in visita a daegu con Stéphane lambiel - SOS Villaggi dei Bambini

Zoom SoS 4/2011
il calore di
una caSa per
ogni BamBino
in visita a daegu con Stéphane lambiel
in una famiglia amorevole i bambini trovano speranza
dallo slum al villaggio dei bambini SoS

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ediToriale
foTo di coperTina
Stéphane Lambiel nel
villaggio dei bambini SOS
di Daegu in Corea del Sud.
Foto: Georgios Kefalas
colophon
Zoom SOS, dicembre 2011
Editrice:
Fondazione SOS Villaggio
dei Bambini Svizzera,
Hessstrasse 27A, casella postale,
3097 Liebefeld,
T 031 979 60 60, F 031 979 60 61,
info@sos-kinderdorf.ch
Presidente: Gustav Bader
Direttore: Christian Hosmann
CP: 30-31935-2
Affiliata di SOS-Kinderdorf
International,
riconosciuta dalla ZEWO
Redazione e progetto grafico:
Fondazione SOS Villaggio dei
Bambini Svizzera
Testi: Karin Reber Ammann (kra),
Marc Bächler (mb)
Tiratura: t 72 000, f 15 000, i 8000
A tutela dei bambini dei villaggi
SOS, tutti i nomi sono stati modificati.
myclimate.org / natureOffice.ch / CH-152-325193
Tema: la viTa al villaggio dei BamBini
care amiche e cari amici
dei villaggi dei BamBini SoS,
l’anno volge ormai al termine
ed è tempo di riflessioni. Ci
si prepara a passare le feste in
famiglia e i bimbi aspettano,
con gli occhi ridenti di felicità,
di poter aprire i regali.
Sia per l’Ufficio centrale che per il Consiglio di
fondazione è stato un anno all’insegna del successo.
Alcuni eventi ci hanno sollecitato in modo
particolare, come ad esempio i disordini in Costa
d’Avorio, la ricostruzione ad Haiti e soprattutto
la carestia nel Corno d’Africa, che nonostante
gli sforzi comuni è costata la vita a numerosi
bambini.
Mentre in Svizzera i regali arrivano a Natale,
nei nostri villaggi dei bambini SOS i doni sono
all’ordine del giorno. Si tratta di un regalo che
facciamo loro insieme a voi: una casa e l’amore
di una famiglia.
Grazie a persone come voi quest’anno la fondazione
SOS Villaggio dei Bambini Svizzera
ha dato a oltre 11 000 bambini in difficoltà una
madre, una famiglia, una casa e una vita in una
comunità funzionante. Per loro questo è il regalo
più bello di tutti.
Con queste riflessioni vi auguro un buon avvento,
un felice anno nuovo e ringrazio a nome dei
nostri bambini per il dono che fate loro giorno per
giorno.
Christian Hosmann
Direttore
STéphane
lamBiel
viSiTa daegu
L’ambasciatore di SOS Villaggi dei Bambini e due
volte campione del mondo di pattinaggio artistico
ha mostrato ai bambini sudcoreani uno scorcio del
suo mondo. Pagina 4
riSvegliare
il piacere di
leggere
Per interessare i ragazzi alla lettura, in Indonesia
SOS Villaggi dei Bambini ha messo a punto una
biblioteca mobile – una moto con un rimorchio
pieno di libri. Pagina 7
l’amore di
una famiglia
per
gli orfani
Milioni di bambini sono orfani. SOS Villaggi dei
Bambini si adopera affinché anch’essi ricevano
l’amore di una famiglia. Pagina 10
Tre fraTelli
uniScono le
forZe
Grazie alla loro cooperativa agricola i tre fratelli restano
uniti anche da adulti. Pagina 13

energia Solare conTro
le inTerruZioni di correnTe
a mombasa, in Kenya, si sfrutta l’energia
solare contro le interruzioni di corrente; a
Khajuri Kalan, in india, un bacino per la
raccolta d’acqua piovana permette di combattere
la penuria idrica: per garantire ai minori
ospitati nei villaggi dei bambini SoS un futuro
migliore, si punta ove possibile a promuovere
l’impiego di energie rinnovabili.
SOS Villaggi dei Bambini vuole consentire ai
giovani un futuro all’insegna dell’autonomia. Per
far questo, però, non bastano una casa e l’amore di
una famiglia, un buon livello d’istruzione e opportunità
di lavoro. È altrettanto importante preservare
l’ambiente e disporre di riserve energetiche.
Nei paesi in via di sviluppo la vita quotidiana
spesso è difficile proprio per problemi di approvvigionamento:
il più delle volte la distribuzione di
energia elettrica da parte dei fornitori locali è costosa
e inaffidabile e a causa delle interruzioni di
corrente diventa difficile cucinare per la famiglia
e studiare per la scuola; la penuria idrica è inoltre
un problema per l’igiene.
Pertanto SOS Villaggi dei Bambini ha iniziato
a cercare soluzioni energetiche alternative.
Quest’anno il villaggio dei bambini SOS di
Mombasa ha messo in funzione un impianto ad
energia solare. Attualmente sia il villaggio sia la
scuola adiacente Hermann Gmeiner sono approvvigionate
con ernergia «pulita» a basso costo,
mentre gli insegnanti e le madri SOS non devono
più organizzare le varie attività in funzione delle
interruzioni di corrente quotidiane.
In Africa l’energia solare suscita grandi speranze
per un approvvigionamento energetico affidabile,
conveniente e con bilancio CO 2 neutro. Attualmente
l’impianto ad energia solare del villaggio
dei bambini SOS di Mombasa è il terzo più grande
del Corno d’Africa. L’obiettivo è di riuscire a
produrre abbastanza energia da alimentare anche
aTTualiTà
l’impianto ad energia solare del villaggio dei bambini SoS stuzzica anche l’interesse dei più piccoli.
la rete locale, con un conseguente introito per SOS
Villaggi dei Bambini. Ruth Okowa, direttrice di
SOS Villaggi dei Bambini Kenya, infatti dichiara:
«Il nostro nuovo impianto ad energia solare
rappresenta una soluzione completa. L’energia del
sole è economicamente conveniente a lungo termine,
affidabile ed ecologica.»
acqua piovana preZioSa
In India, invece, il grosso problema è la penuria
d’acqua pulita. Perfino durante la stagione delle
piogge, una gran quantità d’acqua si disperde nel
terreno poiché mancano i mezzi e gli impianti
per raccoglierla e depurarla. Al villaggio dei
bambini SOS di Khajuri Kalan – poco lontano da
Bhopal – che ospita 91 orfani disabili, grazie agli
aiuti pervenuti dalla Svizzera è in costruzione un
bacino per la raccolta d’acqua piovana.
Grazie al progetto si possono acquisire 64 milioni
di litri di H 2 O. Questo garantisce da un lato
l’approvvigionamento idrico del villaggio dei
bambini SOS e, dall’altro, consente ai nostri operatori
di svolgere un’attività agricola nei campi
che circondano il villaggio, in modo da coltivare
in proprio verdura e frutta. (kra)
© SOSVillaggi dei Bambini
In Africa l’energia solare
suscita grandi speranze
per un approvvigionamento
energetico affidabile,
conveniente e con
bilancio CO 2 neutro.
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© Georgios Kefalas
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focuS
«faTelo con il cuore»
Stéphane lambiel e i bambini del SoS villaggio dei bambini di daegu fanno dei piroette.
Stéphane Lambiel, ambasciatore ufficiale di
SoS-villaggi dei bambini, due volte campione
mondiale e vincitore della medaglia d’argento
alle olimpiadi, ha visitato il villaggio
dei bambini SoS di daegu, in corea del Sud,
mostrando ai bambini il proprio mondo.
Marc Bächler, Daegu (Corea del Sud)
Oggi nel villaggio dei bambini SOS di Daegu,
una metropoli nel sud della Corea del Sud, è una
giornata di festa, perché viene in visita Stéphane
Lambiel, due volte campione mondiale di pattinaggio
artistico. Al suo arrivo, l’atleta svizzero
è accolto dal saluto gioioso e chiassoso di un
nugolo di bambini. Nonostante faccia molto caldo
e ci sia un elevato tasso di umidità, due bambine
hanno indossato per l’occasione i loro coloratissimi
costumi tradizionali coreani detti «hanbok». A
Stéphane vengono regalati fiori e tutti lo vogliono
vedere da vicino.
Stéphane Lambiel è sopraffatto da questo caloroso
benvenuto, anche se non è la prima volta che compie
una visita di questo tipo. Già un anno fa infatti, a
Ben Tre in Vietnam, aveva avuto modo di convincersi
dell’importanza del lavoro svolto da SOS-
Villaggi dei bambini e spiega entusiasta: «È’ bello
vedere come l’idea base di SOS Villaggi dei Bambini,
cioè che ogni bimbo cresca in una casa con una
madre, fratelli e sorelle e all’interno della comunità
di un villaggio, funzioni in culture diverse.»

Nell’aula del villaggio un numero ancora maggiore
di bambini attende il campione vallesano
per ascoltare attentamente la storia della sua vita.
Stéphane Lambiel è venuto qui soprattutto per
infondere coraggio ai bimbi e dare loro modo di
conoscere un mondo completamente estraneo.
«Nella vita potete raggiungere qualsiasi obiettivo,
l’importante è che, qualsiasi cosa facciate, la facciate
con il cuore», dice Stéphane per incoraggiare
i bambini, aggiungendo che lui ha fatto lo stesso,
soprattutto nel pattinaggio artistico, in cui tutto
all’inizio è molto difficile. Per spiegare meglio il
concetto, Stéphane fa un paragone con la musica:
«È’ come quando si impara uno strumento,
all’inizio escono solo singole note, che poi pian
piano diventano musica.»
Del fatto che all’inizio sia tutto difficile, se ne accorgono
anche i bambini che hanno il coraggio di
salire sul palco da Stéphane Lambiel per esercitarsi
con lui in qualche salto. Effettivamente fare le
piroette non è così facile come sembra osservando
dall’esterno. Per questo lo stupore dei bambini è
enorme quando vedono l’ospite svizzero eseguire
addirittura salti tripli.
inviTo al galà’ Sul ghiaccio
Fabiola, una madre di SOS Villaggi dei bambini,
e i suoi sette bimbi conoscono già Stéphane
Lambiel. La sera prima della visita, Stéphane li
ha invitati al galà di pattinaggio artistico «All
that skate» a Seul, permettendo loro di vivere
un’esperienza indimenticabile. Il pattinaggio
artistico nella Corea del Sud è molto amato.
Oggi però il 26enne atleta vallesano si prende
nuovamente del tempo per Fabiola e la sua
numerosa famiglia, consumando insieme a loro
il gustoso pranzo preparato dalla madre di SOS
Villaggi dei bambini. Al termine del pasto si mette
anche a giocare con i bimbi, tornando lui stesso un
po’ bambino: «Non parliamo la stessa lingua, ma
non è un problema», spiega Stéphane e in effetti,
quando si gioca alla morra, non è necessario parlare
per capire chi tra forbice, carta e sasso ha vinto.
Comunque i bambini più grandi del villaggio
parlano anche bene l’inglese.
Dopo il pranzo Stéphane Lambiel, nonostante il
caldo insopportabile, mostra ai bambini ancora
qualche salto, aiutandoli con i suoi consigli a
migliorare pian piano i loro salti. Ai bambini
piace così tanto che non vogliono più smettere,
ma Stéphane deve proseguire, perché vuole
visitare un luogo molto speciale di SOS Villaggi
dei Bambini qui a Daegu: un centro vicino al
villaggio, nel quale vengono assistiti i bambini
psichicamente disabili. In una stanza è in corso
una sessione con i tamburi, nella quale i tamburi
tradizionali coreani vengono utilizzati per
stimolare i bambini a battere insieme il tempo. È’
un esercizio che permette anche di migliorare la
coordinazione dei bimbi.
graZie a TuTTi i donaTori
«Mi sono già recato per due volte sul posto
per accertarmi del fatto che l’idea base di SOS
Villaggi dei Bambini funziona e sono orgoglioso
di essere ambasciatore di questa associazione
umanitaria operante a livello mondiale», spiega
Stéphane Lambiel dopo la visita. Personalmente
l’atleta vallesano sostiene SOS Villaggi dei
Bambini anche finanziariamente ed è felice del
fatto che molti svizzeri facciano lo stesso. Stéphane
è molto riconoscente per questo supporto: «È’
bello sapere che gli svizzeri si prendono a cuore il
destino di bimbi in difficoltà e io auguro a tutti i
donatori un bellissimo Natale e un felice
anno nuovo.»
Sulla nostra homepage potete trovare altre immagini
e un video della visita di Stéphane Lambiel al
villaggio dei bambini SOS a Daegu:
www.sosvillaggidibambini.ch/lambiel.
«È’ bello vedere come
l’idea base di Villaggi dei
Bambini SOS funzioni in
culture diverse.»
5

© Hilary Atkins
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focuS
John (al centro) ama giocare e divertirsi con i suoi fratelli.
«John è il più grande
trionfo del villaggio dei
bambini SOS di
Entebbe.»
John – dallo Slum
al villaggio dei BamBini SoS
ruth mutumba, la direttrice del villaggio dei
bambini SoS di entebbe, ha la certezza che
John non sarebbe sopravvissuto se non
l’avesse ospitato – all’epoca il ragazzo aveva
quattro anni. Tutto il villaggio si è stretto
intorno a lui aiutandolo a costruirsi una
nuova vita.
Ruth Mutumba ricorda bene gli inizi al villaggio
dei bambini SOS di Entebbe, la seconda città
dell’Uganda. Non era possibile accogliere tutti i
minori segnalati dall’assistenza sociale. «Ma nel
caso di John non ho avuto dubbi – accoglierlo
significava evitare che morisse.»
John viveva con il padre in una baraccopoli
di Entebbe. La madre aveva abbandonato la
famiglia quando John era bebè. Quando Ruth
Mutumba e gli operatori di SOS Villaggi dei
Bambini bussarono alla porta, John era solo in
casa. Il padre era andato a lavorare. «John non
sapeva parlare, aveva la pancia gonfia di denutrizione,
pidocchi su tutto il corpo e sotto la
pelle», ricorda la donna. Il padre, assolutamente
non in grado di occuparsi del bambino, fu felice
di affidare John al villaggio dei bambini SOS.
All’inizio John era apatico e ignorava i bambini
che gli rivolgevano la parola. Il suo stato di
salute era molto precario: fortemente denutrito,
con la malaria e con un enorme ritardo di crescita.
La madre SOS Mary, cui fu affidato John,
racconta: «Piano piano gli ho fatto acquistare
forze con un’alimentazione appropriata, finché
ha cominciato a star meglio. Quando è arrivato
qui non era in grado di vestirsi da solo; era
come un bebè e non diceva una parola. Oggi,
quando lo osservo, non mi sembra vero che sia
la stessa persona.»
la gioia di Saper parlare
La maestra d’asilo Goretti vedeva John tutti i
giorni all’asilo. Lo salutava immancabilmente e
gli chiedeva come stava, ma John non rispondeva
mai. Poi, dopo tre mesi, finalmente le prime
parole: «Sto bene.» Poiché tutti erano interessati
al destino di John, le sue prime parole furono un
grande evento al villaggio di Entebbe.
Da allora il bambino ha acquisito molta fiducia,
risponde alle domande della maestra e fa
grandi progressi a scuola. Alla sera, quando a
tavola chiacchiera e scherza con i suoi fratelli
e sorelle SOS, non si direbbe mai che nei suoi
primi quattro anni di vita ha sofferto le pene
dell’inferno. «John è il più grande trionfo del
villaggio dei bambini SOS di Entebbe», sostiene
con orgoglio Ruth Mutumba. «Sono sicura che
diventerà un bel giovane capace di provvedere a
se stesso.» (kra)

porTare liBri ai BamBini
in moTocicleTTa
l’isola di flores, in indonesia, è molto isolata
e si trova a lottare contro la povertà e il basso
livello d’istruzione. molti bambini non posseggono
nemmeno un libro. per interessare i
ragazzi alla lettura, SoS villaggi dei Bambini
ha messo a punto una biblioteca mobile su
ruote che opera nei dintorni del villaggio dei
bambini SoS di flores.
«La biblioteca mobile è come una vetrina che offre
ai bambini uno sguardo su altri mondi», spiega la
madre SOS Murnia. Da quando è stata introdotta la
biblioteca mobile del villaggio dei bambini SOS di
Flores, i suoi figli hanno scoperto il piacere della
lettura. Anche i bambini dei quartieri circostanti
hanno sviluppato un maggiore interesse per i libri.
Infatti, per un paese la cui popolazione è sparsa
su 6000 isole, garantire a tutti gli abitanti l’accesso
alle strutture scolastiche è quasi impossibile.
Per questo a Flores è nata l’idea della biblioteca
mobile. Grazie alla stretta collaborazione con le
autorità, anche le scuole pubbliche e la popolazione
del comune traggono beneficioi dal progetto.
neSSun liBro in caSa
Gregor Nitihardjo, direttore di SOS Villaggi dei
Bambini Indonesia, spiega quali sono gli obiettivi
della biblioteca mobile: «L’idea è di motivare
alla lettura in particolare i bambini che vivono in
zone isolate. Le Piccole isole della Sonda, di cui fa
parte Flores, sono molto isolate e la popolazione è
poverissima. La maggior parte dei bambini non ha
nemmeno in casa i libri di cui avrebbe bisogno per
la scuola. Dato che non possono esercitarsi, spesso
hanno scarse capacità di lettura. Quindi cosa c’è di
meglio di una biblioteca mobile?»
La biblioteca su ruote è composta da due moto
sulle quali è montato un box dotato di 700 libri e
riviste. Una delle «moto-libri» circola nei dintorni
del villaggio dei bambini SOS di Flores, portando
libri anche a molti ragazzi dei quartieri circostanti,
mentre l’altra rifornisce le scuole della città di
© Benno Neeleman
i bambini di flores sono felici di prendere in prestito i libri della biblioteca mobile.
Maumere. Le moto circolano fino a tre volte alla
settimana.
Svolgono la mansione di bibliotecari ambulanti
gli operatori di SOS Villaggi dei Bambini. Guidano
la moto, consigliano nella scelta dei libri,
spiegano come si tratta un libro e sorvegliano i
lettori in erba. Durante il periodo secco, le scuole
spostano i banchi e le panchine nel cortile, mentre
durante la stagione delle piogge le lezioni si svolgono
in aula. I libri per i più piccoli sono sottili
e illustrati, per risvegliare il loro interesse senza
sovraffaticarli.
Dato che a Flores il livello d’istruzione è molto
basso, molti allievi di terza elementare hanno
difficoltà a leggere. Spesso quindi gli operatori
di SOS Villaggi dei Bambini dividono i ragazzi
in gruppi affinché si esercitino nella lettura. I più
grandi aiutano volentieri i piccoli in difficoltà.
Infatti, l’entusiasmo per avere i libri è molto
forte. Rehana, dieci anni, racconta raggiante:
«La moto-libri ci ha aiutati a scoprire la passione
per la lettura. Da quando vengo qui ho scoperto
moltissime cose nuove.» (kra)
focuS
«L’idea è di motivare
alla lettura in particolare
i bambini che vivono in
zone isolate.»
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© Dominic Sansoni
8
la parola ad un villaggio dei BamBini SoS
«amo i BamBini
e farei TuTTo per loro»
La madre SOS Seetha Ranjani Pathirana con una delle sue figlie e una nipote.
«Ciò che mi ha sempre
importato più di tutto è
che i miei figli ricevessero
una buona istruzione,
per potersi costruire un
avvenire sicuro.»
Seetha ranjani pathirana è da 21 anni
madre al villaggio dei bambini SoS di piliyandala
(Sri lanka) e nella sua carriera ha
cresciuto 30 bambini. fa questo mestiere per
vocazione e pertanto è suo desiderio continuare
a svolgerlo, anche quando tra due anni
sarà pensionata.
Il salotto della casa familiare di Seetha Ranjani
Pathirana è pieno di foto dei suoi figli. Feste di
matrimonio, consegna dei diplomi e tappe della
carriera militare: tutti i ricordi sono raccolti in
questa stanza. A parte le fotografie, niente fa
pensare che in questa casa immacolata vivono
nove ragazzi tra gli 11 e i 16 anni. Questa signora
srilankese 58enne ama l’ordine e la pulizia e ha
insegnato ai suoi figli fin dalla prima infanzia a
essere ordinati.
Complessivamente ha accudito trenta figli al villaggio
dei bambini SOS di Piliyandala, poco lontano
da Colombo, e in tutti questi anni ha vissuto
tante belle esperienze. «Ciò che mi ha sempre
© Dominic Sansoni
importato più di tutto è che i miei figli ricevessero
una buona istruzione, per potersi costruire un
avvenire sicuro», sostiene Seetha Ranjani Pathirana.
Tutti hanno concluso la scuola con ottimi
risultati, un fatto che la rende molto felice. Otto
figlie e quattro figli nel frattempo sono sposati
e ha già otto nipoti. Oggi una nipote è venuta a
farle visita con la mamma e di tanto in tanto corre
dalla nonna e si aggrappa alle sue gambe.
la difficile puBerTà
Svolgere il ruolo di «madre sostitutiva» per
numerosi orfani non le ha mai causato problemi.
«Amo i bambini e farei tutto per loro», dichiara.
Inoltre la coesione tra le madri SOS di prima generazione
era molto forte: le nuove madri erano
accolte a braccia aperte e aiutate, in situazioni
critiche si sostenevano a vicenda, davano una
mano quando un figlio si ammalava o quando
c’era penuria d’acqua. «In tutti questi anni
l’unica cosa che mi ha causato serie difficoltà è
il momento in cui le ragazze entrano nella fase
della pubertà», afferma Seetha Ranjani Pathirana.
Essendo una persona dinamica, ha sempre considerato
ovvio il fatto di impegnarsi in attività
sociali. È cresciuta in una famiglia con 13 figli
e lei è la ragazza più giovane. Il padre lavorava
come medico ayurvedico e ha sempre aiutato i
poveri e i bisognosi. Quando ha letto sul giornale
che si cercavano madri SOS, ha subito capito che
quello era il mestiere ideale per lei.
Fra due anni Seetha Ranjani Pathirana andrà in
pensione. Ciò significa che resterebbe al villaggio
dei bambini SOS, ma andrebbe ad abitare nelle
case delle madri pensionate. In tal modo restano
parte integrante del villaggio, possono vedere
i loro figli e svolgere il compito di nonne. La
signora 58enne però ha altri progetti: «Dato che
sono sana e robusta, voglio continuare a lavorare»,
spiega. «Sarebbe peccato non poter più accudire i
figli e preparare loro dei piatti prelibati.» (kra)

un ex BamBino SoldaTo
riSveglia nuove SperanZe
l’ex bambino soldato morris otto ha
vissuto un’infanzia spaventosa. una grande
forza di volontà e la sua determinazione lo
aiutano tuttavia a superare ogni ostacolo.
«Non è mai troppo tardi», questa è la convinzione
del 18enne Morris Otto. Parla per esperienza
diretta: all’età di 11 anni è stato rapito
dai ribelli della Lord’s Restistance Army (LRA)
nel nord dell’Uganda e usato come bambino
soldato. Un anno dopo, durante uno scontro a
fuoco con l’esercito, gli sparano in pieno volto.
Il ragazzo, gravemente ferito, viene trasportato
in un centro medico, ma non riceve le cure
necessarie. «Ho pensato che per me fosse giunta
la fine», ricorda.
Al centro medico è stato notato da alcuni operatori
SOS che hanno organizzato il suo trasporto
in Kenya, dove è stato curato da specialisti in
chirurgia. Inoltre è entrato a far parte del villaggio
dei bambini SOS di Nairobi, che è diventato la
sua nuova casa. Da allora Morris è stato curato sia
sul posto sia all’estero da chirurghi plastici che
gli hanno ricostruito il volto. «Sono infinitamente
grato a SOS Villaggi dei Bambini per tutto. Senza
l’aiuto di questa organizzazione non sarei sopravvissuto.
E non avrei ricevuto tutto l’amore che mi
hanno donato la mia madre SOS Gladys e i miei
fratelli e sorelle», afferma il ragazzo.
Scuola – corSo inTenSivo
Prima di arrivare al villaggio dei bambini SOS,
Morris non era mai andato a scuola. A 13 anni,
quindi, ha iniziato la prima elementare. Gli insegnanti
e l’operatore sociale per i giovani hanno
organizzato un corso intensivo appositamente per
Morris, che lo ha svolto con bravura. Oggi, a 18
anni, è all’ottavo anno di scuola, insieme a ragazzi
di cinque anni più giovani. La differenza di
età non gli pesa: «L’età non è un problema, l’importante
è sapere cosa si vuole nella vita. So cosa
voglio e i miei insegnanti mi danno il sostegno
© SOS Villaggi dei Bambini
morris aiuta volentieri la sua madre SoS gladys a cucinare.
necessario.» Il giovane vuole diventare ingegnere,
perché gli piace far lavorare il cervello.
Gladys, la madre SOS di Morris, è molto fiera di
suo figlio: «Vedo sempre in Morris un ragazzo
con un futuro promettente e mi rende molto felice
vederlo così determinato.» Anche l’infermiera
del villaggio dei bambini SOS gli riserva tanti
elogi: «Ho spesso a che fare con pazienti che
hanno scarsa autostima. Morris non ha problemi
di questo tipo, è soddisfatto di sé e non gli pesa il
fatto di essere diverso dagli altri esteriormente.»
Il sogno di Morris è poter cambiare le cose nel
nord dell’Uganda. «Sono convinto che i disordini
di quella regione un giorno cesseranno grazie a
una voce chiara e forte. Voglio che la mia vita
serva a costruire un mondo migliore.» (kra)
focuS
«L’età non è un problema,
l’importante è
sapere cosa si vuole
nella vita.»
9

10
primo piano
145 milioni di bambini
hanno perso uno o entrambi
i genitori.
TuTTi i BamBini meriTano l’amore
di una famiglia
in tutto il mondo vi sono milioni di bambini
che, per varie ragioni, crescono senza la
protezione di una famiglia. le cause sono
la povertà e i suoi fenomeni concomitanti
quali malattie, violenza domestica, guerre
o catastrofi naturali. Pertanto SOS Villaggi
dei Bambini si adopera affinché il maggior
numero possibile di questi bambini possano
crescere in un ambiente familiare, accuditi
con amore.
«In età adulta si vedono i segni di come abbiamo
trascorso l’infanzia. Il modo in cui si è vissuto
quel periodo è decisivo e ci aiuta o ci ostacola
per tutta la vita. Anche se tutti sappiamo che
durante l’infanzia si pongono le basi per lo
sviluppo, i bambini vengono ignorati, manipolati,
abusati e abbandonati a se stessi», spiega Helmut
Kutin, presidente di SOS-Kinderdorf International.
Per questo da oltre 60 anni SOS Villaggi
dei Bambini lavora per fare in modo che ogni
bambino cresca in una famiglia – amato, rispettato
e protetto.
L’urgenza di quest’obiettivo è a tutt’oggi
confermata. A vent’anni dalla ratifica della
Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia, la
condizione dei minori è migliorata solo per
certi aspetti. Siamo lontani dal poter tirare un
sospiro di sollievo: nei paesi in via di sviluppo
oltre un terzo dei bambini vivono in condizioni
di povertà, 150 milioni di bambini tra i cinque
e i 14 anni di età sono costretti a lavorare, 145
milioni di bambini hanno perso uno o entrambi i
genitori – 15 milioni dei quali a causa del virus
HI e dell’Aids – e 18 milioni di bambini sono
profughi in fuga.
SOS Villaggi dei Bambini è presente in 133 paesi.
Attualmente sono in funzione 518 villaggi dei
bambini SOS e 392 istituzioni per la gioventù
SOS. Le famiglie dei villaggi dei bambini SOS
Tre fratelli con madre SoS al villaggio dei bambini SoS di Tlokweng, in B
accolgono minori che non possono restare presso
la loro famiglia biologica. L’approccio familiare
di SOS Villaggi dei Bambini si fonda su quattro
principi: ogni bambino ha bisogno di una madre
e cresce nel modo più naturale condividendo la
stessa casa con fratelli e sorelle nella comunità
di un villaggio. In questo modo i bambini sono
in grado di costruire rapporti all’insegna della
fiducia e della continuità, preparandosi progressivamente
al passaggio a una vita autonoma quando
saranno dei giovani adulti.
la madre
Le quasi 6000 madri SOS costruiscono una
relazione stretta con ogni bambino affidato loro,
dandogli la protezione, l’amore e la stabilità di
cui ha bisogno. Le madri ricevono una formazione
specifica per svolgere questo mestiere,
vivono in una casa che autogestiscono insieme
ai loro figli e danno loro il sostegno necessario

otswana.
ai fini del loro sviluppo. Conoscono e rispettano
il background familiare, le radici culturali e la
religione di ogni bambino.
fraTelli e Sorelle
La famiglia è costituita da ragazze e ragazzi di età
diversa; le sorelle e i fratelli biologici vivono sempre
sotto lo stesso tetto. I bambini sviluppano con la loro
madre un legame emozionale che dura tutta la vita.
la caSa
© Michela Morosini
La casa è il fulcro della vita familiare – con la
propria inconfondibile atmosfera, i suoi ritmi e
abitudini. Entro queste mura i bambini hanno un
autentico senso di protezione e di appartenenza.
Crescono insieme, imparano l’uno dall’altra e
condividono gli obblighi e le gioie della vita
quotidiana.
© Fernando Espinoza
Bambino con madre SoS al villaggio dei bambini SoS di callao, in perú.
il villaggio
Le famiglie del villaggio dei bambini SOS formano
una comunità basata sul mutuo sostegno e
offrono l’ambiente ideale per un’infanzia felice.
Le famiglie scambiano esperienze e s’aiutano l’un
l’altra. Sono integrate nel vicinato e danno il loro
contributo alla comunità locale.
Il villaggio dei bambini SOS è una comunità viva
cui prendono parte numerose persone: la direzione
del villaggio, le madri e – in alcuni casi – i padri
SOS, gli operatori che ogni giorno si recano al
villaggio e i pedagogisti che prestano sostegno mirato.
C’è sempre qualcuno disposto ad ascoltare.
Negli ultimi anni le prestazioni dei villaggi dei
bambini SOS sono state completate con scuole,
ospedali e centri sociali. Grazie ai programmi di
rafforzamento familiare, gli aiuti raggiungono un
numero maggiore di minori rispetto al passato. Il
principio di base del lavoro di SOS Villaggi dei
Bambini – «Il calore di una casa per ogni bambino»
– resta immutato. (kra)
Negli ultimi 60 anni
60 000 bambini sono
cresato in una famiglia
SOS.
11

12
primo piano
«La mia madre SOS è
uno dei regali più grandi
che la vita mi ha dato.»
«il villaggio dei BamBini SoS
Significa SicureZZa e proTeZione»
domitila orazco, cresciuta in un villaggio dei
bambini SoS, da poco è diventata direttrice del
villaggio SoS di estelí, in nicaragua. la donna
36enne desidera dare ai bambini del posto
l’amore e la protezione che ha ricevuto lei.
Zoom SOS: Come descrive il Suo legame
con SOS Villaggi dei Bambini?
Domitila Orazco: Sono arrivata al villaggio dei
bambini SOS di Estelí quando avevo sette anni
e ci sono restata fino all’età adulta. In seguito ho
insegnato alla scuola SOS Hermann Gmeiner che
fa parte del villaggio. Sei mesi fa sono tornata al
villaggio dei bambini SOS di Estelí in veste di
direttrice, dopo aver diretto un altro villaggio dei
bambini SOS.
Domitila Orazco ha mantenuto fino ad oggi lo stretto rapporto che la lega alla sua madre SOS.
© Sergio Beer
Perché da bambina è stata affidata al villaggio
dei bambini SOS?
Dato che mia madre è cieca, non poteva occuparsi
di me e della mia sorella più piccola. Inoltre vivevamo
in condizioni economiche difficili, perché mio
padre ci ha abbandonate.
Come sono i rapporti con la Sua madre SOS?
Lei è uno dei regali più grandi che la vita mi ha
dato! È stata al mio fianco nei momenti migliori
e in quelli peggiori, come quando sono nati i miei
due figli. Quando ho lasciato il villaggio dei bambini
SOS mi ha aiutata e mi ha messo a disposizione
la sua casa affinché potessi iniziare a vivere
la mia vita. Mi ha assistita nel corso della mia
carriera professionale. A tutt’oggi siamo sempre in
contatto, dato che vive in una casa poco distante
dal villaggio dei bambini SOS.
Come descrive il Suo mestiere di direttrice
del villaggio?
La cosa più importante è la volontà di fare il
proprio dovere, cosa che faccio con dedizione e
amore, mettendoci tutta me stessa.
Cosa significa per Lei oggi SOS Villaggi dei
Bambini?
SOS Villaggi dei Bambini è un punto di riferimento
importante nella mia vita. I villaggi dei
bambini SOS sono una meravigliosa alternativa
per l’affidamento dei bambini che non possono
crescere nella loro famiglia biologica. Per me il
villaggio dei bambini SOS significa sicurezza e
protezione. Sono fiera, felice, mi sento graziata e
privilegiata di essere parte della fantastica famiglia
di SOS Villaggi dei Bambini. (kra)

«unendo le forZe poSSiamo
oTTenere molTo»
ousman, habib e amadou sono diventati
fratelli 25 anni fa al villaggio dei bambini SoS
di Bakoteh. l’affetto sviluppatosi nel corso degli
anni perdura ancora oggi: i tre fratelli hanno
intenzione di dare vita insieme a una cooperativa
agricola.
Mentre sono riuniti a casa di Ousman, i tre fratelli
ricordano la loro infanzia passata al villaggio
dei bambini SOS di Bakoteh, in Gambia. «Per
me il più bel ricordo del villaggio dei bambini
SOS è legato alle festività per la giornata SOS, il
23 giugno», dice Ousman. «Quel giorno di festa
tutti i bambini indossavano i vestiti tradizionali
della tribù della loro madre SOS.» La loro madre
faceva parte della tribù Mandinka e quindi confezionava
per ognuno di loro un kaftano, la tunica
tradizionale che gli uomini indossano sopra i
pantaloni.
Durante le festività si svolgevano le gare più disparate.
Habib ricorda che la loro casa familiare
ha vinto premi per prestazioni accademiche come
quello per la casa più pulita.
addio alla giovenTù
I tre uomini sono d’accordo sul fatto che il
momento più duro è stato quando hanno dovuto
lasciare la casa per la gioventù SOS e rendersi
indipendenti. «Anche se naturalmente ci avevano
spiegato cosa significhi provvedere a se stessi.
Eppure è stata dura gestire improvvisamente la
propria vita da sé ed essere separati dai fratelli e
sorelle SOS», ricorda Ousman.
Malgrado ciò il ragazzo, oggi 35enne, si è fatto
strada. Si è costruito una nuova vita a Mandina
Bah, il villaggio di contadini di cui è originario.
Sua nonna gli ha lasciato in eredità tre ettari di
terreno, si è sposato e ha due figli. Ha costruito
una casa con quattro stanze vicino al suo terreno
e ha deciso di dedicarsi completamente all’agricoltura.
Alleva conigli e ha creato un vivaio con propri
mandarini. Sul suo grande appezzamento di
terreno Ousman coltiva prodotti stagionali: noci
di acagiù, diversi tipi di mango, mandarini e
arachidi.
Tuttavia, senza i suoi due fratelli Habib e
Amadou non ce la farebbe: gli manca un sistema
d’irrigazione che gli consenta di coltivare il
terreno tutto l’anno. Per ora tutta la superficie è
annaffiata a mano, il che non è efficiente e non
consente di ottenere un grande raccolto. Pertanto
Ousman ha proposto ai fratelli di venire
a lavorare con lui. «Unendo le forze possiamo
ottenere molto», afferma con convinzione. Come
prima cosa chiederanno un credito per un nuovo
sistema d’irrigazione. (kra)
la viTa dopo il villaggio
ousman (centro) controlla insieme ai fratelli habib e amadou il raccolto di noci di acagiù.
© Claire Mathisse
«Per me il più bel ricordo
del villaggio dei bambini
SOS è legato alle
festività per la giornata
SOS.»
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modaliTà di offerTa
Se aveste intenzione
di lanciare un’iniziativa
e vi servisse materiale
informativo, una cassa
per le offerte, autoadesivi
o poster, il signor
hans frauchiger sarà
lieto di aiutarvi:
info@sosvillaggideibambini.ch
Tel. 031 979 60 60
SwiSSôTel prende Sul Serio
la reSponSaBiliTà Sociale
© Swissôtel
corso di cucina allo Swissôtel di Brema.
Swissôtel sostiene SoS villaggi dei Bambini
dal 1999 attraverso donazioni e diverse
azioni. la catena alberghiera ha finanziato
tra l’altro una casa familiare a entebbe, in
uganda, e sostiene il villaggio dei bambini
SoS di lavrovo, in russia.
Da metà agosto sette colonie di api, ossia
100 000 api, vivono sul tetto del nuovo ristorante
di Swissôtel «Le Muh», a Zurigo. In occasione
della festa di apertura, tenutasi in settembre,
gli ospiti hanno avuto la possibilità di dare un
nome a sei api regine e di fare direttamente
offerte a favore di SOS Villaggi dei Bambini. Il
settimo nome è stato messo all’asta dal vivo dal
direttore dell’hotel Marc Ohlendorf. Grazie a
quest’azione sono stati raccolti 7520 franchi da
donare a SOS Villaggi dei Bambini.
Swissôtel prende sul serio la questione della responsabilità
sociale. Meinhard Huck, presidente
di Swissôtel Hotels & Resorts, precisa: «Siamo
convinti che il successo economico e la responsabilità
imprenditoriale vadano di pari passo ai
fini dello sviluppo sostenibile della nostra società.
Questo significa anche impegno sociale – uno
dei fondamenti della nostra filosofia aziendale.
Per questo da molti anni sosteniamo attivamente
SOS Villaggi dei Bambini, per aiutare i bambini
meno privilegiati del mondo intero.»
Grazie ai contenitori per la raccolta delle monete
posti nelle hall dei suoi 28 alberghi sparsi nel
mondo, Swissôtel raccoglie fondi da donare al
villaggio dei bambini SOS di Lavrovo, in Russia.
Inoltre, negli hotel si organizzano numerose
azioni a favore dei villaggi dei bambini SOS del
mondo intero.
aiuTi Sul poSTo
Ogni albergo della catena Swissôtel intrattiene
stretti contatti con i villaggi dei bambini SOS
della sua zona, sia attraverso azioni per raccogliere
offerte, donazioni spontanee o inviti ai
bambini. Per esempio, lo Swissôtel di Brema
quest’anno ha lanciato dei corsi di cucina per
i bambini dei villaggi SOS: oltre ad imparare
cos’è un’alimentazione sana, hanno cucinato
nella cucina del ristorante.
In Estonia, Swissôtel Tallinn ha aiutato a finanziare
il torneo di calcio del villaggio dei bambini SOS.
A Mosca, per i 15 anni dalla nascita del primo
villaggio dei bambini SOS in Russia, Swissôtel
Krasnye Holmy ha organizzato un pranzo per i
bambini e le madri SOS. Durante l’evento si sono
raccolti fondi a favore dei programmi di formazione
di SOS Villaggi dei Bambini Russia. (kra)

info Su SoS villaggi dei BamBini SviZZera
KaTJa SnoZZi – l’impegno della foTografa
per SoS villaggi dei BamBini
europa, africa, asia e america latina –
per trent’anni la fotografa Katja Snozzi ha
girato mezzo mondo scattando immagini
suggestive: dal flusso di profughi verso lo
Zaire alle donne coperte dal burqa nel nord
del pakistan; i bambini denutriti della
Somalia e i volti sorridenti dei ragazzi dei
villaggi dei bambini SoS.
Appassionata di fotografia fin dall’infanzia,
Katja Snozzi, oggi 64enne, farà di questo suo
hobby una professione, lavorando spesso nelle
regioni in guerra o in crisi come il Libano o il
Ruanda. «Mi ha sempre interessato sapere come
vive la gente di un paese in guerra, cosa ne è
degli anziani e dei bambini», sostiene. Pertanto
la decisione di fotografare per SOS Villaggi dei
Bambini le è parsa logica: «I villaggi dei bambini
SOS sono la variante pacifica dell’infanzia
nelle regioni di crisi.»
Katja Snozzi ha lavorato per dodici anni per
SOS Villaggi dei Bambini e ha visitato numerosi
villaggi in tutto il mondo, scattando
migliaia di fotografie che finora hanno corredato
opuscoli, cartine e materiale informativo di
SOS Villaggi dei Bambini. «Conservo ricordi
meravigliosi di quei viaggi e la filosofia di
SOS Villaggi dei Bambini continua a entusiasmarmi»,
racconta la donna con vivacità, oggi
residente a Verscio.
forTe legame con l’africa
Le sono sempre stati particolarmente a cuore i
villaggi dei bambini SOS africani. Le ricordano
la propria infanzia in Kenya, dove ha vissuto fino
all’età di 14 anni in una grande tenuta agricola.
È rimasta molto impressionata dal villaggio
dei bambini SOS di Khajuri Kalan, situato nei
pressi di Bhopal, in India, dove numerosi orfani
gravemente disabili vengono assistiti con grande
impegno e dignità dalle madri SOS.
Alla fine di agosto si è conclusa la mostra «Il
© m.a.d.
le foto di Katja Snozzi caratterizzano il messaggio visivo di SoS villaggi dei Bambini.
mondo in 127 scatti», una retrospettiva del
grande lavoro che ha svolto in oltre 30 anni di
attività. «Sono nata a Locarno e qui sono tornata.
Il cerchio si chiude quindi in modo perfetto.»
Da quando, in seguito a complicazioni legate
a un’operazione alla schiena, è costretta sulla
sedia a rotelle, non fa più fotografie. Però quella
luce che si accende nei suoi occhi e su tutto
il viso quando parla dei viaggi fatti e degli incontri
nei villaggi dei bambini SOS mi dice che
Katja Snozzi tornerebbe ancora in un villaggio
SOS per fotografare quei bambini cui si offre
l’opportunità di vivere un’infanzia felice
e serena. (kra)
«I villaggi dei bambini
SOS sono la variante
pacifica dell’infanzia
nelle regioni di crisi.»
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TuTTi i BamBini
meriTano
una famiglia
Tutti i bambini dovrebbero crescere in una famiglia, ricevere amore, essere rispettati e protetti.
SOS Villaggi dei Bambini offre una casa e una famiglia a 75 000 bambini in difficoltà in tutto il mondo
e in questo modo dà loro la possibilità di costruirsi un futuro.
ecco come poTeTe SoSTenere
padrinaTo per un villaggio
dei BamBini
il suo versamento mensile di 60 franchi serve a
coprire i bisogni primari dei bambini del villaggio
SoS come cibo, materiale scolastico e medicinali.
conTriBuTo di amica o amico SoS
il suo versamento di 15 franchi mensili aiuta i
bambini che ne hanno maggiormente bisogno.
il modulo d’iScriZione per padrinaTi Si Trova al cenTro della riviSTa.
vi invitiamo a visitare il nostro sito internet
e ad abbonarvi alla nostra newsletter:
www.sosvillaggideibambini.ch/newsletter
www.facebook.com/sos.kinderdorf.schweiz
medianTe un’offerTa
mediante un’offerta una tantum o regolare
(vedi cedola di ver samento allegata).
medianTe un legaTo
ogni lascito testamentario va integralmente
a beneficio dei villaggi dei bambini SOS.
Saremo lieti di fornirle maggiori informazioni
personalmente nell’ambito di un colloquio.
Tel. 031 979 60 55, claudia lehnherr.
fondazione SoS villaggio dei Bambini Svizzera,
3097 liebefeld, tel. 031 979 60 60,
info@villaggideibambini.ch, cp 30-31935-2
www.sosvillaggidibambini.ch
© Conor Ashleigh