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Notiziario n. 50 Pagina 12<br />
Gerbi, La disputa del Nuovo Mondo).<br />
L’ultima parte del volume offre una prospettiva a 360 gradi sul vasto panorama di studi e riflessioni<br />
di argomento ispano americano, prodotti dalla cultura letteraria e scientifica italiana: doveroso<br />
il ricordo di Aldo Albònico, che chiosa degnamente un volume di alto profilo scientifico.<br />
M. Rabà<br />
* Cristina Fiallega (coordinadora), Historia del teatro guadalupano a través de sus textos,<br />
Xalapa, Universidad Veracruzana, 2012, pp. 919.<br />
Vari sono i meriti di questo ponderoso volume ideato e curato dalla<br />
nota ispanoamericanista dell’Università di Bologna, Cristina Fiallega,<br />
autrice non solo del fondamentale studio introduttivo, ma di numerosi<br />
altri studi dedicati a diverse delle opere drammatiche incluse nella raccolta.<br />
Tra i molti pregi dell’iniziativa in primo luogo l’aver tratto dall’oblio<br />
una serie di testi dei quali poco si sapeva, come del resto di tutto il<br />
teatro sorto intorno all’apparizione della Vergine di Guadalupe nel dicembre<br />
del 1531 all’indio Juan Diego. Fondamentale è stata la ricerca<br />
della vasta serie di composizioni relative all’evento, circa una quarantina<br />
reperite, delle quali nel presente volume se ne sono edite dodici, riempiendo,<br />
come ho detto, un vuoto singolare, apportando dati inediti sulla<br />
persistenza del tema guadalupano nel teatro, prendendo le mosse precisamente<br />
dalla prima relazione dell’umile spettatore del miracoloso evento,<br />
qui riprodotta, poiché appare certo che tale relazione sia essa stessa, come afferma la Fiallega, una<br />
rappresentazione drammatica dello stesso.<br />
In questo modo la traduzione teatrale del miracoloso evento si trasmette con continuità singolare<br />
attraverso i secoli, fino ai nostri giorni, ma con caratteristiche e finalità diverse acutamente poste in<br />
rilievo dalla Curatrice. Se infatti il culto affermatosi verso la Vergine di Guadalupe fu in un iniziale<br />
periodo incoraggiato dalla chiesa evangelizzatrice, presto fu osteggiato per il timore di un ritorno<br />
degli indigeni all’idolatria. Ma già agli inizi del Cinquecento il culto mariano, e quindi la sua rappresentazione<br />
drammatica, riprendeva forza, fino a convertirsi, nel tempo, non solo in mezzo di evangelizzazione,<br />
ma in una identificazione stretta con la nazione messicana, resistendo a miscredenze<br />
e sommovimenti politici, anzi rafforzando, soprattutto nei secoli XVIII e XIX, la lotta per l’Indipendenza<br />
dalla Spagna, la Rivoluzione del 1910 e, alla fine di essa, tutto il periodo che arriva fino ai<br />
nostri giorni.<br />
Di ognuno dei citati periodi il volume dedicato al teatro guadalupano presenta significativi testi e<br />
quanto agli autori solamente appare certa l’identità per i secoli più vicini a noi, poiché sembra che<br />
di testi ampiamente correnti alcuni drammaturghi se ne siano appropriati il merito. Comunque, ciò<br />
non toglie significato alle varie creazioni che diversi studiosi, messicani e italiani, propongono e<br />
commentano, in un esempio non corrente di perfetta consonanza.<br />
Al tema nel teatro “virreinal” introduce Germán Viveros, presentando gli studi di Ana Rita Valero<br />
de García de Lascurain, dello stesso Viveros e della Fiallega, rispettivamente: il Coloquio de María<br />
Santísima de Guadalupe cuando se le apareció al dichoso Juan Diego, del 1596, El portento<br />
mexicano, opera del secolo XVII, e la Comedia famosa de la sagrada aparición de Nuestra Señora<br />
de Guadalupe, del secolo XVIII.<br />
Al teatro indipendentista introduce Cristina Fiallega, che pure interviene nell’esame sia del teatro<br />
del Messico indipendente, sia in quello del Messico contemporaneo. All’edizione e studio delle opere<br />
drammatiche del primo e del secondo dei settori indicati appare particolarmente attivo l’iberismo<br />
dell’Università bolognese. Infatti, se la Fiallega s’incarica delle introduzioni generali e nel set-