NOTIZIARIO DELLA - Marina Militare

attività operativa
La missione Nato in Libia
La crisi in Libia ha avuto inizio
lo scorso febbraio,
quando con un inarrestabile
effetto domino alcuni popoli
dei paesi dell’Africa settentrionale
bagnati dal Mediterraneo
si sono “risvegliati” in
quella che ormai tutto il mondo
chiama la “primavera araba”.
Dopo l’Egitto e la Tunisia
anche sulla Libia è soffiato il
vento della protesta popolare,
del riscatto di popoli che da
troppo tempo avevano forse rinunciato
ad essere tali.
Le prime repressioni avvengono
nel sud della Libia, dove le
forze di sicurezza nazionali uccidono
due manifestanti. Siamo
al 17 febbraio ed è solo l’inizio
di quello che in poche
settimane si trasformerà in una
guerra fratricida del popolo libico.
Da una parte Gheddafi,
da 40 anni al potere e dall’altra
parte un popolo oppresso e
desideroso di libertà. Gli scontri
si fanno via via sempre più
cruenti ed i morti si contano a
centinaia, a mostrarcelo sono i
media che quasi in diretta con
le loro immagini raggiungono i
quattro angoli del pianeta.
Il mondo occidentale decide
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così di non poter attendere oltre
e sarà il Consiglio di Sicurezza
dell’ONU, il 26 febbraio a
chiedere alla NATO di intervenire
per far rispettare la risoluzione
1970 con la quale si sancisce
un embargo sulle armi, il
congelamento dei beni personali
del (ormai ex) leader libico
ed il divieto di lasciare il paese
allo stesso Gheddafi, suoi familiari
e personaggi politici del
governo.
L’Italia in questo periodo evacua
dal territorio libico con Nave
Mimbelli, Nave San Marco e
Nave San Giorgio, i suoi con-
Dopo 7 mesi, termina
“Unified Protector”,
la missione NATO in Libia.
“Grande soddisfazione per
l’operato di tutte le componenti
della Marina Militare”