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II. POZZO, LE TUE RADICI
senza origine
da strade e vie tornano in me
le false lacrime dei re
(Senza origine)
Hai visto la luce il 6 aprile 1980, a Pozzo, un piccolo pugno di case
immerso nel verde della Val di Chiana. Un verde intimo e immenso, che
ritrovi nei quadri intensi dei macchiaioli. C’è qui una dimensione di pace
antica, la stessa che portavi sempre con te.
Qualcosa di Pozzo mi hai raccontato, quando scrivevamo i testi delle
tue canzoni e facevamo ricerca sulle tue origini. Mi dicevi che questa
minuscola frazione di Foiano della Chiana, oggi fuori dal mondo caotico e
lontana dalla mano cattiva dell’uomo, ha una lunga e travagliata storia.
Fu popolata prestissimo, fin dal VI secolo a.C., nel tempo in cui la civiltà
etrusca si estendeva a macchia d’olio. Passò il lungo e buio periodo della
dominazione romana, i contrasti del medioevo, le crisi agricole con l’avanzare
implacabile della paludosa pianura chianina; nel 1084 si dotò, prima
a farlo in Valdichiana, di uno statuto cittadino e si proclamò comune libero
e indipendente.
Il destino di tutta quest’area è passato per mille vicissitudini: prima i
senesi e poi gli aretini tra il XII e XIII secolo sottomisero il borgo, finchè
nel 1336 Firenze entrò di prepotenza e rase al suolo Foiano, per ricostruirla
più forte e protetta da nemici e paludi. I fiorentini vi edificarono
anche un porto, documentato da statutari cortonesi del 1325.
Nel 1387 Foiano acquistò nuovamente lo status di comune, seppure
dipendente dal dominio fiorentino, e pose sotto la propria giurisdizione la
tua piccola Pozzo, centro nevralgico di scontri tra gli abitanti locali. Proprio
a Pozzo, il 2 agosto 1554, si scatenò la battaglia di Scannagallo, dove
le truppe fiorentine ebbero ragione di quelle senesi, e si aprirono le porte
di Siena.
Mi hai raccontato che l’Associazione Culturale Scannagallo organizza
ogni maggio la rievocazione storica di quel combattimento. Il
corteo storico, con le armi bianche e da fuoco, gli abiti rinascimentali