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400 nomi.pdf - Istituto Storico della Resistenza

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caso di Ugo Suardi di Novara, operaio all’Abital di Rho, in provincia di Milano, dove viene<br />

arrestato nella primavera del 1944. Dopo alcuni mesi passati a S. Vittore viene mandato nel campo<br />

di Flossenbürg e lì muore nel settembre del 1944. Oppure Antonio Paglino di Trecate, antifascista<br />

dagli anni Venti e per questo incarcerato e poi confinato a Ventotene fino al 1943. L’anno<br />

successivo viene nuovamente arrestato per attività partigiana e deportato a Mauthausen.<br />

LAVORATORI COATTI<br />

Le prime fasi di sviluppo dei campi di concentramento, che coincidono con i primi anni del<br />

regime hitleriano, sono caratterizzate dall’utilizzo dei detenuti per attività anche lavorative ma a<br />

scopo “rieducativo” non certo produttivo. La situazione cambia dopo il 1936, anno in cui il sistema<br />

concentrazionario viene posto sotto il controllo <strong>della</strong> polizia di sicurezza (SIPO) e del servizio di<br />

sicurezza delle SS (SD), entrambi comandati da Reinhard Heydrich e quindi dal suo superiore<br />

Heinrich Himmler. A questo punto il lavoro dei deportati incomincia ad essere finalizzato ad<br />

obiettivi eco<strong>nomi</strong>ci: “la creazione delle prime imprese eco<strong>nomi</strong>che delle SS anticipava il primo<br />

sistematico impiego dei prigionieri per il lavoro a profitto dell’apparato alle dipendenza di<br />

Himmler.” 21<br />

Con l’inizio <strong>della</strong> guerra e in seguito l’espansione verso l’Urss si intensifica sempre più lo<br />

sfruttamento eco<strong>nomi</strong>co dei deportati a cui si aggiungono i lavoratori prelevati a forza dai territori<br />

orientali e portati nelle aziende tedesche.<br />

In questo contesto l’anno di svolta più significativo è il 1942 quando già dai primi mesi<br />

vengono prese importanti decisioni, a partire dall’ordinanza di Hitler per la pianificazione <strong>della</strong><br />

produzione bellica (10 gennaio). Il 1 febbraio del 1942 viene poi costituito l’Ufficio centrale per le<br />

questioni eco<strong>nomi</strong>che e amministrative (WVHA) che raccoglie le varie strutture delle SS deputate a<br />

quegli scopi. Il capo di questa istituzione, Oswald Pohl, emana il 30 aprile dello stesso anno un<br />

ordine “sulla responsabilità dei comandanti dei campi di concentramento per l’impiego come mano<br />

d’opera dei prigionieri. […] Questo impiego deve essere produttivo nel vero senso <strong>della</strong> parola, al<br />

fine di ottenere il massimo rendimento.” 22 Intanto a marzo Himmler aveva fatto confluire nel<br />

WVHA l’Ispettorato di controllo dei KL e nello stesso mese era stato creato l’ufficio del<br />

Plenipotenziario generale per l’impiego <strong>della</strong> manodopera (GBA - Generalbevollmächtiger für der<br />

Arbeitseinsatz) con a capo Fritz Sauckel.<br />

In questi mesi si assiste alla “proliferazione dei cosiddetti sottocampi o campi esterni<br />

(Aussenlager) che fece sì che intorno ai campi base o campi principali si ramificassero una serie di<br />

filiali, talvolta a notevole distanza dallo Stammlager, che diventava così a sua volta l’epicentro di<br />

un sistema policentrico.” 23 Sistema nel quale si inseriscono sempre di più le imprese private, e in<br />

particolare quelle legate alla produzione bellica, che intensificano e formalizzano i loro rapporti<br />

eco<strong>nomi</strong>ci con gli apparti delle SS 24 .<br />

Montano Lampugnani del Cln di Novara, ispettore delle organizzazioni partigiane <strong>della</strong> provincia viene arrestato da un<br />

agente dell’OVRA il 13 febbraio 1944. Processato dal Tribunale Speciale resta in carcere fino a giugno, per poi finire a<br />

Fossoli e a Mauthausen.<br />

21 Enzo Collotti, Il sistema concentrazionario nella Germania nazista, cit.<br />

Ma cfr. anche: “L’apparato SS pensò allora di servirsi dei deportati come lavoratori coatti, per motivi eco<strong>nomi</strong>ci ma<br />

anche per rafforzare la propria posizione di potere all’interno del Terzo Reich; pertanto vennero fondate aziende che<br />

facevano capo direttamente alla milizia nera, e dal 1937 si cercò di fare in modo che nelle vicinanze dei KL aperti di<br />

volta in volta ci fossero cave di pietra o fornaci in cui impiegare i detenuti.” (Brunello Mantelli, Il lavoro forzato nel<br />

sistema concentrazionario nazionalsocialista, in I campi di sterminio nazisti, cit.)<br />

22 Cfr. La circolare Pohl, Consiglio regionale del Piemonte, Aned, F. Angeli, 1991.<br />

23 Enzo Collotti, Il sistema concentrazionario nella Germania nazista, cit.<br />

24 “L’apparato SS stipulò veri e propri contratti con il Ministero delle Armi e Munizioni, e con imprese pubbliche e<br />

private per l’affitto di manodopera coatta. Inoltre il WVHA ordinò la costruzione di numerosi sottocampi nei pressi dei<br />

distretti industriali interessati. Una volta definite con precisione le reciproche sfere di potere e competenza, come è noto<br />

l’industria privata non perse tempo a servirsi <strong>della</strong> nuova opportunità di disporre di manodopera.” (Brunello Mantelli, Il<br />

lavoro forzato nel sistema concentrazionario nazionalsocialista, cit.)<br />

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