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Opuscolo - Ministero per i Beni e le Attività Culturali

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Il restauro ha messo in luce una tecnica di incredibi<strong>le</strong> raffinatezza che costruisce<br />

una pellicola pittorica molto sotti<strong>le</strong> e delicata sulla qua<strong>le</strong> il natura<strong>le</strong><br />

invecchiamento ha prodotto una minore capacità coprente, rivelando<br />

in parte i fondi cromatici sottostanti, e che è stata localmente oggetto<br />

di puliture eccessivamente insistite come nella guancia della Madonna.<br />

Uno degli e<strong>le</strong>menti caratterizzanti è il vasto impiego della foglia d’oro, impiegata<br />

con tutte <strong>le</strong> possibili diverse tecniche di lavorazione: la doratura<br />

a guazzo, a missione e l’oro steso a conchiglia. Nello scomparto centra<strong>le</strong><br />

tutta la su<strong>per</strong>ficie, eccetto la Madonna, il Bambino, lo Spirito Santo<br />

e lo scalino del trono, è stata preventivamente dorata a guazzo e tutti gli<br />

effetti della tenda sul fondo e dei tessuti dei cuscini<br />

in basso sono ottenuti con un impiego raffinatissimo<br />

del<strong>le</strong> varie tecniche di trattamento della<br />

foglia d’oro: l’incisione, imitante sia l’andamento<br />

del<strong>le</strong> pieghe del tendaggio, sia i motivi decorativi<br />

del tessuto ed il graffito, abbinata anche alla bulinatura<br />

con ulteriori interventi a colore, come<br />

nella strepitosa imitazione di un velluto broccato<br />

e allucciolato nel tessuto in basso. Si tratta sicuramente<br />

di una dimostrazione di e<strong>le</strong>vatissima<br />

qualità tecnica e forma<strong>le</strong>, basata sul<strong>le</strong> alte capacità<br />

dell’artista.<br />

Secondo la tradizione, al di sotto dei carnati è presente<br />

una sotti<strong>le</strong> stesura di verdaccio a base di<br />

bianco di piombo e terra verde, stesa rapidamente<br />

abbozzando i volumi del<strong>le</strong> teste, dei piedi<br />

e del<strong>le</strong> mani. Nel<strong>le</strong> figure della Madonna e del<br />

Bambino l’artista ha usato un fondo analogo, ma<br />

molto più chiaro e diluito <strong>per</strong> differenziare i loro<br />

carnati da quelli maschili più scuri. Su ta<strong>le</strong> base<br />

sono stese <strong>le</strong> pennellate che definiscono i volti,<br />

arricchiti poi dal<strong>le</strong> lumeggiature di biacca e di rosa.<br />

Tra <strong>le</strong> analisi un ruolo importante è stato giocato<br />

dalla fluorescenza X, compiuta dall’ENEA e dalla tecnica FORS, realizzata Particolare di un angelo musicante<br />

dall’IFAC-CNR, tramite <strong>le</strong> quali abbiamo potuto appurare <strong>le</strong> caratteristi-<br />

durante la pulitura.<br />

che della tavolozza dell’Angelico che corrisponde ai materiali tradizionalmente<br />

in uso nella pittura fiorentina coeva. Non è, infatti, dalla particolarità<br />

dei materiali che derivano <strong>le</strong> va<strong>le</strong>nze dei capolavori, ma dal genia<strong>le</strong> modo<br />

di usarli e di piegarli alla volontà espressiva dell’artista.<br />

I colori usati dall’Angelico, individuati attraverso <strong>le</strong> indagini diagnostiche<br />

citate sono: bianco di piombo, giallo di piombo e stagno, ocra gialla, cinabro,<br />

lacca rossa, terra verde, verderame, azzurrite, oltremare natura<strong>le</strong>,<br />

terra d’ombra natura<strong>le</strong>, terra di Siena natura<strong>le</strong>, nero di carbone.<br />

Passando all’analisi dei prob<strong>le</strong>mi conservativi, possiamo sinteticamente<br />

ricordare che questi erano costituiti da quelli <strong>le</strong>gati al supporto e quelli <strong>le</strong>gati<br />

al<strong>le</strong> alterazioni su<strong>per</strong>ficiali della pellicola pittorica. Uno dei prob<strong>le</strong>mi<br />

strutturali consisteva nella presenza di fratture, nella parte centra<strong>le</strong>, determinate<br />

dalla forza del<strong>le</strong> variazioni dimensionali dei due tavolati con- 47

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