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8<br />

LA NOTTE<br />

accompagna al piumaggio antirumore.<br />

Durante la notte ogni scricchiolio<br />

sembra un rimbombo, e chi resta sveglio<br />

per conquistarsi uno spazio nel<br />

mondo deve star bene attento. I nemici<br />

che arrivano in volo sferrando l’attacco<br />

a sorpresa non danno preavviso,<br />

e con un fruscio tanto leggero da<br />

sembrare un alito di vento non lasciano<br />

scampo alla vittima: un tuffo nel<br />

vuoto in picchiata, poi l’artigliata, ed è<br />

fatta: stecchita. Hanno penne studiate<br />

una a una per questo lavoro: quelle<br />

delle ali,le remiganti,soffici come piumini,<br />

sono lanose e sfrangiate, per at-<br />

In apertura, un allocco punta la preda. In questa pagina:<br />

sulla sinistra, una strix nebulosa; sulla destra una civetta<br />

nana. Nella pagina a fianco: sopra, un barbagianni in volo<br />

con la preda; sotto, un nido di gufo.<br />

tutire il rumore del frullo.<br />

Sembrano dita fantasma, capaci di trasformare<br />

il rapace in un fucile con il<br />

silenziatore. Forse tra tutti è l’udito il<br />

senso più affascinante di questi animali.<br />

I ciuffetti auricolari non c’entrano<br />

niente con la faccenda del “sentire”:<br />

servono invece a camuffarsi meglio<br />

nei boschi intricati, amplificatori<br />

dell’effetto mimetico del piumaggio. I<br />

meati uditivi, nascosti tra le penne fitte<br />

di quelle grandi teste lisce,sono inaspettatamente<br />

grandissimi, con le<br />

aperture auricolari asimmetriche, di<br />

modo che le onde sonore arrivino in<br />

momenti diversi, permettendo di percepire<br />

sia la componente orizzontale<br />

che quella verticale di ogni più piccolo<br />

fruscio. L’area del cervello adibita<br />

alla ricezione dei suoni è piena di<br />

neuroni: nulla sfugge, nemmeno<br />

il più flebile squittio di un topo<br />

imprudente. E quella maschera<br />

facciale che certi hanno evidente<br />

e che sembra solo ornamento,<br />

è un accorgimento ulteriore,<br />

ad effetto parabola,<br />

per convogliare i rumori ai<br />

meati uditivi. Il colore mimetico<br />

protegge benissimo i rapaci<br />

notturni quando di giorno poltriscono<br />

nascosti tra i rami, producendo<br />

boli indigesti. Se li si scopre<br />

è solo perché per terra sotto il<br />

loro abituale posatoio si trovano<br />

quelle palline compatte che<br />

contengono ossicini,<br />

elitre, peli, quel<br />

che non si può digerire<br />

del pasto.<br />

Ali felpate, occhi<br />

magnetici, voli veloci:<br />

tutto è inghiottitodall’oscurità<br />

per alcune intense<br />

ore cruciali, durante le quali se ci mettessimo<br />

in competizione la nostra<br />

umanità terrestre diurna e impacciata<br />

farebbe una figura meschina. Quando<br />

arriva la luce e il giorno prende il comando<br />

sembra non essere vero quel<br />

che si può fare con quell’aria da gufo,<br />

come capita nei sogni.<br />

Se non fosse per i boli…<br />

Per saperne di più<br />

M. Mastrorilli, Notte da gufi-etologia<br />

e mistero dei rapaci notturni, Tera<br />

Mata ed., Bergamo, 2007; www.teramata.it<br />

Gruppo Italiano Civette (GIC),<br />

www.gruppoitalianocivette.it<br />

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