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n° 14. Benedetto Luti, La cena di Emmaus, olio su ... - Palazzo Chigi

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iservatezza. Si tratta <strong>di</strong> un modello (fig. 14) per la grande tela ovale<br />

da soffitto, rappresentante un’Allegoria della Notte, impersonata<br />

dalla Luna nelle vesti Diana, con le Ore e il Vento (fig. 13), facente<br />

parte <strong>di</strong> un ciclo <strong>di</strong> tele da soffitto commissionate dal marchese De<br />

Carolis all’incirca nella prima metà degli anni venti, per il <strong>su</strong>o palazzo<br />

omonimo in via del Corso, poi <strong>di</strong>venuto sede del Banco <strong>di</strong> Roma<br />

(attualmente non più in vita), a cui parteciparono alcuni dei più vali<strong>di</strong><br />

pittori del momento: L. Garzi, G. Odazzi, G.B. Chiari, S. Conca,<br />

F. Trevisani e A. Procaccini. Il <strong>Luti</strong> in questa tela, ricordata anche<br />

dal Moucke nella <strong>su</strong>a Serie <strong>di</strong> Ritratti…, per il <strong>su</strong>o “beninteso sottoin<strong>su</strong>”,<br />

vi conferma la <strong>su</strong>a capacità <strong>di</strong> sfruttare gli insegnamenti del<br />

barocco, smorzandone l’e<strong>su</strong>beranza in una pacata grazia arca<strong>di</strong>ca,<br />

attraverso la <strong>su</strong>a soffusa morbidezza <strong>di</strong> modellato. Peculiarità felicemente<br />

esplicate pure in questo modello ine<strong>di</strong>to.<br />

Sempre in un palazzo eminente dell’aristocrazia romana, quello<br />

Colonna, il <strong>Luti</strong> realizzò nel 1720 circa, in una veste più gran<strong>di</strong>osa<br />

e spettacolare, attinente alla vastità dell’ambiente (la sala <strong>di</strong> Martino<br />

V), la tela da soffitto, rappresentante l’Apoteosi dell’ascesa al soglio<br />

pontificio del car<strong>di</strong>nale Oddone Colonna col nome <strong>di</strong> Martino V<br />

(fig. 15), del quale è stato esitato <strong>di</strong>eci anni or sono alla Christie’s <strong>di</strong><br />

New York un <strong>di</strong>segno pre<strong>su</strong>mibilmente preparatorio, in quanto<br />

parzialmente rifinito e presentante delle varianti nelle figure <strong>su</strong>periori<br />

(fig. 16).<br />

In questa relazione <strong>su</strong>l <strong>Luti</strong>, che più che altro spero possa aver costituito<br />

una saliente introduzione alla <strong>su</strong>a complessa personalità, <strong>su</strong>lla<br />

scorta delle rilevanti testimonianze ine<strong>di</strong>te, <strong>di</strong> cui abbiamo trattato<br />

più ampiamente, non potevo esimermi dal presentare quella che è<br />

una delle <strong>su</strong>e pitture più significative - che segna pure un punto<br />

fermo della <strong>su</strong>a attività - che tuttavia è stata anni or sono recuperata<br />

da un’asta della Finarte <strong>di</strong> Milano e valorizzata dal <strong>su</strong>o acquirente,<br />

l’antiquario P. Scarpa <strong>di</strong> Venezia, per poi essere acquisita dallo<br />

Stato <strong>su</strong> segnalazione della locale Soprintendenza. Un recupero tar<strong>di</strong>vo<br />

ma lodevole <strong>di</strong> questo artista, ancora da apprezzare convenientemente<br />

nella <strong>su</strong>a portata, sia <strong>su</strong>l piano critico che, <strong>di</strong>ciamolo pure,<br />

economico. Firmato e datato 1712, il <strong>di</strong>pinto rappresentante Pio V<br />

che bene<strong>di</strong>ce in Piazza San Pietro una reliquia del <strong>su</strong>olo <strong>di</strong> Roma per<br />

inviarla al re <strong>di</strong> Polonia (fig. 17), ha dovuto attendere per una <strong>su</strong>a<br />

pubblicazione ufficiale il catalogo dei Dipinti del ‘700 della Galleria<br />

Nazionale d’Arte Antica <strong>di</strong> <strong>Palazzo</strong> Barberini (Roma 2007, pag.<br />

140, n. 182), redatto da L. Mochi Onori. Famoso ai <strong>su</strong>oi tempi,<br />

come una delle <strong>su</strong>e opere più riuscite (per il D’Argenville il <strong>su</strong>o<br />

capolavoro), fu conservato nelle stanze private del pontefice, da cui<br />

passò nel <strong>Palazzo</strong> Albani alle Quattro Fontane, rimanendovi in pratica<br />

del tutto negletto. Ma la s<strong>cena</strong> raffigurante un miracolo del pontefice,<br />

santificato da Clemente XI Albani, aveva già da tempo avuto<br />

il <strong>su</strong>o giusto apprezzamento, attraverso il magnifico <strong>di</strong>segno conser-<br />

Fig. 20. <strong>Benedetto</strong> <strong>Luti</strong>, Educazione della<br />

Vergine. Monaco <strong>di</strong> Baviera, Staatsgalerie<br />

Fig. 21. <strong>Benedetto</strong> <strong>Luti</strong>, Educazione della<br />

Vergine. Già New York, Chriestie’s, 2002<br />

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