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tesi specialistica - Matteo Sofi

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occa stremati dalla fame 3 . E così quelle misure necessarie per arginare il<br />

pericolo del contagio, da attuarsi in modo tempestivo, quarantene e blocco<br />

dei commerci con le località già infette, non poterono essere applicate in<br />

quanto si preferì rischiare il diffondersi della pestilenza piuttosto che<br />

danneggiare l'economia già disastrata della città. Il governatore della città<br />

era impegnato nell'assedio di Casale. Le autorità preferirono scegliere la<br />

linea dell'ottimismo per non creare panico nella cittadinanza, già nel<br />

recentissimo passato protagonista di tumulti, e per assicurare i commerci<br />

con gli stati confinanti. Quando queste misure furono prese e la realtà non<br />

poteva più essere nascosta era ormai troppo tardi e mancavano le risorse<br />

necessarie per metterle in opera. Di qui il disastro.<br />

1.4 Gli untori<br />

E gli untori? Dalle fonti numerose di cui oggi possiamo avvalerci e<br />

dai recenti studi storici possiamo ormai dire quasi con certezza che ci fu una<br />

vera e propria fabbrica della peste. Il ducato di Milano, dominio spagnolo,<br />

in guerra da anni, in preda alla povertà, avrebbe potuto certamente avere chi<br />

ne desiderasse lo sterminio. Se non una vera e propria organizzazione, ci<br />

poterono essere, ci furono sinceri terroristi, matti o disperati, cinici<br />

calcolatori o strateghi di morte, interessati ed impegnati a far sì che la<br />

pestilenza si prolungasse ed aggravasse. Forse ci fu chi pensò anche che<br />

ungendo si potesse dare un aiuto alla morte facendola sopravvenire in<br />

maniera più rapida; che dare una spinta accelerare la distruzione avrebbe<br />

anche contribuito a farla finire prima e che a quel punto meglio una peste i<br />

cui effetti si esauriscano in fretta piuttosto che una peste il cui effetto sia<br />

uno sterminio lento e doloroso ma di cui si può stare altrettanto certi.<br />

Opinione generale era che la peste fosse un castigo divino. Si<br />

potrebbe immaginare una persona ragionare così: “Dio vuole il sacrificio di<br />

centomila anime in questa città: che si raggiunga al più presto il tributo<br />

3 Cfr. G. Farinelli e E. Paccagnini; Processo agi untori – Milano 1630: cronaca e<br />

atti giudiziari – a cura di Giuseppe Farinelli e Ermanno Paccagnini; Garzanti; Milano 1988.<br />

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