Asia C A P ITO LO S E I - Cooperazione Italiana allo Sviluppo

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Relazione annuale sull’attuazione della politica di cooperazione allo sviluppo nel 2008 320 ASIA N Volga Kama Indus Pechora Ob' Irtysh Ganges O Ob' A E B Z Copenhagen Stockholm Helsinki Tallinn Murmansk NOVAYA ZEMLYA Kara Sea Laptev Sea Bering Sea Riga St. Petersburg Warsaw Vilnius Lake Ladoga Lake Onega Minsk Arkhangel'sk Noril'sk Tiksi Magadan Petropavlovsk- Kamchatskiy Kiev Moscow Nizhniy Novgorod Yakutsk Voronezh Kharkiv Donets'k Saratov Volgograd Rostov Kazan' Perm' Yekaterinburg Ufa Samara Chelyabinsk Sea of Okhotsk KURIL ISLANDS Occupied by the Soviet Union in 1945, administered by Russia, claimed by Japan. Black Omsk Krasnoyarsk Sakhalin Sea Atyrau- (Atyrau) Astana Novosibirsk Lake Baikal Khabarovsk Tbilisi Caspian Qaraghandy (Karaganda) Irkutsk Sapporo Sea Yerevan Aral Sea Lake Balkhash Baku Tabriz TURKMENISTAN Almaty Tehran Ashgabat Bishkek Tashkent Ürümqi Mashhad Esfahan Dushanbe Kashi Kabul Shiraz AFGHANISTAN Ulaanbaatar Beijing Baotou Tianjin Jinan Taiyuan Lanzhou Harbin Changchun Vladivostok Sea of Japan Shenyang JAPAN Tokyo Pyongyang Yokohama Dalian Seoul - Nagoya Osaka Yellow Pusan Sea Qingdao Fukuoka Bandar 'Abbas Persian Gulf Abu Dhabi U.A.E. Muscat SAUDI ARABIA OMAN Xi'an Zhengzhou Kandahar - Islamabad Nanjing Shanghai Quetta East Lahore C H I N A Wuhan China Hangzhou PAKISTAN Sea Chengdu New Delhi Changsha Lhasa Nanchang Chongqing Jaipur NEPAL Taipei Karachi - Lucknow BHUTAN Guiyang Kanpur - Kathmandu Thimphu Ahmadabad - - Kunming Xi Jiang Guangzhou BANGLADESH Dhaka I N D I A Kolkata Nanning Surat (Calcutta) Mandalay Nagpur - Chittagong Hanoi Mumbai (Bombay) Pune BURMA LAOS Haiphong Hainan Luzon Philippine Sea Hyderabad - - Dao Vientiane Arabian Rangoon Hue South Sea THAILAND Bay of China Bangalore Chennai (Madras) Bangkok VIETNAM Sea LAKSHADWEEP Bengal CAMBODIA SPRATLY ANDAMAN Cochin ISLANDS ISLANDS Phnom Jaffna Andaman Penh Ho Chi Minh Sea Gulf of City Laccadive SRI LANKA Thailand Sea Bandar Seri Colombo NICOBAR Begawan ISLANDS BRUNEI Male MALAYSIA Manila PHILIPPINES Cebu Mindanao Sulu Sea Davao Celebes Sea Kuala Lumpur MALAYSIA Medan Singapore SINGAPORE Sumatra Borneo Pontianak Celebes Makassar Banda Sea UZBEKISTAN FINLAND RUS. POL. EST. LITH. LAT. BELA. UKR. R U S S I A GEORGIA ARMENIA KAZAKHSTAN AZERBAIJAN KYRGYZSTAN TAKLA MAKAN I R A N TAJIKISTAN DESERT 1972 Line of Control MONGOLIA NORTH KOREA SOUTH KOREA QING ZANG GAOYUAN Mt. Everest (highest point in the world, 8850 m) Taiwan Hong Kong S.A.R. Macau S.A.R. D E C C A N (INDIA) (INDIA) MALDIVES (INDIA) CAUCASUS MT ZAGROS MTS. GARAGUM QIZILQUM U R A L W E S T E R N G H A T S M O U N T A I N S T I E N S H A N K U N L U N EASTERN GHATS H I M A L A Y A S S I B E R I A M O U N T A I N S Brahmaputra Nel 2008 la Cooperazione italiana ha mantenuto una presenza significativa in molti paesi asiatici attraverso la realizzazione di programmi volti al miglioramento socio-economico delle popolazioni locali, specialmente intervenendo in alcuni settori sensibili per lo sviluppo quali la lotta alla povertà, la protezione ambientale, la sicurezza alimentare e il potenziamento dell’offerta sanitaria pubblica. Gli interventi sono stati concentrati nelle aree caratterizzate da sacche di arretratezza socio-economica, inserendosi nelle politiche nazionali di sviluppo varate dai Governi locali nei settori considerati da questi prioritari e concorrendo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Tale logica non ha escluso i paesi del continente che stanno attraversando un sostenuto sviluppo economico-produttivo, quali la Cina, dove tuttavia gli interventi, frutto di impegni pregressi, hanno puntato essenzialmente sul trasferimento di know-how e competenze per promuovere in primis la sostenibilità ambientale e sociale dei processi endogeni di crescita. Il Paese che riveste la massima priorità d’intervento è l’Afghanistan, che ha beneficiato nel 2008 di un contributo aggiuntivo di 30 milioni di euro derivante dal rifinanziamento delle missioni italiane all’estero, con il quale è stato possibile finanziare iniziative sul canale ordinario per un valore complessivo di poco più Yenisey A L T A Y M T S . Angara HENGDUAN Irrawaddy Salween Lena Palembang Vilyuy Mekong VERKHOYANSK KHREBET Lena YABLONOVYY KHREBET G O B I D E S E R T Huang He Chang J Jiang Aldan KHREBET DZHUGDZHUR Amur Java Sea Kolyma KHREBET CHERSKOGO D A H I N G G A N L I N G MANCHURIAN PLAIN Amur I S L A N DS R Y U K Y U ( J A P A N ) I N D O N E S I A KOLYMSKO SIKHOTE-ALIN' Dili T di 70 milioni di euro. Facendo seguito a un processo consolidato da alcuni anni e in conformità con le linee programmatiche delle periodiche conferenze internazionali dei donatori - l’ultima delle quali svoltasi a Parigi nel giugno del 2008 - la Cooperazione italiana è stata impegnata - assieme alla comunità internazionale - nel processo di ricostruzione dell’Afghanistan con iniziative volte alla stabilizzazione e al consolidamento dei processi di governance e sviluppo socio-economico del Paese, attraverso il sostegno alla Strategia nazionale di sviluppo afgana. Tra le iniziative principali vanno evidenziati la costruzione/riabilitazione della strada Kabul-Bamyan, gli interventi nell'ambito del sostegno al PRT di Herat e delle province limitrofe e la continuazione del programma nel settore “Giustizia”, a conferma dello sforzo compiuto sin qui dall'Italia per attuare le raccomandazioni scaturite dalla Conferenza di Roma del luglio 2007 sulla "Rule of Law" nel Paese. Un ruolo importante per la stabilizzazione e sicurezza nel contesto regionale è stato assunto anche dal Pakistan, dove si è dato un forte impulso all’attuazione del programma di conversione del debito, che libererà nuove risorse finanziarie per lo sviluppo socio-economico del Paese. Benché in misura più ridotta, la Cooperazione italiana è stata attiva anche in paesi che per essa rivestono un grado inferiore di priorità quali Indonesia e Sri Lanka, dove sono stati realizzati programmi di consolidamento in seguito all’emergenza Tsunami, e Filippine, Corea del Nord e Myanmar con interventi finalizzati allo sviluppo rurale e alla sicurezza alimentare.
AFGHANISTAN Shindand Anar Darreh Towraghondi Qal'eh-ye Now Chaghcharan Herat Karokh Owbeh Zaranj Farah Kadesh Delaram Deh Shu Chahar Borjak Keleft Termez Rostaq Feyzabad Andkhvoy Jeyretan Kholm Kunduz Jorm Sheberghan Mazar-e Sharif Eshkashem Khanabad Dowlatabad Farkhar Shulgarah Samangan Baghlan Meymaneh Dowshi Tokzar Qeysar- Khavak Now Zad Kajaki Lashkar Gah Kandahar Yar Oruzgan Tarin Kowt Spin Buldak Mahmud-e Raqi Charikar Asadabad Bamian Mehtarlam Kabul Kowt-e 'Ashrow Galalabad Lal'pur Baraki Gardeyz Ghazni Khost Qarah Bagh Zareh Sharan In Afghanistan, nel corso del 2008, è continuato il difficile processo di stabilizzazione e di state building. Da un lato, si sono riscontrati risultati confortanti dal punto di vista macro-economico e della definizione di un quadro istituzionale coerente per la gestione delle politiche di sviluppo del Paese. Dall’altro, gli effetti positivi e tangibili nei confronti della popolazione locale sono stati piuttosto scarsi. Infatti, le strategie di aiuto nel breve periodo non hanno ancora intaccato il basso livello delle condizioni di vita della popolazione. Alcuni dati sono significativi: il tasso di analfabetismo è intorno al 43%, l’analfabetismo femminile è superiore all’80%, l’attesa di vita è di circa 42 anni e la mortalità infantile (sotto i 5 anni d’età) supera il 25%. Inoltre, il progressivo inasprirsi del quadro della sicurezza ha causato una situazione di forte disagio della popolazione stessa, che si trova a dover convivere con il capillare fenomeno dell’insorgenza, in aree sempre piú vaste del territorio afgano. Accanto a questi dati di partenza, si deve tuttavia segnalare il notevole miglioramento della situazione macroeconomica e monetaria, come risulta dalle ultime verifiche svolte dal FMI. Ad esempio il reddito pro capite stimato è passato dai 175 dollari annui del 2002 ai 456 del 2008. Parallelamente, il Governo afgano, insieme alla Banca Mondiale, al Fondo Monetario Internazionale e a un gruppo selezionato di donatori tra cui l’Italia, ha concordato un insieme di misure volte Qalat Orgun Qal'eh-ye Panjeh alla stabilizzazione e alla ristrutturazione del Paese, che dovrebbero condurre nel medio periodo alla predisposizione del Poverty Reduction Strategy Paper (PRSP). Nel frattempo è stato adottato lo strumento intermedio denominato Poverty Reduction and Growth Facility (PRGF). Il completamento di questo esercizio consentirà di inserire l’Afghanistan nel gruppo dei paesi cosiddetti Heavily Indebted Poor Countries (HIPC), permettendo così al Paese di disporre di strumenti finanziari che consentano una maggiore stabilità nell’attuazione delle politiche di sviluppo. Nel corso del 2008, si è progressivamente consolidato il quadro di riferimento in base al quale indirizzare gli interventi di APS. In particolare, al termine della Conferenza internazionale di Parigi per l’Afghanistan del luglio 2008, la comunità dei donatori ha approvato l’Afghan National Development Strategy (ANDS), adottata come riferimento metodologico e operativo per la definizione dei progetti di sviluppo da finanziare. Al termine della Conferenza il Governo afgano e i donatori hanno concordato, tra le altre cose, di: assicurare una crescente quantità di risorse finanziarie al sostegno delle strategie settoriali dell’ANDS, canalizzando i finanziamenti nei programmi nazionali già definiti; privilegiare il finanziamento dei progetti attraverso l’utilizzo del bilancio dello Stato (core budget), anziché utilizzare i finanziamenti di progetti esterni al bilancio (external budget), favorendo in tal modo una maggiore efficacia degli aiuti; assicurare, per quanto possibile, una maggiore prevedibilità dei finanziamenti su un arco temporale pluriennale; rafforzare l’ownership del Governo afgano. Sulla base di tale strategia sono stati sviluppati alcuni programmi nazionali volti a canalizzare gli aiuti attraverso il bilancio annuale dello Stato. Ne sono esempio l’Afghanistan Reconstruction Trust Fund (ARTF), il Law and Order Trust Fund for Afghanistan (LOTFA) e il Counter Narcotics Trust Fund (CNTF). Nel corso del 2008, l’Italia ha devoluto sforzi consistenti al fine di canalizzare le nuove risorse finanziarie attraverso gli strumenti summenzionati. Lo schema organizzativo che il Governo afgano ha adottato in materia di aiuto internazionale mette in gioco essenzialmente quattro strutture: l’Afghan national Development strategy (ANDS) che sovrintende alla stesura e al monitoraggio delle strategie nazionali di sviluppo, confrontandole con i benchmarks definiti nell’Afghanistan Compact. Tali attività sono svolte dall’ANDS in stretta collaborazione con il Ministero delle Finanze, con il Fondo Monetario Internazionale e con la Banca Mondiale; il Ministero delle Finanze che soprassiede alla definizione di tutte le politiche di bilancio, sia in fase preventiva che di controllo. Questo Ministero è chiamato a svolgere, secondo le indicazioni che vengono fornite dalla comunità internazionale, una progressiva acquisizione nelle strutture del budget dello Stato degli aiuti internazionali, rivestendo progressivamente un ruolo chiave nello sviluppo del Paese. Attualmente il Ministero delle Finanze è impegnato nella registrazione di tutti gli aiuti internazionali che vengono erogati al di fuori del bilancio; l’Afghanistan Reconstruction Trust Fund (ARTF). Si tratta di un fondo fiduciario amministrato dalla Banca Mondiale cui i vari donatori possono contribuire sia su base bilaterale che multilaterale. Esso è stato creato nel 2002 quale strumento di intervento di ripristino post-bellico per garantire in modo coordinato la copertura delle necessità di bilancio del Governo afgano in termini di spesa corrente e per il finanziamento di programmi e interventi di ricostruzione identificati dallo stesso Governo. Il sostegnio di ARTF al bilancio afgano avviene infatti attraverso due distinti canali denominati (i) ARTF Recurrent Cost Window (RCW), (ii) ARTF Investment Window. L’ARTF-RCW è un meccanismo multi-donor di finanziamento del bilancio operativo del Ministero delle Finanze, amministrato dalla Banca Mondiale, a cui l’Italia ha contribuito, nel solo 2008, con uno stanziamento di 15 milioni di euro. Oltre alla finestra dei costi ricorrenti, attraverso l’ARTF si finanziano programmi nazionali - gestiti tecnicamente dai Ministeri di linea, finanziariamente dal Ministero delle Finanze e operanti sotto il controllo amministrativo della WB - tra cui il National Solidarity Programme (NSP) e il National Justice Project (NJP). Dal 2002 al 2008, l’ammontare totale dei contributi italiani all’ARTF è stato di 60 milioni di euro. i Ministeri di linea che sono responsabili non solo della definizione delle strategie settoriali di intervento, ma anche della gestione delle singole iniziative che si vengono mano a mano a realizzare; il loro monitoraggio deve essere effettuato secondo procedure normalizzate. Si tenga presente che attualmente molti Ministeri di linea sono esclusi di fatto dalla realizzazione dei progetti internazionali, messi in atto al di fuori delle linee di budget. A livello internazionale, il quadro operativo si caratterizza per una forte presenza sia di agenzie di cooperazione allo sviluppo, bilaterali e multilaterali, sia di quasi tutte le principali istituzioni finanziarie internazionali che operano in Asia. Il Governo afgano gestisce i rapporti con i donatori attraverso il Ministero delle Finanze, a livello organizzativo, e con i Ministeri di linea a livello di implementazione dei progetti. Tale contesto è il risultato di un processo scaturito dalla Conferenza di Londra del 2006 durante la quale è stato adottato l’Afghanistan Compact che si è consolidato solamente nel corso del 2008, mediante l’adozione proprio dell’ANDS e del PRGF. Negli anni precedenti, infatti, si è verificato un proliferare di progetti, la maggior parte dei quali finanziati esternamente al bilancio af- Capitolo6 Asia 321
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