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L'epopea di Gilgamesh - Sin-leqi-unnini.rtf - Homolaicus

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"scoprirono" solo la scrittura ma un'incre<strong>di</strong>bile quantità <strong>di</strong> cognizioni, <strong>di</strong> modelli <strong>di</strong> comportamento, <strong>di</strong> tecniche, <strong>di</strong> situazioni<br />

(3).<br />

Nota 3 - Un noto ma introvabile testo sull'argomento è eloquentemente intitolato: I sumeri alle ra<strong>di</strong>ci della<br />

storia, <strong>di</strong> Samuel Noah Kramer, 1979, Newton Compton. L'autore passa in rassegna le <strong>di</strong>verse conquiste<br />

culturali delle città-stato sumeriche. I capitoli del libro sottolineano fin dal titolo il ruolo <strong>di</strong> scopritori svolto<br />

dai sumeri in ogni campo del sapere. Come "le prime scuole", "il primo parlamento", "la prima<br />

farmacopea", "il primo ideale morale" (l'elenco completo delle 27 priorità sumeriche è in Cer 1995, p. 305).<br />

Su Pro 1986, p. 293, è riportata integralmente l'interessante "prima esenzione fiscale".<br />

I termini che li descrivono sono ovviamente in sumerico e tali rimasero una volta "presi a prestito" dagli acca<strong>di</strong>.<br />

Particolarmente eloquente è la quantità <strong>di</strong> nomi sumerici <strong>di</strong> <strong>di</strong>vinità entrate nel pantheon mesopotamico (p. 21 Bot 92). An,<br />

Enlil, Enki, Apsu, Utu, Inanna, Dumuzi e ovviamente <strong>Gilgamesh</strong> sono tutti nomi sumerici.<br />

Ovviamente anche le parole referenti la scrittura e i suoi supporti sono sumeriche. La tavoletta d'argilla si chiama DUB. Da<br />

essa, secondo le regole agglutinanti del sumerico derivano E-DUB (casa delle tavolette ovvero biblioteca/scuola) e DUB-SAR<br />

(scriba). Ancora nell'Enuma Elish, poema della creazione babilonese, la reliquia per la quale le <strong>di</strong>vinità si azzuffano - la<br />

celeberrima tavoletta del destino - è espressa da tre sumerogrammi DUB-NAM-MESH (NAM = destino in sumerico).<br />

Ora la nascita della scrittura nella Terra <strong>di</strong> Sumer e la preminenza intellettuale e tecnica dei suoi abitanti portò alla <strong>di</strong>ffusione<br />

della civiltà in tutta la Mesopotamia. Questa regione, più o meno corrispondente all'attuale Iraq, è aperta a Nord, a Occidente e<br />

a Oriente. Non stupisce quin<strong>di</strong> che la sua cultura si <strong>di</strong>ffondesse e contaminasse le genti che vivevano nelle vicinanze. Gli stessi<br />

autori della Bibbia come pure il vecchio mondo greco ed ellenistico, da cui ha preso spunto questo <strong>di</strong>scorso, non poterono<br />

sottrarsi all'influenza pur me<strong>di</strong>ata <strong>di</strong> questa cultura.<br />

Anche per questo in Mesopotamia si debbono cercare i più antichi documenti relativi alla nostra storia e alla formazione del<br />

pensiero umano che, attraverso i secoli, ha dato vita alla nostra filosofia e alla nostra scienza.<br />

Sumeri e acca<strong>di</strong><br />

Per quanto detto può sembrare che gli acca<strong>di</strong> giunsero dopo i sumeri, ma non è certo. Gli acca<strong>di</strong> possono essere stati la<br />

popolazione nomade prestanziale ad avere la fortuna <strong>di</strong> incontrare la cultura sumerica, fondersi con essa e darle nuova linfa<br />

vitale.<br />

Gli acca<strong>di</strong> provenivano da nord, da quella frangia settentrionale del deserto arabo-siriano, serbatoio <strong>di</strong> tutti i gruppi semitici<br />

che, attirati dalla sua prosperità scenderanno nella Terra tra i due fiumi. Come i semiti amorrei, giunti dopo gli acca<strong>di</strong>, intorno<br />

al 2000 a.C. e i semiti aramei, arrivati in Mesopotamia verso il 1000 a.C. L'afflusso migratorio semitico tenne quin<strong>di</strong> viva la<br />

lingua acca<strong>di</strong>ca. I sumeri invece avevano evidentemente tagliato tutti i ponti con la madre patria (che non conosciamo) come<br />

<strong>di</strong>mostra il declino della loro lingua, sempre meno presente nei documenti, in concomitanza con il loro declino politico.<br />

L'esplosione dell'acca<strong>di</strong>co nei documenti scritti si ha con il primo grande impero semitico (e primo impero in assoluto<br />

d'Oriente!): il regno <strong>di</strong> Sargon (2334-2279). Come accennato, tra acca<strong>di</strong> e sumeri non avvenne affatto uno scontro tra culture,<br />

bensì una commistione, un'assimilazione su tutti i fronti. Le concezioni religiose e i traguar<strong>di</strong> politici e culturali dei sumeri<br />

vennero assorbiti dagli acca<strong>di</strong>. Ugualmente la lingua sumerica per quanto sempre meno parlata, rimase in uso per gli atti<br />

ufficiali, i documenti economici e soprattutto le belle lettere fino ad almeno il II millennio (4).<br />

Nota 4 - Il sumerico rimase fino al 2000 a.C. la lingua letteraria per eccellenza, grazie allo zelo degli scribi<br />

che conservarono, ricopiarono, imitarono i testi sumerici. Un po' come per il latino dal crollo <strong>di</strong> Roma fino<br />

al Rinascimento, i testi antichi vennero ritrascritti instancabilmente. Il motivo <strong>di</strong> tale entusiasmo era legato<br />

alla consapevolezza che, poiché queste opere erano legate a un passato ormai lontano, fosse necessario<br />

preservarle a qualunque costo come un'inestimabile ere<strong>di</strong>tà (p. 26 Bot 92). L'età dell'oro della letteratura<br />

sumerica si ha dunque in un'epoca dove il peso politico dei sumeri è praticamente nullo. Gli ultimi sussulti<br />

della civiltà sumerica si hanno, dopo il crollo dell'impero acca<strong>di</strong>co, tra il 2100 e il 2000 a.C. (III <strong>di</strong>nastia<br />

<strong>di</strong> Ur). L'ultimo regno sumerico è caratterizzato da un fortissimo rispetto delle tra<strong>di</strong>zioni e dal recupero<br />

culturale del passato. Un'epoca definita in molti libri <strong>di</strong> storia come rinascimento sumerico. Ancora<br />

cinquecento anni dopo (epoca babilonese) un proverbio recitava: «Uno scriba che non sa il sumerico, che<br />

scriba è?» (riportato in Geo 1999, p. xviii).<br />

La provenienza del ceppo semitico suggerisce in <strong>di</strong>rezione opposta la provenienza del ceppo sumerico. Secondo le ipotesi più<br />

verosimili i sumeri provengono da una zona circostante alla Terra <strong>di</strong> Sumer. Forse dall'altopiano iranico (est) o forse dal Golfo<br />

Persico (sud-est). In quest'ultimo caso avremmo una conferma in<strong>di</strong>retta da uno dei miti più antichi: I Sette Saggi (p. 205 Bot<br />

92). Secondo la tra<strong>di</strong>zione mitica gli uomini avrebbero appreso la scrittura e la civiltà da sette emissari <strong>di</strong> Enki usciti dal mare.<br />

La provenienza marina è accentuata dall'aspetto misterioso dei saggi: metà uomo e metà pesce (apkallu). Nel mito è forse<br />

ravvisabile memoria <strong>di</strong> una remota ondata civilizzatrice che avrebbe seguito la via del mare. Se vogliamo quin<strong>di</strong> prestar fede a<br />

questo mito i sumeri sarebbero arrivati da sud-est seguendo la costa o <strong>di</strong>rettamente per mare. Forse dal leggendario reame <strong>di</strong><br />

Dilmun, ma questa è un'altra storia...<br />

Come Grotefend decifrò la scrittura cuneiforme<br />

Nel 1842 Paul-Emile Botta rinvenne a Khorsabad fra i numerosi reperti, mattonelle d’argilla ricoperte <strong>di</strong> strani segni. Egli non<br />

aveva idea <strong>di</strong> come quei segni andassero letti. Ma la chiave <strong>di</strong> lettura della scrittura cuneiforme era già stata formulata, senza<br />

che Botta lo sapesse, oltre 40 anni prima, nel 1802, da parte <strong>di</strong> un supplente <strong>di</strong> 27 anni alla scuola civica <strong>di</strong> Gottinga.<br />

Thomas Porzano © 2003<br />

Pietro Della Valle

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