la nostra strada - Autostrade
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di vista non si sta andando avanti, anzi, tutt’altro». Da torinese vive in prima persona <strong>la</strong> vicenda<br />
del<strong>la</strong> Tav. «Oggi eventuali ammorbidimenti su questi temi si ottengono solo con pesantissime<br />
compensazioni economiche: una valle si mette a disposizione perché pensa di ottenere van-<br />
taggi. Ma non è un modo nobile per affrontare <strong>la</strong> questione di dove e come realizzare un’in-<br />
frastruttura che ha l’obiettivo principale di consentire flussi di persone, di merci, di creare un<br />
vantaggio per lo sviluppo economico».<br />
Morale: tra veti locali, ristrettezze economiche, incertezze al centro, il rallentamento del<strong>la</strong> co-<br />
struzione di infrastrutture è uno dei motivi per cui il nostro Paese è fanalino di coda nel<strong>la</strong> cre-<br />
scita rispetto agli altri Paesi europei. Pininfarina da tempo lo dichiara, nelle interviste e nei suoi<br />
interventi ai convegni. «Chi ha <strong>la</strong> fortuna di viaggiare per il mondo può toccare con mano <strong>la</strong><br />
rapidità dei cambiamenti che avvengono in altri Paesi. Primo fra tutti <strong>la</strong> Cina, ma, per restare in<br />
Europa, anche <strong>la</strong> Spagna». I distinguo di parole, se l’Italia sia in declino o no, <strong>la</strong>sciano il tempo<br />
che trovano: «Il Paese sta andando indietro, è inesorabile. Perché anche stare fermi significa<br />
perdere posizioni quando gli altri vanno avanti».<br />
La sfida è studiare un modo eco-compatibile per inserire le nuove infrastrutture nell’ambien-<br />
te. Con una progettazione intelligente è assolutamente possibile. Andrea ha ancora freschi i<br />
ricordi dell’ultima vacanza estiva, negli Stati Uniti: per andare da Phoenix al Gran Canyon in<br />
automobile ci sono tratti di auto<strong>strada</strong> perfettamente integrati nel paesaggio, richiedono uno<br />
sforzo di progettazione, ma rendono più fruibile e addirittura più gradevole il territorio. Di esem-<br />
pi positivi ce ne sono anche in Italia. Uno è proprio in Piemonte: <strong>la</strong> statale che è stata costruita<br />
per i mondiali di sci del 2006 e che raggiunge le montagne, passando da Oulx a Cesana, a<br />
Sestrière. «Ci sono aree di parcheggio, una serie di contrafforti, si percepisce una forte integra-<br />
zione con il paesaggio, sembra di essere in Svizzera. Ed anche <strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> realizzazione è<br />
molto buona». Insomma, volendo ci si riesce. Nelle strade di montagna oggi è possibile creare<br />
contrafforti non esclusivamente di cemento, ma di cemento forato ed erba, per mantenere<br />
l’effetto esteriore del<strong>la</strong> natura.<br />
Bisognerebbe guardare ciò che esiste negli altri Paesi e farne tesoro: l’imponente viadotto<br />
realizzato in Francia tra due valli, il ponte che fa da collegamento tra <strong>la</strong> Svezia e <strong>la</strong> Danimarca.<br />
«C’è una grandissima valorizzazione dell’opera infrastrutturale come elemento di attrattività,<br />
anche turistica», riflette Pininfarina. E poi dà uno sguardo a casa <strong>nostra</strong>, all’intricata vicenda<br />
del Ponte di Messina. «Si è fatta anche stavolta una questione ideologica. Premesso che con<br />
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