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l’ambiente di lavoro, silente e ordinato, velato appena da un<br />

tono musicale soffuso, che stemperava ogni esterno rumore,<br />

sordo e irritante. Veloci tra noi gli scambi di parole, imposti dal<br />

tempo tiranno, e immediata l’intesa, conseguente la cordialità<br />

e l’amicizia. Torno alle dette qualità, delle quali <strong>Giacobbe</strong> mi<br />

ha dato prova: la rapidità anzitutto. Palese nel realizzare due<br />

manifesti del Bancarella, per il quale era da me sollecitato.<br />

Perentoria, anzi, la sua risposta e felice, tanto a riguardo del<br />

premio destinato alla letteratura sportiva (Bancarella Sport),<br />

quanto di quello votato alla più generale narrativa. Un ciclista<br />

impegnato, nel primo, a scalare un cielo di parole e un assorto<br />

lettore, alto e allampanato, nel secondo, rapito dalla pagina su<br />

cui affonda il volto, grandeggiante costui su un’umanità<br />

lillipuziana che si affaccenda al suo piede. Per conoscenza del<br />

suo lavoro l’artista mi ha consegnato due libricini per ragazzi<br />

e altrettante brossure, formato 10 x15 cm. L’una reca in copertina<br />

un libro con le pagine cancellate da una trama ordinata di<br />

macchie, tutte scure salvo una color rosso sangue; l’altra una<br />

sua scultura: un animale a quattro zampe stecchite, capo spinto<br />

innanzi, orecchie arcuate e coda ritta. Una figura dal sapore<br />

primordiale, realizzata componendo pezzi di legno lavorati dal<br />

tempo. I libricini, destinati alle prime età dell’infanzia, sono Le<br />

roi du Silence e Nobody’s diggier than a dog, rispettivamente in<br />

lingua francese e inglese. Scorro qua e là, senz’ordine, tra le<br />

brossure. Vedo un’allungata figura d’uomo con un impermeabile<br />

color mattone sopra un fondo nero nel quale una squillante S<br />

fa da capolettera ad un ambiguo gioco di parole: Sex, Sax; a<br />

fronte una pensosa sagoma maschile, capo reclinato, occhio<br />

sbarrato, osserva stupefatta dilagare sotto la porta una macchia<br />

nera che disegna a terra la carta geografica dell’Europa. Ancora<br />

Sartorio, True Crime, 2004

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