Canone Occ. POESIA pp 1 a 125 - Edizioni Alice
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26 <strong>Canone</strong> <strong>Occ</strong>identale - La poesia<br />
verso ha sedi privilegiate per gli accenti, che non sono mai messi a caso dal poeta:<br />
Nel mèzzo del cammìn di nostra vìta<br />
Mi ritrovài per una sèlva oscùra<br />
La presenza degli accenti all’interno del verso, oltre a conferire il ritmo di cui si è parlato,<br />
funziona anche da “argine” per la voce: la lettura, seguendoli, non risulterà né<br />
monotona né disordinata, rispettando così la misura dei versi.<br />
Come si vede dai due versi sopra riportati, gli accenti principali del verso (chiamati<br />
accenti ritmici o ictus) non coincidono con tutti gli accenti tonici delle parole che lo<br />
costituiscono, che risultano più numerosi. Questo significa che la metrica dispone di<br />
regole sue proprie, diverse da quelle della grammatica.<br />
Gli elementi essenziali del ritmo nel verso italiano sono due: il primo è un numero stabilito<br />
di sillabe; il secondo è il succedersi di accenti tonici su sedi determinate, ad intervallo<br />
di tempo fisso. Questi due elementi formano il metro, che è la misura del ritmo.<br />
Grazie al succedersi di accenti a intervalli regolari, noi percepiamo una musicalità<br />
della poesia. È proprio la ripetizione che conferisce al testo poetico un particolare<br />
ritmo.<br />
La cesura: il ritmo del verso viene sottolineato anche dalla presenza di pause, chiamate<br />
cesure, le cui possibili posizioni sono indicate dalle regole della metrica tradizionale.<br />
Le cesure però sono presenti solo nei versi lunghi, dove spesso coincidono con le<br />
pause segnalate dalla punteggiatura; esse dividono il verso in due parti, che prendono<br />
il nome di emistichi:<br />
Questo di tanta speme // oggi mi resta<br />
(U. Foscolo, In morte del fratello Giovanni)