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Gianni%20Rodari%20-%20Favole%20al%20telefono

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GIANNI RODARI<br />

Gennaro venne affidato a certi vicini, che erano<br />

girovaghi, e avevano un carrozzone, e viaggiavano per i<br />

paesi un po' chiedendo l'elemosina, un po' suonando la<br />

fisarmonica, un po' vendendo ceste di vimini che<br />

fabbricavano nelle soste lungo la strada. A Gennaro<br />

diedero una gabbia con un pappagallo che, col becco,<br />

toglieva da una cassettina un biglietto con i numeri da<br />

giocare al lotto. Gennaro doveva mostrare il pappagallo<br />

alla gente, e se gli davano qualche moneta faceva pescare<br />

un bigliettino al pappagallo. Le giornate erano lunghe e<br />

noiose, spesso si capitava in paesi dove la gente era<br />

povera e non aveva niente da dare in elemosina, e allora a<br />

Gennaro toccava una fetta di pane più sottile, e una<br />

scodella di minestra più vuota. Ma quando la notte calava<br />

Gennaro si avvolgeva nella coperta del babbo soldato, che<br />

era tutta la sua ricchezza, e nel suo odoroso tepore si<br />

addormentava sognando un pappagallo che gli raccontava<br />

una favola.<br />

Uno dei girovaghi era stato soldato col padre di<br />

Gennaro, si affezionò al bambino, gli spiegava le cento<br />

cose che si incontravano lungo la strada e per<br />

divertimento gli insegnava a leggere i cartelli coi nomi<br />

dei paesi e delle città.<br />

- Vedi? Quella è A. Quell'altro secco secco, che pare<br />

un bastone senza manico, è I. Quel bastone con la gobba è<br />

P.<br />

Gennaro imparava presto. Il girovago gli comprò un<br />

quaderno e una matita e gli insegnava a ricopiare i cartelli<br />

stradali. Gennaro riempiva pagine e pagine col nome di<br />

ANCONA, o con quello di PESARO, e un giorno riuscì a<br />

scrivere da solo il proprio nome, lettera per lettera, senza<br />

un errore. Che bei sogni, quella notte, nella coperta del<br />

babbo soldato.<br />

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