Baskettiamo Magazine #01-2015 febbraio
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FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
A r r i g o n i<br />
Vi g a n d<br />
C i a m i l l o<br />
J o n e s<br />
N e m b o K i d<br />
N B A<br />
H a l f<br />
s e a s o n<br />
O u t l o o k<br />
L a c a r i c a<br />
d i P e t r u c c i
B a s k e t t i a m o M a g a z i n e v i a s p e t t a<br />
n e l l a s e c o n d a m e t à d i m a r z o c o n u n<br />
n u ovo n u m e ro c n s u l t a b i l e c o m e<br />
s e m p re o n l i n e g ra t u i t a m e n t e
Anno 5 #11 - FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
INSIDE<br />
Slam Dunk - Editoriale<br />
di Salvatore Cavallo 4<br />
Direttore responsabile<br />
Salvatore Cavallo<br />
Vicedirettore<br />
Andrea Ninett<br />
per contattare la Redazione<br />
redazione@baskettiamo.com<br />
Hanno collaborato a questo numero<br />
Carmelo Barretta<br />
Enrico D’Alesio<br />
Michele De Francesco<br />
Alessandro delli Paoli<br />
Salvo Fratello<br />
Simone Lucarelli (fotografo)<br />
Francesca Riva<br />
Eugenio Simioli<br />
Alessio Teresi<br />
Andrea Krismanich (vignettista)<br />
Simone Lucarelli (fotografo)<br />
Special Guest<br />
coach Francesco Ponticiello<br />
Carlo Santi<br />
FOTOGRAFIE CIAMILLO-CASTORIA<br />
Progetto grafico<br />
Salvatore Cavallo<br />
<strong>Baskettiamo</strong> <strong>Magazine</strong> è una testata<br />
giornalistica in attesa di registrazione<br />
Società editrice CNC Communication srl<br />
Per la pubblicità su <strong>Baskettiamo</strong> <strong>Magazine</strong><br />
marketing@baskettiamo.com<br />
I contenuti di <strong>Baskettiamo</strong> <strong>Magazine</strong> sono protetti<br />
da Copyright e non possono essere riprodotti, parzialmente<br />
o integralmente, se non previa autorizzazione<br />
scritta Tutte le violazioni saranno perseguite a<br />
norma di legge.<br />
Le opinioni espresse negli articoli di <strong>Baskettiamo</strong><br />
<strong>Magazine</strong> rappresentano il punto di vista dei rispettivi<br />
autori che assumono con la pubblicazione la responsabilità<br />
delle affermazioni contenute nei loro<br />
scritti e dell'utilizzo delle fonti.<br />
Basket City<br />
di Enrico D'Alesio 6<br />
PERSONAGGI<br />
Il basket di Petrucci corre verso il futuro<br />
Intervista a Gianni Petrucci - Presidente FIP<br />
di Carlo Santi<br />
10<br />
Marketing Legabasket targato Euroleague<br />
Intervista a Julien Vigand - Responsabile Marketing Legabasket<br />
di Salvatore Cavallo<br />
16<br />
SPECIALE FINAL EIGHT<br />
Desio abbracia le F8, al via la Coppa Italia<br />
di Michele De Francesco<br />
Il Festival del basket<br />
di Alessandro delli Paoli<br />
Re Mida Arrigoni<br />
Intervista a Bruno Arrigoni - general manager della Virtus Bologna<br />
di Eugenio Simioli 24<br />
Un'emozione è per sempre<br />
Intervista a Giulio Ciamillo - fotografo<br />
di Andrea Ninetti 28<br />
Dimmi chi era Nembo Kid<br />
Intervista a Antonello, Marina e Ivan Riva<br />
di Francesca Riva 32<br />
SPECIALE FINAL SIX<br />
Coppa Italia LNP, Rimini, ritmo, basket e…<br />
di Carmelo Barretta<br />
The Magnificent Six<br />
Guida tecnica comparata alle sei concorrenti<br />
a cura di coach Francesco Ponticiello<br />
Il Gladiatore<br />
Intervista a Bobby Jones<br />
di Alessio Teresi 40<br />
NBA, outlook di metà stagione<br />
L'analisi delle sei Division<br />
di Enrico D'Alesio e Salvatore Fratello 44<br />
Alla scoperta dell'idea… Dunkest<br />
Intervista a Enrico Maccione, Paolo Bellomo e Alessandro Molinari<br />
di Salvatore Cavallo 57<br />
TIME OUT<br />
di Andrea Ninetti 61<br />
20<br />
35
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
di Salvatore Cavallo<br />
Editoriale<br />
SLAM<br />
DUNK<br />
Avolte ritornano... eh sì è proprio il<br />
caso di dirlo per <strong>Baskettiamo</strong> <strong>Magazine</strong><br />
che torna online dopo una<br />
lunga assenza dovuta a motivi<br />
prettamente extracestistici ed extragiornalisitici.<br />
Così voglio subito passare ad<br />
una dedica speciale... al nostro Andrea Ninetti!<br />
Questo numero di <strong>Baskettiamo</strong> <strong>Magazine</strong> è<br />
tutto per lui che ha avuto la bravura, la tenacia,<br />
la capacità di segnare triple su triple fino<br />
a vincere la “sua battaglia”. Ed allora, dopo il<br />
trionfo del nostro vicedirettore, è venuta l’ora<br />
di far tornare online la rivista curata dalla redazione<br />
di <strong>Baskettiamo</strong>.com.<br />
Ripartiamo con ancora più entusiasmo e voglia<br />
di fare canestro, di raccontarvi il basket e tutto<br />
quel che gli ruota intorno, pronti ad esaltare<br />
campioni e protagonisti, ma anche con la consueta<br />
onestà intellettuale per bacchettare chi<br />
non vuole il bene di questo nostro amato sport.<br />
Ripartiamo in concomitanza con l’evento delle<br />
Final Eight di Desio al quale farà seguito agli<br />
inizi di marzo quello delle Final Six della Lnp.<br />
Insomma torniamo online con una stagione che<br />
ormai è entrata nel vivo, pronta a vivere il rush<br />
finale della regular season, prima di lanciarsi<br />
nei playoff. Ma per il momento godiamoci le<br />
Final Eight e le Final Six, sperando che siano<br />
all’altezza delle aspettative.<br />
In questo numero tante interviste, da Petrucci<br />
a Vigand, da Arrigoni a Jones, proseguendo<br />
con il “fotografo del basket” al secolo Giulio<br />
Ciamillo. Poi ancora la presentazione dei predetti<br />
eventi, un viaggio alla scoperta della Riva<br />
Family ed un’inchiesta su quel che è oggi Basket<br />
City. Poi spazio ad un’approdondita analisi<br />
del momento Nba. La pausa dell’All Star<br />
Game ci ha offerto, infatti, l’opportunità di tirare<br />
le somme e provare a capire cosa c’è da<br />
aspettarsi nel prosieguo della season dei professionisti.<br />
In tema di Nba siamo andati a<br />
scambiare quattro chiacchiere con gli ideatori<br />
di Dunekst, il fantabasket dedicato al campionato<br />
professionistico. Per non farci mancare<br />
proprio niente... ampio spazio alle fotografie<br />
che, spesso e volentieri, valgono più di mille<br />
parole.<br />
Ci pregiamo, infine, di proporre sempre e comunque<br />
una rivista consultabile online gratuitamente...<br />
e di questi tempi non è poco!<br />
L’appuntamento per il prossimo numero è per<br />
la seconda metà di marzo... volete restare aggiornati?<br />
Seguiteci su <strong>Baskettiamo</strong>.com e sulle<br />
pagine Facebook di <strong>Baskettiamo</strong> e <strong>Baskettiamo</strong><br />
<strong>Magazine</strong>. Stay tuned...<br />
4 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
B A S K E T<br />
C I T Y<br />
di Enrico D’Alesio<br />
6 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Seduto all’allenamento a porte<br />
aperte del mercoledì della Fortitudo,<br />
colonna sonora John<br />
Lennon, “Watching the wheels”.<br />
Penso alla risposta ad una domanda<br />
che spesso i bolognesi<br />
si son sentiti fare ultimamente: che ne è di Basket<br />
City? Non ho una visione completa degli<br />
umori dei miei concittadini ma, tra quelli che<br />
conosco, nessuno ha mai usato quella definizione.<br />
E’ un nick mediatico, figlio di un oggettivo<br />
periodo di dominio. Da un lato definiva una<br />
cosa che tutti a Bologna abbiamo sempre saputo,<br />
dall’altro ne sviscerava solo i lustrini e le<br />
paillettes.<br />
Cominciamo a de-inglesizzare: Città dei Canestri.<br />
Città in cui, anche per calcistici demeriti,<br />
quelli come me, nati dal ’70 in poi, facilmente<br />
prendevano in mano un pallone a spicchi prima<br />
di uno a esagoni. Campetti ovunque: famosissimi,<br />
come quello dei Giardini Margherita, italico<br />
Rucker Park, e del Meloncello, la Lunetta<br />
Gamberini o Monte Donato; altri meno famosi,<br />
nascosti nei cortili della parrocchie, e poi<br />
quello sotto la curva del Parco Talon di Casalecchio,<br />
quasi dentro al fiume Reno. Ovvio:<br />
tanto del respiro cestistico era dato dalla rivalità<br />
Fortitudo – Virtus, ma di opposti non parlerò,<br />
perché quello che rende unica Bologna è<br />
la trama del tessuto che vestiva, e veste, di<br />
basket la città.<br />
Bologna è un perno del basket italiano. A Bologna<br />
si formano giocatori, allenatori e tecniche<br />
di allenamento (il basket musicale di Massimo<br />
Antonelli, giocatore della Virtus anni ‘60 e ’70,<br />
per esempio), così come si sperimentano e<br />
creano terapie e tecniche di recupero dagli infortuni.<br />
Qualunque grande giocatore o allenatore<br />
che volesse e voglia un timbro definitivo<br />
alla carriera doveva e deve giocare a Bologna<br />
o vincere contro Bologna, negli anni ’70 come<br />
ora.<br />
7 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Pensiamo a quanti grandi giocatori hanno vestito<br />
la maglia di F o V negli ultimi 10-15 anni,<br />
non tutti anni di grandi risultati.. Huertas, Lorbek,<br />
il Beli, Langford, Alan Anderson, KC Rivers,<br />
Jamont Gordon…sono solo alcuni. Da noi<br />
sono passati il secondo e il terzo stoppatore<br />
ogni tempo della NCAA, William Mosley (F) e<br />
Jerome Jordan (V): ora il primo gioca bene a<br />
Ferentino e l’altro sta nella NBA coi Nets.<br />
Negli anni ruggenti le dirigenze avevano competenza,<br />
denaro, passione, e le percentuali differenti<br />
delle tre componenti andavano a<br />
compensare quella che (in genere i soldi) veniva<br />
a mancare. Come spiegare altrimenti che<br />
una delle versioni peggiori della Foritudo,<br />
l’Aprimatic del 1991-92, ebbe la forza manageriale<br />
per portare a Bologna Pete Myers? Giocatore<br />
sopraffino, segnava, creava, prendeva<br />
rimbalzi, cucinava e giocava a tombola: aiutò<br />
la squadra con umiltà, venendo poi ripagato,<br />
nel Karma del canestro, andando a sostituire<br />
MJ appena ritiratosi per la prima volta, nei<br />
Bulls. Arrivavano moltissimi USA, parecchi<br />
slavi, e qualche lituano, mai di troppa fortuna.<br />
Valdemaras Homicius ci mostrò la differenza<br />
delle percentuali da 3 nel passare da Sabonis<br />
a Shaun Vandiver, e dell’attesissimo Stombergas,<br />
arrivato in Virtus, il tamtam cittadino trasmise<br />
subito che “quel lituano lì” non era<br />
cosa…guardagli i piedi… questo portava il<br />
vento della competenza cestistica sparsa ovunque,<br />
e non di rado le condanne, emesse un po’<br />
8 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
in fretta, si rivelavano esatte.<br />
A Bologna si diventava italiani. George Bucci<br />
giocò nella mia squadra, l’ELLEPI’, la stagione-purgatorio<br />
che gli servì per diventare italiano<br />
per la FIP.<br />
Sto scrivendo volutamente di giocatori che non<br />
hanno vinto quasi nulla perché la bacheca titoli<br />
non è mai stata il fine, ma una semplice conseguenza.<br />
La bacheca è la punta dell’iceberg:<br />
l’importante è sotto, negli angoli e nel sangue<br />
della città. A Bologna ha giocato il giocatore<br />
che, parole di Sergio Tavcar, ha accorciato<br />
l’Oceano: Creso Cosic. E lui è famosissimo. Ma<br />
ci ha giocato anche un altro grande innovatore,<br />
per l’Italia, che credo dirà nulla a tutti voi:<br />
Clyde Bradshaw. Una combo guard, diremmo<br />
oggi, Latte Sole 1982 (retrocessione): fu il<br />
primo esterno, testimoniato anche da un paio<br />
di righe di Aldo Giordani, ad andare sistematicamente<br />
a rimbalzo offensivo, cosa nuovissima<br />
per l’Italia. Era un nero barbuto con sguardo<br />
da donnaiolo Motown-style, il mio primo idolo.<br />
Tanti momenti e personaggi storici sono accaduti<br />
o passati per Bologna. Uno di questi ha<br />
creato un tiro che prima non esisteva ed ora ha<br />
il nome che lui gli ha fatto avere: tiro ignorante.<br />
Lui è Gianluca Basile, colui che ha dato<br />
la più bella risposta di sempre alla domanda<br />
(di Walter Fuochi) “Cosa farai dopo il basket?”.<br />
Gianluca sorrise, pregustando un momento,<br />
una sensazione, e disse “Ingrasserò”. BUM, tripla.<br />
E Bologna, la Grassa, sorride e palleggia.
I L B A S K E T<br />
D I P E T R U C C I<br />
C O R R E V E R S O<br />
I L F U T U R O<br />
di Carlo Santi
S<br />
ettimana di Coppa Italia, quella<br />
che si svolgeva qualche anno fa<br />
alle idi di marzo mentre adesso è<br />
anticipata di un mese. Una sorta<br />
di piccolo playoff che mette in mostra<br />
le prime squadre del girone<br />
di andata. Per molte, questa delle<br />
Final Eight, è un traguardo importante,<br />
per altre una necessità per<br />
conquistare il trofeo. É una festa,<br />
quella di Desio, un momento particolare<br />
con sfide da guardare: Milano<br />
contro Avellino, Venezia<br />
contro Brindisi da una parte, Sassari<br />
contro Cremona e Reggio<br />
Emilia contro Trento dall'altra.<br />
Mancano, nella nuova geografia<br />
del basket di coppa, Roma, Cantù,<br />
Varese, Bologna tanto per parlare<br />
di squadre che ci saremmo aspettati<br />
di vedere nella competizione.<br />
Ecco il punto. Ecco la questione<br />
del nostro movimento che non è<br />
azzardato dipingere come derelitto.<br />
Gianni Petrucci, il presidente<br />
della Federazione, ha<br />
grande entusiasmo e lavora per<br />
un futuro migliore. «Abbiamo<br />
lanciato una televisione che nessuno,<br />
qualche anno fa, pensava<br />
potessimo realizzare», ha spiegato<br />
il presidente che si è affidato<br />
ai canali di Sky perché, ha<br />
osservato, «questa emittente ha<br />
cambiato il modo di fare televisione».<br />
Un grande lavoro, un<br />
super impegno anche se sul tavolo<br />
i problemi rimangono. Il basket<br />
perde i pezzi, non ce lo<br />
possiamo nascondere. Bologna,<br />
la grande Basket City, non esiste<br />
più anche se in città si respira<br />
sempre pallacanestro e la Fortitudo<br />
richiama grandi folle al Pala<br />
Dozza; Treviso non ha più i colori<br />
Benetton, Siena è sparita dai<br />
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
12 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
radar della serie A dopo un dominio<br />
lungo quasi un decennio.<br />
Adesso il secondo campionato, la<br />
Lega Gold, crea tanti problemi.<br />
Forlì se n'è andata, Napoli è in<br />
crisi economica e chissà se terminerà<br />
la stagione, proprio come<br />
Barcellona Pozzo di Gotto, Veroli<br />
ha lasciato proprio qualche<br />
giorno fa. Un peccato visto che<br />
gli spettatori della Gold sono,<br />
come ha fatto contare Petrucci,<br />
superiori a quelli del calcio di<br />
serie B.<br />
Colpi durissimi al movimento e<br />
alla sua credibilità. Certo, anche<br />
il calcio di questi tempi non<br />
scherza tra telefonate, parole, osservazioni,<br />
modi di gestire. Petrucci,<br />
che è andato in America<br />
per parlare con i nostri alfieri<br />
impegnati nella Nba per progettare,<br />
insieme al cittì Simone Pianigiani,<br />
l'estate della nazionale,<br />
deve necessariamente trovare<br />
una soluzione. «La situazione<br />
merita una grande attenzione –<br />
ha detto Petrucci – e una totale<br />
revisione della legge 91 per la<br />
serie A». Sta anche lì – ma non<br />
solo – la questione. La serie A,<br />
professionistica, naviga tra molti<br />
problemi, sponsor che non ci<br />
sono, sempre meno soldi e giocatori<br />
stranieri che non sono più<br />
quelli che eravamo abituati a vedere<br />
sui nostri parquet. Il presidente<br />
della Lega Basket,<br />
Fernando Marino, non crede che<br />
questo sia un problema. «Prima<br />
avevano vecchi campioni – ha<br />
spiegato – Adesso prendiamo dei<br />
giovani che lanciamo per la<br />
Nba». Il contributo è però ben diverso,<br />
la vetrina anche e lo vediamo<br />
chiaramente con i risultati<br />
che non abbiamo da tempo in<br />
Eurolega: Sassari subito fuori,<br />
Milano che raccoglie troppi<br />
schiaffi.<br />
Sul tavolo le questioni da risolvere<br />
sono tante. Petrucci cerca di<br />
lanciare la nazionale per ridare<br />
luce al movimento ma cerca,<br />
anche e soprattutto, dirigenti in<br />
grado di gestire le società in maniera<br />
saggia. Dalla serie A parte<br />
tutto: sotto, poi, diventa più semplice<br />
gestire ma se chi deve fare<br />
l'apripista si blocca, allora è com-<br />
13 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
plicato andare avanti. Vanno<br />
bene le innovazioni, ma<br />
adesso sembra manchino<br />
anche le idee. Vogliamo dircela<br />
tutta? Ci sono club che<br />
pensano in piccolo, guardano<br />
all'orticello di casa,<br />
cercano di non retrocedere<br />
e lì si fermano. Nessun investimento,<br />
neppure sugli allenatori:<br />
ci pensino i giocatori<br />
ad andare in campo.<br />
La convenzione con la Lega<br />
si è sbloccata, i diritti televisivi<br />
appartengono ai club e il<br />
presidente della Federazione<br />
lo ha chiarito. «Non c’è<br />
alcuna diatriba con la Lega<br />
ma è la legge che affida la<br />
gestione dei diritti televisivi<br />
alla Federazione», ha detto<br />
Petrucci. Dopo qualche incontro,<br />
è arrivata la quasi<br />
soluzione del caso. Un comunicato<br />
della Fip qualche<br />
giorno fa ha chiarito. «La<br />
Fip, in caso di firma della<br />
convenzione, si è offerta di<br />
essere accanto alla Lega<br />
nelle trattative per l'assegnazione<br />
dei diritti televisivi<br />
della prossima stagione e ha<br />
dato la disponibilità a promuovere,<br />
già dal prossimo<br />
Consiglio federale, l'iter per<br />
le apposite modifiche statutarie<br />
da portare all'attenzione<br />
dell'Assemblea<br />
Generale, per una delega<br />
permanente alla Lega di<br />
serie A per l'organizzazione<br />
del campionato di vertice».<br />
Petrucci ha spiegato che si<br />
prevederà, per statuto, che i<br />
club potranno vendere i diritti<br />
e gestire i soldi di tali<br />
diritti. Certo, dovranno impegnarsi<br />
per un basket migliore<br />
che, tradotto, vuole<br />
dire maggiori investimenti<br />
economici.<br />
Petrucci ha spiegato che il<br />
basket è sempre amato. Al<br />
riguardo ha ricordato una<br />
recente partita. «Quattromila<br />
spettatori per il derby<br />
Fortitudo-Virtus under 19<br />
Eccellenza è una bellissima<br />
notizia – ha osservato parlando<br />
del derby del mese<br />
scorso - ed è una sensazione<br />
vivificante. Complimenti Bologna!<br />
Questo è il basket che<br />
ci piace, questo è il basket di<br />
oggi e spero con tutte le mie<br />
forze anche di domani».<br />
La televisione è importante,<br />
il prossimo contratto<br />
(quello con la Rai è in scadenza)<br />
dovrà essere ponderato<br />
con cura, soldi ma<br />
anche qualità per mostrare<br />
il volto migliore della pallacanestro,<br />
mentre è auspicabile<br />
un rapido confronto tra<br />
Lega e Federazione per la<br />
gestione del canale federale,<br />
gestione intesa come scelta<br />
delle partite senza avere<br />
una inutile concorrenza. Ma<br />
il basket italiano ha bisogno<br />
di credibilità con club che<br />
sappiano gestire per davvero<br />
la parte tecnica riportando<br />
qui giocatori di<br />
qualità e non solo scommesse<br />
a basso prezzo.<br />
Da ultimo i palazzetti. Ne<br />
abbiamo di brutti, poco accoglienti,<br />
dove è addirittura<br />
difficile vedere la partita.<br />
Spesso ci sono impianti di<br />
fortuna, impianti che non invogliano<br />
i tifosi ad andare a<br />
vedere la gara. Ne servono<br />
di nuovi, con discreta capienza,<br />
non solo i 3500 posti<br />
richiesti per la serie A. Servono<br />
perché il basket può<br />
riempirli, a patto di mostrare<br />
squadre competitive,<br />
che giocano e divertono.<br />
14 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
15 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
di Salvator<br />
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
MARKETING LEGABASKE<br />
16 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
T TARGATO EUROLEAGUE<br />
e Cavallo<br />
17 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
giusto al posto giusto: così si potrebbe presentare Julien Vigand, il nuovo responsabile<br />
marketing della Legabasket. L’idea di strapparlo all’Euroleague sembrava una follia ed invece il<br />
Presidente Marino ha messo a segno la tripla. La notizia dell’approdo in Legabasket di Vigand<br />
L’uomo<br />
è passata quasi sotto silenzio ed invece è una di quelle da sottolineare perché Julien, a dispetto<br />
dei soli 30 anni di età, vanta già un curriculum di tutto rispetto. Basti pensare che in Euroleague si occupava<br />
dello sviluppo del Brand&Business e delle nuove tecnologie, del marketing e dei contenuti digitali oltre alla<br />
gestione delle attività dei Social Media.<br />
I non addetti ai lavori non la conoscono molto bene, ma negli ambienti cestistici il suo approdo alla Legabasket<br />
ha fatto non poco rumore perché il suo ingaggio<br />
può segnare la svolta per il marketing della serie A.<br />
Cosa direbbe per presentarsi agli appassionati cestistici<br />
italiani?<br />
“Per presentarmi in poche parole, direi che sono un ragazzo<br />
belga di 30 anni, appassionato di basket e anche<br />
di sport in generale. A parte il basket, seguo principalmente<br />
il calcio, il tennis e anche la NHL. Prima di vivere<br />
e lavorare a Barcellona per l’Euroleague, avevo studiato<br />
Economia e ho fatto un anno di Erasmus a Trento, poi il<br />
master SBS a Treviso. E’ cosi che ho imparato l’italiano”.<br />
Come è nata l’opportunità di diventare Responsabile<br />
Marketing della Legabasket?<br />
“Ho conosciuto il Presidente Marino alle Final Four di Milano,<br />
quando non era ancora Presidente della Lega Basket.<br />
Ci siamo sentiti dopo, verso la fine del 2014,<br />
quando la Lega Basket stava cercando un nuovo responsabile<br />
marketing”.<br />
Cosa l’ha convinta a lasciare l’importante ruolo di responsabile<br />
Brand & new technologies Executive dell’Euroleague<br />
Basketball?<br />
“Non è stata una scelta semplice. Dopo cinque anni a<br />
Barcellona, avevo le mie abitudini, i miei amici e anche<br />
un lavoro stimolante all’Euroleague. Devo dire che l’Euroleague<br />
in cui sono entrato a lavorare non è la stessa<br />
che ho lasciato e sono cambiate molte cose. Sono cresciuto<br />
pure io come persona attraverso questa esperienza<br />
e, con la possibilità di tornare in Italia, mi metto<br />
in gioco e prendo delle responsabilità. Cercherò di dare<br />
l’impulso insieme ai miei nuovi colleghi per far ripartire<br />
la Lega Basket”.<br />
Quale è lo stato di salute della pallacanestro italiana in<br />
termini di appeal sulle aziende e sugli appassionati?<br />
“Vedo entusiasmo attorno al movimento basket. Ci sono 4 giocatori italiani in NBA, palazzi pieni in alcune<br />
realtà di Serie A Beko e anche nelle serie inferiori, la Final Four a Milano e la Fan Zone a Piazza Duomo<br />
hanno lasciato buoni segnali… La passione è lì, i tifosi seguono la propria squadra, l’Euroleague o la NBA,<br />
o anche tutte queste competizioni insieme. Loro ci seguono, ma abbiamo un gap da ricuperare. Migliorare<br />
la qualità e l’offerta dei nostri contenuti dovrà essere un punto chiave per recuperare i tifosi meno sfegatati.<br />
Dobbiamo prendere spunti da quello che fanno l’NBA, l’Euroleague, la Liga Endesa, …ma anche Disney,<br />
18 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
ESPN, ecc… Un Content Marketing intelligente<br />
ti permette di creare interesse e<br />
degli spazi promozionali per i nostri partner<br />
e sponsor. L’originalità è anche importante<br />
per raccontare quello che siamo<br />
e far parlare di basket nel paese del calcio.<br />
Per le aziende, direi di venire ogni tanto a<br />
vedere le partite o gli eventi di basket.<br />
Non possiamo pretendere i numeri del<br />
calcio, ma possiamo proporre delle soluzioni<br />
più creative, con un migliore engagement<br />
e un migliore ritorno. Il basket è<br />
un sport spettacolare, con degli atleti più<br />
vicini e con un tifo diverso da quello del<br />
calcio: ci sono famiglie,<br />
più tifose, più<br />
diplomati…”.<br />
Nel programma di<br />
lavoro ai primi posti<br />
c’è la valorizzazione<br />
dei diritti televisivi:<br />
cosa ha in mente?<br />
“Non è proprio così,<br />
non sono un esperto<br />
in diritti televisivi e<br />
non è il mio compito.<br />
Nel mio programma<br />
di lavoro, c’è il potenziamento<br />
dei contenuti<br />
come spiegavo<br />
prima e poi la creazione<br />
di un format<br />
adeguato alla Serie A<br />
Beko, con il fine di<br />
poter migliorare l’immagine<br />
della competizione<br />
e di<br />
provvedere a dare gli<br />
spazi giusti a tutti i<br />
partner. Quest’ultimo punto dipenderà<br />
anche delle decisioni prese in riguardo agli<br />
impianti e alla produzione TV. Richiedono<br />
investimenti a lungo termine e la Lega e le<br />
società devono fissare obiettivi e criteri a<br />
medio termine. E’ difficile chiedere tanti<br />
sacrifici alle società se non sono proprietarie<br />
del loro impianto, ma l’immagine<br />
della competizione ne dipende”.<br />
Perché Sky ha deciso di non puntare più<br />
sulla Serie A, salvo ora trasmettere la Lnp<br />
e la A femminile, mentre Mediaset non<br />
si è mai realmente interessata ai diritti<br />
della pallacanestro?<br />
“Non lo posso dire perché non ho seguito<br />
questi svolgimenti prima”.<br />
Il basket in tv è meglio in chiaro o a pa-<br />
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
gamento?<br />
“Domanda di riserva? Allora, ci sarà una<br />
gara pubblica per i diritti TV che si chiuderà<br />
verso marzo. Poi, la Lega Basket<br />
potrà trattare individualmente con ogni<br />
operatore TV. Una volta che la decisione<br />
e che gli accordi saranno presi, io mi adeguerò<br />
come responsabile marketing”.<br />
Si potrà mai arrivare ad una visibilità<br />
della pallacanestro come nel calcio con la<br />
trasmissione in diretta di tutte le partite?<br />
“In questo momento, non credo che sia<br />
possibile, ma è il cammino da intraprendere”.<br />
Cosa ne pensa della nascita della web tv<br />
della Legabasket?<br />
“Anche se è ancora una versione Beta, lo<br />
ritengo una ottima iniziativa a cui si sono<br />
già registrati 16 mila fans. Raggiungere<br />
quello che dicevo prima sugli spazi da occupare,<br />
più di 40% del traffico della web<br />
TV viene da dispositivi mobili. Per queste<br />
Final Eight, abbiamo allestito un piccolo<br />
studio e, prima e dopo delle partite, trasmetteremo<br />
interviste e analisi in diretta<br />
da Desio con Matteo Gandini e Attilio<br />
Caja”.<br />
La crisi economica non è un valido motivo<br />
per giustificare il terreno perso dalla<br />
pallacanestro italiana nei confronti dei<br />
competitors europei: qual è la sua idea?<br />
“La mia idea è che il modello del mecenate<br />
che spende i suoi soldi e paga tutto<br />
è finito, almeno in Italia. Per essere vincente,<br />
bisogna avere dei partner solidi alle<br />
spalle, delle infrastrutture, stabilità… Il<br />
motto nazionale del mio paese è<br />
“L’unione fa la forza” ed è quello che si<br />
chiede a tutti gli addetti, di dimenticare le<br />
eventuali rivalità e di cominciare insieme<br />
un nuovo processo per fare ripartire il Basket<br />
in Italia”.<br />
Il legame con il basket è solo per motivi<br />
professionali oppure ha un background<br />
di passione cestistica?<br />
“I miei genitori<br />
hanno giocato entrambi<br />
a basket, mi<br />
hanno passato il<br />
virus… Non gioco<br />
più quanto e come<br />
vorrei, mi rimangono<br />
quasi solo i ricordi<br />
delle giovanili<br />
del Verviers-Pepisnter.<br />
I giocatori<br />
della mia età che<br />
erano più forti in<br />
Belgio sono Axel<br />
Hervelle, Mohamed<br />
Saer Sene e Jonathan<br />
Tabu. Purtroppo,<br />
non ho<br />
conosciuto Doum<br />
Lauwers o Maxime<br />
De Zeeuw quando<br />
ero lì”.<br />
Ultima domanda,<br />
forse anche interessata:<br />
taluni nel<br />
mondo della pallacanestro nostrana<br />
ostacolano indiscriminatamente il lavoro<br />
dei siti web: non crede, invece, che siano<br />
propri i portali tematici a dare al basket<br />
quella visibilità negata dalla carta stampata<br />
e dalla tv?<br />
“Sono d’accordo, ci date una mano e offrite<br />
contenuti ai tifosi che non lo trovano<br />
sempre nei mass media. Ma noi dobbiamo<br />
anche puntare ad ottenere più attenzione<br />
dalla carta stampata e dalle TV<br />
per raggiungere un pubblico più generale”.<br />
19 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
DESIO ABBRACCIA LE MAGNIFICHE 8<br />
AL VIA LA COPPA ITALIA<br />
di Michele De Francesco<br />
Al via l'edizione <strong>2015</strong> della "Beko Final Eight",<br />
evento organizzato da Legabasket e RCS Sport,<br />
valevole per l'assegnazione della Coppa Italia.<br />
L'atteso avvenimento, in programma al Pala<br />
BancaDesio da venerdì 20 a domenica 22 <strong>febbraio</strong>,<br />
presenta quest'anno delle novità assolute nel panorama<br />
della competizione: per la prima volta nella<br />
loro storia, vi accedono infatti la rivelazione<br />
assoluta del torneo Dolomiti<br />
Energia Trento, peraltro<br />
neopromossa in serie A, e<br />
la Vanoli Cremona,<br />
poco accreditata alla<br />
vigilia del campionato,<br />
ma autrice<br />
di un girone<br />
d'andata sorp<br />
r e n d e n t e -<br />
m e n t e<br />
positivo.<br />
Le otto squadre<br />
che si contenderanno<br />
il<br />
titolo sono: EA7<br />
Olimpia Milano,<br />
Umana Reyer Venezia,<br />
Banco Sardegna<br />
Sassari, Grissin Bon<br />
Reggio Emilia, Enel Brindisi,<br />
Dolomiti Energia Trento,<br />
Vanoli Cremona, Sidigas Avellino.<br />
Balza subito all'occhio come l'Italia del basket<br />
sia geograficamente rappresentata in maniera<br />
piuttosto equa dalle contendenti: cinque squadre del nord, due<br />
del sud e una delle isole. Questo non è un dettaglio insignificante,<br />
data la valenza molto "italica" della manifestazione, che<br />
aspira ad essere un fattore di promozione non indifferente per<br />
l'intero movimento cestistico nazionale. Per il terzo anno, la<br />
"Final 8" sarà legata al progetto "Charity Basket for FC" che,<br />
mediante le donazioni raccolte attraverso il numero telefonico<br />
45509, andrà a finanziare la ricerca sulla Fibrosi Cistica.<br />
Il tabellone della giornata inaugurale prevede questi abbinamenti,<br />
per i quattro incontri della fase eliminatoria: Milano -<br />
Avellino; Venezia - Brindisi; Sassari - Cremona; Reggio Emilia -<br />
Trento. L'esperienza insegna che al di là dell'andamento<br />
del campionato, in Coppa Italia<br />
le sorprese non mancano mai,<br />
prova ne sia la vittoria nella<br />
passata stagione di una<br />
sorprendente Sassari.<br />
A questo punto del<br />
girone di ritorno, il<br />
campionato presenta<br />
Milano<br />
nel ruolo della<br />
" s c h i a c c i a -<br />
sassi"; dietro<br />
Venezia, Reggio<br />
e Sassari a<br />
contendersi la<br />
seconda piazza;<br />
in affanno Brindisi,<br />
Trento, Avellino<br />
e Cremona.<br />
Tuttavia la Final Eight<br />
è un campionato nel<br />
campionato, dove molto si<br />
gioca in una partita secca e - si<br />
sa - nelle gare dentro/fuori, i fattori<br />
che determinano i risultati possono andare<br />
oltre i valori tecnici sul parquet, il budget o il<br />
palmares delle società. Contano molto l'entusiasmo, la "fame"<br />
e l'orgoglio, elementi, dunque, che non sono preclusi a nessuna<br />
squadra.<br />
Desio, nel frattempo, si è attrezzata per offrire il meglio alle<br />
squadre ed ai loro supporters: il Pala BancaDesio si presenta<br />
22 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
di Alessandro delli Paoli<br />
con un parquet nuovo, a garanzia delle<br />
condizioni ottimali di gioco. Altri lavori<br />
atti a migliorare la funzionalità sono<br />
stati eseguiti nei locali accessori dell'impianto.<br />
La viabilità, i parcheggi ed<br />
i trasporti pubblici sono stati ottimizzati<br />
in vista dell'evento che accoglierà<br />
nella città brianzola migliaia di tifosi,<br />
provenienti da tutta Italia. Del resto, la<br />
tradizione cestistica è ben radicata a<br />
Desio, che è avvezza ad ospitare eventi<br />
cestistici ad alto livello (si ricordi che il<br />
PalaBanca è spesso utilizzato da Cantù<br />
per disputare l'Eurolega, così come in<br />
passato ha ospitato svariati incontri di<br />
Milano), quali il "Trofeo Lombardia",<br />
torneo ormai "classico" della fase di<br />
pre-campionato. Il sogno di amministratori<br />
e sportivi locali è quello di rivedere<br />
la società "U.S Pallacanestro<br />
Aurora Desio '94" tornare ai fasti di un<br />
passato non poi così remoto, legato<br />
alla storica "Aurora Desio".<br />
Sponsor principale dell'evento è Beko,<br />
a sottolineare il forte legame che da<br />
anni unisce il produttore di elettrodomestici<br />
al basket italiano. A supporto<br />
della manifestazione vanno ricordati<br />
gli altri sponsor: Acqua Vitasnella, Festina<br />
orologi, Named Sport ed Errea<br />
(sponsor tecnico).I biglietti per la Beko<br />
Final Eight <strong>2015</strong> possono essere acquistati<br />
in prevendita sul sito www.ticketone.it<br />
<strong>Baskettiamo</strong>.com sarà naturalmente<br />
presente a Desio per dare conto dell'evento<br />
a tutti gli appassionati, sia con<br />
articoli, che con immagini esclusive.<br />
Stay tuned!<br />
COPPA ITALIA <strong>2015</strong><br />
IL FESTIVAL DEL BASKET<br />
Milano “Tutti per uno, uno per tutti” è il motto all’ombra della Madonnina.<br />
C’è una Coppa da conquistare ed uno smacco, subìto lo<br />
scorso anno, da vendicare. Il ricordo della clamorosa eliminazione<br />
ai quarti, per mano della Dinamo Sassari, poi vincitrice, è ancora vivo e<br />
coach Banchi dovrà affidarsi alla voglia di rivalsa della vecchia guardia.<br />
L’esperienza di Moss, la leadership di Gentile, il ritorno di Hackett. I tre moschettieri<br />
meneghini vogliono replicare il terzetto musicale composto da<br />
Bryan Adams, Rod Stewart e Sting che dedicò alla trasposizione cinematografica<br />
del celebre romanzo di Dumas, un brano di grande successo, All for<br />
love.<br />
Avellino Senza nulla da perdere. I Lupi irpini si presentano alle Final<br />
Eight e proveranno a minare le certezze dell’Olimpia. Sundiata Gaines<br />
e Marcus Banks sono pronti a scendere in pista sulle note di un<br />
classico della disco music degli anni ’80 griffato Chic. Il primo ballerino, però,<br />
non può che essere il centrone nigeriano. Anosike c’est chic.<br />
Venezia Com’è triste Venezia? Questo è tutto da vedere. Reduce da<br />
un girone di andata ‘super’, la Reyer ha chiuso al quarto posto e si<br />
candida ad essere la mina vagante del torneo. Charlie Recalcati non<br />
vorrà certo sfigurare. Occhio alla carica rock dei lagunari, playmaker in testa.<br />
Like a Rolling Stone.<br />
Brindisi L’Enel proverà a scalare prima la montagna Venezia e, salvo<br />
sorprese, quella meneghina. Al party della Coppa Italia, gli invitati<br />
speciali sono la terribile coppia Denmon & James. Nessuna fetta di<br />
torta placherà la loro sete. Ditelo pure a Peppino Di Capri. Cameriere, champagne.<br />
Sassari Il Banco di Sardegna vuole concedere il bis. I campioni in carica<br />
puntano a confermarsi tali e si affidano al talento strabordante di<br />
Dyson, Lawal, Sosa e Logan. La Dinamo è la vera alternativa all’Emporio<br />
Armani. Se sia capace di battere le rivali che incontrerà lungo il percorso<br />
e ripetersi sarà tutto da vedere. Al termine del torneo saranno Ricchi o Poveri?<br />
Che sarà della mia vita chi lo sa.<br />
Cremona Conquistato con merito l’accesso alle Final Eight, gli uomini<br />
di coach Pancotto dovranno mettere in campo tutta la loro aggressività<br />
e voglia di non essere cancellati troppo presto. Vitali, Bell e Ferguson<br />
sono pronti a mettere i guantoni e fare a…Gazzotti con tutte, proprio<br />
come Rocky. Eyes of the tiger.<br />
Reggio Emilia La freschezza e la sfrontatezza dei giovani rampanti abbinate<br />
all’esperienza ed alla guida degli esperti protagonisti di tante<br />
battaglie. La Grissin Bon vuole stupire e provare il sapore della vittoria.<br />
Kaukenas, Diener e Lavrinovic dirigono. Della Valle, Polonara e tutti gli<br />
altri le vogliono suonare a tutte. L’orchestra di Reggio Emilia è pronta. Nessun<br />
dorma, all’alba vincerò.<br />
Trento La terribile matricola farà di tutto per rendere dura la vita alle<br />
avversarie. Mitchell, Owens e tutti gli altri entrano a far parte del gran<br />
ballo della Serie A e, di certo, coach Buscaglia non vorrà rientrare a<br />
casa prima della mezzanotte. Chi lo ha detto che l’Aquila Basket debba essere<br />
la Cenerentola del torneo? I sogni son desideri.<br />
23 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
R E M I D A<br />
A R R I G O N I<br />
di Eugenio Simioli<br />
24 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Una doverosa premessa: un paio di giorni dopo l’intervista<br />
rilasciatami da Bruno Arrigoni, il sito della Virtus<br />
Bologna ha ufficializzato che la collaborazione con il<br />
tecnico milanese sarebbe proseguita “…senza più richiedere la<br />
presenza dello stesso Arrigoni agli allenamenti e alle partite<br />
della prima squadra...”, esautorandolo dopo l’arrivo di Crovetti.<br />
Classe 1945, Wikipedia definisce Bruno Arrigoni allenatore di<br />
pallacanestro e dirigente sportivo italiano”, ma lui è, in realtà,<br />
un pezzo di storia del nostro basket. Milanese di madre salernitana<br />
(di Eboli), interista (una delle sue pecche, almeno per<br />
chi scrive…), Arrigoni ha iniziato ad allenare le giovanili prima<br />
della Canottieri Milano e, successivamente, del grande Simmenthal<br />
con cui ha vinto tre scudetti di fila. Con Sandro<br />
Gamba si trasferisce a Varese dove vince ancora tanto: due<br />
Coppe Campioni e uno scudetto. Decide di mettersi in proprio<br />
nel ’76, all’Alpe Bergamo, prima di darsi alle…donne!<br />
E’ il condottiero della Torino (Fiat e Teksid) che vince due scudetti<br />
e una Coppa dei Campioni femminile, nel 1980, contro le<br />
bulgare del Mineur Pernik, con una formazione che annoverava<br />
Gorlin, Sandon, Piancastelli, Guzzonato e il futuro consigliere<br />
federale Sandra Palombarini.<br />
Allena anche la Nazionale femminile con cui coglie i migliori<br />
risultati di sempre alle Olimpiadi (6° posto nell’80) e ai Mondiali<br />
(addirittura 5° nel ’79 a Seul).<br />
Trova il tempo di vincere un Mondiale, nel 1982, con la Nazionale<br />
militare, prima di scendere in B come head coach con approdi<br />
alla Mens Sana Siena, a Verona, Padova e Casale.<br />
Ritorna a fare il vice (di Frates) a Cantù, dove resta per ben sei<br />
anni sul parquet prima di passare dietro la scrivania e diventare<br />
il “Re Mida della Brianza” (considerato il passaggio anche<br />
a Varese).<br />
Come tutte le favole, anche la sua però finisce e, nell’estate<br />
2013 approda ad una delle Virtus più sparagnine di sempre.<br />
Riesce comunque a fare le nozze con i fichi secchi e, quest’anno,<br />
prova a contribuire al miracolo di raggiungere la off<br />
season partendo da -2.
A settembre era preoccupato del -2,<br />
ma dopo quattro mesi siete tra le<br />
squadre più in forma: soddisfatti,<br />
ovviamente?<br />
“Si, moderatamente soddisfatti. Abbiamo<br />
attraversato un momento difficile<br />
a causa della penalizzazione e<br />
della riduzione del budget del 50%.<br />
Conducevamo tante trattative, ma<br />
non potevamo portare avanti e chiuderle<br />
per mancanza di risorse, abbiamo<br />
così dovuto scommettere su<br />
giocatori semisconosciuti e stiamo<br />
avendo risultati positivi grazie al lavoro<br />
di tutti, staff, società e tifosi”.<br />
La squadra sta rispondendo al meglio...<br />
“Si, effettivamente, i ragazzi ci danno<br />
dentro in allenamento e Valli non si<br />
siede sulle vittorie, anzi dopo un<br />
buona gara gli allenamenti sono, se<br />
possibile, ancora più intensi perché<br />
il coach non vuole abbassare la tensione<br />
agonistica”.<br />
La rinascita di Allan Ray?<br />
“Pur avendo trent’anni, esperienza<br />
NBA e bravura non comune, usa la<br />
sua leadership nel modo migliore,<br />
ponendosi come esempio per tutti.<br />
E’ proprio il giocatore giusto per<br />
noi”.<br />
Alla Virtus avete puntato forte su<br />
Imbrò e Fontecchio, scelta che sta ripagando<br />
con alti dividendi<br />
“Quella di puntare sui giovani è una<br />
scelta che viene da lontano. Il lavoro<br />
fatto sul settore giovanile deve ripagare,<br />
formando giocatori veri di alto<br />
livello, altrimenti non serve. Uno<br />
scudettino giovanile in più non arricchisce<br />
la vita e non ripaga l’investimento<br />
fatto se non produce giocatori<br />
da prima squadra”.<br />
Il suo contratto è in scadenza: il futuro?<br />
“Sono al secondo anno di un 2+1 ed<br />
è probabile che la società decida di<br />
uscire dal contratto (in effetti è stato<br />
così nds). Il mio è uno stipendio in<br />
più e di una figura come la mia (che<br />
si confronta con il coach, gestisce il<br />
budget e i rapporti con la squadra) o<br />
se ne sente la reale necessità, oppure<br />
non la si tiene”.<br />
Recentemente 4.000 spettatori e<br />
oltre 9.000 euro di incasso per il<br />
derby under 19: Bologna è sempre<br />
la basket city italiana?<br />
“Sui 4.000 spettatori c’era da scommettere<br />
per la voglia di derby che c’è<br />
in città; semmai mi sarei aspettato di<br />
vedere qualche “eurino” in più! E’<br />
stata comunque una bella festa,<br />
un’idea molto intelligente, di gran significato<br />
per Bologna. C’era tanta attesa<br />
anche perché, realisticamente,<br />
non credo che la Fortitudo possa giocarsi<br />
un altro derby in tempi brevissimi;<br />
faranno di tutto per arrivare in<br />
A bene e con i tempi giusti”.<br />
Proprio la Fortitudo è tra le società<br />
che tirano il riscatto di Gold e Silver:<br />
oltre 5.200 a Treviso, quasi 5.000 a<br />
Verona, Siena e appunto Fortitudo:<br />
il futuro dunque non è solo l’attuale<br />
A?<br />
“Certo che no. Verona alla A è vicina,<br />
come Torino, Ferentino e Brescia. A<br />
Treviso hanno una squadra molto<br />
forte e stanno programmando di venire<br />
su facendo i passi giusti. Le problematiche<br />
del movimento<br />
rispecchiano la situazione sociale ed<br />
economica italiana, anche se in tante<br />
piazze si registra una forte vitalità e<br />
voglia di competere ad alto livello”.<br />
In questo periodo torna di moda il<br />
6+6 con tre italiani obbligatoriamente<br />
in campo, che ne pensa?<br />
“Non sono d’accordo sull’obbligo di<br />
tenere in campo un tot di italiani per<br />
forza; ci sono tanti motivi, tecnici e<br />
non (falli, infortuni, squalifiche), per<br />
cui non credo sia una regola giusta.<br />
Anche in nazioni dove questa formula<br />
è stata adottata, come la Russia,<br />
sono poi tornati indietro. E’<br />
ovvio che l’impiego dei giocatori italiani<br />
deve aumentare e, col tempo e<br />
programmando, gli stranieri devono<br />
diminuire, ma non in questo modo.
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
In Germania, ad esempio, tempo fa,<br />
dopo aver dato la possibilità di avere<br />
tutti gli stranieri possibili, hanno iniziato<br />
a ridurne uno all’anno. Chi oggi<br />
ha sette stranieri, dovrà sapere che,<br />
a tendere, potranno diminuire a 2 o<br />
3, ma solo a seguito di una sana programmazione<br />
e non di regole rigide<br />
imposte dall’alto”.<br />
Recentemente Marcelletti ha dichiarato:<br />
“Si potrebbero assumere degli<br />
allenatori esperti e senza squadra da<br />
parte della Federazione per controllare<br />
i giovani talenti e visionare<br />
nuovi giocatori”, che ne pensa?<br />
“Penso che Franco Marcelletti è un<br />
personaggio veramente straordinario.<br />
Ha una cultura ed un’intelligenza<br />
che sarebbe il caso di non disperdere.<br />
Sono perfettamente d’accordo con<br />
lui. La Federazione dovrebbe avere<br />
un colpo d’ala e investire in azioni<br />
che potranno portare a creare nuovi<br />
campioni”.<br />
Anche nel settore femminile? Lei è<br />
stato il coach che ha colto i risultati<br />
migliori, come vede il momento attuale?<br />
“Allenare le ragazze mi ha dato grandi<br />
soddisfazioni. Effettivamente abbiamo<br />
colto ottimi risultati ai Mondiali<br />
e alle Olimpiadi. Oggi però non<br />
seguo molto il movimento, se non<br />
qualche partita del GEAS di Cinzia Zanotti,<br />
per cui non posso giudicare”.<br />
Esposito in panchina Caserta è solo<br />
l’ultimo dei grandi giocatori passati<br />
ad allenare…<br />
“Caserta, con Esposito, sta ritrovando<br />
la voglia e l’entusiasmo, per cui non<br />
sarà semplice per nessuno batterla.<br />
Metterà nei match lo spirito tipico<br />
delle squadre del Sud (lo dico da<br />
mezzo meridionale, considerato che<br />
mia mamma è nata ad Eboli). Enzino<br />
non mi ha stupito: lo sapevo appassionato<br />
e competente, in particolare<br />
del basket USA e della NCAA”.<br />
23 anni a Cantù non si possono dimenticare:<br />
un giudizio sulla squadra<br />
di Sacripanti?<br />
“Ad inizio stagione ho apprezzato<br />
Cantù, anche se non partiva dallo<br />
zoccolo duro dei 4/5 confermati dell’anno<br />
precedente quando, dopo un<br />
ottimo torneo, uscì inopinatamente<br />
0-3 al primo turno. Quest’anno ha<br />
fatto tante scommesse interessanti, è<br />
una bella squadra, forse sono in tanti<br />
(almeno due in ogni ruolo che giocherebbero<br />
titolari in altre di A), per<br />
cui è difficile dividere i minuti fra<br />
tutti, dovendo fare la Coppa è però<br />
una scelta quasi obbligata. Pino Sacripanti<br />
ha grandi capacità tecniche,<br />
saprà tirare il suo gruppo e Cantù<br />
sarà un osso duro nei playoff”.<br />
E’ solo il cuore a far parlare così Arrigoni,<br />
o sente, forte, il richiamo della<br />
Brianza?<br />
27 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
UN ISTANTE È PER SEMPRE<br />
di Andrea Ninetti<br />
Non chiamatelo semplicemente fotografo, attribuire etichette e confini ad un artista rischierebbe di essere alquanto<br />
riduttivo. Giulio Ciamillo rientra nel novero degli artisti, un giramondo che ha deciso di seguire l’innato<br />
istinto di immortalare l’istante e farne il suo quotidiano. La ricetta è stata semplice, ha unito le sue passioni più<br />
grandi, la fotografia e la pallacanestro, in rigoroso ordine alfabetico, ed il mix si è rivelato vincente.<br />
Professione stancante la sua, quasi 40 anni in giro per il mondo a scattare, ovunque si svolgesse un evento che, anche<br />
grazie alle sue immagini, è diventato indimenticabile nella memoria degli appassionati.<br />
Il basket, disciplina veloce e atletica, è probabilmente il contesto ideale per esaltare l’attimo in cui l’azione sportiva diventa<br />
storia; smorfie, fatica, pulizia del gesto tecnico, esaltazione o sconfitta, non c’è particolare che sfugga al suo occhio; ovviamente<br />
il suo è un lavoro di squadra, in tandem con Elio Castoria dal 1991 e con alle spalle un team di professionisti<br />
che ne supporta l’enorme mole di lavoro.<br />
Burbero solo all’apparenza, perennemente indaffarato e più di qualche volta alle prese con problemi tecnici dell’ultimo<br />
momento, il fotografo ufficiale della nostra pallacanestro racconta a <strong>Baskettiamo</strong> <strong>Magazine</strong> i suoi esordi, l’amore per il<br />
suo lavoro e l’importanza della famiglia.<br />
28 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
Quando hai avuto la tua prima macchina fotografica<br />
immaginavi che sarebbe stata la tua inseparabile compagna<br />
di lavoro?<br />
“Quando ho avuto la mia prima macchina fotografica l’ho<br />
desiderata così tanto che qualche cosa d’importante<br />
avrebbe dovuto rappresentare sicuramente nella mia vita<br />
e, fortunatamente, è diventata inseparabile compagna di<br />
lavoro perché non avrei saputo fare altrimenti”.<br />
A che età hai capito che questo sarebbe stato il tuo<br />
mondo?<br />
“Molto presto, a 20 anni, non conoscendo<br />
nessuno che mi potesse accreditare<br />
approfittavo, durante<br />
l’intervallo tra il primo ed<br />
Come e quando è nato il binomio con Elio Castoria?<br />
“Il binomio con Elio è nato nel 1991, ci siamo conosciuti al<br />
PalaEur ed abbiamo seguito i Campionati Europei Maschili,<br />
lì è scoccata definitivamente la “scintilla” che ha<br />
messo in moto il motore della nostra agenzia”.<br />
Sicuramente avrai una squadra del cuore, puoi svelarla<br />
ai lettori di <strong>Baskettiamo</strong> <strong>Magazine</strong>?<br />
“Sono nato a Roma, con i miei compagni di scuola a 16<br />
anni siamo andati a vedere la Stella Azzurra e fu un colpo<br />
di fulmine; vicino casa mia cresceva Stefano Sbarra, futuro<br />
campione d’Italia con il Bancoroma, ho girato<br />
tanto, ho lavorato ovunque,<br />
ma se devo proprio “sbottonarmi”<br />
la Virtus Roma<br />
il secondo tempo<br />
viene un pizzico<br />
della distrazione<br />
avanti a tutte; per<br />
momentanea<br />
essere diplomatico,<br />
degli addetti<br />
ai lavori per<br />
“ s c a v a l -<br />
però,<br />
dico anche<br />
che sono<br />
care” la<br />
t i f o s i s -<br />
balaustra<br />
del Palas<br />
i m o<br />
della Naz<br />
Eur ed<br />
i o n a l e<br />
andarmi a<br />
s e d e r e<br />
sotto canestro.<br />
Italiana.<br />
Per quanto<br />
riguarda ciò<br />
Era<br />
che è “fuori<br />
come aver toccato<br />
le mura” di<br />
il cielo con<br />
un dito. Ed allora la<br />
Roma, ricordo la<br />
mia militanza varesina<br />
macchina fotografica<br />
e campioni come<br />
era ancora quella di mio<br />
padre, dato che ancora non potevo<br />
permettermela”.<br />
La fotografia sportiva fissa nel tempo l’unicità del<br />
gesto atletico, perché hai scelto il basket come disciplina<br />
in cui specializzarti?<br />
“Ho scelto la pallacanestro perché evidentemente la mia<br />
amatissima mamma nelle vene m’ha messo il basket al<br />
posto del sangue ma anche perché, dopo aver visto gli<br />
Harlem Globetrotter al Flaminio e la Stella Azzurra al PalaTiziano,<br />
per me esisteva solo il basket, giorno e notte”.<br />
Morse, Raga, Meneghin,<br />
Ossola, anche se il Simmenthal<br />
Milano di Jellini, Bariviera e Kenney era<br />
una squadra meravigliosa”.<br />
Veniamo alla sfera privata, tua moglie: non l’avrai mica<br />
conosciuta chiedendole una foto?<br />
“Mia moglie l’ho conosciuta sui banchi del liceo ed allora<br />
non prevedeva tutto quello che sarebbe successo: coppe<br />
dei campioni, Eurolega, campionati Europei e Mondiali,<br />
Olimpiadi, ritiri con la Nazionale. Lei pensava ad un futuro<br />
certamente “vivace” ma non ad una baraonda come quella<br />
29 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
a cui è andata incontro. Se n’è fatta una ragione ormai,<br />
ogni giorno c’è un evento e poi il periodo più lungo di assenza<br />
continuata, da metà luglio fino ai primi di ottobre”.<br />
I tuoi figli: sei soddisfatto del tempo che gli hai dedicato<br />
oppure hai qualche rimpianto?<br />
“Sono soddisfatto del tempo che ho dedicato a Michela, o<br />
meglio, del tempo che lei mi ha dedicato fin da quando era<br />
piccolina. A 13 anni già era con me a Berlino ai campionati<br />
mondiali femminili, è stata con me in giro per il mondo fino<br />
a pochi anni fa aiutandomi all’inverosimile. Anche oggi, pur<br />
lontana dalla famiglia perché felicemente sposata, mi è costantemente<br />
vicino. Sicuramente ho rimpianti riguardo Gabriele<br />
che adesso ha 17 anni; è cresciuto nel momento in<br />
cui aumentavano gli impegni di lavoro e sicuramente avrò<br />
saltato qualche passaggio importante della sua crescita.<br />
Fortunatamente a casa ho una “roccia” che mi ha ben sostituito”.<br />
Una loro caratteristica in cui ti rivedi?<br />
“Michela ha in comune con me una predisposizione alla comunicazione<br />
e la mette in pratica con grande passione<br />
anche nel suo lavoro; Gabriele invece è un piccolo musicista,<br />
suona benissimo la chitarra e potremmo dire che a<br />
modo nostro siamo due piccoli artisti, ognuno nella disciplina<br />
che ama di più”.<br />
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FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
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D I M M I C H I E R A “ N E M B O K I D”<br />
di Francesca Riva<br />
Cercare le parole per descrivere un campione è sempre un’impresa complessa. Difficile è scavare tra le pieghe di una vita di<br />
successi e clamori per comprenderne i segreti e le paure. Ancora più arduo è quando la persona in questione è tuo padre.<br />
Chi è Antonello Riva, mi sono domandata più volte in questi giorni. Avrei potuto chiedergli come ci si sente ad essere l’uomo<br />
che detiene il record di punti segnati nella pallacanestro italiana, o forse quali sensazioni ha provato nel corso della sua carriera,<br />
quanti sacrifici, gioie, lacrime e sudore ha versato. Avrei potuto ma non l’ho fatto, o meglio non sono riuscita a farlo. Così ho pensato<br />
alla mia vita, al modo in cui sono cresciuta, ai valori che mi accompagnano e tutto è diventato più semplice. Fortunatamente la<br />
presenza di mamma Marina ha reso tutto un po’ più semplice soprattutto perché non ho mai amato parlare con papà della sua carriera,<br />
l’ho sempre seguita in silenzio, forse per rispetto o ammirazione. Così grazie a lei ho trovato le parole.
Allora mamma, raccontami, quale credi<br />
sia il ricordo più bello che papà ha della<br />
sua carriera?<br />
“È una domanda difficile, ti metti a fare la<br />
giornalista<br />
seria con<br />
me. Io credo<br />
che una<br />
delle esperienze<br />
più<br />
belle che<br />
papà abbia<br />
vissuto sia<br />
stata la<br />
Coppa dei<br />
C a m p i o n i<br />
vinta a Colonia,<br />
con la<br />
maglia di<br />
Cantù, contro<br />
il Maccabi<br />
di Tel<br />
Aviv. Ero andata<br />
anch’io<br />
alla partita, eravamo solo fidanzati”.<br />
E tu papà sei d’accordo?<br />
“I momenti più intensi che porto con me<br />
sono per la maggior parte legati alla Nazionale.<br />
Certo la Coppa è stata un’emozione<br />
indescrivibile ma è sempre stato un<br />
onore per me indossare la maglia azzurra<br />
e così ogni anno mi allenavo con maggior<br />
costanza ed energia per avere un posto<br />
certo in quella squadra”.<br />
A quanti anni sei stato convocato la<br />
prima volta?<br />
“Ma davvero non lo sai?”<br />
Per cortesia<br />
A n t o n e l l o<br />
qui le domande<br />
le<br />
faccio io.<br />
“Mi viene da<br />
ridere, avevo<br />
solo 18 anni<br />
ed è stata<br />
u n ’ e s p e -<br />
rienza incredibile”.<br />
Io sono cresciuta<br />
nei<br />
p a l a z ze t t i<br />
i t a l i a n i ,<br />
mamma racconta<br />
sempre<br />
che la<br />
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
mia prima partita l’ho seguita a soli dieci<br />
giorni. Ogni volta prima delle gara<br />
c’erano rituali da rispettare, anche questo<br />
mi ricordo bene, è così vero?<br />
“Assolutamente si, il sabato sera non sono<br />
mai uscito di casa, mai una cena con<br />
amici. Prima della partita poi, come ogni<br />
pomeriggio era d’obbligo un’oretta di riposo”.<br />
Me lo ricordo bene ma soprattutto credo<br />
ne sappia qualcosa anche mamma.<br />
“Altroché, lui rende tutto più semplice.<br />
Prima delle partite non gli si poteva rivolgere<br />
parola. La concentrazione era alle<br />
stelle e tutti noi dovevamo rispettare perfettamente<br />
le sue regole. Nessuno è mai è<br />
uscito il sabato sera, e soprattutto il nostro<br />
vero giorno di vacanza non era la domenica<br />
ma il lunedì”.<br />
Il lunedì era una giornata bellissima. Mi<br />
ricordo i pomeriggi davanti alla televisione,<br />
e<br />
papà, sempre<br />
sulla tua<br />
p o l t r o n a ,<br />
oppure mi<br />
venivi a<br />
prendere a<br />
scuola in bicicletta<br />
portando<br />
anche<br />
la mia per<br />
tornare a<br />
casa ins<br />
i e m e .<br />
Certo, se ripenso<br />
a<br />
quando ero<br />
piccola ho<br />
molta confusione<br />
in<br />
testa, abbiamo cambiato a oggi 10 città<br />
tutti sempre insieme. Per te papà è stato<br />
motivo di forza?<br />
“È stato fondamentale per me. Avere la<br />
mia famiglia accanto, lo sforzo di tutti noi<br />
per superare i momenti difficili. Tu e Ivan<br />
avete cambiato molte scuole. E poi abbiamo<br />
sempre portato con noi i nostri mobili,<br />
ricostruendo in ogni nuovo ambiente<br />
la nostra vera casa, sembrava di non aver<br />
cambiato nulla dentro le mura se non la<br />
disposizione dei divani!”<br />
Anche qui io farei intervenire mamma<br />
però.<br />
“Sono convinta<br />
che sia<br />
stato davvero<br />
importante<br />
per lui<br />
avere tutti<br />
noi accanto,<br />
però se<br />
penso ai traslochi<br />
che<br />
abbiamo dovuto<br />
fare mi<br />
tremano le<br />
g a m b e .<br />
S v u o t a r e<br />
ogni casa<br />
voleva dire<br />
poi non solo<br />
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FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
portare via tutto ciò che ci apparteneva<br />
ma significava rinchiudere negli angoli più<br />
nascosti del mio cuore ricordi indelebili.<br />
Molte volte non ho avuto il coraggio di vedere<br />
le nostre case vuote di noi”.<br />
Ivan, mi piacerebbe molto che parlassi<br />
anche tu. È vero che per molti anni sei<br />
stato lontano da casa e sei riuscito a costruire<br />
la tua carriera nella pallacanestro.<br />
Molte volte ti hanno chiesto come vivi<br />
l’essere figlio d’arte, ma davvero per te è<br />
stato mai un problema?<br />
“Metti in mezzo anche me adesso!<br />
Quando mi chiedono cosa vuol dire essere<br />
figlio di Antonello Riva io rispondo sempre<br />
che sinceramente non so cosa voglia dire<br />
non esserlo. Che per me è naturale. Per te<br />
cosa significa? Non è normale anche per<br />
te?”<br />
Siete identici tu e papà. Lo so che per me<br />
è assolutamente normale ma io non ho<br />
mai giocato a basket, tu si, a me nessuno<br />
chiede come ci si senta ad essere figlia<br />
d’arte, penso sia più naturale lo domandino<br />
a te.<br />
“Forse hai ragione. Ma per me non è mai<br />
stato né un peso né un limite o un ostacolo.<br />
È semplicemente la mia vita e non<br />
voglio paragoni o altro”.<br />
È stato bellissimo quando a Rieti avete<br />
giocato insieme per due anni. Almeno<br />
visti da fuori eravate emozionanti. Mi ricordo<br />
che andavate insieme all’allenamento<br />
e penso abbiate condiviso un<br />
qualcosa che noi difficilmente possiamo<br />
capire.<br />
“Si per me è stato bello, scendere in<br />
campo con papà è stato davvero un’esperienza<br />
unica. Avevo 19 anni e dopo aver<br />
conquistato la promozione in A2 io sono<br />
andato a giocare a Catania, non potevo<br />
chiedere di meglio. E poi, condividere lo<br />
spogliatoio crea sempre una complicità all’interno<br />
della squadra che descrivere a<br />
parole credo sia impossibile”.<br />
Sono riuscita a strappare qualche parola<br />
anche a te! Invece papà adesso stai lavorando<br />
con mamma, un po’ come avete<br />
sempre fatto in tutta la vostra vita.<br />
L’unica differenza è che non vivi più di basket<br />
ma sei immerso nel settore del benessere,<br />
come ti senti lontano dal “tuo”<br />
mondo?<br />
“È un periodo molto felice, questa nuova<br />
attività mi dà molte soddisfazioni. La pallacanestro<br />
italiana sta vivendo un momento<br />
complesso, molte squadre sono in<br />
difficoltà, così la mia è stata una decisione<br />
inevitabile. Vivo una nuova avventura,<br />
non sportiva, ma che con il basket ha qualcosa<br />
in comune: la consapevolezza di<br />
poter crescere sempre di più grazie a dedizione<br />
e lavoro costante. Sono le sfide che<br />
amo, ho sempre obbiettivi da raggiungere<br />
e tanto sudore da versare ancora, come in<br />
campo con la mia amata palla a spicchi”.<br />
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FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
COPPA ITALIA LNP<br />
RIMINI, RITMO, BASKET E…<br />
di Carmelo Barretta<br />
Si rimette in moto la macchina organizzativa per la fase finale della coppa Italia LNP <strong>2015</strong> e sarà ancora Rimini<br />
ad ospitarla nel primo weekend di Marzo. All’interno del sistema fieristico della città emiliana si svolgerà il<br />
“Rhythm n’Basket”. Non sarà solo l’evento per assegnare la Coppa Italia nei tre campionati della LNP (A2, B, C),<br />
ma sarà l’occasione per favorire e rilanciare l’immagine della pallacanestro italiana. La kermesse, infatti, non avrà<br />
solo il basket giocato come tema ma sarà un vero e proprio contenitore in cui affluiranno tutti i componenti del movimento:<br />
dai giocatori a chi investe in questo sport.<br />
L’obiettivo è convogliare l’attenzione intorno al movimento cestistico italiano.<br />
Per oltrepassare le 20.000 presenze dello scorso anno, sarà ancora una volta allestita la “fan zone” arricchita di nuovi<br />
eventi: qui i visitatori potranno partecipare attivamente al raduno assistendo ai vari concerti musicali, giocando a<br />
basket, interagendo con esperti del settore e incontrando i giocatori nei post gara.<br />
Il “basket festival” si propone anche di educare i più piccoli: tra le varie attività è prevista, infatti, “la scuola del tifo”.<br />
Un’esperienza in cui far vivere ai giovani protagonisti (ed ai loro accompagnatori) solo ed esclusivamente la parte<br />
bella dello sport e del tifo, quella fatta di passione, entusiasmo, divertimento e rispetto per gli altri. RNB sarà utile<br />
anche per apprendere nuovi metodi di allenamento come il “music basket”, ossia esercizi svolti a ritmo di musica per<br />
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FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
insegnare i fondamenti di questo sport allo scopo di migliorare<br />
la coordinazione, l’abilità motoria e perfezionare<br />
il gesto tecnico.<br />
All’interno del complesso sarà allestito, inoltre, il padiglione<br />
“Piazza Italia” interamente dedicato alla territorialità<br />
italiana nelle sue varie forme: cultura, arte,<br />
enogastronomia, commercio e comunicazione.<br />
“Expo zone” sarà, invece, lo spazio dedicato a tutte le<br />
aziende sponsor della pallacanestro italiana, della manifestazione<br />
e agli espositori in genere.<br />
L’intera rassegna, insomma, si propone di essere un buon<br />
trampolino di lancio per chi intende migliorare il proprio<br />
marketing ma rappresenta, dal punto di vista prettamente<br />
sportivo, la circostanza in cui assegnare l’ambito<br />
trofeo.<br />
Complessivamente, infatti, le tre giornate di Rimini vedranno<br />
scendere in campo 18 squadre, dando vita a 15<br />
incontri, che si disputeranno su due campi appositamente<br />
allestiti: “Parigi 1999” ed “Atene 2004” a ricordare<br />
due grandi momenti vissuti dal basket italiano, un oro<br />
agli Europei ed un argento olimpico.<br />
La nuova LNP ha il compito organizzativo di assegnare la<br />
Coppa Italia nei suoi<br />
tre campionati (A2,<br />
B, C) per il secondo<br />
anno consecutivo.<br />
In particolare Verona,<br />
Brescia, Ferentino,<br />
Torino, Ravenna<br />
e Treviso saranno le<br />
partecipanti alle<br />
Final Six di A2 Gold e<br />
Silver. Le prime due<br />
compagini, avendo<br />
concluso il girone di<br />
andata ai primi posti,<br />
passano di diritto<br />
alle semifinali che si<br />
disputeranno sabato<br />
7 marzo. Domenica<br />
8, invece, si assegnerà<br />
il trofeo vinto lo scorso anno dall’Angelico Biella<br />
che superò in finale l’Aquila basket Trento.<br />
Per Verona, attuale capolista della categoria Gold, è la<br />
quarta partecipazione alla fase finale di coppa Italia di A2<br />
e presenta nel suo palmares quella vinta nel 1991. Manca<br />
da questa competizione da due anni. Torino, invece, ci riprova<br />
dopo la “debacle” dello scorso anno in cui fu eliminata<br />
ai quarti da Ferrara, militante in Silver. I piemontesi,<br />
nel proprio score, non vantano alcuna Coppa Italia. Ferentino<br />
e Brescia, invece, sono all’esordio assoluto alle<br />
Final Six di A2.<br />
Per Ravenna, candidata alla promozione in serie Gold, la<br />
partecipazione alle F6 è il capolavoro di una società promossa<br />
in Silver nella stagione 2012/2013, anno in cui<br />
vinse anche la Coppa Italia ma di DNB. Anche Treviso,<br />
squadra nata dalle ceneri del prestigioso club che vinse<br />
5 scudetti e 8 trofei nazionali, partecipa per la prima<br />
volta a questa manifestazione. La squadra veneta, che attualmente<br />
guida il girone Silver, è al suo primo anno in<br />
A2 dopo aver acquistato il titolo della società Basket Nord<br />
Barese. Il club trevigiano è tuttora candidato alla promozione<br />
e certamente assicurerà un cospicuo contributo in<br />
termini di spettatori.<br />
Verona e Torino godono dei favori dei pronostici per la<br />
loro esperienza in questa competizione. In particolare gli<br />
scaligeri, guidati dal navigato coach Ramagli, stanno ben<br />
figurando in serie cadetta chiudendo da capolista il primo<br />
squarcio di stagione “cadendo” solo 3 volte. La PMS Torino<br />
di coach Bechi, invece, ha avuto qualche battuta<br />
d’arresto in più ma è comunque tra le favorite alla post<br />
season. Inoltre, ad un roster già ben assortito, è stato aggiunta<br />
la guardia Ian Miller uscente da Jesi.<br />
Ferentino e Brescia saranno le “outsider”. Ferentino sta<br />
disputando un campionato di tutto rispetto candidandosi<br />
prepotentemente ai piani alti della classifica: Sparks e<br />
Thomas, con l’aggiunta dell’esplosività del giovane Biligha,<br />
stanno guidando la propria squadra verso i playoff.<br />
Il gruppo coeso creato da Andrea Diana, invece, è il punto<br />
di forza della leonessa Brescia. La squadra lombarda è ai<br />
primi posti della classifica da inizio stagione. Brownlee,<br />
Nelson e compagni hanno assicurato la propria presenza<br />
a questa competizione con due turni d’anticipo.<br />
Ravenna e Treviso, infine, arrivano a questa manifestazione<br />
come mine vaganti:<br />
la voglia,<br />
soprattutto dei giovani,<br />
di mostrarsi ai<br />
palcoscenici più importanti<br />
può rappresentare<br />
un’insidia<br />
per le squadre meglio<br />
quotate.<br />
Per quanto riguarda<br />
le serie minori, la<br />
final four per assegnare<br />
il trofeo di B<br />
sarà composta da Palestrina,<br />
Montichiari,<br />
Cento e Agropoli che<br />
arrivano alla fase finale<br />
dopo essersi<br />
classificate ai primi<br />
posti nei rispettivi gironi e aver superato un ulteriore<br />
turno preliminare.<br />
In ultimo, la final eight per il titolo di serie C, sarà formata<br />
dalle squadre vincenti i preliminari ossia Allianz<br />
San Severo, Calligaris Corno di Rosazzo, Sette Laghi Gazzada,<br />
We’re Basket Ortona e quelle classificatesi per miglior<br />
quoziente punti da Basket Scauri, Sant’Orsola<br />
Sassari, Alba, Raggisolaris Faenza.<br />
Come già avvenuto nell’edizione scorsa, le gare verranno<br />
disputate nel sistema fieristico della città romagnola che<br />
dispone di 2 campi da gioco, un area denominata “expo<br />
basket” in cui verranno allestiti stand dei vari sponsor<br />
della pallacanestro italiana. Ci sarà un padiglione interamente<br />
dedicato alla territorialità italiana nelle sue varie<br />
forme: cultura, arte, enogastronomia, commercio e comunicazione.<br />
Saranno sicuramente tre giorni di intenso<br />
divertimento per chi vorrà partecipare alla manifestazione.<br />
Il Basket Festival ha tutto ciò che possa desiderare<br />
un’ amante di questo sport: musica, intrattenimento, gastronomia<br />
ma soprattutto… la palla a spicchi!
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
THE MAGNIFICENT SIX<br />
GUIDA TECNICA COMPARATA ALLE SEI<br />
CONCORRENTI ALLE FINAL-6<br />
a cura di coach Francesco Ponticiello<br />
TTezenis Verona<br />
La squadra di Alessandro Ramagli, da ottobre ininterrottamente<br />
capolista di Gold, è stata, già dall’autunno, un autentico rullo<br />
compressore. Con la sola Brescia in grado di accompagnarla in<br />
un passo deciso e di grande concretezza. Grande distribuzione<br />
delle responsabilità offensive e difensive nei primi 8 uomini in rotazione,<br />
un quintetto estremamente equilibrato, che trova un<br />
buon mix tra l’esperienza dei vari Boscagin, Ndoja, Giuri e Gandini<br />
e la notevole qualità complessiva. E poi un regista come De<br />
Nicolao, che per Verona ha rinunciato alla Lega A, due americani<br />
di estrema redditività come Darryl Monroe e Michael Umeh.<br />
Tutto “congiura” affinché si attribuisca ai veneti l’onore e l’onere<br />
del pronostico.<br />
Win Key: vincere ogni condizionamento mentale, frutto dell’obbligo<br />
della vittoria, può essere per Ramagli e soci, un utile esercizio<br />
per portare a casa queste Final-6. Ma ben più<br />
ambiziosamente, la Tezenis potrà adoperare ciò come un utile<br />
“ginnastica mentale”, decisiva in prospettiva playoff.<br />
Centrale Del Latte Brescia<br />
Sicuramente Brescia è sinora la squadra con il miglior saldo tra<br />
attese della vigilia, che sembravano recitare il più classico dei copioni<br />
da “stagioni di transizione”, ed i risultati del campo. In realtà<br />
Andrea Diana, promosso head coach dopo anni di<br />
assistentato, sta conducendo i lombardi ben oltre le attese.<br />
Frutto senz’altro del suo lavoro, ma anche di un organico quadrato<br />
ed esperto. E sono proprio gli equilibri, di gioco e d’organico,<br />
offensivi e difensivi, il punto di forza dei lombardi. Quattro<br />
giocatori in doppia cifra, Bronwlee, Fernandez, Nelson e Cittadini,<br />
più Loschi ed Alibegovic con oltre 9 punti di media. Ma quel che<br />
colpisce sono i nomi di settimo ed ottavo realizzatore, Benevelli<br />
e Passera. Ovvero, con “l’eternauta” Cittadini, i più esperti.<br />
Win Key: “riuscire a giocare come in campionato”, forse questa<br />
la parola d’ordine di Brescia. Un obiettivo non scontato a priori,<br />
soprattutto per chi, come gli uomini di Diana, si è specializzato<br />
“nel giocare bene”. Di sicuro le motivazioni non mancano e così<br />
pure disciplina tattica e l’interpretare dei finali punto a punto.<br />
FMC Ferentino<br />
Alla terza stagione in categoria, la quinta con Franco Gramenzi<br />
alla guida tecnica, Ferentino sta portando pienamente a compimento<br />
i frutti di una lunga programmazione. Organico profondo,<br />
esperto, la consueta abitudine di tecnico e squadra di proporre<br />
difese tattiche e girare a diversi ritmi gara. Ciliegina sulla torta,<br />
l’esperienza ed il talento di Omar Thomas, per doti tecniche ed<br />
estrema duttilità tattica, oggettivamente un lusso in A2. Ma è<br />
tutta la compagine ciociara a dover essere, nel suo insieme, maneggiata<br />
con cura. Uomini come Guarino, Pierich, Ghersetti,<br />
Bucci, che frequentano la categoria da decenni, una rotazione<br />
ampissima, lunghi con doppia pericolosità, ed un playmaker-rookie<br />
come Starks, “che studia da Guarino” .<br />
Win Key: Ferentino metterà in scena sicuramente un’autentica<br />
“prova generale” di playoff. E questo proprio per la connaturata<br />
abitudine di tecnico e squadra di proporre stimoli tattici e dimensione<br />
agonistica da post-season. Quindi c’è da attendersi da Ferentino<br />
una sorta di anticipo di maggio.<br />
Manital Torino<br />
Giachetti, Rosselli, Mancinelli, Fantoni, Bruttini, Gergati, più<br />
Lewis ed il neo arrivato Ian Miller… senza troppi giri di parole, il<br />
roster di Luca Bechi è, con Verona e forse anche più degli uomini<br />
di Ramagli, la grande favorita per la promozione in Lega A. Le<br />
cose non sono state peraltro finora così facili, leggi infortunio di<br />
Mancinelli e rinuncia ad Amoroso. Ma talento e qualità tecnica<br />
sono sotto gli occhi di tutti. Ed in una manifestazione di questo<br />
tipo, in cui l’attitudine a viaggiare ad alti ritmi potrebbe essere…<br />
d’aiuto, beh, Torino, con Verona, potrebbe essere la grande favorita.<br />
Un ruolo che però, soprattutto quando sai che poi “si farà<br />
sul serio” solo ai playoff, non è detto che agevoli. Di sicuro,<br />
quest’anno alle Final-6 Biella non c’è.<br />
Win key: essere in grado di scaricare tutto il potenziale tecnico<br />
di cui dispone. Questo il fattore decisivo per Torino, non solo in<br />
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FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
queste Final-6. Conseguente lo scenario di un basket presumibilmente<br />
veloce ed in grado di capitalizzare la qualità dei singoli,<br />
anche quelle difensive, segreto/non segreto di ogni risultato.<br />
Acmar Ravenna<br />
Di questi tempi, solo due stagioni fa, Ravenna vinceva, in carrozza,<br />
la Coppa Italia di DNB. Da allora tanta acqua è passata<br />
sotto i ponti: Lupo Giordani, dopo una promozione ed i playoff<br />
in Silver, ha passato le consegne ad Antimo Martino, l’Acmar è<br />
ora lanciatissima, in corsa, con Treviso, Treviglio e poche altre,<br />
per la corsa alla prima piazza della Silver. In realtà la struttura<br />
tecnica dei romagnoli viaggia in evidente continuità con le stagioni<br />
precedenti. Il play tascabile Rivali, il #4/tiratore Amoni e<br />
l’inossidabile Charlie Foiera sono sempre li, con l’apporto di una<br />
combo guard di grande esperienza e qualità come Andrea Raschi,<br />
la struttura base di una squadra che si affida anche sull’impatto<br />
dei mori Holloway e Singletary.<br />
Win key: Ravenna dipende spesso dalle percentuali al tiro pesante,<br />
ma non tanto o non solo per motivi strettamente tecniche.<br />
In questo, come un team NCAA di qualche decade fa, Ravenna<br />
cerca dalle triple “la miccia”, il detonatore emotivo per esprimere<br />
il suo gioco, i suoi equilibri, la sua straripante energia mentale.<br />
De’ Longhi Treviso<br />
Forse la compagine di Silver che più di tutte ha voluto giocarsi il<br />
transito di una stagione, quella corrente, che porterà verso la A2-<br />
unica, sulla pluriennalità del suo progetto tecnico. Contratto<br />
triennale a Stefano Pillastrini, e via ad una compagine che,<br />
Tommy Rinaldi, Mauro Pinton e Coron Williams a parte, quest’ultimo<br />
peraltro solo dell’89, presenta tutti giocatori nati dal 1990<br />
in giù. Investimento palese su gruppo destinato a crescere in simbiosi<br />
con le ambizioni di ritorno in Lega A della società. Il trio di<br />
esterni Fantinelli/Fabi/Negri ad integrarsi con la debordante<br />
forza fisica e l’ambivalenza di Marshawn Powell. Evidente che<br />
Treviso non possa essere archiviata alla voce “Silver”, e che voglia<br />
giocarsela fino in fondo.<br />
Win Key: Treviso ha mostrato in regular season, sia nell’8/8 iniziale,<br />
che più avanti, grande lucidità. Notevole capacità di esecuzione<br />
del piano partita, adoperando armi, spesso molto<br />
diversificate e mutevoli. Questo, in aggiunta alla motivazione,<br />
alla gioventù, farà di Treviso l’erede della Biella dell’anno scorso?<br />
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I L G L A D I A T O R E<br />
di Alessio Teresi<br />
Bobby Jones non rappresenta soltanto quel sottile filo<br />
di continuità, insieme al capitano Lorenzo D’ Ercole, tra<br />
la Virtus Roma attuale e quella che due anni fa riuscì a<br />
raggiungere, tra lo stupore dell’intera Italia cestistica, la finale<br />
scudetto contro Siena.<br />
Bobby Jones è oramai per tutti gli appassionati di basket romani<br />
“Il Gladiatore”, il giocatore diventato il simbolo della pallacanestro<br />
a Roma, capace di emozionare per quella dimostrazione di<br />
attaccamento alla maglia che da sempre accende gli habitué dell’Eur<br />
prima e di Viale Tiziano adesso.<br />
Questo ruolo il fuoriclasse di Compton, perchè di un fuoriclasse<br />
stiamo parlando, malgrado una critica spietata e spesso di parte<br />
che lo ha accompagnato all’arrivo a Roma da Pistoia, e nei primi<br />
mesi in maglia Virtus, se lo è meritato sul campo a suon di canestri,<br />
giocate difensive e sguardi di sfida lanciati agli avversari.<br />
A Bobby la vita e la pallacanestro non hanno mai regalato nulla,<br />
stima e rispetto di tifosi e compagni sono stati faticosamente<br />
conquistati con il sudore della fronte sul parquet e la tenacia nel<br />
voler sempre perseguire gli obiettivi prefissati.<br />
La nostra intervista inizia ovviamente con un pensiero sull’attualità,<br />
che mai come in questo momento per Roma vuole dire<br />
Eurocup e quell’attesissimo ottavo di finale contro il Banvit dell’ex<br />
Jimmy Baron.<br />
La fotografia della Coppa di Bobby Jones è tutta in quell’incredibile<br />
gioco da tre punti messo a segno a Volgograd che mandò<br />
la Virtus all’overtime, o in quella volontà di giocare fin dal primo<br />
minuto una sfida apparentemente inutile (ma che poi inutile<br />
non fu, anzi…) come quella contro il Saragozza che permise di<br />
vincere anche il girone di Last 32.<br />
Quanto ti ha sorpreso che una squadra così giovane e con poca<br />
esperienza si sia qualificata tra le sedici migliori squadre di Eurocup?<br />
“Mi ha molto sorpreso questo risultato, ma ce lo siamo meritato<br />
perchè abbiamo lavorato tanto per ottenerlo”.<br />
Inevitabile a questo punto cercare di capire le ragioni di un cammino<br />
così trionfante in Europa e le invece palpabili difficoltà che<br />
la squadra sta invece incontrando in campionato.<br />
Come mai c’e’ questa differenza di rendimento tra campionato<br />
ed Eurocup?<br />
“Non sono troppo preoccupato per il campionato, il timing è<br />
tutto ed abbiamo ancora dodici partite per fare ancora un buon<br />
percorso”.<br />
Legame indelebile quello tra Bobby e Roma, il giocatore sembra<br />
davvero attaccato alla città da un cordone ombelicale che nessuno<br />
vuole davvero recidere, malgrado tutto e malgrado tutti,<br />
verrebbe da dire.<br />
Ogni estate quando torni a casa tua negli States, tutti sono<br />
sempre molta paura di non rivederti più con la maglia della<br />
Virtus. Che cosa ti spinge invece ogni volta a riprendere l’aereo<br />
e tornare?<br />
“Durante tutta la stagione vengo sempre pervaso da tante emozioni,<br />
e l’estate è quindi il momento migliore per riflettere con<br />
40 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
calma. E’ dura ma penso sempre di prendere<br />
ed aver preso la decisione migliore”.<br />
Decisamente questa può essere considerata<br />
la miglior stagione in carriera del giocatore,<br />
non lo dicono soltanto i numeri e<br />
la grande considerazione che Jones si è<br />
meritato da parte di tutti. Tra quei tutti,<br />
anche quelli che pensano che Bobby sia<br />
pronto per chiudere magari la carriera in<br />
un club da Eurolega.<br />
Dopo questa stagione fantastica, e dopo<br />
aver giocato in Eurocup, hai l’ambizione<br />
e la voglia di fare il “ grande salto” verso<br />
delle serate accompagnate dalle note di<br />
“Devotion”?<br />
“Sono sempre pronto e preparato a nuove<br />
sfide. A dir la verità mi sono sempre sentito<br />
pronto ad affrontare qualsiasi tipo di<br />
livello di pallacanestro in Europa, adesso<br />
la gente si è finalmente accorta delle mie<br />
capacità, ma io ho sempre creduto e saputo<br />
di essere all’altezza”.<br />
Inevitabile cogliere anche l’occasione per<br />
cercare di capire meglio lo stato di inserimento<br />
dei rookie suoi compagni di squadra,<br />
non sempre continui nelle prestazioni<br />
in campo ma sicuramente dotati di buoni<br />
mezzi.<br />
Melvin Ejim, Jordan Morgan e Brandon<br />
Triche. Tre rookies con tre storie differenti<br />
quest’anno alla Virtus. Puoi dirci<br />
una parola di ognuno e spiegarci come<br />
mai Triche stia avendo tutte queste difficoltà<br />
ad esprimere il suo valore?<br />
“Ogni giocatore ha avuto le sue difficoltà<br />
durante la stagione, e questo è normale.<br />
L’anno scorso Trevor (Mbakwe n.d.r) ha<br />
avuto gli stessi problemi, e come lui anche<br />
altri giocatori. La stagione dura nove mesi<br />
ed è impossibile essere perfetti per tutta<br />
la sua durata. La stessa situazione, quella<br />
delle critiche, l’ho dovuta affrontare anch’io<br />
quando ho iniziato a giocare a Roma<br />
o in altre squadre italiane. L’unica cosa da<br />
fare è giocare e continuare a lavorare<br />
sodo durante gli allenamenti”.<br />
Per Bobby Jones non è esiste comunque<br />
soltanto la pallacanestro, negli ultimi mesi<br />
soprattutto l’abbiamo conosciuto nelle<br />
vesti di produttore e regista cinematografico<br />
con il suo film “Basketball Jones. The<br />
overseas Journey”, con cui ci ha raccontato<br />
le storie dei giocatori di basket americano<br />
che attraversano l’oceano per<br />
giocare a pallacanestro.<br />
In un futuro assai vicino lo conosceremo<br />
anche come scrittore, con la pubblicazione<br />
del suo libro “Basketball Jones: 5<br />
squadre Nba in una stagione. Come ho<br />
messo a segno un record NBA in una sola<br />
stagione”, in cui verrà interamente ripercorsa<br />
la sua stagione 2007-08 in Nba dove<br />
vestì nello stesso campionato la maglia di<br />
cinque diverse franchigie.<br />
Oltre al basket hai iniziato ad avere altri<br />
interessi come il cinema con il tuo film e<br />
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FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
la scrittura con la prossima uscita del tuo<br />
libro. Questo vuol dire che sei pronto per<br />
una vita ....senza basket?<br />
“Sono nell’età in cui devo iniziare a lavorare<br />
ad altri progetti, devo prepararmi per<br />
la mia vita dopo che avrò smesso di giocare”.<br />
L’incontro volge lentamente al termine,<br />
ma mi sono tenuto in serbo tre domandine<br />
che ho definito “stupid questions”,<br />
perchè più che altro sono curiosità mie e<br />
spero anche dei tifosi.<br />
Quale partita, tra quelle giocate in questi<br />
tre anni in maglia Virtus, vorresti rigiocare?<br />
“La finale contro Siena quando mi feci<br />
male in gara 3. Dopo quella partita la nostra<br />
squadra non è stata più la stessa e<br />
Siena prese il controllo della serie”.<br />
La ricordo bene quella partita e, come<br />
dico sempre, Roma arrivò ad un tagliafuori<br />
(sul +7) dal vincere lo scudetto, perchè<br />
nulla mi toglie né toglierà mai dalla<br />
testa che se la Virtus fosse andata 2-1<br />
nella serie, la finale sarebbe stata sua. Ricordo<br />
anche Bobby che rientra in panchina<br />
negli ultimi minuti con quel costato<br />
che fa male, e le successive scene di disperazione<br />
nel dopo gara.<br />
Concludo con il classico...<br />
Quale è stato in questi tre anni il tuo<br />
compagno di squadra più forte?<br />
E giustamente mi becco…<br />
“Sono stati tutti “ great”, non riesco a sceglierne<br />
uno” ( me la sono cercata eh<br />
n.d.r.).<br />
E non pago...<br />
E l’avversario più forte che hai affrontato<br />
in questi tre anni?<br />
“Non c’e’ stato un avversario che mi abbia<br />
particolarmente impressionato in queste<br />
stagioni, anche se ci sono state sempre<br />
delle grandi battaglie”.<br />
Questo è Bobby Jones, quello che ricordo<br />
al Palazzetto alla presentazione della<br />
squadra in un torrido pomeriggio di fine<br />
agosto di due anni fa rispondere alla mia<br />
domanda: “Perchè non ti prendi più<br />
spesso i tiri da tre punti quando puoi<br />
farlo? “, con un sincero.”Ah, ma per me va<br />
bene, basta che poi se sbaglio ci parli tu<br />
con l’allenatore!”; Eduardo Lubrano, presente<br />
anche lui al siparietto, si sganasciò<br />
dalle risate e per un attimo pensai davvero<br />
di andare a fare quella proposta a<br />
Luca Dalmonte, desistendo poi saggiamente,<br />
vista la stima per il coach ed il desiderio<br />
di non farmi passare per matto a<br />
stagione non ancora iniziata.<br />
Uomo sempre schietto Bobby, anche<br />
quando la chiusura impone un accenno al<br />
suo futuro: “The future is still unknown for<br />
me, only time will tell and I’m excited to<br />
see what happens”.<br />
Thanks Mate, thanks Gladiatore.<br />
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FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
N B A , O U T L O O K<br />
D I M E T À S TAG I O N E<br />
servizio a cura di Enrico D’Alesio e Salvatore Fratello<br />
Appena archiviato l’All-Star Weekend, è già tempo di rituffarsi nella Regular Season NBA. La partita delle Stelle, unita a tutte le manifestazioni<br />
ad essa correlate, rappresenta da sempre una pausa a metà della stagione regolare, che permette ai giocatori, soprattutto<br />
quelli che non partecipano all’evento, di tirare il fiato in vista dello sprint finale e dei successivi Play-off. Archiviato l’All-Star<br />
Game con la quarta vittoria dell’Ovest nelle ultime cinque edizioni, da adesso l’attenzione di addetti ai lavori ed appassionati NBA<br />
sarà infatti rivolta alla corsa al Larry O’Brien Trophy: proprio per questo, vi regaliamp un’analisi di metà stagione, con cui cercheremo<br />
di capire quali potranno essere gli sviluppi dell’annata in corso.<br />
Division per division, andiamo ad analizzare ognuna delle trenta squadre della Lega, per commentare quanto si è visto finora e comprendere<br />
quali possano essere le maggiori candidate alla vittoria finale, azzardando anche qualche pronostico. LeBron James potrà<br />
guidare i Cavs fino all’Anello? Oppure saranno gli Spurs a riconfermarsi? Dove possono arrivare Golden State, Chicago, Atlanta, Clippers<br />
e Memphis? Quali prospettive per T’Wolves, Knicks, 76ers e Lakers? Se siete alla ricerca di risposte, lasciatevi guidare dalla<br />
nostra analisi, curata da due degli autori di <strong>Baskettiamo</strong>.com: Western Conference ad opera di Salvatore Fratello, Eastern Conference<br />
a cura di Enrico D’Alesio.<br />
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FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
ATLANTIC DIVISION<br />
DOPO TORONTO SOLO FRANCHIGE<br />
SOTTO LA LINEA DI GALLEGGIAMENTO<br />
TORONTO RAPTORS<br />
Gemma nascosta: non ancora esploso secondo potenzialità, la<br />
punta di diamante Terrence Ross.<br />
Quid+: tornato dall’infortunio il boost per la seconda metà di stagione<br />
sarà DeRozan.<br />
Quid-: l’involuzione di Valanciunas.<br />
Di tutte le formazioni di vertice ad Est i Raptors sono quella con<br />
il gioco più canonico, con tanto pick and roll, e tanto isolamento<br />
per Lowry. La non brillante stagione di Valanciunas ha tolto<br />
molto del gioco in post basso. La franchigia del “Noi siamo il<br />
Nord” ha costruito negli anni un gruppo interessante e compatto,<br />
con alcune gemme come le acquisizioni di Williams e Vasquez,<br />
e la valorizzazione di giocatori non facilmente identificabili<br />
come da corsa quali James Johnson e Patterson. Mirano alla Finale<br />
di Conference, ma non è detto che il livello sarà raggiunto.<br />
BROOKLYN NETS<br />
Gemma Nascosta: la luce di KG ogni tanto torna a fare capolino,<br />
ed è il lungo addio di un guerriero irripetibile.<br />
Quid+: quando compare il Joe Johnson dei tempi belli per i Nets<br />
è quasi sempre una W.<br />
Quid-: Alan Anderson non sta dando lo stesso contributo della<br />
scorsa stagione.<br />
Ciao ragazzi: il miliardario russo Prokhorov si è stufato e ha<br />
messo tutto e tutti in vendita. La squadra ricalca il momento<br />
della società: gioca a sprazzi, Hollins ha dato a chiunque un giro<br />
in quintetto e resta spesso preda delle proprie confusioni. Il miglior<br />
periodo dei Nets è coinciso con il passaggio in quintetto di<br />
Plumlee e Jack al posto di Lopez e D-Will, ma dopo una decina<br />
di gare in cui i Nets avevano artigliato il posto 7 della griglia, il<br />
coach se ne è uscito con il doppio pivot, col risultato di portare<br />
di nuovo nei cinque l’incostante gemello di Robin, e di limitare il<br />
rendimento di Mason. La connection slava funzionava a corrente<br />
alternata, e ora “Threerza” Teletovic si è infortunato. Molto probabilmente<br />
non faranno i playoffs.<br />
BOSTON CELTICS<br />
Gemma Nascosta: Marcus Smart, rookie nella metà campo offensiva,<br />
ma non in quella difensiva, da dove si è portato a casa<br />
scalpi prestigiosi: Lowry, D-Will, Lillard.<br />
Quid+: quando si accende, Thornton regala punti veloci come il<br />
miglior Microwave.<br />
Quid-: ultimamente ha messo in fila buone partite, ma il buco<br />
dei Celtics in sg è enorme, e dipende da Bradley.<br />
Non chiedete. I Celtics di quest’anno, in cui Ainge ha fatto piazza<br />
pulita di Rondo e Green, vanno solo seguiti per vedere che combinano.<br />
Il cervello direbbe di giocare a perdere, e vedere che pallina<br />
toccherà loro alla Lottery, ma lo stesso cervello, plasmato da<br />
anni di Leggenda e Pride, esplode nell’urlo di guerra non appena<br />
i ragazzi di Stevens mettono insieme un po’ di W. Di sicuro abbiamo<br />
visto che il giovane Brad è allenatore duttile e intelligente:<br />
ha giocato “run & gun” all’inizio, poi una sorta di gioco in continua<br />
transizione in cui i Celtics cercavano di velocizzare anche le<br />
conclusioni degli avversari per riavere la palla prima possibile,<br />
ed ora una versione appena più sciolta di un qualsiasi 1control<br />
game. In attesa che dal front office gli arrivi qualcosa di davvero<br />
simile ad una squadra, bravo Brad.<br />
PHILADELPHIA 76ERS<br />
Gemma Nascosta: Covington ha una caratteristica che lo rende<br />
ben accetto ovunque…la mette con buona continuità.<br />
Quid+: Wroten è fuori per la stagione, ma è davvero un giocatore<br />
interessante, necessita di disciplina.<br />
Quid-: Nerlens Noel non sta rendendo come potrebbe.<br />
In pieno tanking i Sixers hanno iniziato con 16 sconfitte in fila e<br />
proseguito lungo una linea di non gioco tendente a perderne il<br />
più possibile, osteggiati in questo intento da Knicks e Timberwolves.<br />
Il gioco passa dalle mani di Michael Carter Williams (sicura<br />
star), mentre delude finora il rendimento dell’attesissimo<br />
Noel. In attesa del centro camerunense Embiid, i Sixers sono attesi<br />
da un altro paio d’anni di sconfitte a pioggia, ma potrebbero<br />
poi diventare pericolosi.<br />
NEW YORK KNICKS<br />
Gemma Nascosta: Early si è fatto male subito, giocherà troppo<br />
poco per meritare il titolo di “steal of the draft”, ma avrà futuro<br />
nella NBA.<br />
Quid+: menzione d’onore alla professionalità dei veterani Prigioni<br />
e Calderon.<br />
Quid-: la solenne inutilità di Bargnani.<br />
Anche qui tanking estremo. I Knicks di Phil Jackson erano attesi<br />
ad altri traguardi già da questa stagione, ma la piega degli eventi<br />
giustifica il “fuori tutti” messo in opera dal maestro Zen. Resta<br />
qualche dubbio sul futuro del triangolo offensivo, perché l’interpretazione<br />
di Anthony è stata da subito: triangolo? Certo: Io, Carmelo,<br />
Melo…<br />
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FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
CENTRAL DIVISION<br />
LA FINALE DI CONFERENCE<br />
POTREBBE ABITARE SOLO QUI<br />
CHICAGO BULLS<br />
Gemma Nascosta: McDermott, quando tornerà dall’infortunio<br />
sarà un’addizione significativa a questi Bulls.<br />
Quid+: Gasol, non solo punti, ma idee e passaggi, attira aiuti e<br />
stoppa come mai in carriera.<br />
Quid-: per ora Hinrich, la cui abnegazione non pare bastare più.<br />
Coach Thibodeau non riconosce la sua creatura, che sta subendo<br />
quasi 7 punti in più rispetto la media abituale. Sono stati bersagliati<br />
dagli infortuni, compresi i malanni di assestamento di D-<br />
Rose, che sta tirando malino. Nel frattempo a reggere in attacco<br />
ci stan pensando Gasol, alcune gare sgargianti di Taj Gibson, e lo<br />
splendido Jimmy Butler. Avevamo iniziato a chiamarlo “piccolo<br />
Kawhi”: meglio togliere l’aggettivo, perché l’uomo da San Diego<br />
State è ancora migliore, ma Jimmy è poco lontano. Al netto degli<br />
attuali problemi sono solidi e cattivi, in Finale di Conference saranno<br />
al loro posto naturale, e chissà che…<br />
CLEVELAND CAVS<br />
Gemma Nascosta: JR Smith, se controlla la testa può essere<br />
l’uomo che segna la differenza tra Finals o no per i Cavs.<br />
Quid+: l’energia a rimbalzo di Tristan Thompson.<br />
Quid-: sono tra quelli che si aspettavano che Love, nonostante<br />
la mancanza di test ad alto livello, fosse più efficace.<br />
A proposito di Blatt: ricordare sempre che fu chiamato per gestire<br />
una ricostruzione, e si è ritrovato a dover vincere il Titolo<br />
per dare un senso a “The Comeback”. Le resistenze dei giocatori<br />
al sistema di Blatt non sono state poche né nascoste, ma in questo<br />
momento i Cavs hanno la striscia vincente più lunga della<br />
NBA. Il tempo dirà se è una svolta vera. Per ora il mercato ha portato<br />
addizioni necessarie (Shumpert e Smith) e addizioni sfortunatamente<br />
necessarie (Mozgov non vale un alluce di Varejao in<br />
difesa, ma in attacco e a rimbalzo può dire la sua, anche se a livello<br />
NBA fa fatica a restare sempre allo stesso numero di giri<br />
del gioco intorno a lui). Resta il fatto che la squadra di LBJ DEVE<br />
puntare all’anello e se riusciranno a rimontare fino al quarto<br />
posto di Conference, saranno pericolosi, per qualsiasi traguardo.<br />
MILWAUKEE BUCKS<br />
Gemma Nascosta: Zaza Pachulia, il centro georgiano dovrebbe<br />
avere un ruolo di uomo immagine della NBA per il suo gioco piacevolmente<br />
old-school.<br />
Quid+: Jabari Parker, anche ora che è infortunato la sua apparizione<br />
e quella di Kidd hanno dato alla franchigia un valore vicino<br />
ai 600MM$$ sborsati all’ultimo passaggio di proprietà.<br />
Quid-: Larry Sanders, il rendimento era come sempre incostante,<br />
e l’amore per il THC ha infine colpito ancora.<br />
I Bucks sono la sorpresa più importante della Eastern Conference.<br />
La loro apparizione oltre quota 50% ha elevato la competizione<br />
ad Est e ne ha radicalmente mutato gli equilibri.<br />
According to Agatha Christie, questo è il secondo indizio per<br />
coach Kidd: dopo Brooklyn 2014, Bucks <strong>2015</strong>..si attende il terzo,<br />
la prova che Jason è anche un signor allenatore. Nel frattempo<br />
ha guidato la squadra con un gioco semplice, molto votato a lasciar<br />
la palla in mano alla sempre più consolidata stella di Brendan<br />
Knight o al miracoloso Antetokounmpo. Li ha circondati di<br />
tiratori di buona affidabilità e li ha dotati di uno dei reparti lunghi<br />
più improbabili della NBA, in cui Pachulia merita un monumento.<br />
DETROIT PISTONS<br />
Gemma Nascosta: Tolliver, pf arrivata dai Suns è un giocatore solido,<br />
capace di colpire da 3 e da sotto.<br />
Quid+: l’addio di Josh Smith.<br />
Quid-: l’infortunio di Jennings.<br />
Stagione da matti a Detroit. Una delle città più in crisi di tutta la<br />
nazione, una delle franchigie dal passato più glorioso, uno degli<br />
allenatori più controversi della NBA. Inchiodati a un record impietoso,<br />
mollano Josh Smith, inviso al resto dello spogliatoio, e<br />
di colpo iniziano a volare. Le ali sono quelle di Brandon Jennings<br />
purtroppo infortunatosi per la stagione, Monroe e “Bimbone”<br />
Drummond, con l’aiuto di Meeks ed Augustine. Tra fine dicembre<br />
e metà gennaio, i Pistons son stati la terza miglior squadra della<br />
NBA, inarrestabili, poi qualche sconfitta, ma il ritmo resta buono,<br />
e non sono fuori dalla corsa playoffs, in lotta con Miami e Charlotte.<br />
INDIANA PACERS<br />
Gemma nascosta: il più nascosto di tutti, Paul George mai entrato<br />
in campo.<br />
Quid+: Stuckey, fino a dicembre è stato fantastico.<br />
Quid-: Hibbert, non cambia davvero mai.<br />
La loro stagione è finita nel momento in cui Paul George si è fatto<br />
male mentre era con Team USA. In seguito, il loro cammino è<br />
stato frustrato da una catena impressionante di infortuni che ha<br />
toccato tutti i primi 13 uomini del roster. Tuttavia, e nonostante<br />
un record ampiamente perdente, sono una squadra difficile da<br />
battere: una delle migliori difese della NBA, segno di dedizione<br />
e buona attitudine. Non faranno i playoffs, e il loro futuro, si disegnerà<br />
nelle scrivanie dei GM la prossima estate.<br />
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FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
SOUTHEAST DIVISION<br />
LA STAGIONE DI ATLANTA<br />
SORPRENDE TUTTO L'EST.<br />
ATLANTA HAWKS<br />
Gemma nascosta: Kyle Korver potrebbe diventare il primo uomo<br />
sulla terra a terminare l’anno con il 50% al tiro sia dal campo che<br />
da 3.<br />
Quid+: Schroeder candidato al titolo di MIP.<br />
Quid-: Elton Brand poteva giocarsi da 12’ un’ultima chance di<br />
Anello, ma proprio non è più roba per lui.<br />
Primi ad Est, con una certa sorpresa rispetto ai pronostici, ma<br />
senza nessun dubbio per quel che fanno in campo. Giocano seguendo<br />
il solco-Spurs, nel cui staff coach Budenholzer ha militato<br />
per più di un decennio. Al solco aggiungono nuove traiettorie; è<br />
affascinante contare quanti pochi palleggi finiscano con un tiro:<br />
il lavoro in palleggio è usato per liberare compagni che possano<br />
tirare senza muoversi, potendo leggere se e da dove arriveranno<br />
chiusure dalla difesa. I soli ad avere licenza di zingarata sono Teague,<br />
Millsap e Schroeder. Hanno iniziato un po’ lentamente,<br />
come avessero dubbi sulla propria forza, ma non sorprende:<br />
sono una squadra di giocatori dal QI cestistico sopra la media, e,<br />
come diceva uno molto più bravo di me, il dubbio è il primo indizio<br />
di una mente pregevole. L’anello è il loro bersaglio.<br />
WASHINGTON WIZARDS<br />
Gemma nascosta: Butler, emerso dagli armadi della roba vecchia<br />
dei Pacers e approdato ai Wizards per sparare la sua miglior stagione<br />
in carriera, a 35 anni.<br />
Quid+: Paul Pierce ha preso in mano i gangli delle coscienze di<br />
tutti i “suoi” giocatori fin dal primo tecnico rimediato per una<br />
inutile provocazione vs i Bulls nella prima partita di pre-season.<br />
Quid-: Otto Porter non pare proprio voler esplodere.<br />
Intrigante combinazione di lunghi Internationals + esterni di<br />
scuola USA, la formazione di Wittman. Il gioco dei Wizards mira<br />
a costruire attacco dalla difesa, e quando questo non accade<br />
cerca di aprire molto il campo, per liberare l’area alle penetrazioni<br />
di Wall o ai tagli dal lato debole di lunghi molto mobili come<br />
i loro. Puntano sulla precisione delle esecuzioni, e si affidano per<br />
le estemporaneità a un Wall davvero immenso. Rimane da dire<br />
di Beal, finora il fratellino “un po’ meno” di Wall, ma da questa<br />
stagione molto cresciuto. Potenziali semifinalisti di Conference,<br />
difficilmente di più.<br />
MIAMI HEAT<br />
Gemma Nascosta: lo abbiam scoperto noi di BasketTIAMO, è<br />
Hassan Whiteside, salta stoppa segna prende rimbalzi.<br />
Quid+: la scelta di Wade è un tributo a un grande Campione e<br />
un augurio per il recupero dal recente infortunio.<br />
Quid-: Napier, ha confermato che chi lo vedeva come una scelta<br />
sprecata per il numero 16 non aveva tutti i torti.<br />
Passare dallo status di Contender a dover lottare per il posto 7 o<br />
8 della post-season non è salto da poco. Gli Heat, da Riley a Spoelstra<br />
ai giocatori, lo hanno affrontato nel modo classico per le<br />
franchigie con molti veterani: con molta calma, risparmiando<br />
energie quando le gare partivano male. Forse nessuno a Miami<br />
ha più lo sprint dei giorni migliori, ma qualche colpo lo sanno ancora<br />
infilare. Mi aspetto un sereno barcamenarsi fino alla data<br />
di inzio del primo turno di PO, poi, una volta lì, solo gli Hawks e<br />
i Bulls possono sentirsi abbastanza sicuri nell’affrontare Miami.<br />
CHARLOTTE HORNETS<br />
Gemma nascosta: Biyombo, centro congolese dal potenziale incredibile.<br />
Quid+: in una squadra con limiti evidenti, la nota che eleva il coro<br />
è spesso quella di Gerald Henderson jr.<br />
Quid-: senza dubbio quella testa pazza di Stephenson.<br />
Che fatica. Poche volte ho visto squadre fare tanta fatica con un<br />
pallone da basket in mano…coach Clifford sta lottando con una<br />
delle formazioni offensivamente peggiori della NBA. Sono del<br />
parere che non sia stato licenziato per due fattori: gli Hornets,<br />
anche nei momenti peggiori, sono sempre stati tra quelli che<br />
perdono meno palloni; MJ sa benissimo che il problema non sta<br />
nel manico. In ogni caso, lentamente, questi Calabroni sono arrivati<br />
al posto 8, nonostante l’infortunio a Kemba Walker. Hanno<br />
creato positività da eventi negativi, per i playoffs ci sono anche<br />
loro.<br />
ORLANDO MAGIC<br />
Gemma Nascosta: Aaron Gordon è stato sfortunatissimo, ma ha<br />
potenziale per diventare un giocatore dominante, almeno in difesa.<br />
Quid+: le volte in cui porta in campo solo il buono del suo talento<br />
Payton fa la differenza.<br />
Quid-: tutti si aspettavano di più da Harkless.<br />
Allenatore giovane, squadra giovane: guardare e aspettare. I<br />
Magic perdono più gare di quelle che dovrebbero, ma è difficile<br />
non imputarlo a difetti di gioventù, a cui si uniscono gli immancabili<br />
infortuni e la non eccessiva spinta a vincere nel momento<br />
in cui ci si trova in posizione-Lottery. Debolucci sotto e grandi<br />
sperperatori di palloni, hanno un telaio giovane con una star<br />
quasi sicura (Oladipo), una in fieri (Harris) e un lungo di grandi<br />
numeri ma poca dimensione vincente (Vucevic). Di certo non faranno<br />
quest’anno i playoffs, e forse nemmeno il prossimo, ma<br />
se continuano a costruire con saggezza tra 4 anni li troveremo<br />
in cima alla Eastern.<br />
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FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
NORTHWEST DIVISION<br />
Bene Portland,<br />
OKC corsa contro il tempo<br />
DENVER NUGGETS<br />
Team Leaders – Pts: Lawson 16.9 – Reb: Faried 8.7 – Ast: Lawson<br />
10.1<br />
Che dire di questi Nuggets? Una stagione piena di alti e bassi:<br />
partenza a rilento, striscia vincente tra novembre e dicembre,<br />
poi di nuovo giù, e così via. Pur se i nomi che compongono il roster<br />
rimangono quasi invariati, Denver non è più quella degli<br />
scorsi anni, la partenza di coach Karl pesa ancora come un macigno<br />
e le scelte di coach Shaw continuano a non convincere. Nel<br />
sistema di gioco dell’ex-Laker solo Lawson e Chandler appaiono<br />
a proprio agio, e tra i più in difficoltà c’è proprio il nostro Danilo<br />
Gallinari. Minutaggio limitato (ai livelli di Hickson), ormai gli infortuni<br />
non giustificano più l’utilizzo con il contagocce del Gallo<br />
da parte di Shaw, soprattutto alla luce dei risultati non esaltanti.<br />
Questa stagione è andata, attenzione già rivolta all’off-season:<br />
che succederà?<br />
Obiettivo: trovare equilibrio di squadra.<br />
MINNESOTA T’WOLVES<br />
Team Leaders – Pts: Martin 20.2 – Reb: Dieng 8.4 – Ast: Rubio<br />
7.8<br />
Come prevedibile, il dopo-Love ha assunto le sembianze del disastro,<br />
soprattutto se visto dal punto di vista dei risultati. Appare<br />
lampante però che la realtà dei fatti è ben altra: ad oggi, i Timberwolves<br />
non sono altro che un gruppo di giovani talentuosi<br />
che possono rappresentare un futuro vincente per questa squadra.<br />
Rubio, Dieng, LaVine, Bennett, Robinson, Muhammad, ma<br />
soprattutto Andrew Wiggins, quest’ultimo consegnato dai Cavs<br />
in cambio dell’ex stella Love, costituiscono un insieme di giocatori<br />
che può maturare giocando insieme e, approfittando dell’esperta<br />
guida di coach Saunders, crescere con l’obiettivo di<br />
diventare una delle realtà più importanti della Lega. Il futuro è<br />
loro.<br />
Obiettivo: Draft.<br />
OKLAHOMA CITY THUNDER<br />
Team Leaders – Pts: Durant 25.9 – Reb: Ibaka 7.5 – Ast: Westbrook<br />
7.6<br />
La grande rincorsa. Pre-stagione sfortunatissimo per OKC, con<br />
Durant e Westbrook fuori ancor prima di scendere in campo, e<br />
avvio di campionato segnato da 12 sconfitte nelle prime 15 gare.<br />
Tornate le due superstar, la truppa di coach Brooks ha premuto<br />
sull’acceleratore, mantenendo un passo da play-off, con un recupero<br />
che appare disperato ma tutt’altro che impossibile. Più<br />
che ai meriti dell’MVP della passata regular season, l’attenzione<br />
va rivolta alla maturazione di Westbrook, ormai divenuto vero e<br />
proprio leader dei Thunder. Nonostante sembri non arrivare mai,<br />
il sorpasso ai Suns è in programma, ma, se tutto andasse nel<br />
verso giusto, occhi puntati su coach Brooks in post-season: non<br />
sono ben accetti ulteriori fallimenti.<br />
Obiettivo: PO, e poi puntare al massimo.<br />
PORTLAND TRAIL BLAZERS<br />
Team Leaders – Pts: Aldridge 23.6 – Reb: Aldridge 10.3 – Ast: Lillard<br />
6.3<br />
Alla ricerca dell’ultimo step. Tutti d’accordo, a questi Blazers non<br />
manca altro che compiere il famoso passo in più, quello che li<br />
lancerebbe nell’Olimpo della Lega. Al momento, la guida dell’ormai<br />
esploso Lillard ed il lavoro sotto le plance di Aldridge, con<br />
Batum e Matthews ottimi comprimari, li porta ad essere gli unici<br />
della Division già sicuri di partecipare alla post-season, con tutte<br />
le probabilità da testa di serie. Cosa manca a Portland per poter<br />
dire la sua nella corsa al titolo? Sulla carta nulla, anche se la maggiore<br />
carenza sta nella poca esperienza, fondamentale ai playoff.<br />
Obiettivo: sorprendere tutti ai PO.<br />
UTAH JAZZ<br />
Team Leaders – Pts: Hayward 19.7 – Reb: Favors 8.2 – Ast: Burke<br />
4.7<br />
Altro roster pieno di giovani talentuosi quello dei Jazz, ai quali<br />
in questa stagione non si chiedeva altro che iniziare a lavorare<br />
per costruire una squadra competitiva, che possa divertire (per<br />
adesso basta) e magari vincere (tra qualche anno…). Guidati<br />
dall’esordiente coach Snyder, lo scorso anno assistente ad<br />
Atlanta, Burke e compagni non hanno fatto altro che giocare con<br />
il solo obiettivo di crescere, magari togliendosi anche qualche<br />
soddisfazione portando a casa vittorie di lusso (Cavs, Spurs, Bulls,<br />
Warriors tra le vittime). Occhio all’esplosione di Gordon Hayward,<br />
potrebbe diventare superstar nella Lega.<br />
Obiettivo: crescere, con attenzione al Draft.<br />
52 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
B A S K E T T I A M O M A G A Z I N E<br />
P A G I N A F A N S U F A C E B O O K<br />
B A S K E T T I A M O . C O M<br />
P A G I N A F A N S U F A C E B O O K
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
PACIFIC DIVISION<br />
Golden State in vetta alla Lega,<br />
solo i Clippers tengono il passo<br />
GOLDEN STATE WARRIORS<br />
Team Leaders – Pts: Curry 23.6 – Reb: Bogut 8.4 – Ast: Curry 7.9<br />
Letteralmente trascinati dai due Splash Brothers, i Warriors sono<br />
stati finora la stella più luminosa dell’intera Lega, cogliendo di<br />
sorpresa tutti gli esperti NBA, che ad inizio stagione li accreditavano<br />
come outsider, ponendo gran parte dei dubbi sull’ingaggio<br />
del “novellino” Kerr come nuovo coach. E invece, nonostante i<br />
problemi sotto le plance (Bogut e Lee quasi mai al meglio), Golden<br />
State ha mostrato un gioco corale che l’ha lanciata in vetta<br />
ad Ovest, dando il meglio soprattutto nella metà campo offensiva:<br />
i gialloblu ad oggi sono primi per punti, assist e percentuale<br />
dal campo, con Curry e Thompson capaci di stratosferiche prestazioni<br />
individuali. La sensazione è che abbiano compiuto quello<br />
step necessario a puntare, se non al Titolo, comunque molto in<br />
alto.<br />
Obiettivo: se il front-court regge, anche l’Anello.<br />
LOS ANGELES CLIPPERS<br />
Team Leaders – Pts: Griffin 22.5 – Reb: Jordan 13.6 – Ast: Paul<br />
9.7<br />
Perdere uno come Griffin a metà stagione per tempi imprecisati<br />
avrebbe tagliato le gambe a molti team della NBA, ma non ai<br />
Clippers. Come spiegarlo? È vero, Blake proprio quest’anno aveva<br />
compreso che l’essere un giocatore da highlights non basta a vincere,<br />
migliorando così il proprio gioco a 360°, e diventando il faro<br />
dei losangelini. Bisogna ricordare, però, che l’organizzazione Clippers<br />
è al lavoro da diversi anni con l’obiettivo di diventare sempre<br />
più una contender credibile, il roster è abbastanza profondo<br />
(anche se qualche dubbio sotto le plance rimane), e soprattutto<br />
non va dimenticato CP3, che, finora non al massimo, ha le capacità<br />
per trascinare i suoi ai play-off, obiettivo minimo stagionale.<br />
E se Blake torna sano e fresco ad aprile…<br />
Obiettivo: senza Griffin i PO, con il 32 outsider nella corsa al Titolo.<br />
LOS ANGELES LAKERS<br />
Team Leaders – Pts: Bryant 22.3 – Reb: Hill 8.0 – Ast: Bryant 5.6<br />
Nash e Young fuori da subito, Randle gravemente infortunato<br />
durante l’opening night: fin dal principio si è capito che stagione<br />
avrebbero dovuto affrontare i Lakers. Aggiungendo che l’attesa<br />
ricostruzione è stata un fallimento, con Boozer che si è dimostrato<br />
niente più di un mestierante e Lin lontano dai fasti della<br />
“Linsanity”, è bastato l’infortunio che ha chiuso anticipatamente<br />
la stagione di Kobe a mettere una pietra tombale su quest’edizione<br />
dei gialloviola. Unica nota positiva: la serata a Minneapolis,<br />
in cui Bryant ha superato MJ nella classifica marcatori all-time<br />
della Lega.<br />
Obiettivo: miglior scelta possibile al Draft.<br />
PHOENIX SUNS<br />
Team Leaders – Pts: Bledsoe 17.2 – Reb: Len 6.0 – Ast: Bledsoe<br />
5.9<br />
Un passo indietro quello compiuto dai Suns in questa stagione:<br />
i risultati al momento li vedono ai play-off, nonostante i tentativi<br />
di aggancio di OKC e Pelicans, ma l’attesa consacrazione non c’è<br />
ancora stata. Il back-court appare sovraffollato, l’aggiunta di Thomas,<br />
anziché migliorare la qualità della fase offensiva, ha portato<br />
quasi a dover concedere più di un pallone in campo (23esimi<br />
nella Lega per assist). Sotto le plance la situazione è opposta:<br />
Len è ancora acerbo, ed il solo Markieff Morris non basta a competere<br />
con gli altri. Urge lavoro di coesione da parte di coach<br />
Hornacek, ma l’età è dalla loro (nessuno ha più di 30 anni).<br />
Obiettivo: ottava piazza ad Ovest.<br />
SACRAMENTO KINGS<br />
Team Leaders – Pts: Cousins 23.6 – Reb: Cousins 12.2 – Ast: Collison<br />
5.6<br />
L’esplosione di DMC in avvio di stagione ha spinto a sognare i tifosi<br />
dei Kings, che finalmente intravedevano l’obiettivo play-off.<br />
Il tutto è durato per le prime 20 gare, poi il calo della star, seguito<br />
dall’infortunio che lo ha tenuto fuori per qualche gara, hanno<br />
trascinato il team sempre più in basso ad Ovest. A Sacramento<br />
ormai si sono arresi, per la post-season c’è ancora da lavorare:<br />
oltre alle stelle Gay e Cousins, si è visto poco di buono, con McLemore<br />
e Collison unici comprimari a dare un apporto importante<br />
alla squadra. Cosa manca a questo roster? Profondità, ordine e<br />
una spalla per DMC, che sotto le plance è un leone ma troppo<br />
spesso è solo.<br />
Obiettivo: peggiorare il record in chiave Draft.
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
SOUTHWEST DIVISION<br />
Quattro su cinque verso i playoff,<br />
arrancano i Pelicans<br />
DALLAS MAVERICKS<br />
Team Leaders – Pts: Ellis 19.8 – Reb: Chandler 11.8 – Ast: Rondo<br />
6.5<br />
Fin dalla scorsa estate la dirigenza Mavs ha lavorato con gli occhi<br />
puntati ad un unico obiettivo, quello di diventare una delle più<br />
accreditate contender ad Ovest. Preso Parsons in estate, al quale<br />
si è aggiunto il ritorno di Chandler, la ciliegina sulla torta è arrivata<br />
poco prima di Natale, con la trade che ha portato a Dallas il<br />
play Rondo. Mark Cuban ha messo dunque a disposizione di<br />
coach Carlisle un roster di primissimo piano, e, anche se non vi<br />
è stata una vera e propria svolta nell’andamento dal punto di<br />
vista dei risultati, un po’ per volta il gruppo sta crescendo (qualche<br />
dubbio sulla second unit). Il biglietto per la post-season è<br />
quasi al sicuro, bisognerà capire se questo mix di talento ed esperienza<br />
possa permettere ai Mavs di tornare sul trono della Lega.<br />
Obiettivo: crescere in chiave play-off.<br />
HOUSTON ROCKETS<br />
Team Leaders – Pts: Harden 27.4 – Reb: Howard 11.0 – Ast:<br />
Harden 6.8<br />
Il duo Harden – Howard potrebbe teoricamente bastare a lanciare<br />
I Rockets come una delle favorite ad Ovest, ma in una regular<br />
season da 82 partite sono fondamentali anche i<br />
comprimari; da questo punto di vista Houston ha diversi rincalzi<br />
importanti, con Ariza, Beverley, Brewer, Terry e Josh Smith, quest’ultimo<br />
ripescato dai free agent con la speranza di dare maggiore<br />
consistenza a quello che appare il punto debole della<br />
compagine texana: il front-court. Con i play-off ormai certi (solo<br />
loro possono insidiare i Grizzlies nella vittoria della Division) e<br />
con un attacco guidato dall’attuale capocannoniere della Lega,<br />
tutti gli sforzi andranno concentrati nel lavoro sulla fase difensiva,<br />
migliorando la quale possono puntare molto in alto.<br />
Obiettivo: andare fino in fondo ai PO.<br />
MEMPHIS GRIZZLIES<br />
Team Leaders – Pts: Gasol 18.3 – Reb: Randolph 12.0 – Ast: Conley<br />
5.3<br />
La loro favola sembrava destinata a chiudersi con lo 0-4 subito<br />
dagli Spurs in Finale di Conference ed il successivo addio di coach<br />
Hollins. I Grizzlies hanno saputo invece rinnovarsi senza compiere<br />
cambiamenti radicali, lasciando alla base del loro gioco la<br />
difesa (coach Joerger non si è distaccato molto dal predecessore)<br />
e cercando di completare il puzzle con i tasselli che si erano mostrati<br />
mancanti negli scorsi anni. Tante le certezze: una coppia di<br />
lunghi che in pochi possono permettersi, Conley maturato, esperienza<br />
da Carter e Allen, spettacolo e punti da Jeff Green e Lee.<br />
Sono lanciati verso la vittoria della Division (sarebbe la prima<br />
nella loro storia), ma, una volta ai play-off, dovranno dimostrare<br />
di potersela veramente giocare con tutti per poter puntare dritti<br />
al titolo.<br />
Obiettivo: vincere la Division e dare il massimo ai PO.<br />
NEW ORLEANS PELICANS<br />
Team Leaders – Pts: Davis 24.5 – Reb: Davis 10.3 – Ast: Holiday<br />
7.3<br />
Un solo protagonista per la stagione dei Pelicans, quell’Anthony<br />
Davis che rappresenta il centro del futuro, e che è ormai stabilmente<br />
nell’élite della Lega nelle categorie punti, rimbalzi e stoppate.<br />
Attorno al proprio uomo-franchigia New Orleans ha<br />
l’obbligo di costruire un team che possa competere ai massimi<br />
livelli; Holiday, Evans, Gordon e Anderson sono pezzi importanti,<br />
anche se vi è ancora un abisso tra titolari e second unit. In un’annata<br />
in cui sono ancora virtualmente in corsa per i play-off, ai<br />
quali però difficilmente andranno, non resta che lavorare per trovare<br />
la chimica che possa accendere una squadra talentuosa ma<br />
che ha ancora margini di crescita.<br />
Obiettivo: trovare equilibrio.<br />
SAN ANTONIO SPURS<br />
Team Leaders – Pts: Leonard 15.4 – Reb: Duncan 9.9 – Ast: Ginobili<br />
4.8<br />
I campioni in carica sono da anni team facile da decifrare: regular<br />
season in cui Pop tenta di utilizzare la profondità del roster per<br />
non stancare i “vecchi”, per poi tirare fuori unghie e denti in postseason.<br />
Non si sono smentiti in questa stagione, in cui la nota<br />
stonata è stata la lunga indisponibilità di Leonard, rientrato da<br />
poco. Anche se proveranno a migliorare la classifica per ottenere<br />
un accoppiamento migliore ai PO, gli Spurs hanno una certezza:<br />
quando si arriverà al clou nella corsa all’Anello, loro ci saranno.<br />
Chi ha il coraggio di scommettergli contro?<br />
Obiettivo: accendersi ai PO.<br />
55 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
Alla scoperta dell’idea...<br />
D U N K E S T<br />
di Salvatore Cavallo<br />
Dalla passione per la Nba è nata l’idea di<br />
tre amici, Enrico Maccione, Paolo Bellomo<br />
ed Alessandro Molinari, di dar vita ad un<br />
fantabasket dedicato alla palla a spicchi<br />
d’Oltreoceano. E ben presto l’idea si è rivelata<br />
vincente, tant’è che gli utenti e<br />
“malati di Nba” non sanno più fare a<br />
meno di Dunkest, il gioco per cimentarsi<br />
nella difficile ed affascinante arte di vestire<br />
i panni del… fanta allenatore!<br />
Parafrasando la canzone di Gino Paoli potreste<br />
dire «Eravamo tre amici al bar» e…<br />
come nasce l’idea di Dunkest?<br />
Enrico: Da una passione comune e su cui<br />
ci scannavamo per primeggiare: non si<br />
parla di Fantabasket, ma (ebbene sì) di<br />
Fantacalcio sulla Champions League. A<br />
partire da questo fantacalcio ben fatto, ci<br />
siamo chiesti come mai un prodotto di<br />
questo genere non fosse presente, soprattutto<br />
in Italia, anche per il mondo basket.<br />
Paolo: Quindi ci siamo messi a lavorare<br />
per capire se effettivamente fosse un’idea<br />
su cui ci potesse essere del potenziale e<br />
su cui investire il nostro denaro (poco) e<br />
tempo (molto). Analisi di mercato, indagini,<br />
primi studi di fattibilità, etc.<br />
Alessandro: Dopo questa fase, ci siamo<br />
sempre più convinti che un prodotto di<br />
questo genere avrebbe potuto avere successo<br />
e quindi ci siamo lanciati a testa<br />
bassa nel progetto.<br />
Nella fase progettuale chi ha fatto cosa?<br />
E: Diciamo che il bello di una startup è<br />
anche che ognuno faccia un po’ tutto.<br />
Quindi abbiamo lavorato fortemente a sei<br />
mani per non lasciare nulla al caso e per<br />
sfruttare ogni possibile idea e suggerimento<br />
da parte di tutti. Di sicuro, tra noi<br />
Alessandro è il vero guru dell’NBA, quindi<br />
è stato lui a studiare un po’ meglio i meccanismi<br />
di gioco, considerando soprattutto<br />
la complessità di gestire un<br />
calendario in cui ogni giorno le squadre<br />
giochino. Io e Paolo, lavorando da ormai<br />
qualche anno all’interno di divisioni di digital<br />
marketing, ci siamo un po’ più concentrati<br />
sugli aspetti di prodotto (usabilità,<br />
SEO, etc).<br />
Perché puntare sulla Nba?<br />
A: In seguito alle nostre analisi, abbiamo<br />
notato che il potenziale NBA era molto<br />
grande. Nel mercato italiano mancava un<br />
gioco di questo tipo e parallelamente<br />
l’NBA ci avrebbe consentito di rivolgerci a<br />
un mercato mondiale, semplicemente<br />
proponendo un sito anche in lingua inglese.<br />
Dall’idea alla piena realizzazione quanto<br />
tempo è trascorso?<br />
P: Su questo aspetto, siamo stati molto<br />
bravi. Quel che si dice “time-to-market” è<br />
stato nel nostro caso abbastanza ridotto:<br />
l’idea è infatti nata a <strong>febbraio</strong> 2013, e a ottobre<br />
eravamo già online.<br />
A: In mezzo a questo ci sono quindi tutti<br />
gli aspetti di definizione del gioco, di sviluppo<br />
tecnologico, di test e di tutta la<br />
parte di comunicazione (social e non). A<br />
57 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
dirlo sembra poco, ma possiamo assicurare<br />
che è stato un lavoraccio, soprattutto<br />
perché non esistendo giochi simili al nostro<br />
ci siamo dovuti inventare tutto quasi<br />
da zero!<br />
Quali sono state le maggiori difficoltà?<br />
E: Sicuramente inizialmente la difficoltà<br />
maggiore è stata l’apertura della Società,<br />
d’altronde si sa che la burocrazia italiana<br />
non è molto rapida e semplice da capire.<br />
Poi sono arrivati anche i problemi tecnologici:<br />
nel primo anno di attività non ci<br />
aspettavamo un successo del genere soprattutto<br />
considerando che il nostro investimento<br />
in pubblicità era stato pari a zero<br />
e quindi, come forse alcuni dei lettori ricorderanno,<br />
dopo la prima giornata di fantabasket<br />
della stagione 2013-2014, il<br />
server non ha retto e siamo stati offline<br />
una settimana.<br />
A: La situazione non è stata per niente facile;<br />
dopo mesi di lavoro vedevamo sfumare<br />
per una sciocchezza tutto il nostro<br />
impegno. Fortunatamente i nostri utenti<br />
sono stati comprensivi e appena il sito<br />
tornò online ripresero a giocare con più<br />
passione di prima. Quindi si può proprio<br />
dire che ciò che non uccide, fortifica!<br />
Possiamo rivelare quanto è stato oneroso<br />
l’investimento?<br />
P: Essendo tre ragazzi giovani questo<br />
punto è sicuramente quello che ci generava<br />
più paure. Investire i pochi risparmi<br />
messi da parte negli anni in un progetto<br />
così rischioso non è stato facile, ma oggi<br />
siamo davvero felici di averlo fatto. L’investimento<br />
iniziale è stato quello classico legato<br />
all’apertura di una S.r.l., poi come si<br />
può immaginare ci sono diverse spese tra<br />
commercialista, sviluppi tecnologici, server,<br />
etc.<br />
Quali sono i punti di forza di Dunkest?<br />
P: Il primo punto di forza in assoluto è la<br />
nostra community di utenti. Da subito abbiamo<br />
voluto creare un progetto-partecipativo,<br />
in cui a partire dalle nostre idee gli<br />
utenti potessero proporre miglioramenti,<br />
ottimizzazioni e portare sul tavolo tutti i<br />
problemi che riscontravano. Oggi è magistralmente<br />
gestita da Alessandro, ma inizialmente<br />
è stata gestita un po’ da tutti<br />
per cercare di capire che contenuti potessero<br />
avere più successo. Fortunatamente,<br />
siamo riusciti in brevissimo tempo a trovare<br />
una quadra per proporre contenuti<br />
che venivano fortemente apprezzati e che<br />
ci hanno permesso di arrivare al lancio del<br />
2013 con una base di circa 400.000 fan a<br />
cui comunicare la nascita di Dunkest.<br />
A: Nel tempo sono nati gruppi su Facebook<br />
di ragazzi fedelissimi che ogni giorno<br />
non mancano di condividere con noi le<br />
loro idee. Oggi possiamo dire che il 50%<br />
delle funzionalità e dei servizi che offre il<br />
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
gioco sono stati realizzati grazie ai suggerimenti<br />
di questa meravigliosa community.<br />
E: Oltre a questo, Dunkest si distingue per<br />
una grafica davvero accattivante e un<br />
meccanismo di gioco semplice e divertente,<br />
adatto sia ai grandi guru NBA che<br />
agli appassionati di basket meno assidui.<br />
Accanto al gioco c’è un fitto scambio di<br />
opinioni con gli<br />
appassionati: è<br />
questa oggi la<br />
parte più impegnativa?<br />
P: Come dicevo<br />
prima la nostra<br />
community è la<br />
cosa più preziosa<br />
che abbiamo e,<br />
sebbene sia molto<br />
impegnativo cercare<br />
di essere sempre<br />
presenti e<br />
rispondere in<br />
tempo reale, sappiamo<br />
che il gioco<br />
deve piacere prima<br />
di tutto agli utenti.<br />
E: C’è anche da<br />
dire che con il<br />
tempo alcuni ragazzi<br />
della community<br />
sono diventati<br />
dei veri leader e<br />
spesso ci danno<br />
una mano aiutando<br />
gli utenti appena<br />
arrivati e<br />
moderando le discussioni<br />
che nascono.<br />
Il grande<br />
mentore però è<br />
Alessandro, che<br />
viene costantemente<br />
interpellato<br />
su tutte le questioni<br />
:)<br />
A: Eheh, è vero!<br />
Ogni volta che<br />
apro Facebook tra<br />
messaggi pubblici<br />
e privati devo mettermi<br />
di impegno<br />
per rispondere a<br />
tutti in tempi<br />
brevi!<br />
Come vi siete divisi<br />
i compiti nella<br />
gestione di Dunkest?<br />
E: Per il momento siamo una realtà piccola<br />
e possiamo goderci ancora per un po’<br />
l’assenza di distinzioni nette. Lavoriamo<br />
insieme su tutto e cerchiamo di spartirci<br />
le attività più operative come l’assistenza<br />
e la manutenzione del sito in base ai nostri<br />
impegni quotidiani.<br />
P: Attualmente il nostro modo di lavorare<br />
ci sta dando ragione, soprattutto perché<br />
unendo le nostre menti quotidianamente<br />
siamo in continuo brainstorming, situazione<br />
da cui nascono idee e nuovi spunti.<br />
A: E’ chiaro che se continueremo a crescere,<br />
dovremo strutturarci un po’ di più<br />
e dividerci i compiti, ma per ora siamo tre<br />
amici al bar e stiamo bene così :)<br />
Come è nata la proposta di Rcs?<br />
A: Il primo contatto con RCS me lo ricordo<br />
58 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
ancora. Quando abbiamo iniziato a lavorare<br />
a Dunkest nel 2013 tra di noi dicevamo<br />
“Il nostro primo obiettivo è quello<br />
di diventare il fantabasket ufficiale della<br />
Gazza”. E quando ci è arrivata la mail dal<br />
responsabile di RCS Nest (incubatore di<br />
startup di RCS), non ci potevamo credere...<br />
in soli 6 mesi di vita eravamo riusciti<br />
a raggiungere l’obiettivo.<br />
P: Infatti dopo quella mail ricordo che<br />
siamo usciti a festeggiare ma su quello<br />
che è successo dopo ho un vuoto totale…<br />
L’accordo con Rcs ha segnato la svolta,<br />
trasformando una buona idea in un’idea<br />
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
vincente?<br />
E: L’accordo con RCS è stato molto importante<br />
per noi, perché siamo entrati nel<br />
gruppo editoriale più grande d’Italia e<br />
aprendoci le porte al mondo Gazzetta<br />
dello Sport. Nonostante qualche paura iniziale,<br />
ora siamo molto contenti perché ci<br />
hanno lasciati liberi di lavorare in modo<br />
indipendente al nostro progetto, sostenendoci<br />
nel momento<br />
in cui era<br />
necessario compiere<br />
scelte più<br />
strategiche. Grazie<br />
anche a RCS, la velocità<br />
della nostra<br />
crescita è aumentata,<br />
condensando<br />
in pochi mesi i risultati<br />
che da soli<br />
avremmo ottenuto<br />
in uno o due anni.<br />
Quanto vi ritenete<br />
soddisfatti dei risultati<br />
sin qui ottenuti?<br />
E: Dopo quasi due<br />
anni di vita del progetto,<br />
possiamo rit<br />
e n e r c i<br />
e s t r e m a m e n t e<br />
soddisfatti. Prima<br />
di tutto dal punto<br />
di vista personale:<br />
ideare e poi realizzare<br />
un progetto<br />
come Dunkest, ci<br />
ha permesso di vivere<br />
emozioni uniche,<br />
di affrontare<br />
alti e bassi con<br />
energia e di rafforzare<br />
il nostro rapporto<br />
di amicizia<br />
P: Inoltre un’esperienza<br />
come questa<br />
ci ha arricchito<br />
tantissimo dal<br />
punto di vista professionale:<br />
seguire<br />
la nascita di un<br />
progetto dalla A<br />
alla Z è quasi impossibile<br />
rimanendo<br />
dei<br />
dipendenti all’interno<br />
di una società.<br />
A: E’ vero, anche se<br />
domani Dunkest non dovesse esserci più<br />
(toccatina), ne uscirei così arricchito personalmente<br />
e professionalmente che<br />
sarei comunque felice di quello che ho ottenuto.<br />
Per la prossima stagione avete già in cantiere<br />
qualche novità?<br />
E: La prossima stagione probabilmente<br />
sarà quella più ricca di novità. Abbiamo in<br />
cantiere davvero tanti progetti e non solo<br />
legati al campionato NBA… ;)<br />
P: Sì, sarà una stagione davvero intensa,<br />
ma non possiamo svelarvi ancora molto<br />
perché stiamo lavorando per chiudere parecchie<br />
collaborazioni e c’è sempre un po’<br />
di scaramanzia…<br />
A: Magari tra due mesetti potremo dirvi<br />
di più! A parte gli scherzi, sicuramente<br />
continueremo a lavorare nell’ottica di migliorare<br />
il gioco esistente e renderlo disponibile<br />
su mobile. Poi come dicevano<br />
Paolo e Enrico, potrebbero esserci anche<br />
novità al di fuori dell’NBA e presto speriamo<br />
di potervi dire di più.<br />
Prima di lanciarvi in quest’avventura “chi<br />
eravate e cosa facevate”?<br />
E: Io e Paolo abbiamo seguito un percorso<br />
professionale abbastanza simile, entrambi<br />
lavoriamo nel web da sempre. Io nello<br />
specifico ho fatto un paio d’anni a fare il<br />
consulente a Copenaghen. Poi sono rientrato<br />
in Italia, e da allora mi sono occupato<br />
di Web Marketing (investimenti in<br />
media digitali, web analytics, CRM, etc)<br />
per alcune società molto attive sul panorama<br />
web.<br />
P: Io ho seguito un percorso professionale<br />
molto trasversale iniziando come Social<br />
Media Specialist per un sito di eCommerce<br />
nel 2008 e arrivando ad essere oggi<br />
Inventory Manager per un importante<br />
editore italiano.<br />
A: Io invece mi occupo di marketing di<br />
prodotto, e lavoro in una grande multinazionale<br />
del largo consumo da ormai 6<br />
anni. Comunicazione e lancio di nuovi prodotti<br />
sono stati il pane quotidiano per<br />
tutti questi anni, e l’esperienza accumulata<br />
in ufficio è stata senza dubbio utile<br />
per far rendere al meglio anche la realtà<br />
di Dunkest.<br />
Se e come è cambiata la vostra vita con<br />
Dunkest?<br />
E: Quale vita? Ahah!<br />
P: Effettivamente Dunkest assorbe tanto<br />
del nostro tempo libero. Da due anni a<br />
questa parte è un gioco di incastri tra<br />
amici, famiglia e lavoro. Ma la vita si fa più<br />
interessante quando affronti un viaggio<br />
verso un obiettivo e soprattutto quando<br />
puoi condividere questi momenti con chi<br />
vede lo stesso orizzonte.<br />
A: Ammazza che poeta! Ahah! Comunque<br />
è vero, la nostra vita è cambiata parecchio<br />
soprattutto nei ritmi e nella quantità di<br />
energie che ci richiede ogni giorno. Anzi,<br />
scappo, mi hanno scritto 8 persone su Facebook<br />
e devo rispondere prima chi inizino<br />
ad insultarmi!<br />
59 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
FEBBRAIO <strong>2015</strong><br />
di Andrea Ninetti<br />
T I M E O U T<br />
Non è mai facile dedicare una contro copertina ad un argomento<br />
che, ancora una volta, purtroppo, si prende la<br />
scena a scapito del basket giocato. Da illusi o ingenui, fate<br />
voi, speravamo che l’ormai famoso caso Rieti – Napoli<br />
fosse un brutto episodio che aveva ferito due tifoserie<br />
(quella reatina in particolare), insegnando a tutti qualcosa;<br />
a quanto pare, ci sbagliavamo e di grosso, perché a distanza<br />
di una manciata di anni, con ancora nelle orecchie<br />
l’eco delle polemiche legate a quella brutta storia fatta di<br />
parole e promesse mai mantenute, ecco che la stagione in<br />
corso ci ha fatto rivivere quei fantasmi addirittura in due<br />
piazze come Forlì e Veroli, che di basket hanno sempre<br />
vissuto.<br />
Se all’epoca Rieti si vide “scippare” il titolo sportivo di serie<br />
A da una città come Napoli, in cui però non si riesce ad impiantare<br />
(forse non si vuole) una realtà cestistica di un<br />
certo rilievo, si vedano anche le mille difficoltà incontrate<br />
nel corso dell’attuale stagione, quest’anno la “bomba” è<br />
scoppiata in LegaDue con gli scottanti casi di Forlì e Veroli.<br />
Va detto che le due situazioni erano sembrate per così dire<br />
sospette fin dall’inizio, anche se per opposti motivi: se in<br />
Romagna si mormorava davanti allo sbandieramento di<br />
buoni propositi e fantomatici budget milionari, atti a costruire<br />
una solida realtà in grado di competere nel giro di<br />
pochi anni con i club italiani più blasonati, in Ciociaria si<br />
combatteva da subito con una situazione complicata, figlia<br />
anche di un’innaturale e discutibile fusione del sodalizio verolano<br />
con la Stella Azzurra Roma, matrimonio naufragato<br />
nel giro di pochi mesi.<br />
Il filo conduttore che accomuna le due situazioni è principalmente<br />
la leggerezza con cui sono state gestite entrambe<br />
le situazioni. Viene naturale domandarsi chi,<br />
nonostante tutto quel che già si sussurrava in estate, abbia<br />
avallato l’iscrizione dei due club senza prima assumere le<br />
necessarie garanzie riguardo la rispettiva solidità finanziaria.<br />
Non erano forse già note le difficoltà economiche (debiti)<br />
di Veroli? E a Forlì nessuno conosceva il pedigree del<br />
signor Boccio? Costui aveva davvero così a cuore le sorti<br />
del basket forlivese oppure c’era dell’altro dietro il suo ingresso<br />
nel mondo del basket? Certo è che l’avventura si è<br />
conclusa con la pantomima della fuga all’estero per racimolare<br />
fondi con cui sanare i debiti attraverso una vendita<br />
di titoli non realizzabile in Italia.<br />
La verità non verrà mai a galla, non dimentichiamo che<br />
siamo in Italia, la patria della burocrazia e del delitto perfetto,<br />
spesso impunito. Già, delitto, perché ad essere uccisa<br />
è stata ancora una volta la passione dei tifosi, gli unici<br />
che non vengono mai rispettati, quelli che tutti vorrebbero<br />
chiamare a raccolta per riempire i vetusti e insicuri palasport<br />
d’Italia ma dei quali nessuno poi si preoccupa quando<br />
si tratta di consentire certe manovre di cui, con un po’ di<br />
lungimiranza, se ne potevano ampiamente prevedere gli<br />
esiti.<br />
Prima di preoccuparci dello scarso livello tecnico raggiunto<br />
dal nostro massimo campionato, problema reale ma non<br />
di primaria importanza, forse sarebbe utile porsi delle domande<br />
circa una seria e necessaria riorganizzazione della<br />
pallacanestro italiana, una rinascita che parta da concetti<br />
semplici come serietà, solidità e progetti pluriennali sostenibili.<br />
Senza andare ad aprire il capitolo della visibilità, pari<br />
a zero, visti anche i mezzi impiegati, ridicoli se paragonati<br />
a quelli messi in campo da altre leghe europee come quella<br />
spagnola o tedesca, limitiamoci a riflettere su altri temi caldi<br />
mai realmente affrontati negli ultimi anni, come ad esempio<br />
le nuove regole per il professionismo, i paletti da imporre<br />
sia per la capienza degli impianti che riguardo le basi economiche<br />
con cui i club devono dimostrare a priori di poter<br />
far fronte agli impegni. Tutti buoni propositi che si rinnovano<br />
di stagione in stagione e che puntualmente cadono nel<br />
vuoto, finendo per sollevare solo polemiche, dando vita ad<br />
una improduttiva e sterile caccia alle streghe che non aiuta<br />
a risolvere alcun problema e non migliora minimamente il<br />
prodotto basket.<br />
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