La Valle del Tevere
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<strong>La</strong> <strong>Valle</strong><br />
dei Calanchi<br />
Alessandro Maria Barelli<br />
Estesa dal lago di Bolsena, ad ovest, fino al <strong>Tevere</strong>, ad est, appare agli occhi come ferita dai tanti solchi<br />
(calanchi) che gli agenti atmosferici hanno creato nel terreno argilloso, durante l’arco dei secoli.<br />
<strong>La</strong> valle si è formata in epoca remota, quando allo strato di argilla e sabbia di era pleistocenica si sono<br />
iniziati a sovrapporre i materiali prodotti dal complesso vulcanico dei monti Vulsini (fino a 300000<br />
anni fa), che insieme a quello vicano e a quello cimino hanno costituito la geologia <strong>del</strong> Viterbese. E’<br />
affascinante vedere, nel grande sperone cu cui sorge l’abitato di Civita di Bagnoregio, la successione<br />
dei vari strati geologici che compongono questa terra.<br />
<strong>La</strong> valle è attraversata dai due corsi d’acqua Rio Torbido e Rio Chiaro, che nel corso <strong>del</strong> tempo, hanno<br />
scavato dei fossi, contribuendo, in parte, ai fenomeni di erosione cui è costantemente sottoposta<br />
la valle.<br />
Crocevia naturale, risulterebbe già abitato in epoca villanoviana (X-VIII secolo a.C.). In epoca etrusca,<br />
al centro <strong>del</strong>le vie di comunicazione tra l’Etruria meridionale e quella settentrionale, faceva parte<br />
<strong>del</strong> territorio <strong>del</strong>la città potente di Volsinii (odierna Orvieto) e la continuità <strong>del</strong>la presenza umana<br />
nella <strong>Valle</strong> è testimoniata da tombe scavate nella roccia tufacea, colombari, manufatti e cippi funerari<br />
rinvenuti nel corso di indagini archeologiche.<br />
A causa <strong>del</strong>la composizione argillosa <strong>del</strong> terreno,<br />
la vegetazione dei calanchi, è poco varia e<br />
costituita perlopiù da graminacee, leguminose e<br />
composite, disposte a piccoli gruppi radi, mentre<br />
sulle creste, dove vento e pioggia agiscono<br />
con più forza, la flora è addirittura assente ed<br />
è possibile, in alcuni tratti riconoscere l’argilla<br />
che affiora in superficie. Solo nella parte inferiore,<br />
dove il terreno è ancora ricco di materiali<br />
vulcanici, la vegetazione è più ricca, variando<br />
dai rovi a qualche rara rosa canina. A valle, dove<br />
scorrono i due corsi d’acqua, compaiono alberi<br />
(pioppi, olmi, salici), piante palustri (canne) ed<br />
arbusti, ma anche boschetti di querce e castagni<br />
che contribuiscono alla stabilità <strong>del</strong> terreno, di<br />
fronte al costante pericolo di frane. In qualche<br />
modo, infatti, l’opera di disboscamento avvenuta<br />
nei secoli da parte dei contadini che cercavano<br />
di strappare alla natura terreno coltivabile,<br />
ha incrementato i fenomeni erosivi cui è sottoposta<br />
quest’area. Ancora visibile, nella zona<br />
<strong>del</strong>la Carbonara, un rigoglioso cerreto, ultimo<br />
testimone dei verdi boschi che dovevano distendersi<br />
sui monti Vulsini.<br />
Così come la flora, anche la fauna non presenta<br />
particolarità, ma è costituita dalle specie tipiche<br />
<strong>del</strong>l’Alto <strong>La</strong>zio.<br />
Le aree boschive risultano abitate da piccoli<br />
mammiferi come il riccio, l’istrice, la volpe, la<br />
donnola e la faina. Si è iniziata, recentemente, a<br />
registrare costante la presenza <strong>del</strong> cinghiale.<br />
Mentre nella zona dei calanchi sono presenti la<br />
lepre e la talpa. Numerosi sono gli uccelli sia<br />
tra i passeriformi sia tra i non-passeriformi: nei<br />
rari boschi sono presenti il merlo, il pettirosso,<br />
il picchio muratore, la capinera, la ghiandaia ed<br />
il fringuello; presso le aree incolte, i campi seminati<br />
ed i pascoli sono presenti il barbagianni, il<br />
gheppio, la civetta ed il fagiano oltrechè l’allodola,<br />
il passero, il car<strong>del</strong>lino e la gazza. Completano<br />
il quadro faunistico il rospo, la rana, verde,<br />
la salamandra pezzata e il tritone crestato tra gli<br />
anfibi e, nei corsi d’acqua, l’anguilla, il barbo ed<br />
il gambero di fiume.<br />
8 Castelli e Rocche nell’italia <strong>del</strong> medioevo<br />
LA VALLE DEL TEVERE 9