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impatto dell'obesita' sui tempi di assistenza infermieristica in un ...

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CONCLUSIONI<br />

Dai dati risultanti dallo stu<strong>di</strong>o è emerso come <strong>un</strong> paziente obeso allettato aumenti<br />

notevolmente il carico <strong>di</strong> lavoro dell’<strong>in</strong>fermiere, o per meglio <strong>di</strong>re degli <strong>in</strong>fermieri. Poiché<br />

spesso due <strong>in</strong>fermieri non sono sufficienti ad eseguire le manovre <strong>di</strong> <strong>assistenza</strong> che<br />

normalmente sono pre<strong>di</strong>sposte dalle l<strong>in</strong>ee guida per <strong>un</strong>a o due persone. Non solo aumenta<br />

il carico del lavoro ma aumentano anche il numero <strong>di</strong> <strong>in</strong>fermieri co<strong>in</strong>volti e le <strong>tempi</strong>stiche<br />

<strong>di</strong> <strong>assistenza</strong>. Questo implica <strong>un</strong> impegno maggiore da parte degli <strong>in</strong>fermieri che spesso si<br />

trovano a dover affrontare sempre più spesso questa tipologia <strong>di</strong> pazienti, che <strong>in</strong> questa<br />

casistica rappresenta il 20%. Essi si trovano a dover garantire <strong>un</strong>’<strong>assistenza</strong> che permetta al<br />

paziente <strong>di</strong> ricevere <strong>un</strong>a buona qualità assistenziale ma che senza gli opport<strong>un</strong>i presi<strong>di</strong> non<br />

sempre è realizzabile. Spesso i <strong>tempi</strong> <strong>di</strong> <strong>assistenza</strong> ai pazienti obesi comportano <strong>un</strong>a m<strong>in</strong>ore<br />

qualità dell’<strong>assistenza</strong> agli altri pazienti non solo dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista pratico ma anche da<br />

quello educativo.<br />

L’<strong>in</strong>troduzione della figura dell’Operatore Socio Sanitario con formazione complementare,<br />

dovrebbe agevolare il carico <strong>di</strong> lavoro dell’<strong>in</strong>fermiere permettendogli <strong>di</strong> pianificare<br />

l’<strong>assistenza</strong> al paziente e i relativi <strong>in</strong>terventi, e <strong>di</strong> educare il paziente secondo quanto<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>cato dal processo <strong>di</strong> co<strong>un</strong>sel<strong>in</strong>g. Per quanto riguarda il paziente obeso però, la figura<br />

dell’OSS con formazione complementare, spesso non può erogare <strong>assistenza</strong>, poiché<br />

l’obesità è spesso <strong>un</strong>a patologia che si presenta <strong>in</strong> pazienti già complessi perché affetti da<br />

altre patologie, e che richiede <strong>un</strong> tipo <strong>di</strong> cure, accortezze e conoscenze che è propria<br />

dell’<strong>in</strong>fermiere. È com<strong>un</strong>que l’<strong>in</strong>fermiere a dover garantire <strong>un</strong>’adeguata <strong>assistenza</strong> al<br />

paziente obeso cercando <strong>di</strong> garantire la stessa qualità <strong>di</strong> <strong>assistenza</strong> complessiva anche al<br />

paziente normopeso. Spesso questo non è possibile, e l’<strong>in</strong>fermiere si trova <strong>di</strong> fronte ad <strong>un</strong><br />

notevole problema <strong>di</strong> gestione e <strong>di</strong> pianificazione dell’<strong>assistenza</strong> nelle cure primarie dei<br />

pazienti.

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