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luglio - settembre <strong>2009</strong> ACOInews 15<br />
I cittadini di quelle Regioni che non vogliono o non sono in<br />
grado di attuare tali programmi, saranno utenti di Sistemi<br />
Sanitari Regionali non compatibili con quello che noi crediamo<br />
sia un grande Paese che si fregia di erogare assistenza qualificata<br />
a tutti. Una programmazione sanitaria pubblica deve<br />
perseguire questo principio etico per garantire l’esigibilità dei<br />
diritti di cittadinanza e la politica ha l’obbligo di farsene carico.<br />
Alcuni Piani ospedalieri stabiliscono la fuoriuscita e/o il<br />
declassamento di alcuni ospedali nell’ambito dalla rete di<br />
emergenza e definiscono che gli ospedali di 2° livello (prestazioni<br />
caratterizzate da una maggiore intensità di cura)<br />
e quelli di 1° livello (solo primo soccorso) avranno ruolo<br />
di raccordo tra i presidi di base e quelli di 3° livello (hub),<br />
indirizzando a questi ultimi le patologie più complesse. E<br />
ciò può essere condiviso.<br />
Purtroppo per tutto quanto sopra detto appaiono evidenti<br />
gli effetti potenzialmente letali (e la cronaca lo ricorda con la<br />
crudezza della realtà), di una attuazione del Piano ospedaliero<br />
pedissequa e non correlata alla necessaria riorganizzazione<br />
EDITORIALE<br />
strutturale del Sistema integrato di Emergenza sanitaria; essa<br />
produrrebbe, ed ha prodotto, effetti devastanti sul diritto alla<br />
salute di quei cittadini che per eventi acuti non prevedibili,<br />
bisognevoli di cure urgenti e non differibili, si rivolgono al<br />
Sistema Sanitario Regionale e richiedono interventi sanitari<br />
immediati, di alta qualità professionale e di elevato livello<br />
tecnologico.<br />
Se noi chirurghi denunciamo le ristrettezze nelle quali i Sistema<br />
ci costringe a erogare le nostre prestazioni, che sempre<br />
più hanno necessità di personale specializzato e tecnologie<br />
adeguate, se noi chirurghi denunciamo l’assenza o la farraginosità<br />
delle organizzazioni strutturali messe in campo<br />
dagli amministratori della Salute pubblica, se noi chirurghi<br />
denunciamo i buchi neri del Sistema, non facciamo altro<br />
che il nostro responsabile dovere. Che nessuno ci accusi di<br />
provocare “danni di immagine” ad un Sistema che si difende<br />
non con i fatti in favore del cittadino, ma con minacce per il<br />
professionista.<br />
Che i Chirurghi vengano accusati per eventuali loro mancanze,<br />
non per quelle di cui altri sono gli unici responsabili!<br />
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