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A dieci anni dalla nota sull'iniziazione cristiana dei ragazzi (Andrea ...

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1.2.7. La proposta della Nota nella variegata prassi catechistica attuale<br />

Mi permetto di citarne alcune presenti nelle nostre diocesi e parrocchie: a volte esse si presentano in<br />

alternativa all’itinerario catecumenale, a volte pretendono di realizzarlo e in che modo ne portano in sé alcuni<br />

criteri importanti. Richiamo intanto ciò che la Nota 2 chiede (n. 53): «Gli itinerari possono essere diversificati…<br />

Si atterranno però alle seguenti indicazioni: a) ai fanciulli e ai <strong>ragazzi</strong> sopra i sette <strong>anni</strong> si diano i sacramenti<br />

dell’iniziazione <strong>cristiana</strong> solo dopo un vero e proprio cammino catecumenale (RICA, 306-307); b) tale cammino è<br />

bene che… si compia in un gruppo insieme ai coetanei già battezzati…; c) ai fanciulli e <strong>ragazzi</strong> catecumeni, per<br />

quanto è possibile, si conferiscano insieme i tre sacramenti dell’iniziazione…; d) i fanciulli e i <strong>ragazzi</strong> catecumeni<br />

siano accompagnati, pur nella varietà delle situazioni, dall’aiuto e dall’esempio anche <strong>dei</strong> loro genitori…; e) la<br />

mistagogia sia curata come tempo indispensabile, al fine di familiarizzare i <strong>ragazzi</strong> alla vita <strong>cristiana</strong>…».<br />

- La proposta di movimenti e associazioni.<br />

Innanzitutto, ricordo gli itinerari <strong>dei</strong> movimenti e delle associazioni: abbiamo spesso la percezione che la<br />

pratica sia molto meno ideale <strong>dei</strong> progetti e degli orientamenti associativi, come accade peraltro in tutte le<br />

situazioni pastorali. Mi sembra che gli itinerari della catechesi esperienziale dell’Azione Cattolica Ragazzi e gli<br />

itinerari a tappe, con i suoi gradi e i suoi passaggi, dell’Agesci abbiano maggior possibilità di riprodurre il<br />

percorso che l’iniziazione <strong>cristiana</strong> richiede e di sposarsi meglio con i principi del progetto catechistico italiano.<br />

E infatti, tali percorsi sono offerti come possibili in alcune diocesi. Mentre su altri movimenti o associazioni<br />

esistono alcune riserve.<br />

- La catechesi familiare.<br />

Grandi promesse offre la cosiddetta catechesi familiare, realizzata in alcune diocesi: essa si avvale anche di<br />

utili sussidi (ad es. la proposta di catechesi familiare pubblicata dalle Dehoniane di Bologna preparata <strong>dalla</strong><br />

diocesi di Trento: Lo racconterete ai vostri figli). Purché quando parliamo di catechesi familiare non si intenda<br />

semplicemente l’affidare ai genitori il compito di fare catechismo ai propri figli. Vieta questa soluzione spiccia il<br />

fatto che i genitori, spesso, sono i primi a dover essere evangelizzati. Altrimenti che cosa annunciano ai loro figli,<br />

se essi stessi non credono; o se credono, non sanno “da che parte cominciare”? Né questa formula può<br />

consistere semplicemente nell’organizzare due o tre incontri all’anno con in genitori in parallelo con il catechismo<br />

<strong>dei</strong> figli, parlando di argomenti vari. Anche questa forma non può essere chiamata “catechesi familiare”.<br />

- La catechesi ordinaria.<br />

Una terza area di esperienze in atto è quella che abbraccia la catechesi ordinaria, così come si è imposta<br />

nelle parrocchie <strong>dalla</strong> fine degli <strong>anni</strong> ’60 in avanti. Si tratta di una catechesi per i <strong>ragazzi</strong>, appaltata ad un gruppo<br />

di laici (più donne che uomini), i quali a volte isolatamente incontrano la loro “classe” di catechismo per un’ora<br />

alla settimana, seguendo i testi della CEI, aiutati da “quaderni” e guide varie, allo scopo di preparare la “prima<br />

Comunione” dopo due o tre <strong>anni</strong> e infine la Cresima dopo altri due o tre <strong>anni</strong>. Questo tipo di catechesi è la più<br />

diffusa; in molte parrocchie è gestita con molta serietà da una équipe di catechisti formata e abituata a lavorare<br />

insieme con il parroco, dotata anche di metodologie e di strumenti adatti a comunicare la fede ai <strong>ragazzi</strong>. Tuttavia<br />

in molte situazioni si soffre la frustrazione di non incidere molto sulla vita <strong>dei</strong> <strong>ragazzi</strong>.<br />

- Altre esperienze catechistiche.<br />

Altre esperienze sono meno diffuse in Italia e riguardano iniziative private di qualche parroco. Ne cito<br />

soltanto due: la catechesi biblico simbolica, diffusa fino a qualche anno fa in Francia. Essa propone una<br />

metodologia particolare di accostamento del testo biblico, scoprendo in qualche modo ciò che da molti <strong>anni</strong> si<br />

dice, che cioè occorre tener conto <strong>dei</strong> destinatari, della loro età, della loro psicologia. Tuttavia esistono punti<br />

controversi che hanno condotto alcuni vescovi (ad es., mons. Nosiglia a Vicenza e il card. Poletto a Torino) a<br />

sconsigliare tale formula catechistica.<br />

L’altro tipo di catechesi, presente in non poche parrocchie, purtroppo si riferisce ancora al catechismo di<br />

Pio X e a contenuti ormai superati dalle aperture profetiche del Concilio Vaticano II. Non che il catechismo di<br />

Pio X sia da condannare, ma è chiaramente pensato per una situazione di cristianità oggi assente e caratterizzato<br />

da un linguaggio teologico al presente decisamente superato. Ha svolto un suo ruolo prezioso nella prima metà<br />

del ‘900 dando uniformità alla catechesi, ma oggi non è più sufficiente.<br />

In questa situazione così varia e spesso complicata si colloca la proposta dell’itinerario catecumenale della<br />

Nota 2 e della relativa Guida: è evidente innanzitutto che si tratta di una proposta della Chiesa italiana, ufficiale e<br />

confermata dai vescovi stessi che l’hanno firmata. È evidente poi che vuole rispondere alla nuova situazione di

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