Atletica UISP on line
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anche se sicuramente le d<strong>on</strong>ne<br />
hanno assunto, in parte, un nuovo<br />
ruolo sociale. Mi sembra che complessivamente,<br />
almeno in Italia,<br />
siano rimaste quasi immutate le<br />
divisi<strong>on</strong>i tradizi<strong>on</strong>ali dei ruoli di<br />
cura e accudimento dei figli e della<br />
casa, rendendo impossibile una<br />
maggiore equità nelle relazi<strong>on</strong>i<br />
di genere. Sicuramente nella violenza<br />
di genere giocano un ruolo<br />
centrale le definizi<strong>on</strong>i e le aspettative<br />
di una mascolinità tradizi<strong>on</strong>ale<br />
e la possibilità di interrompere i<br />
propri comportamenti violenti sia<br />
fisici che psicologici dipend<strong>on</strong>o<br />
dalla capacità di scoprirsi uomini<br />
in modo diverso da quello che è<br />
una definizi<strong>on</strong>e tradizi<strong>on</strong>ale dell’uomo.<br />
Quindi sicuramente esiste una<br />
difficoltà maschile nel ridefinire la<br />
propria identità, ma mi sembra che<br />
ancora n<strong>on</strong> esista una vol<strong>on</strong>tà diffusa<br />
maschile di un cambiamento<br />
identitario, dato che si tratterebbe<br />
di abband<strong>on</strong>are insieme ad una<br />
serie di prigi<strong>on</strong>i anche una serie<br />
di privilegi. Per questo credo che<br />
siamo ancora l<strong>on</strong>tani dal superamento<br />
del modello patriarcale che<br />
mi sembra ben forte e piazzato in<br />
tutti i punti chiave della società<br />
che poss<strong>on</strong>o governare un cambiamento.<br />
Soffermiamoci sugli aspetti psicologici<br />
della violenza: la psichiatra<br />
Marie- France Hirigoyen nel suo<br />
libro “Sottomesse. La violenza<br />
sulle d<strong>on</strong>ne nella coppia” scrive<br />
che la violenza fisica n<strong>on</strong> esplode<br />
mai come “un fulmine a ciel sereno”<br />
ma è sempre preceduta da<br />
una lunga azi<strong>on</strong>e di logoramento<br />
emotivo della vittima. Gli aggressori<br />
tuttavia, il più delle volte, n<strong>on</strong><br />
ric<strong>on</strong>osc<strong>on</strong>o il proprio comportamento<br />
come lesivo dell’equilibrio<br />
psico-fisico della partner. Qual è<br />
la sua esperienza in proposito?<br />
S<strong>on</strong>o gli uomini o chi li circ<strong>on</strong>da<br />
a rivolgersi al vostro centro? E, al<br />
termine dell’intervento terapeutico,<br />
si può parlare di guarigi<strong>on</strong>e?<br />
I maltrattanti hanno sicuramente<br />
dei meccanismi di difesa che<br />
minimizzano e a volte negano la<br />
violenza. Per questo s<strong>on</strong>o soggetti<br />
difficili c<strong>on</strong> cui lavorare. Ma i meccanismi<br />
di minimizzazi<strong>on</strong>e e negazi<strong>on</strong>e<br />
s<strong>on</strong>o messi in atto perché<br />
alla base, in alcuni soggetti, c’è un<br />
prof<strong>on</strong>do senso di vergogna per<br />
i comportamenti che veng<strong>on</strong>o<br />
messi in atto. La maggior parte dei<br />
soggetti che si s<strong>on</strong>o rivolti al nostro<br />
centro n<strong>on</strong> vogli<strong>on</strong>o perdere<br />
la propria compagna e si rivolg<strong>on</strong>o<br />
a noi perché sperano che facendo<br />
qualcosa possano recuperare la relazi<strong>on</strong>e.<br />
Gli autori di violenza s<strong>on</strong>o<br />
soggetti che vorrebbero amare ed<br />
essere amati e n<strong>on</strong> riesc<strong>on</strong>o a capire<br />
perché le proprie compagne<br />
stiano male. Si sent<strong>on</strong>o spesso<br />
vittime della situazi<strong>on</strong>e e prof<strong>on</strong>damente<br />
messi in crisi dai comportamenti<br />
o dalle azi<strong>on</strong>i delle<br />
compagne. N<strong>on</strong> hanno spesso gli<br />
strumenti emotivi per interpretare<br />
le proprie emozi<strong>on</strong>i come paura di<br />
essere abband<strong>on</strong>ati, paura della<br />
critica, senso di fallimento, senso<br />
di colpa e incanalano i propri vissuti<br />
emotivi in rabbia che poi sfo-<br />
gano usando violenza sulla compagna<br />
per riuscire a riprendere il<br />
c<strong>on</strong>trollo della situazi<strong>on</strong>e. S<strong>on</strong>o<br />
quindi gli uomini stessi a rivolgersi<br />
a noi, in genere, sull’<strong>on</strong>da di una<br />
qualche crisi e spesso spinti dalle<br />
compagne.<br />
Per quanto riguarda l’esito del trattamento<br />
dipende da molti fattori.<br />
Ci s<strong>on</strong>o alcuni criteri che ci poss<strong>on</strong>o<br />
far escludere alcuni soggetti<br />
dal trattamento, ma quelli che<br />
poss<strong>on</strong>o accedere ai gruppi e che<br />
hanno la motivazi<strong>on</strong>e al cambiamento<br />
n<strong>on</strong> c’è ragi<strong>on</strong>e che n<strong>on</strong><br />
possano imparare ad essere padri<br />
e partner n<strong>on</strong> violenti. La violenza<br />
è un comportamento intenzi<strong>on</strong>ale,<br />
si sceglie di essere violenti, si<br />
può quindi fare una scelta diversa.<br />
Le d<strong>on</strong>ne vittime di violenza s<strong>on</strong>o<br />
spesso le prime a negare il problema<br />
o, ancora peggio, ad autoattribuirsi<br />
le resp<strong>on</strong>sabilità della<br />
colpa. In che modo si può intervenire<br />
per accrescere la c<strong>on</strong>sapevolezza<br />
dei limiti tra ciò che è<br />
o n<strong>on</strong> è lecito in un rapporto c<strong>on</strong><br />
l’altro sesso (in coppia, nel lavoro,<br />
ecc…)?<br />
Occorre fare un grosso lavoro<br />
sulla disuguaglianza sociale che<br />
ancora è prevalente nella nostra<br />
società. Le d<strong>on</strong>ne n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o adeguatamente<br />
rappresentate in<br />
Parlamento come nei C<strong>on</strong>sigli di<br />
Amministrazi<strong>on</strong>e e in tutti i punti<br />
chiave della società. Le d<strong>on</strong>ne<br />
italiane hanno una media giornaliera<br />
di ore di cura dei figli e di<br />
mansi<strong>on</strong>i domestiche drammaticamente<br />
sproporzi<strong>on</strong>ate rispetto<br />
agli uomini. Io credo che il lavoro<br />
da fare sia principalmente in questa<br />
direzi<strong>on</strong>e più che nel cercare di<br />
aumentare l’auto-stima delle d<strong>on</strong>ne.<br />
S<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>vinta che il problema<br />
n<strong>on</strong> sia l’auto-stima delle d<strong>on</strong>ne,<br />
ma il potere maschile che ancora<br />
è saldamente radicato.<br />
Prevenzi<strong>on</strong>e e cura: se dobbiamo<br />
dare ragi<strong>on</strong>e a Bourdieu, è<br />
la parte cruciale del problema.<br />
I nostri stessi sistemi educativi,<br />
strutturati sec<strong>on</strong>do la logica del<br />
“dominio maschile”, induc<strong>on</strong>o<br />
gli stessi dominati (le d<strong>on</strong>ne) a<br />
vedere il m<strong>on</strong>do c<strong>on</strong> gli occhi dei<br />
dominanti (gli uomini). Come si<br />
scalfisce questo sistema simbolico?<br />
Educazi<strong>on</strong>e, sport, modelli di<br />
comportamento: su quali e quanti<br />
fr<strong>on</strong>ti si gioca la partita?<br />
La partita si gioca su moltissimi<br />
fr<strong>on</strong>ti, educazi<strong>on</strong>e intesa come<br />
scuola, ma molto rimane da fare<br />
sui modelli educativi che permeano<br />
i libri scolastici e la formazi<strong>on</strong>e<br />
degli insegnanti. Anche lo sport<br />
rappresenta un luogo di trasmissi<strong>on</strong>e<br />
di valori e sarebbe quindi<br />
della massima importanza formare<br />
gli allenatori delle squadre giovanili<br />
sui temi del rispetto fra i generi<br />
e sulla prevenzi<strong>on</strong>e rispetto<br />
alla violenza alle d<strong>on</strong>ne. Lo sport<br />
rappresenta soprattutto per i ragazzi<br />
un luogo di aggregazi<strong>on</strong>e ed<br />
apprendimento privilegiato. Naturalmente<br />
s<strong>on</strong>o anche le famiglie<br />
e la società nel suo insieme che<br />
dev<strong>on</strong>o fare un importante passo<br />
avanti. I modelli televisivi, proposti<br />
dalla moda o dalla cartell<strong>on</strong>istica<br />
stradale, prop<strong>on</strong>g<strong>on</strong>o ancora un<br />
modello femminile in cui il corpo<br />
è fatto oggetto di c<strong>on</strong>sumo per<br />
la vendita dei prodotti e dei programmi.<br />
Come facciamo ad educare<br />
diversamente una generazi<strong>on</strong>e<br />
se poi i modelli “di successo” a<br />
cui loro guardano prop<strong>on</strong>g<strong>on</strong>o<br />
ancora uno stereotipo femminile<br />
svuotato di senso e cervello? Di<br />
nuovo si torna ai luoghi di potere<br />
dove veng<strong>on</strong>o attuate politiche di<br />
vendita dei prodotti televisivi che<br />
dev<strong>on</strong>o essere radicalmente rivisti<br />
e modificati.<br />
D<strong>on</strong>atella Vassallo