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Libro De Palma - Ordine degli Avvocati di Taranto

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IV - IL PRITANEO, LA LEX MUNICIPI! TARENTI, IL PALAZZO DEGLI UFFICI...<br />

Sul Pritaneo le fonti non sono univoche, ne hanno scritto in tanti, da Strabene al Gagliardo, non<br />

si sa bene neppure dove fosse, se dove fu poi costruito il convento <strong>di</strong> San Domenico (<strong>De</strong> Vincentiis),<br />

oppure nella zona del Palazzo <strong>degli</strong> Uffici. I greci, invece, sanno con certezza che il loro Pritaneo era<br />

nell'Agorà. Era la sede dei Pritani, cioè un'assemblea popolare fatta <strong>di</strong> consiglieri, che ogni giorno<br />

eleggevano tra <strong>di</strong> loro un presidente al quale era affidato il sigillo dello Stato e la chiave dell'Erario.<br />

Secondo altre fonti, il Pritaneo era la sede del Foro Civile, si amministrava la Giustizia. Ardeva,<br />

in quel recinto, un celebre candelabro che Dionisio il Giovane aveva donato ai tarentini, e che aveva<br />

tanti becchi quanti erano i giorni dell'anno.<br />

Tutto cambiò, poi, quando Tarante e Roma si concertarono in qualche modo su un piano <strong>di</strong><br />

parità giuri<strong>di</strong>ca e amministrativa. Da città libera qual era ai tempi della Magna Grecia, Tarante <strong>di</strong>venne<br />

civitas foederata, pur conservando una notevole autonomia politica e amministrativa. Arriva così il<br />

tempo (siamo attorno al 90 avanti Cristo) della Lex Municipii Taren-ti. Luigi Viola riuscì a ritrovare,<br />

mercé gli scavi eseguiti nella zona <strong>di</strong> Solito, sei frammenti bronzei, portati poi nel Museo Nazionale <strong>di</strong><br />

Napoli. Quella legge fu ricostruita ed esaminata da eminenti stu<strong>di</strong>osi, dal Mommsen allo Scialoia: in<br />

essa vi erano norme che esprimevano concetti ancora attuali <strong>di</strong> democrazia, dell'uso legittimo dei poteri<br />

statuali e <strong>di</strong> «limitazioni» comportamentali <strong>degli</strong> amministratori della res publica a garanzia del<br />

rispetto dei <strong>di</strong>ritti generali, ma anche <strong>di</strong> quelli in<strong>di</strong>viduali dei citta<strong>di</strong>ni. Si può così in<strong>di</strong>viduare quasi<br />

una continuità concettuale, tra la giustizia amministrata al tempo del Pritaneo, e quella contenuta nella<br />

Lex Municipii Tarenti, almeno per quanto attiene l'affermazione della prevalenza <strong>degli</strong> interessi<br />

pubblici suquelli privati. La "pecunia publica" veniva definita "sacra et religiosa". Docet ancora,<br />

quella Lex!<br />

- Perfetto, ma sintetizza...<br />

- D'accordo, non senza però fare un cenno a Federico II <strong>di</strong> Svevia il quale, com'è noto, <strong>di</strong>mostrò<br />

<strong>di</strong> avere un particolare e valido interesse per l'amministrazione della Giustizia. Egli infatti realizzò un<br />

vero e proprio «corpo organico» <strong>di</strong> leggi, che cominciò a promulgare sin dal 1231 con palese<br />

ispirazione al <strong>di</strong>ritto giustinianeo, in prevalenza nel settore processuale. Tale impostazione dottrinaria<br />

ed operativa nel campo del Diritto facilitò ed oriente le successive normative <strong>di</strong> legge, anche per quanto<br />

riguarda Tarante, fino alle realizzazioni conseguenti all'Unità d'Italia.<br />

Il Mezzogiorno, pertanto, rimase lungamente sottoposto alla struttura centralizzata della Corte<br />

d'Appello <strong>di</strong> Trani che, ancora nel 1861, rappresentava il vertice del potere giu<strong>di</strong>ziario, quale unico<br />

<strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Corte d'Appello avente giuris<strong>di</strong>zione sui circondar! <strong>di</strong> Bari, Lecce, Lucera, Tarante e Trani.<br />

Infatti, soltanto con il Regio <strong>De</strong>creto <strong>di</strong> Vittorio Emanuele II del 20 novembre 1881 venne<br />

effettivamente realizzata l'istituzione del Tribunale <strong>di</strong> Tarante. Successivamente, con il Regio <strong>De</strong>creto<br />

del 24 marzo 1923 n. 601, intervenuta l'istituzione della Corte d'Appello <strong>di</strong> Bari, il nostro Tribunale<br />

passò sotto la nuova giuris<strong>di</strong>zione, unitamente ai Tribunali <strong>di</strong> Bari, Foggia, Lecce, Tarante e Trani.<br />

All'inizio, il nostro Tribunale aveva cominciato a funzionare in una sede posticcia nella città<br />

vecchia. Bisognò attendere il 28 giugno 1896, giorno in cui venne inaugurato il Palazzo <strong>degli</strong> Uffici,<br />

per vedere il nostro Tribunale inse<strong>di</strong>arsi in una sede decorosa, il che avvenne l'anno successivo, nel '97.<br />

Quando Alessandro Criscuolo, luminosa figura dell'Avvocatura tarentina, aveva tenuto il<br />

<strong>di</strong>scorso d'inaugurazione del nuovo Palazzo <strong>degli</strong> Uffici, egli aveva preconizzato l'inse<strong>di</strong>amento del

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