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LA NOTTE<br />
accompagna al piumaggio antirumore.<br />
Durante la notte ogni scricchiolio<br />
sembra un rimbombo, e chi resta sveglio<br />
per conquistarsi uno spazio nel<br />
mondo deve star bene attento. I nemici<br />
che arrivano in volo sferrando l’attacco<br />
a sorpresa non danno preavviso,<br />
e con un fruscio tanto leggero da<br />
sembrare un alito di vento non lasciano<br />
scampo alla vittima: un tuffo nel<br />
vuoto in picchiata, poi l’artigliata, ed è<br />
fatta: stecchita. Hanno penne studiate<br />
una a una per questo lavoro: quelle<br />
delle ali,le remiganti,soffici come piumini,<br />
sono lanose e sfrangiate, per at-<br />
In apertura, un allocco punta la preda. In questa pagina:<br />
sulla sinistra, una strix nebulosa; sulla destra una civetta<br />
nana. Nella pagina a fianco: sopra, un barbagianni in volo<br />
con la preda; sotto, un nido di gufo.<br />
tutire il rumore del frullo.<br />
Sembrano dita fantasma, capaci di trasformare<br />
il rapace in un fucile con il<br />
silenziatore. Forse tra tutti è l’udito il<br />
senso più affascinante di questi animali.<br />
I ciuffetti auricolari non c’entrano<br />
niente con la faccenda del “sentire”:<br />
servono invece a camuffarsi meglio<br />
nei boschi intricati, amplificatori<br />
dell’effetto mimetico del piumaggio. I<br />
meati uditivi, nascosti tra le penne fitte<br />
di quelle grandi teste lisce,sono inaspettatamente<br />
grandissimi, con le<br />
aperture auricolari asimmetriche, di<br />
modo che le onde sonore arrivino in<br />
momenti diversi, permettendo di percepire<br />
sia la componente orizzontale<br />
che quella verticale di ogni più piccolo<br />
fruscio. L’area del cervello adibita<br />
alla ricezione dei suoni è piena di<br />
neuroni: nulla sfugge, nemmeno<br />
il più flebile squittio di un topo<br />
imprudente. E quella maschera<br />
facciale che certi hanno evidente<br />
e che sembra solo ornamento,<br />
è un accorgimento ulteriore,<br />
ad effetto parabola,<br />
per convogliare i rumori ai<br />
meati uditivi. Il colore mimetico<br />
protegge benissimo i rapaci<br />
notturni quando di giorno poltriscono<br />
nascosti tra i rami, producendo<br />
boli indigesti. Se li si scopre<br />
è solo perché per terra sotto il<br />
loro abituale posatoio si trovano<br />
quelle palline compatte che<br />
contengono ossicini,<br />
elitre, peli, quel<br />
che non si può digerire<br />
del pasto.<br />
Ali felpate, occhi<br />
magnetici, voli veloci:<br />
tutto è inghiottitodall’oscurità<br />
per alcune intense<br />
ore cruciali, durante le quali se ci mettessimo<br />
in competizione la nostra<br />
umanità terrestre diurna e impacciata<br />
farebbe una figura meschina. Quando<br />
arriva la luce e il giorno prende il comando<br />
sembra non essere vero quel<br />
che si può fare con quell’aria da gufo,<br />
come capita nei sogni.<br />
Se non fosse per i boli…<br />
Per saperne di più<br />
M. Mastrorilli, Notte da gufi-etologia<br />
e mistero dei rapaci notturni, Tera<br />
Mata ed., Bergamo, 2007; www.teramata.it<br />
Gruppo Italiano Civette (GIC),<br />
www.gruppoitalianocivette.it<br />
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