Quei trentuno secondi di orrore - La Farina
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<strong>La</strong> stessa speranza è madre <strong>di</strong> timore<br />
(Leopar<strong>di</strong>)<br />
11 00<br />
88<br />
MESSINA DICEMBRE 2008<br />
Storia <strong>di</strong> una città scomparsa<br />
<strong>La</strong> fisionomia urbana <strong>di</strong> Messina prima del terremoto<br />
Sebbene la storia <strong>di</strong> Messina sia<br />
stata contrassegnata da molteplici<br />
eventi <strong>di</strong> notevole risonanza che<br />
hanno contribuito a costituire un<br />
patrimonio storico-artistico degno<br />
<strong>di</strong> encomio, del quale Messina ha<br />
potuto fare oggetto <strong>di</strong> vanto duran-<br />
te i secoli, la scarsa mole <strong>di</strong> queste<br />
testimonianze storiche risulta oggi<br />
inadatta a comprovare la storia gloriosa<br />
della Città dello Stretto.<br />
Questa situazione scaturisce dal<br />
fatto che la Città è stata oggetto <strong>di</strong><br />
numerose calamità naturali e artificiali<br />
che ne hanno mo<strong>di</strong>ficato la<br />
fisionomia urbana. Risulta però<br />
fuorviante ritenere che la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />
questo ingente patrimonio artistico<br />
sia da attribuire soltanto alle catastrofi<br />
naturali (con particolare riferimento<br />
al terremoto del 1908), per<br />
via dell’ incisiva responsabilità dell’uomo<br />
il quale, nell’intento <strong>di</strong> trarre<br />
vantaggio da una speculazione<br />
e<strong>di</strong>lizia, ha irrime<strong>di</strong>abilmente<br />
<strong>di</strong>strutto quel poco che la natura<br />
aveva risparmiato privando<br />
Messina <strong>di</strong> una fetta del suo glorioso<br />
passato. Attualmente la città <strong>di</strong><br />
Messina si estende orizzontalmente<br />
lungo un raggio <strong>di</strong> 9 km, che ha<br />
inizio dal viale Annunziata, a nord,<br />
e si conclude presso la zona <strong>di</strong><br />
Contesse, a sud. Proponendo un<br />
confronto con la vecchia planimetria<br />
urbana, si può notare come la<br />
città si sia ampiamente estesa, in<br />
modo particolare verso la zona sud.<br />
L’estensione urbana antecedente al<br />
terremoto del 1908 era notevolmente<br />
inferiore a quella attuale: si<br />
estendeva infatti per 2 km soltanto.<br />
Il tessuto urbano era delimitato dall’antica<br />
cinta muraria e si sviluppava<br />
lungo un raggio che, iniziando<br />
dal Torrente Giostra, giungeva<br />
fino alla via S. Cecilia; il centro<br />
storico invece era delimitato dal<br />
Torrente Trapani a nord e dal<br />
Torrente Portalegni (attuale via<br />
Tomaso Cannizzaro), a sud. <strong>La</strong><br />
fisionomia urbana precedente al<br />
terremoto si avvaleva <strong>di</strong> cinque<br />
arterie principali, che attraversavano<br />
tutto l’abitato. <strong>La</strong> via Vittorio<br />
Emanuele denominata anche Via<br />
del porto rivestiva certamente<br />
notevole importanza in quanto rappresentava<br />
un nodo cruciale per la<br />
vita socio-economica della Città.<br />
Nel porto, infatti, ormeggiavano<br />
navi mercantili e tutto il materiale<br />
scaricato (botti, carbone…ecc.)<br />
veniva collocato lungo la via .<br />
Lungo questa arteria padroneggiava<br />
la splen<strong>di</strong>da Palizzata, una cortina<br />
continua <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici, in cui erano<br />
ricavate numerose porte che permettevano<br />
l’ingresso nella Città. Di<br />
fronte ad essa era collocata la fontana<br />
del Nettuno, ruotata verso il<br />
centro urbano. <strong>La</strong> Palazzata, definita<br />
l'ottava meraviglia del mondo, fu<br />
progettata e realizzata da Simone<br />
Giuseppe D’Urso e Umberto Santoro III A<br />
Gulli nel 1622, e venne <strong>di</strong>strutta<br />
per intero a causa del terremoto del<br />
1783. Dopo il sisma la Palazzata ,<br />
sostituendo quella precedente, fu<br />
ricostruita ad opera <strong>di</strong> Giacomo<br />
Minutoli su modello neoclassico e<br />
seguì anch'essa la triste sorte della<br />
<strong>di</strong>struzione del terremoto del 1908.<br />
Rivestiva un ruolo importante<br />
anche la via Garibal<strong>di</strong>, in precedenza<br />
chiamata via Fer<strong>di</strong>nandea, a<br />
ricordo del dominio dei Borboni. A<br />
<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quella attuale, questa<br />
si fermava all’incrocio <strong>di</strong> via Primo<br />
Settembre, in cui si ergeva imponente<br />
il Palazzo Arcivescovile.<br />
Essa risultava decisamente molto<br />
più stretta <strong>di</strong> quella attuale e, su<br />
questa via, si affacciavano i vari<br />
esercizi commerciali. <strong>La</strong> via<br />
Garibal<strong>di</strong> godeva <strong>di</strong> numerose<br />
opere artistiche: la monumentale<br />
chiesa <strong>di</strong> San Giovanni <strong>di</strong> Malta,<br />
il cui perimetro è stato assorbito dal<br />
palazzo della Prefettura; la Villa<br />
Mazzini; la chiesa della Anime<br />
del Purgatorio; il teatro Vittorio<br />
Emanuele; la fontana Falconieri<br />
al centro <strong>di</strong> piazza Ottagona<br />
(l’attuale piazza Juvara); nume-<br />
rosi palazzi d’epoca. Il centro propulsore<br />
della vita sociale della Città<br />
era Piazza Duomo, in cui svettava<br />
l’imponente mole della<br />
Cattedrale, la cui struttura era ben<br />
<strong>di</strong>versa da quella attuale: era assente<br />
infatti il campanile <strong>di</strong>strutto dal<br />
terremoto del 1783 e, sopra il transetto,<br />
si ergeva una cupola. Al centro<br />
della Piazza era situata la fontana<br />
<strong>di</strong> Orione, ancora oggi collocata<br />
nel medesimo punto. Da Piazza<br />
duomo, proseguendo lungo la via<br />
Primo Settembre, si giungeva<br />
all’incrocio della via Car<strong>di</strong>nes,<br />
presso i cui angoli erano collocate<br />
le quattro fontane. Questa arteria,<br />
tra le più importanti in quel periodo,<br />
godeva <strong>di</strong> numerosi monumenti<br />
, <strong>di</strong> cui attualmente non ci è pervenuto<br />
nulla, a parte due delle quattro<br />
fontane già citate : si tratta della<br />
chiesa <strong>di</strong> S. Filippo Neri, la<br />
Chiesa <strong>di</strong> S.Andrea che ospitava<br />
la Confraternita dei Pescatori, la<br />
chiesa della Madonna<br />
dell’In<strong>di</strong>rizzo, <strong>di</strong> fronte alla quale<br />
si trovava quella della Madonna <strong>di</strong><br />
<strong>La</strong>mpedusa, e il Tempio della<br />
M a d d a l e n a .<br />
Dal torrente Portalegni fino alla<br />
villa Mazzini si estendeva il corso<br />
Cavour la cui conformazione attuale,<br />
in linee generali, ne ricalca il<br />
tracciato. E’doveroso menzionare<br />
la chiesa dell’Annunziata dei<br />
ΣTOÁ<br />
GLI STUDENTI DEL LICEO GINNASIO “LA FARINA”<br />
Terremoto 1908<br />
Teatini, che ricopriva la superficie<br />
attualmente occupata dalla chiesa<br />
<strong>di</strong> S.Antonio Abate, lungo il<br />
medesimo corso. Dirimpetto alla<br />
chiesa si trovava la statua <strong>di</strong> Don<br />
Giovanni D’Austria, trasferita dopo<br />
il <strong>di</strong>sastro in altra sede. Tra gli atri<br />
monumenti si ricordano la chiesa <strong>di</strong><br />
S. Nicolò, il Palazzo della<br />
Provincia, la chiesa <strong>di</strong> S.<br />
Domenico, l'Oratorio <strong>di</strong> S.<br />
Francesco e la Piazzetta della<br />
Concezione, presso il cui centro era<br />
collocato il monumento<br />
all’Immacolata. <strong>La</strong> via dei<br />
Monasteri, attualmente conosciuta<br />
con il nome <strong>di</strong> via XXIV Maggio,<br />
deve questo nome alla presenza dei<br />
numerosi monasteri concentrati in<br />
questa zona della Città. Si tratta in<br />
particolare della chiesa <strong>di</strong> S. M.<br />
della Scala, del monastero e chiesa<br />
<strong>di</strong> Monte Vergine, e del Monte <strong>di</strong><br />
Pietà, i cui ruderi si possono ammirare<br />
ancora oggi. Una menzione a<br />
parte meritano i monumenti presenti<br />
nella zona alta della città,<br />
attualmente occupata dalla circonvallazione:<br />
la Chiesa <strong>di</strong> S.<br />
Gregorio, considerata “la gemma”<br />
<strong>di</strong> tutte le chiese <strong>di</strong> Messina, il<br />
Monastero e Chiesa <strong>di</strong> Montalto, la<br />
Torre Vittoria, e infine il castello <strong>di</strong><br />
Rocca Guelfonia, il cui perimetro è<br />
attualmente occupato dal sacrario<br />
<strong>di</strong> Cristo Re. <strong>La</strong> chiesa <strong>di</strong> S.<br />
Gregorio era un monumento nazionale<br />
e, sulla sua terrazza, il filosofo<br />
tedesco Goethe, osservando il<br />
panorama dello stretto, si ispirò alla<br />
stesura della “Ballata della<br />
Mignon”. Storicamente la prima<br />
pietra <strong>di</strong> questa chiesa, che fu<br />
costruita sui resti <strong>di</strong> un tempio<br />
pagano, fu benedetta da Papa<br />
Gregorio Magno. L’interno era<br />
rivestita da raffinati marmi policromi<br />
ed era presente un pulpito in<br />
stile barocco <strong>di</strong> cui si sono perse le<br />
tracce. <strong>La</strong> chiesa danneggiata notevolmente<br />
dal terremoto, sarebbe<br />
stata facilmente riparabile, ma prevalse<br />
l’idea <strong>di</strong> demolirla. Del tutto<br />
<strong>di</strong>versa appariva la penisola <strong>di</strong> San<br />
Raineri:a sud, infatti, era situata<br />
l’imponente mole della Cittadella,<br />
costruita da un architetto tedesco<br />
durante una rivolta anti-spagnola.<br />
Oggi, sebbene la fortezza abbia<br />
subito demolizioni <strong>di</strong> notevoli proporzioni,<br />
rimangono cospicui avanzi.<br />
A nord invece si incontrava e si<br />
incontra ancora oggi la lanterna <strong>di</strong><br />
San Raineri, costruita dal<br />
Montorsoli e, sulla punta della<br />
penisola, il castello del SS.<br />
Salvatore sul quale, nel 1934, è<br />
stata innalzata la stele della<br />
Madonnina del Porto. Nella zona<br />
nord della città si trovava infine il<br />
borgo marinaro del Ringo, <strong>di</strong> cui<br />
oggi è a noi pervenuta soltanto la<br />
chiesa della Madonna del Buon<br />
Viaggio.<br />
Chi spera teme, e il <strong>di</strong>sperato non teme<br />
nulla (Leopar<strong>di</strong>)<br />
Messina prima del terremoto del 1908<br />
Il Duomo e la Fontana<br />
del Montorsoli<br />
Camposanto<br />
Statua <strong>di</strong> Nettuno Chiesa <strong>di</strong> San Gregorio<br />
Chiesa Annunziata Piazza Duomo<br />
viale Principe Amedeo Palazzo Municipale e<br />
Corso Garibal<strong>di</strong><br />
Torre Faro Corso Vittorio<br />
Emanuele