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AFGHANISTAN, transizione in corso

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<strong>AFGHANISTAN</strong>, <strong>transizione</strong> <strong>in</strong> <strong>corso</strong><br />

Viaggio nel Paese che cerca la stabilità,<br />

anche con il contributo italiano.<br />

«In undici anni, con l’aiuto della<br />

missione Isaf questo Paese ha<br />

ottenuto molto: una struttura<br />

istituzionale, un esercito, forze<br />

di polizia, forme di assistenza<br />

per i bisognosi... Entro la f<strong>in</strong>e<br />

del 2014 la missione volgerà al<br />

term<strong>in</strong>e, ma non gli aiuti»<br />

[ ESTERO<br />

DI ILARIA ROMANO<br />

E ROMINA VINCI ]<br />

Il vertice Nato che si è svolto<br />

a Chicago lo s<strong>corso</strong> maggio<br />

è stato chiaro: la missione<br />

International Security Assistance<br />

Force <strong>in</strong> Afghanistan<br />

term<strong>in</strong>erà completamente nel<br />

2014. Fra due anni, dunque, il<br />

passaggio di consegne dalle<br />

forze <strong>in</strong>ternazionali a quelle afghane<br />

dovrà essere completato:<br />

la missione Isaf, che vede<br />

impegnata <strong>in</strong> prima l<strong>in</strong>ea anche<br />

l’Italia, va avanti ormai da<br />

undici anni ed è entrata nella<br />

fase di <strong>transizione</strong> che si concluderà<br />

alla f<strong>in</strong>e del 2014 con<br />

il ritiro di gran parte dei soldati.<br />

In Afghanistan, però, ritiro<br />

non vorrà dire abbandono, ma<br />

aiuto sotto altre forme: consulenza,<br />

rilancio dell’economia,<br />

supporto alla formazione del<br />

personale locale.<br />

DICEMBRE 2012<br />

»<br />

39


REPORTAGE<br />

Dalla f<strong>in</strong>e del regime dei talebani<br />

questo Paese ha compiuto<br />

molti passi importanti, con<br />

la collaborazione della comunità<br />

<strong>in</strong>ternazionale nel processo<br />

di costruzione dello Stato.<br />

Oggi dispone di una struttura<br />

istituzionale, un esercito e proprie<br />

forze di polizia, oltre che<br />

di forme di assistenza, a livello<br />

prov<strong>in</strong>ciale, per i bisognosi,<br />

come gli orfani e i parenti delle<br />

vittime della guerra.<br />

Tanti però sono i problemi che<br />

ancora lo affliggono: la corruzione,<br />

l’opposizione armata<br />

dei cosiddetti <strong>in</strong>surgents, una<br />

galassia di soggetti che comprende<br />

dai trafficanti di oppio<br />

ai combattenti talebani,<br />

la mancanza di collegamenti<br />

e <strong>in</strong>frastrutture, come strade,<br />

ponti, centrali elettriche.<br />

Il cont<strong>in</strong>gente italiano ha il controllo<br />

del Comando regionale<br />

Est, al conf<strong>in</strong>e con l’Iran, che<br />

comprende quattro prov<strong>in</strong>ce:<br />

Herat, Badghis, Farah e Ghor.<br />

Dal 14 settembre 2012, quello<br />

di stanza a Herat è al commando<br />

del Generale di Brigata<br />

Dario Ranieri, comandante <strong>in</strong><br />

patria della Brigata alp<strong>in</strong>a “Taur<strong>in</strong>ense”.<br />

I militari italiani sono<br />

impegnati nel controllo del territorio,<br />

nel sostegno alla popolazione<br />

e nella lotta agli ordigni<br />

esplosivi improvvisati.<br />

In ogni prov<strong>in</strong>cia è attivo un<br />

Prov<strong>in</strong>cial Recontruction Team<br />

(Prt), una struttura militare che<br />

lavora al fianco dei civili afghani<br />

per realizzare progetti<br />

di cooperazione. Quello di Herat<br />

è a guida italiana e vanta,<br />

fra le opere realizzate, il carcere<br />

femm<strong>in</strong>ile della città. La<br />

struttura, realizzata nel 2009<br />

con i fondi del M<strong>in</strong>istero della<br />

Difesa e dell’Unione europea,<br />

ospita oggi 137 donne<br />

di ogni età ed è un modello di<br />

accoglienza a riabilitazione.<br />

«Oggi stiamo lavorando per ristrutturare<br />

la sala biblioteca -<br />

racconta il Colonnello Aldo Costigliolo,<br />

comandante del Prt<br />

di Herat, mentre mostra una<br />

stanza piana di calc<strong>in</strong>acci e im-<br />

40 I 50epiu.it I DICEMBRE 2012<br />

palcature, dove sulle pareti si vedono<br />

ancora i disegni e i collage<br />

realizzati dalle detenute -<br />

è una soddisfazione pensare<br />

che questo sia davvero un luogo<br />

che riabilita, che accoglie, a<br />

volte quasi più di una famiglia».<br />

Al piano terra gli spazi sono<br />

condivisi e ogni stanza è un<br />

laboratorio di sartoria, tessitura,<br />

<strong>in</strong>formatica, l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>glese;<br />

al primo piano ci sono le stanze,<br />

ord<strong>in</strong>atissime e pulite, da<br />

quattro o sei posti letto.<br />

Le mamme possono tenere<br />

con sé i propri figli f<strong>in</strong>o agli<br />

otto anni, e anche per loro c’è<br />

un’aula stanza dedicata, con<br />

un’educatrice. La maggior parte<br />

delle donne che sconta una<br />

pena detentiva ha commesso<br />

reati m<strong>in</strong>ori, e molte hanno<br />

paura di tornare <strong>in</strong> “libertà”.<br />

La parte maschile della prigione<br />

di Herat si trova <strong>in</strong> condi-<br />

{ Alla scoperta dei villaggi, }<br />

il radicalismo delle tribù<br />

Secondo il calendario<br />

persiano siamo entrati<br />

nell’anno 1391. Penetrando<br />

questa terra (dall’alto<br />

prima, a bordo di un elicottero,<br />

e passando poi su<br />

terraferma) ci si accorge che<br />

il gap temporale è evidente,<br />

ed ha un suo perché. Il tessuto<br />

dell’Afghanistan, <strong>in</strong>fatti,<br />

si dirama <strong>in</strong> una serie di<br />

piccoli villaggi tribali, ognuno<br />

con il proprio capotribù.<br />

Avventurarsi <strong>in</strong> questi posti<br />

significa fare un balzo <strong>in</strong>dietro<br />

nel tempo. Non c’è luce,<br />

non c’è acqua, non c’è elettricità.<br />

L’agricoltura è ferma<br />

ai primordi ed utilizza ancora<br />

mezzi e metodi arcaici, è<br />

l’allevamento a far la voce<br />

grossa. Ogni villaggio ha un<br />

capotribù. Ed è lui che de-<br />

cide il bello e il cattivo tempo<br />

dei suoi “sudditi”, spartendo<br />

viveri e labili ricchezze.<br />

La legge che vige è lui<br />

stesso a dettarla, perché<br />

niente è più lontano, <strong>in</strong> questi<br />

luoghi, di concetti quali<br />

lo Stato, le Istituzioni, Diritti<br />

e Doveri. I capi tribù dei vari<br />

villaggi sono abituati a relazionarsi<br />

con i militari stranieri<br />

e a ricevere la visita delle<br />

truppe, perché non si fanno<br />

scrupoli nel chiedere benz<strong>in</strong>a,<br />

vestiti, alimenti.<br />

Se si prova a capire quanti<br />

abitanti risiedano <strong>in</strong> un determ<strong>in</strong>ato<br />

villaggio, si ottiene<br />

per risposta il numero di<br />

case che si erigono al suo <strong>in</strong>terno.<br />

E quando a fatica si<br />

riesce a tirar fuori un dato<br />

sul numero di persone, si<br />

«Visitare questi luoghi<br />

significa tornare<br />

<strong>in</strong>dietro nel tempo:<br />

niente acqua, niente<br />

elettricità e un’agricoltura<br />

che utilizza<br />

ancora mezzi e metodi<br />

arcaici»<br />

comprende, solo successivamente,<br />

che da questa cifra<br />

rimangono fuori le donne.<br />

Obbligate a rimanere a<br />

casa, difficile vederle <strong>in</strong> giro,<br />

neanche <strong>in</strong> burqua. Il pashtunwali,<br />

codice comportamentale<br />

di una legge non<br />

scritta dell’etnia pashtun,<br />

viene ancora osservato rigidamente<br />

da queste parti.<br />

Ed i suoi dettami non consegnano<br />

diritti alle donne,<br />

neanche quello di esser contate<br />

<strong>in</strong> un censimento sui<br />

generis.


zioni molto più difficili, perché a fronte<br />

di una capienza di 600 posti, ci sono<br />

oltre 2mila persone, con stanze<br />

da dieci letti <strong>in</strong> cui ne vengono stipati<br />

f<strong>in</strong>o a c<strong>in</strong>quanta. Anche per questo<br />

il direttore del carcere ha chiesto<br />

aiuto all’Italia. Con i fondi messi a disposizione<br />

dal nostro Paese nel 2012<br />

sono stati realizzati pr<strong>in</strong>cipalmente<br />

progetti per l’educazione e la sanità,<br />

ma anche strade, ad Herat e nel<br />

suo distretto “allargato” di Injil.<br />

Nonostante i progressi fatti, l’Afghanistan<br />

è ancora oggi un Paese che<br />

presenta sacche di povertà al limite<br />

della sopravvivenza: agricoltura praticata<br />

con mezzi rudimentali e pastorizia<br />

sono spesso le uniche risorse nelle<br />

aree più impervie, dove la mancanza<br />

di corrente elettrica e collegamenti<br />

stradali provoca un isolamento di<br />

fatto per molte piccole comunità, che<br />

restano lontane anche solo dal concetto<br />

di Stato e di istituzioni nazionali. Dalle<br />

cosiddette basi avanzate, ogni giorno<br />

partono delle pattuglie che si dirigono<br />

verso queste aree per stabilire un<br />

contatto con la popolazione. Ed è <strong>in</strong><br />

una di queste missioni che ha perso<br />

la vita il caporale degli Alp<strong>in</strong>i Tiziano<br />

Chierotti, lo s<strong>corso</strong> 25 ottobre. Se il rapporto<br />

con la popolazione si è<br />

»<br />

LA CONQUISTA DI UN FUTURO<br />

IN UNA SOCIETÀ TRADIZIONALE<br />

Mah Gul aveva venti anni, è stata<br />

decapitata un pomeriggio della<br />

prima decade di ottobre dai<br />

familiari del marito, perché si era rifiutata<br />

di prostituirsi. Larisa Wazivi, <strong>in</strong>vece, di<br />

anni ne ha ventidue, studia legge all’università<br />

di Herat e vuole diventare giornalista.<br />

Yasam<strong>in</strong>i Jahed, ventitreenne, <strong>in</strong>segna<br />

matematica, ha un figlio di tre anni<br />

e sogna per lui un “green country” <strong>in</strong><br />

cui crescere e studiare.<br />

La condizione femm<strong>in</strong>ile <strong>in</strong> Afghanistan<br />

è <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua evoluzione. Oggi le donne<br />

siedono <strong>in</strong> Parlamento, sono a capo<br />

di Dipartimenti Prov<strong>in</strong>ciali, possono lavorare<br />

al di fuori delle mura domestiche e<br />

frequentare scuole e università. Purtroppo,<br />

però, i diritti acquisiti sulla carta non<br />

sono ancora appannaggio di tutte, anche<br />

se le eccellenze non mancano.<br />

Una di queste è Maria Bashir, procuratore<br />

capo di Herat, una donna coraggiosa<br />

e orgogliosa del suo ruolo, nonostante<br />

le m<strong>in</strong>acce che spesso riceve. «Per<br />

me è importante fare da esempio per<br />

tutte le donne di questo Paese - racconta<br />

- e sono fiera di essere un giudice imparziale<br />

per tutti, uom<strong>in</strong>i e donne».<br />

Per <strong>in</strong>crementare l’occupazione si sta lavorando<br />

molto ad Herat, nei dipartimenti<br />

prov<strong>in</strong>ciali. «La possibilità di cercare<br />

lavoro - racconta Mahbooba Jamshidi, a<br />

capo del Dipartimento Affari Femm<strong>in</strong>ili<br />

- non si traduce automaticamente con<br />

l’aumento delle donne occupate, perché<br />

a monte c’è una mentalità difficile<br />

da combattere. Il nostro obiettivo è portare<br />

dal 15% al 30% la percentuale di<br />

donne che producano un reddito, cercando<br />

le soluzioni più adatte a loro».<br />

Grazie al lavoro del dipartimento, con il<br />

supporto degli italiani, è nato il Woman Social<br />

Center, una sorta di centro commerciale<br />

che mette <strong>in</strong>sieme <strong>in</strong> un unico edificio<br />

negozi gestiti da donne, una palestra<br />

femm<strong>in</strong>ile e una sala convegni. Perché creare<br />

uno spazio condiviso dove vendere e<br />

fare acquisti <strong>in</strong> modo riservato, familiare e<br />

<strong>in</strong> una struttura dove si possono portare anche<br />

i propri figli, è una delle chiavi v<strong>in</strong>centi<br />

per <strong>in</strong>centivare il lavoro, e conv<strong>in</strong>cere le<br />

famiglie che anche l’occupazione della donna<br />

è un’attività meritevole. Oltre alle attività<br />

legate all’artigianato, al commercio e<br />

alla sartoria, una delle professioni oggi sempre<br />

più ambita è il giornalismo. Nell’ottobre<br />

s<strong>corso</strong>, grazie ai fondi di un imprenditore<br />

locale, qu<strong>in</strong>dici ragazze, già professioniste<br />

dell’<strong>in</strong>formazione, hanno dato vita<br />

alla prima emittente afghana <strong>in</strong>teramente<br />

gestita da donne, Radio Sharzat. «Il nome<br />

prende spunto da Sherazade delle Mille<br />

e una Notte, che con le sue storie salvò<br />

la sua vita e quella di altre donne - racconta<br />

la direttrice Somia Ramish, sui trent’anni,<br />

il capo coperto da un velo colorato che<br />

lascia <strong>in</strong>travedere i capelli e un sorriso co<strong>in</strong>volgente<br />

-. Oggi noi raccontiamo esperienze,<br />

facciamo <strong>in</strong>formazione e cerchiamo di<br />

condividere emozioni, pensieri, ragionamenti<br />

politici; e la più grande soddisfazione<br />

sono le donne che ci chiamano da casa<br />

per parlare delle loro vite con noi».<br />

In radio arrivano ogni giorno almeno una<br />

dec<strong>in</strong>a di richieste di lavoro da altre donne<br />

che vorrebbero seguire quell’esempio,<br />

e che chiedono consigli su come affrontare<br />

una professione prima impensabile<br />

al femm<strong>in</strong>ile.<br />

«Prima ci si laureava <strong>in</strong> giornalismo e<br />

forse, al massimo, si riusciva ad <strong>in</strong>segnare<br />

- ricorda Somia - ora anche i colleghi<br />

uom<strong>in</strong>i non ci guardano più come<br />

un fenomeno, ma semplicemente come<br />

professioniste».<br />

Una consapevolezza di sé e dei propri diritti<br />

che purtroppo non può ancora essere<br />

data per scontata. In Afghanistan accade<br />

ancora che nei villaggi le donne<br />

possano essere “cedute” ad altre famiglie<br />

per riparare ad un’offesa o pagare<br />

un debito. E accade anche che possano<br />

essere condannate al carcere per essere<br />

scappate da casa, magari per sfuggire a<br />

violenze o a un matrimonio comb<strong>in</strong>ato.<br />

Nei mercati, per strada, i burqa si vedono<br />

ancora, <strong>in</strong>sieme ai khimar, lunghi veli neri<br />

o con stampe floreali dai toni scuri che ricoprono<br />

comunque da capo a piedi, lasciando<br />

scoperto solo il volto. Si usano anche<br />

nelle università, dove le ragazze studiano<br />

<strong>in</strong>sieme ai ragazzi, ma siedono rigorosamente<br />

separati gli uni dagli altri. Qui<br />

studentesse e <strong>in</strong>segnanti raccontano volentieri<br />

il loro sogno: un Paese f<strong>in</strong>almente pacificato,<br />

dove poter realizzare i propri desideri,<br />

senza matrimoni o divieti imposti da<br />

una tradizione difficile da cambiare.<br />

DICEMBRE 2012<br />

41


REPORTAGE<br />

stretto, nel <strong>corso</strong> degli anni, anche<br />

grazie alle operazioni condotte<br />

con personale afghano,<br />

la sicurezza non può ancora<br />

essere data per scontata, e resta<br />

la sfida quotidiana più<br />

grande. Come scrive sul Diario<br />

di Herat - pubblicato on l<strong>in</strong>e<br />

su La Stampa - il Maggiore<br />

Mario Renna, a capo dell’Ufficio<br />

Pubblica Informazione<br />

del Comando Brigata Alp<strong>in</strong>a<br />

Taur<strong>in</strong>ense, quello degli ordigni<br />

«sembra un gioco ma<br />

non lo è; è una partita serissima<br />

per dis<strong>in</strong>nescare esplosivi<br />

spesso fatti <strong>in</strong> casa con legno,<br />

fil di ferro, pezzi di metallo,<br />

di cui si parla quando<br />

ne esplode una, e non quando<br />

ne vengono dis<strong>in</strong>nescate<br />

27 <strong>in</strong> un mese».<br />

IL PESO DEL PASSATO AFGANO NEI RICORDI<br />

DELL’ARCHITETTO ANDREA BRUNO<br />

C<strong>in</strong>quant’anni della sua vita dedicati a questa terra <strong>in</strong> cui<br />

ha studiato, progettato, preservato. Più che mai conv<strong>in</strong>to<br />

che “solo conservando si salvi il passato e si prepari il futuro”<br />

Correva il mese di marzo dell’anno<br />

2001. Sei mesi dopo, l’attacco alle<br />

Torri Gemelle avrebbe <strong>in</strong>augurato nel<br />

più triste dei modi il terzo millennio, e aperto<br />

una pag<strong>in</strong>a nuova e cruenta della storia<br />

recente. Il mondo <strong>in</strong>tero si sarebbe trovato<br />

di fronte alla figura di Osama B<strong>in</strong> Laden, per<br />

rendersi improvvisamente conto f<strong>in</strong>o a che<br />

punto il fanatismo religioso fosse capace di<br />

sp<strong>in</strong>gersi. A <strong>in</strong>izio marzo, però, l’<strong>in</strong>tegralismo<br />

dei talebani aveva già espresso la sua ferocia:<br />

i Buddha di Bamiyan, il monumento più<br />

maestoso dell’Afghanistan, vennero bombardati<br />

per due giorni di fila f<strong>in</strong>o a venir ridotti<br />

<strong>in</strong> macerie. Erano due enormi statue<br />

scolpite nelle pareti di roccia, abbattute dal<br />

fervore religioso dei talebani poiché considerate<br />

lontane dai precetti del Corano.<br />

«Non è distruggendo un simbolo religioso<br />

che si distrugge il suo pensiero», ribadisce<br />

con forza l’architetto tor<strong>in</strong>ese Andrea Bruno,<br />

consulente dell’Unesco per l’Afghanistan. Chissà<br />

quante volte, nel <strong>corso</strong> della sua carriera,<br />

avrà ripetuto questa frase. Ottantadue anni ben<br />

tenuti, c<strong>in</strong>quanta dei quali passati a far da<br />

42 I 50epiu.it I DICEMBRE 2012<br />

ponte con l’Afghanistan per studiare, progettare,<br />

restaurare e conservare. In mezzo secolo<br />

ha promosso l’<strong>in</strong>ventario dei monumenti del<br />

Paese. Erano gli albori degli Anni ‘60, il giovane<br />

Bruno era fresco di laurea quando ha <strong>in</strong>iziato<br />

a dedicarsi al consolidamento della parete<br />

dei Buddha di Bamiyan. Ancora oggi, a<br />

distanza di dieci anni dalla distruzione, l’architetto<br />

soffre nel rivedere le immag<strong>in</strong>i di quelle<br />

statue <strong>in</strong> balia delle fiamme, come chi ha<br />

perso una cosa cara e preziosa, a cui ha dedicato<br />

parte della propria vita.<br />

Ma lui ha anche restaurato il bazaar coperto<br />

di Kabul, dove ha progettato anche l’Ambasciata<br />

Italiana. Nel 1978 ha avviato il consolidamento<br />

del m<strong>in</strong>areto di Jam (term<strong>in</strong>ato<br />

nel 2006), opera eccezionale che si trova<br />

nella regione di Herat. Ha riportato al suo<br />

splendore la Qala-I-Ikhtiyarudd<strong>in</strong>, la Cittadella<br />

di Herat che risale al XIV secolo, oggi<br />

<strong>in</strong>teramente recuperata come museo. È tornato<br />

a parlare del suo Afghanistan, e lo ha<br />

fatto proprio nel cuore della sua Herat, all’<strong>in</strong>terno<br />

dell’università che oggi ospita più<br />

di diecimila iscritti, molti dei quali donne. Ed<br />

è a loro, agli studenti afgani, che l’architetto<br />

Bruno ha <strong>in</strong>dirizzato la lectio magistralis,<br />

“Perché e per chi conservare”. «La conoscenza<br />

delle vostre ricchezze archeologiche<br />

e culturali è <strong>in</strong>dispensabile per poterle proteggere<br />

- ha ribadito a gran voce alla sua platea<br />

- ed è soltanto conservando che si salva<br />

il passato e si prepara il futuro». Un processo<br />

di presa di conoscenza e di rafforzamento<br />

dell’identità nazionale che ha visto anche<br />

l’impegno delle forze militari italiane,<br />

protagoniste di alcuni progetti specifici nel<br />

settore della comunicazione culturale come,<br />

da ultimo, la realizzazione e distribuzione <strong>in</strong><br />

tutte le scuole della città del libro Made <strong>in</strong><br />

Herat <strong>in</strong> doppia l<strong>in</strong>gua (dari ed <strong>in</strong>glese), che<br />

ben illustra i monumenti dell’Afghanistan<br />

occidentale. «Perché rafforzare la memoria<br />

storica porta ad avere rispetto del patrimonio<br />

artistico-culturale - ha dichiarato il capitano<br />

Elena Croci, ufficiale della Riserva selezionata<br />

dell’Esercito - ed è soltanto conoscendo<br />

la storia che le giovani generazioni<br />

possono trovare l’entusiasmo per preservare<br />

e rafforzare il proprio futuro».


{ }<br />

Un centro agricolo<br />

d’avanguardia a mezz’ora<br />

da Herat<br />

Ènotoriamente il Paese<br />

maggior produttore mondiale<br />

di papavero da oppio,<br />

ma si tratta di un primato<br />

di cui, <strong>in</strong> Afghanistan, una<br />

buona fetta della popolazione<br />

non ne va affatto tanto fiera,<br />

anzi. Da anni è <strong>in</strong>iziata <strong>in</strong>fatti<br />

la marcia a favore delle<br />

colture diverse dall’oppio.<br />

Dapprima è stata la volta dello<br />

zafferano, che è stato lo<br />

scudo attraverso cui il cont<strong>in</strong>gente<br />

italiano ha condotto<br />

un’avanzata nell’ovest del Paese<br />

distribuendo bulbi, fertilizzanti<br />

e arnesi da lavoro. Ma la<br />

coltivazione della pregiata spezia<br />

non è riuscita ad <strong>in</strong>taccare<br />

quella della cosiddetta<br />

“mezzaluna d’oro”, nello Helmand,ritenuta<br />

la più gran-<br />

decoltivazione d’oppio<br />

della terra. Ha<br />

preso così avvio<br />

il Perennial<br />

Horticulture<br />

Development<br />

Project (Phdp),<br />

un progetto <strong>in</strong>ternazionale per<br />

lo sviluppo dell’agricoltura locale<br />

che mira a preservare e<br />

selezionare le migliori colture<br />

autoctone e sperimentare vari<br />

tipi di concimi, fertilizzanti<br />

e tecniche di coltivazione. Ad<br />

oggi si contano sei aziende<br />

agricole modello <strong>in</strong> Afghanistan,<br />

e coltivano complessivamente<br />

33 ettari di terreno.<br />

Ad appena mezz’ora di macch<strong>in</strong>a<br />

da Herat sorge uno di<br />

questi centri d’avanguardia.<br />

Si tratta della Urdu Khan Farm,<br />

un centro agricolo sperimentale<br />

<strong>in</strong> cui vengono selezionate<br />

diverse cent<strong>in</strong>aia di colture<br />

da frutta, <strong>in</strong> particolare pesche<br />

ed una varietà d’uva di<br />

eccellente qualità (la prov<strong>in</strong>cia<br />

«Un progetto<br />

per lo sviluppo<br />

dell’agricoltura<br />

locale»<br />

di Herat è tra i più grandi fornitori<br />

di uva del Pakistan e dei<br />

Paesi limitrofi). Nell’azienda<br />

vengono <strong>in</strong>oltre sviluppate<br />

tecniche di crescita e piantumazione<br />

moderne, al f<strong>in</strong>e di<br />

promuovere un’agricoltura <strong>in</strong>tensiva.<br />

Il centro sperimentale<br />

è considerato il fiore all’occhiello<br />

del dipartimento dell’agricoltura<br />

e garantisce una<br />

trent<strong>in</strong>a di posti di lavoro tra<br />

tecnici, agronomi e operai.<br />

Un numero che sale f<strong>in</strong>o a<br />

toccare quota 150 operatori<br />

nei periodi di raccolta. Il progetto<br />

vanta il sostegno del<br />

M<strong>in</strong>istero dell’Agricoltura afghano<br />

e il f<strong>in</strong>anziamento dell’Unione<br />

europea, oltre al<br />

co<strong>in</strong>volgimento di alcune<br />

aziende italiane,non-<br />

ché delle<br />

Università di<br />

Firenze e Bologna.<br />

Anche<br />

il cont<strong>in</strong>gente<br />

italiano,<br />

con il Prov<strong>in</strong>cialReconstruction<br />

Team (Prt) - Cimic<br />

Detachment di Herat, ha<br />

contribuito allo sviluppo del<br />

centro. Solo una dec<strong>in</strong>a di<br />

giorni fa è stata <strong>in</strong>augurata<br />

un’area espositiva che permetterà<br />

l’esposizione e la vendita<br />

di tutti i prodotti ortofrutticoli<br />

coltivati presso la Urdu<br />

Khan Farm.<br />

Ma su cosa punta l’Afghanistan<br />

del post 2014? A rispondere<br />

è il governatore di Herat,<br />

Daud Shah Saba: «Incrementare<br />

lo sviluppo dell’agricoltura,<br />

dell’allevamento e il valore<br />

delle <strong>in</strong>dustrie; promuovere<br />

il lavoro artigianale e <strong>in</strong>centivare<br />

quello turistico». La<br />

r<strong>in</strong>ascita dell’Afghanistan parte<br />

da qui.

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