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a ramoplanina e tigeciclina, ma ancora mancano<br />
dati idonei a porre tali composti come presidi<br />
terapeutici consolidati 56-59 .<br />
Vi è altresì molto interesse riguardo l’uso dei<br />
probioti, in associazione o meno alla terapia<br />
antibiotica; la loro azione terapeutica si baserebbe<br />
sulla possib<strong>il</strong>ità di ripristinare l’ecosistema<br />
intestinale, introducendo popolazioni batteriche<br />
in grado di competere con C. diffic<strong>il</strong>e, ed altresì<br />
sulla possib<strong>il</strong>e azione inibente la tossina da parte<br />
di enzimi prodotti dai probioti stessi.<br />
Nonostante <strong>il</strong> razionale teorico, di fatto non vi<br />
sono ancora livelli di evidenza decisivi riguardo<br />
<strong>il</strong> valore di tale approccio, che resta ancora largamente<br />
empirico 60,61 .<br />
4.4 La Formazione/Informazione<br />
Una raccomandazione trasversale a molte linee<br />
guida in tema di prevenzione e controllo delle<br />
infezioni correlate all’assistenza riguarda la formazione.<br />
La forza intrinseca della raccomandazione,<br />
espressa generalmente con livelli IA o IB,<br />
è data da una significativa correlazione tra formazione<br />
e successiva riduzione del rischio; questa<br />
risulta connessa alla modificazione dei comportamenti<br />
del personale sanitario e degli studenti,<br />
ma anche del personale afferente a ditte<br />
appaltate, dei visitatori, dei caregiver e dello<br />
stesso paziente.<br />
a) Operatori<br />
La formazione indirizzata al personale che<br />
opera nell’U.O. deve fornire informazioni/<br />
indicazioni in merito a:<br />
- origine della malattia e meccanismi patogenetici;<br />
- potenziali reservoir, contaminazione<br />
ambientale, modalità di trasmissione;<br />
- modalità ottimale di intervento per l'igiene<br />
delle mani e la decontaminazione delle<br />
superfici;<br />
- trattamento della biancheria;<br />
- misure di controllo infezioni, con particolare<br />
riguardo alle precauzione da contatto e<br />
all’uso dei guanti.<br />
Il training deve essere rivolto al personale<br />
sanitario (medici, infermieri, fisioterapisti…)<br />
e non sanitario, in particolare a quello coinvolto<br />
negli interventi di pulizia.<br />
La formazione/informazione deve raggiungere<br />
anche <strong>il</strong> personale che opera in servizi centrali<br />
o appaltati (pulizie, lavanderia). A tal<br />
fine è ut<strong>il</strong>e un collegamento con gli Uffici<br />
Amministrativi di riferimento nella struttura.<br />
GIIO, vol. 16, n. 1, Gennaio-Marzo <strong>2009</strong><br />
Prevenzione e controllo delle infezioni da C. diffic<strong>il</strong>e<br />
L’allegato A propone una modalità di approccio<br />
strutturata in merito alla formazione degli<br />
operatori sanitari sul problema CD.<br />
b) Paziente, fam<strong>il</strong>iare, ecc.<br />
Per un intervento efficace, la informazione/<br />
formazione deve raggiungere anche tutte le<br />
persone che, a vario titolo, hanno rapporti<br />
con <strong>il</strong> paziente (parenti/visitatori/caregivers).<br />
Ove possib<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> paziente stesso deve essere<br />
correttamente informato in merito alle caratteristiche<br />
della patologia da cui è affetto e<br />
alle precauzioni da contatto da applicare<br />
sistematicamente per prevenire una disseminazione<br />
di spore; una enfasi particolare si<br />
deve porre sugli aspetti prioritari, specie sulla<br />
esigenza di una appropriata igiene delle mani<br />
soprattutto in momenti critici (dopo l’uso dei<br />
servizi igienici, prima di mangiare, prima di<br />
lasciare la stanza).<br />
L’attività formativa/informativa dovrebbe<br />
essere supportata dall’ut<strong>il</strong>izzo di dépliant<br />
esplicativi che, in modo sintetico, con linguaggio<br />
semplice e preferib<strong>il</strong>mente con supporto<br />
visivo di <strong>il</strong>lustrazioni diano indicazioni<br />
sulle misure di prevenzione raccomandate<br />
(allegato B1).<br />
Nell’ambito delle attività informative/educative<br />
indirizzate ai visitatori, sarebbe opportuno<br />
che le strutture ospedaliere indicassero nelle<br />
norme locali (ad esempio nella Guida all’utente<br />
che viene normalmente data all’ingresso in<br />
Ospedale) che soggetti che presentano diarrea<br />
non dovrebbero visitare pazienti in ospedale.<br />
4.5 Precauzioni di isolamento<br />
Tutti coloro che in ambito assistenziale sono<br />
coinvolti nella gestione dei pazienti con diarrea,<br />
in particolare medici e infermieri, dovrebbero<br />
applicare <strong>il</strong> protocollo mnemonico SIDIT 22 :<br />
S<br />
I<br />
D<br />
I<br />
T<br />
Sospetto: in assenza di altra potenziale causa di<br />
diarrea, sospettare una origine infettiva<br />
Isolamento: ove possib<strong>il</strong>e, isolare <strong>il</strong> paziente in<br />
stanza singola, attivare le precauzioni da contatto<br />
in aggiunta a quelle standard e consultare <strong>il</strong> CIO<br />
Dispositivi di protezione individuale/Mezzi di<br />
barriera: ut<strong>il</strong>izzare guanti monouso e sovracamici<br />
con maniche lunghe per tutti i contatti con <strong>il</strong> paziente<br />
e l’ambiente che lo circonda<br />
Igiene delle mani: dopo ogni contatto con <strong>il</strong> paziente<br />
e l’ambiente che lo circonda effettuare un accurato<br />
lavaggio con acqua e sapone/detergente antisettico.<br />
Prima del contatto l’igiene delle mani può<br />
essere effettuata anche con frizione alcolica.<br />
Test: eseguire nel più breve tempo possib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> test<br />
per la ricerca della tossina<br />
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