Brochure di Roya Mirsistani - KEROS

Roya Mirsistani
Metamorphosis

“Ombra di donna” - “Shadow of woman” - Oil on canvas - cm 30x39 - 2012

“Ombra di uomo” - “Shadow of man” - Oil on canvas - cm 29x49 - 2012

In Roya’s paintings there are many faces: the face of pain suggested by timeless and
ageless red colours, all sharing a deep, intense and sharp pain; the face of blood, expressed
by dripping colours, slipping into many streams, as if showing that no parts of
the body are immune to suffering; the face of violence, with signs of colour mutilations
and contaminations. These unexpected faces appear on the canvas disfiguring or staining
bodies, outlining troubled and lonely figures: figures that seem to question themselves
and interrogate the environment: searching for a contact, a bridge, an answer.
Her condition as a woman reveals a reality that is often torn and inadequate: it shows
stains, cracks, gaps filled with a pain that will never be mended. And with this, the colours
and the shapes of her works become stylized and attack the viewer, imploding in a dialectics
which is difficult to consider as static and conclusive.
And her pain often screams (waving flags, ideals, perspectives in the wind) and at other
times becomes a quiet, a voiceless and indecipherable sobbing.
And yet, in this world of codes and messages, the answers are not the ones that are required.
And her research continues, unsatisfied, and among new horizons appears the
theme of hope, suggesting a major restructuring and an unconscious desire to get away
from pain, in order to acquire confidence in the future.
The colours, which have become cold, do not disengage the viewers. Quite the opposite:
they overwhelm them, drawing them more and more closely into the canvas, in an empathic
emotion, full of anxiety and bursting excitement.
Her blue is the sky and a brushstroke of hope, her easels (yet to be installed and finished)
are there to remind us her commitment as a honest and concerned artist, aware
that liberation (in terms of gender, politics, culture) is yet to be addressed and acquired.
And the face of femininity recurs in almost all her works: with figures that are broken or
disrupted, curled up and wrapped, with half-faces worn by perfection. Some other time,
instead, it is the purity and sweetness of the primary colours to bring a trace of hope
in a present lived as a chessboard, in well-defined architectural spaces in which the reassembled
body merges with the spirit, keeping its identity unchanged.
All these figures are immersed in an environment in which freedom is denied, a form of
imprisonment where the only glimmer comes from the tentative opening of a window
overlooking the world.
And the story continues with the face of motherhood: a face represented by bodies
joined by powerful bonds that, at times, seem to be severed.
Roya is a woman who you listen to and appreciate for her research, her experiments,
her way of expressing beauty that is faith, rational project and immediate momentum.
When Roya paints, she gives the impression of entering the canvas and blending with its
colours, of being immersed in a natural dimension that she does not want to leave.
In fact, she seems to leave on the canvas her unconscious and a part of herself.

Nei quadri di Roya vi sono tanti volti diversi: il volto del dolore denunciato dai suoi rossi
senza tempo, senza età, ma con il comune denominatore di un dolore vivo, acuto, penetrante;
il volto del sangue, espresso dallo sgocciolamento del colore, che scivola in tanti
rivoli quasi a dire che non vi sono punti del corpo immuni alla sofferenza; il volto della
violenza, con segni di mutilazioni e contaminazioni di colore. E questi, inaspettati, appaiono
sulla tela deturpando o macchiando corpi e delineando figure tormentate e solitarie:
figure che sembrano interrogarsi e interrogare l'ambiente circostante: in cerca di un
contatto, un ponte, una risposta.
La sua condizione di donna denuncia una realtà spesso lacerata e inadeguata: mostra
macchie, fratture, vuoti di irrisarcibile dolore. E qui il colore e le forme delle sue opere
si stilizzano, aggrediscono, implodono in una dialettica che è difficile concepire come
statica e definitiva.
E il suo dolore spesso urla (scuotendo bandiere al vento, idealità, prospettive) e altre
volte diventa un pianto sommesso, afono e indecifrabile.
E ciononostante, in questo universo di codici e messaggi le risposte non sono quelle
volute. E la sua ricerca continua insoddisfatta, e tra nuovi nuovi orizzonti ecco apparire
il tema della speranza, come a indicare una profonda ristrutturazione e un desiderio
inconscio di allontanarsi dalla sofferenza, per nutrire fiducia nel futuro.
I colori diventati freddi non allontanano lo spettatore. Al contrario lo sommergono
coinvolgendolo sempre più intimamente nella tela, in un'emozione empatica, piena di
turbamenti e di eccitazione prorompente.
Il suo blu è cielo e pennellata di speranza; i suoi cavalletti (ancora da installare e concludere)
sono lì a ricordarci il suo impegno di artista sincera e coinvolta: consapevole che
la liberazione (di genere, politica, culturale) è ancora tutta da affrontare e risolvere.
Ed è ancora il volto della femminilità che si ripresenta in quasi tutti i suoi lavori: con figure
spezzate o smembrate, rannicchiate ed avvolte, volti dimezzati segnati nella loro
compiutezza. E altre volte ancora è invece la purezza e la dolcezza del colore primario
a riportare una traccia di speranza in un presente vissuto in forma di scacchiera, in spazi
architettonici ben definiti nei quali il corpo ricomposto si fonde con lo spirito conservando
immutata la propria identità..
Tutte queste figure sono immerse in un ambiente di libertà negata a mo' di reclusione,
in cui l'unico spiraglio è rappresentato dalla timida apertura di una finestra che si affaccia
sul mondo. E il racconto continua con il volto della maternità: un volto rappresentato da
corpi uniti da legami forti che, a volte, sembrano recidersi.
Roya è una donna che si fa ascoltare e apprezzare in virtù di una ricerca, una sperimentazione,
una bellezza che è fede, progetto razionale e slancio immediato e immeditato.
Quando Roya dipinge, dà l’impressione di entrare nella tela e di confondersi con i suoi
colori immergendosi in una dimensione naturale, dalla quale sembra non volere più
uscire.
In realtà sembra lasciare nella tela il suo inconscio e una parte di se stessa.
Mario Rubino Corrado Veneziano

“Frammenti di speranza” - “Fragments of hope” - Acrylic on canvas - cm 100x120 - 2009

“Sola” - “Alone” - Acrylic on canvas - cm 120x120 - 2010

“Senza di te” - “Without you” - Acrylic on canvas - cm 100x120 - 2010

“Sopravvissuta” - “Survivor” - Acrylic on canvas - cm 100x120 - 2011

“Ricostruzione” - “Reconstruction” - Acrylic on canvas - cm 100x130 - 2009

“Il cambiamento” - “The change” - Acrylic on canvas - cm 100x120 - 2010

“Livello di rifrazione” - “Refraction Level” - Acrylic on canvas - cm 100x120 - 2009

“Cavalletti in disordine” - “Easels in disorder” - Acrylic on canvas - cm 120x120 - 2011

Painting is my friend. I can open my heart to it without having to restrain my ideals. From
painting I gain serenity and freedom in my mind, without being repressed, without being
denied.
Mixing my colours, they tell me when it’s the right time to give shape to my thoughts.
Colours control my mind and let me know when it’s the right time to translate an
abstract concept into a physical action.
In colours I seek something that sometimes cannot be found, but searching for its most
intimate meaning – my personal truth – absorbs my body and my mind.This effort
becomes more and more frantic, almost frenzied, while I try to define the deep meaning
of reconstruction, that is building again my own freedom.
My paintings are bare, naked, and yet they are far from erotic.These are pict ures trying
to communicate, to depict the depths of the human soul.
My identity is ever changing, but never on the verge of collapse under the pressure of
stimuli, but it is strengthened by difficulties and is eager to rebuild always to aspire to
new knowledge.
I do not paint what I see, but I paint what I feel. I transfer my emotions on a canvas.
When I'm about to finish a painting, I feel like the cocoon of a silkworm, when, although
exhausted, it pushes with all its residual forces to change into a butterfly.
Roya Mirsistani
Traduzione di Leonardo Rizzo e Umberto Buccheri
***
La pittura è un'amica, posso aprirle il mio cuore, senza limitare i miei ideali, da essa
traggo serenità e libertà della mente senza repressioni, senza negazioni.
Quando inizio a mescolare e comporre i colori sono loro stessi che mi dicono quando
è il momento di dare forma al pensiero.
Il colore regola la mia mente e capisco quando è il momento di tradurre il concetto
astratto in azione concreta.
Nel colore cerco qualcosa che a volte non trovo, e la ricerca del suo significato più
intimo - che è la mia verità - impegna il corpo e la mia mente in uno sforzo di ricerca
che si fa sempre più affannoso, quasi disperato, nella definizione del senso profondo
della ricostruzione che è la nuova costruzione della mia libertà.
Le mie immagini sono nude, ma lontane dal rinviare il pensiero all’erotismo, sono immagini
che vogliono comunicare, descrivere la sensazione di profondità dell’anima.
La mia identità è in continua trasformazione, ma non è mai sul punto di crollare sotto la
pressione degli stimoli, ma trae vigore dalle difficoltà ed è desiderosa di ricostruire per
ambire sempre a nuove conoscenze.
Io non dipingo ciò che vedo, ma dipingo ciò che sento. Trasferisco le mie emozioni sulla
tela.
Quando sono sul punto di terminare una tela, mi sento come il bozzolo del baco da
seta, quando, pur sfinito, spinge con tutte le forze residue per trasformarsi in farfalla.
Roya Mirsistani

Education
M.A degree in painting, Azad university, Tehran, Iran. B.S degree in French language, Tehran
university, Iran. Diploma in natural sciences.
Art Activities
Sabz Gallery, 1989-1993
Arya Gallery, 2005-2012
Amin Pour Gallery, 2008
Mahe Mehr Gallery, 2009
Palazzo Venezia, Roma, Italy, 2009
Museum Shop Linearia, Rome, Italy, 2010
Associazione il Melograno, Rome, Italy, 2010
Art Center Gallery, 2010
Vali Gallery, 2011
Middle East Art Gallery, 2012
Cultural Institute Niavaran, 2012
Cultural Institute Saba, 2012
Spazio Artificio, Rome, Italy, 2012
Haft Negah, Teheran, 2012
Middle East Art Gallery,Teheran, 2012
Iranian Artists Forum, 2012
Galleria Ecos, Roma, Italy, 2012
I have completed some courses titled" Analytical History of Contemporary Art in world",
presented by Dr. Alireza Sami-Azar ,2007- 2008 .
“Professional painting ", presented by Mr. Nosratollah Moslemian ,2006-2010.
"Iran Art in 20th century", presented by Mr hamid keshmir shekan ,2009.
"Feminism " ,“Criticism of art” ,presented by Dr. Severi 2007.
“History of Art” ,presented by Mr. Pakbaz 2006-2007.
“Modernism”, ” post modernism in world”, presented by Alireza Sahaf Zadeh, 2011 held at
(Mahe-mehr art and culture Institute, Arya art and culture Institute.
Web Site: www.mirsistani.com
IT http://youtu.be/0IpcT-IgbIM
ENG http://youtu.be/hpOjETP-l3w
www.keros2007.it
Layout by
www.comunika.eu

“Bordo bianco” - “White Border” - Oil on canvas - cm 30x30 - 2012