame, seminare, cacciare, ecc.<br />

3 L’Amministrazione Comunale è in fase di adozione del Regolamento degli Usi Civici.<br />

37


Gli usi civici hanno costituito una sopravvivenza di forme di utilizzazione collettiva<br />

della terra che ebbe nella società feudale grande importanza economica, specie per le<br />

fasce più basse della popolazione contadina. Infatti, a dire il vero erano più numerosi in<br />

passato, quando la società era più povera ed esercitava maggiori pressioni sul bosco e<br />

sui pascoli per necessità di legna e di foraggio. Erano situazioni che portavano ad una<br />

netta contrapposizione fra utenti e autorità forestale. Di essa rimangono ampie tracce<br />

nella letteratura di settore e anche nell’esperienza dei forestali di una certa età.<br />

Come in quasi tutti i Comuni del mezzogiorno d'Italia, anche a Monteforte Irpino vi<br />

era il feudo, ed il feudatario all'epoca del 1810 era il sig. Lodovico Wenceslao Loffredo<br />

Principe di Cardito, che acquistò il feudo dal duca di Foritto con atto del 24.9.1774. Nel<br />

predetto atto non fu riportato nessun corpo in particolare, ciò serviva di prassi ai signori<br />

feudatari per commettere continui abusi. Contro il Feudatario, il Comune di Monteforte<br />

Irpino dedusse innanzi la Commissione Feudale vari motivi di gravame, tra i quali al<br />

punto


del Feudatario.<br />

Successivamente la borghesia ha sviluppato una intensa azione volta alla<br />

soppressione degli usi civici, perché essi ostacolavano la piena affermazione della<br />

proprietà privata della terra. Come predetto, oggi, vigono leggi speciali che prevedono i<br />

mezzi per liquidare gli usi civici, soprattutto quelli gravanti sui fondi privati. A tale scopo<br />

erano in funzione speciali commissari del re, oggi sostituiti dai commissari regionali, per<br />

la liquidazione degli usi civici con il compito di accertare i vari diritti e di procedere<br />

all'affrancazione dei terreni privati che a tali usi sono soggetti. Infatti per il Comune di<br />

Monteforte Irpino il Regio Commissario Coppola per la liquidazione degli usi civici, allora<br />

competente, aveva emesso decreto 25 settembre 1935/XIII e aveva ordinato che "sono<br />

assegnate alla categoria A) dell'art. II della legge 16/6/1927 n. 1766 ettari 95.82.47 del<br />

demanio libero del Comune di Monteforte Irpino così suddivisi:<br />

1°)- Bosco alla contrada "Vallone del Melo" di etta ri 16.20.85 riportato in catasto al foglio<br />

7 particella 198, foglio 8 particelle 6-23-24-25 e 29;<br />

2°)- "Bosco Torone" ettari 4.27.85 -in catasto al f oglio 16 particella 101;<br />

3°)- Bosco "Valloncello Oscuro" ettari 1.76.39 -in catasto al foglio 25 particella 27, foglio<br />

15 particelle 144-150-165;<br />

4°)- Bosco e pascolo "Scappone e Loggeto" ettari 72 .84.54 -in catasto al foglio 12<br />

particella 129, foglio 14 particelle 10-11-12-13-82-83-84-105, foglio 15 particelle 17-5-<br />

61-77-120-121-122-128-133-139-147-155-162;<br />

5°)- Pascolo "Ripe" dell'estensione di ettari 0.72. 84 -in catasto al foglio 17 particella<br />

185". I dati su riportati erano stati verificati dall'istruttore perito geom. Mario Nuonno<br />

nella sua relazione del 30.11.1934 con la quale ha stabilito che al Comune di Monteforte<br />

rimangono ancora liberi i seguenti terreni:<br />

39


1° ceduo alla contrada Vallone del Melo........... ....ha 16.20.85<br />

2° ceduo alla contrada Torone..................... ..........ha 4.27.85<br />

3° ceduo alla contrada Valloncello Oscuro......... ...ha 1.54.70<br />

4° ceduo alla contrada Scappone e Faggeto......... ha 51.54.41<br />

Totale del ceduo..........................................ha 73.57.81<br />

5° pascolo alle contrade Scappone e Faggeto....... ha 16.98.80<br />

6° pascolo alle contrade Ripe..................... ............ha 72.84<br />

Totale del pascolo........................................ha 17.71.64<br />

Totale generale del demanio libero......................ha 91.29.45.<br />

Con decreto del 25 febbraio 1959 il Commissario aggiunto per la liquidazione degli usi<br />

civici concede a quattro cittadini di Monteforte Irpino la legittimazione del possesso di<br />

alcuni terreni demaniali per l'estensione di ha 2.38.01 con il pagamento del canone<br />

annuo complessivo di lire 1.839. Tale ordinanza interessa le seguenti terre demaniali:<br />

- località Faggeto, foglio 15, p.lla 129 di ha 1.35.89;<br />

- località Pastelle, foglio 16, p.lla 105 di ha 0.21.69;<br />

- località Vallone del Melo, foglio 14, p.lla 14/a di ha 0.23.76;<br />

- località Scappone, foglio 15, p.lla155/a di ha 0.10.00;<br />

- località Scappone, foglio 15, p.lla 122 di ha 0.46.67.<br />

Con successivo adempimento del Sindaco pro-tempore del Comune di Monteforte<br />

Irpino e precisamente con nota n. 2234 in data 28.3.1990 si riafferma quanto previsto<br />

dall'art. 2 della L.R. n. 11/81 e quanto prescritto dalla predetta Ordinanza del Regio<br />

Commissario Coppola per la liquidazione degli usi civici in data 25.9.1935, attestando,<br />

inoltre che i terreni di cui all'ordinanza del 1935 sono liberi da usurpazione e<br />

sconfinamenti di sorta, né sono stati oggetto di illegittimi atti di disponibilità.<br />

40


Anche se i vari decreti fin qui analizzati non riferiscono chiaramente i diritti che i<br />

cittadini montefortesi hanno sul territorio demaniale, tuttavia è tradizione della<br />

popolazione indigena legnare sul morto e pascolare, quest'ultima consuetudine è poco<br />

diffusa per una povera ed inconsistente zootecnica e per le carenti condizioni della<br />

cotica erbosa, infatti nulla veniva fatto per conservare la cotica erbosa, per sgomberare<br />

pietrame e materiali alluvionali; passivamente si permetteva che le forze della natura<br />

proseguissero la loro opera di distruzione. Invece, il bosco in generale si era ridotto a<br />

boscaglia e sterpaglia di così scarso valore, che sembrava non valesse più la pena di<br />

prendere cura; spesso anzi esso era considerato peso morto, e come tale da eliminare<br />

definitivamente. Ma le leggi protettive e le Autorità forestali con le prescrizioni di<br />

massima e di polizia forestale, nonché la evoluzione delle leggi sugli stessi usi civici e il<br />

progresso economico della comunità stanno determinando la fine dell'esercizio del<br />

diritto degli usi civici di legnare sulle piante morte a seguito della caduta per vecchiaia,<br />

per l'azione dei fulmini o altre cause meteorologiche (vento, neve pesante, galaverna),<br />

oppure per i danni parassitari. Il Comune di Monteforte Irpino dovrebbe assegnare<br />

all'uso civico del legnatico i soli prodotti che si ottengono dai tagli di sfollo con l'obbligo di<br />

impiegare mano d'opera idonea e specializzata e di curare finanche la ripartizione del<br />

prodotto dei tagli fra gli aventi diritto. Anche la raccolta di legna secca è pressoché<br />

scomparsa per le mutate condizioni economiche. Tradizionale è invece la raccolta dei<br />

funghi da parte di chiunque e senza alcuna restrizione che invece sarebbe opportuno<br />

quantomeno regolamentare sull'esempio di altri Comuni. Sebbene non si abbiano dati di<br />

una certa attendibilità sulla produzione fungina locale, che é anche fortemente variabile<br />

da un anno all'altro in relazione a vari fattori (in particolare l'umidità e la temperatura), è<br />

peraltro di comune osservazione che tale raccolta è molto intensa e fonte di notevoli<br />

41


edditi. Comunque al fine di disciplinare con precise norme l'esercizio degli Usi civici, lo<br />

scrivente propone delle indicazioni per la redazione di apposito Regolamento per gli Usi<br />

Civici di legnare, di raccogliere tutti i prodotti spontanei del bosco e delle piante<br />

aromatiche ed officinali e di raccogliere le castagne.<br />

Sull'origine dell'attuale proprietà comunale si può ritenere che essa derivi dalla<br />

liquidazione di vasti possedimenti ex-feudali che in vario modo si è andata attuando in<br />

un periodo di tempo piuttosto lungo. Da antichi documenti storici si rileva che i monti<br />

montefortesi agli inizi del secolo XI erano densamente popolati da una foresta di ceduo<br />

di castagno e cerro allorché gli ultimi residui gruppi naturali di ceduo di castagno e<br />

quercia avevano già ceduto all'azione antropica e alla concorrenza delle latifoglie<br />

(castagneto da frutto e nocelleto).<br />

Questo lembo di pianura e di montagna è un paese ricco di storia più che<br />

millenaria; solcato da tempi immemorabili da importanti vie di comunicazione con Napoli<br />

e con la Puglia, adagiato ai piedi dei comodi "passi" di Gaudi e Vetriera, esso ha<br />

costituito per secoli la soglia di quella


COMUNE <strong>DI</strong> MONTEFORTE IRPINO (AV) - P.A.F.<br />

TABELLA N° 6 USI CIVICI<br />

Particella Foglio Particella Particella Superficie Superficie USI<br />

Forestale catastale catastale catastale catastale catastale CIVICI<br />

derivata derivata SEZIONE<br />

1a 31 77 77a 75083.99 75084 NO<br />

1b 31 77 77b 49842.01 49842 NO<br />

2 31 13 72098 72098 NO<br />

3 30 6 6c 32686.17<br />

30 11 3050<br />

30 13 13c 20860.15 56596 NO<br />

4 30 6 6b 38936.93<br />

30 13 13b 98522.34 137459 NO<br />

5 27 123 123b 1297.28<br />

30 6 6a 74951.89<br />

30 13 13a 2239.507<br />

31 11 11a 4825.405 83314 NO<br />

6 31 2 12566<br />

31 5 71604<br />

31 11 11b 3788.595<br />

31 19 10246 98205 NO<br />

7 30 12 12e 95280.5<br />

30 16 16e 131.505 95412 NO<br />

8 27 112 112c 252.52<br />

27 123 123a 514.7198<br />

30 12 12d 10889.2<br />

30 16 16d 78903 90559 NO<br />

9 27 112 112b 2525.2<br />

30 12 12c 2722.3<br />

30 16 16c 60492.3 65740 NO<br />

10 27 112 112a 3535.28<br />

30 12 12b 16333.8<br />

30 16 16b 94552.1 114421 NO<br />

11 30 12 12f 111614.3 111614 NO<br />

12 30 12 12a 35389.9<br />

30 16 16a 28931.1<br />

30 17 17 2700 67021 NO<br />

13 32 23 23c 78431 78431 NO<br />

43


Particella Foglio Particella Particella Superficie Superficie USI<br />

Forestale catastale catastale catastale catastale catastale CIVICI<br />

derivata derivata SEZIONE<br />

14 32 23 23b 115722 115722 NO<br />

15 25 102 29235<br />

32 23 23a 57392 86627 NO<br />

16 25 100 94880 94880 NO<br />

17 16 39 39a 60<br />

16 40 40a 18172<br />

16 136 136a 9510<br />

16 177 400 28142 NO<br />

18 16 39 39b 988<br />

16 40 40b 2851<br />

16 136 136b 3490<br />

16 37 88777<br />

16 43 14972<br />

16 135 1078<br />

16 38 1889 114045 NO<br />

19 16 5 5b 15141.58<br />

16 8 8c 28239.86 43381 NO<br />

20 16 5 5a 25636.42 25636 NO<br />

21 15 13 13a 67392.24<br />

16 8 8b 13506.02<br />

16 54 21203 102101 NO<br />

22 16 8 8a 19645.12<br />

16 9 836<br />

11 76 9665 30146 NO<br />

23 15 13 13b 50839.76<br />

15 152 37813 88653 NO<br />

24 14 10 10b 29519<br />

14 11 11b 10444.84<br />

14 13 13d 52270.88<br />

15 17 1828 94063 SI<br />

25 14 10 10a 12651<br />

14 11 11a 1754.164<br />

14 12 12b 62365.38<br />

14 13 13c 88207.11 164978 SI<br />

44


Particella Foglio Particella Particella Superficie Superficie USI<br />

Forestale catastale catastale catastale catastale catastale CIVICI<br />

derivata derivata SEZIONE<br />

26 14 12 12a 18628.62<br />

14 13 13b 114342.6<br />

15 120 120b 31964.23 164935 SI<br />

27a 14 13 13a 71872.46<br />

15 120 120a 39952.77<br />

15 121 12454<br />

15 133 68189<br />

15 135 17028 209496 SI<br />

27b 15 134 134b 6303.666 6304 NO<br />

28 15 82 15597<br />

15 83 25820<br />

15 84 4393 45810 NO<br />

29 15 54 54a 18322.85 18323 NO<br />

30 15 54 54b 3140.148 3140 NO<br />

31 15 134 134a 3150.334<br />

15 162 35122 38272 SI<br />

32 15 150 9650<br />

15 165 3100 12750 SI<br />

33 16 101 42785 42785 SI<br />

34a 8 23 78325<br />

8 24 55851<br />

9 6 2239 136415 SI<br />

34b 8 25 12061 12061 SI<br />

35 8 29 13585 13585 SI<br />

36 4 41 52466<br />

4 87 5490 57956 NO<br />

37 5 8 110090 110090 NO<br />

38 5 9 9a 64544.34<br />

5 78 35962<br />

6 11 11a 12646.4 113153 NO<br />

45


Particella Foglio Particella Particella Superficie Superficie USI<br />

Forestale catastale catastale catastale catastale catastale CIVICI<br />

derivata derivata SEZIONE<br />

39 5 9 9b 32272.17<br />

5 9 9c 56860.49<br />

6 11 11b 26873.6 116006 NO<br />

41 6 4 4b 149452.4<br />

6 5 5882<br />

6 17 1655<br />

6 105 1652<br />

6 106 392 159033 NO<br />

40a 6 14 2218<br />

6 36 13803<br />

6 37 39408<br />

6 67 9113<br />

6 69 2600 67142 NO<br />

40b 12 1 1246<br />

12 2 12139 13385 NO<br />

40c 6 35 4368<br />

6 104 241 4609 NO<br />

40d 6 68 1234 1234 NO<br />

42 6 4 4a 78560.58 78561 NO<br />

43 12 10 140149 140149 NO<br />

44 13 38 18486<br />

13 67 67b 79723.6<br />

13 130 6309 104519 NO<br />

45 13 67 67a 9965.45<br />

13 104 24360 34325 NO<br />

46 13 67 67d 69758.15<br />

13 103 103c 31353.9 101112 NO<br />

47 13 67 67c 27903.26 27903 NO<br />

48 13 67 67e 11958.54<br />

13 103 103a 37624.68 49583 NO<br />

49 13 103 103b 35534.42 NO<br />

20 1 1a 13901.82 49436<br />

46


Particella Foglio Particella Particella Superficie Superficie USI<br />

Forestale catastale catastale catastale catastale catastale CIVICI<br />

derivata derivata SEZIONE<br />

50 20 1 1b 129750.3 129750 NO<br />

51 20 1 1c 88044.86<br />

20 2 33728<br />

20 95 1162<br />

20 96 29334 152269 NO<br />

52 20 15 4894 NO<br />

21 18 6839<br />

21 386 197<br />

21 387 1720 13650<br />

53 28 149 3374 3374 NO<br />

54 31 10 3315<br />

31 69 17598<br />

31 70 6397 27310 NO<br />

55 16 70 5002<br />

16 139 3627<br />

16 71 19206<br />

16 72 6638 34473 NO<br />

56 15 24 3602<br />

15 25 3892 7494 NO<br />

57 11 4 4822 4822 NO<br />

47


6). Esistenza di vincoli.=<br />

a) Vincolo idrogeologico L. 3267/1923.<br />

La superficie comunale è sottoposta a vincolo idrogeologico. Questo vincolo è<br />

diretto alla conservazione degli ecosistemi, alla stabilità del suolo, al regolare deflusso<br />

delle acque, alla razionale gestione dei boschi, dei prati di montagna e dei pascoli ed al<br />

loro miglioramento, alla conservazione della fauna e della flora, alla difesa dei danni<br />

derivanti dalla particolare situazione dei luoghi; tutto ciò tenendo conto anche della<br />

tutela della natura e del paesaggio. Anzi la maggior parte del territorio comunale di<br />

Monteforte Irpino è sottoposto a vincolo idrogeologico regolato dalla legge forestale più<br />

importante del settore, tuttora in vigore, cioè il R.D.L. n. 3267 del 30.12.1923, che ha<br />

sempre avuto natura di legge delegata e che, quando era nel pieno della sua vigenza,<br />

valeva da sola una intera legislazione. Attualmente l'applicazione del vincolo<br />

idrogeologico è venuta estendendosi a macchia d'olio, e ha finito per interessare,<br />

secondo i diversi rilievi eseguiti circa il 77% del territorio comunale (complessivamente<br />

esteso ettari 2.670) ricoperto da formazioni boschive vere e proprie. L'apposizione del<br />

vincolo idrogeologico ha ripartito il territorio comunale di Monteforte I. in due ampie zone<br />

ricadenti nel bacino montano dei torrenti di Nola e nel bacino montano dei versanti<br />

orientali della catena dei monti del Partenio. La prima zona denominata <br />

confina con i tenimenti comunali di Mercogliano, Mugnano del Cardinale, Provincia di<br />

Napoli e Taurano; essa si sviluppa lungo le superfici dei fogli catastali dall'1 al 12 e 14.<br />

La seconda zona di vincolo denominata confina con i tenimenti comunali<br />

di Moschiano, Forino, Contrada e Mercogliano; essa è compresa nei fogli catastali 13-<br />

15-16-19-20-21-25-26-30-31 e 32. La prima zona è estesa ettari 1.295 e la seconda<br />

zona è estesa ettari 770, pertanto la superficie complessivamente sottoposta a vincolo<br />

48


idrogeologico misura ettari 2.065. Una idea sufficientemente precisa dell'entità dei<br />

vincoli che gravano sulla superficie forestale di Monteforte è fornita dalle presenti<br />

indagini che hanno evidenziato subito come da una superficie totale rilevata in 2.670 Ha,<br />

quella libera da vincoli ammonta a soli 605 Ha (23%), mentre quella sottoposta a vincoli<br />

è stata determinata in ben 2.065 Ha (77%). Nonostante tutto, i vincoli sono rispettati e la<br />

Legge n. 3267 del 1923 riesce ancor oggi ad essere uno strumento rivolto allo scopo di<br />

assicurare la corretta regimazione delle acque e la stabilità del suolo. La maggior parte<br />

dei pendii dei monti calcarei rivestiti da copertura argillosa o vulcaniche della foresta<br />

montefortese ricade sia nell’area individuata dall’Autorità di Bacino Liri - Garigliano e<br />

Volturno che nell’area dell’Autorità Nord Occidentale le cui zone a rischio molto elevato<br />

(R4) sono state riportate negli acclusi planimetrici qui allegati. Per il fatto stesso che il<br />

bosco esercita un'influenza positiva sul regime delle acque, delle piogge e dei venti,<br />

sulla temperatura, sulla costituzione del suolo e, più in generale, sull'ambiente esterno,<br />

la produzione forestale, oltre la tradizionale produzione del legname e di prodotti non<br />

legnosi, viene ad assolvere anche funzioni di carattere pubblico. Il vincolo idrogeologico<br />

in generale non preclude dunque la possibilità di intervenire sul territorio. Proprio per<br />

tale azione positiva in cui si pone la precipua funzione della normativa in materia di<br />

vincolo per scopi idrogeologici, appare di basilare importanza la documentazione che si<br />

chiede di allegare alle istanze, non solo per avere una descrizione puntuale<br />

dell'intervento, ma anche per avere parametri di valutazione precisi ed oggettivi circa<br />

l'inserimento dello stesso nel contesto geologico, geomorfologico, idrogeologico dei<br />

luoghi. Una dettagliata documentazione dello stato reale e una valutazione della<br />

possibile futura trasformazione che l'intervento stesso può determinare. Il tutto al fine di<br />

fornire le eventuali prescrizioni che consentano l'integrazione dell'opera nel territorio. Un<br />

49


territorio che deve rimanere integro e fruibile anche dopo l'azione dell'uomo. Quindi<br />

senza permesso degli Enti preposti in queste aree non sono consentiti cambiamenti di<br />

coltura, il taglio di alberi, uso per pascoli, di fare fuochi e così via in modo da tutelare il<br />

bosco, elemento insostituibile di riequilibrio ecologico, che fornisce la difesa più efficace<br />

contro i pericoli naturali e processi di erosione.<br />

b) Vincolo paesaggistico Legge 29.6.1939, n. 1497 e D. Lgs. 22.01.2004, n. 42,<br />

"Codice dei beni culturali e del paesaggio".<br />

Chi percorre il bosco demaniale, da nord a sud, anche lestamente, ne scopre le<br />

ragioni, che sono più di una. Si direbbe che, ancora prima del concorso antropico, la<br />

natura in Monteforte Irpino abbia avuto una saggezza raffinata e di gusto per tutto il<br />

paesaggio montano e il Parco Regionale del Partenio compendia in se stesso le<br />

bellezze di diverse particelle forestali, anche le più disparate e le più discordi. Ma il<br />

coronamento consiste nella loro bellezza ed armonia; si mescolano, si bilanciano,<br />

coesistono con naturalezza. Le quattro stagioni, sui monti Faggeta Grande, Pizzone,<br />

Esca, Rialto, Macchia Grande e Vallone del Melo, mostrano paesaggi di intense e rare<br />

fioriture, di puntuali fogliazioni, di funghi, di defogliazione degli alberi, di neve che si<br />

scorgono solo sui monti della catena del Partenio dove nasce il torrente Fenestrelle e il<br />

Rio Montevergine, figli delle valli irpine. Qui in vetta vi sono, cieli, spazi scoperti e<br />

rocciosi, rocce dai colori forti ma bianchi, che ci ricordano il biancone di tante vette<br />

irpine. E tutto è amalgamato, intonato, mescolato insieme in un'unica composizione, con<br />

bellezza, con dolcezza; è sempre, e si riconoscerebbe tra tanti, l’antico paesaggio<br />

montefortese coniato di paesaggio bello ma piuttosto “montisfortis”. Ricordando<br />

l’epigrafe iniziale del presente lavoro, il paesaggio contiene tutto l'universo degli erti<br />

monti. Le montagne di Monteforte Irpino dai loro 1.100 metri di altezza, dominano il<br />

50


territorio meridionale della Campania e dalla loro cima si apre un panorama tra i più<br />

belli e famosi dell’Irpinia che si scorge anche dall’autostrada Avellino-Napoli. In un colpo<br />

d'occhio è possibile ammirare il litorale tirrenico di Napoli, con il monte Somma e il<br />

Vesuvio che svettano da una parte e le isole del golfo dall'altra. Non vedendosi lo spazio<br />

intercorrente tra le isole si ha l'impressione che Procida ed Ischia siano unite, offrendo<br />

all'osservatore una continuità territoriale irreale.<br />

Il mio stato d’animo esprime l’unicità del paesaggio di località Pizzone per la sua<br />

diversità a tratti minuta e complessa: Il paesaggio di Monteforte esige, per essere ben<br />

capito, una sensibilità sempre vigile, appassionata, pronta a intercettare i mutamenti<br />

anche nello spazio più breve, in modo da conservare e salvaguardare questo frammento<br />

della Campania Felix.<br />

Chiaramente, il Piano di Assestamento Forestale non ha potuto esimersi dal<br />

riportare il vincolo paesaggistico ai sensi della Legge del 29.6.1939, n. 1497, esteso a<br />

tutti i terreni coperti da foreste e da boschi ed a quelli sottoposti a vincoli di<br />

rimboschimento, a seguito dell'entrata in vigore del D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42,<br />

meglio conosciuto come "Codice dei beni culturali e del paesaggio". Alla luce di tali<br />

vincoli si riconosce sempre più l'importanza fondamentale che assumono le aree dotate<br />

di risorse naturali e, più in particolare, i boschi che svolgono le principali funzioni:<br />

1. la funzione produttrice, individuata sin dai tempi più remoti;<br />

2. la funzione protettrice nei confronti di un ordinato assetto delle acque e del suolo<br />

per la tutela delle pendici;<br />

3. la funzione ricreativa, di più recente riconoscimento, che risponde ad esigenze di<br />

pubblica utilità;<br />

4. la funzione ecologica;<br />

51


5. la funzione paesaggistica.<br />

Il P.A.F. ci fa sperare che con la gestione puntuale ed attenta delle Sezioni abbandonate<br />

e sottoutilizzate della montagna Maggeselle, Papaione, Macchiagrande, Scappone e<br />

Vallicelle possano diventare nuovi paesaggi governati con la sapienza che in un lontano<br />

passato era riservata ai boschi di qualità e a castagneto da frutto che costituiscono le<br />

uniche testimonianze di questa coltura sul territorio dell’alta valle caratterizzata per i<br />

grandi e maestosi alberi.<br />

c) Parco Regionale del Partenio.<br />

Ai suddetti vincoli deve poi essere aggiunto quanto previsto dalla perimetrazione<br />

del Parco Regionale del Partenio. Con la Legge Regionale 1 settembre 1993, n. 33 la<br />

Regione Campania ha istituito il sistema del Parco Regionale del Partenio che con<br />

successive modifiche dell’art. 34 della Legge Regionale n. 18/2000 è stata rivista la<br />

perimetrazione delle aree protette della predetta fascia montuosa che ricade nei<br />

tenimenti ed in agro dei seguenti Comuni regionali:<br />

Provincia di Avellino: Cervinara, Mercogliano, Ospedaletto d'Alpinolo, Pietrastornina,<br />

Rotondi, San Martino Valle Caudina, S. Angelo a Scala, Summonte - Comunità Montana<br />

Partenio 4 - Monteforte Irpino - Comunità Montana Serinese-Solofrana 5 - Avella,<br />

Baiano, Mugnano del Cardinale, Quadrelle, Sirignano, Sperone - Comunità Montana<br />

Valle di Lauro e Baianese 6 .<br />

4 Nuova definizione di Comunità Montana Partenio -Vallo di Lauro, giusta L.R. n. 12 del 30.09.2008<br />

5 E’ stata soppressa, giusta L.R. n. 12 del 30.09.2008<br />

6 E’ stata accorpata nella Comunità Montana Partenio -Vallo di Lauro, giusta L.R. n. 12 del 30.09.2008<br />

52


Provincia di Benevento: Arpaia, Forchia, Pannarano 7 , Paolisi - Comunità Montana<br />

Taburno.<br />

Provincia di Caserta: - Comunità Montana Montedonico-Tribucco.<br />

Provincia di Napoli: Arienzo, Roccarainola e S. Felice a Cancello.<br />

La citata Legge Regionale n. 18/2000, all'art. 1 definisce la classificazione delle<br />

aree protette:<br />

⇒ Zona “A” – Area di riserva integrale;<br />

⇒ Zona “B” – Area di riserva generale orientata e di protezione;<br />

⇒ Zona “C” – Area di riqualificazione dei centri abitati, di protezione e di sviluppo<br />

economico e sociale.<br />

Nel Parco sono previste le seguenti Norme Generali di Salvaguardia 8 in quanto<br />

ricadono sulle zone sottoposte a maggiore tutela che costituiscono il "cuore" del parco e<br />

interessano quasi totalmente aree demaniali dove già attualmente esistono numerosi<br />

vincoli. Sono zone dove si vuole garantire il miglioramento degli ambienti naturali<br />

esistenti e la salvaguardia delle testimonianze storiche, dei boschi, della flora e il<br />

controllo della fauna selvatica:<br />

a) Tutela dell’ambiente: cave e discariche;<br />

b) Protezione della fauna;<br />

c) Raccolta di singolarità;<br />

d) Protezione della flora ed attività agronomiche e silvo-pastorali e tutela delle zone<br />

boschive;<br />

e) Tutela della risorsa idropotabile e dell’assetto idrogeologico;<br />

7 Il Comune di Pannarano è inserito nella Comunità Montana Partenio - Vallo di Lauro, giusta L.R. 12/2008<br />

53


f) Infrastrutture di trasporto e cartellonistica;<br />

g) Infrastrutture impiantistiche, circolazione e tutela del patrimonio edilizio e disciplina<br />

edilizia.<br />

Nella “Zona A” del Parco vigono le seguenti norme oltre quelle già previste dalle<br />

Norme Generali di Salvaguardia:<br />

E’ vietata la pesca negli specchi e nei corsi d’acqua;<br />

E’ vietata la raccolta delle singolarità geologiche, paleontologiche, mineralogiche e<br />

dei reperti archeologiche;<br />

E’ vietato l'apertura e lo sfruttamento di cave e miniere e la relativa attività di ricerca;<br />

E’ vietata l’alterazione della conformazione naturale del suolo e delle sistemazione<br />

idrauliche agrarie preesistenti.<br />

Nella Zona “A” sono consentiti:<br />

prelievi a scopo scientifico di rocce, minerali, vegetali ed animali, da parte di studiosi<br />

incaricati od autorizzati dall’Ente del Parco;<br />

l’uso agricolo del suolo, se già praticato, con le seguenti prescrizioni:<br />

• è vietata la realizzazione di nuove serre;<br />

• è vietato l’impianto di colture esotiche ed estranee alle tradizioni agrarie della<br />

zona;<br />

• è vietata la sostituzione di piante arboree con piante erbacee;<br />

il taglio dei boschi se previsto nei Piani di Assestamento Forestale vigenti 9 .<br />

divieti:<br />

Nella Zona “B” del Parco costituiscono limitazioni di carattere assoluto i seguenti<br />

8 Per maggiori analisi si rimanda alla lettura dell’Allegato “B” delle predette Norme di cui al punto 2), BURC n. 28<br />

del 10.06.2002<br />

54


Attività sportive con veicoli a motore di qualsiasi genere;<br />

Protezione della fauna, vietando l’introduzione di nuove specie animali e vegetali<br />

estranee all’ambiente naturale, nonché la pesca negli specchi e nei corsi d’acqua<br />

fatta salva l’uso della singola canna;<br />

Protezione della flora ed attività agronomiche e silvo-pastorali.<br />

Nella Zona “B” sono consentiti:<br />

sono ammesse e regolamentate, secondo gli usi tradizionali, le attività agro-silvo-<br />

pastorali, artigianali, turistiche e ricreative, naturalistiche, estetiche e quelle<br />

necessarie per la funzionalità corretta del Parco che dovranno avere riguardo dei<br />

valori paesaggistici ed ambientali;<br />

sono consentiti gli interventi contemplati nei piani di assestamento forestale miranti<br />

alla conservazione, tutela e ripristino della flora e della fauna;<br />

sono consentite le attività agricole con impianti di colture arboree e frutticole delle<br />

zone vincolate e compatibilmente con la tutela dell’ambiente;<br />

sono consentiti rimboschimenti con piante autoctone, arboricoltura da legno e<br />

potature indispensabili per le attività agricole;<br />

opere anticendio;<br />

trasformazione di cedui castanili in castagneto da frutto e l’impianto ex novo di<br />

castagneti da frutto compatibilmente con la tutela dell’ambiente 10 .<br />

sono consentiti i tagli colturali e produttivi fermo restando le prescrizioni previste dalle<br />

Norme Generali.<br />

9 Vedi quant’altro riporta la zonizzazione dell’area di tutela integrata.<br />

10 Il presente <strong>PAF</strong> ha prescritto la conversione nel decennio di ettari 75 di ceduo castanile in castagneto da frutto.<br />

55


c bis) Circolazione, è consentita fuori dei percorsi stradali dei veicoli a motori per lavori<br />

necessari allo scavo, al restauro ed alla sistemazione, per gli interventi tecnici e<br />

scientifici e quelli autorizzati dall’Ente Parco per la vigilanza ed attività di sorveglianza e<br />

soccorso;<br />

c ter) Infrastrutture impiantistiche, è consentita la posa in opera di cavi e tubazioni<br />

interrati per reti di distribuzione dei servizi pubblico interesse, opere igienico-sanitarie,<br />

cabine di trasformazione elettrica;<br />

c quater) Uso del suolo, sono consentiti:<br />

o interventi per la conservazione e alla ricostituzione del verde e delle zone boscate<br />

tenendo presente i principi della fitosociologia;<br />

o interventi di prevenzione dagli incendi;<br />

o interventi di risanamento e restauro ambientale anche mediante restauro<br />

architettonico-conservativo assicurando la eliminazione di strutture ed<br />

infrastrutture in contrasto con l’ambiente (cartelloni pubblicitari, ecc.);<br />

o interventi di sistemazione ed adeguamento della viabilità pedonale e carrabile;<br />

o ripristino di sentieri ciclabili utilizzando piste preesistenti;<br />

c quinquies) Tutela del patrimonio edilizio e disciplina edilizia 11 .<br />

Nell’area della “zona B” ricadono in parte le particelle forestali 41 e 42 la cui<br />

distribuzione è riportata nella tabella che segue:<br />

ZPS - Parco Regionale del Partenio<br />

Particella Forestale Superficie Zona B<br />

mq Superficie mq %<br />

41 159.033 92.412 58<br />

42 78.561 68.091 87<br />

Totali mq 237.594 160.503<br />

11 Consultare l’Allegato “B” per le diverse e numerose norme che vengono in merito contemplate.<br />

56


Nella Zona “C” -Area di riqualificazione dei centri abitati, di protezione e di<br />

sviluppo economico e sociale - ricadono diverse particelle nell’area boscata del presente<br />

Piano di Assestamento Forestale che vengono riportate nella tabella seguente:<br />

57<br />

ZPS - Parco Regionale del Partenio<br />

Particella Forestale Superficie Zona C<br />

mq Superficie mq %<br />

36 57.956 57.956 100<br />

37 110.090 110.090 100<br />

38 113.153 113.153 100<br />

39 116.006 116.006 100<br />

40a 67.142 67.142 100<br />

40b 13.385 13.385 100<br />

40c 4.609 4.609 100<br />

40d 1.234 1.234 100<br />

41 159.033 66.621 42<br />

42 78.561 10.470 13<br />

43 140.149 140.149 100<br />

44 104.519 104.519 100<br />

45 34.325 34.325 100<br />

46 101.112 101.112 100<br />

47 27.903 27.903 100<br />

48 49.583 49.583 100<br />

49 49.436 49.436 100<br />

50 129.750 129.750 100<br />

51 152.269 152.269 100<br />

52 13.650 13.650 100<br />

57 4.822 4.822 100<br />

Totali mq<br />

1.528.688 1.368.185<br />

Quindi il territorio del Parco Regionale del Partenio è diviso in tre zone in cui nella prima<br />

l'ambiente naturale deve essere conservato in senso assoluto nella sua integrità; nella<br />

seconda non è consentito eseguire opere di trasformazione del territorio e nella terza<br />

sono consentite le opere rivolte alla valorizzazione dei centri abitati. Il Parco Regionale,<br />

pertanto, non deve essere confuso con una lunga lista di vincoli e di divieti imposti dalla<br />

legge, come un ostacolo allo sviluppo socio-economico-ambientale. Invece è stato


dimostrato, in Italia, che un'area naturale destinata a parco deve rappresentare,<br />

appunto, un'importante fonte di sviluppo, sociale ed economico perché capace di<br />

coniugare l’opportunità di sviluppo con la sostenibilità ambientale e la conservazione<br />

della natura (intesa come territorio e biodiversità che è varietà della vita).<br />

Le previsioni del presente <strong>PAF</strong> sono pienamente compatibili con le norme del Parco<br />

Regionale del Partenio. In particolare, per le Sezioni interessate dalla doppia<br />

zonizzazione “B” e “C”, gli interventi programmati possono essere eseguiti su tutta la<br />

superficie in quanto compatibili con i vincoli di entrambe le zone.<br />

E’ auspicabile che l’Ente parco si faccia promotore di sistemi di gestione ambientale per<br />

rivendicare un ruolo di rilievo nella politica ambientale territoriale; attui buone pratiche di<br />

governo del territorio; diventi il referente privilegiato degli aspetti ambientali nella<br />

pianificazione strategica del territorio; contribuisca al dibattito legislativo locale<br />

proponendo processi esportabili ad altre parti del territorio.<br />

d) Valutazione d’incidenza (Punto SIC) direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE.<br />

<strong>PAF</strong>.<br />

La Valutazione d’Incidenza (V.I.) viene trattata su allegato a parte del presente<br />

58


7. Le strade.=<br />

La caratteristica orografia dell’area forestale in esame condiziona in modo<br />

rilevante la conformazione della rete viabile. Il territorio di Monteforte è attraversato da<br />

viabilità di livello nazionale (autostrada A1, dall’Autostrada A16), e a livello provinciale e<br />

regionale (raccordo AV-SA, dalla Ex SS 88 di Benevento, dalla SS 7, dalla SS 7bis e SS<br />

400). Scendendo a livello di viabilità locale, è facile osservare come la rete provinciale<br />

svolga nel comprensorio montefortese essenziali funzione di collegamento con Avellino,<br />

Mercogliano, Atripalda, Forino. Una fitta rete locale di viabilità rurale forestale, che<br />

assumere un ruolo fondamentale di penetrazione del territorio agricolo e forestale, ai fini<br />

di un adeguato servizio agli interventi di manutenzione del territorio e di incremento della<br />

fruibilità dei luoghi di particolare interesse naturalistico e paesaggistico.<br />

La rete viaria costituisce indubbiamente uno dei fattori di maggior rilievo ai fini<br />

della promozione di ambienti come quello oggetto di esame. L'indagine ha permesso di<br />

accertare che sino ad un passato piuttosto lontano (anno 1965-66), risale l'ultimo elenco<br />

delle strade comunali di Monteforte I.; le vie carrozzabili erano limitate -oltre la strada<br />

statale di fondo valle- a soli Km. 121,820, di cui: Km. 6,220 di tracciato urbano, Km.<br />

78,100 di tracciato extraurbano e Km. 37,500 di tracciato vicinale. Pertanto, i trasporti in<br />

campagna ma soprattutto in montagna venivano effettuati quasi esclusivamente<br />

attraverso le numerose vie mulattiere, a soma. Ora, si comprenderà come ciò, se messo<br />

in rapporto con la povertà dei prodotti che generalmente venivano utilizzati nel territorio<br />

montefortese, contribuisse ad aumentare il disagio del settore. Infatti, ne derivava che i<br />

prodotti legnosi provenienti dalle piante forestali (legname di ceduo di castagno e di<br />

faggio) venivano ridotti direttamente sul posto, e la ramaglia veniva trasformata in<br />

59


carbone.<br />

Solo in tempo relativamente recente sono state aperte alcune importanti strade<br />

forestali che si inoltrano nel cuore del territorio, facilitando le utilizzazioni e rendendo<br />

possibile il permanere di alcune attività economiche. Esse interessano, si può dire, tutta<br />

la proprietà del Comune di Monteforte e vengono riportate con una doppia linea<br />

continua sull'allegata carta al 10.000. Le strade comunali, categoria extraurbana e<br />

vicinale, superano oggi 170 Km., dei quali 50 Km. sono asfaltati; a queste sono da<br />

aggiungere numerose altre a fondo più o meno naturale, che vi si collegano e che<br />

assolvono, o per lo più assolvevano agli scopi per i quali erano state aperte. A proposito<br />

delle strade lo scrivente sostiene che contemporaneamente ai collegamenti con il fondo<br />

valle sarebbe stato bene riprendere e migliorare anche quelli in quota tra le stesse<br />

località montane un tempo assicurati dalle mulattiere, per mantenere contatti e non<br />

mortificare iniziative, costringendo il boscaiolo o il proprietario-conduttore a lunghi ed<br />

innaturali percorsi. Ciò è indubbiamente importante e da tenere presente in tema di<br />

politica municipale degli interventi per le zone montane. E' chiaro che la realizzazione di<br />

collegamenti trasversali lungo le linee di livello dovranno costituire l'elemento portante di<br />

un programma che faciliti le utilizzazioni forestali e la lotta contro gli incendi; poiché la<br />

valorizzazione dei prodotti forestali e la salvaguardia dei boschi è condizionata, oltre che<br />

da una razionale selvicoltura per ottenere prodotti di pregio, anche dal miglioramento<br />

della rete stradale interna allo scopo di elevare il prezzo di macchiatico col ridurre il<br />

costo delle operazioni di smacchio, ne deriva che l'Amministrazione Comunale dovrà<br />

dedicare ogni cura a questo fondamentale problema. Anche perché i cedui di castagno<br />

del bosco comunale danno dei risultati produttivi interessanti e talvolta elevati, ma se è<br />

certamente importante che un determinato tipo di bosco sia produttivo come massa<br />

60


legnosa, bisogna però tener conto che questi cedui sono produttivi di materiale povero,<br />

e quindi la loro redditività dipende in gran parte dalla vicinanza di strade e dalla richiesta<br />

del mercato. Si spera che nei futuri lavori di costruzione di nuove strade e di interventi di<br />

manutenzione per quelle esistenti, si affronterà anche questo problema. Oggi c'è<br />

tendenza a utilizzare il materiale legnoso dei cedui da parte di industrie di diverso tipo,<br />

per truciolati, pannelli, ecc., continuando però a pagarlo ad un prezzo molto basso. Se si<br />

tiene conto che il costo della manodopera boschiva è molto elevato, si può concludere<br />

che, se il ceduo è lontano dalle strade principali, si torna ad un macchiatico negativo o<br />

ad un macchiatico molto basso, anche quando sia positivo. Inoltre la carenza di<br />

manodopera boschiva (boscaioli) e di mezzi di trasporto (asini e muli) fa sì che parte di<br />

questo materiale legnoso, nelle zone in cui è prodotto in alti quantitativi, rimanga<br />

inutilizzato.<br />

Da tempo antichissimo sono in uso per le comunicazioni fra il fondovalle e la fascia<br />

montuosa diverse strade comunali che si svolgono con pendenze crescenti attraverso il<br />

bosco di latifoglie. In genere la parte iniziale dei tracciati stradali è costeggiata da<br />

terrazzamenti e ciglionamenti un tempo utilizzati per la coltura del castagno da frutto ed<br />

ora in parte convertiti in ceduo. Il sedime stradale è per gran parte costituito da fondo<br />

naturale che rivela a tratti profonde incisioni o dissestamenti, prodotti dall'uso ma<br />

sopratutto dall'incuria, pertanto alcune strade forestali risultano inaccessibili come per la<br />

strada Valloncello Oscuro e via Sicurano od impraticabile come per la strada Pastelle;<br />

più delle volte si ricorre anche all'apertura di piste o di sentieri provvisori destinati a<br />

scomparire proprio perché il loro tracciato non è stato mai progettato in modo da creare<br />

una organica rete di strade secondarie interne indispensabili per l'intero comprensorio<br />

boscato. La decadenza della rete stradale montana segna l'ulteriore disgregazione sia<br />

61


dell'economia familiare sia della comunità del paese: per tutti questi inconvenienti dovuti<br />

a carenze nella manutenzione dei tracciati stradali si prescrive di intervenire con<br />

frequenza, razionalità e puntualità con adeguati lavori. Occorre, quindi, in via prioritaria<br />

affrontare metodologicamente i problemi delle rete viarie, della loro ristrutturazione o<br />

della loro costruzione secondo una programmazione dotata di solide basi tecniche e<br />

scientifiche e che si valga di una conoscenza approfondita ed esauriente delle<br />

caratteristiche del territorio e dei sistemi forestali.<br />

La rete viabile e le piste forestali principali, a carattere permanente, di queste<br />

aree boscate deve assolvere non solo ad un ruolo sociale, all’esercizio delle attività<br />

forestali, la sorveglianza, la prevenzione ed estinzione di processi di degrado, ma anche<br />

alla difesa dell'ambiente e soprattutto durante la stagione estiva per la lotta agli incendi<br />

boschivi, tenendo presente i vari vincoli ambientali.<br />

In complesso la rete viaria comunale a servizio del bosco montefortese si fonda sulle<br />

seguenti strade montane, orientate da nord a sud: Acqualonga, Grosseto, Gaudo,<br />

Campi o Dietrosanti, Ripe, Bruscellino, Esca, Vallerotonda, Vallicelle, Comone, Via 1°-<br />

2° e 3° Vallone del Melo, Scappone, Escolella, Vall oncello Oscuro, Sicurano, Torno di<br />

Starne, Via Vecchia Monteforte-Forino, Valle Beatrice.<br />

Qui di seguito si riporta la descrizione sommaria delle principali strade esistenti:<br />

1) Via Acqualonga: inizia dal km. 67,7 della strada nazionale nei pressi del Ponte di<br />

Sopra, costeggia diverse proprietà private e si inoltra successivamente tra i boschi cedui<br />

di castagno delle località Califano e Selvaturelle, fino a raggiungere l'omonima località di<br />

Acqualonga e terminare nel tenimento del Comune di Taurano. Inoltre, ad un certo<br />

punto del percorso s'innesta la pista Casone Acqualonga che rende un prezioso servizio<br />

per la difesa contro gli incendi che qui hanno sempre costituito un pericolo gravissimo;<br />

62


2) Via Vallerotonda: è una strada molto importante che si svolge sui monti di<br />

Macchiagrande, Vallerotonda e Rialto, della lunghezza di circa 3,5 Km., e serve a<br />

collegare direttamente i boschi di Monteforte con quelli di Mercogliano; infatti la strada<br />

inizia dalla località Vetriera sulla nazionale per Napoli e termina sulla via comunale<br />

Acqua Fidia di Mercogliano. Il tracciato risulta asfaltato da poco tempo, ma il rimanente<br />

tratto risulta brecciato o a fondo naturale per raggiungere il confine con il tenimento del<br />

Comune di Mercogliano. Fino a che questi territori montani erano percorsi solamente<br />

dai proprietari dei nocelleti, dei castagneti da frutto e dei boschi coltivati in zona, occhi<br />

estranei non si posavano sulla meravigliosa vastità verde di Vallerotonda. L'isolamento<br />

di queste terre e la difficoltà di raggiungerle sono state i protettori naturali del fragile<br />

ecosistema, abbastanza forte tuttavia da riuscire a conservare l'ambiente antropico<br />

(nocelleti e castagneti da frutto) e l’ambiente innato dei cedui. Ma quando il tracciato<br />

stradale asfaltato ha limato ogni forma di accidentalità e difficoltà di percorrenza alle<br />

normali automobili e camion ha fatto conoscere al “mondo” l'esistenza della straordinaria<br />

ricchezza naturale del posto, attirato qui cacciatori di selvaggina. Ciurme di sbandati,<br />

provenienti dalla provincia e dalla regione per saccheggiare Macchiagrande,<br />

Vallerotonda e Rialto, massacrando il terreno con i mezzi pesanti, per cacciare, per<br />

raccogliere liberamente funghi, tartufi, e spingendo il vandalismo al punto di tagliare gli<br />

alberi, di scaricare rifiuti di ogni genere, di procurare incendi e completare così il loro<br />

scempio prima di fare il trionfale ritorno a casa. Il Comune, la Comunità Montana, il<br />

controllo del Corpo Forestale dello Stato e l' opinione pubblica devono mettere fine al<br />

massacro. Il transito della strada va regolarmente impedito alle persone estranee con<br />

disciplinato sbarramento, nonché imponendo agli stessi utilizzatori proprietari, dotati di<br />

sapienza silvo-colturale, il rispetto delle norme e dei vincoli previsti per la protezione<br />

63


dell'ambiente: habitat magico ma vincolato per il Parco e per il SIC.<br />

3) Via 1°- 2° e 3° Vallone del Melo: il tracciato a sfaltato inizia in prossimità del bivio di<br />

località Vetriera immettendosi in un castagneto da frutto di proprietà privata, poi il<br />

tracciato a fondo naturale attraversa i boschi cedui delle omonime località montane;<br />

4) Acqua Greci conduce al Vallone del Melo (particella 34);<br />

5) Via Scappone: dal bivio della Vetriera alla località Scappone che attraversa la<br />

particella 35 (Vallone del Melo 2°), particella 24 (Scappone 1°), particella (25)<br />

(Scappone 2°), particella 26 (Scappone 3°), part icella 27 (Scappone 4°), particella 31<br />

(Pizzone);<br />

6) Via Pineta di S. Martino raggiunge l’omonima particella n. 17;<br />

7) Via Grosseto: inizia dall'incrocio con le strade Portella, Acquolella e Portella di sopra,<br />

prosegue snodandosi con andamento quasi rettilineo conduce alle particelle 15-14-13;<br />

8) Via Vallicelle che inizia dalla Vetriera e conduce alla particella 49 (Piana Vallicelle),<br />

alla particella 50 (Vallicelle) e alla particella 51 (Carafone);<br />

9) Via Giardini dalla strada nazionale sino alla strada forestale Comone (particella 51) e<br />

particella 52;<br />

10) Via Esca: parte dalla strada provinciale Breccelle ed unisce la valle con le pendici di<br />

monte Esca, attraversando le particelle 3 – 4 – 7- 8 – 9 – 10 - 11 larga in media m. 4;<br />

11) Via Papaioni: dalla strada provinciale Breccelle s’immette su proprietà privata di<br />

Forino per raggiungere le particelle 1a - 1b e 2; la stessa si congiunge con una strada<br />

forestale detta “Breccelle”, anch’essa a fondo battuto, che dalla 1a e 1b conduce alla<br />

particella 54 e alla particella 6;<br />

12) Vai comunale Faito, asfaltata, da Taurano passa attraverso nocelleti e castagneti da<br />

frutto, chiesa della carità, cedui di castagno e faggi di monte Pizzone e Faito.<br />

64


13) Via Vecchia Monteforte-Forino: la strada lunga circa km. 2,600, a fondo naturale,<br />

parte dalla nazionale e termina in località Breccelle, dopo aver attraversato anche i<br />

boschi cedui di castagno di località Esca;<br />

14) Via Escolella: La strada che parte da via Napoli e muore nella zona industriale. Essa<br />

è diventata una vera e propria discarica, ricettacolo di piccoli scarichi, ma, secondo gli<br />

investigatori, anche di un vero e proprio traffico di rifiuti non autorizzato. Insomma ci<br />

sono due problemi. Uno: i singoli cittadini che abbandonano la lavatrice o<br />

semplicemente i sacchetti dell’immondizia, per incuria o perché vedono l’area<br />

abbandonata. Due: i camion di ditte specializzate che, invece, di smaltire i rifiuti secondo<br />

la regolare procedura, li abbandonano ai margini della strada o cercano di nasconderli<br />

nella scarpata. Questo sedime stradale deve circondarsi, come una volta, del suo antico<br />

paesaggio e del suo pieno magico profumo di bosco.<br />

65


Capitolo III<br />

III> CARATTERISTICHE <strong>DEI</strong> SOPRASSUOLI FORESTALI.=<br />

III. a> Suddivisione del bosco in classi economiche.<br />

La ripartizione della vegetazione, che non avviene mai fortuitamente ma secondo<br />

una progressione altimetrica, è strettamente correlata al tipo di substrato roccioso,<br />

all’aspetto morfologico del territorio, al suo sviluppo altitudinale e quindi al clima. Difatti,<br />

la varietà del clima, le differenze altitudinali e la particolare posizione geografica, posta<br />

tra l’area mediterranea della piana nolana e quella della catena del Partenio, hanno<br />

favorito la ricchezza floristica e vegetazionale della zona.<br />

Inoltrandosi dalle disparate vie di accesso nell’area del bosco montefortese sino a<br />

raggiungere la sua porzione centrale, si possono cogliere aspetti paesaggistici legati alla<br />

vegetazione presente, ricchi e diversificati, considerate anche l’estensione e<br />

l’articolazione orografica del territorio, che comprende quote che vanno da 500 metri sul<br />

livello vallivo sino a 1.109 metri circa. Il bosco è delimitato in alto dalla faggeta, in basso<br />

da cedui castanili e dalla pineta. I castagneti da frutto sono ubicati, prevalentemente,<br />

nelle aree prossime alle contrade rurali e pendici vallive e montane, mentre i cedui<br />

interessano via via i territori più lontani e quelli più in quota. Il castagno è il fondamentale<br />

fattore di sviluppo socio-economico e possiede un forte potenziale per sostenere attività<br />

economiche tradizionali e migliorare la qualità della vita dei residenti. Infatti, i cedui di<br />

castagno rappresentano una realtà importante nell’area forestale di Monteforte per<br />

l’estensione e l’elevata produttività dei soprassuoli. Le caratteristiche tipiche della specie<br />

quali il rapido accrescimento, la buona qualità del legname e la forte reattività al<br />

trattamento selvicolturale rendono i soprassuoli cedui suscettibili di miglioramento per la<br />

66


produzione di assortimenti di maggiore qualità rispetto a quelli tradizionali. Come risulta<br />

dai rilievi eseguiti questo tipo di soprassuolo è di gran lunga il più diffuso e va a<br />

costituire il 97% di tutta la superficie boscata. Il fatto che il ceduo sia la forma di governo<br />

principale è riconducibile alle caratteristiche morfologiche del territorio a causa degli<br />

estesi versanti a moderata pendenza e non sempre facilmente accessibili e per la<br />

relativa fertilità dei suoli molto spesso superficiali e ricchi di scheletro.<br />

Complessivamente si osserva una utilizzazione non regolarizzata nel tempo che risente<br />

soprattutto di un rallentamento nella pratica del taglio nel periodo di cattiva congiuntura<br />

del mercato della legna da ardere verificatosi negli anni ottanta; ciò ha portato ad un<br />

accumularsi di soprassuoli oggi nelle fasce di età comprese tra i 15 e i 25 anni. Questa<br />

tendenza si è interrotta da circa 15 anni ed ha invertito l'andamento con una tendenza<br />

positiva fino agli anni attuali dove si registra ancora un incremento delle superfici di<br />

taglio annuale. Va comunque sottolineato che le utilizzazioni sono concentrate su<br />

soprassuoli ad elevata presenza di specie castanicola in risposta alla richiesta nel<br />

mercato locale di combustibile legnoso di buona qualità. Si è potuto comunque<br />

osservare che in questa zona le utilizzazioni non sono mai state sospese, in contrasto<br />

con la diffusa tendenza a non effettuare alcuna operazione colturale nelle zone<br />

marginali o impervie, per motivi di economia del taglio stesso, che spesso risulta a<br />

macchiatico negativo.<br />

Il Comune di Monteforte Irpino, dunque, è un paese preminentemente montuoso e<br />

collinare, specialmente nella parte confinante con la catena del monte Partenio, con<br />

Mercogliano, Forino e con Taurano, le cui pendici sono rappresentate da zone<br />

incondizionatamente utilizzate a boschi cedui, a boschi di faggio, a conifere (pineta) o a<br />

castagneti da frutto e noccioleto. Ferma restando la superficie agraria e forestale<br />

67


ilevata, nello spazio di un trentennio, il dato più interessante è che la superficie a<br />

castagneto da frutto è aumentata sempre più a danno della superficie coltivata a ceduo.<br />

Da un'attenta analisi delle colture forestali insistenti sul territorio di proprietà<br />

comunale, si evince, immediatamente, che il primato della coltivazione lo possiede,<br />

appunto, il bosco ceduo castanile che assicura al territorio montefortese amenità e<br />

dolcezza climatica, agli operatori un discreto reddito e alla popolazione, provinciale e<br />

regionale, un sicuro e florido turismo per il prossimo futuro. Dalle alture ondulate ed<br />

aspre dei monti, il territorio montefortese è quasi tutto un grande bosco ceduo, e i suoi<br />

prodotti (legname, pali e tondame) sono caratteristici nel circondato. Il castagno<br />

(Castanea sativa Mill.) è la pianta più antica e tradizionale e costituisce la caratteristica<br />

dominante di gran parte delle contrade Favale, Capello del Vavero, Rialto, Esca dei<br />

Preti, Macchia grande, Bruscelline, Vallone del Melo, Califano, Esca S. Lucia,<br />

Selvaturelle, Conciaturo, Pastelle, Esca, Acquagreci, Carrafone, Garofano, Papaglioni,<br />

Rialduri e Boschitiello. Esso fa parte del paesaggio collinare montefortese, occupando<br />

anche, i terreni e gli ambienti meno favoriti ed accidentati. E' da notare che il castagno<br />

viene coltivato anche per produrre le castagne di buona qualità e cultivar di valore, molte<br />

delle quali rinomate come la “Bionda di Mercogliano”, la “Montemaranese”, la “Verdole”,<br />

altre meritano il nome di "marrone" nella pezzatura più grossa, ricercate per la<br />

confezione dei marrons glacés, le castagne del prete di cui la più diffusa è la<br />

o la “Castagna di Montella” varietà Palummina, ecotipo a cui è stato<br />

attribuita la D.O.C. nel 1985 e recentemente l’Indicazione Geografica Protetta. Quindi la<br />

coltivazione del castagno nel Comune di Monteforte I., come nel resto di diversi comuni<br />

irpini, vanta antiche origini e tradizioni secolari tali da suscitare ampi riconoscimenti per<br />

la qualità delle produzioni di marroni e castagne. In questi anni si sta verificando in<br />

68


Monteforte, come nel resto dell’Irpinia, dopo la drastica riduzione degli anni 50, un forte<br />

rilancio della castanicoltura dovuto ad un aumento della domanda del mercato per i<br />

frutti, ad un maggiore interesse per il legname, alla valenza turistico - paesaggistica dei<br />

migliori impianti e alla generale attenuazione dei danni da Cryphonectria parasitica,<br />

l’agente del cancro della corteccia.<br />

Insomma i monti e le colline di Monteforte Irpino sono interamente comprese nell'area di<br />

distribuzione colturale del castagno europeo (Castanea sativa Mill.) che occupa molto<br />

più spazio di quanto naturalmente gli spetta, a spese delle querce, del faggio e di altre<br />

essenze forestali nostrane. Sui pendii della Valle dell'Olmo, di Grosseto, Boschitiello,<br />

Esca dei Preti, Vallicelle e Macchia Grande e nei dintorni di Esca e Rialduri si vanno<br />

sviluppando, accanto ai cedui, i castagneti da frutto. In queste zone castanicole vanno<br />

incoraggiati il miglioramento varietale, la tecnica colturale, oltre alla ricostituzione dei<br />

boschi; infatti molta importanza assumono le sistemazioni forestali delle pendici, rese<br />

spoglie dagli irrazionali disboscamenti e degradate dalle fitopatologie, dall'erosione e<br />

dilavamento.<br />

La catena vegetazionale del ceduo di castagno è quasi tutta d’origine naturale e<br />

risalente all’antichità ed è quella che ha subito e subisce i maggiori danni per cause<br />

atmosferiche e anche fitopatologiche, per la sua fragilità strutturale legata alla<br />

monospecificità e coetaneità del soprassuolo nonché dalla vicinanza a strade mulattiere.<br />

La popolazione di castagno dell’areale di Monteforte Irpino risulta minacciata dal nuovo<br />

fitofago Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu (specie galligena di origine cinese),<br />

accidentalmente introdotto in Italia. Il fitofago, cinipide galligeno, è indubbiamente il più<br />

dannoso defogliatore della Castanea sativa che, in alcuni paesi castanicoli della<br />

Campania, si è diffuso sin dalla primavera del 2008 e successivamente in quasi tutta la<br />

69


Regione, con eccezione di qualche paese, dove sembra assente. L’imenottero che<br />

colpisce indistintamente ogni tipo di castagneto sia da frutto che da legno, una volta<br />

insediatosi in una zona è capace di arrecare danni di rilievo. Infatti gli attacchi del<br />

Cinipide sono facilmente individuabili per la presenza sui castagni delle galle, che si<br />

presentano come escrescenze tondeggianti, con superficie liscia e lucida, di norma<br />

inizialmente di color verde chiaro e in seguito rossastre. Queste formazioni ipertrofiche<br />

permangono a lungo sulla pianta anche in inverno. Gli attacchi di questo temibile<br />

fitofago possono determinare forti danni, con perdite rilevanti non solo per quanto<br />

riguarda la produzione di frutti a cui non provoca alcun danno diretto, ma anche con<br />

riferimento agli accrescimenti legnosi. Considerata la gravità dei problemi sollevati dalle<br />

cicliche infestazioni del fitofago, numerose sono state le iniziative intraprese dalla<br />

Regione Campania, allo scopo di attuare una valida protezione del castagno. Data<br />

l’importanza fitosanitaria dei boschi cedui e dei castagneti da frutto in Irpinia, centro<br />

castanicolo di considerevole valore nazionale, gli Uffici periferici come STAPF,<br />

Ispettorato Forestale, Associazioni Castanicole, Ordini Professionali, Università di<br />

Napoli, nonché lo stesso Comunale di Monteforte Irpino si sono immediatamente attivati<br />

al fine di monitorare l’effettiva distribuzione dell’insetto nelle principali aree castanicole<br />

comunali per rilevare i focolai esistenti nelle zone colpite ai sensi del D.M. 30 ottobre<br />

2007 “Misure d’emergenza provvisorie per impedire la diffusione del Cinipide del<br />

castagno, Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, nel territorio della Repubblica Italiana”,<br />

avendo recepito la decisione della Commissione 2006/464/CE. Nello specifico il territorio<br />

del Comune di Monteforte Irpino è risultato inserito nell'Elenco dei Comuni della Regione<br />

ricadenti nella zona di focolaio che comunque ha sollecitato gli amministratori di portare<br />

avanti la scelta della conversione del ceduo di castagno in castagneto da frutto lottando<br />

70


in tutti i modi possibili il cinipide galligeno, quali interventi di lotta biologica con il<br />

Torymus sinensis, parassitoide larvale naturale diffuso in Giappone, o con parassitoidi<br />

autoctoni delle querce, o entro il mese di giugno vanno raccolte le parti infette,<br />

provvedendo alla loro distruzione mediante bruciatura, prima cioè della fuoriuscita delle<br />

femmine alate, rallentando così la diffusione dell’infestazione, o usare molte precauzioni<br />

nell’impiego di materiale di propagazione proveniente dalle aree infestate (Piemonte,<br />

Lazio) al fine di ostacolarne l’ulteriore diffusione, pertanto da evitare in modo tassativo<br />

l’utilizzo di piantine, astoni e marze prelevate dalle zone infestate. Comunque la via<br />

migliore e più significativa da seguire è quella di far aumentare la presenza dei<br />

parassitoidi autoctoni e naturali che sono insediati da sempre in queste località ed è<br />

quindi possibile un loro incremento progressivo nei prossimi anni, fino a raggiungere<br />

livelli tali da ridurre in modo significativo le infestazioni del fitofago Dryocosmus<br />

kuriphilus Yasumatsu. Ancora una volta il castagno, colonna dei cieli montofortese, sarà<br />

salvato dalla nuova “peste” che vuole ordire azioni dannose sull’economia e il<br />

paesaggio.<br />

Quindi il Comune di Monteforte Irpino, nonostante la presenza di focolai sul suo<br />

territorio del cinipide galligeno del castagno, procederà alla predetta conversione<br />

attuando, però, attenti controlli, eseguiti anche dal STAPF, Ispettorato Forestale e<br />

Servizio Fitosanitario, e puntuale vigilanza tanto da attivare una fattiva sinergia per:<br />

la distruzione mediante bruciatura dei rami con galle, entro il mese di giugno, prima<br />

dello sfarfallamento delle femmine adulte;<br />

la lotta biologica con il Torymus sinensis, parassitoide naturale diffuso in Giappone,<br />

o con parassitoidi autoctoni delle querce;<br />

la corretta esecuzione dei trattamenti insetticidi obbligatori;<br />

71


il controllo del materiale di moltiplicazione.<br />

Dopo la fascia vegetazionale del ceduo castanile compare un’area rimboschita<br />

principalmente a conifere di pino nero (Pinus nigra Arnold), pino strobo (Pinus strobus<br />

L.), cipresso italico (Cupressus sempervirens L.), cipresso arizonico (Cupress arizonica<br />

G.), pino d’Aleppo (Pinus halepensis Mill.), abete bianco (Abies alba), douglasia<br />

(Pseudotsuga menziesi), cedro atlantico (Cedrus atlantica), abete greco (Abies<br />

cephalonica Loudon), picea pungens, pino marittimo (Pinus pinaster Ait.), pino bruzio<br />

(Pinus brutia Ten.), e tra le latifoglie ontano napoletano (Alnus cordata Loisel), orniello,<br />

ailanto, robinia e acero montano che occupano il piano medio inferiore: questa fascia è<br />

un catalogo botanico che si snoda così come descritto. La fascia principale di conifere<br />

occupa una superficie boscata di ettari 2.72.57 che comprende le fustaie di anni 51<br />

circa, localizzate a quota 620 m. s.l.m. e forma un unico complesso in prossimità del<br />

castello di S. Martino, anticamente denominato Castrum Montisfortis. La pineta del<br />

castello ha rimpiazzato in un primo tempo i castagneti da frutto danneggiati<br />

irrimediabilmente dal cancro della corteccia. Una seconda piccola pineta, dell'età di anni<br />

30, di ha 0.31.40 è impiantata a quota 900 m. s.l.m. in sostituzione di antichi boschi<br />

degradati di faggio sui versanti meno assolati ed aridi esposti prevalentemente a nord.<br />

Nelle zone a minor altitudine e dotate di maggior fertilità il pino raggiunge i 16 metri circa<br />

di altezza, mentre alle quote più alte le altezze dendrometriche sono generalmente<br />

comprese tra i 12 e 13 metri.<br />

Le conifere sono in mediocri condizioni, in cui difetta molto la rinnovazione<br />

naturale delle sempreverdi. Per una gestione maggiormente orientata verso la naturalità<br />

ma anche rispettosa delle tradizioni, viene quindi suggerito di procedere a diradamenti<br />

nel tempo e di sostituire gradualmente gli impianti artificiali con il castagno e con cerro o<br />

72


con l’ontano, del resto già presenti in zona con abbondante “ributto” e rinnovazione nei<br />

vari siti. Comunque, la pineta in senso generale necessita di interventi di diradamento<br />

finalizzati a migliorare la struttura del soprassuolo, a fornire allo stesso la necessaria<br />

stabilità fisico-meccanica e a preparare al meglio i successivi interventi finalizzati al<br />

reinsediamento delle predette latifoglie che circondano la stessa pineta. Tale<br />

soprassuolo non è stato sottoposto per lunghissimo tempo ad interventi di diradamento,<br />

per cui le piante non avendo avuto sufficiente spazio laterale per rafforzare la propria<br />

stabilità, sono divenute esili e non più fisicamente efficienti. In alcuni siti, l'eccessiva<br />

densità non ha consentito a nessuna specie di insediarsi sotto la copertura del pino che<br />

è ampiamente eliofila.<br />

Nonostante siano tra le piante che ben si addicono alla vita pensile, non sono<br />

presenza abituale nelle "stanze all'aperto del castello" del bosco di Monteforte, dove,<br />

invece, si inerpicano castagni, ontani, cerri votati al futuro, sicuro benessere: non<br />

trascurando il fatto che la conifera è tra le piante che impiega anni ad assumere la<br />

forma armoniosa cara all'osservatore frettoloso, e che la vita sui monti montefortesi è,<br />

per lei, una tortura che neppure il peggiore boscaiolo le avrebbe riservato.<br />

Proseguendo lungo il versante, s’incontra la faggeta, ossia il consorzio del bosco<br />

poco diffuso del demanio comunale di Monteforte Irpino. La struttura è tendenzialmente<br />

coetanea, con soggetti a fusti colonnari di buono sviluppo, costituenti un solo piano di<br />

copertura delle chiome degli alberi dominanti. Il piccolo popolamento, frammentato in<br />

quattro zone territoriali, è ubicato in località “Monte Pizzone”, in contrada “Scappone”, in<br />

contrada ““Faggeta Grande”” e in località “Faggeta Piccola”, ha un netto carattere zonale<br />

e forma una fascia discontinua di circa 11 ettari che fra i 900 e 1100 metri sul livello del<br />

mare, però cinge il piano superiore della fascia del bosco, ad espressione della<br />

73


caratterizzazione di tali zone. La faggeta (Fagus sylvatica) è accompagnata dal tipico<br />

sottobosco d’alta quota, ove è possibile anche trovare stazioni sporadiche o relitte di<br />

tasso (Taxus baccata) e di agrifoglio (Ilex aquifolium). Aspetto tipico della faggeta è<br />

l’esigua presenza di arbusti ed erbe: trova spiegazione nella rapida ripresa vegetativa<br />

del bosco che consente l’esistenza solo a determinate specie vegetali, tra cui crochi,<br />

primule, anemoni. Il faggio è distribuito sui versanti e sulle pendici del monte,<br />

localizzandosi variamente dal fondovalle fino a raggiungere la cima più alta del territorio<br />

comunale, caratterizzando in modo proprio il bel paesaggio montano. Dunque, il bosco<br />

di faggio è localizzato e ben delimitando parte del paesaggio montano di Monteforte<br />

Irpino, occupando, anche, i terreni e gli ambienti meno favoriti ed accidentati. Infatti, le<br />

faggete, formazioni igrofile e sciafile, insistono su siti fisiografici molto acclivi vegetando<br />

su scoscendimenti con pendenza fra il 20% e il 50% sino a raggiungere l’80%,<br />

sfruttando completamente le risorse del suolo inclinato.<br />

Il castagno dà a vedere le massime frequenze di presenza in stazioni intorno ai 600-950<br />

m, il faggio intorno a 960-1100 m; conviene osservare che entrambi le specie sono<br />

presenti, in diversi rapporti di consociazione, in poche zone del territorio. Il castagno<br />

dimostra di prediligere le stazioni più calde, ma senza rifiutare quelle fredde a minore<br />

altitudine, mentre il faggio si stabilisce prevalentemente nelle stazioni più fredde, non<br />

mancando, con una certa densità nelle poche particelle mediamente calde a maggiore<br />

elevazione. Ne consegue, fermo restando le rispettive valenze termiche, il faggio e il<br />

castagno, si trovano insieme a popolare molto equilibratamente i versanti dei rilievi<br />

orografici, delineando così chiaramente due varianti climatiche locali.<br />

Insignificante è la superficie destinata a pascolo che occupa i fondovalle e si<br />

estende sulle pendici ripide dei monti di località "Monte Faito". I pascoli sono degradati,<br />

74


idotti allo stato di pietraia, sia per ragioni di ordine fisico e sia per l'abbandono in cui da<br />

decenni sono lasciati. La messa in valore di tali terreni di proprietà comunale, richiede<br />

un'azione intensa e continua e provvidenze adeguate, e va limitata, per ragioni di<br />

tornaconto, ai terreni meno ripidi e a quelli non troppo degradati. Oggi il pascolo è<br />

praticato per pochissimi giorni all'anno e comunque, in avvenire, sarà completamente<br />

bandito dal bosco. La drastica diminuzione della superficie a pascolo ha determinato di<br />

riflesso una riduzione della consistenza ovino. Al 2008 la consistenza del patrimonio<br />

bestiame (fonte ISTAT) è ripartita fra modesti greggi allo stato brado di ovini di n. 150<br />

capi che versano in precarie condizioni sanitarie e di produttività.<br />

Per il Comune di Monteforte I. il demanio boscato rappresenta una realtà di<br />

grande importanza sia come bene insostituibile dal punto di vista ambientale,<br />

paesaggistico e ricreativo, sia come risorsa da valorizzare in termini economico-<br />

produttivi. L’importanza di questa magnifica porzione di territorio montefortese è dovuta<br />

alla ricchezza di tipologie ambientali che ha consentito il mantenimento di un’elevata<br />

biodiversità sia faunistica, vegetazionale che floristica. La salvaguardia dei boschi del<br />

territorio di Monteforte Irpino è legato alla loro cura e coltivazione, in quanto non si tratta<br />

di formazioni forestali ad evoluzione solo naturale, bensì sono il risultato anche di una<br />

costante azione dell'uomo (pineta). Gli attuali equilibri raggiunti vanno costantemente<br />

mantenuti per non compromettere lo stato attuale di queste considerevoli formazioni. Il<br />

principale obiettivo sinora perseguito dall’Amministrazione Comunale è stato quello di<br />

considerare il bosco come elemento vivo, di cui è necessario impedirne la distruzione ed<br />

il degrado e come mezzo per favorire la permanenza dell'uomo in montagna e nelle<br />

aree marginali. Il bosco visto nelle sue molteplici peculiarità e funzioni deve diventare un<br />

elemento trainante per lo sviluppo del territorio e deve essere una risorsa capace di<br />

75


generare iniziative socioculturali e fonte di reddito. Ne è un esempio il ritornato interesse<br />

ai lavori in bosco da parte degli imprenditori agricoli per integrare sia il reddito<br />

proveniente dagli investimenti agrari sia per occupare la manodopera nel periodo<br />

invernale e sia per l’allevamento ovino. Non si pone in questo tenimento comunale solo<br />

il problema di un ampliamento del patrimonio forestale con puntuali impianti e<br />

rimboschimenti, specialmente per alcune zone interne e aree vallive vocate per<br />

l'arboricoltura da legno, come già aveva previsto il precedente Piano di Assestamento<br />

Forestale, si pone viceversa il problema di migliorare qualitativamente i popolamenti<br />

forestali incrementandone le provvigioni legnose (non solo per ottenere dei migliori<br />

assortimenti ritraibili ma anche per aumentare l'accumulo di anidride carbonica nella<br />

parte legnosa), prediligendo le specie autoctone di maggior pregio (da bandire nel<br />

tempo le conifere), e tutelandoli dai danni e dalle cause avverse. Talvolta gli incendi<br />

boschivi, ma soprattutto lo stato di abbandono sono oggi i fattori che più compromettono<br />

i boschi di Monteforte Irpino, accanto ad alcune patologie che interessano in particolare i<br />

popolamenti di castagno.<br />

Quindi l'obiettivo fondamentale della presente revisione rimane quello di<br />

aggiornare, a distanza di quasi 15 anni, la stima della consistenza dei boschi,<br />

considerando che l'importanza di questa stima è cresciuta in proporzione al ruolo<br />

sempre più rilevante che viene riconosciuto alle foreste nella salvaguardia degli equilibri<br />

ambientali. Parliamo, in particolare, di cambiamenti climatici e di conservazione della<br />

biodiversità. In sintesi, questa volta non ci limitiamo a stimare le superfici forestali, ma<br />

cerchiamo anche di "misurarne" la capacità che esse hanno di assolvere ad alcune<br />

funzioni essenziali per l'equilibrio del territorio, come la capacità di assorbimento del<br />

76


carbonio presente nell'atmosfera: un tema, questo, sempre più attuale nello scenario<br />

delineato dal Protocollo di Kyoto.<br />

Dunque, la proprietà del Comune di Monteforte Irpino (AV) ha prevalenza<br />

assoluta in montagna e risulta costituito esclusivamente da bosco ceduo di castagno, da<br />

faggeta in fase di avviamento all’alto fusto proveniente da conversione e da pineta (pino<br />

nero, pino domestico, cipresso, abete bianco, ecc.).<br />

Le coperture forestali del Comune di Monteforte Irpino assommano a circa 448<br />

ettari composti da ceduo di castagno per il 97%, faggeta per il 2%, pineta per il 1%. Le<br />

tabelle n. 7 e n 8 analizzano la distribuzione dei soprassuoli forestali del bosco di<br />

proprietà comunale.<br />

La presente revisione di Piano di Assestamento Forestale, come la precedente<br />

pianificazione di P.E., prevede tre classi economiche o comprese:<br />

o Classe Economica A: Faggeta di protezione ha 10.87.09<br />

o Classe Economica B: Cedui di castagno ha 434.14.13<br />

o Classe Economica C: Pineta (Impianti artificiali e rimboschimenti) ha 3.12.82<br />

Superficie totale del bosco ha 448.14.04<br />

Al momento, dunque, il bosco di Monteforte Irpino prevede la naturale<br />

suddivisione in faggeta di protezione, ceduo di castagno, impianti artificiali e<br />

rimboschimenti. Tale ripartizione utilizzata già nei decenni scorsi da ragioni selvicolturali<br />

che bene ha risposto ai fini della gestione. Perciò la stessa ripartizione è stata per la<br />

maggior parte conservata anche dall'attuale Piano di Assestamento Forestale, pur<br />

apportando qualche piccola modifica delle consistenze relative alle superfici boscate<br />

delle antiche Sezioni forestali della faggeta di protezione introducendo la sottoparticella<br />

27b, nonché aggiungendo delle sottoparticelle (34a-34b-40a-40b-40d) alle già esistenti<br />

77


particelle della classe economica dei cedui di castagno. Infatti, la presente relazione di<br />

Piano di Assestamento Forestale da una parte riproduce la ripartizione delle zone<br />

montane rispettando le denominazioni delle precedenti Sezioni forestali esistenti da<br />

sempre, come minimo da un secolo, da altra parte sono riportate da vecchie mappe<br />

catastali, che rappresentano i frammenti di una geografia che racconta le radici di<br />

antichi toponomi di un paese montano ed esercitano su molti una forte attrazione che<br />

deriva dal fatto di poter rappresentare la fedele testimonianza di siti tradizionali, storici,<br />

ormai remoti, ma il cui ricordo è sempre vivo nel cittadino montefortese. La persistenza<br />

del toponomo quale “Faggeta grande” testimonia, in maniera evidente, il luogo in cui<br />

persiste il faggio o che, in passato ha visto il territorio caratterizzato da questa pianta.<br />

Gli esiti dei presenti rilievi e dei calcoli eseguiti sono stati di massima importanza<br />

ed interesse: le visite di sopralluogo e la perlustrazione in foresta, gli accertamenti e<br />

consultazioni presso i predetti Uffici hanno dimostrato come la superficie del bosco del<br />

demanio di Monteforte Irpino da tempo corrisponde ai dati pubblicati dall’Agenzia del<br />

Territorio (ex-U.T.E., Sezione Catasto Terreni) e dallo stesso Ispettorato Forestale, per il<br />

quale la superficie dei beni forestali è sempre stata di circa ettari 448.<br />

Si riporta la nuova ed aggiornata situazione delle classi economiche:<br />

Classe Specie prevalente Superficie Provv. prevista Sviluppo<br />

(ha) (mc.) altimetrico<br />

totale netta media ponderata<br />

A Faggeta di protezione ha 10.87.09 10.80.19 148 950-1100<br />

B Cedui di castagno ha 434.14.13 420.95.90 191 580-990<br />

C Pineta ha 3.12.82 3.03.97 166 620-900<br />

Totali ha 448.14.04 434.80.06<br />

78


Qui di seguito le suddette classi economiche vengono distinte secondo le<br />

particelle forestali e si riportano le rispettive superfici totali, superfici nette e superfici<br />

delle tare, queste ultime comprendono la somma delle aree dei tracciati stradali o delle<br />

piste che attraversano le stesse particelle forestali:<br />

Tabella n. 7. - Ripartizione del bosco<br />

Superficie Superficie Superficie<br />

Particella Denominazione Totale Netta Tare Coltura<br />

m² m² m²<br />

1a Papaioni 75.084 72.966 2.118 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

1b Maggeselle 49.842 49.491 351 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

2 Breccelle 72.098 71.479 619 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

3 Cirasiello I 56.596 55.504 1.092 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

4 Cirasiello II e III 137.459 134.983 2.476 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

5 Pantano 83.314 80.882 2.432 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

6 Rialturi 98.205 93.677 4.528 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

7 Esca I 95.412 92.029 3.383 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

8 Esca II 90.559 86.363 4.196 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

9 Esca II 65.740 64.874 866 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

10 Esca IV 114.421 110.929 3.492 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

11 Esca V 111.614 108.766 2.848 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

12 Esca V I 67.021 64.754 2.267 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

13 Fascia d'Alano 78.431 67.523 10.908 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

14 Boschitiello 115.722 101.963 13.759 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

15 Conciaturo 86.627 81.570 5.057 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

16 Costa Varvante 94.880 81.701 13.179 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

17 San Martino 28.142 27.257 885 PINETA<br />

18 Valloncelloscuro 114.045 111.574 2.471 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

19 Sicurano Bruciato 43.381 43.066 315 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

20 Valle Olmo 25.636 25.020 616 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

21 Sicurano 102.101 100.849 1.252 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

22 Escolella 1° 30.146 29.496 650 CED UO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

23 Centapparte 88.653 87.070 1.583 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

24 Scappone 1° 94.063 92.895 1.168 CED UO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

25 Scappone 2° 164.978 164.324 654 CED UO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

26 Scappone 3° 164.935 160.300 4.635 C EDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

27a Scappone 4° 209.496 200.802 8.694 C EDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

27b Scappone 4° 6.304 6.256 48 FAGGETA<br />

1° Totale parziale m² 2.564.905 2.468.3 63 96.542<br />

79


Tabella n. 8.- Ripartizione del bosco 12<br />

Superficie Superficie Superficie<br />

Particella Denominazione Totale Netta Tare Coltura<br />

m² m² m²<br />

riporto 2.564.905 2.468.363 96.542<br />

28 Faggeta Grande 45.810 45.705 105 FAGGETA<br />

29 Faggeta Piccola 18.323 18.323 0 FAGGETA<br />

30 Pineta 3.140 3.140 0 PINETA<br />

31 Pizzone 38.272 37.735 537 FAGGETA<br />

32 Vallottola del Totaro 12.750 12.467 283 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

33 Pepera 42.785 41.488 1.297 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

34a Vallone Melo 1° 136.415 132.885 3.530 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

34b Vallone Melo 12.061 12.061 0 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

35 Vallone del Melo 2° 13.585 12.758 827 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

36 Gaudi 57.956 55.379 2.577 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

37 Ripa IV 110.090 107.569 2.521 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

38 Ripa I e II 113.153 109.449 3.704 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

39 Ripa I 116.006 115.180 826 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

40a<br />

40b<br />

40d<br />

Macchia Pentillo<br />

Macchia Pentillo<br />

Macchia Pentillo<br />

67.142<br />

13.385<br />

1.234<br />

66.389<br />

13.385<br />

1.234<br />

753<br />

0<br />

0<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

41 Rialto I 159.033 149.823 9.210 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

42 Rialto II 78.561 76.498 2.063 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

43 Macchiagrande 140.149 139.648 501 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

44 Piccola Macchia V.B. 104.519 103.229 1.290 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

45 Alano 34.325 33.392 933 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

46 Fascia Vallicelle 101.112 99.869 1.243 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

47 Valle Beatrice 27.903 27.443 460 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

48 Macchia Vallicelle 49.583 49.583 0 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

49 Piana Vallicelle 49.436 48.120 1.316 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

50 Vallicelle 129.750 129.182 568 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

51 Carrafone 152.269 150.620 1.649 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

52 San Giovanni 13.650 13.650 0 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

54 Bosco 27.310 26.842 468 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

55 Pastelle 34.473 34.473 0 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

56 Calverine 7.494 7.494 0 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

57 Dietrosanti 4.822 4.627 195 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

2° Totale parziale m²<br />

SUPERFICIE<br />

TOTALE<br />

1.916.496 1.879.640 36856<br />

DEL BOSCO m² 4.481.404 4.348.006 133.398<br />

totali ettari 448.14.04 434.80.06 13.33.98<br />

12 La tabella n. 8 non riporta la particella 40c e né la particella 53 essendo state usurpate e coltivate a castagneto da<br />

frutto o a nocelleto.<br />

80


Modifiche grafiche delle particelle forestali rispetto al vecchio <strong>PAF</strong> (1994-2003)<br />

particella forestale 27a e 27b<br />

La particella 27 del vecchio <strong>PAF</strong> è stata divisa in p.lla forestale 27a e p.lla forestale 27b<br />

particella forestale 34a e 34b<br />

La particella 34 del vecchio <strong>PAF</strong> è stata rinominata 34a, mentre la particella 35 è stata<br />

divisa in 34b e 35<br />

particelle forestali 40a, 40b, 40c e 40d<br />

Plla 40 del vecchio <strong>PAF</strong> è stata divisa in 40a, 40c e 40d, mentre la plla 43 in 40b e 43<br />

81


particella forestale 18<br />

È stata inclusa la particella catastale 38 del foglio 16<br />

particella forestale 19<br />

Nel vecchio <strong>PAF</strong> manca la porzione della particella 5 (5b) del foglio 16<br />

particella forestale 22<br />

È stata esclusa la porzione della p.lla catastale 76 del foglio 11 occupata dall’acquedotto<br />

82


particella forestale 39<br />

Nel vecchio <strong>PAF</strong> manca la porzione della particella catastale 9 (9c) del foglio 5<br />

particella forestale 41:nel vecchio <strong>PAF</strong> manca la particella catastale 17del foglio 6<br />

particella forestale 42: nel vecchio <strong>PAF</strong> manca la porzione della p.lla cat..4 (49c) fog. 6<br />

particella forestale 55: nel vecchio <strong>PAF</strong> mancano le p.lle catastali 71 e 72 del foglio 16<br />

83


Modifiche descrittive delle particelle forestali rispetto al vecchio <strong>PAF</strong> (1994-2003)<br />

Tabella n. 9<br />

<strong>PAF</strong> 1994- 2003<br />

PARTICELLA Foglio Particella Particella Superficie PARTICELLA<br />

<strong>FORESTALE</strong> catastale catastale catastale catastale <strong>FORESTALE</strong><br />

derivata derivata Superficie<br />

27 14 13 13° 71872<br />

15 120 120° 39953<br />

15 121 12454<br />

15 133 68189<br />

15 135 17028<br />

15 134 134b 6304 215800<br />

34 8 23 78325<br />

8 24 55851<br />

9 6 2239 136415<br />

35 8 25 12061<br />

8 29 13585 25646<br />

40 6 14 2218<br />

6 36 13803<br />

6 37 39408<br />

6 67 9113<br />

6 69 2600<br />

6 35 4368<br />

6 104 241<br />

6 68 1234 72985<br />

43 12 1 1246<br />

12 2 12139<br />

12 10 140149 153534<br />

84


Modifiche descrittive delle particelle forestali rispetto al vecchio <strong>PAF</strong> (1994-2003)<br />

Tabella n. 10<br />

<strong>PAF</strong> 2012- 2021<br />

PARTICELLA Foglio Particella Particella Superficie PARTICELLA<br />

<strong>FORESTALE</strong> catastale catastale catastale catastale <strong>FORESTALE</strong><br />

derivata derivata Superficie<br />

27a 14 13 13a 71872<br />

15 120 120a 39953<br />

15 121 12454<br />

15 133 68189<br />

15 135 17028 209496<br />

27b 15 134 134b 6304 6304<br />

34a 8 23 78325<br />

8 24 55851<br />

9 6 2239 136415<br />

34b 8 25 12061 12061<br />

35 8 29 13585 13585<br />

40a 6 14 2218<br />

6 36 13803<br />

6 37 39408<br />

6 67 9113<br />

6 69 2600 67142<br />

40c 6 35 4368<br />

6 104 241 4609<br />

40d 6 68 1234 1234<br />

40b 12 1 1246<br />

12 2 12139 13385<br />

43 12 10 140149 140149<br />

85


a> IL RILIEVO TOPOGRAFICO.=<br />

Per rielaborare la storia del paesaggio forestale si è fatto ricorso a ogni genere di<br />

ricerca, dalle planimetrie catastali di età 1937-39 ai rilievi topografici. Attraverso la<br />

consultazione delle mappe catastali (alla scala 1:2.000, alla scala 1:5.000 e alla scala<br />

1:10.000), delle foto aeree, delle carte topografiche prodotte dall'I.G.M. (alla scala<br />

1:10.000 e alla scala 1:25.000), della cartografia xilografica del precedente Piano<br />

Economico 1994-2003 e attraverso opportune ed approfondite visite di sopralluogo sul<br />

territorio, è stato possibile ridelineare, aggiornare e stabilire l'attuale destinazione,<br />

l'estensione, i confini, la tipologia e l'ubicazione dei boschi di Monteforte Irpino (AV)<br />

rilevando, altresì, le modificazioni colturali avvenute nel tempo.<br />

Questa revisione ha ancora come punto d’appoggio la divisione particellare del<br />

P.E. precedente redatto dallo scrivente (tranne il reinserimento di qualche sub-particella,<br />

come la particella 1 (originaria) è stata frazionata nella particella 1a (ceduo di castagno<br />

di anni 12) e nella particella 1b (ceduo di castagno di anni 4) integrata però da numerosi<br />

rilievi diretti, con GPS, inerenti ai canaloni, alla rete stradale formatosi in questi ultimi<br />

anni, aree in frana, aree utilizzate a discarica di immondizia, area interessata<br />

dall’acquedotto comunale e alle linee dividenti di particelle forestali dimostratisi<br />

necessarie per la formazione di particellare sempre più organico e continuamente più<br />

aderente all’assestamento e all’economia della foresta montefortese.<br />

La carta assestamentale dei boschi individua le destinazioni forestali in atto ed<br />

esistenti sulle varie particelle forestali di proprietà del Comune di Monteforte Irpino (AV).<br />

Con la carta assestamentale, allegato fondamentale della presente revisione di Piano di<br />

Assestamento Forestale, si mira ad effettuare una programmazione delle utilizzazioni<br />

86


forestali nel tempo, realizzando una silvicoltura razionale mediante una pianificazione<br />

dell'utilizzazione economica del bosco che garantisca la fruizione di un reddito annuo,<br />

compatibilmente con le altre funzioni di interesse generale che il bosco è chiamato a<br />

svolgere come presidio di difesa idrogeologica, ecologico-ambientale, faunistico e<br />

paesaggistico. Infatti, la forma di gestione produttiva si attua abbattendo annualmente<br />

una frazione dell'area boscata, senza intaccare l'originaria consistenza della superficie<br />

boschiva: il reddito costante è dato dalla particella forestale tagliata; ma permane nel<br />

tempo il capitale dato dalla superficie boscata, immobilizzato nel suolo.<br />

Tra l'altro questo lavoro è consistito nel rilevamento dei confini comunali che sono<br />

stati adeguatamente evidenziati a mezzo di cerchio anellato intorno al tronco dell'albero,<br />

tinteggiato con colore rosso, indelebile. Tale procedura di segnatura elimina eventuali<br />

dubbi o contestazioni sul reale confine del bosco di proprietà del Comune di Monteforte<br />

Irpino (AV) con le altre proprietà contermini: la confinazione predetta, facilmente<br />

riconoscibile dalle parti, è stata segnata, oltre che con la circonferenza, anche con il<br />

numero che individua la particella forestale. La delimitazione, come detto, è stata<br />

effettuata mediante vernice indelebile di minio rosso, che dovrà essere eventualmente e<br />

all'occorrenza ripassata, sempre con vernice rossa, tra un lustro (2016), per ovviare alla<br />

cancellazione per l'insistente azione di abrasione degli agenti atmosferici e talvolta<br />

antropici.<br />

I risultati di queste indagini per la stesura della carta silografica, comprendono, tra<br />

l'altro, alcune informazioni riguardanti i toponomi delle contrade montane e rurali, la<br />

idrografia di superficie (valloni, torrenti, canali iemali), la rete stradale forestale che è<br />

stata riportata unitamente alle piste realizzate nel frattempo, in modo da avere un<br />

panorama reale ed aggiornato della viabilità esistente nel bosco e nelle sue immediate<br />

87


vicinanze.<br />

Tale elaborato cartografico assume lo scopo essenziale di fornire al Comune di<br />

Monteforte Irpino un utile strumento di consultazione e di studio, anche di dettaglio,<br />

specialmente se esso viene aggiornato indicando i suoli boscati che vengono tagliati o<br />

cambiano qualità di coltura o vengono mal utilizzati o abbandonati o incendiati o<br />

vengono destinati ad altre attività economiche (conversioni colturali, coltivazione di cave,<br />

apertura di pista, acquedotto, elettrodotto, metanodotto, vendite). Inoltre la carta<br />

silografica del suolo può essere utilizzata, per sovrapposizione, con altre specifiche<br />

carte tematiche redatte dal geologo, dall’agronomo (carta dell’uso agricolo del suolo) e<br />

dal progettista redattore del P.U.C. dalle cui valutazioni ed elementi emergenti da tale<br />

confronto si rilevano chiaramente indicazioni per la formazione complessiva di assetto<br />

territoriale del comprensorio comunale di Monteforte Irpino. Infatti, le informazioni<br />

contenute nella predetta carta assestamentale, relative alla distribuzione e alla<br />

consistenza della vegetazione in classi economiche e alle risorse proprie, possono<br />

essere utilizzate per gestire il territorio in modo funzionale ed ottimale, ossia secondo il<br />

migliore adattamento dell'uso del territorio alle esigenze del tempo senza danno<br />

all'economia dell'acqua, alla protezione del suolo, del paesaggio ed avifauna.<br />

Gli studi sull'impatto ambientale delle opere umane sono un esempio significativo<br />

di una ulteriore possibilità d'uso delle carte assestamentali dei boschi, dove l'interesse<br />

economico-gestionale si unisce a quello naturalistico. Prima di iniziare la coltivazione di<br />

una cava o la costruzione di una pista, un elettrodotto, un acquedotto o un metanodotto,<br />

la carta assestamentale evidenzia quali tipi di vegetazione coprono il territorio<br />

interessato dal progetto; qual è il valore della protezione del suolo sino ad evidenziare<br />

pericolose, anche se nascoste, condizioni di instabilità dei versanti, qual è il valore<br />

88


naturalistico nella zona indicata. La carta silografica allegata contiene, dunque, una<br />

grande quantità di informazione che è però per lo più analogica, non numerica. Ad<br />

esempio, una curva di livello associa un elemento numerico, la quota, ad una serie<br />

infinita di punti che costituiscono una linea sul piano.<br />

Lo strumento conoscitivo dei rilievi eseguiti è rappresentato, appunto, dalla carta<br />

silografica al 10.000 che riporta molti dettagli anche per quanto riguarda le strade, le<br />

curve di livello, i confini amministrativi e i confini demaniali, ed infine dalla carta<br />

silografica alla scala 25.000. Queste due carte riportano una legenda, variamente<br />

colorata, con le "classi economiche" del bosco che sono così individuate nelle seguenti<br />

qualità di coltura che hanno conservato la stessa cromatura:<br />

o Faggeta di protezione: colore verde chiaro;<br />

o Cedui di castagno: colore verde scuro;<br />

o Pineta (Impianti artificiali e rimboschimenti): colore celeste.<br />

Risulta evidente che l'indagine generale, estesa sui boschi del demanio comunale, ha<br />

contribuito a redigere una cartografia assestamentale che ha tenuto conto delle antiche<br />

Sezioni riportate già con molta approssimazione nei progetti di taglio che suddividono il<br />

patrimonio in tanti comparti detti appunto “Sezioni forestali”, ad ognuno dei quali o a più<br />

di uno dei curiosi toponomi prediali ed idronomi, ancora oggi in uso, è stata confermata<br />

la particella boschiva. In questa fase di revisione del Piano di Assestamento Forestale,<br />

come abbiamo detto, il lavoro è consistito nel rilevamento delle vecchie linee di divisione<br />

delle singole sezioni boschive, presenti piuttosto in modo insolito sul territorio,<br />

individuate sul terreno, appoggiate possibilmente sia in partenza che in arrivo a punti<br />

fissi, quali -in particolare- i termini lapidei o a riferimenti naturali, che si identificano con<br />

linee fisiografiche come i fossi, i canaloni, torrenti, le creste, i dossi o con linee<br />

89


infrastrutturali come piste, strade. Talvolta le particelle sono state individuate con<br />

estensione di superficie boscata avente aspetti prevalentemente produttivi, con<br />

particolare riferimento alle utilizzazioni. Tutto ciò, non deve essere considerato in senso<br />

stretto od assoluto, ma relativo ai fini pratici della gestione del bosco de quo e alla<br />

necessità di ovviare in ogni caso ad una eccessiva suddivisione e frazionamento del<br />

bosco stesso.<br />

L'indagine statistica del soprassuolo è stata curata in ogni particolare e ha avuto<br />

per scopo la ricerca dei più importanti fattori che direttamente concorrono a definire il<br />

trattamento di ogni singola unità colturale e dell'insieme delle particelle che compongono<br />

le diverse comprese. Ma ha avuto anche il fine di suddividere e descrivere i vari elementi<br />

che definiscono la produzione legnosa nei suoi aspetti qualitativi e quantitativi. I punti e<br />

gli obiettivi generali della revisione sono stati raggiunti per aver assicurato una<br />

produzione costante con il vincolo della rinnovazione, assetto dell’intero bosco disposto<br />

alle situazioni e alle necessità locali, difesa permanente dell’ambiente naturale e della<br />

fauna silvestre, funzione turistico-creativa.<br />

Per le particelle del bosco sono stati rilevati i dati principali, sia per quanto<br />

concerne l'età del soprassuolo e la densità per quanto concerne la massa legnosa reale,<br />

confrontandoli con gli esiti dei molti progetti di taglio che si sono realizzati nel decennio<br />

di validità dello stesso.<br />

Invero sono state raccolte le seguenti informazioni:<br />

l'età, sia dal registro di tassazione, sia dall'analisi di un congruo numero di alberi<br />

atterrati o prelevamento di carotine o di informazioni attendibili sull’anno dell’ultima<br />

utilizzazione;<br />

i diametri, mediante le aree di saggio per classi diametriche misurate a petto d'uomo;<br />

90


le aree di saggio sono state georeferenziate per facilitare e garantire la loro<br />

rilocalizzazione nei futuri <strong>PAF</strong>, se del caso;<br />

le altezze, con misura diretta (alberi atterrati) e con metodo indiretto, con ipsometro,<br />

di un sufficiente numero di alberi;<br />

la classe di produttività, dal confronto dell'altezza reale con quella data dalla tavola<br />

dendrometrica, ad una sola entrata, della fustaia coetanea di faggio di media fertilità,<br />

costruita sulla base di 943 alberi modello nel bosco dell’Irpinia dal prof. Cantiani,<br />

nonché dalla tavola dendrometrica ad una entrata dei boschi di faggio in fase di<br />

conversione nella zona del Partenio elaborata dal dott. Ciro Preziosi dello STAPF di<br />

Avellino. Per il bosco ceduo di castagno e per la faggeta, oltre alle Tavole<br />

stereometriche ed alsometriche costruite per i boschi italiani dall’Istituto Sperimentale<br />

per l’Assestamento Forestale e per l’Alpicoltura di Trento, sono stati consultati i rilievi<br />

dendrometrici svolti dallo scrivente per i <strong>PAF</strong> di boschi demaniali del circondario<br />

(Comune di San Martino Valle Caudina, Comune di Avellino -Montevergine-,<br />

Comune di Contrada e di Forino), nonché i progetti di taglio di diverse particelle dello<br />

stesso Comune.<br />

Per le particelle dei boschi cedui di castagno sono stati rilevati:<br />

a) l'età, con metodo diretto (indagine dei polloni atterrati ed albero modello) o<br />

individuata utilizzando le carote ottenute con la trivella di Pressler, o nei cedui più<br />

giovani tramite il conteggio dei palchi;<br />

b) i diametri, mediante le aree di saggio per classi diametriche misurate a petto<br />

d'uomo;<br />

c) la fertilità, con metodo sintetico.<br />

Comunque per le fustaie di faggio e delle conifere, estese su superfici regolari od<br />

91


irregolari, sparse e conguagliate è stato eseguito il procedimento del cavallettamento<br />

totale e la fertilità è stata valutata con metodo sintetico sempre in base all'esame<br />

dell'altezza media delle colture dominanti.<br />

I rilievi tassatori nel ceduo di castagno sono stati effettuati con aree di saggio di<br />

forma quadrata, di superficie da 400 mq., in modo da rappresentare le condizioni medie<br />

e nelle quali sono stati rilevati i diametri a m. 1,30 di tutte le piante, il numero delle<br />

piante e il volume della massa legnosa, struttura cronologica e del soprassuolo. Sono<br />

stati altresì rilevati la vegetazione erbacea ed arbustiva, la composizione arborea e la<br />

quantità ovvero la qualità della necromassa così come tutti gli interventi antropici<br />

riconoscibili.<br />

I particolari dei relativi rilievi sono riportati sulle schede di campagna, collazionate a<br />

parte, nonché riportate a piè di ogni descrizione particellare.<br />

Si è ritenuto utile descrivere e mantenere i boschi di faggio di protezione, a ceduo<br />

di castagno e a pineta con la indicazione di particelle forestali che riportano la<br />

denominazione dell’ex-sezione forestale, ricordata con l’antico toponimo (esempio<br />

Pizzone, Faggeta Grande, Papaioni, Maggeselle, Breccelle, Esca, Pineta, etc) per motivi<br />

di tradizione e di nomenclatura locale e storica, in quanto il cittadino di Monteforte Irpino<br />

(AV), le guardie municipali, i boscaioli, nonché le guardie forestali riconoscono ed<br />

individuano meglio anche queste zone demaniali attraverso la lettura particellare. Ma è<br />

stato un lavoro di meticolosa filologia che ha concretizzato il dato topografico antico alla<br />

realtà della copertura vegetale presente oggi nel sito territoriale montefortese. Questa<br />

utilizzazione della documentazione storico topografica, mentre ha permesso la migliore<br />

comprensione del patrimonio culturale e ambientale, minacciato, talvolta, proprio dalla<br />

inconsapevolezza storica della cultura conservazionistica "verde", ha favorito nello<br />

92


stesso tempo una stagione nuova per la conservazione dello stesso patrimonio agro-<br />

silvo-pastorale. Per ogni particella sia della faggeta, sia del bosco ceduo di castagno e<br />

della pineta, oltre i caratteri del soprassuolo, sono stati rilevati e descritti tutti gli altri<br />

elementi che servono meglio a definire le caratteristiche della stazione, quale natura del<br />

terreno, l'esposizione, la pendenza, la vegetazione spontanea, la viabilità,<br />

conservazione della biodiversità, ecc. I sopralluoghi di campagna hanno consentito di<br />

eseguire rilievi topografici e tassatori in modo da allestire un razionale particellare in cui<br />

le particelle sono chiaramente delimitate sia sul terreno che in cartografia. Il particellare<br />

delle zone boscate evidenzia dall'analisi della storia cartografica e dallo stato di fatto fin<br />

qui rivisitato il confronto fra passato e situazione effettiva, tra potenzialità e situazione<br />

reale. Ma non a caso sono state le planimetrie catastali, i rilievi inventariali, la cartografia<br />

a scala topografica di grande dettaglio e infine i progetti di taglio a garantire quel<br />

realismo delle aree boscate necessario a una ricostruzione cartografica rigorosa. Con il<br />

<strong>PAF</strong> si regolamenta l'uso del territorio, la conservazione dell’avifauna, si rilanciano le<br />

attività economiche, si inquadrano nel modo più corretto le infrastrutture montane<br />

necessarie alla salvaguardia ambientale e si avviano risanamenti diffusi dei canaloni ed<br />

opere antincendio e si blocca la dissipazione del paesaggio, bene strategico in sé,<br />

fondamentale per la qualità della vita, bene economico in termini di turismo intelligente.<br />

93


Capitolo IV<br />

<strong>ASSESTAMENTO</strong> DELLA CLASSE ECONOMICA :<br />

V. 1. Descrizione.=<br />

FAGGETA <strong>DI</strong> PROTEZIONE.=<br />

Il Monte Pizzone, continuazione naturale della catena montuosa di Pietra Maula,<br />

è la parte più elevata (1.109 m. s.l.m.) di una dorsale che si estende per una lunghezza<br />

di circa 3 km. in direzione est-ovest al confine fra le province di Avellino e di Napoli. Il<br />

versante del monte di Pietra Maula ricadente anche in provincia di Napoli è sottoposto a<br />

vincolo SIC ai sensi delle direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE. Il monte per la sua<br />

posizione e le sue caratteristiche morfologiche può essere considerato l'estremo lembo<br />

del Parco del Partenio. La sua sagoma, che si staglia isolata sulla pianura circostante,<br />

per la parte di versante riguardante la provincia di Napoli è chiaramente visibile<br />

dall'autostrada del Sole Avellino-Napoli. Dalla sua vetta domina un panorama che<br />

spazia dalla Piana di Valle del Conte e Valle dell’Olmo con i versanti dei monti Esca,<br />

Sicurano, Centapparte, alla piana di Lauro e le sue colline, ai monti di Taurano e alla<br />

valle nolana, e si possono intravedere alcuni dei centri abitati circostanti. Oltre alle<br />

valenze paesaggistiche Monte Pizzone possiede alcune peculiarità di carattere<br />

geologico, ambientale, botanico, faunistico e sociale, che ne fanno un complesso<br />

naturale di rilevante valore.<br />

Il faggio (Fagus sylvatica) è poco diffuso nel demanio comunale di Monteforte<br />

Irpino; esso è presente solo in quattro piccole sezioni del tenimento comunale nord-<br />

ovest tra le località "Faggeta Grande", "Faggeta Piccola", "Pizzone" e “Scappone”. In<br />

queste tre località le utilizzazioni passate, nella loro varietà di forma ed intensità, hanno<br />

94


dato origine a popolamenti caratterizzati da differenti condizioni di struttura e densità.<br />

Qui ha avuto largo campo di attuazione il taglio saltuario di modesta entità che bene si<br />

adatta alle esigenze bioecologiche del faggio ed alla necessità di contemperare le<br />

funzioni produttive con quelle protettive e regimanti. Si tratta in gran parte, di formazioni<br />

in fase di conversione ad alto fusto, pure o, comunque con una bassa percentuale di<br />

specie consociate; infatti, la località "Pizzone" (particella forestale 31), che possiede la<br />

cima più alta dell'intero territorio comunale di m. 1.109 s.l.m., è cosparsa dalla forma di<br />

governo di alto fusto di faggio in buone condizioni vegetative che dovrà essere<br />

aumentata di superficie nel prossimo decennio, mentre le altre due località sono coperte<br />

da cedui, più o meno matricinati formati dal faggio, con presenza di qualche castagno,<br />

orniello ed ontano. A tal proposito si invita il Comune di Monteforte Irpino di voler<br />

sollecitare la formazione di cantieri forestali con lo scopo precipuo di eseguire tagli di<br />

avviamento alla conversione all'alto fusto dei cedui di faggio di località Faggeta Grande<br />

e Piccola per migliorare le funzioni naturalistiche, paesaggistiche e di difesa<br />

idrogeologica.<br />

Qui il limite altitudinale del faggio si attesta intorno ai 900-1100 m. di quota, ma varia<br />

con l'esposizione dei versanti e, talvolta (valloni particolarmente freschi), la specie<br />

scende a quote appena più basse. La faggeta domina sui substrati calcarei, dove la<br />

natura della roccia madre impedisce la formazione di suoli più profondi e fertili, con una<br />

provvigione che tuttora risente del taglio di diradamento avvenuto nel 1984-85 per la<br />

sezione Pizzone ed il 1985 per la sezione Faggeta Piccola.<br />

I valori della densità, in massima parte compresi tra i 10 e mq. 14 di area basimetrica<br />

riferiti all'ettaro, sono discreti o comunque soddisfacenti, considerata la mediocre<br />

produttività di questi popolamenti di alta quota ubicati su terreni declivi e non di rado<br />

95


poco profondi. A motivo di ciò i dati sotto riportati, desunti con rilevamenti diretti (per<br />

cavallettamento), hanno dato i seguenti risultati ottenuti con rilevamenti di campagna<br />

nella Sezione Pizzone (particella 31), rapportati all'ettaro:<br />

a> numero di piante 201;<br />

b> area basimetrica mq. 12;<br />

c> diametro medio cm 28;<br />

d> provvigione dendrometrica mc. 159.<br />

Qui di seguito si riportano le predette sezioni:<br />

superficie totale superficie boscata tara età al<br />

particella denominazione ha<br />

ha<br />

ha 2008 qualità<br />

27b Scappone 4° 0.63.04 0.62.56 0.00.48 67 faggeta<br />

28 Faggeta Grande 4.58.10 4.57.05 0.01.05 23 faggeta<br />

29 Faggeta Piccola 1.83.23 1.83.23 0 23 faggeta<br />

31 Pizzone 3.82.72 3.77.35 0.05.37 67 faggeta<br />

10.87.09 10.80.19 0.06.90<br />

Sin dall'inizio del 1900 sul monte Pizzone non esisteva nemmeno una pianta di faggio,<br />

infatti la superficie territoriale del Comune di Monteforte I., secondo i rilevamenti del<br />

Catasto geometrico e particellare, aggiornato all'anno 1929, non era ripartita tra le<br />

diverse qualificazioni con la qualità colturale di "boschi di alto fusto", mentre risultavano i<br />

boschi cedui. L'attuale faggeta (particelle 27b-31) derivano dai lavori di rimboschimento<br />

del 1940-41 eseguiti dall'Amministrazione Forestale che introdusse in via sperimentale<br />

su terreni privi di vegetazione, tra essi pascoli ed incolti, la coltura del faggio. Per<br />

rimboschire i terreni nudi l'Ispettorato Forestale di Avellino utilizzò le piantine nate<br />

spontaneamente nelle selve di Serino (AV) o provenienti da altri boschi del monte<br />

Terminio. Oggi la faggeta, in condizioni di assoluta naturalità e senza interventi umani, si<br />

evolve progressivamente verso strutture e composizioni (fase climax) che vedono<br />

96


generalmente il prevalere del bosco lungo le vallate e sui versanti sopra i 900-1.000<br />

metri di altitudine, con una sostanziale uniformità del paesaggio. In termini ecologici<br />

l’azione colturale dell’uomo, aumentando la diversificazione degli ambienti, crea le<br />

condizioni per l’insediamento e lo sviluppo di un maggiore numero di specie vegetali e<br />

animali e diventa pertanto motivo di ricchezza dell’ecosistema.<br />

Dunque la superficie boscata occupata dal faggio (puro) misura ettari 10.87,<br />

corrispondente al 2% di quella boscata totale che misura ettari 448. Si evidenzia che è<br />

una piccola area territoriale, ubicata per lo più nella porzione montana superiore, fino ai<br />

limiti della vegetazione arborea ed in siti per lo più molto aspri ed acclivi che risultano,<br />

comunque, idonei ad ospitare il faggio che è una pianta che non soffre l'elevata<br />

pendenza del 43% e del 68%. La struttura del bosco dell'alto fusto è tendenzialmente<br />

coetanea a gruppi più o meno ampi, con prevalenza di quelli costituiti da piante di età di<br />

anni 23 e 67 (particelle 27b e 31); qui il faggio dà luogo a formazioni pioniere diffuse alle<br />

quote alte e, come detto, su suoli acclivi e di modesta potenza.<br />

V. 2. Trattamento.=<br />

Queste fustaie vanno trattate per motivi di prudenza con leggeri tagli di<br />

diradamento, in modo da assicurare una permanente copertura del terreno: la loro<br />

funzione protettiva è nettamente prevalente su quella della produzione del legname. Per<br />

queste ragioni, non sono previste utilizzazioni nel periodo di validità del presente Piano,<br />

anche in considerazione del fatto che il turno della faggeta è di 100 anni. Si ritiene che<br />

occorra adottare tale turno che assume così il carattere di turno tecnico, facendo,<br />

altresì, rilevare che l'esigua faggeta con il turno di 100 anni è più sicura nei riguardi della<br />

protezione del suolo, che nei riguardi della rinnovazione naturale data la migliore e<br />

maggiore produzione di seme.<br />

97


Questa compresa- pur occupando i versanti ed i crinali orografici di quattro<br />

diverse sezioni appartenenti alle località , e<br />

e va a costituire la fustaia di faggio con funzione<br />

preminentemente protettiva. Questa fustaia, di 23-67 anni, è un valido baluardo della<br />

difesa del territorio montano, assicurando una favorevole azione contro l'erosione dei<br />

valloni iemali e promuovendo una regolare regimentazione delle acque. Ed è proprio in<br />

queste località che il dissesto idrogeologico trova la sua origine riflettendosi<br />

dannosamente nel campo economico-sociale del territorio comunale. La faggeta di<br />

protezione è collocata interamente in queste aree e nelle zone più impervie, e quindi<br />

svolge prima di ogni altra la funzione preminente protettiva, specialmente nei riguardi<br />

dell’erosione del suolo. Il vincolo idrogeologico appare ricoprire l’intera superficie, ed è<br />

logico che sia così dal momento che si sta parlando di un bosco che ricopre la pendice e<br />

la sommità di un monte e che pertanto svolge importantissime ed insostituibili funzioni di<br />

trattenuta del suolo e di regimazione delle piogge. Tutto ciò è fondamentale per<br />

l’ambiente de quo dove i rilievi geologicamente recenti (vedi carta geologica allegata)<br />

sono facilmente vulnerabili all'azione delle acque meteoriche. Invece, il bosco di<br />

protezione fa da ombrello al suolo che agendo come una spugna fa defluire più<br />

lentamente e nel tempo la massa d’acqua caduta, esercitando due funzioni preminenti:<br />

quella regimante nel ciclo idrogeologico e quella vera e propria della difesa del suolo<br />

dall’erosione.<br />

Per la densità colma del bosco, salvo nei siti alti o sui crinali, si rinviene raramente la<br />

vegetazione arbustiva che comunque è rappresentata da Rosa canina, Crataegus<br />

monogyna, Sarothamnus scoparius e Rubus spp. Più frequenti sono le specie erbacee<br />

quali, ciclamino, dafne, felce, ranuncolo, senecio, aglio orsino (Allium ursinum), Vinca<br />

98


minor, quest’ultima, talvolta, se assume l’aspetto di continuo tappeto, può anche opporsi<br />

all’insediamento della rinnovazione.<br />

Vi sono inoltre anche una vastissima varietà di funghi sia velenosi sia<br />

commestibili, come le famosissime “Russole”, Russola edule, e i porcini sia neri sia<br />

comuni, Boletus aereus e Boletus edulis. Notevole importanza per l’ecologia dell’intero<br />

bosco è anche la presenza di un particolare tipo di lichene azzurro-verde Parinelia spp.,<br />

in grado di fissare l’azoto. L’ecosistema del monte Pizzone, in particolare, comprende<br />

anche numerose specie animali. Nelle zone più impervie si nascondono i piccoli<br />

mammiferi assai comuni sono il ghiro, il topo, il moscardino, il tasso, il riccio e la talpa.<br />

Presenti anche la volpe, la faina, la donnola, la puzzola e l’istrice. Interessante è anche<br />

l’avifauna. Tra i rapaci diurni e notturni notevole è la presenza della poiana, del nibbio,<br />

del gheppio, del gufo, dell’allocco, del barbagianni e della civetta. Tra gli altri volatili<br />

sono presenti l’upupa, il cuculo, lo scricciolo, il picchio ed il merlo. Tra i rettili sono<br />

presenti l’orbettino, la biscia dal collare e la velenosa vipera comune. E' da segnalare<br />

infine la presenza, sulla sommità del monte, di roccia affiorante che riveste, nell'ambito<br />

geografico della zona d'inquadramento, notevole importanza dal punto di vista<br />

geomorfologico su cui allignano, in particolare, l’Eryngium e il Cardus.<br />

Dunque anche per la faggeta in esame molte specie vegetali ed animali<br />

dipendono direttamente dal bosco come spazio vitale. Il principio dell’utilizzazione<br />

moderata e costante nel tempo garantisce la conservazione dell’ equilibrio ecologico. Si<br />

cerca percio’ di effettuare in alcune zone il trattamento dei boschi con prevalente<br />

funzione protettiva ed estetico ricreativa: la presenza di alberi, oltre che arricchire il<br />

paesaggio ne attenua la rudezza rendendo più piacevole il paesaggio della montagna<br />

Pizzone. Il giusto obiettivo di questa pianificazione è quello di riuscire ad avere foreste<br />

99


meglio differenziate in relazione alla loro vocazione, in buona salute, a forte capacità<br />

autorigenerativa, soprattutto ecologicamente molto efficienti, più naturali. Questa<br />

faggeta con il tempo produce alberi di grandi dimensioni, di ottimo portamento e quindi<br />

in definitiva con una maggiore produzione:<br />

P.lla<br />

27b<br />

28<br />

29<br />

31<br />

Altezza<br />

media<br />

m.<br />

Diametro<br />

medio<br />

m.<br />

20 0,32<br />

17 0,20<br />

16 0,20<br />

23 0,28<br />

Età<br />

al 2008<br />

67<br />

23<br />

23<br />

67<br />

Numero<br />

di alberi<br />

532<br />

975<br />

990<br />

201<br />

100<br />

Superficie<br />

netta<br />

ha<br />

0.62.56<br />

4.57.05<br />

1.83.23<br />

3.77.35<br />

Massa<br />

mc/ha<br />

225<br />

145<br />

130<br />

159<br />

Incremento<br />

medio<br />

annuo<br />

ad ettaro<br />

10.80.19<br />

Valori medi ponderati 152 5<br />

Pertanto, la classe economia “A” viene annoverata in una unica classe di feracità per la<br />

quale si è riscontrato il seguente valore di incremento medio/annuo/ettaro:<br />

Comune Incremento Medio Annuo Ettaro (mc) Classe di Feracità<br />

Monteforte Irpino (AV) 4 II<br />

Appunto per questo e per la durata del presente <strong>PAF</strong>, non si prevederà alcun intervento<br />

importante di utilizzazione considerata la principale attitudine protettiva della faggeta.<br />

2<br />

6<br />

6<br />

2


Capitolo V<br />

DESCRIZIONE PARTICELLARE E REGISTRO <strong>DI</strong> TASSAZIONE<br />

DELLA CLASSE ECONOMICA :<br />

FAGGETA <strong>DI</strong> PROTEZIONE<br />

101


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2493841<br />

N = 4526539<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 473833<br />

N = 4526533<br />

Antiche Sezioni: Scappone 4°<br />

PARTICELLA N. 27b <br />

Etimo del tópos: Luogo di festa CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Superficie totale: Ha 0.63.04 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 7<br />

Superficie boscata: Ha 0.62.56 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 67<br />

Posizione fisiografica: versante 20 (da cm.17,5 a cm.22,5) 81<br />

Altitudine media: m. 1.015 s.l.m. 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) 81<br />

Pendenza media: 43% 30 (da cm.27,5 a cm.32,5) 83<br />

Esposizione prevalente: nord 35 (da cm.32,5 a cm.37,5) 92<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo-Fagetum caldo 40 (da cm. 37,5 a cm.42,5) 49<br />

Specie prevalente: faggio 45 (da cm. 42,5 a cm.47,5) 35<br />

Specie arboree sporadiche Castagno, Ontano 50 (da cm. 47,5 a cm.52,5) 18<br />

Età media al 2008 67 anni 55 (da cm. 52,5 a cm.57,5) 11<br />

Altezza media: m. 20 60 (da cm. 57,5 a cm.62,5) 5<br />

Diametro medio: cm. 32 65 (da cm. 62,5 a cm.67,5) 3<br />

Area basimetrica totale: mq. 43<br />

Numero Totale di piante: 532<br />

Provvigione reale totale: mc. 225<br />

Viabilità forestale: ottima, strada comunale asfaltata, confinante<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Fustaia di faggio, collocata a cavaliere sulla catena del monte Faito, in gran parte di<br />

102


origine agamica in discrete condizioni di vegetazione, a densità scarsa con grado di<br />

copertura del 70%; la copertura è discontinua a causa di radura invasa da ginestre e<br />

felci. Terreno discretamente fertile, umido e profondo.<br />

Interventi nel decennio: Non si prevede alcun intervento nel corso di validità del <strong>PAF</strong>.<br />

Cavallettamento totale<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 27b<br />

AREA NETTA HA 0.62.56<br />

CAVALLETTAMENTO TOTALE<br />

ALTO FUSTO <strong>DI</strong> FAGGIO<br />

COMUNE <strong>DI</strong> MONTEFORTE IRPINO<br />

(AVELLINO)<br />

LOCALITA’ “SCAPPONE 4°”<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

10 7 0,00785 0,05495<br />

15 67 0,0176625 1,1833875<br />

20 81 0,0314 2,5434<br />

25 81 0,0490625 3,9740625<br />

30 83 0,07065 5,86395<br />

35 92 0,0961625 8,84695<br />

40 49 0,1256 6,1544<br />

45 35 0,1589625 5,5636875<br />

50 18 0,19625 3,5325<br />

55 11 0,2374625 2,6120875<br />

60 5 0,2826 1,413<br />

65 3 0,3316625 0,9949875<br />

70 0,38465 0<br />

75 0,4415625 0<br />

80 0,5024 0<br />

532 42,7373625 0,080333 0,31990 0,80<br />

103


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2494058<br />

N = 4527117<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 474050<br />

N =4527111<br />

Antiche Sezioni: Faggeta Grande<br />

PARTICELLA N. 28. <br />

Etimo del tópos: Sito utilizzato a faggio. Il nome latino del genere “Fagus” potrebbe derivare dal<br />

greco “faghein” (mangiare) per i frutti eduli di cui i maiali, i roditori sono ghiotti<br />

Superficie totale: Ha 4.58.10<br />

Superficie boscata: Ha 4.57.05<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 1.010 s.l.m.<br />

Pendenza media: 56%<br />

Esposizione prevalente: nord<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo-Fagetum caldo<br />

Specie prevalente: faggio<br />

Specie arboree sporadiche Carpino, Orniello, Ontano<br />

Età media al 2008 23 anni<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Giovane perticaia di faggio, collocata a cavaliere sul monte Faito, in gran parte di origine<br />

agamica in discrete condizioni di vegetazione, a densità normale con grado di copertura<br />

del 85% che risulta discontinua a causa di radura invasa da ginestre e felci. Terreno<br />

discretamente fertile, umido e profondo. Le operazioni di esbosco devono eseguirsi con<br />

104


muli fino alla viabilità principale, consentire l'uso di mezzi gommati solo lungo la viabilità<br />

principale.<br />

La faggeta caratterizza in modo decisivo il paesaggio ed è indiscusso il suo ruolo di<br />

salvaguardia del territorio come spazio vitale, luogo di ricreazione, ecosistema naturale<br />

e come ambito di attività economica.<br />

Interventi nel decennio: Non è prevista alcuna utilizzazione nel decennio di validità del<br />

<strong>PAF</strong>.<br />

105


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2493731<br />

N = 4527416<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 473723<br />

N = 4527410<br />

Antiche Sezioni: Faggeta Piccola<br />

PARTICELLA N. 29. <br />

Etimo del tópos: Sito utilizzato a faggio. Il nome latino del genere “Fagus” potrebbe derivare dal<br />

greco “faghein” (mangiare) per i frutti eduli di cui i maiali, i roditori sono ghiotti<br />

Superficie totale: Ha 1.83.23<br />

Superficie boscata: Ha 1.83.23<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 947 s.l.m.<br />

Pendenza media: 45%<br />

Esposizione prevalente: nord<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo-Fagetum caldo<br />

Specie prevalente: Faggio<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008 anni 23<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Novelleto di faggio in gran parte di origine agamica in discrete condizioni di vegetazione,<br />

a densità scarsa con grado di copertura del 75%; la copertura è discontinua a causa di<br />

106


adura invasa da ginestre e felci. Terreno discretamente fertile, umido e profondo,<br />

confinante con la piccola particella 30 destina a pineta artificiale.<br />

Interventi nel decennio: Non è prevista alcuna utilizzazione nel decennio di validità del<br />

<strong>PAF</strong>.<br />

107


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2493768<br />

N = 4526430<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 473760<br />

N = 4526424<br />

Località o Sezione: Pizzone<br />

Etimo del tópos: Vetta o cima<br />

Superficie totale: Ha 3.82.72<br />

PARTICELLA N. 31. <br />

Superficie boscata: Ha 3.77.35 CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Posizione fisiografica: versante 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 13<br />

Altitudine media: m. 1.040 s.l.m. 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 69<br />

Pendenza media: 43% 20 (da cm.17,5 a cm.22,5) 167<br />

Esposizione prevalente: ovest 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) 169<br />

Zona fitoclimatica: Fagetum 30 (da cm.27,5 a cm.32,5) 187<br />

Specie prevalente: Faggio di alto fusto 35 (da cm. 32,5 a cm.37,5) 89<br />

Specie arboree sporadiche ontano, cerro 40 (da cm. 37,5 a cm.42,5) 34<br />

Età media al 2008 67 45 (da cm. 42,5 a cm.47,5) 17<br />

Densità: buona 50 (da cm. 47,5 a cm.52,5) 12<br />

Altezza media: m. 19 55 (da cm. 52,5 a cm.57,5) 3<br />

Diametro medio: cm. 28 70 (da cm. 67,5 a cm.72,5) 1<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 12<br />

Area basimetrica totale: mq. 47<br />

Numero Totale di piante : 761<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 159<br />

Provvigione reale totale: mc. 601<br />

108


Viabilità forestale: ottima, strada comunale asfaltata, confinante<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

La peculiarità morfologica ed orografica di questa particella è di possedere la cima più<br />

alta dell’intero tenimento comunale, m. 1.109 s.l.m., che presenta un fianco fortemente<br />

rialzato tanto da formare una barriera incombente sulla zona circostante, donde la<br />

denominazione di Pizzone. Dalla vetta del Monte Faggeto possiamo osservare il cuore<br />

di tutto il gruppo montuoso.<br />

La formazione principale è costituita da una fustaia adulta di faggio (Fagus sylvatica) a<br />

densità buona e con grado di copertura del 90% a cui, si associa, nei siti più freschi ed<br />

ombrosi, il Tasso (Taxus baccata) e nei luoghi più umidi e meno elevati l'Ontano<br />

Napoletano (Alnus cordata). Percorrendo la sezione, all'ombra dei faggi, è facile trovare<br />

l'Agrifoglio (Ilex aquifolium). Nella fascia alta della particella il faggio stesso si spinge a<br />

coprire anche la fascia sommitale dove assume un aspetto estremamente tormentato a<br />

causa dell’azione violenta del vento principalmente ma anche della neve e della<br />

galaverna. Comunque il faggio tende a formare boschi pressoché puri con copertura<br />

colma, creando un ambiente poco favorevole per lo sviluppo del sottobosco, sia a livello<br />

di strato erbaceo che arbustivo. La copertura arbustiva è piuttosto scarsa con qualche<br />

rovo.Terreno abbastanza evoluto nella parte bassa e nelle vallecole con tappeto erboso<br />

cosparso di Asperula. Le condizioni fitosanitarie sono buone. Il portamento è normale.<br />

La particella è attraversata da strada asfaltata che conduce alla torre di controllo della<br />

Società Autostradale e all’antenna della Polizia di Stato. Gli interventi eseguiti in<br />

precedenza sono rappresentati da leggero diradamento attuato nel 1984-85.<br />

Interventi nel decennio: Non è prevista alcuna utilizzazione nel decennio.<br />

109


Cavallettamento totale<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 31<br />

AREA NETTA HA 3.77.35<br />

CAVALLETTAMENTO TOTALE<br />

ALTO FUSTO <strong>DI</strong> FAGGIO<br />

COMUNE <strong>DI</strong> MONTEFORTE IRPINO<br />

(AVELLINO)<br />

LOCALITA’ “PIZZONE”<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di piante Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

5 0,0019625 0<br />

10 13 0,00785 0,10205<br />

15 69 0,0176625 1,2187125<br />

20 167 0,0314 5,2438<br />

25 169 0,0490625 8,2915625<br />

30 187 0,07065 13,21155<br />

35 89 0,0961625 8,5584625<br />

40 34 0,1256 4,2704<br />

45 17 0,1589625 2,7023625<br />

50 12 0,19625 2,355<br />

55 3 0,2374625 0,7123875<br />

60 0,2826 0<br />

65 0,3316625 0<br />

70 1 0,38465 0,38465<br />

75 0,4415625 0<br />

761 47,0509375 0,061828 0,28064 0,79<br />

110


VI. 1. Descrizione.=<br />

CAPITOLO VI<br />

<strong>ASSESTAMENTO</strong> DELLA CLASSE ECONOMICA B:<br />

CEDUI <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Il ceduo di castagno (Castanea sativa Mill.) rappresenta per il territorio di<br />

Monteforte Irpino una importante risorsa economica ed ambientale per le vaste aree<br />

montane. Difatti il crescente costo delle fonti energetiche tradizionali e la precarietà del<br />

loro approvvigionamento, nonché il miglioramento tecnologico e gli incentivi a favore<br />

delle fonti energetiche alternative, hanno portato un notevole incremento della domanda<br />

di legna come combustibile. L’interesse verso questo prodotto riguarda principalmente i<br />

proprietari privati, ma anche quelli pubblici, stimolati a trovare nuove fonti di entrata e<br />

riduzioni di spesa a seguito dei pesanti tagli ai trasferimenti di fondi dalla Regione e<br />

dallo Stato.<br />

Dai rilievi eseguiti risulta che, alla data della presentazione della presente revisione<br />

dell'ex-Piano Economico, i cedui di castagno occupano nel Comune di Monteforte un<br />

territorio della estensione netta di ettari 420.95.90 pari al 97% dell'intera area boscata<br />

del demanio comunale. Ciò mette in risalto che si ottengono assortimenti di qualità<br />

(ottime caratteristiche meccaniche, tecnologiche, ecologiche, estetiche), rispondenti alle<br />

attuali esigenze del mercato, perchè da questo dipende la spinta al miglioramento e<br />

perfezionamento delle tecniche selvicolturali tradizionali finora applicate.<br />

Il castagno è certamente tra le specie che più si adattano alla forma di governo a<br />

ceduo, come è dimostrato dalla longevità delle ceppaie, dalla abbondante e rapida<br />

emissione di polloni, dotati di grande vigoria vegetativa e dalla notevole densità che<br />

esso può mantenere. Qui sui monti montefortesi il castagno trova poi ottime condizioni<br />

di clima e di suolo per una rigogliosa vegetazione. Con la forma a ceduo il castagno non<br />

111


soggiace alla malattia dell'inchiostro ed è poco attaccato dal cancro della corteccia,<br />

malattia che risulta nella zona in fase di netta regressione. Inoltre, tra i numerosi tipi di<br />

boschi a taglio periodico destinati a riprodursi per via agamica, il ceduo di castagno è<br />

indubbiamente quello che fornisce ancora i prodotti di maggior valore ed i redditi più<br />

convenienti. Anche i cedui di ontano nero e di qualche altra latifoglia del luogo<br />

forniscono assortimenti di particolare pregio commerciale, ma la loro estensione è<br />

scadente e non vengono presi in considerazione nemmeno dalla statistica forestale. Ciò<br />

a prescindere dal fatto che qualche tipo di bosco atto a produrre legno da lavoro come,<br />

ad esempio, il ceduo di ontano, non ha più l'importanza di un tempo e, perciò, va<br />

gradualmente scomparendo.<br />

Invece, sotto l'aspetto economico il ceduo di castagno fornisce, con turni relativamente<br />

brevi, incrementi elevati, sconosciuti, come dice il prof. Patrone, ad altri tipi di bosco, ed<br />

una serie di assortimenti pregiati tuttora molto richiesti sul mercato. Dai cedui di<br />

castagno un tempo si ricavava principalmente carbone; altri assortimenti come paleria<br />

per viticoltura, per attrezzi agricoli, ecc., rappresentano una modestissima percentuale e<br />

trovano per lo più uso locale. Oggi la produzione del ceduo è destinata quasi<br />

esclusivamente alla paleria. In tal senso gli assortimenti che si possono ritrarre dai cedui<br />

di castagno sono molti, ma variabili a seconda delle richieste di mercato. Localmente i<br />

principali assortimenti sono: a> pali da vite uso vitigni Fiano, Greco di Tufo e Taurasi,<br />

vini a D.O.C.G., e per floricoltura; b> puntoni per filari, per staccionature; c> puntelli da<br />

miniera; d> paleria per industrie dell'imballaggio. Molto richiesto dalle industrie locali di<br />

trasformazione è il "tondame da trancia" intendendo con tale denominazione quei fusti<br />

atti a fornire con vera tranciatura sottili piallacci per decorazione, copertura di<br />

compensato di pioppo, di pannelli di truciolati per porte piane, mobili, ecc. Altro<br />

112


assortimento di modeste dimensioni fornito dai cedui di castagno è il "materiale di<br />

spacco" destinato essenzialmente alla fabbricazione di ceste e recipienti vari da imballo<br />

di cui nel passato si faceva gran consumo per il trasporto dei prodotti ortofrutticoli.<br />

L'artigianato relativo ebbe a suo tempo, e particolarmente nei primi lustri del secolo, un<br />

rigoglioso fiorire, ma è attualmente soppiantato in pieno dal più economico cassettame e<br />

dai vari contenitori di plastica. Dunque: il castagno è certo la specie legnosa indigena od<br />

ecotipo che offre la gamma più estesa di applicazioni da lavoro o da opera del suo<br />

legno, dall'età 1 o 2 anni a quella secolare, in tal senso essa può ben dirsi unica. Infatti,<br />

nell'ambito dei cedui atti alla produzione di assortimenti da lavoro e alla produzione di<br />

combustibile, il ceduo di castagno, sembra che usufruisca di condizioni stazionali<br />

favorevoli, è fra quelli che sono in grado di realizzare incrementi legnosi annui medi per<br />

ettaro di buona elevatezza, incrementi unitari che possono raggiungere punte dell'ordine<br />

di 15-20 metri cubi. Tutto ciò spiega il motivo del buon favore che i cedui di castagno<br />

hanno incontrato in ogni tempo fra i boscaioli.<br />

VI. 2. Il trattamento e il turno.<br />

Il ceduo di castagno, dotato di grandi potenzialità, può essere trattato coi turni più<br />

diversi, dai più brevi ai più lunghi, senza che con ciò il proprio vigore vegetativo subisca<br />

nessuna alterazione. In generale nel bosco ceduo di castagno non vengono effettuati<br />

interventi colturali come sfolli o diradi, ma si effettua il taglio raso con turno di 12 anni,<br />

rilasciando 60 matricine ad ettaro previsto dall’art. 24 delle "Prescrizioni di Massima e di<br />

Polizia Forestale" e come propone lo stesso Settore per il Piano Forestale Generale.<br />

D'altra parte il turno dei tagli previsto dalle "Prescrizioni di Massima e di Polizia<br />

Forestale" nella Provincia di Avellino per i boschi cedui di castagno non può essere<br />

inferiore ai 12 anni e corrisponde al turno tecnico, il quale consente la maggiore<br />

113


produzione in volume o in numero di assortimenti, quali paleria per usi agricoli e doghe<br />

da botte e tavolame. Chiaramente, questa maturità, basandosi sulle peculiarità<br />

merceologiche dei prodotti, anche se prescinde dal giudizio di convenienza, in un certo<br />

senso si avvicina alla categoria del turno economico, in quest'ultimo il ciclo produttivo<br />

rende massimo il reddito fondiario del bosco assestato a produzione annua.<br />

Il presente <strong>PAF</strong> non può che proporre lo stesso turno tecnico di anni 12 che<br />

prevede l'art. 56 delle Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale della Provincia di<br />

Avellino che recita:. Pertanto, oltreché ineccepibile selvicolturalmente,<br />

non vi sono osservazioni particolari da fare e così viene adottato come per il Piano<br />

Economico scaduto, anche nella presente revisione del Piano Assestamento Forestale,<br />

il turno dei tagli ogni 12 anni. Infatti le piante di castagno sono molto redditizie<br />

economicamente fino ad una certa età (12 anni), mentre con l’invecchiamento, spesso<br />

la pianta è soggetta all’attacco di patogeni e alla cosiddetta “cipollatura” fattori che<br />

compromettono la vitalità e la produttività del bosco, nonché scadimento delle qualità<br />

merceologiche del legname. Così si terrà conto degli elementi che "nell'azienda<br />

forestale" vanno guardati e studiati con attenzione che facilitano un confronto tra utile<br />

della trasformazione e reddito del capitale; ossia, non potrà non tenersi nella debita<br />

considerazione la lunghezza dei dodici anni nel turno dei tagli, la estensione consentita<br />

nei tagli e i tipi di tagli da effettuare che sono posti in relazione con la compatibilità delle<br />

funzioni di conservazione dell’avifauna, paesaggistiche, di difesa dell'ambiente e del<br />

suolo che assolve il bosco. In questa prospettiva il turno dodicennale dei tagli si rivela di<br />

grande utilità perché favorisce lo sfruttamento razionale del bosco che mantenga, ad un<br />

tempo, la tutela idrogeologica ed ambientale e persegua una finalità produttivistica,<br />

114


capace di creare nuova ricchezza.<br />

VI. 3. Ripresa.<br />

Nel presente Piano di Assestamento Forestale la ripresa rappresenta la quantità<br />

di utilizzazioni legnose previste per il turno dodicennale del ceduo di castagno.<br />

L’assestamento si basa, trattandosi di un ceduo, sul metodo planimetrico, ossia sulla<br />

cosiddetta ripresa planimetrica che individua la superficie da interessare con gli<br />

interventi selvicolturali indicati dal Piano di Assestamento Forestale: ciò vuol dire che ad<br />

ogni ripresa corrisponde una certa massa legnosa da asportare.<br />

Pertanto, la ripresa planimetrica (Rp), data la superficie boscata (S) di ha 420.95 ed il<br />

turno (T) di anni 12, risulta:<br />

Rp = S/T = ha 420.95/12 = ha , in cifra tonda ha 35.<br />

Una tale ripresa assicurerebbe un taglio non solo annuo ma anche, in termini di<br />

superficie, pressoché costante e soddisfacente ai fini della normalizzazione delle classi<br />

cronologiche. Pertanto il piano dei tagli sarebbe stato studiato in modo da percorrere<br />

annualmente una estensione di bosco quasi uguale; ma purtroppo per il bosco ceduo di<br />

Monteforte Irpino, per ragioni squisitamente selvicolturali e contingenti la ripresa<br />

planimetrica teorica si discosta da quella reale. Infatti nel presente caso il bosco della<br />

classe economica B “ceduo di castagno” non si trova in una situazione di normalità<br />

planimetrica, essendo costituito da un numero di particelle avente una superficie molto<br />

diversa tra loro, né sono ipotizzabili variazioni del numero e delle superfici delle sezioni,<br />

poiché in tal modo verrebbero meno alcuni dei presupposti importanti nella costituzione<br />

del particellare (soprassuolo omogeneo, estensioni medie, confini naturali). Tuttavia<br />

nella formulazione del piano dei tagli si è cercato di avvicinare il più possibile la<br />

115


situazione reale a quella normale nel corso della validità dello stesso piano. Inoltre, non<br />

va dimenticata l’esigenza di evitare l’ulteriore invecchiamento del soprassuolo che<br />

potrebbe compromettere la facoltà pollonifera. Dal Piano dei Tagli si rileva:<br />

a> che si è cercato di sottoporre a taglio definitivo le particelle della stessa classe di<br />

feracità in modo da avere una perdita finanziaria minima;<br />

b> che la norma della indipendenza delle tagliate in rapporto alle vie di smacchio e di<br />

trasporto dei prodotti è stata sempre osservata;<br />

c> che la regola della saltuarietà delle prese è stata tenuta presente in quanto una volta<br />

realizzata può venire mantenuta stabile nel tempo;<br />

d> che ha previsto la conversione del ceduo di castagno in castagneto da frutto delle<br />

particelle 1a – 1b – 2 – 3 – 44 – 45 – 46 – 47 – 48 – 49 e 50 di cui alla tabella n. 12;<br />

e> che è stato previsto anche il Piano dei Tagli per il decennio successivo a quello di<br />

validità (2012-2021) decorrente dal 2022 al 2031 in cui è stata ricalcolata la ripresa<br />

planimetrica decennale normale di 347 ettari (Rp = S/T = ha 347/12 = 28,91 ha, in cifra<br />

tonda ha 29) dalla quale è scaturita una ripresa planimetrica annua di 29 ha.In pratica la<br />

ripresa planimetrica annuale reale non si discosta abbastanza da quella normale.<br />

La classe economia “B” viene ascritta in una unica classe di feracità per la quale<br />

si è riscontrato il seguente valore di incremento medio/annuo/ettaro:<br />

Comune Incremento Medio Annuo Ettaro (mc) Classe di Feracità<br />

Monteforte Irpino 12 II<br />

116


L’analisi per determinare l’incremento medio annuo ad ettaro scaturisce dalla seguente<br />

tabella n. 11:<br />

superficie altezza diametro numero di incremento<br />

p.lla netta media medio età alberi ad mc./ha medio annuo<br />

ha m. m. al 2008 ha ha<br />

1a 7,2966 10 0,09 10 4066 137 14<br />

3 5,5504 12 0,10 10 4136 145 15<br />

6 9,3677 13 0,15 16 2430 192 12<br />

7 9,2029 11 0,10 12 4700 211 18<br />

8 8,6363 13 0,15 16 2692 223 14<br />

11 10,8766 11 0,11 18 3017 139 8<br />

16 8,1701 12 0,08 9 4959 144 16<br />

19 4,3066 16 0,15 31 2823 377 12<br />

21 10,0849 7 0,07 6 4338 65 11<br />

24 9,2895 11 0,12 18 3779 204 11<br />

25 16,4324 14 0,15 30 2964 318 11<br />

26 16,0300 16 0,14 30 2532 226 8<br />

27a 20,0802 16 0,16 30 1833 237 8<br />

36 5,5379 16 0,10 15 3904 162 11<br />

37 10,7569 16 0,12 17 3837 228 13<br />

40a 6,6389 7 0,08 4 5459 161 40<br />

40b 1,3385 9 0,09 10 3400 116 12<br />

41 14,9823 12 0,10 16 4485 173 11<br />

43 13,9648 7 0,07 8 3686 85 11<br />

48 4,9583 6 0,07 6 2895 61 10<br />

51 15,0620 15 0,17 28 1437 214 8<br />

valori medi ponderati 191 12<br />

117


Tabella n. 12. - Conversione di bosco ceduo in castagneto da frutto:<br />

Superficie Superficie Superficie Conversione Stagione<br />

Particella Denominazione Totale Netta Tare in Silvana<br />

m² m² m² Castagneto da frutto anno<br />

1a Papaioni 75.084 72.966 2.118 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO 2013<br />

1b Maggeselle 49.842 49.491 351 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO 2013<br />

2 Breccelle 72.098 71.479 619 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO 2012<br />

3 Cirasiello I 56.596 55.504 1.092 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO 2014<br />

44 Piccola Macchia VB 104.519 103.229 1.290 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO 2012<br />

45 Alano 34.325 33.392 933 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO 2019<br />

46 Fascia Vallicelle 101.112 99.869 1.243 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO 2020<br />

47 Valle Beatrice 27.903 27.443 460 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO 2019<br />

48 Macchia Vallicelle 49.583 49.583 - CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO 2017<br />

49 Piana Vallicelle 49.436 48.120 1.316 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO 2023<br />

50 Vallicelle 129.750 129.182 568 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO 2022<br />

m² 750.248 740.258 9.990<br />

TOTALI ettari 75.02.48 74.02.58 0.99.90<br />

Riassumendo quanto elaborato, si può definire il bosco ceduo di proprietà del<br />

Comune di Monteforte con i seguenti parametri:<br />

1. è stata stimata una provvigione media ponderata pari a mc 191;<br />

2. l'incremento medio del complesso forestale è stimato pari a mc 12<br />

medio/annuo/ettaro;<br />

3. il trattamento prescritto prevede un taglio a raso con turno di 12 anni;<br />

4. si dovranno riservarsi al taglio numero 60 (sessanta) matricine ad ettaro, favorendo e<br />

conservando la biodiversità e rilasciare 5 piante mediamente per ettaro, comprese<br />

tra le 50, per assicurare l’invecchiamento a tempo indefinito;<br />

5. la pianta matricina deve essere bene equilibrata, vitale, in grado di produrre seme in<br />

abbondanza.<br />

6. favorire i processi di naturale invecchiamento di quegli alberi che possono ricoprire<br />

particolari piccoli habitat di conservazione della biodiversità (piante cave per<br />

nidificazione, necromassa colonizzata da insetti);<br />

118


7. nella classe economica “B” sono state effettuate n. 80 aree di saggio;<br />

8. per il calcolo dei volumi della massa è stata utilizzata, tra l’altro, oltre alla procedura<br />

degli alberi modelli, la tavola dendrometrica locale ad una sola entrata dei cedui di<br />

castagno dei boschi del Comune di Bracigliano in provincia di Salerno, limitrofo con<br />

la provincia di Avellino, che è stata adottata anche per i boschi demaniali del<br />

Comune di Forino 13 , del Comune di Contrada 14 e del Comune di Avellino<br />

(Montevergine). E’stata costruita anche la curva ipsometrica per via analitica.<br />

Comune di Bracigliano (SA)<br />

(Piano di Assestamento – dodicennio 1953-1964)<br />

Tavola dendrometrica locale<br />

ad una sola entrata delle matricine dei cedui di Castagno<br />

prof. R. Castellani<br />

Diam. a m. 1,30 Altezza Volume<br />

cm. m. mc.<br />

8 6,0 0,019<br />

9 6,5 0,027<br />

10 7,5 0,038<br />

11 8,3 0,051<br />

12 8,8 0,065<br />

13 9,4 0,080<br />

14 9,9 0,096<br />

15 10,4 0,113<br />

16 10,9 0,131<br />

17 11,3 0,150<br />

18 11,6 0,169<br />

19 11,9 0,189<br />

20 12,2 0,209<br />

21 12,5 0,230<br />

22 12,7 0,251<br />

23 12,9 0,273<br />

24 13,0 0,295<br />

13 Piano di Assestamento Forestale valevole per il decennio 2002-2011 redatto dallo scrivente<br />

14 Piano di Assestamento Forestale valevole per il decennio 2003-2012 redatto dallo scrivente<br />

119


La rispondenza di tali rilievi con quelli del presente <strong>PAF</strong> è risultata aderente, idonea e<br />

confacente, pur non ignorando l’influsso che sui dati di massa hanno anche le altre<br />

entità dendrometriche. Comunque i parametri dendrometrici sono stati precisati in<br />

dettaglio nelle schede dei rilievi di campagna in cui sono state rilevate le aree<br />

basimetriche unitarie, aree basimetriche totali, area basimetrica media e diametro<br />

medio;<br />

9. è prevista la conversione di ha 75 di ceduo di castagno in castagneto da frutto.<br />

Curva ipsometrica della Classe Economica B: Ceduo di castagno<br />

120


Come si può notae l'R² della formula è 0.62. Questo significa che la regressione coglie<br />

più del 50% della variabilità complessiva, quindi la curva presenta buone potenzialità di<br />

stima.<br />

Per i cedui l’esbosco dovrà essere condotto mediante muli fino alla viabilità<br />

principale, riducendo al massimo l’ingresso in bosco di mezzi meccanici e l’apertura di<br />

piste ed evitando nel modo più assoluto l’avvallamento libero. La ripartizione dei cedui<br />

castanili per particelle forestali è riportata nelle seguenti due tabelle:<br />

Tabella n. 13 -Elencazione Particelle Classe Economica B “Bosco Ceduo di Castagno”<br />

Superficie Superficie Superficie<br />

Particella Denominazione Totale Netta Tare Coltura<br />

m² m² m²<br />

1a Papaioni 75.084 72.966 2.118 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

1b Maggeselle 49.842 49.491 351 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

2 Breccelle 72.098 71.479 619 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

3 Cirasiello I 56.596 55.504 1.092 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

4 Cirasiello II e III 137.459 134.983 2.476 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

5 Pantano 83.314 80.882 2.432 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

6 Rialturi 98.205 93.677 4.528 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

7 Esca I 95.412 92.029 3.383 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

8 Esca II 90.559 86.363 4.196 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

9 Esca II 65.740 64.874 866 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

10 Esca IV 114.421 110.929 3.492 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

11 Esca V 111.614 108.766 2.848 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

12 Esca V I 67.021 64.754 2.267 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

13 Fascia d'Alano 78.431 67.523 10.908 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

14 Boschitiello 115.722 101.963 13.759 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

15 Conciaturo 86.627 81.570 5.057 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

16 Costa Varvante 94.880 81.701 13.179 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

18 Valloncelloscuro 114.045 111.574 2.471 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

19 Sicurano Bruciato 43.381 43.066 315 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

20 Valle Olmo 25.636 25.020 616 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

21 Sicurano 102.101 100.849 1.252 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

22 Escolella 1° 30.146 29.49 6 650 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

23 Centapparte 88.653 87.070 1.583 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

24 Scappone 1° 94.063 92.895 1.168 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

25 Scappone 2° 164.978 164.324 654 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

26 Scappone 3° 164.935 160.300 4.635 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

27a Scappone 4° 209.496 200.802 8.694 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

1° Totale parziale m² 2.530.459<br />

2.434.850 95.609<br />

121


Tabella n. 14 -Elencazione Particelle Classe Economica B “Bosco Ceduo di Castagno”<br />

Superficie Superficie Superficie<br />

Particella Denominazione Totale Netta Tare Coltura<br />

m² m² m²<br />

Riporto 2.530.459 2.434.850 95.609<br />

32 Vallottola del Totaro 12.750 12.467 283 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

33 Pepera 42.785 41.488 1.297 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

34a Vallone Melo 1° 136.415 132.885 3.530 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

34b Vallone del Melo<br />

12.061 12.061 - CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

35 Vallone del Melo 2° 13.585 12.758 827 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

36 Gaudi 57.956 55.379 2.577 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

37 Ripa IV 110.090 107.569 2.521 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

38 Ripa I e II 113.153 109.449 3.704 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

39 Ripa I 116.006 115.180 826 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

40a Macchia Pentillo 67.142 66.389 753 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

40b Macchia Pentillo 13.385 13.385 - CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

40d Macchia Pentillo 1.234 1.234 - CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

41 Rialto I 159.033 149.823 9.210 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

42 Rialto II 78.561 76.498 2.063 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

43 Macchiagrande 140.149 139.648 501 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

44 Piccola Macchia V.B. 104.519 103.229 1.290 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

45 Alano 34.325 33.392 933 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

46 Fascia Vallicelle 101.112 99.869 1.243 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

47 Valle Beatrice 27.903 27.443 460 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

48 Macchia Vallicelle 49.583 49.583 - CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

49 Piana Vallicelle 49.436 48.120 1.316 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

50 Vallicelle 129.750 129.182 568 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

51 Carrafone 152.269 150.620 1.649 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

52 San Giovanni 13.650 13.650 - CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

54 Bosco 27.310 26.842 468 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

55 Pastelle 34.473 34.473 - CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

56 Calverine 7.494 7.494 - CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

57 Dietrosanti 4.822 4.627 195 CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

2° Totale parziale m² 1.810.951 1.774.737 36.214<br />

BOSCO CEDUO<br />

Superficie Totale<br />

m² 4.341.410 4.209.587 131.823<br />

Totale ettari 434.14.10 420.95.87 13.18.23<br />

122


Con le premesse appena enunciate sono scaturiti i seguenti “Piano dei Tagli”:<br />

<strong>PIANO</strong> <strong>DEI</strong> TAGLI DELLA CLASSE ECONOMICA “B”:<br />

BOSCO CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Prospetto indicativo del Piano dei Tagli decennio: 2012-2021<br />

ANNO SUPERFICIE ETA' TIPO<br />

DEL LOCALITA' P.LLA Totale Netta AL <strong>DI</strong><br />

TAGLIO ha ha TAGLIO INTERVENTO<br />

2012 Breccelle 2 7.20.98 7.14.79 7<br />

Taglio finalizzato alla riconversione<br />

del ceduo in castagneto da frutto<br />

Taglio a raso con riserva di n. 60<br />

Esca V 11 11.16.14 10.87.66 21 matricine ad ettaro<br />

Sicurano Bruciato 19 4.33.81 4.30.66 34 Idem come la particella 11<br />

Piccola Macchia V.B. 44 10.45.19 10.32.29 4 Idem come la particella 2<br />

33.1613 32.65.40<br />

2013 Papaioni 1a 7.50.84 7.29.66 14 Idem come la particella 2<br />

Maggeselle 1b 4.98.42 4.94.91 6 Idem come la particella 2<br />

Esca II 8 9.05.59 8.63.63 20 Idem come la particella 11<br />

Rialto I 41 15.90.33 14.98.23 20 Idem come la particella 11<br />

37.45.18 35.86.43<br />

2014 Cirasiello I 3 5.65.96 5.55.04 15 Idem come la particella 2<br />

Rialturi 6 9.82.05 9.36.77 21 Idem come la particella 11<br />

Scappone 1° 24 9.40.63 9.28.95 23 Idem come la particella 11<br />

Pepera 33 4.27.85 4.14.88 45 Idem come la particella 11<br />

Gaudi 36 5.79.56 5.53.79 20 Idem come la particella 11<br />

Macchia Pentillo 40b 1.33.85 1.33.85 15 Idem come la particella 11<br />

36.29.90 35.23.28 Idem come la particella 11<br />

2015 Esca I 7 9.54.12 9.20.29 18 Idem come la particella 11<br />

Costa Varvante 16 9.48.80 8.17.01 15 Idem come la particella 11<br />

Macchiagrande 43 14.01.49 13.96.48 14 Idem come la particella 11<br />

Calverine 56 74.94 74.94 16 Idem come la particella 11<br />

33.79.35 32.08.72<br />

2016 Conciaturo 15 8.66.27 8.15.70 16 Idem come la particella 11<br />

Escolella 1° 22 3.01.46 2.94.96 14 Idem come la particella 11<br />

Scappone 4° 27a 20.94.96 20.08.02 37 Idem come la particella 11<br />

Pastelle 55 3.44.73 3.44.73 17 Idem come la particella 11<br />

36.07.42 '34.63.41<br />

123


<strong>PIANO</strong> <strong>DEI</strong> TAGLI DELLA CLASSE ECONOMICA “B”:<br />

BOSCO CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Prospetto indicativo del Piano dei Tagli decennio : 2012-2021<br />

ANNO SUPERFICIE ETA' TIPO<br />

DEL LOCALITA' P.LLA Totale Netta AL <strong>DI</strong><br />

TAGLIO ha ha TAGLIO INTERVENTO<br />

2017 Boschitiello 14 11.57.22 10.19.63 14 Idem come la particella 11<br />

Scappone 2° 25 16.49.78 16.43.24 38 Idem come la particella 11<br />

Macchia Vallicelle 48 4.95.83 4.95.83 14 Idem come la particella 2<br />

San Giovanni 52 1.36.50 1.36.50 14 Idem come la particella 11<br />

Dietrosanti 57 0.48.22 0.46.27 14 Idem come la particella 11<br />

34.87.55 33.41.47<br />

2018 Cirasiello II e III 4 13.74.59 13.49.83 14 Idem come la particella 2<br />

Esca V I 12 6.70.21 6.47.54 14 Idem come la particella 11<br />

Vallone Melo 1° 34a 13.64.15 13.28.85 14 Idem come la particella 11<br />

34.08.95 33.26.22<br />

2019 Valle Olmo 20 2.56.36 2.50.20 14 Idem come la particella 2<br />

Scappone 3° 26 16.49.35 16.03.00 40 Idem come la particella 11<br />

Macchia Pentillo 40a 6.71.42 6.63.89 14 Idem come la particella 11<br />

Macchia Pentillo 40d 0.12.34 0.12.34 14 Idem come la particella 11<br />

Alano 45 3.43.25 3.33.92 15 Idem come la particella 2<br />

Valle Beatrice 47 2.79.03 2.74.43 15 Idem come la particella 2<br />

Bosco 54 2.73.10 2.68.42 14 Idem come la particella 11<br />

34.84.85 34.06.20<br />

2020 Pantano 5 8.33.14 8.08.82 14 Idem come la particella 11<br />

Valloncelloscuro 18 11.40.45 11.15.74 14 Idem come la particella 11<br />

Centapparte 23 8.86.53 8.70.70 14 Idem come la particella 11<br />

Fascia Vallicelle 46 10.11.12 9.98.69 15 Idem come la particella 2<br />

38.71.24 37.93.95<br />

2021 Esca II 9 6.57.40 6.48.74 14 Idem come la particella 11<br />

Fascia d'Alano 13 7.84.31 6.75.23 14 Idem come la particella 11<br />

Sicurano 21 10.21.01 10.08.49 18 Idem come la particella 11<br />

Ripa I e II 38 11.31.53 10.94.49 14 Idem come la particella 11<br />

35.94.25 34.26.95<br />

124


<strong>PIANO</strong> <strong>DEI</strong> TAGLI DELLA CLASSE ECONOMICA “B”:<br />

BOSCO CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Prospetto indicativo del Piano dei Tagli decennio : 2022-2031<br />

ANNO SUPERFICIE ETA' TIPO<br />

DEL LOCALITA' P.LLA Totale Netta AL <strong>DI</strong><br />

TAGLIO ha Ha TAGLIO INTERVENTO<br />

2022 Vallottola del Totaro 32 1.27.50 1.24.67 14 Idem come la particella 11<br />

Vallone del Melo 34b 1.20.61 1.20.61 15 Idem come la particella 11<br />

Vallone del Melo 2° 35 1.35.85 1.27.58 15 Idem come la particella 11<br />

Rialto II 42 7.85.61 7.64.98 14 Idem come la particella 11<br />

Vallicelle 50 12.97.50 12.91.82 15 Idem come la particella 2<br />

24.67.07 24.29.66<br />

2023 Esca IV 10 11.44.21 11.09.29 16 Idem come la particella 11<br />

Ripa I 39 11.60.06 11.51.80 16 Idem come la particella 11<br />

Piana Vallicelle 49 4.94.36 4.81.20 16 Idem come la particella 2<br />

27.98.63 27.42.29<br />

2024 Esca V 11 11.16.14 10.87.66 12<br />

Taglio a raso con riserva di n. 60<br />

matricine ad ettaro<br />

Sicurano Bruciato 19 4.33.81 4.30.66 12 Idem come la particella 11<br />

Carrafone 51 15.22.69 15.06.20<br />

30.72.64 30.24.52<br />

12 Idem come la particella 11<br />

2025 Ripa IV 37 11.00.90 10.75.69 13 Idem come la particella 11<br />

Rialto I 41 15.90.33 14.98.23 12 Idem come la particella 11<br />

26.91.23 25.73.92<br />

2026 Rialturi 6 9.82.05 9.36.77 12 Idem come la particella 11<br />

Scappone 1° 24 9.40.63 9.28.95 12 Idem come la particella 11<br />

Pepera 33 4.27.85 4.14.88 12 Idem come la particella 11<br />

Gaudi 36 5.79.56 5.53.79 12 Idem come la particella 11<br />

Macchia Pentillo 40b 1.33.85 1.33.85 12 Idem come la particella 11<br />

30.63.94 29.68.24<br />

2027 Esca II 8 9.05.59 863.63 14 Idem come la particella 11<br />

Costa Varvante 16 9.48.80 817.01 12 Idem come la particella 11<br />

Macchiagrande 43 14.01.49 1396.48 12 Idem come la particella 11<br />

Calverine 56 0.74.94 0.74.94 12 Idem come la particella 11<br />

33.30.82 31.52.06<br />

125


<strong>PIANO</strong> <strong>DEI</strong> TAGLI DELLA CLASSE ECONOMICA “B”:<br />

BOSCO CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Prospetto indicativo del Piano dei Tagli decennio: 2022-2031<br />

ANNO SUPERFICIE ETA' TIPO<br />

DEL LOCALITA' P.LLA Totale Netta AL <strong>DI</strong><br />

TAGLIO ha ha TAGLIO INTERVENTO<br />

2028 Conciaturo 15 8.66.27 8.15.70 12 Idem come la particella 11<br />

Escolella 1° 22 3.01.46 2.94.96 12 Idem come la particella 11<br />

Scappone 4° 27a 20.94.96 20.08.02 12 Idem come la particella 11<br />

32.62.69 31.18.68<br />

2029 Esca I 7 9.54.12 9.20.29 14 Idem come la particella 11<br />

Scappone 2° 25 16.49.79 16.43.24 12 Idem come la particella 11<br />

San Giovanni 52 1.36.50 1.36.50 12 Idem come la particella 11<br />

Pastelle 55 3.44.73 3.44.73 13 Idem come la particella 11<br />

Dietrosanti 57 0.48.22 0.46.27 12 Idem come la particella 11<br />

31.33.36 30.91.03<br />

2030 Cirasiello II e III 4 13.74.59 13.49.83 12 Idem come la particella 11<br />

Esca V I 12 6.70.21 6.47.54 12 Idem come la particella 11<br />

Boschitiello 14 11.57.22 10.19.63 13 Idem come la particella 11<br />

32.02.02 30.17.00 Idem come la particella 11<br />

2031 Valle Olmo 20 2.56.36 2.50.20 12 Idem come la particella 11<br />

Vallone Melo 1° 34a 13.64.15 13.28.85 13 Idem come la particella 11<br />

Macchia Pentillo 40a 6.71.42 6.63.89 12 Idem come la particella 11<br />

Macchia Pentillo 40d 0.12.34 0.12.34 12 Idem come la particella 11<br />

23.04.27 22.55.28<br />

126


<strong>PIANO</strong> <strong>DEI</strong> TAGLI DELLA CLASSE ECONOMICA “B”:<br />

BOSCO CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Prospetto indicativo del Piano dei Tagli quadriennio: 2032-2035<br />

ANNO SUPERFICIE ETA' TIPO<br />

DEL LOCALITA' P.LLA Totale Netta AL <strong>DI</strong><br />

TAGLIO ha ha TAGLIO INTERVENTO<br />

2032 Pantano 5 8.33.14 8.08.82 12 Idem come la particella 11<br />

Valloncelloscuro 18 11.40.45 11.15.74 12 Idem come la particella 11<br />

Centapparte 23 8.86.53 8.70.70 12 Idem come la particella 11<br />

Bosco 54 2.73.10 2.68.42 13 Idem come la particella 11<br />

31.33.22 30.63.68<br />

2033 Fascia d'Alano 13 7.84.31 6.75.23 12 Idem come la particella 11<br />

Sicurano 21 10.21.01 10.08.49 12 Idem come la particella 11<br />

Ripa I e II 38 11.31.53 10.94.49 12 Idem come la particella 11<br />

29.36.85 27.78.21<br />

2034 Esca II 9 6.57.40 6.48.74 13 Idem come la particella 11<br />

Scappone 3° 26 16.49.35 16.03.00 15 Idem come la particella 11<br />

Vallone del Melo 34b 1.20.61 1.20.61 12 Idem come la particella 11<br />

Rialto II 42 7.85.61 7.64.98 12 Idem come la particella 11<br />

32.12.97 31.37.34<br />

2035 Esca IV 10 11.44.21 11.09.29 12 Idem come la particella 11<br />

Vallottola del Totaro 32 1.27.50 1.24.67 13 Idem come la particella 11<br />

Vallone del Melo 2° 35 1.35.85 1.27.58 13 Idem come la particella 11<br />

Ripa I 39 11.60.06 11.51.80 12 Idem come la particella 11<br />

25.67.62 25.13.34<br />

127


Capitolo VII<br />

DESCRIZIONE PARTICELLARE E REGISTRO <strong>DI</strong> TASSAZIONE<br />

DELLA CLASSE ECONOMICA :<br />

BOSCO CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

128


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2498415<br />

N = 4525461<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 478407<br />

N = 4525455<br />

Antiche Sezioni: Papaioni<br />

Etimo del tópos: etimo incerto<br />

PARTICELLA N. 1a. <br />

Superficie totale: Ha 7.50.84 CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Superficie boscata: Ha 7.29.66 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 9.280<br />

Posizione fisiografica: valle 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 19.212<br />

Altitudine media: m. 607 s.l.m. 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 927<br />

Pendenza media: 30% 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 116<br />

Esposizione prevalente: sud-est 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) 75<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo 30 (da cm. 27,5 a cm.32,5) 75<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008: anni 10<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: 2013 finalizzato alla conversione del ceduo in castagneto da frutto<br />

Altezza media: m. 10<br />

Diametro medio: cm. 9<br />

Numero di ceppaie ad ettaro: 950<br />

Numero di piante ad ettaro: 4.066<br />

129


Area basimetrica totale: mq. 182<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 25<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 137<br />

Provvigione reale totale: mc. 1.001<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione: Buon ceduo matricinato di castagno, puro e rigoglioso, con ontano nelle<br />

zone più fresche. Il ceduo di castagno è avviato verso un buono sviluppo delle sue<br />

pertiche e si svolge su una caratteristica fascia montana, una delle più belle e fertili della<br />

foresta montefortese, circondata da tempo immemorabile, da diversi castagneti da<br />

frutto. La vasta zona ai piedi di Monte Faliesi, tanti e preesistenti ettari di preziosità<br />

“archeologiche e naturalistiche” di castagneto da frutto, ci ha permesso di conoscere e<br />

di destinare l’intera “particella 1a Papaioni” alla riconversione a castagneto da frutto,<br />

perché questa tipologia forestale per storia e per cultura è stata protagonista - e per<br />

molti versi lo è ancora – del paesaggio forestale della fascia medio-montana, dai 600 m.<br />

s.l.m. fino ai 850 m. s.l.m. Ove possibile, l’uomo ha sovrimposto il castagneto da frutto<br />

alle originarie foreste di ceduo di castagno.Tra l' altro il “piccolo giardino” sembra un<br />

manuale vivente del modo con cui si può usare il ceduo di castagno senza insultare l'<br />

ambiente nel quale vengono innestati i giovani polloni, né facendo loro patire una vita<br />

difficile. Monteforte Irpino è un Paese in cui per storia, per tradizione e per competenza<br />

silvocolturale conosce come trasformare un ceduo di castagno in castagneto da frutto.<br />

Prova ne è la miriade di grandi e piccoli castagneti da frutto nei quali campeggiano, a<br />

dispetto del passato cancro, enormi e “monumentali” castagni. Quanto riferito la storia<br />

del luogo è maestra di tradizione e di ecotipo: a cento metri dalla particella 1a è<br />

presente la contrada “dei Due Castagni”. Tutto ciò suona un pò retorico, ma è proprio<br />

questo lo scenario che vorremmo vedere realizzarsi nel prossimo futuro.<br />

Stato vegetativo e conformazione buoni soprattutto per il miglioramento della situazione<br />

fitosanitaria relativamente agli attacchi del cancro corticale Criphonectria (Endothia)<br />

Parasitica Murr.<br />

130


Il terreno è fertile, profondo e ricco di uno strato di ceneri vulcaniche e cosparso di tanto<br />

in tanto da legno secco.<br />

La presente particella deriva dalla divisione della particella 1 che è stata divisa nella<br />

“particella 1a” e nella “particella 1b” in quanto il taglio del ceduo venne realizzato in due<br />

stagioni silvane diverse e distanti tra di loro.<br />

La particella confina con l’immondizzaio che nel precedente P.E faceva parte della<br />

stessa Sezione. Ora l’area dell’immondizzaio è stata esclusa dalla consistenza della<br />

presente particella 1a. Comunque la zona risulta interessata da depositi abusivi di<br />

spazzatura, gomme o di altro materiale dannoso per l’ambiente.<br />

Sono state eseguite tre aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.) in funzione<br />

dell’altezza media, della densità, della variabilità strutturale dei soprassuoli saggiati.<br />

La particella 1a è attraversata dall’omonima strada forestale “Papaioni e Maggeselle”,<br />

asse primario da cui partono alcune brevi piste di penetrazione per l'esbosco e per la<br />

prevenzione e spegnimento incendi. La particella è predisposta all’incendio boschivo<br />

con una frequenza significativa, l’ultimo incendio si è verificato nel 2000.<br />

Il tracciato stradale è così distribuito:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

1a 384 4 1536,0 strada<br />

243 1,5 364,5 pista<br />

103 1,5 154,5 pista<br />

42 1,5 63,0 pista 2118<br />

Interventi nel decennio:<br />

Resta valida la prescrizione dell’utilizzazione con taglio rivolto alla riconversione<br />

dell’intera particella del bosco ceduo in castagneto da frutto in quanto economicamente<br />

e colturalmente più vantaggioso per lo stesso ceduo, in quanto il soprassuolo del nuovo<br />

castagneto da frutto continuerà a svolgere le sue specifiche polifunzioni<br />

preminentemente protettive, produttive e paesaggistiche, nonché turistico-ricreative.<br />

Nel corso del decennio è previsto, precisamente nel 2013, un taglio finalizzato alla<br />

riconversione in castagneto da frutto.<br />

Ciò viene fissato con criteri di notevole prudenza per le ragioni colturali, estetiche,<br />

paesaggistiche ed idrogeologiche di cui si è già parlato diffusamente.<br />

131


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 1/a<br />

AREA NETTA HA 7.29.66<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 25<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 57 0,002826 0,161082<br />

8 57 0,005024 0,286368<br />

10 22 0,00785 0,1727<br />

12 15 0,011304 0,16956<br />

14 4 0,015386 0,061544<br />

16 1 0,020096 0,020096<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

28 1 0,061544 0,061544<br />

158 0,98596 0,006240 0,08916 0,034<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 1/a<br />

AREA NETTA HA 7.29.66<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 26<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 38 0,002826 0,107388<br />

8 58 0,005024 0,291392<br />

10 41 0,00785 0,32185<br />

12 12 0,011304 0,135648<br />

14 3 0,015386 0,046158<br />

152 0,902436 0,005937 0,08697 0,033<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 1/a<br />

AREA NETTA HA 7.29.66<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 27<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 54 0,002826 0,152604<br />

8 53 0,005024 0,266272<br />

10 52 0,00785 0,4082<br />

12 10 0,011304 0,11304<br />

14 5 0,015386 0,07693<br />

16 2 0,020096 0,040192<br />

18 2 0,025434 0,050868<br />

178 1,108106 0,006225 0,08905 0,034<br />

132


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2498282<br />

N = 4525423<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 478274<br />

N = 4525417<br />

Antiche Sezioni: Maggeselle<br />

PARTICELLA N. 1b <br />

Etimo del tópos: Terreno da dissodare in maggio<br />

Superficie totale: Ha 4.98.42<br />

Superficie boscata: Ha 4.94.91<br />

Posizione fisiografica: valle<br />

Altitudine media: m. 625 s.l.m.<br />

Pendenza media: 24%<br />

Esposizione prevalente: sud-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008 anni 2<br />

Età al taglio: anni 7<br />

Anno del taglio: 2013 finalizzato alla conversione del ceduo in castagneto da frutto<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

133


Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

rilievo di area di saggio.<br />

Descrizione:<br />

Discreto e giovanissimo ceduo matricinato di castagno puro e rigoglioso, dove le<br />

matricine sono robuste. Dal punto di vista fitosanitario, pur essendo presenti attacchi di<br />

cancro corticale del castagno, si tratta per lo più di forme ipovirulente che quindi non<br />

pregiudicano la vitalità delle singole piante. Stato vegetativo buono, densità uniforme e<br />

regolare con la presenza anche dell’ontano. Il terreno è fertile, profondo e ricco di uno<br />

strato di ceneri vulcaniche.<br />

Questa particella è derivata da una “costola” di ettari 4.98.42 della “particella 1” da cui,<br />

come detto innanzi, è nata anche la nuova particella forestale (1a) a bosco ceduo di<br />

castagno denominata “Papaioni”.<br />

La particella confina con l’immondizzaio, di cui si chiede di risanare la zona vietando<br />

severamente ai cittadini di depositare spazzatura, gomme e carcasse varie di automobili<br />

o di altro materiale dannoso per l’ambiente.<br />

La particella è servita in parte dall’omonima strada forestale “Papaioni e Maggeselle” da<br />

cui si dipartono numerose piste di servizio alle operazioni di gestione e di prevenzione<br />

incendi. La particella è predisposta all’incendio boschivo con una frequenza non<br />

significativa, l’ultimo incendio si è verificato nel 2000. Prevedere interventi di<br />

tramarratura nelle aree bruciate. Il tracciato forestale è così spartito:<br />

PART: LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

1b 56 1,5 84 pista<br />

178 1,5 267 strada 351<br />

Interventi nel decennio:<br />

Idem come la particella 1a. Pertanto resta valida la prescrizione dell’utilizzazione con<br />

taglio rivolto alla riconversione dell’intera particella del bosco ceduo in castagneto da<br />

134


frutto in quanto economicamente e colturalmente più vantaggioso per lo stesso ceduo,<br />

in quanto il soprassuolo del nuovo castagneto da frutto continuerà a svolgere le sue<br />

specifiche polifunzioni preminentemente protettive, produttive e paesaggistiche, nonché<br />

turistico-ricreative.<br />

Nel corso del decennio è previsto, precisamente nel 2013, un taglio finalizzato alla<br />

riconversione in castagneto da frutto.<br />

Ciò viene fissato con criteri di notevole prudenza per le ragioni colturali, estetiche,<br />

paesaggistiche ed idrogeologiche di cui si è già parlato diffusamente.<br />

135


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2498064<br />

N = 4525477<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 478056<br />

N = 4525471<br />

Antiche Sezioni: Breccelle 15<br />

PARTICELLA N. 2. <br />

Etimo del tópos: Luogo di sassolini portati via e rotolati dalle acque del fiume.<br />

Superficie totale: Ha 7.20.98<br />

Superficie boscata: Ha 7.14.79<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 0.18.80<br />

Superficie da utilizzare: Ha 6.95.99<br />

Posizione fisiografica: valle<br />

Altitudine media: m. 608 s.l.m.<br />

Pendenza media: 22%<br />

Esposizione prevalente: sud-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche Ontano<br />

Età media al 2008 anni 4<br />

Età al taglio: anni 8<br />

Anno del taglio: 2012 finalizzato alla conversione del ceduo in castagneto da frutto<br />

15 Dal termine irpino vricchio, derivante dal tardo latino imbriculus riferito ai sassolini, da noi conosciuti anche col<br />

termine dialettale vrecchie, potrebbe derivare il toponimo Breccelle.<br />

136


Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche,<br />

nonché l’area basimetrica trattandosi di un giovane ceduo.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo matricinato di castagno in buone condizioni, puro e rigoglioso. Stato vegetativo<br />

buono, densità uniforme e regolare. I soprassuoli di castagno interessano soprattutto<br />

versanti da debolmente a moderatamente acclivi e, in casi diffusi quasi pianeggianti.<br />

Il terreno è fertile profondo e ricco di uno strato di ceneri vulcaniche.<br />

Tra tanti luoghi cari di questa terra irpina, "mi ride al cuore" la bella visione di due<br />

grandi castagni solitari insistenti in tenimento di Forino ma a pochi metri di<br />

distanza dalla particella forestale 2. Questi due secolari castagni che danno la<br />

denominazione alla contrada “dei due Castagni” che rappresentano anche il “cippo<br />

topografico” del luogo, ci sono ancora, per fortuna; li ho rivisti solenni e maestosi come<br />

una volta, sulla balza ondulata delle “Breccelle” proprio sopra la valle “dei due Castagni”.<br />

Peccato che il Comune di Monteforte I., nella immediata delimitazione della particella<br />

forestale 2, ha allestito il sito di stoccaggio dei rifiuti urbani. Questa trasgressione<br />

offende l’habitat dei due “alberi sacri”, numi verdi tutelari della zona e della fanciullezza<br />

selvatica di tanti cittadini per i quali un giorno brillavano come gioielli!<br />

I "due castagni", alberi secolari alti e robusti, già noti ai cittadini di Monteforte I. e di<br />

Forino, costituiscono un patrimonio della natura da difendere, salvaguardare e<br />

valorizzare.<br />

La particella è predisposta all’incendio boschivo con una frequenza non significativa,<br />

l’ultimo incendio si è verificato nel 2001. Prevedere interventi di tramarratura nelle aree<br />

bruciate.<br />

La particella è servita in parte dall’omonima strada forestale “Papaioni e Maggeselle” e<br />

da piste forestali, così distribuite:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

2 73 1,5 109,5 sentiero<br />

145 1,5 217,5 sentiero<br />

38 1,5 57 sentiero 384<br />

137


Interventi nel decennio:<br />

Idem come la particella 1a. Pertanto resta valida la prescrizione dell’utilizzazione con<br />

taglio rivolto alla riconversione dell’intera particella del bosco ceduo in castagneto da<br />

frutto in quanto economicamente e colturalmente più vantaggioso per lo stesso ceduo,<br />

in quanto il soprassuolo del nuovo castagneto da frutto continuerà a svolgere le sue<br />

specifiche polifunzioni preminentemente protettive, produttive e paesaggistiche, nonché<br />

turistico-ricreative.<br />

Nel corso del decennio è previsto, precisamente nel 2012, un taglio finalizzato alla<br />

riconversione in castagneto da frutto. Qui si può procedere alla conversione del<br />

ceduo in castagneto da frutto, con l’intento di connotare fortemente il luogo,<br />

caratterizzato da un grande fascino ambientale, nonostante lo stoccaggio dei rifiuti.<br />

Infatti, la presenza di questi due alberi antichi attesta l'oggettiva corrispondenza tra il<br />

nome della contrada, dei due Castagni, e l'ambiente, in una meravigliosa sintesi tra<br />

realtà della Castanea sativa e realtà naturale. Non è un caso che la stessa terra fecondi<br />

i castagni produttori della “castagna di Serino” e alimenti le antichissime radici di questi<br />

straordinari esemplari, da tutelare e valorizzare in tutta la loro bellezza. Difficile definire<br />

l'età dei due giganti: come raccontava Lilino Galetta, vigile urbano di Forino, ora<br />

deceduto, intorno agli anni sessanta alcuni ufficiali dell'istituto geografico militare di<br />

Firenze furono da lui condotti nel sito “dei due Castagni” per prendere visione di quello<br />

che risultava essere un punto di riferimento topografico segnalato già sulle antiche<br />

mappe militari.<br />

138


Coordinate GAUSS-<br />

BOAGA:<br />

E = 2497770<br />

N = 4525407<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 477762<br />

N = 4525401<br />

Antiche Sezioni: Cirasiello 1°<br />

PARTICELLA N. 3. <br />

Etimo del tópos: Luogo ove sono presenti piante di ciliegio selvatico<br />

Superficie totale: Ha 5.65.96<br />

Superficie boscata: Ha 5.55.04<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 732 s.l.m.<br />

Pendenza media: 25%<br />

Esposizione prevalente: est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Specie arboree sporadiche Ontano, Acero, Quercia 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 7.367<br />

Età media al 2008 anni 10 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 13.996<br />

Età al taglio: 16 anni 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 1.261<br />

Anno del taglio: 2014 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 39<br />

Altezza media: m. 12 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) 78<br />

Diametro medio: cm. 10 30 (da cm. 27,5 a cm.32,5) 50<br />

Numero di ceppaie ad ettaro: 950 35 (da cm.32,5 a cm.37,5) 100<br />

Numero di piante ad ettaro: 4.136 40 (da cm. 37,5 a cm.42,5) 69<br />

Area basimetrica totale: mq. 158<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 28<br />

139


Provvigione reale per Ha: mc. 145<br />

Provvigione reale totale: mc. 803<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Discreto ceduo matricinato di castagno a densità pressoché uniforme e regolare, quasi<br />

puro e rigoglioso. Stato vegetativo buono. Il terreno è fertile, profondo e ricco di uno<br />

strato di ceneri vulcaniche. La particella è predisposta all’incendio boschivo con una<br />

frequenza non significativa, l’ultimo incendio si è verificato nel 2001. Sono state eseguite<br />

tre aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.) in funzione dell’altezza media, della<br />

densità, della variabilità strutturale dei soprassuoli saggiati.<br />

La particella confina in parte con la strada provinciale “Breccelle” (Forino-Monteforte<br />

Irpino) ed un pezzo è servito dalla strada forestale “Esca” ad accesso limitato per la<br />

presenza di una sbarra metallica. Il tracciato è così distribuito:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

3 225 4 900 strada<br />

128 1,5 192 piste 1092<br />

Interventi nel decennio:<br />

Idem come la particella 1a. Pertanto resta valida la prescrizione dell’utilizzazione con<br />

taglio rivolto alla riconversione dell’intera particella del bosco ceduo in castagneto da<br />

frutto in quanto economicamente e colturalmente più vantaggioso per lo stesso ceduo,<br />

in quanto il soprassuolo del nuovo castagneto da frutto continuerà a svolgere le sue<br />

specifiche polifunzioni preminentemente protettive, produttive e paesaggistiche, nonché<br />

turistico-ricreative.<br />

Nel corso del decennio è previsto, precisamente nel 2014, un taglio finalizzato alla<br />

riconversione in castagneto da frutto. Qui si può procedere alla conversione del<br />

ceduo in castagneto da frutto, con l’intento di connotare fortemente il luogo,<br />

caratterizzato da un grande fascino ambientale.<br />

140


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 3<br />

AREA NETTA HA 5.55.04<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 1<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 62 0,002826 0,175212<br />

8 49 0,005024 0,246176<br />

10 36 0,00785 0,2826<br />

12 14 0,011304 0,158256<br />

14 4 0,015386 0,061544<br />

16 3 0,020096 0,060288<br />

18 0,025434 0<br />

20 0,0314 0<br />

22 0,037994 0<br />

24 0,045216 0<br />

28 0,061544 0<br />

30 1 0,07065 0,07065<br />

32 0,080384 0<br />

36 0,101736 0<br />

169 1,054726 0,006241 0,08916 0,034<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 3<br />

AREA NETTA HA 5.55.04<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 2<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 39 0,002826 0,110214<br />

8 37 0,005024 0,185888<br />

10 40 0,00785 0,314<br />

12 22 0,011304 0,248688<br />

14 7 0,015386 0,107702<br />

16 1 0,020096 0,020096<br />

18 1 0,025434 0,025434<br />

22 2 0,037994 0,075988<br />

32 1 0,080384 0,080384<br />

36 0,101736 0<br />

150 1,168394 0,007789 0,09961 0,035<br />

141


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 3<br />

AREA NETTA HA 5.55.04<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 28<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 55 0,002826 0,15543<br />

8 52 0,005024 0,261248<br />

10 38 0,00785 0,2983<br />

12 14 0,011304 0,158256<br />

14 10 0,015386 0,15386<br />

16 2 0,020096 0,040192<br />

18 0,025434 0<br />

20 0,0314 0<br />

22 0,037994 0<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

28 0,061544 0<br />

30 1 0,07065 0,07065<br />

32 0,080384 0<br />

36 0,101736 0<br />

173 1,191002 0,006884 0,09365 0,034<br />

142


Coordinate GAUSS-<br />

BOAGA:<br />

E = 2497541<br />

N = 4525543<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 477533<br />

N = 4525537<br />

Antiche Sezioni: Cirasiello 2° e 3°<br />

PARTICELLA N. 4. <br />

Etimo del tópos: Luogo ove sono presenti piante di ciliegio selvatico<br />

Superficie totale: Ha 13.74.59<br />

Superficie boscata: Ha 13.49.83<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 0.40.80<br />

Superficie da utilizzare: Ha 13.09.03<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 753 s.l.m.<br />

Pendenza media: 44%<br />

Esposizione prevalente: nord-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche cerro, ontano, acero<br />

Età media al 2008 anni 5<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: 2018<br />

Altezza media: m. 5<br />

143


Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

rilievo di area di saggio.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno puro e rigoglioso a densità regolare, con matricinatura uniforme.<br />

Soprassuolo sottoposto da sempre ad interventi di taglio a raso con il rilascio di 60<br />

matricine per ettaro. Stato vegetativo buono, per migliorare ulteriormente le condizioni<br />

colturali bisognerebbe innanzitutto bandire completamente il pascolo per i primi anni che<br />

seguono il taglio. Questi interventi costituiscono il presidio più efficace contro<br />

l'impoverimento del mosaico delle biodiversità. Il terreno è fertile, profondo e ricco di uno<br />

strato di ceneri vulcaniche. Nella stazione si trova l’Ontano. Le piante di castagno<br />

crescono insieme a diverse specie arbustive fra cui la comune ginestra (Spartium<br />

junceum L.), la rosa selvatica (Rosa canina L.) e biancospini (Crataegus monogyna<br />

Jacq.). Spesso compaiono nel sottobosco la rizomatosa felce aquilina (Pteridium<br />

aquilinum Kuhn.) mentre ai margini compare il ciclamino napoletano (Cyclamen<br />

hederifolium Aiton). La rinnovazione del castagno è abbondante, anche per il<br />

consistente numero di piante di origine gamica, ma la scarsa illuminazione ne impedisce<br />

il regolare sviluppo: è frequente, infatti, trovare soggetti serpeggianti alla ricerca della<br />

luce, che raramente trovano lo spazio per svilupparsi.<br />

La particella è predisposta all’incendio boschivo con una frequenza significativa, l’ultimo<br />

incendio si è verificato nel 2001. Prevedere interventi di rinfoltimento, tagli di succisione,<br />

di tramarratura nelle aree percorse dal fuoco.<br />

La particella confina in parte con la strada provinciale “Breccelle” (Forino-Monteforte<br />

Irpino) ed un pezzo è servito dalla strada forestale “Esca” e da piste forestali, così<br />

distribuite:<br />

PARTICELLA LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

4 128 4 512 strada<br />

430 2 860 strada a confine con la sezione 5 (50%)<br />

396 1,5 594 sentiero 1966<br />

144


Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2018, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, provenienti da seme o, in mancanza, da polloni più promettenti di<br />

cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da destinare all’invecchiamento<br />

indefinito. Per l’esbosco dovrà essere condotto mediante muli, riducendo al massimo<br />

l’ingresso in bosco di mezzi meccanici e l’apertura di piste ed evitando nel modo più<br />

assoluto l’avvallamento libero.<br />

145


Coordinate GAUSS-<br />

BOAGA<br />

E = 2497592<br />

N = 4525756<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 477584<br />

N = 4525750<br />

PARTICELLA N. 5. <br />

Antiche Sezioni: Pantano 1°-2° e Lenza<br />

Etimo del tópos: Luogo pieno, zuppo di acqua ferma e di fango come palude.<br />

Superficie totale: Ha 8.33.14<br />

Superficie boscata: Ha 8.08.82<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 1.70.40<br />

Superficie da utilizzare: Ha 6.38.42<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 662s.l.m.<br />

Pendenza media: 68%<br />

Esposizione prevalente: nord-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche cerro, ontano<br />

Età media al 2008 anni 3<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: anno 2020<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

146


Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche,<br />

nonché l’area basimetrica trattandosi di un giovane ceduo.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno quasi puro e rigoglioso nella parte bassa ed associato con qualche<br />

ontano e cerro nella parte alta. Stato vegetativo buono, densità uniforme e regolare.<br />

Soprassuolo sottoposto da sempre ad interventi di taglio a raso con il rilascio di 60<br />

matricine per ettaro che essere bene equilibrate, vitali, in grado di produrre seme in<br />

abbondanza. Questi interventi costituiscono il presidio più efficace contro<br />

l'impoverimento del mosaico delle biodiversità. Il terreno è fertile, profondo e ricco di uno<br />

strato di ceneri vulcaniche. Il castagno cresce insieme a diverse specie arbustive fra cui<br />

la ginestra (Spartium junceum L.), la rosa selvatica (Rosa canina L.) e biancospini<br />

(Crataegus monogyna Jacq.); nel sottobosco la felce aquilina (Pteridium aquilinum<br />

Kuhn.) mentre ai margini compare il ciclamino napoletano (Cyclamen hederifolium<br />

Aiton). La particella è predisposta all’incendio boschivo con una frequenza non<br />

significativa, l’ultimo incendio si è verificato nel 2001.<br />

La particella confina in parte con la strada provinciale “Breccelle” (Forino-Monteforte<br />

Irpino) ed un pezzo è servito dalla strada forestale “Esca” e da piste forestali, così<br />

distribuite:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

5 430 2 860 strada a confine con la sezione 4 (50%) 860<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2020, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, provenienti da seme o, in mancanza, da polloni più promettenti di<br />

cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da destinare all’invecchiamento<br />

indefinito.<br />

Per l’esbosco dovrà essere condotto mediante muli, riducendo al massimo l’ingresso in<br />

bosco di mezzi meccanici e l’apertura di piste ed evitando nel modo più assoluto<br />

l’avvallamento libero.<br />

147


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2497892<br />

N = 4525828<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 477884<br />

N = 4525822<br />

Antiche Sezioni: Rialturi<br />

PARTICELLA N. 6. <br />

Etimo del tópos: Luogo rilevato o dolce prominenza di terra ubicata nella valle.<br />

Superficie totale: Ha 9.82.05<br />

Superficie boscata: Ha 9.36.77<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 3.36.40<br />

Superficie da utilizzare: Ha 6.00.37<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 540 s.l.m.<br />

Pendenza media: 50% CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Esposizione prevalente: est 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 650<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 13.621<br />

Specie prevalente: Castagno 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 5.797<br />

Specie arboree sporadiche ontano, acero, quercia 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 1.959<br />

Età media al 2008 anni 16 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) 377<br />

Età al taglio: anni 22 30 (da cm. 27,5 a cm.32,5) 237<br />

Anno del taglio: 2014 35 (da cm.32,5 a cm.37,5) 118<br />

Altezza media: m. 13<br />

Diametro medio: cm. 15<br />

148


Numero di ceppaie ad ettaro: 950<br />

Numero di piante ad ettaro: 2.430<br />

Area basimetrica totale: mq. 333<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 36<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 192<br />

Provvigione reale totale: mc. 1.803<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno a densità varia ma generalmente regolare con qualche chiaria, in<br />

buone condizioni vegetative. Soprassuolo sottoposto da sempre ad interventi di taglio a<br />

raso con il rilascio di 60 matricine per ettaro. A seguito degli interventi effettuati in queste<br />

formazioni qualche piccola rada è occupata da poche piante di ontano allo stato<br />

sporadico che bisogna mantenere e conservare. Questi interventi costituiscono il<br />

presidio più efficace contro l'impoverimento del mosaico delle biodiversità. Questi<br />

interventi costituiscono il presidio più efficace contro l'impoverimento del mosaico delle<br />

biodiversità. Terreno ordinariamente fertile e profondo, con esteso strato di polveri<br />

vulcaniche. Seccume diffuso e si ha la diffusione anche del cancro corticale del<br />

castagno (Cryphonectia parasitica), ipovirulento, che però è tenuto maggiormente sotto<br />

controllo. La sua struttura è in continua evoluzione ma risente dei continui furti di<br />

legname. Sono state eseguite tre aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.) in<br />

funzione dell’altezza media, della densità, della variabilità strutturale dei soprassuoli<br />

saggiati. La particella è predisposta all’incendio boschivo con una frequenza non<br />

significativa, l’ultimo incendio si è verificato nel 2001.<br />

La particella in parte confina con la strada provinciale “Breccelle” (Forino-Monteforte<br />

Irpino) ed un pezzo è servito dalla strada forestale “Esca” e da piste forestali, così<br />

distribuite:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

6 170 4 680 strada<br />

65 1,5 97,5 sentiero 777,5<br />

149


Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2014 per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, provenienti da seme o, in mancanza, da polloni più promettenti di<br />

cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da destinare all’invecchiamento<br />

indefinito. Per l’esbosco dovrà essere condotto mediante muli, riducendo al massimo<br />

l’ingresso in bosco di mezzi meccanici e l’apertura di piste ed evitando nel modo più<br />

assoluto l’avvallamento libero.<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 6<br />

AREA NETTA HA 9.36.77<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 21<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 2 0,002826 0,005652<br />

8 15 0,005024 0,07536<br />

10 16 0,00785 0,1256<br />

12 40 0,011304 0,45216<br />

14 17 0,015386 0,261562<br />

16 9 0,020096 0,180864<br />

18 1 0,025434 0,025434<br />

20 2 0,0314 0,0628<br />

22 1 0,037994 0,037994<br />

24 0,045216 0<br />

26 2 0,053066 0,106132<br />

36 0,101736 0<br />

105 1,333558 0,012701 0,12720 0,065<br />

150


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 6<br />

AREA NETTA HA 9.36.77<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 22<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 6 0,002826 0,016956<br />

8 28 0,005024 0,140672<br />

10 24 0,00785 0,1884<br />

12 31 0,011304 0,350424<br />

14 15 0,015386 0,23079<br />

16 15 0,020096 0,30144<br />

18 3 0,025434 0,076302<br />

20 1 0,0314 0,0314<br />

22 1 0,037994 0,037994<br />

40 0,1256 0<br />

42 0,138474 0<br />

44 0,151976 0<br />

124 1,374378 0,011084 0,11882 0,06<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 6<br />

AREA NETTA HA 9.36.77<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 23<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 0,002826 0<br />

8 0,005024 0<br />

10 0,00785 0<br />

12 5 0,011304 0,05652<br />

14 5 0,015386 0,07693<br />

16 11 0,020096 0,221056<br />

18 6 0,025434 0,152604<br />

20 5 0,0314 0,157<br />

22 9 0,037994 0,341946<br />

24 2 0,045216 0,090432<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

28 1 0,061544 0,061544<br />

30 3 0,07065 0,21195<br />

36 2 0,101736 0,203472<br />

50 1,62652 0,032530 0,20357 0,19<br />

151


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2497201<br />

N = 4525584<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 477193<br />

N = 4525578<br />

PARTICELLA N. 7. <br />

Antiche Sezioni: Esca (Sezione n. 1 e 2)<br />

Etimo del tópos: Materia che facilmente si incendia o luogo per cibo degli uccelli<br />

Superficie totale: Ha 9.54.12<br />

Superficie boscata: Ha 9.20.29<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 1.72.80<br />

Superficie da utilizzare: Ha 7.47.49<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 783 s.l.m.<br />

Pendenza media: 43 % CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Esposizione prevalente: nord-est 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 9.688<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 27.484<br />

Specie prevalente: Castagno 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 5.339<br />

Specie arboree sporadiche ontano, cerro 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 358<br />

Età media al 2008: anni 12 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) ===<br />

Età al taglio: anni 19 30 (da cm. 27,5 a cm.32,5) 255<br />

Anno del taglio: 2015 35 (da cm.32,5 a cm.37,5) 128<br />

Altezza media: m. 11<br />

Diametro medio: cm. 10<br />

152


Numero di ceppaie ad ettaro: 950<br />

Numero di piante ad ettaro: 4.700<br />

Area basimetrica totale: mq. 361<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 39<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 211<br />

Provvigione reale totale: mc. 1.937<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Suolo utilizzato principalmente da ceduo di castagno con riserva di matricine che ha<br />

superato da poco il turno canonico di anni dodici, infatti il ceduo di castagno ha l’età di<br />

circa 13 anni. Nella sezione insistono anche altre essenze forestali (cerro e carpino). La<br />

matricinatura è normale, formata dai rilasci del turno con densità giusta avendo<br />

riscontrato una matricina mediamente ogni 11 metri, su di essa sono radicati in media 3-<br />

4 polloni che risultano interessati in parte da attacchi di cancro corticale (Criphonectria<br />

parasitica corrispondente all’Endothia parasitica di Murr). La rinnovazione è a piede<br />

franco per il denso numero di piante di origine gamica. In generale lo strato arbustivo<br />

risulta costituito soprattutto da sempreverdi, come la ginestra, il pungitopo, nonché la<br />

spogliante rosa canina. Questi interventi costituiscono il presidio più efficace contro<br />

l'impoverimento del mosaico delle biodiversità.<br />

Sono state eseguite due aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.).<br />

La particella è servita dalla strada forestale “Esca” e da piste forestali, così distribuite:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

7 200 4 800 Strada forestale Esca<br />

219 1,5 328,5 sentiero<br />

43 1,5 64,5 sentiero<br />

15 2 30 strada a confine con la particella 9 (50%) 1223<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2015, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, provenienti da seme o, in mancanza, da polloni più promettenti di<br />

cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da destinare all’invecchiamento<br />

indefinito.<br />

153


Per l’esbosco dovrà essere condotto mediante muli, riducendo al massimo l’ingresso in<br />

bosco di mezzi meccanici e l’apertura di piste ed evitando nel modo più assoluto<br />

l’avvallamento libero.<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 7<br />

AREA NETTA HA 9.20.29<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 3<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 43 0,002826 0,121518<br />

8 41 0,005024 0,205984<br />

10 46 0,00785 0,3611<br />

12 28 0,011304 0,316512<br />

14 21 0,015386 0,323106<br />

16 8 0,020096 0,160768<br />

18 1 0,025434 0,025434<br />

20 0,0314 0<br />

22 1 0,037994 0,037994<br />

30 2 0,07065 0,1413<br />

32 0,080384 0<br />

34 1 0,090746 0,090746<br />

192 1,784462 0,009294 0,10881 0,05<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 7<br />

AREA NETTA HA 9.20.29<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 4<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 41 0,002826 0,115866<br />

8 60 0,005024 0,30144<br />

10 40 0,00785 0,314<br />

12 25 0,011304 0,2826<br />

14 13 0,015386 0,200018<br />

16 3 0,020096 0,060288<br />

18 1 0,025434 0,025434<br />

36 0,101736 0<br />

38 0,113354 0<br />

40 0,1256 0<br />

42 0,138474 0<br />

44 0,151976 0<br />

183 1,299646 0,007102 0,09512 0,038<br />

154


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2497136<br />

N = 4525952<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 477128<br />

N = 4525946<br />

PARTICELLA N. 8. <br />

Antiche Sezioni: Esca (Sezione n. 3-4 e 5)<br />

Etimo del tópos: Materia che facilmente si incendia o luogo per cibo degli uccelli<br />

Superficie totale: Ha 9.05.59 CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Superficie boscata: Ha 8.63.63 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 1.605<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 2.19.00 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 10.169<br />

Superficie da utilizzare: Ha 6.44.63 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 6.361<br />

Posizione fisiografica: versante 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 4.543<br />

Altitudine media: m. 662 s.l.m. 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) 213<br />

Pendenza media: 42% 30 (da cm. 27,5 a cm.32,5) 309<br />

Esposizione prevalente: nord-est 35 (da cm. 32,5 a cm.37,5) 51<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano, acero<br />

Età media al 2008: anni 16<br />

Età al taglio: anni 21<br />

Anno del taglio: 2013<br />

Altezza media: m. 13<br />

Diametro medio: cm. 15<br />

155


Numero di ceppaie ad ettaro: 950<br />

Numero di piante ad ettaro: 2.692<br />

Area basimetrica totale: mq. 377<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 44<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 223<br />

Provvigione reale totale: mc. 1.929<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno puro e rigoglioso sia nella parte bassa che nella zona alta della valle.<br />

Stato vegetativo ottimo, densità uniforme e regolare. Il terreno è fertile, profondo e ricco<br />

di uno strato di ceneri vulcaniche. Necessità di bonificare alcune zone contaminate da<br />

depositi di rifiuti urbani (discarica nel canalone, lungo la strada).<br />

Sono state eseguite quattro aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.) in funzione<br />

dell’altezza media, della densità, della variabilità strutturale dei soprassuoli saggiati.<br />

La particella in parte, a valle, confina con la strada provinciale “Breccelle” (Forino-<br />

Monteforte Irpino) ed un pezzo, a monte, è servito dalla strada forestale “Esca” e da<br />

piste forestali, così distribuite:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

8 120 4 480 strada<br />

18 2 36 strada a confine con la sezione 9 (50%) 516<br />

Interventi nel decennio: E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2013, per mezzo di<br />

taglio a raso con rilascio di 60 matricine ad ettaro, provenienti da seme o, in mancanza,<br />

da polloni più promettenti di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da<br />

destinare all’invecchiamento indefinito. Per l’esbosco dovrà essere condotto mediante<br />

muli, riducendo al massimo l’ingresso in bosco di mezzi meccanici e l’apertura di piste<br />

ed evitando nel modo più assoluto l’avvallamento libero.<br />

156


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 8<br />

AREA NETTA HA 8.63.63<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 5<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 22 0,002826 0,062172<br />

8 26 0,005024 0,130624<br />

10 22 0,00785 0,1727<br />

12 25 0,011304 0,2826<br />

14 13 0,015386 0,200018<br />

16 14 0,020096 0,281344<br />

18 8 0,025434 0,203472<br />

20 7 0,0314 0,2198<br />

22 3 0,037994 0,113982<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

28 1 0,061544 0,061544<br />

142 1,781322 0,012545 0,12641 0,065<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 8<br />

AREA NETTA HA 8.63.63<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 24<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 0,002826 0<br />

8 0,005024 0<br />

10 10 0,00785 0,0785<br />

12 12 0,011304 0,135648<br />

14 15 0,015386 0,23079<br />

16 24 0,020096 0,482304<br />

18 6 0,025434 0,152604<br />

20 8 0,0314 0,2512<br />

22 4 0,037994 0,151976<br />

24 1 0,045216 0,045216<br />

28 2 0,061544 0,123088<br />

30 2 0,07065 0,1413<br />

84 1,792626 0,021341 0,16488 0,075<br />

157


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 8<br />

AREA NETTA HA 8.63.63<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 31<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 0,002826 0,022608<br />

8 8 0,005024 0,080384<br />

10 16 0,00785 0,1099<br />

12 14 0,011304 0,203472<br />

14 18 0,015386 0,15386<br />

16 10 0,020096 0,20096<br />

18 10 0,025434 0,25434<br />

20 9 0,0314 0,2826<br />

22 2 0,037994 0,075988<br />

24 1 0,045216 0,045216<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

28 1 0,061544 0,061544<br />

30 2 0,07065 0,1413<br />

34 0,090746 0<br />

92 1,685238 0,018318 0,15276 0,11<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 8<br />

AREA NETTA HA 8.63.63<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 32<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 2 0,002826 0,005652<br />

8 16 0,005024 0,080384<br />

10 17 0,00785 0,13345<br />

12 12 0,011304 0,135648<br />

14 12 0,015386 0,184632<br />

16 13 0,020096 0,261248<br />

18 14 0,025434 0,356076<br />

20 10 0,0314 0,314<br />

22 4 0,037994 0,151976<br />

34 1 0,090746 0,090746<br />

101 1,713812 0,016968 0,14702 0,1<br />

158


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2496941<br />

N = 4525953<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 476933<br />

N = 4525947<br />

PARTICELLA N. 9. <br />

Antiche Sezioni: Esca (Sezioni 6 e 7)<br />

Etimo del tópos: Materia che facilmente si incendia o luogo per cibo degli uccelli<br />

Superficie totale: Ha 6.57.40<br />

Superficie boscata: Ha 6.48.74<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 0.66.40<br />

Superficie da utilizzare: Ha 5.82.34<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 647 s.l.m.<br />

Pendenza media: 38%<br />

Esposizione prevalente: nord<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008 anni 2<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: 2021<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

159


Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

rilievo di area di saggio.<br />

Descrizione:<br />

Discreto e giovanissimo ceduo matricinato di castagno puro e rigoglioso, dove le<br />

matricine sono robuste ed esenti da cancro corticale. Stato vegetativo buono, densità<br />

uniforme e regolare con la presenza anche di ontano. Il terreno è fertile, profondo e<br />

ricco di uno strato di ceneri vulcaniche. Bisogna assicurare la conservazione della<br />

biodiversità (ontano) che è un obiettivo principale della protezione della natura, intesa<br />

come insieme delle forme di vita che popolano il bosco. La particella in parte, a valle,<br />

confina con la strada provinciale “Breccelle” (Forino-Monteforte Irpino) ed un ritaglio, a<br />

monte, è servito dalla strada forestale “Esca”, così distribuita:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

9 18 2 36 strada a confine con la sezione 8 (50%) 36<br />

Le piante di castagno crescono insieme a diverse specie arbustive fra cui la comune<br />

ginestra (Spartium junceum L.), la rosa selvatica (Rosa canina L.) e biancospini<br />

(Crataegus monogyna Jacq.). Spesso compaiono nel sottobosco la rizomatosa felce<br />

aquilina (Pteridium aquilinum Kuhn.) mentre ai margini compare il ciclamino napoletano<br />

(Cyclamen hederifolium Aiton).<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2021, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, provenienti da seme o, in mancanza, da polloni più promettenti di<br />

cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da destinare all’invecchiamento<br />

indefinito. Per l’esbosco dovrà essere condotto mediante muli, riducendo al massimo<br />

l’ingresso in bosco di mezzi meccanici e l’apertura di piste ed evitando nel modo più<br />

assoluto l’avvallamento libero.<br />

160


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2496761<br />

N = 4525916<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 476753<br />

N = 4525910<br />

PARTICELLA N. 10. <br />

Antiche Sezioni: Esca (Sezioni 8 e 9)<br />

Etimo del tópos: Materia che facilmente si incendia o luogo per cibo degli uccelli<br />

Superficie totale: Ha 11.44.21<br />

Superficie boscata: Ha 11.09.29<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 2.66.00<br />

Superficie da utilizzare: Ha 8.43.29<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 640 s.l.m.<br />

Pendenza media: 41%<br />

Esposizione prevalente: nord<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche cerro, ontano<br />

Età media al 2008 anni 2<br />

161


Età al taglio: anni 17<br />

Anno del taglio: 2023<br />

Altezza media: m. 2<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche,<br />

nonché l’area basimetrica trattandosi di un giovane ceduo.<br />

Descrizione:<br />

Discreto e giovanissimo ceduo matricinato di castagno puro e rigoglioso, dove le<br />

matricine sono robuste ed esenti da cancro corticale. Stato vegetativo buono, densità<br />

uniforme e regolare con la presenza anche di ontano e cerro. Il terreno è fertile,<br />

profondo e ricco di uno strato di ceneri vulcaniche. Bisogna assicurare la conservazione<br />

della biodiversità (ontano, cerro) che è un obiettivo principale della protezione della<br />

natura, intesa come insieme delle forme di vita che popolano il bosco.E’ servita in basso<br />

da una adeguata rete viaria sia principale che secondaria permettendo una razionale<br />

gestione delle risorse silvopastorali.<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2023, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, provenienti da seme o, in mancanza, da polloni più promettenti di<br />

cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da destinare all’invecchiamento<br />

indefinito. L’esbosco dovrà essere condotto mediante muli, riducendo al massimo<br />

l’ingresso in bosco di mezzi meccanici ed evitando nel modo più assoluto l’apertura di<br />

piste e l’avvallamento libero.<br />

162


Coordinate GAUSS-<br />

BOAGA:<br />

E = 2496871<br />

N = 4525548<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 476863<br />

N = 4525542<br />

PARTICELLA N. 11. <br />

Antiche Sezioni: Esca (Sezioni 10-11 e 12)<br />

Etimo del tópos: Materia che facilmente si incendia o luogo per cibo degli uccelli<br />

Superficie totale: Ha 11.16.14<br />

Superficie boscata: Ha 10.87.66<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 1.39.20<br />

Superficie da utilizzare: Ha 9.48.46<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 798 s.l.m.<br />

Pendenza media: 59%<br />

Esposizione prevalente: nord<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Specie arboree sporadiche acero, ontano 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 8.382<br />

Età media al 2008: anni 18 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 17.627<br />

Età al taglio: anni 22 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 5.749<br />

Anno del taglio: 2012 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 938<br />

Altezza media: m. 11 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) 122<br />

Diametro medio: cm. 11<br />

163


Numero di ceppaie ad ettaro: 950<br />

Numero di piante ad ettaro: 3.017<br />

Area basimetrica totale: mq. 296<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 27<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 139<br />

Provvigione reale totale: mc. 1.516<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno puro e rigoglioso sia nella parte bassa che nella zona alta della valle.<br />

Stato vegetativo ottimo, densità uniforme e regolare. Il terreno è fertile, profondo e ricco<br />

di uno strato di ceneri vulcaniche.<br />

Seccume diffuso per eccessiva copertura e si ha la diffusione anche del cancro corticale<br />

del castagno (Cryphonectia parasitica), ipovirulento, che però è tenuto maggiormente<br />

sotto controllo.<br />

La sua struttura è in continua evoluzione ma risente dei continui furti di legname.<br />

A nord della particella insiste un’antenna ENEL.<br />

Sono state eseguite due aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.) in funzione<br />

dell’altezza media, della densità, della variabilità strutturale dei soprassuoli saggiati.<br />

La sezione, oltre a confinare con la strada “Breccelle”, è servita da una adeguata rete<br />

viaria sia principale che secondaria permettendo una razionale gestione delle risorse<br />

silvopastorali che presenta le seguenti caratteristiche:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

11 15 2 30 strada a confine con la sezione 7 (50%)<br />

80 1,5 120 sentiero<br />

51 4 204 strada<br />

13 1,5 19,5 sentiero<br />

15 1,5 22,5 sentiero<br />

475 1,5 712,5 sentiero 1108,5<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2012, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da destinare<br />

164


all’invecchiamento indefinito. Questi interventi costituiscono il presidio più efficace contro<br />

l'impoverimento del mosaico delle biodiversità.<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 11<br />

AREA NETTA HA 10.87.66<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 29<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 38 0,002826 0,107388<br />

8 25 0,005024 0,1256<br />

10 25 0,00785 0,19625<br />

12 22 0,011304 0,248688<br />

14 8 0,015386 0,123088<br />

16 10 0,020096 0,20096<br />

18 1 0,025434 0,025434<br />

20 0,0314 0<br />

22 2 0,037994 0,075988<br />

24 0,045216 0<br />

28 0,061544 0<br />

30 0,07065 0<br />

32 0,080384 0<br />

36 0,101736 0<br />

131 1,103396 0,008423 0,10358 0,043<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 11<br />

AREA NETTA HA 10.87.66<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 30<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 22 0,002826 0,062172<br />

8 21 0,005024 0,105504<br />

10 18 0,00785 0,1413<br />

12 17 0,011304 0,192168<br />

14 17 0,015386 0,261562<br />

16 8 0,020096 0,160768<br />

18 4 0,025434 0,101736<br />

24 1 0,045216 0,045216<br />

44 0,151976 0<br />

108 1,070426 0,009911 0,11237 0,051<br />

165


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2496590<br />

N = 4525802<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 476582<br />

N = 4525796<br />

PARTICELLA N. 12. <br />

Antiche Sezioni: Esca (Sezione n. 13)<br />

Etimo del tópos: Materia che facilmente si incendia o luogo per cibo degli uccelli<br />

Superficie totale: Ha 6.70.21<br />

Superficie boscata: Ha 6.47.54<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 1.81.40<br />

Superficie da utilizzare: Ha 4.66.14<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 632 s.l.m.<br />

Pendenza media: 48%<br />

Esposizione prevalente: nord<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Età media al 2008 anni 5<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: 2018<br />

Altezza media: m. 5<br />

166


Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

rilievo di area di saggio.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno puro e rigoglioso sia nella parte bassa che nella zona alta della valle.<br />

Stato vegetativo ottimo, densità uniforme e regolare. Il terreno è fertile, profondo e ricco<br />

di uno strato di ceneri vulcaniche.<br />

Confina a nord con il fabbricato del comando Stazione della Forestale di Monteforte I.<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2018, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, provenienti da seme o, in mancanza, da polloni più promettenti di<br />

cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da destinare all’invecchiamento<br />

indefinito. Questi interventi costituiscono il presidio più efficace contro l'impoverimento<br />

del mosaico delle biodiversità. Per l’esbosco dovrà essere condotto mediante muli,<br />

riducendo al massimo l’ingresso in bosco di mezzi meccanici e l’apertura di piste ed<br />

evitando nel modo più assoluto l’avvallamento libero.<br />

167


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2495382<br />

N = 4524785<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 475374<br />

N = 4524779<br />

PARTICELLA N. 13. <br />

Antiche Sezioni: Fascia d’Alano e Boschitiello 1°, primo lotto<br />

Etimo del tópos: etimo incerto<br />

Superficie totale: Ha 7.84.31<br />

Superficie boscata: Ha 6.75.23<br />

Posizione fisiografica: valle<br />

Altitudine media: m. 737 s.l.m.<br />

Pendenza media: 59%<br />

Esposizione prevalente: sud-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008 anni 2<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: 2021<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche,<br />

nonché l’area basimetrica trattandosi di un giovane ceduo.<br />

168


Descrizione:<br />

Ceduo matricinato di castagno con stato vegetativo discreto, densità uniforme e<br />

regolare. Il terreno è fertile, fresco e profondo.<br />

E’ servita in parte da una adeguata rete viaria di sentieri ed è interessata a sud ed ovest<br />

dal tracciato del metanodotto:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

13 486 1,5 729 sentiero 729<br />

metanodotto 10179<br />

Ricade nel SIC di Pietra Maula.<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2021, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, provenienti da seme o, in mancanza, da polloni più promettenti di<br />

cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da destinare all’invecchiamento<br />

indefinito. L’utilizzazione è stata prevista in coerenza all’ambiente che si ispira ai principi<br />

di sostenibilità e di conservazione della biodiversità vegetale e faunistica.<br />

L’esbosco dovrà essere condotto mediante muli, riducendo al massimo l’ingresso in<br />

bosco di mezzi meccanici e l’apertura di piste ed evitando nel modo più assoluto<br />

l’avvallamento libero.<br />

169


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2495245<br />

N = 4525148<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 475237<br />

N = 4525142<br />

PARTICELLA N. 14. <br />

Antiche Sezioni: Boschitiello 1°, II° lotto - Boschitiello 2°, I° lotto<br />

Etimo del tópos: Piccolo bosco<br />

Superficie totale: Ha 11.57.22<br />

Superficie boscata: Ha 10.19.63<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 0.76.80<br />

Superficie da utilizzare: Ha 9.42.83<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 723 s.l.m.<br />

Pendenza media: 54%<br />

Esposizione prevalente: sud-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008 anni 6<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: 2017<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

170


Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

rilievo di area di saggio.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo matricinato di castagno con stato vegetativo discreto, densità uniforme e<br />

regolare. Lo strato arbustivo è rado, mentre quello erbaceo presenta una discreta<br />

densità. Il terreno è fertile, fresco e profondo.<br />

E’ servita in basso da una adeguata rete viaria sia principale che secondaria<br />

permettendo una razionale gestione delle risorse silvopastorali; confina sul lato ovest<br />

con il tracciato del metanodotto:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

14 48 1,5 72 sentiero<br />

137 4 548 strada 620<br />

metanodotto 12174<br />

Ricade nel SIC di Pietra Maula.<br />

Il Comune ha venduto ettari 2.21.41 di bosco ceduo dell’antica Sezione, pertanto<br />

l’attuale particella misura appunto ettari 11.57.22.<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2017, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, provenienti da seme o, in mancanza, da polloni più promettenti di<br />

cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da destinare all’invecchiamento<br />

indefinito. Questi interventi costituiscono il presidio più efficace contro l'impoverimento<br />

del mosaico delle biodiversità. Per l’esbosco dovrà essere condotto mediante muli,<br />

riducendo al massimo l’ingresso in bosco di mezzi meccanici e l’apertura di piste ed<br />

evitando nel modo più assoluto l’avvallamento libero.<br />

171


Coordinate GAUSS-<br />

BOAGA:<br />

E = 2495057<br />

N = 4525468<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 475049<br />

N = 4525462<br />

PARTICELLA N. 15. <br />

Antiche Sezioni: Conciaturo 2, parte 1°- Conciaturo 2, parte 2°-<br />

Boschitiello 2°, II°lotto<br />

Etimo del tópos: etimo incerto. La tradizione orale, solitamente, è espressione<br />

Superficie totale: Ha 8.66.27<br />

Superficie boscata: Ha 8.15.70<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 3.15.20<br />

Superficie da utilizzare: Ha 5.00.50<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 742 s.l.m.<br />

Pendenza media: 47%<br />

Esposizione prevalente: sud-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche: Ontano<br />

Età media al 2008 anni 9<br />

Età al taglio: anni 17<br />

Anno del taglio: 2016<br />

Viabilità forestale: buona<br />

più che della storia di un paese, della fantasia della gente.<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

172


Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

rilievo di area di saggio.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo matricinato di castagno con stato vegetativo discreto, densità uniforme e<br />

regolare. Lo strato arbustivo è rado, mentre quello erbaceo presenta una discreta<br />

densità. Il terreno è fertile, fresco e profondo. Da segnalare la presenza della specie<br />

erbacea Sigillo di Salomone assieme al rovo e rosa canina. L’utilizzazione è stata<br />

prevista in coerenza all’ambiente che si ispira ai principi di sostenibilità e di<br />

conservazione della biodiversità vegetale e faunistica.<br />

Ricade nel SIC di Pietra Maula.<br />

E’ servita nella parte centrale da una adeguata rete viaria secondaria permettendo una<br />

razionale gestione delle risorse silvopastorali; in un angolo è limitatamente interessato<br />

dal metanodotto:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

15 415 1,5 622,5 sentiero<br />

220 1,5 330 sentiero 952,5<br />

metanodotto 165<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2016, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, provenienti da seme o, in mancanza, da polloni più promettenti di<br />

cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da destinare all’invecchiamento<br />

indefinito. L’esbosco dovrà essere condotto mediante muli, riducendo al massimo<br />

l’ingresso in bosco di mezzi meccanici e l’apertura di piste ed evitando nel modo più<br />

assoluto l’avvallamento libero.<br />

173


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2494816<br />

N = 4525482<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 474808<br />

N = 4525476<br />

PARTICELLA N. 16. <br />

Antiche Sezioni: Costa Varvante<br />

Etimo del tópos: etimo incerto<br />

Superficie totale: Ha 9.48.80<br />

Superficie boscata: Ha 8.17.01<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 0.76.40<br />

Superficie da utilizzare: Ha 7.40.61<br />

Posizione fisiografica: versante CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Altitudine media: m. 800 s.l.m. 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 15.985<br />

Pendenza media: 28% 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 23.841<br />

Esposizione prevalente: sud-est 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 209<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 200<br />

Specie prevalente: Castagno 15 (da cm.22,5 a cm.27,5) 175<br />

Specie arboree sporadiche sorbo 20 (da cm. 27,5 a cm.32,5) 104<br />

Età media al 2008 anni 9<br />

Età al taglio: anni 16<br />

Anno del taglio: 2015<br />

Altezza media: m. 12<br />

Diametro medio: cm. 8<br />

174


Numero di ceppaie ad ettaro: 950<br />

Numero di piante ad ettaro: 4.959<br />

Area basimetrica totale: mq. 224<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 27<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 144<br />

Provvigione reale totale: mc. 1.174<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo matricinato di castagno con stato vegetativo discreto. Densità spesso superiore<br />

alla norma, con polloni e matricine ben conformati, privi di attacchi da parte del cancro<br />

corticale. Il terreno è fertile, fresco e profondo. Da segnalare la presenza della specie<br />

erbacea Sigillo di Salomone assieme al rovo e rosa canina. La sua struttura è in<br />

continua evoluzione ma risente dei continui furti di legname. L’utilizzazione è stata<br />

prevista in coerenza all’ambiente che si ispira ai principi di sostenibilità e di<br />

conservazione della biodiversità vegetale e faunistica.<br />

Sono state eseguite tre aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.) in funzione<br />

dell’altezza media, della densità, della variabilità strutturale dei soprassuoli saggiati.<br />

Ricade nel SIC di Pietra Maula.<br />

E’ servita nella parte centrale da una adeguata rete viaria secondaria permettendo una<br />

razionale gestione delle risorse silvopastorali; è interessata da sud-est a nord-ovest<br />

anche dal tracciato del metanodotto:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

16 865 1,5 1297,5 sentiero 1297,5<br />

metanodotto 11097<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2015, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, provenienti da seme o, in mancanza, da polloni più promettenti di<br />

cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da destinare all’invecchiamento<br />

175


indefinito. L’esbosco dovrà essere condotto mediante muli, riducendo al massimo<br />

l’ingresso in bosco di mezzi meccanici e l’apertura di piste ed evitando nel modo più<br />

assoluto l’avvallamento libero.<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 16<br />

AREA NETTA HA 8.17.01<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 9<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 62 0,002826 0,175212<br />

8 75 0,005024 0,3768<br />

10 47 0,00785 0,36895<br />

12 12 0,011304 0,135648<br />

14 1 0,015386 0,015386<br />

16 1 0,020096 0,020096<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

28 0,061544 0<br />

30 1 0,07065 0,07065<br />

200 1,215808 0,006079 0,08800 0,031<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 16<br />

AREA NETTA HA 8.17.01<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 10<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 92 0,002826 0,259992<br />

8 73 0,005024 0,366752<br />

10 32 0,00785 0,2512<br />

12 6 0,011304 0,067824<br />

22 2 0,037994 0,075988<br />

24 0,045216 0<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

206 1,074822 0,005218 0,08153 0,028<br />

176


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 16<br />

AREA NETTA HA 8.17.01<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 11<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 73 0,002826 0,206298<br />

8 63 0,005024 0,316512<br />

10 21 0,00785 0,16485<br />

12 8 0,011304 0,090432<br />

14 2 0,015386 0,030772<br />

16 0,020096 0<br />

18 0,025434 0<br />

20 0,0314 0<br />

22 0,037994 0<br />

24 0,045216 0<br />

28 1 0,061544 0,061544<br />

30 0,07065 0<br />

32 0,080384 0<br />

36 0,101736 0<br />

168 0,870408 0,005181 0,08124 0,027<br />

177


PARTICELLA N. 18. <br />

Coordinate GAUSS-<br />

BOAGA:<br />

E = 2495012<br />

N = 4527280<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 475004<br />

N = 4527274<br />

Antiche Sezioni: Valloncello Oscuro<br />

Etimo del tópos: Vallone profondo<br />

Superficie totale: Ha 11.40.45<br />

Superficie boscata: Ha 11.15.74<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 1.26.40<br />

Superficie da utilizzare: Ha 9.89.34<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 745 s.l.m.<br />

Pendenza media: 47%<br />

Esposizione prevalente: est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008 anni 3<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: 2020<br />

178


Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

rilievo di area di saggio.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo matricinato di castagno, confinante con la pineta, avviato verso un buono<br />

sviluppo dei sui polloni. Densità prossima alla norma e strato arbustivo molto sviluppato.<br />

Da segnalare la presenza della specie erbacea Sigillo di Salomone assieme al rovo e<br />

rosa canina. La sua struttura è in continua evoluzione ma risente dei continui furti di<br />

legname. Sottobosco di acero e nocciolo. Terreno di media profondità, con scarsi<br />

affioramenti rocciosi. Erosione e pascolo assenti. La particella è predisposta all’incendio<br />

boschivo con una frequenza non significativa, l’ultimo incendio si è verificato nel 2007.<br />

Ricade in parte nel SIC di Pietra Maula.<br />

E’ servita nella parte centrale da una adeguata rete viaria secondaria permettendo una<br />

razionale gestione delle risorse silvopastorali:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

18 396 1,5 594 sentiero 594<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2020, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, provenienti da seme o, in mancanza, da polloni più promettenti di<br />

cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da destinare all’invecchiamento<br />

indefinito. L’utilizzazione è stata prevista in coerenza all’ambiente che si ispira ai principi<br />

di sostenibilità e di conservazione della biodiversità vegetale e faunistica.<br />

L’esbosco dovrà essere condotto mediante muli, riducendo al massimo l’ingresso in<br />

bosco di mezzi meccanici e l’apertura di piste ed evitando nel modo più assoluto<br />

l’avvallamento libero. Prevedere interventi di tramarratura nelle aree bruciate.<br />

179


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2494436<br />

N = 4527372<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 474428<br />

N = 4527366<br />

PARTICELLA N. 19. <br />

Antiche Sezioni: Sicurano Bruciato<br />

Etimo del tópos: Luogo che non presenta pericolo o difficoltà ma risulta incendiato<br />

Superficie totale: Ha 4.33.81<br />

Superficie boscata: Ha 4.30.66<br />

Posizione fisiografica: dosso<br />

Altitudine media: m. 904 s.l.m.<br />

Pendenza media: 23%<br />

Esposizione prevalente: nord-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Specie arboree sporadiche Ontano, cerro 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 692<br />

media al 2008 31 anni 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 4.347<br />

Età al taglio: anni 35 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 3.334<br />

Anno del taglio: 2012 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 3.170<br />

Altezza media: m. 16 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) 474<br />

Diametro medio: cm. 15 30 (da cm. 27,5 a cm.32,5) 89<br />

Numero di ceppaie ad ettaro: 950 35 (da cm.32,5 a cm.37,5) 51<br />

Numero di piante ad ettaro: 2.823<br />

Area basimetrica totale: mq. 225<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 52<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 377<br />

180


Provvigione reale totale: mc. 1.623<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo matricinato di castagno, confinante con altri cedui di castagno, avviato verso un<br />

abnorme sviluppo delle sue pertiche che si presentano grosse e vecchie con tracce di<br />

passaggio di incendi non recenti. Quindi la sua struttura è in continuo invecchiamento e<br />

risente anche dei continui furti di legname. Densità eccessiva e strato arbustivo molto<br />

sviluppato. Biancospino arborescente da preservare. Terreno fertile e profondo, senza<br />

tracce di erosioni. Pascolo presente. L’utilizzazione è stata prevista in coerenza<br />

all’ambiente che si ispira ai principi di sostenibilità e di conservazione della biodiversità<br />

vegetale e faunistica. Sono state eseguite cinque aree di saggio di forma quadrata (20<br />

m. x 20 m.) in funzione dell’altezza media, della densità, della variabilità strutturale dei<br />

soprassuoli saggiati.<br />

Ricade nel SIC di Pietra Maula.<br />

E’ servita nella parte perimetrale, lato sud, a confine con fondi coltivati a castagneto da<br />

frutto, da un’adeguata rete viaria secondaria permettendo una razionale gestione delle<br />

risorse silvopastorali:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

19 210 1,5 315 sentiero 315<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2012, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, provenienti da seme o, in mancanza, da polloni più promettenti di<br />

cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da destinare all’invecchiamento<br />

indefinito. Per l’esbosco dovrà essere condotto mediante muli, riducendo al massimo<br />

l’ingresso in bosco di mezzi meccanici e l’apertura di piste ed evitando nel modo più<br />

assoluto l’avvallamento libero. Prevedere interventi di tramarratura nelle aree bruciate.<br />

181


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 19<br />

AREA NETTA HA 4.30.66<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 39<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 8 0,002826 0,022608<br />

8 9 0,005024 0,045216<br />

10 12 0,00785 0,0942<br />

12 17 0,011304 0,192168<br />

14 16 0,015386 0,246176<br />

16 9 0,020096 0,180864<br />

18 17 0,025434 0,432378<br />

20 8 0,0314 0,2512<br />

22 5 0,037994 0,18997<br />

24 3 0,045216 0,135648<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

105 1,843494 0,017557 0,14955 0,11<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 19<br />

AREA NETTA HA 4.30.66<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 40<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 11 0,002826 0,031086<br />

8 14 0,005024 0,070336<br />

10 19 0,00785 0,14915<br />

12 19 0,011304 0,214776<br />

14 25 0,015386 0,38465<br />

16 20 0,020096 0,40192<br />

18 14 0,025434 0,356076<br />

20 6 0,0314 0,1884<br />

22 3 0,037994 0,113982<br />

24 1 0,045216 0,045216<br />

30 1 0,07065 0,07065<br />

34 1 0,090746 0,090746<br />

44 0,151976 0<br />

134 2,116988 0,015798 0,14186 0,097<br />

182


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 19<br />

AREA NETTA HA 4.30.66<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 41<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 7 0,002826 0,019782<br />

8 12 0,005024 0,060288<br />

10 12 0,00785 0,0942<br />

12 10 0,011304 0,11304<br />

14 12 0,015386 0,184632<br />

16 11 0,020096 0,221056<br />

18 11 0,025434 0,279774<br />

20 10 0,0314 0,314<br />

22 6 0,037994 0,227964<br />

24 8 0,045216 0,361728<br />

26 0,053066<br />

28 3 0,061544 0,184632<br />

30 0,07065 0<br />

32 0,080384 0<br />

36 0,101736 0<br />

102 2,061096 0,020207 0,16044 0,13<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 19<br />

AREA NETTA HA 4.30.66<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 45<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 1 0,002826 0,002826<br />

8 4 0,005024 0,020096<br />

10 14 0,00785 0,1099<br />

12 22 0,011304 0,248688<br />

14 13 0,015386 0,200018<br />

16 21 0,020096 0,422016<br />

18 17 0,025434 0,432378<br />

20 12 0,0314 0,3768<br />

22 8 0,037994 0,303952<br />

24 5 0,045216 0,22608<br />

26 4 0,053066 0,212264<br />

121 2,555018 0,021116 0,16401 0,13<br />

183


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 19<br />

AREA NETTA HA 4.30.66<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 46<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 2 0,002826 0,005652<br />

8 5 0,005024 0,02512<br />

10 12 0,00785 0,0942<br />

12 16 0,011304 0,180864<br />

14 13 0,015386 0,200018<br />

16 11 0,020096 0,221056<br />

18 19 0,025434 0,483246<br />

20 10 0,0314 0,314<br />

22 4 0,037994 0,151976<br />

24 3 0,045216 0,135648<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

28 1 0,061544 0,061544<br />

32 0,080384 0<br />

36 1 0,101736 0,101736<br />

98 2,028126 0,020695 0,16237 0,135<br />

184


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2494609<br />

N = 4527382<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 474601<br />

N = 4527376<br />

PARTICELLA N. 20. <br />

Antiche Sezioni: Valle dell’Olmo 1<br />

Etimo del tópos: Spazio di terreno tra i monti colonizzato dall’olmo<br />

Superficie totale: Ha 2.56.36<br />

Superficie boscata: Ha 2.50.20<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 865 s.l.m.<br />

Pendenza media: 43%<br />

Esposizione prevalente: nord-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano, olmo<br />

Età media al 2008 anni 4<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: 2019<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

185


ilievo di area di saggio.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno puro e rigoglioso con matricinatura ben conformata. Stato vegetativo<br />

buono, densità uniforme e regolare, anche se le ceppaie mostrano polloni in<br />

soprannumero. Il terreno è fertile, profondo e ricco di uno strato di ceneri vulcaniche.<br />

Erosione leggera, localizzata nei pressi del vallone.<br />

Ricade nel SIC di Pietra Maula.<br />

E’ servita da un’adeguata rete viaria secondaria permettendo una razionale gestione<br />

delle risorse silvopastorali:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

20 256 1,5 384 sentiero<br />

155 1,5 232,5 sentiero 616,5<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2019, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da destinare<br />

all’invecchiamento indefinito. L’utilizzazione è stata prevista in coerenza all’ambiente che<br />

si ispira ai principi di sostenibilità idrogeologica e di conservazione della biodiversità<br />

vegetale e faunistica.<br />

186


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2494372<br />

N = 4527593<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 474364<br />

N = 4527587<br />

PARTICELLA N. 21. <br />

Antiche Sezioni: Sicurano Piccolo e Sicurano Grande<br />

Etimo del tópos: Luogo sicuro<br />

Superficie totale: Ha 10.21.01<br />

Superficie boscata: Ha 10.08.49<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 0.39.80<br />

Superficie da utilizzare: Ha 9.68.69<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 902 s.l.m.<br />

Pendenza media: 43%<br />

Esposizione prevalente: nord-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Specie prevalente: Castagno 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 36.893<br />

Specie arboree sporadiche ontano 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 6.204<br />

Età media al 2008 anni 6 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 75<br />

Età al taglio: anni 19 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 275<br />

Anno del taglio: 2021 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) 229<br />

Altezza media: m. 7 30 (da cm. 27,5 a cm.32,5) 77<br />

Diametro medio: cm. 7<br />

Numero di ceppaie ad ettaro: 950<br />

187


Numero di piante ad ettaro: 4.338<br />

Area basimetrica totale: mq. 189<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 19<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 65<br />

Provvigione reale totale: mc. 653<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno a densità varia, ma generalmente regolare con qualche chiaria, in<br />

discrete condizioni vegetative. La sua struttura è in continua evoluzione. Qualche piccola<br />

rada è occupata da piante di ontano allo stato sporadico. Da segnalare la presenza<br />

della specie erbacea Sigillo di Salomone assieme al rovo e rosa canina. Terreno<br />

ordinariamente fertile e profondo, con esteso strato di polveri vulcaniche. Necessita di<br />

bonificare alcune zone contaminate da depositi di rifiuti lungo la strada forestale<br />

(gomme).<br />

Ricade nel SIC di Pietra Maula.<br />

Sono state eseguite tre aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.) in funzione<br />

dell’altezza media, della densità, della variabilità strutturale dei soprassuoli saggiati.<br />

E’ servita nella parte centrale da una adeguata rete viaria secondaria permettendo una<br />

razionale gestione delle risorse silvopastorali; è interessata anche dal tracciato del<br />

metanodotto:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

21 365 1,5 547,5 sentiero<br />

290 1,5 435 sentiero<br />

128 1,5 192 sentiero 1174,5<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2021, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da destinare<br />

all’invecchiamento indefinito. L’utilizzazione è stata prevista in coerenza all’ambiente che<br />

188


si ispira ai principi di sostenibilità e di conservazione della biodiversità vegetale e<br />

faunistica.<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 21<br />

AREA NETTA HA 10.08.49<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 42<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 97 0,001256 0,121832<br />

6 88 0,002826 0,248688<br />

8 34 0,005024 0,170816<br />

10 3 0,00785 0,02355<br />

24 1 0,045216 0,045216<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

28 1 0,061544 0,061544<br />

225 0,724712 0,003221 0,06406 0,015<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 21<br />

AREA NETTA HA 10.08.49<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 43<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 94 0,001256 0,118064<br />

6 90 0,002826 0,25434<br />

8 38 0,005024 0,190912<br />

10 8 0,00785 0,0628<br />

20 1 0,0314 0,0314<br />

22 3 0,037994 0,113982<br />

234 0,771498 0,003297 0,06481 0,016<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 21<br />

AREA NETTA HA 10.08.49<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 44<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 87 0,001256 0,109272<br />

6 92 0,002826 0,259992<br />

8 12 0,005024 0,060288<br />

10 2 0,00785 0,0157<br />

16 1 0,020096 0,020096<br />

22 1 0,037994 0,037994<br />

24 1 0,045216 0,045216<br />

196 0,548558 0,002799 0,05971 0,015<br />

189


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2494849<br />

N = 4527720<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 474841<br />

N = 4527714<br />

Antiche Sezioni: Escolella 1 e 2<br />

PARTICELLA N. 22. <br />

Etimo del tópos: Luogo di cibo per la presenza di ghiande.<br />

Superficie totale: Ha 3.01.46<br />

Superficie boscata: Ha 2.94.96<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 0.29.80<br />

Superficie da utilizzare: Ha 2.65.16<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 727 s.l.m.<br />

Pendenza media: 53%<br />

Esposizione prevalente: nord<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008 anni 7<br />

Età al taglio: ann 15<br />

Anno del taglio: 2016<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

190


Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

rilievo di area di saggio.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno poco rigoglioso nella parte bassa ed associato con qualche ontano<br />

nella parte alta. Stato vegetativo buono, densità uniforme e regolare. La sua struttura è<br />

in continua evoluzione e risente sia dell’esercizio del pascolo in bosco, sia della raccolta<br />

sistematica di strame e legnatico praticata fino agli anni ’60. Nella sezione ricadono<br />

alcuni piloni della rete ENEL.<br />

Ricade in parte nel SIC di Pietra Maula.<br />

Il terreno è fertile, profondo e ricco di uno strato di ceneri vulcaniche. Insiste il nuovo<br />

serbatoio dell’acquedotto. E’ attraversata dalla strada comunale Scappone.<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

22 98 1,5 147 sentiero<br />

87 1,5 130,5 sentiero 277,5<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2016, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha (mediamente) da destinare<br />

all’invecchiamento indefinito. L’utilizzazione è stata prevista in coerenza all’ambiente che<br />

si ispira ai principi di sostenibilità e di conservazione della biodiversità vegetale e<br />

faunistica.<br />

Necessita di bonificare alcune vaste zone contaminate da depositi di rifiuti urbani<br />

(discarica nel canalone, lungo la strada).<br />

<br />

191


Coordinate GAUSS-<br />

BOAGA:<br />

E = 2494093<br />

N = 4527741<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 474085<br />

N = 4527735<br />

Antiche Sezioni: Centapparte<br />

Etimo del tópos: etimo incerto<br />

Superficie totale: Ha 8.86.53<br />

Superficie boscata: Ha 8.70.70<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 0.10.00<br />

Superficie da utilizzare: Ha 8.60.70<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 870 s.l.m.<br />

Pendenza media: 51%<br />

Esposizione prevalente: nord-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008 anni 3<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: 2020<br />

Viabilità forestale: buona<br />

PARTICELLA N. 23. <br />

192


Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

rilievo di area di saggio.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno a densità varia, ma generalmente regolare con qualche chiaria, in<br />

discrete condizioni vegetative. Qualche piccola rada è occupata da piante di ontano allo<br />

stato sporadico. Terreno ordinariamente fertile e profondo, con esteso strato di polveri<br />

vulcaniche.<br />

Ricade nel SIC di Pietra Maula.<br />

E’ attraversata da sentieri:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

23 462 1,5 693 sentiero<br />

510 1,5 765 sentiero 1458<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2020, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito. L’utilizzazione è stata prevista<br />

in coerenza all’ambiente che si ispira ai principi di sostenibilità e di conservazione della<br />

biodiversità vegetale e faunistica.<br />

L’esbosco dovrà essere condotto mediante muli, riducendo al massimo l’ingresso in<br />

bosco di mezzi meccanici e l’apertura di piste ed evitando nel modo più assoluto<br />

l’avvallamento libero.<br />

193


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2493416<br />

N = 4527613<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 473408<br />

N = 4527607<br />

Antiche Sezioni: Scappone 1°<br />

Etimo del tópos: Luogo di festa<br />

Superficie totale: Ha 9.40.63<br />

Superficie boscata: Ha 9.28.95<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 0.52.00<br />

Superficie da utilizzare: Ha 8.76.95<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 890 s.l.m.<br />

Pendenza media: 55%<br />

PARTICELLA N. 24. <br />

Esposizione prevalente: ovest CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 7.425<br />

Specie prevalente: Castagno 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 1.989<br />

Specie arboree sporadiche acero, ontano, quercia 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 7.440<br />

Età media al 2008 anni 18 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 2.015<br />

Età al taglio: anni 24 ..20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 2.015<br />

Anno del taglio: 2014 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) 113<br />

Altezza media: m. 11 30 (da cm. 27,5 a cm.32,5) 123<br />

Diametro medio: cm. 12<br />

194


Numero di ceppaie ad ettaro: 950<br />

Numero di piante ad ettaro: 3.779<br />

Area basimetrica totale: mq. 354<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 38<br />

Provvigione reale per Ha: mc 204<br />

Provvigione reale totale: mc. 1.895<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno invecchiato sia nella parte bassa che nella zona alta del versante.<br />

Stato vegetativo scadente, densità disforme e irregolare. Il popolamento in questione<br />

presenta in molti casi caratteri di senescenza con soggetti dal diametro elevato ed in<br />

cattivo stato fitosanitario, marcescenti o con la chioma invasa quasi completamente da<br />

Clematis vitalba.<br />

Il terreno è fertile, profondo e ricco di uno strato di ceneri vulcaniche.<br />

Ricade nel SIC di Pietra Maula.<br />

Sono state eseguite sei aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.) in funzione<br />

dell’altezza media, della densità, della variabilità strutturale dei soprassuoli saggiati.<br />

E’ attraversata dall’omonima strada comunale e da piste forestali:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

24 345 1,5 517,5 sentiero 517,5<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2014, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

195


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 24<br />

AREA NETTA HA 9.28.95<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 12<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 21 0,002826 0,059346<br />

8 26 0,005024 0,130624<br />

10 23 0,00785 0,18055<br />

12 24 0,011304 0,271296<br />

14 17 0,015386 0,261562<br />

16 14 0,020096 0,281344<br />

18 5 0,025434 0,12717<br />

20 2 0,0314 0,0628<br />

22 1 0,037994 0,037994<br />

36 0,101736 0<br />

133 1,412686 0,010622 0,11632 0,055<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 24<br />

AREA NETTA HA 9.28.95<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 63<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 34 0,002826 0,096084<br />

8 24 0,005024 0,120576<br />

10 16 0,00785 0,1256<br />

12 16 0,011304 0,180864<br />

14 7 0,015386 0,107702<br />

16 11 0,020096 0,221056<br />

18 5 0,025434 0,12717<br />

20 1 0,0314 0,0314<br />

22 0,037994 0<br />

24 0,045216 0<br />

26 0,053066 0<br />

28 1 0,061544 0,061544<br />

42 0,138474 0<br />

44 0,151976 0<br />

115 1,071996 0,009322 0,10897 0,05<br />

196


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 24<br />

AREA NETTA HA 9.28.95<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 64<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 21 0,002826 0,059346<br />

8 29 0,005024 0,145696<br />

10 16 0,00785 0,1256<br />

12 27 0,011304 0,305208<br />

14 16 0,015386 0,246176<br />

16 17 0,020096 0,341632<br />

18 4 0,025434 0,101736<br />

20 1 0,0314 0,0314<br />

22 0,037994 0<br />

24 2 0,045216 0,090432<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

30 0,07065 0<br />

32 1 0,080384 0,080384<br />

135 1,580676 0,011709 0,12213 0,062<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 24<br />

AREA NETTA HA 9.28.95<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 65<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 36 0,002826 0,101736<br />

8 34 0,005024 0,170816<br />

10 17 0,00785 0,13345<br />

12 19 0,011304 0,214776<br />

14 17 0,015386 0,261562<br />

16 10 0,020096 0,20096<br />

18 7 0,025434 0,178038<br />

20 1 0,0314 0,0314<br />

22 2 0,037994 0,075988<br />

24 0,045216 0<br />

30 1 0,07065 0,07065<br />

144 1,439376 0,009996 0,11284 0,052<br />

197


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 24<br />

AREA NETTA HA 9.28.95<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 66<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 68 0,002826 0,192168<br />

8 44 0,005024 0,221056<br />

10 26 0,00785 0,2041<br />

12 24 0,011304 0,271296<br />

14 23 0,015386 0,353878<br />

16 8 0,020096 0,160768<br />

18 1 0,025434 0,025434<br />

20 1 0,0314 0,0314<br />

22 1 0,037994 0,037994<br />

196 1,498094 0,007643 0,09867 0,04<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 24<br />

AREA NETTA HA 9.28.95<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 67<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 14 0,002826 0,039564<br />

8 17 0,005024 0,085408<br />

10 27 0,00785 0,21195<br />

12 20 0,011304 0,22608<br />

14 24 0,015386 0,369264<br />

16 13 0,020096 0,261248<br />

18 9 0,025434 0,228906<br />

20 5 0,0314 0,157<br />

22 1 0,037994 0,037994<br />

24 0,045216 0<br />

44 0,151976 0<br />

130 1,617414 0,012442 0,12589 0,065<br />

198


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2493313<br />

N = 4527226<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 473305<br />

N = 4527220<br />

Antiche Sezioni: Scappone 2°<br />

Etimo del tópos: Luogo di festa<br />

Superficie totale: Ha 16.49.78<br />

Superficie boscata: Ha 16.43.24<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 870 s.l.m.<br />

Pendenza media: 76%<br />

Esposizione prevalente: ovest<br />

PARTICELLA N. 25. <br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Specie prevalente: Castagno 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 10.815<br />

Specie arboree sporadiche ontano 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 23.658<br />

Età media al 2009 anni 30 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 7.235<br />

Età al taglio: anni 39 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 5.420<br />

Anno del taglio: 2017 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) 736<br />

Altezza media: m. 14 30 (da cm. 27,5 a cm.32,5) 536<br />

Diametro medio: cm. 15 35 (da cm.32,5 a cm.37,5) 200<br />

Numero di ceppaie ad ettaro: 950 40 (da cm. 37,5 a cm.42,5) 111<br />

Numero di piante ad ettaro: 2.964<br />

Area basimetrica totale: mq. 611<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 37<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 218<br />

199


Provvigione reale totale: mc. 3.584<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno invecchiato sia nella parte bassa che nella zona alta del versante.<br />

Stato vegetativo scadente, densità disforme e irregolare. Il popolamento in questione<br />

presenta in molti casi caratteri di senescenza con soggetti dal diametro elevato ed in<br />

cattivo stato fitosanitario, marcescenti o con la chioma invasa quasi completamente da<br />

Clematis vitalba.<br />

Il terreno è fertile, profondo e ricco di uno strato di ceneri vulcaniche.<br />

Ricade nel SIC di Pietra Maula.<br />

Sono state eseguite quattro aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.) in funzione<br />

dell’altezza media, della densità, della variabilità strutturale dei soprassuoli saggiati.<br />

E’ attraversata dall’omonima strada comunale e da piste forestali:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

25 436 1,5 654 sentiero 654<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2017, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

200


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 25<br />

AREA NETTA HA 16.43.24<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 68<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 72 0,002826 0,203472<br />

8 49 0,005024 0,246176<br />

10 39 0,00785 0,30615<br />

12 20 0,011304 0,22608<br />

14 4 0,015386 0,061544<br />

16 4 0,020096 0,080384<br />

18 0,025434 0<br />

20 1 0,0314 0,0314<br />

22 1 0,037994 0,037994<br />

24 0,045216 0<br />

190 1,1932 0,006280 0,08944 0,032<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 25<br />

AREA NETTA HA 16.43.24<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 69<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 10 0,002826 0,02826<br />

8 5 0,005024 0,02512<br />

10 19 0,00785 0,14915<br />

12 11 0,011304 0,124344<br />

14 13 0,015386 0,200018<br />

16 7 0,020096 0,140672<br />

18 5 0,025434 0,12717<br />

20 5 0,0314 0,157<br />

22 6 0,037994 0,227964<br />

24 5 0,045216 0,22608<br />

26 2 0,053066 0,106132<br />

28 1 0,061544 0,061544<br />

30 0,07065 0<br />

32 2 0,080384 0,160768<br />

91 1,734222 0,019057 0,15581 0,112<br />

201


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 25<br />

AREA NETTA HA 16.43.24<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 70<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 4 0,002826 0,011304<br />

8 3 0,005024 0,015072<br />

10 17 0,00785 0,13345<br />

12 11 0,011304 0,124344<br />

14 8 0,015386 0,123088<br />

16 5 0,020096 0,10048<br />

18 5 0,025434 0,12717<br />

20 5 0,0314 0,157<br />

22 2 0,037994 0,075988<br />

24 1 0,045216 0,045216<br />

28 1 0,061544 0,061544<br />

30 1 0,07065 0,07065<br />

32 0,080384 0<br />

36 2 0,101736 0,203472<br />

65 1,248778 0,019212 0,15644 0,12<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 25<br />

AREA NETTA HA 16.43.24<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 71<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 6 0,002826 0,016956<br />

8 13 0,005024 0,065312<br />

10 13 0,00785 0,10205<br />

12 14 0,011304 0,158256<br />

14 16 0,015386 0,246176<br />

16 15 0,020096 0,30144<br />

18 15 0,025434 0,38151<br />

20 7 0,0314 0,2198<br />

22 3 0,037994 0,113982<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

30 1 0,07065 0,07065<br />

42 1 0,138474 0,138474<br />

105 1,867672 0,017787 0,15053 0,11<br />

202


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2493353<br />

N = 4526856<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 473345<br />

N = 4526850<br />

Antiche Sezioni: Scappone 4° e 5°<br />

Etimo del tópos: Luogo di festa<br />

Superficie totale: Ha 16.49.35<br />

Superficie boscata: Ha 16.03.00<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 3.55.60<br />

PARTICELLA N. 26. <br />

Superficie da utilizzare: Ha 12.47.40 CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Posizione fisiografica: versante 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 3.706<br />

Altitudine media: m. 847 s.l.m. 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 17.731<br />

Pendenza media: 60% 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 10.903<br />

Esposizione prevalente: ovest 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 6.111<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) 1.015<br />

Specie prevalente: Castagno 30 (da cm. 27,5 a cm.32,5) 366<br />

Specie arboree sporadiche ontano, acero 35 (da cm.32,5 a cm.37,5) 439<br />

Età media al 2009 anni 30 40 (da cm. 37,5 a cm.42,5) 314<br />

Età al taglio: anni 41<br />

Anno del taglio: 2019<br />

Altezza media: m. 16<br />

Diametro medio: cm. 14<br />

Numero di ceppaie ad ettaro: 950<br />

Numero di piante ad ettaro: 2.532<br />

203


Area basimetrica totale: mq. 630<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 39<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 226<br />

Provvigione reale totale: mc. 3.616<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno invecchiato sia nella parte bassa che nella zona alta del versante.<br />

Stato vegetativo scadente, densità disforme e irregolare. Il popolamento in questione<br />

presenta in molti casi caratteri di senescenza con soggetti dal diametro elevato ed in<br />

cattivo stato fitosanitario, marcescenti o con la chioma invasa quasi completamente da<br />

Clematis vitalba. Il seccume invadente nel ceduo di castagno è direttamente legato<br />

all’interruzione delle ceduazioni o all’abbandono colturale. L’abbandono colturale del<br />

ceduo così come rilevato determina l’innesco di fenomeni regressivi e una grave crisi<br />

della funzionalità del sistema.<br />

Ricade nel SIC di Pietra Maula.<br />

Il terreno è fertile, profondo e ricco di uno strato di ceneri vulcaniche.<br />

Sono state eseguite sei aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.) in funzione<br />

dell’altezza media, della densità, della variabilità strutturale dei soprassuoli saggiati.<br />

E’ attraversata dall’omonima strada comunale e da piste forestali:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

26 18 1,5 27 sentiero<br />

109 1,5 163,5 sentiero 190,5<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2019, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

204


L’esbosco dovrà essere condotto mediante muli, riducendo al massimo l’ingresso in<br />

bosco di mezzi meccanici e l’apertura di piste ed evitando nel modo più assoluto<br />

l’avvallamento libero.<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 26<br />

AREA NETTA HA 16.03<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 15<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 8 0,002826 0,022608<br />

8 10 0,005024 0,05024<br />

10 21 0,00785 0,16485<br />

12 16 0,011304 0,180864<br />

14 19 0,015386 0,292334<br />

16 17 0,020096 0,341632<br />

18 2 0,025434 0,050868<br />

20 5 0,0314 0,157<br />

22 6 0,037994 0,227964<br />

24 3 0,045216 0,135648<br />

28 2 0,061544 0,123088<br />

30 1 0,07065 0,07065<br />

32 1 0,080384 0,080384<br />

111 1,89813 0,017100 0,14759 0,099<br />

205


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 26<br />

AREA NETTA HA 16.03<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 72<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 7 0,002826 0,019782<br />

8 9 0,005024 0,045216<br />

10 13 0,00785 0,10205<br />

12 16 0,011304 0,180864<br />

14 15 0,015386 0,23079<br />

16 8 0,020096 0,160768<br />

18 11 0,025434 0,279774<br />

20 7 0,0314 0,2198<br />

22 5 0,037994 0,18997<br />

26 2 0,053066 0,106132<br />

34 1 0,090746 0,090746<br />

40 1 0,1256 0,1256<br />

95 1,751492 0,018437 0,15325 0,11<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 26<br />

AREA NETTA HA 16.03<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 73<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 5 0,002826 0,01413<br />

8 7 0,005024 0,035168<br />

10 14 0,00785 0,1099<br />

12 10 0,011304 0,11304<br />

14 11 0,015386 0,169246<br />

16 16 0,020096 0,321536<br />

18 8 0,025434 0,203472<br />

20 5 0,0314 0,157<br />

22 3 0,037994 0,113982<br />

24 3 0,045216 0,135648<br />

26 4 0,053066 0,212264<br />

36 1 0,101736 0,101736<br />

87 1,687122 0,019392 0,15717 0,1<br />

206


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 26<br />

AREA NETTA HA 16.03<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 74<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 6 0,002826 0,016956<br />

8 6 0,005024 0,030144<br />

10 14 0,00785 0,1099<br />

12 16 0,011304 0,180864<br />

14 10 0,015386 0,15386<br />

16 7 0,020096 0,140672<br />

18 11 0,025434 0,279774<br />

20 6 0,0314 0,1884<br />

22 0,037994 0<br />

24 2 0,045216 0,090432<br />

30 1 0,07065 0,07065<br />

34 1 0,090746 0,090746<br />

38 1 0,113354 0,113354<br />

81 1,465752 0,018096 0,15183 0,095<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 26<br />

AREA NETTA HA 16.03<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 75<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 16 0,002826 0,045216<br />

8 21 0,005024 0,105504<br />

10 20 0,00785 0,157<br />

12 21 0,011304 0,237384<br />

14 25 0,015386 0,38465<br />

16 12 0,020096 0,241152<br />

18 8 0,025434 0,203472<br />

20 1 0,0314 0,0314<br />

22 0,037994 0<br />

24 1 0,045216 0,045216<br />

32 1 0,080384 0,080384<br />

34 1 0,090746 0,090746<br />

36 1 0,101736 0,101736<br />

38 1 0,113354 0,113354<br />

129 1,837214 0,014242 0,13469 0,075<br />

207


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 26<br />

AREA NETTA HA 16.03<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 76<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 10 0,002826 0,02826<br />

8 10 0,005024 0,05024<br />

10 16 0,00785 0,1256<br />

12 20 0,011304 0,22608<br />

14 14 0,015386 0,215404<br />

16 11 0,020096 0,221056<br />

18 14 0,025434 0,356076<br />

20 4 0,0314 0,1256<br />

22 1 0,037994 0,037994<br />

30 1 0,07065 0,07065<br />

32 1 0,080384 0,080384<br />

102 1,537344 0,015072 0,13856 0,078<br />

208


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2493616<br />

N = 4526610<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 473608<br />

N = 4526604<br />

Antiche Sezioni: Scappone 6° e 7°<br />

Etimo del tópos: Luogo di festa<br />

Superficie totale: Ha 20.94.96<br />

Superficie boscata: Ha 20.08.02<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 5.58.00<br />

Superficie da utilizzare: Ha 14.50.02<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 907 s.l.m.<br />

Pendenza media: 55%<br />

PARTICELLA N. 27a. <br />

Esposizione prevalente: nord CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 1.900<br />

Specie prevalente: Castagno 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 10.914<br />

Specie arboree sporadiche ontano, acero 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 11.045<br />

Età media al 2008 anni 30 20 (da cm. 17,5 a cm. 2,5) 10.987<br />

Età al taglio: anni 38 25 da cm.22,5 a cm.27,5) 1.489<br />

Anno del taglio: 2016 30 (da cm. 27,5 a cm.32,5) 160<br />

Altezza media: m. 16 35 (da cm.32,5 a cm.37,5) 143<br />

Diametro medio: cm 16 40 (da cm. 37,5 a cm.42,5) 177<br />

Numero di ceppaie ad ettaro: 930<br />

Numero di piante ad ettaro: 1.833<br />

209


Area basimetrica totale: mq. 752<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 37<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 237<br />

Provvigione reale totale: mc. 4.755<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno invecchiato sia nella parte bassa che nella zona alta del versante.<br />

Stato vegetativo scadente, densità disforme e irregolare. Il popolamento in questione<br />

presenta in molti casi caratteri di senescenza con soggetti dal diametro elevato ed in<br />

cattivo stato fitosanitario, marcescenti o con la chioma invasa quasi completamente da<br />

Clematis vitalba. Nella particella sono presenti diversi arbusti. La specie più diffusa è il<br />

Sambucus nigra, seguito da Crataegus monogyna, Cornus sanguinea, Viburnum<br />

lantana, Corylus avellana, Evonimus europaeus, Ligustrum vulgare. Come detto,<br />

omogeneamente diffusa sul terreno è la Clematis vitalba che è possibile rinvenire su<br />

qualche fusto. Il terreno è fertile, profondo e ricco di uno strato di ceneri vulcaniche.<br />

Sono state eseguite sei aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.).<br />

E’ attraversata dall’omonima strada comunale che in due punti risulta inaccessibile per<br />

la presenza di fenomeni franosi in atto. In particolare la frana più antica, presente già nel<br />

precedente P.E., ha sfasciato l’intero sedime stradale. Occorre intervenire<br />

immediatamente per scongiurare ulteriori danni alla foresta e al paesaggio che<br />

appartiene a una parte di montagna ora ridotta a una spoglia cadente. Poter scrutare gli<br />

attuali ambiti, questa Sezione che va in rovina, per essere abbandonata e soggetta<br />

210


anche ad incendi continui, lassù su quel pendio che insieme al paesaggio nel quale<br />

vivono vivaci uccelli e tanti rovi sembrano franare nello spazio e nel tempo.<br />

La tabella riporta i parametri dei sentieri e della strada forestale:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

27a 685 4 2740 strada<br />

502 1,5 753 sentiero<br />

154 1,5 231 sentiero 3724<br />

Ricade nel SIC di Pietra Maula.<br />

Interventi nel decennio: E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2016, per mezzo di<br />

taglio a raso con rilascio di 60 matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo<br />

che per vegetazione e robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n.<br />

5 piante/ha (mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito ma nel pieno<br />

rispetto e prevalenza della gestione idrogeologica e delle funzioni ecologiche,<br />

naturalistiche, biosferiche, paesaggistiche. Prevedere interventi di rinfoltimento, tagli di<br />

succisione, di tramarratura nelle aree percorse dal fuoco.<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 27a<br />

AREA NETTA HA 20.08.02<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 13<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 2 0,002826 0,005652<br />

8 5 0,005024 0,02512<br />

10 7 0,00785 0,05495<br />

12 9 0,011304 0,101736<br />

14 10 0,015386 0,15386<br />

16 12 0,020096 0,241152<br />

18 5 0,025434 0,12717<br />

20 10 0,0314 0,314<br />

22 3 0,037994 0,113982<br />

24 0,045216 0<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

28 0,061544<br />

42 1 0,138474 0,138474<br />

65 1,329162 0,020449 0,16140 0,128<br />

211


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 27a<br />

AREA NETTA HA 20.08.02<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 14<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 2 0,002826 0,005652<br />

8 3 0,005024 0,015072<br />

10 8 0,00785 0,0628<br />

12 14 0,011304 0,158256<br />

14 8 0,015386 0,123088<br />

16 11 0,020096 0,221056<br />

18 7 0,025434 0,178038<br />

20 5 0,0314 0,157<br />

22 6 0,037994 0,227964<br />

24 2 0,045216 0,090432<br />

26 2 0,053066 0,106132<br />

32 2 0,080384 0,160768<br />

34 1 0,090746 0,090746<br />

40 1 0,1256 0,1256<br />

72 1,722604 0,023925 0,17458 0,145<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 27a<br />

AREA NETTA HA 20.08.02<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 33<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 8 0,002826 0,022608<br />

8 4 0,005024 0,020096<br />

10 12 0,00785 0,0942<br />

12 8 0,011304 0,090432<br />

14 11 0,015386 0,169246<br />

16 5 0,020096 0,10048<br />

18 9 0,025434 0,228906<br />

20 8 0,0314 0,2512<br />

22 2 0,037994 0,075988<br />

24 3 0,045216 0,135648<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

28 1 0,061544 0,061544<br />

72 1,303414 0,018103 0,15186 0,11<br />

212


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 27a<br />

AREA NETTA HA 20.08.02<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 34<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 7 0,002826 0,019782<br />

8 2 0,005024 0,010048<br />

10 9 0,00785 0,07065<br />

12 8 0,011304 0,090432<br />

14 13 0,015386 0,200018<br />

16 14 0,020096 0,281344<br />

18 12 0,025434 0,305208<br />

20 6 0,0314 0,1884<br />

22 4 0,037994 0,151976<br />

24 1 0,045216 0,045216<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

44 0,151976 0<br />

77 1,41614 0,018391 0,15306 0,113<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 27a<br />

AREA NETTA HA 20.08.02<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 35<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 1 0,002826 0,002826<br />

8 9 0,005024 0,045216<br />

10 7 0,00785 0,05495<br />

12 6 0,011304 0,067824<br />

14 9 0,015386 0,138474<br />

16 14 0,020096 0,281344<br />

18 13 0,025434 0,330642<br />

20 9 0,0314 0,2826<br />

22 8 0,037994 0,303952<br />

24 2 0,045216 0,090432<br />

26 3 0,053066 0,159198<br />

36 0,101736 0<br />

81 1,757458 0,021697 0,16625 0,143<br />

213


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 27a<br />

AREA NETTA HA 20.08.02<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 77<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 5 0,002826 0,01413<br />

8 3 0,005024 0,015072<br />

10 11 0,00785 0,08635<br />

12 7 0,011304 0,079128<br />

14 12 0,015386 0,184632<br />

16 11 0,020096 0,221056<br />

18 7 0,025434 0,178038<br />

20 7 0,0314 0,2198<br />

22 6 0,037994 0,227964<br />

24 1 0,045216 0,045216<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

28 2 0,061544 0,123088<br />

30 1 0,07065 0,07065<br />

74 1,51819 0,020516 0,16166 0,139<br />

214


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2494249<br />

N = 4526582<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 474241<br />

N = 4526576<br />

Antiche Sezioni: Vallottola del Totaro<br />

PARTICELLA N. 32. <br />

Etimo del tópos: Luogo di palizzata per bovini<br />

Superficie totale: Ha 1.27.50<br />

Superficie boscata: Ha 1.24.67<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 0.14.00<br />

Superficie da utilizzare: Ha 1.10.67<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 980 s.l.m.<br />

Pendenza media: 37%<br />

Esposizione prevalente: est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008: anni 1<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: 2022<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche,<br />

215


nonché l’area basimetrica trattandosi di un giovane ceduo.<br />

Descrizione:<br />

Giovane ceduo di castagno con qualche pianta di ontano allo stato di sottobosco. Stato<br />

vegetativo buono, densità varia: a tratti colma e a piccoli tratti rada. Il terreno è fertile,<br />

profondo e ricco di uno strato di ceneri vulcaniche.<br />

Ricade nel SIC di Pietra Maula.<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

32 79 1,5 118,5 sentiero 118,5<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2022, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

216


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2494824<br />

N = 4526605<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 474816<br />

N = 4526599<br />

Antiche Sezioni: Pepera<br />

Etimo del tópos: etimo incerto<br />

Superficie totale: Ha 4.27.85<br />

Superficie boscata: Ha 4.14.88<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 1.15.60<br />

Superficie da utilizzare: Ha 2.99.28<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 790 s.l.m.<br />

Pendenza media: 68%<br />

Esposizione prevalente: est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

PARTICELLA N. 33. <br />

Specie prevalente: Ceduo misto di Castagno con Carpino e Orniello<br />

Specie arboree sporadiche: ontano<br />

Età al taglio al 2008 anni 40<br />

Età al taglio: anni 46<br />

Anno del taglio: 2014<br />

Altezza media: m. 12,5<br />

Diametro medio: cm. 9,6<br />

Numero di ceppaie ad ettaro: 950<br />

217


Numero di piante ad ettaro: 5.375<br />

Viabilità forestale: carente<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche,<br />

nonché l’area basimetrica trattandosi di un giovane ceduo.<br />

Descrizione:<br />

Il ceduo confina con il “Vallone Pastelle”, piuttosto profondo ed inciso dalle acque, ed è<br />

caratterizzato da una pendenza che si aggira intorno ai 45-50%, nonché cosparso di<br />

nude pareti di roccia. La peculiare orografia di questa particella e l’elevata altitudine non<br />

favoriscono l’esbosco per accidentalità dei luoghi che rendono negativo il prezzo di<br />

trasformazione o macchiatico. Pertanto si consiglia di salvaguardare la località dal punto<br />

di vista paesaggistico ed idrogeologico. Inoltre, la particella è predisposta all’incendio<br />

boschivo con una frequenza significativa, gli ultimi incendi si sono verificati nel 2000 e<br />

nel 2007.<br />

Ricade nel SIC di Pietra Maula.<br />

E’ interessata da sentiero:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

33 175 1,5 262,5 sentiero 262,5<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2014, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

Prevedere interventi di rinfoltimento, tagli di succisione, di tramarratura nelle aree<br />

percorse dal fuoco.<br />

218


Coordinate GAUSS-<br />

BOAGA:<br />

E = 2493226<br />

N = 4528245<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 473218<br />

N = 4528239<br />

PARTICELLA N. 34 a <br />

Antiche Sezioni: Vallone del Melo<br />

Etimo del tópos: Vallone del melo per presenza della stessa pianta selvatica<br />

Superficie totale: Ha 13.64.15<br />

Superficie boscata: Ha 13.28.85<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 1.71.00<br />

Superficie da utilizzare: Ha 11.57.85<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 740 s.l.m.<br />

Pendenza media: 45%<br />

Esposizione prevalente: nord<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008 anni 5<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: 2018<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

219


Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

rilievo di area di saggio.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno puro e rigoglioso sia nella parte bassa che nella zona alta del<br />

versante a girapoggio. Stato vegetativo buono, densità uniforme e regolare, anche se le<br />

ceppaie mostrano polloni in soprannumero. Il terreno è fertile, profondo e ricco di uno<br />

strato di ceneri vulcaniche. Erosione leggera, localizzata nei pressi del vallone.<br />

Ricade in parte nel SIC di Pietra Maula.<br />

E’ interessata da piste forestali:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

34a 91 1,5 136,5 sentiero<br />

926 1,5 1389 sentiero 1525,5<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2018, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

220


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2493124<br />

N = 4528070<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 473116<br />

N = 4528064<br />

Antiche Sezioni: Vallone del Melo<br />

PARTICELLA N. 34b. <br />

Etimo del tópos: Vallone del melo per presenza della stessa pianta selvatica<br />

Superficie totale: Ha 1.20.61<br />

Superficie boscata: Ha 1.20.61<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 822 s.l.m.<br />

Pendenza media: 34%<br />

Esposizione prevalente: sud-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano, melo<br />

Età media al 2008: anni 2<br />

Età al taglio: anni 16<br />

Anno del taglio: 2022<br />

Altezza media: m. 4<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

rilievo di area di saggio.<br />

221


Descrizione:<br />

Piccola isola di particella destinata a ceduo di castagno che è circondata da terreni<br />

privati coltivati anch’essi a ceduo di castagno, a nocciuoli o a castagneto da frutto. La<br />

densità è discreta con qualche piccolo vuoto interessato da piante erbacee. Terreno<br />

fertile e discretamente profondo.<br />

Ricade nel SIC di Pietra Maula.<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2022, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

222


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2493389<br />

N = 4528071<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 473381<br />

N = 4528065<br />

PARTICELLA N. 35. <br />

Antiche Sezioni: Vallone del Melo (Sezione n. 4)<br />

Etimo del tópos: Vallone del melo per presenza della stessa pianta selvatica<br />

Superficie totale: Ha 1.35.85<br />

Superficie boscata: Ha 1.27.85<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 0.64.00<br />

Superficie da utilizzare: Ha 0.63.58<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 832 s.l.m.<br />

Pendenza media: 54%<br />

Esposizione prevalente: nord<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008 anni 2<br />

Età al taglio: anni 16<br />

Anno del taglio: 2022<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

223


Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

rilievo di area di saggio.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno puro e rigoglioso sia nella parte bassa che nella zona alta del<br />

versante a girapoggio che è diviso in due parti. Stato vegetativo buono, densità uniforme<br />

e regolare, anche se le ceppaie mostrano polloni in soprannumero. Il terreno è fertile,<br />

profondo e ricco di uno strato di ceneri vulcaniche. Erosione leggera, localizzata nei<br />

pressi del vallone.<br />

Ricade nel SIC di Pietra Maula.<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2022, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

224


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2492772<br />

N = 4529529<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 472764<br />

N = 4529523<br />

Antiche Sezioni: Gaudi<br />

PARTICELLA N. 36. <br />

Etimo del tópos: Monte della Gioia<br />

Superficie totale: Ha 5.79.56<br />

Superficie boscata: Ha 5.53.79<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 0.92.40<br />

Superficie da utilizzare: Ha 4.61.39<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 550 s.l.m.<br />

Pendenza media: 54% CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Esposizione prevalente: sud 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 5.761<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 13.084<br />

Specie prevalente: Castagno 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 1.973<br />

Specie arboree sporadiche frassino, ontano, orniello 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 764<br />

Età media al 2008 15 anni 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) 38<br />

Età al taglio: anni 21<br />

Anno del taglio: 2014<br />

Altezza media: m. 16<br />

Diametro medio: cm. 10<br />

Numero di ceppaie ad ettaro: 950<br />

Numero di piante ad ettaro: 3.904<br />

225


Area basimetrica totale: mq. 167<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 30<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 162<br />

Provvigione reale totale: mc. 896<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno bene sviluppato sia nella parte bassa che nella zona alta del<br />

versante con qualche pianta spontanea di ontano specilamente sul versante più<br />

soleggiato. Comunque il ceduo di castagno risulta invecchiato sia nella parte bassa che<br />

nella zona alta del versante; il popolamento in questione presenta in molti casi caratteri<br />

di vecchiaia con soggetti dal diametro elevato. Pertanto le condizioni vegetative più che<br />

mature, densità disforme ed irregolare, anche se le ceppaie mostrano polloni in<br />

soprannumero. Il terreno è fertile, profondo e ricco di uno strato di ceneri vulcaniche.<br />

Erosione leggera, localizzata nei pressi del vallone. La specie più diffusa è il Sambucus<br />

nigra, seguito da Crataegus monogyna, Cornus sanguinea, Viburnum lantana, Corylus<br />

avellana, Evonimus europaeus, Ligustrum vulgare. Come detto, omogeneamente<br />

diffusa sul terreno è la Clematis vitalba che è possibile rinvenirre su qualche fusto. E’<br />

attraversata dall’omonima strada forestale “Gaudi”. E’ stata tagliata nell’annata silvana<br />

1992-93. Sono state eseguite tre aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.) in<br />

funzione dell’altezza media, della densità, della variabilità strutturale dei soprassuoli<br />

saggiati.<br />

Ricade nella ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

La tabella riporta i parametri dei sentieri e della strada forestale:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE SUP. TOTALE<br />

36 921 1,5 1381,5 sentiero<br />

27 1,5 40,5 sentiero 1422<br />

226


Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2014, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 36<br />

AREA NETTA HA 5.53.79<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 16<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 35 0,002826 0,09891<br />

8 29 0,005024 0,145696<br />

10 32 0,00785 0,2512<br />

12 20 0,011304 0,22608<br />

14 12 0,015386 0,184632<br />

16 15 0,020096 0,30144<br />

18 10 0,025434 0,25434<br />

20 3 0,0314 0,0942<br />

22 4 0,037994 0,151976<br />

24 1 0,045216 0,045216<br />

161 1,75369 0,010892 0,11780 0,059<br />

227


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 36<br />

AREA NETTA HA 5.53.79<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 17<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 37 0,002826 0,104562<br />

8 41 0,005024 0,205984<br />

10 37 0,00785 0,29045<br />

12 25 0,011304 0,2826<br />

14 9 0,015386 0,138474<br />

16 2 0,020096 0,040192<br />

42 0,138474 0<br />

44 0,151976 0<br />

151 1,062262 0,007035 0,09467 0,04<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 36<br />

AREA NETTA HA 5.53.79<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 18<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 50 0,002826 0,1413<br />

8 60 0,005024 0,30144<br />

10 30 0,00785 0,2355<br />

12 7 0,011304 0,079128<br />

14 7 0,015386 0,107702<br />

16 1 0,020096 0,020096<br />

18 2 0,025434 0,050868<br />

36 0,101736 0<br />

157 0,936034 0,005962 0,08715 0,03<br />

228


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2493288<br />

N = 4529590<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 473280<br />

N = 4529584<br />

Antiche Sezioni: Ripa 4°<br />

PARTICELLA N. 37. <br />

Etimo del tópos: Estrema parte della montagna.<br />

Superficie totale: Ha 11.00.90<br />

Superficie boscata: Ha 10.75.69<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 1.42.40<br />

Superficie da utilizzare: Ha 9.33.29<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 585 s.l.m.<br />

Pendenza media: 70%<br />

Esposizione prevalente: sud<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano, acero, ailanto CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N°<br />

Età PIANTE media al 2008 anni 17 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 8.110<br />

Età al taglio: anni 18 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 18.817<br />

Taglio in corso: 2009 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 11.462<br />

Altezza media: m. 16 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 2.404<br />

Diametro medio: cm. 12 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) 63<br />

Numero di ceppaie ad ettaro: 950 30 (da cm. 27,5 a cm.32,5) 150<br />

Numero di piante ad ettaro: 3.837 35 (da cm.32,5 a cm.37,5) 274<br />

229


Area basimetrica totale: mq. 461<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 63<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 228<br />

Provvigione reale totale: mc. 2.449<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno bene sviluppato sia nella parte bassa che nella zona alta del<br />

versante con qualche pianta spontanea di ontano specilamente sul versante più<br />

soleggiato. Comunque il ceduo di castagno risulta invecchiato sia nella parte bassa che<br />

nella zona alta del versante; il popolamento in questione presenta in molti casi caratteri<br />

di vecchiaia con soggetti dal diametro elevato. Pertanto le condizioni vegetative più che<br />

mature, densità disforme ed irregolare, anche se le ceppaie mostrano polloni in<br />

soprannumero. Il terreno è fertile, profondo e ricco di uno strato di ceneri vulcaniche.<br />

Erosione leggera, localizzata nei pressi del vallone. Un’area è diventata una vera e<br />

propria discarica e ricettacolo di piccoli scarichi e traffico di rifiuti non autorizzato. La<br />

specie più diffusa è il Sambucus nigra, seguito da Crataegus monogyna, Cornus<br />

sanguinea, Viburnum lantana, Corylus avellana, Evonimus europaeus, Ligustrum<br />

vulgare. Come detto, omogeneamente diffusa sul terreno è la Clematis vitalba che è<br />

possibile rinvenirre su qualche fusto. E’ attraversata dall’omonima strada forestale<br />

“Ripa”. E’ stata tagliata nell’annata silvana 1991-92. Sono state eseguite tre aree di<br />

saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.). Subito dopo la strada statale 7 si diparte una<br />

strada sterrata attraverso proprietà private raggiunge la rete viabile esistente che<br />

230


sicuramente è una delle migliori dell’area boscata. Essa può permettere, su di un così<br />

ampio territorio, una certa razionalità degli interventi di gestione ed utilizzazione del<br />

territorio. La tabella riporta i parametri della pista forestale:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

37 494 1,5 741 sentiero 741<br />

Nel ceduo, successivamente, alle operazioni di rilievo dendrometrico, sono iniziate le<br />

operazione di taglio.<br />

Sono state eseguite tre aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.).<br />

La particella è predisposta all’incendio boschivo con una frequenza significativa, l’ultimo<br />

incendio si è verificato nel 2002.<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

Interventi nel decennio:<br />

Utilizzazione in corso, anno 2009, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

Prevedere interventi di rinfoltimento, tagli di succisione, di tramarratura nelle aree<br />

percorse dal fuoco.<br />

231


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 37<br />

AREA NETTA HA 10.75.69<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 19<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 29 0,002826 0,081954<br />

8 23 0,005024 0,115552<br />

10 23 0,00785 0,18055<br />

12 22 0,011304 0,248688<br />

14 23 0,015386 0,353878<br />

16 12 0,020096 0,241152<br />

18 12 0,025434 0,305208<br />

20 2 0,0314 0,0628<br />

22 0,037994 0<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

28 1 0,061544 0,061544<br />

30 0,07065 0<br />

32 0,080384 0<br />

34 1 0,090746 0,090746<br />

36 0,101736 0<br />

149 1,795138 0,012048 0,12389 0,063<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 37<br />

AREA NETTA HA 10.75.69<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 20<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 29 0,002826 0,081954<br />

8 27 0,005024 0,135648<br />

10 19 0,00785 0,14915<br />

12 23 0,011304 0,259992<br />

14 34 0,015386 0,523124<br />

16 12 0,020096 0,241152<br />

18 5 0,025434 0,12717<br />

20 1 0,0314 0,0314<br />

30 1 0,07065 0,07065<br />

151 1,62024 0,010730 0,11691 0,057<br />

232


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 37<br />

AREA NETTA HA 10.75.69<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 78<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 31 0,002826 0,087606<br />

8 25 0,005024 0,1256<br />

10 17 0,00785 0,13345<br />

12 27 0,011304 0,305208<br />

14 31 0,015386 0,476966<br />

16 10 0,020096 0,20096<br />

18 7 0,025434 0,178038<br />

20 2 0,0314 0,0628<br />

28 1 0,061544 0,061544<br />

30 1 0,07065 0,07065<br />

32 0,080384<br />

44 0,151976 0<br />

152 1,702822 0,011203 0,11946 0,06<br />

233


Coordinate GAUSS-<br />

BOAGA:<br />

E = 2493563<br />

N = 4529914<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 473555<br />

N = 4529908<br />

Antiche Sezioni: Ripa 2° e 3°, lotto I e II<br />

PARTICELLA N. 38. <br />

Etimo del tópos: Estrema parte della montagna.<br />

Superficie totale: Ha 11.31.53<br />

Superficie boscata: Ha 10.94.49<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 1.55.80<br />

Superficie da utilizzare: Ha 9.38.69<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 654 s.l.m.<br />

Pendenza media: 67%<br />

Esposizione prevalente: sud<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Età media al 2008: anni 2<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: annn 2021<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

234


quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

rilievo di area di saggio.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo matricinato di castagno con stato vegetativo discreto, densità uniforme e<br />

regolare. Il terreno è fertile, fresco e profondo.<br />

Le matricine sono quasi uniformemente distribuite su tutta la superficie e in discrete<br />

condizioni. Terreno fertile e profondo, salvo lungo il sedime stradale dove è alquanto<br />

eroso. La particella è predisposta all’incendio boschivo con una frequenza significativa,<br />

l’ultimo incendio si è verificato nel 2002.<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

Dalla via principale Ripa si dipartono numerose piste forestali di servizio e quasi tutte di<br />

antica realizzazione; vengono riportate le principali nell'ordine di salita:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

38 511 1,5 766,5 sentiero<br />

411 1,5 616,5 sentiero<br />

117 1,5 175,5 sentiero 1558,5<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2021, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

Prevedere interventi di rinfoltimento, tagli di succisione, di tramarratura nelle aree<br />

percorse dal fuoco.<br />

235


Coordinate GAUSS-<br />

BOAGA:<br />

E = 2493834<br />

N = 4529633<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 473826<br />

N = 4529627<br />

Antiche Sezioni: Ripa 1°<br />

PARTICELLA N. 39. <br />

Etimo del tópos: Estrema parte della montagna<br />

Superficie totale: Ha 11.60.06<br />

Superficie boscata: Ha 11.51.80<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 0.21.20<br />

Superficie da utilizzare: Ha 11.30.60<br />

Posizione fisiografica: pianeggiante<br />

Altitudine media: m. 722 s.l.m.<br />

Pendenza media: 34%<br />

Esposizione prevalente: nord-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età al taglio al 2008 anni 2<br />

Età media: anni 17<br />

Anno del taglio: 2023<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche,<br />

236


nonché l’area basimetrica trattandosi di un giovane ceduo.<br />

Descrizione e Prescrizioni:<br />

Ceduo di castagno con matricine ben sviluppate ma con polloni di due anni. Condizioni<br />

vegetative buone, densità uniforme e regolare, anche se le ceppaie mostrano polloni in<br />

soprannumero. Sporadiche piante di ontano napoletano insistono su piccole aree. Il<br />

terreno è fertile, profondo e ricco di uno strato di ceneri vulcaniche. La particella<br />

conserva ancora i segni di qualche area carbonile; in alcune zone sono presenti la<br />

ginestra, la rosa selvatica, il biancospino e il rovo. All’ombra delle matricine insistono e<br />

sopravvivono rari esemplari di piante sparse di agrifoglio (Ilex aquifolium) dalle foglie<br />

scure e lucenti che vanno drasticamente conservate. Nella restante superficie le erbe e<br />

gli arbusti risultano abbondanti.<br />

La particella è predisposta all’incendio boschivo con una frequenza significativa, l’ultimo<br />

incendio si è verificato nel 2002.<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

Pista trattorabile a servizio della parte sezione:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

39 374 1,5 561 sentiero 561<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2023, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

Prevedere interventi di rinfoltimento, tagli di succisione, di tramarratura nelle aree<br />

percorse dal fuoco.<br />

237


PARTICELLA N. 40a. <br />

Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2494380<br />

N = 4529460<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 474372<br />

N = 4529454<br />

Antiche Sezioni: Macchia Pentillo 1° - Macchia Pentillo 2°<br />

Fodero - Tufarelle 1°- Vallerotonda 2°<br />

Etimo del tópos: Luogo colonizzato da piante in forma cespugliosa.<br />

Superficie totale: Ha 6.71.42<br />

Superficie boscata: Ha 6.63.89<br />

Posizione fisiografica: dosso<br />

Altitudine media: m. 820 s.l.m.<br />

Pendenza media: 31%<br />

Esposizione prevalente: sud-ovest<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche cerro, ontano<br />

Età al taglio al 2008: anni 4<br />

Età media: anni 15<br />

Anno del taglio: 2019<br />

Altezza media: m. 7 CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Diametro medio: cm. 8 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 14.877<br />

Numero di ceppaie ad ettaro: 950 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 20.370<br />

238


Numero di piante ad ettaro: 5.459 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 733<br />

Area basimetrica totale: mq. 193 20 (da cm. 27,5 a cm.32,5) 256<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 29<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 161<br />

Provvigione reale totale: mc. 1.072<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno di 4 anni di età in buono stato vegetativo. Ordinariamente governato<br />

a ceduo. Densità varia: a tratti regolare sul versante est, specialmente in basso, e a tratti<br />

un pò rado con vuoti più diffusi nelle quote più alte in prossimità del confine con i privati.<br />

I nudi sono interessati da ontano napoletano, cerro. Terreno discretamente fertile e<br />

profondo.<br />

I rilievi hanno scoperto che alcuni siti della particella forestale erano pieni di bottiglie di<br />

plastica, recipienti di vario genere, frigorifero, specchio, un'inimmaginabile varieta' di<br />

rifiuti gettati tra le ceppaie. Lontano dal mondo, ho visto la triste conferma del nostro<br />

stile di vita usa-e-getta riflessa in “oceano di verde” contaminato. E fra tutte le spiacevoli<br />

verità questa dei rifiuti abbandonati è quella più “radicata” o la più sgradevole che incide<br />

fortemente sulla salvaguardia ambientale del territorio forestale.<br />

Prevedere interventi di tramarratura nelle aree bruciate.<br />

Sono state eseguite quattro aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.) in funzione<br />

dell’altezza media, della densità, della variabilità strutturale dei soprassuoli saggiati.<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

239


ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

La sezione si raggiunge mediante Via Vallerotonda il cui tracciato risulta asfaltato da<br />

poco tempo, ma il rimanente tratto risulta brecciato o a fondo naturale.<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

40a 468 1,5 702 sentiero<br />

34 1,5 51 sentiero 753<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2019, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

240


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 40 a<br />

AREA NETTA HA 6.63.89<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 52<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 95 0,002826 0,26847<br />

8 92 0,005024 0,462208<br />

10 27 0,00785 0,21195<br />

12 11 0,011304 0,124344<br />

14 2 0,015386 0,030772<br />

16 1 0,020096 0,020096<br />

18 1 0,025434 0,025434<br />

20 0,0314 0<br />

22 1 0,037994 0,037994<br />

230 1,181268 0,005136 0,08089 0,029<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 40a<br />

AREA NETTA HA 6.63.89<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 53<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 87 0,002826 0,245862<br />

8 88 0,005024 0,442112<br />

10 26 0,00785 0,2041<br />

12 9 0,011304 0,101736<br />

14 2 0,015386 0,030772<br />

16 0,020096 0<br />

18 1 0,025434 0,025434<br />

213 1,050016 0,004930 0,07925 0,027<br />

241


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 40a<br />

AREA NETTA HA 6.63.89<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 54<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 88 0,002826 0,248688<br />

8 76 0,005024 0,381824<br />

10 46 0,00785 0,3611<br />

12 12 0,011304 0,135648<br />

14 5 0,015386 0,07693<br />

36 0,101736 0<br />

227 1,20419 0,005305 0,08221 0,029<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 40a<br />

AREA NETTA HA 6.63.89<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 55<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 90 0,002826 0,25434<br />

8 63 0,005024 0,316512<br />

10 27 0,00785 0,21195<br />

12 19 0,011304 0,214776<br />

14 4 0,015386 0,061544<br />

16 2 0,020096 0,040192<br />

18 2 0,025434 0,050868<br />

20 0,0314 0<br />

22 1 0,037994 0,037994<br />

208 1,188176 0,005712 0,08530 0,032<br />

242


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2494811<br />

N = 4529578<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 474803<br />

N = 4529572<br />

PARTICELLA N. 40 b. <br />

Antiche Sezioni: Macchia Pentillo<br />

Etimo del tópos: Luogo colonizzato da piante in forma cespugliosa.<br />

Superficie totale: Ha 1.33.85<br />

Superficie boscata: Ha 1.33.85<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 836 s.l.m.<br />

Pendenza media: 23%<br />

Esposizione prevalente: sud-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano, nocciuolo CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Età media al 2008 anni 10 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 1.272<br />

Età al taglio: anni 16 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 3.045<br />

Anno del taglio: 2014 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 201<br />

Altezza media: m. 9 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 33<br />

Diametro medio: cm. 9<br />

Numero di ceppaie ad ettaro: 950<br />

Numero di piante ad ettaro: 3.400<br />

243


Area basimetrica totale: mq. 31<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 23<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 116<br />

Provvigione reale totale: mc. 155<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Piccola isola di particella destinata a ceduo di castagno che è circondata da terreni<br />

privati coltivati anch’essi a ceduo, o castagneto da frutto o a nocelleti. La densità è<br />

discreta con qualche piccolo vuoto interessato da piante erbacee. Terreno fertile e<br />

discretamente profondo.<br />

La particella si raggiunge mediante Via Vallerotonda il cui tracciato risulta asfaltato da<br />

poco tempo, ma il rimanente tratto risulta brecciato o a fondo naturale con il quale<br />

confina.<br />

E’ stata eseguita un’area di saggio di forma quadrata (20 m x 20 m).<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2014, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

244


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 40b<br />

AREA NETTA HA 1.33.85<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 8<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 57 0,002826 0,161082<br />

8 39 0,005024 0,195936<br />

10 34 0,00785 0,2669<br />

12 19 0,011304 0,214776<br />

14 4 0,015386 0,061544<br />

16 2 0,020096 0,040192<br />

18 0,025434 0<br />

20 0,0314 0<br />

22 1 0,037994 0,037994<br />

24 0,045216 0<br />

28 0,061544 0<br />

30 0,07065 0<br />

32 0,080384 0<br />

36 0,101736 0<br />

156 0,978424 0,006272 0,08939 0,034<br />

245


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2494380<br />

N = 4529460<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 474372<br />

N = 4529454<br />

PARTICELLA N. 40c. <br />

Antiche Sezioni: Macchia Pentillo - Vallerotonda<br />

Etimo del tópos: Luogo colonizzato da piante in forma cespugliosa.<br />

Superficie totale: Ha 0.46.09<br />

Superficie boscata: Ha 0.46.09<br />

Posizione fisiografica: dosso<br />

Altitudine media: m. 832 s.l.m.<br />

Pendenza media: 23%<br />

Esposizione prevalente: sud-ovest<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno da frutto, impiantato da privati<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: usurpata da privati.<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

246


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2494380<br />

N = 4529460<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 474372<br />

N = 4529454<br />

PARTICELLA N. 40d. <br />

Antiche Sezioni: Macchia Pentillo<br />

Etimo del tópos: Luogo colonizzato da piante in forma cespugliosa.<br />

Superficie totale: Ha 0.12.34<br />

Superficie boscata: Ha 0.12.34<br />

Posizione fisiografica: dosso<br />

Altitudine media: m. 825 s.l.m.<br />

Pendenza media: 31%<br />

Esposizione prevalente: sud-ovest<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008 anni 4<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: 2019<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno disforme per età in buono stato vegetativo. Densità varia: a tratti<br />

247


egolare sul versante est, specialmente in basso, e a tratti un pò rado con vuoti più<br />

diffusi nelle quote più alte. I nudi sono interessati da ontano napoletano. Terreno<br />

discretamente fertile e profondo.<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2019, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

248


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2494322<br />

N = 4529914<br />

Coordinate<br />

UTM-WGS84:<br />

E = 474314<br />

N = 4529908<br />

PARTICELLA N. 41. <br />

Località o Sezione: Rialto 1°-2°-3° e Tufarelle 2°<br />

Etimo del tópos: Luogo rilevato<br />

Superficie totale: Ha 15.90.33<br />

Superficie boscata: Ha 14.98.23 CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 5.61.63 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 19.228<br />

Superficie da utilizzare: Ha 9.36.63 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 40.149<br />

Posizione fisiografica: versante 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 6.665<br />

Altitudine media: m. 780 s.l.m. 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 807<br />

Pendenza media: 32% 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) 277<br />

Esposizione prevalente: sud 35 (da cm. 32,5 a cm.37,5) 75<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche acero, ontano, nocciolo<br />

Età media al 2008 anni 16<br />

Età al taglio: anni 21<br />

Anno del taglio: 2013<br />

Altezza media: m. 12<br />

249


Diametro medio: cm. 10<br />

Numero di ceppaie ad ettaro: 950<br />

Numero di piante ad ettaro: 4.485<br />

Area basimetrica totale: mq. 507<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 34<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 173<br />

Provvigione reale totale: mc. 2.594<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Maturo ceduo di castagno in buono stato vegetativo che si svolge sul pendio di monte<br />

Rialto. Densità varia: a tratti regolare sul versante est, specialmente in basso, a tratti un<br />

pò rado con vuoti più diffusi nelle quote più alte. I nudi sono interessati da ontano<br />

napoletano, acero, noccioli. Terreno discretamente fertile e profondo. E’ stata tagliata<br />

nell’annata silvana 1991-92.<br />

La rete viabile esistente è sicuramente una delle migliori del comprensorio. Essa<br />

permette, su di un così ampio territorio, una certa razionalità degli interventi di gestione<br />

ed utilizzazione del territorio. Durante la fase dei rilievi si è accertata la esistenza di Via<br />

Vallerotonda che è una strada molto importante che si svolge sui monti di<br />

Macchiagrande, Vallerotonda e Rialto, della lunghezza di circa 3,5 Km., e serve a<br />

collegare direttamente i boschi di Monteforte con quelli di Mercogliano. La strada inizia<br />

dalla località Vetriera sulla nazionale per Napoli e termina sulla via comunale Acqua<br />

Fidia di Mercogliano.<br />

250


Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona B e C in parte per entrambi.<br />

Come già riferito il tracciato risulta asfaltato da poco tempo, ma il rimanente tratto risulta<br />

brecciato o a fondo naturale per raggiungere il confine con il tenimento del Comune di<br />

Mercogliano. Si dirama la pista trattorabile di servizio dalla strada forestale Vallerotonda.<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

41 38 4 152 strada<br />

172 4 688 strada<br />

372 1,5 558 sentiero<br />

453 1,5 679,5 sentiero 2077,5<br />

Appare evidente come i lavori di asfaltatura della strada carrozzabile e la conseguente<br />

possibilità di accesso ad un elevato numero di persone, non sempre attenti alle<br />

problematiche ambientali, abbia pesanti ricadute sull’alto grado di biodiversità del sito e<br />

sulle specie presenti.<br />

Sono state eseguite cinque aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.) in funzione<br />

dell’altezza media, della densità, della variabilità strutturale dei soprassuoli saggiati.<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2013, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

251


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 41<br />

AREA NETTA HA 14.98.23<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 47<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 57 0,002826 0,161082<br />

8 61 0,005024 0,306464<br />

10 56 0,00785 0,4396<br />

12 31 0,011304 0,350424<br />

14 6 0,015386 0,092316<br />

16 2 0,020096 0,040192<br />

18 1 0,025434 0,025434<br />

20 0,0314 0<br />

22 0,037994 0<br />

24 1 0,045216 0,045216<br />

36 0,101736 0<br />

215 1,460728 0,006794 0,09303 0,033<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 41<br />

AREA NETTA HA 14.98.23<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 48<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 49 0,002826 0,138474<br />

8 50 0,005024 0,2512<br />

10 32 0,00785 0,2512<br />

12 13 0,011304 0,146952<br />

14 10 0,015386 0,15386<br />

16 8 0,020096 0,160768<br />

24 1 0,045216 0,045216<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

28 0,061544 0<br />

44 0,151976 0<br />

252


164 1,200736 0,007322 0,09658 0,035<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 41<br />

AREA NETTA HA 14.98.23<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 49<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 52 0,002826 0,146952<br />

8 50 0,005024 0,2512<br />

10 30 0,00785 0,2355<br />

12 21 0,011304 0,237384<br />

14 9 0,015386 0,138474<br />

16 6 0,020096 0,120576<br />

18 1 0,025434 0,025434<br />

20 1 0,0314 0,0314<br />

22 1 0,037994 0,037994<br />

24 0,045216 0<br />

171 1,224914 0,007163 0,09553 0,039<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 41<br />

AREA NETTA HA 14.98.23<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 50<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 41 0,002826 0,115866<br />

8 30 0,005024 0,15072<br />

10 27 0,00785 0,21195<br />

12 31 0,011304 0,350424<br />

14 20 0,015386 0,30772<br />

16 5 0,020096 0,10048<br />

18 3 0,025434 0,076302<br />

20 0,0314 0<br />

34 1 0,090746 0,090746<br />

158 1,404208 0,008887 0,10640 0,047<br />

253


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 41<br />

AREA NETTA HA 14.98.23<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 51<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 54 0,002826 0,152604<br />

8 35 0,005024 0,17584<br />

10 32 0,00785 0,2512<br />

12 22 0,011304 0,248688<br />

14 18 0,015386 0,276948<br />

16 6 0,020096 0,120576<br />

18 2 0,025434 0,050868<br />

20 1 0,0314 0,0314<br />

22 0,037994 0<br />

24 1 0,045216 0,045216<br />

171 1,35334 0,007914 0,10041 0,041<br />

254


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2494157<br />

N = 4530156<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 474149<br />

N = 4530150<br />

Località o Sezione: Rialto 2°<br />

Etimo del tópos: Luogo rilevato<br />

Superficie totale: Ha 7.85.61<br />

Superficie boscata: Ha 7.64.98<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 2.55.20<br />

Superficie da utilizzare: Ha 5.09.78<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 807 s.l.m.<br />

Pendenza media: 55%<br />

Esposizione prevalente: sud<br />

PARTICELLA N. 42. <br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano, acero, nocciolo<br />

Età media al 2008 anni 1<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: 2022<br />

255


Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche,<br />

nonché l’area basimetrica trattandosi di un giovane ceduo.<br />

Descrizione:<br />

Giovanissimo ceduo di castagno con polloni di un anno. Condizioni vegetative ottime,<br />

densità uniforme e regolare, anche se le ceppaie mostrano getti di polloni in<br />

soprannumero. Sporadiche piante di ontano napoletano insistono su piccole aree. Tra le<br />

specie arbustive ed erbacee sono presenti anche: Hedera helix, Erica arborea, Ilex<br />

aquifolium, Corylus avellanae, Crataegus monogyna, Cytisus scoparius, Spartium<br />

junceum, Sambucus nigra, Clematis vitalba, Pteridium aquilinum. Non è superfluo<br />

mettere in evidenza, che ciascuna specie, anche erbacea e apparentemente di nessun<br />

interesse, deve essere rispettata e conservata.<br />

Il terreno è fertile, profondo e ricco di uno strato di ceneri vulcaniche.<br />

La particella si raggiunge con la strada principale di Vallerotonda da cui si dirama il<br />

vecchio sedime in terra battuta della strada forestale che è al servizio del complesso di<br />

Rialto. La strada è correttamente mantenuta che garantisce la perpetuità nel tempo; al<br />

contrario le piste di penetrazione, che hanno solo una funzione di utilità al momento<br />

delle utilizzazioni, sono lasciate all'inerbimento naturale che le maschera e le protegge.<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona B e C, in parte per entrambi.<br />

Interventi nel decennio:<br />

256


E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2022, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

257


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2495213<br />

N = 4529093<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 475205<br />

N = 4529087<br />

PARTICELLA N. 43. <br />

Antiche Sezioni: Macchia Grande lotto 1° - 2° e Vallerotonda<br />

Etimo del tópos: Luogo colonizzato da piante in forma cespugliosa.<br />

Superficie totale: Ha 14.01.49<br />

Superficie boscata: Ha 13.96.48<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 860 s.l.m.<br />

Pendenza media: 34%<br />

Esposizione prevalente: nord<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche acero, ontano CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Età media al 2008 anni 8 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 31.087<br />

Età al taglio: anni 15 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 19.593<br />

Anno del taglio: 2015 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 152<br />

Altezza media: m. 7 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 462<br />

Diametro medio: cm. 7 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) 85<br />

Numero di ceppaie ad ettaro: 950 30 (da cm. 27,5 a cm.32,5) 100<br />

Numero di piante ad ettaro: 3.686<br />

Area basimetrica totale: mq. 228<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 16<br />

258


Provvigione reale per Ha: mc. 85<br />

Provvigione reale totale: mc. 1.188<br />

Viabilità forestale: buona.<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno quasi puro, associato con qualche ontano ed acero. Stato vegetativo<br />

discreto. Densità uniforme e regolare. Terreno discretamente fertile e profondo.<br />

Una vecchia strada forestale di carbonai, larga m. 4, attraversa la foresta interessando<br />

anche le successive antiche Sezioni e porta rapidamente a quota 850- 900 metri; da<br />

essa si dipartono almeno due tracciati sempre sterrati che vengono utilizzati da<br />

proprietari di nocelleti e castagneti da frutto. Su tali sentieri regna appunto il castagneto<br />

da frutto.<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

Il percorso è segnalato anche dalla cartografia allegata al <strong>PAF</strong>.<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

43 334 1,5 501 sentiero 501<br />

Sono state eseguite sette aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.).<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2015, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

259


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 43<br />

AREA NETTA HA 13.96.48<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 6<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 115 0,002826 0,32499<br />

8 63 0,005024 0,316512<br />

10 24 0,00785 0,1884<br />

12 3 0,011304 0,033912<br />

14 0,015386 0<br />

16 1 0,020096 0,020096<br />

18 1 0,025434 0,025434<br />

20 1 0,0314 0,0314<br />

208 0,940744 0,004523 0,07590 0,024<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 43<br />

AREA NETTA HA 13.96.48<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 7<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 104 0,002826 0,293904<br />

8 48 0,005024 0,241152<br />

10 9 0,00785 0,07065<br />

12 1 0,011304 0,011304<br />

22 1 0,037994 0,037994<br />

24 0,045216 0<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

44 0,151976 0<br />

164 0,70807 0,004318 0,07416 0,024<br />

260


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 43<br />

AREA NETTA HA 13.96.48<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 56<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 86 0,002826 0,243036<br />

8 43 0,005024 0,216032<br />

10 6 0,00785 0,0471<br />

12 0,011304 0<br />

14 0,015386 0<br />

16 0,020096 0<br />

18 0,025434 0<br />

20 0,0314 0<br />

22 0,037994 0<br />

24 1 0,045216 0,045216<br />

26 0,053066<br />

28 2 0,061544 0,123088<br />

138 0,674472 0,004887 0,07891 0,025<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 43<br />

AREA NETTA HA 13.96.48<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 57<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 77 0,002826 0,217602<br />

8 46 0,005024 0,231104<br />

10 22 0,00785 0,1727<br />

12 1 0,011304 0,011304<br />

18 2 0,025434 0,050868<br />

20 0,0314 0<br />

22 1 0,037994 0,037994<br />

44 0,151976 0<br />

149 0,721572 0,004843 0,07854 0,025<br />

261


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 43<br />

AREA NETTA HA 13.96.48<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 58<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 91 0,002826 0,257166<br />

8 46 0,005024 0,231104<br />

10 10 0,00785 0,0785<br />

12 2 0,011304 0,022608<br />

14 1 0,015386 0,015386<br />

16 0,020096 0<br />

18 1 0,025434 0,025434<br />

151 0,630198 0,004173 0,07291 0,022<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 43<br />

AREA NETTA HA 13.96.48<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 59<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 78 0,002826 0,220428<br />

8 21 0,005024 0,105504<br />

10 2 0,00785 0,0157<br />

22 1 0,037994 0,037994<br />

102 0,379626 0,003722 0,06886 0,018<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 43<br />

AREA NETTA HA 13.96.48<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 60<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 91 0,002826 0,257166<br />

8 44 0,005024 0,221056<br />

10 6 0,00785 0,0471<br />

12 5 0,011304 0,05652<br />

14 2 0,015386 0,030772<br />

148 0,612614 0,004139 0,07262 0,022<br />

262


PARTICELLA N. 44. <br />

Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2495649<br />

N = 4528589<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 475641<br />

N = 4528583<br />

Antiche Sezioni: Piccola Macchia - Valle Beatrice - Montagnella<br />

Etimo del tópos: Luogo colonizzato da piante in forma cespugliosa.<br />

Superficie totale: Ha 10.45.19<br />

Superficie boscata: Ha 10.32.29<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 867 s.l.m.<br />

Pendenza media: 38%<br />

Esposizione prevalente: nord<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano, acero<br />

Età media al 2008 anni 1<br />

Età al taglio: anni 5<br />

Anno del taglio: 2012 finalizzato alla conversione del ceduo in castagneto da frutto<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

263


Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche,<br />

nonché l’area basimetrica trattandosi di un giovane ceduo.<br />

Descrizione:<br />

Discreto e giovanissimo ceduo matricinato di castagno puro e rigoglioso, dove le<br />

matricine sono robuste. Dal punto di vista fitosanitario, pur essendo presenti attacchi di<br />

cancro corticale del castagno, si tratta per lo più di forme ipovirulente che quindi non<br />

pregiudicano la vitalità delle singole piante. La fertilità della zona è dimostrata dai diversi<br />

castagneti da frutto che si susseguono all'orizzonte. Stato vegetativo buono, densità<br />

uniforme e regolare con la presenza anche dell’ontano. Il terreno è fertile, profondo e<br />

ricco di uno strato di ceneri vulcaniche.<br />

La particella è servita in parte dalla strada forestale da cui si dipartono numerose piste di<br />

servizio alle operazioni di gestione e di prevenzione incendi. Attraverso questi territori, si<br />

snodano i tracciati delle principali vie di comunicazione forestali come la via<br />

Vallerotonda, la via Rialto, la via Macchiagrande, la via Macchia Pentillo, strade che<br />

ancora oggi mettono in comunicazione le varie particelle forestali con paesaggi di<br />

inconsueta bellezza, ricchi di richiamo e di tradizioni storiche.<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

Il tracciato forestale è così spartito:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

44 494 1,5 741 sentiero<br />

253 1,5 379,5 sentiero<br />

113 1,5 169,5 sentiero 1290<br />

264


La particella è predisposta all’incendio boschivo con una frequenza significativa, l’ultimo<br />

incendio si è verificato nel 2004.<br />

Interventi nel decennio:<br />

Idem come la particella 1a. Pertanto resta valida la prescrizione dell’utilizzazione con<br />

taglio rivolto alla riconversione dell’intera particella del bosco ceduo in castagneto da<br />

frutto in quanto economicamente e colturalmente più vantaggioso per lo stesso ceduo,<br />

in quanto il soprassuolo del nuovo castagneto da frutto continuerà a svolgere le sue<br />

specifiche polifunzioni preminentemente protettive, produttive e paesaggistiche, nonché<br />

turistico-ricreative. Il castagno da frutto è la coltura di primo piano della zona. Coltivato<br />

fin dalle epoche più remote, ha costituito nel passato una sicura fonte di ricchezza del<br />

territorio. Nella zona si trova un esteso castagneto testimone storico di un paesaggio<br />

che si va ovunque diffondendosi. L’esistenza del castagneto da frutto sarebbe già di per<br />

sé ragione di misure protettive particolari, come per esempio l’istituzione di un “Parco<br />

del Castagno” che dovrebbe proteggere gli impianti esistenti ed incentivare anche gli<br />

agricoltori locali di Monteforte I. e di Mercogliano (territorio castanicolo intercomunale<br />

perché limitrofo e confinante) a nuove piantumazioni o conversioni.<br />

E’ prevista la conversione in castagneto da frutto nell’anno 2012.<br />

265


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2495504<br />

N = 4528511<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 475496<br />

N = 4528505<br />

Antiche Sezioni: Alano<br />

Etimo del tópos: etimo incerto<br />

Superficie totale: Ha 3.43.25<br />

Superficie boscata: Ha 3.33.92<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 875 s.l.m.<br />

Pendenza media: 40%<br />

Esposizione prevalente: sud<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano, acero<br />

Età media al 2008: anni 5<br />

Età al taglio: anni 16<br />

PARTICELLA N. 45. <br />

Anno del taglio: 2019 finalizzato alla conversione del ceduo in castagneto da frutto<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche,<br />

nonché l’area basimetrica trattandosi di un giovane ceduo.<br />

266


Descrizione:<br />

Ceduo di castagno con polloni in buone condizioni vegetative, densità pressoché<br />

uniforme e regolare, rinfoltito con qualche pianta sporadica di ontano napoletano. Il<br />

bosco ceduo, percorso dal fuoco negli anni 2002 e 2003, malgrado l’incendio, è<br />

sopravvissuto e potrà essere sottoposto alla conversione in castagneto da frutto per la<br />

peculiarità della zona e per l’utilizzo sostenibile delle risorse ambientali, paesaggistiche<br />

e culturali. Terreno abbastanza fertile e profondo.<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

Il rilevo stradale è stato condotto mediante verifiche sul campo con GPS, schedando la<br />

viabilità principale (strada Vallerotonda) e cartografando la viabilità secondaria (piste,<br />

sentieri e mulattiere). Il tracciato del sentiero necessita di interventi di manutenzione<br />

ordinaria:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

45 622 1,5 933 sentiero 933<br />

Interventi nel decennio:<br />

Idem come la particella 1a. Pertanto resta valida la prescrizione dell’utilizzazione con<br />

taglio rivolto alla riconversione dell’intera particella del bosco ceduo in castagneto da<br />

frutto in quanto economicamente e colturalmente più vantaggioso per lo stesso ceduo,<br />

in quanto il soprassuolo del nuovo castagneto da frutto continuerà a svolgere le sue<br />

specifiche polifunzioni preminentemente protettive, produttive e paesaggistiche, nonché<br />

turistico-ricreative. E’ prevista la conversione in castagneto da frutto nell’anno 2019.<br />

267


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2496042<br />

N = 4528256<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 476034<br />

N = 4528250<br />

PARTICELLA N. 46. <br />

Antiche Sezioni: Piccola Macchia Vallicelle e Fascia Vallicelle<br />

Etimo del tópos: Luogo vallivo, falso piano<br />

Superficie totale: Ha 10.11.12<br />

Superficie boscata: Ha 9.98.69<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 0.06.60<br />

Superficie da utilizzare: Ha 9.92.09<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m.846 s.l.m.<br />

Pendenza media: 30%<br />

Esposizione prevalente: sud<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano, acero<br />

Età media al 2008 anni 4<br />

Età al taglio: anni 1<br />

Anno del taglio: 2020 finalizzato alla conversione del ceduo in castagneto da frutto<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche,<br />

268


nonché l’area basimetrica trattandosi di un giovane ceduo.<br />

Descrizione:<br />

Complessivamente la densità risulta un pò carente e la copertura discontinua, con<br />

frequenti chiarie ricoperte da vegetazione spontanea notoriamente costituita da arbusti<br />

sempreverdi xerofili, sovente formano spessi strati e di discreta altezza che<br />

rappresentano una fascia esca per il fuoco che ha interessato la particella nelle stagioni<br />

silvane dal 2001 al 2007.<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

46 273 1,5 409,5 sentiero<br />

501 1,5 751,5 sentiero 1161<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

Interventi nel decennio:<br />

Idem come la particella 1a. Pertanto resta valida la prescrizione dell’utilizzazione con<br />

taglio rivolto alla riconversione dell’intera particella del bosco ceduo in castagneto da<br />

frutto in quanto economicamente e colturalmente più vantaggioso per lo stesso ceduo,<br />

in quanto il soprassuolo del nuovo castagneto da frutto continuerà a svolgere le sue<br />

specifiche polifunzioni preminentemente protettive, produttive e paesaggistiche, nonché<br />

turistico-ricreative. Il castagno da frutto è la coltura di primo piano della zona. Coltivato<br />

fin dalle epoche più remote, ha costituito nel passato una sicura fonte di ricchezza del<br />

territorio. E’ prevista la conversione in castagneto da frutto nell’anno 2020.<br />

269


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2495941<br />

N = 4528405<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 475933<br />

N = 4528399<br />

Antiche Sezioni: Valle Beatrice<br />

PARTICELLA N. 47. <br />

Etimo del tópos: Luogo vallivo, falso piano<br />

Superficie totale: Ha 2.79.03<br />

Superficie boscata: Ha 2.74.43<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 0.46.80<br />

Superficie da utilizzare: Ha 2.27.63<br />

Posizione fisiografica: valle<br />

Altitudine media: m. 842 s.l.m.<br />

Pendenza media: 31%<br />

Esposizione prevalente: sud-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano, acero<br />

Età media al 2008 anni 5<br />

Età al taglio: anni 16<br />

Anno del taglio: 2019 finalizzato alla conversione del ceduo in castagneto da frutto<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

270


Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche,<br />

nonché l’area basimetrica trattandosi di un giovane ceduo.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno in discrete condizioni, a densità uniforme e regolare con piccoli vuoti.<br />

Il castagno da frutto è un’antica e diffusa coltura in zona, per cui la sezione merita di<br />

essere convertita in castagnto da frutto in quanto viene coltivato per i frutti e per il<br />

legname, assumendo una notevole importanza eco-ambientale. Terreno è fertile e<br />

profondo ma ricoperto da qualche arbusto invadente (rovi e felci).<br />

La particella è predisposta all’incendio boschivo con una frequenza non significativa. La<br />

zona viciniora della particella 46 (confinante) è stata percorsa da diversi incendi,<br />

pertanto si allunga il ciclo della presente particella di altri due anni al fine di non lasciare<br />

scoperto in parte il territorio.<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

Interventi nel decennio:<br />

Idem come la particella 1a. Pertanto resta valida la prescrizione dell’utilizzazione con<br />

taglio rivolto alla riconversione dell’intera particella del bosco ceduo in castagneto da<br />

frutto in quanto economicamente e colturalmente più vantaggioso per lo stesso ceduo,<br />

in quanto il soprassuolo del nuovo castagneto da frutto continuerà a svolgere le sue<br />

specifiche polifunzioni preminentemente protettive, produttive e paesaggistiche, nonché<br />

turistico-ricreative. Il castagno da frutto è la coltura di primo piano della zona. Coltivato<br />

271


fin dalle epoche più remote, ha costituito nel passato una sicura fonte di ricchezza del<br />

territorio.<br />

E’ prevista la conversione in castagneto da frutto nell’anno 2019.<br />

272


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2496224<br />

N = 4528181<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 476216<br />

N = 4528175<br />

PARTICELLA N. 48. <br />

Antiche Sezioni: Macchia Vallicelle<br />

Etimo del tópos: Luogo vallivo, falso piano con estesa vegetazione mediterranea<br />

Superficie totale: Ha 4.95.83<br />

Superficie boscata: Ha 4.95.83<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 845 s.l.m.<br />

Pendenza media: 35%<br />

Esposizione prevalente: sud-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008 anni 6<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: 2017 finalizzato alla conversione del ceduo in castagneto da frutto<br />

Altezza media: m. 6 CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Diametro medio: cm. 7 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 9.249<br />

Numero di ceppaie ad ettaro: 950 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 4.908<br />

Numero di piante ad ettaro: 2.895 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) ---<br />

Area basimetrica totale: mq. 57 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 198<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 11<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 61<br />

273


Provvigione reale totale: mc. 302<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno in discrete condizioni, a densità uniforme e regolare con piccoli vuoti.<br />

Terreno fertile e profondo, ricoperto da qualche arbusto invadente sempreverde<br />

tipicamente xerofilo. Confina con strada forestale e con tanti storici castagneti da frutto<br />

vegetanti in tenimento del Comune di Mercogliano.<br />

Una piccola area della particella è stata percorsa nel 2006 e nel 2007 da un incendio.<br />

Sono state eseguite tre aree di saggio di forma quadrata (20 m. x 20 m.) in funzione<br />

dell’altezza media, della densità, della variabilità strutturale dei soprassuoli saggiati.<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

Interventi nel decennio:<br />

Idem come la particella 1a. Pertanto resta valida la prescrizione dell’utilizzazione con<br />

taglio rivolto alla riconversione dell’intera particella del bosco ceduo in castagneto da<br />

frutto in quanto economicamente e colturalmente più vantaggioso per lo stesso ceduo,<br />

in quanto il soprassuolo del nuovo castagneto da frutto continuerà a svolgere le sue<br />

specifiche polifunzioni preminentemente protettive, produttive e paesaggistiche, nonché<br />

turistico-ricreative. Il castagno da frutto è la coltura di primo piano della zona. Coltivato<br />

fin dalle epoche più remote, ha costituito nel passato una sicura fonte di ricchezza del<br />

territorio. E’ prevista la conversione in castagneto da frutto nell’anno 2017.<br />

274


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 48<br />

AREA NETTA HA 4.95.83<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 61<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 77 0,002826 0,217602<br />

8 38 0,005024 0,190912<br />

10 1 0,00785 0,00785<br />

12 1 0,011304 0,011304<br />

20 2 0,0314 0,0628<br />

36 0,101736 0<br />

119 0,490468 0,004122 0,07246 0,022<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 48<br />

AREA NETTA HA 4.95.83<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 62<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

4 0,001256 0<br />

6 73 0,002826 0,206298<br />

8 33 0,005024 0,165792<br />

10 5 0,00785 0,03925<br />

44 0,151976 0<br />

111 0,41134 0,003706 0,06871 0,02<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 48<br />

AREA NETTA HA 4.95.83<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 79<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 76 0,002826 0,214776<br />

8 39 0,005024 0,195936<br />

10 10 0,00785 0,0785<br />

44 0,151976 0<br />

125 0,489212 0,003914 0,07061 0,021<br />

275


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2496368<br />

N = 4528047<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 476360<br />

N = 4528041<br />

PARTICELLA N. 49. <br />

Antiche Sezioni: Piana Vallicelle<br />

Etimo del tópos: Luogo vallivo, falso piano con estesa vegetazione mediterranea<br />

Superficie totale: Ha 4.94.36<br />

Superficie boscata: Ha 4.81.20<br />

Posizione fisiografica: valle<br />

Altitudine media: m. 812 s.l.m.<br />

Pendenza media: 28%<br />

Esposizione prevalente: sud<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008 anni 2<br />

Età al taglio: anni 17<br />

Anno del taglio: 2023 finalizzato alla conversione del ceduo in castagneto da frutto<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche,<br />

nonché l’area basimetrica trattandosi di un giovane ceduo.<br />

276


Descrizione:<br />

La particella è gravata da situazioni di degrado imputabili alla frequenza degli incendi.<br />

Complessivamente la densità risulta carente e la copertura discontinua, con frenquenti<br />

chiarie ricoperte da erbe ed arbusti vari, sovente formano compatti strati e di discreta<br />

altezza, che oltre ad impedire o rendere difficoltoso ed oneroso qualsiasi intervento,<br />

rappresentano una facile esca per il fuoco. La particella è stata sottoposta nel 2008<br />

all’azione di ricostituzione del bosco essendo stato danneggiato da incendio, a seguito<br />

di incentivazione prevista dal POR Campania 2000/2006, misura 4.17.<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

La particella è servita dalla strada omonima:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

49 187 4 748 strada<br />

284 2 568 strada a confine con la sezione 50 (50%) 1316<br />

Interventi nel decennio:<br />

Idem come la particella 1a. Pertanto resta valida la prescrizione dell’utilizzazione con<br />

taglio rivolto alla riconversione dell’intera particella del bosco ceduo in castagneto da<br />

frutto in quanto economicamente e colturalmente più vantaggioso per lo stesso ceduo,<br />

in quanto il soprassuolo del nuovo castagneto da frutto continuerà a svolgere le sue<br />

specifiche polifunzioni preminentemente protettive, produttive e paesaggistiche, nonché<br />

turistico-ricreative. Il castagno da frutto è la coltura di primo piano della zona. Coltivato<br />

fin dalle epoche più remote, ha costituito nel passato una sicura fonte di ricchezza del<br />

territorio. E’ prevista la conversione in castagneto da frutto nell’anno 2023.<br />

277


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2496484<br />

N = 4527890<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 476476<br />

N = 4527884<br />

Antiche Sezioni: Vallicelle, lotto 1 e 2<br />

PARTICELLA N. 50. <br />

Etimo del tópos: Luogo vallivo, falso piano.<br />

Superficie totale: Ha 12.97.50<br />

Superficie boscata: Ha 12.91.82<br />

Posizione fisiografica: dosso<br />

Altitudine media: m. 814 s.l.m.<br />

Pendenza media: 18%<br />

Esposizione prevalente: nord-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche acero, ontano<br />

Età media al 2008 anni 2<br />

Età al taglio: anni 16<br />

Anno del taglio: 2022 finalizzato alla conversione del ceduo in castagneto da frutto<br />

Altezza media: m. 7<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche,<br />

278


nonché l’area basimetrica trattandosi di un giovane ceduo.<br />

Descrizione:<br />

La particella è gravata da situazioni di degrado imputabili alla frequenza degli incendi.<br />

Complessivamente la densità risulta carente e la copertura discontinua, con frenquenti<br />

chiarie ricoperte da erbe ed arbusti vari, sovente formano compatti strati e di discreta<br />

altezza, che oltre ad impedire o rendere difficoltoso ed oneroso qualsiasi intervento,<br />

rappresentano una facile esca per il fuoco. La particella è stata sottoposta nel 2008<br />

all’azione di ricostituzione del bosco essendo stato danneggiato da incendio, a seguito<br />

di incentivazione prevista dal POR Campania 2000/2006, misura 4.17.<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

La particella è servita dalla strada omonima:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

50 284 2 568 strada a confine con la sezione 49 (50%) 568<br />

Interventi nel decennio:<br />

Idem come la particella 1a. Pertanto resta valida la prescrizione dell’utilizzazione con<br />

taglio rivolto alla riconversione dell’intera particella del bosco ceduo in castagneto da<br />

frutto in quanto economicamente e colturalmente più vantaggioso per lo stesso ceduo,<br />

in quanto il soprassuolo del nuovo castagneto da frutto continuerà a svolgere le sue<br />

specifiche polifunzioni preminentemente protettive, produttive e paesaggistiche, nonché<br />

turistico-ricreative. Quindi il castagno da frutto caratterizza fortemente questo paesaggio<br />

in tutte le sue aree, da quelle di alta collina a quelle di montagna. Nella piana di località<br />

279


“Vallicelle” e “Vallerotonda” parlare di castagno equivale da tempo a parlare di una<br />

cultivar dalle caratteristiche ben definite e pregiate: la “castagna di Serino”, nata nel<br />

Serinese, località da cui, appunto, la specie ha poi tratto il suo nome. La castagna ha<br />

caratteristiche assolutamente peculiari (forma, aroma, pelabilità, composizione chimica<br />

ecc.) tali da renderla da anni apprezzata dal mercato che riconosce a tale prodotto un<br />

prezzo superiore a quello di altre cultivar. Questo caratteristico marrone alimenta una<br />

forte domanda da parte delle industrie di trasformazione che la utilizzano come materia<br />

prima per le linee pregevoli di “ottima pasticceria”.<br />

E’ prevista la conversione in castagneto da frutto nell’anno 2022.<br />

280


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2496391<br />

N = 4527587<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 476383<br />

N = 4527581<br />

Antiche Sezioni: Carrafone, lotto 1 e 2<br />

PARTICELLA N. 51. <br />

Etimo del tópos: Grossa caraffa o strada carrabile di campagna<br />

Superficie totale: Ha 15.22.69<br />

Superficie boscata: Ha 15.06.20<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 709 s.l.m.<br />

Pendenza media: 67%<br />

Esposizione prevalente: sud-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008 anni 28 CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Taglio in corso: 2009 5 (da cm. 2,5 a cm. 7,5) 1.561<br />

Altezza media: m. 15 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 5.361<br />

Diametro medio: cm. 17 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 5.933<br />

Numero di ceppaie ad ettaro: 950 20 (da cm. 17,5 a cm.22,5) 5.598<br />

Numero di piante ad ettaro: 1.437 25 (da cm. 22,5 a cm.27,5) 2.686<br />

Area basimetrica totale: mq. 518 30 (da cm. 27,5 a cm.32,5) 500<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 34<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 214<br />

281


Provvigione reale totale: mc. 3.220<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione:<br />

La tradizione vuole che il nome del toponimo derivasse da una bottiglia o da strada<br />

carrabile di campagna. Questa interpretazione è parte della cultura popolare<br />

montefortese, ed era quindi giusto che se ne parlasse.<br />

La particella è gravata da situazioni di degrado imputabili alla frequenza degli incendi.<br />

Complessivamente la densità risulta carente e la copertura discontinua, con frenquenti<br />

chiarie ricoperte da erbe ed arbusti vari, sovente formano spessi strati e di discreta<br />

altezza, che oltre ad impedire o rendere difficoltoso ed oneroso qualsiasi intervento,<br />

rappresentano una facile esca per il fuoco. Nel mese di marzo 2009 erano in corso<br />

lavori di taglio di ettari 6 di bosco ceduo, versante sud o lato a ridosso del tracciato<br />

autostradale.<br />

La rimanente superficie incendiata, non oggetto di taglio, è sottoposta all’azione di<br />

ricostituzione del bosco, a seguito di incentivazione prevista dal POR Campania<br />

2000/2006, misura 4.17.<br />

Sono state eseguite quattro aree di saggio di forma quadrata (20 m x 20 m). Nella<br />

scelta delle aree campioni si è adottato un criterio più o meno oggettivo (metodo<br />

congruo per l'esame delle strutture). L’antica strada forestale dei carbonai attraversa il<br />

bosco riguardando anche le successive particelle forestali; da essa si dipartono almeno<br />

due tracciati sempre sterrati che vengono utilizzati da proprietari di nocelleti e castagneti<br />

da frutto.<br />

Ricade in parte nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e<br />

282


totalmente nella ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

Il percorso è segnalato anche dalla cartografia allegata al <strong>PAF</strong>.<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

51 320 1,5 480 sentiero<br />

315 1,5 472,5 sentiero<br />

110 4 440 strada<br />

64 4 256 strada 1648,5<br />

Interventi nel decennio:<br />

L’utilizzazione è in corso anno 2009.<br />

Prevedere interventi di rinfoltimento, tagli di succisione, di tramarratura nelle aree<br />

percorse dal fuoco.<br />

283


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 51<br />

AREA NETTA HA 15.06.20<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 36<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 1 0,002826 0,002826<br />

8 2 0,005024 0,010048<br />

10 1 0,00785 0,00785<br />

12 3 0,011304 0,033912<br />

14 6 0,015386 0,092316<br />

16 4 0,020096 0,080384<br />

18 3 0,025434 0,076302<br />

20 8 0,0314 0,2512<br />

22 5 0,037994 0,18997<br />

24 7 0,045216 0,316512<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

28 1 0,061544 0,061544<br />

30 1 0,07065 0,07065<br />

43 1,24658 0,028990 0,19217 0,18<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 51<br />

AREA NETTA HA 15.06.20<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 37<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

8 6 0,005024 0,030144<br />

10 6 0,00785 0,0471<br />

12 7 0,011304 0,079128<br />

14 7 0,015386 0,107702<br />

16 8 0,020096 0,160768<br />

18 6 0,025434 0,152604<br />

20 7 0,0314 0,2198<br />

22 5 0,037994 0,18997<br />

24 1 0,045216 0,045216<br />

26 4 0,053066 0,212264<br />

28 2 0,061544 0,123088<br />

30 2 0,07065 0,1413<br />

61 1,509084 0,024739 0,17752 0,15<br />

284


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 51<br />

AREA NETTA HA 15.06.20<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 38<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 6 0,002826 0,016956<br />

8 4 0,005024 0,020096<br />

10 8 0,00785 0,0628<br />

12 5 0,011304 0,05652<br />

14 14 0,015386 0,215404<br />

16 12 0,020096 0,241152<br />

18 4 0,025434 0,101736<br />

20 6 0,0314 0,1884<br />

22 5 0,037994 0,18997<br />

24 5 0,045216 0,22608<br />

26 2 0,053066 0,106132<br />

30 0,07065 0<br />

32 0,080384 0<br />

36 0,101736 0<br />

71 1,425246 0,020074 0,15991 0,13<br />

PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 51<br />

AREA NETTA HA 15.06.20<br />

AREA <strong>DI</strong> SAGGIO N. 80<br />

CEDUO <strong>DI</strong> CASTAGNO<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di polloni Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

6 7 0,002826 0,019782<br />

8 5 0,005024 0,02512<br />

10 8 0,00785 0,0628<br />

12 10 0,011304 0,11304<br />

14 9 0,015386 0,138474<br />

16 12 0,020096 0,241152<br />

18 3 0,025434 0,076302<br />

20 7 0,0314 0,2198<br />

22 5 0,037994 0,18997<br />

24 6 0,045216 0,271296<br />

26 1 0,053066 0,053066<br />

73 1,410802 0,019326 0,15690 0,12<br />

285


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2496868<br />

N = 4527539<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 476860<br />

N = 4527533<br />

Antiche Sezioni: S. Giovanni<br />

PARTICELLA N. 52. <br />

Etimo del tópos: luogo dedicato a San Giovanni Apostolo<br />

Superficie totale: Ha 1.36.50<br />

Superficie boscata: Ha 1.36.50<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 670 s.l.m.<br />

Pendenza media: 62%<br />

Esposizione prevalente: sud<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008 anni 6<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: 2017<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

286


quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

rilievo di area di saggio.<br />

Descrizione:<br />

E’ un versante con forma sub-rettangolare delineato ad isoletta; il ceduo di castagno è a<br />

densità generalmente buona con qualche piccola radura colonizzata da piante erbacee.<br />

Terreno vario: da superficiale a discretamente profondo e fertile.<br />

Ricade in parte nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e<br />

totalmente nella ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

Interventi nel decennio: E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2017, per mezzo di<br />

taglio a raso con rilascio di 60 matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo<br />

che per vegetazione e robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n.<br />

5 piante/ha (mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

287


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2497697<br />

N = 4526135<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 477689<br />

N = 4526129<br />

Antiche Sezioni: Boscariello<br />

Etimo del tópos: Piccolo bosco<br />

Superficie totale: Ha 0.33.74<br />

Superficie boscata: Ha 0.33.74<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 540 s.l.m.<br />

Pendenza media: 32%<br />

Esposizione prevalente: sud-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

PARTICELLA N. 53. <br />

Specie prevalente: Castagno da frutto, impiantato da privati che l’hanno usurpato<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: usurpata da privati.<br />

Descrizione:<br />

L’ex- bosco ceduo di castagno risulta convertito in castagneto da frutto che è circondato<br />

da terreni privati coltivati a nocciuolo che sta colonizzando buona parte del territorio.<br />

Terreno vario: da superficiale a discretamente profondo e fertile.<br />

Interventi nel decennio:<br />

Non è prevista alcuna utilizzazione considerato che la particella è sottoposta ad<br />

usurpazione.<br />

288


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2498182<br />

N = 4525841<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 478174<br />

N = 4525835<br />

Antiche Sezioni: Bosco<br />

Etimo del tópos: Sito boscato.<br />

Superficie totale: Ha 2.73.10<br />

Superficie boscata: Ha 2.68.42<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 550 s.l.m.<br />

Pendenza media: 31%<br />

Esposizione prevalente: nord<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008 anni 4<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: 2019<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

PARTICELLA N. 54. <br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

289


Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

rilievo di area di saggio.<br />

Descrizione:<br />

Ceduo di castagno in buono stato vegetativo, densità colma con assenza di sottobosco<br />

arbustivo ed erbaceo. Terreno sciolto in prevalenza di origine vulcanica abbastanza<br />

profondo e ben provvisto di humus.<br />

Il percorso è segnalato anche dalla cartografia allegata al <strong>PAF</strong>.<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

54 117 4 468 strada 468<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2019, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

290


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2494956<br />

N = 4526881<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 474948<br />

N = 4526875<br />

Antiche Sezioni: Pastelle<br />

PARTICELLA N. 55. <br />

Etimo del tópos: Luogo di benigna natura o tipico dolce costituito da un impasto di<br />

farina<br />

Superficie totale: Ha 3.44.73<br />

Superficie boscata: Ha 3.44.73<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 785 s.l.m.<br />

Pendenza media: 46%<br />

Esposizione prevalente: est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano<br />

Età media al 2008: anni 10<br />

Età al taglio: anni 16<br />

Anno del taglio: 2014<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

291


ilievo di area di saggio.<br />

Descrizione:<br />

In una zona a forma d’incudine e delineata ad isoletta, il ceduo di castagno è circondato<br />

da terreni privati coltivati anch’essi a ceduo. La densità è discreta con qualche piccolo<br />

vuoto interessato da piante erbacee. Terreno vario: da superficiale a discretamente<br />

profondo e fertile. La particella è predisposta all’incendio boschivo con una frequenza<br />

non significativa, l’ultimo incendio si è verificato nel 2007.<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario di Pietra Maula.<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2014, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

Prevedere interventi di rinfoltimento, tagli di succisione, di tramarratura nelle aree<br />

percorse dal fuoco.<br />

292


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2493731<br />

N = 4527777<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 473723<br />

N = 4527771<br />

Antiche Sezioni: Calvarine<br />

PARTICELLA N. 56. <br />

Etimo del tópos: Luogo privo di vegetazione, tipico toponimo indicante un<br />

Disboscamento.<br />

Superficie totale: Ha 0.74.94<br />

Superficie boscata: Ha 0.74.94<br />

Posizione fisiografica: dosso<br />

Altitudine media: m. 950 s.l.m.<br />

Pendenza media: 23%<br />

Esposizione prevalente: sud-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano, acero<br />

Età media al 2008 anni 10<br />

Età al taglio: anni 17<br />

Anno del taglio: 2015<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche, in<br />

293


quanto il bosco è stato soltanto visitato ed ispezionato ma non è stato eseguito alcun<br />

rilievo di area di saggio.<br />

Descrizione:<br />

Piccola isola di particella destinata a ceduo di castagno che è circondata da terreni<br />

privati coltivati anch’essi a ceduo. La densità è discreta con qualche piccolo vuoto<br />

interessato da piante erbacee. Terreno fertile e discretamente profondo.<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario di Pietra Maula.<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2015 per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

294


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2494575<br />

N = 4528820<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 474567<br />

N = 4528814<br />

Antiche Sezioni: Campi o Dietrosanti<br />

Etimo del tópos: Luogo coltivato<br />

Superficie totale: Ha 0.48.22<br />

Superficie boscata: Ha 0.46.27<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 653 s.l.m.<br />

Pendenza media: 42%<br />

Esposizione prevalente: sud-est<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Castagno<br />

Specie arboree sporadiche ontano, nocciolo<br />

Età media al 2008 anni 6<br />

Età al taglio: anni 15<br />

Anno del taglio: 2017<br />

Viabilità forestale: mediocre<br />

PARTICELLA N. 57. <br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

295


Classe Diametrica:<br />

Si omettono di riportare i rilievi della suddivisione delle piante in classi diametriche,<br />

nonché l’area basimetrica trattandosi di un giovane ceduo.<br />

Descrizione:<br />

Piccola isola di particella destinata a ceduo di castagno che è circondata da terreni<br />

privati coltivati a castagneto da frutto e noccioleti. La densità è buona ma talvolta è<br />

interessato da nocciuoli, ontani, aceri e da piante erbacee. Terreno fertile e<br />

discretamente profondo.<br />

Ricade nel Sito di Interesse Comunitario della Dorsale dei Monti del Partenio e nella<br />

ZPS del Parco Regionale del Partenio, zona C.<br />

La particella è servita dall’omonima strada forestale regolarmente e comodamente<br />

transitabile.<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

57 130 1,5 195 sentiero 195<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2017, per mezzo di taglio a raso con rilascio di 60<br />

matricine ad ettaro, scelte tra le migliori sia per sviluppo che per vegetazione e<br />

robustezza, poste ad uguale distanza, di cui si rilasciano anche n. 5 piante/ha<br />

(mediamente) da destinare all’invecchiamento indefinito.<br />

296


CAPITOLO VIII<br />

<strong>ASSESTAMENTO</strong> DELLA CLASSE ECONOMICA :<br />

VIII. 1. DESCRIZIONE.=<br />

PINETA.=<br />

L’impianto artificiale di pino nero (Pinus nigra Arnold), pino strobo (Pinus strobus<br />

L.), cipresso italico (Cupressus sempervirens L.), cipresso arizonico (Cupress arizonica<br />

G.), pino d’Aleppo (Pinus halepensis Mill.), abete bianco, douglasia (Pseudotsuga<br />

menziesi), Picea pungens, e tra le latifoglie ontano napoletano, orniello, ailanto, robinia<br />

(Robinia pseudo-acacia), acero montano, olmo, tiglio, nel territorio di Monteforte Irpino è<br />

distribuito nella parte medio-alta, in una fascia altitudinale compresa tra i 600 - 620 m.<br />

s.l.m. Questa classe economica, piuttosto esigua per estensione, si trova intercalata tra i<br />

boschi cedui di castagno e i castagneti da frutto.<br />

Il Comune di Monteforte I., la Comunità Montana e l’ex-Ispettorato Forestale della<br />

Provincia di Avellino con finanziamento della Cassa del Mezzogiorno avviarono - a<br />

partire dagli anni ‘60, e ad opera del dott. Alfredo Curto - un vasto programma<br />

sperimentale per l’introduzione in provincia di specie esotiche, realizzando, tra l’altro,<br />

questo impianto artificiale di pino nero (Pinus nigra Arnold), pino strobo (Pinus strobus<br />

L.), cipresso italico (Cupressus sempervirens L.), cipresso arizonico (Cupress arizonica<br />

G.), pino d’Aleppo (Pinus halepensis Mill.) e di Pseudotsuga menziesii. L'obiettivo<br />

iniziale era, innanzitutto, quello di proteggere il territorio e i suoli calvi o denudati, suoli<br />

calcarei e poco evoluti, anche per l’uso indisciplinato delle attività agro-silvo-pastorali<br />

che potessero far perdere la stabilità dei suoli o avere una modificazione nel regime<br />

idrico e quindi sottoporre i terreni a vincolo idrogeologico; mentre lo scopo secondario<br />

297


era pure l’individuazione di alcune specie che permettessero di aumentare la produzione<br />

legnosa nelle aree del territorio provinciale in cui le specie autoctone non consentivano<br />

di raggiungere una produzione soddisfacente, specialmente nelle aree montane poco<br />

fertili, sulle pendici molto ripide, aride, assolate, esposte ai venti, incolte, abbandonate<br />

per la presenza di rocce. I risultati ottenuti nelle particelle forestali 17 e 30, oggetto del<br />

presente lavoro di pianificazione, confermano quanto evidenziato che le predette<br />

conifere ed in particolare il pino nero è l’unica specie fra quelle sperimentate in provincia<br />

ad aver dimostrato potenzialità interessanti nell’ambiente delle contrade di San Martino<br />

e Pineta, aree degne di attenzione sia dal punto di vista naturalistico che storico e<br />

culturale. Infatti è anche punto di riferimento per la migrazione dell’avifauna e sito per lo<br />

svernamento di diverse specie di uccelli, specialmente il fringuello, colombaccio,<br />

ghiandaia, gufo, civetta, cincia, falco, poiana, sovrani di questa catena montana. Il corvo<br />

e la cornacchia sono solo di passaggio.<br />

In base ai dati del presente P.A.F., la superficie territoriale di proprietà del Comune<br />

di Monteforte Irpino si riparte ad impianti artificiali secondo le seguenti particelle<br />

forestali:<br />

Tabella n. 15.= Classe Economica C “Pineta”<br />

Antica Soprassuolo Superficie Superficie<br />

Sezione Prevalente Totale Boscata<br />

ettari ettari<br />

17 San Martino Pino nero 2.81.42 2.72.57 51<br />

30 Pineta Pino nero 0.31.40 0.31.40 32<br />

Totale superficie 3.12.83 3.03.97<br />

Particella<br />

forestale<br />

298<br />

Età<br />

Riferita al 2009<br />

Si tratta di una compresa che ha sostituito i cedui di castagno minacciati dal<br />

cancro della corteccia (Criphonectria parasitica corrispondente all’Endothia parasitica<br />

Murr). L'impianto, effettuato intorno agli anni 1960, è in discrete condizioni vegetative e


le fustaie si sviluppano sufficientemente bene, anche se le foglie sono soggette a<br />

qualche attacco parassitario di Thaumetopea pityocampa. All'epoca furono impiegate<br />

diverse migliaia piantine di pino a rapido accrescimento, di cui la maggior parte furono<br />

sistemate su terreni lavorati a gradoni, altre su terreni lavorati ad aratura totale e in<br />

logge aperte su terrazzi-ciglioni. I gradoni sono stati realizzati lungo le isoipse, a<br />

pendenza zero e sono sorretti a valle da ciglioni inerbiti. Dunque l'impianto fu realizzato<br />

su terreno precedentemente appena terrazzato e ridotto a pendenza uniforme su<br />

proposta dell'Ispettorato Forestale di Avellino. La profondità media del suolo agrario per<br />

impiantare le piantine è di circa 40 cm. Se si considera che la maggior parte delle opere<br />

di rimboschimento è stata realizzata con gradoni (40%) su substrati calcarei, si può<br />

pensare che il pino nero mostra una buona capacità di formare terreno anche in suoli<br />

che, come è stato evidenziato da molti forestali, hanno spesso qualità fisico-chimiche<br />

non idonee al naturale sviluppo della vegetazione boschiva.<br />

L’età media, alla data della presente revisione del <strong>PAF</strong> (anno 2009), dei rimboschimenti<br />

è di circa 51-32 anni; l'impianto, eseguito intorno al 1958 per la pineta della particella 17<br />

e intorno al 1977 per la piccola pineta della particella 30. Furono impiegate piantine di<br />

pino nero, mirando alla sistemazione idrogeologica dei versanti scoperti e scoscesi, e<br />

nel contempo di rispondere alle urgenze occupazionali della popolazione locale, per<br />

evitare e contrastare l’emigrazione verso la città, e per l’avvenuto abbandono di grosse<br />

estensioni di territorio da parte di chi, in cerca di condizioni di vita migliori, si era<br />

spostato verso le aree urbanizzate. Infatti furono istituiti i cantieri di lavoro per gli operai<br />

disoccupati (Legge sui Cantieri di Lavoro n° 264 de l 29/4/1949, Legge sulla Montagna n°<br />

991 del 27/7/1952 oltre agli interventi disposti dalla Cassa del Mezzogiorno e dalla<br />

Comunità Montana).<br />

299


Al pino nero, che costituisce l’ossatura dell’impianto artificiale, si associano altre conifere<br />

che nulla hanno a che vedere con il bosco montefortese di queste pendici; infatti, la<br />

peculiarità fondamentale che spicca in questi rimboschimenti è la loro artificiosità: tale<br />

caratteristica si rileva soprattutto dalla povertà del sottobosco e proprio ove la pineta è<br />

densa non vi è vegetazione arbustiva ed erbacea con chiari aspetti di significatività, e,<br />

invece, dove la pineta è matura e quindi diradata, alleggerita e rada compaiono come<br />

piante caratteristiche soprattutto castagni, ontani, cerri, lecci, carpini, ornielli, sorbi, meli<br />

e peri selvatici, e poi cespuglioni di rosa canina, macchioni di ginestre, tappeto di<br />

Brachypodium spp., siepi di biancospino preziosissime per le api e per gli insetti "buoni",<br />

ripe di pioppi, bianchi e neri lungo i fossi di fondovalle e lungo i canaloni. Vi è uno strato<br />

arbustivo inferiore rappresentato da pungitopo (Ruscus aculeatus) e ligustro (Ligustrum<br />

vulgare); infine lo strato erbaceo è ben rappresentato dall'ortica (Urtica dioica), dente di<br />

leone (Taraxacum vulgare), parietaria o erba muraiola (Parietaria officinalis), achillea<br />

(Achillea ageratum), vinca (Vinca minor), etc. Comunque il pino nero è una pianta<br />

colonizzatrice capace di costituire una copertura forestale in siti ove tale specie non<br />

esiste, in assenza di uno strato di suolo non evoluto ed in condizioni climatiche difficili<br />

sia per quel che riguarda la siccità estiva sia per le basse temperature invernali.<br />

Nella presente compresa si sono rilevati, fonte il Coordinamento provinciale del<br />

Corpo Forestale dello Stato di Avellino e il precedente <strong>PAF</strong>, durante la revisione di<br />

questo <strong>PAF</strong>, due impianti di rimboschimento ricadenti nelle rispettive due particelle<br />

forestali per un totale di 3.86.11 ettari in cui il pino nero è stato utilizzato quasi in<br />

purezza o insieme ad altre specie forestali: pino strobo (Pinus strobus L.), Pinus pinea,<br />

Abies alba, cipresso italico (Cupressus sempervirens L.), cipresso arizonico (Cupress<br />

arizonica G.), Pseudotsuga menziesii, Quercus ilex.<br />

300


Particella<br />

forestale<br />

Tabella n. 16.= Pineta<br />

Antica Età Superficie Superficie Superficie<br />

Sezione Riferita al 2009 Totale Netta Tare<br />

ha ha ha %<br />

17 San Martino 51 2.81.42 2.72.57 0.08.85 92<br />

30 Pineta 32 0.31.40 0.31.40 0 8<br />

3.12.83 3.03.97 0.08.85 100<br />

301<br />

Superficie<br />

Totale<br />

Per i prossimi e futuri rimboschimenti si consiglia l’utilizzazione dell’ontano<br />

napoletano (Alnus cordata Loisel) che, tra l’altro, è una pianta endemica, già fortemente<br />

utilizzata lungo il canalone esistente.<br />

VIII. 2. TRATTAMENTO DELLA PINETA NEL DECENNIO.=<br />

Le prescrizioni del piano dei tagli, le relative quantità ed il tipo di trattamento<br />

futuro sono riportati negli appropriati prospetti delle due particelle.<br />

Nella pineta si tratta di applicare il metodo di trattamento basato sul criterio<br />

del diradamento basso moderato ma talora con spalcature limitate solo ai rami<br />

secchi fino a m. 3 da terra per assicurare nel futuro la sostenibilità e la<br />

funzionalità della struttura arborea che è comunque di origine artificiale, essendo<br />

un soprassuolo rappresentato da una specie estranea all’areale del territorio di<br />

Monteforte. Ecco che il presente <strong>PAF</strong> prevede questa operazione di diradare il<br />

piano dominato (alberi piegati, secchi o morenti), di diradare solo gli alberi del<br />

piano dominante la cui chioma ha conformazione sbilanciata e rovinata,<br />

fortemente compenetrata con palchi inferiori secchi, nonché il tronco mal foggiato<br />

ed instabile. Diradare, però, senza ridurre o disturbare la regolare armonia di<br />

distribuzione esistente tra gli alberi rimanenti in sito. Tale intervento selvicolturale<br />

sarà adeguatamente guidato al fine di ridurre la competizione, vista la forte densità di


impianto tra le piante, aumenterà lo sviluppo e soprattutto la facoltà e la potenzialità di<br />

resistenza e di difesa dell’organismo, migliorerà l’equilibrio del sistema boscato con<br />

l’ambiente e raggiungerà i molteplici scopi predeterminati sin dagli anni ‘60 dallo stesso<br />

rimboschimento, ossia:<br />

a) formazione di un soprassuolo anche se ex-novo;<br />

b) aumento della biomassa e dell’ecosistema;<br />

c) difesa idrogeologica;<br />

d) capacità idrica e della fertilità del suolo;<br />

e) assetto paesaggistico del territorio di San Martino;<br />

f) biodiversità, gestione e salvaguardia dell’avifauna;<br />

g) protezione dal vento che è sensibile allo stesso.<br />

Le prospettive della coltura sono buone in senso strettamente produttivo, naturalmente<br />

purché si provveda subito almeno ai diradamenti più urgenti: discrete provvigioni,<br />

moderati incrementi, perfetto ambientamento, resistente alle intemperie, tollera bene le<br />

posizioni ombreggiate, anzi le richiede nel periodo giovanile. Per quanto concerne i<br />

problemi fitosanitari della specie essa è stata ed è soggetta ad attacchi importanti,<br />

anche pesanti, di vari parassiti tra cui la Processionaria<br />

[Traumatocampa (=Thaumetopoea) pityocampa Den. et Schiff.], la Lyda stellata, il<br />

Lophodermium. Lo stato di indebolimento delle piante di Pinus sta predisponendo la<br />

pineta all’invasione delle larve del famelico lepidottero (farfalla) della specie<br />

Thaumetopea pityocampa, conosciuta appunto come processionaria del pino. Questo<br />

insetto è indubbiamente il più dannoso defogliatore della specie Pinus nigra che<br />

interagisce negativamente con la biologia della pianta. Si prescrive la lotta fitosanitaria<br />

con l’uso dei feromoni sessuali per la cattura massale dei maschi di processionaria in<br />

302


modo da perseguire l´obiettivo di contenerne per quanto possibile la diffusione e, di<br />

conseguenza, l´azione dannosa del lepidottero. Tra l’altro, si ricorda che la lotta alla<br />

Processionaria del pino é obbligatoria su tutto il territorio nazionale ai sensi del D.M. 30<br />

ottobre 2007 (G.U. n. 40 del 16.02.2008).<br />

Il Pinus nigra è una specie semplice, frugale ma esigente di luce (eliofilo e<br />

plastico) che promette una precoce maturità sessuale (10-18 anni) assicurando la<br />

disseminazione in un periodo di 2-3-4 anni. Il turno delle pinete di pino nero nell’Irpinia<br />

relativo ai boschi demaniali è di 100 anni; con tale turno si tende a formare delle scorte<br />

di legname così come suggeriscono gli scopi istituzionali dell’ente pubblico come un<br />

Comune. Intanto la letteratura forestale sul Pinus nigra afferma che il turno finanziario,<br />

vale a dire quello che rende massimo il tornaconto, arriva all’acme intorno ai 50 anni;<br />

anche il turno della massima produzione legnosa, cioè quello che corrisponde all’anno<br />

della culminazione dell’incremento medio, risulta di 50 anni. Il turno economico, ossia<br />

quello che rende massimo il valore capitale del bosco assestato, culmina intorno ai 70<br />

anni. Se si prende come criterio di giudizio il turno tecnico, ovvero quello che ci consente<br />

di ottenere l’assortimento di maggior valore che nel nostro caso è un tronco di cm. 45-50<br />

di diametro, il turno sale a 80-90 anni. Si tratta comunque di turni tutti inferiori a quello<br />

stabilito per le foreste demaniali. Visto lo stato e la povertà della stazione in cui sono<br />

stati impiantati il Pinus nigra, si pensa che il turno non dovrebbe superare i 70 anni. Per<br />

la stessa ragione gli incrementi non sono molto elevati (2-3 m³/ha/anno) nei casi migliori<br />

anche 4 m³.<br />

Pertanto, appare normale eseguire un diradamento basso moderato ma<br />

talora con spalcature rivolte ai rami secchi fino a m. 3 da terra. Si sa anche che il<br />

303


osco di pino nero (Pinus nigra Arnold), in prevalenza, è un ambiente<br />

"artificialmente conservato", un "bosco antropizzato" che ha bisogno di questi<br />

interventi e di cure urgenti: fino ad ora l’ambiente delle due sezioni a pineta si è<br />

potuto preservare sostanzialmente grazie alla forza della Natura, alla presenza<br />

attenta del Corpo Forestale dello Stato e della Comunità Montana. Bisogna<br />

riconoscere e giungere a dichiarare un ambiente come il bosco di pino nero<br />

(Pinus nigra Arnold), pino strobo (Pinus strobus L.), cipresso italico (Cupressus<br />

sempervirens L.), cipresso arizonico (Cupress arizonica G.), pino d’Aleppo (Pinus<br />

halepensis Mill.) e di Pseudotsuga menziesii come "opera di valore artificiale e<br />

culturale" di valore quantomeno provinciale, significa distribuire l'onerosità della<br />

sua corretta gestione su una comunità sociale corrispondente.<br />

Però nei prossimi anni si potrà tornare a “ricostruire”, quando la pineta mostrerà<br />

la sua decadenza, sulla vecchia impronta collinare, partendo dalla storia, su quegli<br />

stessi terrazzamenti dove, già in passato, era collocato il castagno, elemento autoctono<br />

e particolarmente caro ai cittadini montefortesi, ispirandosi all’architettura territoriale,<br />

ritrovandovi l’energia dell’antico Castello e della Chiesa di San Martino, la linearità dei<br />

fusti, con la bella ripetizione dell’ordine selvicolturale semplificato e la circolarità collinare<br />

del luogo: paesaggio caratterizzato da singolarità. Quindi l’obiettivo è quello di cambiare<br />

nel tempo, lentamente e moderatamente, la coltura del bosco di pino nero d’Austria.<br />

Questo bosco, impiantato negli anni sessanta, sta raggiungendo la lenta maturazione e<br />

lo si vede anche dall’attacco sempre più pieno che la processionaria fa su queste<br />

piante. L’intenzione è quella di sistemare le aree a ridosso del bel centro storico del<br />

castello e della chiesa di San Martino, inserendo piante autoctone che restituiscano con<br />

304


ispetto il potenziale emotivo e la persistente bellezza e che diano a questa zona una<br />

conformazione da parco urbano. Quindi, in questo bosco di origine artificiale, nel tempo<br />

si eseguiranno interventi di diradamento moderato e di piantagione con ecotipi che<br />

mirano alla riduzione del numero eccessivo di piante esistenti e a favorire il ripristino<br />

della vegetazione originaria. Il taglio razionale degli alberi con diradamenti bassi (tabella<br />

n. 19) non costituisce un danno per il bosco, ma permetterà un migliore sviluppo delle<br />

piante che rimarranno e favorirà la rinnovazione naturale. Contestualmente verranno<br />

impiantate castagni, ontano, querce e altri alberi che in precedenza coprivano queste<br />

aree, che gradualmente sostituiranno la pineta.<br />

La composizione della classe economica ai fini del presente Piano è riportata dal<br />

seguente prospetto:<br />

Tabella n. 17:<br />

Sezione<br />

Boschiva<br />

CLASSE ECONOMICA C<br />

Particella<br />

Forestale<br />

305<br />

Superficie<br />

Totale<br />

(Ha)<br />

Superficie<br />

Netta<br />

(Ha)<br />

Superficie<br />

Tare<br />

(Ha)<br />

Età<br />

riferita<br />

al 2009<br />

San Martino Pineta 17 2.81.42 2.72.57 0.08.85 51<br />

Pineta Pineta 30 0.31.40 0.31.40 0 32<br />

3.12.82 3.03.95 0.08.85


Sezione<br />

Boschiva<br />

Tabella n. 18: Prospetto generale Pineta<br />

PROSPETTO GENERALE DELL'ETA', DELLE AREE, DELLE<br />

SPECIE E DELLA PROVVIGIONE DELLA PINETA<br />

N.<br />

Età<br />

Rilevata<br />

nel 2009<br />

PARTICELLA<br />

Specie<br />

%<br />

306<br />

Superficie<br />

Boscata<br />

Totale<br />

Superficie<br />

Boscata<br />

Netta<br />

Provvigione<br />

mc/ha<br />

ha ha<br />

San Martino 17 51 Pino nero 91% 2.81.42 2.72.57 176<br />

Pino strobo 4%<br />

Pineta 30 32 Pino nero<br />

100%<br />

ANNO<br />

DEL<br />

TAGLIO<br />

Pino d’Aleppo 2%<br />

Cipresso italico 1%<br />

Cipresso arizonico 1%<br />

Pseudotsuga menziesii 1%<br />

0.31.40 0.31.40 60<br />

3.12.82 3.03.97<br />

Provvigione media ponderata per ettaro = mc. 166.<br />

Con le premesse appena enunciate è scaturito il seguente Piano dei tagli:<br />

Tabella n. 19:<br />

<strong>PIANO</strong> <strong>DEI</strong> TAGLI DELLA CLASSE ECONOMICA “C”:<br />

PINETA<br />

LOCALITA'<br />

2013 San Martino<br />

2016 Pineta<br />

P.LLA<br />

N.<br />

17<br />

30<br />

SUPERFICIE ETA’<br />

TOTALE BOSCATA ANNO DEL<br />

ETTARI ETTARI TAGLIO<br />

2.81.42<br />

0.31.40<br />

2.72.57<br />

0.31.40<br />

54<br />

38<br />

TIPO<br />

<strong>DI</strong><br />

INTERVENTO<br />

Diradamenti bassi: prelievo 20%<br />

Diradamenti bassi: prelievo 20%


Capitolo IX<br />

DESCRIZIONE PARTICELLARE E REGISTRO <strong>DI</strong> TASSAZIONE<br />

DELLA CLASSE ECONOMICA :<br />

PINETA<br />

307


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2495210<br />

N = 452738<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 475202<br />

N = 452732<br />

Località: San Martino<br />

PARTICELLA N. 17. <br />

Etimo del tópos: Luogo dedicato al Santo Patrono<br />

Superficie totale: Ha 2.81.42<br />

Superficie boscata: Ha 2.72.57<br />

Superficie fasce di rispetto: Ha 0.63.40 CLASSE <strong>DI</strong>AMETRICA N° PIANTE<br />

Superficie da utilizzare: Ha 2.09.17 10 (da cm. 7,5 a cm.12,5) 3<br />

Posizione fisiografica: dosso 15 (da cm.12,5 a cm.17,5) 14<br />

Altitudine media: m. 627 s.l.m. 20 (da cm.17,5 a cm.22,5) 55<br />

Pendenza media: 26% 25 (da cm.22,5 a cm.27,5) 60<br />

Esposizione prevalente: sud 30 (da cm.27,5 a cm.32,5) 125<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo 35 (da cm.32,5 a cm.37,5) 88<br />

Specie prevalente: Pino nero d’Austria 40 (da cm.37,5 a cm.42,5) 168<br />

Specie arboree sporadiche Cipresso, ontano 45 (da cm.42,5 a cm.47,5) 88<br />

Età media al 2009: 51 50 (da cm.47,5 a cm.52,5) 97<br />

Età al taglio: 55 55 (da cm.57,5 a cm.62,5) 20<br />

Densità: buona 60 (da cm.67,5 a cm.72,5) 30<br />

Altezza media: m. 18 65 (da cm.77,5 a cm.82,5) 12<br />

308


Diametro medio: cm. 40 70 (da cm.87,5 a cm.92,5) --<br />

Numero di piante ad ettaro: 220 75 (da cm.95,5 a cm.102,5) 1<br />

Numero di piante totale: 761<br />

Area basimetrica totale: mq. 94<br />

Area basimetrica per Ha: mq. 27<br />

Provvigione reale per Ha: mc. 176<br />

Provvigione reale totale: mc. 608<br />

Classe di fertilità: 2°<br />

Anno del taglio: 2013<br />

Viabilità forestale: buona, strada asfaltata San Martino e piste forestali<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

Descrizione: Fustaia artificiale a prevalenza di pino nero, pino strombo, douglasia,<br />

cipresso italico, cipresso arizonico, e latifoglie di ontano, acero, robinia pseudoacacia,<br />

frassino; sono presenti anche il cerro, l’orniello, che si spingono con dimensioni<br />

importanti. Copertura molto continua, frequenti gli arbusti spinosi di rovo, biancospino,<br />

rosa selvatica. Le graminacee e l’ortica predominano come specie erbacee.<br />

Si evidenzia il risveglio spontaneo delle latifoglie sotto il piano dominante delle conifere;<br />

il fenomeno è legato al riemergere di preesistenze arboree forestali e probabilmente,<br />

oltre che dal diminuito carico pabulare, dal miglioramento del terreno indotto dalle<br />

rustiche conifere del rimboschimento, che, del resto, tradiscono la loro origine con la<br />

scarsa o assente rinnovazione. Bisogna assicurare il bosco antico di castagno con la<br />

conservazione della biodiversità che è l’obiettivo principale della protezione della natura,<br />

intesa come insieme delle forme di vita che popolano il bosco.<br />

Talvolta per mancanza di opportuna gestione e di puntuale sorveglianza le conifere<br />

possono essere causa della triste rovina dell’incendio, che si ripropone puntualmente su<br />

molte zone del territorio montefortese in ogni estate con effetti devastanti. Pertanto far<br />

309


ispettare i relativi provvedimenti di prevenzione, quali l'obbligo per i proprietari di<br />

costituire fasce frangifuoco e per i gestori dei terreni di tenere pulite le scarpate stradali,<br />

nonché il rigoroso divieto di bruciare le erbe secche, specie in determinati periodi<br />

dell'anno.<br />

E’ stato eseguito il cavallettamento totale.<br />

L’impianto artificiale è percorso da tracciati e sentieri:<br />

PART. LUNGH. LARGH. SUP. NOTE<br />

SUP.<br />

TOTALE<br />

17 183 1,5 274,5 sentiero 274,5<br />

Interventi nel decennio:<br />

Per favorire il regolare ed armonico sviluppo delle fustaie si interverrà con diradamenti<br />

diretti ad eliminare il materiale esuberante laddove le piante sono troppo vicine tra loro<br />

cosicché, crescendo ulteriormente, diventano sgorbi vegetali lontanissimi dalle creature<br />

messe a punto dall’uomo e migliorate da madre natura.<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2013 con taglio di diradamento basso del 20%<br />

delle piante del piano dominato (alberi secchi, morenti, inclinati e sovrabbondanti per<br />

eccessivo ammassamento), e in certe circostanze vengono eliminati quegli alberi che<br />

occupano il piano dominante con chioma eccessivamente sbilanciata e malferma e con<br />

tronco rovinato. Nel contempo rimboschire con latifoglie autoctone, considerato che il<br />

castagno, l’ontano, il cerro e l’acero stanno recuperando il terreno perduto.<br />

Il previsto intervento non è contrario alla buona gestione del bosco, anzi accelera la sua<br />

normalità ed è conforme ai principi selvicolturali.<br />

310


PARTICELLA <strong>FORESTALE</strong> N. 17<br />

AREA NETTA HA 2.72.57<br />

CAVALLETTAMENTO TOTALE<br />

PINETA<br />

Diam. a Area Diametro Albero<br />

m. 1,30 Numeri di piante Basimetrica Basimetrica Basimetrica Medio Modello<br />

da terra Unitaria Totale Media m. mc.<br />

10 3 0,00785 0,02355<br />

15 14 0,0176625 0,247275<br />

20 55 0,0314 1,727<br />

25 60 0,0490625 2,94375<br />

30 125 0,07065 8,83125<br />

35 88 0,0961625 8,4623<br />

40 168 0,1256 21,1008<br />

45 88 0,1589625 13,9887<br />

50 97 0,19625 19,03625<br />

55 20 0,2374625 4,74925<br />

60 30 0,2826 8,478<br />

65 12 0,3316625 3,97995<br />

70 0,38465 0<br />

75 1 0,4415625 0,4415625<br />

80 0,5024 0<br />

761 94,0096375 0,123534 0,39670 0,75<br />

311


Coordinate GAUSS-BOAGA:<br />

E = 2493765<br />

N = 4527490<br />

Coordinate UTM-WGS84:<br />

E = 473757<br />

N = 4527484<br />

Antiche Sezioni: Pineta<br />

PARTICELLA N. 30. <br />

Etimo del tópos: Luogo che ricorda il pino.<br />

Superficie totale: Ha 0.31.40<br />

Superficie boscata: Ha 0.31.40<br />

Posizione fisiografica: versante<br />

Altitudine media: m. 902 s.l.m.<br />

Pendenza media: 37%<br />

Esposizione prevalente: nord<br />

Zona fitoclimatica: Castanetum freddo<br />

Specie prevalente: Pino nero<br />

Specie arboree sporadiche cipresso<br />

Età media al 2009 anno 32<br />

Anno del taglio: 2016<br />

Densità: buona<br />

Viabilità forestale: buona<br />

Fattori limitante la gestione: nessuna contestazione sui confini di proprietà.<br />

312


Descrizione:<br />

Piccola posticcia di pineta artificialmente succeduta al castagno, infatti essa ha sostituito<br />

in un primo momento il castagneto da frutto danneggiato e minacciato dal cancro della<br />

corteccia. Il pino nero, prevalente, si associa con qualche cipresso. Lo stato vegetativo<br />

della pineta, impiantata dal Corpo Forestale di Avellino, è discreto e, nelle condizioni<br />

pedoclimatiche migliori, anche rigoglioso. Terreno in genere fertile e profondo. L’età si<br />

aggira sui 32 anni; il presente <strong>PAF</strong> non prevede alcuna utilizzazione, salvo un<br />

diradamento di modesta intensità in quanto i pini sono, in qualche punto,<br />

eccessivamente densi.<br />

Interventi nel decennio:<br />

E’ prevista l’utilizzazione nell’anno 2016 con taglio di diradamento basso del 20%<br />

delle piante del piano dominato (alberi secchi, morenti, inclinati e sovrabbondanti per<br />

eccessivo ammassamento), e in certe circostanze vengono eliminati quegli alberi che<br />

occupano il piano dominante con chioma eccessivamente sbilanciata e malferma e con<br />

tronco rovinato.<br />

313


CAPITOLO X<br />

IL <strong>PIANO</strong> <strong>DEI</strong> MIGLIORAMENTI<br />

314


Descrizione.<br />

CAPITOLO X<br />

IL <strong>PIANO</strong> <strong>DEI</strong> MIGLIORAMENTI.<br />

Il bosco di Monteforte Irpino è un luogo splendido, assolutamente da percorrere e<br />

da visitare, se si cerca nel mistero o nella bellezza il ristoro dell' anima. Abbiamo il<br />

dovere morale di inculcare il rispetto dell'ambiente naturale e consegnare un mondo<br />

migliore ai nostri successori. Perchè non iniziare a tutelare veramente quello che<br />

abbiamo sotto gli occhi? I boschi, i valloni, le strade forestali, gli habitat, aree di svago<br />

sono in quel luogo che attendono interventi importanti, puntuali e reali di manutenzione<br />

e di rinaturalizzazione appropriati. Come vedremo non occorrono grandi opere, ma<br />

piccole iniziative mirate e finalizzate per tradurre con impegno finanziario la complessità<br />

e la delicatezza dell'impresa che dovrà essere sostenibile per ambiti naturali, per<br />

l'avifauna e per la popolazione. Quindi l'economia di Monteforte I. deve partire dalla<br />

conservazione del paesaggio e dell'ambiente, con la protezione del suolo, delle singole<br />

località montane in perfetta sintonia con l’ambiente. In questo contesto, un ruolo<br />

privilegiato viene giocato dai boschi in quota, da preservare con gestione attenta come<br />

componente ecosistemica. La conoscenza della foresta montefortese da tutelare<br />

attraverso il P.A.F. è infatti il primo passo per dettare precisi interventi di miglioramento<br />

a difesa dell'intero ambiente. La presente pianificazione decennale ed oltre illustra in<br />

modo significativo quale patrimonio di storia e cultura la montagna di località Breccelle,<br />

Esca, Gaudi, Rialto, Scappone, Ripa, Macchia Grande e Pizzone conservi e<br />

fortunatamente nasconda.<br />

Gli interventi di miglioramento previsti in questo Piano sono stati programmati in<br />

un’ottica gestionale che individua il bosco demaniale come risorsa ambientale, il che<br />

315


non significa disconoscere il ruolo di questo ecosistema come risorsa produttiva,<br />

disciplinando tutte le opere di miglioria in rapporto alle complesse funzioni di<br />

conservazione degli equilibri ambientali. Si è trattato in altri termini, di orientare la<br />

gestione del bosco in rapporto alle funzioni proprie di ogni particella forestale ed<br />

indirizzando con specifiche cautele il tipo di opera di miglioramento in sintonia con la<br />

componente ambientale. Parlando di funzioni proprie delle singole Particelle boschive<br />

abbiamo inteso riferirci ad esempio:<br />

1. ai rimboschimenti;<br />

2. alle funzioni ricreative, sociali e turistiche;<br />

3. interventi di rinfoltimento, tagli di succisione e tramarratura nelle aree percorse<br />

dal fuoco;<br />

4. interventi di sistemazione dei valloni;<br />

5. sistemazione idrogeologica dell’area interessata dai movimenti franosi antichi<br />

e recenti;<br />

6. sistemazione di strade forestali esistenti;<br />

7. alla conversione del ceduo di castagno in castagneto da frutto.<br />

Nel quadro di tale iniziativa si è riscontrata, appunto, una piena compatibilità tra il piano<br />

dei miglioramenti proposto ed i vincoli ambientali.<br />

1. Rimboschimenti.<br />

La montagna di Monteforte è un ambiente sempre meno abitato dall'uomo.<br />

Eppure senza la sua presenza costante, operosa, intelligente l'ecosistema entra in crisi.<br />

Recuperare il tempo perduto è impresa ardua, ma un primo tassello adesso c'è:<br />

rimboschire nel tempo le zone che diventeranno spoglie o le radure e le aree a macchia<br />

se non poste in aree protette o non classificate come habitat.<br />

316


In sede di eventuale realizzazione di interventi di rimboschimento per recuperare<br />

aree forestali percorse dal fuoco, in condizioni di instabilità di versante o per rinnovare<br />

aree danneggiate da avversità biotiche (cinipide), il <strong>PAF</strong> prescrive l’utilizzo di specie<br />

autoctone. Con questi interventi si può procedere al rinfoltimento di nuove radure con le<br />

latifoglie tipiche di questa fascia vegetazionale, dando la precedenza alle più rustiche ed<br />

adattabili, quali il castagno, l’ontano napoletano, cerro, carpino nero, orniello, ontano<br />

napoletano, acero opale. Quindi il rimboschimento rappresenta il modo artificiale per la<br />

formazione di un nuovo bosco, al posto di quello rovinato o distrutto da tagli irrazionali,<br />

dal pascolo abusivo ed indiscriminato, dall’incendio o da avversità biotiche.<br />

Per la sua attuazione, preliminarmente occorre conoscere:<br />

1. se esso va impiantato su terreno denudato, oppure su terreno già rivestito da<br />

bosco in tempi più o meno recenti;<br />

2. natura del terreno che può essere silicico, calcareo, argilloso o di medio impasto;<br />

la sua giacitura, nonché le relative condizioni idrauliche;<br />

3. la stazione per conoscere le condizioni ambientali e climatiche;<br />

4. le specie ecologicamente più consigliabili a seconda che siano da destinare alla<br />

preparazione del terreno o al loro insediamento permanente.<br />

Svolti i suddetti accertamenti, indispensabili per essere sicuri, entro certi limiti,<br />

che la scelta sia proficua e vantaggiosa (sia sotto l’aspetto economico che sociale), si<br />

passa all’intervento d’impianto.<br />

Prima dell’impianto, il terreno da rimboschire va lavorato cautamente su tutta la<br />

superficie o in forma localizzata. La scelta di uno dei due sistemi dipende dall’acclività<br />

del terreno, dalla sua natura e dalle disponibilità finanziarie. La lavorazione localizzata,<br />

può essere “a strisce”, larghe 60-80 cm., “a buche” aventi dimensioni di cm. 40 x 40, e<br />

317


invece quando la pendice del versante è molto acclive si interviene con i “gradoni”. In<br />

quest’ultimo caso i ripiani dei gradoni, sviluppati in orizzontale secondo le curve di livello,<br />

sono generalmente larghe da cm. 80 a cm. 100.<br />

L’impianto può essere fatto per semina o per piantagione: la scelta dell’uno o<br />

dell’altro sistema dipende dai caratteri della stazione e della specie arborea da<br />

impiegare. La piantagione è preferibile nelle stazioni a condizioni climatiche e<br />

pedoligiche estreme e, quindi, nei climi caldo aridi e nei terreni a forte erosione, o in<br />

quelli compatti. La semina va preferita nelle stazioni migliori per le specie a radici<br />

fittonanti e per quelle il cui seme abbonda. La densità dell’impianto deve essere tale da<br />

consentire la chiusura della copertura in 4-8 anni, a seconda della stazione. Negli<br />

impianti per semina è necessario che si sviluppino semenzali da 4.000 a 10.000 ad<br />

ettaro; in quelli per piantagione in media le piante vanno poste ad una distanza (sesto)<br />

di 1 metro per i semenzali di un anno; fra m. 1,50 a m. 2,50, a seconda della specie,<br />

dell’età della piantina e della feracità del terreno.<br />

L’epoca più favorevole per le piantagioni corrisponde con il periodo di riposo<br />

vegetativo, cioè in primavera o in autunno. Per ragioni climatiche ed ecologiche a<br />

Monteforte Irpino le lavorazioni del terreno vengono eseguite a fine luglio-agosto; le<br />

piantagioni in autunno o fine inverno.<br />

Eseguito l’impianto, per alcuni anni occorre praticare tutte le cure colturali che la<br />

tecnica forestale suggerisce: 1) i risarcimenti; 2) i diserbi, le sarchiature e le ripuliture; 3)<br />

gli sfollamenti; 4) il rincalzamento; 5) l’innaffiatura, ove possibile; 6) la succisione per<br />

avere polloni in rapido accrescimento.<br />

Per la buona riuscita dell’impianto hanno molta importanza le caratteristiche del<br />

materiale da mettere a dimora. Le piantine vanno, come i semi, prelevate da vivai o da<br />

318


aziende forestali autorizzate. Sono preferibili le piantine provviste di terreno o di pane di<br />

terra, poste in appositi contenitori chiamati “fitocelle”. La piantagione con “radice nuda” è<br />

più delicata e bisogna aver cura, prima di destinarla al terreno, di immergerla in un<br />

secchio in cui sia stata amalgamata acqua e terreno. Per la scelta del materiale, la<br />

C.E.E., con Direttiva n. 161 del 1971 e successive, ha stabilito le norme di qualità che<br />

devono possedere un certo numero di specie di piante forestali. Esse in particolare<br />

riguardano l’età del postime, l’altezza, il diametro al colletto, la conformazione e lo stato<br />

fitosanitario. Con Legge n. 269 del 22.05.1973 tale Direttiva è stata recepita anche dalla<br />

legislazione italiana e, quindi, il suo rispetto è divenuto un obbligo.<br />

Come già riferito per le specie da utilizzare bisogna servirsi di indicazioni preziose<br />

che si possono ricavare dall’osservazione della flora spontanea esistente in loco. Nei<br />

terreni denudati della cotica erbosa, nei terreni in erosione o degradati, è difficile quasi<br />

sempre insediarvi specie permanenti. In questi siti è preferibile una preparazione del<br />

terreno con vegetazione erbacea od arbustiva adatta all’ambiente per creare humus e<br />

con esso le condizioni per l’insediamento di piante forestali. Vanno comunque preferite<br />

le piante autoctone, perché più rustiche e perciò più adatte alle caratteristiche<br />

pedoclimatiche locali. Il castagno, l’ontano, il cerro, il carpino nero, l’orniello e l’acero<br />

opalo nei terreni di Monteforte I. sono le specie più diffuse per il loro temperamento<br />

rustico che le rende resistenti alle avversità. Negli impianti nuovi bisogna tener conto di<br />

questa loro caratteristica prima di fare il tentativo di introdurre altre specie e soprattutto<br />

delle conifere, i cui impianti in atto non sempre hanno dato buono esito che, comunque,<br />

nel tempo quando avranno esaudito il loro compito di piante pioniere dovranno essere<br />

gradualmente soppiantate dalla diffusione del cerro, del carpino, dell’ontano grazie al<br />

loro originario temperamento di piante autoctone.<br />

319


2. Funzioni ricreative – sociali – turistiche (particella 17, San Martino).<br />

L’intervento riguarda un’area di circa 2.72.57 ettari di zona montana ubicata in<br />

località San Martino della particella 17. Questa zona turistica e ricreativa è di buona<br />

valenza sociale essendo frequentata da molti cittadini per cui andrebbe attrezzata di<br />

fatto per essere adeguatamente utilizzata a tale scopo. Infatti, in questi anni è<br />

fortemente cresciuto l'uso spontaneo degli escursionisti o dei turisti su quest’area, c'è<br />

una presenza continua e diffusa di cittadini che a piede, con la bici, con moto o con<br />

l’auto raggiungono le medie ed alte quote, utilizzando la strada pubblica asfaltata, per<br />

sopraggiungere località “San Martino”, per raggiungere la pineta ove insistono dei luoghi<br />

piacevoli ed appartati che sono frequentati in particolare dai cittadini residenti o della<br />

provincia irpina o delle province limitrofe. Quella dei visitatori è una presenza forte,<br />

costantemente in crescita; è una occasione di cultura e di riscoperta del bosco, dei suoi<br />

profumi, colori e suoni.. C'è nell'aria una discreta presenza di persone, di famiglie e che<br />

trovano qui dimensioni sufficienti per escursioni di mezza giornata fuori dai percorsi<br />

automobilistici. La pineta è destinata per fini turistico-ricreativi, in quanto si configura<br />

come un’area ad impianto artificiale entro la quale si dovrà esercitare una normale<br />

manutenzione. Mentre è consentito l'afflusso di visitatori, per i quali il Comune di<br />

Monteforte Irpino deve predisporre un severo regolamento i cui punti salienti sono i<br />

seguenti:<br />

a> deve essere consentito solo l'accesso pedonale, lungo le piazzole e i sentieri<br />

esistenti;<br />

b> non deve essere consentita la raccolta di piante e di animali e né deturpare le piante;<br />

c> non deve essere consentito di abbandonare rifiuti;<br />

d> sono vietati l'accensione dei fuochi nei siti non attrezzati.<br />

320


Il controllo del regolamento e la sorveglianza dell'area turistica sono demandati alla<br />

guardia boschiva comunale che gestisce ed organizza il corretto uso dell’ambiente, cui<br />

si aggiunge il controllo della guardia forestale che, entrambe, hanno la funzione anche di<br />

polizia giudiziaria, avendo la possibilità di sporgere denuncia nei confronti dei<br />

contravventori delle disposizioni regolamentari e la facoltà di riscuotere l'ammenda.<br />

Mentre agli operai della Comunità Montana Partenio - Vallo Di Lauro è demandato il<br />

compito della manutenzione dei sentieri in terra battuta, dei terrazzamenti, dei leggeri<br />

diradamenti di conifere deperienti, secche, irrecuperabili e delle infrastrutture turistiche<br />

da sostituire o da realizzare ex-novo (panche, tavoli, cestini per rifiuti, staccionate,<br />

tabelloni indicatori, bacheche storiche). Comunque il Comune potrà assicurare tali<br />

interventi partecipando ai bandi di attuazione previsti dalle varie misure del PSR<br />

Campania 2007-2013. Alla luce di quanto illustrato si prescrive per l’area picnic che nel<br />

decennio di validità del <strong>PAF</strong> non vengano effettuati interventi di taglio che non dovranno<br />

rispondere a requisiti selvicolturali ma debbono essere finalizzati a conferire alle piante<br />

un aspetto estetico confacente alle finalità turistico-ricreative e produttive. Le radure<br />

esistenti dovranno essere salvaguardate in modo da creare zone solatìe, in alternanza<br />

alle aree boscate in cui il riposo del visitatore giornaliero è agevolato da alcuni punti<br />

opportunamente attrezzati per pic-nic con panchine e piccoli tavoli, realizzati in legno.<br />

Ed è in questa direzione che devono essere rivolti gli sforzi del Comune, della Comunità<br />

Montana, della Regione e del Parco Regionale del Partenio, con priorità alla possibilità<br />

di realizzare la installazione di panchine e tavoli di legno, al ripristino delle staccionate e<br />

al recupero dei sentieri necessari per passeggiate a piedi e al trekking, tutte attività che<br />

si sposano in modo mirabile con la natura circostante.<br />

Il traffico veicolare, molto limitato, deve essere ammesso solamente lungo la<br />

321


strada Escolella- Scappone, oppure la strada Vallerotonda che dovranno essere dotate<br />

di tabelle che forniscano ogni indicazione circa il sito turistico, i percorsi, le specie<br />

forestali e il comportamento da tenere nel bosco. Anche i brevi percorsi dei sentieri<br />

devono essere corredati da cartelli, posti in posizione visibile, attraverso i quali il<br />

visitatore può riflettere e cogliere gli aspetti più importanti dell'habitat e del territorio. Se<br />

è vero che l'attuale tendenza del turismo è quella di cercare sempre più insistentemente<br />

ambienti intatti, qui il forestiero ha proprio quel che chiede per attuare un turismo<br />

rispettoso: paesaggio, spazi aperti, cultura e tradizioni locali. Ma, nel contempo, si dovrà<br />

cercare di frenare il turismo-ricreativo spiccatamente di massa che determinerebbe un<br />

impatto negativo per le aree boscate, che, inoltre, se lasciate a se stesse, rischiano di<br />

diventare anche preda del fuoco, come dimostrano gli incendi boschivi delle stagioni<br />

silvane 2002-03-04-07.<br />

3. Interventi di rinfoltimento, tagli di succisione e tramarratura nelle aree<br />

percorse dal fuoco.<br />

Per quanto concerne gli incendi boschivi c’è da ricordare che le condizioni che<br />

favoriscono gli stessi determinano per il territorio comunale di Monteforte Irpino una<br />

frequenza non significativa. Non si ritiene quindi opportuno inserire nei concetti di<br />

ottimizzazione dell’area boschiva piani particolari di prevenzione anti-incendio boschivi<br />

(pulizia delle strade forestali, punti di avvistamento fissi, ecc.).<br />

Gli incendi che si verificano normalmente in tenimento di Monteforte I. sono, come<br />

già detto, poco numerosi e di dimensioni abbastanza contenute. Il fenomeno è, quindi,<br />

caratterizzato da prevalenza di piccoli e medi incendi, spesso contemporanei, che<br />

raramente raggiungono grosse dimensioni.<br />

Le zone interessate dal fuoco durante le stagioni silvane appaiono le seguenti:<br />

322


Tabella n. 20<br />

Anno Particella Località Qualità Superficie<br />

2000 1a Papaioni bosco ceduo Ha 7.50.84<br />

1b Maggeselle bosco ceduo Ha 4.98.42<br />

33 Pepera bosco ceduo Ha 1.15.67<br />

2001 2 Maggeselle bosco ceduo ha 7.20.98<br />

3 Breccelle bosco ceduo Ha 1.97.91<br />

4 Cirasiello bosco ceduo Ha 9.86.39<br />

5 Pantano bosco ceduo Ha 0.22.76<br />

46 Fascia Vallicelle bosco ceduo Ha 1.75.17<br />

2002 37 Ripa bosco ceduo Ha 11.00.90<br />

38 Ripa bosco ceduo Ha 9.91.44<br />

39 Ripa bosco ceduo Ha 8.78.75<br />

45 Alano bosco ceduo Ha 1.07.19<br />

46 Fascia Vallicelle bosco ceduo Ha 3.61.61<br />

2003 45 Alano bosco ceduo Ha 0.73.53<br />

46 Fascia Vallicelle bosco ceduo Ha 0.06.09<br />

2006 46 Fascia Vallicelle bosco ceduo Ha 4.37.77<br />

48 Macchia Vallicelle bosco ceduo Ha 1.83.43<br />

2007 18 Valloncelloscuro bosco ceduo Ha 0.67.41<br />

33 Pepera bosco ceduo Ha 3.12.18<br />

46 Fascia Vallicelle bosco ceduo Ha 0.30.78<br />

48 Macchia Vallicelle bosco ceduo Ha 3.12.37<br />

55 Pastelle bosco ceduo Ha 3.44.73<br />

Ma appare invece necessario prendere in considerazione l’esecuzione di particolare<br />

impegno relativo agli interventi colturali che possono aumentare le condizioni di<br />

sicurezza cioè ripuliture, sfollamenti, diradamenti, spalcature ai rami secchi e potature<br />

specialmente per i cedui di castagno, nonché importanti interventi di rinfoltimento ed<br />

adeguati tagli di tramarratura e succisione per favorire o stimolare il ricaccio dei polloni<br />

dalle gemme avventizie e proventizie. La caratteristica strutturale del patrimonio<br />

boschivo comunale, costituito dal bosco ceduo castanile e dall’impianto artificiale,<br />

collocati non molto distanti dalle attività umane e dalle colture agrarie, determina aspetti<br />

particolari anche nella fenomenologia degli incendi. L'origine degli incendi è dovuta<br />

323


senza alcun dubbio all'azione irresponsabile dell'uomo, che trova in diverse principali<br />

concause i fattori che ne facilitano l'azione: lo stato vegetazionale in cui si trovano parte<br />

delle sezioni, zona degradata, che con facilità prende fuoco; l'assenza di una recinzione<br />

che impedisca l'ingresso agli estranei; la mancata presenza di piste parafuoco e di<br />

servizio per i mezzi antincendio e di una fascia perimetrale parafuoco. Perciò il<br />

fenomeno è particolarmente frequente e certamente da collegare alla dolosità.<br />

Occorre agire con la prevenzione che passa prima di tutto attraverso l’aumento della<br />

capacità di autodifesa del bosco dagli incendi. I boschi abbandonati sono facile preda<br />

del fuoco. Questa è la prima causa degli incendi: boschi abbandonati per decenni<br />

fiancheggiati da incolti pieni di sterpaglie secche senza alcuna difesa parafuoco; pinete<br />

che hanno esaurito la loro fase pioniera e non vengono diradate permettendo<br />

l’affermazione di essenze autoctone e che diventano vere polveriere; piste forestali che<br />

non vengono realizzate e che quindi non possono svolgere la loro funzione principale di<br />

rendere possibile l’intervento in caso di calamità e la loro funzione accessoria di fascia<br />

parafuoco. La foresta è un organismo vivo che va curato. L’abbandono è il modo per<br />

farlo morire, per cui bisogna intervenire realmente con progetto anticendio. Il progetto<br />

interesserà la tipologia delle coltivazioni agrarie e di quelle forestali (ceduo di castagno e<br />

di alto fusto di conifere) presenti sul territorio e si articolerà con i seguenti interventi:<br />

1. Pulizia delle strade forestali;<br />

2. Ripristino delle piste di servizio a fondo naturale;<br />

3. Chiusura con sbarra degli accessi alla viabilità secondaria;<br />

4. Installazione di una torre di avvistamento;<br />

5. Installazione di una vasca;<br />

6. Materiali individuali ed attrezzature antincendio.<br />

324


4. Interventi di sistemazione dei valloni.<br />

Un nuovo aspetto da tenere presente è il problema degli interventi di<br />

sistemazione idraulica delle sponde e del fondo dei valloni di cui c’è necessità di opere<br />

sistematorie nell’ambito della proprietà boscata comunale. I fattori climatici e<br />

geopedologici, in concomitanza tra loro, provocano fenomeni franosi ed erosivi le cui<br />

ripercussioni si fanno risentire a valle, specialmente in ordine alla regimazione delle<br />

acque. Sono in sostanza un complesso di fattori concomitanti che danno instabilità al<br />

suolo e disordine al movimento delle acque superficiali. Infatti si nota qualche dissesto<br />

determinato dall’azione erosiva delle acque, incanalate e selvagge, nonché da quei<br />

movimenti del terreno che interessano la porzione più superficiale dei versanti. Intanto<br />

sussiste la necessità di provvedimenti a media e lunga scadenza su quei valloni che<br />

minacciano le strade, la pubblica incolumità o sono causa di deturpamento al<br />

paesaggio. Mentre restano differite quelle situazioni di erosione che provocano solo una<br />

perdita di terreno produttivo senza alcun obbiettivo pericolo di ulteriore espansione<br />

grazie anche alla presenza del manto verde. I fenomeni di degradazione idrogeologica<br />

costituiscono la riprova dell’importanza del ruolo dei boschi, inteso non solo come<br />

attività produttiva, ma anche di conservazione del suolo e di salvaguardia del territorio.<br />

Dunque si ritengono necessarie alcune opere di miglioramento per i valloni designati<br />

“Valloncelloscuro”, “vallone Pastelle”,“vallone Valle dell’Olmo”, “vallone Conciaturo”, “I<br />

Tre Valloni”, “vallone Esca”, “vallone Rialturi”, “vallone Vallicella”, “vallone Acqua<br />

Tufarola”, “Vallone del Favaro”, “vallone Faito”, “Vallone del Melo”, “Vallone Marzano”,<br />

“Vallone Rialto”, previa elaborazione di uno specifico progetto di opere di<br />

rinaturalizzazione e di stabilizzazione dei versanti (muri in pietrame, gabbionate con<br />

rinverdimento e briglie con rinverdimento). Tali opere di miglioramento devono essere<br />

325


accurate, specialmente in prossimità della confluenza dei valloni della montagna con<br />

strade di servizio forestale e sentieri utilizzati anche dai cittadini e dai turisti, ma<br />

soprattutto il Vallone Valloncelloscuro e Vallone Pastelle hanno bisogno di massima<br />

attenzione in quanto pendono come una mannaia, insistono e sovrastano l’area urbana<br />

di Monteforte Irpino. Si prescrive di rilasciare fasce di rispetto della larghezza di m. 20<br />

lungo i valloni; la stessa prescrizione va mantenuta anche per le utilizzazioni del piano.<br />

5. Sistemazione idrogeologica dell’area interessata dai movimenti franosi<br />

(particella 27a).<br />

Si ricorda che negli ultimi anni, il territorio del Comune di Monteforte Irpino è stato<br />

colpito da diversi eventi naturali che hanno prodotto smottamenti e frane che si<br />

manifestano inizialmente come uno scivolamento di suolo che si trasforma quasi subito<br />

in un colamento molto rapido. Questi fenomeni rovinosi sono connessi, in genere, alle<br />

intense piogge che si verificano repentinamente ma con grande intensità in breve<br />

tempo. Con adeguate progettazioni di sistemazione idraulica forestale si protranno<br />

contenere i rischi frana, nonché passare alla coltivazione ed alla manutenzione del<br />

bosco, che sono pratiche antiche, ma efficaci per la difesa del suolo. I responsabili ai<br />

lavori sanno che gli incendi e le alluvioni sono meno frequenti nelle aree interessate da<br />

interventi di manutenzione boschiva e di sistemazione idraulica forestale. Gli incendi<br />

verificatesi in queste aree hanno provocato meno danni perché in un bosco pulito il<br />

fuoco passa mantenendosi basso, ferendo ma non facendo morire gli alberi. In<br />

particolare bisogna intervenire per ridurre il rischio idrogeologico sull’area della vecchia<br />

frana in continuo disastroso avanzamento, interessando la particella forestale 27a che<br />

ha sconvolto il bosco e dissestato completamente il sedime del tracciato stradale di Via<br />

Scappone, reso con il tempo inagibile, per aver interrotto il passaggio, l’esbosco ed ogni<br />

326


attività selvicolturale, nonché una agevole e pronta sorveglianza dell’intera e vasta area.<br />

Appunto per questo bisogna procedere alla sistemazione delle sponde con gabbioni di<br />

pietrame del canalone “I Tre Valloni” che attraversa più volte il tracciato della strada<br />

“Scappone”. L’intervento di sistemazione idrogeologica deve assicurare al vallone una<br />

sezione idraulica adattabile con la portata di piena. Nelle ultime visite di sopralluogo<br />

dell’area di località Scappone si è constatato, ma ancora allo stato incipiente, un altro<br />

movimento franoso che interessa il secondo canalone de “I Tre Valloni”. La<br />

sistemazione idrogeologica è in ogni caso una occasione tecnica molto importante che<br />

comporta particolari tipologie costruttive ed un uso particolarmente regolamentato: essa<br />

va realizzata, usata e mantenuta tenendo presente sia delle caratteristiche e funzioni del<br />

soprassuolo, sia dell’impatto sugli equilibri ecologici esistenti, faunistici e floristici, sia del<br />

rischio idrogeologico. Naturalmente quanto segue è un’analisi orientativa delle varie<br />

azioni procedurali da realizzare che comunque possono trovare riscontro e risoluzione<br />

con la tecnica prevista dall’ingegneria naturalistica che tra l’altro prevede la palificata,<br />

viminate, fascinate, staccionate, piote erbose, muri di sostegno a secco, cordonate<br />

viventi, drenaggi con canalette in legname e pietrame.<br />

6. Sistemazione di strade forestali esistenti.<br />

Lo stato generale della viabilità del bosco manifesta oggi segni di abbandono: in<br />

particolare si è rilevato il degrado della pavimentazione, usurata dal tempo e dal transito<br />

dei mezzi agricoli pesanti, autocarro, fuoristrada, quad 16 , ma soprattutto la carenza di<br />

interventi manutentivi ed il conseguente inevitabile affioramento del sottofondo stradale,<br />

formazione di buche, incisioni profonde lungo le strisce rotabili che comportano, in alcuni<br />

16 Bisogna vietare assolutamente l’abuso nel bosco del libero accesso indiscriminato di questi pesanti mezzi meccanici<br />

fuoristrada.<br />

327


periodi delle attività silvane, l’impraticabilità delle stesse.<br />

Oggi la viabilità montana ricalca per la maggior parte i preesistenti tracciati, ed è<br />

costituita da assi che collegano i territori di maggior interesse forestale e da una serie di<br />

strade secondarie di penetrazione. Infatti il bosco é percorso da diverse direttrici<br />

principali (via Acqualonga, via Vallerotonda, via Vallone del Melo, via Breccelle, via<br />

Esca, via Vallicelle, via Scappone, via Escolella, via Valloncelloscuro, Via Grosseto, Via<br />

Gaudi, Via Vecchia Monteforte-Forino, Valle Beatrice) che costituiscono la spina dorsale<br />

dalla quale si dipartono le vie carrarecce, piste forestali di attraversamento verso le<br />

particelle forestali. Le strade cardinali della foresta montefortese si presentano in<br />

modeste condizioni di manutenzione, mentre le vie secondarie sono in terreno naturale<br />

e pertanto si prevede di intervenire, ove necessario, con miglioramenti del fondo<br />

stradale e regimentazione delle acque per evitarne il degrado. Le opere idrauliche sono<br />

importanti e indispensabili presidi nel tempo e servono per non alterare eccessivamente<br />

il percorso naturale delle acque lungo i versanti. Date le pregevoli caratteristiche<br />

paesaggistiche dei luoghi si escludono interventi di bitumatura e laddove si rivelasse<br />

indispensabile per garantirne la percorribilità si effettueranno limitati interventi con<br />

pavimentazioni ecologiche del tipo a terra stabilizzata. Pertanto, si ritiene di poter<br />

proporre la sistemazione ed anche l'ampliamento, ove possibile, degli stradelli esistenti,<br />

allo scopo di facilitare l'accesso e lo smacchio di importanti complessi boschivi. Infatti, il<br />

potenziamento del territorio boscato passa innanzitutto attraverso l’attuazione della<br />

viabilità che va migliorata in vista di alcune importanti funzioni da assolvere: quella di<br />

una migliore e più facile utilizzazione del prodotto legnoso del bosco; quella speciale<br />

(turistico e ricreativa) che è estremamente importante qui sull’altopiano di Valle<br />

dell’Olmo, sui versanti di Vallerotonda, sulla vetta di monte Pizzone; e quella<br />

328


indispensabile di un facile e rapido accesso in caso di incendio. E’ necessario che i<br />

trasporti stessi siano sicuri ed agevoli in tutti i periodi dell’anno o in ogni buona parte e<br />

che vi sia una sufficiente accessibilità al territorio interessato alla protezione dagli<br />

incendi. Nella sistemazione delle strade che qui di seguito si suggerisce,<br />

raccomandiamo di attuare alcuni accorgimenti che cerchino di evitare i danni che<br />

possono derivare dal turismo, dagli incendi e la degradazione del suolo con distruzione<br />

della rinnovazione naturale per l’eccessiva antropizzazione. Suggeriamo che, dove<br />

possibile, all’inizio delle strade che dovranno essere percorribile da un normale<br />

automezzo “fuoristrada” di servizio, siano attuate alcune opere (sbarre di chiusura,<br />

fossetti, ecc.) che impediscano l’accesso indiscriminato a tutti gli automezzi ed<br />

obbligando così i cittadini a percorrere a piedi questi tracciati. L’accesso indiscriminato in<br />

bosco di fuoristrada di privati ha dato origine, soprattutto dove le pendenze sono<br />

elevate, a profondi solchi che interrompono la continuità del cotico erboso, originando<br />

fenomeni erosivi.<br />

I boschi di Monteforte I. abbisognano perennemente ed inevitabilmente di<br />

collegamenti viari, di stradelli o di piste. Pertanto, per la viabilità forestale, si tratta di<br />

interventi finalizzati al ripristino e al miglioramento di strade comunali, mulattiere o di<br />

piste esistenti, immaginando di migliorare il piano viabile mediante la ricarica della<br />

massicciata con espressa esclusione della messa in opera di tappetino bituminoso per<br />

le strade forestali. Con i sentieri e le mulattiere i lavori non finiscono mai: solo una<br />

regolare manutenzione infatti impedisce alla natura di riprendere il sopravvento. La<br />

viabilità montana non è quindi solo un bene da tutelare, ma deve anche essere<br />

recuperata e valorizzata per fini ambientali, storici e sociali, fermo restando il pieno e<br />

doveroso rispetto del manufatto e del contesto naturale nel quale si colloca.<br />

329


Le strade da sistemare con ricarica della massicciata sono le seguenti:<br />

1) Via Acqualonga: il sedime della strada camionabile è a fondo naturale con buona<br />

percorribilità per qualsiasi automezzo: deve essere accuratamente sistemata con opere<br />

di risagomatura della sede viaria e con riempimento delle buche con misto di cava;<br />

vanno riviste le opere di presidio idraulico in modo da assicurare le acque ad un saldo<br />

impluvio.<br />

2) Via Vallerotonda: il tracciato risulta asfaltato da poco tempo, ma il rimanente tratto<br />

risulta brecciato o a fondo naturale per raggiungere il confine con il tenimento del<br />

Comune di Mercogliano. Il sedime a fondo naturale deve essere con attenzione<br />

sistemato con opere di risagomatura della sede viaria e con riempimento delle buche<br />

con misto di cava al fine di preservare e valorizzare la valenza naturalistica e<br />

paesaggistica della zona.<br />

3) Via 1°- 2° e 3° Vallone del Melo: la porzione di tracciato a fondo naturale ha bisogno<br />

di manutenzione e riempimento delle buche con misto di cava.<br />

4) Acqua Greci: manutenzione del sedime stradale ed eliminazione delle incisioni<br />

insistenti sul tracciato;<br />

5) Via Scappone: lavori di sistemazione e di ricarica devono interessare il tratto iniziale<br />

della strada che è costituita da tappetino asfaltato o cementificato, accidentato, in forte<br />

pendenza e spesso eroso per cui versa in uno stato di completo abbandono per forte<br />

sconnessione della sagoma. L’intervento di sistemazione interessa un segmento<br />

stradale di m. 200, tenendo presente le seguenti raccomandazioni: operare una radicale<br />

e duratura disciplina delle acque, controllare e guidare le modalità esecutive dei vari<br />

interventi. Il tracciato di questa strada nella parte alta del bosco ceduo (particella 27a) si<br />

presenta in condizioni di assoluto degrado, specialmente nella zona della frana dove il<br />

330


passaggio è interrotto rendendo estremamente difficoltosa e pericolosa, ogni attività<br />

selvicolturale e il normale servizio di sorveglianza. Pertanto bisogna prevedere un<br />

intervento diretto sulla strada forestale a fondo naturale che interseca ripetutamente il<br />

canalone de “I Tre Valloni” che costituiscono il reticolo di drenaggio del bosco ceduo. In<br />

questo tratto è prevista la bonifica radicale della sede stradale collassata con adeguate<br />

opere di ripristino dello stato idrogeologico del sito.<br />

6) Via Grosseto: i danni riscontrati sono diversi, potendo essere ascritti alla sede<br />

stradale vera e propria o alle opere di sgrondo delle acque, per cui bisogna intervenire<br />

risanando il sedime stradale e ripristinare la stabile regimentazione delle acque piovane.<br />

7) Via Vallicella: risanare lo strato di usura del fondo stradale naturale e ripristinare la<br />

disciplina delle acque.<br />

8) Via Giardini: il tipo di intervento è diretto ai tratti di strada compromessi e consiste<br />

nella bonifica di buche e tratti di usura a fondo naturale troppo rovinati.<br />

9) Via Esca: questa strada forestale molto importante per il territorio boscato, a fondo<br />

naturale, presenta molti tratti più che compromessi nei quali il transito è difficoltoso per<br />

le profonde buche e i larghi canali presenti lungo buona parte della sede stradale. Per<br />

questi tratti è prevista la bonifica delle buche per mezzo del ricarico con tout venant di<br />

cava e il ripristino del manto di calpestio con terreno naturale. I danni riscontrati sulla<br />

sede stradale sono imputabili, in gran parte, al degrado o alla assenza delle opere di<br />

sgrondo delle acque.<br />

10) Via Papaioni: danni ed interventi come per la strada forestale “via Esca”. Il tracciato<br />

della strada forestale è a fondo naturale con buona percorribilità ma necessita di ricarica<br />

in alcuni tratti; la pendenza determina fenomeni di erosione e di ruscellamento delle<br />

acque piovane che trasportano pietre e detriti, precludendo, talvolta il passaggio.<br />

331


11) Via Escolella: la strada deve essere bonificata dai rifiuti essendo divenuta una vera<br />

e propria discarica, ricettacolo di piccoli scarichi, ma anche di un vero e proprio traffico<br />

di rifiuti non autorizzato. Il tracciato necessita di interventi di manutenzione e<br />

rifunzionamento della regimentazione delle acque piovane. Il fondo deve essere<br />

consolidato per buona parte del tratto.<br />

In conclusione, per il recupero di questi storici tracciati e per una valorizzazione<br />

turistica del territorio delle “strade di terra”, si prevede, tra l’altro il ripristino della strada<br />

Scappone e dei sentieri più significativi, comprese le strutture naturali ed architettoniche<br />

a loro supporto e la segnaletica.<br />

7. Conversione del ceduo di castagno in castagneto da frutto.<br />

E’ stato previsto e programmato di convertire il ceduo castanile di 11 particelle in<br />

castagneto da frutto e precisamente come riporta la tabella seguente:<br />

Tabella n. 21. - Conversione di bosco ceduo in castagneto da frutto:<br />

Superficie Superficie Superficie Superficie Superficie Stagione<br />

Particella Denominazione Totale Netta Tare fasce da Silvana<br />

m² m² m² Rispetto Utilizzare anno<br />

1a Papaioni 75.084 72.966 2.118 72.966 2012<br />

1b Maggeselle 49.842 49.491 351 49.491 2012<br />

2 Breccelle 72.098 71.479 619 1880 69.559 2011<br />

3 Cirasiello I 56.596 55.504 1.092 55.504 2013<br />

44 Piccola Macchia VB 104.519 103.229 1.290 103.229 2011<br />

45 Alano 34.325 33.392 933 33.392 2018<br />

46 Fascia Vallicelle 101.112 99.869 1.243 660 99.209 2019<br />

47 Valle Beatrice 27.903 27.443 460 4680 22.763 2018<br />

48 Macchia Vallicelle 49.583 49.583 - 49.583 2016<br />

49 Piana Vallicelle 49.436 48.120 1.316 48.120 2022<br />

50 Vallicelle 129.750 129.182 568 129.750 2021<br />

m² 750.248 740.258 9.990 7.220<br />

TOTALI ettari 75.02.48 74.02.58 0.99.90 0.72.20 73.30.39<br />

Il miglioramento consentirà il taglio ordinario che prevede la “trasformazione di cedui<br />

castanili, che hanno raggiunto l'età del taglio, in castagneti da frutto mediante<br />

332


iceppatura ed allevamento, su ceppaie opportunamente distanziate oggi a m. 4 x 4 e<br />

tra qualche decennio a m. 8 x 8 m. di 2-3 polloni scelti tra i migliori per conformazione e<br />

capacità di affrancamento. Lo stesso taglio ordinario prevederà l’asportazione dei polloni<br />

che hanno superato l’età del turno consuetudinario che provocherebbero la morte di una<br />

parte dei polloni rilasciati per effetto della concorrenza”. Per tradizione e per corretta<br />

tecnica il metodo di propagazione utilizzato è l’innesto in bosco dei polloni le cui forme<br />

sono diverse come l’innesto a gemma (zufolo), innesto a marze (a spacco inglese, a<br />

corona); comunque l’innesto a spacco ha fatto registrare in queste contrade la più bassa<br />

percentuale di attacco di cancro corticale, causa fondamentale di fallanza degli innesti.<br />

E’ chiaro che per il successo dell’innesto, oltre alla corretta tecnica di esecuzione,<br />

occorre la giusta epoca ed adeguate condizioni climatiche, idoneo materiale di<br />

propagazione, affinità d’innesto. Con il taglio ordinario previsto dal presente <strong>PAF</strong>, il<br />

ceduo di castagno si trasformerà, da affollato ed invecchiato per aver superato il turno di<br />

anni 12, in castagneto da frutto di cui la contrada Piano del Bosco si rivestirà di nuovo<br />

dell’antico e produttivo bel paesaggio di nicchia.<br />

Stima presumibile del valore di costo degli interventi.<br />

Il piano di miglioramento costituisce un elemento indispensabile per assicurare la<br />

vitalità eco-biologica-paesaggistica nonché economica del bosco e lo sviluppo del<br />

Comune di Monteforte.<br />

Dalla descrizione analitica degli interventi previsti, di cui ai 7 punti precedenti, si<br />

rileva che l’azione del piano di miglioramento, che coprirà il periodo di anni dieci, si<br />

attuerà in zone diverse del territorio montano e con opere diversificate a seconda delle<br />

necessità. Tuttavia, le diverse realtà del bosco di Monteforte I. sono accomunate dalle<br />

difficoltà operative e dalla urgente necessità degli interventi programmati. Si tralascia la<br />

333


elencazione delle reali ed obbiettive difficoltà di intervento nelle zone considerate però si<br />

mette in risalto che tali difficoltà comportano un grande impiego ed assorbimento di<br />

mezzi e mano d’opera per la realizzazione del programma presentato. Inoltre, lo stato di<br />

degrado ambientale in atto in alcune località impone, pur nella diversità degli interventi<br />

previsti, di spingere al massimo grado possibile l’intensità di ciascuna azione di<br />

miglioramento programmato.<br />

Alla data del mese di aprile 2009 i costi previsti per la realizzazione dei lavori<br />

indicati sono i seguenti, i cui prezzi -per la maggior parte- sono stati rilevati dalle tabelle<br />

finanziarie del Programma Pluriennale attuativo del Regolamento CE n. 2082/93, P.O.P<br />

Campania 1994-1999, valido per il triennio 1997/1999 e dei P.O.R interventi per le<br />

foreste validi per il periodo 2000-06, nonché degli interventi PSR Campania per le<br />

foreste validi per il periodo 2007-13:<br />

1. rimboschimenti:<br />

• rimboschire ha 25 17 di zone spoglie, incendiate, danni biotici e<br />

aree abbandonate con utilizzo di specie autoctone (cerro,<br />

napoletano, acero opalo, castagno) € 150.000,00<br />

2. funzioni ricreative - sociali e turistiche (particella 17):<br />

sistemazione dell’area turistica, ricreativa e sociale di circa<br />

2.72.57 ettari, dislocata sulla particella 17: staccionata di<br />

recinzione, panchine, tavoli, piste esistenti, tabelloni guida,<br />

3. interventi di rinfoltimento, tagli di succisione e tramarratura<br />

nelle aree percorse dal fuoco:<br />

334<br />

a stima € 50.000,00


lavori di rinfoltimento, tagli di succisione e tramarratura,<br />

torre di avvistamento, a corpo € 100.000,00<br />

4. interventi di sistemazione dei valloni:<br />

opere di stabilizzazione delle sponde, rinverdimento delle<br />

opere, opere di rinaturalizzazione e sistemazione aste<br />

torrentizie dei canaloni denominati “I Tre Valloni”, “ a corpo € 400.000,00<br />

5. sistemazione idrogeologica dell’area interessata dai<br />

movimenti franosi (particella 27a), a stima € 300.000,00<br />

6. sistemazione di strade forestali esistenti:<br />

sistemazione accorta ed accurata con ricarica della<br />

massicciata, bonifica opere idrauliche, a corpo € 400.000,00<br />

7. conversione del ceduo castanile in castagneto da frutto<br />

riceppatura ed allevamento, in ceppaie opportunamente<br />

distanziate di polloni da innestare, a corpo € 600.000,00<br />

Importo complessivo € 2.000.000,00<br />

Tutti i lavori sopra descritti- dai rimboschimenti alla sistemazione dell’area<br />

turistica, alla riconversione del ceduo castanile in castagneto da frutto, dalla<br />

sistemazione dei valloni a quella idrogeologica dell’area franata, ecc.- hanno<br />

logicamente carattere indicativo e di massima, e potranno essere variati in tutto o in<br />

parte in sede esecutiva. Comunque, in caso di attuazione, la priorità dovrà essere<br />

accordata agli interventi che abbiano effetti permanenti sulla salvaguardia del bosco, in<br />

particolare i rimboschimenti, interventi di sistemazione dei valloni, iniziative sostanziali<br />

per fronteggiare la sistemazione e la conservazione dell’intera zona interessata dalla<br />

17 Superficie eventualemente da rimboschire nel decennio.<br />

335


frana derivante dal depauperamento delle risorse per cause naturali e dolose; ripristino<br />

ed assetto dei sentieri esistenti, un’azione più efficace sulle aree eminentemente<br />

paesaggistiche-turistiche e un controllo rigoroso sugli usufrutori del bosco, in particolare<br />

delle località “Papaioni”, “Maggeselle”, “Esca”, “Vallerotonda”, “Valle dell’Olmo”,<br />

“Conciaturo”, “Scappone”, etc. Tutto ciò in un'ottica di vivibilità e fruibilità del paesaggio<br />

e dell'ambiente bosco come bene comune di valore storico, culturale, sociale e<br />

conseguentemente economico. La disponibilità di un bosco naturale ecologicamente in<br />

equilibrio e fruibile con opportune attrezzature, rappresenta non solo una fonte di<br />

recupero psicofisico e culturale, ma anche una fonte di ricchezza per tutte quelle<br />

attività produttive ad esso legate.<br />

Per l’attuazione di quanto programmato, l’Amministrazione Comunale può avvalersi<br />

delle incentivazioni finanziarie e contributive della U.E. attraverso il Piano di Sviluppo<br />

Rurale (PSR) 2007-2013 della Regione Campania o da altri Piani italiani ammessi dalla<br />

stessa Unione Europea, nonché dei fondi per migliorie boschive, accantonati a seguito<br />

dei tagli boschivi. Infatti, la legge regionale n. 27 dl 4 maggio 1979 prevede, all‘art. 12,<br />

che dai proventi derivanti dalla vendita di lotti boschivi va prelevata una somma pari al<br />

10% del prezzo di aggiudicazione. Tale decimo di macchiatico, previsto dalla stessa L.R.<br />

n. 13/1996, viene, poi, destinato al Comune interessato, a finanziamento di progetto<br />

esecutivo di miglioramenti da eseguire sul demanio boscato comunale. Tali obiettivi, a<br />

mio parere, si possono raggiungere con un'oculata gestione unitaria del Piano di<br />

Assestamento Forestale. Il valore di macchiatico della massa annua da asportare dai<br />

boschi in esame ascende, ai prezzi attuali, a circa 80.000 euro, mediamente, pertanto, il<br />

Comune di Monteforte può disporre, per il miglioramento del patrimonio silvo-pastorale,<br />

di 8.000 euro per anno, da impiegare, possibilmente, per coprire quote a carico<br />

336


dell’Amministrazione Comunale, per progetti comunque finanziati Dunque con adeguate<br />

risorse finanziarie e mirate iniziative si potrà assicurare al Comune di Monteforte I. la<br />

giusta gestione e manutenzione del territorio montano.<br />

337


CAPITOLO XI<br />

PROPOSTA <strong>DI</strong> REGOLAMENTO PER L’ESERCIZIO DEGLI USI CIVICI<br />

338


Proposta di Regolamento<br />

per l’esercizio degli Usi Civici nei terreni comunali di Monteforte Irpino.<br />

art. 1<br />

Tutti i cittadini e coloro che abbiano stabile dimora nel Comune hanno diritto all’esercizio degli<br />

usi civici nel demanio comunale, seguendo le disposizioni contenute nel presente regolamento.<br />

Coloro che abbiano contratto matrimonio con cittadini di Monteforte Irpino e siano residenti nel<br />

Comune stesso. Inoltre, possono esercitare gli usi civici anche le associazioni di residenti -<br />

costituite in cooperative riconosciute dalla legge (Legge Regionale n. 11 del 17 marzo 1981).<br />

art. 2<br />

Il demanio comunale è costituito dai territori distinti nella tabella "A" di cui al decreto del Regio<br />

Commissario annessa al presente Regolamento, alla quale l’Amministrazione Comunale si riserva<br />

di aggiungere quegli altri di cui sarà acclarata la qualità demaniale, o togliere quelli di cui venisse<br />

dimostrata la natura patrimoniale.<br />

L’esercizio degli usi civici va così distinto:<br />

1> di legnare sul morto e sul secco;<br />

art. 3<br />

2> di raccogliere tutti i prodotti spontanei del bosco e delle piante aromatiche ed officinali;<br />

art. 4<br />

Il presente Regolamento si iscrive nella normativa sancita L.R. 17.03.1981, n. 11 di cui agli artt.<br />

16 e 14, nonché dalla Legge 16.06.1927, n. 1766 e dal regolamento di esecuzione alla suddetta<br />

legge approvato con R.D. n. 332 del 26.02.1928. Pertanto il Comune prevede, previa richiesta alla<br />

G.R.C. di autorizzare al mutamento di destinazione delle terre per concessione in uso temporaneo,<br />

l’affidamento sperimentale di aree finalizzate ad interventi di carattere plurimi integrati ad<br />

imprese cooperative che presentino progetti di valorizzazione nell’ambito di un rigoroso rispetto<br />

ambientale al fine di un aumento del reddito e dell’occupazione. Tale affidamento sarà<br />

perfezionato con convenzioni da stipularsi tra il Comune e le imprese cooperative nel pieno<br />

rispetto della citata Legge Regionale n. 11/81.<br />

339


1> Uso civico di legnare sul secco e sul morto<br />

art. 5<br />

Il diritto di legnare sul secco e sul morto, consentito nei boschi demaniali di località:<br />

“Scappone” corrispondente alle particelle forestali 24-25-26 e 27a;<br />

“Pizzone” corrispondente alla particella forestale 31;<br />

“Vallottola del Totaro” corrispondente alla particella forestale 32;<br />

“Pepera” corrispondente alla particella forestale 33;<br />

“Vallone del Melo” corrispondente alle particelle forestali 34a- 34b-35.<br />

La raccolta della legna secca giacente a terra, delle ramaglie, del frascame, dei residui di tagli,<br />

degli alberi abbattuti da intemperie, e limitatamente alla chioma di essi idonea solo a legna, è<br />

libera a tutti gli aventi diritto se contenuta nei limiti dell'uso e consumo familiare. Si intende per<br />

morto il legname giacente a terra privo di qualsiasi legame con la ceppaia o le radici. L'utilizzo<br />

della chioma di alberi abbattuti da intemperie e la raccolta di qualsiasi altro legname giacente a<br />

terra, deve essere autorizzata dall'Amministrazione Comunale, previo accertamento e marchiatura<br />

con martello comunale.<br />

E' vietato lo sradicamento di ceppaie, anche se risultano secche e marcite e l'utilizzo di alberi e<br />

legname abbattuti dolosamente o cercinati anche quando tale materiale risultasse secco o<br />

addirittura in fase di decomposizione.<br />

Nel caso di concessione delle terre ad una cooperativa per un organico progetto di valorizzazione<br />

secondo la L.R. 11/81, la immissione di utenti nelle particelle forestali affidate sarà programmata<br />

dalle cooperative stesse sempre che trattasi di esercizio di diritti utili e non essenziali.<br />

art. 6<br />

La violazione delle norme del presente Regolamento è accertata dagli agenti di Polizia (Polizia<br />

comunale, Carabinieri, Agenti Forestali, Guardia - Caccia) e da guardie volontarie o ausiliari<br />

autorizzate dalle competenti autorità o dall' autorità comunale concedente.<br />

art. 7<br />

La concessione del legname verde da ardere è sottoposta alle seguenti disposizioni:<br />

a) che sia praticata nelle località all’uopo destinate;<br />

b) che i cittadini ne facciano domanda all’ufficio comunale che ne prenderà nota in apposito<br />

registro in ordine cronologico;<br />

340


c) che raccolte tutte le richieste l’Autorità comunale dia la concessione, la quale sarà fatta<br />

proporzionatamente al legname disponibile nell’anno e al bisogno di ciascun concorrente;<br />

d) che il diritto della legna nei modi e tempi fissati dall’Ufficio comunale venga accordato previa<br />

esibizione della quietanza di pagamento del legname;<br />

e) che nel caso di concessione gratuita dovrà essere deliberata dalla Amministrazione comunale.<br />

art. 8<br />

Fuori dalle contrade assegnate per l’esercizio dell’uso di cui all’art. 7 è vietato qualsiasi taglio,<br />

sotto pena di contravvenzione prevista dalla vigente legge forestale.<br />

art. 9<br />

E’ assolutamente vietato nell’esercizio dell’uso civico di rimuovere il terreno del bosco per<br />

tagliare radici di piante abbattute e di estirpare le radici delle piante stesse.<br />

Tabella “A” dei fondi demaniali<br />

nei quali si può esercitare l’uso civico del legnatico:<br />

“Scappone” corrispondente alle particelle forestali 24-25-26 e 27a<br />

“Pizzone” corrispondente alla particella forestale 31<br />

“Vallottola del Totaro” corrispondente alla particella forestale 32<br />

“Pepera” corrispondente alla particella forestale 33<br />

“Vallone del Melo” corrispondente alle particelle forestali 34a- 34b-35<br />

341


2> Uso civico di raccogliere<br />

i prodotti spontanei del bosco e delle piante aromatiche ed officinali.<br />

art. 10<br />

Il presente regolamento considera prodotti secondari del bosco:<br />

a) funghi epigei o ipogei, commestibili o meno;<br />

b) fragole;<br />

c) muschi;<br />

d) more di rovo;<br />

e) semi di piante forestali (castagne, pinoli ed altri);<br />

f) eventuali altri prodotti del suolo.<br />

art. 11<br />

Il Comune di Monteforte Irpino può, con relativa ordinanza, stabilire opportune rotazioni per la<br />

raccolta dei prodotti spontanei del bosco secondo le indicazioni tecniche fornite dall’Autorità<br />

forestale, per salvaguardare l’ambiente forestale dalla progressiva degradazione del tenimento<br />

comunale in senso lato e delle aree boscate in particolare. Il Sindaco, inoltre, può imporre (sentiti<br />

l’Autorità forestale, la Provincia e la Comunità Montana) limitazioni temporali di raccolta dei<br />

funghi epigei e degli altri prodotti spontanei di cui ai punti b), c), d), e), f) dell’art. 10 per motivi<br />

di salvaguardia dell’ecosistema, solo per periodi definiti e consecutivi e divieti di raccolta per<br />

periodi limitati per le specie in pericolo di estinzione (anche su richiesta dell’Autorità forestale,<br />

della Provincia e della Comunità Montana).<br />

art. 12<br />

La determinazione della quantità massima giornaliera a persona complessiva o relativa alle<br />

singole specie o varietà fungine deve essere contenuta entro i canoni previsti dall’art. 1021 del<br />

C.C. e comunque non devono superare le seguenti quantità:<br />

a) funghi>>>>>>>>>>>>>>kg. 3 b) more di rovo>>>>>>>>>>>kg. 0,50<br />

c) fragole>>>>>>>>>>>>>kg. 1 d) semi di piante forestali>>>> kg. 30<br />

e) muschi>>>>>>>>>>>>>kg. 2 f) origano>>>>>>>>>>>>>>>kg. 1<br />

g) tartufi>>>>>>>>>>>>>>kg. 1<br />

342


Il Sindaco può con propria ordinanza (sentiti l’Autorità forestale, la Provincia e la Comunità<br />

montana) vietare temporaneamente la raccolta dei semi in quelle località ove detta raccolta possa<br />

compromettere la naturale rinnovazione del bosco.<br />

art. 13<br />

Il Sindaco, a seguito di domanda, dovrà rilasciare autorizzazioni speciali di raccolta per<br />

comprovati motivi d’interesse scientifico (Università, Istituti di ricerca).<br />

art. 14<br />

Al fine di garantire la conservazione e le condizioni di riproducibilità del patrimonio agro-<br />

silvocolturale del Comune di Monteforte Irpino si vieta quanto segue:<br />

a> raccolta dell’ovolo chiuso;<br />

b> uso di rastrelli, uncini, ed altri attrezzi che possano danneggiare lo strato umifero del suolo, il<br />

micelio fungino e l'apparato radicale della vegetazione, ecc. Il carpoforo deve conservare tutte le<br />

caratteristiche morfologiche atte a consentire la sicura determinazione della specie;<br />

c> uso di contenitori che non consentano la diffusione delle spore fungine (es. contenitore di<br />

plastica);<br />

d> distruzione volontaria dei funghi;<br />

e> raccolta dei funghi dalle ore 18,00 alle ore 7,00 e asportazione della cotica superficiale del<br />

terreno, salvo che per opere di regolamentazione delle acque, di manutenzione strade e per<br />

pratiche colturali, con l’obbligo del ripristino anche naturalistico dei luoghi;<br />

f> nelle aree specificatamente interdette;<br />

art. 15<br />

Nelle zone di divieto di raccolta dei prodotti secondari del bosco, il Comune di Monteforte Irpino<br />

dovrà provvedere di installare tabelle di divieto di raccolta allo scopo di prevenire nell’ecosistema<br />

bosco significative modificazioni.<br />

art. 16<br />

La vigilanza del presente Regolamento è affidata agli agenti del Comando Stazione Forestale, alla<br />

Stazione dei Carabinieri, alla Polizia urbana e agli Organismi di vigilanza ambientale ex-Legge<br />

Regionale n. 10/23.02.2005, pubblicata sul B.U.R.C. n. 14 del 28 febbraio 2005.<br />

art. 17<br />

Per le violazioni delle norme di cui agli artt. 11-12-14 del presente Regolamento si applicano le<br />

343


sanzioni amministrative da € 25 a € 250, nonché la confisca dei prodotti raccolti (salvo<br />

dimostrazione della legittima provenienza) che dovranno essere conferiti agli Istituti di<br />

beneficenza.<br />

Per le violazioni dell’art. 1 si applicano le sanzioni amministrative da € 50 a € 500, la confisca<br />

del prodotto, nonché la denuncia del trasgressore all’Autorità Giudiziaria per i reati di cui agli<br />

artt. 624 (furto), 633-635 (danneggiamento) e 637 del C.P.<br />

L’entità della sanzione sarà stabilita in funzione del tipo di danno arrecato al patrimonio<br />

comunale e ad eventuali precedenti infrazioni commesse dal trasgressore.<br />

Gli agenti che accertano la violazione dovranno redigere verbale di constatazione dell’infrazione,<br />

trasmettendone copia al Sindaco che, con propria ordinanza, stabilirà l’entità della sanzione e<br />

comunicherà il relativo pagamento al trasgressore tramite versamento sul c.c. postale intestato<br />

alla tesoreria del Municipio di Monteforte Irpino.<br />

Per la verbalizzazione delle infrazioni alle norme disciplinari del presente Regolamento sono<br />

quelle stabilite dalla Legge n. 689 del 24.11.1981 e dalla Legge Regionale n. 13 del 10.1.1983.<br />

Il presente regolamento è disciplinato dalla Legge Regionale n. 8 del 24.07.2007 e relativa<br />

Deliberazione di Giunta Regionale n. 179 del 28.01.2008 (modello tipo di tesserino di<br />

autorizzazione alla raccolta, linee guida per l’autorizzazione e le modalità di raccolta, elenco<br />

delle specie fungine), che regolano la raccolta e la commercializzazione dei funghi epigei, freschi<br />

e conservati, nella considerazione dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi 6 dicembre 1991,<br />

n. 394, 23 agosto 1993, n. 352 e dalla legge 31 gennaio 1994, n. 97, e successive modifiche al<br />

fine di garantire: a) i benefici derivanti dalla presenza dei funghi agli ecosistemi vegetali; b) la<br />

gestione economica della raccolta dei funghi commestibili spontanei; c) la salvaguardia e la<br />

tutela della salute pubblica.<br />

art. 18<br />

Tutti i proventi derivati dall’applicazione delle predette sanzioni saranno utilizzati dal Comune di<br />

Monteforte Irpino per interventi atti a migliorare il servizio di vigilanza e per opere di<br />

miglioramento fondiario del patrimonio silvo-pastorale del demanio comunale.<br />

344


E' severamente vietato:<br />

Tabella “B” dei fondi demaniali<br />

nei quali si può esercitare la raccolta dei prodotti spontanei<br />

del bosco e delle piante aromatiche ed officinali:<br />

Contrade Particelle Forestali<br />

“Scappone” 24-25-26 e 27a<br />

“Pizzone” 31<br />

“Vallottola del Totaro” 32<br />

“Pepera” 33<br />

“Vallone del Melo” 34a- 34b-35<br />

3> Disciplina turistica<br />

art. 19<br />

A> Ingresso e la permanenza del pascolo nell'interno della pineta adibita ad area turistica;<br />

B> Il transito con qualsiasi automezzo sulle piste d'esbosco, sulle strade di servizio forestale e<br />

nell'interno di zone boscate;<br />

C> Lasciare rifiuti di qualsiasi genere;<br />

D> Praticare motocros;<br />

E> Raccogliere fiori.<br />

art. 20<br />

E' consentito l'installazione, previa autorizzazione scritta del Sindaco, di tende e roulotte nei posti<br />

fissi ed attrezzati all’uopo.<br />

art. 21<br />

E' vietato il parcheggio in aree erbose e nell'interno di zone boscate.<br />

art. 22<br />

Ogni violazione delle disposizioni previste dagli articoli 19 e 21, sono puniti in via amministrativa<br />

con ammenda da € 5 a € 50, conciliabile presso il Sindaco.<br />

345


art. 23<br />

Le violazioni al presente Regolamento non previste negli articoli precedenti saranno punite a<br />

norma della Legge Comunale, Provinciale e Regionale.<br />

4> Regolamento del Pascolo nel Bosco<br />

art. 24<br />

Il PASCOLO VIENE ESERCITATO SU PARTE DEL TERRITORIO BOSCATO A CEDUO <strong>DI</strong><br />

CASTAGNO <strong>DI</strong> PROPRIETA’ DEL COMUNE (ART. 18 L.R. N. 11/1996).<br />

art. 25<br />

L'ESERCIZIO DEL PASCOLO IN BOSCO È SOGGETTO ALLA OSSERVANZA DELLE<br />

<strong>DI</strong>SPOSIZIONI CONTENUTE NELLE VIGENTI PRESCRIZIONI <strong>DI</strong> MASSIMA <strong>DI</strong> POLIZIA<br />

<strong>FORESTALE</strong> (ART. 45, L.R. N. 11/1996), NONCHÉ A QUANTO PRESCRITTO DAI<br />

PROVVE<strong>DI</strong>MENTI <strong>DI</strong> COMPETENZA DELLA "COMMISSIONE <strong>DI</strong> ESPERTI” <strong>DEI</strong><br />

PASCOLI NOMINATA DAL SINDACO ED AVENTE, COME PERIODO <strong>DI</strong> VALI<strong>DI</strong>TÀ<br />

ANNI 2 (DUE), SALVO RICONFERMA PER ULTERIORE PARI PERIODO. TALE<br />

COMMISSIONE SARÀ PRESIEDUTA DAL SINDACO STESSO.<br />

art. 26<br />

LA COMMISSIONE <strong>DI</strong> CUI ALL'ARTICOLO PRECEDENTE AVRÀ I SEGUENTI COMPITI:<br />

A)-STABILIRE OGNI ANNO I COMPARTI PASCOLATIVI DA ASSEGNARE AI<br />

RICHIEDENTI PER IL COMPLETO SOD<strong>DI</strong>SFACIMENTO <strong>DEI</strong> LORO BISOGNI,<br />

NONCHÉ DESTINARE A RIPOSO PERIO<strong>DI</strong>CO I COMPARTI PASCOLATIVI CHE<br />

HANNO BISOGNO <strong>DI</strong> RICOSTITUZIONE O <strong>DI</strong> LAVORI <strong>DI</strong> MIGLIORAMENTO;<br />

B)-STABILIRE OGNI ANNO LE MODALITÀ PER L'UTILIZZAZIONE <strong>DEI</strong> PASCOLI,<br />

IN PARTICOLARE PER OGNI COMPARTO IL CARICO (SPECIE E NUMERO DEGLI<br />

ANIMALI DA IMMETTERE) LA DURATA DEL PASCOLO;<br />

C) GIU<strong>DI</strong>CHERÀ PER QUANTO <strong>DI</strong> COMPETENZA SULLE INFRAZIONI ALLE<br />

<strong>DI</strong>SPOSIZIONI CONTENUTE NEL PRESENTE REGOLAMENTO.<br />

346


art. 27<br />

I CITTA<strong>DI</strong>NI AVENTI <strong>DI</strong>RITTO SONO TENUTI A PAGARE AL COMUNE UNA TASSA <strong>DI</strong><br />

FIDA PER IL PASCOLO DEGLI ANIMALI NEI TERRENI BOSCATI COMUNALI<br />

DELIBERATA DAL CONSIGLIO COMUNALE. LA FIDA È <strong>DI</strong> UNA SPECIE<br />

OR<strong>DI</strong>NARIAMENTE RAPPRESENTATA DA QUELLA OVINA: FIDA DEL PASCOLO<br />

ESTIVO.<br />

art. 28<br />

AGLI AVENTI <strong>DI</strong>RITTO VERRÀ RICONOSCIUTA "LICENZA <strong>DI</strong> PASCOLO"<br />

CON<strong>DI</strong>ZIONATA AL PAGAMENTO DELLA FIDA, AL RISPETTO DELLE<br />

DETERMINAZIONI DELLA COMMISSIONE E DEL PRESENTE REGOLAMENTO. NON<br />

POTRÀ ESSERE RILASCIATA LICENZA <strong>DI</strong> PASCOLO A CHI AVRÀ RIPORTATO<br />

CONDANNA DEFINITIVA PER INCEN<strong>DI</strong> <strong>DI</strong> BOSCHI O <strong>DI</strong> CESPUGLIETI A<br />

CHIUNQUE APPARTENENTI.<br />

art. 29<br />

TENUTA PRESENTE LA SITUAZIONE DEL DEMANIO DEL COMUNE E LA SUA<br />

PRODUTTIVITÀ, NONCHÉ <strong>DEI</strong> BISOGNI <strong>DEI</strong> CITTA<strong>DI</strong>NI. LA FIDA VERRÀ<br />

APPLICATA NELLE ZONE TRA I METRI 600 A 900 S.L.M. <strong>DI</strong> ALTITU<strong>DI</strong>NE E IL<br />

PASCOLO È CONSENTITO DAL 1° MAGGIO A TUTTO IL 31 OTTOBRE.<br />

art. 30<br />

LA FIDA È VIETATA DAL 1° NOVEMBRE A TUTTO IL 30 APRILE. OLTRE QUESTA<br />

DATA TUTTI GLI ANIMALI DOVRANNO SGOMBRARE DALLE ZONE <strong>DI</strong> PASCOLO<br />

IN BOSCO CHE VERRANNO LASCIATE A RIPOSO.<br />

art. 31<br />

IL PROPRIETARIO DEL BESTIAME È TENUTO A PAGARE LA FIDA PER LA QUALE<br />

EGLI <strong>DI</strong>CHIARA <strong>DI</strong> ISCRIVERE IL PROPRIO BESTIAME ED È TENUTO A FAR<br />

PASCOLARE SOLO SUI TERRENI COMUNALI BOSCATI AI QUALI LA FIDA SI<br />

RIFERISCE.<br />

art. 32<br />

QUALUNQUE CITTA<strong>DI</strong>NO <strong>DI</strong> MONTEFORTE IRPINO CHE DENUNCIASSE DEL<br />

BESTIAME FORESTIERO PER PROPRIO CONTO O COMUNQUE NON AVENTE <strong>DI</strong>RITTO<br />

AL PASCOLO VERRÀ IMME<strong>DI</strong>ATAMENTE ESCLUSO DA TUTTI I PASCOLI<br />

347


BOSCATI CON LA PER<strong>DI</strong>TA DELLA TASSA <strong>DI</strong> FIDA GIÀ VERSATA AL COMUNE<br />

NONCHÉ ED EVENTUALI PROVVE<strong>DI</strong>MENTI DA PARTE DELLA COMMISSIONE<br />

CHE APPLICHERÀ UNA PENALE PARI AL QUADRUPLO DELLA FIDA STABILITA,<br />

SALVO L'IMME<strong>DI</strong>ATA ESPULSIONE DEGLI ANIMALI STESSI DAL DEMANIO.<br />

art. 33<br />

GLI AVENTI <strong>DI</strong>RITTO CHE INTENDONO IMMETTERE DEL BESTIAME SUI<br />

PASCOLI IN BOSCO COMUNALE DOVRANNO FAR PERVENIRE RICHIESTA<br />

ISCRITTA ALLA SEGRETERIA COMUNALE, IN<strong>DI</strong>CANDO NUMERO E SPECIE <strong>DEI</strong> CAPI<br />

L'UFFICIO PREPOSTO ISCRIVERÀ SUCCESSIVAMENTE IN APPOSITO REGISTRO<br />

<strong>DI</strong>STINTAMENTE PER LA FIDA LE RICHIESTE CHE SARANNO PERVENUTE. LE<br />

ISCRIZIONI PER LA FIDA SI APRIRANNO COL 15 FEBBRAIO E SI CHIUDERANNO COL<br />

15 MARZO <strong>DI</strong> OGNI ANNO.<br />

art. 34<br />

GLI ELENCHI COSÌ FORMATI SARANNO PUBBLICATI NELL'ALBO PRETORIO PER 15<br />

GIORNI CONSECUTIVI. EVENTUALI RECLAMI SARANNO <strong>DI</strong>SCUSSI DAL CONSIGLIO<br />

COMUNALE CHE PROVVEDERÀ ALLA DEFINIZIONE DEL RUOLO DELLA TASSA<br />

<strong>DI</strong> FIDA PASCOLO DA SOTTOPORRE ALL'APPROVAZIONE DELL'AUTORITÀ<br />

TUTORIA.<br />

art. 35<br />

L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE FARA’ ACCERTARE DALLA GUAR<strong>DI</strong>A<br />

CAMPESTRE O DA ALTRO AGENTE CHE IL NUMERO <strong>DEI</strong> CAPI DENUNCIATI<br />

CORRISPONDA A QUANTO VERSATO PER LA FIDA PASCOLO.<br />

art. 36<br />

AI SOLI FINI DELLA DETERMINAZIONE DEL CARICO E DELLE RELATIVE PENALITÀ<br />

SONO AMMESSE LE SEGUENTI EQUIVALENZE:<br />

• 1 CAPO BOVINO ADULTO = 1 CAPO EQUINO ADULTO<br />

4 CAPI BOVINI O EQUINI <strong>DI</strong> UN ANNO<br />

2 CAPI BOVINI O EQUINI <strong>DI</strong> DUE ANNI<br />

6 CAPI OVINI ADULTI<br />

• 1 CAPO OVINO ADULTO = 2 CAPI OVINI <strong>DI</strong> UN ANNO.<br />

348


art. 37<br />

IL BESTIAME PER ESSERE AMMESSO AL PASCOLO DOVRÀ ESSERE SOTTOPOSTO A<br />

PREVENTIVA VISITA VETERINARIA. IL BESTIAME NON RITENUTO SANO ED<br />

INIDONEO POTRÀ ESSERE SOSTITUITO DA ALTRO DELLA STESSA SPECIE.<br />

art. 38<br />

OGNI CONDUCENTE <strong>DI</strong> BESTIAME AMMESSO ALLA FIDA DOVRÀ ESSERE MUNITO<br />

<strong>DI</strong> UN CERTIFICATO RILASCIATO DAL COMUNE <strong>DI</strong> MONTEFORTE IRPINO<br />

IN<strong>DI</strong>CANDO LE SUE GENERALITÀ, IL NOME DEL PROPRIETARIO DEGLI ANIMALI,<br />

LA SPECIE ED IL NUMERO DEGLI ANIMALI FIDATI. DETTO CERTIFICATO DOVRÀ<br />

ESSERE ESIBITO A QUALSIASI RICHIESTA DEGLI AGENTI FORESTALI E COMUNALI.<br />

art. 39<br />

LA CUSTO<strong>DI</strong>A DEL BESTIAME DEVE ESSERE AFFIDATA A CUSTO<strong>DI</strong> AVENTI ETÀ<br />

SUPERIORE AD ANNI 14 E <strong>DI</strong> AVER ASSOLTO ALL’OBBLIGO SCOLASTICO. IL<br />

NUMERO <strong>DEI</strong> CUSTO<strong>DI</strong> DOVRÀ ESSERE NELLA PROPORZIONE <strong>DI</strong> ALMENO 1 PER<br />

OGNI 30 CAPI <strong>DI</strong> BESTIAME BOVINO ED EQUINO, PER OGNI 120 CAPI <strong>DI</strong> BESTIAME<br />

OVINO.<br />

art. 40<br />

E' VIETATO IL PASCOLO <strong>DI</strong> ANIMALI CAPRINI NEI BOSCHI.<br />

art. 41<br />

NELLE PARTICELLE BOSCATE DOVE È CONSENTITO IL PASCOLO, FERMO<br />

RESTANDO LE <strong>DI</strong>SPOSIZIONI DELLE VIGENTI PRESCRIZIONI <strong>DI</strong> MASSIMA E <strong>DI</strong><br />

POLIZIA <strong>FORESTALE</strong>, IL CARICO NON POTRÀ SUPERARE N. 6 CAPI BOVINI ADULTI<br />

PER OGNI 3 (TRE) ETTARI E 8 ANIMALI OVINI PER UNA DURATA NON SUPERIORE<br />

A MESI 6.<br />

art. 42<br />

E’ VIETATO ASPORTARE DAI PASCOLI FIENO, ERBA, STRAME, LETAME E<br />

LEGNA.<br />

PER TUTTE LE NORME RELATIVE AL PASCOLO NON ESPRESSAMENTE CITATE NEL<br />

PRESENTE REGOLAMENTO SI INTENDONO RICHIAMATE TUTTE LE<br />

349


<strong>DI</strong>SPOSIZIONI CONTENUTE NELLE PRESCRIZIONI <strong>DI</strong> MASSIMA E <strong>DI</strong> POLIZIA<br />

<strong>FORESTALE</strong> VIGENTI PER LA PROVINCIA <strong>DI</strong> AVELLINO.<br />

art. 43<br />

5> Requisiti per i non residenti<br />

Possono raccogliere tutti i prodotti del sottobosco di cui all’art. 10 soltanto coloro che sono muniti<br />

di tesserino di autorizzazione rilasciato dall’Ente preposto, mediante un equo versamento per<br />

l’anno in corso per i non residenti, da effettuare sul c.c. intestato all’Ente preposto - servizio di<br />

Tesoreria.<br />

La ricevuta del versamento effettuato dovrà essere allegata al tesserino ed è valida dal primo<br />

gennaio al trentuno dicembre dell’anno in corso.<br />

Il tesserino di autorizzazione non potrà essere rilasciato ai minori di anni 14. Esso dovrà essere<br />

corredato di fotografia, tipo tessera, dell’interessato con indicazione delle generalità complete,<br />

nonché del luogo di residenza. Il tesserino ha la validità di anni 5 rinnovabile annualmente<br />

mediante il versamento della tassa di concessione il cui importo sarà stabilito ogni anno dall’Ente<br />

preposto. Il tesserino potrà essere ritirato dal responsabile amministrativo dell’Ente a seguito di<br />

abuso da parte del raccoglitore che ha commesso due successive infrazioni contravvenute dal<br />

personale preposto alla vigilanza e non potrà essere rilasciato alla stessa persona prima di due<br />

anni.<br />

I minori di anni 18 potranno ottenere il tesserino solo dopo atto di assenso dei genitori i quali<br />

assumeranno ogni conseguente responsabilità.<br />

350


LIBRO ECONOMICO.=<br />

Nella sua forma classica il “libro economico” è costituito da diverse colonne, una<br />

per l’anno di utilizzazione, una per la ditta utilizzatrice, una per la particella forestale, per<br />

la località montana, per il tipo d’intervento, per la massa ricavata con assortimenti vari<br />

come pali, legna e fascina, per il valore della stima, per il prezzo di aggiudicazione ed<br />

infine da una colonna indicante .<br />

Il libro economico per il presente Piano di Assestamento Forestale è un vero e<br />

proprio registro in cui vengono riportate le registrazioni cronologiche, cioè in ordine di<br />

data, che nel loro complesso rappresentano la storia del bosco con i suoi vari tipi<br />

d’intervento o delle operazioni di taglio verificatesi nel decennio della prima revisione del<br />

<strong>PAF</strong> del demanio boscato del Comune di Monteforte Irpino. Questo documento è un<br />

registro di base in quanto costituisce il supporto indispensabile della pianificazione<br />

territoriale a livello comunale. Il responsabile della gestione del bosco comunale ha<br />

l’obbligo della tenuta e dell’aggiornamento del libro economico secondo le indicazioni<br />

prescritte per quanto interessa i tipi d’intervento proposti per le relative classi<br />

economiche.<br />

Dunque al termine del decennio di validità della prima revisione del <strong>PAF</strong> e cioè al 2018<br />

dovrà aver luogo la seconda revisione dello stesso per la quale è necessario avere un<br />

libro economico aggiornato per tutte le utilizzazioni, interventi, lavori e risultati di tali<br />

operazioni.<br />

Il libro economico del presente Piano di Assestamento Forestale valido per il decennio<br />

2012-2021, nella sua forma classica, si presenta come segue:<br />

351


LIBRO ECONOMICO<br />

Anno di Ditta P.lla Località Tipo di Massa Ricavata Valore Prezzo di Altro<br />

Utilizzaz. Utilizzatr. intervento Pali Legna Fascina Stima Aggiudic.<br />

352


LIBRO ECONOMICO<br />

Anno di Ditta P.lla Località Tipo di Massa Ricavata Valore Prezzo di Altro<br />

Utilizzaz. Utilizzatr. intervento Pali Legna Fascina Stima Aggiudic.<br />

353


LIBRO ECONOMICO<br />

Anno di Ditta P.lla Località Tipo di Massa Ricavata Valore Prezzo di Altro<br />

Utilizzaz. Utilizzatr. intervento Pali Legna Fascina Stima Aggiudic.<br />

354


LIBRO ECONOMICO<br />

Anno di Ditta P.lla Località Tipo di Massa Ricavata Valore Prezzo di Altro<br />

Utilizzaz. Utilizzatr. intervento Pali Legna Fascina Stima Aggiudic.<br />

355


LIBRO ECONOMICO<br />

Anno di Ditta P.lla Località Tipo di Massa Ricavata Valore Prezzo di Altro<br />

Utilizzaz. Utilizzatr. intervento Pali Legna Fascina Stima Aggiudic.<br />

356


357


358


Perona V.: Economia Forestale -Milano 1915<br />

Capitolo XII- Bibliografia.<br />

Patrone Generoso: Lezioni di Assestamento Forestale -Firenze 1944.<br />

De Philippis A.: Lezioni di Selvicoltura Speciale -Firenze 1957.<br />

Ministero Agricoltura e Foreste: Determinazione della Massa Legnosa dei Boschi. Firenze 1957.<br />

Benassi L.: Appunti di Dendrometria -Firenze 1959.<br />

Patrone Generoso: Lezioni di Dendrometria -Firenze 1963.<br />

Volpini C.: Estimo Forestale -Roma 1964.<br />

De Philippis A.:Appunti delle Lezioni di Ecologia Forestale e Selvicoltura Generale -Firenze 976.<br />

Bernetti G.: Appunti di Dendrometria -Firenze 1976.<br />

Cappelli M.: Selvicoltura Generale -Bologna 1978.<br />

Istituto Sperimentale per l’Assestamento Forestale e per l’Alpicoltura di Trento: Tavole<br />

stereometriche ed alsometriche costruite per i boschi italiani – Trento 1982.<br />

Cantiani M.: Appunti di Assestamento Forestale -Firenze 1984-85.<br />

I.S.E.A.: Nuove Metodologie nella Elaborazione dei Piani di Assestamento dei Boschi -Bo 1986.<br />

Pietro Piussi: Selvicoltura generale UTET 1997.<br />

Michieli I.: Trattato di Estimo -Bologna 1998.<br />

Naldo Anselmi ed altri: Cancro della corteccia del castagno- Regione Campania POM 1994-99.<br />

Preziosi Ciro: <strong>PAF</strong> dei beni silvo pastorali di S. Angelo a Scala (AV), decennio 1994-2003.<br />

Spagnuolo Mario: P.E. dei beni silvo pastorali di Monteforte Irpino (AV), decennio 1994-2003.<br />

Spagnuolo Mario: P.E. dei beni silvo pastorali di Volturara Irpina (AV), decennio 1995-2004.<br />

Spagnuolo Mario- Capossela C.-: P.A.F beni silvo pastorali di Aquilonia (AV),decennio 1998-07.<br />

Spagnuolo Mario: P.A.F dei beni silvo pastorali di Lauro (AV), decennio 2001-2010.<br />

Spagnuolo Mario: P.A.F dei beni silvo pastorali di Forino (AV), decennio 2002-2011.<br />

Spagnuolo Mario: P.A.F dei beni silvo pastorali di Contrada (AV), decennio 2003-2012.<br />

Spagnuolo Mario: P.A.F dei beni silvo pastorali di San Martino V.C. (AV), decennio 2003-2012.<br />

Spagnuolo Mario: P.A.F dei beni silvo pastorali Chiusano S. Domenico (AV), decennio 2004-13.<br />

359


Allegati:<br />

o Parere favorevole Autorità di Bacino del Sarno del 19.04.2011 prot. n. 604;<br />

o Parere favorevole Autorità di Bacino dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno<br />

del 17.06.2011 prot. n 5756;<br />

o Parere favorevole Autorità di Bacino Nord Occidentale della Campania<br />

del 25.07.2011 prot. n. 479;<br />

o Nulla Osta dell’Ente Parco Regionale del Partenio n. 202/2011 trasmesso al<br />

Comune di Monteforte Irpino con prot. n. 246 del 27.09.2011;<br />

o Autorizzazione paesaggistica del Responsabile del Settore Urbanistica<br />

del Comune di Monteforte Irpino (AV) prot. n.11268/2011.<br />

o Parere favorevole di Valutazione d’incidenza appropriate con Decreto<br />

Dirigenziale n. 66 del 21.02.2012 del Settore Tutela dell’Ambiente;<br />

o Parere favorevole del Ministero per i Beni e le Attività Colturali –<br />

Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Salerno<br />

ed Avellino del 19.03.2012 prot. n. 8166;<br />

o Autorizzazione di Massima al vincolo idrogeologico rilasciata dalla Comunità<br />

Montana Partenio – Vallo di Lauro, prot. n. 3801 del 28 maggio 2012.<br />

360


361


362


363


364


365


366


367


368


369


370


371


372


373


374


375


376


377


378


I N D I C E<br />

R E L A Z I O N E<br />

Capitolo I - Mandato pag. 2<br />

Capitolo II - Descrizione generale dell'ambiente fisico: pag. 7<br />

1> Confini geografici, caratteristiche idrogeologiche e pedologiche del bosco pag. 7<br />

2> Caratteristiche climatiche pag. 12<br />

3> Dati delle passate utilizzazioni boschive pag. 18<br />

4> Caratteri socio-economici del Comune di Monteforte Irpino (AV) pag. 23<br />

5> Stato degli usi civici e vicende storiche del bosco pag. 37<br />

6> Esistenza di vincoli pag. 48<br />

a) Vincolo idrogeologico L. 3267/1923 pag. 48<br />

b) Vincolo paesaggistico L. 29.6.1939, n. 1497 e D. Lgs. 22.01.2004, n. 42 pag 50<br />

c) Parco Regionale del Partenio pag. 52<br />

d) Valutazione d’incidenza (Punto SIC) direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE pag. 58<br />

7> Le strade pag. 59<br />

Capitolo III - Caratteristiche dei soprassuoli forestali: pag. 66<br />

a> Suddivisione del bosco in classi economiche pag. 66<br />

b> Il rilievo topografico pag. 86<br />

Capitolo IV - Assestamento della Classe Economica :<br />

Faggeta di protezione pag. 94<br />

1> Descrizione pag. 94<br />

2> Trattamento pag. 97<br />

Capitolo V – Descrizione Particellare e Registro di Tassazione<br />

Classe Economica “A” Faggeta di Protezione pag. 101<br />

Capitolo VI - Assestamento della Classe economica :<br />

379


Cedui di castagno pag. 111<br />

1> Descrizione pag. 111<br />

2> Il trattamento e il turno pag. 113<br />

3> Ripresa pag. 115<br />

4> Piano dei Tagli: Cedui di Castagno decennio 2012-2021 pag. 123<br />

5> Piano dei Tagli: Cedui di Castagno decennio 2022-2031 pag. 125<br />

6> Piano dei Tagli: Cedui di Castagno quadriennio 2032-2035 pag. 127<br />

Capitolo VII – Descrizione Particellare e Registro di Tassazione<br />

Classe Economica “B” Bosco Ceduo di Castagno pag. 128<br />

Capitolo VIII – Assestamento della Classe Economica Pineta pag. 296<br />

1> Descrizione pag. 296<br />

2> Trattamento nel decennio della pineta pag. 300<br />

3> Piano dei Tagli della Pineta pag. 305<br />

Capitolo IX - Descrizione Particellare e Registro di Tassazione<br />

Classe Economica “C” Pineta pag. 306<br />

Capitolo X - Il piano dei miglioramenti fondiari pag. 313<br />

Descrizione pag. 314<br />

1> Rimboschimenti pag. 315<br />

2> Funzioni ricreative – sociali – turistiche e religiose pag. 319<br />

3> Interventi rinfoltimento, tagli succisione, tramarratura aree percorse<br />

dal fuoco pag. 321<br />

4> Interventi di sistemazione dei valloni pag. 324<br />

5> Sistemazione idrogeologica dell’area interessata dai movimenti franosi pag. 325<br />

6> Sistemazione di strade forestali esistenti pag.326<br />

7> Conversione del ceduo di castagno in castagneto da frutto pag. 331<br />

380


Stima presumibile del valore di costo degli interventi pag. 332<br />

Capitolo XI – Proposta di regolamento per l’esercizio degli usi civici pag. 337<br />

1> Uso civico del legnatico sul secco e sul morto pag. 339<br />

2>Tabella “A” del demanio su cui si può esercitare l’uso civico del legnatico pag. 340<br />

3> Uso civico di raccogliere i prodotti spontanei del bosco e delle piante<br />

aromatiche ed officinali pag. 341<br />

4> Tabella “B” dei fondi demaniali nei quali si può esercitare la raccolta dei<br />

prodotti spontanei del bosco e delle piante aromatiche ed officinali pag. 344<br />

5> Disciplina turistica pag. 344<br />

6> Regolamento del pascolo nel bosco pag. 345<br />

Requisiti per i non residenti pag. 349<br />

Appendici:<br />

Libro economico pag.350<br />

Tabella vincoli: ZPS- Parco del Partenio- SIC Pietra Maula e Dorsale<br />

Monte Partenio- Rischio frane- Incendi- metanodotto pag. 356<br />

Capitolo XII- Bibliografia. pag. 358<br />

381<br />

pag. 359


Allegati:<br />

o Parere favorevole Autorità di Bacino del Sarno 19.04.2011 prot. n. 604 pag. 360<br />

o Parere favorevole Autorità di Bacino dei Fiumi Liri-Garigliano e<br />

Volturno del 17.06.2011 prot. n 5756<br />

o Parere favorevole Autorità di Bacino Nord Occidentale della Campania<br />

del 25.07.2011 prot. n. 479<br />

o Nulla Osta dell’Ente Parco Regionale del Partenio n. 202/2011<br />

trasmesso al Comune di Monteforte Irpino con prot. n. 246 del<br />

27.09.2011<br />

o Autorizzazione paesaggistica del Responsabile del Settore Urbanistica<br />

del Comune di Monteforte Irpino (AV) prot. n.11268/2011<br />

o Parere favorevole di Valutazione d’incidenza appropriate con Decreto<br />

Dirigenziale n. 66 del 21.02.2012 del Settore Tutela dell’Ambiente<br />

o Parere favorevole del Ministero per i Beni e le Attività Colturali –<br />

Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Salerno ed<br />

Avellino del 19.03.2012 prot. n. 8166<br />

o Autorizzazione di Massima al vincolo idrogeologico rilasciata dalla<br />

Comunità Montana Partenio – Vallo di Lauro, prot. n. 3801 del 28<br />

maggio 2012<br />

382<br />

pag. 361<br />

pag. 363<br />

pag. 364<br />

pag. 366<br />

pag. 368<br />

pag. 375<br />

pag. 376

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!